Our beautiful disaster
Piccole
note prima della storia:
Questa
shottina è una sorta di missing moment della mia Play
the Game,
pubblicata nel fandom dei Queen; chi l’ha letta
ricorderà che sono apparsi come
personaggi marginali anche Terry Kath e Danny Seraphine dei Chicago,
così ho
deciso di sfruttare quell’AU per fare il mio –
vergognoso, chiedo perdono già da
ora – ingresso in questo fandom!
Per
chi non l’avesse letta, spiego brevemente: in
quell’AU i
quattro musicisti dei Queen + Terry e Danny + Sting (Gordon Sumner) e
Stewart
Copeland dei Police sono dei comuni liceali alle prese con i drammi e
le
questioni adolescenziali, tra cui un torneo amatoriale di tennis
organizzato
dalla scuola. A tale competizione si iscrivono quattro squadre: Freddie
Mercury
e John Deacon, Brian May e Roger Taylor, Sting e Stewart Copeland e
infine Terry
Kath e Danny Seraphine. Questi ultimi, totalmente negati per il tennis,
partecipano
solo per divertimento e infatti vengono stracciati alla prima partita
dal duo
Sumner-Copeland.
Qualche
altro piccolo dato per capire alcuni passaggi:
-
Freddie e John sono compagni di classe di Danny e Terry, e
durante l’altra shot intraprendono una relazione che non
viene esplicitata agli
altri, ma su cui tutti prendono a vociferare;
-
John Deacon si rivela essere un asso del tennis, motivo
per cui Freddie lo sceglie come compagno di squadra e per cui tutti
ripongono
fiducia in lui;
- Il
giorno seguente alla semifinale in cui hanno giocato
Terry e Danny, ci sarà poi una seconda semifinale (in cui si
sfideranno Deacon-Mercury
e May-Taylor), quindi Danny e Terry sono stati eliminati nella prima
delle tre
giornate dedicate al torneo.
Spero
che queste informazioni si siano capite XD e possano
essere utili per comprendere il contesto, dato che ho praticamente
scritto una
fanfiction sulla mia stessa fanfiction AHAHAH!
Altre
eventuali spiegazioni riguardanti la storia saranno riportate
nelle note finali ^^
Detto
ciò, vi auguro buona lettura – per quanto possa
essere
buona la lettura di questo pastrocchio XD
Our
beautiful disaster
A Evelyn,
che
ogni giorno
riesce a farmi ridere ed emozionare con le sue bellissime storie,
che
ogni giorno
sopporta i miei deliri e delira con me,
che
ogni giorno
mi fa toccare il cielo con un dito grazie alle sue bellissime e
incoraggianti
parole,
per
esserci ogni
giorno, come autrice, lettrice e amica.
Grazie
per essere una
fonte di ispirazione
e
perché la tua forza e
la tua dedizione mi fanno capire quanto valga la pena di sorridere e
sognare ogni
giorno.
Buon
compleanno, tesoro!!!
♥
“Poteva andare peggio” esclamò Terry,
spingendo la pesante
porta del locale ed entrando nell’ambiente riscaldato.
“Poteva andare peggio?! Ci hanno stracciato 6 a 0 nel
secondo set! In che modo sarebbe potuta andare peggio, con i numeri
negativi?”
ribatté Danny, seguendo il suo amico con un sospiro.
Ma Terry non era il tipo che si lasciava abbattere
facilmente; mise su il suo solito enorme sorriso e mollò una
poderosa pacca
sulla spalla dell’altro, per poi condurlo verso il bancone
del bar. “E dai, su
con la vita! Quando ci siamo iscritti al torneo sapevamo entrambi che
non avremmo
avuto speranze, ma almeno ci siamo divertiti!”
“Ma la mia idea non era essere umiliato davanti a tutto il
liceo” commentò Danny con fare sconsolato,
poggiando i gomiti sulla lastra in
marmo e gettando un’occhiata al barista, indaffarato a
servire una manciata di
studenti che, come loro, dopo la partita di tennis si erano recati nel
locale
adiacente alla scuola per bere qualcosa.
