Parte
V SuiKa. [Hipatya]
Quel pezzente idiota inutile
di Suigetsu continua a sorridere come se nulla fosse, dopo aver
palesemente e schifosamente civettato con la sgualdrina bionda che
risponde al nome di Ino.
Karin la sta odiando,
Konoha, e tutto a causa di quei due, in particolare del pezzente.
Cos'è
che aveva detto? “«E’
stato un bel pugno.»” Glielo
dà lei un bel pugno al bastardo traditore! Flirtare in modo
tanto evidente con una di questo paesino di svitati che più
che ninja sembrano una combriccola sfigata di mocciosi in cerca di
giocattoli nuovi e...
Oh,
certo, oltre ai bambocci tutti sorridenti ci sono anche individui
quali Shino Aburame, che rientrano nella categoria zombie.
E' disgustoso pensare che qualcuno se ne vada in giro a fare da
gabbia umana per gli insetti. Cioè, non che gli insetti si
possano mettere in gabbia, ma il concetto è quello: che
schifo.
Si salva appena il compagno di squadra, che è un bel pezzo di
ragazzo, solo che è cretino anche lui.
«Uh,
è tornato quel tipo degli insetti.» ha appena
annunciato così, all'aria, e poi si rende conto di trovarsi
vicino ad Ino e digrigna i denti. L'altra le sembra pensarci un
attimo su.
«Preferivo
Kiba.» commenta, e Karin inizia ad approvarla un po' di più.
«Kiba
è… Kiba.»
«Molto.»
Sì, perlomeno ha buon
gusto e non cadrà nelle trappole di quel pesciolino da due
soldi.
«Mpf.»
fa il ragazzo col codino, un altro di quelli che si esprimono tanto,
probabilmente. Forse lei parlerà anche troppo, ma preferisce
questo ad essere una mummia come certi ragazzi di sua conoscenza, o
una che si incarta ogni due per tre come quella patetica bambolina
della Hyuga.
In
realtà, ma Karin lo ammette a malapena a se stessa, la Hyuga
non le dispiace molto, e neppure la Yamanaka.
E'
Suigetsu quello che le sta sulle palle, e
per colpa sua ci passano pure gli altri.
Incrocia
le braccia, non ha molta voglia di partecipare, ma quando vede
scorrere dell'alcol cambia idea, pensando che almeno sopravviverà
alla serata.
Ha
un vago ricordo dell'ultima volta che si è ubriacata, sa che
stava litigando con Suigetsu e che in qualche modo si è
svegliata da tutt'altra parte e non sa cos'è accaduto nel
mezzo, ma è sicura che non sia successo niente di particolare,
e sta praticamente pregando perché tutti i ricordi di questa
serata spariscano nel nulla, dal momento in cui si è trovata
davanti il piatto di quell'assassino di Naruto, lui coi suoi occhi da
cuccioletto sperduto che le hanno impedito di liberare la terra dalla
sua minaccia.
«Quanto
sei silenziosa oggi...»
Solleva
gli occhi di scatto, incontrando quelli di Suigetsu ed il suo sorriso
che fa venire voglia di buttargli giù i denti a pugni. Dal
tono di voce, fosse stato un altro, avrebbe detto che era un qualcuno
preoccupato, ma sapere che aveva parlato proprio quella triglia
serviva soltanto ad innervosirla di più. E comunque era sicura
che fosse tutto un suo piano diabolico.
Suigetsu
in realtà si stava semplicemente annoiando, aveva litigato con
lei per tutto il tragitto fino a casa di Sasuke, come sempre, ma
durante la serata Karin aveva praticamente ignorato tutti ed in
particolare lui, e non era abituato ad un simile trattamento.
«Fatti
i fatti tuoi, sogliola.» sbuffa lei, lasciando cadere le
braccia lungo i fianchi. Sanno entrambi che potrà caricare
potenti schiaffi quando le pare, così.
