Harry Potter giunse
in Grimmauld Place a mezzogiorno del 9 giugno, in compagnia di Draco
Malfoy, Hermione Granger, Ron e Ginny Weasley.
Molly Weasley stava preparando il pranzo per i ragazzi quando entrarono
tutti insieme nella cucina. Nessuno era andato a prenderli a
King’s Cross perché erano ormai abbastanza grandi
per
Smaterializzarsi senza problemi.
- Signora Weasley, ci vorrà molto prima che sia pronto da
mangiare? –
- No, Harry caro… perché? –
- Volevo salutare Sirius e iniziare a mettere a posto un po’
di
roba nella mia stanza – rispose lui, accomodandosi a tavola
con
gli altri – ma posso anche farlo più tardi
–
Molly gli sorrise gentilmente, mentre serviva tutti i presenti con una
porzione abbondante di carne stufata con verdure.
- Sirius non tornerà fino a questa sera, è andato
con
Tonks a parlare con Tom… sapete, il barista del Paiolo
Magico
– disse lei, accomodandosi a sua volta –
è stato
avvistato un gruppo di Mangiamorte che importunava una ragazza e si
teme per la vita della ragazza dato che non li ha attesi come le
avevano ordinato –
- Ma è terribile! – commentò Hermione
con sguardo
torvo – Con che coraggio si fanno ancora vedere in giro, quei
pazzi? –
- Fino a quando nessuno li denuncerà al Ministero, credo che
non
smetteranno mai di fare il bello e il cattivo tempo –
mormorò Harry con voce cupa.
Nessuno sembrò curarsi delle guance imporporate di Draco che
da
lì a pochi minuti avrebbe rivisto sua madre Narcissa e suo
padre
Lucius, entrambi ex alleati dei Mangiamorte.
Un gufo apparve davanti alla finestra della casa, Ron fu il primo ad
alzarsi per prenderlo e farlo entrare. Gli offrì un
po’ di
pane, staccandogli il rotolo di pergamena dalla zampa.
- C’è scritto che è per
Sirius… la apriamo? –
- Non sai cosa significhi la parola privacy, Ronald? – lo
rimproverò la madre – Lasciala lì e
finisci di
mangiare! –
Al termine del pranzo, ognuno si dedicò alle
attività che
gli erano più consone: Draco andò a parlare con i
suoi
genitori, Ginny improvvisò una partita di SparaSchiocco
contro
suo fratello Ron, Hermione si mise a spulciare la Gazzetta del Profeta
in cerca di un lavoro estivo prima di presentarsi al colloquio al San
Mungo, Harry salì finalmente nella sua camera per riordinare
i
suoi averi.
Appena aprì il baule, una decina di fogli si lanciarono
fuori
sparpagliandosi per tutta la stanza. Tra sbuffi e imprecazioni, il
ragazzo li riordinò frettolosamente. Mentre estraeva i libri
appoggiandoli sul pavimento di legno, gli cadde l’occhio su
un
foglietto più grande e meno sgualcito degli altri.
La calligrafia era inconfondibile. Harry non ricordava di aver ricevuto
recentemente lettere da Lauren Silente. Appoggiò la schiena
al
letto e si mise a leggere.
Caro Harry,
forse quando tu
leggerai questa
lettera io sarò già lontana. Non lontana come voi
pensate, molto di più. Forse starò già
sorvolando
l’oceano Atlantico in cerca di una nuova vita per me e in
attesa
di una vita tranquilla per voi.
Ironia della
sorte, tu non
avrai mai una vita tranquilla neanche se mi sforzassi in tutti i modi a
lasciarti in pace dato che non dipende da me.
Non so
perché, ma credo
che tu sarai il primo tra tutti i destinatari a leggere la mia lettera.
Forse sei l’unico che avrà il tempo per farlo
subito,
considerando gli impegni di tutti gli altri.
Tutta questa
premessa, Harry,
per dirti che non ci rivedremo mai più. Nonostante questo
resterai sempre nei miei ricordi come un ragazzo ammirevole, molto
più coraggioso di me, e sicuramente più
sfortunato della
sottoscritta. Il tuo destino è stato scelto da altre
persone,
mentre io posso gestire il mio. L’ho fatto, è per
questo
motivo che non ci rivedremo mai più negli occhi.
La vita
però è strana, chi lo potrà mai dire.
Preferisco solo non illudermi troppo, cerca di capire.
Non ti
dirò dove sono
perché so che tu, con il suo essere impulsivo e un
po’
irrazionale, ti precipiteresti a cercarmi esponendoti a decine di
pericoli. Non è quello che voglio.
Sei un grande
amico, Harry. Ti
auguro il meglio per la tua vita, con la speranza che questa sia
più clemente con te nei prossimi anni.
Se sarai il primo
come penso,
ti prego di non dire niente a nessuno. Preferisco che vengano a sapere
direttamente dalla mia scrittura quello che ho da dire loro.
Ti ringrazio anche
per questo ultimo favore. Ti devo molto.
Lauren
Harry non pensò di correre giù per la scala per
avvertire Molly e gli altri.
Harry non pensò nemmeno per un secondo di non rispettare
l’ultima volontà di Lauren.
Come in preda ad una trance, lasciò che le sue mani
riprendessero a vagare automaticamente fuori e dentro il baule per
riordinarlo.
Decise che non sarebbe uscito dalla sua stanza fino al ritorno di
Sirius.
***
Blaise Zabini arrivò in casa sbuffando come se avesse
percorso decine di chilometri in corsa.
