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Autore: Rowena Ollivander    07/11/2011    5 recensioni
Non sapeva cosa aspettarsi da lei quando si fossero rivisti. Era pronto a tutto: calci, pugni, fatture… ma quello che aveva trovato era stato molto peggio.
Una (ennesima) mia versione alternativa del ritorno di Ron nel capitolo "La cerva d'argento".
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Questa storia è cominciata tanto tempo fa ed è stata finita ieri, in un modo a cui non avevo pensato. Non era questa l’idea che avevo in mente per te all’inizio, devo ammettere, e anzi a quell’idea ci sto ancora lavorando e sarà comunque dedicata a te. Questa fan fiction però, che ho scritto col cuore e senza fretta, mi sembrava l’ideale. Dedico questa storia alla mia cara amica Carter Blue_93, in ritardo ma per i suoi 18 anni. Ti voglio bene!!!

Direi che è superfluo dire che questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.


Fix Me



- Hermione! Hermione! Hermione, sveglia! Hermione! Hermione! - Harry si precipitò correndo verso il letto dove stava dormendo la sua amica e si mise a scrollarla leggermente. Lei aprì a fatica gli occhi ancora carichi di sonno e se li strofinò per mettere a fuoco la figura del suo migliore amico. Stringendo sempre con una mano la coperta arancione che aveva appoggiata sul copriletto, si mise dritta sul materasso. - Harry… Cosa c’è? È successo qualcosa? - L’altro gli rispose raggiante. - Un sacco di cose! - Hermione lo guardò preoccupata. - Ma cos…? Perché sei mezzo bagnato? Dove sei andato? Hai trovato qualcosa? - Harry le sorrise dolcemente. - Beh… in un certo senso… - Alzò lo sguardo dietro la sua amica che istintivamente si girò di scatto nella stessa direzione. Quando lo vide non riuscì a sussurrare che un debole - Ron… - e rimase a fissarlo in silenzio con la bocca appena aperta, mentre il suo migliore amico si allontanava da lei nella sua direzione. - L’ho trovato solo e abbandonato nella foresta e dopo che mi ha salvato la vita, non potevo lasciarlo certo al suo destino in mezzo al bosco… -
Ron sorrise amaramente spostando lo sguardo da Hermione al pavimento e viceversa. Harry gli diede una leggera pacca sulla spalla prima di posare un ultimo sguardo su Hermione e poi sparire nell’altra camera da letto per riposare un po’, finalmente in pace.
Rimasero a fissarsi in silenzio per qualche istante ancora, poi Hermione scosse leggermente la testa, come appena riscossa dai suoi pensieri. Lo sguardo le cadde sulle coperte e dopo aver guardato per un ultimo istante Ron, si voltò, mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi. Ron aprì la bocca per parlare stendendo un braccio in avanti, ma si fermò prima di emettere  qualsiasi suono. Cosa avrebbe mai potuto dirle? Era stato un cretino ad andarsene così. Non sapeva cosa aspettarsi da lei quando si fossero rivisti. Era pronto a tutto: calci, pugni, fatture… ma quello che aveva trovato era stato molto peggio. E la cosa peggiore di tutte era che era tutta colpa sua e soprattutto, sapeva di meritarselo.
Lentamente si diresse verso il letto dove ora Hermione sedeva avvolta in una coperta, le si accucciò di fronte, ma lei continuò a fissare il pavimento. - Hermione… mi dispiace… mi dispiace per quello che ho fatto… tanto. Non avrei mai dovuto comportarmi a quella maniera. Era una situazione difficile per tutti ed io mi sono comportato… da codardo, lasciandovi così… Sono stato un imbecille. Mi dispiace. Mi dispiace per tutto… Merlino mi sento così idiota… - Respirò profondamente e si avvicinò di più al materasso, appoggiandovisi con una mano. - Non mi perdonerò mai quello che ho fatto, non mi perdonerò mai il modo in cui ti ho trattato quella sera. Tu mi hai rincorso, hai provato a farmi capire che stavo facendo la cosa sbagliata ed io ho saputo solo accusarti di preferire Harry a me e andarmene così, senza degnarti di uno sguardo. Non mi perdonerò mai il modo in cui ti ho abbandonata e se non vorrai farlo nemmeno tu, lo capirò benissimo. Ma ti prego… voglio solo che tu sappia che mi dispiace, ‘Mione… - Era stato un idiota. Aveva rovinato tutto. Tutto. Quei pochi progressi che avevano fatto durante l’estate se ne erano andati nell’istante in cui aveva messo piede fuori da quella tenda due mesi prima e niente sembrava poter cambiare le cose.
