Babbo natale
Did it slide into your heart?
“Bene, allora” enunciò Dom con entusiasmo, rigirandosi
tra le mani il cappellino di Natale rosso e bianco che teneva al contrario.
“Uno alla volta farò i vostri nomi e verrete a pescare un bigliettino!”
“E non puoi avvicinarti tu anzi che farci alzare?” lo
interruppe Price che, stravaccato sul divano, non sembrava affatto intenzionato
a lasciare il suo posto.
“Se mi capiterai tu, ti regalerò una sedia a rotelle”
commentò Joe con un sospiro.
“Dai, sono troppo curioso! Chi comincia?” intervenne
Conor, che passeggiava avanti e indietro nei pressi del chitarrista moro e non
riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia.
Quando Dom aveva proposto di provare a organizzare un
Babbo Natale Segreto, il cantante era stato colui che aveva accolto con più
entusiasmo quell’idea e non faceva che strepitare e fare progetti da giorni.
“Dal più giovane al più vecchio?” propose Phil, che si
trovava sul divano accanto a Price.
“Andata! Comincio io!” affermò Dom agitando il cappellino
di Babbo Natale in aria con l’intento di rimestare i bigliettini, un sorrisetto
beffardo dipinto in viso.
“E se uno di noi si auto-pesca? Cosa fa, si compra
il regalo da solo?” domandò all’improvviso Price.
“Butta di nuovo il biglietto dentro il cappello e ne
prende un altro” ribatté prontamente Joe, sistemandosi meglio sul bracciolo del
divano su cui aveva preso posto, proprio accanto al batterista.
Dom si schiarì la gola per attirare la loro attenzione
mentre infilava le mani dentro l’improvvisato contenitore in stoffa. In un
silenzio quasi solenne, portò fuori un foglietto spiegazzato; gettò con
malagrazia il cappellino natalizio tra le braccia di Conor e lo dispiegò. Un
sorriso divertito si allargò sulle sue labbra mentre leggeva il destinatario
del suo regalo. “Bene. Interessante!”
Conor si sporse nella sua direzione e si mise in punta di
piedi per cercare di sbirciare il nome oltre la sua spalla, ma Dom ebbe i
riflessi pronti per mollargli una gomitata nelle costole e riporre l’oggetto
nella tasca dei jeans.
Il cantante lanciò un gridolino tra il dolorante e il
frustrato e si massaggiò il costato.
Dom gli lanciò un’occhiata truce, poi si voltò dagli
altri tre. “Chi è il prossimo?”
“Sono io! E spera che io non sia il tuo Babbo Natale
segreto, altrimenti ti regalo una denuncia per maltrattamento!” replicò Conor,
pescando un bigliettino dal cappello che ancora aveva in mano.
“Finiranno pure per crederti, con quel faccino da cane
bastonato” lo sbeffeggiò Price.
Quando Conor lesse il nome della persona che gli era
capitata, scoppiò a ridere senza ritegno.
“Oh cazzo” commentò Phil, scambiando occhiate dubbiose
con i suoi amici.
“Ci dobbiamo preoccupare?” aggiunse Joe, sollevando un
sopracciglio.
“C’è sempre da preoccuparci quando c’è di mezzo
Conor” chiosò il batterista con un’alzata di spalle. “Tocca a me! Conor, mi
porti il cappello?”
“No! Alzati e vieni a prenderlo!” Cercando di placare le
risate, il biondo sollevò il cappello in aria e lo fece oscillare come se fosse
sul punto di lanciarlo.
“Ma che palle!”
“Se leggi il tuo bigliettino qui, lo possiamo vedere sia
io che Phil” gli fece notare Joe, dandogli una leggera e scherzosa spinta. Poi
affilò lo sguardo e sorrise sornione. “Alzati, altrimenti ti rubo gli occhiali
e ti faccio il solletico finché non ti ricorderai più il tuo nome.”
Price sospirò e si mise in piedi, raggiungendo Conor –
che ancora sghignazzava tra sé. Tirò fuori dal cappello un bigliettino, lo
dispiegò e aggrottò le sopracciglia nel leggere il destinatario del suo regalo.
“Porca puttana…”
“Tutto bene, Price?” gli chiese ironicamente Dom,
picchiettandogli sulla spalla.
“Col cazzo che va tutto bene! E adesso io cosa gli
regalo?” bofonchiò, vagamente disperato.
“Joe, tocca a te!” annunciò Dom.
Il biondo li raggiunse in fretta, prese il suo biglietto,
lo esaminò con attenzione e annuì, un sorriso soddisfatto a increspargli le
labbra. “Bene, molto bene! Ho già un paio di idee interessanti!”
“Me ne vendi una?” gli chiese Price, che ancora si
rigirava il foglietto tra le mani e aveva messo su un’espressione corrucciata.
“Lo farei, ma le regole del gioco dicono che non ci si
può aiutare a vicenda” rispose Joe, tornando al suo posto e continuando a
sorridere compiaciuto.
“Chissà cosa sta architettando…” commentò Phil,
allungando un braccio per tirargli una ciocca di capelli.
“Cugino, manchi solo tu!” lo richiamò Dom, recuperando il
cappello dalle mani di Conor e lanciandolo in direzione del bassista. Per
fortuna quest’ultimo ebbe la prontezza di afferrarlo al volo e ne portò fuori
l’ultimo pezzetto di carta. Mentre lo srotolava, un enorme sorriso spuntò sul
suo viso, mettendo in risalto le fossette sulle guance, e gli occhi gli
brillarono per un istante.
“Io ho già un sospetto su chi potrebbe essergli capitato”
asserì Dom in tono malizioso, dando di gomito a Price.
“Stai pensando la stessa cosa che sto pensando io?”
ribatté il batterista, lanciandogli uno sguardo complice.
Poi i due presero a sghignazzare e lanciare occhiate
eloquenti a Phil.
“Andate a fare in culo” ribatté il bassista senza
scomporsi troppo.