Non aveva voglia di tornare, non dopo aver letto
sull’Espresso di
Hogwarts la lettera di sua madre che gli comunicava la presenza di
Camille – la sua promessa sposa – nella loro
residenza per
l’intera estate.
Aveva imprecato, si era lamentato con Draco, aveva progettato piani di
fuga, ma alla fine era stato costretto a rimettere piede nella sua
dimora natale.
- Ah, credo che sia arrivato! – sentì urlare sua
madre,
mentre Blaise ascoltava i suoi tacchi giungere nell’ingresso
dove
si trovava.
Amelie Zabini lo strinse tra le sue braccia fragili, costringendolo a
inalare il suo penetrante profumo di vaniglia, prima di spingerlo nel
salotto dove si trovava Camille.
Una bella bambolina di porcellana, su quello non c’era
dubbio, ma
non era altro che un manichino grazioso. Niente personalità,
niente carattere, niente emozioni.
Purtroppo per lui, fu costretto a passare tutto il pomeriggio in sua
compagnia, seppur di malavoglia, fino a quando sua madre non decise di
portare la futura nuora con sé a fare spese. Blaise si
chiese
perché non avesse deciso di iniziare a passare le estati da
suo
padre al posto di cedere sempre alle frasi commoventi con cui sua madre
si prodigava a convincerlo per lettera a farle compagnia.
Si sdraiò su una delle innumerevoli sedie di legno del
giardino,
pregustando finalmente qualche ora di pace mentre le due donne erano
fuori dalla portata di vista e di orecchio.
Un gufo atterrò sul bordo del bicchiere di limonata che il
ragazzo si era appena fatto portare da uno dei tanti elfi domestici
della sua casa. Il rotolo di pergamena che era assicurato alla sua
zampa venne salvato appena in tempo da un bagno nel dolce liquido
agrumato.
Aggrottando le sopracciglia e sperando che la lettera non fosse frutto
di una litigata di Draco con i suoi genitori, Blaise si predispose a
leggerla.
Caro Blaze,
ormai sono certa
che non ci sia
bisogno che io mi presenti. Riconoscerai la mia scrittura senza
problemi, non è vero? Scusami in anticipo se leggerai delle
frasi leggermente sconclusionate, ma sono le quattro di mattina e
scrivo con la testa da un’altra parte.
Non so quando ti
arriverà questa lettera, ma spero che sia quando io
sarò
già su un aereo – diretta dall’altra
parte del
globo. Sì, hai letto bene, ho deciso di lasciare
definitivamente
l’Inghilterra.
Mi
dispiacerà non poter
assistere a nessuna delle tue future partite di Quidditch o presenziare
come ospite al tuo futuro matrimonio con Camille, ma la mia decisione
è dipesa da cause di forza maggiore. Se vuoi saperne di
più forse ti converrà chiedere a Harry. A lui ho
spiegato
tutti i motivi del mio addio. Non sentirti inferiore a lui,
l’ho
fatto perché preferisco usare lo spazio qui sotto per
ricordare
con te tutto quello che abbiamo passato insieme.
Ti sono debitrice
del mio primo
bacio, della tua comprensione, della tua gentilezza in ogni momento,
della tua delicatezza nel trattare tra me e Draco, in poche parole di
tutto.
Non
dimenticherò mai la
sera del Ballo di Natale, la sensazione di benessere che mi ha donato
il danzare insieme a te. Non ci siamo mai amati, Blaze, ma non ci
dimenticheremo mai.
Ti ringrazio di
cuore per
avermi concesso una seconda opportunità, nonostante il mio
tradimento con Daniel fosse stato il più grave tra quelli
dettati dalla profezia della Cooman.
Ti ringrazio
perché so
che, se mai dovessi rimettere piede in Inghilterra una volta sconfitto
Voldemort, tu saresti lì pronto a perdonarmi di nuovo. Ma
non
tornerò, non ho intenzione di abusare della tua
bontà.
Draco aveva ragione, sei un Serpeverde solo per sangue e non per
atteggiamento.
Ti auguro il
meglio per la tua
vita, seguirò le tue imprese di Quidditch da lontano quando
finalmente sarai diventato un Cacciatore famoso. Io so che lo
diventerai.
Draco, se avrai
bisogno di lui, si trova a Grimmauld Place n°12. So che posso
fidarmi di te.
Brucia la lettera
appena possibile, prima che cada in mani poco raccomandabili.
Ti voglio bene,
Lauren
Blaise fissò il cielo terso di inizio giugno, mentre una
piccola
lacrima scivolava lentamente sulla sua guancia scura. Lasciò
la
limonata in giardino, corse in casa travolgendo due elfi domestici, si
rinchiuse nella sua stanza da letto e vi rimase fino a sera.
Nonostante i ripetuti richiami di sua madre e le suppliche di Camille,
non uscì da quella stanza.
Forse perché, alla fine, in quella stanza non vi era
più.
***
Era ormai giunta l’ora della cena quando Draco Malfoy
uscì
dalla stanza in cui aveva discusso tutto il pomeriggio con i suoi
genitori.
Aveva provato in tutti i modi a convincere Lucius a non fare pazzie
nonostante sapesse che non condivideva la sua opinione riguardo Lauren.
Suo padre però continuava ostinatamente a sostenere che, una
volta presa in sposa Lauren Silente, tutta la famiglia sarebbe stata
riaccolta a braccia aperte da Voldemort che avrebbe dimenticato anche
l’involontario aiuto di Lucius nell’evasione.
