Mi fai sorridere

di MadHattersTwinSister
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Cosa dice la logica? ***
Capitolo 3: *** Prime delusioni ***
Capitolo 4: *** Appigli ***
Capitolo 5: *** Ridere e piangere ***
Capitolo 6: *** Intesa ***
Capitolo 7: *** Per giocare sporco bisogna prima essere puliti ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Prendilo per la gola ***
Capitolo 10: *** Punizioni e punti scoperti ***
Capitolo 11: *** Quidditch e tradizioni babbane ***
Capitolo 12: *** Gli piaceva ridere con lei ***
Capitolo 13: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo-Ritorno ad Hogwarts ***


Tutti i personaggi appartengono a J.K. Rowling che ne possiede tutti i diritti. Io non scrivo a fini di lucro.

-Fred e George Weasley, sbrigatevi a scendere e a fare colazione o perderete il treno per la scuola! Guardate che vi lasciamo qui!- 
Un altro anno scolastico stava per iniziare e i giovani maghi mettevano in valigia le ultime cose, chi con più cura, chi cercando di non dimenticarsi il calderone. Come ogni anno i preparativi portavano scompiglio tra gli studenti in partenza e i loro familiari. Stavolta, spettatrice delle urla della signora Weasley verso i figli scapestrati, era la dimora dei Black. Molly stava, come di consueto, esortando i gemelli a prepararsicon i suoi soliti toni "gentili", a cui i ragazzi rispondevano con battute e risate. Ogni anno avevano ricevuto la minaccia di essere lasciati indietro, e anche in quel momento la scena si stava ripetendo, ma, come la signora Weasley aveva fatto sempre, era salita in camera dei figli e aveva agitato la bacchetta sistemando in pochi secondi le loro valige. Nel mentre, i gemelli guardavano divertiti la scena.
-Ora scendete a fare colazione.- disse poi la donna con tono fermo puntando l'indice prima verso l'uno poi verso l'altro.
-Agli ordini!- avevano risposto in coro sorpassandola con un sorriso sulle labbra.
                                                        ***
Intanto in un'altra stanza della casa, due ragazzi finivano di preparare i loro bauli. Uno dei due, più alto e con delle lentiggini rosse quanto i suoi capelli, guardava preoccupato la mole dei libri scolastici, posti in una solida pila sopra la scrivania.
-Harry, e se quest'anno c'è Piton ad Arti Oscure?- chiese con tono preoccupato verso il compagno che trasalí sbiancando fino alla punta dei capelli mori, gli occhi verdi terrorizzati che fissavano l'amico attraverso le lenti degli occhiali. 
-Accidenti Ron, non ci avevo pensato!- 
Il rosso lo guardò di sbieco mordendosi un labbro. Poi aprì la bocca per parlare.
-Bé, sai a chi possiamo chiedere aiuto...- disse poi con un sorriso sul volto, gli occhi tuttavia incerti. Harry rispose illuminandosi.
-Hermione!- esclamarono insieme.
-Hai ragione! Lei ci aiuterà con i compiti. Non lascerà i suoi due migliori amici a prendere brutti voti, perché l'unto dei capelli di Piton arriva a bucargli il cervello, rendendolo più lunatico di uno spinato!-
Si guardarono un attimo seri, poi scoppiarono in una fragorosa risata.
                                                       ***
-Hermione hai visto il mio maglione verde?-
Una ragazza dai capelli rossi come una carota che facevano risaltare la carnagione bianchissima, puntinata di lentiggini, correva da una parte all'altre di una grande stanza della dimora Black.
-Si Ginny l'ho visto...- la voce di Hermione risuonó di una nota divertita mentre la ragazza continuava a tenere il capo chino sul libro, gli occhi marroni puntati sulle pagine ingiallite, i capelli ricci e castani che le coprivano il viso, il baule già perfettamente preparato posto accanto alla sedia ove lei sedeva. 
-...ce l'hai indosso rispose!- le rispose poi ridendo mentre Ginny si fermava di botto per poi abbassare lo sguardo su di se ed iniziare a ridere di gusto. Poi la rossa si calmo e prese parola. 
-Questo vuol dire che ho finito di fare i bagagli!- disse poi avvicinandosi alla propria valigia per chiuderla e sedendosi stancamente sul letto.
-Allora...- esordì poi guardando Hermione che continuava a tenere gli occhi fissi sulla lettura.
-Dimmi...quali sono gli interessi di Harry?- chiese con un filo di voce abbassando lievemente lo sguardo. Hermione alzò di scatto lo sguardo fissando l'amica con un sorriso malizioso.
-Ginevra, mi hai fatto questa domanda già una ventina di volte! Perché ti interessa tanto?-
Ginny sollevò lo sguardo sulla compagna tirando fuori tutta la sua anima Grifondoro e cacciando quell'aria da babina timida che non le si addiceva per niente.
-Mi piace Harry!- disse poi con un gran sorriso.
                                                      ***
Attraversare il muro e trovarsi di colpo di fronte alla grande locomotiva rossa, era sempre statpa una grande emozione per i giovani maghi. Salutavano i parenti, caricavano i bagagli e salivano sulle carrozze con un ultimo cenno ai familiari. Come ogni anno il Magico Trio si era rifugiato in uno scomparto. Hermione immersa nel suo libro non si era accorta che i due ragazzi avevano smesso di parlare e si erano addormentati. Alzò, ad un tratto, lo sguardo verso il mago accanto a lei che russava rumorosamente. Si sorprese per il fatto che non lo trovava irritante come spesso succedeva. Si soprese della quantità di tempo in cui si soffermó a guardare le sue lentiggini e i suoi capelli rossi. Si sorprese del fatto che trovava carino il suo migliore amico Ron.

N.D.A.
Ed eccoci qua! Spero vi sia piaciuta! Qualunque sia la vostra opinione spero di sentirla presto quindi recensite!
Bene credo di non avere altro da dire!
A presto!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 2
*** Cosa dice la logica? ***


Impossibile. Era matematicamente impossibile. Ci aveva riflettuto per tutto il viaggio in treno, per tutta la cena e quasi tutta la notte se continuava a pensare. Non poteva piacerle. Lei era Hermione Jean Granger per la miseria! Non poteva essersi innamorata di Ronald Weasley! Cercava di convincersi che tutto quello che sentiva verso di lui era un puro affetto fraterno, ma più se lo ripeteva, più capiva che non era così. Si poteva capire da piccole reazioni che Hermione adottava nei confronti del ragazzo. Ad esempio a cena.
 
"-Hermione ma che hai stasera?- le chiese Harry guardandola, con una leggera vena preoccupata oltre la montatura degli occhiali.
-Cosa? Io? Niente...- rispose lei sollevando finalmente lo sguardo sui suoi amici. Aveva passato quasi tutta la cena senza proferire parola, con un atteggiamento serio e pensieroso. Gli occhi erano rimasti bassi, spostandosi solo qualche volta per lanciare fugaci occhiate al rosso che le sedeva di fronte. Aveva osservato i suoi comportamenti. Il suo ingozzarsi di ogni tipo di cibo che si trovasse sulla tavola, la poca attenzione che prestava alle parole degli amici quando gli si presentava davanti un grosso pezzo di pollo, i commenti sarcastici e impauriti che faceva quando non capiva le parole del preside. Buffo a dirsi, solo un anno prima non sopportava quei gesti, ora invece non si sentiva irritata ma attratta.
-Non è vero sei pensierosa e cupa. Se c'è qualcosa che ti preoccupa parlane con noi.- venne risvegliata dolcemente dai suoi pensieri dalla voce di Ginny che le sedeva accanto. La ragazza la guardava con un sorriso conciliante a cui Hermione rispose con uno rassicurante.
-Ragazzi state tranquilli sto bene! Sono solo un po' stanca. Ma va tutto...bene.- disse Hermione guardandoli serena. Ginny ed Harry annuirono sorridenti. Solo una persona sembrava non accorgersi di nulla, un certo rosso che le sedeva di fronte. Ron alzò la testa dal piatto posando la forchetta e massaggiandosi lo stomaco. 
-Di che parlavate?- chiese con l'espressione più innocente del mondo. Il sorriso di Hermione si trasformò in una smorfia offesa e arrabbiata. 
-Forse sei troppo pieno per capire anche solo una parola!- gli ringhió contro. Harry e Ginny la guardarono con gli occhi sbarrati mentre Ron arrossiva fino alla punta delle orecchie.
-Bé scusa avevo fame!- disse offeso. 
-Tu hai sempre fame Ron!- lo riprese ad un tratto Ginny interrompendo il fiume di parole che stava per scaturirsi dalla bocca di Hermione. Ron fece per ribattere ma venne interrotto dal preside che si era nuovamente alzato in piedi. Come ogni anno stava annunciando agli studenti i cambiamenti effettuati nel corpo insegnante. Con grande sollievo dei giovani maghi il posto di Difesa contro le Arti Oscure non era stato assegnato al Professor Piton, che avrebbe di nuovo insegnato Pozioni, ma ad una certa Dolores Umbridge venuta dal ministero. 
Terminati gli annunci i ragazzi si alzarono in piedi per tornare nei dormitori. Harry si avvicinò a Ron. Gli diede un gomitata sul braccio ma prima che il rosso potesse ribattere gli indicò, con un cenno del capo, Hermione che camminava a testa bassa. Ron si avvicinò a lei, le diede un colpetto sulla spalla facendola girare, si scambiarono un sorriso poi si abbracciarono leggermente. Harry e Ginny si avvicinarono a loro. Ora camminavano tutti serenamente, nessuno si accorse che il cuore di Hermione stava tentando di sfondarle lo sterno.''
 
Era nel suo letto, da più si un ora ormai, ma non riusciva a chiudere occhio. La mente era affollata dai pensieri. Specialmente il ricordo di quella prima sera. Era bastato un sorriso ed un leggero contatto a farle battere il cuore. E nonostante fosse accaduto diverse ore prima, questo non cessava di scalpitare. Cercava di capire cosa in quell'estate passata nella Dimora Black le avesse fatto pensare a lui diversamente. Non riusciva però ad arrivare ad una conclusione. Era semplicemente lui. Finalmente, dopo aver passato ore con un espressione torva, sul voto di Hermione Granger si illuminó un sorriso. Era innamorata di quell'imbranato che era il suo migliore amico Ronald Weasley.
 
Ed ecco il secondo capitolo! So che non é un granché, questi primi capitoli non lo sono, ma dal successivo comincerà la storia vera e propria!
Spero di ricevere qualche recensione stavolta! Belle o brutte che siano voglio sentire la vostra opinione! 
A presto
MadHattersTwinSister
 

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Capitolo 3
*** Prime delusioni ***



Non era un anno facile. Voldemort era tornato, il che voleva dire che i giovani maghi dovevano prepararsi all'imminente scontro. Non si percepiva aria di guerra ma il peso di un vicino scontro con l'Oscuro Signore grava sulle spalle di ogni essere magico che credeva nel suo ritorno. A peggiorare la situazione, poi, c'era la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che tentava in tutti i modi di eliminare le idee sulla Minaccia incombente. Punizioni corporali e nessuna pratica di incantesimi: questa era la politica disciplinatoria che la Umbridge portava avanti creando un malcontento generale tra gli studenti. Da qui sorse l'idea. Gli studenti dovevano esercitarsi con gli incantesimi di difesa e avevano bisogno di un insegnante che avesse esperienza nel campo. Chi meglio di Harry Potter, colui che aveva davvero combattuto contro Voldemort? Con la scoperta della Stanza delle Necessità infine, l'Esercito di Silente prese finalmente vita circa tre settimane dopo l'inizio dell'anno scolastico. Gli studenti che ne facevano parte si riunivano ogni sera dopo le lezioni all'insaputa della Umbridge e, sotto la guida di Harry, si esercitavano negli incantesimi. Quella sera si svolgeva la quinta lezione, alcune persone si erano aggiunte all'Esercito qualche giorno dopo. Una di queste era una certa ragazza dai capelli biondi e ricci. Hermione non le staccava gli occhi di dosso, non per curiosità o ammirazione ma per astio. Lavanda, così aveva nome, non faceva che parlare, o meglio civettare, con un certo rosso di nome Ron. Hermione fissava i due parlottare e ridere, non capiva perché il suo amico rispondeva così volentieri alle avances della bionda. Be i capelli di Lavanda non erano cespugliosi e aggrovigliati come i suoi, lei non parlava continuamente di personaggi deceduti anni prima di cui ormai parlavano solo i libri, lei era più spontanea. Un improvviso moto di sconforto la fece deconcentrare e il patronus che stava evocando si dissolse ancora prima di assumere la forma della lontra. Finita la lezione Hermione attese che tutti uscissero dalla Stanza per poter rimanere da sola con i propri pensieri. Aveva congedato Harry dicendogli di stare cercando un libro nella borsa così lui si era direttamente avviato in Sala Granee con Cho lasciando una delusissima Ginny. Rimase, così, sola a guardarsi intorno. Dopo qualche minuto usci dalla Stanza e ciò che le si paró davanti la lasciò di stucco. 
 
Fred e George si stavano avviando nella Sala Comune quando il primo si bloccò di colpo. -Che c'è Fred?- fece George rivolgendosi al fratello. -Devo tornare indietro! Ho dimenticato il libro di Trasfigurazione!- rispose lui buttando sconsolato la testa sulla schiena. -E da quando di importa tanto del libro di Trasfigurazione?- chiese il secondo con tono sarcastico. -Da quando la Mcgranitt mi ha detto che se non passo il prossimo test perdo l'anno!- rispose Fred sorridendo mestamente al gemello. Dopo aver salutato George girò i tacchi e tornò verso la Stanza delle Necessità. 
 
Hermione fece fatica a non cadere. Sentí le gambe cedere ma si fece forza di rimanere in piedi. Ron e Lavanda erano appoggiati ad una colonna vicini, parlavano sorridendo e scambiandosi rapidi sguardi svenevoli. La vide. Tutto a un tratto, Hermione notó nello sguardo che Ron rivolgeva a Lavanda una scintilla che non gli aveva visto altre volte negli occhi. Il cuore della ragazza perse un battito. Ron prese la mano di Lavanda e insieme si incamminarono dandole le spalle. Hermione perse un altro battito poi sentí gli occhi pizzicare e farsi umidi corse fino ad un angolo buio poi si accovacció a terra e lasciò libero sfogo alle lacrime. 
 
