Non
sapevo
quasi nulla sugli angeli, quello di cui ero sicura, era che se fossi
stato uno
di loro e un essere umano pregando... mi avesse detto di portare il mio
culo
piumato da lui, non sarei stata molto contenta.
Castiel
evidentemente invece non faceva molto caso a queste cose o forse,
dipendeva
solo da chi era stato a chiamarlo.
C’era
qualcosa nello sguardo dell’angelo, di molto protettivo verso
Dean, in
particolar modo ora. Stava guardando il ragazzo, con
curiosità ma anche con
preoccupazione.
Avevo
notato
quegli sguardi già poche ore prima al motel, c’era
qualcosa di molto intimo nel
modo in cui si
rivolgeva verso il
maggiore dei fratelli.
La
mai
fantasia cominciava già a viaggiare su territori
sconosciuti, dove sexy angeli
iperprotettivi, peccavano di lussuria insieme a cacciatori, di nascosto
dal
paradiso. Anche se... i miei pensieri mi portarono ancora
più in la di quanto
volessi.
“Voglio
diventare una cacciatrice... voglio anch’io un
angelo...”
Lo
sguardo
blu di Castiel era posato su di me ora e mi stava fissando nuovamente
con
curiosità.
“Ma
sei
totalmente scema?”
La
voce di
Dean mi riportò sulla terra, solo in quel momento capii che
avevo espresso il
mio pensiero a voce alta. Il mio colore passò immediatamente
dal rosa pallido,
all’amaranto.
“Io... oddio.
Stavo... pensando a... non lo
so...”
“Lo
so io a
cosa pensavi… hai davvero un chiodo
fisso... sei imbarazzante anche per me. Non ti ferma
davvero nulla...
sei indecente.”
Mi
morsi la
lingua, non potevo dare torto a Dean, erano anni ormai che i miei
pensieri
erano sempre pieni di sconcezze di ogni genere. Basta il minimo
accenno, uno
sguardo, un gesto perché la mia mente cominciasse a
viaggiare verso lidi
purtroppo per me, ancora sconosciuti, almeno fisicamente.
“Dean,
non
capisco. Trovo che l’idea di questa strega di diventare una
cacciatrice sarebbe
ammirevole, se imparasse a controllare i suoi poteri, sarebbe una
risorsa
eccezionale. Purtroppo però Annika, devo informarti che non
ci sono molti altri
angeli disposti ad aiutare i cacciatori come me... effettivamente credo
di
essere l’unico a farlo e...”
Sotterrarmi
volevo solo sotterrarmi dopo questo, davvero come si potevano avere
pensieri
simili su un essere così ingenuo come Castiel.
“Cas...
lei
non vuole diventare una cacciatrice...”
“Ma
è quello
che ha appena detto.”
“Cas...
ti
prego, non ti ci mettere anche tu. Più tardi ti
farò un disegnino per farti
capire, ok?”
“...
come
vuoi. Ho sentito la tua... preghiera. Cosa succede?”
Castiel
si
era nuovamente rivolto verso Dean, quando i suoi occhi lasciarono la
mia
persona, mi azzardai a dargli un’altra occhiata cercando di
non farmi notare.
Possibile che non cogliesse davvero il senso delle mie parole? La sua
ingenuità
era quasi pari alla mia imbranataggine.
“Succede
che
questa strega pervertita finirà per farmi uccidere... ma non
c’è tempo per
spiegare ora. Devi riportarci a casa sua, subito. Dobbiamo fermare mio
fratello
prima che aggiunga una vecchia strega pazza alla sua collezione di
scopate
demoniache.”
Rimasi
pensierosa per qualche secondo, ma non riuscii a trattenermi dal fare
la
domanda che mi si era formata in testa immediatamente.
“Scopate
demoniache?”
Dean
si
limitò a guardarmi male, la risposta però mi
arrivò da Castiel che a quanto
pareva non sapeva davvero tenere le bocca chiusa. Questa volta almeno
non ero
io la vittima delle sue parole fuori luogo.