“Ragazzi, io non ci posso credere, questo Babbo Natale
segreto è l’idea migliore che Dom abbia mai avuto da quando lo conosco!” se ne
uscì Conor che, già isolatosi dagli altri, stava armeggiando col suo cellulare
– probabilmente in cerca di qualche articolo su internet – e non riusciva a
smettere di ridacchiare.
“Visto?” si pavoneggiò Dom, gonfiando il petto per
qualche secondo, poi si tuffò sul divano tra Phil e Joe e ficcò il cappellino
di Babbo Natale in testa al biondo.
“Che palle, mi hai fottuto il posto” si lamentò Price,
raggiungendoli e incrociando le braccia al petto con fare offeso.
“Vuoi sederti in braccio a me?” ribatté Dom sarcastico.
“Non mi sfidare, Craik.” Detto ciò, Price sorrise
beffardo e poi gli si buttò addosso con malagrazia, stravaccandosi letteralmente
su di lui. “Devo dire che sei pure comodo!”
Phil scambiò un’occhiata con Joe, poi posò lo sguardo su
Dom che tossicchiava e cercava di raddrizzarsi sotto il corpo di Price che lo
schiacciava. “Che carini!”
“Che dici, scattiamo loro una foto e la usiamo per
ricattarli?” propose Joe in tono fintamente innocente.
“Ci sto!”
Price serrò gli occhi e si batté una mano sulla fronte,
sull’orlo della disperazione. Da quando, qualche giorno prima, era cominciata
quella faccenda del Babbo Natale segreto, non si era dato pace: si era
scervellato giorno e notte, ma non era riuscito a trovare l’idea giusta.
“Ehi” lo salutò Dom, prendendo posto accanto a lui.
“Ciao.”
“Ancora non hai trovato un regalo adatto?”
“No! E credo che entro Natale mi verrà un infarto!”
sbottò il batterista, concludendo la frase con l’ennesimo sospiro. Tornò a consultare
il suo cellulare, su cui aveva aperto la home di Amazon, e scosse il capo.
Dom rise. “Dai, non può essere così complicato! Ci
conosciamo tutti benissimo, non può non venirti in mente niente!”
“Beh, non volevo fare un regalo banale… solo che mi è capitato
il più difficile tra tutti e cinque!”
“E da questo posso dedurre che non sono io” aggiunse
subito il chitarrista.
Price sospirò. “Alla fine dovrò ripiegare su un
noiosissimo buono Amazon, me lo sento…”
Dom sorrise. “Perché, al posto del noiosissimo Amazon,
non prendi una gift card da qualche erotic shop di tendenza? Ho giusto due o
tre siti che potrei consigliarti…”
Price sghignazzò. “Non ci avevo pensato! Che idea
geniale! La terrò in considerazione… ma dimmi, tu a che punto sei col tuo Babbo
Natale segreto?”
Dom annuì, sul viso aveva l’espressione di uno che ha
tutto sotto controllo. “Ci sto lavorando. Sto rifinendo i dettagli.”
“Beato te…”
Il chitarrista affilò lo sguardo e si sporse appena verso
il suo amico, assumendo un fare complice. “Senti, e se mi dicessi il
destinatario del tuo regalo? Così potrei davvero darti una mano e pensare a
qualcosa di più mirato… non lo saprà nessuno.”
Il batterista sgranò gli occhi e accennò un sorriso. “Lo
faresti davvero? Infrangeresti le regole per me?”
“Ma certo, tesoro” gli rispose l’altro con un filo
d’ironia.
Ma proprio mentre Price stava per aprire bocca, qualcuno
si schiarì la gola alle loro spalle, facendoli sobbalzare come due ladri colti
con le mani nel sacco.
Si voltarono di scatto e misero a fuoco la figura di
Conor che, con le mani puntate sui fianchi e un’espressione truce, se ne stava
fermo sulla soglia.
“Ehilà!” lo salutò Dom con un sorrisone forzato.
“Guardate che ho sentito tutto. E non vi azzardate a
imbrogliare: è illegale chiedere aiuto agli altri!” puntualizzò in tono
solenne, per poi accostarsi e sedersi al tavolo con loro.
“Perché in questa diamine di sfida non ci sono i jolly da
poter giocare?” si lamentò Price, sollevando gli occhi al cielo.
“Forse perché non è una sfida” gli fece notare Conor,
strizzandogli l’occhio.
“Ehi, ti vedo molto rilassato” gli si rivolse Dom, le
iridi accese di curiosità.
Il biondo sghignazzò. “Non posso fare spoiler, ma ci sarà
da ridere allo scarto dei regali! In realtà sono un po’ preoccupato perché ci sono
stati dei problemi con un ordine e ho paura che non arrivi in tempo, ma per il
resto è tutto assolutamente perfetto!”
“Da ridere? Io mi metto a piangere già da ora!” si lagnò
ancora Price.
Conor si strinse nelle spalle. “Ma se è così tanto difficile,
perché non ripieghi su un buono Amazon?”
Joe canticchiava tra sé mentre faceva un checkup della
sua chitarra e la tirava a lucido. Adorava prendersi cura del suo gioiellino,
soprattutto quando aveva tanto tempo a disposizione per potercisi dedicare.
A qualche metro da lui, Phil stazionava su una poltrona e
sfogliava una rivista – un dépliant pubblicitario inerente a un negozio di
arredamento.
Il bassista sollevò lo sguardo dalle pagine patinate e lo
posò sul suo amico. “Ehi, Joe.”
“Dimmi.”
“Tu hai già trovato il regalo per il Babbo Natale
segreto?”
Il biondo annuì. “Assolutamente! Il giorno dopo
l’estrazione avevo già risolto.”
“Cazzo, complimenti.” Phil voltò pagina e prese a
osservare gli infissi pubblicizzati sul volantino. Non che gli interessasse
davvero, era giusto per ammazzare il tempo.
“Tu invece?” gli chiese Joe dopo qualche istante di
silenzio.
Il bassista si passò una mano tra i capelli scuri.
