Stanathan Fanny&Kat - Ti tengo io - Cap 2
- Capitolo 2 -
Just us
-Oh, piantala. Ne hai tutto il
diritto- disse Sandra -Sei sua moglie!- esclamò.
E la vodka che Tamala stava
mandando giù, improvvisamente fu sputata sul tavolino e lei iniziò a
tossire.
-M-moglie?- Tamala domandò
incredula, scambiandosi un'occhiata scioccata con Juliana. Ma Stana la
ignorò -Moglie!? Era solo una cosa improvvisata e senza senso... a
quanto pare!- disse rivolgendo gli occhi nuovamente alla coppia,
deviando lo sguardo quando Nathan si girò verso di loro.
-Per Nate aveva un senso...- disse
Sandra.
-Hai detto bene... AVEVA- disse
Stana sottolineando il tempo passato -Adesso per lui non valgono niente
quelle promesse... Sempre se sono mai state importanti per lui- disse
facendo a pezzi il tovagliolino lì accanto, desiderando potesse essere
qualcun altro.
-Okay... CHE COSA MI SONO PERSA,
ESATTAMENTE!? Volete spiegare anche a noi?- chiese Tamala attirando la
loro attenzione. Era ancora sconvolta e stava pulendo il tavolino con
l'aiuto di Juliana.
-Tranquilla... nulla di cui vale la
pena parlare. Non ha più nessun valore...- Stana riuscì a riprendersi
il bicchiere con il suo drink e lo bevve tutto d'un sorso.
-No, no, no, no, mia cara! Hai
appena confessato che TU E NA- - Stana le tappò la bocca con una mano
-Vuoi che ti senta tutta la sala!?- disse guardandola di traverso -Non
c'è bisogno di urlare e andare in iperventilazione come stai facendo! È
stato tempo fa e adesso non ha più importanza...- disse Stana giocando
con quello che era rimasto del suo tovagliolino.
-Non ne sapevo nulla! E sono una
delle tue migliore amiche! E, senza offesa Sandra- disse rivolgendosi
alla donna -Ma... Perché lei lo sapeva e io no!?- esclamò Tamala un po'
stizzita.
-Perché era una cosa che doveva
rimanere tra me e lui. Ma poi si è ubriacato dopo una litigata e ha
confessato tutto a Michael, e ovviamente Sandra l'ha saputo- scrollò le
spalle, per poi guardare la sua amica -Senti, mi dispiace non avertelo
detto, ma... sul serio, non c'è nulla di cui esaltarsi. Eravamo solo
noi due, nulla di ufficiale, niente prete o qualsiasi altra entità. Era
solo una cosa tra me e lui. Ed è finita- disse ordinando un altro drink
che prontamente Sandra le tolse da sotto il naso -Ho bisogno di bere,
Sandra! Perché ogni volta che lo vedo maledico QUEL giorno! E voglio
solo dimenticarlo! Dimenticare gli splendidi momenti passati insieme e
cercare di andare avanti...- aveva gli occhi lucidi e avrebbe voluto
scoppiare a piangere, ma non lo fece. Aveva promesso che non si sarebbe
mai lasciata andare davanti ad altra gente.
-Sai tesoro...- disse Tamala -Credo
che questa cosa valesse molto di più di grandi cerimonie... è una cosa
che vi ha legati per sempre...- Stana si lasciò scappare una risata
amara -Lo vedo!- esclamò rivolgendosi alla coppia -Vedo quanto ci ha
legati e quanto valore abbia!- esclamò riappropriandosi del bicchiere,
dopo un'occhiataccia a Sandra.
Aveva osservato tutta la sera la
coppia, e si era soffermata su Nathan e il suo abbigliamento. Aveva
sempre un ottimo gusto in quel fattore. Aveva un jeans blu scuro, una
camicia bianca con i contorni del colletto neri, come i bottoni, e una
giacca semi-elegante, in pelle. Si morse il labbro, ricordandosi
perfettamente di quella giacca. Le aveva mandato una foto in anteprima
quando l'aveva comprata. Si accorse anche che aveva perso qualche chilo
e si disgustò immaginando il perché. D'altronde era grazie alla loro
“attività fisica” che in passato aveva perso peso.
-Lui ci tiene davvero a te,
Stana...- disse Sandra -E tu lo conosci meglio di me! Non lo vedi che è
come se stesse indossando una maschera? Sta nascondendo il vero Nathan
dietro. Il Nathan che è ancora innamorato di te! E non importa quante
donne possa avere al suo fianco, Stana... tu sei la sua unica. Tu sei
la donna con cui ha deciso di legarsi! E okay, adesso pensi che non
valeva niente quel giorno, che non valevano quelle promesse... ma in
cuor tuo sai che non è così. Sai quanto è stato importante quel giorno.
E non sarà l'alcool a fartelo dimenticare. Non sarà nessuno... e questo
è lo stesso errore che sta commettendo Nathan: cercare di dimenticare.
Ma quando una cosa è vera... non puoi dimenticarla- regalò un sorriso a
Stana, guardandola dolcemente. Lei abbassò lo sguardo sul bicchiere e
deglutì. Sandra aveva ragione sul fatto del dimenticare. Non ci sarebbe
mai riuscita. Il momento continuava a rivivere dentro i suoi pensieri.
Il momento in cui lui l'aveva raggiunta su quel pontile sedendosi
accanto a lei, le gambe penzoloni che quasi sfioravano l'acqua e
l'azzurro acceso dei suoi occhi che trafissero i suoi.
“Sposami”.
Solo quello aveva detto, prima di
tirar fuori due portachiavi. Due portachiavi speciali.
-Sapete cosa!? È ora di
divertirsi!- esclamò bevendo l'ultimo sorso del suo drink e alzandosi.
Si sistemò i capelli, lasciando cadere i riccioli sulle spalle prima di
raggiungere la pista da ballo.
-Conosco quello sguardo- disse
Tamala -E Stana non è in sé in questo momento...-
-Forse dovremmo fermarla- disse
Juliana -Prima che faccia qualcosa di cui si pentirà successivamente-
neanche il tempo di finire la frase che Stana aveva iniziato a ballare,
muovendo il bacino e passandosi una mano tra i capelli. Si avvicinò ad
uno della troupe e iniziò a ballare con lui, in modo alquanto
provocante.
-Questo non porterà a nulla di
buono- disse Sandra, trovandosi subito d'accordo con Tamala e Juliana.
Nathan era seduto ad un tavolino
con Mikaela da un lato, che stava mandando dei messaggi, e dall'altro
lato Michael, Jon e Seamus con i quali stava parlando.
