ff venged sevenfold cap 23
Aaallora u.u Il capitolo è un po' lunghetto, però
è l'ultimo, quindi godetevelo e ci si becca giù
in fondo
;)
DUE SETTIMANE DOPO
Erano ormai le nove e mezza di mattina quando Brian si decise a
levarsi le coperte di dosso e a scendere in cucina, dove già
si
tovava Jimmy. Quest'ultimo sembrava sorpreso di vederlo in
piedi così presto:
"Buongiorno Bri" lo salutò, non appena lo vide comparire
sulla soglia della porta.
"'Giorno" mormorò Brian con la voce ancora impastata dal
sonno.
Si lasciò cadere su una sedia e appoggiò braccia
e testa
sul tavolo. Jimmy si avvicinò e, come di abitudine succedeva
da
un paio di settimane, gli versò una dose abbondante di
caffé su quella che ormai era diventata la sua tazza
personale.
"Grazie"
Prese a bere tenendo lo sguardo perso chissà dove, ma in
realtà stava pensando a come poter dire una cosa importante
a
Jimmy. Infatti, era da molti giorni che pensava di lasciare il suo
lavoro e tornare a vivere li, a Huntington Beach, l'unico posto in
cui nel corso della sua breve vita si era sentito davvero a
casa.
Era certo che l'altro non avrebbe avuto da ridire su quello,
però doveva anche chiedergli un favore.
"Senti Jim" cominciò attirando l'attenzione dell'altro, che
aveva le braccia immerse fino ai gomiti dentro il lavandino, mentre
sciacquava piatti, bicchieri e quantaltro usati la sera prima.
"Dimmi" fece, asciugandosi le mani e raggiungendo l'altro al
tavolo, sedendosi di fianco a lui.
"Ho pensato di rimanere a vivere qui" disse Brian, senza tanti giri di
parole. "Non qui a casa tua" si affrettò ad
aggiungere per
evitare che fraintendesse "rimarrò qui a Huntington penso"
"E' una notizia fantastica!" esultò Jimmy, alzandosi e
abbracciandolo.
Brian si lasciò abbracciare, contento della reazione
dell'amico.
"Si però avrei bisogno anche di un favore..."
azzardò,
guardandolo negli occhi per fargli capire che era serio.
"Spara"
"Mi servirebbe di rimanere qui per un altro po' di tempo... non molto,
solo finché non trovo un altro posto" concluse torcendosi le
mani. Gli sembrava davvero troppo chiedergli una cosa del genere, ma
non vedeva soluzione migliore. E poi sarebbe stato solo per poco tempo.
"Solo questo? Dalla tua espressione pensavo chissà cosa
avrei dovuto fare" fece Jimmy scoppiando a ridere.
"Che succede qui di così divertente?" chiese Johnny
spuntando in cucina.
"Brian rimarrà qui con noi per un altro po'!" gli
spiegò Jimmy allegro, lasciandogli un bacio sulla
guancia.
"Non per molto, non preoccuparti" fece Brian, con un sorriso
stiracchiato.
Johnny era tornato ormai da qualche giorno e lui cominciava a sentirsi
davvero d'impiccio.
"Preoccuparmi? Scherzi, più siamo meglio è"
Brian si sentiva davvero grato e soprattutto fortunato ad avere degli
amici come Jimmy e Johnny, che sopportavano la sua presenza in casa,
che mandava allegramente a farsi fottere la loro
privacy.
"Ehy, Matt mi ha chiamato al cellulare cinque volte"
annunciò
Johnny, una volta sedutosi a fianco di Brian, dopo aver tirato fuori il
telefono. Aveva l'espressione leggermente preoccupata.
"A voi ha chiamato?"
"Io ho il cellulare scarico" rispose Brian.
"Il mio cellulare si rifiuta di funzionare da almeno una settimana"
intervenì Jimmy.
"Wow... certo che se ci fosse un emergenza saremmo
super-rintracciabili" fece sarcastico Johnny.