“Diciamo di sì. Ho trovato un oggetto molto carino giusto ieri, dopo aver
cercato ovunque, ma non sono del tutto soddisfatto. Ho paura che sia troppo
poco.”
Joe scosse il capo e sorrise. “Ti metti troppi problemi.”
“Può essere. Ma, sai… lui è una di quelle persone a cui
potresti regalare qualsiasi cosa, di cui è facile capire i gusti, ma allo stesso
tempo tutto sembra troppo banale.”
Joe annuì e non aggiunse altro. Ma c’era qualcosa nel
tono del suo amico e nelle parole che aveva usato che aveva confermato il suo
sospetto iniziale. C’era una sola persona a cui Phil si rivolgeva in quel modo.
Due settimane dopo l’estrazione, come da accordo, i
cinque ragazzi dei Nothing But Thieves si radunarono a casa di Phil per lo
scarto dei regali: era la vigilia di Capodanno, il fuoco scoppiettava nel
camino e la dimora del bassista era stata decorata da una miriade di lucine
intermittenti.
I regali, ognuno riportante il nome del destinatario ma
mai quello del mittente, erano stati raccolti al centro di un enorme tappeto
bordeaux che stazionava di fronte al focolare.
Phil e Joe avevano preso posto sul basso gradino del
caminetto, Price e Conor – quest’ultimo non riusciva a smettere di agitarsi e
ridacchiare, totalmente su di giri – si erano accomodati sul divano e Dom, da
coordinatore ufficiale dell’iniziativa, si era messo in ginocchio accanto ai
pacchetti colorati, pronto a distribuirli.
“Visto che l’altra volta abbiamo fatto dal più giovane al
più vecchio, ora potremmo procedere al contrario” propose Joe, sbirciando
insistentemente tra i regali in cerca del suo nome. Ora era davvero curioso,
doveva ammetterlo: non voleva solo scoprire cos’avesse ricevuto, ma anche
tirare a indovinare per capire chi fosse il suo Babbo Natale segreto.
“Non sono d’accordo!” sentenziò Dom che, secondo le
regole proposte dall’altro chitarrista, avrebbe dovuto scartare il suo regalo
per ultimo.
“Ci diamo una mossa prima che arrivi il prossimo Natale?
Magari tra questi bei pacchetti c’è qualcosa di commestibile e potrebbe anche
scadere se perdiamo altro tempo” si intromise Price.
“Ordine alfabetico?” propose Phil.
“E ordine alfabetico sia” acconsentì Dom, cominciando a
frugare tra le varie confezioni infiocchettate. “Allora, Conor… eccoti qua!”
esclamò, afferrando un pacco piuttosto grande, avvolto in una busta rossa
scintillante e decorato con una coccarda dorata.
Il cantante si scaraventò letteralmente giù dal divano,
inginocchiandosi accanto al suo amico; con un enorme sorriso, prese in mano il
suo regalo e lo esaminò con attenzione, tastandone la consistenza morbida. “È
un bambino?” chiese ironico, notando la forma leggermente allungata.
“Non starebbe fermo e zitto se lo fosse” constatò Joe,
sporgendosi in avanti per osservare meglio.
“Dai, aprilo!” lo incitò Price.
“Ah, c’è un post-it!” Conor staccò il bigliettino giallo
che era stato attaccato in prossimità della coccarda, vi posò gli occhi e
aggrottò la fronte. “E chiunque l’abbia scritto ha cambiato la sua grafia per
evitare che la riconoscessi… che palle, io speravo fosse un indizio!”
“Cosa c’è scritto?” incalzò Dom, facendosi più vicino per
poter sbirciare.
Il cantante si schiarì la gola. “Per Conor. Spero che
questo possa aiutarti per la tua insonnia… e c’è un emoticon sorridente” lesse.
“Quindi non è un bambino” trasse le sue conclusioni Joe.
Conor ripose il post-it in tasca e cominciò a scartare il
pacco con lentezza, cercando di non rovinare la bustina.
Dom sbadigliò teatralmente.
“Un attimo, ho quasi fatto! Okay, allora…” Il biondo
sbirciò dentro la confezione ormai aperta e, sempre più perplesso, vi estrasse
quello che sembrava essere un cuscino.
Price scoppiò a ridere e gettò la testa all’indietro. “Ma
siamo sicuri che quello non fosse per me?”
“Un cuscino… con un cavetto jack?!” si sorprese il
destinatario del dono, indicando uno spinotto dal filo nero in un angolo della
confezione.
“Un attimo! Sulla confezione c’è scritto: cuscino
musicale” fece notare Joe, prendendo posto sul tappeto accanto a Conor.
Quest’ultimo sgranò gli occhi e scambiò occhiate
perplesse con i suoi amici, poi riprese in mano il cuscino avvolto nella
plastica trasparente e ne estrasse un foglio con istruzioni e descrizione
dell’oggetto. “Addormentati dolcemente con la musica. Non ci sono cuffie da
indossare. Funziona con tutti gli smartphone, lettori mp3, eccetera... senza
disturbare chi ti sta vicino nel letto… cioè, in pratica io posso attaccare
il mio cellulare al cavo del cuscino e quando ci appoggio l’orecchio sento la
musica?” A ogni parola, la voce di Conor si faceva sempre più acuta ed
entusiasta.
Phil si strinse nelle spalle. “A quanto pare…”
“Ma è una figata!” strepitò Dom, strappandoglielo di mano
e osservandolo con ammirazione.
“Ma questa è la cosa più geniale che sia mai stata
inventata nella storia dell’umanità! Altro che insonnia: io non mi alzerò più
dal letto! Voglio sapere chi è il fottutissimo genio che mi ha regalato questa
meraviglia!” esclamò Conor fuori di sé dalla gioia, mentre dispensava sorrisi a
destra e a manca.
“Eh no, i nomi alla fine” lo ammonì Joe.
“Andiamo avanti!” richiamò l’attenzione Dom, rendendo il
cuscino musicale al suo proprietario e ispezionando i pacchetti chiusi con lo
sguardo. “Dopo la C abbiamo la D, quindi tocca al più bello e intelligente
della band!”