Alzò il viso sentendo una risata
echeggiare tra la musica. La sua risata. La individuò subito. Era sulla
pista da ballo, con le braccia intorno al collo di uno dei ragazzi
della troupe mentre muoveva sinuosamente i suoi fianchi, strusciandosi
quasi addosso a lui. Un moto di gelosia si impossessò subito di lui,
sorprendendolo. Doveva essere ubriaca, perché adesso stava esagerando
con i tocchi vari e la sensualità. Serrò la mascella, non prestando più
attenzione a quello che dicevano i ragazzi. Phil, uno della troupe che
faceva una corte serrata a Stana da anni, si avvicinò a lei, la prese
per il braccio, scostandola dall'altro uomo, facendola voltare verso di
lui e Stana sorrise continuando a ballare. Gli accarezzò la guancia,
mentre lui si abbassò di poco per dirle qualcosa all'orecchio facendola
ridere. Nathan si ritrovò a stringere la mano in un pugno,
conficcandosi quasi le unghie dentro la carne. Doveva mantenere la
calma. Non era più sua.
Stana ascoltò la serie di
complimenti che Phil continuava a farle all'orecchio, con un sorriso
sulle labbra. Non voleva pensare stasera. Voleva divertirsi. Voleva
solo dimenticare quel paio di occhi azzurri che adesso appartenevano ad
un'altra donna.
-Oh, no... qua le cose non si
mettono affatto bene- disse Tamala quasi in un sussurro.
-Dovremmo fermarla?- chiese Juliana.
-Io penso che tra poco lo farà
qualcun altro- disse Sandra con un sorriso divertito, sorseggiando il
suo drink.
Phil fece scivolare una mano lungo
il fianco di Stana, attirandola a sé e in automatico lei gli allacciò
le braccia al collo continuando a muoversi a ritmo di musica. Phil le
sorrise, e dopo l'ennesimo complimento appoggiò la fronte alla sua.
Stana riaprì gli occhi e si specchiò dentro a quelli color nocciola di
lui. E improvvisamente capì che era sbagliato. Capì che non erano gli
occhi che cercava, gli occhi che la facevano star bene. Cercò di
allontanarsi, appoggiando le mani sul petto, mentre Phil fece scivolare
una mano sulla sua coscia.
E fu in quel momento che Nathan non
ci vide più. Si alzò di scatto, quasi facendo rovesciare la sedia e,
non sapeva dire neanche lui come, l'attimo dopo spinse Stana lontana da
Phil, facendola barcollare per via dei tacchi.
-Ma che diavolo fai?- chiese Phil,
e solo in quel momento Nathan si rese conto che era anche lui mezzo
brillo. Eccitato e brillo. Un mix letale.
-Mi sto domandando la stessa cosa!-
esclamò Nathan voltandosi verso Stana -Che diamine stai facendo?-
-Stiamo ballando!- esclamò Phil
avvicinandosi a Stana di nuovo.
-No, non credo proprio- disse lui
separandoli nuovamente.
-Ma chi ti credi di essere!?-
sbottò Stana nervosa. Nathan la guardò stupito -Stana...-
-No, Stana un corno! Cosa vuoi? Che
diritto hai di interrompermi mentre cerco di divertirmi?- Nathan
ringraziò mentalmente il fatto che la musica ad alto volume stesse
coprendo in parte le loro urla. Urla che non passarono inosservate alle
ragazze sedute ancora al tavolino e ai ragazzi dall'altra parte, che
con la coda dell'occhio guardavano la reazione di Mikaela, per niente
felice di ciò che stava guardando.
-Io...- provò a dire Nathan.
-Tu!? Tu cosa, Nate?- lo guardò in
cagnesco.
-Senti, Stana...-
-No! Sono stanca, Nathan! Ti sto
sempre ad ascoltare, stasera non ne ho proprio voglia! Lasciami in
pace!- fece per allontanarsi, ma Nathan reagì nuovamente di impulso.
-Maledizione!- sibilò tra i denti
prima di prenderla in braccio e sollevarla sulla spalla
portandola fuori in modo da avere un po' di privacy.
Quasi tutti i presenti si girarono
verso Mikaela, la quale era rimasta basita dalla scena. Aveva ancora il
cellulare in mano e lo stava stringendo così forte che avrebbe potuto
sgretolarsi tra le sue dita. Deglutì, e quando vide gli sguardi
compassionevoli di Michael, Jon e Seamus lì accanto, si alzò e
raggiunse la toilette. Non doveva piangere. Anche se era stata appena
umiliata, non doveva farlo.
-Okay...- disse Tamala cercando di
riprendere a respirare -Questo non me l'aspettavo...-
-Pensate che dovremo andare a
separarli?- chiese Nicole preoccupata.
-Oh, per carità! Tra moglie e
marito non mettere il dito!- esclamò Sandra.
-Esatto!- esclamò Juliana.
-Anche perché la peggio ce l'avrà
il tuo dito in questo caso- disse Tamala facendo nascere dei sorrisi
spontanei.
-Lasciami andare!- continuava ad
urlare Stana. Continuava a tirargli pugni sulla schiena. Ma Nathan non
sentiva nulla. Nessun tipo di dolore. Niente era in confronto a quello
che già portava dentro di sé. La portò più lontano possibile da occhi
indiscreti, fuori, fino a quando lei gli diede un morso sulla schiena
-AHI! Ma sei impazzita!? Mi hai fatto male!- esclamò lui rimettendola
coi piedi per terra.
-Io impazzita!?- disse nervosa -Non
sono io quella che ti ha interrotto mentre ballavi e ti ha portato di
peso fuori!- esclamò guardandolo in cagnesco.
-Già, anche perché dubito ce
l'avresti fatta!- voleva essere ironico, ma la rabbia che continuava a
montargli dentro non lo aiutò -Ma ti sei vista? Sei ubriaca! Quanti
bicchieri hai bevuto rispetto al solito?-
-Non sono affari che ti riguardano!
Io e te non siamo niente!- esclamò Stana.
-Non è vero, lo sai...- disse
Nathan guardandola negli occhi. Lei si arrabbiò ancora di più e si
avvicinò puntandogli un dito contro, colpendolo in pieno petto -LO SO!?
Sai cosa so io!? So soltanto che questa storia mi sta distruggendo,
Nathan! Mi sta logorando lentamente! Ogni giorno di più! Ogni volta che
ti vedo!- la voce iniziò ad incrinarsi -Io voglio dimenticare ogni
singola cosa!-
-Stana...-
-No! No, Nate! Lasciami in pace. Mi
hai capito!? LASCIAMI-IN-PACE!- esclamò lei scandendo le parole.
