diario cap 5
5. Cinema
-
Quanto la odio - borbottò Lisa. Si sedette stizzita sul letto e
incrociò le braccia al petto. - Perché doveva esserci
anche Jessica? Baciare Michele una volta sola non è abbastanza?
Vuole replicare?
Mary
si tolse la giacca e la appoggiò sulla sedia. - Lui non mi
è sembrato tanto interessato a lei, gelosona. Non le ha rivolto
la parola. Ha parlato tutto il pomeriggio con te.
- Forse ti confondi con Andrea. Indovina che ha fatto?
-
Cosa? - domandò Mary sedendosi a gambe incrociate sulle
lenzuola. Diede un colpetto sul ginocchio di Lisa, che sciolse la posa
rigida, si tolse le scarpe e assunse la stessa posizione di Mary, di
fronte a lei.
- Mi ha chiesto se stasera può venire a prendermi lui per andare al cinema.
Mary alzò gli occhi al cielo. - Non è niente, Lisa. Ci dà sempre un passaggio.
-
Ho rifiutato, ma ha fatto finta di non sentirmi. Tu vieni con me. Non
mi lasci da sola con lui in macchina - disse, puntandole addosso
l'indice.
Mary ridacchiò. - Va bene. Non ti preoccupare, c'è la tua prode guardia del corpo, sempre a tuo servizio.
-
Grazie. Ora tocca a te. Daniel ha continuato a chiedermi chi ti manda
biglietti. Non si è bevuto la scusa di tua madre. Quando sei
arrivata da Michele, per poco non ti faceva la radiografia per scoprire
se avevi succhiotti.
Mary scosse la testa e rise. Si sentiva quasi lusingata.
- Quindi, ne hai? - chiese Lisa, allungadosi verso Mary e spostandole i capelli dietro la spalla, per controllare.
- Lisa! - trillò l'altra, scacciando la mano dell'amica e sbilanciandosi all'indietro.
Lisa
l'afferrò, per evitare che cadesse dal materasso. Mary la
fulminò con lo sguardo. - No che non ne ho, cretina.
- Ah.
- Sembri quasi delusa! - disse Mary, sorpresa.
- Be', voglio dire... pensavo... che ha scritto sul biglietto?
Mary
esitò. Non sapeva se raccontare i suoi pensieri, le sensazioni
provate e i dubbi a Lisa, o se tenere tutto per sé, come un
segreto prezioso. Poi realizzò che avrebbe potuto non vederlo
mai più, e ciò le stringeva il petto in una morsa. Quindi
infilò la mano nella tasca dei jeans e tirò fuori il
biglietto stropicciato. Lo porse a Lisa. Quest'ultima emise un verso
simile all'ululato di un lupo, ma che nel codice Lisa significava...
- Ma... è dolcissimo!
Ecco, appunto.
Mary sorrise, cercando di nascondere l'emozione. - Sì. Molto.
Lisa scrutò attentamente la sua migliore amica. - A lui piaci. Mi sembra ovvio.
Mary
aprì la bocca per ribattere, la chiuse e riaprì un paio
di volte e poi sbuffò frustrata. - Non lo so. Forse.
- Che avete fatto?
-
Niente. Mi ha fatto vedere una cosa. Poi lui è tornato dai suoi
amici e io sono venuta da voi. Mi ha dato il suo ombrello.
Lisa fece per sparare una raffica di domande, che Mary già conosceva e a cui rispose prima ancora di sentirle:
-
Sì, è quello blu. No, non mi ha chiesto di uscire di
nuovo. No, non gliel'ho chiesto neanch'io. No, non ci siamo
baciati.
- Perché?!
Mary la guardò stralunata. - In che senso "perché"!
- Lui ti piace Mary. Lo vedo da come ne parli. Non hai quella faccia neanche quando parli di Daniel!
Oh. Daniel. Le piaceva ancora? Non lo sapeva. Pensare a Nic le causava confusione e la faceva sentire bene.
