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Autore: SeleneLightwood    29/07/2011    8 recensioni
Oliver Baston è innamorato di Katie Bell da una vita intera. Insomma, se non si conta il fatto che ha solo sedici anni.
Tra una squadra non sempre normale, i gemelli Weasley nel pieno della loro gloria e un tentativo di affogarsi nelle docce dopo ogni due allenamenti Oliver sarà costretto ad affrontare i suoi sentimenti, che tiene nascosti da tanto tempo.
{cit.}
Coloro che bighellonavano intorno al campo di Quidditch, quel giorno, si stupirono non poco nel vedere la squadra di Grifondoro uscire dagli spogliatoi con calma piatta, l’aria estremamente depressa, mentre da dentro non proveniva suono alcuno.
Che Oliver Baston fosse stato ucciso da un Bolide e fosse intento a suonare la sua marcia funebre altrove?
D’altro canto, era ovvio che sarebbe tornato come fantasma. Non c’era nessuna garanzia dell’esistenza del Quidditch nell’aldilà, e Baston non avrebbe certo perso l’occasione di tormentare per sempre Fred e George Weasley, probabilmente per non averlo colpito con il sopraccitato Bolide con la violenza che si addice a due suoi Battitori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Katie, Bell, Oliver, Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 3

Capitolo 3

-Puffo Weasley, Pelo Rosso e Pluffa Impazzita-

 

 

 

Fred e George Weasley erano imbattibili a palle di neve, lo sapevano tutti.

Katie aveva avuto modo di accertarsene ampiamente durante gli anni passati in svariati modi, – molto originali, a detta loro - alcuni dei quali implicavano una visita in Infermeria e un bel bicchiere di Ossofast.

Bisognerebbe quindi perdonare la sua riluttanza, quindi, quando George – riconoscibile solo dalla G ricamata a caratteri cubitali sul suo maglione – le offrì un posto come Ninja Della Neve nella sua squadra per un’epica battaglia a palle di neve.

Lui, Alicia e Katie contro Fred, Angelina e Lee Jordan.

Se l’invito potesse scaturire diffidenza, Katie non se ne curò più di tanto.

La possibilità di mettere in pratica le sue doti di Ninja della Neve a discapito di Angelina la attirava troppo per rinunciare.

Si limitò a guardare George con fare sospettoso per un attimo – giusto per fargli da monito – cercando di captare il minimo segnale di pericolo.

Quando non ne trovò si arrese e annuì.

George le propinò un mega sorriso e la trascinò giù per le scale, rischiando di ucciderla un paio di volte e costringendola a passare attraverso il Frate Grasso per arrivare in fretta.

La neve aveva iniziato a cadere intorno alle due, poco dopo che Oliver era stato trascinato via da Percy Weasley, come a voler stendere un velo pietoso sulla faccenda, e aveva smesso solo una mezz’oretta prima.

Pensare a Oliver la fece inspiegabilmente arrossire – ma forse era il freddo – e un’idea malsana le passò per la mente.

Possibile che i gemelli fossero sopravvissuti alla furia cieca di Percy?

La risposta le si parò teatralmente davanti non appena avvistò i due eserciti schierati davanti al portone della Sala Grande.

Fred Weasley stava ridendo con Angelina e Lee e sfoggiava un’interessante, intensa, colorita chioma blu oceano.

Katie inchiodò addosso a George, fissando Fred inorridita.

Quello ridacchiò senza ritegno e si affrettò a spiegare il misterioso cambio di tinta del gemello.

«Abbiamo trasfigurato la spilla di Perce e lui si è vendicato, ma ha trovato sul suo cammino solo Fred» annunciòridendo come un matto.

Katie non poté fare a meno di scoppiare a ridere a sua volta e affrettò il passo per raggiungere gli altri.

«…e quindi mi ha trasfigurato i capelli. George se l’è data a gambe, ed è ancora rosso. Oh, almeno ci riconoscerete, ora!» stava raccontando Fred.

Angelina scoppiò a ridere con un po’ troppa foga, e Katie si esibì in uno dei suoi sospiri anti-oca.

Lee se ne accorse e ridacchiò, facendogli l’occhiolino.

Maledicendo i tic nervosi di mezza Hogwarts distolse lo sguardo da Lee e sorrise ad Alicia.