Fred entró nella Stanza delle Necessità dalla porta secondaria. Trovò il libro vicino allo specchio, lo raccolse e uscì poi dalla porta principale. Si bloccò appena fu fuori quando sentí dei singhiozzi provenire da un angolo buio. Si avvicinò mentre sentiva il rumore aumentare. Cominció a scorgere una figura, più si avvicinava più riconosceva la persona che piangeva. Quando riuscì a scorgere il viso di Hermione rigato di lacrime sentí ina stretta sl petto. -Hermione!- la ragazza alzò il volto di scatto. Si asciugó di corsa le lacrime che però non cessarono di scendere.-Che è successo?- chiese ancora lui sedendosi accanto la ragazza. -Non...voglio dirtelo.- girò ad un tratto lo sguardo verso la finestra dalla quale si potevano scorgere dall'altro lato del castello una testa rossa e una bionda molto vicine, troppo. Fred guardò prima la scena poi l'espressione di Hermione e lì sembrò capire. -Ah...Mio fratello..è un'idiota e..- fu interrotto da un gesto secco della mano di lei. -Ti prego..non dire nulla.- disse con tono freddo. Tentò di riprenndersi ma i singhiozzi ripresero più forti. Hermione si aggrappó al braccio di Fred, unico appiglio li presente. Il ragazzo rispose ricambiando la stretta sentendo la morsa nel petto farsi più attanagliante. Non sapeva cosa fosse ma quella scena gli lasciava l'amaro in bocca. Hermione era sempre stata come una seconda sorella per lui e in quel momento Fred Weasley giurò a se stesso che se quella ragazza avesse avuto bisogno di aiuto, lui ci sarebbe stato. -Hermione, io ci sono. Per tutto.-

NOTA DELL'AUTRICE
Spero che ora l'intreccio della storia cominci ad intravedersi un po' di più! Mi auguro di sentire le vostre opinioni belle o brutte che siano! ^_^
Detto questo...A presto!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 4
*** Appigli ***


 Erano passati diversi minuti, forse ore, in cui Hermione aveva dato sfogo alle lacrime abbracciata a Fred. 
Quando si fu calmata asciugò le ultime gocce dalle guance. Rimase immobile per alcuni minuti, fissando il pavimento senza vederlo realmente. Aveva impressa nella mente l'immagine di Ron avvinghiato a Lavanda mentre si scambiavano amorevoli effusioni e si sussurravano parole dolci. Parole che, ne era certa, lui non le avrebbe mai rivolto. Aveva visto in lui una scintilla che si era accesa improvvisamente appena Lavanda aveva varcato la soglia della Stanza delle Necessità. Ne era certa, non aveva mai visto una scintilla simile nei suoi occhi. Sapeva che per quanto lei ci avesse provato, non le sarebbe mai stato rivolto uno sguardo simile.
-Hermione?- La voce di Fred la distolse da quei pensieri. Si girò stancamente verso di lui. 
-Scusa ehm...Fred o George?- proferì con voce flebile assumendo un'espressione lievemente confusa.
-Fred.- Le rispose lui con un sorriso. -Scusa per cosa?- continuò.
-Scusa...non volevo farti perdere tempo. Avevo solo bisogno di un appiglio, qualcuno con cui sfogarmi.- Disse lei riabbassando lo sguardo, il volto contratto in un'espressione triste,rassegnata. Fred alzò le sopracciglia sorpreso.
-Ma che dici? Di cosa ti scusi? In fondo a che servono gli amici!-
Harry era l'unico a sapere dei suoi sentimenti per Ron. Ma il Bambino sopravvissuto in quel periodo non le era stato molto accanto. Non per cattiveria, certo, ma il peso di un vicino scontro con l'Oscuro Signore gravava sulle spalle di un ragazzo di quindici anni che faticava a trovare tempo per gli amici, assalito da tutti i problemi che la situazione comportava. Hermione era rimasta, per così dire, sola. Non poteva parlare con Ronald dei suoi problemi e non si fidava a farlo con nessun altro che non fosse Harry. Lui l'aveva vista piangere in dei momenti di debolezza ed era l'unico con cui Hermione si confidasse. Tuttavia si era aggrappata a Fred con tutte le sue forze e aveva lasciato uscire tutte quelle emozioni in un pianto liberatorio. Hermione non voleva che gli altri pensassero che fosse debole e vulnerabile, ma in Fred aveva visto per un momento un appiglio sicuro. Un amico, come aveva detto lui, che non l'avrebbe presa in giro e non avrebbe proferito parola con nessuno. 
E già che c'era, poteva contare su quell'intimitá appena scoperta per liberarsi di quel peso che le opprimeva il cuore.
-Non volevo che gli altri mi vedessero così vulnerabile. Difficilmente mi fido delle persone e non si può certo dire che noi siamo stati sempre così uniti.-
Fred mantenne un'espressione seria, cosa che non capitava spesso, -Bé di me ti puoi fidare. Non andrò a fare in giro del gossip su ciò che è successo!-
Le sorrise caldamente e lei rispose appena al gesto.
-Grazie. Se prometti che non parlerai- lui annuí mentre si portava una mano sul cuore e l'altra alzata in segno di giuramento. Hermione allargó un timido sorriso a cui seguí uno stanco sospiro. Rivolse lo sguardo alla finestra da cui prima erano visibili i due innamorati continuò a parlare. 
-Ho bisogno di sfogarmi ma ultimamente non si accorge più nessuno di me. Di solito c'è Harry in queste situazioni ma, lui è impegnato con tutta la situazione di Tu-sai-Chi quindi non può certo stare dietro i pianti della sua migliore amica. E poi c'è Ron. È colpa sua se sto così. Colpa, non si può parlare di colpa, non l'ha certo fatto apposta di innamorarsi di Lavanda, come io non ho fatto apposta ad innamorarmi di lui. E comunque non posso certo parlare di questo con lui, anche perché mi sembra molto- fece una pausa che le sembrò infinita. -impegnato. Ora,se vogliamo, mi sento più sola di quanto non fossi prima. Ron non ha una grande sfera emotiva, non si accorgerebbe neanche se gli scoppiassi in lacrime davanti. Harry, te l'ho detto, è già pieno di problemi, non serve che si faccia carico anche i miei. Ginny è la mia migliore amica ma non sembra capirmi a pieno, forse non mi ascolta mai veramente. A volte non capisco. Danno la mia amicizia per scontata, io devo essere sempre pronta ad aiutarli nelle difficoltà ma se sono io a tendergli la mano, nessuno la afferra.- 
Ecco aveva sputato fuori tutto quello che provava da tempo e che quel piccolo episodio aveva fatto riaffiorare. Ora si sentiva libera di quel peso sul cuore ma una sensazione di tristezza e amarezza si era impossessata di lei.
Fred era rimasto ad ascoltarla in silenzio e quando lei ebbe finito di parlare fece la cosa che gli veniva più scontata. Le prese la mano, quella "tesa" da troppo tempo e mai "afferrata". Lei si volse a guardarlo con espressione interrogativa ed incontrò il caldo e rassicurante sorriso di lui. Lei aveva teso la mano e lui l'aveva afferrata. Buffo. Per quanto desiderasse che i suoi migliori amici fossero li ad ascoltarla, solo Fred sembrava capirla davvero. Tacitamente aveva accolto la sua richiesta di attenzione e l'aveva aiutata, semplicemente ascoltandola.
-Non posso dire di essere nella tua situazione, ma a volte anche io mi sento un po' solo.- disse lui
-Forse George è l'unico che mi capisce. Portiamo questa maschera sorridente da tutta la vita. Siamo troppo bravi a mascherare il dolore ma a volte anche noi ci sentiamo tristi. "Tendiamo" una mano ma nessuno ci prende sul serio.-
Hermione gli sorrise. Ora lei era diventata il suo appiglio. Non l'aveva mai sentito parlare in quel modo. Per tutta risposta gli strinse la mano che lui le aveva afferrato prima. Quella "tesa" da troppo tempo e mai "afferrata".
 
NOTE DELL'AUTRICE
Scusate tantissimo se ci ho messo tanto!!! Non é un capitolo lungo ne difficile quindi perché ho impiegato così tanto tempo per postarlo? Non ne ho idea...forse mi mancava l'ispirazione...
Comunque sia, la storia si sta formando piano piano, e si vede l'inizio di una nuova amicizia tra Fred e Hermione!
Cosa ne pensate? Spero di leggere i vostri SINCERI (e spero anche positivi) commenti!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 5
*** Ridere e piangere ***


Hermione camminava per i corridoi della scuola diretta in Sala Grande per la cena. Pensava a ciò che era accaduto poco prima. Era in lacrime, aveva realizzato che non avrebbe più avuto molte speranze con Ron e che le possibilità di farlo innamorare di lei erano quasi nulle. Lo aveva visto avvinghiato a Lavanda ed era caduta nello sconforto. Ora però ripensandoci, per quanto fosse ancora triste, sentiva un moto di conforto dentro di se. Un conforto che era arrivato da una persona veramente inaspettata: Fred. Si era esposta con lui come di solito faceva con i suoi migliori amici ed in assenza di questi, Hermione si era sfogata con l'unica persona che si era mostrata interessata ai suoi problemi. Ripensando a come si erano congedati non poteva fare a meno di sorridere.
 
"-Grazie Fred.- erano passati alcuni minuti di silenzio mentre i due ragazzi si tenevano la mano. Hermione si era asciugata le ultime lacrime e si era calmata. La presenza di Fred le aveva dato conforto. Si alzarono in piedi sciogliendo la stretta delle loro mani e si guardarono in silenzio. Fu Hermione la prima a rompere l'imbarazzo. 
-Senti grazie davvero. Sei stato l'unico che in questi giorni si è dimostrato interessato ai miei problemi quindi...-
Fred le sorrise dolcemente.
-Bé è quello che fa un amico no?- Hermione si aprí in un caldo sorriso. -E poi..- continuò lui -se dovessi avere bisogno di parlare con qualcuno fammi un fischio!- le disse ammicando. 
-Lo farò! Ora scusa devo andare a cena!- 
-Si anche io.- rispose Fred distrattamente. -Ma prima devo trovare George che senza di me si sente perso!- continuò lui arricciando la bocca in un ghigno divertito. Hermione inclinó la testa di lato sorridendo appena. -E per te non è così?- Fred abbassò lo sguardo sorridendo mestamente.
-Naaa sono io quello più autonomo dei due! Senza George vivo lo stesso!- Hermione scosse la testa divertita per la bugia appena uscita dalla bocca del ragazzo ma non continuò ad indagare. Fred era orgoglioso quanto lei, e cercare di fargli ammettere un torto o un sentimento troppo profondo, era una battaglia persa in partenza. 
Si congedarono, così, con un ultimo saluto dirigendosi ognuno nella direzione opposta."
 
Persa in quel ricordo Hermione arrivò in Sala Grande. Entró dirigendosi con il solito passo spedito verso il tavolo Grifondoro e si sedette nel posto vuoto accanto a Harry. Trattenne a stento un risolino divertito vedendo l'espressione imbambolata dell'amico rivolta ad una mora Corvonero. Quando però si accorse che lo stesso sguardo era rivolto a lui da una certa rossa che le sedeva di fronte, scosse la testa sconsolata. A quanto pare non era la sola ad avere problemi di cuore. Tossí appena ridestando il trance dei due amici che la salutarono calorosi. Iniziarono a parlare della situazione che stavano affrontando e del fatto che la Umbridge sembrava voler reprimere ogni voce che affermasse la verità su Voldemort. Ad un tratto però la voce di un rosso li costrinse ad interrompere la discussione.
-Ciao ragazzi!- 
-Ciao Ron!- esclamarono in coro i tre chi con allegria e chi con espressione torva.
-Vi dispiace se oggi Lavanda cena con noi?- chiese sedendosi accanto alla sorella e lasciando in piedi la fidanzata che guardava tutti con un sorriso falso.
-No...va bene.- rispose Harry alzando le spalle. Lavanda prese posto accanto al rosso che cominciò a guardare la tavola con aria famelica.
-Che cosa c'è per cena?- chiese sporgendosi per vedere le pietanze nei vassoi più lontani. Hermione alzò la testa e, con un sorriso più falso di quello della bionda, rispose
-Oca..- disse guardando Lavanda -..e maiale!- continuò guardando Ron. Harry e Ginny guardarono altrove cercando di trattenere a stento le risate, Lavanda guardò Hermione con aria truce mentre questa le sorrideva amabile. Solo due persone sedute poco lontano da Ginny iniziarono a sghignazzare sotto i baffi. Hermione si girò di scatto e vide i due gemelli che le facevano gesti di approvazione. Uno in particolare le fece l'occhiolino mimandole un "Complimenti" con le labbra. Hermione abbassò lo sguardo sorridendo poi guardò Ron che, non avendo minimamente capito la battuta, si stava abbuffando di ogni pietanza che era riuscito ad afferrare.
Finito di cenare tutti si avviarono verso la Sala Comune. Hermione dopo aver lasciato i libri in camera si avviò verso il primo piano dove aspettó Ron per la ronda.
Quando il rosso arrivò alle dieci aveva un'espressione scura in volto. Hermione non ne capí il motivo ma si avviò con lui per cominciare la ronda. Arrivati a metà del terzo piano Ron si bloccò
-Che c'è?- chiese la riccia.
Il ragazzo sospirò poi le rivolse uno sguardo duro.
-Non mi piace che insulti me e la mia ragazza!- le disse aspramente.
-In che senso?- chiese Hermione incrociando le braccia al petto. Lui la guardò storto.
-Lo sai. La tua battutina a cena. Lavanda mi ha detto della storia dell'oca e del maiale.- Hermione abbassò lo sguardo poi alzando le spalle gli rispose. -Non c'è bisogno che te la prendi tanto, era solo una battuta. E poi ho detto solo la verità.- 
A quelle parole Ron strinse i pugni e il suo volto assunse la colorazione dei capelli. 
-Come ti permetti?!- le sputó addosso con rabbia. -Chi ti credi di essere per darmi del maiale e dare a Lavanda dell'oca?!- Hermione abbassò lo sguardo. 
-Lei un'oca lo è sicuro e tu ti approfitti della sua gonna corta!- disse infervorandosi. -Di conseguenza se tu accetti di stare con una ragazza così solo per metterle le mani addosso sei un maiale! Ho visto che più che la faccia le guardavi la scollatura! Di cosa parlate?-se parlate- di politica? Economia? La verità è che la battuta che ho fatto di da fastidio perché sai che ho ragione!- gli disse amaramente. Ron incroció le braccia e cominciò a ridacchiare lasciando Hermione alquanto perplessa. La guardò con aria di sfida per poi proseguire. -Te lo dico io qual'è la verità! Tu sei gelosa!- Hermione strabuzzó gli occhi incredula. È vero che era gelosa ma non voleva che lui lo sapesse. -Sei gelosa perché nessuno ti guarda perché sei solo un topo di biblioteca so-tutto-io! Nessuno ti rivolge un occhiata perché sei sempre saccente, rompiscatole e diciamocelo neanche tanto carina. Se curassi il tuo aspetto quanto curi i saggi di Artimanzia qualcuno ti guarderebbe! Sai che ti dico? Marcisci nella tua gelosia e nei tuoi libri ma non rompermi più!- Detto questo si girò e tornò indietro lasciando la ragazza sola in mezzo al corridoio.
Hermione aveva la bocca spalancata mentre guardava immobile il punto dove il ragazzo era scomparso. Gelide lacrime cominciarono a solcarle le guance bruciandole al loro passaggio. Le asciugò in fretta. Non voleva piangere ancora, non in quel momento in cui provava già molti sentimenti contrastanti. Si sentiva amareggiata e triste per ciò che le aveva detto Ron e per il fatto che avesse ragione a dire che lei fosse gelosa. Ma non aveva idea che lui, il ragazzo di cui, nonostante tutto era ancora innamorata, le avesse fatto tutte quelle critiche sul suo carattere e sul suo aspetto.
Non si sentiva in grado di continuare la ronda, così tornò lentamente in Sala Comune. Oltrepassó a testa bassa il dipinto della Signora Grassa e si avviò verso il dormitorio quando si sentì chiamare da una voce familiare. Si girò incontrando il volto di Fred che la guardava corrucciato. Hermione scosse la testa e velocemente salí verso la sua stanza. Si guardò per un attimo allo specchio e notó un alone rosso sotto agli occhi ancora lucidi. Capí perché Fred si era preoccupato vedendola entrare. Si infilò velocemente il piagiama e quando finalmente fu sotto le coperte lasciò che le lacrime scendessero amare sul cuscino. 
 
