Buona sera miei fedeli
lettori *w* Ok, lo so, sono in ritardo sulla tabella di marcia, ma vi
avevo avvertito che questa settimana sarebbe stata folle, e beh, lo
è stata xD Domenica scorsa ho fatto tutta la notte in bianco
per vedere il Super Bowl (4 ore di partita dello sport più
stupido che esista xDD Cioè neanche il Curling è
così stupido!) eee la nuovissima puntata di Glee *w* A
scuola mi sono tipo addormentata per terra accanto al termosifone xDD
Che poi la puntata è stata sconvolgente, anche se mai
sconvolgente quanto quella di Martedì (che fra l'altro era
anche il mio compleanno, quindi ho ricevuto anche un bel regalo), che
mi ha
lasciato emotivamente distrutta! A parte la mia Gleependenza, anche la
scuola c'ha messo il suo...non avete idea di quanta filosofia e
biologia abbia da studiare, e di quanto italiano abbia studiato! Santo
Salazar! Voglio vincere il superenalotto e vivere di rendita per
sempre! Sapete quante FF scriverei? Pff posterei tre capitoli il
giorno! Ok, vi sto tediando a morte, ma mi piace rendervi partecipi un
po' delle mie (dis)avventure xDD Anche se lo so che a voi interessa
solo del capitolo, infatti vi lascerò xDD
Enjoy the chapter!
La luce soffusa che penetrava nella camera non fu sufficiente a
svegliarmi, così a strapparmi dalle confortevoli braccia di
Morfeo fu un lieve ma deciso strattone al braccio. Aprii gli occhi
lentamente, stopriccandoli un po’ prima di poter spalancare
del tutto le palpebre. Un testa bionda era chinata su di me e mi
osservava a pochi centimetri di distanza dal mio volto. Quando
capì di avermi svegliata, Draco mi rivolse un mezzo sorriso.
“Buon giorno Grang. Ti volevo informare che noi andiamo a
lezione, e che tu te la puoi prendere comoda perché, a meno
che non tu ti sia scordata anche questo piccolo dettaglio,
l’amnesia ti ha fatto guadagnare qualche giorno di
riposo…e a proposito di questo, non è che per
caso ti ricordi?” fece il Principe delle Serpi sedendosi
delicatamente sul bordo del letto e inclinando appena il capo nella mia
direzione. Io aprii le braccia per stirarmi e notai che
l’altra stretta metà del letto era vuota e fredda.
Io e Blaise ci eravamo addormentati semplicemente uno di fronte
all’altro, senza toccarci. Non mi ero accorta se durante il
corso della notte ci eravamo avvicinati o stretti, e forse era meglio
così. Mi tirai appena su a sedere e scossi la testa per
rispondere alla domanda di Draco.
“No, mi ricordo solo del tuo molesto ed importuno
sarcasmo” ribattei lanciandogli un sorriso stanco. In tutta
risposta, lui ghignò tronfio.
“Il tuo senso dell’ironia è dato per
disperso insieme alla tua memoria?” ribattè
avvicinandosi appena. Fu solo un piccolo movimento del busto che si
inclinava verso di me, ma quello bastò per farmi sentire in
una stanza molto piccola e molto sola con lui.
“Probabilmente ti è finito addosso, visto quanto
sei spiritoso” replicai combattiva tirandomi su i riccioli
che mi ricadevano scomposti sulle spalle. Draco si alzò in
piedi e si rassettò distrattamente i pantaloni, poi mi diede
una leggera pacca sulla spalla.
“Ci vediamo dopo Grang” mi disse semplicemente
prima di congedarsi. Io lo osservai lasciare la stanza e chiudersi la
porta alle spalle riattingendo ai pensieri della sera scorsa, che mi
avevano portato una rivelazione. Una rivelazione inaspettata e
indesiderata.
Totalmente indesiderata.
Una volta finito quell’incubo, come sarei potuta tornare a
vedere Malfoy sotto la stessa luce? Quello che stavo conoscendo non era
un Draco diverso da quello che avevo sempre conosciuto, ma ne stavo
scoprendo lati apprezzabili e affascinanti. Uno non proprio nascosto,
come quello della bellezza. E questo sconvolgeva le mie certezze. Io
non avrei dovuto apprezzare Draco in niente, neanche in un piccolissimo
dettaglio. Anche questo mi spaventava terribilmente.