-Non posso. Non voglio- prese un
bel respiro -Cristo, Stana! Come fai a non capirlo!? Tu mi appartieni!
NOI ci apparteniamo!- esclamò esasperato. Stana lo guardò schiudendo la
bocca e rise amaramente -Io non sono proprietà di nessuno, mio caro!
Tantomeno tua!- e si allontanò di poco.
-Perché non capisci?- chiese lui
raggiungendola di nuovo. Lei girò la testa di scatto -IO non capisco!?
IO!? Sei tu che non hai capito che tra noi è finita! È finita! Lo
capisci!? Non siamo più niente, Nathan!-
-IO, senza di te mi sento niente!-
esclamò lui deglutendo. Stana fece una risata amara, mentre le lacrime
minacciarono di scendere -Bella questa! Funzionano con tutte le tue
amichette frasi del genere, vero!? Beh, ti avviso che io non sono una
di loro!- si girò per allontanarsi ancora una volta ma Nathan la bloccò
per un braccio. Nel momento in cui le loro mani si sfiorarono una
scossa attraversò il corpo di entrambi. E sarebbe bastato un niente per
rompere quella distanza e lasciarsi andare. Il cuore batteva più forte
del solito nel petto di Stana, tanto da aver paura che potesse uscirle
fuori da un momento all'altro. Deglutì mentre lui fece lo stesso,
guardandola negli occhi -Tu non sei una di loro. Non lo sei mai stata.
E lo sai...- per un secondo avrebbe voluto solo stringersi a lui,
annullando quella distanza e rimanere tra le sue braccia, ma quando una
lacrima le solcò il viso, la sua razionalità tornò a farsi largo dentro
di lei -Non sono stata e non sono niente per te, Nathan. E mai lo sarò.
Per favore, lasciami andare...- disse lei quasi in un sussurro alla
fine.
-Non è vero- disse lui con gli
occhi lucidi -Lo sai che non è vero- lei scosse la testa, serrando le
labbra e sbattendo le palpebre, mentre lacrime copiose scorrevano sul
viso, una dietro l'altra -Vorrei poterti credere...-
-Ti amo, Stana- disse lui
esasperato -Ti amo, dannazione! Sei mia moglie! Ti ho chiesto di
sposarmi perché lo volevo davvero! Se me lo avessi permesso ti avrei
portata anche davanti ad un prete vero!- deglutì -Siamo legati per
sempre... Joy- Stana puntò subito gli occhi nei suoi. Il suo cuore
perse un battito. Da quanto tempo non sentiva quel nomignolo!? Un
nomignolo uscito una sera d'estate, mentre erano sulla veranda della
loro casa sulla spiaggia. Le aveva detto di essere la sua “gioia”. E le
aveva affibbiato quel nomignolo. Gli sembrava adatto. E lei non disse
nulla quella sera. Lo baciò soltanto, facendogli capire con un gesto
che aveva apprezzato.
Riascoltare quel nomignolo dopo
tutto quel tempo, le fece provare un calore che non sentiva da tanto.
Un calore che le era mancato. Lui le sorrise dolcemente sapendo che
ricordava -Quelle promesse tra di noi valevano più di qualsiasi altra
cerimonia davanti a preti o testimoni- continuò lui, avvicinandosi
lentamente -Sei parte di me. Che ti piaccia o no, Stana, sei parte di
me. Sei mia moglie... ho scelto te quel giorno e non mi sono pentito
neanche per un secondo di averlo fatto- disse lui. Lei deglutì e si
asciugò le lacrime -Strano- disse lei schiarendosi la voce -Perché se
non ricordo male sei stato tu a lasciarmi! Sei stato tu ad andartene-
disse lei guardandolo negli occhi.
-Io ricordo diversamente...-
replicò Nathan. Lei lo guardò per un attimo, poi abbassò lo sguardo
-Non hai saputo aspettare... ti avevo chiesto tempo... e non hai saputo
aspettare- disse Stana accennando un sorrisino triste -Questo cosa dice
di noi!?- si girò nuovamente.
-Già, peccato che il tuo
“aspettare” riguardasse solo me...- lei gli lanciò un'occhiataccia.
Nathan sospirò -Senti... ci sono state delle complicazioni, lo sappiamo
entrambi ma... adesso sono qui! Ho fatto una scenata davanti a tutti, e
non mi importa di niente! Dovrei essere con Mikaela adesso e invece
sono qui, Stana!-
-Ecco, appunto... Tornatene dentro!
La tua fidanzata ti starà aspettando!- esclamò lei acida -Mi sembrava
di aver capito che questa seconda possibilità non volevi sprecarla...-
Nathan chiuse gli occhi e scosse la testa, sospirando, stanco -Vai
dentro, Nathan. Chiedile scusa, riconquistala... Ti starà aspettando.
Non farla attendere troppo. Goditi la tua seconda possibilità. C'è chi
attende una vita per qualcosa di vero... e poi si ritrova con niente in
mano...- un'altra lacrima ribelle sfuggì al suo controllo -Tornatene
dentro e lasciami in pace...- e si voltò, allontanandosi.
-Ma dove vai? Sei ubriaca!-
-Prenderò un taxi!- esclamò lei da
lontano.
E stavolta Nathan non riuscì a fare
nulla. Stavolta si sentiva distrutto. Lo aveva distrutto. E capì che
avevano distrutto anche tutto ciò che di bello avevano creato.
Solo mentre la guardava andare via
si accorse che avevano avuto due spettatori involontari.
Terri ed Andrew, usciti per una
passeggiata quando loro erano ancora dentro, avevano assistito a tutta
la litigata.
Si avvicinarono a Nathan e lui
abbassò lo sguardo, esausto.
-Ci penso io, Nate- disse Terri
accarezzandogli la guancia -Non ti preoccupare, la riaccompagno io a
casa- disse accennando un sorriso materno. Nathan annuì e lei si girò
per andare -Aspetta, Terri!- esclamò lui facendola girare nuovamente.
Terri lo osservò mentre si toglieva la giacca e gliela porgeva -Ha
dimenticato la sua dentro, e sarà infreddolita- disse accennando un
sorriso. Lei prese la giacca e gli sorrise dolcemente per poi
allontanarsi.
Nathan si girò verso Andrew che
accennò un sorriso, non sapendo cosa dire o fare in quel momento. Stava
per dire qualcosa quando vide sfrecciare qualcuno accanto a lui.
