Capitolo 11 – Illusione
“È rapido”.
Il pensiero
si delineò con irreale precisione nella mente di
Trunks, mentre questi veniva scagliato all’indietro da un
pugno al mento indirizzatogli da Algid.
Cadde
pesantemente sul prato, precedendo con essa il resto del corpo
poggiò una mano al terreno e si rialzò in piedi,
fulmineo. Osservò Algid in posizione di guardia.
Un rivolo
di sangue gli bagnava il labbro.
Lo sentiva
sulla lingua, in bocca. Eppure, quel sapore salato e
metallico aveva un che di inebriante, come se improvvisamente ogni
percezione fosse diventata elettrizzante. Non avrebbe saputo dire se
era dato dal fatto che aveva ritrovato Bra o dalla prospettiva di
morire.
Il secondo
scatto dell’alieno non lo trovò
impreparato. Il primo attacco, nella sua rapidità, lo aveva
spiazzato, ma ora sapeva che la velocità era elevata sino a
quel punto. Non c’era più spazio per la sorpresa,
fortunatamente.
Indietreggiò,
stando a qualche centimetro da terra, mentre
l’aria gli passava tra i capelli, poggiando i piedi sul
terreno solo raramente, per avere un migliore equilibrio;
arretrò sotto i colpi di Algid, parandoli, restando in
posizione di difesa in attesa di cogliere qualcosa dello stile del
nemico.
Dopo
gomitate, pugni, manate, ginocchiate e calci iniziò a
trovare il proprio ritmo in quello frenetico e spietato
dell’alieno. Lentamente, senza lasciare la difesa,
iniziò ad adattarsi ad esso, cercando di abituarsi.
Per un
attimo, colse l’immagine di ciuffi azzurri e
scompigliati da dietro la spalla di Algid. Un boato gli esplose nella
mente, un momento dopo l’alieno lo scagliò
impietoso sul terreno.
Si
rialzò e riprese a danzare nell’aria, in
equilibrio sul filo del rasoio.
Quando
credette di essersi fatto una vaga idea dello stile di Algid
azzardò un colpo poco convinto per testare la sua difesa.
Come previsto, l’alieno lo parò senza problemi.
Il ragazzo
si alzò un po’ di più
nell’aria, con una capriola in volo evitò una
manata in pieno viso da parte dell’essere, quindi mosse
fulmineamente la gamba... Ed il suo ginocchio raggiunse deciso lo
stomaco dell’alieno, che si fece appena un po’
indietro.
Il
combattimento riprese.
Nonostante
l’angoscia che gli serrava lo stomaco, Trunks
sapeva di non aver mentito (né mentito né
esagerato) quando aveva parlato a Bra.
Era da
tanto che non si sentiva così vivo.
Sentiva il
battito del proprio cuore contro il petto, sentiva il sangue
pulsare nelle vene, l’aria fresca pungere sulla pelle, il
vento a scompigliargli i capelli.
Percepiva
ogni aura degli essere più o meno vicini. La
splendida forza spirituale di Bra e quelle opache, deboli e dolcemente
ottuse dei piccoli animaletti che si aggiravano lì intorno.
E le aure
erano una musica, erano la colonna sonora della vita. E
quella di Bra era la melodia più soave, bella e speciale.
Ogni nota
racchiudeva una storia.
Erano
storie, erano immagini nella sua testa, al di sopra dei movimenti
del suo corpo che si opponevano ai colpi di Algid. Erano racconti che
avrebbe voluto narrare alla sua sorellina. Voleva raccontarle storie
della buonanotte.
Voleva
sentirla ridere, voleva vederla premere le mani sulla bocca
– simile ad un minuscolo bocciolo di rosa rossa –
in un moto di sorpresa. Voleva udirla reclamare a gran voce il continuo
del racconto.
Un pugno lo
fece crollare a terra. Sbatté la testa sul
prato, per un attimo stelle e luci gli esplosero davanti agli occhi. Si
rialzò di scatto mentre, contro la sua volontà,
una nuova ipotetica storia si faceva strada nella sua mente.
