FDP7
Eccomi di nuovo. Sono
davvero felice che questa storia venga seguita da sempre più
persone, vedere che ciò che scrivo viene apprezzato mi
sprona moltissimo ad andare avanti :) Ringrazio inoltre le persone che
inseriscono questa storia fra preferite/seguite/da ricordare, e un
ringraziamento in particolare va a quelle anime pie che si fermano a
recensire e a farmi crescere con le loro opinioni, complimenti e
suggerimenti. Vi ringrazio davvero di cuore, siete fantastiche ^^ Vi
lascio alla lettura del nuovo capitolo, sperando che vi possa piacere!
Pandora
7. Fuoco sulla pelle
POV Elizabeth
Non so che cosa mi sia passato per la mente, ma credo di essere
totalmente impazzita. Sì, dev'essere così per
forza. Sento il mio volto scottare, come in preda ad una febbre
tremenda. Che cos'ho combinato? Mezzo minuto fa ero lì,
seduta sulla pietra, e le mie labbra sfioravano quelle di Daniel. Quale
svergognata, probabilmento l'ho sconvolto. Non riesco a voltarmi per
guardarlo, procedo in linea diritta verso il mio cavallo. Voglio
sparire, ma sento la sua presenza dietro di me. Afferro le redini e
faccio per salire sul dorso, ma la sua mano mi blocca. Bene, ora
desidero davvero scomparire sotto dieci metri di terra. Mi volto verso
di lui e abbasso lo sguardo, consapevole della situazione imbarazzante
che sono stata io a creare.
-Elizabeth, guardami-. Non mi aveva mai dato del tu. Probabilmente lo
sta facendo perchè mi considera una sciocca bambina,
immatura. Non voglio alzare gli occhi, non riuscirei a sostenere il suo
sguardo.
-Guardami, ho detto-. La sua voce è ferma, mi fa tremare.
Non rispondo assolutamente delle mie azioni quando sento nuovamente le
sue dita afferrarmi il mento e costringermi a posare i miei occhi nei
suoi. Quello che vedo mi lascia senza fiato. In un istante, cattura i
miei occhi in un legame indissolubile. La sua espressione è
un misto di dubbio e...rabbia? Non riesco a comprenderlo Daniel,
aiutami.
-Mi dispiace-. Lo ammetto velocemente, senza pensare. Mi sembra il modo
migliore per mettere termine a quella situazione, mi sento quasi
soffocare dalla stoffa del mio abito. Sento una sua mano prendere la
mia e stringerla possessivamente, quasi facendomi male. Mi sembra di
vivere una scena irreale. I suoi occhi sembrano contenere un liquido
color del mare in continuo movimento, quasi a seguirne le emozioni. Si
avvicina al mio volto e credo di stare per morire di crepacuore.
-A me no, invece-. Ora credo davvero di rasentare la tachicardia e
l'infarto. Un semplice sussurro alle mie orecchie, il suo alito fresco
che mi solletica il collo. Avvampo immediatamente e cerco di
nascondermi il volto fra le mani, ma risulto ancora più
impacciata. Gli sorrido, incontrando di nuovo il suo sguardo, e salgo
definitivamente a cavallo. Cerco di ricompormi e di mostrare
dignità mentre aspetto che anche lui monti il suo destriero.
Il viaggio di ritorno non prevede alcuna gara, procediamo fianco a
fianco senza proferire parola. Mi accorgo di fissarlo da alcuni
istanti, senza ritegno. Ripenso alle sue parole e di nuovo il mio cuore
accelera la sua corsa. A
me no, invece.
Non so che cosa pensare. Tutte le mie convinzioni riguardo agli uomini
stanno crollando pian piano, come un castello di carte scompigliato dal
vento. Stare in compagnia di Daniel è qualcosa di magico,
estasiante. Lo guardo di fianco a me e vedo un uomo forte, fiero. I
suoi capelli sono mossi dal vento e a me sembra di osservare un
personaggio incantato. Non è comparabile a nessun uomo che i
miei occhi abbiano mai scorto. Fortunatamente, perlomeno per la mia
sanità mentale, non manca molto all'arrivo. I cavalli
sfrecciano veloci lungo l'ultimo tratto e io non posso fare a meno di
ridere felice. Daniel incontra il mio sguardo e sorride a sua volta,
lasciandomi spiazzata. Mi farà sempre questo effetto? Lo
spero con tutta me stessa.