Possibile che una giornata passata con Malfoy in una specie di
realtà parellela potessero cambiare, o almeno scalfire,
l’opinione che mi ero costruita di lui in anni?
Il filo dei miei ragionamenti mi fece inevitabilmente tornare al fulcro
principale della mia situazione. Non sapevo dove ero finita, e
soprattutto non sapevo come ci ero finita. Mi alzai di scatto, come
improvvisamente riscossa da un sonno profondo. Come se Malfoy mi avesse
intorpidito. Come al solito, era una causa di problemi. O almeno, in
quel momento avevo bisogno di crederlo. Mi diressi quasi di corsa in
bagno e mi sciacquai velocemente il viso, per poi infilarmi in tutta
fretta la divisa. Mi annodai la cravatta scompostamente e osservai la
mia immagine riflessa terrificata. Sarei dovuta venire a capo di quello
che stava accadendo, altrimenti sarei impazzita, o morta
d’infarto. Sistemai i capelli legandoli in una coda alta e
stretta ed uscii dalla camera dopo aver afferrato al volo la bacchetta
che avevo poggiato sul comodino. La Sala Comune era completamente
vuota, così lanciai uno sguardo al mio orologio: le lezioni
stavano cominciando proprio in quel momento. Mi avviai dunque con una
certa fretta verso la biblioteca, e come avevo previsto e sperato, non
incrociai nessuno sul mio cammino. Salutai Madama Pince che dietro la
grande scrivania aveva il viso immerso in un immenso volume polveroso,
e cominciai a vagare fra gli scaffali alla ricerca di qualsiasi cosa
che potessi collegare a quello che mi stava succedendo. Apri e richiusi
decine di libri, perché in realtà non sapevo
nemmeno cosa cercare. Mi misi a sedere su un tavolo e cercai di
ragionare. Io stavo vivendo tranquillamente la mia vita
finchè non ero svenuta, dopo essere stata colpita da un
bolide, e quando mi ero svegliata, molte ore dopo e molto indolenzita,
ero come finita in una specie di realtà parallela, dove
tutto sembrava al suo posto tranne che me. Tutti erano esattamente
dovevano essere, tranne me. Nessuno era diverso, nemmeno me. Ero solo
nella casa sbagliata, con gli amici sbagliati. Questo in
realtà era tutto quello che sapevo, ed era davvero poco.
Ricominciai a girovagare fra i volumi, cercando qualcosa collegato alla
linea spazio temporale, ma quei pochi dati a cui ero riuscita ad
arrivare erano quasi del tutto incomprensibili. L’unica cosa
che
mi veniva in mente sul quell’argomento era il giratempo, che
avevo studiato e posseduto al mio terzo anno. La professoressa
McGrannitt mi aveva accuratamente spiegato e messa in guardia che
quello poteva diventare un oggetto veramente pericoloso: il tempo era
qualcosa di una delicatezza estrema, e anche un piccolo errore poteva
trasformarsi in una vera tragedia. E proprio per quello, cambiare il
corso degli avvenimenti era quasi del tutto impossibile.
Io però una volta, c’ero riuscita. Avevo salvato
Sirius Black e Fierobecco. E il mondo infatti era diverso. Cercai tutto
quello che riuscii a trovare sul giratempo e lessi tutto attentamente,
ma ancora mi sentivo paurosamente lontana dalla soluzione. Chiusi
l’ennesimo libro con un piccolo tonfo che fece sollevare la
polvere adagiata sulla copertina e fra le pagine, per poi guardare
l’orologio distrattamente. Ero rimasta chiusa lì
dentro per quasi quattro ore, e non avevo concluso nula. Con un sospiro
mi resi conto che avevo un disperato bisogno d’aiuto. Ma chi
mai avrebbe potuto aiutarmi? E soprattutto, chi mai avrebbe potuto
credermi?
Sollevai il capo di scatto come improvvisamente illuminata.
Sapevo perfettamente a chi chiedere aiuto.