NOTA DELL'AUTRICE
Ok ok...lo so cosa state pensando..."Sparisci così per settimane e ti ripresenti con un capitolo simile?!"
Lo so e avete ragione ma sono stata al mare e non ho avuto molto tempo per aggiornare (ne per scrivere).
Comunque sia, spero che sarete abbastanza clementi da dirmi cosa ne pensate sul capitolo e sulla storia in generale! Mi fanno piacere ogni genere di commenti da quelli più beli a quelli più critici (che se vogliamo sono quelli che mi servono di più!)
Colgo l'occasione per ringraziare chi recensisce e chi segue la mia storia! Grazie mille!
Va bene per ora vi lascio! Aggiornerò il più presto possibile!
A presto!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 6
*** Intesa ***


Si alzò quella mattina con il volto intorpidito ed umidiccio. Ancora confusa dal sonno non realizzò subito, poi come se le si proiettasse un film davanti agli occhi, i ricordi le riaffiorarono veloci in mente. Tutta la lite della sera prima avuta con Ronald, la fuga da Fred che aveva tentato di aiutarla, le lacrime. Scacciò, però, tutti i pensieri sul rosso. Voleva riflettere sopra a tutta quella situazione a mente lucida ed era meglio farlo dopo aver messo qualcosa sotto i denti. Si vestí e si pettinó in fretta, domando appena la folta chioma riccioluta. Raccolse la borsa e vi sistemò, meccanicamente, i libri per le lezioni. Dopodiché si caricò il sacco in spalla e scese in Sala Grande. Mentre percorreva le scale di marmo sperava di non trovare Ron così da evitare il suo sguardo freddo. Scosse la testa scacciando, momentaneamente, quei pensieri. 
Entrò in Sala Grande ma, sfortunatamente per lei, erano quattro le teste rosse sedute al tavolo Grifondoro e non tre come aveva sperato. Si sedette accanto ad Harry e Ginny trovandosi, così, di fronte a Ron. Mentre i primi due la salutarono sorridenti il rosso le rivolse solo una fredda occhiata. Hermione ricambió il saluto degli amici rimanendo apparentemente indifferente allo sguardo di Ron. Mentre beveva il suo succo di zucca fece scorrere lo sguardo sulla tavolata Grifondoro tentando di distogliere la mente dal ragazzo che le sedeva di fronte. Si soffermó su Seamus e Dean che discutevano animatamente su quale fosse il giocatore più forte nei Cannoni. Accanto a loro Neville scuoteva la testa divertito. Poco più avanti Alicia Spinnett e Angelina Johnson ridevano amabilmente. Vicino erano seduti i gemelli e Lee Jordan che come al solito confabulavano riguardo a qualche nuova bravata da compiere. Senza rendersene conto Hermione si soffermó a fissarli. Riconosceva Fred da George. Quest'ultimo infatti aveva un impercettibile neo proprio sul lato destro del collo appena sotto all'orecchio. Certo ci si doveva concentrare per notarlo. Un'altra differenza era la risata. George rideva sommessamente mentre Fred aveva quel riso esplosivo, cristallino e coinvolgente. Era capace di cambiare completamente l'atmosfera in una stanza con la sua risata. Senza rendersi conto del tempo in cui era rimasta a fissarlo, vide Fred girarsi verso di lei e sorridergli salutandola con la mano. Lei ricambiò il sorriso. Vide la bocca del ragazzo aprirsi per dirle qualcosa quando fu distratta da una voce squillante. 
-Buongiorno a tutti! Buongiorno al mio RonRon!- 
Hermione si voltò ed i suoi occhi incontrarono l'ultima scena che avrebbe voluto evitare a colazione. Lavanda era incollata alla bocca di Ron. Harry e Ginny mostravano chiare espressioni di disgusto ma Hermione non ci badó. Lavanda le aveva scoccato un'espressione soddisfatta mentre baciava il ragazzo. La riccia rimase pietrificata. In quel momento il pensiero che da quella mattina aveva cercato in tutti i modi di scacciare le piombó addosso come una doccia gelida. Non solo Ron era in collera con lei, ma le aveva anche detto in faccia che lei non era il tipo di ragazza che avrebbe potuto richiamare la sua attenzione su di sé. Lavanda era, probabilmente, a conosce della discussione tra i due e ora si divertiva a gongolare della propria vittoria. 
Hermione si alzò dal posto salutando brevemente gli amici. Non voleva rimanere a guardare quello spettacolo e la sua espressione ne dava la prova. Si allontanò dalla Sala Grande. Voleva scappare, forse piangere, ma era certa di vplersene andare. Uscí dalla scuola senza quasi rendersi conto di dove stesse andando. Si accorse di stare costeggiando la casa di Hagrid ma decise di proseguire addentrandosi tra gli alberi della foresta. Si fermò dopo poco arrivando ad una radura. I raggi del sole filtravano tra le chiome degli alberi creando giochi di luce nella penombra. In mezzo all'erba verde vivo spiccava una pietra bassa, levigata e larga. Hermione vi si avvicinò e vi ci si sedette sopra, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e tenendosi la testa tra le mani. Dopo poco il suo corpo iniziò ad essere scosso dai singhiozzi e le lacrime uscirono dagli occhi bagnandole i palmi. Ad un tratto sentí un calore, una mano, poggiatale sulla spalla destra. Alzò di scatto la testa ed incontrò quei capelli rossi e quegli occhi nocciola che, non si sa come, riuscivano quasi sempre a strapparle un sorriso. 
- Fred..- disse con un filo di voce, tirando su appena con il naso. -Che ci fai qui?- 
Fred si accovacció per arrivare alla sua altezza. 
-Bé sembravi leggermente scossa prima quando è arrivata Labbra di colla.- Hermione sorrise a quella affermazione. -E poi signorina, ieri sera eri in lacrime e quando ho cercato di parlarti sei scappata.- Le disse con finto tono di rimprovero. 
-Quindi..- continuò lui sedendosi davanti a lei sull'erba. -Racconta!- Disse con un sorriso sghembo. Hermione sorrise appena, poi con un sospiro iniziò a parlare della discussione avuta con Ron la sera precedente. Fred la ascoltava in silenzio con una strana espressione indecifrabile sul volto. -Quindi io adesso mi sento malissimo!- disse Hermione con la voce rotta. -Mi sento così triste..- 
-Hermione..- tentò di dire Fred.
-Depressa..- 
-Hermione..!- 
-Umiliata..- 
-Hermione!!- 
-Avvilita..e- non finí la frase perché Fred la interruppe nel modo più inpensabile. Le aveva dato uno schiaffo, sebbene molto leggero, sulla guancia sinistra. La riccia portò la mano sulla zona appena colpita. -Fred! Ma come ti permetti!- disse prima di lanciare a sua volta uno schiaffo al rosso. Fred, nonostante la guancia arrossata, si mise a ridacchiare. 
-Ecco, questa è la Granger che conosco!- Hermione a quelle parole assunse un'espressione stranita e confusa. Fred calmó le risa e assunse il suo classico sorriso sghembo. 
-Granger tu ti reputi una ragazza come le altre? Di quelle come la Brown, le Patil o chi so io?- Hermione scosse vigorosamente la testa. 
-Assolutamente no! Non sono mica un'oca giuliva io!- disse risoluta. 
-Esatto Granger! Tu sei diversa! Tu non sei frivola come le altre, sei intelligente! Non sei una piagnucolona che piange dietro alle sconfitte, sei una guerriera! Una leonessa che si rialza e si prende la sua rivincita!- disse con espressione convinta. La riccia lo ascoltava sorpresa. 
-Quindi Grifona alzati in piedi, asciugati le lacrime e butta que comportamento da ragazzina debole e remissiva dritta nella spazzatura!- disse alzandosi in piedi e porgendo la mano alla ragazza che lo osservava ancora con espressione sbalordita. Hermione accettò l'aiuto e si alzò. 
-Hai ragione..- disse poi incrociando le braccia al petto. Lui la guardò sorridendo. 
-Lo so che ho ragione!- rispose mettendosi le mani in tasca con espressione soddisfatta. 
-Hai proprio ragione!- ripeté Hermione con convinzione. 
-Io sono Hermione Granger e niente e nessuno mi può abbattere.- disse annuendo alle proprie parole. 
-Ripetilo!- le disse Fred sorridendo. 
-Io sono Hermione Granger e niente e nessuno mi può abbattere!- Ripeté Hermione guardandolo dritto negli occhi alzando la voce. 
-Più forte!- la incitó lui alzando a sua volta i toni ma mantenendo il sorriso sulle labbra. 
-Io sono Hermione Jean Granger, per la miseria, e niente e nessuno mi può abbattere!- disse lei a voce decisamente alta e con sguardo orgoglioso. Fred cominciò ad applaudire continuando a sorriderle. 
-Brava Granger, finalmente l'hai capito!- Hermione gli sorrise poi abbassò il capo. 
-Sarò anche Hermione Granger e niente e nessuno mi abbattere, ma Ron continua a preferire Lavanda ed io nonostante tutto continuo ad essere innamorata di lui.- Fred la guardò diminuendo il sorriso. Poi le si avvicinò e le alzò il viso. -Allora vorrà dire che dovrai riprendertelo.- disse ghignando.
-Come?- disse lei confusa. 
-Giocando sporco ovviamente!- le rispose lui con uno strano luccichio malandrino negli occhi. 
-Non sono il tipo..- continuò lei con espressione scettica. 
-Ma io si!- le rispose prontamente lui accentuando quello scintillio che aveva negli occhi. Hermione si allontanò da lui allungandogli la mano. -Mi aiuterai?- disse determinata. 
-Certo Granger ma ci guadagno qualcosa?- le rispose inarcando un sopracciglio. 
-Ad esempio?- chiese Hermione abbassando la mano. 
-Che tu chiuda gli occhi, e dico entrambi, davanti agli affari miei e di George.- le disse prontamente incrociando le braccia. 
-Assolutamente no!- ribatté lei piccata -Rischierei di non essere più Hermione Granger tradendo i miei ideali no?- continuò sorridendo sorniona. -Altrimenti tornerei ad essere quella ragazzina remissiva che tu mi hai esplicitamente detto di "buttare nella spazzatura"!- disse infine con espressione soddisfatta. Fred imprecó tra i denti. Mannaggia a lui e a quando era cosi maledettamente esplicito! 
-Va bene Granger proponi tu! Cosa mi offri in cambio?- disse con finta aria sconfitta. 
-Ripetizioni? Hai bisogno di qualcosa?- Fred a quell'affermazione rise di gusto. 
-Ma se sono due anni avanti a te!- disse tra le risate. Hermione incroció le braccia stizzita. -Cosa ti fa credere che io non conosca qualche magia più avanzata? Ricordati che io sono più avanti con il programma rispetto ai miei compagni! Non azzardarti a mettere in discussione la mia intelligenza Fred Weasley!- Lo ammoní lei puntandogli contro l'indice. 
-Va bene Granger! Scusa!- disse lui alzando le mani in segno di resa. -Potresti aiutarmi in Trasfigurazione.- continuò accennando un sorriso. 
-D'accordo! Allora mi aiuterai?- chiese infine allungandogli ancora la mano. Lui la strinse e rispose ghignando 
-Con molto piacere Granger!-
 
 
 
 
 
NOTA DELL'AUTRICE
Io non so come chiedervi perdono per questo enorme ritardo! Spero solo che il capitolo compensi la quantità di tempo che ho impiegato per scriverlo.
Purtroppo in questo periodo non ho molto tempo di scrivere, mi dispiace.
Comunque dopo le mie pietose scuse, torniamo al capitolo! Qui forse comincia veramente a prendere forma il nostro intreccio. Devo dire, perdonate la mia mancanza di modestia, che sono soddisfatta di questo capitolo. Sia per il contenuto che per la lunghezza! Sono riuscita a fare un capitolo, infatgi, abbastanza lungo rispetto al solito!
Ora se volete scrivetemi cosa ne pensate! Sarò felice di sentire la vostra opinione! 
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che recensidcono, che hanno messo la storia tra le preferite, seguite o addirittura ricordate, o chi legge in silenzio!
Grazie mille!
 