«Ora che ci siete tutti» iniziò George, «direi di uscire e dare inizio a questa battaglia all’ultimo sangue!»

Lo sguardo d’intesa che si scambiarono i gemelli non piacque a Katie nemmeno un po’.

 

 

~°~

 

 

«Pelo Rosso chiama Ninja Della Neve. Ripeto, Pelo Rosso chiama Ninja della Neve»

Katie lanciò un’occhiataccia a George, accucciato dietro una panchina al suo fianco.

«Idiota Rosso, sono qui» gli fece presente.

Lui la guardò male.

«Insomma, Katie, cerca di entrare nella parte, no?» sbuffò divertito.

Katie sospirò – di nuovo – e cercò di stare al gioco.

«Pelo Rosso, abbiamo bisogno di rinforzi, qui!»

Il grido di Alicia interruppe le loro importanti disquisizioni e George scattò in piedi per accorrere in suo aiuto, trascinando Katie per il cappuccio della felpa dietro di sé.

«Arriviamo, Pluffa Impazzita! Resisti!» gridò melodrammatico, lanciandosi in avanti e parando con un Protego i proiettili di neve che arrivavano nella loro direzione.

Si accucciarono dietro al riparo improvvisato di Alicia, tempestato di palle di neve.

«Era ora!» esclamò lei, ghignando.

George si esibì nel saluto militare e agitò la bacchetta con foga, spedendo una manciata di palle di neve verso il tronco di un albero – rifugio della squadra avversaria – e quasi cacciando un occhio a Katie nel tentativo.

Lei allontanò appena la testa e mise mano alla bacchetta. Era ora di agire.

Proprio mentre Lee usciva allo scoperto, impugnando spavaldo la bacchetta, gli lanciò contro un intero pupazzo di neve. Lui cercò di parare il colpo, ma venne colto alla sprovvista e finì sommerso dalla neve.

George lanciò un paio di grida di vittoria, e perfino Alicia si esibì in un balletto improvvisato, mentre la voce di Leeemergeva eroica dal cumulo di neve sotto il quale era sommerso.

« Puffo Weasley, sono stato colpito!» gridò con enfasi.

Fred saltò fuori da dietro il tronco dell’albero, la chioma blu al vento, e puntò un dito contro il gemello, assumendo un’aria tradita.

«Come avete potuto, maledetti!» esclamò. «Ninja delle Nevi, da te non me lo sarei mai aspettato!» la accusò, offeso.

Katie si domandò chi diavolo avesse scelto quei soprannomi così idioti – Puffo Weasley, andiamo – e si limitò a sferrare l’ennesimo attacco diretto a Fred – pardon, Puffo Weasley – con ferocia.

La palla di neve volò come un missile e si schiantò contro qualcosa, che però non assomigliava affatto a Fred.

Entrambe le fazioni nemiche si fermarono a guardare Angelina che si fiondava davanti a Fred e prendeva in pieno la palla di neve, facendo un maldestro gesto con la bacchetta in un patetico tentativo di evocare un Sortilegio Scudo.

Katie scoppiò a ridere per l’ennesima curiosa volta, quel giorno, e si abbassò giusto in tempo per evitare la palla di neve di Angelina, che le sfiorò l’orecchio.

Sarà anche stata poco pratica di Sortilegi Scudo, Angelina, ma era una Cacciatrice.

«Gatto delle Nevi, mi hai salvato!» esclamò Fred in direzione di Angelina. Lei si voltò un attimo verso di lui – forse per fare le fusa, chissà – e venne presa in pieno dal missile di Alicia, diretto alla sua nuca.

Fred non si curò molto di aver perso un membro della sua squadra, perché Lee era riuscito a riemergere dal cumulo di neve che lo aveva sommerso.

«Treccine Folli, sei vivo!» esclamò Fred giulivo mentre allungava una mano verso Lee.

Ignorando Angelina – ora coraggiosamente al riparo dietro l’albero – avanzarono a suon di palle di neve e finirono per ricoprire Alicia e Katie fin sopra i capelli.

Dopo aver battuto in ritirata le due ragazze – o più precisamente Ninja delle Nevi e Pluffa Impazzita – osservarono divertite George che resisteva stoicamente agli attacchi pluridirezionali di suo fratello e di Treccine Folli a suon diProtego.