«Siamo
acide più del solito? Che c'è, festeggiare l'anno nuovo
o “quel che è” ti fa notare quanto sei vecchia?»
Il
colpo non giunge dall'alto come sempre, ma dal basso, perché
Karin gli pesta violentemente un piede. Ha imparato che è
inutile tentare di colpire qualcuno che muta il suo corpo in acqua,
ma preso alla sprovvista Suigetsu è ancora un potenziale
bersaglio, e il tacco che si abbatte sul suo piede riesce quasi ad
attraversarlo prima che lui possa rendersi liquido.
Senza
contare che il piede è comunque in una scarpa anche quando non
è solido, e che Suigetsu il colpo lo sente lo stesso.
Stringe
i denti, non le darà mai tale soddisfazione, e accenna un:
«Appunto, colpisci già come la debole racchia che sei.»
Stavolta
il solito schiaffo, che evita con facilità.
«Come
ti permetti, inutile rottame? Io poi non ho bisogno di essere forte
con le mie capacità! Tu invece dovresti saper combattere, e
invece cosa mai sei riuscito a combinare? E dov'è la tua
adorata spada?» inveisce lei, toccando un punto debole. Questo
fa capire a Suigetsu che Karin non era soltanto annoiata
come lui, fino a poco prima. E lo fa anche arrabbiare.
«Ehi...»
li richiama Juugo, paziente.
Suigetsu
si guarda attorno per un momento, fortunatamente nessuno bada troppo
a loro, e poi nota che manca qualcuno.
«Ma
Sasuke non c’è?»
Karin
sbuffa, pensando che è naturale che non se ne sia accorto dato
che era a fare la corte a Ino.
«Ehi,
Shikamaru, tu e Karin sareste perfetti come coppietta.» scherza
uno di quei tizi che si sogna la notte tanto sono brutti, con
sopracciglia enormi e tuta inguardabile.
Suigetsu
inarca leggermente le sopracciglia, lanciando uno sguardo ad entrambi
e notando l'aura maligna intorno ad Ino che sfoggia un sorriso tanto
falso da far paura, più o meno come quello che ha lui ora.
«Figuriamoci.»
sbottano Shikamaru e Karin, e tutti ridono, chi sul serio, chi
istericamente.
Ci
si lancia sul bere e Suigetsu osserva Karin, consapevole che l'ultima
volta che si sono ubriacati lei gli è praticamente saltata
addosso e che a lui non è dispiaciuto.
Non
è che gli piaccia quella strega, figuriamoci, ma ha comunque
un corpo non male e fa sempre piacere.
«Oh,
il team sette è tornato.» annuncia improvvisamente Neji,
sarcastico.
Suigetsu
guarda alla finestra, e c'è Sakura. Ecco, quella tipa le
piace. Potrebbe essere come Karin, ma è una copia migliorata.
Ha l'aria dolce, ed è sempre molto gentile con lui.
E
poi è “la donna del boss”. Ottimo argomento per
stuzzicare Karin, che è stata particolarmente stronza poco fa.
«Stavi
facendo sesso? Ne hai l’aria.»
«C’è
freddo, Scrofa
perversa.»
A parte il loro modo di
essere amiche, che fa molto rapporto-tra-uomini e ha un che di
psicotico, ecco, vorrebbe che Karin fosse come loro.
«Senti, mi serve
qualcosa per fare il naso ad un pupazzo di neve, e la bocca magari.
Non chiedere. Non ci crederesti. Poi ti racconto.»
«Ma sei con
Sasuke-kun?» pigola scioccata Karin. Anche Suigetsu è
sconcertato all'idea che Sasuke faccia un pupazzo di neve, e
preferisce credere che Ino abbia ragione.
«Così dicono,
allora? Non avete, che so, una carota…»
Ti
dico io dove mettertela, puttanella! Dovevo essere io quella! Riesce
soltanto a pensare Karin, stordita.