“Sam,
per
qualche tempo ha avuto una relazione con un demone, prima ancora con un
lupo
mannaro, poi c’è stata la sirena, ma quella volta
alla fine si rivelò una
ragazza normale… credo che con... ‘scopate
demoniache’ Dean int...”
Dean
interruppe Castiel con uno sguardo glaciale, mentre le mie sopracciglia
si
erano ormai spostate quasi a metà fronte per quanto erano
inarcate. Non
riuscivo proprio a immaginare Sam, tipo da farsela con un demone, era
proprio
vero che le acque chete, sono quelle che possono sorprenderti di
più.
“Vogliamo
smetterla di fare salotto e scambiarci pettegolezzi? Cas, portaci
immediatamente a casa di questa... strega
e... chiudi la bocca.”
Castiel
annuì, anche se dal suo sguardo si notava sempre di
più la sua confusione. Dopo
aver posato indice e medio di entrambe le mani su me e Dean, ci
ritrovammo in
un attimo in camera mia. Velocemente recuperammo le nostre cose e ci
rivestimmo
per poi fiondarci giù per le scale e fermarci davanti alle
porte della
biblioteca, da cui provenivano rumori, ahimè, inconfondibili.
Aprimmo
la
porta solo di pochi centimetri, ma furono abbastanza per provocarmi un
mancamento. Il povero Sam, sotto l’effetto
dell’incantesimo, era seduto a
osservare con un sorriso ebete mia nonna, che stava improvvisando uno
spogliarello
alla nove settimane e mezzo.
L’anziana
donna era sicuramente ancora in forma ma... aveva pur sempre troppe
primavere
alle spalle per risultare credibile in sottoveste.
“Cazzo...
tua nonna è ancora più pervertita di te. Sono
indeciso se sparargli subito o
aspettare che inizino a contorcersi sul tavolo. Guarda mio fratello...
sembra
sul punto di saltarle addosso...”
“Oh...
ti
prego, non mi far immaginare cose simili...”
“Scommetto
che ti secca di più il pensiero che lei concluderebbe
almeno...”
“Fanculo...
sei davvero stronzo.”
“...
è il
minimo dopo che hai cercato di portarmi a letto con
l’inganno.”
“Io
non
c’entro, non volevo... cioè si volevo... ma ho
provato a fermarti... ma... tu
eri così...e io...”
“Fermarmi?
Guarda che ricordo tutto, hai cominciato a ansimare dopo dieci
secondi…”
“Non
erano
dieci secondi...”
“Giusto,
erano due e vuoi davvero farmi credere che non eri d’accordo
con lei?”
“Non
lo ero!
E poi, sei tu a
mettermi una mano sui
tuoi pantaloni... cosa volevi che facessi?”
“Ti
ricordo
che quello non ero io.”
“...
forse
non del tutto. Ma eri tu... e...”
Io
e Dean,
presi a discutere, avevamo completamente dimenticato quello che stava
accadendo
nella biblioteca. L’unico che non si era distratto invece era
Castiel, che non
aveva ancora staccato gli occhi neanche per un momento da
ciò che succedeva
nell’altra stanza. La cosa peggiore però fu
sentire i suoi commenti.
”Credevo
che
le donne anziane non esercitassero fascino sui giovani uomini. A quanto
pare
però a tuo fratello, sembra piacere la nonna di Annika.
Personalmente ritengo
questa cosa sconveniente, ma... non capisco ancora perché
dovremmo fermarli.
Anche se effettivamente, tuo fratello rischia di fare del male a quella
signora, credo che non stia riflettendo sulla sua forza...”
“Cas...
chiudi la bocca.”
L’interruzione
dell’angelo, almeno era servita a sviare Dean dal continuare
a prendersela con
me. Ci voltammo immediatamente, giusto in tempo per vedere
l’enorme ragazzo,
prendere di peso mia nonna per poi farla sedere sulla scrivania in modo
abbastanza violento. Mia nonna però sembrava tutto tranne
che seccata da quel
modo di fare irruento. Personalmente, avrei pagato per essere io quella
trattata in quel modo. Sam continuava a sorprendermi, poteva anche
essere sotto
l’effetto di un filtro, ma questo cambiava la percezione, non
il carattere o i
modi di fare.
