M4
4 Capitolo
Marguerite Duras
La scrittura è l'ignoto. Prima
di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena
lucidità.
La mattina per Simone era un supplizio.
Odiava svegliarsi, per lui era una cosa intollerabile,
soprattutto per andare a scuola.
Forse Simone non si era mai reso conto che per tutti era
così,ma dall’altra parte il ragazzo era un tantino egocentrico e quindi era
normale per lui sentirsi l’unico così abbattuto dal risveglio.
Prese la borsa e si avviò,il freddo gli punse le guance e il
ragazzo ci passò una mano sopra,tra un paio di giorni avrebbe dovuto farsi la
barba:una scocciatura.
Nonostante le difficoltà Simone era riuscito a scrivere un
racconto,non lo convinceva per niente. Ammetteva
di essersi parecchio ispirato agli
ultimi film che aveva visto,sperava solo che gli Scrittori pazzi non se ne accorgessero.
Ma in fondo che cosa c’era di male?Anche L’imitatrice ,cioè Flavia, scriveva cose
ispirate ad altre opere.
Quindi era tutto in regola,no?Ma allora perché si sentiva
così maledettamente nervoso?
Simone era fuori la porta,si era seduto sulle scale :una
vecchia abitudine acquisita dalle medie.
Sentiva il suo batticuore iper-veloce.
Non era solo emozione,la sua era paura di essere giudicato.
I membri non l’aveva cacciato fuori ,ma lui non ce l’aveva
fatta ad assistere ad altre persone che leggevano e commentavano il suo scritto.
L’imitatrice posò
una sua mano sopra la spalla del ragazzo facendolo voltare di colpo,gli occhi
spenti della ragazza si incontrarono con i suoi carichi di stress.
Nella stanza Simone trovò i membri del giuria seduti al
grande tavolo centrale,l’unico posto libero era quello a capo-tavola.
<< Respinto. >> dura e
crudele senza fronzoli di giri parole, la verità risuonò nella testa del ragazzo
che non ebbe neanche la forza di chiedere il perché.
<< Simone
questo racconto … bhe d’accordo che è il primo,ma … come posso dire… sì è confuso quasi come se non sapessi cosa
dire. > > il
metallaro guardò sott’occhi Simone,per lui era difficile fare le critiche.
<< Forse ti
abbiamo dato fretta e non ce ne siamo accorti … >> Veronica lesse velocemente le prime righe del
racconto che stavano criticando
Roberto fissò
gelidamente i due colleghi che si zittirono immediatamente,il messaggio era
chiaro:una delle prime regole degli scrittori pazzi era che la critica doveva
essere feroce.
< < Non da’ nessuna sensazione,sembra una lista della
spesa. E’ vagamente ispirato o forse il termine giusto è copiato dal film
trasmesso in TV la settimana scorsa. E’ la prima volta che utilizzo questo
termine, è patetico. >>
Patetico,era una parola che mai era stata rivolta a Simone e
di certo il ragazzo era contento della cosa.
Patetico era un termine così cattivo che se fosse stato per Simone, andava eliminato dai vocabolari di
tutti il mondo,lo scrittore patetico si alzò dalla sedia: << Prova a
ripeterlo! >> disse a bassa voce
minacciosa.
<< Si sieda e
non faccia l’idiota. >>
<< Non mi
siedo. >>
Mr Tronky restò seduto: << Qui non sei a scuola,dove i professori per non
sporcarsi le mani le permettano di fare tutto ciò che vuole. Si sieda
immediatamente. Dannato ”VIP” da strapazzo. >>
Gli altri membri degli Scrittori
pazzi erano spaventati,Roberto non si era mai tanto alterato. Eccetto l’imitatrice che sembrava interessata
al nuovo catalogo d’espressioni da memorizzare e da imparare a imitare.
L’Imitatrice in
realtà aveva un atteggiamento molto più positivo alla vita di quello che
dimostrava,quando succedeva qualcosa di brutto cercava di rimanere lucida e di
trovare il lato costruttivo. Quale era il suo migliore lato costruttivo, se non
quello di imparare a imitare qualche nuova espressione? Quindi si sistemò
meglio sulla sedia e osservò eccessivamente incuriosita la scena.
<< Prego. >> ironizzò
Simone con una mano invitando l’altro a parlare.