Lanciò un’occhiata distratta alla torre di Grifondoro, domandandosi se Oliver avesse fatto ritorno in Sala Comune a cercare il suo santissimo modellino di Quidditch, e cosa accidenti avesse cercato di dirgli.

«Ah, colpita!» gridò Puffo Weasley, quando la palla di neve che non aveva visto arrivare si schiantò dritta dritta sul suo naso.

 

 

 

~°~

 

 

Oliver si lasciò cadere stancamente sulla poltrona davanti al fuoco della Sala Comune e estrasse il suo modellino dal mantello.

L’idea era quella di provare lo schema a giravolta per quei due maledetti dei Weasley, ma anche l’idea di far provare a Harry la Finta Wronsky di Katie non era affatto male.

Pensare a Katie gli fece venire un familiare nodo allo stomaco. Prima era stato sul punto di chiederle di uscire, ma era arrivato Percy – che sia maledetto – e non era riuscito nel suo intento.

Perché come migliore amico doveva avere un idiota con gli occhiali di corno che alla prima occasione gli impedisce di dichiararsi?

Posò di nuovo gli occhi sul modellino, cercando di concentrarsi seriamente, ma la sua testa non ne voleva sapere di rigare dritto. Continuava a deviare in strade tortuose pericolose, dove c’erano splendide Cacciatrici dai capelli neri che lo rimproveravano perché cercava di uccidere Harry con la Finta Wronsky.

Rinunciò a preparare i nuovi schemi per la partita e si dedicò completamente alla sua seconda attività preferita dopo il Quidditch: crogiolarsi nel suo amore non corrisposto.

Una pulce si insinuò nel suo orecchio, sfoggiando fastidiosamente la voce pomposa di Perce.

«Stai di nuovo pensando a lei, eh?»

Un momento, questo era Percy!

Lo guardò in cagnesco fino a che il Caposcuola non arrossì.

Si grattò la nuca, a disagio, esibendo un sorriso imbarazzato che era davvero poco da lui.

«Mi dispiace aver rovinato il tuo utopico momento felice, prima. Non pensavo che le stessi per chiedere di uscire.» borbottò.

Oliver sospirò, ma sorrise a Percy.

«Non importa, mi hai evitato una figuraccia memorabile. E’ peggio di un Bolide impazzito, Katie. Non so mai dove colpire.»

Percy ridacchiò. «Le tue metafore tra la vita reale e il Quidditch sono maniacali, Oliver.» annunciò, dandogli una pacca sulla spalla.

«Ne vuoi parlare?» aggiunse più seriamente, in risposta alla fronte aggrottata dell’amico.

«Delle mie metafore, Perce?» chiese Oliver, retorico.

Percy alzò le mani in segno di resa.

«D’accordo, d’accordo, ti lascio ai tuoi oscuri pensieri.» disse, sorridendogli.

Oliver sorrise di rimando, senza sentirne veramente il bisogno, tanto era depresso, e riportò lo sguardo per l’ennesima volta sul suo modellino.

Percy gli lanciò un’ultima occhiata, poi prese la via del dormitorio e sparì lungo le scale.

Finalmente solo, Oliver fu libero di riflettere.

Doveva ritentare, con Katie. Magari dopo la partita di domani, se mai avessero vinto.

L’umore sarebbe stato alle stelle, e magari lei sarebbe stata talmente euforica per la vittoria da dire di si.

Insomma, autostima zero.

Rimaneva comunque il fatto che se non si sbrigava ad invitarla a Hogsmeade ci avrebbe pensato qualcun altro. Katie era una ragazza bella, ma anche estremamente semplice.

Insomma, qualcuno prima o poi si sarebbe accorto di quanto fosse meravigliosa, e lui sarebbe rimasto indietro.

E’ come una partita a Quidditch, si disse. Devo prendere la Pluffa prima che la prenda quel brutto sopracciglione di Montague. Facile, no?

Lanciò un occhiata distratta alla finestra. Aveva smesso di nevicare, ma il paesaggio era meraviglioso.

Hogwarts coperta dalla neve era uno spettacolo che lasciava senza fiato.