A presto!
 
MadHattersTwinSister

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Capitolo 7
*** Per giocare sporco bisogna prima essere puliti ***


-Ginny te l'ho già detto! Che a te piaccia Harry non è certo una novità!- Hermione camminava spedita verso la classe di Trasfigurazione a fianco di un'ansante Ginny, che faticava a starle dietro. 
-Ma come è possibile? Sono sempre stata così discreta!- Hermione per tutta risposta ridacchió. 
-Ginny io non definirei gli sguardi sognanti che gli rivolgi a tavola "discreti"!- disse virgolettando con le dita le proprie parole.
-Si notano tanto?- chiese la rossa con espressione leggermente preoccupata. Hermione annuì.
-Magari devi provare ad attrarlo in un altro modo...- suggerì la riccia.
Ginny incroció le braccia al petto ed assunse un'espressione stizzita. 
-Tanto il problema non di pone finché Harry terrà gli occhi incollati a quella gatta morta di Corvonero!- sibilò. -Cercatrice poi! Ma per favore! Non vedrebbe un boccino neanche se glielo dessero in mano!- continuò infervorata. Hermione ridacchió. 
-Ginny tu prova solo ad essere te stessa. Non cercare di far colpo su Harry. Cerca di affermare la tua personalità. Fidati, dopo un po' se ne accorgerà.- Ginny storse il naso.
-Ok. Questo lo teniamo come piano B.- Le ragazze si fermarono in mezzo ad un bivio che divideva due corridoi. 
-E quale sarebbe il piano A?- chiese Hermione alzando un sopracciglio.
-Annientare il nemico! Le fatture Orcovolanti mi vengono molto bene!-
Ginny corse imboccando il corridoio di sinistra senza dare tempo all'amica di rispondere. Hermione scosse il capo e si diresse verso destra. 
Arrivó nella classe di Trasfigurazione con cinque minuti di anticipo. Prese posto ai primi banchi e si sedette prendendo il libro della materia e cominciando a ripassare. 
"Almeno adesso sono arrivata in orario." Si ritrovò a pensare. La mattina era arrivata a lezione di Antiche Rune proprio nel momento in cui l'insegnante stava cominciando a spiegare. "Tutta colpa di Fred!" Pensò senza poter impedire ad un piccolo sorriso di sorgere sulle sue labbra. Ricordò cone si erano congedati. 
 
"-Oh no!- Hermione fissò con gli occhi fuori dalle orbite l'orologio che portava al polso. 
-Sono già le otto meno cinque! Arriverò in ritardo ad Antiche Rune!- raccolse di fretta la borsa con i libri e fece per avviarsi. Si voltò verso Fred non sentendo altri passi dietro di se. Rimase esterrefatta nel vedere che lui si era seduto sulla pietra e ora ci si sdraiava sulla schiena lasciando le gambe a terra. 
-E tu?- Fred le lanciò un occhiata e si mise le braccia dietro alla nuca.
-Io cosa?- Hermione rimase ancora più allibita. 
-Non vai a lezione?- Fred fece una smorfia rimanendo con lo sguardo sulle chiome degli alberi.
-Nah. Arrivare in orario non è da Fred Weasley!- 
Hermione rimase a bocca aperta. Dopodiché scosse il capo divertita.
-Bé arrivare in ritardo non è da Hermione Granger quindi ci vediamo!-
Fred ridacchió guardandola sparire nel bosco. "
 
Hermione girò la pagina scuotendo appena il capo. L'insegnante era rimasta stupita di vederla arrivare in ritardo ma la riccia prontamente si era scusata dicendo di non essersi sentita bene. Non le piaceva mentire ma le piaceva ancora meno un ritardo segnato sul registro e un professore in collera con lei. Sentí una mano poggiarsi sulla sua spalla. Harry le sorrideva e Ron dietro di lui stava parlando con Seamus vicino al quale andò a sedersi. Harry si sedette accanto a Hermione e prima che potesse rivolgerle la parola la Professoressa Mcgranitt era entrata in classe ed aveva iniziato la lezione.
 
Quella sera in Sala Comune Hermione stava comodamente seduta su una poltrona vicino al fuoco leggendo un libro di Artimanzia. Dall'altra parte della stanza due teste rosse identiche confabulavano quando una delle due si alzò e si diresse verso la ragazza. Lei non si accorse minimamente della presenza finché questa non le sottrasse il libro di mano. La ragazza alzò la testa di scatto poi riconoscendo la persona che le stava di fronte sospirò annoiata. 
-Che c'è Fred?- Il ragazzo alzò le sopracciglia. 
-Come hai fatto a riconoscermi?-
La ragazza sospirò. 
-Ho tirato ad indovinare. E poi sei riconoscibile.- disse scrollando le spalle. Fred alzò un sopracciglio divertito.
-Certo! Riconoscibile solo ai tuoi occhi!- Hermione roteó gli occhi.
-Senti Romeo se avessi anche solo un minimo interesse per te direi che non ti avrei chiesto aiuto.- Fred si accovacció davanti alla poltrona dove era seduta la riccia. 
-È proprio di questo che voglio parlare! Dobbiamo cominciare a smuovere la situazione!- disse con un ghigno.
-Spiegami allora genio del male! Come si gioca sporco?- 
-Alt! Prima di giocare sporco bisogna prima essere puliti!- Hermione alzò un sopracciglio incerta. 
-Cioè?- Fred si alzò e si sedette sulla poltrona accanto a Hermione. 
-Cioè se vuoi fare breccia nel cuore del caro Ronnino devi prima fare in modo che voi vi parliate ancora! Vi evitate come se aveste la peste! Fai pace con lui e poi inizieremo a giocare sporco!- Hermione sembrò capire e annuì lentamente. 
-Non sarà facile, ma ci proverò.-
Fred le ammiccó poi si alzò e raggiunse il gemello che lo guardò in modo interrogativo. Il primo disse qualcosa in un orecchio al fratello che parve tranquillizzarsi. In quel momento il ritratto della Signora Grassa si aprí e Harry e Ron entrarono nella Sala Comune, il primo salí di corsa le scale mentre il secondo rimaneva nella stanza ad osservare l'amico sparire. Hermione e Fred si guardarono per un secondo poi la ragazza si alzò in piedi e raggiunse Ron. Lui le lanciò un'occhiata torva poi fece per salire le scale ma Hermione lo trattenne per un braccio. 
-Ron devo parlarti.- Il rosso sfuggì dalla presa della ragazza.
-Io non ho niente da dirti.- disse gelido e incamminandosi di nuovo verso la scalinata.
-Ma io volevo chiederti scusa.- Ecco dritta al punto. Era il modo migliore. Tolto il dente tolto il dolore, diceva il detto babbano. Ron si voltò. Aveva un espressione chiaramente sorpresa. Erano oltremodo rare le volte in cui Hermione aveva chiesto scusa a Ron. Non gli aveva quasi mai dato ragione per nulla perciò il ragazzo rimase sbigottito da un'affermazione simile. 
-Come scusa?- Hermione sospirò. 
-Volevo chiederti scusa per ciò che ti ho detto l'altra sera. Mi dispiace. In parte avevi ragione. Voglio solo che torniamo amici come prima.- A quelle parole Ron divenne ancora più sconcertato. Hermione, sempre molto orgogliosa, non aveva mai ammesso di aver avuto torto. Rimase momentaneamente interdetto poi sorrise. Era bello per una volta sentirsi dire di aver avuto ragione e la cosa era ancora più piacevole se a dirlo era la riccia. 
-Va bene Hermione. Accetto le tue scuse.- La ragazza sorrise. -Anche io voglio, dopotutto voglio che torniamo amici. Solo non parlare più così di Lav.- 
-Oh certo che no! Scusa perdonami! Ti assicuro che non succederà più.- Si abbracciarono. Ron, sciolto dalla stretta, salí le scale diretto ai dormitori. Fred si avvicinò a Hermione. 
-Complimenti Granger! Sei stata brava! Non pensavo ci volesse così poco!- Hermione sorrise soddisfatta. 
-È solo che Ron sa quanto mi sia difficile ammettere che lui abbia ragione. In fondo è stata la sua piccola vendetta.-
 
 
 
 
NOTA DELL'AUTRICE
Io vi chiedo scusa. So che ci metto molto ad aggiornare. Spero solo che mi veniate un po' incontro perché in questo periodo sono impegnatissima e il tempo per scrivere è veramente poco! 
Tornando al capitolo, questo è un po' di passaggio. Probabilmente dal prossimo comincerà l'azione. Spero di essere riuscita a rendere credibili i personaggi. Fatemi sapere le vostre opinioni, belle brutte o neutre che siano! Scrivetemi tutto ciò che pensate, così riuscirò a migliorare! :)
 
Ringrazio tantissimo tutte quelle meravigliose 25 persone che hanno messo la storia tra le seguite, tutti coloro che recensiscono, in particolare Hoon21 che mi ha dato spesso validi suggerimenti. E naturalmente ringrazio tutti coloro che leggono in silenzio! E quelle meravigliose persone che l'hanno addirittura messa tra le Preferite!
 
Alla prossima! (Che spero arriverà presto)
MadHattersTwinSister

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Capitolo 8
*** Avviso ***


No, non sono morta. Ci tengo veramente a scusarmi con voi visto che è più di un meso che non aggiorno la storia. Sono stata piena di impegni fuori da EFP e non è passato un giorno senza che io pensassi "è ora di rimettersi a scrivere!". Purtroppo mi ha colto anche una mancanza di ispirazione ma sono felice di dirvi che il nuovo capitolo è in cantiere e per la vostra gioia sarà decisamente più lungo! Spero di riucire ad aggiornare in settimana! E scusatemi ancora!
Alla prossima!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 9
*** Prendilo per la gola ***


Hermione era una persona molto paziente. Va bene, forse non troppo. Hermione era una persona sufficientemente paziente, e chi la conosceva bene, sapeva che non era una mossa saggia stuzzicarla fino a farle esaurire quella poca calma che possedeva. Specialmente, e forse in modo particolare, quando davanti a lei c'era Fred Weasley. Era risaputo che quando il rosso si trovava vicino alla ragazza, questa trovava assai facile perdere la pazienza. Soprattutto perché Fred trovava divertenti i momenti in cui lei lo sgridava, con quell'espressione imbronciata e severa e le mani sui fianchi, per qualche regola che lui, puntualmente, non aveva rispettato. 
Hermione, in quel momento, credeva davvero che Fred si stesse divertendo da morire. Seduti al tavolo più nascosto della biblioteca- Fred non voleva farsi vedere mentre era impegnato a studiare- Hermione cercava di impartire al rosso una qualsiasi, anche minima, conoscenza sulla trasfigurazione. Dal canto suo il ragazzo prestava alla riccia l'attenzione che avrebbe potuto dare a un moscerino. 
-Quindi, il punto fondamentale è , come recita il libro, "Il mago deve focalizzare nella propria mente l'immagine di ciò che si vuole ottenere dalla trasfigurazione, affinché riesca in una trasformazione ottimale, o per lo meno accettabile". Facile no?- Hermione alzò la testa dal libro trovandosi di fronte Fred che faceva spuntare scintille rosse dalla bacchetta, e che, per l'ennesima volta, non aveva ascoltato una parola della spiegazione. Hermione chiuse gli occhi e si massaggió le tempie, richiamando ogni fibra del suo corpo alla calma più totale.
-Fred...- cominciò cercando di non alzare troppo la voce, in rispetto al luogo in cui si trovavano. -Hai sentito almeno una parola di quello che ti ho detto?- domandò apparentemente calma. Il rosso per tutta risposta continuó a muovere la bacchetta, cosa che fece innervosire ancora di più la ragazza.
-Fred!- richiamò in tono basso e lugubre. Il ragazzo girò la testa con sguardo sorpreso.
-Hai detto qualcosa?- chiese tranquillo per poi sorridergli amabilmente. Sapeva di stare per assistere ad un'altra scenata e l'idea lo divertiva molto.
-Non hai sentito neanche una parola?- continuó, gli occhi sempre chiusi come a invocare una calma ormai inesistente.
-No!- rispose Fred mantenendo il sorriso. Ne era certo, stava per esplodere.
-Bene.- disse lei. Contrariamente a quanto aveva pensato, però, Fred vide Hermione alzarsi e raccogliere i libri. La guardò confuso poi vide che lei gli fece cenno di seguirla così raccolse anche lui le proprie cose e le si accodó. Hermione uscì dalla biblioteca e fuori dalla scuola e sempre, seguita dal ragazzo, si diresse alla radura dove qualche giorno prima avevano stretto quella famosa intesa. Una volta arrivati appoggiò la borsa a terra e si sedette sulla pietra. Dopo qualche attimo di silenzio in cui il ragazzo continuava a guardarla spaesato si alzò in piedi dandogli le spalle. 
-Spiegami una cosa, a te non interessa nulla della scuola vero?- Fred sorrise mettendosi le mani in tasca.
-Non esattamente. Io e George sappiamo solo che il successo scolastico non é importante nel nostro futuro.- Hermione si voltò, era seria ma sembrava stranamente calma. 
-E allora mi spieghi a cosa ti servono le ripetizioni?- chiese aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia. Lui ridacchió.
-Affari...trasfigurazione uguale affari..- rispose vago.
-Ah ecco! Quindi io ti sto dando ripetizioni per aiutarti a smerciare i tuoi prodotti ridicoli?- Fred finse un espressione offesa e si portò una mano sul cuore.
-Così mi ferisci Granger! E io che pensavo di aver trovato una nuova socia!- Hermione alzò un sopracciglio. -Comunque..- continuó Fred ridacchiando. -La Mcgranitt ha detto che rischio di non superare i M.A.G.O. in Trasfigurazione e siccome questa mi serve nella creazione dei prodotti...bé..diciamo solo che non mi farebbe una buona pubblicità! E fidati..ciò che abbiamo in mente io e George per la nostra attività é un progetto serio!- Hermione sospirò.
-Senti...io non ho tempo da perdere ma ho accettato di darti ripetizioni e- -Ci credo che hai accettato!- la interruppe Fred -Io ti sto facendo un bel favore! Ti sto aiutando ad accalappiare il dolce Ronnino!- Hermione arrossí. 
-Bé comunque gradirei non sprecare il fiato! Vorrei essere almeno considerata mentre ti spiego!- Fred assunse una finta espressione mortificata.
-Si professoressa mi scusi...- Hermione alzò gli occhi al cielo. -Ma lei mi deve dare ripetizioni proprio di sabato pomeriggio?- continuó poi con espressione divertita. 
-Si! È l'unico giorno in cui sono libera!- Fred sollevò le sopracciglia.
-Ma dai! Anche il mio! Che coincidenza!- disse sarcastico. -Se pensi di darmi ripetizioni ogni sabato scordatelo!- finì sdraiandosi poi sull'erba con le braccia incrociate dietro la nuca.
-Bé almeno per oggi mi seguirai...me lo concedi?- disse Hermione sedendosi poi sulla roccia e prendendo il libro di Trasfigurazione.
-Si te lo concedo..- Hermione ignoró quest'ultima risposta e ricominciò a leggere. Per un primo momento Fred sembrava anche interessato, si era addirittura spinto a fare una domanda sull'argomento, cosa che aveva lasciato Hermione piacevolmente sorpresa. Poi, ad un tratto...
-Come mai proprio Ron?- Hermione colta alla sprovvista lo guardò confusa.
-Cosa?- Fred, seduto a gambe incrociate sul prato si mise a strappare distrattamente dei fili d'erba. 
-Come mai ti piace Ron? Voglio dire, tra tanti disponibili e, diciamocelo migliori, hai scelto proprio lui...sei scontata..- Hermione arrossí violentemente. Non aveva mai parlato con nessuno della sua cotta per Ron, e Fred e Ginny erano gli unici ad esserne a conoscenza. Tuttavia neanche con loro era stata molto esplicita, si era semplicemente limitata a comunicare l'informazione: a Ginny perché era la sua migliore amica e a Fred, per ovvie ragioni.
-Scusa cosa centra adesso Ron? Nulla! Quindi torniamo alla Trasfigurazione..- replicó più rossa di prima. Fred ridacchió e la guardò di sbieco.
-Potresti avere di meglio...e tu scegli lui..- Hermione lo guardò con espressione furba.
-E di Grazia per "meglio" chi intendi?- Fred fece spallucce.
-Chiunque é meglio di Ron! Che ne so...qualcuno tipo...- -Tipo te?- lo interruppe Hermione con espressione soddisfatta.
-Lo so che tu in realtà mi ami Granger! Ma aimè sai che il nostro amore é condannato! Sai che non potremo mai stare insieme!- Hermione rise mestamente.
-Me ne farò una ragione.- disse tornando a guardare le pagine del libro.
Fred la osservò per un attimo. Quell'intesa che avevano creato era assurda però, pensava, non gli dispiaceva.
-Prendilo per la gola.- Hermione lo guardò interrogativa.
-Ron...prendilo per la gola.- disse ammicando.      
 
