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CAPITOLO 36. RIVELAZIONE
"E' come immaginavamo." mormorò Naher in tono solenne,
tenendo le braccia incrociate e sedendosi su un tavolo.
"Hai scoperto qualcosa?" chiese Raper, scrollando le spalle.
"La faccenda è più grave di quanto pensassimo."
continuò Naher.
"Detto da un serial killer la cosa è alquanto inquietante."
fece in tono sarcastico Carson, sorridendo.
Era più forte di lui.
Riusciva sempre a sorridere e a vedere il lato positivo delle cose,
anche in quella situazione.
Naher fece una smorfia, anche se apprezzò la battuta.
"Possiamo andare oltre? Mi sta salendo l'ansia!" sbottò
Butler.
"Il padre della ragazza faceva parte di una specie di setta,
un'associazione o giù di lui che si occupava principalmente
di difendere gli ebrei da Hitler dato che in quel periodo in Europa
erano tempi duri."
"Ma cosa c'entra Hitler con lei? Non è ebrea. E poi il suo
impero è finito!"
"Infatti ho detto che si occupava principalmente degli ebrei, ma c'era
dell'altro. Si occupavano anche di corruzione. Avevano creato una lista
con tutti i nomi di uomini su cui non si avevano dubbi. Era
internazionale, quindi c'erano uomini spardi ovunque, anche qui. Ogni
volta che arrivavano alla certezza che un determinato uomo, che il
più delle volte occupa un'alta carica nello Stato, era
corrotto, riportavano il suo nome con tanto di prove, per poter
così denunciare ognuno di loro una volta tornata la
tranquillità, ma a quanto pare ci sono stati dei problemi.
Molti membri di questa associazione morirono in guerra, uccisi dai
nazisti e morti nei campi di concentramento, o più
semplicemente morti da quegli stessi uomini che avevano denunciato. Tra
questi ci sarà anche il padre di Henny. Queste persone
corrotte sanno che lei è la figlia di uno dei principali
esponenti di quell'associazione, e pensano che lei ne sia in possesso.
Di quella lista."
"Cazzo, allora faccenda è davvero seria." mormorò
Raper.
"Perchè io che avevo detto?"
"E questa bella storiella ti è uscita dal buco del culo o
l'hai sognata la notte?" sbottò Colton.
"Grazie mille, Colton. Ci mancava il tuo essere così
cordiale." fece in tono sarcastico Carson.
Butler lo ignorò e lanciò uno sguardo severo al
killer.
"Me l'ha detto il vostro caro amichetto."
"Chi?"
"Helloy."
"Quello stronzo figlio di puttana! Sapevo che che era coinvolto e
corrotto!"
"Non mi sorprenderebbe trovare il suo nome in quella fantomatica lista.
In fondo non è stato tanto tempo fa. Dieci anni."
mormorò Naher.
"Dieci anni? Helloy all'epoca aveva poco più di vent'anni,
no? Era già in polizia! Tutto torna. C'è solo una
cosa peggiore dell'essere corrotti, ossia esserlo sempre stati. Lui lo
è sempre stato."
"E quella lista dov'è?"
"Ah, non ne ho idea. Potrebbe essere ovunque."
"Se troviamo quella lista li abbiamo in pugno, e non potranno
più farle nulla."
"Temo tu non abbia capito, Colton. Potrebbe essere ovunque! Ovunque!"
"Ma qui c'è una vita in ballo, Naher! Lo capisci? Mi rendo
conto che per uno psicopatico come te sia un concetto difficile da
capire, quindi mettiamola così: vedi di fare quello per cui
ti ho salvato dalla camera a gas, e se non ti sbrighi farò
in modo che tu ci ritorna presto!"
"Non sono un'indovino, Butler, ma farò quello che posso."
Colton lasciò la camicia di Naher, e poi si
allontanò dal resto del gruppo.
Carson aveva gli occhi spalancati.
"Me lo sono sognato io o ti ha toccato?" mormorò a Naher
quando il detective fu fuori.
"Non me, la camicia."
"Non è possibile."
"Lo ha fatto per uccidermi. Non hai visto i suoi occhi? Era fuori di
sé."
Carson uscì e si sedette accanto al collega, che se ne stava
seduto per terra, in giardino.
"Cosa vuoi?" chiese subito Colton.
"Colton... posso sapere che ti passa per la testa?"
"No, non puoi."
"Colton.."
"Sono cazzi miei."
"Non più. Lavoriamo insieme, Colton. Non pretendo di sapere
ogni cosa di te, ma se questi misteriosi pensieri che hai vanno ad
influire sul lavoro che svolgi con me allora sì, sono
esattamente cazzi miei."
"Non mischio le due cose."
"No mica. Hai quasi ucciso Naher. Per cosa poi? Perchè ha
scoperto quello che cerchiamo di capire da mesi?"
"Tu non capisci."
"Se non mi dici niente è ovvio che non capisco! E vorrei
sapere che diavolo è successo con Henny."
"No. Non vuoi davvero saperlo."
"Oh sì che voglio. E non dirmi che avete litigato
perchè è una stronzata e io ti conosco da troppo
bene per non capire quando mi dici una cazzata."
"E' la verità."
"No, non è la verità. Se fosse la
verità tu passeresti tutto il giorno a criticarla e ad
insultarla, invece quando si parla di lei ti stai sempre zitto, senza
dire una parola. Non che lei stia meglio di te."
"Perchè? Cosa le è successo?" mormorò
in tono allarmato Colton.
"E' depressa. Sempre triste. Ora io un'idea l'avrei anche su cosa
è successo, ma è talmente assurda che... che...
è assurda! Vero?"
"Allora non chiedere."
Carson sospirò.
Era talmente scontato che quei due si fossero innamorati, ma la cosa in
sé era così assurda che trovava ridicolo anche
solo pensarla una cosa del genere.
Magari si stava solo facendo dei film.
"Qualunque sia il vostro problema, lo risolverete stasera."
mormorò Carson, dando a Colton le chiavi dell'abitazione.
No no no Carson!
Non farmi questo.
Non puoi darmi le chiavi di casa mia.
Così la tentazione di andare da lei sarà ancora
più forte.
Perchè dare ad un alcolizzato che è in cura della
birra?
Carson si alzò e si allontanò
lasciando Colton da solo.
Lui e le chiavi che lo avrebbero portato dalla donna che amava e che
cercava invano di dimenticare.
ECCCCCCOMI :D NUOVO CAPITOLO :D SPERO VI PIACCIA :D FATEMI SAPEREEEE
CIAO :)
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