Cominciò tutto un'estate di m4ryb4m (/viewuser.php?uid=17955)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN NUOVO LAVORO ***
Capitolo 2: *** UN INCONTRO ***
Capitolo 3: *** INSICUREZZA E IMBARAZZO ***
Capitolo 4: *** NUOVE CONOSCENZE ***
Capitolo 5: *** UNA SCOPERTA INASPETTATA ***
Capitolo 6: *** BRUTTI PRESENTIMENTI ***
Capitolo 7: *** UN ALTRO INVITO ***
Capitolo 8: *** UNA PIACEVOLE NOVITA' ***
Capitolo 9: *** UN'ALTRA NOVITA' ***
Capitolo 10: *** IL FATIDICO GIORNO ***
Capitolo 11: *** IL CONCERTO ***
Capitolo 12: *** UNO STRANO COMPORTAMENTO ***
Capitolo 13: *** TRISTEZZA E RABBIA ***
Capitolo 14: *** SCUSE ***
Capitolo 15: *** L' INIZIO DI QUALCOSA ***
Capitolo 16: *** RITORNO ***
Capitolo 17: *** UNA SORPRESA ***
Capitolo 18: *** UN SENTIMENTO SEMPRE PIU' GRANDE ***
Capitolo 19: *** CATTIVE NOTIZIE ***
Capitolo 20: *** IL NUOVO SINGOLO ***
Capitolo 21: *** COMPLICAZIONI ***
Capitolo 22: *** FELICITA' MA ANCHE DIFFICOLTA' ***
Capitolo 23: *** PARTENZA ***
Capitolo 24: *** IN TOUR: I PRIMI SEGRETI SVELATI ***
Capitolo 25: *** IN TOUR: ALTRI SEGRETI VENGONO ALLA LUCE ***
Capitolo 26: *** RINCONTRARSI ***
Capitolo 27: *** NON E' UN ADDIO ***
Capitolo 28: *** LONTANANZA ***
Capitolo 29: *** UNA DECISIONE IRRIMOVIBILE ***
Capitolo 30: *** LA GIUSTA CONCLUSIONE ***
Capitolo 31: *** SEI ANNI DOPO ***
Capitolo 32: *** IL LIETO FINE ***
Capitolo 33: *** EPILOGO: LA FAMIGLIA BAKER ***
Capitolo 1 *** UN NUOVO LAVORO ***
***
Do you have the time
to listen to me whine?
"No! E' già ora di alzarsi!" esclamò Claire spegnendo la sua sveglia, che
come al solito la destava dai suoi sogni con Basket Case dei Green
Day.
Anche se adorava la voce di Bille Joe, ultimamente aveva cominciato a non
sopportare quella melodia che equivaleva ad uno "Svegliati pigrona! E' ora di
alzarsi!" di sua madre.
La ragazza si alzò dal letto controvoglia, scostò il lungo ciuffo di capelli
scuri che le ricadeva sulla faccia e si stiracchiò.
Diede un'occhiata alla sveglia e le venne un colpo: come al solito aveva
suonato un'ora in ritardo. Doveva proprio farla riparare!
Erano già le nove e mezza e in trenta minuti scarsi doveva scegliere cosa
mettersi, sistemarsi i capelli, truccarsi e raggiungere la casa dove avrebbe
dovuto cominciare a lavorare come baby-sitter.
Visto che per arrivare là ci voleva almeno un quarto d'ora a piedi, le
restava poco tempo per prepararsi. Non ce l'avrebbe mai fatta!
Si tolse il pijama più in fretta possibile e s'infilò il primo paio di
pantaloni che trovò, neri, e la sua maglietta preferita, a righe rosse e nere, e
si diresse verso il bagno, dove in tre minuti riuscì a passarsi la piastra sui
capelli e a truccarsi, come al solito mise solo la matita nera per gli occhi,
leggermente pesante.
Guardò l'orologio, mancavano venti minuti alle dieci, stupita della sua
velocità diede un'occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio accanto
alla porta d'ingresso. Il risultato non era così male! S'infilò le sue all star
rosse e uscì di casa.
Quando arrivò davanti alla casa erano le dieci meno due minuti.
Straordinariamente era riuscita ad arrivare in orario!
Inspirò profondamente e premette sul bottoncino dorato del campanello.
Il nome era quello giusto, Baker.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalla porta che si apriva.
Si trovò davanti una donna sulla cinquantina, alta e snella, con degli occhi
verdi e lunghi capelli neri
"Buongiorno! Tu devi essere Claire, giusto?"
"Sì..." rispose la ragazza con una punta d'imbarazzo.
La signora Baker doveva aver notato il suo disagio, perchè la invitò
calorosamente ad entrare e la fece accomodare su un candido divano al centro di
un ampio ed elegante salotto, dopodichè le disse di scusarla un attimo e si
allontanò.
Claire sentì un rumore di passi sulle scale e pensò che la signora fosse
andata ad avvisare i figli del suo arrivo, infatti la sentì chiamare ad alta
voce " Matt, Sunny, Becky, Tom! E' arrivata la ragazza nuova!"
Nel poco tempo in cui rimase sola Claire provò un leggero attacco di panico:
quattro bambini erano tanti! Forse avrebbe dovuto informarsi meglio prima di
accettare il lavoro? Come al solito aveva fatto le cose senza pensare, però la
paga le era sembrata buona!
Quando vide arrivare i figli della signora Baker si convinse che la sua
scelta non era stata del tutto sbagliata. Sembravano davvero tranquilli, o forse
era solo una sua impressione?
Mentre la donna glieli presentava, la ragazza li guardò uno ad uno.
Il più piccolo era un maschietto, si chiamava Matt e aveva cinque anni
"Compiuti da una settimana" precisò lui con la sua vocina.
Aveva dei bellissimi riccioli biondi e due occhi vivaci dello stesso colore
della madre.
La figlia più piccola, Sunny, aveva otto anni ed era carinissima; non
assomigliava molto alla madre e Claire pensò che avesse preso dal padre.
Aveva due occhioni scuri e lunghi capelli lisci dello stesso colore. La
bambina le sorrise in maniera adorabile "Piacere di conoscerti"
"Piacere mio" le rispose Claire nel modo più dolce possibile.
Ora mancava l'ultima figlia da presentare. Ma non aveva fatto quattro nomi?
Probabilmente uno doveva essere il marito.
Comunque la maggiore si chiamava Rebecca, Becky per gli amici, aveva sedici
anni ed assomigliava molto alla madre, solo con gli occhi più scuri.
Becky le disse che era contenta che avessero quasi la stessa età, sarebbero
andate facilmente d'accordo. Claire le sorrise e rispose che anche lei ne era
contenta, ma non potè fare a meno di pensare "Forse qui quella che ha bisogno di
una baby-sitter sono io!"
Dopo le presentazioni la signora Baker scrisse un numero di telefono su un
foglietto che porse a Claire e disse "Questo è il numero del posto dove lavoro,
se ci sono problemi non esitare a chiamare, chiedi di Melody"
"Va bene" rispose.
"Ok, allora io vado. Sarò di ritorno per le cinque. Per il pranzo non
dovrebbero esserci problemi, Becky ti darà una mano. Assicurati solo che il
piccolo Matty non mangi troppa cioccolata"
"Va bene, signora"
"Chiamami Melody, signora mi fa sentire vecchia" le disse con un sorriso
"Va bene, Melody"
"Bene...allora io vado. Ci vediamo più tardi. Mi raccomando ragazzi, fate i
bravi!" esclamò baciando Matt su una guancia "Ah, dimenticavo!" aggiunse " Il
mio figlio più grande, Thomas, sta ancora dormendo. Come al solito, ieri ha
fatto tardi con i suoi amici. Non farci caso, quel ragazzo è una causa persa."
disse in tono scherzoso "Ha la tua età, magari lo capisci meglio di me! A dopo!"
concluse Melody, e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
"Bene, si comincia!" si disse Claire e si voltò verso i ragazzi "Allora, cosa
vogliamo fare?".
***
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Capitolo 2 *** UN INCONTRO ***
Fortunatamente, dopo un momento d'imbarazzo, le cose cominciarono ad andare
bene.
Era mezzogiorno e Claire era in cucina con Sunny e stavano preparando una
torta, mentre il piccolo Matty faceva da assaggiatore ufficiale.
D'un tratto si sentì Becky urlare "Tom! Sei proprio un cretino! Che bisogno
c'era di spingermi a quel modo?"
La risposta fu "Ma dai, piantala, che non ti ho fatto niente!" Claire notò
subito la particolarità della voce del ragazzo, molto nasale "A proposito,
quando hai imparato a fare le torte?"
Dopo questo la ragazza sentì dei passi che si dirigevano verso la cucina,
dalle poche parole che aveva detto quel Tom non doveva essere
simpaticissimo.
Mentre pensava questo le cadde per terra un cucchiaio che stava mettendo a
posto, così quando il ragazzo parlò non lo vide subito in faccia
"Ah, ecco!" Mi pareva strano che Becky sapesse fare una torta che sembrasse
anche solo lontanamente buona"
"Immagino che questo sia un complimento" disse Claire mentre si alzava.
Quando vide Tom per la prima volta, il pensiero che ebbe fu "Non m'interessa
quanto possa essere insopportabile, voglio che mi porti via con lui, non importa
quanto lontano!"
Lui la guardò, i loro sguardi si incrociarono per qualche secondo, aveva due
occhi scuri stupendi, poi lui si diresse verso il frigorifero da dove prese una
bottiglia di latte.
Claire lo osservò bene. Era davvero il tipo di ragazzo che piaceva a lei.
Tom era alto, aveva un bel fisico, i capelli scuri non troppo corti e un
irresistibile anellino al labbro inferiore, sulla destra.
Quello non era il suo unico piercing, quando si girò la mora notò anche un
altro anellino sul sopracciglio destro; aveva anche i buchi su entrambe le
orecchie.
Tom bevve un lungo sorso di latte direttamente dalla bottiglia e la rimise
nel frigorifero senza tappo.
"Hey! La mamma lo dice sempre di non bere direttamente dalla bottiglia!" gli
fece notare Sunny.
"Oh...fottiti, piccola scema!"
Claire stava per dirgli qualcosa, quando intervenne Becky che era arrivata in
cucina appena in tempo per assistere alla scena.
"Tom smettila di fare il maleducato!" poi si rivolse a Claire "Scusalo, ma è
fatto così"
Lei si limitò a sorridere e a dire "Comunque piacere di conoscerti, io sono
Claire."
Lui le lanciò una lunga occhiata e disse "Anche tu hai diciannove anni,
vero?"
"Sì"
"Come mai non ti ho mai vista prima d'ora a scuola?"
"Mi sono appena trasferita" rispose Claire
"Ah...peccato" Chissà cosa voleva dire con quel peccato..."Bè, io ora esco"
continuò lui " la mamma lo sa, quindi non ci sono problemi" sembrò sfidarla con
quelle parole e uscì dalla cucina.
Si sentirono i suoi passi lungo le scale e venti minuti dopo scese di
nuovo.
Claire stava preparando la tavola in sala da pranzo, aiutata da Becky, mentre
Sunny e Matt giocavano a carte sul tappeto.
Tom portava su una spalla una custodia, sicuramente una chitarra o un basso,
e si era cambiato.
La mora non potè fare a meno di pensare che le piaceva ancora di più ora:
aveva un paio di jeans larghi a tre quarti, una maglietta nera e un paio di all
star nere e dello smalto dello stesso colore sulle unghie della mano
sinistra.
Prima di uscire salutò tutti. A Claire venne quasi un colpo quando le sorrise
e le disse "Ci vediamo"
Per il resto della sua permanenza in quella casa, quel giorno, il pensiero di
Claire tornò spesso al ragazzo, che purtroppo non rientrò.
Quando alle cinque e un quarto salutò la signora Baker, si scoprì a pensare
che non vedeva l'ora del giorno dopo per tornare e rivedere Tom.
Quella sera la cena a casa di Claire fu un pò meno noiosa del solito.
La conversazione fu incentrata sul nuovo lavoro dell'unica figlia.
Dopo che ebbe spiegato la composizione della famiglia Baker, sua madre la
interruppe "Se i figli sono così grandi, come mai hanno bisogno di una
baby-sitter? Mi sembra una cosa un pò stupida"
"Devi sapere che Melody, voglio dire, la signora Baker, ha divorziato dal
marito da pochissimo, credo sia anche per questo che tiene ancora il suo
cognome. Comunque, lei lavora quasi tutto il giorno e dopodomani la figlia
maggiore partirà per andare a stare un pò da un'amica in Spagna"
"E che mi dici del figlio più grande, quello che ha la tua età?"
"Quest' idea non è nemmeno da prendersi in considerazione. Quel ragazzo è
sempre fuori con gli amici. La madre dice che è cambiato da dopo il divorzio,
deve averla presa davvero male, poverino."
"E perchè non provi a consolarlo?" intervenne suo padre, che aveva la
simpatica capacità di riuscire a dire le cose più imbarazzanti al momento meno
opportuno.
Claire arrossì senza nemmeno accorgersene "Credo sia ora di sparecchiare"
disse bruscamente alzandosi. Nessuno replicò.
Quando ebbe finito di riordinare salì in camera e accese la radio sul suo
canale preferito, decisa a non pensare a Tom.
A quell'ora trasmettevano solo canzoni di giovani emergenti. Le piaceva molto
starli a sentire, perchè si capiva che, come tutti all'inizio, facevano musica
per divertirsi.
In quel momento lo speaker introdusse un gruppo giovanissimo di cui la mora
non riuscì a capire niente, perchè la ricezione si perse per qualche secondo.
Fortunatamente la frequenza si stabilizzò nel momento in cui la canzone
cominciò.
