Titolo
Titolo:
Out of the Blue (Symphony of the Magician and the Swordsman)
Capitolo:
2 di (per ora) 17 - Primo Movimento
Personaggi:
Kurogane, Fay (e sullo sfondo tutti gli altri)
Rating:
Verde
Genere:
Introspettivo
Note:
Shonen-ai
Disclaimer:
Tsubasa e i suoi personaggi appartengono alle CLAMP
Out of the Blue
Symphony of the Magician and the Swordsman
II.
PRIMO MOVIMENTO - MODERATO
Già in uno dei
primi mondi in cui erano capitati, un paese piuttosto simile alla sua amata
Nihon caduto sotto la tirannia di un feudatario senza scrupoli, Kurogane aveva
avuto occasione di notare come il biondino dagli occhi azzurri non fosse in
realtà solo l’idiota che voleva apparire. Dietro quell’onnipresente sorriso
c’era un cervello sveglio e una sensibilità attenta e osservatrice.
Il ninja se
n’era reso conto con chiarezza sentendolo parlare dello stato comatoso in cui
versava quasi costantemente la ragazzina all’inizio del loro viaggio. Lo stupido
mago in quel momento non sembrava affatto stupido, anzi… e quel cambiamento
inaspettato, unito all’innegabile interesse che sapeva suscitare con la sua
spiegazione, avevano fatto sì che lo spadaccino stesse ad ascoltarlo,
dimenticandosi perfino di essere su un tetto, sotto il sole cocente, ad
inchiodare delle assi rotte mentre Fay se ne stava tutto tranquillo in casa a
sorseggiare the.
Inutile dire che
l’accorgersene aveva fatto infuriare non poco il guerriero che aveva subito
preso a sbraitare dietro al mago, senza però ottenere altro effetto che quello
di far dissolvere quell’attimo di serietà in un battibecco (tanto irritante per
l’uno quanto divertente per l’altro) che già stava cominciando a prendere i
contorni rassicuranti della routine.
La diffidenza di
Kurogane nei confronti del biondino si era poi ulteriormente alimentata quando
avevano deciso di assaltare il palazzo del feudatario, per scoprire l'origine
del misterioso potere con cui questi tiranneggiava il paese.
All'inizio a
sorprende lo spadaccino era stata l'impressionante leggerezza con cui il mago
aveva proposto di ricattare il signorotto servendosi di suo figlio - una
leggerezza che aveva sorpreso non solo i loro compagni di viaggio (ma quello era
prevedibile perché, sebbene Shaoran fosse già addestrato al combattimento come
il guerriero aveva avuto il piacere di notare, sia lui che Sakura erano comunque
ancora ragazzini), ma anche Kurogane stesso. Poi c’era stato il repentino cambio
di atteggiamento che aveva avuto nell'ipotizzare che la fonte del potere del
feudatario fosse una delle piume della memoria di cui erano alla ricerca;
quell'improvviso incupirsi degli occhi e la sua voce che (di sicuro senza che
lui se ne accorgesse) scendeva di tono, facendosi vellutata e quasi ipnotica
mentre parlava con un'incredibile naturalezza di cose che per tutti loro erano
quasi impensabili, quegli occhi e quella voce avevano il potere di catalizzare
irreversibilmente l'attenzione dei suoi ascoltatori.
Il palazzo del
signore era protetto da una barriera magica, così aveva loro spiegato Fay, e
questa barriera doveva essere abbattuta se volevano avere una speranza di
vittoria.
Il ninja non se
intendeva per niente di incantesimi (né peraltro intendeva occuparsene -
preferiva combattere a viso aperto lui), ma immaginava che, trattandosi di
magia, lo stupido mago avrebbe saputo cosa fare… e invece no, l’idiota non aveva
mosso un dito ed erano stati costretti a ricorrere alla Strega delle Dimensioni,
la quale del resto aveva esordito ponendo loro la stessa domanda: “non puoi
usare uno dei tuoi incantesimi, Fay?”
Lui a quel punto
si era schermito affermando di averle dato in pagamento per il viaggio la fonte
del suo potere, ma subito Yuko l’aveva smentito.