- Non... è diverso. Conosco Nic da quanto, venti ore?
- Hai pianto davanti a lui. Io non ti ho mai vista piangere.
Mary rimase spiazzata. Era vero.
- Abbiamo ballato insieme - ammise. - E... ha un buon profumo. Mi ha detto che ho un bel sorriso.
Lisa
spalancò la bocca. Non per il complimento, ma per la prima
parte. Non aveva mai visto Mary corpo a corpo con un ragazzo,
figuriamoci a ballare.
- Lisa... - mugugnò Mary, coprendo il volto arrossato. - Non guardarmi così!
- Oh sì, eccome se ti piace! - esclamò Lisa soddisfatta.
Mary
scosse energicamente la testa, abbassando le braccia. - Non importa...
- mormorò, guardandosi le unghie. - Probabilmente non lo
vedrò mai più - sospirò.
*
- Guarda guarda! Qualcuno si è fatto bello! - esclamò
Sven, vedendo Nic avvicinarsi a loro, all'entrata del cinema.
Nic
lo ignorò. - Siamo in anticipo, Sven - disse, strofinando le
suole sul tappeto. Fuori era ancora bagnato, ma aveva smesso di piovere.
- Lo so benissimo. Ma so anche che tu sei sempre in ritardo e volevo evitarti figuracce.
- Non sono in ritardo.
Sven
finse di togliersi una lacrima dall'angolo dell'occhio. - Ah, i
miracoli dell'amore... Il mio Nicolino sta diventando responsabile.
- Io mi chiedo come faccio ancora a sopportarti.
- Sono passati solo dieci anni. Aspetta di arrivare ai cinquanta.
-
Quando arriverà il nostro cinquantesimo anniversario
pagherò Trullo per farti fuori. Sai, per finirla in grande.
Trullo, che aveva una manciata di popcorn in mano, bofonchiò positivamente.
Nic si guardò intorno, ma a parte un gruppetto di ragazzi e gli impiegati del cinema non vide nessuno.
-
No, non è ancora arrivata - disse Sven. Poi sembrò
trasalire ed emise un sospiro emozionato. - Immaginati la scena. Voi
due, seduti vicini davanti ad un film horror. Lei impaurita e tu, da
bravo macho, le metterai una mano intorno alle spalle, lei si
avvicinerà a te e chiuderete la serata limonando duro in fondo
alla sala.
- E io ripeto che a lei piace...
- Daniel! - sussurrò Sven, rizzando la testa e la postura.
I
tre osservarono il ragazzo entrare insieme a due ragazze, passare
accanto a loro senza vederli e dirigersi verso la biglietteria.
-
Non sbavare, mi raccomando - disse Nic, rivolgendosi all'amico. - Sei
sicuro che questa serata l'hai organizzata per me e non per te?
Sven
arrossì e si mosse a disagio sul posto. Vide Daniel e le due
ragazze comprare degli snacks ed entrare nella sala, al che disse: -
Entriamo anche noi. Vediamo dove si siedono loro e ci mettiamo nei
paraggi. Quando arriva Marina, ti siederai vicino a lei.
*
-
Ma guarda questo! - borbottò Lisa, salutando Andrea con un finto
sorriso, mentre quest'ultimo entrava nella sala del cinema opposta alla
loro. - Ci ha fatti arrivare in ritardo! - si lamentò, entrando
nella sala buia con Mary.
I
posti erano occupati da bambini accompagnati da genitori, ma
soprattutto da adolescenti. Pensò che i film Disney attiravano
sempre tanta folla, di tutte le età ed etnie. Si sedettero in
due posti liberi alla fine di una fila al centro. La pellicola era
già iniziata da una decina di minuti.
Mary
si sporse verso Lisa: - Sei fortunata che siamo sole, Michele non ti
vedrà piangere come una bambina quando muore Mufasa - la prese
in giro, facendo una linguaccia.