Avrebbe davvero voluto avere Katie lì, al suo fianco. Magari avrebbero potuto prendere una cioccolata calda insieme, e chiacchierare. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare lì con lei a parlare di Quidditch, a stringerla tra le braccia, a guardare gli studenti nel parco rincorrersi e ingaggiare battaglie a palle di neve…

Come se fosse un segno del destino scorse da lontano il profilo di Katie. Strinse gli occhi, per essere certo che fosse lei, e osservò per un paio di minuti.

Si, era lei, ne era sicuro. Stava lanciando palle di neve a un ragazzo di colore con le treccine  Lee Jordan, sicuro- e di fianco a lei si distingueva un Weasley, e una bionda che sicuramente era Alicia. Gli sembrò di vedere Angelina spuntare da un’albero, e un altro Weasley dalla chioma blu.

Rimase incantato per un po’ a osservare Katie finire ricoperta di neve, salvarsi, mettersi al riparo e poi finire di nuovo presa di mira da Lee.

Era così dolce, a volte. Anche quando era rimasta ad aspettarlo nello spogliatoio – episodio che non aveva affatto dimenticato – solo perché era preoccupata che potesse annegarsi nelle docce. Magari dietro c’era dell’interesse. Che finalmente si fosse accorta che gli sbavava dietro da due anni e avesse deciso di dargli una possibilità senza che lui facesse assolutamente nulla?

Troppo facile.

Però, da come arrossiva…

Tornò a guardare pensieroso i ragazzi che si riempivano di gelida neve e si difendevano sfoderando le bacchette e sorrise al pensiero di Katie con le guance rosse e la neve tra i capelli.

E erano tutti lì, tranne lui, con lei. Praticamente tutta la squadra se ne stava lì a rotolare nella neve, e lui…

Un momento.

Con un singulto di orrore spalancò la finestra e fece entrare il freddo gelido in Sala Comune.

Si, erano proprio loro.

Si fiondò come un fulmine fuori dalla Sala Comune, giù per le scale, deciso a reclamare un sacco di teste.

 

 

«E’ stato fantastico!» esclamò Fred, spostando una ciocca blu bagnata fradicia dietro l’orecchio.

«Cosa, rompermi il naso?» borbottò Katie, tenendosi la mano davanti alla faccia.

I gemelli la fissarono per un secondo.

«Si!» dissero insieme, convinti.

Alicia e Lee risero, e Katie notò che l’amica arrossì di botto quando il ragazzo prese a fissarla.

Interessante, pensò. Che io abbia finalmente trovato un’arma contro i suoi sproloqui su Oliver?

Come se il suo pensiero lo avesse magicamente evocato – e chi può dire il contrario? – il volto trafelato di Oliver comparve davanti alla sua visuale, trasfigurato da una smorfia di puro orrore.

«VOI!» gridò, puntando un dito accusatore contro di loro. «Razza di incoscienti, COME OSATE?!»

Tutti ammutolirono stupefatti di fronte al viso sconvolto di Oliver.

«Domani c’è la partita contro Corvonero, canaglie! State cercando di sabotare la mia vittoria ammalandovi in massa?!» gridò, gli occhi in fuori. «Io vi mando in campo anche moribondi!»

Percy Weasley lo aveva raggiungo alle spalle, e assistette a tutta la scena ridendo sotto i baffi.

Oliver continuò a fissarli, furente.

«In Sala Comune, subito» sibilò.

Nessuno disse una parola – nemmeno i gemelli, il che è tutto dire – e filarono in silenzio dentro al castello.

Quando Katie passò vicino ad Oliver gli fece un timido sorriso di scuse, e lui parve addolcire leggermente lo sguardo.

«Sbrigati ad arrivare dentro, prenderai freddo» le disse, cercando di sembrare – se non dolce e preoccupato – almeno non pazzo.

Lei fece un sorriso un po’ più largo e accelerò il passo. Oliver e Percy rimasero a guardarla fino a che non fu sparita dietro al portone d’ingresso, in silenzio.

Poi Percy pensò bene di rovinare quel momento di silenzio e riflessione con l’universo, e mise una mano sulla spalla dell’amico.

«Oliver, sai, non credo che urlando come uno psicopatico invasato la convincerai a uscire con te.»

 

~°~

 

 

Finita la cena, si sentivano davvero pieni e stanchi, e decisamente in ansia per la partita che avrebbero dovuto giocare il giorno dopo.