Rimasi
a
bocca aperta quando lo vidi avventarsi su di lei, dopo essersi
spogliato della
propria camicia. Non avevo sbagliato la mattina precedente, Sam aveva
un corpo
decisamente scultoreo. Rimasi incantata ad osservare i muscoli delle
braccia e
delle spalle contrarsi mentre lui si avventava sul collo di mia nonna.
Mi
ripresi
quando con una gomitata Dean, mi distrasse, entrando nella biblioteca.
Era
troppo
anche per me, seguii il maggiore dei fratelli urlando, consapevole che
vedere
la mia progenitrice così sarebbe stato un trauma che mi
sarei portata dietro a
vita.
“FERMATEVI,
PER L’AMOR DEL CIELO, FERMATEVI! NONNA COPRITI!”
Colta
di
sorpresa, mia nonna si tirò su dalla scrivania, diventando
di ogni colore
possibile mentre ci guardava entrare nella stanza. Sam, ancora sotto
l’effetto
del filtro invece, sembra decisamente arrabbiato per essere stato
interrotto.
Fortunatamente però, mia nonna lo trattenne prima che
facesse qualcosa di
estremamente stupido, tipo prendere a pugni suo fratello. La mia
congiunta
aveva decisamente più controllo di me sui suoi incantesimi,
Sam le rimase
accanto con fare protettivo e sguardo adorante e soprattutto, mostrando
ancora
meglio quei pettorali scolpiti, che mi provocarono un fremito alle
parti basse.
“A-Annika...
tu... voi... non dovreste essere di sopra? ... e... chi è
quest’altro tizio?”
Imbarazzata
e
anche abbastanza furiosa con mia nonna, ignorai la sua domanda e
raccolsi da
terra il suo vestito lanciandoglielo.
“Vestiti
e
dimmi che hai l’antidoto per il filtro a portata di
mano.”
Mia
nonna
dopo avermi lanciato un’occhiata, capì
immediatamente che non stavo scherzando.
Appena si fu infilata il vestito, tirò fuori da una tasca
una boccetta
violacea, la diede a Sam dicendogli di berla e lui come un bravo
soldatino
pendente dalle sue labbra, lo fece. Qualche secondo dopo
barcollò e suo
fratello e l’angelo gli furono subito accanto, facendolo
sedere. Il biondo mi
lanciò un’occhiata preoccupata, ma mia nonna lo
rassicurò immediatamente.
“È
tutto
normale, tuo fratello si riprenderà in pochi minuti,
può capitare un momento di
smarrimento, soprattutto quando lo shock è molto
forte.”
“Cosa
vuole
dire? Che shock?”
“Voglio
dire
che in condizioni normali, tuo fratello è probabile che non
avrebbe mai e poi
mai neanche posato gli occhi su di me, quindi ora si sente confuso,
perché
ricorda molto bene di averlo voluto mentre era sotto
l’effetto del filtro.”
“...
ah...
anch’io ho avuto un momento di smarrimento, ma non sono quasi
svenuto...”
“Probabilmente
perché a te, non sarebbe dispiaciuto così tanto
fare sesso con mia nipote...”
“Scherza
spero? Non toccherei quella strega neanche se fossi davanti ad un
plotone di
esecuzione!”
Lanciai
un’occhiata a Dean supplicandolo di restare calmo e poi a mia
nonna, facendole
cenno di chiudere la bocca, cosa che ovviamente non fece.
“Annika
che
diavolo succede? Che questi due non siano Wiccan l’abbiamo
già stabilito, ma
non mi sembrano neanche amici a questo punto... chi diavolo
sono?”
Sospirai...
poi guardai i ragazzi. Dean mi stava osservando, anche lui sapeva che
dirgli la
verità era pericoloso. Quando spostai lo sguardo
sull’angelo però… mi venne
l’idea giusta. Non era il massimo e probabilmente a Dean non
sarebbe piaciuta,
ma... a mali estremi....
“Nonna,
loro
sono davvero solo amici... ma... oh Dio è imbarazzante, vedi
si sono arrabbiati
così, perché loro… in
verità, vedi... sono... gay e ovviamente non hanno
apprezzato il tuo scherzo. Sai... cosa intendo no?”
