CAPITOLO
30. LAVORI E FIABE
“Ho
quasi finito con la revisione dei motori delle astronavi vulcaniane.
Un paio di mesi al massimo e dovrei aver concluso. I loro computer
sono già operativi, quindi con loro siamo a
posto.” spiegò Scott
con voce stanca.
“Non
ci resta che dedicarci ai nostri amici verdi.”
mormorò Jim.
“Già.
Naveria. Non possiamo lasciarla senza difese.”
“La
cosa più logica da fare è chiedere ai vulcaniani
se possono fare a
meno di qualche astronave. Costruirne di nuove richiederebbe troppo
tempo e inoltre vulcaniani e naveriani sono alleati da anni. E'
logico presumere che i naveriani non avrebbero difficoltà a
comandarle.” propose Spock.
“Pensi
che accetteranno?”
“C'è
un'altissima probabilità che lo facciano. Direi il
96.45667%. E'
logico, e i vulcaniani agiscono sempre in modo logico.”
“Sarebbe
saggio aggiungere anche un paio di navi costruite da noi e andoriane.
Per i Klingon sarà più difficile attaccare il
pianeta se a
difenderlo ci sono astronavi strutturalmente diverse e, di viceversa,
trovare un strategia.”
“C'è
solo un piccolo insignificante dettaglio. Gli andoriani non hanno una
grande stima di noi. Ci ritengono dei codardi che si atteggiano a
fare i guerrieri.”
“Gli
andoriani possono pensare quello che vogliono di noi, ma sono alleati
dei naveriani e i naveriani sono alleati con noi. Ci devono aiutare
per forza, non hanno scelta.”
“Una
gran bella frase, Jim. Suppongo che implichi che sarai tu a dirglielo
a quei puffi viventi con le antennine.” borbottò
McCoy.
“D'accordo,
ci penso io.”
“Se
permette capitano, sarebbe saggio rivolgersi prima all'ambasciatore
di Naveria e chiedere a lui di organizzare un incontro con gli
andoriani. Rivolgersi direttamente a loro potrebbe apparire ai loro
occhi.. inappropriato.” fece Spock.
“Ci
pensavo anch'io. Lo contatterò subito. Signor Spock,
calcolando
quanto abbiamo fatto e quanto ancora dobbiamo fare, quando pensa
saremmo pronti per la battaglia finale contro i Klingon?”
“Non
molto, capitano. Fortunatamente stiamo lavorando su questa flotta da
parecchi mesi, e siamo ad un buon punto. E' difficile essere precisi,
ma ritengo che ci vorranno approssimativamente due anni, quattro
mesi, due settimane e cinque giorni.”
“E'
difficile essere precisi? Due anni, quattro mesi, due settimane e
cinque giorni?!? Sa dirmi anche le ore, non è
vero?” mormorò
divertito Jim.
“In
effetti sì capitano, ma pensavo non l'interessasse, ma se ci
tiene a
sap..”
“Era
solo un battuta, signor Spock. Non è necessario sapere le
ore.”
“Ma
che vadano al diavolo le fottute ore! Due anni? DUE ANNI?!? MA STIAMO
SCHERZANDO?!?” sbottò McCoy.
Spock
alzò un sopracciglio e guardò severamente il
medico. Probabilmente
era più irritato di lui.
“Dottor
McCoy, qui non stiamo giocando. Qui si sta parlando di creare una
flotta composta da tre specie diverse ciascuna delle quali deve avere
un determinato numero di navi per difendersi e attaccare. Non
possiamo permetterci errori. Se i Klingon avranno la meglio,
sarà
finita, perché non riusciremmo mai a fare in tempo a
riprenderci.
Non possiamo farci trovare impreparati.”
