Capitolo 3
-Puffo Weasley, Pelo Rosso e Pluffa Impazzita-
Fred e George Weasley erano imbattibili a palle
di neve, lo sapevano tutti.
Katie aveva avuto modo di accertarsene ampiamente
durante gli anni passati in svariati modi, – molto originali, a detta loro -
alcuni dei quali implicavano una visita in Infermeria e un bel bicchiere di Ossofast.
Bisognerebbe quindi perdonare la sua riluttanza,
quindi, quando George – riconoscibile solo dalla G ricamata a caratteri
cubitali sul suo maglione – le offrì un posto come Ninja Della Neve nella sua squadra per un’epica battaglia a palle di neve.
Lui, Alicia e Katie contro Fred, Angelina e Lee Jordan.
Se l’invito potesse scaturire
diffidenza, Katie non se ne curò più di tanto.
La possibilità di mettere in pratica le sue doti
di Ninja della Neve a discapito di
Angelina la attirava troppo per rinunciare.
Si limitò a guardare George con fare sospettoso
per un attimo – giusto per fargli da monito – cercando di captare il minimo
segnale di pericolo.
Quando non ne trovò si arrese e annuì.
George le propinò un mega sorriso e la
trascinò giù per le scale, rischiando di ucciderla un paio di volte e
costringendola a passare attraverso il Frate Grasso per arrivare in fretta.
La neve aveva iniziato a cadere intorno alle due,
poco dopo che Oliver era stato trascinato via da Percy Weasley, come a voler
stendere un velo pietoso sulla faccenda, e aveva smesso solo una mezz’oretta
prima.
Pensare a Oliver la fece inspiegabilmente arrossire – ma forse era il
freddo – e un’idea malsana le passò per la mente.
Possibile che i gemelli fossero sopravvissuti
alla furia cieca di Percy?
La risposta le si parò teatralmente
davanti non appena avvistò i due eserciti schierati davanti al portone della
Sala Grande.
Fred Weasley stava ridendo con Angelina e Lee e sfoggiava
un’interessante, intensa, colorita chioma blu oceano.
Katie inchiodò addosso a George, fissando Fred
inorridita.
Quello ridacchiò senza ritegno e si affrettò a
spiegare il misterioso cambio di tinta del gemello.
«Abbiamo trasfigurato la spilla di Perce e lui si è
vendicato, ma ha trovato sul suo cammino solo Fred» annunciòridendo come un matto.
Katie non poté fare a meno di scoppiare a ridere
a sua volta e affrettò il passo per raggiungere gli altri.
«…e quindi mi ha trasfigurato i capelli. George
se l’è data a gambe, ed è ancora rosso. Oh, almeno ci riconoscerete, ora!»
stava raccontando Fred.
Angelina scoppiò a ridere con un po’ troppa foga,
e Katie si esibì in uno dei suoi sospiri anti-oca.
Lee se ne accorse e
ridacchiò, facendogli l’occhiolino.
Maledicendo i tic nervosi di mezza Hogwarts
distolse lo sguardo da Lee e sorrise ad Alicia.
«Ora che ci siete tutti» iniziò George, «direi di
uscire e dare inizio a questa battaglia all’ultimo sangue!»
Lo sguardo d’intesa che si scambiarono i gemelli
non piacque a Katie nemmeno un po’.
~°~
«Pelo Rosso chiama Ninja Della Neve.
Ripeto, Pelo Rosso chiama Ninja della Neve»
Katie lanciò un’occhiataccia a George, accucciato
dietro una panchina al suo fianco.
«Idiota Rosso, sono qui» gli fece presente.
Lui la guardò male.
«Insomma, Katie, cerca di entrare nella parte,
no?» sbuffò divertito.
Katie sospirò – di nuovo – e cercò di stare al
gioco.
«Pelo Rosso, abbiamo bisogno di rinforzi, qui!»
Il grido di Alicia interruppe le loro importanti
disquisizioni e George scattò in piedi per accorrere in suo aiuto, trascinando
Katie per il cappuccio della felpa dietro di sé.
«Arriviamo, Pluffa Impazzita! Resisti!» gridò
melodrammatico, lanciandosi in avanti e parando con un Protego i proiettili di
neve che arrivavano nella loro direzione.