“Oh,
io...
oh mio Dio... io pensavo che fosse un altro dei tuoi tentavi di mandare
a monte
il matrimonio... volevo solo... aiutarti. Oh... mi dispiace...
davvero.”
Vidi
chiaramente l’angelo muoversi come a voler dire o negare o
aggiungere qualcosa
che sicuramente avrebbe rovinato tutto. Prima che aprisse la bocca, lo
bloccai
approfittando anche del silenzio dei due cacciatori, uno ancora troppo
confuso
e l’altro sconvolto per la mia idea bislacca.
“Nonna vedi... hai esagerato.
Fortunatamente non è
successo nulla di grave ma... dovresti chiedere scusa. A Sam, e anche a
Dean e…
al suo fidanzato, Castiel. Puoi immaginare anche il suo di shock quando
ha
trovato me e il suo ragazzo... beh hai capito. È stato
difficile spiegargli cos’era
successo veramente...”
Appena
pronunciate quelle parole, mi trovai con quattro paia d’occhi
che mi fissavano
allucinati. Fortunatamente mia nonna, troppo imbarazzata per guardare i
ragazzi, non notò lo sguardo omicida che Dean aveva negli
occhi, mentre mi
guardava mimando il gesto di tagliarmi la gola.
“Nonna…
che
ne dici di scusarti con loro… e... non lo so, andare a
preparare una torta per
farti perdonare... e... senza intrugli strani dentro…
eh?”
“Io...
oddio
ragazzi, mia nipote ha ragione. Scusatemi, davvero. Io non sapevo, non
volevo
turbarvi così... io... oddio mi sento così...
scusatemi... davvero. Non
succederà più, ve lo prometto... e... perdonatemi
ancora...”
Un
attimo
dopo mia nonna si voltò verso Castiel, cominciando a
scusarsi anche con lui, lasciandolo
piuttosto sconcertato, ma fortunatamente anche senza parole.
Lo
ammetto,
tuta quella situazione si stava rivelando estremamente divertente,
almeno per
me.
Quando
mia
nonna si dileguò, ancora farfugliando scuse, Dean si
voltò verso di me
inferocito.
“Questa
volta giuro che ti uccido... ora dovremmo anche far finta di essere
gay? Non
potevi trovare una scusa migliore?”
“Oh
andiamo,
ci sono cose peggiori del doversi fingere gay...”
“Tipo?”
“Beh…
da
come parli, fare sesso con me per esempio. Andiamo Dean, mi sono solo
assicurata che mia nonna non vi facesse più scherzi
simili... non vorrai mica
dirmi che sei omofobo?”
“No…
ma...
potevi trovare una scusa più convincente...”
Mi voltai a guardare
nuovamente l’angelo, aveva
di nuovo quello sguardo estremamente protettivo, mentre seguiva il
discorso tra
me e Dean. Sollevai un sopracciglio, mentre i due fratelli si giravano
a loro
volta verso di lui.
“Secondo
me... è molto convincente...”
Sentii
Dean
respirare pesante, poi scrollare la testa.
“D’accordo,
ma che non ti venga in mente di chiederci di essere... più
convincenti...”
Sorrisi,
poi
cominciai a raccogliere i libri che Sam aveva fatto cadere durante il
suo...
scontro fisico, con mia nonna. Alzai un momento gli occhi verso di lui,
era
ancora seduto e anche se un po’ sconvolto, sembrava aver
capito quanto era
successo.
“Mi
spiace
per mia nonna Sam... spero che tu possa perdonarla.”
Il
gigante
mi guardò un momento, poi riuscì persino a farmi
un mezzo sorriso.
“È
andata
bene, anche se credo non mi leverò mai più dalla
testa l’orribile immagine di
lei in sottoveste.”
“Oh
andiamo
Sam... nonna Darla non era così male... aveva anche un bel
senso del ritmo.”
“Dean... fottiti. Tu almeno non avrai incubi per il resto dei
tuoi giorni.”
“Tu
dici? Aspetta
di sapere come sono andate le cose...”