“Spock
ha ragione, McCoy. Abbiamo tutti nostalgia di casa e tutti noi
vorremmo passare più tempo con le nostre famiglie. Nostro
figlio ha
solo sedici mesi e io e Spock lo vediamo solo un po' alla mattina e
la sera perché per tutta la giornata siamo impegnati a
lavorare. Per
non parlare del signor Scott. Si è appena sposato con Nyota
e la
vede sì e no un paio d'ore al giorno. Suppongo non sia
piacevole.”
“Non
lo è affatto, capitano.” mormorò Scotty.
o.O.o.O.o.O.o.O.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.O.o.o.O.o.o.o.O.o.o.O.o.o.O
Jim
guardava il compagno con orgoglio e con una punta di invidia: era
sempre così, ogni giorno. A fine giornata era sempre esausto
per il
lavoro fatto, ma Spock no. Non che lavorasse meno di lui, ma quel
vulcaniano, anche alla sera, sembrava fresco come una rosa. Vantaggi
della sua specie. Anche quella sera camminava fiero e serio, composto
come sempre, mentre Jim fatica a stare in piedi.
“Sai
qual'è il momento della giornata che preferisco?”
sussurrò il
biondo, facendo gli occhi dolci al compagno.
“Qual'è?”
“Questo.
Noi che finalmente abbiamo finito di lavorare e andiamo a prendere
Sonak per passare la serata con lui. Dopodiché lui
andrà a dormire
e io avrò tutto il tempo per dedicarmi a te, e toccarti e
baciarti
in tutti i posti che desidero, e fidati, sono molti.”
mormorò con
voce suadente Jim, mettendo le braccia sule spalle di Spock per
aggrapparsi a lui.
Spock
stava per dire qualcosa, ma una terza voce si intromise tra loro.
“Comunicazione
per il Capitano Kirk.”
“Scusa.”
mormorò Jim sbuffando, per poi lasciare il compagno e
avvicinarsi al
cicalino per rispondere.
“Qui
Kirk, che succede?”
“L'ambasciatore
di Naveria è qui, se lo desidera può
incontrarlo.”
Certo.
In
fondo aveva passato il resto della giornata a cercarlo e proprio ora
che stava per riabbracciare il suo bambino e a godersi i pochi
momenti liberi che aveva con la sua famiglia, si faceva sentire.
Un
classico.
“Arrivo.”
mormorò tristemente.
Sapeva
che era la cosa giusta da fare, ma gli dispiaceva rinunciare ad una
serata con Spock e Sonak.
“Cercherò
di sbrigarmi in fretta.” aggiunse.
“Non
preoccuparti, Jim. Fai quello che devi fare. Ci penso io a
Sonak.”
I
due amanti si salutarono, e dopo aver visto il compagno sparire
all'orizzonte, Spock si diresse verso la zona
“bambini”, una
specie di asilo in cui si trovavano tutti i neonati e bambini durante
il giorno perché i genitori dovevano lavorare e non potevano
badare
a loro. Erano sezioni divise in base all'età del bambino, e
c'erano
bambini vulcaniani, andoriani, naveriani, umani. All'inizio si era
pensato di dividere le specie, ma si stava creando un'alleanza tra i
loro popoli e quei bambini erano il futuro, la nuova generazione. Se
avessero battuto i Klingon, quei bambini avrebbero dovuto portare
avanti quell'alleanza, e chissà, magari un giorno, navigare
nello
spazio. Magari in futuro si sarebbe creato un equipaggio vero per
scoprire altri popoli e altri pianeti. Magari tra quei bambini c'era
il futuro capitano, primo ufficiale, capo ingegnere. E così
eccoli
lì, tutti insieme. Così piccoli e già
così vicini alla scoperta
di altre culture. Ad occuparsi di loro c'erano adolescenti abbastanza
grandi da badare a sé stessi ma troppo piccoli per aiutare i
genitori, e alcune donne, con uno spiccato talento per i bambini. Tra
loro, anche Uhura che, non appena vide entrare Spock, prese in braccio
il suo
bambino per portarglielo.
