Questa
storia è cominciata tanto tempo fa ed è stata
finita ieri, in un modo a cui non avevo pensato. Non era questa
l’idea che avevo in mente per te all’inizio, devo
ammettere, e anzi a quell’idea ci sto ancora lavorando e
sarà comunque dedicata a te. Questa fan fiction
però, che ho scritto col cuore e senza fretta, mi sembrava
l’ideale. Dedico questa storia alla mia cara amica
Carter Blue_93, in ritardo ma per i suoi 18 anni. Ti voglio bene!!!
Direi
che è superfluo dire che questi personaggi non mi
appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling e questa
storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
Fix
Me
- Hermione! Hermione! Hermione, sveglia! Hermione! Hermione! - Harry
si precipitò correndo verso il letto dove stava dormendo la
sua amica e si mise a scrollarla leggermente. Lei aprì a
fatica gli occhi ancora carichi di sonno e se li strofinò
per mettere a fuoco la figura del suo migliore amico. Stringendo sempre
con una mano la coperta arancione che aveva appoggiata sul copriletto,
si mise dritta sul materasso. - Harry… Cosa
c’è? È successo qualcosa? -
L’altro gli rispose raggiante. - Un sacco di cose! - Hermione
lo guardò preoccupata. - Ma cos…?
Perché sei mezzo bagnato? Dove sei andato? Hai trovato
qualcosa? - Harry le sorrise dolcemente. - Beh… in un certo
senso… - Alzò lo sguardo dietro la sua amica che
istintivamente si girò di scatto nella stessa direzione.
Quando lo vide non riuscì a sussurrare che un debole -
Ron… - e rimase a fissarlo in silenzio con la bocca appena
aperta, mentre il suo migliore amico si allontanava da lei nella sua direzione. -
L’ho trovato solo e abbandonato nella foresta e dopo che mi
ha salvato la vita, non potevo lasciarlo certo al suo destino in mezzo
al bosco… -
Ron sorrise amaramente spostando lo sguardo da Hermione al pavimento e
viceversa. Harry gli diede una leggera pacca sulla spalla prima di
posare un ultimo sguardo su Hermione e poi sparire nell’altra
camera da letto per riposare un po’, finalmente in pace.
Rimasero a fissarsi in silenzio per qualche istante ancora, poi
Hermione scosse leggermente la testa, come appena riscossa dai suoi
pensieri. Lo sguardo le cadde sulle coperte e dopo aver guardato per un
ultimo istante Ron, si voltò, mentre i suoi occhi iniziavano
ad inumidirsi. Ron aprì la bocca per parlare stendendo un
braccio in avanti, ma si fermò prima di emettere
qualsiasi suono. Cosa avrebbe mai potuto dirle? Era stato un cretino ad
andarsene così. Non sapeva cosa aspettarsi da lei quando si
fossero rivisti. Era pronto a tutto: calci, pugni, fatture…
ma quello che aveva trovato era stato molto peggio. E la cosa peggiore
di tutte era che era tutta colpa sua e soprattutto, sapeva di
meritarselo.
Lentamente si diresse verso il letto dove ora Hermione sedeva avvolta
in una coperta, le si accucciò di fronte, ma lei
continuò a fissare il pavimento. - Hermione… mi
dispiace… mi dispiace per quello che ho fatto…
tanto. Non avrei mai dovuto comportarmi a quella maniera. Era una
situazione difficile per tutti ed io mi sono comportato… da
codardo, lasciandovi così… Sono stato un
imbecille. Mi dispiace. Mi dispiace per tutto… Merlino mi
sento così idiota…
- Respirò profondamente e si avvicinò di
più al materasso, appoggiandovisi con una mano. - Non mi
perdonerò mai quello che ho fatto, non mi
perdonerò mai il modo in cui ti ho trattato quella sera. Tu
mi hai rincorso, hai provato a farmi capire che stavo facendo la cosa
sbagliata ed io ho saputo solo accusarti di preferire Harry a me e
andarmene così, senza degnarti di uno sguardo. Non mi
perdonerò mai il modo in cui ti ho abbandonata e se non
vorrai farlo nemmeno tu, lo capirò benissimo. Ma ti
prego… voglio solo che tu sappia che mi dispiace,
‘Mione… - Era stato un idiota. Aveva rovinato
tutto. Tutto. Quei pochi progressi che avevano fatto durante
l’estate se ne erano andati nell’istante in cui
aveva messo piede fuori da quella tenda due mesi prima e niente
sembrava poter cambiare le cose.
Hermione non rispose. Non poteva risolversi tutto così: lui
le chiedeva scusa e lei era pronta a perdonargli qualsiasi cosa. No.
Stavolta era diverso, non era una delle solite stupidate targate Ron
Weasley. Sta volta faceva male e tanto; sta volta aveva lasciato il
segno. Per quanto si sforzasse di trovare un modo per porre fine a
tutto quanto non riusciva a trovarlo e la cosa la spaventava. Non
voleva che la sua amicizia… che il suo rapporto con Ron
avesse fine, non voleva, però era tutto
così… difficile
anche per lei questa volta ed aveva paura che tutto fosse ormai
perduto. Non ci sarebbe più stata un’alba per la
loro amicizia vera e forte come era sempre stata; non ci sarebbe mai
potuta essere un’alba nemmeno per quel sentimento che le
scaldava il cuore ormai da tanto tempo.