Price si guardò attorno, come se fosse in cerca di
qualcuno. “E chi sarebbe? Qui non vedo nessuno con queste caratteristiche…”
“Vaffanculo” lo rimbeccò il chitarrista, che intanto
stava smistando i vari regali. Individuò il suo nome su una targhetta
appartenente a due pacchetti di forma e grandezza simili, legati insieme con un
nastrino viola. Dom osservò con fare critico prima la bustina leggermente più
grande, che sembrava contenere qualcosa simile a una bottiglia, che mostrava
una fantasia a fiori e farfalle rosa, e poi l’altra, dallo sfondo celeste
pastello e con tanti orsetti, che invece dava l’impressione di contenere
qualcosa di morbido.
“Devo dire che, chiunque abbia preparato queste
confezioni, conosce perfettamente i tuoi gusti” ironizzò Phil, notando la
faccia quasi disgustata del cugino.
“Ma sono stupende!” obiettò Price, altrettanto ironico.
“Bene, visto che non sembra esserci un ordine in cui
aprirli, mi farò guidare dall’istinto” dichiarò Dom, liberando i sacchetti dal
nastrino e prendendo in mano quello con fiori e farfalle rosa e lilla.
Rimosse il nastro adesivo con movimenti rapidi,
un’espressione concentrata e dubbiosa dipinta sul viso. Gli altri intanto non
facevano che ridacchiare e commentare.
“Ma che cazzo…?” esclamò, portando fuori dalla bustina
quella che sembrava in tutto e per tutto una bottiglia di birra e mostrandola
ai suoi amici. Le sue labbra si incresparono in un sorrisetto beffardo. “Si
beve?”
“Anche questo doveva essere per me!” si entusiasmò Price.
Phil sfilò la bottiglia dalle mani del chitarrista e la
esaminò. “Se bevessi quello che c’è dentro, credo che avresti bisogno di una
lavanda gastrica. È un bagnoschiuma.”
Joe ridacchiò. “Un bagnoschiuma alla birra? Io sono
geloso!”
“Cazzo!” Preso dall’entusiasmo, Dom cominciò subito ad
armeggiare col tappo ermetico della bottiglietta nel tentativo di aprirlo.
“Questo è veramente oro!”
Ma quando inspirò il profumo, una smorfia di delusione
gli si dipinse sul viso. “Ma questo coso è contraffatto, ha odore di frutta!”
Conor, che per tutto il tempo aveva assistito alla scena
in silenzio, scoppiò a ridere sonoramente, talmente forte che fu costretto ad
accasciarsi sulla spalla di Dom.
“Quindi non è una birra, ma una vodka alla pesca” suppose
Phil.
“Ma che fregatura, e io che speravo almeno di bermi una
bella bionda…” borbottò il moro richiudendo la bottiglia, ma anche se si
fingeva deluso aveva apprezzato un sacco quell’oggettino.
“Ce l’hai davanti, la bella bionda” asserì Price,
facendo un cenno verso Joe. Quest’ultimo, in tutta risposta, gli scoccò un
sorrisetto e gli mostrò il dito medio.
“E poi c’è l’altro…” Dom mise da parte il bagnoschiuma e
afferrò la bustina con gli orsetti, tentando nel contempo di scrollarsi di
dosso Conor che ancora rideva sulla sua spalla. “Io comunque ho un sospetto su
chi potrebbe essere il mio Babbo Natale segreto.”
Qualche istante più tardi, finì di scartare il secondo
regalo e si ritrovò tra le mani un oggetto talmente inaspettato e inquietante
che non poté trattenersi dal lanciare un grido di disappunto, per poi scoppiare
a ridere.
“Cos’è? Lo voglio vedere!” protestò Price, affinando lo
sguardo.
“Ma cos’è quella roba, una bambola voodoo?” sbottò Joe,
afferrando l’oggetto che Dom, tra le risate incontenibili, aveva scaraventato a
terra.
Si trattava di una bambola di pezza abbigliata da cowboy,
ma il cui viso era stato sostituito da quello di Dom.
Price scoppiò a ridere. “È meravigliosamente trash!”
“Ma è geniale! Ed è davvero uguale a lui” aggiunse Phil,
prendendo la bambola dalle mani di Joe e accostandola al viso del suo
proprietario.
Dom però, così come Conor, ormai rideva senza ritegno.
“Ma poi perché vestita da cowboy?” si chiese Joe,
contagiato anche lui dalle risate generali.
“Questo è uno dei regali più brutti e inquietanti che io
abbia mai ricevuto” affermò il chitarrista moro, cercando di riprendersi e
recuperando i suoi doni per metterli da parte.
“Spero di trovare anch’io una mia miniatura! Anche perché
adesso è il mio turno!” cinguettò Price, contento come un bambino la mattina di
Natale.
“Col cazzo! È il turno di Joe!” obiettò Dom.
Il batterista si accigliò. “Va bene che sembro stupido,
ma l’alfabeto lo conosco: James viene prima di Joe.”
“Ma tu ti chiami Price, quindi tocca a me!” lo liquidò
Joe con fare divertito.
“Che stronzata, quello è il cognome!”
Ma Dom aveva già recuperato il regalo di Joe e glielo
stava porgendo. Il biondo afferrò il grande pacco appiattito e impacchettato in
maniera sbilenca con della carta regalo a righe, e andò a sedersi sul divano
accanto a Price, nel posto lasciato vuoto da Conor.
Al centro della confezione, tenuta ferma da un pezzo di
nastro adesivo, svettava una busta da lettera gialla; Joe la stacco e se la
rigirò tra le mani. “Suppongo di dover cominciare da questa.”
“Ah, non te lo sappiamo né possiamo dire” commentò Conor
con un’alzata di spalle. Intanto era riuscito a riprendersi dalle risate,
nonostante gli occhi ancora lucidi.