Si accucciarono dietro al riparo improvvisato di
Alicia, tempestato di palle di neve.
«Era ora!» esclamò lei, ghignando.
George si esibì nel saluto militare e agitò la
bacchetta con foga, spedendo una manciata di palle di neve verso il tronco di
un albero – rifugio della squadra avversaria – e quasi cacciando un occhio a
Katie nel tentativo.
Lei allontanò appena la testa e mise mano alla
bacchetta. Era ora di agire.
Proprio mentre Lee usciva allo
scoperto, impugnando spavaldo la bacchetta, gli lanciò contro un intero pupazzo
di neve. Lui cercò di parare il colpo, ma venne colto alla
sprovvista e finì sommerso dalla neve.
George lanciò un paio di grida di vittoria, e
perfino Alicia si esibì in un balletto improvvisato, mentre la voce di Leeemergeva eroica dal
cumulo di neve sotto il quale era sommerso.
« Puffo Weasley, sono stato colpito!» gridò con
enfasi.
Fred saltò fuori da dietro il
tronco dell’albero, la chioma blu al vento, e puntò un dito contro il gemello,
assumendo un’aria tradita.
«Come avete potuto, maledetti!» esclamò. «Ninja delle Nevi, da
te non me lo sarei mai aspettato!» la accusò, offeso.
Katie si domandò chi diavolo avesse scelto quei
soprannomi così idioti – Puffo Weasley, andiamo – e si limitò a sferrare
l’ennesimo attacco diretto a Fred – pardon, Puffo Weasley – con ferocia.
La palla di neve volò come un missile e si
schiantò contro qualcosa, che però non assomigliava affatto a Fred.
Entrambe le fazioni nemiche si fermarono a
guardare Angelina che si fiondava davanti a Fred
e prendeva in pieno la palla di neve, facendo un maldestro gesto con la
bacchetta in un patetico tentativo di evocare un Sortilegio Scudo.
Katie scoppiò a ridere per l’ennesima curiosa
volta, quel giorno, e si abbassò giusto in tempo per evitare la palla di neve
di Angelina, che le sfiorò l’orecchio.
Sarà anche stata poco pratica di Sortilegi Scudo,
Angelina, ma era una Cacciatrice.
«Gatto delle Nevi, mi hai salvato!» esclamò Fred
in direzione di Angelina. Lei si voltò un attimo verso di lui – forse per fare
le fusa, chissà – e venne presa in pieno dal missile di Alicia, diretto alla sua nuca.
Fred non si curò molto di aver perso un membro
della sua squadra, perché Lee era riuscito a riemergere dal cumulo di neve che lo aveva
sommerso.
«Treccine Folli, sei vivo!» esclamò Fred giulivo mentre allungava una
mano verso Lee.
Ignorando Angelina – ora coraggiosamente al
riparo dietro l’albero – avanzarono a suon di palle di neve e finirono per
ricoprire Alicia e Katie fin sopra i capelli.
Dopo aver battuto in ritirata le due ragazze – o
più precisamente Ninja delle Nevi e
Pluffa Impazzita – osservarono divertite George che resisteva stoicamente agli
attacchi pluridirezionali di suo fratello e di Treccine Folli a suon diProtego.
Lanciò un’occhiata distratta alla torre di
Grifondoro, domandandosi se Oliver avesse fatto ritorno in Sala Comune a
cercare il suo santissimo modellino di Quidditch, e cosa accidenti avesse
cercato di dirgli.
«Ah, colpita!» gridò Puffo Weasley, quando la
palla di neve che non aveva visto arrivare si schiantò dritta dritta sul suo naso.
~°~
Oliver si lasciò cadere stancamente sulla
poltrona davanti al fuoco della Sala Comune e estrasse il suo modellino dal
mantello.
L’idea era quella di provare lo schema a
giravolta per quei due maledetti dei Weasley, ma anche l’idea di far provare a
Harry la Finta Wronsky di Katie non
era affatto male.
Pensare a Katie gli fece venire un familiare nodo
allo stomaco. Prima era stato sul punto di chiederle di uscire, ma era arrivato
Percy – che sia maledetto – e
non era riuscito nel suo intento.