Rialzai
gli
occhi da terra, posando i libri sulla scrivania, ricordando tutto
quello che
era successo e ricominciando a preoccuparmi per mio padre. Potevo
detestarlo
per quello che stava facendo, ma ero sempre sua figlia e
l’ultima cosa che
volevo, era saperlo in pericolo.
Mentre
Dean
si lanciava in una spiegazione dettagliata, e piena di frecciate e
insulti
verso la sottoscritta, posai gli occhi sui libri che Sam a quanto pare
stava
studiando, uno di loro attirò immediatamente la mia
attenzione.
Sopra
vi era
inciso il simbolo dell’omega, lo aprii immediatamente e sin
dalle prime righe
capii perché aveva interessato il cacciatore. Lo aprii
escludendo per un
momento la voce di Dean.
Secondo
il
libro, il simbolo dell’omega, veniva si considerato la fine
di un ciclo, ma
anche l’inizio di uno nuovo, antiche credenza lo vedevano
come una rinascita,
un ritorno alla vita. L’autore continuava, scrivendo che
l’omega, nei rituali
magici era usato come fonte di potere, chiunque dotato di magia o meno,
poteva
attingere da esso e incanalare la magia acquisita verso di se o verso
un
oggetto. Ovviamente questo di per se non bastava, servivano diversi
elementi
per trasformarlo in una fonte magica.
Girai
la
pagina, mentre il mio cervello cominciava a collegare quando avevo
letto con
gli omicidi e i furti. Cominciava ad avere tutto molto più
senso, gli omicidi
facevano parte del rituale stesso probabilmente, per dare potere agli
artefatti... tremavo al pensiero di cosa potessero fare una volta messi
insieme
e resi nuovamente attivi.
Tornai
a
guardare il libro e rimasi bloccata, sfogliai una seconda pagina e poi
una
terza, senza trovare nulla però. Erano tutte bianche, come se l’autore non
lo avesse mai completato o
forse... come se qualcuno le avesse cancellate.
Rialzai
lo
sguardo mentre i tre discutevano animatamente, di quanto era successo.
“...
è un
problema... se questo tizio invisibile sta davvero tenendo
d’occhio il padre di
Annika, verrà qui. Sarà difficile per noi a
questo punto girare liberamente per
la casa. Se ci vedesse rovistare in giro, potrebbe capire chi
siamo...”
“Lo
so...
forse sarebbe meglio se tu rimanessi con noi Cas, tu dovresti poterlo
vedere
anche se si nasconde magicamente giusto?”
“Sì,
la
magia può ingannare i vostri occhi umani, ma non i miei.
Posso anche
costringerlo a rivelarsi se volete...”
“No,
aspettiamo di capire cosa vuole, la cosa migliore da fare ora e
scoprire prima
di lui dove i genitori di Annika tengono le reliquie. Dobbiamo poterle
sorvegliare per capire se il suo obbiettivo è proprio
quello. Tu Cas occupati
del nostro amico invisibile, appena lo individui, seguilo e sorveglialo
senza
farti notare. Noi ci occuperemo delle reliquie... Annika, hai mai visto
spade
in casa tua?”
Sollevai
un
sopracciglio mentre posavo il libro continuando a riflettere sulla
stranezza di
quelle pagine bianche.
“Direi
di
si, anche se...”
“Cosa?”
“Beh,
guardatevi in giro...”
In
un
momento capirono cosa volevo dire, mio padre era un collezionista di
armi
d’epoca. Ovunque in casa mia c’erano manichini con
addosso armature, spade
fissate su appositi sostegni, asce, mazze, alabarde e ogni altra arma
conosciuta o meno.
“Merda...”
“Già
e
questa è solo la biblioteca... volete che vi mostri le altre
stanze o avete già
capito cosa intendo dire?”
Dean
aveva
uno sguardo stralunato in viso, scossi la testa e tornai a fissare il
libro,
continuando a parlare.
“È
probabile
che la spada sia una di quelle appese in giro, mio padre ripete spesso
che il
modo migliore per nascondere qualcosa e lasciarlo in bella
vista.”