Il biondo quindi aprì la bustina con movimenti attenti e
studiati, sotto lo sguardo colmo d’aspettative degli altri quattro. Cosa poteva
mai contenere, un bigliettino d’auguri natalizio?
“Allora… la persona che me lo invia si è fatta ancora più
furba: è scritto al computer! Sul davanti c’è scritto: non puoi aprire il
regalo finché non risolvi questo gioco di enigmistica.” Aggrottò le
sopracciglia. “Cosa devo aspettarmi? Lo apro?”
“No, rimani a fissarlo finché non si apre da solo” gli
suggerì Dom sarcastico.
Quando Joe spalancò il biglietto e vide ciò che
conteneva, dapprima sgranò gli occhi per la perplessità, poi si prodigò in una
serie di confuse imprecazioni e infine scoppiò a ridere, sventolando l’oggetto
davanti ai visi dei suoi amici.
Su uno sfondo bordeaux erano state incollate due immagini
una a fianco all’altra: la prima, sulla sinistra, mostrava un primo piano di
Kurt Cobain, il celebre frontman dei Nirvana, mentre sul lato destro
campeggiava uno scatto ritraente lo stesso Joe durante un concerto. Per via di
lineamenti e capelli simili, le due immagini si somigliavano spaventosamente e
sembravano immortalare la stessa persona.
Per concludere l’opera, poco sopra le immagini una
scritta bianca recitava: find the differences.
Nel vedere quella sorta di meme, tutti si fecero
contagiare dalle risate.
“Ma siamo sicuri di non essere in band con Kurt Cobain?”
commentò Phil, scrutando le due immagini e rimanendo impressionato dalla
somiglianza.
“Magari sono suo figlio e non lo so” suppose Joe, facendo
scorrere le dita tra le sue ciocche dorate.
Il biglietto passò tra le mani di tutti e per la stanza
si sparsero commenti e risate, ma intanto Joe si era già adoperato per scartare
il pacco che ancora teneva sulle ginocchia, staccando il nastro adesivo pezzo
per pezzo per evitare di rovinare la carta.
“E stracciala! Sembri Conor quando fai così!” lo incitò
Price.
“Ma l’attesa è più divertente” affermò il biondo.
Quando ogni lembo di scotch venne staccato, Joe sollevò
la carta regalo e ciò che vi trovò dentro lo lasciò a bocca aperta.
Dom lo affiancò subito e anche lui rimase sbalordito. “Ma
non ci posso credere, tutti i regali più fighi li ricevono gli altri!”
“Tanto tu non lo useresti” lo rimbeccò Conor, che si era
accostato a sua volta.
Joe, letteralmente senza parole, sollevò con delicatezza
il carinissimo tagliere a forma di chitarra, vi passò sopra la mano e lo
ispezionò in ogni sua parte.
“Joe? Ci sei?” lo richiamò Price.
“Lasciatelo stare, è in contemplazione” li rassicurò
Phil.
“Non è che adesso sviene?” si preoccupò Conor.
“Cazzo” riuscì soltanto a dire Joe, poi guardò uno per
uno i suoi amici e infine di nuovo il tagliere. “È fottutamente spettacolare!”
“Il prossimo anno sappiamo già cosa regalargli: un
ricettario!” soggiunse Dom. “E ci autoinvitiamo tutti i giorni a casa sua,
pranzo e cena!”
“Joe, senti, io non sapevo proprio cosa prenderti, e lo
so che forse non è un regalo idiota e simpatico come quelli degli altri, però…”
cominciò a sproloquiare Price all’improvviso, ma quattro paia di occhi lo
incenerirono, intimandogli di tacere.
“Price! Ma sei rincoglionito?” Conor si batté una mano
sulla fronte con fare esasperato.
“Perché?” cadde dalle nuvole lui.
“I Babbi Natale segreti si sarebbero dovuto svelare dopo”
gli ricordò Phil, sollevando gli occhi al cielo.
“Un momento! Price, quindi sei stato tu a creare quel
meme con Kurt Cobain?” indagò Dom.
“Esatto.”
Joe scoppiò a ridere e, dopo aver poggiato l’oggetto in
legno sul pavimento, regalò un breve abbraccio al batterista. “E tu eri
preoccupato che non mi sarebbero piaciuti i regali?”
Price si strinse nelle spalle. “Ho passato le due
settimane peggiori della mia vita per colpa tua!”
“Bene, dopo Joe abbiamo Phil!” affermò Conor, tornando
presso il mucchio di pacchetti sempre più scarno.
“Per Phil sono questi” affermò Dom, recuperando due
pacchi – uno piuttosto grande e a forma di parallelepipedo, l’altro una piccola
bustina dalla forma non meglio definita.
Il bassista tornò a sedersi sul gradino del caminetto e
osservò i due doni, indeciso sul da farsi. “Che dite, apro il piccolo? Ha anche
un bigliettino attaccato sopra.”
“Com’è la grafia?” lo interrogò Conor, accomodandosi
accanto a lui.
“Sembra quella di Dom.”
“Ma se nemmeno la conosci, la mia grafia!” obiettò il
cugino, incrociando le braccia al petto.
“Cosa c’è scritto?” domandò Joe.
“Dunque… auguri Phil, questo è un regalo da usare con
il tuo fidanzato. Divertitevi!” Sbatté un paio di volte le palpebre. “Ma
quale fidanzato? Oddio, sono sempre più convinto che l’artefice sia Dom.”
Price fischiò d’approvazione. “Finalmente un gadget
erotico! Le cose si fanno interessanti! Apri, apri!”
Con un sospiro, Phil liberò dall’involucro l’oggetto
incriminato.
Conor ridacchiò. “Io mi sto già preparando al peggio.”
E infatti, qualche secondo più tardi, il bassista si ritrovò
tra le mani un pacco di preservativi. “Ecco, lo sapevo!”
Tutti presero a sghignazzare e Conor gli rubò la bustina
dalle mani, portandosela davanti al viso. “Preservativi con frasi divertenti…
per tipi eccentrici. Oddio, li voglio aprire!”