-Berta, quest'oggi il signor Daniel si fermerà a pranzo da
noi-. I miei genitori, dopo l'incontro di ieri con gli Smith, sono
dovuti partire in viaggio per andare a discutere di questioni di
lavoro. Quasi sempre, mia madre accompagna mio padre e io rimango a
casa con mio fratello George. Beh, oggi saremo in tre in sala da
pranzo. Qualche minuto fa, entrando in casa, mi è sorto spontaneo invitare Daniel a pranzo con noi. O, meglio, volevo che
si fermasse un pò di tempo ancora con me. Devo essere
certamente fuori di senno. Con un nuovo balzo all'indietro del mio
cuore, Daniel ha accettato con piacere.
-Bene signorina Elizabeth, il pranzo sarà pronto fra poco.
Perchè non porta il signor Daniel nel vostro giardino? E'
così bello, sono sicura che gli
piacerà-. Giusto, il mio giardino. Da anni ormai coltivo
questa passione. Vi sono piante di ogni genere e fiori meravigliosi.
Dopotutto, l'idea di Berta è capitata al momento giusto.
-Venite con me-. Mi rivolgo a Daniel con un sorriso, invitandolo a
seguirmi. Sento i suoi passi dietro i miei, probabilmente mi sta
osservando.
-Dove mi state portando?-. Chiede, con curiosità. Si porta
di fianco a me e mi guarda con aria enigmatica. Mi spunta un sorriso
divertito sulle labbra, chissà dove crede che io lo stia
portando. Una stanza delle torture, forse?
-Aspettate e vedrete-. Mi diverto a tenerlo sulle spine. Questo
comportamento non si addice ad una signorina che si rivolge ad un uomo,
ne sono consapevole. Ma con Daniel è diverso, mi sento
libera di essere me stessa.
Percorriamo un lungo corridoio che conduce ad un'uscita sul retro. Il
mio giardino è poco distante e quasi inizio a sentire il
profumo dei fiori giungermi alle narici. Osservo Daniel e vedo che il
suo sguardo si fa sempre più curioso, il suo passo
è veloce ed impaziente. Uomini. Vogliono sempre avere tutto
sotto controllo.
Eccoci, siamo arrivati. Spingo il grande cancello di ferro battuto e ci
adentriamo in questa meraviglia che è la natura. Moltissimi
fiori diversi ci circondano e ci stupiscono con i loro colori e i loro
profumi. Il volto di Daniel è estasiato, sembra perso in una
realtà tutta sua.
-E' meraviglioso, Elizabeth. Meraviglioso-. I suoi occhi contengono a
stento l'emozione, li vedo brillare incantati. Il suo sguardo passa in
rassegna ogni specie, ogni sfumatura. Il suo olfatto coglie le diverse
fragranze e io mi accontento di guardare lui. E' magnifico, non
può essere vero. Forse ho incontrato un uomo in grado di
farmi cambiare idea sull'universo maschile. Lui è diverso,
lo sento.
Passiamo ancora qualche istante ad osservare i fiori, mentre ogni tanto
Daniel mi chiede di spiegargli quale specie abbia davanti agli occhi. E'
divertente, e condividere la mia passione con lui mi rende felice. Se
avessi mostrato il mio giardino a qualcun altro, probabilmente non
avrebbe saputo apprezzarlo come ora sta facendo lui. Mentre sono di
spalle a raccogliere una piccola pianta dai fiori arancioni, Daniel mi
sfiora il braccio con una sua mano. Per poco non faccio cadere il vaso.