"Senti richiamalo, che così mi fai preoccupare. E poi
conoscendolo ci starà già maledicendo tutti"
Al consiglio di Jimmy, Johnny si affrettò subito a comporre
il numero dell'amico, che rispose dopo soli due squilli.
"Johnny!"
"Dimmi Matt..." fece Johnny un po' timoroso "che è
successo?"
"Apri questa cazzo di porta!"
Sul viso di Johnny comparì immediatamente un'espressione di
totale confusione.
"Apro che?"
In risposta alla domanda del più piccolo, il campanello di
casa prese a suonare.
"Che tempismo!" fece Jimmy andando ad aprire la porta e trovandosi
davanti un Matt piuttosto arrabbiato.
"Ciao Mattie. Qual buon vento?"
Per tutta risposta, Matt scansò malamente Jimmy e irruppe in
casa come un tornado.
"E' qui vero? Ditemi che è qui!" impolorò dopo
essersi
guardato intorno, mentre Brian e Johnny raggiungevano gli altri due
all'ingresso.
"Cosa?" domandò Johnny.
Matt lo squadrò come a cercare di capire se
quell'espressione innocente fosse vera o se, invece, gli stesse
mentendo.
"Chi
semmai. Non è neanche qui Zack?"
"No, perché dovrebbe essere qui?"
"Perché non è da nessun'altra parte..." rispose
Matt
grattandosi la testa "comincio davvero a preoccuparmi. Ieri sera
è uscito... in realtà esce tutte le santissime
sere,
però poi la mattina verso le quattro o cinque torna, invece
sta
volta ancora non si è fatto vedere"
"Non preoccuparti, sarà fuori a gironzolare come al solito"
lo
consolò Jimmy, circondandogli le spalle con il braccio
"però se ti aiuta a calmarti possiamo andare a cercarlo"
"No, non importa. Sicuramente sono io che mi preoccupo troppo come al
solito... aspettiamo fino a dopo pranzo e se non si è ancora
fatto vivo vediamo che fare" propose Matt, anche se non sembrava
pienamente convinto delle sue stesse parole.
Verso le sei del pomeriggio i quattro se ne stavano sbragati nel
divano, Matt e Jimmy presi a giocare alla play e Brian e Johnny dietro
di loro che li guardavano facendo il tifo chi per uno chi per l'altro.
Piazzare Matt davanti i suoi adorati videogiochi era stata un' idea
geniale, ovviamente di Jimmy. Avevano cominciato verso le due e avevano
continuato per tutto il pomeriggio, in modo da tenerlo sempre
distratto.
Ora però era Jimmy che cominciava ad essere preoccupato.
Senza
farsi vedere da Matt aveva detto a Johnny di porovare a chiamare Zack a
intervalli di mezz'ora, ma ancora il ragazzo non aveva risposto a
neanche una delle telefonate. Probabilmente doveva essersi scordato il
cellulare a casa o qualcosa del genere, perché non era da
Zack
farli preoccupare così. Jimmy ormai era talmente con la
mente
altrove da non prestare più la minima attenzione al gioco,
cosa
che Matt non si lasciò sfuggire.
"Che ore sono?" chiese infatti, lasciando a terra il joystick e
stiracchiandosi le braccia.
"Quasi le sei e mezzo" rispose Brian.
"Notizie da Zack?"
Johnny scosse la testa.
"Direi che è proprio ora di uscire a cercarlo" fece Matt
alzandosi in piedi.
"Sono d'accordo" concordò Jimmy "tu Matt prova da
te, dato
che vive più a casa tua che nella sua. Io e Johnny invece
proviamo da lui, tu Brian vai a dare un'occhiata in giro. Il primo che
ha notizie avverte gli altri, ok?"
I quattro ragazzi annuirono e uscirono di casa, ognuno diretto per la
propria strada.
