Amore confuso (come si possa credere di amare una porta)

di Mockingbird
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La porta gli si chiuse davanti al naso e lui rimase ad ammirare quella. Era un gran bella porta: alta, magra, di un colore rosa tenue. I contorni gentili, lo spioncino di un nero perfetto, profondo, si perse nel suo sguardo. Vestita semplicemente, la porta indossava solo degli stipiti in legno scuro, ben curati, però. Qualche centimetro di distanza dal pavimento contribuiva a dare l’idea di una Signora Porta. La toppa di un colore innaturale, sicuramente tinta, aveva un po’ di ricrescita lì dove la vernice era consumata. Provò a imbandire una conversazione con lei, premendo più volte il tasto bianco alla sinistra della porta. Che voce soave! Per quanto provasse, però, la porta parlava solo se costretta, così, per non importunarla, lui decise di rimanere lì a guardarla in silenzio.
Dopo essere rimasto per ore su quel pianerottolo, il ragazzo si convinse di amare quella porta, tanto bella e tanto fine, mentre invece era semplicemente innamorato della ragazza che c’era nascosta dietro. 





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