Il ritmo era veloce, il testo divertente e spensierato. Le due voci erano
accompagnate da un basso, una o due chitarre e una batteria. La band doveva
essere composta da tre o quattro persone.
La cosa che la colpì di più furono le due voci; si alternavano oppure
cantavano insieme. Una era più bassa mentre l'altra era più acuta, davvero
particolare. S'innamorò della canzone e di quella voce e la melodia le restò in
testa finchè non si addormentò due ore dopo.
***
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Capitolo 3 *** INSICUREZZA E IMBARAZZO ***
Il mattino dopo la voce di Billie Joe arrivò in perfetto orario.
Alle otto e mezza Claire scese in cucina per fare colazione; quel giorno
avrebbe lavorato solo il pomeriggio perchè Melody aveva preso la mattinata
libera per aiutare Becky a comprare le ultime cose che le servivano per il
viaggio e finire di preparare i bagagli per la partenza dell'indomani.
Si versò un bicchiere di latte e accese la televisione, dove, come al solito
non trasmettevano niente d'interessante. Mise su un canale di musica, ma
venivano mandate in onda canzoni con melodie ripetitive e parole senza senso: il
genere di cosa che si ballava in discoteca.
Bevve d'un sorso il latte e si diresse verso il bagno dove trovò un paio di
shorts neri e la sua maglietta dei Green Day. Indossò quelli e le all star rosse
e si pettinò i capelli in un'alta coda di cavallo.
Visto che quella mattina in casa non c'era nessuno, prese una borsa di stoffa
leggera a tracolla, la sua preferita, e decise di andare a fare un bel giro in
centro.
Avrebbe pranzato fuori e poi sarebbe andata direttamente a casa Baker, alle
due, come concordato con Melody.
Era ancora abbastanza presto e in giro c'erano per lo più anziane signore
che, o sole o accompagnate dai mariti, si recavano a fare la spesa.
Per la strada incontrò solo una ragazza che aveva conosciuto ad una festa
pochi giorni dopo essersi trasferita.
La sua prima tappa fu il negozio di dischi dove andava molto spesso.
Fu delusa di non trovarvi Alex, il commesso carino e simpatico, della sua
età, con cui le piaceva tanto parlare di bella musica.
In compenso c'era il vecchio proprietario, Joe, ormai sulla sessantina, che a
furia di lavorare in un posto dove per più della metà del tempo si trasmetteva
musica rock o metal ad alto volume, merito di Alex, era diventato mezzo
sordo.
Dopo aver controllato se fosse uscito qualche nuovo disco che valeva la pena
comprare, Claire si recò al negozio di cosmetici lì accanto; le servivano uno
smalto nero e una matita per gli occhi.
Mezz'ora dopo era seduta ad un tavolino all'aperto, di fronte ad un bar che
aveva aperto da poco, con una coppa enorme di gelato ai suoi gusti preferiti:
cioccolato e panna; lo divorò e dopo tirò fuori dalla borsa lo smalto e si mise
a pitturarsi le unghie.
Quando era al mignolo della mano sinistra per poco non le scappò il
pennellino: si sbagliava o quello che camminava dall'altra parte della strada
era Tom?
Si ritrovò sorpresa a pensare, anzi, sperare ardentemente, che lui non la
vedesse. E così fu.
Fortunatamente il figlio più grande di Melody era troppo impegnato a parlare
con i suoi amici per notare una ragazza seduta sola a un tavolino con un
pennellino in mano a mezz'aria e la bocca leggermente aperta. Infatti l'allegra
combriccola continuò a ridere e scherzare.
Erano un terzetto davvero bizzarro:
Tom, con i suoi pantaloni larghi, una maglietta dei Green Day e le all star
nere. Claire gioì silenziosamente per il fatto che apparentemente avevano
qualcosa in comune.
Poi c'era un ragazzo con un'alta cresta, che portava una canottiera che
lasciava intravedere dei tatuaggi; la mora pensò che la sua pettinatura fosse
stupenda.
E l'ultimo del gruppo, ma non meno particolare degli altri, infatti spiccava
per i suoi capelli corti ma di un inconfondibile blu elettrico, portava anche
lui dei pantaloni e una maglietta con il disegno di Topolino che la ragazza
trovava adorabile.
I ragazzi svoltarono l'angolo e Claire riprese a smaltarsi le unghie.
Dopo che ebbe finito fece un giretto al parco, le piaceva molto camminare, ma
soprattutto era nella direzione opposta a quella presa da Tom e i suoi amici,
quindi non c'era possibilità di incontrarli.
Dopo la sua passeggiatina nel verde, andò nei negozi rimasti in cui valeva la
pena dare un'occhiata.
Verso l'una passata si fermò al primo fast food che trovò, dove mangiò
semplicemente un hamburger e delle patatine, dopodichè con una bella granita
all'arancia in mano si diresse verso casa Baker.
Quando arrivò nella via giusta, venti minuti dopo, buttò il bicchiere vuoto
della granita nel cestino più vicino e andò a suonare alla porta della casa.
Le aprì Becky, che la salutò con un sorriso e la invitò calorosamente ad
entrare. La somiglianza con la madre era incredibile!
Melody uscì cinque minuti dopo per andare al lavoro.
Il pomeriggio passò in fretta, andò tutto per il meglio, anche se Tom non si
vide Un conto era vederlo in giro con degli amici, ma non le sarebbe dispiaciuto
incontrarlo da solo, a casa sua.
Come il giorno prima, alle cinque e un quarto si preparò per andare a casa,
salutò tutti, augurò buon viaggio a Becky e uscì.
Fuori dalla porta si trovò davanti Tom "Ciao" le disse sorridendo "Stai
andando a casa?"
"Sì, ehm...ciao allora" disse timidamente, sentendosi arrossire.
Lui le sorrise ancora, poi si spostò di lato e mentre lei gli passava di
fianco le sussurrò, con una voce che sembrava proprio provocatoria "Bella
maglietta!"
Claire non replicò, avrebbe voluto sprofondare. Si allontanò il più in fretta
possibile da quella casa, da quel ragazzo, che la metteva così a disagio con
quei suoi capelli scuri e perfetti, cosa avrebbe dato per accarezzarli! E quei
suoi occhi, così profondi...e per finire quel suo piercing al labbro che rendeva
il suo sorriso irresistibile!
"Mio Dio! si disse "lo hai visto solo tre volte, calmati Claire!"
Perchè diavolo doveva farle quell'effetto? Era solo un ragazzo. Un ragazzo
come tutti gli altri.
"Ma dai, Hai 19 anni! Non ti sembra di essere un pò troppo cresciuta per
comportari a quel modo davanti ad un ragazzo?"
Claire era al telefono con sua cugina, Susan, della sua stessa età.
Appena dopo cena le aveva telefonato e le aveva raccontato tutto quello che
di più significativo le era successo negli ultimi giorni e naturalmente "il caso
Tom" era incluso.
"Lo so, ma è più forte di me. Non so perchè ma mi mette a disagio" cercò di
difendersi Claire, con una voce che non suonò molto convinta.
"Posso capire che tu ti possa sentire in imbarazzo, ma non potrai evitarlo
per sempre, voglio dire, passi quasi tutti i pomeriggi a casa sua"
"Già..." confermò la mora pensierosa
"Secondo me dovresti provare a conoscerlo meglio, a scambiarci quattro parole
e dimenticare l'imbarazzo in cui ti trovi"
"Forse hai ragione, vedrò quello che posso fare"
"Tanto lo so che non ascolterai il mio consiglio e continuerai a fare di
testa tua, evitandolo. Sappi che così peggiori le cose. Io con Peter non ho
agito in quel modo."
"Chi è questo Peter?" domandò Claire con interesse, contenta di poter
cambiare argomento
"Oh...un ragazzo che ho conosciuto." disse la cugina con tono allegro "Te ne
palerò sabato quando ci vediamo. La mamma deve venire da quelle parti a fare
delle commissioni così ho pensato che sarebbe l'occasione perfetta per vederci e
passare la mattinata a fare shopping e spettegolare"
"Ottima idea!" convenne l'altra
"Bene, allora se non ci sentiamo prima ci vediamo sabato mattina"
"Certo! A questo punto credo che tu non mi dirai più niente su questo ragazzo
misterioso, quindi ciao!"
"Ciao" Susan riagganciò e così fece Claire. Appoggiò il cordless sul comodino
e si buttò sul letto dopo aver acceso la radio.
Stavano trasmettendo ancora quella canzone, risentì quella voce, le piaceva
sempre di più e in un certo senso le sembrava di averla già sentita da qualche
altra parte, solo che non riusciva a capire dove. Prese la prima cassetta che
trovò, la inserì nell'apparecchio e schiacciò il tasto record. Per il resto
della serata non fece altro che ascoltare e riascoltare il nastro. Poi verso le
undici e mezza si mise a dormire perchè il giorno seguente doveva lavorare.
***
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Capitolo 4 *** NUOVE CONOSCENZE ***
La mattina dopo si svegliò di soprassalto prima che la sveglia suonò, erano
le nove, l'aveva anticipata di dieci minuti.
Si sedette sul letto. Aveva fatto un sogno davvero strano. Si trovava nella
cucina di casa Baker e stava ascoltando la canzone che le piaceva tanto, ad un
certo punto era entrato Tom che le aveva detto che sarebbe andato ad un concerto
della band che la suonava e l'aveva invitata ad andarci con lui, ma in quel
momento il sogno era finito.
"Sto davvero andando fuori di testa!" per dimenticarsi di quella strana idea
si fece una doccia fredda.
Dopo essersi vestita, jeans a tre quarti e maglietta nera, con sopra una
corta cravatta rossa, abbinata alle scarpe, andò in cucina e salutò sua mamma
che stava per uscire per andare al lavoro e si offrì di darle un passaggio, ma
visto che era ancora presto Claire le disse che avrebbe fatto quattro passi.
La madre uscì, la ragazza guardò un pò di televisione, mangiò una mela e si
preparò per uscire. Nella borsa mise il walkman con la cassetta su cui aveva
registrato la famosa canzone, che ascoltò per tutto il tragitto fino a casa
Baker.
Arrivata all'ultimo incrocio che la separava dall'abitazione si trovò davanti
un incidente, doveva essere stato piuttosto grave. A quanto pareva un'auto nera
aveva tagliato la strada ad un motociclista, che non ce l'aveva fatta. Il
passaggio sarebbe rimasto bloccato per qualche ora. Claire allora dovette
prendere un'altra strada, molto più lunga, e mettersi a correre per non fare
tardi.
Fortunatamente fu a casa Baker in perfetto orario, leggermente trafelata.
Melody le aprì la porta e le chiese come mai sembrava che avesse corso, lei
le spiegò il motivo, al che la donna prese la borsa, salutò i figli con un ciao
e uscì di fretta per non arrivare tardi al lavoro.
Claire entrò, Becky non c'era perchè era partita presto quella mattina, come
le spiegò Sunny. Tom l'aveva accompagnata all'aeroporto con la macchina.
Matt le corse in contro tutto contento e le chiese se le andava di giocare a
nascondino, lei gli sorrise.
L'espressione le si congelò sul volto quando vide che Tom la ossevava in
silenzio dall'altra parte del salotto.
Lei cercò di mettere in atto le parole di sua cugina, così con il tono più
disinvolto che potè disse "Buon giorno!"
Forse la sua voce non ebbe il suono che la ragazza aveva voluto, ma nessuno
glielo fece notare "'Giorno" fece Tom con uno sbadiglio
"Stamattina ti hanno fatto svegliare presto eh?" Claire pensò che se parlava
non pensava e non pensare forse l'avrebbe aiutata ad affrontare meglio la
situazione
"Già...ma comunque mi sarei dovuto alzare lo stesso. Per caso ieri mattina
eri in centro?"
Alla mora venne un colpo, che l'avesse vista mentre era al bar? "Perchè me lo
chiedi?"
"Ti ho visto, o meglio, credo di averti visto nel negozio di dischi"
"Ah sì. Sono entrata a dare un'occhiata a qualche cd nuovo ma non ho trovato
niente"
"Capisco"
"Io non ti ho visto però"
Tom alzò le spalle.
In quel momento suonò il campanello, veloce come un fulmine Sunny aprì la
porta"Tom, sono i tuoi amici!"
Qualche istante dopo Claire si ritrovò di fronte lo strano terzetto del
giorno prima. Tom, che nel frattempo si era avvicinato, le presentò gli altri
due ragazzi.
Quello con la cresta si chiamava Jake e quello coi capelli tinti era Adam,
entrambi avevano gli occhi blu. Tom le spiegò che erano dei suoi vecchi compagni
di scuola.
Dopo aver parlato un pò del più e del meno Jake accennò a qualcosa che doveva
sistemare in cantina. I ragazzi salutarono Claire e uscirono dalla porta sul
retro.
Matt, che per tutto quel tempo aveva aspettato per giocare a nascondino, le
disse con la sua vocina "Allora io mi nascondo e tu conti?"
"Va bene" disse Claire con un sorriso, si coprì gli occhi e cominciò a
contare.
La mattinata la passò giocando con il piccolo e aiutando Sunny a fare i
compiti che, tra un esercizio e l'altro, la informò che quel pomeriggio sarebbe
andata a una festa in piscina, col permesso della madre.
Arrivata l'ora di pranzo, prima di preparare, Claire chiese a Sunny se poteva
andare a chiedere a Tom e ai suoi amici se volevano mangiare qualcosa.
La bambina tornò un minuto dopo e le riferì quello che le aveva detto il
fratello, che avrebbero mangiato un panino più tardi.
Dopo pranzo, verso le due, la mamma di un'amica di Sunny venne a prenderla
per portarla alla festa, la bambina salutò la mora con un abbraccio e uscì.