“Furbo,
ma
come la identifichiamo noi?”
“Sicuramente
non a intuito...”
“…
grazie
miss ovvio, sei davvero utile.”
“Ehi...
sto
solo provando ad aiutarvi, non sono io la cacciatrice qui.”
“Certo,
aiutare... adesso si dice così.”
Rialzai
lo
sguardo su Dean, capendo al volo le sue parole. Il suo carattere
continuava a
infastidirmi, preferivo la gente che mi evitava piuttosto che quella
che mi
lanciava continue frecciatine. Riprendere a litigare con lui
però, non ci
avrebbe portato a nulla.
“Lasciamo
stare, piuttosto Sam... questo libro, l’hai
guardato?”
“Si
e...
volevo proprio chiederti come mai a parte le prime due, il resto delle
pagine
sono bianche?”
Rimasi
a
riflettere qualche secondo poi mi voltai verso Castiel.
“Tu
riesci a
percepire la magia giusto?”
“Si,
credo
di capire dove vuoi arrivare. Dammi quel libro.”
Passai
il
tomo a Castiel e rimasi in attesa mentre lui lo osservava da vicino.
“È
stato
cancellato magicamente ed è stato fatto anche in modo molto
accurato, chiunque
sia l’autore del misfatto, non voleva che altri lo
leggessero. Non ha lasciato
nulla... non posso ricostruire ciò che c’era
scritto.”
“Non
importa...
io l’avevo già letto in passato. Non ricordo
tutto, ma... sommando le parole di
mio padre e le mie reminiscenze è
ovvio
che avevate ragione sui sacrifici rituali. Sono sicuramente parte di un
incantesimo per ridare potere agli oggetti rubati. Ora se la tesi e
giusta e i
prossimi che verranno colpiti sono i miei genitori direi che abbiamo
circa una
settimana per trovare gli artefatti... e... un’intera
biblioteca da
controllare.”
“Perché
una
settimana?”
“Perché
i
rituali vanno eseguiti sempre in giorni particolari, se controllate le
date
degli omicidi e le confrontate con un calendario, sono sicura che in
questo
caso coincideranno con le quattro fasi lunari.”
Per
una
volta lasciai senza parole anche Dean. Sembrava piuttosto sorpreso
dalla mia
conoscenza della magia. Non che non lo capissi, ero un vero disastro
sul lato
pratico, forse proprio per questo avevo sempre cercato di saperne il
più
possibile, sperando di compensare con la teoria.
“D’accordo...
e perché vuoi controllare anche la libreria?”
“Non
lo
capisci? Chiunque abbia cancellato le pagine di questo libro, ha
accesso a
questa casa... e se ne avesse cancellati altri, potremmo arrivare a
capire se
non chi è almeno cosa vuole fare esattamente. Abbiamo
indentificato con
certezza le piume nere come artefatti legati alle Morrigan, ma dobbiamo
sapere
anche a chi sono legati gli altri oggetti, per stabilire cosa ne voglia
fare.”
“Non
eri
sicura che si trattasse di Robert McKinley fino a poco fa?”
“Sì
e lo
sono ancora. Lui è venuto spesso qui, potrebbe essere
l’artefice di tutto
questo, ma... questo libro... i McKinley sono abili manipolatori ma...
la loro
magia non è più così potente. Questo
libro è antico, è stato scritto da un mio
antenato e sono sicura che fosse protetto magicamente. Chiunque
l’abbia
cancellato, è una strega molto più forte di
Robert McKinley.”
Dean
si
guardò in giro con occhi orripilati, prima di lasciarsi
cadere su una sedia,
accanto al fratello, con aria affranta. Sorrisi a quella vista,
incontrando gli
occhi di Sam, che mi osservavano di nuovo in modo curioso, proprio come
quella
mattina.
Un
momento
dopo sentimmo tutti la porta di casa chiudersi e una voce che mi
chiamava.
In
pochi istanti
feci sparire i libri chiudendoli dentro un mobiletto, poi mi voltai
verso i
ragazzi e l’angelo.