Draco aveva tagliato corto dicendo che non aveva alcuna intenzione di
sposarla, prima di tutto perché era la sua migliore amica,
in
secondo luogo perché non era suo desiderio fare parte dei
leccapiedi di Faccia-di-serpe.
Aveva notato con soddisfazione la sfumatura violacea assunta dal bel
viso di gigli di suo padre, prima che Narcissa gli chiedesse di uscire
per non scatenare un’inutile – e probabilmente
violenta -
lite.
Draco si ritrovò così a vagare per i piani alti
di
Grimmauld Place, deciso a non scendere in salotto per non incontrare
Ginny Weasley in modalità flirt, fino a quando, passando
davanti
alla sua stanza, non vide che un rotolo di pergamena era adagiato sul
letto.
Un biglietto della signora Weasley, fermo sul comodino, gli comunicava
che a metà pomeriggio era arrivata quella pergamena
indirizzata
a lui e che per non disturbare la sua chiacchierata con i suoi genitori
aveva deciso di lasciargliela in camera.
Draco chiuse la porta della stanza, deciso a restare solo e temendo che
Lucius potesse disturbarlo nel bel mezzo della lettura di quella
lettera misteriosa.
Sei stato il mio
primo vero migliore amico, Draco.
Avresti mai
pensato di leggere
queste parole vergate dalla mano di una Mezzosangue come me?
Chissà cosa direbbe tuo padre se venisse a sapere che
avresti
potuto in qualsiasi modo circuirmi durante quest’anno
scolastico
ma che non ci hai mai provato seriamente come lui avrebbe voluto.
Sono abbastanza
tranquilla sul
fatto che tu non potrai fare niente per raggiungermi quando leggerai
queste parole. Ed è comico confessarti che sarà
almeno la
quarta volta che scrivo questa frase. Senza contare quelle scritte
questo pomeriggio.
Draco, mi
mancherai da morire.
A chi voglio farla bere, dicendo che la mia partenza votata al
benessere di tutti non farà altro che portare
felicità
anche a me?
Mi mancherai,
tanto, e
penserò tutte le sere a quanto mi odierai per averti
lasciato da
solo nel momento in cui avresti più bisogno del mio aiuto.
Vorrei potermi
tenere in
contatto con te, più che con chiunque altro, ma so di non
potere. Il mio obiettivo è allontanare Voldemort da voi,
facendogli capire che ormai non vi sono più vicina e che non
potrebbe arrivare a me attraverso voi, quindi dirti dove sono diretta
sarebbe un errore grossolano e piuttosto sciocco.
Spero che tu possa
perdonare
questo mio abbandono, spero che tu possa capire, da grande amico come
sei, i motivi della mia scelta. Non potrei sopportare di sapere che
qualcuno è stato ucciso per colpa mia.
Ho scritto anche a
Blaze,
Harry, Severus, mio nonno e Sirius. Lascio a te la lista in modo che,
un giorno, possiate ritrovarvi per mettere insieme il puzzle di tutto
quello che ho provato prima di lasciare le vostre vite per sempre. Non
posso fare altro che sperare che tutto vada per il meglio, sarai sempre
nei miei pensieri. Non so come farò a restar mentalmente
lucida
senza di te.
Grazie per il tuo
perdono.
Ti voglio bene,
Lauren.
Draco lasciò cadere il foglio a terra, con le mani tremanti
di rabbia e incredulità.
Era troppo forte per sentirsi ferito, era troppo orgoglioso per provare
tristezza.
Si sentiva tradito perché lei, la sua migliore amica, non
gli
aveva mai detto che l’avrebbe lasciato da solo. Si sentiva
tradito perché non l’aveva detto solo a lui, alla
fine, ma
ad altre cinque persone.
Draco era pronto ad uscire da quella porta per cercare Lauren Silente e
trascinarla di nuovo davanti a sé prima per insultarla e poi
per
abbracciarla e impedirle di andarsene di nuovo.
Una volta aperta la porta, però, andò a sbattere
contro Blaise Zabini.
Un abbraccio necessario ad entrambi legò fisicamente quei
due ragazzi per la prima volta nella loro amicizia.
***
Albus Silente si alzò da tavola con un leggero sbuffo di
disappunto, oppresso dalla malinconia causata dall’assenza
dell’abituale vociare degli studenti.
Alzò lo sguardo verso Minerva McGranitt e Remus Lupin che
ricambiarono con due sospiri sincronizzati.
- E’ sempre così triste vedere che questi giovani
ci
lasciano per tre infiniti mesi… - commentò Albus,
mentre
il suo pensiero volava automaticamente verso sua nipote e Harry Potter.
- Ogni anno è la stessa terribile nostalgia a
prenderci
– confessò Minerva, pasticciando con il
purè che
giaceva da tempo immemore nel suo piatto – ma questa volta
temo
ci sia caduto anche Severus –
Albus sentì una stretta al cuore nel pensare al suo collega
rinchiuso da ore nelle sue stanze sotterranee.
- Credo che andrò a parlare con lui – decise
rapidamente, prima che Remus lo fermasse con un cenno.
- Non credo sia il caso, Albus… conosciamo bene Severus,
quando
si isola è chiaro che non vuole essere
disturbato… -
L’anziano Preside sembrò accettare le parole di
Lupin, ma
si diresse comunque fuori dalla Sala Grande. Voleva tornare nel suo
ufficio perché sperava di trovare una lettera di Lauren. Lei
aveva promesso che gli avrebbe comunicato appena possibile in quale
città si sarebbe stabilita.