“Come i cioccolatini con le frasi romantiche!” se ne uscì
Dom con aria fintamente innocente.
“Però in effetti può essere interessante” dovette
ammettere Phil, divertito.
“Per esempio…” Il cantante aprì la confezione, pescò un
preservativo e, assumendo un’intonazione provocante, enunciò la frase scritta
sull’involucro. “Suck me, I’m famous.”
“Che bomba!” commentò Joe ammirato.
“Non spoilerare tutte le frasi, le si deve scoprire man
mano che li si usa” suggerì Phil, per poi concentrarsi sulla confezione più
grande che gli stava di fronte.
La scatola era impacchettata con cura: un nastro azzurro
era intrecciato sopra una carta regalo con stelle, pianeti e altre immagini
riguardanti lo spazio.
“Okay…” Phil prese un profondo respiro e poi cominciò a
strappare via la carta, senza però troppa fretta, scoprendo pian piano
l’immagine raffigurata sullo scatolone.
Quando cominciò a riconoscere alcuni dettagli, però, i
suoi occhi si sgranarono e scartò con più foga, elettrizzato e curioso.
“Cazzo! Non ci credo, ma è bellissimo!” strepitò infine,
quando si ritrovò davanti l’illustrazione della Millennium Falcon, la
celeberrima navicella spaziale di Star Wars. La dicitura in basso a destra
annunciava che si trattava di un puzzle 3D.
“Oh, finalmente un regalo che non mi piacerebbe ricevere!”
commentò Price.
“Io sto già perdendo la pazienza a vederlo chiuso”
aggiunse Joe.
“Io sono senza parole! Non uscirò di casa per un mese!”
si entusiasmò ancora il più grande, che aveva già rimosso il cellophane
trasparente e aperto la scatola per vedere i pezzi.
“Ragazzi, adesso manco solo io. Quest’attesa mi sta
uccidendo!” attirò l’attenzione Price, alzandosi dal divano per andare a
prendere il suo regalo. Si trattava in realtà di una busta contenente ben tre
pacchetti diversi.
Tornò al suo posto e constatò che sulla superficie in
carta del contenitore svettava una scritta: KIT PER IL PERFETTO PANTOFOLAIO PIGRO!
Si prega di seguire l’ordine di apertura dei regali.
Sempre più intrigato, il batterista portò fuori dalla
busta i tre pacchetti e se li poggiò sulle ginocchia. Uno era di forma
pressappoco cilindrica, uno era di forma indefinibile e irregolare e infine ce
n’era uno rettangolare e piuttosto morbido.
“Ehi, come mai tu hai così tanti regali?” finse di
indispettirsi Conor, sedendosi sul bracciolo del divano alla sua sinistra.
“Perché il mio Babbo Natale è generoso! Allora, il primo
è questo, credo. Il post-it dice: uno, il cibo spazzatura.” Il
batterista afferrò il pacchetto cilindrico e tentò subito di stracciare il
nastro adesivo, ma si rese conto che la carta regalo ne era ricoperta ovunque.
Si accigliò, cercò di usare le unghie, ma senza risultati. “Cos’ho detto poco
fa sul mio Babbo Natale? Ritiro tutto: è uno stronzo!”
“Datti una mossa, straccia tutto, entro quest’anno!”
lo scimmiottò Phil.
“Vaffanculo!”
Dopo diversi tentativi e con l’aiuto di un paio di
forbici, Price riuscì a liberare il suo primo regalo dalla carta – e
soprattutto dal nastro adesivo.
Rimase abbastanza basito quando si ritrovò in mano un
pacco di patatine.
“Ma sono al cioccolato?” indagò Dom, osservando meglio la
confezione.
Price se la rigirò tra le mani. “Patatine ricoperte di
cioccolato fondente… ma non ci posso credere! Davvero esiste una schifezza del
genere? Devono essere buonissime!”
“Questo è il classico esempio di porcherie che solo Price
potrebbe apprezzare” constatò Joe.
Infatti il batterista non aveva perso neanche un secondo:
aveva già aperto la scatolina cilindrica, si era messo in bocca una patatina e
ora annuiva soddisfatto. “Cazzo, sono buone per davvero! Chi vuole assaggiare?”
bofonchiò col boccone ancora pieno.
Dom gli prese le patatine di mano e si adoperò per
distribuirle a tutti, così il batterista poté tornare al suo scarto.
“Il numero due è questo” rifletté ad alta voce,
afferrando il pacco rettangolare e morbido. “E la descrizione dice: qualcosa
che tenga caldo.”
Dopo aver nuovamente litigato con metri e metri di nastro
adesivo, Price riuscì a scartare anche il secondo regalo. Quello scambio dei
regali si stava rivelando più complicato del previsto per lui.
Ma ciò che si ritrovò tra le mani ripagò decisamente la
sua attesa: si trattava di una caldissima e pesante coperta arancione a tinta
unita.
“Ma è una figata! E a proposito, stavo giusto cominciando
a sentire freddo!” esclamò, per poi gettarsi la coperta sulle spalle e
stringersela addosso.
“E questo probabilmente è il regalo più serio di tutti”
asserì Conor.
“Il mio puzzle è serissimo!” obiettò Phil.
“Bene, questo è l’ultimo quindi. E sul bigliettino c’è
scritto: tre, una fusione tra le due cose precedenti.” Price prese
l’ultimo pacco, una busta blu scintillante.
“Quindi tra il cibo spazzatura e qualcosa che tenga
caldo… una sciarpa commestibile?” tirò a indovinare Dom.
Come per gli altri due, anche in quel caso ci vollero diversi
minuti per rimuovere il nastro adesivo.
“Ma quanto può essere bastardo il mio Babbo Natale? Va
bene che io ho la mania di stracciare via tutto, ma questa è una vendetta
atroce!” si lamentò il povero malcapitato, mentre infilava le mani dentro la
bustina per estrarne l’ultimo dono.
Tutti cominciarono a sghignazzare quando capirono di cosa
si trattasse.