Ron cercò di scrutare il suo volto ma lei si
voltò verso sinistra chinando ancora di più la
testa. Tirò su col naso e si strinse ancora di
più nella coperta dei Cannoni di Chuddley; non voleva
guardarlo, sarebbe sicuramente scoppiata a piangere e questa era
l’ultima cosa che voleva. Mentre osservava senza realmente
vedere il materasso, lo sguardo le cadde sulla mano sinistra di Ron,
appoggiata accanto a lei: aveva dei cerotti ormai completamente
insanguinati, su ciascun dito, in corrispondenza delle unghie.
Istintivamente gli prese la mano tra le proprie. - Che ti è
successo alla mano? - gli chiese senza alzare lo sguardo, lasciando
trasparire dal tono di voce la sua seppur lieve preoccupazione.
A quell’innocente contatto, Ron avvertì come un
flusso di calore entrare nel suo corpo - Oh, io… Io mi sono
Spaccato di nuovo, tutto qua. - Ancora una volta cercò
speranzoso gli occhi di Hermione, in vano. - Ci hai messo qualcosa?
Voglio dire, oltre ai cerotti? - Ron scosse il capo - No, non avevo
altro. E comunque non avrei saputo che cosa usare. - A quel punto
Hermione appoggiò la mano di Ron sulle proprie gambe ed
estrasse la bacchetta da sotto il cuscino. - Accio Dittamo! - Il
ragazzo si voltò giusto in tempo per vedere schizzare da un
punto non precisato dietro di lui, una boccettina contenente del
liquido verde smeraldo. Hermione la afferrò, deponendola
accanto a sé; in silenzio cominciò a togliere i
cerotti dalla mano di Ron. Intanto lui emetteva qualche piccolo verso
di dolore ad ogni strappo e per un attimo distrasse la mente dal
pensiero costante di non essere in grado di fare niente per poter
recuperare l’amicizia, né tanto meno
l’amore della ragazza che aveva di fronte a sé.
Quando ebbe finito, Hermione aprì la boccetta e
spalmò l’essenza di Dittamo sulle ferite di Ron,
che intanto aveva deciso che fosse meglio mordersi la maglietta invece
che urlare ogni qual volta il Dittamo sfiorava la sua carne. - Ecco, ho
finito. - disse chiudendo la boccetta ed appoggiandola sul pavimento
accanto al letto. - Ora però non devi bagnarti, altrimenti
non sarà servito a niente. Domattina potrai metterci degli
altri cerotti. Fino ad allora se vuoi posso farti un Incantesimo
Isolante molto sottile; funziona praticamente allo stesso modo. - -
Grazie, Hermione. - -Prego. - rispose lei, rinfilando la bacchetta
sotto il cuscino dopo aver effettuato l’incantesimo.
Rimasero entrambi qualche secondo in silenzio, la mano di Ron ancora
tra quelle di Hermione. Quel contatto, seppure così
innocente nella sua natura, era quello che Ron aveva sognato per mesi;
da quando era andato via non aveva potuto fare a meno di pensare a
quanto fosse importante per lui ogni momento passato con Hermione.
Adesso quel piccolo gesto aveva avuto il grande potere di ridargli una
minima speranza e sentiva che se l’avesse perso di nuovo,
nulla sarebbe più stato come prima. Con tutto ciò
che accadeva intorno a loro, c’erano cose ben più
importanti delle discussioni che riguardavano quello che era successo;
si parlava del destino dell’ intero mondo magico. E se le
cose fossero andate male, anche ad uno solo di loro? Non avrebbe
più potuto mettere le cose a posto e non l’avrebbe
mai potuto sopportare. Questi pensieri orami arrovellavano la mente di
Ron da talmente tanto tempo che quasi non si accorse dello sguardo
preoccupato di Hermione fisso sulla sua mano. Quando però
lei incrociò le dita con le sue, Ron si riscosse dai suoi
pensieri. - Ma la tua mano… è ghiacciata. Ron,
che cosa…? - Quando Hermione alzò il volto non
poté resistere al primo impulso di alzarsi in piedi. - Oh
per Merlino, Ron, sei bagnato fradicio! - - Oh beh… - Ron
alzò le spalle. Hermione si chinò su di lui e gli
toccò la fronte. - Accidenti, ma che ti è
successo…? Sei così freddo. - - Non
è niente, davvero… - - Oh ma invece
sì! Tu sei matto… - Un’agitatissima
Hermione si mise così a gironzolare per la stanza in cerca
di un modo per scaldarlo e asciugarlo il più in fretta
possibile.