Perché come migliore amico doveva avere un idiota
con gli occhiali di corno che alla prima occasione gli impedisce di
dichiararsi?
Posò di nuovo gli occhi sul modellino, cercando
di concentrarsi seriamente, ma la sua testa non ne voleva sapere di rigare
dritto. Continuava a deviare in strade tortuose pericolose, dove c’erano
splendide Cacciatrici dai capelli
neri che lo rimproveravano perché cercava di uccidere Harry con la Finta Wronsky.
Rinunciò a preparare i nuovi schemi per la
partita e si dedicò completamente alla sua seconda attività preferita dopo il
Quidditch: crogiolarsi nel suo amore non corrisposto.
Una pulce si insinuò nel suo orecchio, sfoggiando
fastidiosamente la voce pomposa di Perce.
«Stai di nuovo pensando a lei, eh?»
Un momento, questo era Percy!
Lo guardò in cagnesco fino a che il Caposcuola
non arrossì.
Si grattò la nuca, a disagio, esibendo un sorriso
imbarazzato che era davvero poco da lui.
«Mi dispiace aver rovinato il tuo utopico momento
felice, prima. Non pensavo che le stessi per chiedere di
uscire.» borbottò.
Oliver sospirò, ma sorrise a Percy.
«Non importa, mi hai evitato una figuraccia
memorabile. E’ peggio di un Bolide impazzito, Katie. Non so mai dove colpire.»
Percy ridacchiò. «Le tue metafore tra la vita
reale e il Quidditch sono maniacali, Oliver.» annunciò, dandogli una
pacca sulla spalla.
«Ne vuoi parlare?» aggiunse più seriamente, in risposta alla fronte aggrottata dell’amico.
«Delle mie metafore, Perce?» chiese Oliver, retorico.
Percy alzò le mani in segno di resa.
«D’accordo, d’accordo, ti lascio ai tuoi oscuri
pensieri.» disse, sorridendogli.
Oliver sorrise di rimando, senza sentirne
veramente il bisogno, tanto era depresso, e riportò lo sguardo per l’ennesima volta
sul suo modellino.
Percy gli lanciò un’ultima occhiata, poi prese la
via del dormitorio e sparì lungo le scale.
Finalmente solo, Oliver fu libero di riflettere.
Doveva ritentare, con Katie. Magari dopo la partita
di domani, se mai avessero vinto.
L’umore sarebbe stato alle stelle, e magari lei sarebbe stata talmente euforica per la vittoria da dire
di si.
Insomma, autostima zero.
Rimaneva comunque il fatto che se non si sbrigava
ad invitarla a Hogsmeade ci avrebbe pensato qualcun altro. Katie era una ragazza
bella, ma anche estremamente semplice.
Insomma, qualcuno prima o poi si sarebbe accorto
di quanto fosse meravigliosa, e lui sarebbe rimasto indietro.
E’ come una partita a Quidditch, si disse. Devo prendere la Pluffa prima che la prenda quel brutto sopracciglione di Montague. Facile, no?
Lanciò un occhiata
distratta alla finestra. Aveva smesso di nevicare, ma il paesaggio era
meraviglioso.
Hogwarts coperta dalla neve era uno spettacolo
che lasciava senza fiato.
Avrebbe davvero voluto avere Katie lì, al suo
fianco. Magari avrebbero potuto prendere una cioccolata calda insieme, e
chiacchierare. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare lì con lei a parlare di
Quidditch, a stringerla tra le braccia, a guardare gli studenti nel parco
rincorrersi e ingaggiare battaglie a palle di neve…
Come se fosse un segno del
destino scorse da lontano il profilo di Katie. Strinse gli occhi, per essere
certo che fosse lei, e osservò per un paio di minuti.
Si, era lei, ne era sicuro. Stava lanciando palle
di neve a un ragazzo di colore con le treccine – Lee Jordan, sicuro- e di fianco a lei si distingueva un Weasley, e una
bionda che sicuramente era Alicia. Gli sembrò di vedere Angelina spuntare da un’albero, e un altro
Weasley dalla chioma blu.