“È
mio
padre, è meglio che non ci trovi qui... venite con me,
fingete che vi stessi
mostrando la casa... e Castiel, se vedi qualcuno oltre a lui, fai un
cenno ok?”
“Tipo?”
“Non
lo
so... aggiustati la cravatta. Dobbiamo sapere come comportarci... e...
oh...
devo dire alla servitù di preparare un’altra
stanza ora che ci penso..”
Gli
occhi di
Dean si socchiusero a quelle parole, s’intravedevano solo due
falci smeraldine.
“Castiel
non
ha bisogno di dormire lui è...”
“...
il tuo
fidanzato... per quanto ne saprà mio padre. Non possiamo
cambiare le carte in
tavola... quindi... vi farò preparare una stanza per voi
due. Dovete stare al
gioco ormai.”
Sorrisi
maligna, mentre Dean serrava la mascella con l’evidente
voglia di strozzarmi.
Un momento dopo si rivolse all’angelo con lo stesso tono che
usava con me da
quando aveva scoperto che sono una strega.
“Sia
ben
chiara una cosa... questa è solo finzione. Tu in quella
camera entrerai solo
per il tempo necessario perché tutti credano a questa storia
assurda...”
“E
cosa
dovrei fare dopo?”
“Trasformati
nella donna invisibile e controlla in giro, segui il tizio che pedina
il padre
di Annika, fatti lo spuntino di mezzanotte, quello che vuoi, ma guai a
te se ti
trovo a fissarmi tutta la notte come un dannato pervertito.”
Il
mio
sorriso si fece ancora più largo, Dean stava davvero andando
in paranoia per
quella storia, ma più si agitava, più
l’angelo sembrava confuso. Speravo solo
che riuscisse a rendersi credibile.
“Andiamo
forza... riprenderemo il discorso sul caso questa sera, ora cercate di
comportarvi come delle personali normali e... un tantino gay magari.
Mio padre
non è stupido, se non sarete credibili se ne
accorgerà e a quel punto potrebbe
cominciare a fare domande per cogliervi in fallo.”
“...
quando
chiuderemo questo caso, giuro che ti ucciderò...”
Sorrisi
a quella
minaccia, per quel poco che avevo capito di Dean, sapevo che erano solo
parole.
Un modo per esternare la sua frustrazione. E poi... il filtro di mia
nonna
aveva reso chiara una cosa, a Dean piacevo, quando l’effetto
era scomparso, lui
non aveva avuto reazioni particolari, il suo stato confusionale era
durato solo
pochi istanti ed era stato dovuto più al dove ci trovavamo
che a ciò che era
successo prima.
_________________________________
Angolo dell'autrice: Rieccomi
qui, di nuovo in possesso del mio portatile. Alleluja, alleluja...
Finalmente
la tag slash comincia ad avere un senso. Come avevo già
spiegato in alcune risposte alle recensioni, non sarà
proprio il classico slash, sarà sempre una lettura comica,
con tutti i comportamenti e fraintendimenti del caso.
Premetto,
amo leggere het,slash, Destiel, Wincest... non mi sono mai creata
problemi in merito. Se una FF mi piace, non m'interessa altro.
Personalmente però, non mi sento portata a scrivere slash,
non in maniera classica almeno.
Parlando
di Annika: si... Dean aveva assolutamente ragione. Il
pensiero che sua nonna concludesse con Sam, la stava davvero mandando
fuori di testa. Come non capirla... mentre scrivevo anch'io continuavo
a dire: voglio essere la nonna di Annika, voglio essere la nonna di
Annika... effettivamente come età ci sono anche...
Tralascaindo
i miei deliri, il caso prende forma coi primi dubbi e qualche traccia
lasciata dal o dai nostri responsabili. Molto presto però la
situazione si farà più confusa e Annika
dovrà vedersela oltretutto con l'altro suo problema, Edward
McKinley, che conosceremo molto presto.
Un
saluto a tutti e come sempre grazie a chi segue e recensisce e anche a
chi legge in silenzio. Ogni commento è benvenuto in ogni
caso, sempre che avete tempo o voglia di buttare via qualche parola per
farmi sapere cosa vipiace o cosa no.
Un
bacio.
Shana