Hermione non rispose. Non poteva risolversi tutto così: lui le chiedeva scusa e lei era pronta a perdonargli qualsiasi cosa. No. Stavolta era diverso, non era una delle solite stupidate targate Ron Weasley. Sta volta faceva male e tanto; sta volta aveva lasciato il segno. Per quanto si sforzasse di trovare un modo per porre fine a tutto quanto non riusciva a trovarlo e la cosa la spaventava. Non voleva che la sua amicizia… che il suo rapporto con Ron avesse fine, non voleva, però era tutto così… difficile anche per lei questa volta ed aveva paura che tutto fosse ormai perduto. Non ci sarebbe più stata un’alba per la loro amicizia vera e forte come era sempre stata; non ci sarebbe mai potuta essere un’alba nemmeno per quel sentimento che le scaldava il cuore ormai da tanto tempo.
Ron cercò di scrutare il suo volto ma lei si voltò verso sinistra chinando ancora di più la testa. Tirò su col naso e si strinse ancora di più nella coperta dei Cannoni di Chuddley; non voleva guardarlo, sarebbe sicuramente scoppiata a piangere e questa era l’ultima cosa che voleva. Mentre osservava senza realmente vedere il materasso, lo sguardo le cadde sulla mano sinistra di Ron, appoggiata accanto a lei: aveva dei cerotti ormai completamente insanguinati, su ciascun dito, in corrispondenza delle unghie.
Istintivamente gli prese la mano tra le proprie. - Che ti è successo alla mano? - gli chiese senza alzare lo sguardo, lasciando trasparire dal tono di voce la sua seppur lieve preoccupazione.
A quell’innocente contatto, Ron avvertì come un flusso di calore entrare nel suo corpo - Oh, io… Io mi sono Spaccato di nuovo, tutto qua. - Ancora una volta cercò speranzoso gli occhi di Hermione, in vano. - Ci hai messo qualcosa? Voglio dire, oltre ai cerotti? - Ron scosse il capo - No, non avevo altro. E comunque non avrei saputo che cosa usare. - A quel punto Hermione appoggiò la mano di Ron sulle proprie gambe ed estrasse la bacchetta da sotto il cuscino. - Accio Dittamo! - Il ragazzo si voltò giusto in tempo per vedere schizzare da un punto non precisato dietro di lui, una boccettina contenente del liquido verde smeraldo. Hermione la afferrò, deponendola accanto a sé; in silenzio cominciò a togliere i cerotti dalla mano di Ron. Intanto lui emetteva qualche piccolo verso di dolore ad ogni strappo e per un attimo distrasse la mente dal pensiero costante di non essere in grado di fare niente per poter recuperare l’amicizia, né tanto meno l’amore della ragazza che aveva di fronte a sé.
Quando ebbe finito, Hermione aprì la boccetta e spalmò l’essenza di Dittamo sulle ferite di Ron, che intanto aveva deciso che fosse meglio mordersi la maglietta invece che urlare ogni qual volta il Dittamo sfiorava la sua carne. - Ecco, ho finito. - disse chiudendo la boccetta ed appoggiandola sul pavimento accanto al letto. - Ora però non devi bagnarti, altrimenti non sarà servito a niente. Domattina potrai metterci degli altri cerotti. Fino ad allora se vuoi posso farti un Incantesimo Isolante molto sottile; funziona praticamente allo stesso modo. - - Grazie, Hermione. - -Prego. - rispose lei, rinfilando la bacchetta sotto il cuscino dopo aver effettuato l’incantesimo.
Rimasero entrambi qualche secondo in silenzio, la mano di Ron ancora tra quelle di Hermione. Quel contatto, seppure così innocente nella sua natura, era quello che Ron aveva sognato per mesi; da quando era andato via non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto fosse importante per lui ogni momento passato con Hermione. Adesso quel piccolo gesto aveva avuto il grande potere di ridargli una minima speranza e sentiva che se l’avesse perso di nuovo, nulla sarebbe più stato come prima. Con tutto ciò che accadeva intorno a loro, c’erano cose ben più importanti delle discussioni che riguardavano quello che era successo; si parlava del destino dell’ intero mondo magico. E se le cose fossero andate male, anche ad uno solo di loro? Non avrebbe più potuto mettere le cose a posto e non l’avrebbe mai potuto sopportare. Questi pensieri orami arrovellavano la mente di Ron da talmente tanto tempo che quasi non si accorse dello sguardo preoccupato di Hermione fisso sulla sua mano. Quando però lei incrociò le dita con le sue, Ron si riscosse dai suoi pensieri. - Ma la tua mano… è ghiacciata. Ron, che cosa…? - Quando Hermione alzò il volto non poté resistere al primo impulso di alzarsi in piedi. - Oh per Merlino, Ron, sei bagnato fradicio! - - Oh beh… - Ron alzò le spalle. Hermione si chinò su di lui e gli toccò la fronte. - Accidenti, ma che ti è successo…? Sei così freddo. -  - Non è niente, davvero… - - Oh ma invece sì! Tu sei matto… - Un’agitatissima Hermione si mise così a gironzolare per la stanza in cerca di un modo per scaldarlo e asciugarlo il più in fretta possibile.