<< Lei può fare
di più,lei potrebbe davvero scrivere qualcosa di meglio se avesse il coraggio
di farlo. >>
<< Cosa diavolo
stai dicendo.? >> Simone fissò il capo senza capire,aveva la
vaga impressione che il discorso stesse prendendo una strana piega personale.
<< Lei ha paura
di essere giudicato signor Caccavale. Una paura così forte che trattiene i suoi
pensieri più anticonformisti nella sua mente e che non osa di riportarli sulla
carta. Lei è così preso dal giudizio degli altri ,che è sempre lì con
l’orecchio teso pronto ad ascoltare le maldicenze della gente, ma vuole sapere
la vera differenza tra uno scrittore e un non scrittore? Lo scrittore,se non è
corrotto, se ne frega dell’opinione degli altri anzi ostenta con arroganza
ingiustificata la sua,anche se questa è uguale alla maggior parte delle
persone. Uno scrittore osa,osa immaginare una vita,delle persone con il loro
aspetto e carattere,osa. Questo è l’azione principale di uno scrittore.
Un vero scrittore scrive e basta. Certo se gli arriva la
fama e la ricchezza non la rifiuta. Lo scrittore è anche umano. E come tale anche lui può
sbagliare e questo racconto è uno sbaglio imperdonabile, per le capacità che
ha!Cosa stava pensando quando scriveva ? Anzi meglio ancora,che cosa provava
quando scriveva? Uno scrittore scrive
perché vuole scrivere , perché si sente bene quando scrive! >>
Era una lezione di scrittura oppure una lezione di vita?
<< Questo
discorso non ha senso,lo sai che mi sembra signor
Franco?Soltanto un unione di banali luoghi comuni di un intellettuale che
si crede superiore a tutto e a tutti! >>
<< Di certo superiore a lei signor Caccavale. >> ringhiò Mr Tronky.
Veronica si alzò di scatto, abituata come era a gestire le assemblea d’istituto di quella
scuola,che a volte finivano con le porte rotte della palestra: avvertì il
pericolo imminente di uno scontro tra i due scrittori e trascinò fuori dalla
stanza Simone.
La rabbia aveva sconvolto il bel viso del giovane che,
Veronica quasi non riconobbe.
<< COME PUOì
SOPPORTARLO? >> un urlo demoniaco
uscì dalla bocca del ragazzo.
Veronica lo colpì con uno schiaffo,lo stupore offuscò
totalmente la rabbia.
La rappresentante d’istituto teneva le spalle del ragazzo
bloccate con le mani: << Ti sei calmato? >>
Prima che Simone potesse dirgli qualcosa,Veronica lo fissò: << Devi imparare ad accettare le critiche. >>
Veronica gli indicò le scale: << E anche i consigli. Adesso vai a casa fatti
una doccia e rilassati. Chiaro? >> ordinò la ragazza con voce chiara e
autoritaria.
E mentre il Vip della scuola scendeva le scale, Veronica gli
urlò: << Per rispondere alla tua domanda!Io a Roberto voglio bene! >>
Giorno seguente,Simone si trovò in classe l’imitatrice. I suoi occhi vuoti lo
fissarono a lungo << Ti voglio portare in un posto. Avverti i tuoi
genitori,ci vediamo a fine lezione. >>
L’imitatrice non
era un tipo socievole,non ti permetteva neanche di sentirti a tuo agio:
guardava dritto davanti a sé ,soltanto ogni tanto lanciava una occhiata fugace
dietro alle sue spalle, per vedere che chi era con lei la stesse seguendo.
Simone cercava di tenere il passo senza riuscirci,era troppo
veloce persa in un mondo, che lei non permetteva a nessuno di entrarci,forse neanche a se stessa.
C’era una chiesa davanti a Simone, una chiesa piccola. Il
ragazzo indicò perplesso l’entrata.
La ragazza annuì semplicemente,per lei era ovvio.
Simone entrò, un improvvisa sensazione di freddo lo pervase.
Una lungo corridoio con due sbocchi laterali formavano una
croce: era in una chiesa romanica.
L’imitatrice si
sedette su una panca e il ragazzo la imitò: << E qui che scrivo. >>
Simone fissò la ragazza per un lungo istante,una chiesa gli
sembrava un posto troppo spettrale per scrivere.