-Mikaela, aspetta!- esclamò
raggiungendola.
-Sento parlare ma non capisco chi
sia- disse lei continuando ad andare avanti, senza degnarlo di uno
sguardo.
-Oh, avanti! Non fare la stupida!-
esclamò lui afferrandola per un braccio. Neanche il tempo di farlo che
si ritrovò cinque dita stampate in faccia. Vista la differenza di
altezza, per fortuna non lo prese in pieno.
-Stupida!? Si, in effetti è come mi
hai trattata... da stupida!- esclamò arrabbiata.
-Senti, mi dispiace...-
-Non provarci nemmeno, Nathan! Sei
solo un immaturo! E non crescerai mai- disse lei scuotendo la testa e
guardandolo in modo critico -Non credo di essermi sentita mai così
umiliata come questa sera!- esclamò sempre più arrabbiata -Non hai
pensato neanche per un secondo a come potessi sentirmi. Non ti è
importato nulla dei miei sentimenti!- continuò urlando.
-Stai esagerando...- disse lui
guadagnandosi un'occhiataccia -Esagerando!?- la sua voce uscì più
stridula di prima -Non sono io quella che ha preso di peso qualcuno!-
-Ci tengo a Stana, è una mia
collega, una mia amica!- esclamò lui, non sapendo cosa dirle
esattamente.
-Collega!? Amica!?- Mikaela scoppiò
a ridere -Ma per piacere, Nate! Quello che ho visto non faceva pensare
ad un semplice rapporto tra colleghi o amici!-
-Avrei dovuto lasciarla lì,
ubriaca, a farsi mettere le mani addosso da quello!?-
-Non ho visto nessuno scattare come
hai fatto tu! E sono sicura che se avessero continuato qualcuno sarebbe
intervenuto!- Nathan non riuscì a ribattere -Tu ne sei innamorato,
vero!?- disse lei con un sorrisino acido. Lui la guardò ma non rispose.
Che senso avrebbe avuto mentirle?
-Inutile che cerchi una risposta...
la so già! Ho visto come ti sei comportato. Come vi siete comportati.
Non sembravate affatto due amici. Tantomeno due colleghi- disse lei
nervosa -Quella ti ha ammaliato con il suo fare super sexy e tu ci sei
cascato come uno stupido. E adesso provi a buttarti in altre relazioni
cercando di dimenticare lei. Sei patetico!- esclamò deglutendo. Non
doveva piangere. Non voleva dargli quella soddisfazione. Non meritava
le sue lacrime -Ti sei lasciato scappare anche la donna che ami. Il che
dovrebbe farti capire che razza di uomo sei, Nathan!-
-Non volevo ferirti- disse Nathan
guardandola, sinceramente dispiaciuto -Io...-
-Va tutto bene, Nate. Invece di
perdere tempo con me corri dalla tua amata! Sempre se lei ti voglia
ancora- disse con un mezzo sorriso -E per quanto riguarda la seconda
possibilità... mi sembra alquanto chiaro che hai buttato nel cesso pure
questa!- esclamò -Mi chiedevo se ne valeva veramente la pena...- scosse
le spalle -Adesso ho avuto la risposta. Addio Nathan...- e si voltò con
un sorriso stampato in faccia, nascondendo quegli occhi lucidi che
stavano per tradirla.
Terri raggiunse Stana, appoggiata
alla sua auto -Tesoro...- si voltò subito verso di lei. Terri le
accarezzò una guancia -Sono un'idiota- disse Stana con la voce
incrinata -Me ne volevo andare... ma ho lasciato cellulare e chiavi
dentro... E non mi va proprio di tornare lì- sospirò.
-Facciamo così: ti riaccompagno io
a casa. Poi chiederò a Tamala di prendere le tue cose- Stana annuì.
Terri le sorrise dolcemente e le porse la giacca, ma quando lei la
riconobbe con una manata la buttò a terra -Non ho bisogno della sua
giacca!- esclamò nuovamente arrabbiata. Terri si abbassò per riprendere
la giacca, facendo cadere qualcosa dalla tasca che provocò un tintinnio
sul terreno. Entrambe guardarono cosa avesse provocato quel rumore, e
Terri si ritrovò tra le mani una collana con un ciondolo a forma di
boccetta in vetro, piena di sabbia e con una piccola conchiglia in
superficie. Stana si paralizzò appena riuscì a mettere a fuoco il
ciondolo che pendolava davanti ai suoi occhi. Il cuore perse un altro
battito mentre la mente volò a quel lontano ricordo...
-Ehi,
bell'addormentato, sveglia...- disse sorridente, sfiorandogli i
contorni del viso con un dito. Nathan aprì lentamente le palpebre
sbattendole un paio di volte, per abituarsi alla luce del sole che
filtrava dalle finestre.
-Ehi- disse
rivolto a lei con un caloroso sorriso che le sciolse il cuore.
-Ti ho portato
la colazione a letto e un portafortuna che ho creato stamattina
presto...- disse lei poggiando il vassoio sul letto, davanti a lui, ed
estraendo dalla tasca una collana con un ciondolo. La fece penzolare
davanti ai suoi occhi e gli sorrise -Non devi indossarla per forza. È
un portafortuna, e rappresenta questo piccolo angolo di paradiso tutto
nostro. Noi siamo la conchiglia, la sabbia è tutto quello che ci
circonda in questo momento e la bottiglia ci protegge dal resto del
mondo...- Nathan prese tra le mani quel ciondolo e lo osservò -Lo so, è
patetico, vero!?- disse lei facendo una smorfia. Lui sorrise e si
sporse in avanti baciandola. Quando si staccarono la guardò negli occhi
e sorrise -Patetico o no, è uno dei regali più belli che mi abbiano mai
fatto. Ed è fatto da te, con un significato ben preciso... quindi direi
che è perfetto- Stana sorrise e abbassò lo sguardo arrossendo. Quello
era uno dei tanti momenti che non avrebbero mai dimenticato...
Neanche se ne accorse quando le
lacrime ritornarono a scendere una dietro l'altra, senza freno. Non si
accorse di aver iniziato a tremare fino a quando non sentì i singhiozzi
che le scuotevano tutto il corpo.
“Tu mi
appartieni! NOI ci apparteniamo!”