La sua delusione fu grande quando vide che nessun gufo sembrava essere
in attesa sul cornicione della finestra della torre. Sorrise
però apertamente quando vide che una lettera era
già
pronta sul cuscino del letto che era stato di sua nipote. Non si chiese
come potesse essere arrivata lì autonomamente, si
accomodò sul morbido materasso e iniziò a leggere.
Caro nonno,
non è
forse assurdo notare come le mie lettere per te portino sempre cattive
notizie?
Devo confessarti
che non
sarò più in Inghilterra quando leggerai queste
mie
parole. Con molta probabilità e fortuna, sarò
dall’altra parte dell’oceano.
No, non
è mia intenzione
dirti la locazione precisa dato che ti conosco e so che riusciresti a
trovarmi rapidamente se ti dessi anche solo un minuscolo indizio.
Se vorrai sapere i
motivi della
mia partenza improvvisa, anche se immagino tu li abbia intuiti, forse
ti converrà chiedere ad Harry di mostrarti la lettera che ho
scritto a lui. Ammetto che la mia voglia di scrivere sei papiri uguali
non mi allettava molto.
Quello che voglio
dire a te e
solo a te è che sei stato un nonno meraviglioso. Mi hai
cresciuta con tutto il tuo amore ed è stato solo il tuo
affetto
a rendermi quello che sono, contraddicendo il sangue che mi dava per
Mangiamorte certa. Non so precisamente cosa farò una volta
arrivata in un altro Paese, credo che mi prenderò del tempo
per
cercare la mia strada.
Di soldi ne ho, ho
prosciugato
tutti i miei risparmi degli ultimi diciassette anni depositati alla
Gringott. Non me ne pentirò, li userò in modo
responsabile come se tu fossi ancora al mio fianco.
Vorrei solo che tu
rendessi
pubblica il prima possibile la notizia del mio allontanamento
dall’Inghilterra. Confido che questo stratagemma possa
convincere
Voldemort a lasciare in pace le persone che sa essermi vicine. Spero
che però la tua protezione verso Harry non finisca per
colpirti
lo stesso. Non potrei sopportare di essermi allontanata da te per
niente.
Sapendo che
sarebbe inutile
continuare a scrivere cose scontate – io so che mi conosci,
nonno, anche se fingi di non conoscermi per lasciare che io possa fare
i miei errori – mi sento solo di dirti che ti voglio bene e
che
il tuo pensiero sarà il più recidivo nel mio
cuore.
Prenditi cura di
Severus.
La tua piccola
Alexis
Albus fece un respiro profondo dopo quell’intensa lettura,
ripose poi la pergamena nella tasca della sua veste.
I suoi sospetti erano stati confermati come sempre. Era dura avere
delle intuizioni esatte, a volte.
Sapeva però che sua nipote se la sarebbe cavata e confidava
nel
fatto che, prima o poi, la notizia della scomparsa di Voldemort
l’avrebbe fatta tornare.
Era un motivo in più per lottare contro quell’uomo
disumano.
Si accorse solo dopo una seconda rilettura, anni dopo, cosa
significasse la frase “prenditi cura di Severus”.
Si
sentì uno sciocco a non averla capita prima, quando sarebbe
veramente servito a qualcosa.
***
Sirius Black atterrò con un tonfo sul tappeto della sua casa
di
Grimmauld Place e subito si ritrovò puntato contro un numero
indefinito di occhi.
Una metà della famiglia Weasley più Hermione lo
fissavano sorpresi dal suo improvviso ritorno.
Si alzò con un movimento scattante, appoggiandosi poi la
mano sul fondoschiena con una smorfia.
- Merlino, avrei dovuto assicurarlo! – mugugnò
sorridendo, mentre se lo massaggiava vigorosamente.
- Vuoi qualcosa da mangiare, Sirius? – gli chiese Molly con
sollecitudine, mentre lo seguiva in cucina.
- No, grazie, ho già cenato al Paiolo Magico… ora
voglio
solo rifugiarmi in camera mia con del buon Whisky – rispose
lui,
allargando il suo sorriso davanti al cipiglio severo della donna
– rilassati, Molly, sto scherzando! –
Nonostante tutto, Sirius prese lo stesso dalla credenza la bottiglia
del Whisky.
- E’ andato tutto bene? –
- La storia della ragazza, intendi? – replicò lui,
dirigendosi di nuovo verso il salotto – Sì, alla
fine i
Mangiamorte non si sono ripresentati quindi penso che fosse solo una
minaccia a vuoto… la tipa però sembrava avere del
fegato,
da quanto mi ha raccontato Tom! –
- Mamma, hai detto a Sirius che è arrivata una lettera per
lui? –
- Ah, no… vai a prenderla tu per favore, Ginny cara!
–
La ragazza sparì in cucina prima di ritornare con un rotolo
di pergamena doverosamente sigillato.
- Tieni! –
- Grazie, piccola! – disse Sirius scompigliandole i capelli
– Ci vediamo domani mattina, buonanotte a tutti e non
sfasciatemi
la casa! –
Felpato salì lentamente le scale, passando davanti alla
stanza del suo figlioccio con noncuranza.
Non sapeva che nel giro di pochi minuti avrebbero condiviso lo stesso
sentimento.
Entrò poi nella sua camera, chiuse la porta e si
lanciò sul letto.
Non sapeva che, un piano sopra il suo, due ragazzi stavano pensando le
stesse cose del suo figlioccio.