“Okay, facciamo così: come risarcimento danni,
stasera offro
io da bere, puoi prendere tutto quello che vuoi a mie spese! Ho proprio
voglia
di festeggiare la nostra sconfitta con una bella bevuta!”
cercò di tirarlo su
Terry.
Danny aggrottò le sopracciglia, poi si esibì in
un
sorrisetto sornione. “Fai sul serio? Occhio a ciò
che prometti, potrei
svuotarti il portafogli!”
“Tu? Ma se non reggi nemmeno mezzo bicchiere!” lo
sbeffeggiò
il suo amico.
Il più minuto si indispettì. “Mi stai
forse sfidando a chi
beve di più?”
“Non riuscirai mai a battermi!” dichiarò
Terry tronfio,
gonfiando il petto e mettendo ancora più in risalto la sua
stazza imponente.
Danny rifletté per qualche istante se fosse il caso o meno
di accettare quella sfida idiota: il giorno dopo non sarebbero dovuti
andare a
scuola e se avessero alzato un po’ il gomito non sarebbe
stato un grande
problema, però sapeva già che alla fine avrebbe
dovuto passare la serata a fare
da baby sitter a un Terry sbronzo e fuori di testa.
No, decisamente non gli sarebbe convenuto.
Decise che il modo migliore per uscirne era cambiare
argomento, così distolse lo sguardo e bofonchiò:
“Secondo te i nostri compagni
di classe riusciranno ad arrivare in finale?”.
Terry annuì vigorosamente. “Chi, Freddie e John?
Assolutamente sì, ma hai visto come gioca Deacon?
È un fenomeno, se si allena
ancora potrebbe giocarsi la Coppa Davis!”
“Certo, mica come noi…”
“Ah, e smettila di rompere le palle!” Detto questo,
Terry
fece un ampio cenno al barista, che finalmente si era liberato.
“Due birre, per
favore!”
Intanto Danny prese a guardarsi attorno alla ricerca di un
tavolino libero – non aveva nessuna intenzione di restare
tutta la sera in
piedi davanti al bancone – e proprio in
quell’istante con la coda dell’occhio
avvistò Freddie e John entrare nel locale; anche loro
avevano assistito alla
prima partita del torneo scolastico e, di conseguenza, alla loro
disastrosa
sconfitta.
Distolse lo sguardo, sperando di rendersi invisibile, e
contemporaneamente diede di gomito a Terry. “Parli del
diavolo…”
“Oh, ma guarda chi si vede!” si illuminò
lui non appena li riconobbe.
“Vado a offrir loro un giro, che dici?”
“No, Terry, ti prego, oggi abbiamo fatto fin troppo
scalpore” provò a protestare Danny, ma niente da
fare: il suo amico era già
partito a passo di marcia verso i loro compagni e non poté
far altro che
seguirlo con un sospiro.
“Ehi Freddie, che si dice? Deaky, stavamo giusto parlando di
te! Siete carichi per domani?” esclamò Terry una
volta che li ebbe raggiunti,
assestando a entrambi una pacca sulla spalla.
Danny si lasciò sfuggire un sorriso nel vedere John
arrossire imbarazzato e Freddie scostarsi appena col suo solito fare un
po’
snob.
“Sempre pronti. Spaccheremo, vedrete”
affermò il corvino
sicuro. “Piuttosto, voi cos’avete combinato
oggi?”
“Abbiamo fatto cagare” replicò Danny in
tono lugubre. “Ma in
mia discolpa posso dire che l’idea di iscriverci a questo
stupido torneo è
stata di Terry!”
“È stata una partita molto divertente da
vedere” cercò di rassicurarli
John, accennando un sorriso.
“Che dite, potete concedervela una bevuta portafortuna?
Offro io!” propose Terry con un sorriso, rivolto ai due
ragazzi che avrebbero
dovuto giocare il giorno seguente.
John e Freddie si scambiarono un’occhiata complice e un
sorrisetto, poi quest’ultimo annuì.
“D’accordo, ma non possiamo esagerare,
domani dobbiamo essere lucidi e concentrati.”
“Andate a occupare un tavolino, noi recuperiamo le birre che
abbiamo ordinato” affermò Danny.
Mentre lui e Terry si dirigevano verso il bancone, dove
ancora giacevano i loro drink, Danny prese a sghignazzare tra
sé.