Terri rimise il ciondolo nella
tasca della giacca e si avvicinò, spaventata dalla reazione. Stana si
lasciò stringere dalle sue braccia materne, singhiozzando su di lei,
senza riuscire a fermarsi. E l'attimo dopo scansò Terri e corse in un
angolo, piegandosi su se stessa, pronta a svuotare il malessere che
provava. Vomitò tutto l'alcool di quella sera, tutto il dolore. O
almeno era ciò che sperava lei. Terri le fu subito vicina,
accarezzandole dolcemente la schiena e tenendole i capelli corti di
lato. Era una madre, ci era già passata. E vedere Stana in quello stato
le faceva male. Tirò fuori un fazzolettino dalla tasca e lo porse a
lei, adesso in posizione eretta. Stana la ringraziò con lo sguardo, e
Terri le sorrise dolcemente accarezzandole i capelli e portandole una
ciocca dietro l'orecchio. Stana la guardò negli occhi, ancora
lacrimanti e deglutì -Portami a casa. Portami via da qui...- disse con
la voce un po' roca. Terri annuì, provò a metterle la giacca sulle
spalle e stavolta lei glielo permise. Poteva mentire a sé stessa e al
mondo, ma il suo cuore non le avrebbe creduto mai. Non aveva senso
combattere contro quel sentimento. Il cuore avrebbe sempre vinto.
Andrew si avvicinò lentamente a
Nathan, in silenzio.
-Credo che ti debba delle
spiegazioni...- disse Nathan stancamente.
-Non mi devi nulla, figliolo- disse
lui -Non c'è bisogno di spiegazioni e non sono qui per giudicarti...
Entriamo dentro- gli diede una pacca sulla spalla e insieme ritornarono
alla festa.
Michael, Jon e Seamus adesso erano
seduti allo stesso tavolino delle ragazze e Nathan notò che gli occhi
dei presenti si posarono su di lui.
-Per l'amor del cielo, Nathan, che
cosa è successo?- chiese Susan preoccupata. Nathan non disse nulla,
scosse la testa dicendo di non volerne parlare e si avvicinò ai
ragazzi, prendendo la giacca e il cappotto di Stana.
-Nathan!?- lo richiamò Michael.
-Va tutto bene, ragazzi... non ho
voglia di parlare- disse per poi porgere la pochette di Stana a Tamala
-Controlla se ci sono le sue chiavi qui dentro, per favore. Non vorrei
mi incolpasse anche per aver frugato nelle sue cose- Tamala aprì la
pochette e tirò fuori due portachiavi. Nathan perse un battito alla
vista di uno dei due. Uno aveva un semplice oggetto attaccato, l'altro
era in pietra di vetro trasparente e lo riconobbe subito. All'interno,
incastonato, c'era un pezzo di stoffa. Deglutì e prese il portachiavi
in mano, osservandolo. Lo accarezzò, tenendolo tra pollice e indice.
Afferrò nuovamente la pochette e mise entrambi i portachiavi dentro,
richiudendola.
-Scusate ragazzi, devo andare-
disse per poi uscire di corsa, non prima di aver lanciato
un'occhiataccia a Phil, in un angolo della sala. Se avesse osato
toccare ancora una volta Stana, non avrebbe più risposto di se stesso.
Raggiunse la sua auto. Aveva bevuto
solo due bicchieri di birra ma era lucido per guidare e raggiungere
casa.
-Ma cosa è successo?- chiese Susan,
ancora frastornata. Le altre donne si guardarono tra di loro, mentre
Sandra e Michael si lanciarono uno sguardo eloquente.
-Ecco, pare... pare che Stana e
Nathan avessero una storia- disse Andrew, prendendo la parola. Susan lo
guardò stranita -Non che mi stupisca più di tanto la cosa- disse lei
-Ma mi stupisco più del fatto che ce l'hanno tenuto nascosto e noi non
ce ne siamo mai accorti!-
-Aspetta... cosa!?- disse Jon
guardandosi prima con Seamus, sorpreso quanto lui, e poi con Tamala
-Stana e Nathan stavano insieme?- si girò verso Michael e lo vide
tranquillo -Tu lo sapevi- disse socchiudendo gli occhi. Michael scrollò
le spalle, facendo un mezzo sorrisino colpevole.
-Perché non ci ha detto nulla?
Insomma, di solito ce ne parla sempre!- esclamò Jon. Era un po'
risentito dalla cosa. Sia Nathan che Stana erano suoi grandi amici, e
ad una notizia del genere ne sarebbe stato felice.
-Non prendertela, Jon... il punto è
che...- Michael guardò la moglie, non sapendo come continuare.
-Beh, ormai di “quella cosa” ne
sono al corrente anche le ragazze...- disse la moglie scrollando le
spalle -L'alcool fa parlare- disse divertita.
-Quale “cosa”?- chiese Seamus,
anticipando Jon.
-Ecco...- Michael si schiarì la
voce -C'è un motivo se Nathan me l'ha detto...- disse guardando gli
amici -Voi eravate fuori città e lui era in crisi e ubriaco... così è
venuto a casa mia, era tardi e ha iniziato a sfogarsi dicendo che...-
fece una pausa -Che aveva avuto una lite con la moglie...-
Jon, Seamus e Susan spalancarono
gli occhi, increduli -Moglie!?- disse l'attrice e solo in quel momento
Michael fece una smorfia. Non era così che voleva farlo sapere.
-Oh mio Dio! Si sono sposati!?- Jon
lo guardò con occhi e bocca spalancati, per poi girarsi verso Seamus,
con la sua stessa espressione.
-No. Cioè... si. Non...
ufficialmente, diciamo...- gesticolò con le mani -Erano loro due da
soli. Si sono scambiati un oggetto per loro importante e... si sono
scambiati delle promesse...-
-Beh, anche se non ufficiale... è
comunque stato una cosa importante- disse Susan.
-Molto più di quanto crediamo...-
disse Andrew -Li ho sentiti litigare là fuori... Ed è stupido quanto
male si stiano facendo a vicenda. Lei lo ama ma lo incolpa di non aver
saputo aspettare. Mentre lui ha detto qualcosa tipo... che era l'unico
però a dover aspettare, non ricordo bene. Ma ho sentito chiaramente lui
che gli diceva di amarla...-
Ci furono momenti di silenzio,
mentre intorno a loro la gente chiacchierava e ballava al ritmo di
musica, non sapendo cosa stava succedendo.
-Perché è finita?- chiese Seamus.