La ragazza finì di lavare i piatti e poi si sedette un pò in salotto con il
piccolo Matty che insisteva perchè lei guardasse i cartoni con lui.
Mentre trasmettevano una puntata dei Simpson, entrarono nella stanza Tom e i
suoi amici e si sedettero per un pò sul divano.
Claire si sentì osservata e le sembrò di capire Adam che diceva a Tom "Già, è
proprio come dici tu".
Incuriosita da quell'affermazione si voltò verso i ragazzi, di tutta risposta
ricevette tre sorrisini. Cercando di fare finta di niente chiese loro se
avessero fame, al che Tom si alzò e andò in cucina dicendo che avrebbe preparato
qualcosa lui.
Claire si accorse che gi altri due avevano ancora delle strane espressioni
sul volto, scosse la testa cercando di non pensarci.
Dopo un pò Tom tornò con dei sandwich su un vassoio, le chiese se ne voleva
uno, lei rispose di no, ringraziandolo.
Mentre i ragazzi mangiavano Adam disse "Allora, ti piace qui?"
"Sì, anche se mi sono trasferita solo da tre mesi" rispose lei
"Dove vivevi prima?" intervenì Jake
"Abitavo in una piccola città a mezz'ora di macchina da qui. Veramente mio
padre è italiano e mia mamma americana. Mi sono trasferita qui dall'Italia più o
meno otto anni fa."
"Certo che deve essere stato un bel cambiamento!" quella volta fu Tom a
parlare
"Già....qui è tutto molto diverso. A partire dalle abitudini alimentari, alle
case..."
Adam rise "Però la pasta e la pizza le trovi anche qui!" Gli altri si unirono
alle risate, compresa Claire.
"E' vero...però non sono buone come in Italia, non per offendere la pasta che
fanno qui..."cominciò la ragazza
Jake chiese "Tu sai preparare la pasta?"
Claire pensò "Che cavolo di discorso stiamo facendo?!"
"Io ne sono quasi sicuro" affermò Tom sorprendendo un pò tutti ma in
particolare la ragazza, che rivolgendo lo sguardo verso di lui notò che le stava
sorridendo e si sentì arrossire leggermente "Il primo giorno che era qui ha
preparato una torta che non era niente male. Non è vero?" le domandò
"Sì...voglio dire, non era niente di speciale. Comunque la pasta la so
cucinare" rispose lei con una punta d'imbarazzo
"Allora un giorno sarò curioso di assaggiarla" disse Adam
"Pure io!" convennero gli altri in coro
"Dov'era finita?" pensò Claire con un sorriso sulle labbra.
Dopo un paio di minuti i ragazzi dissero che uscivano e che probabilmente non
sarebbero tornati prima di sera, quindi la salutarono.
Per il resto del pomeriggio la mora chiese a Matty se gli andava di andare a
fare un giro al parco, il bambino rispose entusiasta che gli sarebbe piaciuto
tantissimo.
Quando Claire tornò erano le cinque, dopo qualche minuto arrivò Sunny; infine
alle cinque e un quarto, puntuale come al solito, Melody rincasò, la ragazza la
salutò e si avviò verso casa.
La serata trascorse abbastanza in fretta. Trasmettevano l'ultima puntata del
telefilm preferito di Claire e sua madre, lo guardarono come al solito insieme
sul divano del salotto, tra commenti e risate.
Alle undici e mezza la ragazza si alzò e stava per salire di sopra per andare
a letto quando sua mamma le chiese come andava il lavoro, lei rispose che era
tutto a posto. Allora la madre le chiese "Con quel ragazzo, come va?" Claire non
ci mise molto a capire che sua mamma si riferiva a Tom così decise di non
nasconderle niente e di raccontarle tutto.
Venti minuti più tardi la ragazza era in camera sua distesa sul letto e
stringeva il suo orsacchiotto di peluche.
Ripensava alle parole della madre "Non devi farti nessun tipo di problema.
Devi smetterla di essere così timida, dopotutto avete la stessa età, potreste
diventare ottimi amici, il fatto che tu lo trovi carino non vuol dire che lui
pensi lo stesso, ma nemmeno che non lo pensi, insomma, quello che voglio dire è
che non devi farti strane idee per niente. Se deve succedere qualcosa
succederà"
Chissà come mai i discorsi di sua madre non le erano mai del tutto chiari, a
volte le mettevano addirittura più dubbi di quanti non ne avesse prima. Però una
cosa ormai le era chiara: essere timida ed evitare Tom non le sarebbe servito a
niente, d'ora in poi avrebbe cercato di essere se stessa.
Prima di andare a letto ascoltò un paio di volte quella canzone, ormai era
un'abitudine, e le due voci che cantavano le sembrarono più familiari che mai,
doveva averle sentite per forza da qualche parte, ma dove?
***
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Capitolo 5 *** UNA SCOPERTA INASPETTATA ***
Erano le dieci e Claire era appena arrivata a casa Baker, Melody uscì sul
vialetto di casa, la vide e la salutò e le disse che i bambini erano in casa con
Tom.
All'udire quel nome la ragazza si fece più coraggio, salutò la donna con un
sorriso ed entrò con passo deciso.
Tom era al telefono e stava parlando con qualcuno "Credo che il basso però si
debba sentire un pò di più...si hai ragione, vabbè, ne parliamo dopo...ciao"
mise giù e si voltò verso Claire, che stava salutando Matt e Sunny.
"Ciao" gli disse lei, riuscendo a non suonare per niente imbarazzata, si
complimentò mentalmente con sè stessa.
"Buongiorno!" le rispose lui con un sorriso, quel suo sorriso così adorabile!
Claire cercò di non pensarci e chiese a Matt se gli andava di giocare a
qualcosa.
Il piccolo rispose che voleva giocare a nascondino.
"Gioco anche io" disse Tom stupendo sia i fratellini che la ragazza.
"Allora conti tu e noi ci nascondiamo" disse Sunny
"Ci sto" ribattè il ragazzo con una finta aria di sfida, facendo l'occhiolino
alla mora.
Lei sorrise scuotendo la testa.
Decisero di giocare nel giardino della villetta, che era abbastanza spazioso
per quel tipo di giochi.
Tom si mise a contare appoggiato ad un muro della casa, Matt si nascose sotto
un tavolino e Sunny dentro una cassetta in cui d'inverno veniva tenuta la legna.
Claire, che era quella che conosceva di meno il giardino, fece un primo giro
d'esplorazione e trovò un grosso albero, decise di arrampicarcisi e nascondersi
tra le sue foglie. Riuscì facilmente a sedersi su uno dei rami più alti, non
soffriva per niente di vertigini e quel genere di sfide le piacevano.
Fortunatamente l'albero era messo nella posizione perfetta per seguire i
movimenti degli altri, il primo a essere trovato fu Matt.
Dopo cinque minuti Tom scovò anche Sunny.
Trascorsero altri dieci minuti e Claire era ancora al sicuro nel suo
nascondiglio, il ragazzo passò lì sotto e se non fosse stato per una foglia che
la fece starnutire, non l'avrebbe trovata ancora per molto.
Quando la vide non riuscì a trattenere una risata e le disse "Gran bel
nascondiglio, lo stesso che usavo io qualche anno fa, quell'idiota di Adam ce ne
metteva di tempo a trovarmi"
"Chi sarebbe l'idiota?" chiese il diretto interessato che era arrivato
proprio in quel momento
"Ehi! Che ci fai tu qui?" gli domandò l'amico
"Dobbiamo provare, coglione. Te ne eri dimenticato?"
Claire che intanto era scesa dall'albero con un balzo chiese incuriosita
"Cosa dovete provare?"
Adam stupito del vederla arrivare così all'improvviso esclamò "Non sapevo
passassi le notti sugli alberi del giardino di casa Baker"
A quel punto si introdusse un'altra voce, quella di Jake "Tom, sei così
incapace che lei preferisce passare le notti sugli alberi?"
"Ecco un altro idiota! Stamattina non si riesce proprio a stare tranquilli"
rispose il ragazzo a cui era diretta l'offesa
"Ma se sei tu che hai detto a me e Adam che dovevamo provare!"
"Va bene. Allora andiamo, prima che spariate qualche altra delle vostre
cazzate"
I tre si diressero verso la porta principale e Claire sentì Adam dire
"Veramente sei tu che spari cazzate" e Jake "No, lui le cazzate le fa. Ancora
non ci ha provato seriamente con quella".
In quel momento la ragazza si sentì tirare la maglietta, era il piccolo Matt
che le chiedeva di giocare ancora, lei rispose di sì con un sorriso.
Appena riuscì a fare la domanda senza apparire indiscreta, la mora chiese a
Sunny che cosa dovessero provare i ragazzi, lei le rispose che Tom e i suoi
amici suonavano insieme in una band da qualche anno ormai. Claire fu incuriosita
ancora di più da quell'affermazione, ma decise di non porre più domande per il
momento.
Poco prima dell'ora di pranzo Claire mandò Sunny a chiedere ai ragazzi se
volevano mangiare qualcosa anche loro.
La bambina tornò con una risposta "Se cucina lei la pasta allora sì"
"Questi sono davvero fuori" pensò la mora, però mise lo stesso l'acqua della
pasta e cominciò a preparare per il pranzo.
Mezz'ora dopo erano tutti seduti a tavola e i ragazzi guardavano con un'aria
strana la pasta col sugo che Claire aveva cucinato.
"Non è avvelenata, potete starne certi!" esclamò lei sarcastica
"Assaggiala prima tu" propose Adam con aria sospettosa
Lei ne mangiò una forchettata.
Vedendo che non succedeva niente di insolito, anche Tom ne assaggiò un pò,
dopo qualche secondo disse "Buona! Complimenti!"
Claire sorrise soddisfatta. Anche gli altri la mangiarono e piacque a
tutti.
Il pranzo fu piuttosto piacevole, la mora non osò chiedere dettagli sulla
band dei ragazzi, ma quando loro si offrirono di aiutarla a mettere via non
rifiutò.
Mentre le passava un piatto Tom le disse "Sai, io Jake e Adam abbiamo un
nostro gruppo, martedì sera suoniamo qui in città, se ti va puoi venire a
sentirci"
"Oh, verrò volentieri" disse lei sorridendo, presa del tutto alla
sprovvista.
Gli altri due che avevano ascoltato quello scambio di battute si diedero una
gomitata d'intesa.
Finirono di riordinare e parlarono ancora un pò del gruppo.
Jake suonava la batteria, Adam il basso e cantava, Tom era il chitarrista e
altro cantante.
Sunny insistette tanto perchè facessero sentire qualcosa a Claire quel
pomeriggio stesso, in modo che se non le fosse piaciuta per niente la loro
musica martedì non avrebbe perso tempo ad andare al concerto. Tom disse che era
ridicolo che lei non amasse la loro musica, ma gli altri due erano d'accordo col
farla assistere alle prove, così cinque minuti dopo la ragazza si trovò su un
vecchio divano nella cantina di casa Baker con Matty sulle gambe e Sunny seduta
accanto.
Claire dovette ammettere che Tom con la chitarra era davvero carino, Adam
aveva un basso rosa adorabile e Jake seduto alla batteria sembrava davvero
trovarsi a suo agio.
Poco prima che cominciassero a suonare la mora esclamò "Ragazzi, siete
proprio la copia dei Blink-182!"
Loro risero e dissero che in effetti erano nati come loro cover band, dopo
che si erano sciolti. Infatti quel giorno avrebbero provato alcune canzoni dei
Blink e altri pezzi di loro invenzione.
I ragazzi suonarono per prima la cover di Dammit, in cui cantava solo
Adam. Finita la canzone tutti applaudirono, il bassista fece un buffo inchino e
presentò il brano dopo, che avevano scritto lui e Tom.
Se sentendo cantare Adam le erano venuti dei dubbi, ora Claire era quasi
certa che la canzone che aveva sentito alla radio fosse proprio la loro.
Quando anche Tom finì di cantare presentò un terzo pezzo. Alla mora venne
quasi un colpo, era proprio quello che aveva sentito alla radio. Poi anche quel
brano finì e la ragazza si rese conto che non sapeva ancora il nome del gruppo.
Espresse la sua curiosità a voce alta e Adam e Tom dissero in coro, con un rullo
di tamburi di Travis in sottofondo, che loro erano i Jam Teak Doma.
Quel nome suonava così curioso e allo sguardo stranito di Claire rispose Jake
dicendo che fin da piccolo era stato affascinato dagli anagrammi e quindi non
aveva fatto altro che anagrammare i loro tre nomi.
Ora tutti gli interrogativi della ragazza erano chiariti. Era la voce di Tom,
quella che le piaceva così tanto, si sentì un pò stupida per non averlo capito
subito.
Probabilmente gli altri notarono che era un pò sovrappensiero perchè le
chiesero cosa c'era che non andava, lei rispose semplicemente che aveva sentito
qualche volta alla radio quella canzone e che le era sembrato strano venire a
sapere che a suonarla fossero proprio loro.
I ragazzi confermarono la sua affermazione e dissero che avevano spedito una
loro demo a un paio di radio locali, sperando di riuscire a fare un pò di
successo, visto che erano stufi di suonare solo nel garage di Tom o in piccoli
locali.
Claire era sulla via di casa, aveva ancora stampato in faccia il sorriso di
qualche momento prima.
Al solito orario aveva lasciato casa Baker, ma questa volta oltre al saluto
di Melody e dei bambini si erano aggiunti anche quelli di Jake, Adam e Tom.
Quest' ultimo l'aveva accompagnata fuori dalla porta e prima di rientrare le
aveva chiesto "Allora, pensi di venire martedì, ora che ci hai sentiti suonare?"