Bra che
sorvolava i tetti della Città dell’Ovest
sorretta da Algid.
Bra che
correva tra le braccia di Bulma ridendo.
Bra che
riportava il sorriso sulle labbra di sua madre ed un ghigno
meno rigido su quello del padre.
Bra che
tornava ad accucciarsi sul proprio letto, mentre Bulma, felice,
prendeva dalla soffitta gli oggetti che aveva messo via.
Bra che
rideva.
Bra che
piangeva.
Bra, Bra,
Bra.
Bra...
Senza di lui.
Avrebbe
voluto essere meno egoista, avrebbe voluto che non gli
importasse nulla di se stesso, se solo sua sorella poteva riavere
ciò che le era stato tolto per colpa sua. Ma gli importava.
Eccome se gli importava.
Non voleva
morire.
Una
ginocchiata lo colpì al mento, facendogli perdere il
ritmo, permettendo ad Algid di raggiungerlo con un calcio ben
indirizzato.
Il ragazzo
scattò indietro, stordito. Mentre si rilanciava
contro l’alieno cercò il modo di liberare la
propria testa dalle immagini in cui sua sorella viveva senza di lui, in
cui lui non aveva l’occasione di abbracciarla nemmeno un poco.
Non gli era
mai stato troppo difficile liberare la mente durante un
combattimento, e non riusciva a capire come mai ora quelle immagini
premessero così tanto sui suoi pensieri.
Poi, mentre
spingeva la mano in avanti, colse un bagliore degli occhi
di Algid che si erano alzati a incontrare i suoi, e capì.
Era stato
Algid a creare gli incubi che lo avevano tormentato e
ossessionato in quegli anni. Era stato lui, ed ora era lui a
sommergergli la mente di ipotesi sgradite.
Con un
gemito, il ragazzo sollevò un pugno ed
andò a colpire in viso l’avversario, per poi
ricevere in cambio una sfera d’energia dritta nello stomaco.
Trunks
compì una mezza capriola all’indietro per
sottrarsi da un altro Ki Blast, quindi si raddrizzò e
tentò di colpire Algid sul petto, senza risultato.
Le immagini
che, nella sua mente, soffocavano gli altri pensieri gli
stavano facendo perdere gran parte della concentrazione.
«Basta!»
gridò, fermando un pugno
dell’alieno. «Che stai facendo?!» chiese
con rabbia, mentre entrambi si guardavano, uno davanti
all’altro.
«Ti
combatto» replicò Algid, con un
bagliore serpentino negli occhi.
«Sta’
fuori dalla mia mente!»
«Perché?»
domandò
l’alieno, in tono strisciante, con parole che sembravano
insinuarsi viscide nella mente del giovane saiyan. «Io
combatto con quello che ho. Con tutto
quello che ho».
Con un
balzo l’alieno si scostò dal ragazzo, per
poi ripartire all’attacco, con una nuova marea di immagini ed
un’ondata di colpi.
Il ragazzo
riuscì a mettere da parte i propri pensieri e a
focalizzarsi sul duello.
Stava
riacquistando il ritmo quando le forme nella sua mente
cambiarono. Non erano più una vita nuova per Bra.
Erano il
passato.
Era Bra che
piangeva nei suoi incubi, era Bra che si sedeva alla
casetta nel Parco, fiduciosa del fatto che lui sarebbe tornato a
prenderla. Bra, ed i suoi occhi erano azzurri. Erano smarriti, traditi,
infelici.
Il globo
energetico che Algid creò con una mossa fulminea lo
colpì in pieno petto, travolgendolo in un’ondata
di scintille.
Il ragazzo
cadde all’indietro, battendo la testa contro il
prato. Le sue narici vennero immerse dall’odore di terra
bagnata e da quello di bruciato.
Stordito,
alzò a fatica la testa, mentre Algid si avvicinava
con lentezza.
