L’enigma del gallo
e del veliero
Entrai in cucina e
lanciai un’occhiata a Roddy, che era seduto al tavolo e
armeggiava con
cellulare. “Ehi” lo salutai, per poi lasciarmi
sfuggire uno sbadiglio. “Che si
dice?”
“Dovrei essere io a
chiederlo a te, dato che oggi sei invecchiato. Si cominciano a sentire
i dolori
alle ossa?” ribatté lui in tono allegro, lasciando
il telefono sul tavolo e poggiando
il mento sul palmo della mano per potermi scrutare con attenzione.
“Sì, ce le ho tutte
rotte, adesso mi si stacca un braccio.” Mi avviai verso il
frigo, lo aprii e
cominciai a ispezionarne il contenuto con lo sguardo, finché
non trovai ciò che
stavo cercando; afferrai una ciotola bianca coperta con un foglio di
carta
stagnola e richiusi lo sportello. Prima di tornare al tavolo, lanciai
un’ultima
occhiata scettica all’elettrodomestico, poi scossi per un
istante il capo e presi
posto attorno su una sedia accanto al mio ragazzo.
“Abbiamo finito di
pranzare un’ora fa” mi fece notare Roddy, inarcando
un sopracciglio mentre scoperchiavo
il budino ai frutti di bosco che avevamo preparato il giorno prima.
“Ma oggi è il mio
compleanno” mi giustificai, mettendomi in bocca la prima
cucchiaiata di dolce.
“Certo, e questo ti
dà il diritto di finire tutto da solo l’ultimo
budino rimasto in frigo…” Sul
viso delicato di Roddy si dipinse un adorabile broncio.
“Se vuoi ci sono
ancora dei gelati in freezer. Comprati in offerta con la bellissima
carta
fedeltà del Wal-Mart che io ti ho regalato”
puntualizzai, continuando a strafogarmi
con gusto.
“Ma che persona
altruista e generosa il mio ragazzo!” brontolò
lui, incrociando le braccia al
petto.
Sentii il suo
sguardo addosso per qualche istante, finché
all’improvviso Roddy non mi si
gettò addosso, strappandomi il cucchiaino dalle mani senza
darmi il tempo di
reagire. Prima di allontanarsi, trascinando anche la ciotola con il
budino
nella sua metà del tavolo, mi stampò un bacio
sulle labbra mentre ridacchiava.
“Ehi, ma che
stronzo! Quello è il mio dolce di compleanno!”
protestai, mentre Roddy prendeva
un abbondante cucchiaiata e se la portava alle labbra; volevo rimanere
serio e
fingermi offeso, ma non potei fare a meno di sorridere nel notare il
suo mento
sporco di bianco e rosa.
“Grazie per averlo
condiviso con me, sei un tesoro!” pigolò il biondo
strizzandomi l’occhio.
“Non importa,
chiederò a Puffy di prepararmi una teglia di
tiramisù” ribattei piccato.
Proprio in quel momento l’occhio mi cadde su una bustina da
lettera verde che
era abbandonata sul piano del tavolo e mi sporsi in avanti per
scrutarla
meglio. “E questa cos’è?”
“Il tuo regalo di
compleanno,” rispose prontamente Roddy con la bocca piena,
“o meglio, una parte
di esso. Aprila!”
Aggrottai le
sopracciglia e afferrai l’oggetto lentamente, per niente
tranquillo. Roddy mi
aveva promesso che si sarebbe vendicato per lo scatolone che gli avevo
regalato
per il suo compleanno e, ne ero certo, non si era dimenticato.
“Cosa devo
aspettarmi?” borbottai, mentre aprivo la bustina.
“Un serpente
velenoso” scherzò Roddy mentre continuava a
mangiare.
“Però non è
giusto,
nel frattempo tu stai finendo tutto il budino!” mi lagnai,
mentre portavo fuori
un cartoncino su cui erano scarabocchiate due righe con
l’inconfondibile grafia
arrotondata di Roddy.
“Zitto e leggi a
voce alta!”
“E come faccio a
stare zitto se devo leggere?” gli feci notare.
“Insomma, hai
capito!”
Mi schiarii la gola.