“Ma… sono stupende! Come ho fatto a vivere senza prima
d’ora?” esultò Price, rigirandosi tra le mani il paio di pantofole a forma di
panino multistrato.
Conor gli diede di gomito. “Ti verrà fame ogni volta che
ti guarderai i piedi!”
“E mi verrà voglia di mangiare me stesso!”
“Io non le assaggerei, se Price ci mette dentro i piedi”
intervenne Dom con un ghigno divertito.
“Ehi, ma adesso bisogna svelare l’identità dei Babbi
Natale segreti!” ricordò Conor.
Dom e Phil si sedettero ai piedi del divano, tra bustine
stropicciate, nastri e cartacce varie.
“Io per il mio avrei già una mezza idea… ma proprio
vaga…” Joe lanciò un’occhiata divertita a Price.
“Dai, smettila di infierire!”
“Tolti Joe e Price… andiamo con ordine, partiamo da
Conor” prese la parola Dom.
“Ero io il suo Babbo Natale segreto” svelò Phil con un
sorriso colmo di tenerezza.
Conor sgranò gli occhi e le sue iridi scure si riempirono
di stupore e riconoscenza. “Davvero?”
“Chi l’avrebbe mai detto!” ironizzò Joe, scambiando
occhiate complici con Dom e Price.
Il cantante sbatté un paio di volte le palpebre. “Ero
l’unico a non averlo capito?”
Phil gli rivolse un sorriso. “Spero che il cuscino ti sia
piaciuto.”
Conor scoppiò a ridere, si alzò dal bracciolo su cui era
appollaiato e gli si gettò addosso, stringendolo in un forte abbraccio. “Ma
come farei io senza il mio Phil Blake?”
Phil ricambiò la stretta e lo aiutò a sistemarsi sul
tappeto tra lui e Dom. Il biondo comunque gli rimase accanto e poggiò la testa
sulla sua spalla.
“Ecco, adesso è il mio turno di sapere! Chi cazzo mi ha
regalato quella bambolina bruttissima con la mia faccia?”
“È brutta per forza, se ha la tua faccia” lo sbeffeggiò
Price.
“Sono io il colpevole!” ammise Conor, scoppiando a
ridere.
Dom gli diede un pizzicotto sul braccio e cominciò a
fargli il solletico. “Prima mi inganni con quella birra non birra, poi
mi presenti quella sorta di bambolina voodoo con la mia faccia… ma che regali
di merda sono, eh?” lo rimproverò scherzosamente, mentre Conor strillava,
rideva, si dimenava e si premeva ancora di più contro Phil per sfuggire
all’assalto.
Quando il biondo fu in salvo, dopo essere rotolato per il
tappeto ed essere finito all’altro lato di Phil, Dom fissò suo cugino negli
occhi e annuì. “Ebbene sì, sono stato io l’artefice di quel meraviglioso puzzle
3D.”
“E dei preservativi, non dimentichiamo” puntualizzò Joe.
Phil sorrise soddisfatto. “Lo sapevo! Ti ho beccato subito!
E comunque grazie, è stupendo!”
“L’ho scelto apposta, così ti chiudi in casa e non rompi
le palle!”
“Certo, e soprattutto non ti apro se vieni a trovarmi!”
ribatté Phil, mollandogli una pacca sulla spalla.
“E quindi i miei regali sono opera tua?” realizzò Price,
voltandosi a guardare il ragazzo che gli sedeva accanto.
Joe annuì.
“Non ci avrei scommesso un centesimo! Però sei stato
geniale!”
Il biondo scrollò le spalle e sorrise. “Devo dire che
l’arancione ti dona. E comunque anche tu mi hai fatto dei regali fantastici.”
“Dici? Mi sembrava tutto troppo banale, non sapevo dove
sbattere la testa… era come se tutti gli altri avessero in mente delle idee
geniali e invece io solo stronzate…”
Joe si chinò a raccogliere una coccarda e gliela lanciò
addosso. “Smettila di dire cazzate! Anche se ti viene molto difficile
smetterla, perché sei così di natura…”
“E me ne vanto!”
“Ma in questo caso non voglio sentirti aggiungere altro.”
Price sorrise, giocherellò per qualche secondo con la
coccarda, poi se la incollò sulla montatura degli occhiali, in prossimità della
stecca. “D’accordo, mi fido.”
“Porca puttana, ragazzi!” Il grido estasiato di Conor
sovrastò tutte le conversazioni in corso.
Il cantante, sdraiato su un fianco sul tappeto, aveva
collegato il cellulare al suo nuovo cuscino e, senza perdere altro tempo, lo
stava già provando.
“Questo coso è tutto ciò di cui ho bisogno nella vita, è
strepitoso!” esultò ancora.
“Ehi, però sono curioso anch’io!” Con un sorriso
sornione, Dom si sdraiò a sua volta e cercò di scacciarlo via per poggiare
l’orecchio sul cuscino.
“E a me niente?” si indispettì scherzosamente Price,
raggiungendoli sul tappeto.
In breve, nel bel mezzo di una lotta per accaparrarsi un
angolo di cuscino, tutti e cinque si ritrovano in una sorta di bizzarro
abbraccio tra carta regalo colorata e coccardine appiccicate ovunque. Non
riuscivano a smettere di ridere e insultarsi, si tiravano calci e gomitate, si
stringevano forte, ed era tutto ciò di cui avevano bisogno in quel momento.
“Ehi, ragazzi” mormorò Price, intrappolato tra Conor e
Phil, dopo qualche istante di silenzio.
“Sì?” gli rispose Joe, in parte schiacciato sotto il
corpo di Dom.
“L’anno prossimo lo rifacciamo, vero?”
Phil sorrise. “L’anno prossimo arriverà tra qualche ora,
per me potremmo cominciare anche subito!”
🎁 🎁
🎁
RAGAZZI!
