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CAPITOLO 28. BIONDE O
BRUNE?
Colton conobbe Marianne non appena ritornò in America, dopo
aver passato i suoi anni migliori, gli anni in cui si passa
dall'adolescenza all'età adulta, in guerra.
Marianne era sempre stata bellissima: aveva dei lunghi capelli biondi
come il sole e gli occhi grandi e chiari.
Fisicamente era perfetta, con un corpo perfetto.
Sempre curata, sempre ordinata, sempre truccata, sempre composta.
Colton non era brutto, ma non era neanche bello.
Lei era molto più bella di lui obiettivamente, ma su una
cosa Carson aveva ragione.
La sua bellezza esteriore era direttamente proporzionale alla
superficialità del suo carattere.
Era sempre stata interessata a Colton solo per il suo conto in banca,
ed era anche per questo che le stava bene di non essere toccata dal suo
fidanzato.
Le stava bene di non avere figli.
Le stava bene di "essere fidanzata" con lui solo teoricamente, anche se
di fatto non stavano mai insieme e dormivano addirittura in stanze
separate quando passavano la notte sotto lo stesso tetto.
Benchè Marianne sembrasse stupida non lo era, e in Colton
aveva visto un'opportunità.
L'opportunità di vivere bene per tutta la vita, senza
doversi preoccupare dei soldi.
Solo questo.
In Colton non aveva visto un uomo, ma un conto in banca.
D'altra parte, neanche quest'ultimo era stupido, e sapeva benissimo
cosa pensava Marianne, ma non gli importava.
In guerra, nei pochi momenti di relax, aveva discusso con i suoi
compagni delle donne.
Alcuni di loro avevano già una donna che li aspettava,
mentre altri si facevano trasportare dalla fantasia, che li aiutava ad
andare avanti e a farsi coraggio.
Colton si trovò molto a disagio: lui non aveva nessuna
esperienza sull'argomento.
Non aveva mai avuto una storia.
Non aveva mai baciato una donna.
Era sempre stata una sua scelta, ma in quei momenti non sapeva cosa
dire.
"Tu hai una donna che ti aspetta a casa?" chiedeva qualcuno.
"Qual'è il tuo tipo di donna? Quali ti piacciono?" chiedere
qualcun'altro.
Alla prima domanda, Colton faceva cenno di no con la testa, mentre per
la seconda riuscì a trovare una risposta, anche se ci
dovette pensare per un po'.
Ritornò indietro nel passato, e si ricordò di
Jenny.
Jenny era una ragazza per cui aveva una piccola cotta quando aveva
quattordici anni, mentre frequentava il liceo.
Era bionda, occhi chiari, ordinata, composta.
Come Marianne.
Colton non le disse mai nulla, anzi, fu lei a fare la prima mossa
sperando che lui avrebbe fatto altrettanto, e invece il giovane non
aveva detto nulla e cambiò scuola per dimenticarla: non ci
mise molto, quindi non doveva essere una cosa seria.
Già allora si era promesso di non aprire il suo cuore a
nessuno.
Di non fidarsi più di nessuno, per non essere ferito.
Rispose così ai soldati.
"Mi piacciono le bionde. Ordinate. Che si curano."
Come Marianne.
Ma ora le cose erano cambiate.
Ora riusciva a toccare le persone, le donne.
Poteva.. poteva avere una vita normale con lei.
Quel genere di vita che hanno tutte le coppie.
Andrà tutto
bene.
Lei sarà contenta.
Per te e per voi.
Così gli aveva detto Henny, ma lei non
conosceva Marianne.
Non la conosceva affatto.
Colton era speranzoso: in fondo stavano insieme da un po'.
Forse lei non lo amava, ma un minimo di affetto lo provava... forse.
Con fare riluttante, il detective avvicinò delicatamente la
sua mano a quello della ragazza, ma non appena si sfiorarono, lei la
ritrasse prontamente.
Come se non fosse abbastanza, si alzò dal tavolo e se ne
andò in camera.
Per Colton quello fu un vero colpo al cuore.
Uscì di corsa, sbattendo la porta.
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Non appena vide Carson e Douglas andargli incontro, Harvey li raggiunse
sventolando in aria un pezzo di carta.
"Ci siamo!" mormorò a fatica, come se avesse fatto una lunga
corsa.
"Cos'hai scoperto?" chiese Carson, guardandosi intorno.
"Sai dove sono?" chiese Douglas.