Lei aveva fatto finta di pensarci su un pò poi aveva detto in tono scherzoso
"Sì, credo che dopotutto non siate così male".
Lui le aveva rivolto un cenno ed era rientrato in casa.
Mentre aiutava sua mamma nelle faccende quella sera, la mora era stranamente
allegra e la donna lo notò "Devo dedurre che il mio consiglio è servito a
qualcosa"
La figlia sembrò scendere dalle nuvole "Già, dimenticavo! Martedì Tom e il
suo gruppo danno un concerto alla Music Hall, ci posso andare? Non tornerò
tardi, tranquilla." "Allora le mie parole ti sono state d'aiuto. Veramente
martedì arriva la zia di tuo padre..." la ragazza la guardava con uno sguardo
implorante "Va bene. A condizione che nel pomeriggio accompagni papà a prendere
la zia"
Sul volto dell'altra si allargò un sorriso "Grazie mamma! Sei un angelo!" e
la baciò sulla guancia
"Adesso non esagerare, tanto lo so che domani già mi risponderai male, come
al solito"
Claire sorrise con aria innocente e andò in bagno.
Riempì la vasca e si fece un bel bagno rilassante, coi suo sali profumati
preferiti.
Ripensò a quello che era successo ultimamente, da quando aveva accettato il
lavoro tutto sembrava andare meglio: aveva conosciuto gente simpatica, aveva
incontrato Tom.
Mentre era immersa nella schiuma, che aveva preso una chiara sfumatura rosa
per via del bagnoschiuma e dei sali, fantasticò sulla serata di martedì, su come
avrebbe fatto i complimenti a Tom, magari, in un angolino tutti soli....i suoi
sogni ad occhi aperti furono interrotti da sua mamma che bussava forte sulla
porta del bagno "Insomma, quanto ci metti? Sei lì dentro da più di mezz'ora"
"Esco subito" disse Claire sospirando, rimase ancora qualche secondo
nell'acqua calda e accogliente, dopodichè si alzò in piedi e si avvolse
nell'accappatoio.
Arrivata in camera sua si sedette sul letto e si spazzolò i lunghi e lisci
capelli neri, prima di cambiarsi accese la radio, partì in automatico la
cassetta con la canzone dei Jam Teak Doma. Si chiese se sarebbe stato troppo
domandare ai ragazzi se potevano darle qualcos' altro registrato da loro, decise
che se ne avesse avuto l'occasione l'avrebbe chiesto loro al concerto.
Indossò il pijama e si infilò a letto, quando la canzone finì spense lo
stereo e la luce e si addormentò nel giro di pochi minuti.
***
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Capitolo 6 *** BRUTTI PRESENTIMENTI ***
La sera del concerto era arrivata, tutto le era sembrato succedere così in
fretta. Claire era riuscita ad avere un posto in prima fila da dove poteva
sentire e vedere benissimo, se non fosse stato per quell'ochetta da parte a lei
che continuava a saltare e chiamare Tom.
Alla fine del concerto stava andando a complimentarsi con i ragazzi quando
vide il chitarrista che si allontanava proprio con quella scema che aveva
strillato istericamente per tutto il tempo. Li vide allontanarsi, lui le mise
una mano sulla spalla i loro volti si avvicinarono e..."No! Non può essere!"
gridò Claire rivolta alla coppia
"Cosa non può essere?" le chiese sua mamma che in quel momento era entrata
nella stanza per prendere della biancheria pulita.
La ragazza aprì gli occhi e scoprì che si trovava ancora nella sua camera e
non era ancora martedì sera, ma sabato mattina.
"Era solo un sogno" disse senza accorgersene ad alta voce e sospirò
rumorosamente
"Cosa, cara? Hai avuto un incubo?" domandò la donna apprensiva
"Niente di preoccupante, tranquilla" rispose la mora, mentre pensava
esattamente il contrario
"Va bene" acconsentì la madre
"Che ore sono?"
"Le nove e mezza. Hai appuntamento con tua cugina?"
"Sì, arriva qui per le dieci e un quarto"
"Allora fai ancora in tempo a fare colazione, ho comprato delle brioches
fresche alla marmellata, che ti piacciono tanto".
Claire scese a fare colazione, dopodichè andò in bagno, si lavò i denti e
tornò in camera per decidere cosa mettere.
Optò per una canottiera nera abbastanza stretta e i dei pantaloni rossi a
quadrettoni; naturalmente non mancò di mettere la matita nera, un pò più pesante
del solito, e le all star rosse. Si accorse anche che lo smalto nero su un'
unghia si era scheggiato, così lo sistemò . Questo le fece venire in mente
quello che era successo qualche mattina prima, quando era rimasta a bocca aperta
col pennellino in mano mentre passavano Tom e i suoi amici.
Susan arrivò puntuale. Le due ragazze si salutarono calorosamente e dopo
essersi congedate dalle rispettive madri uscirono in giardino. Lì il padre di
Claire stava curando delle piantine, rivolse loro un cenno e ritornò al suo
lavoro.
Appena furono sul vialone che portava in centro la mora esordì "Allora, dimmi
tutto su questo Peter!"
La cugina non sembrò per niente sorpresa dalla domanda e rispose prontamente
"E' un ragazzo che si è da poco trasferito nella mia città, l'ho incontrato un
pò di volte in libreria"
"Oh, davvero? E come vi siete conosciuti?"
"Bè, diciamo che abbiamo passato un pò di tempo solo ad osservarci, poi un
giorno lui si è avvicinato e con una scusa abbiamo cominciato a parlare. Mi è
sembrato da subito un tipo simpatico."
"E cosa vi siete detti?" Claire era sempre più curiosa
"La prima volta che ci siamo parlati ho saputo che gli piace suonare e
disegnare e che lavora in un'azienda che progetta appartamenti"
"Sembra un ragazzo davvero interessante. E' carino?"
"Sì, molto. E' poco più alto di me, ha i capelli un pò lunghi neri e degli
occhi verdi fantastici, che a seconda della luce assumono anche dei riflessi
ambrati. Si veste anche molto bene, vestiti scuri soprattutto,"
"Wow...vedo che lo hai osservato bene"
"Bè, di certo non guardavo altrove quando mi ha invitata a uscire..."
"Cosa?!? Siete usciti? E perchè non mi hai detto niente? Sai come mi
risollevano certe notizie nella mia vita monotona e vuota"
"Oh, non dire così, e comunque ancora non è successo niente, cioè, qualche
bacetto, ma niente di più"
"E dici poco! Io con Tom non ho nemmeno scambiato una stretta di mano!" dopo
aver parlato si coprì istintivamente la bocca con una mano
"Non dirmi che ancora non hai il coraggio di parlare con quel tipo?" domandò
l'altra con tono d'accusa
"Ma sì che ce l'ho." esclamò la mora sulla difensiva
"E allora? Hai scoperto qualcosa su di lui?"
"Bè, sì. Negli ultimi giorni abbiamo scambiato un pò di parole. Sai, mi ha
anche presentato due suoi amici, suonano in una band, i Jam Teak Doma"
"Questo nome non mi è del tutto nuovo"
"E' perchè c'è una loro canzone che viene trasmessa alla radio"
"Cavolo! Non sapevo ti piacessero le celebrità!"
"Veramente non sapevo nemmeno che suonasse e poi loro non hanno l'aria di
esserlo, voglio dire, sono proprio dei ragazzi normali"
"E cosa credi che siano, alieni?"
Risero tutte e due poi Claire riprese "Martedì fanno un concerto in città e
Tom mi ha invitato ad andarci"
"Ha insistito?"
"Come, ha insistito?"
"Voglio dire, sembrava ci tenesse che tu andassi a vederli?"
"Oh...credo di sì. Mi ha chiesto la conferma anche ieri quando ci siamo
salutati"
"Allora gli piaci"
L'altra arrossì come al solito "Co-Cosa? Ma va! Mi ha solo invitata a vederlo
suonare, tanto sono quasi certa che arriverò là e scoprirò che è fidanzato con
un'ochetta senza cervello"
"Hai visto qualcuna del genere ronzargli intorno in questi giorni?"
"No. Ma me lo sento"
"Ho capito. Hai fatto un altro dei tuoi sogni pazzi. Lascia perdere quelle
fantasie inutili e concentrati sulla realtà. C'è un ragazzo che a tuo dire è
carino e sembra interessato a te, ok?"
"Ok."
"Bene, ora andiamo al negozio di dischi se non ti dispiace che devo
controllare se è uscito un cd".
La mattinata trascorse abbastanza in fretta, tra risate e acquisti. Le
ragazze pranzarono in un fast food.
Mentre ingoiava l'ultimo boccone del suo hamburger Claire scorse tre teste
familiari in lontananza.
"Oddio!" sussurrò a sua cugina "Cosa ci fanno qui?"
Susan si voltò verso il punto in cui l'altra stava fissando, si rivoltò "Oh
no! Finalmente me ne vado da quella città per qualche ora e quelle mi
raggiungono anche qui! Ma perchè poi, mi chiedo?"
L'altra alzò le spalle senza smettere di guardare in quella direzione "Sembra
proprio che stiano venendo qui!"
E infatti qualche istante dopo le tre ragazze si sedettero al tavolo di
Claire e Susan come se niente fosse. Erano delle loro vecchie compagne di
scuola, che abitavano nella città di Susan, la stessa in cui aveva vissuto
Claire fino a qualche mese prima.
"Ehi, ciao! Claire, quanto tempo! Allora, come ti trovi qui?" disse una delle
tre ospiti inattese
"Bene, Katy. E voi tre, come mai siete qui?"
"Oh, siamo venute a passare un week end da degli amici e poi martedì ci
portano a vedere un concerto.
Le due cugine sussultarono "Co-come?" dissero in coro
"Oh, sì. Sapete c'è un concerto di un gruppo emergente, Dam Jeak Toma mi pare
si chiamino"
"Jam Teak Doma" la corresse Claire all'istante
"Oh, quello che è" rispose Katy guardandola in modo strano "Sapete un amico
del fratello di Mary e Jane" E indicò le due ragazze che erano con lei "conosce
i ragazzi che suonano e così abbiamo deciso di andare tutti insieme. Non che mi
piaccia quel tipo di musica, troppo casinista, preferisco di gran lunga la
disco..."
"Allora è probabile che martedì sera ci vediamo" la interruppè Claire "Ci
sarò anche io, ho ricevuto l'invito direttamente dal chitarrista e cantante
della band"
"Oh..."dissero le altre all'unisono "E com' è? E' carino?" chiese Jane
"Si, dicci com' è" continuò Mary
"Oh, è molto simpatico e non è da buttare" rispose vaga Claire
"Allora deve essere uno dei soliti sfigati che piacciono a te" intervenne
Katy.
Claire non la sopportava più. Cercò lo sguardo di sua cugina che le venne in
aiuto "Ora si è fatto tardi, noi dobbiamo andare, ci si vede"
"Ci vediamo martedì!" dissero le altre mielose
"Speriamo che la musica non faccia schifo" concluse Katy.
Le due cugine se ne andarono senza voltarsi.
Appena fuori dal fast food Claire esplose "Io l' ammazzo quella stronza! Mi
chiedo che ci faceva lì, come mai non era in qualche boutique a comprarsi un
vestito Chanel o delle scarpe Prada?"
"Non prendertela per niente, lo sai che è fatta così" cercò di calmarla
Susan
"Già! E' dalle medie che si porta appresso quelle due idiote come se fossero
le sue guardie del corpo. Spero solo che al concerto non faccia gli occhi dolci
a Tom! Non voglio che il mio sogno si avveri sul serio!"
"Ancora con questo sogno! Dimentica quella storia assurda. Figurati se un
ragazzo con un minimo di cervello va a mettersi con una come quella!"
"Speriamo che Tom ce l'abbia un minimo di cervello!"
Per farle allontanare quelle strane idee dalla testa Susan propose di andare
in un negozio vicino a comprare qualcosa di carino
"Già! Non ho ancora deciso cosa mettere martedì" esclamò l'altra che ormai
era partita per un altro pianeta.
La cugina scosse la testa ma non disse niente.
Prima che la mora potesse trovare qualcosa di suo gusto sembrarono passare
secoli, alla fine comprò una magliettina con un teschio fucsia nel mezzo e dei
pantaloni a tre quarti del colore del disegno, trovò anche una cintura nera con
delle piccole borchie da abbinare.
Susan invece ci mise molto meno a decidersi e comprò una bellissima maglietta
nera con disegnate delle ali da angelo e un braccialetto carinissimo con dei
campanellini.
Le ragazze uscirono soddisfatte dal negozio e dopo un altro giretto si
diressero verso casa; la madre di Claire invitò la nipote a cena quella sera.
Lei accettò.
La serata passò piacevolmente, tra chiacchiere e risate.
Dopo cena arrivò la famiglia di Susan; le ragazze andarono a prendersi un
gelato.
"Sai cosa sarebbe perfetto per chiudere la giornata? Che vedessi questo
famoso Tom. Sono troppo curiosa di sapere come è"
In quel momento Claire le strinse il braccio un pò troppo forte
"Ahia! Ma che succede?" esclamò l'altra
"Credo che la tua giornata perfetta stia per essere portata a compimento"
"Uhm..." Susan si guardò intorno, individuò un gruppetto di ragazzi e
ragazze, "Non dirmi che è tra quelli?Sembrano tutti pronti per la discoteca, il
tuo Tom mica suona in un gruppo punk?"
"Shh, potrebbe sentirti" la zittì Claire
"Ma come, se è a più di dieci metri di distanza, allora è davvero un alieno,
ha le orecchie bioniche?"
"No...non vedi che è lì" disse l'altra indicando dalla parte opposta al
gruppetto. L'altra guardò e vide un ragazzo che fumava e che apparentemente
stava aspettando qualcuno. "Ah eccolo!"