                                                                                                  ***
 
-No! Fred è pericolosissimo!-
-Granger sta tranquilla!-
-Ma non dovremmo essere qui! Se ci dovessero trovare..o peggio se ci trovasse la Umbridge..-
-Granger se non la pianti ti prendo di peso!-
-Per Merlino ho sentito un rumore! Se fosse Gazza? Ti prego andiamo via!-
-Se magari abbassasi la voce avremo meno possibilità di essere beccati!-
-Senti...non lo voglio più fare ok? Troviamo qualcos'altro..-
-Mi dispiace ma indietro non si torna..e poi siamo arrivati..- si fermarono di fronte ad un grande dipinto raffigurante un piatto di frutta. Hermione con la sola luce lunare distingueva a malapena le figure ma poté percepire chiaramente Fred che grattava sulla tela quella che doveva essere una pera. Il dipinto si aprì mostrando un passaggio buio. Fred la precedette poi le prese una mano per farla entrare. Il cunicolo era stretto e a Hermione sembrava interminabile. Fece per girarsi e tornare indietro ma non si accorse di avere ancora la mano in quella di Fred.
-Piccola fuggiasca ora vai tu davanti.- senza lasciarle la mano la fece avanzare davanti a lui fino a quando non arrivarono alla fine del tunnel. Entrarono in un'ampia stanza buia. Fred prese la bacchetta e mormorò un incantesimo accendendo alcune torce. Alla luce Hermione poté vedere le grandi Cucine di Hogwarts. 
-Allora, tu sai cucinare vero?- chiese il ragazzo avvicinandosi a uno dei quattro tavoli.
-Ehm..si un po'.- rispose Hermione torturandosi le mani.
-C'è qualcosa che sai fare particolarmente bene?- domandò lui guardandola scettico.
-Bé...i biscotti alle noci...mi vengono abbastanza bene..- Hermione continuava a tenere lo sguardo a terra. Era agitata, si trovava nelle cucine, di notte e con Fred Weasley. C'era sufficiente materiale per buttarla fuori dalla scuola. Però, anche se in minima parte, lei voleva trovarsi li. E questo non andava bene. Non si rompono le regole per una cosa così futile come preparare dei biscotti dell'amore!
-Perfetto!- Fred la strappò via dai suoi pensieri. -Cucina pure! I fornelli sono tutti - Hermione però rimase immobile, a torturarsi le mani,a pensare a quanto fosse sbagliata quella situazione. Fred le si avvicinò.
-Granger lo sai quante volte sono venuto qui di notte? E quante mi hanno beccato?- Hermione scosse la testa.
-Ci sarò venuto migliaia di volte e non mi hanno mai scoperto. Qui non controlla mai nessuno!- Le diede due leggeri colpi sulla schiena ed Hermione si avvicinò alla credenza. 
 
-Mi potresti anche aiutare.- disse Hermione mentre mescolava le uova e il latte.
-No grazie, sto molto meglio così!- Fred se ne stava steso su uno dei tavoli con le braccia dietro la nuca. -Ma quanto ti ci vuole?!- Hermione sbuffó soffiando via una ciocca ribelle che le ricadeva sugli occhi.
-Se mi aiutassi finirei prima!- Il ragazzo sospirò quindi si alzò e la raggiunse.
-Sappi che lo faccio solo perché voglio andarmene a letto!- Hermione lo ignoró, prese una scodella di noci, un tagliere e un coltello e glieli porse.
-Trita le noci.- Fred fece una smorfia ed eseguì il compito. 
-Bene ora devo mettere tutto insieme.- prese le noci e le mise nella miscela che stava mescolando, poi aggiunse la farina. Fred la guardava divertito.
-Spiegami cosa c'è di divertente nel guardarmi impastare!- disse fulminandolo con lo sguardo.
-Si vede che fai fatica!- Hermione smise di impastare e lo guardò truce.
-Allora aiutami!- Fred si guardò intorno.
-No!- rispose ghignando. Fu una frazione di secondo. Fred si era mosso e Hermione si era ritrovata piena di farina. 
-Fred Weasley questa te la faccio pagare cara!- prese a sua volta la farina e la gettò addosso al ragazzo che si piegava in due per le risate. Cominciarono a ridere entrambi e a rincorresi per la cucina continuando a lanciarsi la farina. Alla fine, dopo essere caduti rovinosamente su un mucchio di farina, le divise scure erano diventate bianche come nuvole. Tuttavia continuavano a ridere. Persino Hermione, di solito così attenta e severa, si era lasciata andare per un momento dimenticandosi anche il timore di essere scoperti. 
-Vedi Granger..- disse a fatica Fred tra le risate -Se ti lasci andare sai essere persino divertente!- Hermione finse un'espressione offesa.
-Pensa più ai tuoi capelli! Sembri invecchiato di cent'anni!- Infatti la chioma rossa non si vedeva neanche più tanta era la farina che Fred aveva nei capelli. Si frizionó la testa con le mani e si alzò in piedi porgendo una mano alla riccia. Tornarono alla preparazione dei biscotti. Li infornarono. Attesero parlando del più e del meno, Hermione di scuola, Fred di divertimenti, l'uno che sgridava l'altro per l'argomento scelto e scoppiando entrambi a ridere l'attimo dopo. Suonò il campanello del forno e caldi, tondi e fragranti biscotti alle noci uscirono dalla teglia e vennero depositati su un piatto. 
-Assaggiamo?- propose Fred con un sorriso furbo che assomigliava tanto a quello di un bambino che vuole rubare la marmellata.
-Stai scherzando?!- lo ammonì lei -Ci ho lavorato troppo!-
-E se non sono venuti bene? Vuoi rischiare di darli a Ron senza sapere come sono venuti?- Replicò Fred puntandole un dito contro.
Hermione prese un biscotto e se lo portò alla bocca. Lo assaporò con espressione concentrata poi rispose.
-Sono buoni.- Fred fece una smorfia.
-Si ma serve un parere esterno.- disse prima di prendere a sua volta un biscotto e addentarlo. Doveva riconoscerlo, Hermione era brava ai fornelli e -sua madre l'avrebbe ucciso se l'avesse saputo- quei biscotti erano i migliori che avesse mai mangiato. Hermione lo guardava impaziente di avere una risposta.
-Allora? Sono buoni?- Fred la guardò mandò giù il boccone poi le sorrise.
-Mi dispiace dirtelo...- Hermione divenne bianca come uno straccio -Ma sono buoni.- Finì Fred guardando divertito il colore che lentamente tornava sulle guance della ragazza. 
-Sei uno stupido!- Disse dandogli uno scappellotto sulla testa ancora coperta di farina. Incartarono i biscotti e sistemarono la cucina. Poi si diressero guardinghi al dormitorio. Arrivati in sala comune Fred le mise una mano sulla spalla divertito.
-Tranquilla puoi respirare ora!- Hermione sospirò.
-Buonanotte Fred.- disse avviandosi su per le scale.
-'Notte Granger!- Rispose lui accodandosi alla riccia. Prima di varcare la soglia per il dormitorio femminile la ragzza si voltò.
-Grazie Fred.- Anche lui si girò, sorridente .
-Dovere Granger!- 
Entrato in camera Fred si diresse verso il proprio letto e vi ci si buttò a peso morto vestito e infarinato di tutto punto. George si mosse nel sonno.
-Allora...avete giocato al cuoco e alla cameriera sui fornelli?- chiese questo sottovoce.
-No...abbiamo fatto i biscotti per Ronni..- rispose Fred sempre con tono basso.
-Spiegami perché lo fai.- disse George.
-Faccio cosa?-
-Lo sai..- rispose George. -Spingere le ragazza che ti piace tra le braccia di tuo fratello.-
 
                                                                                                     ***
 
Hermione sapeva cosa doveva fare. Aveva preparato il discorso con Fred, quindi era pronta per consegnare i biscotti a Ron. Teoricamente, perché sapeva che la scusa che Fred avevano trovato per regalare dei biscotti a Ron era alquanto improbabile. Cercò tuttavia di convincersi che, in qialche modo, sarebbe riuscita nell'intento senza troppi problemi. Tentò di rilassarsi focalizzandosi su un'immagine. Ron, Ron che le teneva la mano...oh che dolce visione...e tutto ciò che doveva fare era consegnare quei biscotti. Con un po' più di determinazione entrò in Sala Grande. Era semivuota, molti degli studenti stavano sfruttando la domenica mattina per dormire ed Hermione fu felice che tra questi non erano compresi anche i gemelli. I due, infatti, erano tranquillamente seduti al tavolo Grifondoro a fare colazione e l'idea di avere Fred accanto diede ad Hermione un po' più di sicurezza. Poco lontano stava Ron che, da solo, faceva colazione divorando una gigantesca porzione di cereali. Hermione fu felice nel constatare che Lavanda fosse presente, avrebbe potuto parlare con Ron da sola. Lo salutò e si sedette di fronte a lui. 
-Harry?- chiese lei prendendo un toast e della marmellata. 
-Angelina l'ha fermato per chiedergli non si sa cosa..- rispose il rosso madamdo giù un grosso boccone di cereali.
Hermione lanciò un'occhiata a Fred che la guardò in modo eloquente. Era il momento. Prese il pacchetto di biscotti e lo mise davanti al bicchiere di Ron. Lui poso lo sguardo interrogativo prima sulla confezione poi sulla ragazza.
-Cos'è?- chiese.
-Ehm..- si schiarí la voce la riccia. -Volevo farmi perdonare bene dopo la nostra piccola lite quindi...ti ho preparato dei biscotti alle noci sperando che..- ma non fece in tempo a finire la frase che Ron, alla parola "biscotti", aveva già aperto il pacchetto e ne mangiava il contenuto.
-Ti piacciono?- chiese Hermione sulle spine. Ron annuì convinto.
-Dove li hai presi?- Hermione sorrise mestamente.
-Li ho fatti io.- Ron assunse un'espressione sorpresa.
-Però! Brava!- Hermione sorrise lanciando un'occhiata a Fred che le ricambió lo sguardo. Ron aveva adorato i biscotti che Hermione gli aveva cucinato. La ragazza trasudava felicità. Si sentiva in quel momento frivola e anche un po' stupida per tutti i pensieri che le venivano in mente ma non le importava. Nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.
-Fred Weasley e Hermione Granger?- Un ragazzino basso e biondo, frequentante probabilmente il terzo anno strappò Hermione dai suoi rosei pensieri. Vide Fred allungarsi sul tavolo per prendere due bigliettini rosa dal ragazzo, e porgergliene uno. Il biondino si dileguó all'istante. Hermione e Fred aprirono e lessero i biglietti contemporaneamente, per poi guardarsi allibiti. 
No, non era possibile...
 