Flavia fissò Simone: <<
Questo è anche un posto ottimo per
piangere quando si ha fallito,nessuno ci fa tanto caso se qualcuno piange in
chiesa, soprattutto se si è silenziosi. >>
Simone rise nervosamente,quella ragazza aveva la capacità
allarmante di stupirlo, di farlo sentire a disagio:lui che tutta la sua vita
aveva venduto pezzi della sua anima per essere accettato per non sentirsi mai
un pesce fuor d’acqua.
<< Fallito? >> domandò scioccamente.
<< Fallito. >> lo sguardo della ragazza tornò a vagare per
la chiesa: << Per me significa che sei caduto ma cerchi di
risalire e di non cadere più nella stesso errore. >>
<< Ah. >>
<< E’ patetico
significa “che è mesto e malinconico e desta tristezza e commozione.” Quindi il
tuo racconto non è una lista della spesa, perché da’ una sensazione patetica ma
da’ una sensazione. Uno scrittore quando scrive deve pensare a quale sensazione
vuole dare al lettore:paura,allegrie e ecc. Per me quando hai scritto quel
racconto hai pensato che era patetico ed è quella sensazione che hai dato. >>
L’imitatrice si
alzò e fece una vago inchino: << Adesso vado,ci vedremo in sede scrittore. >>
Perplesso sia per le parole della ragazza che per il
comportamento non troppo educato ,Simone riuscì a bofonchiare qualcosa come ah.
Sentì solamente un leggero sbattere della porta d’ingresso.
Era una tipa strana l’imitatrice
eppure in qualche modo riusciva quasi ad apprezzare la sua strana personalità,Simone
guardò il soffitto della chiesa concentrandosi sui particolari.
Effettivamente … quando aveva scritto quel racconto, non era
sicuro della sua bellezza,anzi per tutto il tempo, si ero preoccupato della
possibilità che la commissione si sarebbe accorta dello scopiazzamento del
film spunto.
Ma si era davvero concentrato sulla storia?Sui personaggi?Anzi
a dire la verità Simone non ricordava neanche che cosa avesse scritto,come
poteva pretendere che un racconto che lui aveva scritto e che non gli piaceva
minimamente, potesse arrivare nel cuore di un lettore?Non aveva senso.
Un piccolo risata trattenuta uscì dalle labbra del
ragazzo,no non aveva senso ,come non aveva senso rimanere lì a fissare un
soffitto di una chiesa,però …
<< Adesso come
vado a casa? >>
Non aveva la più pallida idea di dove fosse, nel tentativo di
stare a passo con la ragazza, non aveva dato neanche un’ occhiata alla strada
che stavano percorrendo.
Si era perso e di brutto.
Era riuscito a prendere di corsa la metropolitana e Simone
stava recuperando fiato per lo sforzo appena compiuto.
Simone riaprì gli occhi,
una donna gli era di spalle,aveva i capelli raccolti in una treccia alla francese lunga fino al
sedere.
Sembrava un elfo:
donne con i capelli così lunghi non si vedono così
spesso in Italia.
La donna attirava gli sguardi degli uomini e delle donne
alcuni semplicemente curiosi,altri invidiosi.
Il ragazzo iniziò a guardala sott’occhio e poi piano piano
prese una penna.
Scrisse una breve descrizione sulla donna dai capelli
lunghi,all’inizio era solo fisica.
Simone tornò a guardala,che tipo di donna porterebbe i
capelli così lunghi?Un’esibizionista? Di sicuro una donna paziente:c’era la
madre di Simone che si lamentava perché ci metteva “troppo” tempo ad asciugare
quei quattro spaghetti che aveva in testa. Quella signora minimo mezz’ora ci
metteva per asciugare i suoi.
Una donna paziente,
Simone riprese il foglio dove aveva appuntato la sua
descrizione.
Alla fine si pensa che scrivere sia una cosa difficile
invece no,per scrivere ci vuole solo un minimo di interessamento agli altri ed
imparare ad osservare,solo questo chiede la scrittura.
Soprattutto imparare a non farsi beccare a fissare fisso
qualcuno.
L’elfo di Simone lo guardava con uno sguardo che non
prometteva niente di buono.