«Carota? Sakura, non
vorrai invece del burro o qualcosa di più utile sessualm…»
Suigetsu non può fare
a meno di ridere a quella scena, e sposta lo sguardo di Karin, che è
annichilita. E' visibilmente incredula e offesa al tempo stesso.
«Ma
che cazz…Vi state ubriacando e non avete chiamato me
per
primo? Io non vi ho educato così. Deve essere stata vostra
madre. Mi vergogno di voi.»
Karin si rianima alla vista
di Kiba, con profondo disgusto di Suigetsu.
E
mentre gli altri continuano a far baccano e Juugo, che sembra
approvare Sakura quanto lui, le dà quanto a chiesto, Suigetsu
si china verso di Karin, reprimendo il sorriso per dare maggiore
effetto alle parole.
«Io
sarò inutile in battaglia, ma tu lo sei sia lì che in
squadra, non valevi nulla neanche come sostituta di Sakura, a livello
di dottore o... di donna.»
Si
ritrae di scatto, aspettandosi un pugno, un urlo furibondo, una
reazione normale di Karin insomma. Che non arriva.
Karin
sta fissando praticamente il vuoto rimasto ora che Kiba e Hinata sono
entrati, con gli occhi persi immobili e leggermente sgranati, e a
malapena respira.
Volta
il viso lentamente, guardando Suigetsu, che non sorride più,
perché si sta spaventando più del solito.
«Hai
ragione.» sussurra, e abbassa lo sguardo velocemente,
sembrando in cerca di parole. Poi volta di nuovo il capo bruscamente,
e a passo svelto si dilegua in corridoio.
Suigetsu
resta immobile, con l'aria di aver appena visto un fantasma,
ammutolito e decisamente sottosopra.
Ma
che, mica se l'è presa?
«Ehi,
Suicoso...
Tu. Non vieni a bere?» lo chiama Kiba con voce un po' nervosa,
che sta cercando evidentemente qualcuno che si metta tra lui e il
cugino-barra fratello maggiore iperprotettivo della moretta che ha
accanto. Suigetsu lo guarda soltanto per qualche secondo, poi fa
cenno di no con la testa e si appresta a seguire Karin.
«Beh, se ne vanno
tutti?» esclama il tizio che Suigetsu non vede l'ora di
uccidere, quello vestito di verde. Ma non ha tempo per assassinarlo
ora e prosegue.
Esce in corridoio, alla
ricerca di Karin. Non sa bene neanche lui perché, forse è
qualche reminiscenza del “tratta bene le donne” che
insegnano a tutti i bambini maschi, anche se non ha mai considerato
Karin veramente un essere femminile, esclusa la parentesi
ubriacamento, o forse vuole solo infierire e il suo cervello ancora
non gliel'ha detto, lasciando il suo corpo e la sua coscienza un po'
confusi; oh, ecco! La coscienza! Non pensava di averne ancora una ma
forse, e solo forse, si sente un po' in colpa.
Non sa dove potrebbe essersi
cacciata però, e questo è un bel problema, perché
lui non ha capacità speciali che gli facciano riconoscere la
gente dal chakra né tanto meno trovarla.
«Ehi, strega...»
prova a chiamarla, titubante. Gli potrebbe arrivare una scarpa in
faccia dal nulla, ma meglio di niente. Invece non giunge risposta.
Suigetsu sbuffa,
contrariato. Sta gelando, odia il “troppo freddo” appena
meno del “troppo caldo”, ha iniziato a soffiare un po' di
vento che avvicina sin troppo la neve che cade a lui e ha la netta
impressione che se si dovesse imbattere in Sasuke e Sakura sarebbe
l'ultima cosa che vedrebbe, prima di venire ucciso da un qualche
attacco combinato chidori-pugni.
Giusto
quando inizia a pensare di lasciar perdere sente il ticchettio delle
scarpe di Karin, con quelli che lui ha definito: “tacchi
da battona. Sì, dico a te”. Si
rende conto che forse è stato un po' più pesante del
solito, ma questa è solo colpa di Karin.