 
 
 
NOTA DELL' AUTRICE
Vi chiedo perdono in ginocchio per questo mio ritardo terrificante! Un mese e dico UN MESE è passato dal mio ultimo aggiornamento! Spero solo che il capitolo compensi l'assenza. Stavolta mi sono impegnata seriamente per farlo più lungo e spero di essere riuscita a tirare fuori qualcosa di soddisfacente. Per quanto riguarda ciò che ho scritto riguardo alla Trasfigurazione mi sono affidata all'immaginazione. Ora come vedete entriamo dentro la vicenda e ora è cominciata la vera storia! So di stare cambiando diverse cose nella storia originale ma è proprio mia intenzione..non voglio stravolgerla ma alcuni momenti sono diversi...speró solo di non essre caduta nell'OOC! Nel caso avvertitemi!
Sono felicissima di vedere che non siete calati, ma anzi siete aumentati! 25 recensioni, 43 lettori che mi seguono, 12 preferiti e 5 ricordate! Grazie infinitamente anche a chi legge in silenzio! Mi invogliate a continuare sempre più spesso!
Ringrazio particolarmente Hoon21 che spero di aver accontentato con questo capitolo più lungo, cercherò di scrivere sempre così! ;)
Mi raccomando recensite!
Alla prossima!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 10
*** Punizioni e punti scoperti ***


Buffo come le persone sono imprevedibili. Anche la persona più scontata può sorprenderci compiendo qualcosa di totalmente inaspettato. Era proprio come nei gialli babbani, il colpevole è nella maggior parte dei casi, la donna più dolce, l'uomo più onesto. Insomma, la persona di cui mai avresti sospettato. 
Ed era proprio così che si sentiva Hermione davanti a quella porta. Colpevole, furiosa e si, anche un po' intimorita. Non avrebbe mai potuto immaginare che lei, Prefetto autoritario e diligente, rispettosa delle regole, ora si trovasse insieme a Fred Weasley in attesa di scontare una punizione. Tutto perché si era lasciata trascinare, aveva infranto il regolamento, per cosa poi? Preparare dei biscotti! E questo le scatenava una gigantesca rabbia in petto, verso se stessa e verso il rosso che le stava accanto. Come se non bastasse, quest'ultimo,non si sa per quale strana ragione, sfoggiava un'espressione rilassata e in un certo senso anche indifferente come se la situazione non lo riguardasse minimamente. 
-Mi spieghi perché fai quella faccia?!- chiese irritata Hermione non riuscendo a sopportare quell'espressione leggera. 
-È la mia faccia! Non posso farci niente se sono così affascinante da turbare i tuoi pensieri!- Hermione sbuffó sonoramente cominciando a battere freneticamente il piede sul pavimento. 
-Nervosa Granger?- la stuzzicó Fred. 
-Affatto!- replicò lei stizzita. 
-Ah ecco. Avevo l'impressione che fossi un pelino nervosa.- 
-Certo che lo sono! Sono finita in punizione per colpa tua!- sputó fuori Hermione guardandolo accigliata. 
-Colpa mia? Ti ricordo che io non ti ho costretto a fare nulla...hai accettato di tua spontanea volontà di venire nelle cucine con me!- sorrise beffardo Fred. Ed era vero. Hermione aveva accettato spinta dall'immagine di Ron felice e soprattutto insieme a lei. 
-All'inizio. Ma proprio quando eravamo appena usciti dal ritratto della Signora Grassa ti ho detto di tornare indietro. Lo sapevo che era una pessima idea.- Fred rise. 
-Ed è proprio perché eri spinta dalla paura di essere scoperta che ti sei messa a giocare con me con la farina?- disse ghignando della propria vittoria. Hermione non rispose, si limitó a sospirare e guardare davanti a se. 
-Cosa credi che ci farà fare?- cambiò argomento il rosso fissando la porta di legno massiccio. 
-Non ne ho idea...ci darà dei compiti da svolgere presumo.- 
-Spero solo che non ci farà ricamare qualche centrino! Mi ci vedi a ricamare?- L'immagine di un Fred alle prese con ferri e maglia fece ridere di gusto Hermione. 
-Diciamo che non è un lavoro che ti si addice!- Rispose con l'ombra della risata ancora sulle labbra. 
D'un tratto la porta si aprí e l'immagine della professoressa Umbridge si mostrò ai due in un completo rosa a fiori, la bocca da rospo tirata in un falso sorriso lezioso. 
-Ah siete già arrivati vedo!- la voce stridula e fintamente gentile -Eravate voi a fare questo chiasso quindi...bene visto che siete in anticipo potete subito cominciare la vostra punizione!- sorrise facendo loro cenno di entrare. Hermione e Fred avanzarono nello studio merlettato osservando inorriditi i ritratti dei gatti appesi alla parete. La professoressa chiuse la porta e fece loro segno di accomodarsi su due rigide sedie, poste di fronte a due piccoli tavolini ricoperti di pizzo. Su ognuno vi erano un foglio di pergamena e una piuma ma, stranamente, non vi erano boccette di inchiostro. Si sedettero entrambi silenziosi osservando l'insegnante prendere posto alla scrivania. Li guardava, ora, con un sorrisetto soddisfatto ed una luce negli occhi alquanto inquietante. 
-Voi sapete perché siete qui oggi vero?- proferí con la sua solita voce infantile. Hermione e Fred annuirono. 
-Perché siamo scesi nelle cucine ieri notte.- disse Fred con nonchalance. 
-No, Signor Weasley- rispose leziosa lasciando interdetti i due giovani. -Siete qui- continuó -perché dovete imparare a riconoscere l'autorità e a rispettare le regole. Più volte ho sentito parlare dei suoi indisciplinati comportamenti Signor Weasley. Così come la Signora Granger, sebbene sia una diligente studentessa, abbia violato spesso alcune regole per seguire le sconsideratezze del suo compagno il Signor Potter.- finí tirando la grossa faccia in un'espressione soddisfatta. Hermione indurí i propri lineamenti. Sentiva la rabbia pulsare forte nelle vene e una serie di improperi che risalivano su per la gola fino alla bocca. Ma sapeva che data la situazione, e la persona che aveva di fronte sarebbe stato più cauto mantenere un comportamento neutro e indifferente. 
-Scriverete delle frasi per me fino a quando vi dirò di smettere.- spiegó la professoressa. 
-E l'inchiostro?- chiese Fred inarcando un sopracciglio. 
-Non le servirá può stare tranquillo. Entrambi scriverete "Non devo sfidare l'autorità" sperando che il messaggio penetri a sufficienza. Spero per voi che non ci sarà bisognodi un'altra serata passata qui. Bene potete cominciare!- ordinò prima di chinarsi a correggere dei compiti. 
Fred e Hermione si lanciarono uno sguardo prima di iniziare la punizione. Hermione non diede peso, inizialmente, al pizzicore che provava sul dorso della mano, ma dopo poco un taglio cominciò a segnarle la mano. E lentamente, più scriveva, più il sangue scorreva, più provava dolore, la scritta "Non devo sfidare le autorità" divenne limpida sulla sua pelle. Lo stesso valeva per Fred. Decisamente, pensó Hermione, sapeva nascondere il dolore molto meglio di lei visto che il suo viso, non era scosso dal più minimo fremito. Dopo ore finalmente la Umbridge li lasciò liberi di tornare nel proprio dormitorio. Quando uscirono dall'ufficio videro i corridoi deserti. Probabilmente doveva essere mezzanotte. Cominciarono a camminare senza dirsi una parola, il silenzio rotto solo dai loro passi sulla dura pietra del pavimento. 
-Ti fa tanto male?- chiese Fred. 
-No..- il ragazzo scosse la testa. 
-Granger non sei brava a dire le bugie.- si fermò e le bloccò e il polso destro stringendolo delicatamente, Hermione continuava a tenere lo sguardo basso. Fred osservò la mano della ragazza, gonfia, rossa da cui il sangue continuava ad uscire copiosamente. 
-Ci si potrebbe mettere...- 
-Dell'essenza di Purvincolo...dovrebbe lenire la ferita.- disse Hermione alzando finalmente lo sguardo. Fred poté vedere i suoi grandi occhi castani allargarsi ancora di più, a causa delle lacrime di dolore trattenute a stento. 
-Prepareró la pozione domani mattina e te ne porterò un pó per poterti medicare.- disse Hermione. Fred annuì e i due ricominciarono a camminare. 
-Allora qual'è la prossima mossa?- domandò il ragazzo. 
-Per cosa?- Hermione lo guardò incerta. 
-Ron è ovvio!- Rispose il rosso con semplicità. 
-Dopo quello che è successo tu vuoi ancora continuare?! Sei impazzito?!- Fred alzò un sopracciglio. 
-Perché tu non vuoi? Dai Granger questo è stato solo un incidente di percorso! Ti assicuro che il prossimo passo sarà meno doloroso.-
-Che hai in mente Weasley?- chiese Hermione sospettosa. Fred sfoggió un sorrisetto soddisfatto. 
-Lo saprai presto...Mimbulus Mimbletonia..- nel frattempo erano arrivati alla Torre di Grifondoro. 
-Non mi piace quando sei così misterioso...non preannunci niente di buono..- lo guardò accigliata Hermione salendo le scale che portavano al dormitorio insieme al ragazzo. 
-Non ti preoccupare Granger...ricorda cosa ti ho detto. "Sarà indolore"- Hermione incroció le braccia al petto poi sospirò. 
-Lo spero per te.- Si diedero la buonanotte dirigendosi ognuno per la sua strada. Fred varcó la porta del dormitorio e si ritrovó faccia a faccia con George. 
-Ehi fratellino! Che ci fai alzato a quest'ora? Non c'era bisogno che mi aspettavi sveglio! Che c'è non puoi stare troppo tempo senza il tuo amato Freddie?- Disse sorridente avviandosi verso la propria stanza. 
-Di un pó, ti piace soffrire?- Fred lo guardò stralunato, George era stranamente serio. 
-No..- 
-Allora spiegami perché continui a fare questo...ho ascoltato la vostra conversazione qui fuori. Tu vuoi proprio spedirla nelle braccia di Ron!- Fred sbuffó. 
-Ancora con questa storia?- 
-Si Fred ancora con questa storia visto che sembri sbattere sempre sullo stesso muro! La Granger ti piace e tanto! Perché cerchi di mandarla dritta dritta tra le braccia di Ron e non provi a conquistarla? Non è da te!- Fred sospirò esasperato. 
-Non sono innamorato di Hermione, quante volte te lo devo dire?- George ridacchió. 
-Innamorato? Io non ho mai detto innamorato...- si guardarono negli occhi, Fred sospiró. 
-Per Ron...è una possibilità sicura di essere felice...di avere una ragazza come si deve accato e non quell'oca che si porta dietro ora. In fondo credo che anche lui sia interessato a Hermione.- 
-E la tua possibilità di essere felice?- Fred fece spallucce. 
-Io sarò sempre felice! E poi ci sono tante ragazze!- 
-Si ma c'è una sola Hermione!- Fred sorrise. 
-Oh...lo so.- 
 
                                                                                               *** 
 
Come richiesto da Fred, il giorno seguente, lui e Hermione si erano ritrovati in un'aula vuota del sesto piano. I due seduti ad un tavolo scuro si fissavano senza dire una parola. 
-Fred si può sapere perché non dici niente? Allora cosa vogliamo fare?- Fred sorrise malizioso. 
-Be possiamo stabilire cosa fare con Ron o dedicarci a qualcosa di più piacevole..- Hermione avvampó furiosamente. 
-Ti piacerebbe Weasley- disse sprezzante riassumendo il controllo -Ma preferisco dedicarmi ai nostri piani su Ron.- Fred ridacchió e si abbassò per tirare fuori dalla propria borsa quelli che sembravano libri ma che poi si rivelarono essere...riviste di Quidditch. 
-Se c'è una cosa che Ron adora è il Quidditch quindi tu devi cercare di interessarti un po' di più!- Hermione lo guardò scettica. 
-Non sto dicendo che devi diventare un'esperta ma potresti almeno cercare di imparare il nome di qualche giocatore e delle squadre più importanti. Non ti farebbe male poi, mostrarti più interessata quando si parla di qualche partita.- Hermione annuí. 
-Bè ho letto il "Quidditch attraverso i secoli" e..- 
-No no no no ferma! Il Quidditch non lo impara sui libri! Il Quidditch si vive!- Hermione sbuffó. 
-Ma hai appena detto che devo imparare i nomi dei giocatori e delle squadre!- 
-Si, ma non stando ore su inutili libri! Domani pomeriggio c'è l'allenamento di Quidditch della squadra e anche Ron gioca, non benissimo, ma ci prova. Potresti venire a vedere.- Hermione sembrò valutare l'idea poi annuì convinta. 
-È una buona idea. E per la storia dei giocatori e delle squadre?- 
-Ti istruiró io. Ma non ora, mi avevi promesso una lezione oggi.- concluse Fred facendole l'occhiolino. Passarono le due ore seguenti ad esercitarsi con gli incantesimi di Trasfigurazione poi quando la campana rintoccó le sette di sera Fred decise di aver assimilato a sufficienza. 
-Basta Granger risparmia l'ultimo neurone sopravvissuto!- Hermione ridacchió. 
-Va bene. Te ne devo dare atto, oggi eri anche abbastanza attento!- Fred si stropicció gli occhi mentre la riccia riponeva i libri nella borsa. 
-Ancora non mi hai risposto. Perché ti piace Ron?- Ed ecco che tornava all'attacco. Hermione sbuffó. 
-Non credo che siano affari tuoi.- disse Hermione incrociando le braccia. -No infatti. Ma è mio fratello e tu mi hai chiesto una mano per accalappiarlo. Un pó di curiosità è lecita.- Replicò Fred facendo spallucce. Hermione sospirò stanca. 
-Non lo so perché sinceramente. Credo che mi sia sempre interessato, o forse è una cosa nata da poco. Sta di fatto che io me ne sono accorta solo ora.- Fred la guardò con espressione indecifrabile. 
-Scusa ma cosa dovrebbe avere un ragazzo per piacerti?- 
-Be...dovrebbe farmi divertire, io sono una ragazza molto seria quindi vorrei qualcuno che mi contro bilanciasse facendomi ridere e facendomi sentire a mio agio...- Era diventata un fiume di parole. Non pensava fosse così facile aprirsi con Fred e non avrebbe mai immaginato di parlare con lui di un simile argomento. Ma si sentiva così rilassata, come se fosse nel posto giusto con la giusta persona con cui parlare.
-E credi che Ron risponda a questi canoni?-
-Si. No. Non lo so, forse. Per ora non ci voglio pensare.- disse scuotendo la testa e alzandosi in piedi. Mise la borsa in spalla e si rivolse di nuovo verso il rosso. 
-Andiamo a cena?- Il ragazzo annuì alzandosi a sua volta e seguendola. 
-A proposito grazie della pozione!- disse lui mostrando la mano che la sera prima sfoggiava una grossa scritta insanguinata , ora completamente cicatrizzata.
-Figurati!- rispose lei.
-Non te la cavi poi così male! Non mi è ancora successo niente e non ho subito gravi mutamenti fisici!- Per tutta risposta la riccia gli lanciò uno sguardo di fuoco prima di sorridere insieme al ragazzo.
Lui non sapeva che nella mente di Hermione un grosso punto interrogativo si stava formando. 
 