Lisa
ridacchiò e si alzò con il portafoglio in mano. - Vado a
prendere i popcorn. Piccolo, medio, o grande e facciamo in due?
Mary le lanciò un'occhiata ovvia. Lisa si rispose da sola: - Grande e facciamo in due. Torno subito.
La
ragazza camminò frettolosamente verso l'uscita. Quando la luce
dell'entrata la colpì, impiegò un paio di secondi a
capire chi stesse ordinando alla cassa. Un ragazzo di media altezza,
vestito di scuro, dei capelli rossicci scompigliati da una mano
pallida. Si mise in coda dietro di lui, non certa che si trattasse
davvero di Nic. Decise dunque di battergli una mano sulla spalla.
Lui si girò.
- Scusa, non vorrei disturbarti, ma sei... Nic?
Lui allargò gli occhi sorpreso. - Sì, sono io.
-
Ecco qua i popcorn - disse la donna dietro il bancone. Nic
ringraziò e pagò. Lisa pensò che fosse davvero una
fortuita coincidenza.
Uscirono entrambi dalla fila. - Io sono Lisa. Un'amica di Marina.
Lui sembrò improvvisamente molto più interessato. - Mary? Lei è qui?
Lisa annuì. - Sì. Stiamo guardando Il Re Leone. Tu stai guardando quell'horror, immagino - concluse, facendo una smorfia.
- Sì. Sono con dei miei amici...
Lisa lo bloccò. Non le interessava. - Senti, non ci giro intorno.
Agguantò
i popcorn dalla mano di Nic. - Siamo sedute negli ultimi due posti a
destra, a metà della sala circa. Lei è lì.
Comprale dei Bounty, le piacciono un sacco.
Il
rosso sembrò interdetto, tant'è che ancora non aveva
abbassato le mani dove prima era presente il cestino di popcorn. Poi,
non sapendo come replicare, sorrise semplicemente. - Nient'altro?
Lisa
strinse i popcorn al petto, compiaciuta. - No - disse, andando verso
l'altra sala. Ne prese una manciata e li portò alla bocca. Ad un
passo dall'ingresso si girò, illuminata. - Anzi, sì:
baciala.
Nic camminava al buio, un cestino medio in una mano, tre bounty
nell'altra. Non ci mise molto a trovare Mary. La vide lì,
seduta, la borsa ai suoi piedi, le gambe accavallate e il volto
rischiarato dallo schermo cinematografico. Si avvicinò e le mise
in grembo i popcorn.
-
Non avevi detto gran... - cominciò Mary, ma le parole le
morirono in gola. Non ci poteva credere. Guardò Nic sedersi
accanto a lei, mentre il suo profumo la schiaffeggiò come una
ventata di aria calda. Il cuore cominciò a battere. Il ragazzo
si posizionò meglio e poi la guardò.
- Ciao - balbettò Mary, incredula. Sorridente.
- Ciao - rispose Nic.
- Come... Cosa ci fai qua? - domandò lei, abbassando la voce per non disturbare gli altri.
Lui
si avvicinò ancora di più. Si appoggiò sul
bracciolo. - Lisa - spiegò. Gli occhi sembravano smeraldi
liquidi.
Mary si morse l'interno della guancia e alzò gli occhi al cielo. - Che traditrice.
- Non dirlo a me, mi ha rubato i popcorn - disse Nic.
Mary
ridacchiò sottovoce e abbassò gli occhi a quelli sulle
sue gambe. Strinse il cestino con entrambe le mani e cercò di
scaricare tutta la tensione. Mantenne lo sguardo sullo schermo, dove
dei colori vivaci accompagnavano una canzone allegra, ma lei era sorda
a tutto ciò che non fosse il suo battito e i movimenti del
ragazzo al suo fianco. Cercò di calmarsi. Nic era bello.
Ringraziò il fatto di essere in una stanza semibuia, così
lui non avrebbe visto l'effetto che faceva alle sue guance.