“Il tatuaggio
che ho ricevuto è solo il mezzo per contenere i tuoi poteri magici. Altra è la
loro origine”
“Tuttavia, ho
giurato a me stesso di non usare la magia se dovessi essere privato di quel
tatuaggio”
Quello scambio
di battute aveva indispettito non poco Kurogane: come combattente non poteva
concepire che qualcuno rinunciasse volontariamente ad utilizzare un’arma in suo
possesso solo in forza di una promessa… era da folli! Ancora di più se lo si
faceva con un sorriso così imbecille sulle labbra, come stava facendo Fay. Anche
perché la sua ostinazione li aveva poi costretti a ricorrere all’aiuto (costoso)
della Strega che, in pagamento dei suoi servigi, aveva ricevuto dal biondo il
suo ormai inutile bastone magico.
Alla fine erano
riusciti ad infrangere la barriera magica ed entrare nel palazzo, salvo poi
ritrovarsi subito nuovamente bloccati, costretti con un qualche incantesimo a
girare sempre in tondo nei corridoi del castello. Almeno finché l’idiota non
aveva avuto “un’intuizione” sulla natura del trucco escogitato dal loro
avversario e, sempre con quel suo fare da cretino, aveva indicato a Kurogane
dove colpire il muro per aprire loro un passaggio.
Tuttavia,
nonostante si fosse nascosto subito dietro un sorriso scemo, sia il ninja che
Shaoran avevano colto il repentino cambio di atteggiamento che aveva avuto un
attimo prima. Ma l’apparizione di una strega, agli ordini del loro nemico e
dall’aria poco amichevole, aveva impedito ad entrambi di fare domande - e Fay
ovviamente si era ben guardato dal fornire loro una qualunque spiegazione.
Quando poi si
erano trovati a fronteggiare le sfere di liquido corrosivo generate da quella
donna, lo spadaccino aveva avuto modo di notare un altro inaspettato lato del
mago: in combattimento non era affatto uno sprovveduto. Anzi, aveva preso in
mano la situazione, indicando a Shaoran la via per allontanarsi da lì e
procedere nella ricerca della piuma, asserendo inoltre che “Kuro-pii” si sarebbe
occupato della strega (il tutto ovviamente senza consultare l’interessato, che
non l’aveva presa molto bene…).
Comunque,
neanche la loro avversaria aveva preso bene la fuga di una delle sue prede e
aveva aggiunto alle sue sfere anche una pioggia caustica che bruciava pelle e
vestiti, rendendo loro più difficoltoso schivarle e distruggerle. Kurogane e Fay
si erano così ritrovati spalla a spalla e avevano ricominciato a combattere, e
subito il ninja si era trovato a salvare d’istinto la vita all’idiota che stava
per essere travolto da uno di quei maledetti globi che, per le sue dimensioni,
l’avrebbe sicuramente ammazzato. E quello, anziché ringraziare, cosa faceva? Si
lamentava di essere stato spinto via troppo bruscamente!
Lo spadaccino
stava cominciando a non poterne più di un nemico che non mostrava punti deboli e
continuava ad incrementare l’entità dei suoi attacchi, e in più sembrava
sottovalutarli a tal punto da concedere loro anche il tempo di fare
conversazione prima di ucciderli. Ma soprattutto non ne poteva più dello stupido
mago, che pareva davvero non rendersi conto della serietà del momento. Adesso
attorno a loro si ergeva una muraglia d’acqua acida che minacciava di
sommergerli… e lui rideva!
“Whoa! È questa
che tu definisci una situazione critica?”
“Di sicuro, se
quella ci viene addosso siamo morti…”
“Beh, sarebbe un
bel problema visto che io non voglio morire”
“Non vuoi
morire, eppure non usi la magia nemmeno in una situazione critica?”
Appena l’ultima
parola gli era scappata di bocca, il ninja si era morso la lingua per
quell’uscita, cercando subito di correggere il tiro: non doveva far pensare al
biondino che gli importasse qualcosa di lui. L’altro però non aveva fatto
intendere di aver dato una particolare importanza alla faccenda, ma si era
limitato a sorridere, portando poi il discorso altrove.
Non avevano
potuto continuare a parlare ancora a lungo perché la strega, evidentemente stufa
del loro temporeggiare, aveva ricominciato ad attaccarli; Kurogane aveva
comunque avuto il tempo di vedere aprirsi, anche se solo per un attimo, uno
squarcio sul passato del mago. Era stato solamente il tempo di una frase,
tuttavia per quei pochi istanti il sorriso di Fay aveva vacillato e i suoi occhi
si erano incupiti – ma era stato tutto troppo rapido perché lo spadaccino
potesse rendersene pienamente conto.