                                                                                                    *** 
 
Accidenti a lei e al suo maledetto cervello sempre in funzione! Si era appena coricata ma non riusciva a chiudere occhio. Il dubbio che era sorto ore prima e che aveva marginalizzato fino ad allora, era tornato prepotente a fare capolino nella sua testa. Fred le aveva chiesto di descrivere il suo ragazzo ideale, e riflettendoci bene il ritratto che ne era uscito non corrispondeva per niente con quello di Ron. E ciò che la metteva in difficoltà era un unico pensiero: "il tuo ragazzo ideale assomiglia molto a Fred." Fino a due anni prima Hermione nutriva un certo interesse per il ragazzo, ma alla fine la cosa era sfumata da sola. E allora perché trovava così opprimente quella situazione? Calma, si diceva, devo essere coerente. Cosa aveva Fred che Ron non possedeva? Il potere di farla ridere, o forse la capacità di metterla sempre a proprio agio? Fred, come Ron, la faceva arrabbiare, ma i loro piccoli screzi finivano con una battuta del ragazzo e una conseguente risata. Con Ron erano anche arrivati a non parlarsi per settimane. Sarebbe stato così anche se si fossero messi insieme? 
-Basta!- sussurrò battendosi un pugno sulla fronte. A lei piaceva Ron, non c'erano dubbi. Si giró nel letto e finalmente si addormentò.
 
 
 
 
NOTA DELL'AUTRICE 
Chiedo veramente perdono per il gigantesco e imperdonabile ritardo con cui ho aggiornato. Ho avuto solo un mese molto impegnativo e faticoso e come se non bastasse mi sono fatta male al braccio, perciò per un periodo non ho potuto scrivere. Spero che questo capitolo vi piaccia perché qui cominciamo a vedere un cambiamento nei personaggi. Non sono molto sicura di come ho sviluppato alcuni punti quindi per ogni parte più oscura fatemi sapere. Spero di essere riuscita a descrivere bene la Umbridge...non ne sono così certa.
Sono molto felice del fatto che mi seguiate sempre più numerosi! Sono commossa! Grazie mille! Siete meravigliosi! Credo che il prossimo capitolo arriverà più in fretta! Detto questo spero che vogliate recensire e lasciarmi la vostra opinione!
Alla prossima!
MadHattersTwinSister

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Capitolo 11
*** Quidditch e tradizioni babbane ***


Novembre era giunto al termine ed entrato Dicembre già nel castello si poteva respirare l’imminente aria natalizia. Il vento gelido sferzava impetuoso annunciando un freddo e piovoso inverno. Nessuno usava più girovagare per i prati che costeggiavano il castello o nei chiostri dopo le lezioni. E allora cosa ci faceva Hermione, seduta su uno scomodo sedile nel campo di Quidditch, quel sabato pomeriggio? Un certo ragazzo dai capelli rossi aveva avuto la brillante idea di farla assistere agli allenamenti. Hermione si domandava se fosse stato saggio seguire i consigli di quel pazzo. Per conquistare Ron stava faticando più di quanto avesse immaginato! Prima aveva dovuto fare a brandelli il proprio orgoglio chiedendo scusa al ragazzo in questione, in seguito si era avventurata nelle cucine di notte per preparargli dei biscotti guadagnandosi una bella punizione, e ora metteva a repentaglio la propria salute per assistere ad un allenamento di Quidditch. Come se non bastasse doveva anche dare ripetizioni di Trasfigurazione a Fred, l'ideatore di tutti quegli assurdi piani.

A pochi metri da lei stava Lavanda che, temeraria, aveva sfidato il freddo e il gelo per assistere, come di consueto, all'allenamento del suo amato. Hermione si sorprese del fatto che, la sua presenza, non le dava il minimo fastidio. Ma prima di potersi interrogare su quello strano fatto, i giocatori fecero il loro ingresso in campo. La riccia poté scorgere Angelina Jhonson librarsi in aria, seguita dai Gemelli, Harry, Ron, Alicia Spinnet e Katy Bell. Non fece fatica a distinguere Fred da George, il primo, intanto, le aveva rivolto un cenno con la mano a cui lei aveva gentilmente risposto. E poi non era difficile riconoscerli dato che solo uno dei due portava il solito ghigno egocentrico, sfoggiato ogni qual volta montava su un manico di scopa. Inutile dire che il gemello dall'espressione beffarda fosse proprio Fred.

Dopo aver effettuato due giri di campo in volo, i giocatori, iniziarono ad allenarsi. Le cacciatrici schizzavano da una parte all'altra lanciandosi la pluffa, Harry rimaneva fermo in attesa di scorgere il boccino per poi scendere in picchiata, afferrarlo e liberarlo nuovamente. I Gemelli posti ai due lati opposti del campo battevano alternativamente il bolide servendosi delle mazze. Hermione li osservava volteggiare soffermandosi su Fred.

Era assurdo, tutta quella situazione era assurda. La loro alleanza, l'accordo che avevano stipulato. Eppure c'era un risvolto positivo in tutta quella storia. Hermione trovava, ormai, piacevole la compagnia del ragazzo, stavano, lentamente, conoscendosi e facendo amicizia. Era divertente architettare con Fred nuovi trucchi per far colpo su Ron, era piacevole passare i pomeriggi-almeno per lei lo era- completamente immersi nei libri per ripassare Trasfigurazione. E nonostante tutti gli ostacoli, tutte le arrabbiature e i nervosismi, Hermione non potè fare a meno di pensare che, si, quell'intesa era bella. Bella come i muscoli di Fred che guizzavano sotto la divisa scarlatta quando il ragazzo, si lanciava per colpire il bolide, e il successivo sorriso trionfante che si apriva sulle sue labbra...aspetta, cosa? Hermione, riscossa da quei pensieri, si spalmó una mano sul viso. Calma, si disse, sei solo suggestionata dal sogno di stanotte.

“Hermione correva per i corridoi. Era in ritardo. O forse scappava? Non lo sapeva, era solo certa del fatto che doveva correre, volare, nulla avrebbe potuto fermare la sua corsa. Nulla tranne...-Ahia!- si ritrovó a terra massaggiandosi il fondoschiena. Alzò lo sguardo sul suo ostacolo pronta a dirgliene quattro, ma appena incroció la sua figura un sorriso le illuminó il volto. Il ragazzo che aveva davanti le dava le spalle e la sua immagine era sfocata: non era possibile distinguerne i contorni o stimarne l'altezza, ma la prima cosa che di lui saltava agli occhi erano i capelli rossi come delle spire infuocate.                                                          

-Sei tu! Sei tu quello che cercavo quello di cui avevo bisogno! Mostrati. Mostra il tuo viso.- disse Hermione, la cui voce lasciava trasparire tutta la gioia che provava. Ora ricordava: correva per i corridoi alla ricerca di qualcosa che colmasse la necessità che la opprimeva. Necessità...ma di cosa? Non lo sapeva e non si preoccupava di venirne a conoscenza. Sentiva solo il bisogno di qualcosa e quel qualcosa risiedeva esattamente nel ragazzo che le sostava di fronte. Gli girò intorno per scoprirne finalmente l'identità, ma il giovane rimaneva di spalle da qualsiasi angolazione lo si guardasse. Hermione, presa dallo sconforto, cadde in ginocchio piangendo tenendo il viso fra le mani. Improvvisamente, un tocco gentile sulla spalla le fece alzare lo sguardo. Il ragazzo si piegò alla sua altezza e le carezzó una guancia asciugandole una lacrima.

-Lo sai già Granger- inizió sorridendo sghembo -ci sarà sempre Fred Weasley ad asciugarti le lacrime e a farti sorridere.- Hermione sorrise e pochi attimi dopo, senza che se ne fosse minimamente resa conto, era incollata alle labbra del ragazzo colmando, finalmente, quell'opprimente bisogno.”

In seguito la ragazza si era svegliata di soprassalto maledicendo se stessa e Fred una dozzina di volte. Fred...certo che baciava bene...Ma che baciava bene Hermione?! Era solo un sogno! Cercava di convincersi mentalmente massaggiandosi le tempie ad occhi chiusi. Una folata improvvisa di vento la fece stringere nelle spalle.                                                                                                                                          

-Che c'è Granger?- sbarró di colpo gli occhi osservando il ragazzo che a un metro da lei fluttuava sulla propria scopa.

-Non ti diverti più? Guardare Ron mancare tutte quelle palle ti ha fatto venire il mal di testa?- chiese ancora beffardo.

-Eh?..- la ragazza si sporse a guardare Ron accorgendosi solo in quel momento che, da quando era arrivata, non gli aveva minimamente prestato attenzione. Aveva solo pensato a Fred. Dannato Fred!, pensò.

-No va tutto bene. Sto solo congelando ma per il resto tutto è nella norma. Che c'è ti preoccupi per me Weasley?- chiese scherzosa pentendosi l'attimo successivo. Le immagine del sogno di quella notte erano ancora vivide nella sua mente.

-Come potrei non preoccuparmi per te, mia dolce Granger?- disse il ragazzo ghignando facendo avvampare Hermione più del dovuto.

Intanto l'allenamento era giunto al termine e, sotto sollecitazione di Fred, la ragazza si era recata all'uscita degli spogliatoi. Ad attendere assieme a lei c'era Lavanda pronta ad accogliere a braccia aperte il suo amato Ron-Ron. Uscì per primo Harry che alla vista della migliore amica si bloccò, tolse gli occhiali per pulirli e una volta averli riposti sopra il naso sgranó gli occhi.

-Hermione? Che ci fai qui?- La ragazza sorrise.

 -Sono venuta a vedere l'allenamento!-

-E come mai?- la voce di Ron si intromise nella conversazione. Si fece avanti con Lavanda arpionata al braccio come un falco.

-Beh mi interessava...- disse lei sbrigativa.

-E da quando? Poi sei venuta a vedere un allenamento pessimo.-Non è vero, Fred ha giocato bene, pensò la riccia -Ho parato la palla, si e no, due volte.-Ah, ecco. Si maledisse per i propri pensieri prima di rivolgere un sorriso bonario a Ron.

-Sta tranquillo Ron! Sono certa che anche Joey Jenkins all'inizio non era nulla di speciale! Tu continua ad esercitarti- disse guardandolo con un sorriso a metà tra il confortante e il soddisfatto. Il ragazzo infatti, come Harry, era rimasto a bocca decisamente spalancata Il rosso le si aviccinò scostandosi da Lavanda, la quale fece un’espressione decisamente omicida, per mettere le mani sopra le spalle di Hermione.

-T-tu sai chi è Joey Jenkins?- chiese con voce tremolante. La ragazza annuì sorridendo.

-Certo che lo so! E’ stato il più grande battitore mai appartenuto alla squadra dei Cannoni di Chudley!- sciorinò con noncuranza.L’espressione di Ron era impagabile, la bocca spalancata per la sorpresa, gli occhi sgranati, avrebbe meritato una fotografia.

-E da quando sei così esperta di Quidditch?- chiese con fare indagatorio.

-Beh…è pur sempre un aspetto della cultura del Mondo della Magia perciò ho deciso di tenermi informata anche su questo. E devo confessare che saperne di più sulle squadre e la storia che le circonda è veramente interessante! Non possono non rimanerti in mente giocatori e date importanti come Jenkins o il 1921, l’anno in cui Plumpton stabilì il record inglese per la cattura più veloce del Boccino!- sorrise soddisfatta del suo discorso, non aveva mai detto così tante sciocchezze tutte insieme. Quei due giocatori e quella data erano gli unici che si ricordava visto che tutta la sue conoscenze erano basate su una breve sbirciata ad una rivista. Non avrebbe saputo rispondere così bene ad altre domande più approfondite. Ma questo bastò a Ron per aprirsi in un sorriso gioioso e spettacolare. Gli occhi gli brillarono ed Hermione potè sperare di aver visto una scintilla diversa nei suoi occhi. Si fissarono ancora, mantenendo uniti gli sguardi. La ragazza era felice, forse era riuscita nel suo intento, forse Ron aveva veramente sviluppato un interesse diverso nei suoi confronti. Lo vide alzare una mano, convinta che stesse per prenderle il viso tra le mani e regalarle finalmente il bacio che tanto agognava. Non le importava della presenza degli altri, quello era il suo momento di trionfo. Chiuse gli occhi percependo il cuore battere all’impazzata. Ne era sicura, a lei piaceva Ron non Fred. Ron le faceva battere il cuore e Fred...Decise di non pensare a lui per un attimo, voleva godersi quel momento e finalmente…

-Beh brava Herm!- disse Ron accompagnando la frase con una pacca sulla spalla della ragazza. Hermione aprì gli occhi. E si ritrovò davanti il viso di Fred che la guardava con espressione incerta.

-Scusa se te lo dico ma…è stato esilarante!- scoppiò in una sonora risata. Erano rimasti solo loro due davanti agli spogliatoi e tutti gli altri si erano già avviati verso il castello. La riccia incrociò le braccia al petto lanciandogli occhiate di fuoco. Fred placò le proprie risa e le mise un braccio attorno alle spalle facendo, naturalmente, imporporare le guance della ragazza.

-Ora dobbiamo pensare a qualcos’altro. Qualcosa che faccia veramente effetto su Ron perché l’idea del Quidditch, mi pare ovvio non abbia funzionato.- Hermione per tutta risposta lo guardò torva.