Zack camminava con passo andante, le mani nelle tasche, senza
una
meta precisa. A un certo punto aveva cominciato a sentire i piedi
sprofondare fra i granelli di sabbia, il venticello salmastro
accarezzargli il viso e solleticargli il naso. Non si era
stupito
più di tanto di essersi ritrovato in spiaggia. I suoi piedi
lo
avevano condotto li inconsciamente, anche se ormai quella di fare
lunghe camminate in spiaggia era diventata un' abitudine. Soprattutto
quando aveva milioni di pensieri che gli affollavano la mente e dato
che ciò accadeva spesso, ormai sapeva quale strada avrebbe
intrapreso. O almeno lo sapeva il suo inconscio.
In ogni caso, non stava facendo particolare attenzione a dove si
dirigeva. Aveva talmente tanti pensieri in testa che non riusciva quasi
a pensare a niente. Se avesse dovuto fare un resoconto di tutto quello
su cui aveva ragionato nelle ultime ore probabilmente non ne sarebbe
uscito fuori niente. La sua mente era una miscela di pensieri, immagini
e ricordi che si sovrapponevano l'uno sull'altro senza dargli la
possibilità di poterli mettere a fuoco singolarmente. La
sola
cosa che li accomunava era il soggetto di quei pensieri, facile capire
di cosa, o meglio di chi,
si trattasse...
Il ritorno di Brian lo aveva scosso, non poteva negarlo. Ma forse
ciò che più gli faceva perdere la testa
era che
pensava di averlo dimenticato, invece era tutt'altro che
così...
Quando un paio di settimane prima se lo era trovato così
vicino
era stato sopraffatto da una moltitudine di sensazioni contrastanti fra
loro, che lo avevano portato a reagire in modo violento. Una parte di
lui voleva vederlo soffrire come Brian lo aveva fatto soffrire in tutti
quegli anni. Un'altra parte di lui, quando erano talmente vicini da
sentirsi i respiri sulle labbra, bramava un contatto con l'altro che
era perso ormai da tempo, ma ben vivido nella mente di entrambi. Ma non
avrebbe potuto farlo e perciò non aveva ceduto. Anche se per
trovare la forza di non cedere aveva dovuto colpirlo e aveva
così scoperto che vedere il volto sofferente dell'altro non
gli
aveva causato nessun sollievo, nessun senso di vendetta, ma anzi, gli
aveva causato più dolore di quanto non ne sentisse
già.
Tastò le tasche dei pantaloni per cercare il cellulare, dato
che
non aveva idea di che ora fossero e gli sembrava di essere fuori da una
vita, ma a quanto sembrava doveva esserselo dimenticato a casa.
Sbuffò e riprese a camminare. Non aveva la minima voglia di
tornarsene a casa in quel momento. In più il suo cellulare
poteva rimnanersene dove voleva dato che non aveva intenzione di
sentire nessuno. Era uscito proprio per poter starsene per conto suo...
anche se sapeva perfettamente che se gli altri avessero voluto
trovarlo,
quello sarebbe stato il primo posto in cui sarebbero andati a cercarlo,
ma scacciò via quei pensieri. Poi il suo sguardo venne
catturato
da delle luci in lontananza e riconobbe il solito locale in cui aveva
giurato di non mettere più piede. Il sole era ormai
scomparso
dietro la linea dell'oceano, ma il cielo rimaneva ancora luminoso,
nonostante questo quelle luci lo attiravano come le lampade al neon
attirano le zanzare nelle loro trappole mortali.
Aveva giurato che non ci sarebbe più andato, ma infondo lo
aveva
giurato a chi? A chi realmente importava di lui, chi prima o poi non lo
avrebbe abbandonato come aveva fatto Brian? Senza trovare risposte a
queste domande s'incamminò, con i
granelli di sabbia che gli si infilavano nelle scarpe solleticandogli i
piedi.
Verso le otto di sera Matt e Brian avevano raggiunto Johnny e Jimmy a
casa di quest'ultimo, ma nessuno dei quattro era riuscito nell'intento
di trovare l'amico.
"A casa sua non c'era" disse Johnny informando gli altri "abbiamo
provato anche a fare un giro nei dintorni, ma niente"
"Io sono stato per tutto il tempo a casa mia in caso tornasse, ma non
si è fatto vedere" fece Matt preoccupato.