“Non voglio
rimanere a lungo nello stesso posto, perché se la persona addormentata
sott’acqua nel mio mondo dovesse svegliarsi, potrei venir catturato. Per questo
devo continuare a scappare attraverso tutte le dimensioni”
Il ninja non
aveva avuto modo di cogliere esattamente le implicazioni di una tale
affermazione, ciononostante era ormai certo che l’idiota biondo non stesse
dicendo tutta la verità… ma presto o tardi gli avrebbe fatto confessare ogni
cosa.
Per sfogare
l’incomprensibile frustrazione che, si era reso conto, gli provocava ogni
tentativo di intavolare una conversazione seria con lo stupido mago, Kurogane si
era lanciato contro la strega con l’obbiettivo di porre fine al più presto a
quel dannato combattimento e lasciare una buona volta quel paese.
Riuscire nel
loro intento non era stato così immediato, ma alla fine ce l’avevano fatta ed
erano ripartiti in direzione di un nuovo mondo.
Si erano così
ritrovati sulle sponde di un lago, nel bel mezzo di una foresta immersa in una
cappa di nebbia. Quel paese si era subito rivelato assolutamente inutile ai fini
del loro viaggio perché non ospitava nemmeno una piuma, ma allo spadaccino la
permanenza lì aveva dato modo di convincersi che la polpetta bianca non andava
per nessun motivo lasciata con lo stupido mago: quei due insieme sembravano
esaltare uno l’idiozia dell’altra e avevano la fastidiosa tendenza a fare di lui
l’oggetto dei loro scherzi imbecilli. Era inaccettabile!
Quanto a Fay,
nel prendersi cura della principessa addormentata e nel rassicurare un
iperprotettivo Shaoran, aveva mostrato al ninja (chissà quanto
inconsapevolmente) un'altra sfaccettatura del suo carattere: Kurogane non
l’avrebbe mai creduto capace di un atteggiamento così affettuoso verso quei due,
che pure conosceva appena.
E anche le
parole che aveva rivolto al ragazzino, “Non pensare sempre alle cose tristi
altrimenti, per quanto tu lo voglia, non riuscirai mai a dimenticarle. Sorridi e
sii felice: nessuno ti biasimerà se lo farai”, chissà perché al guerriero
suonavano fin troppo tratte da un’esperienza personale… sì, decisamente Fay
nascondeva qualcosa: lo dicevano quei suoi occhi blu sempre così distanti, come
persi troppo indietro nel passato o fissi su un futuro troppo lontano.
Non era quello
però il momento di affrontarlo per farlo parlare, aveva concluso Kurogane. Ne
sapeva ancora troppo poco su di lui per riuscire a spuntarla e il biondino era
dannatamente intelligente, su questo non aveva dubbi. Avrebbe aspettato
un’occasione più propizia e avrebbe colpito.
Anche perché,
andando avanti nel loro viaggio, attraverso l’infinita serie di mondi (uno più
assurdo dell’altro) in cui Mokona li trasportava, tutto sembrava come al solito.
C’erano sempre i sorrisi e quegli odiosi nomignoli, quelle mezze frasi
smozzicate che ogni tanto sfuggivano dalle labbra del mago e i suoi occhi che
non ridevano mai, però pian piano Kurogane andava componendo un puzzle sempre
più preciso.
Poi ad un certo
punto, il ninja non ricordava precisamente quando né perché, Fay aveva preso
un’altra irritante abitudine: si era messo in testa di imparare a fischiare.
Peccato che fosse assolutamente negato per la cosa, ma questo non lo fermava
certo dal tormentare lo spadaccino con i suoi esperimenti…
Come avrete
capito, questo secondo capitolo riassume le vicende di Koryo e del Mondo del
Lago (capitoli dal 16 al 24). Ho volutamente ignorato la Repubblica di Hanshin,
perché in fin dei conti dal punto di vista del rapporto tra Fay e Kurogane non è
granché significativa (e non mi rientrava nel conto dei 4 movimenti della
sinfonia XD).
Tutte le battute
riportate tra virgolette sono mie traduzioni di dialoghi del manga, se volete i
riferimenti precisi chiedete pure.
PREVIEW
Capitolo III: Secondo Movimento - Allegro
Decisamente Fay
D. Fluorite era uno splendido trompe l’œil, accuratamente predisposto per
ingannare le apparenze e, con la sua esuberanza, distrarre l’attenzione di tutti
dalla verità.
Ora che Kurogane
l’aveva capito, riuscire ad arrivare oltre la sua facciata tutta sorrisi, fino a
toccare il cuore di quella creatura così sfuggente, era diventato il suo
obbiettivo primario perché lui odiava le illusioni e le finzioni di qualunque
tipo.
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