Si lancia all'inseguimento,
e vede per un secondo la coda rossa di Karin frustare l'aria.
Probabilmente si è persa, come teme che stia succedendo anche
a lui, visto che quella casa è labirintica e ha corridoi quasi
tutti uguali, a meno che non ci si trovi in prossimità del
giardino e si possa guardare l'esterno per raccapezzarsi.
Gira l'angolo e sente il
rumore di una porta chiudersi. Camminando con passo felpato e mezzo
chinato a terra cerca di vedere in quale stanza ci sia la luce
accesa, sperando sempre di non trovarci Sasuke e Sakura assieme. Si
ferma alla seconda porta, incerto se bussare o meno.
Al
diavolo.
Apre la porta, che non fa il
minimo rumore, e trova un bagno. Un bagno piuttosto ricco, Sasuke non
bada a spese quando deve trattarsi bene, con tanto di stemma Uchiha
ogni tanto sulle piastrelle delle pareti. E Karin è lì.
Rannicchiata per terra.
Con la testa china sulle
ginocchia.
In un angolo.
Karin.
Suigetsu
è seriamente, seriamente, tentato di chiudere la porta e
battersela, magari lontano da Konoha, perché c'è
qualcosa di terribilmente anormale in tutto questo e anche se
potrebbe
essere lui la causa non vuole averci nulla a che fare.
Però poi il senso di
colpa prevale, maledizione a chiunque metta strane idee in testa
sulle donne, e chiude la porta alle sue spalle, restando solo con
lei. Vorrebbe avere una bottiglia di saké ora, o per lei o per
darsene un colpo in testa lui.
«E-Ehi...»
balbetta quasi, con la voce che si rifiuta di uscire in questa
situazione, e lui non può darle torto.
Alla fine la raggiunge, e si
lascia cadere seduto accanto a lei.
«Ehi, Karin,
piantala.» azzarda, non molto sicuro di come si dovrebbe
comportare. «Dai Karin, da quando te la prendi per quello che
ti dico io... si scherza...»
Le proprie giustificazioni
suonano false persino a lui.
«Senti, dai, ho
esagerato.»
«No, hai ragione.»
lo blocca lei, con una voce che sa di pianto.
Suigetsu trattiene il fiato,
a bocca aperta. Adesso salterà fuori qualcuno a gridare che è
uno scherzo, sicuramente. Aspetta qualche secondo, per verificare
questa ipotesi, e poi valuta l'idea di andare a cercare
volontariamente Sasuke per farsi eliminare. Ma insomma, lui non è
mica una balia per adolescenti insicure!
E una mano di Karin trema,
appena percettibile.
«Ma no! Ho detto un
mucchio di cazzate, funziona così tra di noi, no? Tu offendi
me, io offendo te, poi tu mi picchi ed io rido perché non mi
fai male.» spiega con semplicità, un po' più
convinto.
Karin muove leggermente la
testa, sempre tenendola contro le gambe, ed una traccia lucida è
visibilissima sul suo viso, sotto le luci artificiali del bagno. Da
qualche parte nel petto, Suigetsu sente male. E c'è il senso
di colpa, forte questa volta.
«Scusami se ti
offendo.» sussurra lei, prima di tornare alla posizione
originaria, con un guizzo ad entrambe le mani stavolta. «Non
so fare altro. Scusami, non ci devi passare... tu.»
Suigetsu sta sudando freddo,
ora. O meglio, non può realmente sudare, ma goccioline d'acqua
scendono lungo la sua schiena, e sente uno strano calore in tutto il
corpo. Non lo sa spiegare neanche lui, cosa gli sta prendendo.
«N-Non... non
piangerai sul serio?!» esclama, apertamente isterico. «Su,
non farmi dire cose imbarazzanti, ma lo sai che non penso davvero
quello che ti ho detto! Torniamo a litigare come prima, ti va? Non
c'è bisogno di prendermi in parola, io parlo sempre a vanvera
e... non metterti a fare così ora!» termina, notando
che il corpo di Karin è scosso da brevi e leggeri sussulti.