Entrarono in Sala Comune ridendo tra di loro, e Katie si lanciò di corsa sulla poltrona davanti al fuoco, quella che indubbiamente era la sua preferita.

Crogiolarsi al calore era così piacevole che si sarebbe volentieri addormentata lì.

Alicia, purtroppo, non era dello stesso parere.

«Katie, cosa ti ha detto Oliver quando sei rimasta indietro?» la importunò, tirando fuori un’espressione maliziosa.

Katie sbuffò in direzione dell’amica. Controllò che nessuno fosse a portata d’orecchio, visto che aveva una vaga idea di dove sarebbe andato a parare quel discorso, ma la trovò stranamente vuota. Erano rimaste solo loro due.

Si abbandonò di più allo schienale della poltrona.

«Solo di sbrigarmi a entrare, o avrei preso freddo.» mormorò.

Alicia fece un sorriso vittorioso che la insospettì parecchio.

«Quando ti deciderai ad ammettere che ti piace?» chiese, noncurante.

Katie fece una faccia sbalordita.

«E questo cosa c’entra con quello che mi ha detto?» domandò, esterrefatta.

Alicia fece un sorriso furbo, passandosi una mano tra i capelli biondi e umidi.

«Senti, visto che sei tonta, parlo chiaro» disse, guardandola negli occhi.

Katie deglutì.

«Oliver ti muore dietro da una vita, e tu non ti sei accorta ti nulla. A te piace, lo so. Devi solo passarci un po’ di tempo per capirlo» annunciò, giuliva.

Per poco Katie non soffocò nel suo stesso singulto sorpreso. Arrossì un sacco e la voce le uscì vagamente tremante.

«M-ma cosa dici, Alicia? A Oliver n-non piaccio, non in quel senso» borbottò.

Alicia la squadrò per un istante.

«Già. E balbetti perché hai freddo, vero? E sei arrossita perché sei vicino al camino» sentenziò, guardandola di sbieco.

Katie sussultò. Non poteva essere vero. Insomma, Oliver era…Oliver! Era il capitano della squadra, sempre gentile con lei, vero, ma sempre comunque distante e un sacco timido, e troppo preso dal Quidditch per pensare a lei. No?

Alicia parve leggerle nel pensiero, perché disse: «Senti, io sono sicura che a lui piaci, Katie. Qual è il problema? Dopo Fred…»

Katie la interruppe. «E’ esattamente quello il problema. Fred » disse, mogia.

Alicia la guardò senza capire, così si decise a dargli quella santissima spiegazione che reclamava da tutta la giornata.

«E’ un po’ che mi sono accorta che Oliver è carino, e dolce e tutto quanto» cominciò. «Ma non posso farlo, Ali. Con Fred non è andata bene, e lui non sa nemmeno che mi piaceva. Non funzionerebbe tra me e Oliver. E poi sono solo del quinto, e lui è del settimo anno. Cosa pensi ci troverebbe in me?»

Alicia le fece un sorriso dolce e la abbracciò piano.

«Katie, Oliver non le guarda nemmeno le altre ragazze, davvero. E quello che è successo con Fred…» fece una pausa. Parve riflettere per un attimo, poi continuò. «Non è detto che succeda la stessa cosa, anzi. Da quell’esperienza dovresti aver imparato a buttarti, invece che nascondere il fatto che ti piace»

Katie sospirò e Alicia sorrise.

«Allora lo ammetti, Oliver ti piace!» disse, ridacchiando.

Quando non ricevette risposta, ma solo un ostinato silenzio e due guance rosso fuoco, fece un gesto esultante con la mano.

«Lo sapevo! Oh, Oliver è un sacco carino, e tutti quegli addominali…» rise, e Katie non riuscì a trattenere a sua volta una risatina nervosa.

Oddio, Oliver era interessato a lei.

«Cosa farai, allora?» chiese Alicia, sorridente.

«Non lo so. Penso che ora me ne andrò a letto» disse Katie, ancora riluttante a darla vinta all’amica.

Alicia sbuffò sonoramente.

«Intendevo con Oliver» puntualizzò.

Katie si rassegnò a confessare.

«Credo che aspetterò che faccia la prima mossa» disse. Alicia la guardò vagamente male, ma finse di non curarsene e sbadigliò esageratamente.