"Dici che sta aspettando la sua ragazza? Magari quella strega di Katy gli ha
già fatto un incantesimo!" sussurrò Claire quasi spaventata
"Alieni, streghe, sicura di non aver bisogno di uno psicologo?" disse Susan
guardando la mora preoccupata
"No, ma ho bisogno che ce ne andiamo da qui e subito" Era troppo tardi.
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Capitolo 7 *** UN ALTRO INVITO ***
Tom stava aspettando Jake e Adam, che come al solito erano in ritardo di più
di venti minuti.
Decise di accendersi una sigaretta per passare il tempo "Possibile che quei
due idioti non siano mai puntuali?" pensò spazientito.
Finì di fumare e buttò il mozzicone della sigaretta per terra, lo spense con
una scarpa e quando rialzò lo sguardo vide due ragazze che attirarono subito la
sua attenzione: una gli sembrava di conoscerla.
Guardò meglio e la riconobbe, era Claire, la ragazza che lavorava a casa sua.
Dopo aver fissato per un momento le due, si rese conto che l'avevano visto, così
decise di avvicinarsi.
"Ahi! La vuoi smettere di stringermi il braccio?" sbottò Susan rivolta a
Claire, che era davvero agitata e desiderava solo scomparire mentre Tom le
fissava "Se non mi lasci quello penserà davvero che sei fuori, sempre che non
l'abbia già capito"
La mora lasciò il braccio della cugina e cercò di assumere un' aria
distaccata guardando il ragazzo avvicinarsi.
Tom le salutò entrambe con un sorriso "Hey!".
Claire arrossì leggermente, ma rispose con un "Ciao".
Susan si fece un pò avanti "Ciao! Non ci conosciamo, vero?" disse guardando
prima il ragazzo poi la cugina.
Lui scosse la testa, Claire che era ancora leggermente rossa fece le
presentazioni.
Mentre Tom stringeva la mano alla nuova conoscente furono raggiunti dagli
altri due. Susan guardò un pò stupita la cresta di Jake.
Dopo che anche loro si furono presentati, Adam chiese "Allora ragazze, che ci
facevate qui? Stavate aspettando qualcuno?"
Loro risposero in coro "No" e Susan continuò "Eravamo venute a fare un giro,
niente ci che"
"E voi? Aspettavate qualcuno?" domandò l'altra bruscamente
"Sì, Tom stava aspettando la sua ragazza" cominciò Adam.
A quelle parole le due rimasero stupite.
"E devo dire che è arrivata prima del previsto" concluse Jake con una risata.
Tom gli fece un gestaccio.
Susan guardò Claire soddisfatta e notò che era arrossita ulteriormente e
fissava l'asfalto con aria molto imbarazzata. Era proprio irncorregibile!
Possibile che non fosse cambiata dai tempi della scuola?
Fortunatamente Adam interruppe quel silenzio "Allora, noi dovevamo andare a
bere qualcosa, che ne dite di unirvi a noi?"
"Io non posso proprio trattenermi, ma Claire può fermarsi se vuole" rispose
Susan, gli altri, soprattutto il chitarrista del gruppo, assunsero un'aria
speranzosa.
La ragazza alzò lo sguardò e scosse la testa "Mi dispiace ma nemmeno io posso
fermarmi"
Tom parve un pò deluso, Jake domandò "Come mai?"
"Oh....ho da fare, davvero, mi dispiace, sarà per un'altra volta"
L'altra ragazza la guardò con aria contrariata ma non disse niente.
"Allora noi andiamo" disse Tom "Ci si vede". Anche gli altri due salutarono e
si allontanarono.
Appena furono fuori dal loro campo visivo Susan si rivolse alla cugina con
tono di rimprovero "Perchè non hai accettato? Cos'hai da fare di tanto
importante domani mattina da non poter accettare l'invito di tre ragazzi tra cui
c'è anche quello per cui perdi la testa?"
L'altra evitò di guardarla direttamente negli occhi e mormorò una scusa "Non
mi andava, davvero, mi sarei sentita in imbarazzo ad andarci da sola."
Susan scosse la testa, ma non disse niente, a volte Claire sapeva essere
davvero esasperante.
Sulla via del ritorno non parlarono molto, ma prima di andarsene si
salutarono con un sorriso "Mi raccomando, martedì al concerto comportati bene e
vedi di non distrarre troppo Tom mentre suona" scherzò Susan per alleggerire
l'atmosfera.
"Sarà fatto" rispose l'altra con una risatina.
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Capitolo 8 *** UNA PIACEVOLE NOVITA' ***
Claire passò la domenica in casa, si era alzata con un terribile mal di
testa.
Purtroppo questo le lasciò il tempo di pentirsi per aver rifiutato l'invito
dei ragazzi. Perchè doveva sempre fare le cose per poi rimpiangerle? Che paura
aveva avuto di passare una serata tra amici? Non ci sarebbe stato niente di
male. Tom sospettava davvero che lui le piacesse?
Il mal di testa divenne più forte, così decise di non pensarci e cercò di
dormire un pò.
Fortunatamente si svegliò tre ore più tardi senza aver fatto nessuno dei suoi
strani sogni, o forse meglio dire incubi.
Aveva un pò di fame, così pensò di scendere a mangiare qualcosa, guardò
l'orologio: erano le tre del pomeriggio.
Sulle scale incontrò sua mamma che saliva di corsa "Ah, ti sei già svegliata,
meno male. C'è giù un ragazzo che vuole parlarti."
Claire la guardò con aria interrogativa ma la madre non le disse più niente e
la precedette nel loro salone.
La ragazza esitò un momento, indecisa se andare di sopra a mettersi qualcosa
di meglio dei pantaloncini cortissimi e la canottiera in miniatura che indossava
quando dormiva. Mentre era lì a pensarci la madre la chiamò di nuovo "Allora, ti
sbrighi?"
Scese gli ultimi gradini della scala ed entrò in sala da pranzo, il ragazzo
era seduto sul divano ed indossava un cappellino, così non lo riconobbe subito,
finchè sua madre non esclamò "Eccoti, finalmente!".
La donna sembrò non fare caso al suo abbigliamento, cosa che però non potè
fare a meno di notare Adam che si girò e prima di salutarla la guardò per un
lungo istante.
La mora si sentì un pò in imbarazzo, ma lo accolse con la massima gentilezza
"Ciao, mi fa piacere rivederti"
"Ciao" rispose l'altro con un sorriso
"Come fai a sapere dove abito?" volle sapere l'altra
"Me l'ha detto Tom." ribattè il ragazzo senza smettere di guardarla.
Per uscire dal campo visivo dell'inaspettato ospite lei si spostò e sedette
su una sedia vicino al grande tavolo che c'era nella stanza. Gli occhi di lui si
fissarono per un poco sul tappeto appoggiato sul pavimento davanti a lui.
"Allora io vi porto qualcosa da bere e poi vi lascio soli" disse con
entusiasmo la padrona di casa.
Quando la madre di Claire ebbe appoggiato dei biscotti e del succo d'arancia
sul tavolino vicino al divano e se ne fu andata sorridendo, la ragazza formulò
la domanda che aveva in mente da quando aveva visto Adam.
"Come mai sei qui?" domandò cercando di non sembrare maleducata
"Veramente mi ha mandato Tom" rispose lui dopo aver dato un morso a un
biscotto preso dal piattino che aveva di fronte.
Lei lo guardò incredula "E come mai Tom avrebbe dovuto mandarti qui?"
"Magari perchè è troppo timido per dirti quanto ci tiene che tu venga al
concerto martedì" aspettò per un momento la reazione dell'altra e quando vide
che era arrossita vistosamente continuò, con un'espressione che la ragazza non
riuscì a decifrare "Bene, vedo che l'interesse di Tom è ricambiato".
L'altra fece per parlare ma lui la interruppe "Sai, forse può sembrare un pò
un bulletto, uno che maltratta le ragazze, ma in fondo non è per niente così.
Ieri c'è rimasto un pò male per il tuo rifiuto"
Claire si chiese che avesse fatto di male, aveva semplicemente declinato
l'invito, non era stata poi così maleducata
Anche Adam parve dello stesso avviso "Forse è stato un pò troppo esagerato.
E' che ultimamente è diventato insicuro, è cambiato un pò dal divorzio dei suoi,
lo capisco perchè ci sono passato pure io."
"Mi dispiace" mormorò l'altra
"Ormai ci sono abituato. Comunque" disse tornando a sorridere "Ero venuto per
accertarmi che Tom avesse una chance e credo che ce l'abbia, o mi sbaglio?"
La risposta di Claire arrivò un pò tardi "Beh....credo di sì...insomma, anche
io lo trovo un tipo interessante"
"Senti, non devi farti nessun tipo di problema, tu gli piaci, te lo
garantisco, sono il suo migliore amico e ormai capisco prima di lui quando si
prende una cotta"
Sul viso della ragazza si allargò un sorriso involontariamente "Ok. Ma, dimmi
una cosa. Tom non sa che tu sei qui, vero?"
"No" ribattè il ragazzo con finto tono colpevole
"Allora come hai fatto a sapere il mio indirizzo?"
"Ho i miei informatori, io" disse l'altro con aria furtiva, alzandosi dal
divano. "Ringrazia tua mamma per l'ospitalità, è stata davvero gentile"
"Figurati, torna pure quando vuoi"
"Magari con Tom!" fu la rispota di Adam che si avviò verso la porta.
La ragazza lo accompagnò
"Allora ci vediamo" disse lui guardandola ancora con l'espressione di quando
l'aveva salutata al suo arrivo
"Si...ci vediamo".
Lui sembrò voler dire qualcosa ma le sorrise semplicemente ed uscì.
Lei lo guardò allontanarsi, poi richiuse la porta e vi si appoggiò. Anche se
quella conversazione le era sembrata un pò strana era al settimo cielo. Chiamò
subito sua cugina per raccontarle tutto, rimasero al telefono quasi un'ora.
La mattina dopo Claire si svegliò riposata e di buonumore. Mise gli stessi
vestiti che aveva indosso sabato, ma aggiunse la cintura che aveva comprato, si
fece due trecce e scese a fare colazione.
Sua madre e suo padre stavano bevendo il caffè, la salutarono, lei si sedette
e mangiò una brioche che c'era sul tavolo.
"Anche oggi al lavoro?" le chiese suo padre
"Sì!" esclamò Claire
"Mi sembri contenta di andarci" disse l'uomo
Lei guardò la madre con aria complice "Non è una cosa molto faticosa e i
bambini sono simpatici"
Lui alzò un sopracciglio ma non disse niente, guardò l'orologio " E' meglio
che vada" si alzò, le baciò tutte e due e uscì.
La madre si sedette di fronte alla figlia "Allora, non me ne hai più parlato
ieri, cosa aveva di tanto importante da dirti quel ragazzo?"
La mora assunse per l'ennesima volta un'espressione felice "Oh...lui è Adam,
il migliore amico di Tom" si interruppe un attimo, l'altra la esortò ad andare
avanti con lo sguardo "In poche parole mi ha chiesto se mi piaceva Tom, perchè
pare che lui sia interessato a me"
"Adam?"
"No, Tom" arrossì lievemente
"Ah, capisco. Ora che hai intenzione di fare?"
"Anche se sono venuta a sapere che non gli sono indifferente non credo che
cambierò molto il mio comportamento. Per ora le cose vanno bene così, voglio
conoscerlo meglio prima di espormi troppo"
"Credo che sia la cosa giusta. Vuoi un passaggio in macchina?"
"No, grazie. Faccio volentieri quattro passi. Mi conviene andare ora" si alzò
"Ci vediamo stasera!"
"Ciao!" salutò la donna dopo averla baciata su una guancia
Claire uscì e si incamminò verso casa Baker.
***
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Capitolo 9 *** UN'ALTRA NOVITA' ***
Sarà stato per il buonumore, o per il fatto che c'era bel tempo e le veniva
voglia di correre, ma la mora arrivò un poco in anticipo, aveva già imboccato il
lungo viale su cui si trovava la casa che mancavano ancora dieci minuti alle
dieci.
Riflettè sul fatto che forse non avrebbe dovuto mostrarsi così entusiasta,
allora si sedette su una panchina che si trovava a una ventina di metri da casa
Baker, da cui però non avrebbero potuto vederla. Tirò fuori dalla sua borsa il
walkman, le piacevano molto le cose vecchio stile, invece di quei lettori mp3
che tutti avevano ormai, e ascoltò un paio di volte la canzone dei Jam Teak
Doma.
Quando mancavano un paio di minuti alle dieci, spense il walkman, lo rimise
al suo posto, si alzò e con passo allegro e leggermente trotterellante si avviò
verso casa di Tom.
Ad aprire la porta fu Melody "Ciao Claire! Ti trovo bene oggi, sembri
allegra"
"Oh... diciamo che ho dormito splendidamente stanotte" rispose la ragazza con
aria vaga, di certo non voleva che la donna sapesse dell'interesse che provava
per il suo figlio maggiore, almeno finchè avesse lavorato lì
"Bene. Mi fa piacere. Ora devo proprio andare, stasera quando torno ti devo
dire una cosa sul tuo lavoro. Allora ci vediamo più tardi!"
"A dopo ragazzi!" gridò rivolta ai due figli più piccoli che erano seduti sul
divano del salone
"Ciao Mamma!" salutarono quelli
Claire fece passare Melody ed entrò in casa, Matty le corse in contro e aprì
le braccia per abbracciarla, lei si abbassò e lo strinse.
"Ehi! Cosa sono queste preferenze, anche io voglio un abbraccio" non era
stata Sunny a parlare, la ragazza lasciò il piccolo e alzò lo sguardo per
guardare chi l'aveva fatto, anche se aveva già capito chi era stato.