*
Bussai titubante alla spessa porta di legno e aspettai
l’invito ad entrare. Questo non tardò ad arrivare,
e io abbassai la maniglia aprendomi in un sospiro ansioso. Stavo
rischiando il tutto per tutto, ma quella probabilmente era
l’unica occasione che avevo per risolvere la vera e propria
tragedia in cui ero coinvolta. Se non avessi provato, avrei rischiato
di rimanere lì per sempre. Rabbrividii da capo a piedi al
solo pensiero. Quando mi chiusi la porta alle spalle l’uomo
dalla lunga barba argentea seduto dietro all’enorme scrivania
che troneggiava in fondo al suo studio circolare alzò lo
sguardo verso di me e fece trasparire un’espressione di
sorpresa.
“Signorina Granger! A cosa devo
quest’onore?”
Mi avvicinai esitante all’uomo che mi guardava curioso sopra
i suoi occhiali a mezzaluna.
“Buon giorno Professor Silente. La disturbo?”
chiesi sentendo la voce farsi flebile. Lui scosse il capo.
“Affatto. Prego, siediti” rispose facendomi un
cenno con la mano. Io obbedii e mi sedetti sulla punta della sedia di
fronte a lui. Abbassai lo sguardo e tirai un altro grosso sospiro.
“Come ti senti?”
“Devastata” confessai senza incrociare la sguardo
di Silente.
“Non devi essere così impaurita, se Madama Chips
ha assicurato che non ci sono danni gravi, vedrai che la memoria
tornerà in qualche giorno. Fin quando non ti senti pronta
comunque, sei autorizzata a riposarti e a non stressarti con le
lezioni,
a meno che tu non creda che questo ti aiuti a recuperare i
ricordi” tentò di rassicurarmi il Preside con tono
pacato e scandito. Io aspettai qualche istante timorosa, poi mi decisi
a parlare.
“Ho una confessione da fare” esclamai quasi come se
fossi colpevole di qualche crimine. Ma io non ero assolutamente la
carnefice di quella tragedia. Ero la vittima.
“Questo è curioso. Sentiamo”
m’incitò senza cambiare tono di voce. Io
finalmente alzai gli occhi per incrociare le iridi acquose del
professore e con un grande respiro cominciai a parlare.
“Ok, probabilmente dopo che le avrò raccontato
questo mi crederà una pazza isterica, o semplicemente una
che la vuole seriamente prendere in giro. Perché
effettivamente quello che le sto per raccontare è
completamente folle, talmente folle che io stessa stento a crederci. Ma
la verità è che lei è
l’unica persona al mondo che può non soltanto
aiutarmi, ma anche credermi. Lei è l’unico a cui
posso rivolgermi per questo, e sinceramente, ho un disperato bisogno di
aiuto”
L’espressione di Silente non mutò di una virgola,
rimase seriamente concentrato e curioso. Presi fiato e ripresi a
spiegare.
“Io non ho perso la memoria. Non l’ho persa
affatto. Ricordo perfettamente tutto quello che è successo
prima che venissi colpita l’altro giorno e svenissi
così profondamente. Ricordo perfettamente di essere Hermione
Granger, prefetto di Grifondoro, migliore studentessa della scuola e
completamente ligia alle regole, migliore amica di Harry Potter e Ron
Weasley”
Il Preside aggrottò leggermente la fronte e strinse appena
gli occhi, come se ci fosse qualcosa che gli sfuggisse.
“Tutto quello che mi ricordo fa parte della vita che sono
sicura di aver vissuto veramente, e della vita che stavo vivendo fino
ad un paio di giorni fa. Questo è quello che è
successo: il giorno della partita ero sugli spalti insieme a Ron, che
non poteva giocare a causa di una brutta indigestione, e stavamo
facendo il tifo come sempre. Eravamo completamente appoggiati alle
balaustre, quindi molto vicini alle azioni. Ad un certo punto davanti a
me si è messa Ginny Weasley, e stava per essere colpita da
un bolide indirizzatole contro da non mi ricordo quale dei battitori di
Serpeverde. Lei è riuscita a scostarsi, ma il bolide invece
di fermare la sua corsa è venuto dritto verso di me e mi ha
colpito in pieno. E’ stata una botta davvero violenta, e
quando mi sono svegliata in infermeria mi sentivo completamente
indolenzita, mi faceva male dappertutto. La cosa più
sconvolgente però è stata ritrovare al mio
capezzale Draco Malfoy, che fino a quel momento era stato il
mio…beh, il mio peggior nemico. Avevamo litigato anche poco
prima della partita, come sempre mi aveva fatto terribilmente infuriare
e irritare. Infatti per qualche secondo ho avuto anche
l’orribile idea che quello fosse solo un subdolo e crudele
scherzo organizzato dalle Serpi. La mattina a colazione avevo notato
che lui e Zabini stavano confabulando qualcosa guardando verso di noi,
ma è stata solo una coincidenza. Lo so che tutto questo
può sembrarle follia delirante, ma la scongiuro di credermi!
