La vera te

di Ghen
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La vera te

Kara camminò sicura per i saloni della mostra. Si guardò intorno, fiera, sorridendo a chiunque incrociasse i suoi occhi. Le gigantografie affisse sulle pareti mostravano gli eroi di tutti i giorni che aiutavano il loro prossimo: pompieri, poliziotti, insegnanti, ma anche giovani che avevano deciso di non voltarsi indietro di fronte alle ingiustizie, o anziani che guidavano i bambini del proprio quartiere a prendersene cura. C'era ancora molta gente, nonostante fosse tardi. Lei era arrivata tardi. Beh, dopotutto anche Kara aveva un ruolo di eroe di tutti i giorni, a National City e non solo. Le gigantografie che ritraevano i supereroi erano più avanti, in salette apposite. Kara ci andò spedita, ammirando tutto ciò su cui i suoi occhi si posavano: anche lei. Eccola, finalmente.
Lena Luthor. La inquadrò appena mise piede nella saletta. Una coppia uscì. Rimasero sole.
Lena era stretta intorno al suo scialle, rigida, che fissava lei. O meglio Supergirl. Nella gigantografia era di spalle, guardava un punto vacuo. Era seria, imperscrutabile. Potente. La foto emanava fiducia, calore, nonostante fosse quasi del tutto sui toni freddi del blu e del bianco. I suoi occhi si fissarono a lungo sulla foto e poi guardò di nuovo Lena.
«Pensavo a una cosa…», Lena ruppe il silenzio della saletta. «Non è come gli altri. I super non sono come gli altri».
Kara aggrottò lo sguardo, mettendosi al suo fianco. «N-Non come gli altri?», balbettò, formando un sorriso.
«Molti agiscono nell'ombra, tutti si nascondono», proseguì, lasciando il suo sguardo fisso sulla foto. «Non lei. Non puoi andare da Supergirl e cercare di toglierle una maschera o un cappuccio. Alza il viso con fierezza, circondata dai raggi del sole. Supergirl si mostra per ciò che è», sibilò con un filo di voce, «È la sua identità in mezzo a noi che è nascosta».
Kara deglutì, abbassando un poco gli occhi.
«È l'esatto opposto del supereroe tipo: per scoprire chi è la vera Supergirl, bisogna smascherarla quando va a lavoro in ufficio, quando va a cena fuori, quando…», lasciò la frase incompleta e guardò Kara, ma solo un momento. «Questa foto… Lei sembra così inarrivabile», sorrise, «Quasi come una Dea».
«M-Ma non lo è».
«Certo che no. Eppure ci va molto vicino, non pensi?», le sorrise.


[Continua...]




















***

Questa doveva essere una oneshottina piccina e senza pretese, ed è rimasta una oneshottina piccina e senza pretese, con l'unico problema che si è sdoppiata! Proprio così. Non sapevo quale finale dei due fosse meglio pubblicare, così mi sono decisa a metterli entrambi. Scegliete voi qual è il migliore!

Versione 1 - Versione 2


Se non altro, ho potuto usare la scena della mostra che avevo già scritto per una vechia oneshot mai finita. Evviva il riciclaggio!

Ricorco a chi sta seguendo la mia long Our home che il prossimo capitolo arriverà venerdì ;) Alla prossima!





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