"Anche tu niente, Brian?" chiese Jimmy voltandosi verso l'amico che
scosse la testa.
"Non sono riuscito a trovarlo neanche io"
In fondo era sollevato di non averlo incontrato. Dopo quello che era
successo un paio di settimane prima aveva capito che l'altro non
gradiva la sua presenza. Non che si fosse aspettato il contrario... ma
gli avrebbe fatto incredibilmente male rivederlo, almeno per ora.
"Dove hai cercato?" gli chiese Jimmy, sedendosi sul divano e venendo
poi imitato dagli altri.
"Un po' in giro..." rispose Brian vago "sono passato anche per il
centro commerciale, ma stava chiudendo quindi non credo fosse li. Sono
passato per un po' di bar, per il parco, dappertutto"
"Hai provato in spiaggia?"
Brian scosse la testa "non andrebbe mai li. Sa che sarebbe il primo
posto in cui andremmo a cercarlo"
"Forse vuole essere trovato"
"E perché sarebbe scappato se poi vuole essere trovato?"
chiese ingenuamente Johnny, un po confuso.
"Tutti vogliono qualcuno che li trovi. Dovresti andare a cercare la,
Bri" gli suggerì Jimmy.
Brian ci pensò un attimo su. Non era sicuro che Zack avrebbe
voluto essere trovato, soprattutto da lui. Ma Jimmy sembrava sicuro di
quello che diceva e lui si fidava di Jimmy.
"Si, vado" fece alzandosi "Ma ci sono chilometri e chilometri
di spiaggia, non so neanche da dove iniziare..."
"Forse io so dove puoi cominciare a cercarlo" disse Matt serio,
rivolgendosi per la prima volta a Brian senza usare un tono di voce
intriso d'odio.
Aveva passeggiato per un'altra ora buona prima di entrare
ma, nonostante non fossero neanche le nove, una volta entrato
all'interno del locale Zack fu investito dalle luci colorate che
innondavano l'interno e dalla musica assordante. Ma non ne fu tanto
stupito, quel posto non si spegneva mai...
Già solo quelle luci e la musica a tutto volume bastavano
per
dargli un senso di stordimento. Ma era una sensazione abbastanza
piacevole, gli dava l' illusione che il suo cervello stesse lentamente
lasciando fluire fuori quei dannati pensieri che lo avevano tormentato
fino a pochi minuti prima. Però non era ancora
abbastanza,
voleva svuotarsi completmanete, non ne poteva più di sentire
sempre la testa in procinto di esplodere. Andò al bancone
del
bar con il preciso intento di cercare un suo vecchio amico.
"Ciao Ron" salutò, una volta individuato il giovane bar-man
al di la del bancone.
"Il piccolo Zackary!" esclamò questo quando lo riconobbe
"pensavo che quella dell'altra volta fosse stata una visita
occasionale. Invece è un piacere rivederti qui amico, ti
aspettavo"
Zack annuì pensando che probabilmente sarebbe dovuta andare
come
Ron aveva detto, ma quel luogo riusciva a renderlo vulnerabile. Si
sentiva come se si trovasse in un'altra dimensione, fuori
dalle leggi dello spazio e del tempo che regolano l'universo. Un luogo
immerso nel nulla e fine a sé stesso. Tutto ciò
che era
fuori spariva. Lo riconduceva al periodo più buio della sua
vita
senza che provasse sconforto per quei ricordi.
E poi che cosa voleva dire Ron dicendo che lo aspettava?
"Ti porto il solito?" chiese il ragazzo, che senza aspettare risposta
stava già andando a preparargli il suo solito drink. Un
miscuglio allucinante, non lo sapeva neanche lui cosa ci buttavano
dentro.
Ron tornò con un bicchiere dalle dimensioni non propriamente
piccole, con all'interno ghiaccio e un liquido
verde-azzurrino. Zack rimase a fissare per un po' il colore
fluorescente finché non fu richiamato alla realtà
dalla
voce dell'amico.