Potrebbe giurare di aver sentito un leggero lamento.
A quel punto, ricordando che
è un uomo, prende una decisione drastica e le mette un braccio
sulle spalle. La sente irrigidirsi del tutto, ma ormai il danno è
fatto. L'avvicina un po' a sé, mandando definitivamente
all'inferno l'orgoglio e la sua povera immagine di stronzo
menefreghista.
«Scusami,
sul serio.» dice, e stavolta il suo tono è
serio. Non c'è l'ombra del perenne ghigno.
E Karin comincia a ridere,
lasciandolo ancora più sconvolto di prima.
Il sospetto si annida sulla
sua mente, ma neanche Karin sa recitare così bene, quindi deve
essere qualcos'altro.
Karin butta la testa
indietro, ridendo ancora mentre si separa da lei, e non può
fare a meno di pensare che in fondo non sia così poco carina.
«Giù i
tentacoli, polipo!»
Forse sì.
«Ed è
fantastico come... un ragazzo si faccia smontare... da due lacrime
finte... di acqua di rubinetto, e qualche s-singhiozzo b-ben
fa-fatto!» e alle ultime tre parole ripete il tono lacrimoso
di poco prima, guastato solo dalle risate.
Sì, l'ha
ufficialmente preso in giro.
Sì, è un genio
del male e non ha un'anima.
Suigetsu ringhia, anche
stavolta senza l'ombra di un sorriso, e il suo sguardo è tanto
furioso da spaventare Karin.
«E
datti una calmata! Così impari a dire cose orribili! E poi
dai, è così che funziona tra noi...» gli fa il
verso, tornando a sorridere. Stavolta quasi... intenerita?
Suigetsu si sgonfia a poco a
poco, sempre guardandola male, mentre lei continua a sorridergli.
«Ora li meriteresti tu
due schiaffi.» le fa presente, e lei risistema gli occhiali su
per il naso, con aria da perfettina.
«Non
permetterti.» ribatte in tono di minaccia. Poi è lei
a ghignare. «Ho fatto solo come si fa tra noi... scusa, lo sai
che faccio cazzate, ne dico, ti offendo, mi offendi, ti do schiaffi,
ridi perché non ti ho fatto nulla...» sfotte ancora, e
Suigetsu non ci vede di più.
Ha bisogno di sfogare la
rabbia e l'indignazione, e non ci si trova a picchiarla, anche
perché, è dura ammetterlo, ma pur essendo Karin la
donna dei due ha ben presente che da arrabbiata le sue forze si
triplicano ed è parecchio sleale, e così scartando
l'idea di darle un pugno, come meriterebbe, decide di prendere tempo
placcandola, e mandandola con la schiena a terra.
E se pensa che lui abbia
cattive idee, ben venga. Non le farebbe male un po' di paura.
«Brutto figlio di...»
Karin
non avrà mai paura di lui. Probabilmente si fida troppo e sa
che non farebbe mai... Si
fida troppo?
Inaspettatamente questo pensiero riesce a calmarlo.
«Non ti prenderò
a pugni solo perché poi frigneresti troppo e diventeresti
ancora più insopportabile.» la informa, con cupa
minaccia.
E
Karin, ma
Dio, è solo una ragazza!, rischiando
di spappolargli i suoi preziosi gioielli con una ginocchiata, ribalta
selvaggiamente le posizioni.
«Non ti prenderò
a pugni solo perché... no, aspetta, IO ti prenderò a
pugni!»
«Ti faccio presente
che con me non funziona tanto.» le ricordò vittorioso,
e Karin sorride.
«Sì, sì,
diventerai liquido, certo. Ma ti stancherai prima tu ad usare il
chakra... piuttosto che io a prenderti a pugni.»