Ron non poté fare a meno di sorridere; vederla così presa, persa nei suoi monologhi e tutto solo per lui… Nonostante tutto, dopo ciò che le aveva fatto passare, lei era ancora capace di prendersi cura di lui in quel modo. - Hermione… - la chiamò quasi sussurrando, come temendo che lei potesse arrabbiarsi ancora. Ma la ragazza parve non sentirlo - Maledizione, ma perché non me lo hai detto prima?! Ti verrà un accidenti così..! - - Hermione… - - Oh ma che stupida come ho fatto a non accorgermene… - - Hermione… - sussurrò ancora mentre lei lo copriva con la coperta dei Cannoni di Chuddley che era sul suo letto; ma ancora una volta Hermione non lo sentì. - Ecco prendi questa. - gli disse avvolgendolo. - Certo sarebbe meglio se ti facessi una bella doccia calda, ma per il momento dovrebb… - - Hermione! - la fermò Ron prendendole la mano. Hermione si voltò di scatto.
Aveva ancora i capelli che gocciolavano sul pavimento, il suo volto segnato dalla stanchezza, i suoi occhi supplichevoli che la osservavano dal basso verso l’alto. In quel momento fu come se i loro cuori si fossero fermati. Si guardarono negli occhi e parvero leggersi dentro. Quanto entrambi avrebbero voluto che tutto fosse stato solo un orribile incubo, che ogni cosa fosse ancora al giusto posto; nessuno dei due poteva più sopportare il fardello di ciò che era accaduto.
Come Hermione l’aveva letto nei suoi occhi, Ron lo aveva letto in quelli di lei che adesso lo guardavano quasi a supplicarlo di fare qualcosa, di rimettere le cose a posto, perché tutto potesse finalmente avere termine. Fu così che le parole gli uscirono di bocca, cercando di rispondere al meglio a quella supplica - ‘Mione io… io non ho bisogno di coperte, davvero, sto bene. Non è per l’acqua ghiacciata che sento il freddo. Ho… ho solo bisogno di un po’ di… affetto per scaldarmi, ma non so più se tu vorrai darmi il tuo… - Hermione rimase a guardarlo per un po’, poi calde lacrime cominciarono a scivolarle lungo le guance e non resistette più. Si inginocchiò a terra, buttandosi fra le sue braccia, abbracciandolo come non aveva mai fatto prima e pianse, pianse a dirotto tutte le lacrime che aveva trattenuto. Tutti i singhiozzi e le paure si dispersero nell’aria alleggerendo il suo piccolo cuore da quel peso così grande.  Aveva un bisogno disperato di stringerlo, di aggrapparsi a lui come fosse stata la sua unica possibilità di salvezza. Gli era mancato, era innegabile ed ora doveva recuperare tutto il tempo perso lontano da lui: il suo odore il suo tocco, la sua voce, ogni suo singolo respiro.
Per Ron fu come tornare a respirare; l’abbracciò più forte che poté e sentì il calore diffondersi in lui. Si abbandonò completamente  a quel contatto, così caldo da riscaldargli il cuore; sapeva che sarebbe potuto rimanere in quella posizione per sempre. La accarezzò dolcemente, cercando di placare i suoi singulti, mentre lui stesso dovette fare lo sforzo di non scoppiare a piangere. Era certo che quell’abbraccio era il più dolce, il più vero e il più atteso dei “Ti perdono” che aveva sentito per tanti anni.
Hermione si staccò delicatamente da lui, asciugandosi le lacrime che ancora rigavano il suo volto.
- Beh, ora… forse è meglio se ti vai a fare una doccia, o ti prenderai veramente un malanno… - gli disse senza guardarlo negli occhi, tirando su col naso, le guance arrossate per l’imbarazzo di quel contatto.
Ron cercò i suoi occhi e le portò una ciocca di capelli dietro le orecchie - D’accordo. Tu mettiti a letto, però, o verrà freddo anche a te. - Hermione gli sorrise dolcemente, mentre lui prendeva il suo zaino e andava verso il bagno. Lei si sedette sul letto, e dopo averci pensato su un istante lo chiamò.
- Ron? - Lui si fermò e si voltò a guardarla, con sguardo interrogativo.
- Sono felice che tu sia tornato. - Ron sorrise finalmente sereno. - Anche io, ‘Mione. -


The End


So che avrete già letto il ritorno di Ron proposto in tutte le salse (solo io quanti ne ho scritti? Almeno tre direi…), ma è stata una parte del libro che mi ha colpito talmente tanto che le idee si sono moltiplicate. A qualcuno però farà piacere; a sibilla94 magari XD e alla Noel (CarterBlue XP) spero!!!
Se volete comunque lasciare un recensione mi farebbe davvero piacere sapete cosa ne pensate!!

Se qualcuno di voi sta per caso leggendo anche “Finally Forever”, perdonatemi, non mi sono dimenticata!! Ma l’ispirazione tentenna (ma resiste eh!) e il tempo per preparare la tesi sembra occuparmi le giornate più che lo studio per gli esami!! Abbiate pazienza!!!

A presto,

Rowena
  
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