"A proposito" fece Ron avvicinandosi il più possibile a lui
con
tono confidenziale "immagino che tu sia venuto qui come al solito
per... divertirti un po'"
Zack buttò giù il primo sorso e annuì,
sorridendo con occhi spenti.
"Allora sarai felice di sapere che di la potrai trovare tanto sano
divertimento, se capisci ciò che intendo"
Ovviamente Zack capiva cosa intendeva, ma a Ron piaceva spesso finire
le frasi in quel modo, per chissà quale motivo.
"Si, credo di averne proprio bisogno" disse, lasciando il
bicchiere ancora pieno per più della metà sopra
il
bancone.
Ron si esibì in un' esclamazione di gioia che venne
però
coperta dalla musica a tutto volume e Zack si diresse facendosi strada
fra la moltitudine di persone, senza più
guardarsi indietro, nell'antro più buio e appartato
dell'intero
locale, dove di solito avveniva il "divertimento".
Sentiva la musica diventare sempre più ovattata e i suoi
occhi
provavano sollievo man mano che l'ambiente si faceva sempre
più
scuro.
Chiuse gli occhi e sentì piano piano ogni pensiero che prima
era
riuscito a scacciare via sfondare di nuovo le barriere del suo cervello
e
affollargli ancora un volta la mente.
Si prese per un attimo la testa fra le mani, come se stesse per
esplodere.
Gli tornarono alla mente le parole che un giorno, qualche anno prima,
Ron gli aveva detto come se gli stesse svelando uno dei
più grandi segreti
dell' universo: "quando vuoi far uscire ogni pensiero dalla testa e
svuotare la mente ci sono solo tre cose che puoi fare: sesso,
droga e Rock'n Roll. E possibilmente tutte e tre insieme!" A quel punto
si ricordava di Ron che scoppiava a ridere, probabilmente strafatto.
Sicuramente lo aveva detto per scherzare, ma Zack aveva, da quel
momento in poi, stranamente preso sul serio quel consiglio.
Comunque quello sarebbe stato l'ultimo posto in cui avrebbe potuto
trovare del rock e tantomeno aveva intenzione di prendere qualche
droga. Rimaneva solo la terza opzione. E quella, in quel posto,
l'avrebbe facilmente trovata.
Brancolò in avanti nella semi-oscurità
finché non
si scontrò con qualcosa di troppo morbido per essere un
muro,
perciò dedusse di essere finito addosso ad una persona. Non
gli
importava chi fosse, in quel momento aveva bisogno solo di una cosa e
se quel ragazzo si trovava li doveva voler la stessa cosa.
Si avvicinò al ragazzo in questione, appoggiando le mani sul
suo
petto e senza dargli tempo di far altro le fece scorrere fino al basso
ventre, premendo la mano sul suo membro attraverso la stoffa dei jeans,
per fargli capire in modo
chiaro quali fossero le sue intenzioni. Ma prima che potesse far altro,
si sentì afferrare per le spalle e spingere indietro,
finché entrambi non si ritrovarono sotto la luce fioca
proveniente da una lampadina posta proprio sopra di loro, che
illuminò il viso del ragazzo di fronte a lui.
Zack riconobbe subito quegli occhi nocciola che lo guardavano severi e
sentì le gambe tremare sotto il peso di quello sguardo.
"Cosa ci fai qui?" chiese con filo di voce appena udibile.
"Ti abbiamo cercato per tutto il pomeriggio"
Il tono accusatorio che Brian aveva usato, colpì Zack.
"Non mi pare di avervi chiesto niente!" disse scostando le mani
dall'altro e cercando di divincolarsi, ma Brian lo teneva forte per le
braccia e non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.
"Stai fermo" fece esasperato Brian e subito Zack smise di divincolarsi,
guardandolo negli occhi "ti stavamo cercando solo perché
eravamo
preoccupati..."
A quelle parole a Zack venne quasi da ridere "tu che ti preoccupi
perché non sai dove sono? Mi prendi in giro?"