Spazio
Autrice:
Eccomi! Lo so, sembra incredibile, è incredibile, ma
è la verità. Sono di nuovo qua, ad aggiornare
questa storia. Devo dire che, quando ho ideato questo capitolo, ero un
po’ scettica riguardo all’idea di riuscire a
descrivere un combattimento – stile Dragonball –
senza farlo diventare troppo pesante e ripetitivo. Invece, quando mi
sono messa a lavorarci sopra, mi sono divertita. E penso di essere
riuscita a non farlo diventare troppo tedioso – ma questo
dovete dirmelo voi.
Super Sirod: Oddio, non sai quanto mi ha fatto
arrossire – di
piacere, diciamolo pure – la tua recensione. Non so,
è sempre bello poter dirsi che può esserci
qualcuno, oltre a quelli che recensiscono, che segue la storia. Sono
felice che ti piaccia così, sono felice di essere riuscita a
rendere i sentimenti di Trunks così realistici e di essere
riuscita a creare un’atmosfera nel quale sei riuscita ad
immedesimarti. Non so se riuscirò a ringraziarti mai
abbastanza per il piacere che mi ha fatto la tua recensione. Comunque
intanto ti dico grazie, e mi impegnerò per provare a non
lasciarti più in lunga attesa – senza dubbio, non
di certo lunga come quella che c’è stata... Ciao^^
Luna_07: Le parole che Trunks rivolge a Bra prima di
iniziare il duello
sono senz’altro importanti. A dire il vero, ero un
po’ preoccupata che alla fine sembrasse un discorso messo
là con tanti termini più o meno eccessivi e
perdesse il significato che volevo dargli. Quindi, quando ho letto il
tuo commento, ho anche tirato un bel sospiro di sollievo. Sono felice
che ti siano piaciute. Al prossimo capitolo^^
Giusiemo291: Eh, quando ho pensato alla storia non
ho potuto fare a
meno di inserire un qualche collegamento con Trunks del futuro (che
è anche il mio personaggio preferito). Diciamo che la scena
madre – esiste la scena madre nei capitoli di una storia?,
comunque – del capitolo è proprio quando Trunks
rivede Bra dopo tanto tempo. Insomma, io cerco sempre di comunicare
qualcosa a chi legge quel che scrivo e sono molto più che
felice di leggere che i brividi, le emozioni e i sentimenti di Trunks
ti siano giunti con tanta chiarezza. Anche l’immagine di una
Bra spaventata era importante, per me, quindi sono contenta che tu
l’abbia colta. Sì, è rimasta
traumatizzata davvero, povera cucciola (Bra mi fa sempre questo
effetto. Mi intenerisce moltissimo). Per i suoi sentimenti riguardo il
fratello li vedremo presto, non preoccuparti. Ciao, un bacio.
Dea Nemesis: Non preoccuparti per non aver recensito
prima. Cavolo, non
credevo di saper coinvolgere sino al punto di indurre a leggere dieci
capitoli in un fiato... Be’, mi fa piacere di esserci
riuscita. Riguardo alla scena della ninnananna volevo qualcosa di
“normale”, come dire, che potesse risultare
inquietante, Trunks che ripete a bassa voce le frasi di una canzone
rivolgendosi alla sorellina che, di fatto, non
c’è, mi sembrava adatto alla situazione. Sono
contenta di averti fatto immedesimare e provare quasi lo stesso shock
che ha sentito Bulma. Stesso discorso per gli incubi – nel
senso che anche loro sono una parte importante della storia.
Anch’io credo che mi sarei terrorizzata abbastanza, sognando
cose simili... Per finire, ebbene sì, la colpa è
in gran parte di Algid. Alla prossima e grazie!
Angelo Azzurro: Sono contenta che ti sia piaciuta
l’idea
della storia e il modo in cui poi l’ho sviluppata. Ti
capisco, anch’io ultimamente non frequento più la
categoria “Dragon Ball”, senza dubbio non come
facevo un tempo. Così come te, pure io ogni tanto
però vengo a dare un’occhiata, e leggere una cosa
qui e una cosa lì mi aiuta a riprendere
l’ispirazione, soprattutto se è qualcosa di ben
scritto. Cercherò di aggiornare il prima possibile! Al
prossimo capitolo...
|