“Che c’è?” gli chiese
l’amico, curioso.
“Hai notato che quei due…”
“Chi?”
“John e Freddie.”
“Cosa dovevo notare?”
“Insomma, ultimamente sono molto… affiatati.
Secondo me c’è
del tenero.”
Terry si immobilizzò e afferrò Danny per un
braccio affinché
facesse lo stesso. “Dici che quei due scopano come
conigli?”
“Beh, sì, può
essere…”
“Allora speriamo che Freddie non esageri stasera, altrimenti
domani a Deaky farà talmente male il culo che non
riuscirà nemmeno a muoversi!”
“Un
altro!” sbottò Terry, poggiando con decisione il
bicchiere vuoto sul
tavolino davanti a sé; il suo vocione profondo e impastato
dall’alcol sovrastò
l’allegro chiacchiericcio nel locale.
“Ma…
sei già al quarto drink…”
tentò di dissuaderlo Danny.
“Ho detto: un
altro!” Detto questo, il ragazzo attirò
l’attenzione
dell’unico cameriere presente nel bar.
Danny sospirò e
si prese la testa tra le mani: anche lui era leggermente
brillo, ma Terry quella sera stava decisamente esagerando. Ormai lo
conosceva
da anni, doveva immaginarsi che sarebbe andata a finire così.
“Ehi, ragazzi,
noi andiamo via, non ci va di fare troppo tardi”
affermò
Freddie mettendosi in piedi, dopo aver parlottato per qualche istante
con John.
“Grazie per averci offerto da bere, ci si vede
domani!”
“Ma come, andate
già via?” si rattristò Terry, poggiando
i gomiti sul
tavolino e sporgendosi appena verso di loro – Danny dovette
spostare il suo
bicchiere mezzo vuoto per evitare che l’amico lo urtasse e lo
facesse cadere.
“Siamo stanchi e
domani abbiamo la partita” tentò di giustificarsi
John
evasivo.
“Oh,
sì, certo…” Terry sorrise malizioso.
“Allora divertitevi stasera,
magari fate un po’ di riscaldamento…”
Danny strabuzzò
gli occhi e mollò una gomitata al suo amico per impedirgli
di aggiungere altro, poi si voltò verso John e Freddie e si
sforzò di
sorridere. “Allora a domani, buonanotte ragazzi! È
stato un piacere anche per
noi!”
Per fortuna ci
pensò il cameriere a portarli fuori da
quell’imbarazzante
situazione, giungendo al loro tavolo con il quinto drink della serata
per Terry
– un superalcolico non meglio identificato.
“Ma dico, sei
fuori di testa?” ruggì Danny non appena John e
Freddie
lasciarono il locale.
“Volevo metterli
alla prova” si giustificò Terry candidamente, per
poi
buttare giù tutto d’un fiato metà del
contenuto del suo bicchiere.
“Comunque anche
noi dovremmo tornare a casa, si è fatto tardi. Non posso
rientrare
dopo mezzanotte!” affermò il più
minuto, gettando uno sguardo al display del
suo cellulare che segnava le 23:42.
“Altrimenti che
succede, la carrozza si trasforma in zucca?”
“Tu non conosci
i miei genitori, mi mangeranno vivo!”
“Andiamo Danny,
abbiamo diciassette anni! Ehi, a proposito di mangiare…
sai di cosa avrei voglia?”
Danny si
accigliò, già preoccupato per le strane idee del
suo amico.
“Di messicano! I
tacos, le salsine piccanti…” Terry assunse
un’espressione sognante, poi l’istante dopo
scoppiò a ridere e infine prese a
tossicchiare.
Danny lo
osservò dubbioso, domandandosi se fosse ubriaco o posseduto
dal
demonio. “Okay Terry, direi che è arrivato il
momento di tornare a casa…”
“No, ma
perché?”
“Perché
ti ci devo accompagnare io. Su, in piedi!” Danny si
alzò e si
accostò alla sedia dell’altro ragazzo,
picchiettandogli su una spalla.
Terry si
sollevò a fatica e dovette subito sorreggersi al tavolino
per
non cadere a terra; solo allora Danny si rese conto delle reali
condizioni in
cui versava il suo amico.