Ron non poté fare a meno di sorridere; vederla
così presa, persa nei suoi monologhi e tutto solo per
lui… Nonostante tutto, dopo ciò che le aveva
fatto passare, lei era ancora capace di prendersi cura di lui in quel
modo. - Hermione… - la chiamò quasi sussurrando,
come temendo che lei potesse arrabbiarsi ancora. Ma la ragazza parve
non sentirlo - Maledizione, ma perché non me lo hai detto
prima?! Ti verrà un accidenti così..! - -
Hermione… - - Oh ma che stupida come ho fatto a non
accorgermene… - - Hermione… - sussurrò
ancora mentre lei lo copriva con la coperta dei Cannoni di Chuddley che
era sul suo letto; ma ancora una volta Hermione non lo
sentì. - Ecco prendi questa. - gli disse avvolgendolo. -
Certo sarebbe meglio se ti facessi una bella doccia calda, ma per il
momento dovrebb… - - Hermione! - la fermò Ron
prendendole la mano. Hermione si voltò di scatto.
Aveva ancora i capelli che gocciolavano sul pavimento, il suo volto
segnato dalla stanchezza, i suoi occhi supplichevoli che la osservavano
dal basso verso l’alto. In quel momento fu come se i loro
cuori si fossero fermati. Si guardarono negli occhi e parvero leggersi
dentro. Quanto entrambi avrebbero voluto che tutto fosse stato solo un
orribile incubo, che ogni cosa fosse ancora al giusto posto; nessuno
dei due poteva più sopportare il fardello di ciò
che era accaduto.
Come Hermione l’aveva letto nei suoi occhi, Ron lo aveva
letto in quelli di lei che adesso lo guardavano quasi a supplicarlo di
fare qualcosa, di rimettere le cose a posto, perché tutto
potesse finalmente avere termine. Fu così che le parole gli
uscirono di bocca, cercando di rispondere al meglio a quella supplica -
‘Mione io… io non ho bisogno di coperte, davvero,
sto bene. Non è per l’acqua ghiacciata che sento
il freddo. Ho… ho solo bisogno di un po’
di… affetto per scaldarmi, ma non so più se tu
vorrai darmi il tuo… - Hermione rimase a guardarlo per un
po’, poi calde lacrime cominciarono a scivolarle lungo le
guance e non resistette più. Si inginocchiò a
terra, buttandosi fra le sue braccia, abbracciandolo come non aveva mai
fatto prima e pianse, pianse a dirotto tutte le lacrime che aveva
trattenuto. Tutti i singhiozzi e le paure si dispersero
nell’aria alleggerendo il suo piccolo cuore da quel peso
così grande. Aveva un bisogno disperato di
stringerlo, di aggrapparsi a lui come fosse stata la sua unica
possibilità di salvezza. Gli era mancato, era innegabile ed
ora doveva recuperare tutto il tempo perso lontano da lui: il suo odore
il suo tocco, la sua voce, ogni suo singolo respiro.
Per Ron fu come tornare a respirare; l’abbracciò
più forte che poté e sentì il calore
diffondersi in lui. Si abbandonò completamente a
quel contatto, così caldo da riscaldargli il cuore; sapeva
che sarebbe potuto rimanere in quella posizione per sempre. La
accarezzò dolcemente, cercando di placare i suoi singulti,
mentre lui stesso dovette fare lo sforzo di non scoppiare a piangere.
Era certo che quell’abbraccio era il più dolce, il
più vero e il più atteso dei “Ti
perdono” che aveva sentito per tanti anni.
Hermione si staccò delicatamente da lui, asciugandosi le
lacrime che ancora rigavano il suo volto.
- Beh, ora… forse è meglio se ti vai a fare una
doccia, o ti prenderai veramente un malanno… - gli disse
senza guardarlo negli occhi, tirando su col naso, le guance arrossate
per l’imbarazzo di quel contatto.
Ron cercò i suoi occhi e le portò una ciocca di
capelli dietro le orecchie - D’accordo. Tu mettiti a letto,
però, o verrà freddo anche a te. - Hermione gli
sorrise dolcemente, mentre lui prendeva il suo zaino e andava verso il
bagno. Lei si sedette sul letto, e dopo averci pensato su un istante lo
chiamò.
- Ron? - Lui si fermò e si voltò a guardarla, con
sguardo interrogativo.
- Sono felice che tu sia tornato. - Ron sorrise finalmente sereno. -
Anche io, ‘Mione. -
The End
So che
avrete già letto il ritorno di Ron proposto in tutte le
salse (solo io quanti ne ho scritti? Almeno tre direi…), ma
è stata una parte del libro che mi ha colpito talmente tanto
che le idee si sono moltiplicate. A qualcuno però
farà piacere; a sibilla94 magari XD e alla Noel (CarterBlue
XP) spero!!!
Se volete comunque
lasciare un recensione mi farebbe davvero piacere sapete cosa ne
pensate!!
Se qualcuno di voi
sta per caso leggendo anche “Finally Forever”,
perdonatemi, non mi sono dimenticata!! Ma l’ispirazione
tentenna (ma resiste eh!) e il tempo per preparare la tesi sembra
occuparmi le giornate più che lo studio per gli esami!!
Abbiate pazienza!!!
A presto,
Rowena
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