Io so che tu sai che io so

di StephEnKing1985
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1.

 
Quel pomeriggio, la banca era semivuota. Poche persone erano accodate agli sportelli, i divanetti accanto all’ingresso erano vuoti. Nessuno che aspettasse di essere ricevuto dal direttore o dai broker, che peraltro erano già andati a casa da un’ora lasciando gli uffici (o meglio, i cubicoli) vuoti.

Vegeta guardò l’orologio. Ancora dieci minuti, e poi sarebbe potuto andare a casa a vedere la partita, della quale stava seguendo le prime cronache tramite la radiolina-libro che teneva nel taschino della giacca.

- Vegeta, ho i mandati da firmare – disse Laura, sopraggiungendogli accanto con il blocco per le firme.

Lui le prese il blocco dalle mani senza dire nulla, continuando a seguire la telecronaca, quindi iniziò a firmare i vari mandati.

A un tratto, squillò il telefono. Laura prese la cornetta e rispose.

- Banca Nazionale, buonasera – una pausa – Sì certo, glielo passo - disse Laura, porgendogli la cornetta. – E’ per te, tua moglie. –

- Pronto? –

- Vegeta! Vegeta, amore mio, sono felicissima! –

- Ehi, che succede? – domandò in una risata – Hai trovato per caso un vestito nuovo? –

- No, no! No, amore mio. Ho capito una cosa. Ho capito che ti amo, che è una giornata bellissima, e che voglio… voglio fare l’amore con te! –

- E mi chiami in ufficio per farmi certe proposte?! Guarda che non sono solo… -

- Ma che t’importa! Sei un uomo sano, pieno di vita. Dai, ti prego, andiamo nella nostra casa in campagna! –

- La casa di campagna? Bisogna ripristinare il riscaldamento, come minimo ci saranno i pinguini, a quest’ora. –

- Dai, amore, non dirmi di no. –

- Anche volendo, non posso. –

- Perché? – domandò Bulma.

- Perché stasera c’è la partita. –

- La partita…? –

- E certo, la partita! Ogni volta tu t’inventi una scusa per non farmela vedere…! –

- Ma che m’invento… tu non capisci, Vegeta… -

- Senti Bulma, io stasera ho la partita, tu fai un po’ quello che vuoi, va bene? Ci vediamo a casa stasera, ok? Ciao… ciao, ciao. – e riagganciò. Poi guardò l’orologio.

- Io vado – disse, prendendo la borsa da sotto la scrivania e tastandosi il petto per vedere se ci fosse ancora la pistola.

- Senti, Vegeta? – lo chiamò Laura. Lui si girò e la guardò.

Con il blocco dei mandati in braccio, lo guardò negli occhi e gli disse: - Se non vuoi più fare l’amore con tua moglie, perché non ricominci con me? –

A quella proposta, Vegeta roteò gli occhi nelle orbite e, semplicemente, si girò, avviandosi verso l’uscita.

 





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