Tom scese gli ultimi gradini delle scale che portavano dal piano di sopra al
salone e si avvicinò "Buongiorno" disse
"Ciao" mormorò Claire leggermente intimidita, non bastava che trovava quel
ragazzo irresistibile, ora doveva anche apparirle all'improvviso con addosso
solo i boxer!
Cosa aveva fatto di male? Come poteva dimostrarsi distaccata in una
situazione del genere?
Doveva apparire imbarazzata, perchè Sunny disse subito "Tom! Potevi anche
vestirti prima di scendere!"
Lui stava ancora fissando la mora, distolse lo sguardò e guardò la sorellina
"Non è colpa mia se non ho trovato niente di pulito a mettermi. Ero sceso per
chiedere a Becky dove fossero i miei vestiti quando mi sono ricordato che
quell'idiota è in Spagna!" fece un momento di pausa e poi si rivolse ancora alla
ragazza che non si era mossa da quando lui era arrivato "E poi mica ti metto in
imbarazzo, vero? Voglio dire, dove lo trovi un ragazzo come me che va in giro in
mutande?" le fece l'occhiolino.
"Oddio, come vorrei essere da qualsiasi altra parte, in questo momento" pensò
Claire, ma con un enorme sforzo di volontà riusci ad apparire leggermente
distaccata, cosa di cui si stupì, "Già, scommetto che tutte le ragazze del
pianeta vorrebbero essere al mio posto, o sbaglio?"
"Non solo quelle del pianeta, piccola! Quelle di tutto l'universo, anche le
ragazze aliene!"
Lei lo guardò incredula, pensando che Adam si sbagliava a dire che in fondo
era insicuro, o forse quello era solo un modo per nascondere la sua insicurezza?
Il suo silenzio dovette essere un pò troppo lungo perchè l'altro le chiese
"Cosa c'è? Non credi che le ragazze apprezzino uno come me o non credo negli
alieni?"
Lei decise di prenderlo un pò in giro, non si sentiva più in imbarazzo come
all'inizio, dopotutto era un ragazzo come lei e poi il fatto che lei gli
piacesse rendeva le cose un pò più facili "Credo di più alla seconda ipotesi che
alla prima" disse con un sorrisetto ironico
"Oh, bene. Finalmente qualcuno che condivide il mio interesse verso le forme
di vita extraterrestri"
In quel momento intervenne Matty "Ma Tommy! Gli alieni non esistono! Me lo ha
detto la mamma"
"E invece sì, stupido, se non fai il bravo ti verranno a prendere prima o
poi, di notte, mentre dormi, non te ne accorgerai nemmeno"
Il bambino piagucolò e si avvicinò a Claire, aggrappandosi a una sua gamba
"Dai, non spaventare il tuo fratellino." disse lei accarezzando la testa del
piccolo.
Il ragazzo fece finta di essere spazientito, sbuffò e risalì le scale.
Quando fu sparito alla vista Matt domandò ancora alla ragazza "Ha detto una
bugia, vero? Gli alieni e i mostri non esistono, me lo ha detto la mamma"
Lei stava per rispondere quando Sunny esclamò "Certo che non esistono, Tom te
lo ha detto solo per farti spaventare"
Il bimbo guardò Claire per averne la conferma "Tranquillo. Nessuno verrà a
prenderti mentre dormi."
Il piccolo parve rassicurato e subito chiese "Giochiamo a qualcosa?"
La mattinata trascorse normalmente, alle undici arrivarono Adam e Jake per
provare.
Fortunatamente il bassista del gruppo non fece capire niente della
conversazione che aveva avuto con la ragazza il giorno prima, le lanciò solo
qualche occhiatina significativa, di cui nessuno si accorse, tranne la diretta
interessata.
Poco prima dell'orario di pranzo i tre dissero che uscivano per andare a
prendere qualcosa da mangiare a un fastfood lì vicino e chiesero se anche loro
volessero qualcosa; Sunny e Matt risposerò quasi in coro "Io voglio le patatine
fritte e il gelato!"
"Sicuri che vostra madre vorrebbe?" chiese la mora dubbiosa
"Che vuoi che sia per una volta, poi se se la prende dai pure la colpa a me."
rispose il fratello maggiore tranquillo, guardandola "Tu cosa vuoi?"
"Un menù col pollo medio va benissimo, grazie"
"Ok. Credo che torneremo tra una ventina di minuti" Tutti e tre fecero un
cenno di saluto e uscirono.
Sunny propose di apparecchiare fuori, così prepararono il grande tavolo che
c'era in giardino.
Era stata davvero una buona idea, perchè erano in pieno luglio e c'era un
tempo bellissimo, il sole non era troppo caldo ed era piacevole stare seduti
all'aria aperta.
I ragazzi arrivarono in orario.
"Fortunatamente non c'era fila" affermò Adam appoggiando i sacchetti con la
roba sul tavolo.
Quando Claire vide quello che avevano preso loro rimase stupita: tutti e tre
mangiarono almeno due menù a testa e bevvero una bibita maxi. Si chiese come
facevano a mantenere la linea. Tom le offrì altre patatine ma lei rifiutò
gentilmente.
"Ah...già, voi ragazze siete fissate con la linea, me l'ero dimenticato!" La
prese in giro lui.
Lei non potè fare a meno di ridere, considerando quello che aveva pensato
poco prima, lui la guardò con aria interrogativa ma non disse nulla.
Dall'altra parte del tavolo Sunny e Matt stavano giocando con le patatine e
imitavano dei trichechi, mentre Jake e Adam parlavano del concerto che ci
sarebbe stato la sera dopo e si chiesero se avessero attaccato abbastanza
manifesti in giro.
Il primo sosteneva di sì, mentre il secondo non era per niente d'accordo ed
espresse il suo dubbio ad alta voce "Claire" chiamò
"Sì?" rispose l'altra che fu felice di poter evitare senza apparire
maleducata una domanda di Tom sull'area 51 e su quanto ci fosse di vero
"Secondo te abbiamo messo abbastanza manifesti per pubblicizzare il nostro
concerto?"
Lei esitò un momento "Oh...beh...forse potreste metterne qualcun altro"
ripensò al percorso che aveva fatto quella mattina e ne aveva visto solo uno per
quello che ricordava "Se volete potete darmene un pò quando vado a casa, in modo
da affiggerne qualcuno nel mio quartiere"
"Oh, va bene!" convenne il bassista poi si girò versò il batterista "Che ti
avevo detto? Non erano abbastanza"
La ragazza non potè seguire il resto della conversazione perchè Tom le toccò
un braccio e attirò la sua attenzione. Lei si girò e vide che lui la fissava, si
sentì leggermente intimidita "Sì?" disse quasi in un sussurro
"Ecco...stavo pensando che se domani sera non vorrai trovarti in un posto da
cui non si vede un accidente ti conviene arrivare un pò prima, sai, le prime
file sono sempre le migliori" aveva un'espressione indecifrabile.
Lei abbozzò un sorriso "Certo, capisco. Credo che verrò una mezz'oretta prima
che inizi il concerto, riuscirò a trovare un posto decente, vero?"
Il ragazzo annuì.
In quel momento Sunny ridacchiò "Siete davvero una bella coppia, sapete?"
Tom la guardò male "Di chi stai parlando, scusa?"
"Di noi, caro" esclamò Adam facendo una voce da donna e diede una gomitata a
Jake
"Già" continuò l'altro preso leggermente alla sprovvista
"Non trovi che io e Jake stiamo divinamente insieme?" riprese l'altro con lo
stesso tono di voce di prima.
Tom fece loro un gestaccio
"Così mi ferisci, caro!" piagnucolò l'amico.
Tom scosse la testa, Claire e Sunny risero, così come Matt, anche se non
aveva capito bene quello che succedeva.
"Siete tutti matti" affermò Jake a bassa voce.
Dopo che ognuno ebbe aiutato a mettere in ordine la tavola, i ragazzi si
prepararono per andare alla Music Hall, dove avrebbero messo a punto le ultime
cose per il concerto.
Claire augurò loro buon lavoro, loro la ringraziarono e andarono.
Il resto del pomeriggio la ragazza e i bambini lo trascorsero al parco.
Quando alle cinque passate Melody rientrò dal lavoro, chiese alla mora se le
andava di fermarsi per bere qualcosa
Lei accettò, tanto quel pomeriggio non le rimaneva niente da fare e quella
sera non le toccava nemmeno cucinare perchè sua madre aveva fatto il turno di
mattina.
Si sedette sul divano nel salone e mentre la signora Baker preparava i
bicchieri e tutto il resto, aveva rifiutato gentilmente l'aiuto che Claire le
aveva offerto, fece una piccola partita a carte con Sunny e Matty.
Dopo un pò la donna arrivò con un vassoio con sopra quattro bicchieri di
succo e dei biscotti al cioccolato, lo appoggiò sul tavolino e si sedette a sua
volta. "Serviti pure" disse con un sorriso.
Bevvero tutti e ci fu un pò di silenzio, poi la donna disse "Il motivo per
cui ti ho chiesto di fermarti qui oggi è che la settimana prossima io e i miei
figli andiamo a stare per qualche giorno da mia madre. I bambini non la vedono
da un pò e l'aria del posto gli farà bene. E' un pò come una vacanza per noi."
"Mi fa piacere" disse la ragazza "Quanto tempo starete via?"
"Un paio di settimane, è il massimo di giorni che sono riuscita a prendere a
lavoro. Mi farebbe piacere però se tu venissi fino a questo venerdì lo stesso"
"Certo. Non c'è problema"
In quel momento intervenne Matty con la bocca piena di biscotti al cioccolato
"Però puoi venire lo stesso a trovare Tom, altrimenti lui si sentirà solo"
Melody rise quasi impercettibilmente "Già, mio figlio maggiore ha detto che
non gli va di venire. Ho pensato che è molto maleducato da parte sua non venire
a trovare la nonna, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Ha detto che è
impegnato con il gruppo."
La mora non disse niente, ma non era dispiaciuta tanto quanto la signora
Baker che il ragazzo rimanesse a casa.
Guardò l'orologio e decise che era ora di andare, si offrì di aiutare a
mettere a posto, ma la padrona di casa la ringraziò e disse che non ce ne era
bisogno, così diede un bacio al piccolo Matt, salutò Sunny e Melody ed uscì.
Sulla via del ritorno non si dimenticò di affiggere qualche volantino che i
ragazzi le avevano dato per pubblicizzare il loro concerto, arrivata davanti a
casa ne aveva ancora uno in mano, guardò la foto che ritraeva i tre che facevano
delle boccacce, osservò la smorfia sul volto di Tom, la trovò adorabile. Decise
di tenere il foglietto.
Quando entrò in casa Claire trovò sua madre in cucina che stava pelando delle
patate "Ciao tesoro, come è andata la giornata?"
"Bene" rispose la figlia dopo aver appoggiato la borsa su una sedia che stava
nell'anticamera "Pensa che tra meno di una settimana ho già le ferie" continuò
scherzosa "Beata te!" l'altra assunse un falso tono d'invidia
"A te come è andata oggi?" chiese la figlia
"Bene, diciamo. I soliti clienti che arrivano all'ultimo minuto, ma per il
resto tutto okay" La madre di Claire lavorava in un piccolo supermercato lì
vicino.
"Ma dimmi di più. Come mai questa vacanza improvvisa?" continuò la donna
"La signora Baker e i figli più piccoli vanno a stare dalla loro nonna per un
paio di settimane"
"Ah, capisco."
"ll figlio grande però rimane, sai, quello che suona nella band che terrà un
concerto in città domani sera" fece finta di apparire indifferente
"E' quello che c'è su quel volantino che hai in mano?"
La mora non si era accorta che aveva ancora in mano il foglio e che le tre
espressioni idiote dei ragazzi erano visibilissime dal punto di vista di sua
madre
"Oh....sì" esitò un attimo, poi glielo porse.
L'altra osservò per un istante le facce raffigurate "Questo nel mezzo è il
ragazzo che è venuto qui sabato, o sbaglio?"
"Sì."
"Come si chiama, che non ricordo?"
"Adam. Suona il basso nella band"
"Già. Adam." ripetè "Ora ricordo. Questo deve essere Tom invece, giusto?
Riconosco il tipo di ragazzo che piace a te. Capelli scuri, un pò lunghi. Anche
se penso che anche Adam ti potrebbe piacere, ha dei begli occhi blu, che ti
piacciono tanto. Oppure questo con la cresta, a parte la pettinatura, ha degli
occhi niente male pure lui"
A volte sua madre era davvero imprevedibile, Claire cercò di ignorare quei
commenti e disse semplicemente "Quello coi capelli un pò più lunghi è Tom, hai
ragione. L'altro è il batterista e si chiama Jake. Sono tutti e tre molto
simpatici" Non capì l'utilità di quell'ultima frase, ma l'aggiunse
spontaneamente.
Sua madre non chiese nient'altro, così la ragazza disse che andava a farsi
una doccia e che dopo sarebbe tornata ad aiutarla per la cena.
Salì le scale, andò in camera a prendere un paio di pantaloncini, una
maglietta e della biancheria pulita, prima di andare in bagno appoggiò il
volantino dei Jam Teak Doma sulla scrivania.
Finita la doccia si rivestì e prima di scendere tornò in camera con un
asciugamano sui capelli.
Cercò un rotolo di scotch nel cassetto della sua scrivania e ne strappò
quattro piccoli pezzettini.
Decise di attaccare la foto di Adam, Tom e Jake sul muro sopra al suo letto,
vicino ad un poster di uno dei suoi film preferiti; prima di uscire dalla stanza
controllò di averlo attaccato dritto, il risultato era ottimo.