“Se un gallo fa un uovo sulla punta di un tetto,
dove cade?” Lasciai
nuovamente scivolare il biglietto sul tavolo e sgranai gli occhi
confuso,
mentre sul volto di Roddy si apriva un sorriso divertito che si
ampliava ogni
istante di più. “Ma che
cazzo…?”
“È un
indovinello”
spiegò lui candidamente.
“Non ho capito il
regalo.”
“Questa è solo la
prima parte, prima di arrivare al vero
regalo.”
Aggrottai le
sopracciglia. “E quando lo posso vedere questo vero
regalo?”
“In realtà
è già
qui!” Roddy portò fuori dalla tasca dei
pantaloncini una bustina rossa adornata
da un nastrino giallo – probabilmente aveva riciclato quello
che avevo
utilizzato io tre settimane prima – e me la
sventolò davanti al viso. “Ma non
potrai aprirlo finché non avrai risolto il
rompicapo!”
“Questo però
è
sadismo!” mi lamentai. Ripresi in mano il bigliettino e
rilessi con attenzione
la domanda. “Se un gallo… sulla punta di un tetto?
Aspetta, ma che stronzata è?
E come ci è arrivato il gallo su un tetto? I galli non
volano!”
“Vabbè, devi
lavorare di immaginazione…”
Sospirai e mi
guardai attorno con aria confusa, poi avvistai la ciotola quasi vuota
che Roddy
aveva lasciato incustodita e la afferrai con un gesto fulmineo.
“Mangiare mi
aiuta a pensare” affermai.
“Allora chiedi a
Puffy di portarti il tiramisù il prima possibile,
perché avrai molto da
pensare.”
“Allora.” Presi una
cucchiaiata di budino. “Un gallo fa l’uovo sulla
punta di un tetto… dove cade?
Beh, sicuramente in terra. Ho indovinato? Adesso posso aprire il
regalo?”
“No, non hai
indovinato, e no, non puoi aprirlo!” Roddy sbatté
un paio di volte le palpebre
con fare innocente mentre giocherellava col pacchetto, facendo ben
attenzione
che fosse in bella mostra.
“Che stronzo! Fai
così solo perché tu sei già arrivato
alla soluzione!”
“Veramente non ci
ho nemmeno provato, l’ho guardata subito.”
Sbuffai. “Allora,
non ha senso. Io voglio sapere chi ce l’ha messo il gallo sul
tetto, perché non
può esserci arrivato da solo. A meno che… i
proprietari della casa non abbiano
un pollaio panoramico sul tetto della casa!”
Roddy prese a
sghignazzare. “Ah Jim, quanto ti amo!”
“Come mai te ne
accorgi proprio ora?” gli chiesi mentre finivo di spazzolare
anche gli ultimi
residui di budino ai frutti di bosco.
“Perché il tuo
cervello riesce a elaborare le teorie più assurde e io mi
diverto un sacco!”
Ma io lo ascoltai a
malapena: avevo spostato la tazza vuota da una parte e avevo ripreso in
mano il
cartoncino con il rompicapo per cercare qualche indizio nascosto. In
realtà
queste cose mi intrigavano un sacco, mi divertivo tantissimo a cercare
delle
soluzioni, ma perdevo la pazienza troppo presto. Una volta avevo
comprato un
cubo di Rubik e, dopo due giorni in cui me l’ero portato
appresso per tutta la
casa nel tentativo di risolverlo, mi ero stufato e per noia avevo
disegnato
tanti piccoli teschietti sulle tessere colorate con il pennarello
indelebile;
ancora il cubo giaceva su una mensola della camera da letto.
“Dunque,
pensiamo…”
ruppi il silenzio dopo qualche istante di riflessione.
“Questo gallo sta sulla
punta del tetto… ma non gli farà male il culo a
stare seduto su una punta?”
Roddy si strinse
nelle spalle. “Magari è un gallo gay e gli
piace” insinuò con un sorrisetto
malizioso.
“Non parlare, mi
confondi!”
“Perfetto, vado in
bagno e ti lascio al tuo enigma!” Detto questo, Roddy si
alzò e si diresse
verso la porta. Prima di lasciarsi la stanza, mi mostrò
ancora una volta la
bustina rossa. “Mi raccomando, pensa intensamente, il tuo
regalo ti aspetta!”