Il
vulcaniano non dovette dire nulla, non fece in tempo: notò
subito
Nyota con il figlio.
Sonak
aveva solo un anno e mezzo, era ancora molto piccolo, ma non era
difficile notare che le orecchie a punta non erano l'unica
caratteristica fisica vulcaniana che aveva: le sopracciglia, sebbene
appena visibili, erano infatti come quelle di Spock, e di tutti i
bambini vulcaniani dell'asilo, e la pettinatura anche: una bella
frangia dritta e dei capelli corti e pettinatissimi, capelli
però
che erano biondi come quelli del padre umano. Era l'unico bambino
vulcaniano dell'asilo ad essere biondo. Gli occhi erano dolci e
terribilmente umani come Jim, e chiari. Chiari come quelli di Amanda,
la madre di Spock.
Quando
Sonak vide il vulcaniano batté le mani sorridendo.
“Papà
Spock!” borbottò.
“Ciao
Sonak.” fece Spock con il suo solito tono neutro, prendendolo
in
braccio per poi lasciare l'asilo e andare nel loro alloggio.
Per
tutto il tragitto, Sonak non stette fermo un secondo. Gli piaceva che
Spock lo tenesse in braccio, ma agitava continuamente le braccia. Gli
toccava la maglia, il viso, gli spettinava i capelli, di tanto in
tanto lo abbracciava. Spock non diceva nulla e non reagiva a quei
movimenti, ma neanche gli impediva di farlo.
Una volta giunti
nell'alloggio, mise il neonato sul letto matrimoniale che condivideva
con Jim, dove più tardi si sedette anche lui.
Passò la prima
mezzora a fissarlo, come se tentasse di esaminarlo.
Sonak
rideva divertito per qualunque cosa. Rideva se giocava con dei trenini
di
legno che Jim gli aveva fatto con le sue mani, rideva se si girava a
guardare Spock, rideva e rideva.
Il
vulcaniano ripensò alla promessa che lui e Jim si erano
fatti quando
ancora doveva nascere. Alla promessa che stabiliva che dovevano
venirsi incontro per non turbare troppo il bambino. Promessa che
naturalmente Jim non aveva mantenuto, perché da quando era
nato, il
biondo dedicava tantissime attenzioni al neonato. Passava molto tempo
a giocarci insieme, a ridere con lui, ad abbracciarlo, coccolarlo,
anche quando non c'era una ragione per farlo, soprattutto quando non
c'era una ragione per farlo. Spock aveva pensato più
volte di farglielo notare, ma non lo fece mai. Jim era così
contento
quando giocava con Sonak, e Sonak anche, era sempre felice quando era
con Jim. Entrambi erano felici. Non era logico intromettersi in quel
rapporto speciale tra padre e figlio, solo loro.
Ma
Spock non era come Jim. Spock non passava ogni secondo libero a
coccolare Sonak. Spock voleva molto bene a suo figlio, ma era sempre
vulcaniano. A volte lo prendeva in braccio, a volte stava con lui, ma
lo trattava più come un adulto, mentre Jim si approcciava a
lui come
bambino, ma non era importante. Avevano due tipo di rapporti diversi
con il figlio, ma in entrambi c'era amore. E questa era l'unica cosa
che contava.
Ad
un certo punto, Sonak smise di giocare e si avvicinò a
Spock, così
il vulcaniano lo prese in braccio e lo mise sulle sue gambe. Sonak lo
guardava con quegli occhioni enormi e terribilmente umani, come se si
aspettasse qualcosa da lui.
“Se
pensi che ti farò giocare, che farò versi strani
come fa tuo padre
Jim, sei fuori strada. Io sono vulcaniano. I vulcaniani non fanno
queste cose.”
Sonak
continuò a guardarlo ridendo.
“Non
ho detto niente di divertente. Le tue risate sono illogiche.”
Sonak
continuò a ridere.