 

 

                                                                           ***

 

 

Erano passate diverse settimane dal giorno dell’allenamento. Hermione era sommersa dai compiti che, con il passare del tempo, diventavano sempre più pesanti e di mole sempre maggiore. Non aveva più avuto tempo per parlare con Fred e decidere quale fosse stata la prossima mossa. Tra lo studio e l’impegno che metteva nel C.R.E.P.A.  era fortunata a riposare almeno otto ore per notte. Ma le vacanze erano omai dietro l’angolo. Senza minimamente accorgersi del tempo che passava, l’ultima settimana di lezioni prima delle vacanze natalizie era arrivata e così anche l’ultimo incontro dell’ES. Dopo l’esercitazione Harry si congratulò con tutti e dopo essersi scambiati gli auguri i ragazzi uscirono dalla Stanza delle Necessità diretti, silenziosamente, ai propri dormitori. Entrata in Sala Comune apparentemente vuota dietro Ron, Hermione, scorse la figura di un altro rosso seduto su una poltrona. Fred le fece segno di aspettare e, dopo aver liquidato l’amico con una scusa, la riccia si sedette sul divanetto di fronte al fuoco.

 

C’è una tradizione nel mondo Babbano. Colui o colei che bacerai sotto ad un rametto di vischio, sarà la persona che ti affiancherà per tutta la vita, la tua anima gemella.

 

-Come va?- esordì il rosso. Hermione fece scattare un sopracciglio verso l’alto e Fred ridacchiò.

-Va bene ho capito, veniamo al sodo. Ho pensato e ripensato e credo che ci sia solo una cosa capace di far concentrare le attenzioni di Ron su di te. La gelosia.- sottolineò l’ultima parola con un ghigno malandrino. La ragazza lo guardò perplessa non capendo il senso di quelle parole.

-E come potrei suscitare la su gelosia?- Fred ghignò ancora più apertamente.

-Semplice Granger…devi metterti assieme a qualcuno. Fidanzarti per finta con qualcuno che sicuramente scatenerà la gelosia di Ronnie.- spiegò Fred come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Qualcuno tipo?- chiese Hermione curiosa.

-Non lo so. Tipo me.- la ragazza sgranò gli occhi avvampando.

-Granger respira!- la prese in giro lui. –Non ho detto mica che ci dobbiamo sposare. Dobbiamo solo fingere di stare insieme. Vedrai come se la prenderà!-

-V-va bene. E se dovesse capire che è tutta una recita?- Fred la guardò scettico.

-E’ di Ron che parliamo. Basterà solo che tu sia il più convincente possibile. Non mi sembra che tu sia un’attrice così pessima dopo la scenetta del Quidditch!- la guardò con un sorrisetto furbo. Hermione sorrise e si alzò in piedi seguita da Fred.

-Ci sto Weasley ma tu promettimi che non farai nulla per imbarazzarmi più del dovuto!- disse puntandogli contro un dito accusatore. Fred alzò le mani in segno di resa.

-Promesso Granger.- Hermione si schiarì la voce e lo guardò con espressione indecifrabile.

-Volevo salutarti prima delle vacanze.- Fred la guardò confuso. –Salutarti come si deve.- specificò lei. –Volevo ringraziarti per tutto l’aiuto che mi stai dando. Grazie.- concluse lei sorridendo mesta, facendo sorridere anche il ragazzo.

-E’ un piacere Granger.- rispose lui facendo un piccolo inchino. Hermione non si aspettava di trovare il coraggio per farlo, era una cosa del tutto stupida e irrazionale che in un momento di lucidità non avrebbe mai azzardato. Si alzò sulle punte lasciando un casto bacio sulla guancia del rosso. Arrossì subito dopo guardando la faccia allibita del rosso e indietreggiò.

-Buon Natale Fred.- disse prima di scappare su per le scale. Fred ridacchiò.

-Buon Natale Hermione.- si buttò a peso morto sulla poltrona con un sorriso a trentadue denti. Sollevò la testa notando solo in quel momento che sopra al punto in cui un attimo prima i trovavano i due ragazzi vi era un piccolo ramoscello i vischio.

 

C’è una tradizione nel mondo Babbano. Colui o colei che bacerai sotto ad un rametto di vischio, sarà la persona che ti affiancherà per tutta la vita, la tua anima gemella.

 

Strano ma vero, Hermione non la conosceva, ma Fred si.

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE

Sebbene non abbia fatto un ritardo clamoroso come l’ultima volta, le vacanze non mi hanno permesso di rientrare nei tempi che mi ero prefissata. Spero che l capitolo compensi l’attesa. Io personalmente ne sono soddisfatta. Ditemi se c’è qualsiasi cosa che non va. Sarò felice di cambiarla o spiegarla.

Grazie mille per le recensioni che mi lasciate! Non avete idea di quanto mi facciate felice!

Alla prossima e mi raccomando, recensite!

MadHattersTwinSister

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Capitolo 12
*** Gli piaceva ridere con lei ***


Fred Weasley si era interrogato più volte su come fosse successo, ma non riusciva mai a trovare una risposta. Forse era semplicemente maturato col tempo quel qualcosa che provava ogni volta che Hermione era nei paraggi, o forse era bastato guardarla una volta più attentamente per capire che lei era diversa, che aveva qualcosa in più. Qualunque fosse il modo in cui lei era entrata nella sua mente, Fred non riusciva a non pensare a come, solo qualche mese prima, erano riusciti a creare un’intesa e a diventare...amici. E in quel lasso di tempo il qualcosa era diventato più grande, più importante.
 
Tu vestita da bambina,
prigioniera, vuoi scappare
da una perfida regina
così seria da star male.
Posso dirti una parola,
non ho niente di speciale,
ma se ridi poi vuol dire
che una cosa la so fare
se mi lancio in un'aiuola,
casco e non mi faccio
male.

 
E anche quel pomeriggio stava scivolando via, mentre i due ragazzi rintanati in un aula in disuso -la biblioteca era un posto troppo affollato e pieno di testimoni secondo Fred- intenti a studiare Trasfigurazione. O meglio, Hermione cercava di spiegare i principi fondamentali della materia e Fred cercava di non distrarsi nel guardare la bocca della ragazza muoversi sentendo solo suoni ovattati. Era diversa quel giorno, più cupa, impercettibilmente meno autoritaria e orgogliosa. Così gli era uscita quella domanda, come se nulla fosse.                                                                                                          
–Che cos’hai?- Hermione lo guardò stranita interrompendo la lettura. Scosse le spalle cercando di sviare alla domanda e riprese leggere. Fred le prese il libro dalle mani e lo chiuse nascondendolo dietro alla schiena.                                                                                                                                   -Che cos’hai?- ripetè. La ragazza sbuffò.                                                                                                              
 –Perché dovrei avere qualcosa? Perché la nostra insegnante di Difesa contro le Arti Oscure è una spia del ministero che vuole impadronirsi della scuola? Perché il mio migliore amico non vuole dirmi cosa lo tormenta e non vuole nessun tipo di aiuto? Perché su di noi incombe una Guerra? Perché devo riuscire a trovare il tempo per fare altri berrettini per il C.R.E.P.A.? O perché cerco di attirare le attenzioni di tuo fratello senza avere il minimo successo?- Fred la guardò ammutolito -Non ho nulla, quindi, posso avere il mio libro?- Il ragazzo le restituì il volume. Hermione ricominciò a leggere e Fred scosse la testa sorridendo amaro. Non era quello il momento di parlarne, lo sapeva, ma sarebbe arrivato. Hermione si faceva carico di tante responsabilità nonostante fosse così giovane. Era ancora una ragazzina e tutto ciò che avrebbe voluto sarebbe stata solo un po’ di tranquillità o qualcosa per evadere dalla realtà. Per questo fu felice quando con l’ennesima battuta era riuscito a vedere il suo sorriso. Non era niente di speciale, ma se lei rideva, qualcosa era pur riuscito a fare.
 
E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo
una mattina dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata?

 
E piangeva ancora quel giorno. L’aveva trovata nuovamente in lacrime, rintanata tra una colonna e il muro. Si chiedeva perché ultimamente la vedeva sempre in quello stato . Non era più lei. Era sempre stata così orgogliosa e forte. Si era avvicinato a lei, l’aveva consolata ancora, abbracciata e aveva scoperto che era di nuovo Ron la causa delle suo pianto. Non potè non provare un moto di rabbia verso il fratello, stava distruggendo Hermione! Ok, forse era un po’ esagerato, ma lei era diventata molto più fragile e solo perché voleva essere guardata da Ron in un modo diverso e ciò non accadeva. Nei  suoi sogni era Ron il principe azzurro che la portava con se su un cavallo bianco, e lui la vedeva solo come un’amica. Fred si intristì un poco mentre continuava a darle conforto. Ron non era disposto ad essere il cavaliere dei sogni di Hermione, e lei non si accorgeva che c’era un altro Weasley che la guardava da lontano in un’armatura d’argento.
Si rincorrono i ricordi
come cani in un cortile
tu nemmeno te ne accorgi
come un fesso vorrei farti innamorare,
no ti prego non andare,
se puoi rimani
fino a domani.

 
E più la guardava camminare e parlare, più lei gli entrava in testa. Una volta George gliel’aveva detto, forse Fred era veramente innamorato di Hermione. E con quelle battute, con tutti quei comportamenti ridicoli e ribelli che la facevano tanto arrabbiare, cercava di attirare la sua attenzione, di farla innamorare, di farsi guardare da quegli occhi castani in modo diverso. E cercava stupidamente di poter rimanere con lei il più possibile quando avevano la possibilità di stare soli a studiare, facendo qualche domanda in più per riuscire a farla parlare all’infinito. Perché gli piaceva vederla parlare. E gli piaceva averla egoisticamente solo per se.                        
Questo mondo è freddo 
ma rido e mi sento fortunato 
perchè tutto ha un prezzo 
ma nulla vale quanto un tuo bacio
                                                                                                           Scriverò una canzone solo per te 
e poi la canterò per farti sorridere 
e cercherò
parole bellissime 
che non saranno mai 
belle come te 
C’era la guerra, era tutto più difficile. Lo era anche ridere, ma non per lui. Lui rideva lo stesso perché se avesse smesso lo avrebbe fatto anche il resto del mondo. Fred e George erano le colonne della risata per tutti. Portavano l’allegria nonostante il freddo che circolava da quell’estate, da quando Voldemort era tornato. Era difficile sorridere, ma dovevano farlo, lui doveva farlo, anche per lei. Doveva trovare il buon umore per farlo trovare anche a lei, quando la scopriva in lacrime. E non c’era nulla di più bello quando lei lo ringraziava e poi la abbracciava. Perché niente che gli faceva trovare il sorriso quanto stringerla tra le braccia. Quelle battute le trovava solo per lei, solo per farle tornare il sorriso. Era tutto un copione già pronto, e lo aveva scritto solo per lei.
Così quando sei giù di morale 
e io sono lontano a suonare 
la mia voce ti possa trovare 
e ti ricordi che sei speciale 
perchè quando ti ho accanto 
il mondo sembra meno bastardo 
vorrei dirtelo ma non parlo 
e poi mi perdo in fondo al tuo sguardo 
così fragile così fiero 
così semplice così vero 
da lasciarmi senza respiro 
in fissa con la faccia da scemo 
tu mi guardi con un sorriso 
e dici che mi manca qualche neurone 
io mi lascio prendere in giro 
e intanto penso a questa canzone.

 
Erano speciali i momenti in cui studiavano, da soli. Adorava quegli attimi in cui l’ascoltava assorto, guardando i suoi occhi che luccicavano mentre parlava di qualcosa sulla Trasfigurazione. Era così orgogliosa, fiera e vera. E gli piaceva anche quando lei lo scopriva incantato a guardarla, con un’espressione un po’ ridicola. Lo guardava stranita mentre lui si risvegliava al suo torpore, e rideva con lei quando gli diceva che non era normale e gli mancava qualche neurone. Perché gli piaceva anche essere preso in giro, da lei, perché poteva vederla sorridere e ridere insieme a lui.
E forse George aveva ragione, forse era davvero innamorato di lei.
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
Ho scritto questo capitolo in forma di Song-fic per descrivere i pensieri di Fred. Lo avevo in mente da quando ho iniziato a scrivere la storia e sono contenta di come è venuto fuori. Ditemi e vostre impressioni perché forse sono caduta nell’OOC o magari non sono riuscita a scrivere un buon capitolo. Beh, fatemi sapere! Le canzoni che ho utilizzato sono “Il comico (sai che risate)” di Cesare Cremonini e “Per farti sorridere” dei Gemelli diversi.
Alla prossima!
Hermione00
 

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Capitolo 13
*** Avviso ***


Un avviso. Il secondo in questa fanfiction, e me ne vergogno. Anche se non avrete voglia di star a sentire la lista dei motivi che giustificano la mia assenza di due mesi, devo darvi comunque una spiegazione. Lo devo a voi quanto a me stessa.
In questo periodo ho avuto molto da fare, tra studio e impegni vari. Ma non è slo questo il problema. Nelle ultime settimane mi sono sentita distaccata, non dalla Saga ma dal mondo delle fanfiction. Ho smesso di leggere e di recensire le storie che seguivo come ho smesso di scrivere. In particolare con questa storia ho avuto dei problemi. Non la sento piu mia. Anche se riprenderò a scrivere i capitoli e la termineró nel modo che mi ero prefissata, non sarò comunque soddisfatta. Non fraintendetemi, sono felice che la storia abbia riscosso successo. Mi avete seguita e sostenuta e per questo vi sarò sempre grata. Ma ho bisogno di fare, se mi riesce, un salto di qualità. E lo vedo possibile solo con la storia che sto scrivendo: "The metamorphosis". Ho interrotto anche quella, ma per mancanza di fantasia. Mi sono lanciata a scrivere con un'idea generale della storia e poi mi sono bloccata. 
Vi chiedo scusa, alcuni si saranno anche dimenticati di me. Riprenderò a scrivere, ve lo prometto. Forse in settimana, o magari a prossima. Non mi fisso più scadenze che non sono capace di rispettare. Ma mi risentirete, presto.
Per ora vi saluto.
Alla prossima!

MadHattersTwinSister

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