Staccò con violenza il sigillo alla lettera, stanco per la
caccia al Mangiamorte che l’aveva tenuto impegnato per tutta
la
giornata.
Appoggiò la bottiglia di whisky alle labbra, lesse la prima
riga, strabuzzò gli occhi, sputò il whisky che
aveva in
bocca, tutto in rapida successione.
Continuò a passarsi la mano tra i capelli mentre proseguiva
nella lettura.
Sai, Sirius, mi
dispiace essere come mia madre. Purtroppo anch’io devo dirti
addio.
Non credo che
faticherai a
scendere di qualche gradino per andare a chiedere a Harry il motivo
della mia partenza, l’ho scritto nella sua lettera.
Quello che invece
voglio dire a te, riguarda la mia promessa di essere sincera con te in
ogni singolo dettaglio della mia vita.
Il giorno in cui
mi hai
perdonato, sono ricascata nel fascino di Malfoy senior. Non
è
bastato sapere che tu e Narcissa eravate a pochi metri da noi, il suo
ascendente su di me è terribilmente forte. Nonostante tutto,
non
credere che io stia scappando da lui. Lucius non mi fa paura, so che
posso imparare a gestire quella che è solo una grande
contraddizione del mio corpo.
Parto per
l’altra parte
del mondo in un tentativo di evitare che Voldemort se la prenda con voi
ulteriormente. So che la presenza di Harry non permetterà
comunque una vita tranquilla per voi, ma lui si merita il vostro
appoggio molto più di quanto non lo meriti io.
Ti confesso invece
che credo di
aver finalmente fatto chiarezza nella mia mente, tra i miei sentimenti,
ma non me la sento di spiegarti tutto dato che questa è la
penultima lettera che scrivo e mi fa davvero malissimo la mano.
Forse dovresti
parlare con
Severus – o Mocciosus, se ti piace di più
–
perché credo abbiate in comune più cose di quanto
non
crediate.
Non so se ho
dimenticato di scriverti qualcosa, sappi solo che mi mancherai da
morire, Felpato.
Mi sarebbe
piaciuto vedere di
nuovo i tuoi occhi, anche solo per una volta, brillare in quel modo
speciale che aveva conquistato mia madre.
Ti voglio bene, mi
mancherai.
La tua Ciuffetta
malandrina
Sirius sentì l’ennesimo verme della solitudine
scavare nel
suo cuore, inesorabile e fortissimo, per una perdita che credeva non
sarebbe arrivato a vivere. Pensava che sarebbe stato lui a lasciare
Lauren attraverso la morte e non il contrario.
- Hai visto, Lunastorta? – sussurrò amareggiato,
più a se stesso che ad un ipotetico fantasma di Lupin
–
Anche questa Silente se n’è andata… il
nostro patto
è ormai rotto… -
Sirius posò lo sguardo sulla bottiglia di whisky che si era
portato in camera solo per indispettire Molly, ne inghiottì
una
bella sorsata per annebbiare la sua mente ferita.
Pensò, in un ultimo attimo di lucidità, che
sarebbe
andato la mattina seguente a leggere la lettera mandata ad Harry.
Un sorso di whisky ancora, una sigaretta estratta dal pacchetto che era
stato esiliato da mesi in fondo al cassetto, whisky bruciante,
accendino sul tabacco, sorso di oblio, sbuffo di fumo.
Sirius Black passò così la sera del 9 giugno, la
mente
annebbiata dall’alcol e la vista sfocata dal fumo della
sigaretta.
Gli sembrò di rivivere il giorno della morte di Suzanne
Silente.
***
Severus Piton era stanco di quella vita passata a perdere gli affetti
più cari.
In qualche modo sapeva già la sera prima che Lauren Silente
era
decisa a lasciarlo per sempre, ma il suo dannato istinto di
sopravvivenza della speranza lo aveva tormentato fino a quel momento.
Tutta colpa del vecchio Albus, maledizione.
Era dalle dieci di quella mattina, quando aveva visto la piccola
Silente Trasfigurata in una specie di modella Babbana, che si trovava
in uno stato di indecisione.
Quando era sceso nel suo ufficio e aveva trovato una pergamena
arrotolata e sigillata meticolosamente aveva capito subito che si
trattava di un messaggio lasciato da Lauren.
Era chiaro come il Sole che dopo gli avvenimenti della sera prima non
si sarebbe risparmiata, da brava ragazza innamorata, a lasciargli un
segno melenso del suo sentimento.
Eppure Severus Piton era rimasto tutto il giorno chiuso in quella
stanza, a fissare quella pergamena ancora sigillata, certo che non
avrebbe trovato disgustose sdolcinerie scritte sulla carta color crema.
Era certo che leggere quelle parole avrebbe segnato un punto di rottura
nella sua vita.
Prese il coraggio di toccare il sigillo solo allo scoccare della
mezzanotte, quando era ormai rassegnato all’accettazione di
tutto
quello che avrebbe letto.
Severus.
Ammetto che mi
sento strana a
scrivere il tuo nome e non il decoroso appellativo “professor
Piton”. Immagina quindi il mio disagio nel darti del tu e non
del
lei.
Non voglio
però sprecare carta con inutili frasi insensate, ho
già perso troppo tempo.
Io so che tu
sapevi. Non è un gioco di parole, ti sto dando la conferma
delle tue accuse di questa sera.
Hai ragione, non
tornerò più indietro. Né ad Hogwarts,
né in Inghilterra, né in Europa.