-Lei non si sentiva pronta di
uscire allo scoperto, nonostante l'importanza del rapporto... e poi
varie cose hanno complicato tutto, mandando tutto in frantumi...-
-Non ci siamo accorti di niente...-
disse Tamala scuotendo la testa -Loro che per qualche periodo cercavano
di evitarsi, che erano un po' goffi in certi momenti... Non ci siamo
resi conto che dietro quegli strani atteggiamenti c'era tutta una
storia...-
-Quando è successo? Voglio dire...
quando si sono messi insieme?- chiese Seamus.
Michael scrollò le spalle -Questo
non lo so... Dopo quello sfogo a casa mia, Nathan ha cercato di non
pensarci più...- i ragazzi annuirono.
Stana e Terri erano in viaggio.
Stana si era tolta la giacca ed era sulle sue gambe. Accarezzò il
tessuto in pelle ricordando quel giorno che l'aveva comprata. Era
tornato a casa con una maglietta bianca, un jeans, quella giacca di
pelle e gli occhiali da sole. Inutile dire che alla sola vista Stana si
era ritrovata a mordersi il labbro maliziosamente. E inutile dire che
qualche minuto dopo erano già in camera da letto, avvolti tra le
lenzuola. Fare l'amore era sempre intenso tra di loro. Si amavano
sempre con rinnovata passione e quel tocco di dolcezza che rendeva
tutto più magico. Erano da soli nella loro bolla segreta, lontani dal
mondo e lontani dalla loro vita mondana nella quale non esisteva un
“noi”. E per colpa sua non sarebbe mai esistito.
Deglutì e si portò la giacca al
viso, respirando il suo profumo. Era intenso e virile come lo
ricordava. E non riuscì a bloccare le lacrime che ricominciarono a
scendere, ricordando di quando il suo profumo lo sentiva addosso alla
sua pelle.
Terri la guardava con la coda
dell'occhio, senza dire nulla, e Stana le fu grata. Si era sempre
comportata come una madre e voleva scusarsi per non averle detto nulla.
Ma sapeva che non era il momento.
Infilò una mano dentro la tasca
della giacca, tirando fuori la collanina. Prese il ciondolo in una mano
e deglutì -Come si fa a cambiare vita per una persona?- chiese con voce
roca, facendo voltare per un istante Terri.
-Non c'è un metodo. Succede e
basta... capisci che quella persona è quella giusta. Che ti ha
cambiata, in meglio, che ti fa star bene...- disse mentre Stana abbassò
lo sguardo -Scusami Terri...-
-Non dirlo neanche, Stana- la
bloccò subito la donna, e Stana accennò un sorriso sapendo di non
essersi sbagliata -Era una cosa nostra...- continuò Stana ignorandola
-L'avremmo condivisa prima o poi, ma... la mia paura ha rovinato ancora
una volta tutto- disse con voce incrinata. Terri le poggiò una mano
sulla gamba e le sorrise -Tesoro, se vuoi sfogarti sono qui... ma sappi
che non mi devi nessuna scusa e nessuna spiegazione. È la tua vita. Ed
è privata...-
-Ecco, è proprio questo il punto!-
sbottò Stana improvvisamente -La mia vita privata! Privata! Non l'ho
mai voluta sbandierare ai quattro venti e non facendolo ho perso l'uomo
che amavo!- si morse il labbro -L'uomo che amo ancora, purtroppo- disse
con una smorfia.
-Le cose si possono gestire...
tante coppie di serie tv e film hanno una storia. I primi mesi sono
quelli più assillanti, poi però la cosa va scemando...-
-Lo credi davvero!? Con i fan che
abbiamo!? No, Terri, ci seguirebbero. Sui set esterni non avremmo più
pace, ci sarebbero paparazzi che vogliono catturare ogni singolo nostro
movimento. E i fan impazzirebbero del tutto!- scosse la testa -Non
siamo destinati a stare insieme...-
-Solo perché è un amore ostacolato?-
-Perché siamo io e lui, Terri!
Siamo Stana e Nathan! Siamo parte di una delle serie tv più viste negli
ultimi anni! Non funzionerebbe...-
-Mi sembra che per un po' abbia
funzionato...- disse Terri. Stana annuì e sospirò -Un anno circa...-
Terri si girò a guardarla, sorpresa -È iniziata alla fine delle riprese
della quarta stagione- si morse il labbro e continuò -Le cose erano
strane da un po' tra di noi, e dopo quelle ore a girare la “famosa
scena”... siamo andati alla sua roulotte. Lui mi ha dato il regalo per
il mio compleanno, io l'ho ringraziato e... Non lo so, c'è stato un
attimo in cui... non saprei... è scattato qualcosa tra noi!- spiegò
gesticolando -C'era un'aria diversa, e... dopo tutte quelle ore a
girare quella scena, sembra assurdo, ma avevo ancora voglia di
baciarlo! Ho pensato fosse solo l'emozione del momento. Sai, essendo
una fan dei Caskett, ero felice di come era evoluta la storia...-
scrollò le spalle -Così ho lasciato perdere e stavo andando via, ma lui
mi ha fermata... e se non fosse stato per il mio buonsenso mi sarei
avventata su di lui! L'ho salutato dicendogli che ci saremmo visti alla
festa e... Beh, per tutta la sera ho cercato di non ritrovarmi da sola
con lui...-
-Ricordo il lungo sguardo che vi
siete scambiati mentre Andrew parlava- disse Terri accennando un
sorriso -Ho sentito che c'era qualcosa di diverso nell'aria, ma non
riuscivo a capire cosa. In fondo la vostra “chimica” è sempre stata ad
ottimi livelli, ormai non facevo tanto caso ai vostri cambiamenti...-
-Qualcosa nell'aria c'era davvero-
disse Stana mordendosi il labbro -Sono andata a casa prima quella sera.
Dovevo sistemare le ultime cose visto che l'indomani avrei preso
l'aereo per tornare in Canada, dai miei...- Terri annuì, fermandosi ad
un semaforo -Nathan era all'aeroporto il giorno dopo. Stava tornando
anche lui a casa... ma l'aeroporto era un posto troppo “pubblico” e
quindi abbiamo preferito salutarci con un semplice cenno. Ero lì in
attesa di imbarcarmi e guardavo il cellulare, indecisa su cosa
scrivergli. Insomma, la sera prima non ci eravamo potuti salutare per
bene perché lui stava parlando con alcuni della troupe... e non so...
avevo solo voglia di poterlo abbracciare...-
Terri nel frattempo ripartì, sempre
attenta al discorso di Stana -Mi sentivo così stupida. Poi mi è
arrivato un messaggio. Ed era lui che mi diceva che gli sarei mancata e
io gli dissi che mi avrebbe fatto piacere un incontro una volta in
Canada...- accennò un sorriso ricordando il messaggio.