Io credo di essere finita in…un’altra
realtà!” dissi marcando con tono appena
terrorizzato l’ultima affermazione. Il Preside
meditò per almeno un minuto buono, poi annuì.
“Ti credo Signorina Granger, ti credo…ma mi devi
dare un ultimo aiuto. Come dimostreresti chi eri nella vita che hai
vissuto fino all’incidente?” mi domandò
con una certa ragionevolezza.
“Mi chieda qualunque cosa su Harry, so tutto. Era il mio
migliore amico, so che il suo dolce preferito è la crostata
di fragole, il suo primo bacio è stato al quinto anno con
Cho Chang, so che ha dato la sua vincita del Torneo TreMaghi a Fred e
George Weasley per fargli aprire il negozio di scherzi…so
dell’Ordine della Fenice, perché quando Sirius
Black era ancora vivo ci riunivamo nella sua casa a Grimmuild Place
n° 12, con la famiglia Weasley e Harry…”
ribattei con convinzione. Dopo una breve pausa gli domandai.
“E’ sicuro ora?”
“Ero sicuro anche prima in realtà…ma
con l’esperienza ho imparato che bisogna essere cauti. E con
le cose che mi stai rivelando, forse avremmo davvero bisogno di
dimostrarle a qualcuno” replicò tranquillamente.
“Sono ancora un po’ confuso su un paio di cose:
perché hai finto di aver perso la memoria?” mi
domandò interrogativo.
“Quando ho capito che c’era qualcosa che non
andava, mi sono subito accorta che si trattava di magia, e
probabilmente di magia oscura. Ho cercato di avere sangue freddo ed
evitare di andare nel panico. Non è stato facile, ma ci sono
riuscita. Ho subito pensato che avrei dovuto risolvere quella
situazione, e che per farlo avevo bisogno di capire che cosa stava
effettivamente succedendo. Avevo bisogno di informazioni, e questo mi
sembrava il modo migliore per averle: fingere di non ricordare
più nulla, così da spingere tutti a
raccontarmi…beh a raccontarmi chi ero. Ed ha
funzionato” risposi arricciando appena la bocca. Gli occhi di
Silente si fecero più brillanti.
“Sono colpito. Devi essere davvero la migliore studentessa
della scuola…non penso che molti sarebbero riusciti ad avere
una prontezza di ragionamento e un sangue freddo come il tuo. Ora
dimmi, che cosa hai capito da quello che ti hanno
raccontato?” chiese il Preside sfilandosi gli occhiali. Io
alzai appena lo sguardo pensierosa e aspettai qualche momento prima di
rispondere.
“Ho capito di essere finita in una specie di
realtà parallela. Lo so, è terrificante solo a
pronunciarlo, e non può immaginare quanto sia
incredibilmente spaventata. Però non è una sorta
di dimensione opposta dove tutto è il contrario di tutto, o
almeno dove io sono il contrario di me stessa. All’inizio
pensavo che fosse così perché, insomma mi sono
svegliata in un posto dove sono Serpeverde, cacciatrice nella squadra
di Quidditch, migliore amica di Malfoy e ragazza di Zabini. Ma poi da
quello che mi hanno detto, ho capito che non era così. Io
sono sempre me stessa, con lo stesso carattere, e anche tutto il resto
è al suo posto. Mi hanno raccontato di come ci siamo
conosciuti la prima volta: durante il viaggio sul treno per arrivare a
Hogwarts, il primo anno, sono entrata nel loro scompartimento, e da
lì siamo diventati amici. Allora ho capito: sono finita nel
mondo che sarebbe se quel giorno fossi entrata nel loro scompartimento,
invece che in quello di Harry e Ron. Non è una
realtà parallela, è una diversa evoluzione della
mia vita”
Silente aveva lo sguardo perso in un punto dietro di me, evidentemente
preso da un profondo ragionamento.