«Sto morendo di sonno, buonanotte»

L’amica non rispose, ma continuò a guardarla storto mentre saliva le scale del dormitorio femminile.

Quando si chiuse la porta della sua stanza alle spalle, Katie fu immensamente felice di trovare le sue compagne profondamente addormentate.

Si mise in fretta il pigiama e scivolò sotto le coperte, rigirandosi per trovare la posizione più comoda. Rimase sveglia per un bel po’, cercando di fare respiri lenti e di non sentirsi terribilmente in ansia. Insomma, c’erano tanti motivi per essere preoccupati: Sirius Black era evaso da Azkaban e si diceva fosse in giro per la foresta, tanto per dirne una.

Eppure l’unica cosa per cui riusciva a sentirsi preoccupata, in quel momento, ma anche stranamente euforica, era il fatto che Alicia era convinta che lei piacesse ad Oliver, e seppure non ci credeva, non poteva fare a meno di sperarci.

Un flash le passò davanti agli occhi, e si abbandonò per un momento al ricordo della partita di Quidditch contro Tassorosso.

 

Riuscire a resistere significa combattere contro il vento gelido, la tempesta e la pioggia battente. Oliver grida indicazioni a tutti, ma è difficile sentire cosa dice. Il rumore della tempesta sovrasta ogni cosa.

Katie lancia uno sguardo disperato in direzione di Alicia, cercando di farsi vedere per farsi passare la pluffa, ma è troppo tardi. Stebbins, della squadra avversaria, le ha già preso di mano la palla rossa.

Cerca di prestare attenzione alla partita, ma il vento è troppo forte e non vede quasi nulla. Oliver le urla qualcosa – vede le labbra muoversi frenetiche – ma non riesce a sentire. Afferra al volo il passaggio di Angelina e si lancia verso la porta cercando di contrastare il vento. Lancia con quanta più forza può e il punto va a segno.

Coglie uno sprazzo della telecronaca di Lee.

«GRIFONDORO SEGNA! Trenta a venti per Tassorosso!Forza, Grifondoro!»

Non sta andando affatto bene, constata Katie. Sono in svantaggio. Ma se Harry prende il boccino…

L’attimo di distrazione le costa caro. Un bolide spunta fuori dal nulla e la colpisce allo stomaco, sbilanciandola.

Afferra saldamente il manico di scopa e cerca di rimanere in aria. Oliver si sbraccia nella direzione del Battitore avversario, lanciando maledizioni su maledizioni – o così immagina Katie, vista la sua espressione furente – poi il suo sguardo incontra quello del ragazzo.

Si guardano per un attimo, e a Katie sembra di cogliere disperazione nei suoi occhi.

Stanno perdendo, e Harry non ha ancora trovato il boccino.

Ricambia l’occhiata, senza essere in grado di sorridere.

Si fissano per un altro secondo, poi sullo stadio cala il silenzio, e tutto si fa gelato.

Un mantello nero sventola  a pochi centimetri da Katie, ma lei volta la testa per non guardare. A una quindicina di metri di distanza, Harry scivola sulla scopa e precipita, privo di sensi, al suolo.

Il grido di Oliver le arriva chiaro alle orecchie.

 

Scosse la testa per cancellare il ricordo. Oliver aveva davvero sfiorato il suicidio, quella volta, e Harry aveva perso il boccino.

Si domandò se durante la partita non avesse frainteso lo sguardo di Oliver. Ora che Alicia le aveva detto quello che le aveva detto – Katie non riusciva nemmeno a pensarci senza sentirsi stupida – magari era preoccupato per lei che era appena stata colpita, e non per la partita.

Si dette dell’idiota e si strinse di più sotto le coperte, imponendosi di dormire. L’indomani avrebbero dovuto giocare contro Corvonero, e anche se Harry vantava una Firebolt – che sia benedetto quel ragazzo – avrebbero dovuto segnare un sacco di punti per portarsi in vantaggio e concorrere alla Coppa. Se vincevano, avevano una possibilità.

Oliver aveva una possibilità.

Si addormentò stretta al cuscino, senza sapere che nei dormitori maschili, in una posizione molto simile alla sua, un certo Portiere passava la notte senza dormire, decisamente non in ansia per la partita contro Corvonero, arrovellandosi sul modo migliore di chiedere alla ragazza di cui era innamorato uno stramaledettissimo appuntamento a Hogsmeade.