Sento la mia pelle bruciare dove è appena passato il tocco
della sua mano. Mi volto verso di lui e incrocio nuovamente i suoi
occhi. Se continuerà ad esercitare questo effetto su di me,
credo che prima o poi cadrò al suolo inerme. Ma quello che
fa mi porta davvero a non sentire più il cuore per la
velocità dei suoi battiti. Sento le labbra di Daniel posarsi
sull'angolo della mia bocca, come poco fa ho osato fare io con lui. Mi
sento ardere in tutto il corpo, le mie ossa sembrano sciogliersi ed una
sensazione di vertigine mi pervade. Possibile che con un solo bacio,
nemmeno approfondito, riesca a ridurmi in questo stato? Devo riprendere
controllo di me stessa oppure i miei polmoni inizieranno a soffrire per
mancanza d'aria. Vorrei stringerlo a me e rimanere così per
sempre, ma non so come reagire. Daniel mi guarda e dopo poco mi
accarezza una guancia con delicatezza. Di nuovo fuoco su pelle. Vorrei
fargli sentire il battito del mio cuore, fargli capire l'effetto che ha
su di me. Non conosco a fondo le sue intenzioni, non so che cosa
potrebbe accadere. Decido che è meglio per tutti e due
uscire dal giardino e avviarci in sala da pranzo. Daniel mi segue senza
dire una parola, ma le sue labbra sono curvate in un leggero sorriso.
Mio fratello ci sta aspettando in sala da pranzo e, quando ci vede,
viene incontro a noi. Il suo sguardo è un misto di stupore e
curiosità e passa prima verso di me e poi verso Daniel. Mi
accorgo di arrossire, ma decido di non farci caso.
-E' un piacere avervi qui, Daniel. Siete il benvenuto in casa nostra-.
George porge la mano a Daniel, stringendola con la sua e salutandolo.
-Vi ringrazio, George. Vostra sorella è stata così
gentile da invitarmi per pranzo e non ho saputo dire di no-. Daniel mi
guarda e sfoggia uno dei suoi sorrisi più belli. Ovviamente
l'effetto su di me è immediato, ma spero che mio fratello
non se ne accorga.
-Bene, che ne dite di sederci?-. Invito i due a seguirmi, mentre
attendiamo il pranzo.
Le pietanze vengono portate mentre io, Daniel e George parliamo
allegramente di diversi argomenti. Hanno due menti brillanti, entrambi.
Per dessert, Berta porta la torta che abbiamo fatto insieme questa
mattina e riscuote un grande successo. Sono orgogliosa di me stessa.
Dopo aver finito di pranzare e di aver parlato ancora per un po',
Daniel si scusa dicendo di dover tornare a casa. Speravo di poter
passare ancora del tempo con lui questo pomeriggio, ma so bene di non
dovermi mostrare impaziente. Lo accompagno all'uscita e attendo con lui
l'arrivo della sua carrozza.
-Ho trascorso una bellissima giornata con voi, Elizabeth-. Le sue
parole mi riportano alla realtà. Chissà a che
cosa stavo pensando.
-Lo stesso vale per me, Daniel. Spero di rivedervi presto-.
Daniel si avvicina a me e incatena per la seconda volta i suoi occhi ai
miei. Non riesco a resistergli. Mi prende una mano e se la porta alla
bocca, baciandone il dorso.
-Ci rivedremo presto, Elizabeth-. Mi sorride e si volta per salire
sulla carrozza, lasciandomi inerme. So solamente di desiderare con
tutto il mio cuore di rivederlo ancora, di sentire nuovamente la mia
mano sfiorata dalla sua.
POV Daniel
Sono arrivato a casa da poco, e non so che cosa stia succedendo dentro
di me. Questa giornata passata con Elizabeth è stata ancora
meglio di ieri. Non so come descriverla, ma credo di essere attratto da
lei. Queste parole suonano impossibili alla mia mente, ma non saprei in
che altro modo spiegarmi tutto ciò. Ogni dettaglio che vengo
a conoscere di lei mi rimane impresso come un marchio. Voglio scoprire
tutto di te, Elizabeth.
Mi dirigo verso le mie stanze, ma non appena apro la porta della sala
antistante la mia camera da letto, rimango bloccato sull'uscio.
-Claire-. La voce mi esce strozzata. Non riesco a crederci, lei non
può essere qui. Purtroppo tutto è reale. La vedo
sorridere compiaciuta, e so che questo non porterà a niente
di buono.
***
|