“Oh,
cazzo… meno male che io non mi sono sbronzato
così tanto” commentò
tra sé, poi afferrò il braccio del suo amico e se
lo avvolse intorno alle
spalle. “Forza, aggrappati a me! Sei un fottuto
disastro…”
“Grazie
amico” biascicò Terry con un sorriso sghembo.
I due uscirono in strada
– Danny faceva fatica a tenere l’equilibrio per
entrambi, schiacciato dal peso dell’amico – mentre
Terry continuava a
biascicare cose incomprensibili sul cibo messicano e la Coppa Davis.
“E come ci
arriviamo ora a casa? A quest’ora non passano più
i mezzi”
rifletté Danny, lanciando un’occhiata sconsolata
alla fermata del pullman e poi
calcolando quanto tragitto avrebbe dovuto compiere a piedi con Terry
appeso
addosso e in preda al delirio.
“Danny?”
“Che
c’è?”
“È
vero che sono un fottuto disastro?”
“Sì,
Terry. E non so nemmeno perché ti sto ancora
appresso.”
“Ma mi vuoi bene
lo stesso, vero?”
“Certo. E forse
è proprio il motivo per cui ti sopporto.”
“Anche tu sei un
fottuto disastro, lo sai? Fai schifo anche come
tennista…”
“Da che
pulpito!”
“…ma
anche io ti voglio bene. Siamo due fottuti disastri, ma ehi,
è
proprio per questo che siamo migliori amici!”
Danny sorrise; con molta
probabilità Terry il giorno dopo non avrebbe
ricordato niente di quella conversazione, ma lui non avrebbe mai potuto
scordarselo. Perché era tutta la verità.
Erano due disastri, dalla
testa ai piedi, e proprio per questo non
avrebbero mai potuto fare l’uno a meno dell’altro.
♣
♣
♣
Prompt
utilizzati per la challenge “Just stop for a minute
and smile”:
2.
"Non riuscirai mai a battermi!"
10.
"Poteva andare peggio…"
12.
"Stavamo giusto parlando di te!"
Prompt
utilizzato dalla lista “Dialoghi&Battute”
della
“Infinity Ptompt Challenge”:
6.
«Un altro».
«Ma…
sei già al quarto drink…»
«Ho
detto: un altro».
Prompt
utilizzato per la challenge “Things you said”:
17.
Things you said when you were drunk / Le cose che hai detto quando
eri ubriaco
*corre a
sotterrarsi*
Vi giuro che
non mi sono mai vergognata così tanto di
pubblicare una storia, VE LO GIURO! Cioè, è una
schifezza! Evelyn, ti prego ti prego
TI PREGO non picchiarmi e non togliermi il saluto, io ci ho provato con
tutte
le mie forze a farti un regalo decente ma NON SAPEVO COSA SCRIVERE e
meno male
che c’è stata Kim a farti un regalo migliore!
Non sono per
niente convinta, sia dell’idea – banalissima
–
sia della caratterizzazione dei personaggi – è la
primissima volta che scrivo
sui Chicago e sono molto impacciata – sia per il modo in cui
ho gestito la
scena, che non ha per nulla mordente… MA potevo evitare di
scrivere qualcosa
sulla BROTP preferita del fandom dalla festeggiata e dalla
sottoscritta? Cioè,
io DOVEVO scrivere di Terry e Danny, PER FORZA, anche perché
Terry mi fa morire
e ancora di più immaginarlo come un ragazzino di diciassette
anni che va al
liceo XDD
Una piccola
precisazione per quanto riguarda il cibo messicano
tanto agognato da Terry: è un piccolo dettaglio ricorrente
nelle storie di
Evelyn e che ho deciso di sfruttare. Nella sua fantasia infatti Terry
è un
amante del cibo messicano e lo mangerebbe ogni giorno della sua vita
– se poi vuole
invitarmi, mi unisco volentieri al banchetto, non sapete quanto mi
manca andare
all’Old Wild West AHAHAHAH XD
E penso non ci
sia altro da aggiungere, se non SCUSATE per questo
scempio che avete appena letto e ANCORA TANTISSIMI AUGURI EVELYN
*__________*
Alla
prossimaaaa! ♥
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