“E’…è possibile una cosa del
genere? Cioè…esiste una magia che faccia
effettivamente accadere una cosa così?” domandai
vedendo che il professore non accennava a parlare.
Quest’ultimo tornò ad incrociare i miei occhi e si
aprì in un leggerissimo sospiro.
“Il tempo è qualcosa di estremamente delicato e
pericoloso, Signorina Granger. Non è impossibile
modificarlo, anche così radicalmente, ma è
incalcolabilmente dannoso. Penso di aver intuito che cosa
può essere successo, anche se non credevo che esistesse
qualcuno capace di farlo” replicò l’uomo
alzandosi in piedi e avvicinandosi alla grande finestra vicino al
trespolo di Fanny. La fenice dormiva beatamente senza curarsi di noi, e
ogni tanto muoveva un’ala o spostava la testa.
“Ognuno di noi ha una linea di vita. Questa linea
è semplicemente formata dal susseguirsi di azioni che
compiamo o che subiamo, nel tempo e nello spazio. Ogni linea
è più o meno intrecciata alle linee delle persone
che conosciamo, con cui ci rapportiamo o che semplicemente incrociamo.
Tanto tempo fa, un mago era riuscito a visualizzare questo gigante
gomitolo in cui appariva l’intera umanità. Non ci
sarà bisogno di spiegarti quanto questa impresa sia stata
difficile, tanto difficile che nessun altro ha mai osato riprovarci. Se
le tue ipotesi sono effettivamente esatte, come credo che siano,
qualcuno non solo è riuscito a rievocare e far
materializzare la dimensione spazio-temporale, ma è anche
riuscita a modificarla” spiegò il Preside.
Spalancai gli occhi frastornata da quello che avevo appena appreso e
rimasi per qualche istante in silenzio.
“Ma…chi può essere stato a fare una
cosa del genere? E perché a me?” esclamai turbata.
Silente mosse qualche passo verso di me e si appoggiò alla
scrivania.
“C’è solo un mago al mondo tanto potente
da essere capace, o almeno da avere le potenzialità di fare
una cosa del genere. E se mi dici che eri la migliore amica di Harry
Potter, la cosa non mi suonerebbe nemmeno assurda”
ribattè l’uomo sollevando appena le sopracciglia
in modo eloquente.
In quel momento tutto mi sembrò molto chiaro, e ancor
più terrificante. Come avevo fatto a non pensarci prima?
Come avevo fatto a non farmi nemmeno sfiorare dal sospetto, dopo tutto
quello che avevo passato a causa di Voldemort? Lui era di sicuro
l’unico mago in grado di fare una cosa del genere, e aveva un
movente perfetto. Quasi perfetto.
“Ma perché non colpire direttamente Harry? Che
cosa c’entro io, quando potrebbe avere la
possibilità di fare quello che vuole con la linea di vita
dell’unico che lo ostacola?” chiesi dubbiosa. La
mia domanda sembrò più che ragionevole al Preside
che sollevo gli occhi pensieroso.
“Non lo so…la mente di Tom è un posto
inesplorabile, e davvero difficile da comprendere” rispose
Silente sempre visibilmente preso dai suoi ragionamenti.
“E lei…ha idea di come abbia fatto? Insomma, a
modificare la mia realtà?” chiesi sperando di
capire meglio.
“Posso immaginarlo. Deve avere intaccato la tua linea di
vita, ma qualcosa secondo me non è andato secondo i piani.
Per esempio, tu non dovresti ricordarti della tua vita precedente.
Anche se era un incantesimo diretto a Harry, a cosa gli poteva servire
un Harry che si ricordava di tutto? Sicuramente questo ci porta a
pensare che sia la prima volta che fa una cosa del genere, e che non
è certo di quello che sta facendo”
ribattè il Preside tornando a sedere dietro la scrivania.
“Signore…lei…lei non è in
grado di…di mettere a posto tutto? Non può
aggiustare la mia linea di vita?” domandai speranzosa. In
fondo lui era uno dei maghi più potenti di sempre, e senza
ombra di dubbio, il migliore in circolazione. L’uomo in tutta
risposta mi rivolse un sorrisino divertito.
“Signorina Granger, ho paura che tu stia sopravvalutando
veramente
le mie capacità. Posso aver tenuto testa a Tom, ma non
perché sono più potente di lui. Almeno, non per
quanto riguardano i poteri magici in sé e per sé.