Passò dal bagno per lasciare l'asciugamano bagnato e si spazzolò i
capelli.
Un paio d'ore dopo stava apparecchiando la tavola, quando tornò suo padre.
Mangiarono e chiacchierarono tutta la sera. Suo padre la prese anche in giro per
il concerto del giorno dopo, chiedendole se poteva andare con lei,
all'affermazione della figlia che era vecchio, lui ribattè che aveva visto molti
più concerti di quanto lei si potesse immaginare. Claire rise immaginandosi suo
papà che pogava sotto un palco, insieme a una folla urlante, davanti a una band
di capelloni truccati.
Finirono di mangiare e riordinarono.
Mentre cominciava il film in prima serata la ragazza chiese al padre se la
sera dopo l'avrebbe potuta accompagnare in macchina al posto del concerto. Lui
disse che non c'erano problemi, ma lei doveva ricordarsi la promessa che gli
aveva fatto di andare a prendere la zia all'aeroporto, lei ribattè che non era
tipo da dimenticarsi le promesse.
"Peccato però, anche se vorrò non potrò fermarmi al concerto, magari ci porto
anche la zia e la mamma, che ne dici?"
La figlia inorridì all'idea, ma non lo diede a vedere. "Io vado di sopra a
leggere qualcosa. Notte!"
"Si, come no, prima ti chiuderai come minimo per tre ore in bagno. Sempre con
quei capelli" disse lui ironico, lei fece finta di non sentire
"Notte, cara" disse sua madre
"Notte signorina se-i-miei-capelli-non-sono-perfetti-non-esco-di-casa!"
esclamò suo padre.
***
Vorrei ringraziarvi per le vostre recensioni!
Sono contenta che la storia vi stia piacendo, spero che apprezzerete
anche il continuo! ^^
Tanti saluti!
m4ryb4m (Maria)
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Capitolo 10 *** IL FATIDICO GIORNO ***
La mattina dopo Claire si svegliò un'ora prima che la sveglia suonasse.
Finalmente era arrivato il grande giorno. Il giorno del concerto.
Da inguaribile pessimista per prima cosa passò in rassegna tutti i motivi per
cui sarebbe potuta andare male.
Magari avrebbe scoperto che Tom aveva una ragazza che viveva lontano, ma che
era venuta apposta per vederlo suonare, magari il pubblico non sarebbe stato
come si aspettavano i ragazzi; e se nessuno fosse andato a vederli? Scartò
subito quell'idea, era impossibile, dopotutto la loro canzone era già trasmessa
in radio.
All'improvviso però l'idea peggiore affiorò nella sua mente: Katy, Mary e
Jane sarebbero andate al concerto. Cosa sarebbe successo se Tom le avesse
notate? Katy sicuramente avrebbe messo una delle minigonne che metteva di
solito, si sarebbe arricciata i capelli e truccata pesantemente, fino ad avere
l'aria da troietta che aveva sempre. Si sa che le ragazze così attirano
l'attenzione dei ragazzi. Claire si augurò che a Tom non piacessero.
Non ce la faceva più a stare lì seduta a pensare a quali orribili circostanze
avrebbero potuto realizzarsi quella sera e allora si alzò, siccome non ne aveva
molta voglia decise che avrebbe piastrato i capelli quella sera. Si vestì, scese
giù e fece colazione da sola, sia sua mamma che suo papà avevano il turno di
mattina ed erano già al lavoro, in modo da avere il resto della giornata libero
per l'arrivo della zia.
Guardò un pò la televisione, poi andò in bagno a lavarsi i denti, spazzolò i
capelli e si fece due codini, si truccò leggermente come al solito e uscì di
casa.
La giornata a casa Baker fu delle più normali, Matty e Sunny erano tranquilli
come al solito, nel pomeriggio Melody la informò che poteva andarsene prima,
perchè un'amica di famiglia sarebbe venuta a prendere i bambini per portarli
alla festa di compleanno del figlio.
Infatti erano le tre e mezza quando Claire salutò Matt e Sunny e li aiutava a
salire in macchina con la signora di cui aveva parlato la loro madre, una donna
sulla quarantina, magra, con una faccia simpatica e gentile.
Rimase nel vialetto ad agitare la mano finchè la macchina non girò l'angolo e
uscì dal suo campo visivo.
Tornò in casa per prendere la borsa e salutare i ragazzi, che stavano
provando le ultime canzoni in cantina, due ore dopo sarebbero andati alla Music
Hall per fare il sound check e prepararsi per il concerto, quando vide che Tom
era salito a prendere qualcosa da bere.
Stava uscendo dalla cucina con tre bibite in mano e si fermò quando la vide
"Stai già andando?"
"Sì, stavo proprio per venire a salutarvi" rispose lei sorridendo
timidamente
"Ah...io ero venuto a prendere qualcosa di rinfrescante" disse mostrandole le
lattine e aggiunse "Se ti va puoi fermarti a bere qualcosa con noi, tanto è
ancora presto"
"Mi dispiace, ma ho promesso a mio padre che l'avrei accompagnato a prendere
mia zia all'aeroporto. Sai, viene dall'Italia e starà qui un paio di settimane"
disse con sincero dispiacere e un'aria non molto entusiasta
"Anche se è la seconda volta che rifiuti di bere qualcosa con noi, per
stavolta ti scuso. E' ovvio che non ti stai inventando niente, a meno che tu non
sia particolarmente brava"
Lei lo guardò dritto negli occhi, cosa che fece con non poca difficoltà
"Davvero, mi avrebbe fatto piacere"
Lui parve convincersi e aggiunse "Vorrà dire che stasera sarai obbligata a
rimanere un pò dopo il concerto"
"Va bene" rispose lei con un sorriso, anche se aveva promesso alla madre che
non avrebbe fatto tardi non poteva rifiutare un'altra volta.
Scesero al piano di sotto e Claire salutò tutti e tre e augurò loro buona
fortuna.
Adam insistette perchè lei abbracciasse tutti quanti. Jake sembrava
impassibile, mentre Tom non si capiva se fosse irritato dal comportamento
dell'amico, imbarazzato o semplicemente contento.
La mora pensò che dopotutto non c'era niente di male, così cominciò proprio
da chi aveva proposto l'idea, lasciando Tom volutamente per ultimo. I primi due
abbracci furono brevi, anche il terzo non fu molto più lungo, anche se lei
avrebbe desiderato che durasse qualche istante in più.
Se l'era immaginato o Tom l'aveva stretta a sè più di quanto avessero fatto
gli altri due?
All'aeroporto fortunatamente non ci furono ritardi, la zia non era cambiata
da quando Claire l'aveva vista il Natale di due anni prima, quando erano andati
in Italia a trovarla. Portava sempre quei vestiti colorati e larghi, aveva
ancora qualche chiletto di troppo e dei corti capelli che lei tingeva di una
tonalità di rosso, perchè ormai grigi.
Si salutarono calorosamente, suo padre prese la valigia e la ragazza si
occupò del bagaglio a mano, in macchina la fecero sedere davanti.
Parlarono un pò del viaggio e la mora rispondeva dal sedile posteriore alle
domande che la donna le faceva ogni tanto su come stava passando l'estate e
parve molto interessata al suo lavoro.
Venti minuti dopo arrivarono a casa. Claire aiutò la madre a preparare la
cena, mentre la zia sedeva sul divano in salotto e chiacchierava con suo padre.
Prima di mettersi a tavola fece una telefonata ai figli in Italia e li
rassicurò che tutto era andato bene.
Finirono di mangiare alle otto, il concerto cominciava alle nove e mezza,
quindi Claire avrebbe avuto tutto il tempo per prepararsi dopo aver aiutato sua
mamma a sparecchiare. Per quella sera non le toccava lavare i piatti!
Decise di farsi una doccia veloce, senza però lavare i capelli, che erano
rimasti puliti dalla sera prima.
Si vestì con quello che aveva comprato il sabato prima durante lo shopping
con la cugina, una magliettina bianca con un teschio fucsia nel mezzo e i
pantaloni abbinati, non dimenticò la cintura acquistata nella stessa occasione.
Siccome le sue converse rosse non si abbinavano per niente con quegli abiti,
indossò le etnies nere.
Tolse lo smalto dalle unghie, che ormai si era rovinato, e mise quello nuovo,
andò in bagno e si piastrò i capelli per bene, si truccò di nero un pò più
pesante del solito intorno agli occhi e dopo essersi guardata allo specchio vide
che il risultato era soddisfacente, così prese la borsa e scese al piano di
sotto.
Suo padre la stava aspettando con le chiavi in mano.
Claire andò in salotto a salutare la zia e la madre che le augurarono di
divertirsi dopo averle fatto i complimenti per come stava bene. Lei ringraziò e
seguì suo papà fuori.
Durante il tragitto, che le sembrò durare un eternità invece che pochi
minuti, l'uomo le raccomandò le solite cose: di stare attenta, di non accettare
cose strane dagli sconosciuti, ma soprattutto di non andare a casa da sola con
nessun ragazzo, anche se, precisò, quella sera non sarebbe dovuta andare da
nessuna parte dopo il concerto, avrebbe dovuto chiamarlo appena fosse finito, in
modo che lui sarebbe andato a prenderla. Lei annuì quasi senza ascoltare.
Finalmente erano arrivati, mancavano ancora trenta minuti abbondanti ma
sembrava esserci già un pò di gente, "Mi raccomando" le disse suo padre
"Sta tranquillo papà, ti chiamo dopo" rispose lei aprendo la portiera e
scendendo dalla macchina.
Si stava guardando intorno e stava per dirigersi all'entrata, quando si sentì
chiamare.
Si voltò e non fu molto stupita di trovarsi davanti, ad una decina di metri,
una Katy tutta agitata che muoveva la mano nella sua direzione.
Fu scontenta nel vedere che, sia lei che le sue due amichette si erano messe
in tiro. Indossavano la loro classica tenuta, costituita di una gonna cortissima
e di una maglietta attillatissima, sembrava che avessero rubato i vestiti a
delle Barbie.
Lei ricambiò il saluto e al cenno delle altre di avvicinarsi si diresse verso
di loro.
Erano in compagnia di quattro ragazzi, due dei quali erano piuttosto carini,
entrambi coi capelli scuri, uno ce li aveva a spazzola, mentre l'altro li aveva
più corti, gli altri due non erano brutti, ma nemmeno bellissimi.
"Speravamo di incontrarti!" disse Katy con un sorriso grande, quanto finto
"E' stata una fortuna per te, no? Altrimenti avresti passato la serata da sola"
"Veramente io.." cominciò Claire, ma fu interrotta dalla bionda.
"Ma che sbadata! Non ho nemmeno fatto le presentazioni" riprese entusiasta
Katy "Loro sono Dave, Andrew" erano i nomi dei ragazzi più carini "Mike e Steve"
erano gli altri due.
La mora sorrise a tutti e disse che era un piacere fare la loro conoscenza,
mentre dentro di sè sperava di non aver mai fatto quell'incontro.
Se Tom l'avesse vista con loro ci sarebbero state più possibilità che notasse
le ragazze e le chiedesse di presentargliele? Durante il concerto avrebbe
parlato il meno possibile con loro, per fare in modo che non si notasse il fatto
che si conoscessero.
Era sovrappensiero quando Andrew disse "Allora, cominciamo ad entrare? Non
vorremmo rimanere nelle file in fondo."
"Buona idea!" convenne Mike. Claire li seguì in silenzio.
***
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Capitolo 11 *** IL CONCERTO ***
Quando entrarono fortunatamente riuscirono a trovare spazio in terza fila.
Naturalmente era uno di quei concerti in cui la gente sta in piedi, non c'erano
dei posti a sedere e alla mora piacevano quel genere di cose.
Invece Katy rimase delusa "Spero solo di non sporcarmi la gonna in mezzo a
questa folla" la sentì dire.
Trattenne una risata al pensiero di quanto apparissero inadeguate la ragazza,
Mary e Jane in quel contesto.
Circa dieci minuti dopo la sala si era già riempita.
Claire concluse che i Jam Teak Doma dovevano essere già piuttosto conosciuti
e si chiese se anche lei era stata d'aiuto in qualche modo attaccando quei pochi
volantini.
Quando i ragazzi salirono sul palco ci furono degli applausi e alcuni
gridarono anche.
La ragazza li osservò tutti bene, partendo da Tom; indossava una maglietta
arancione con una scritta bianca sul davanti e sui lati delle maniche, un paio
di pantaloni a tre quarti larghi beige e un cappellino nero, la sua chitarra era
la stessa che gli aveva visto suonare qualche giorno prima, di un azzurro
pallido. Rimase in fissa per qualche secondo.
Udì la voce di Katy, che aveva insistito tanto per stare vicino a lei, che
diceva "Carino il cantante eh? Anche gli altri due non sono niente male, vedo
che per una volta hai avuto buon occhio"
Lei rispose solo con un cenno e spostò lo sguardo su Jake, che era sul fondo
del palco, seduto alla batteria e già pronto per suonare; portava una canottiera
nera, di una marca di vestiti da skater e un paio di pantaloni grigi coi
tasconi. Sentì Mary e Jane esprimere la loro opinione sulla cresta del ragazzo,
non molto positiva.
Claire le ignorò e guardò Adam; il bassista del gruppo, col suo basso rosa e
il particolare colore dei capelli era quello che attirava più l'attenzione,
nonostante indossasse una semplice maglietta nera e un paio di pantaloni dello
stesso colore.
I ragazzi si presentarono con qualche battutta divertente e cominciarono a
suonare. Proposero un paio di cover e la loro terza canzone fu quella che veniva
trasmessa in radio, si capì subito che il pubblico la conosceva, perchè qualcuno
cominciò anche a cantarla.