Brian rimase in silenzio, nonostante si fosse aspettato una reazione
simile.
"Non sono stato chiaro l'altro giorno? Ti ho dimenticato e ora vattene"
lo intimò, ma notò con fastidio sempre
più
crescente che la sua voce tremava. Ed era perfettamente normale,
perché neanche lui credeva alle sue stesse parole.
"Non saresti venuto qui allora"
"Non sono affari tuoi dove vado" fece riuscendo a liberarsi con uno
strattone dalla presa di Brian "Non lo sono più da tempo
ormai"
disse e fece in tempo a fare qualche passo che si sentì
bloccare
di nuovo.
"Zack ascoltami... ti giuro che non ti farò più
del male
e non permetterò che tu o altri te ne facciano. Mai
più" disse Brian tentando di farsi ascoltare, mentre l'altro
cercava ancora di sfuggirgli.
Zack si girò infuriato verso Brian, che lo aveva afferrato
per
un braccio, ma non ebbe la forza di dire nulla. Si trovavano a pochi
centimetri l'uno dall'altro e Zack sentì di nuovo quelle
sensazioni contrastanti che aveva provato quel giorno a casa di
Jimmy. Voglia di fargli del male e di proteggerlo
allo stesso tempo. Proteggerlo da se stesso. Stava
per reagire nello stesso modo, averlo vicino gli suscitava una profonda
collera mista a frustrazione. Si sentiva come se al suo interno avesse
due anime, due personalità perfettamente contrastanti che
cercavano di uscire, prevalando l'una sull'altra. Proprio come era
successo qualche giorno prima. Solo che questa volta non
riuscì ad affondare
di nuovo il pugno nel corpo dell'altro, così chiuse gli
occhi e
le dita su se stesse e andò a colpire con tutta la forza che
aveva in corpo il muro di fianco a sé. Ma invece
di
sentire l'impatto duro con il cemento sentì
qualcosa di
morbido attutire il colpo.
Aprì gli occhi stupito e con lo sguardò
andò
subito sul proprio braccio ancora proteso. Fra il suo pugno e
la
parete al suo fianco c'era la mano di Brian, che aveva fatto in tempo a
mettersi in mezzo prima che potesse farsi del male. Non ti
farò più del male e non permetterò che
tu o altri
te ne facciano. Mai più.
Ancora più sorpreso di quanto lo fosse nel momento in cui
aveva compreso di non aver colpito il muro, Zack rimase a bocca aperta
quando girandosi verso Brian per cercare nel suo sguardo una qualche
risposta, vide i suoi occhi umidi e le lacrime a rigargli il viso.
"Perché fai così?" chiese con voce incrinata.
Zack rimase immobile, il respiro che cominciava a farsi pesante, mentre
il cuore minacciava di uscirgli dal petto. Non lo aveva mai
visto
piangere e non poteva credere che la prima volta che lo vedeva cedere
alle lacrime, era perché aveva paura che si stesse facendo
del
male.
Brian chiuse le dita intorno alla mano di Zack, intrecciandole con le
sue e spostandole lontano dal muro, come se avesse paura che
l'altro cercasse di ferirsi di nuovo.
Zack era completamente intontito da quella situazione, non riusciva
più a capire cosa stesse succedendo, ma si
ritrovò a
stringere forte la mano di Brian, quasi come fosse stato un
riflesso involontario. Era così semplice stringere quella
mano,
come era capitato tante volte... Sotto le dita
sentì qualcosa di caldo. Se le portò vicino al
viso e vide che le nocche della mano di Brian erano ferite e del sangue
le bagnava.
I ricordi di quando stavano insieme presero a fare a botte con
quelli del lungo periodo in cui era stato solo e si ritrovò
a
mettere una mano sulla spalla di Brian per spingerlo lontano, ma questo
causò solo un breve allontanamento dopo di che Brian lo
afferrò di nuovo e lo strinse a sé ancora
più
vicino.