Francamente,
è atterrito. Karin non minaccia a vuoto, Karin lo prenderà
a pugni finché non passerà la notte, e
dubita che qualche anima pia si preoccuperà di cercarli,
e finché lui non esaurirà il chakra e sarà
perfettamente solido. A quel punto ci penserà lei a scomporlo
in tanti pezzettini, continuando a picchiarlo con la forza della sua
testardaggine e ferocia.
Prova con l'imbarazzo: «Mi
ecciterò ad averti sopra, sai?»
«Non ne avevo dubbi.»
conferma lei, naso per aria, «Dovresti eccitarti anche solo ad
essere nella mia stanza.»
«Detesto le tue
risposte pronte.» ammette lui, imbronciato.
Karin alza un braccio,
caricando un pugno che se lo colpisse da solido farebbe sbucare il
suo naso dall'altra parte della testa, e un'anima pia apre veramente
la porta, con enorme sorpresa del ragazzo.
Si bloccano entrambi,
voltandosi verso il nuovo arrivato, quel tal Rock Lee che Karin e
Suigetsu quella sera hanno deciso di odiare tanto, e che ora lui
abbraccerebbe volentieri.
Rock
Lee li guarda, visibilmente stupito, poi, quasi, cosa, soddisfatto?
Sarà
mica un sadico? si
domanda con orrore Suigetsu, mentre Karin si domanda invece in che
condizioni siano i suoi capelli, domanda che l'affligge tutte le
volte che Suigetsu è nei dintorni, visto che ha il vizio di
tirarle la coda, spettinargliela, estrarre ciocche a caso
dall'elastico, oppure scioglierglieli, ed in quel caso comunque può
tirarli e via dicendo.
«Vi allenate?»
No,
non è sadico, è solo stupido.
«Facciamo sesso.»
risponde Karin, come se fosse naturale. «Ti spiace chiudere la
porta?»
Suigetsu apre la bocca,
esterrefatto, e poi guarda con pena quell'innocente chunin della
foglia che si è fatto scarlatto, ed è sparito
farfugliando qualcosa.
Karin si lascia andare ad
una risata liberatoria, adesso la serata va veramente per il verso
giusto, e al diavolo Sasuke che preferisce quelle coi capelli color
maiale e tutto quello che le dava noia fino a due secondi prima,
perché si sta divertendo davvero molto. E con stupore di
entrambi anche Suigetsu ride, al pensiero di quel poveretto e della
corsa che si farà.
«Che serpe! Ora non
guarderà mai più i compagni di squadra negli occhi,
vergognati!» commenta tra una risata e l'altra, poco toccato
dal futuro triste che aspetta l'altro, in realtà.
«Stai scherzando?
Scioccare i verginelli della foglia è stupendo!»
ribatte Karin con uno sguardo malizioso che, una volta tanto, a
Suigetsu piace.
«Credo che tu l'abbia
traumatizzato a vita.» afferma con falsa serietà, per
poi tirarle d'impulso una delle ciocche lunghe che dalla coda sono
precipitate davanti alle sue spalle.
«Aho! Coglione! Non mi
tirare i capelli, bastardo!» si lamenta subito lei, scacciando
la mano con uno schiaffo.
«Ehi, e se andassimo a
scioccare anche qualche altro ragazzo puro?» propone Suigetsu,
che ha intravisto una via d'uscita, e fa leva sui gomiti per
avvicinarsi a lei. Il suo sorriso è, se possibile, più
largo del solito, e anche parecchio contagioso.
Karin si porta entrambe la
mani alla coda, lisciandola, e sta già sorridendo a sua volta,
sadica come sempre. «Potremmo fingere che tu mi dia uno
schiaffo, e poi io dire qualcosa tipo che siamo per il sadomaso!»
squittisce con convinzione, «Oh, dei, pensa alla faccia del
tipo verdognolo, se non è già morto di crepacuore, o
gli Hyuga! Tutti e due, quello con la scopa su per il culo e la
suora!»