Mi dispiace davvero, ma non ho proprio le capacità per
evocare la dimensione spazio-temporale e sistemare tutto, anche se
vorrei, vorrei davvero. Inoltre, se anche ci provassi, tra studi e
tantativi, mi ci vorrebbero anni. E’ una cosa davvero quasi
impossibile” replicò annuendo con la testa. Io lo
imitai ritirando le labbra.
“E quindi…che cosa devo fare?” chiesi
infine con la voce impregnata di una vaga disperazione. Lui mi
osservò per qualche istante senza dire nulla.
“Fin quando ti è possibile, continua a far finta
di avere l’amnesia. Fatti raccontare quanto più
riesci, così che poi tu sia in grado di fingere di aver
riacquistato la memoria. Io farò quanto è in mio
potere e nelle mie capacità per scoprire cosa sta succedendo
e come rimediare. Farò tutte le ricerche
necessarie, ma ci vorrà tempo” disse il Preside.
Io mi sentii il sangue gelare nelle vene.
“Tempo? Quanto tempo?” feci preoccupata. Silente
fece spallucce.
“Un po’ di tempo”
Sbiancai completamente.
“E io durante questo tempo dovrei vivere così,
tranquillamente e normalmente, senza creare sospetti, come se nulla
fosse?” insistetti inquieta. L’uomo
acconsentì di nuovo alzando appena le spalle e cominciando a
scrivere su una pergamena, per poi augurarmi:
“Goditi la vita che avresti vissuto se quel giorno, avessi
incontrato Draco Malfoy e Blaise Zabini”
Spazio dell'Autrice.
Le
cose si sono fatte abbastanza chiare, no? Hermione ha fatto la cosa
più sensata che potesse fare: chiedere aiuto a Silente. E
Silente l'aiuterà. Ma nel mentre, la Grang dovrà
godersi la vita con le Serpi. E noi non vediamo l'ora!
Allora, a parte i miei autocommenti sul capitolo che potete fare
benissimo da soli, devo
proporvi una cosa. Una specie di gioco, anzi in
realtà un sondaggio!
Spero che risponderete numerosi perchè sono davvero curiosa!
Il soggetto della nostra discussione è uno dei personaggi
più amati delle mie storie: Blaise!
Io sento Blaise un personaggio molto mio, perchè
effettivamente è l'unico che a parte il nome, e i luoghi
comuni dell'aspetto, ho creato tutto io. Visto però che
comunque l'attore scelto per Blaise non corrisponde al Bla delle FF, e
tanto meno al mio, da sempre cerco qualcuno che possa interpretarlo.
Bene, sono giorni, da quando ho avuto un lampo, che penso di aver
finalmente trovato il volto che più si avvicina al Blaise
che è nato nella mia testolina e che prende vita nelle mie
FF:
http://img.perezhilton.com/wp-content/uploads/2010/11/chris-colfer__oPt.jpg
Christopher Paul
"Chris" Colfer *w* Anche conosciuto come, il gay di Glee
xDDD Nonchè l'amore della mia vita. Sì,
nonostante sia gay. Anzi, specialmente perchè è
gay! Ok, questa è una lunga e patetica storia che non vi
interessa...
Insomma, da quando l'ho visto (e anche la mia cara amica Silvia me l'ha
confermato) ho avuto una rivelazione: Chris è quasi
esattamente il Blaise che immagino io. Non so se avete mai visto Glee,
comunque io non sto parlando del personaggio che interpreta, che
è troppo effemminato per essere accostato a Blaise. Parlo
proprio dell'attore, che sì effettivamente è
omosessule, ma negli atteggiamenti e nel vestire è molto
più sobrio e tranquillo, mantenendo però quella
frizzante teatralità tipica del mio Blaise.
Ok, io vi ho proposto il mio Blaise, ma ora tocca a voi!!
Sì sono curiosissima di sapere chi ve lo ricorda di
più, di vedere chi per voi si avvicina di più al
Blaise che
ho evocato nella vostra mente! Voglio vedere cosa sono riuscita a farvi
immaginare, o sapere se almeno concordate con la mia scelta...
Insomma...
AAA CERCASI BLAISE DISPERATAMENTE!
That's all folks!
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