Mettere a rischio
la vostra
incolumità solo perché Voldemort sta cercando me
e vi
considera ottime prede per ricattarmi non è una mia grande
aspirazione.
Ho seguito il tuo
consiglio,
Severus. Tempo fa mi avevi detto che “avresti voluto mollare
tutto qui e trasferirti in un paese straniero per ricominciare una
nuova vita”, una volta lasciati alle spalle i tuoi doveri.
So che puoi
capirmi, anche se
so anche che con ogni probabilità mi odierai per averti
sottratto il mio affetto e per averti impedito di riversare il tuo su
di me.
Spero che tu possa
perdonarmi, Severus.
Non cercarmi,
però.
L’ho chiesto anche a mio nonno, ma so che tu saresti davvero
capace di trovarmi – prima e più facilmente degli
altri
– e io non sarei capace di dirti addio di nuovo.
Non so come ci
saluteremo
questa mattina, quando io fingerò di partire per cercare
lavoro.
Forse ci stringeremo solo la mano, forse ci baceremo.
No, conoscendoti
ci stringeremo la mano. Un bacio in pubblico non è da te. Mi
piace così.
Grazie per esserti
aperto
davanti a me, alla fine. E’ stato bello sapere che non sono
l’unica a rinchiudersi in un guscio di ghiaccio per non
essere
ferita.
Il nostro errore
è stato
aprirci per noi due. Rimarremo scottati a vita per la nostra
separazione, per colpa mia. Basta con la drammaticità,
però.
Ti voglio bene,
Severus. Credici e perdonami.
Se avrai bisogno,
solo certa
che mio nonno ti aiuterà come sempre. Se vorrai condividere
i
tuoi pensieri con qualcuno che potrebbe comprenderli, ti consiglio di
parlare a Sirius. Non è una presa in giro, abbi fiducia.
Perdonami,
perdonami. Perdonami.
Lauren
Severus abbassò la pergamena sulla scrivania, si
alzò per
dirigersi con lentezza dissacrante verso la sua dispensa, ne
tirò fuori una fialetta dal potente contenuto.
Tornò alla sua sedia, vi si abbandonò senza
emettere
suono, sentendo la lama di un pugnale strappargli via una fetta di
cuore per lasciarlo agonizzante e dolorante nella sua delusione.
Soffriva, soffriva come un povero cane. L’amore non era per
lui, l’affetto era solo un bastardo traditore.
Si propose di odiare profondamente Lauren Silente per
quell’illusione di felicità che aveva creato
davanti ai
suoi occhi poche ore prima, ma non ci riuscì.
Lasciò che il liquido scendesse per la sua gola, catturando
i
suoi pensieri in una rete di oblio, chiudendo la sua mente nella
benedizione del sonno senza sogni.
Gli sembrò di rivivere il giorno della morte di Lily Potter.
***
Daniel Dwight Riddle amava fare il capo. Sapeva che, quando e se il suo
potente padre fosse stato sconfitto, tutto sarebbe andato in mano a lui
e sarebbe stato sicuramente migliore.
Lui amava comandare, imbrogliare e prendersi con la forza quella che
voleva.
Era per quello che non accennava ad allontanare la sua bacchetta dai
quattro Mangiamorte che giacevano supplicanti ai suoi piedi.
Prima di interrompere il Cruciatus li voleva vedere sputare sangue dal
dolore.
- Daniel – lo richiamò la fredda voce del padre
con velato
divertimento – credo che come punizione per ora possa
bastare.
Hai meglio da fare che occuparti della loro disobbedienza. –
Il ragazzo guardò con puro disprezzo Dolohov e i tre compari
che
ancora si rotolavano per terra, prima di allontanarsi da loro con una
risata crudele e rivolgere l’attenzione a Lord Voldemort.
- Dimmi, padre – rispose con voce interessata, alzando con
aria
sorpresa un sopracciglio quando vide una pergamena tra le dita
mortalmente pallide del suo genitore – è per me?
–
- Sì, naturalmente – sibilò Voldemort
con impazienza – ha il sigillo di Hogwarts, aprila –
Daniel Dwight rimase stupito davanti a quella notizia, ma non si fece
pregare e srotolò con rapidità la pergamena
appena
arrivata.
- Da parte di chi è? – lo interrogò
Voldemort con interesse.
- Lauren Silente –
Le due parole pronunciate dalla sua stessa voce gli provocarono una
scossa per la spina dorsale.
Come aveva potuto trovarlo? Era impossibile raggiungere in alcun modo
la fortezza della Congrega Oscura.
- Leggi – gli intimò il padre con tono perentorio.
Daniel Dwight appoggiò con timore i suoi occhi verde giada
sulle
parole vergate dalla sua ex fidanzata, nonché sua probabile
sorellastra.
Buongiorno, Daniel
Dwight. O forse preferisci che ti chiami Daniel Riddle?
Io sono Lauren
Silente, come avrai potuto immaginare.
Sei stato un bravo
attore, credimi.
Dannatamente
spietato e doppiogiochista. Un bravo Mangiamorte, insomma.
Non ti scrivo per
insultarti
come vorrei, però. Voglio che tu dica a tuo padre, Lord
Voldemort, che da oggi lascio definitivamente l’Inghilterra.
Mi
guardo bene dal riferirti il mio nuovo domicilio, ma spero che tu
decida di lasciare in pace le persone che mi erano vicine dato che non
tornerò.
Anche se lui
rapisse mio nonno
o chi per lui, io non lo verrò a sapere e non mi
getterò
nelle sue braccia per fare l’eroina che non sono.