Rimase incantato per un po’ a osservare Katie
finire ricoperta di neve, salvarsi, mettersi al riparo e poi finire di nuovo presa di mira da Lee.
Era così dolce, a volte. Anche quando era rimasta
ad aspettarlo nello spogliatoio – episodio che non aveva affatto dimenticato –
solo perché era preoccupata che potesse annegarsi nelle docce. Magari dietro
c’era dell’interesse. Che finalmente si fosse accorta che gli sbavava dietro da
due anni e avesse deciso di dargli una possibilità senza che lui facesse
assolutamente nulla?
Troppo facile.
Però, da come arrossiva…
Tornò a guardare pensieroso i ragazzi che si
riempivano di gelida neve e si difendevano sfoderando le bacchette e sorrise al
pensiero di Katie con le guance rosse e la neve tra i capelli.
E erano tutti lì, tranne lui, con lei. Praticamente
tutta la squadra se ne stava lì a rotolare nella neve, e lui…
Un momento.
Con un singulto di orrore spalancò la finestra e
fece entrare il freddo gelido in Sala Comune.
Si, erano proprio loro.
Si fiondò come un fulmine fuori dalla Sala Comune,
giù per le scale, deciso a reclamare un sacco di teste.
«E’ stato fantastico!» esclamò Fred, spostando
una ciocca blu bagnata fradicia dietro l’orecchio.
«Cosa, rompermi il naso?» borbottò Katie,
tenendosi la mano davanti alla faccia.
I gemelli la fissarono per un secondo.
«Si!» dissero insieme, convinti.
Alicia e Lee risero, e Katie
notò che l’amica arrossì di botto quando il ragazzo
prese a fissarla.
Interessante, pensò. Che io abbia finalmente trovato un’arma contro i suoi
sproloqui su Oliver?
Come se il suo pensiero lo avesse magicamente
evocato – e chi può dire il contrario? – il volto trafelato di Oliver comparve
davanti alla sua visuale, trasfigurato da una smorfia di puro orrore.
«VOI!» gridò, puntando un dito accusatore contro
di loro. «Razza di incoscienti, COME OSATE?!»
Tutti ammutolirono stupefatti di fronte al viso
sconvolto di Oliver.
«Domani c’è la partita contro Corvonero,
canaglie! State cercando di sabotare la mia vittoria ammalandovi in massa?!» gridò, gli occhi in fuori. «Io vi mando in campo anche
moribondi!»
Percy Weasley lo aveva raggiungo alle spalle, e
assistette a tutta la scena ridendo sotto i baffi.
Oliver continuò a fissarli, furente.
«In Sala Comune, subito» sibilò.
Nessuno disse una parola – nemmeno i gemelli, il
che è tutto dire – e
filarono in silenzio dentro al castello.
Quando Katie passò vicino ad Oliver gli fece un
timido sorriso di scuse, e lui parve addolcire leggermente lo sguardo.
«Sbrigati ad arrivare dentro, prenderai freddo»
le disse, cercando di sembrare – se non dolce e preoccupato – almeno non pazzo.
Lei fece un sorriso un po’ più largo e accelerò
il passo. Oliver e Percy rimasero a guardarla fino a che non fu sparita dietro
al portone d’ingresso, in silenzio.
Poi Percy pensò bene di rovinare quel momento di
silenzio e riflessione con l’universo, e mise una mano sulla spalla dell’amico.
«Oliver, sai, non credo che urlando come uno
psicopatico invasato la convincerai a uscire con te.»
~°~
Finita la cena, si sentivano davvero pieni e
stanchi, e decisamente in ansia per la partita che avrebbero dovuto giocare il
giorno dopo.
Entrarono in Sala Comune ridendo tra di loro, e Katie
si lanciò di corsa sulla poltrona davanti al fuoco, quella che indubbiamente
era la sua preferita.
Crogiolarsi al calore era così piacevole che si
sarebbe volentieri addormentata lì.
Alicia, purtroppo, non era dello stesso parere.
«Katie, cosa ti ha detto Oliver quando sei rimasta
indietro?» la importunò, tirando fuori un’espressione maliziosa.