“Vaffanculo, sei un
bastardo!”
“Ho capito, ci sono
arrivato!” Feci irruzione in cucina e mi piantai le mani sui
fianchi, puntando
lo sguardo su Roddy, che era alle prese con i fornelli.
Lui mi lanciò
un’occhiata esausta. “Sentiamo”
esalò in tono piatto.
Ormai erano le nove
di sera e sentivo che lui stava per cedere: non avevo fatto altro che
tartassarlo con teorie assurde – ma, secondo il mio parere,
ragionevoli – e, se
all’inizio si stava divertendo, ora sul suo viso si dipingeva
una smorfia di
terrore ogni volta che mi vedeva nei paraggi.
La sua
testardaggine gli aveva impedito di lasciar perdere, ma non aveva
tenuto in
conto la mia immensa bravura nella tecnica dello sfinimento.
“L’uovo non cade da
nessuna parte!” affermai con sicurezza.
“Mmh… e
perché?” domandò
lui in tono annoiato, mentre versava un filo d’olio in una
padella.
“Allora, io ho
pensato questo: un gallo, non potendo volare, non può
arrivare su un tetto,
quindi sicuramente non è un gallo normale, ma è
un alieno. Dato che è un alieno,
sicuramente le sue uova non sono ovali o comunque a forma di uovo, ma
magari
sono quadrate e quindi non rotolano. Dunque l’uovo non cade
da nessuna parte,
rimane sul tetto” spiegai con fare tronfio e soddisfatto.
“Ho ragione? Ho
indovinato?”
“Che idea di merda
che ho avuto” sospirò Roddy, portandosi una mano
sulla fronte, esasperato.
“In che senso?”
finsi di non capire, tuffandomi sul divano.
“Sei talmente una
rottura di cazzo che è impossibile vendicarsi di te! E se
sento un’altra teoria
come questa, oggi a cena mangeremo il mio cervello dopo che mi
sarà uscito dal naso”
sbottò in tono lugubre.
“Quindi che si fa?”
Incrociai le braccia al petto e piegai la testa di lato, un sorriso
innocente
dipinto sulle labbra.
Roddy mi si accostò
e mi gettò praticamente addosso il pacchetto rosso col
nastrino giallo che
aveva tenuto per tutto il tempo nella tasca dei pantaloncini.
“Basta, mi
arrendo! Altrimenti qui la tiriamo avanti fino al prossimo compleanno,
e
finirei per diventare vedevo già da giovane dopo averti
ucciso nel sonno!”
“Oh, finalmente!”
Afferrai la bustina come un affamato afferrerebbe un piatto pieno di
cibo.
“Dopo tutto quello che mi hai fatto passare per questo
regalo, come minimo devi
avermi comprato una villa in riva al mare.”
Roddy ridacchiò e
prese posto sul bracciolo del divano accanto a me. “Vedrai,
sarà un regalo bellissimo
che ripagherà tutte le tue fatiche!” E la sua voce
era tremendamente
sarcastica.
“Ma che cazzo di
regalo è?” sbottai dopo aver strappato via la
carta regalo spiegazzata. Non
potevo crederci: quella che stringevo tra le mani era la calamita a
forma di
veliero che avevamo comprato qualche anno prima in vacanza a Miami e
che
tenevamo sempre attaccata al frigo.
“Hai visto? Ho
preso da te l’usanza di impacchettare cose che erano
già nostre!” commentò il
mio ragazzo in tono soddisfatto.
“Adesso ho capito!”
mi illuminai, scattando in piedi e precipitandomi verso il frigo.
“È da questo
pomeriggio che lo guardo e c’era qualcosa che non quadrava,
ma non riuscivo a
capire cos’era! Mancava una calamita!” strepitai,
riattaccando il piccolo
veliero al suo solito posto che era rimasto vuoto, poi mi voltai verso
Roddy e
gli sorrisi. “Quanti misteri da svelare oggi!”
“E non sei deluso
dal mio regalo di merda?”
Mi strinsi nelle
spalle. “No, in realtà mi sono divertito
tantissimo! E poi come faccio a essere
incazzato quando ho la certezza che più tardi Puffy
passerà a portarmi una
teglia di tiramisù?”