<< Maleducato. >>
Simone passò alcune
notti insonne prima di dichiarare: <<
Finito. >>
Sfogliavano con assoluta lentezza il racconto di
Simone,quasi come volessero studiare a tatto la consistenza della storia.
C’erano di nuovo tutti gli Scrittori pazzi,nel viso di ogni membro un’espressione
indecifrabile ma il VIP della scuola si
sentiva sicuro di sè anche se gli avrebbero detto rimandato,lui avrebbe sorriso
comunque fiero e orgoglioso del suo primo racconto.
<< E’ bel
racconto fantasy. >>
Tutto qui,alla fine uno scrittore non vuole sentirsi altro,
basta così poco per rendere felice uno scrittore.
L’Imitatrice guardò
Simone per un lungo istante.
Il metallaro e
Veronica sorrisero.
Ognuno ebbe la propria reazione naturale.
C’è l’aveva fatta, ci era riuscito,aveva scritto il suo
primo racconto.
La sua mente sembrava in costante lavoro, pronto a cogliere
ogni frammento di vita per descriverlo.
Simone si sentiva bene,in pace,si divertiva un mondo nella
sede degli scrittori pazzi e non aveva rinunciato alla sua vita mondana,anzi
come gli aveva spiegato Roberto,la maggior parte degli scrittori aveva la vita
da Vip come la sua.
Come Balzac che era sempre immischiato in problemi di donne
e di gioco
L’imitatrice era
al tavolo con l’espressione vagamente accigliata, i suoi occhi erano carichi di
rabbia,quegli occhi senza vita si erano finalmente accessi per qualcosa.
Quel qualcosa era la firma della madre di Simone Caccavale
che come aveva definito la ragazza: <<
Queste non sono lettere. Queste è un
incrocio tra l’alfabeto arabo,cirillico,latino e con gli ideogrammi cinesi!Dì a
tua madre ,da parte mia, che non ci sarà mai nessuno capace di copiare la sua
grafia! Se così la vogliamo chiamare per intenderci. >>
Il metallaro si
avvicinò alla amica nel tentativo di calmarla:così arrabbiata non sarebbe mai
riuscita a falsificare la firma della madre del nuovo membro!
<< Per favore
signorina Caputo non si alteri,una firma non perfetta basterà per far uscire il
signore Caccavale prima. >>
Mr Tronkie mangiucchiò un lato della sua merendina,composto
e con il suo solito atteggiamento da adulto irritante,come sempre.
<< E’ una
fortuna Simone!Stiamo per andare a vedere il tuo scrittore preferito! >>
Veronica sorrise.
Era tutto tranquillo,perfetto?
Simone,il nuovo membro degli Scrittori pazzi,rimase incantato dal cielo azzurro mentre mostrava
l’autorizzazione,con la firma faticosamente copiata dall’imitatrice, d’uscita alla portinaia.
Tra meno di un’ ora sarebbe andato a sentire il suo
scrittore preferito … e c’era anche qualcuno con cui condividere la sua
passione per la letteratura.
<< Su,signor
Caccavale andiamo. >> Simone si voltò verso la voce di Roberto Franco sorridendo.
Il genio del male sembrava in quel momento, data la
posizione, immerso in quel cielo limpido,il suo sguardo e la mano che indicava
a Simone di sbrigarsi, sembravano accennargli un nuovo mondo infinito:la
letteratura
Un modo che anche lui,avrebbe contribuito come meglio poteva
nel suo piccolo.
Simone aumentò il passo e raggiunse il colonnello dalla
faccia d’insetto,anche se tra di loro non scorreva buon sangue erano pur sempre
colleghi.
Anche se Simone aveva giurato a se stesso che non avrebbe
mai scritto lo stesso genere di Roberto.
In fondo era meglio evitare la competizione con quello
strano ragazzo.
<< Senti
Roberto avevo pensato di scrivere questa storia parla … >>
FINE
NOTE DELLO SCRITTORE PAZZO:
Spero che questo sciocco
racconto vi sia piaciuto,mi dispiace immensamente per i continui errori di
ortografia ma ho preferito lasciarlo intatto come corpo da reato,da osservare
per rendersi conto degli errori passati. Comunque sia auguro a tutti di
diventare uno scrittore pazzo.
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