 

~°~

 

«E quindi anche Katie è interessata al nostro Oliver, eh?» chiese Fred, sventolando la chioma azzurra.

Alicia sorrise. «Direi proprio di . Anche se non vuole proprio ammetterlo, Oliver le fa un certo effetto»

I gemelli si esibirono in un ghigno identico e alquanto malvagio. Alicia si disse che il loro folle aiuto era necessario, e che Katie l’avrebbe ringraziata, un giorno.

Forse.

«Che Oliver è cotto di Katie se ne sono accorti tutti, più o meno» constatò George.

«Tranne lei, ovviamente. Ecco che quindi entriamo in scena noi» puntualizzò Alicia.

I gemelli la guardarono incuriositi.

«E che cosa dovremmo fare, esattamente?» chiesero all’unisono.

Alicia sorrise in direzione dei due e fece un gesto blando con la mano.

«Convincere quei due zucconi che sono fatti l’uno per l’altra, naturalmente.» disse.

I gemelli si guardarono per un istante.

«Io vado a prendere le alette da cupido, e tu…» iniziò Fred.

«…vado a recuperare il vecchio arco di zio Gideon, sì» completò George.

«Sapevo che potevo contare su di voi, ragazzi» disse Alicia, allungando una mano a entrambi.

I due si guardarono per un momento, e un lampo malandrino comparve nei loro sguardi identici.

«Potremmo avere qualche interessante idea, Alicia» disse George.

«E’ un’alleanza, allora?» chiese lei, allargando sempre di più il sorriso.

Fred strinse la mano al Alicia e iniziò ad esporle i dettagli del suo malvagio piano criminale.

«Alleanza Double Weasley – Spinnet. Suona bene, no?»

«Fred, i tuoi capelli stanno per caso scolorendo?»

 

~°~

 

Selene’s Corner

 

Ehilà, mie adorate lettrici! Siete un po’ poche, ma pazienza. Sembrate delle grandi sfornatrici di recensioni, e io sonotutt’orecchie.

Questo capitolo ha occupato più tempo del precedente – tre giorni per scriverlo – perché è stato davvero impegnativo buttare le basi per una semplice chiacchierata tra Katie e Alicia, dove finalmente Katie ammette che Oliver le piace, e annunciare la tanto temuta alleanza Double Weasley – Spinnet.

Poi, siccome sono davvero convinta che se una storia ti strappa un sorriso, non è una storia buttata nel cestino, ho inserito la prima parte, che spero davvero abbiate trovato vagamente divertente :D

Nel prossimo capitolo torneremo a concentrarci su Oliver e Katie, e ci sarà la tanto attesa partita Grifondoro/Corvonero.

Cos’altro posso dirvi di questo capitolo? Ah si!

Il flashback della scorsa partita ci tenevo molto ad inserirlo, e chi di voi ha letto la mia raccolta “100 colpi di bacchetta” saprà perché. Ci sono due drabble dedicate a Oliver e Katie, e ho ricevuto una recensione meravigliosa che diceva che Oliver sembrava davvero molto eroico, con quegli sguardi disperati lanciati alla tempesta. Mi si è formata in testa quest’immagine, e non potevo non mettercela :D

Percy è un emerito idiota, vero, ma in fondo è un caro amico di Oliver – due fanatici così possono solo sopportarsi a vicenda – e avrà ruolo di consigliere e spalla su cui disperarsi.

I gemelli ne combineranno di tutti i colori, avendo preso sotto la loro ala protettrice Katie – come abbiamo precedentemente detto – e vedrete che si inventeranno.

 

Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto e non vi sia sembrato terribilmente piatto.

 

Ringrazio tantissimo le ragazze adorabili che hanno recensito, e che mi strappano un sorriso ogni volta che leggo i loroscleri e la loro serietà.

Inoltre vorrei tanto ringraziare anche tutti quelli che seguono silenziosamente la storia, ma che magari la apprezzano, e i 1 preferiti, 3 ricordati e 17 seguiti.

Grazie davvero, a tutti voi.

 

Vi arriverà per posta un pupazzetto di Oliver e dei suoi addominali, ragazze.

 

Baci,

SeleneLightwood

 

 

   
 
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