“Mi è
dispiaciuto non essermi potuto fermare... In aeroporto c'è sempre così
tanta gente! :)”
Stana cercò di
trattenere un sorriso, mordendosi il labbro.
“Si, hai
proprio ragione : ) dispiace anche a me... Mi piacerebbe che ci
organizzassimo per vederci durante queste vacanze...”.
Inviò,
iniziando a torturarsi il labbro in attesa di risposta. Quando arrivò,
Stana sorrise e scosse la testa, cercando di ignorare quelle farfalle
allo stomaco. Voleva vederla.
“Quindi... mi
stai chiedendo un appuntamento signorina Katic!? … Perché se così fosse
non direi mai di no... ; )”
Stana arrossì
leggermente, e si guardò intorno, cercando di capire se qualcuno la
stesse osservando. Era riuscita a camuffarsi abbastanza bene.
“Mmm... può
essere signor Fillion... ; )”
Inviò e si
morse il labbro. Cosa stavano facendo!? Stavano flirtando? Scosse la
testa, non riuscendo a trattenere un sorrisino.
“Dimmi dove e
quando... e sono già lì!”
Ridacchiò.
Sembrava impaziente.
“Che impazienza
Fillion! Qualcosa mi fa pensare che qualcuno qui senta già la mia
mancanza... : )”
Controllò l'ora
e aspettò la risposta.
“Non lo
negherei mai... Appena atterro ti chiamo per metterci d'accordo. Buon
volo signorina Katic! xo N”
Il battito del
cuore di Stana diventò irregolare appena lesse. Deglutì e sentì le
farfalle svolazzare ancora più forte. Ma che le stava succedendo!?
Guardò nuovamente lo schermo e la risposta fu chiara. Oh no. Quello era
davvero un bel pasticcio. Mai innamorarsi della propria co-star.
Sospirò e rispose in automatico...
“Non vedo
l'ora... Buon volo anche a lei, signor Fillion xoxo S”.
-E poi, poco prima di pranzo
ricevetti la sua chiamata... C'era stato un ritardo del suo volo...-
accennò un sorriso ricordando gli sguardi della madre e della sorella
mentre era al telefono con lui.
-Ehi! Scusa se
chiamo adesso, spero di non disturbare!- esclamò lui.
-Tranquillo,
nessun disturbo. Qualche problema?- chiese sapendo che sarebbe dovuto
atterrare due ore prima.
-Soliti
ritardi- disse lui sospirando -Sono stanco. Io e gli altri passeggeri
abbiamo dovuto attendere un'ora e mezza prima di riuscire ad
imbarcarci...-
-Almeno il volo
è andato bene?- chiese lei.
-Si, si! Il
tuo?-
-Tutto okay. A
parte che uno degli assistenti di volo mi ha riconosciuta... e ha
iniziato a provarci con me- disse lei ridacchiando.
-Come
biasimarlo!?- disse lui, mentre lei si morse il labbro e iniziò a
giocare con una ciocca dei capelli.
-Non lo so,
Fillion... Per come ero cammuffata potevo fare concorrenza a Morticia-
disse lei divertita.
-Beh, Morticia
era una donna di classe! E poi... tu staresti bene anche con un sacco
di iuta addosso...- disse con una tonalità di voce più intensa. Stana
si morse nuovamente il labbro e sentì le guance prendere colore, grata
che lui non potesse vederla.
Beh, lui no, ma
la madre e la sorella si. Christina sorrideva divertita, scambiandosi
sguardi eloquenti con la madre che stava preparando il pranzo. Stana
lanciò un'occhiataccia alle due, per poi prestare attenzione all'uomo
al telefono -Ci sei ancora, Stana?- chiese lui.
-Si, si. Scusa-
disse lei sorridente -Uhm... lo sai che i complimenti mi
imbarazzano...- disse lei schiarendosi leggermente la voce. Lui
ridacchiò e Stana sentì nuovamente quella sensazione allo stomaco
-Immagino che sarai rossa, e che ti sei appena portata una ciocca di
capelli dietro l'orecchio...- Stana schiuse la bocca, sorpresa, mentre
rimase con la mano a mezz'aria. Aveva davvero fatto quello che aveva
appena detto lui.
-Ho indovinato,
vero!?- disse divertito. Stana sbuffò, fintamente scocciata. Nathan
ridacchiò -Okay, visto che tra poco devo andare a pranzo direi di
metterci d'accordo su dove e quando incontrarci...- disse Nathan.
-Oh, non so...
potrei avere un impegno con quel simpatico assistente di volo- disse
lei divertita.
-Oh, capisco-
disse Nathan -Beh, quando ti stancherai di divertirti con un
ragazzino... vieni da un vero uomo- disse con voce suadente.
-Ma sentilo!-
esclamò lei -E saresti tu l'uomo?- chiese.
-Hai dei dubbi,
Katic? Perché potrei facilmente farti cambiare idea- disse lui con voce
più roca e bassa. Lei si morse il labbro -Ah si!? E come esattamente?-
chiese divertita dalla cosa. Notò un altro sguardo tra la madre e
Christina e fece un cenno con la mano per dirgli di smetterla.
-Sarei ben
lieto di mostrartelo...- il tono sexy con cui l'aveva detto, provocò
dei brividi a Stana.
-Non lo so...-
disse lei facendo finta di pensarci -Mmm... forse potrei accettare la
proposta...-
-Bene. Stasera
alle sette. Noleggerò un'auto per farti venire a prendere. Sii
puntuale, Katic- disse lui divertito.
-Ci sarò- disse
lei sorridente, prima di chiudere la chiamata.
-Inutile dirti che sono stata
puntualissima quella sera- disse Stana -Anzi, a dirti la verità ero
pronta mezz'ora prima! E mia madre e mia sorella non hanno fatto altro
che sfottermi per tutto il tempo...- Terri ridacchiò -Beh, comunque...
ad aspettarmi c'era un'auto scura. Sono salita dietro e come autista
c'era un signore di mezz'età. Mi ha accompagnato in un'area dismessa
dell'aeroporto. Lì ad aspettarmi c'era lui. Lui... e un jet privato-
disse scuotendo la testa -Aveva noleggiato tutto quello per il nostro
incontro e io non sapevo se sentirmi felice o spaventata...-
-E poi cosa è successo?- chiese
Terri, ormai curiosa.