"Ehm... no."
"E allora cosa?"
"Hanno parlato della loro tana parlando in codice. Se risolviamo questo
codice, scopriamo dove sono."
"Beh, che aspetti? Risolvilo!" mormorò con tono impaziente
Carson.
"Non sono mica un mago! Vediamo voi se ci riuscite!"
"Qual'è il codice?"
"P S 452."
"E che diavolo è?"
"Speravo lo sapeste voi. Ma... scusate... è una mia
impressione o Mister Simpatia non si vede da un paio di giorni?" fece
in tono sarcastico Harvey, alludendo a Colton.
"E' vero. Che fine ha fatto?" chiese Douglas a Carson.
"E cosa ti fa pensare che io lo sappia?"
"Sei il suo partner!"
"Sì, ma ci vediamo solo sul lavoro. Nel caso non te ne fossi
accorto, io e Colton siamo un tantino diversi."
"Forse è da Henny."
"Da giorni? Non credo proprio. E se fosse stato così, si
sarebbero già ammazzati."
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"Tu... tu avevi detto che avrei fatto bene! Che le cose sarebbero
migliorate!"
"E ne ero convinta! Mi dispiace, Colton. Qualunque donna avrebbe
apprezzato una cosa simile, e se lei non lo apprezza, significa che non
ti merita."
Colton andò avanti per mezzore, forse ore, a urlare e ad
arrabbiarsi.
A sfogarsi.
Poi crollò.
Si mise in un angolo e iniziò a piangere.
Henny gli si avvicinò, e anche se lui gliele aveva appena
dette di tutti i colori, gli prese delicatamente la mano e gli disse
che le era venuta un'idea.
Gli disse che conosceva tanti giochi a cui aveva giocato da bambina.
Giochi con cui Colton non aveva mai avuto a che fare, visto che
è diventato adulto prima di godersi l'infanzia.
La ragazza, con estrema pazienza, gli spiegò come si giocava
a nascondino e ad acchiapparella, e giocarono ad entrambi,
come due bambini di dieci anni.
Per Colton era la prima volta, e anche se la sua testa gli diceva
"Fermati. E' un gioco per bambini e tu non sei più un
bambino. Comportati da adulto", il suo cuore gli diceva
"Perchè diavolo non l'hai fatto prima? Non ti rendi conto
che stai ridendo e ti stai divertendo come non mai?".
Comunque sia, per la prima volta nella sua vita, la prima in assoluto
da quando i suoi genitori erano morti, ignorò la testa.
Passò tutto il pomeriggio con Henny a scherzare e a ridere
come due bambini, tanto che quando fu sera, Colton era troppo stanco
per guidare e per tornare a casa, così restò
lì.
Dormì nello stesso letto in cui dormì Henny, ma
non fecero nient'altro.
Dormirono e basta.
Erano entrambi girati sul lato destro del letto, e Colton tenne per
tutta la notte la testa appoggiata alla schiena della ragazza, e con le
braccia la teneva stretta a sé.
Poco prima di addormentarsi, il detective continuava a ripetersi
ripetutamente, in maniera quasi ossessiva, "mi piacciono le bionde,
ordinate e curate, non le brune disordinate e negate in cucina. Mi
piacciono le bionde, non le brune. Quindi non mi piace Henny. Non mi
piace Henny."
La verità era che iniziava ad essere seriamente spaventato
dalle emozioni positive che gli procurava quella ragazza, e dalla morsa
allo stomaco che sentiva quando pensava di lasciare quella casa e.. lei.
"Nella peggiore delle ipotesi... mi allontanerò da lei
così me la dimenticherò. Come ho fatto con
Jenny." pensava, anche se ignorò un piccolo particolare.
Per Jenny aveva una cotta, e di certo non era la stessa cosa che
provava per Henny.
Chiuse gli occhi e si addormentò avvicinandosi ancora di
più a lei in modo rilassato, ignorando che si stava
innamorando.
ALLORAAAAAAA.... VISTO CHE NON SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE PRIMA, VI HO
FATTO UN CAPITOLO LUNGHINO, CHE SPERO VI SIA PIACIUTO. NON L'HO
RILETTO, MI DISPIACE, MA NON NE HO IL TEMPO, QUINDI PERDONATEMI SE
TROVATE DEGLI ERRORI :P FATEMI SAPERE SE VI E' PIACIUTO! CIAOOO
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