-
Ho anche questi - aggiunse il ragazzo, costringendola a guardarlo per
capire a cosa si riferisse. Quando vide gli snack al cioccolato e
cocco, sentì un calore indefinito aprirsi in mezzo al
petto.
Ne afferrò uno, ma Nic non abbandonò la presa. - Grazie, Nic - disse, grata.
- Prego, Mary - rispose lui, guardandola negli occhi.
- Sssshhh! - li intimò qualcuno da dietro, costringendoli a staccarsi l'uno dall'altra.
Mary
si sedette compostamente, mortificata. - Contenta? Lisa mi ha detto che
sono i tuoi preferiti - sussurrò piano Nic, vicino al suo
orecchio, incurante dell'avvertimento.
Il
suo fiato le sfiorava il lobo e lei si ritrovò a pensare, per
l'ennesima volta, che stare con Nic era piacevole. Molto più che
piacevole, la riscaldava.
- Sì - rispose lei, continuando a guardare il film. - Sono anche... - si fermò, indecisa.
- Sssshhh!! - sibilò qualcuno, più forte di prima.
Mary
decise allora di prendere un popcorn e mangiarlo, per evitare di dire
qualcos'altro e per tenersi occupata. Lo infilò in bocca e
cominciò a masticare piano. Nic ebbe la stessa idea,
poiché immerse due dita nel cestino, che stava ancora nel grembo
di Mary. La ragazza sentì il peso e la vicinanza di Nic e per
poco non sussultò, facendo rovinare i popcorn a terra.
Nic ritirò la mano un secondo dopo, apparentemente ignaro di ciò che stava succedendo a Mary a causa sua.
Mary
masticava, ma le orecchie le fischiavano. Non riusciva a deglutire,
riusciva solo a pensare a Nic. Voleva sentire il suo calore, vedere i
suoi occhi verdi, la cicatrice sotto il sopracciglio, il suo sorriso
scaltro e onesto allo stesso tempo. Voleva sentirsi più
vicina a lui. Si concentrò e riuscì a sentire il respiro
di Nic, fievole e tenue. Niente a che fare con il suo, che era
accellerato ed irregolare. Cosa le stava accadendo?
Spostò
il cestino di popcorn e lo incastrò tra il bracciolo e la sua
coscia, si abbassò, trovò la sua borsa e cominciò
a frugarci dentro. Sapeva che Nic la stava osservando. Trovò uno
scontrino di alcuni giorni prima ed una penna, che si portava sempre
appresso. Appoggiò il foglio sulla gamba e scrisse
frettolosamente sul retro dello scontrino, cercando di vedere il meglio
possibile per non rischiare di accavallare le lettere.
Si allontanò per controllare il risultato.
Caro Diario,
sono felice che tu sia qui con me
Fece scivolare il biglietto verso Nic, che lo prese immediatamente. Lo
intravide tirare fuori qualcosa dalla sua giacca e una luce bianca e
quadrata si accese per un istante, per poi spegnersi quando Nic rimise
a posto il telefono. Lo aveva letto. Passarono alcuni secondi
interminabili, nei quali Mary si aspettava una risposta, una risata, un
qualcosa.
Poi sentì delle dita accarezzare il dorso della sua mano,
appoggiata sul bracciolo. Con la punta delle dita, Nic stava
delicatamente tracciando il contorno delle sue nocche, una dopo
l'altra. Dalle nocche passò al mignolo, per poi tornare indietro
e sfiorare il polso in movimenti regolari. Quando arrivò
all'anulare, Mary alzò lievemente la mano e la voltò. Nic
colse il segnale e Mary sentì il palmo caldo del ragazzo
scivolare sul suo, fino ad incastrare morbidamente le dita delle due
mani. Nic la stringeva in maniera salda ma leggera. Mary
ricambiò la stretta e si abbandonò più rilassata
sul sedile, con la spalla di Nic a riscaldare la sua.