Suigetsu scoppia a ridere,
una risata autentica, ed entrambi si alzano. Ci manca poco che Karin
gli porga una mano per aiutarlo, tanto è eccitata e grata al
tempo stesso.
«Anche tu non puoi
vedere quel Neji, vero? Avrei detto che avresti subito cominciato a
fare la gatta morta, sai, moro, silenzioso... morto dentro...»
«Per
favore, per favore!» lo interrompe lei piccata, «E poi
ho intenzione di darmi ai ragazzi coi capelli chiari.»
aggiunge, in un chiaro intento provocatorio. Lui finge di non
cogliere, ma è del tipo “non
colgo ma adesso me la segno e la riuserò contro di te”.
«A questo proposito,
secondo me dovresti berci sopra.» le suggerisce, mentre vanno
alla porta, con la stessa disinvoltura di due che sicuramente non si
stavano minacciando di botte fino a due secondi prima sul pavimento
di un bagno altrui.
«Questo è
scontato. Ho tutta intenzione di ubriacarmi per reggere sino a
domattina.»
«Tu non ricordi quello
che ti succede da ubriaca, vero?» accenna lui con un
sorrisino.
«Cosa dovrei
ricordare? E tu?» indaga, sospettosa.
«Io canto.»
mente prontamente lui per distogliere la sua attenzione dalla prima
domanda.
«Ti terrò
lontano dalle bottiglie a costo della vita.»
Oh,
fa niente, per me l'importante è che sia tu quella brilla,
dato che almeno così diventi un po' più sincera con te
stessa, pensa
lui, non senza il desiderio di ripetere l'esperienza dell'ultima
volta senza i fastidiosi capogiri di mezzo, e sarà il primo a
tenersi alla larga dall'alcol.
«Così
silenzioso mi... dai fastidio. A che stai pensando? Anzi, cosa stai
macchinando?» lo interroga lei, aprendo la porta del bagno e
lanciandogli un'occhiata ancora più sospettosa di prima. Stava
per dire “mi
preoccupi”
ma conoscendo il soggetto non è veramente il caso, se ne
vanterebbe sino alla morte.
«Ti manca la mia
voce?» miagola lui, fingendosi intenerito, e Karin sbuffa
indispettita, voltando la testa di scatto e frustando di nuovo l'aria
con la coda.
Suigetsu ha di nuovo voglia
di tirargliela, anche se gli arriverà giù un pugno da
primato anche stavolta.
Chissà perché
ma non può fare a meno di tirarle i capelli tutte le volte che
li nota. Un po' come non può fare a meno di stuzzicarla a
parole, e non sopporta quando lei se ne sta in silenzio e non dice il
perché.
«Ehi,» lo
richiama lei, repentinamente tornata cospiratrice, «Dà
il tormento a quel sopracciglione-testa-a-scodella con particolari
piccanti, mi raccomando.»
«Per chi mi hai preso?
Gli racconterò ogni preliminare.» replica lui, fiero.
E
quando sono in corridoio e Karin tenta di rifarsi la coda, Suigetsu
affonda la mano all'improvviso nei suoi capelli ora sciolti, sempre
ben curati e molto morbidi, e ne ascolta la consistenza per un solo
secondo, l'unico
che si può concedere.
Poi chiude le dita intorno
ad una ciocca sola, e tira.
EEEEE questo è amore
amore amore. <3
Ho promesso risposte alle
recensioni, ho promesso di tutto, ma non prometto più niente
visto che non riesco a mantenere. Sappiate solo che ho le mie buone
giustificazioni.
Questo capitolo lo dedico ad
un mio caro amico, anche se non penso leggerà mai le mie
storie perché non è il tipo, a cui voglio un mondo di
bene, e che ora è all'ospedale ma deve riprendersi presto, a
tutti i costi. Perché c'è un sacco di gente che lo
aspetta qui, me compresa.
E ovviamente la prima dedica
va alla Tya, che mi ha sempre chiesto una SuiKa, sperando che non sia
sotto le sue aspettative.
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