Katie sbuffò in direzione dell’amica. Controllò
che nessuno fosse a portata d’orecchio, visto che aveva una vaga idea di dove
sarebbe andato a parare quel discorso, ma la trovò stranamente vuota. Erano
rimaste solo loro due.
Si abbandonò di più allo schienale della
poltrona.
«Solo di sbrigarmi a entrare, o avrei preso
freddo.» mormorò.
Alicia fece un sorriso vittorioso che la
insospettì parecchio.
«Quando ti deciderai ad ammettere che ti piace?» chiese,
noncurante.
Katie fece una faccia sbalordita.
«E questo cosa c’entra con
quello che mi ha detto?» domandò, esterrefatta.
Alicia fece un sorriso furbo, passandosi una mano
tra i capelli biondi e umidi.
«Senti, visto che sei tonta, parlo chiaro» disse, guardandola negli occhi.
Katie deglutì.
«Oliver ti muore dietro da una vita, e tu non ti
sei accorta ti nulla. A te piace, lo so. Devi solo passarci un po’ di tempo per capirlo» annunciò, giuliva.
Per poco Katie non soffocò nel suo stesso
singulto sorpreso. Arrossì un sacco e la voce le uscì vagamente tremante.
«M-ma cosa dici, Alicia? A Oliver n-non piaccio, non in quel senso»
borbottò.
Alicia la squadrò per un istante.
«Già. E balbetti perché hai freddo, vero? E sei
arrossita perché sei vicino al camino» sentenziò, guardandola di sbieco.
Katie sussultò. Non poteva essere vero. Insomma,
Oliver era…Oliver! Era il capitano della squadra, sempre gentile con lei, vero,
ma sempre comunque distante e un sacco timido, e troppo preso dal Quidditch per
pensare a lei. No?
Alicia parve leggerle nel pensiero, perché disse:
«Senti, io sono sicura che a lui piaci, Katie. Qual è il problema? Dopo Fred…»
Katie la interruppe. «E’ esattamente quello il
problema. Fred » disse, mogia.
Alicia la guardò senza capire, così si decise a
dargli quella santissima spiegazione che reclamava da tutta la giornata.
«E’ un po’ che mi sono accorta che Oliver è
carino, e dolce e tutto quanto» cominciò. «Ma non posso farlo, Ali. Con Fred
non è andata bene, e lui non sa nemmeno che mi piaceva. Non funzionerebbe tra
me e Oliver. E poi sono solo del quinto, e lui è del settimo anno. Cosa pensi
ci troverebbe in me?»
Alicia le fece un sorriso dolce e la abbracciò
piano.
«Katie, Oliver non le guarda nemmeno le altre
ragazze, davvero. E quello che è successo con Fred…» fece una pausa. Parve
riflettere per un attimo, poi continuò. «Non è detto che succeda la stessa
cosa, anzi. Da quell’esperienza dovresti aver imparato a buttarti, invece che
nascondere il fatto che ti piace»
Katie sospirò e Alicia sorrise.
«Allora lo ammetti, Oliver ti piace!» disse,
ridacchiando.
Quando non ricevette risposta, ma solo un ostinato
silenzio e due guance rosso fuoco, fece un gesto esultante con la mano.
«Lo sapevo! Oh, Oliver è un sacco carino, e tutti
quegli addominali…» rise, e Katie non riuscì a trattenere a sua volta una
risatina nervosa.
Oddio, Oliver era interessato a lei.
«Cosa farai, allora?» chiese Alicia, sorridente.
«Non lo so. Penso che ora me ne andrò a letto» disse Katie, ancora
riluttante a darla vinta all’amica.
Alicia sbuffò sonoramente.
«Intendevo con Oliver» puntualizzò.
Katie si rassegnò a confessare.
«Credo che aspetterò che faccia la prima mossa»
disse. Alicia la guardò vagamente male, ma finse di non curarsene e sbadigliò
esageratamente.
«Sto morendo di sonno, buonanotte»
L’amica non rispose, ma continuò a guardarla storto mentre saliva le scale
del dormitorio femminile.
Quando si chiuse la porta della sua stanza alle
spalle, Katie fu immensamente felice di trovare le sue compagne profondamente
addormentate.