Passarono il resto della serata così, a stringersi la mano a
vicenda, l'uno accanto all'altra, a ridacchiare quando una scena si
faceva particolarmente divertente e a mangiare popcorn. Quando
arrivò la scena romantica, accompagnata dalla canzone "L'Amore
è Nell'Aria Stasera", Mary si sentì avvampare e Nic
usò il pollice per accarezzarla con più intenzione e
più calore, a movimenti circolari, facendo trovare a Mary il
coraggio di appoggiare la testa sulla sua spalla. Inspirò
discretamente l'odore di Nic, per conservarlo.
Quando la scritta "Fine" apparve sullo schermo, si sentirono delle voci
di disappunto spargersi per la sala illuminata. Nic fece scivolare via
la mano, per la tristezza di Mary, la quale però lo
ringraziò per averla salvata da un eventuale imbarazzo.
- Era da anni che non lo vedevo - disse Nic, stiracchiandosi.
- Anch'io. Da piccola mi era piaciuto poco, ora mi è piaciuto molto di più. Lo vedo da un altro punto di vista.
A Nic si illuminarono gli occhi. - Oh, sì. Ora mi è piaciuto decisamente di più.
Mary emise una risata imbarazzata e lo colpì leggermente sulla spalla. - Grazie - disse.
- E di cosa? - domandò Nic.
Mary si alzò e raccolse la borsa e gli snack, più per
evitare di guardarlo che altro. - Di avermi fatto compagnia - rispose,
prendendo la giacca.
Nic si alzò a sua volte e si posizionò dietro di lei, per
aiutarla ad infilare l'indumento. - Dovresti ringraziare Lisa. E Sven.
- Sven?
- Il mio migliore amico. Sta guardando il film horror.
- Oh. Ecco perché sei qui - Mary si guardò intorno, mentre la sala si svuotava velocemente.
Nic si vestì e si avviarono insieme verso l'uscita. Scosse la
testa. - Sì e no. Lui... - si fermò e si grattò la
nuca. Sembrava quasi imbarazzato.
- Lui...?
- Sapeva che saresti venuta qui. Mi ha portato apposta. Pensava che volessi rivederti - si giustificò.
Mary assunse un'espressione delusa. Quando Nic se ne accorse, si
corresse subito: - Cioè, io volevo rivederti.Voglio rivederti.
"Voglio rivederti". Al presente. Voleva rivederla. Lo voleva anche lei. Con tutto il cuore.
- Anch'io, Nic.
Nic sorrise sghembo e fece perdere un battito a Mary.
- Allora forse questa volta sarà meglio scambiarsi i numeri - suggerì.
Mary annuì, estrasse il suo cellulare dalla borsa e lo porse a
Nic, il quale memorizzò velocemente il suo numero. Rimise a
posto il telefono e allungò la mano, che venne guardata con
curiosità da Nic.
- Che c'è? - chiese lui.
Mary arrossì. - Il mio numero. Non lo vuoi?
Nic scosse la testa. - No. Così sarai costretta a scrivermi tu, per prima.
- Oh. Bella mossa.
- Lo so. Sono bravo, eh?
Mary rise. - Non esagerare.
Un movimento alla sua destra la distrasse. Vide Lisa sporgere la testa
dall'entrata per poi ritrarsi velocemente. E non era sola.
- Nic... Il tuo amico Sven, ha per caso gli occhiali?
Nic aggrottò le sopracciglia. - Come fai a saperlo?
Mary indicò il punto in cui erano sbucate e sparite le due teste. - Ci stava spiando. Con Lisa.
Nic alzò gli occhi al cielo e si massaggiò la base del naso. - Prevedibile.
- Ci stanno aspettando. Forse... sarà meglio andare - disse
Mary, anche se il cuore la stava insultando per quelle parole.
Nic sembrò sorpreso, ma nascose velocemente la delusione. - Sì. Andiamo. Grazie della serata, Diario.
- Grazie a te - replicò Mary e, con un ultimo impeto di
coraggio, si alzò sulle punte e lo baciò sulla guancia,
prima di dirigersi verso l'uscita.
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