Sono una vigliacca
e sono
scappata dall’altra parte dell’oceano, questo
è
quanto. Se mi volete, venite a cercarmi.
Sappi
però, caro Daniel,
che se ci dovessimo rivedere sarebbe per l’ultima volta. Mi
hai
venduta ai tuoi compagni di gioco e non sono disposta a perdonarlo.
Cordiali saluti,
Katherine Silente
Daniel guardò suo padre con espressione confusa, prima di
capire cosa significasse quella lettera.
- Sta bluffando – sentenziò seccamente Voldemort
–
il vecchio Silente non la lascerebbe mai andare in un posto sconosciuto
da sola e senza protezione –
- Non è un bluff – replicò con voce
sicura Daniel
– conosco Lauren e ha scritto la verità –
Voldemort analizzò con attenzione la lettera prima di
decidere
che fidarsi dell’intuito di suo figlio non sarebbe stato poi
sconveniente.
- Ha scritto che si è trasferita dall’altra parte
dell’oceano – ripeté Voldemort con aria
soddisfatta
– non sarà difficile trovarla –
- Non vorrai mandare tutti i nostri Mangiamorte a cercare lei!
–
protestò vivacemente Daniel, sembrando contrariato.
- No, certo che no. Ma la piccola Silente non sa che la Congrega Oscura
non è limitata alla piccola Inghilterra, lei non sa che
abbiamo
spie ovunque. Massimo tre anni e la troveremo. –
Un pensiero attraversò la mente di Daniel, facendo spuntare
un sorriso sulle sue labbra.
- Metteremo in allerta il nostro Mangiamorte migliore? –
- Certo. Lui sa bene come si riconosce una Silente. –
Un ghigno soddisfatto si dipinse sulle inesistenti labbra di Lord
Voldemort.
Gli sembrò di rivivere i giorni delle morti di tutte le sue
innocenti vittime.
Con un pizzico di trionfo e sadica soddisfazione in più.
***
Era l’estate del 1999.
Alexis Riddance tentava di farsi aria con una mano per sopravvivere al
caldo soffocante di quella giornata di giugno, mentre versava il
tè freddo nel bicchiere desiderando di poterlo bere.
C’era solo un cliente da Tim Horton’s, quel
pomeriggio, un
simpatico signore di età avanzata che leggeva con apparente
interesse alcune righe scritte sulla pagina di un piccolo blocco con la
copertina verde.
Il suo
blocco delle ordinazioni? Oddio, che figuraccia!
In quel coso c’erano scritte tutte le sue impressioni sulla
nuova
vita, erano cose strettamente personali, e quello sconosciuto si stava
gustando quella sottospecie di diario personale senza fare una piega.
Si affrettò a raggiungere il tavolo per tentare di arginare
il danno.
- Signore, mi scusi, l’ho dimenticato per sbaglio
e… -
balbettò con le guance in fiamme, tentando allo stesso tempo
di
mantenere in equilibrio sul vassoio il bicchiere di tè
freddo
ordinato dal suo osservatore e di riprendersi l’oggetto
incriminato.
- Scusarla, signorina? Mi scusi lei per la mia indiscrezione, ma non ho
potuto fare a meno di essere incuriosito da quella pagina scritta fitta
fitta… è un mio grande difetto, sa? I giornalisti
come me
sono sempre degli impiccioni incurabili, soprattutto dopo aver passato
una certa età! –
La ragazza appoggiò il bicchiere sul tavolo, sorpresa
dall’affabilità dell’uomo. Non fece in
tempo a
replicare, fu anticipata rapidamente.
- Hai un bel modo di esporre le tue idee, ragazza… ti
interesserebbe un lavoro come giornalista? Niente di grandioso, certo,
ma almeno non sprecheresti le tue abilità in un fast
food… e avresti un guadagno niente male… -
Alexis Riddance si vide dietro ad una scrivania, con la sua penna in
mano e la certezza di potersi mantenere dignitosamente.
Sapeva quanto fosse difficile fare carriera nel mondo Babbano, sapeva
quanto sangue avrebbe dovuto sputare prima di ricevere di nuovo una
proposta simile, sapeva di non poter rifiutare. Non esitò.
- Accetto –
Il vecchio cliente le sorrise, prima di raccogliere la sua cartelletta
e andarsene – lasciando sul tavolo una cospicua mancia, il
bicchiere vuoto e il suo biglietto da visita.
Alexis prese in mano quel piccolo quadratino di cartone, lo
analizzò attentamente, e un sorriso ironico non
potè fare
a meno di attraversare il suo volto una volta letto il nome.
- Harry Potter…
che buffa coincidenza… -
Era il 9 giugno del 1999, Alexis Riddance esisteva da un anno e tre ore.
Era il suo compleanno, in qualche modo.
E quel lavoro sembrava il regalo più bello del mondo.
Note
dell'autrice
Buonasera a tutti.
E' tanto triste per me
dirlo, ma questa storia è ufficialmente conclusa. Spero che
abbiate apprezzato il finale e questo epilogo, nonostante non siano dei
più allegri.
Voglio ringraziare tutte
le persone che si sono prodigate affinchè questa storia
avesse motivo di proseguire.