"Non mandarmi via" disse all'orecchio con un sussurro appena udibile,
ma la voce era tornata ferma come al solito "ti prego"
Zack si scostò quel tanto che bastava per poter guardare
l'altro
in viso. Gli occhi non erano più lucidi e niente avrebbe
lasciato intendere che Brian aveva versato lacrime se non
fosse
stato per le due scìe bagnate che percorrevano le sue
guance. Prese delicatamente
l'altro per la maglietta e lo fece abbassare fino alla sua altezza, poi
appoggiò per un istante la fronte contro la sua.
Posò le
labbra sulla sua guancia destra e leccò via una lacrima che
sostava ostinata ancora all'altezza dello zigomo.
Brian si ritrovò a chiudere gli occhi indeciso se potersi
permettere di credere che quello che gli stava asciugando le lacrime
fosse davvero colui che era stato l'amore della sua vita, che
gli
stesse tenendo un braccio intorno al collo e l'altra mano intrecciata
alla sua.
Accarezzò con il dorso della mano il viso di Zack e poi,
sempre
stringendogli la mano, lo trascinò fuori da quel locale, da
quelle luci accecanti e quella musica assordante.
Prese a percorrere a falcate la spiaggia, ormai immersa nel buio, con
Zack a un passo dietro di lui, fino a che non sentì la
musica
essere troppo lontana per venire udita, poi si bloccò
voltandosi
verso il più piccolo. Ora erano solo loro due,
niente musica,
niente luci stroboscopiche. Solo loro, il silenzio e il buio.
Questa volta non fu Brian a tirarsi a sé l'altro, ma fu Zack
ad avvicinarselo e abbracciarlo.
"Mi sei mancato" fece Zack, soffocando la voce sulla spalla dell'altro.
A quelle parole il battito di Brian accellerò.
Sembrava gli avesse pesato dirglielo, ma finalmente
vedeva quel muro che si era alzato fra loro crollare davanti
ai
suoi occhi.
Con la mano libera alzò piano il viso
dell'altro perdendosi
nel verde dei quegli occhioni da bambino e posò le sue
labbra sulle sue,
assaporando ogni secondo e ogni movimento di quel gesto e affondando le
mani nei suoi capelli.
In un attimo quei cinque anni che li avevano tenuti divisi sembrarono
svanire nel nulla, come se avessero ancora diciassette anni e stessero
per darsi appuntamento l'indomani per andare a scuola
insieme. Invece quei cinque anni c'erano stati ed entrambi sapevano
quanto quel tempo, nonostante tutto, avrebbe pesato su di loro.
Nessuno dei due sembrava voler mettere una fine a quel bacio, ma
l'esigenza di introdurre aria all'interno dei polmoni si fece sentire.
"Non sarà tanto facile lo sai?" domandò Zack
appoggiando la fronte su quella di Brian.
"Piano piano ce la faremo" fece Brain facendo spallucce "insieme" disse
facendo cenno alle loro mani ancora intrecciate. Cosa che
causò
un flashback a Zack.
"Ti piace proprio tenermi la mano eh?" chiese ridacchiando.
"A che ti riferisci?" domandò Brian confuso e divertito allo
stesso tempo.
"Non ricordi? La prima volta che l'abbiamo fatto ti ho dovuto tenere la
mano"
Brian avvampò immediatamente per l'imbarazzo di
quel ricordo, mentre Zack scoppiò a ridere.
"Avevi paura?" lo schernì usando un ridicolo tono di voce.
"Sta zitto piccoletto"
"Non sono più tanto piccoletto ormai"
"Sì che lo sei" lo prese in giro Brian, cercando di
dissimulare
l'imbarazzo, a cui Zack reagì dandogli un pugno sul braccio.
"Vedi di non prendere questa brutta abitudine di picchiarmi!" fece
Brian massaggiandosi il punto colpito.
"Mmmh non so. Ho scoperto che mi aiuta molto a sfogarmi" disse
mettendosi a ridere.
Brian evitò di replicare, preso com'era ad ascoltare
finalmente
la risata vera e cristallina di Zack, dopo anni di dolore e distanza.