Si mise in fretta il pigiama e scivolò sotto le
coperte, rigirandosi per trovare la posizione più comoda. Rimase sveglia per un
bel po’, cercando di fare respiri lenti e di non sentirsi terribilmente in
ansia. Insomma, c’erano tanti motivi per essere preoccupati: Sirius Black era
evaso da Azkaban e si diceva fosse in giro per la
foresta, tanto per dirne una.
Eppure l’unica cosa per cui riusciva a
sentirsi preoccupata, in quel momento, ma anche stranamente euforica, era il
fatto che Alicia era convinta che lei piacesse ad Oliver, e seppure non ci
credeva, non poteva fare a meno di sperarci.
Un flash le passò davanti agli occhi, e si
abbandonò per un momento al ricordo della partita di Quidditch contro Tassorosso.
Riuscire a resistere
significa combattere contro il vento gelido, la tempesta e la pioggia battente.
Oliver grida indicazioni a tutti, ma è difficile sentire cosa dice. Il rumore
della tempesta sovrasta ogni cosa.
Katie lancia uno sguardo
disperato in direzione di Alicia, cercando di farsi vedere per farsi passare la
pluffa, ma è troppo tardi. Stebbins, della squadra avversaria, le ha già preso di
mano la palla rossa.
Cerca di prestare attenzione
alla partita, ma il vento è troppo forte e non vede quasi nulla. Oliver le urla
qualcosa – vede le labbra muoversi frenetiche – ma non riesce a sentire. Afferra al volo il
passaggio di Angelina e si lancia verso la porta cercando di contrastare il
vento. Lancia con quanta più forza può e il punto va a segno.
Coglie uno sprazzo della
telecronaca di Lee.
«GRIFONDORO SEGNA! Trenta a
venti per Tassorosso!Forza, Grifondoro!»
Non sta andando affatto bene,
constata Katie. Sono in svantaggio. Ma se Harry prende il boccino…
L’attimo di distrazione le costa caro. Un bolide spunta fuori dal nulla e la colpisce allo stomaco, sbilanciandola.
Afferra saldamente il manico
di scopa e cerca di rimanere in aria. Oliver si sbraccia nella direzione del
Battitore avversario, lanciando maledizioni su maledizioni – o così immagina
Katie, vista la sua espressione furente – poi il suo sguardo incontra quello
del ragazzo.
Si guardano per un attimo, e
a Katie sembra di cogliere disperazione nei suoi occhi.
Stanno perdendo, e Harry non
ha ancora trovato il boccino.
Ricambia l’occhiata, senza
essere in grado di sorridere.
Si fissano per un altro
secondo, poi sullo stadio cala il silenzio, e tutto si fa gelato.
Un mantello nero sventola a pochi centimetri da Katie, ma lei volta la
testa per non guardare. A una quindicina di metri di distanza, Harry scivola
sulla scopa e precipita, privo di sensi, al suolo.
Il grido di Oliver le arriva
chiaro alle orecchie.
Scosse la testa per cancellare il ricordo. Oliver
aveva davvero sfiorato il suicidio, quella volta, e Harry aveva perso il
boccino.
Si domandò se durante la partita non avesse
frainteso lo sguardo di Oliver. Ora che Alicia le aveva detto quello che le
aveva detto – Katie non riusciva nemmeno a pensarci senza sentirsi stupida –
magari era preoccupato per lei che era appena stata colpita, e non per la
partita.
Si dette dell’idiota e si strinse di più sotto le
coperte, imponendosi di dormire. L’indomani avrebbero dovuto giocare contro Corvonero, e anche se Harry vantava una Firebolt – che sia
benedetto quel ragazzo – avrebbero dovuto segnare un sacco di punti per
portarsi in vantaggio e concorrere alla Coppa. Se vincevano, avevano una
possibilità.
Oliver aveva una
possibilità.
Si addormentò stretta al cuscino, senza sapere
che nei dormitori maschili, in una posizione molto simile alla sua, un certo
Portiere passava la notte senza dormire, decisamente non in ansia per la
partita contro Corvonero, arrovellandosi sul modo migliore di chiedere alla ragazza
di cui era innamorato uno stramaledettissimo appuntamento a Hogsmeade.