Che delirio questa storia XD
Credevo che non sarei MAI riuscita a scriverla, da quando
io e Kim ci siamo lanciate la sfida dei Babbi Natale segreti (?) e abbiamo
optato io per il fandom dei Nothing But Thieves e lei per il fandom dei Faith
No More, mi sono detta “naaah, figurati se in questo periodo di mezzo blocco
dello scrittore riesco a scrivere una storia così articolata”… e invece, in un
modo o nell’altro (prevalentemente in preda al disagio), ce l’ho fatta!!!
Non so bene come sia venuta (anche perché sto scrivendo
queste NdA alle tre di notte e vi lascio solo immaginare quanto stia friggendo
il mio cervello XD), ma vi posso dire che mi sono impegnata davvero tantissimo
per cercare i regali perfetti per questi ragazzi, e per alcuni (leggasi: Joe)
non è stato facile!
Ma ora la smetto di svarionare, anche perché vi aspettano
delle note di spiegazione davvero chilometriche XD quindi non perdiamoci in
chiacchiere!
Innanzitutto ci tengo a precisare che questa è la
“controparte” della shot What is it?
di Kim WinterNight; visto che la nostra era una sorta di “sfida”, vi consiglio
di passare a dare un’occhiata – e, credetemi, ne vale davvero la pena!
Poi…
Prima di passare ai regali: il titolo è un verso tratto
dalla canzone “Real Love Song” – che non c’entra proprio niente col Natale e l’allegria,
ma vabbè AHAHAHAHAH XD
Per quanto riguarda il regalo di Conor, il cuscino
musicale esiste davvero *________* eccolo qui:
https://www.troppotogo.it/cuscino-musicale
Non so fino a che punto possa funzionare, ma ammetto che
mi piacerebbe comprarlo per vedere com’è e probabilmente lo farò AHAHAHAH anche
perché adesso sono gelosa di Conor u.u
Quando parlo della sua insonnia, mi riferisco agli ormai
famosi problemi di ansia/insonnia avuti durante i tour. Non so se attualmente
ne soffra o se questo gli abbia lasciato ripercussioni, ma ho immaginato che
Phil potesse fargli questo dolce regalo per far fronte alle sue difficoltà :3
Il bagnoschiuma con la confezione a forma di birra esiste
pure quello, ecco a voi:
https://www.troppotogo.it/gel-doccia-birra
XD ci somiglia davvero! Ma, come anche Dom ha potuto
constatare, la fragranza non è alla birra (farebbe un po’ schifo ahahahaah)… ma
è comunque una cosa carinissima! Ovviamente qui faccio riferimento alla
passione di Dom per birra e alcolici vari!
Per quanto riguarda la bambolina vestita da cowboy con la
faccia di Dom, io non mi invento niente:
Questo, da quel che ho potuto capire, è il regalo di
Natale che quest’anno Conor ha fatto al cane di Dom AHAHAHAHAH questi qui non
sono persone normali…
Passando a Joe, il meme con Kurt Cobain esiste, nel senso
che l’ho creato io per l’occasione AHAHAAH però, scusate, DITEMI SE NON È VERO:
Quanto si somigliano??? Quanto???
In effetti mi è capitato spesso di leggere dei commenti
sui social in cui si faceva notare questa somiglianza, MA QUESTE DUE FOTO CIOÈ
XD
E il tagliere a forma di chitarra, eccolo qui:
https://www.troppotogo.it/tagliere-chitarra
Meno male che l’ho trovato, perché Joe mi ha messo
terribilmente in crisi, è un ragazzo troppo difficile! Insomma, cosa dovrei
regalargli quando diventerà il mio ragazzo? (????) XDD
Per quanto riguarda Phil, ancora una volta non mi invento
niente: a voi i preservativi con le frasi!
https://www.troppotogo.it/set-preservativi-divertenti
La frase che ha letto Conor l’ho davvero tratta da uno
dei due set disponibili XD
Ho scelto di fargli regalare un puzzle perché, da quel
che mi è parso di capire, durante la quarantena ha fatto un puzzle
difficilissimo e ho immaginato potesse avere la passione ^^ per quanto riguarda
la sua passione per Star Wars invece, non ne sono del tutto certa, ma spesso mi
è capitato di vedere dei gadget di SW nelle foto dei NBT e ho immaginato
potessero appartenergli, mi sembra tipo da Star Wars XD
La Millennium Falcon è una delle più celebri navicelle
spaziali della serie e appartiene a Han Solo (ne parlo come se fossi una grande
esperta, ma in realtà non l’ho mai visto e tutte queste informazioni me le ha
date Carmaux XD)
E infine c’è Price!
Le patatine ricoperte di cioccolato fondente esistono, le
ho trovate alla Lidl AHAHAHAH e se esistono in Italia, in Inghilterra non può
essere altrimenti! E, visto che Price è l’appassionato di cibo spazzatura, fast
food e cose del genere, ho pensato che potrebbero piacergli ^^ poi comunque
sono buone davvero, ve lo posso confermare :P
Sempre su questa lunghezza d’onda ho optato per le
ciabatte a forma di panino, che esistono davvero e di cui vi lascio una foto:
Anche per questo, grazie a Carmaux, lei sa perché!
Infine la coperta arancione di Price (MAMMA MIA CHE BELLA
LA VOGLIO QUANTO SONO GELOSA) esiste davvero e appartiene davvero a Price, come
potete constatare da questa bellissima foto con Dom *-*:
E ho pensato fosse carino che gliela regalassero!
Dovrei aver detto tutto!
Ovviamente, anche se mi sono sforzata di non far emergere
la cosa, nella storia c’erano tipo tutte e tre le ship del fandom AHAHAHAH
soprattutto la Phinor, ma ehi, loro sono almost canon XD
E niente, scusate per il papiro e spero di avervi
strappato un sorriso! Ancora grazie a Kim, Sabriel e Carmaux per aver sopportato
tutti i miei scleri, siete da santificare *______*
E grazie di cuore a chi è giunto fin qui! :3
Alla prossimaaaaa e, visto che questa sarà la mia ultima
storia del 2020, BUON ANNO NUOVO A TUTTI!!!! ♥
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