1.
Quel pomeriggio, la banca era semivuota. Poche persone erano
accodate agli sportelli, i divanetti accanto all’ingresso erano vuoti. Nessuno
che aspettasse di essere ricevuto dal direttore o dai broker, che
peraltro erano già andati a casa da un’ora lasciando gli uffici (o meglio, i
cubicoli) vuoti.
Vegeta guardò l’orologio. Ancora dieci
minuti, e poi sarebbe potuto andare a casa a vedere la partita, della quale stava seguendo le prime cronache tramite la
radiolina-libro che teneva nel taschino della giacca.
- Vegeta, ho i mandati da firmare
– disse Laura, sopraggiungendogli accanto con il blocco per le firme.
Lui le prese il blocco dalle mani senza
dire nulla, continuando a seguire la telecronaca, quindi iniziò a firmare i
vari mandati.
A un tratto, squillò il telefono. Laura
prese la cornetta e rispose.
- Banca Nazionale, buonasera – una
pausa – Sì certo, glielo passo - disse Laura, porgendogli la cornetta. –
E’ per te, tua moglie. –
- Pronto? –
- Vegeta! Vegeta, amore mio, sono
felicissima! –
- Ehi, che succede? – domandò in
una risata – Hai trovato per caso un vestito nuovo? –
- No, no! No, amore mio. Ho capito una
cosa. Ho capito che ti amo, che è una giornata bellissima, e che voglio… voglio fare l’amore con te! –
- E mi chiami in ufficio per farmi
certe proposte?! Guarda che non sono solo… -
- Ma che t’importa! Sei un uomo sano,
pieno di vita. Dai, ti prego, andiamo nella nostra casa in campagna! –
- La casa di campagna? Bisogna
ripristinare il riscaldamento, come minimo ci saranno i pinguini, a quest’ora. –
- Dai, amore,
non dirmi di no. –
- Anche volendo, non posso. –
- Perché? – domandò Bulma.
- Perché stasera c’è la partita. –
- La partita…? –
- E certo, la partita! Ogni volta tu t’inventi
una scusa per non farmela vedere…! –
- Ma che m’invento… tu non capisci,
Vegeta… -
- Senti Bulma,
io stasera ho la partita, tu fai un po’ quello che vuoi, va bene? Ci vediamo a
casa stasera, ok? Ciao… ciao, ciao. – e riagganciò.
Poi guardò l’orologio.
- Io vado – disse, prendendo la
borsa da sotto la scrivania e tastandosi il petto per vedere se ci fosse ancora
la pistola.
- Senti,
Vegeta? – lo chiamò Laura. Lui si girò e la
guardò.
Con il blocco dei mandati in braccio, lo guardò negli occhi e gli disse: - Se non vuoi più fare l’amore
con tua moglie, perché non ricominci con me? –
A quella proposta, Vegeta roteò gli
occhi nelle orbite e, semplicemente, si girò, avviandosi verso l’uscita.