~°~
«E quindi anche Katie è interessata al nostro
Oliver, eh?» chiese Fred, sventolando la chioma azzurra.
Alicia sorrise. «Direi proprio di sì. Anche se non vuole proprio ammetterlo, Oliver le fa un
certo effetto»
I gemelli si esibirono in un ghigno identico e
alquanto malvagio. Alicia si disse che il loro folle
aiuto era necessario, e che Katie l’avrebbe ringraziata, un giorno.
Forse.
«Che Oliver è cotto di Katie se ne sono accorti
tutti, più o meno» constatò George.
«Tranne lei, ovviamente. Ecco che quindi entriamo
in scena noi» puntualizzò Alicia.
I gemelli la guardarono incuriositi.
«E che cosa dovremmo fare, esattamente?» chiesero
all’unisono.
Alicia sorrise in direzione dei due e fece un
gesto blando con la mano.
«Convincere quei due zucconi che sono fatti l’uno
per l’altra, naturalmente.» disse.
I gemelli si guardarono per un istante.
«Io vado a prendere le alette da cupido, e tu…»
iniziò Fred.
«…vado a recuperare il vecchio arco di zio Gideon, sì» completò George.
«Sapevo che potevo contare su di voi, ragazzi» disse Alicia,
allungando una mano a entrambi.
I due si guardarono per un momento, e un lampo
malandrino comparve nei loro sguardi identici.
«Potremmo avere qualche interessante idea,
Alicia» disse George.
«E’ un’alleanza, allora?» chiese lei, allargando
sempre di più il sorriso.
Fred strinse la mano al Alicia e iniziò ad
esporle i dettagli del suo malvagio piano criminale.
«Alleanza Double Weasley – Spinnet. Suona bene, no?»
«Fred, i tuoi capelli stanno per caso
scolorendo?»
~°~
Selene’s Corner
Ehilà, mie adorate lettrici! Siete un po’ poche, ma pazienza.
Sembrate delle grandi sfornatrici di
recensioni, e io sonotutt’orecchie.
Questo capitolo ha occupato più tempo del
precedente – tre giorni per scriverlo – perché è stato davvero impegnativo buttare le
basi per una semplice chiacchierata tra Katie e Alicia, dove finalmente Katie
ammette che Oliver le piace, e annunciare la tanto temuta alleanza Double Weasley – Spinnet.
Poi, siccome sono davvero convinta che se una
storia ti strappa un sorriso, non è una storia buttata nel cestino, ho inserito
la prima parte, che spero davvero abbiate trovato vagamente divertente :D
Nel prossimo capitolo torneremo a concentrarci su
Oliver e Katie, e ci sarà la tanto attesa partita
Grifondoro/Corvonero.
Cos’altro posso dirvi
di questo capitolo? Ah si!
Il flashback della scorsa partita ci tenevo
molto ad inserirlo, e chi di voi ha letto la mia raccolta “100 colpi di
bacchetta” saprà perché. Ci sono due drabble dedicate a
Oliver e Katie, e ho ricevuto una recensione meravigliosa che diceva che Oliver
sembrava davvero molto eroico, con quegli sguardi disperati lanciati alla
tempesta. Mi si è formata in testa quest’immagine, e non potevo non mettercela :D
Percy è un emerito idiota, vero, ma in fondo è
un caro amico di Oliver – due fanatici così possono solo sopportarsi a vicenda
– e avrà ruolo di consigliere e spalla su cui disperarsi.
I gemelli ne combineranno di tutti i colori,
avendo preso sotto la loro ala protettrice Katie – come abbiamo precedentemente
detto – e vedrete che si inventeranno.
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto
e non vi sia sembrato terribilmente piatto.
Ringrazio tantissimo le ragazze adorabili che
hanno recensito, e che mi strappano un sorriso ogni volta che leggo i loroscleri e la loro
serietà.
Inoltre vorrei tanto ringraziare anche tutti
quelli che seguono silenziosamente la storia, ma che magari la apprezzano, e i
1 preferiti, 3 ricordati e 17 seguiti.
Grazie davvero, a tutti voi.
Vi arriverà per posta un pupazzetto di Oliver e dei suoi
addominali, ragazze.
Baci,
SeleneLightwood