“Che palle, e io
che avevo studiato tutto nei minimi dettagli! Per vendicarmi avrei
dovuto
direttamente tagliarti i capelli nel sonno!” si
lamentò Roddy offeso, mettendo
su il solito adorabile broncio che mi faceva sciogliere ogni volta.
“E dai, non fare
così!” Mi accostai a lui e lo abbracciai,
facendogli posare la testa sul mio
petto. “Dimmi un po’, il nastrino giallo
è lo stesso che ho usato io per te?”
“Sì, l’ho
riciclato” mugolò. “E comunque, se
proprio lo vuoi sapere, l’uovo non cade da
nessuna parte perché non c’è nessun
uovo: i galli non fanno le fottutissime
uova.”
Sgranai gli occhi,
lo lasciai andare e feci un passo indietro.
“Cioè… era questa la soluzione? Ma
che stronzata è? E io che pensavo ci fosse dietro una
qualche teoria
complottista coi nazisti e le armi nucleari…”
Ma Roddy non mi
permise di continuare: si sporse verso di me e mi catturò le
labbra in un bacio
breve e disperato. “Ti prego, stai zitto, hai sparato
già abbastanza cazzate
oggi.”
♥ ♥
♥
AUGURI JIIIIIIIM
*_____________*
Okay, so che quello
che avete appena letto è altamente demenziale e forse non
è nemmeno divertente
come l’avevo pensato, ma voi dovete capire una cosa: io ADORO
le congetture improbabili
e gli svarioni assurdi di cui Jim e solo Jim è capace!
Cioè, lui davvero nelle
interviste portava fuori cose fuori dal mondo fino a stordire gli
intervistatori,
quindi non potevo non metterlo di fronte a questo enigma del gallo XD
cercando
su internet, ho trovato un sacco di rompicapo interessanti e intricati,
ma questo…
questo mi ha rapito il cuore proprio AHAHAHAHAHAHA abbiamo le uova
quadrate dei
galli alieni che fanno concorrenza ai feti di struzzo AHAHAHAHAHAH XD
Alla fine l’unico
che ci è davvero rimasto male in tutti e due i capitoli
è stato Roddy, visto
come gli è andata male la vendetta :P lui voleva fare lo
stronzetto facendo
morire Jim di curiosità, e invece…
Domandina: voi alla
soluzione del problema ci siete arrivati o l’avete scoperta
alla fine insieme a
Jim? XDD
Piccole noticine aggiuntive,
ma così giusto per curiosità ^^
Mi immagino Jim come
un goloso di dolci perché durante una sua intervista
risalente al ’92 (l’unica
che ho letto con lui come solo protagonista, perché era
chilometrica e mi ha
sfiancato in una maniera terribile XD), a un certo punto mentre parlava
con l’intervistatore
ha ordinato – se ricordo bene – un pancake con le
fragole! Il che, se si pensa
alla sua figura sempre cupa e alle sue uscite raccapriccianti e
grottesche, stona
completamente, e proprio per questo è assolutamente
fantastico XD
Puffy e il tiramisù
li ho inseriti per due motivi: in primis, a quanto pare il nostro
batterista è
un grande amante del tiramisù, e poi sua moglie è
famosa per i dolci che cucina
– se non erro ha pubblicato anche dei libri di ricette. Ora,
io non ho deciso
la precisa ambientazione di questa minilong, quindi non è
detto che fosse sposato,
e/o se Puffy sappia fare il tiramisù con le sue mani, ma
l’immagine è talmente
bella e fluff che non ho potuto resistere *-*
Ovviamente la vacanza
a Miami è una mia invenzione!
Per il veliero devo
ringraziare ancora una volta mia madre, a cui anche stavolta ho chiesto
un prompt
e mi ha suggerito appunto la parola “veliero”. Meno
male che c’è lei,
altrimenti non avrei saputo cosa ficcarci dentro quel pacchetto regalo!
Bene, ho già sproloquiato
abbastanza, quindi non mi resta che fare ancora tantissimi auguri di
buon compleanno
a Jim e ringraziare le persone che hanno recensito il primo capitolo e
quelle
che giungeranno anche al termine di questo! Grazie per aver seguito
questa
stronzatina tanto stupida e stay Martum sempre!!! :3
Alla prossima!!!!! ♥
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