Senza nessun avvertimento lo attirò a sè e lo
baciò ancora, promettendosi che da quel momento in poi
avrebbe
fatto di tutto per vedere la risata negli occhi del suo amore.
Ok, credo che ci siamo o.o
E' l'ultimo capitolo e davvero non avrei mai creduto di arrivarci. Sono
davvero molto contenta di esserci riuscita, credo che per una volta mi
cooncederò il lusso di essere soddisfatta di me stessa
^^"
Ma devo ammettere che un po' mi mancherà scrivere questa
storia... mi è stata molto d'aiuto dato che nel periodo in
cui
l'ho scritta (c'ho messo precisamente un anno e due giorni :')) sono
successe molte cose e soprattutto sono avvenuti molti cambiamenti, ma
nello scrivere questi capitoli ho sempre trovato un po' il mio
rifugio ( e magari ne avrei avuto bisogno per un altro po' ^^)... e
sicurmente un grande, anzi grandissimo, aiuto mi
è stato dato da tutte voi che leggete, perciò il
mio
grazie più immenso va a voi! Giuro che non ce l'avrei fatta
senza le vostre parole che mi hanno sempre spronato ad andare avanti ^^
E spero anche il finale non vi abbia deluso :/ Alla fine ho
lasciato l'Happy Ending anche se all'inizio ero molto indecisa se
metterlo, ma perché separare quei due? Sarebbe una tortura
per
me T__T Lascia il finale così un po' aperto, con i miei due
adorati pronti per un nuovo inizio li dove erano rimasti :D anche
perché continuarla ancora mi sarebbe sembrato superfluo :)
Comunque, onde evitare di scrivere le note d'autore più
lunghe della ff stessa xD, passo a ringraziarvi singolarmente:
Il solito sentitissimo grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo,
ovvero: Vengeance_AS,
friem, Choking_On_This_ecstasy,
Amy Takashima Nezumi Vee,
AlisGee, IWalkAlone e Two_Dollar_Bill
<3 Sempre un grazie speciale per voi :')
Grazie a chi ha messo fra le preferite:
1 - AlisGee
2 - Black is the new Black
3 - Charlotte_Insane
4 - Commiserating
5 - Dayana McKagan
6 - EchelonGD
7 - foREVerA7X
8 - G u i l l o t i n e
9 - Gayaxxx
10 - JettSullivan
11 - livvaable
12 - lucius89
13 - LunaRed7
14 - mary85
15 - MicroCosmos
16 - miniredapple2
17 - OdeToSolitude
18 - Rossaa
19 - Shads
20 - TristanDementia
21 - Vengeance_AS
22 - Wek
Grazie a chi ha messo fra le ricordate:
1 - CamiWay
2 - Frankie Echelon
3 - Naomi_A7X
Grazie a chi ha messo fra le seguite:
1 - AibellVenom
2 - alexxx_fire_inside
3 - C a m i l l a
4 - Chiallola
5 - Choking_On_This_Ecstasy
6 - Crying Lightning
7 - DirkW
8 - Errore
9 - feeltheromance
10 - Fluorescent
11 - foREVerA7X
12 - GAiiiiiA
13 - Gayaxxx
14 - Gont
15 - Hariken
16 - iRen_
17 - itsemotion
18 - IWalkAlone
19 - keei_revenge
20 - KibaInuzuka
21 - ladybaker
22 - ladysynacky
23 - LetShizueGo
24 - Lilla Wright
25 - livvaable
26 - LizLoveSyn
27 - Madame Plague
28 - MangakA_BakA
29 - roby_way92
30 - rocket_cookie
31 - Shelby_
33 - thankyouforthevenom
34 - the_queen_of snow
35 - TristanDementia
36 - two_dollar_bill
37 - Val DemolitionLover
38 - Vany_6661
39 - yayachan18
40 - yuke
41 - _Mardy Bum
Ecco, ci tenevo a ringraziarvi tutte, anche chi magari
non è mai uscito allo scoperto attraverso le
recensioni :)
Ci si sente presto, un abbraccione <3
Josie :)
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