Nathan si
avvicinò all'auto e le aprì lo sportello -Ehi!- esclamò sorridente
abbracciandola e stampandole un bacio sulla guancia. Stana gli sorrise
e Nathan le afferrò la mano, chiudendo lo sportello. Un brivido
attraversò il corpo di Stana.
Nathan
ringraziò l'autista e poi la tirò lentamente verso il jet.
-Wow! Un jet
tutto per noi?- chiese Stana stupita.
-Ovvio!
Desideravi altra gente?- chiese divertito -Non aspettarti camerieri o
quant'altro. La ditta di catering se ne è andata cinque minuti fa. E il
pilota è andato a farsi un giro. Privacy assoluta- disse lui
sorridente. Stana ricambiò il sorriso e salirono le scalette, ancora
mano nella mano. Lei si concentrò su ogni minimo dettaglio. Un piccolo
salottino formato da divani e tv al plasma, un tavolo con una candela
centrale e...
-Non ci credo!
Ma queste sono le mie caramelle preferite, le Red Vines!- esclamò lei
sorridente. Nathan gliele portava sempre come regalo ogni volta che
tornava da un viaggio in Canada. Sapeva come migliorarle la giornata a
volte. Lui sorrise -Sorpresa!-
-Beh, wow!
Un'auto che mi viene e a prendere a casa, un jet privato, noi due da
soli e in più le mie caramelle preferite...- non la lasciò finire e le
piazzò davanti un mazzo di fiori. Lei schiuse la bocca -E un mazzo di
rose blu e girasoli- disse lei afferrando il bouquet. Lo portò al viso,
chiuse gli occhi e inspirò il loro profumo. Poi alzò gli occhi
puntandoli nei suoi, sorridenti -Fillion, per caso mi stai
corteggiando?- chiese divertita. Lui tornò serio e si avvicinò -Anche
se fosse sarebbe un problema per te?- chiese cercando di accennare un
sorriso, ma Stana si accorse che era nervoso. Lei abbassò lo sguardo,
per poi rialzarlo subito. Una sua risposta avrebbe cambiato qualcosa
tra di loro. Definitivamente.
Si portò una
ciocca dietro l'orecchio e accennò un sorriso timido -No- disse per poi
mordersi il labbro. Sentì Nathan rilasciare un respiro per poi
avvicinarsi e spostarle la sedia -Ceniamo, signorina Katic. La serata è
ancora lunga...-
...
La serata
continuò tra risate e sguardi. Nathan di tanto in tanto sfiorava la
mano di Stana, sorridendo, mentre lei abbassava lo sguardo sulle loro
mani, si mordeva il labbro e arrossiva.
Parlarono di
varie cose e ricordarono alcuni aneddoti divertenti accaduti sul set.
Stana adorava quelle piccole rughe che gli si formavano ai lati degli
occhi quando rideva o sorrideva. E lui adorava il suono della sua
risata.
Neanche si
accorsero che era mezzanotte passata fino a quando Nathan controllò
l'orologio.
-Credo che sia
ora di andare- disse Nathan, e Stana sentì una morsa allo stomaco. Non
voleva che la serata finisse.
-Vorrei
rimanere di più, ma purtroppo dobbiamo pensare anche al pilota e al tuo
autista- disse lui divertito. Lei sorrise e annuì -Si, capisco- si
alzò, seguita da Nathan. Notò che l'autista stava parcheggiando. Nathan
si avvicinò, aiutandola ad indossare il cappotto e si scambiarono un
altro sguardo, sorridenti. Lei prese il mazzo di rose blu e girasoli
mentre lui, senza dire nulla, le afferrò la mano e l'accompagnò fino
all'auto. Salutarono con un cenno l'autista e poi Nathan aprì lo
sportello a Stana.
-Beh...- disse
lui sospirando -A quanto pare è arrivato il momento di salutarci- disse
accennando un sorriso. Stana lo guardò e si avvicinò, impacciata,
abbracciandolo. Lui la strinse a sé con le sue possenti braccia -Fai
buon viaggio- gli sussurrò un attimo prima di staccarsi per lasciarle
un bacio sulla fronte. Lei chiuse gli occhi, godendosi il momento e
inspirando il suo profumo -Grazie, Nate- disse guardandolo negli occhi
-Anche per la serata...- lui le sorrise di nuovo mentre lei si ritrovò
a fissare le sue labbra, con la voglia di baciarlo, di assaporarlo
ancora una volta...
Anche Nathan
alternava lo sguardo dagli occhi alle labbra, ma entrambi non volevano
precipitare troppo le cose.
-Beh, a presto,
Fillion!- disse lei deglutendo per poi prendere posto sui sedili
posteriori.
-A presto-
disse appoggiando la mano sullo sportello -Mandami un messaggio quando
arrivi a casa- disse infine. Lei sorrise di nuovo -Stessa cosa per te.
A qualsiasi orario!-
Lui annuì -Sarà
fatto- le regalò un altro sorriso e poi insieme chiusero lo sportello.
Rimasero a guardarsi negli occhi fino a quando l'auto cominciò a
muoversi e ad allontanarsi pian, piano. Stana lo guardò fino a quando
non scomparve dalla sua visuale. Si erano salutati così, come due
semplici amici. Due amici che però avevano fin troppe cose non dette
alle spalle.
-E poi? È finita così? Nessun
bacio? Non ti ha seguita?- le domande arrivarono a raffica e se non
fosse stata moralmente distrutta, Stana avrebbe riso per la faccia di
Terri.
-No...- rispose semplicemente.
-Ma come!?-
-No. È stato tutto
perfetto, Terri...- disse con un sorriso malinconico -Era tutto
perfetto...- disse guardando fuori dal finestrino.
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Angolo autrici:
Delusi!? :P
Katia: Ancora grazie mille per le
bellissime recensioni che ci avete lasciato! Rispondo tra poco,
promesso! :D
Anyway... Le prime cose iniziano a venire a galla! Ma che cosa sarà
successo? Il nostro Nathan sembra non ne combini manco una giusta,
povero! XD
Aveva quel gran pezzo di "moglie"... e se l'è fatta scappare! O forse
non è andata così? Mmmmm... lo scoprirete più avanti! ; )
Intanto godetevi questi piccoli flashback dei tempi felici : )
Speriamo sempre di non deludervi e sono sempre accettati i vostri
pensieri, qualunque essi siano! :D
Fanny: Oh mamma mia, che casino!
E adesso?? ... eh, adesso aspettiamo martedì per il prossimo capitolo!
:P
Grazie mille davvero a tutti quelli che ci seguono!
Speriamo di non deludervi! A martedì! :D
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