Spock
sbuffò, e poi si avvicinò al comodino di Jim.
C'era un vecchio
libro di favole. Jim gli leggeva spesso delle fiabe, ma lui non
l'aveva mai fatto.
“Secondo
il database, le favole hanno lo scopo di trasmettere un messaggio
positivo che rimarrà impresso nella mente del neonato
facendolo divertire allo stesso tempo.
Sarebbe logico provare.” mormorò, prendendo il
libro e aprendolo
alla ricerca di una favola che Jim non gli aveva mai raccontato.
Iniziò a sfogliare le pagine, fino a
quando Sonak, che era ancora
sulle sue gambe e appoggiato con la schiena sulla sua pancia,
toccò
una pagina con un dito.
“Vuoi
leggere questa? Va bene. La Bella e la Bestia. Che titolo insolito.
C'era una volta
tanto tempo fa in una terra lontana un meraviglioso castello in cui
abitava un principe che però aveva un pessimo carattere.
Egli era
egoista, cattivo e prepotente. Una sera, bussò al castello
un'anziana signora dal brutto aspetto che chiese ospitalità
in
cambio di una rosa. Il principe la cacciò in malo modo, ma
la donna
in realtà era una strega. Lei sì.. oh.. non ho
mai letto tante
illogicità in un solo paragrafo. Quando tuo padre
tornerà io e lui
ne parleremo, perché se tutte le fiabe che ti legge sono
così..”
o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.O.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o
Jim
non aveva detto a Spock che si sarebbe sbrigato per confortarlo, ma
l'aveva fatto perché voleva sbrigarsi,
ma con tutta la sua
buona volontà la cosa andò avanti per le lunghe,
perché gli
andoriani continuavano a rimandare e l'ambasciatore naveriano non
riusciva a trovare una data che andasse bene a tutti.
Non
l'appena il problema fu risolto, Jim ringraziò tutti per la
cooperazione, ma al tempo stesso fu breve e conciso. Voleva tornare a
casa immediatamente, ma nulla lo aveva preparato a ciò che
avrebbe
trovato nel suo alloggio.
Non
appena entrò e accese la luce, vide Spock addormentato sul
letto con
la schiena appoggiata allo schienale e Sonak che dormiva sulla sua
pancia.
Cercando
di non fare rumore, Jim prese una macchina fotografica del ventesimo
secolo e scattò una foto. Era un momento da immortalare: in
tutta la
sua vita, non aveva mai visto niente di tanto dolce.
come promesso.. ecco un capitolo un
po' più lunghino.
Sì, ho fatto un notevole salto temporale dato che Sonak ha
già un anno e mezzo, ma ho dovuto perché in quel
lasso di tempo non sarebbe successo niente di interessante e non volevo
trasformare la Fanfic in una soap (anche se un po' lo è
già con Sonak e la famiglia bella LOL) e vi avviso, anche
per il prossimo capitolo ci sarà un salto temporale.
Altra cosa da dire prima che mi dimentichi.. siamo alla fine della
Fanfic. Non so dirvi esattamente quanti capitoli resteranno, ma
comunque siamo agli sgoccioli (anche perché questo
è già il 30° capitolo, I mean
>.< ).
Ma veniamo al capitolo in
sé..
Sulla parte iniziale non ho molto da dire.. tranne che mi fanno un po'
pena quei poveracci che passano le giornate a lavorare..
La seconda parte non ha molto senso in realtà, ma volevo
mettere una scena fluff tra Sonak e Spock <3 Spero vi sia
piaciuta U.U
PS: Non ho scelto la Bella e la Bestia per un motivo particolare
casomai qualcuno se lo stesse chiedendo.. semplicemente è il
mio cartone Disney preferito e così.. XD
Sto giro ho finito con le cose da
dire. Come sempre ogni recensione e ogni commento al riguardo
sarà apprezzato! Alla prossima ;D
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