Partendo per categorie,
un grosso ringraziamento a chi ha recensito! In ordine cronologico, un
abbraccio a:
jOse_
Luciana
Menditegui
Meirouya
Gin_ookami97
Elfosnape
mistero
aXce
DarkViolet92
sweet_cullen
Kamen
snapEly
Sheilin
Valery_Ivanov
Elly
Chan
Gloglo_96
Atari
Meiss
Yvaine0
ArtemisLover
La
principessa Mezzosangue
rorothejoy
vcullen
_Niki_
HermioneForever92
alice81
Erica_8
nana97
In seguito, un abbraccio
anche a chi ha aggiunto la storia tra le Preferite:
1 - ahlys07
2 - ArtemisLover
3 - aXce
4 - BlackFra92
5 - DarkViolet92
6 - Elly
Chan
7 - Elly_93
8 - gegge_cullenina
9 - gemlye
10 - Gin_ookami97
11 - GreenPrincess
12 - HermioneForever92
13 - kiri_chan
14 - La
principessa mezzosangue
15 - Meirouya
16 - MokaAkashiya
17 - nana97
18 - natalia
19 - ragazzapompom
20 - sebadas
21 - Sheilin
22 - sherlock
23 - snape87
24 - sweet_cullen
25 - Valery_Ivanov
26 - yOleBaia
27 - Yvaine0
28 - zamby88
29 - zanna
30 - _NeMeSiS_
31 - _Niki_
E le Seguite:
1
- AdelinaBlaBla
2 - Aleteia
3 - alida
4 - Atari
5 - aXce
6 - Badabubu
7 - cielo_stellato
8 - CiOccia
9 - Danielle_Lady
of Blue Roses
10 - DeeplyBellatrix
11 - dream
12 - Elly_93
13 - excel
sana
14 - fio90
15 - giovy39
16 - ila_sabaku
17 - just
my immagination
[
18 - karem
19 - kiri_chan
20 - Lady
of the sea
21 - Luciana
Menditegui
22 - Lukk
23 - maury
24 - mileyxxx
25 - MissyMary
26 - mistero
27 - MokaAkashiya
28 - Nerida
R Black
29 - Piccola
Vero
30 - Rebecca
Lupin
31 - rorothejoy
32 - rosi33
33 - ryry
34 - SakuraHaruno
35 - Saphiras
36 - Saske
37 - seall
38 - Shion
Shikage
39 - spikina
40 - sS_FrA_Ss
41 - Ste14
42 - uchiha91
43 - Verelia
44 - Yoko_kun
45 - _Bonnie_
46 - _ki_
47 - _Mary
48 - _NeMeSiS_
49 - _Vega .
Per chi mi ha chiesto se farò un seguito di questa
fanfiction: può darsi, ma per ora preferisco finire alcune
storie a cui non sto sto dedicando la sufficiente attenzione. Se e
quando mi dedicherò a un proseguo della vita di Lauren
& company vi informerò, se vorrete.
Vi comunico anche che probabilmente dalla prossima settimana
inizierò a sistemare la presentazione grafica di questa fic,
correggendo gli eventuali errori di ortografia lasciati alle spalle e/o
gli orrori combinati con il codice HTML quando ero ancora alle prime
armi. Quindi non spaventatevi se riaprendo qualche capitolo vedrete
qualcosa di diverso.
Mi piange il cuore, ma devo lasciarvi. Sono tragica, dai, ci vedremo
ancora in giro con qualche altra fiction mia o vostra xD
Ho solo un'ultima piccola richiesta, se non è troppo
pretenziosa da parte mia: i lettori silenziosi farebbero una piccola
opera di bene facendomi sapere ora che siamo alla fine il loro parere?
Se non vi va, fate come se non avessi detto nulla ^^
xoxo
La vostra Lady Lynx
nana97:
è sempre bello scoprire qualche nuovo lettore, anche se non
mi sento abbastanza brava e vissuta da avere già
"ammiratrici" ^^ Sono davvero contenta di sapere che la storia ti
è piaciuta, dato che si tratta della mia primissima
fanfiction. Ti ringrazio per tutti i complimenti, e lo stesso fanno
tutti i personaggi (se potessero parlare, però, crededo che
mi insulterebbero dopo la fine barbina che li ho costretti ad
affrontare xD). Grazie di tutto!
Atari:
hai esattamente intuito quello che sarò il futuro della
nostra Lauren. Niente più Hogwarts, bacchetta e gufi... solo
un po' di "pace" nel mondo Babbano. Mi consola sapere che, nella mia
incapacità di rendere IC il povero Severus, sono comunque
riuscita a non trasformarlo nella caricatura di se stesso. Mi consola
anche sentirmi dire che i personaggi sono gradevoli e accettabili nella
loro diversità da quelli "Rowlinghiani". L'epilogo, come hai
potuto vedere, non lascia trapelare poi molto del futuro lontano dato
che la mia mente è già orientata verso un
possibile sequel (peccato che il tempo a mia disposizione sia tiranno).
Grazie di tutto!
Valery_Ivanov:
posso ritenermi soddisfatta, allora, se consideri inaspettato questo
finale poco fiabesco. E dire che vi avevo abituati a cose peggiori ^^
L'epilogo probabilmente ti spingerà ad insultarmi nella tua
mente, ma spero che sia chiaro che questa fine era un po' scritta nel
destino. Lauren è un personaggio troppo tragico per non
finire male, secondo me. Grazie di tutto!
DarkViolet92:
il suo futuro non è svelato del tutto e quello
degli altri non viene neanche lontanamente accennato, ma questo non fa
altro che rispondere alla tua domanda. Il seguito arriverà,
prima o poi (più poi che prima, ma va beh) e se lo desideri
non avrò problemi ad informarti. Grazie di tutto!
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