Davanti a lei Claire notò un gruppo di ragazzi molto entusiasti, che
gridavano anche degli insulti, in modo scherzoso naturalmente, a Jake e Tom e
quando uno di loro gli fece un gestaccio, sempre scherzando, capì che doveva
trattarsi di loro amici.
Il concerto continuò così, tra le canzoni e le battute che il cantante e il
bassista del gruppo si scambiavano di tanto in tanto.
Il pubblico parve apprezzare molto la performance.
Alla mora piacque molto il modo di suonare dal vivo dei ragazzi, erano così
giovani, eppure sembravano nati per suonare. Era evidente che adoravano
divertire il loro pubblico.
Tom l'aveva guardata ogni tanto durante lo show e le aveva fatto anche
l'occhiolino una volta, fortunatamente nessuno se ne era accorto, non che a lei
non facesse piacere, ma non voleva che Katy cominciasse a fare domande
inutili.
Quando il concertò finì i ragazzi ricevettero un sacco di applausi.
Claire guardò Tom, che ricambiò lo sguardo e le sorrise.
Stava sorridendo a sua volta, quando Katy la tirò per un braccio, fu
costretta a distogliere gli occhi da quelli di lui.
"Su, usciamo da qui!" stava dicendo l'altra.
La ragazza doveva trovare una scusa per restare lì "Ho perso una cosa, io
rimango un pò dentro a cercarla, non aspettatemi fuori, andate pure a casa"
Mary, Jane e Katy la guardarono stupite con le loro espressioni ebeti.
Dave chiese "Sicura che non vuoi venire a bere qualcosa con noi?"
"No, andate pure senza di me. Grazie dell'invito" rispose lei convinta
Gli altri allora salutarono e si diressero all'uscita.
Rimasta sola nella Hall, guardando le altre persone che uscivano, la mora
pensò ad un modo per avvicinare i ragazzi. Ora non li vedeva. Probabilmente
erano sul retro a sistemare gli strumenti e le altre cose.
Sentì delle risate che provenivano da dietro le sue spalle e si girò. Non ci
poteva credere. Come era potuto succedere?
Davanti a se vedeva il suo incubo realizzarsi.
Osservò per un pò il gruppetto incerta se avvicinarsi o meno, Tom, Jake e
Adam si erano avvicinati, con quei ragazzi che erano sotto il palco e che
avevano scherzato durante il concerto, a Katy e agli altri.
Si era quasi convinta a uscire e chiamare suo padre per andare a casa,
avrebbe inventato qualche scusa il giorno dopo per spiegare che non era potuta
rimanere, quando il batterista si voltò e la vide.
"Ehi Jake, sei in fissa?" gli chiese Adam, guardando nella sua stessa
direzione "Hey! Eccoti finalmente!" esclamò poi
Tutti guardarono nello stesso punto del ragazzo dai capelli blu.
Katy strillò con una voce quasi isterica "Hai trovato quello che cercavi?"
provocando in Tom, il quale braccio destro era stato preso in ostaggio dalla
ragazza, che non pareva intenzionata a mollarlo, una reazione immediata.
"Hai intenzione di farmi diventare sordo?" domandò in tono ironico.
Claire non potè fare a meno di invidiare la loro vicinanza e per un'altra
volta fu tentata di lasciarli lì e scappare. Ma che avrebbe risolto? E poi
perchè doveva essere così gelosa? Dopotutto non stavano facendo niente di male.
Scacciò dalla mente quei pensieri e si avvicinò sorridente, se si era
preparata con tanta cura quella sera, non voleva rovinare tutto mostrandosi col
muso.
"Ciao ragazzi! Siete stati davvero bravi!" esordì mantenendo il sorriso,
senza guardare direttamente Tom però, che aveva ancora Katy attaccata ad un
braccio.
"Grazie" dissero in coro
"Se Tom non avesse sbagliato l'intro di Dammit sarebbe stato ancora meglio"
si lamentò Jake
"Ancora con questa storia, tu?" rispose il diretto interessato, spostandosi
leggermente in modo da fuggire dalla presa della bionda, che parve un pochino
delusa.
La mora d'altra parte era sollevata, ma ancora non guardò il chitarrista
direttamente negli occhi.
Gli altri risero vedendo i due battibeccare "Sembrate proprio una coppia di
fidanzatini" disse uno dei loro amici, Tom lo guardò male
"No, Scott ti sbagli. Io e Jake siamo una bella coppia. Tom non c'entra
niente" disse invece Adam imitando la solita voce femminile.
Ci furono altre risate.
Dopo un pò decisero di andare tutti insieme a bere qualcosa, lì vicino c'era
un pub dove potevano arrivare a piedi.
Adam, Tom e Jake decisero di chiedere al proprietario della Music Hall di
lasciare lì gli strumenti, li avrebbero recuperati il giorno dopo. Non ci furono
problemi, così si incamminarono.
Erano le undici passate, ma essendo pieno luglio l'aria era piuttosto calda e
in giro c'era ancora abbastanza gente.
Arrivati al pub si diressero verso un grande tavolo in un angolo.
Claire era un pò delusa per come stavano andando le cose, ma almeno avrebbe
potuto sedersi vicino a Tom, la sedia accanto al ragazzo era vuota.
Stava per prendere posto, quando Katy la spinse da parte e le disse "Se non
ti dispiace mi siedo io qui"
Le venne un certo nervoso ma cercò di non darlo a vedere e quando lo sguardo
stupito di Tom incontrò i suoi occhi alzò le spalle e mormorò "Non c'è problema"
e si sedette sull'altra sedia vuota, vicino ad Andrew.
Passarono un paio d'ore a ridere e scherzare.
Verso la una Claire decise che era meglio tornare a casa, dopotutto aveva
promesso ai suoi di non fare tardi. Si alzò e salutò. Gli altri
ricambiarono.
Quando uscì aveva le lacrime agli occhi, come al solito non riusciva a
gestire situazioni come quella.
Si era aspettata una serata diversa, non che non le piacesse stare con gli
altri, ma aveva sperato di potersi complimentare con i ragazzi in modo diverso,
aveva sperato di potersi trovare da sola con Tom e di dirgli quanto gli piaceva
il modo in cui cantava. Certo, non aveva intenzione di fargli una dichiarazione,
solo di riconoscere le sue doti canore e fargli sapere quanto trovava divertenti
i testi che scriveva.
Come di norma aveva sognato ad occhi aperti ed era rimasta delusa. Lasciò che
una o due lacrime le scorressero sulle guance, poi tirò fuori dalla borsa un
fazzoletto per asciugarsi il viso.
Pensò a quanto doveva essere ridicola lì, fuori, tutta sola, con un
fazzoletto al naso. Sperò ardentemente che nessuno la vedesse. Stava per
chiamare suo padre, quando sentì una mano sulla spalla.
La serata era andata in modo molto strano.
Il concerto era stato incredibile, sembrava essere piaciuto a tutti. Il fatto
che lei fosse lì a vederlo lo aveva motivato ancora di più a dare il meglio di
sè.
Purtroppo non erano potuti stare molto insieme quella sera.
Che voleva quell'oca che ora gli sedeva accanto e lo guardava con sguardo
adorante? Non la sopportava più.
Tom decise di andare fuori a cercare Claire, non poteva essersene già andata,
era uscita solo da qualche istante.
Si alzò e senza rispondere alle domande degli altri che gli chiedevano dove
stesse andando uscì.
La vide. Era all'angolo della strada e sembrava si stesse soffiando il naso.
O forse stava piangendo? Scartò subito quell'ipotesi, che motivo avrebbe potuto
avere? Le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. Quando si voltò vide che
aveva gli occhi lucidi. Avrebbe tanto voluto stringerla a sè.
Claire si voltò e si trovò davanti Tom. Aveva un'espressione indecifrabile.
Non capiva se fosse preoccupato per lei o solo sorpreso.
Si sentì sprofondare. Ovviamente si era accorto che aveva gli occhi
lucidi.
"Tutto bene?" le chiese lui continuando a guardarla.
"Certo" cercò di abbozzare un sorriso, e aggiunse "Davvero, è solo allergia"
Non avrebbe potuto trovare una scusa più stupida di quella.
Anche se lui non le credeva non lo diede a vedere.
Il ragazzo cercò di scherzare un pò per tirarla su "Sai, è dispiaciuto un pò
a tutti che tu te ne sia andata così all'improvviso. Soprattutto ad Andrew"
l'amico di Katy ci aveva provato con la mora tutta la sera, lei però non aveva
dato molto importanza alla cosa.
"Già" disse lei con voce inespressiva.
L'altro cercò di pensare a qualcosa che potesse rallegrarla, evidentemente la
sua ultima osservazione non l'aveva fatto.
Prima che riuscisse a dire qualcosa lei mormorò "E' tardi, è meglio che
chiami mio padre." Prese il cellulare e fece la breve chiamata "Arriverà tra una
decina di minuti, fortunatamente non era arrabbiato. A meno che non abbia tenuto
il peggio per quando sarò salita in macchina con lui" fece una risatina forzata.
"Non dirmi che ti picchia ancora?" chiese Tom con una punta d'ironia nella
voce
"A volte" rispose lei, non facendo capire se fosse seria o stesse scherzando.
Lui continuava a fissarla
"Comunque stasera siete stati davvero bravi" azzardò lei
"Grazie, lo hai già detto" rispose lui
"Sai, mi piace proprio tanto il modo in cui canti e scrivi canzoni" disse
Claire tutto d'un fiato.
Finalmente glielo aveva detto. Le sembrava di essersi tolta un peso dallo
stomaco.
Lui non rispose subito, le sorrise, poi disse "Ti ringrazio. Faccio solo
quello che mi piace. Adoro suonare e scrivere canzoni per divertire chi mi sta
intorno. Oppure semplicemente per esprimere quello che sento in un determinato
momento"
Prima che potesse fermarsi lei gli chiese "Se potessi scrivere una canzone su
questo momento, come sarebbe?"
Lui parve stupirsi della domanda. Ci fu un silenzio abbastanza lungo,
dopodichè lei si scusò "Non avrei dovuto farti una domanda così, mi dispiace"
spostò lo sguardo a terra "Comunque non c'è bisogno che aspetti con me, puoi
pure tornare dentro dagli altri." fece un cenno ed un sorriso e si voltò per
andare dall'altra parte della strada, dove suo padre l'avrebbe aspettata.
Tom la prese per un braccio e la fece voltare, poi l'attirò a sè e la
strinse. Inizialmente stupita, si arrese piano piano a quell'abbraccio.
Lui abbassò un poco la testa per poterle sussurrare nell'orecchio "Scriverei
una canzone su un ragazzo che non sa come fare per dire ad una ragazza quanto la
trova fantastica"
Quelle poche parole, erano insieme così semplici e così dolci. Qualche
istante dopo si sciolserò dall'abbraccio e si guardarono negli occhi.
Claire si sentiva immobilizzata. Era stata felice di sentirsi dire quelle
parole, ma si sentiva anche una stupida per essersi fatta scappare delle
lacrime. Non voleva che lui pensasse che non gli aveva fatto piacere quella
frase sussurrata. Abbassò il viso, ma lui le mise una mano sotto il mento in
modo da poterla di nuovo guardare negli occhi; con l'altra mano le asciugò una
lacrima.
Sentendo una macchina arrivare i due furono richiamati alla realtà e si
allontanarono l'uno dall'altra. Lei lo salutò, ancora leggermente scossa da
quello che era successo e si affrettò a salire in macchina con suo padre.
Quando passarono davanti a Tom, vide che lui le sorrideva, lei allora lo
salutò con la mano.
Il tragitto in auto fu piuttosto tranquillo, il padre le fece solo qualche
domanda sul concerto, poi quando ormai erano sul vialetto di casa e stavano
parcheggiando le chiese "Chi è quel ragazzo che era lì ad aspettare con te?"
"E' Tom, il cantante del gruppo, il figlio della signora dove lavoro. Si era
offerto di tenermi compagnia finchè non saresti arrivato tu"
"E' stato gentile da parte sua"
"Già" fu la semplice risposta
Dieci minuti dopo la mora era già nel suo letto e ripensava a quella
giornata.
Alla fine quello che era successo era più di quello che si aspettava. Si
addormentò con un sorriso sulle labbra, ripensando alle parole di Tom e a
quell'abbraccio.
***
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Capitolo 12 *** UNO STRANO COMPORTAMENTO ***
La mattina dopo Claire si svegliò allegra e scese in cucina già vestita,
canticchiando una canzone dei Blink-182.
Era al punto in cui diceva "Because when I'm with you, there's nothing I
wouldn't do, I just wanna be your only one" che sua madre entrò nella stanza
e le domandò curiosa "Chi è il fortunato?"
La ragazza non capì subito quello che la donna intendeva "Come? Ah...mamma, è
solo una canzone. Non c'è nessuno, credimi"
"Ah no? E quel Tom, lo hai già dimenticato? Meno male che ieri sei pure
andata a vederlo suonare. Non ti sei nemmeno congratulata con lui?"
"Oh...bè..." non potè finire la frase che si rese conto che era in ritardo
"Devo scappare, davvero!"
"Ma ti posso portare io, devo già andare a lavoro. Così non rischierai di
arrivare tardi e potrai raccontarmi un pò del concerto"
"Non c'è bisogno che ti disturbi, davvero!"
"Facendo così mi hai già fatto capire che ieri sera è successo qualcosa, se
preferisci tenertelo per te, non importa. L'offerta del passaggio è ancora
valida, però"
La figlia si arrese e si fece accompagnare dalla madre, durante il tragitto
le disse più o meno quello che era successo, di sua spontanea volontà. Sua madre
era contenta, ma le raccomandò anche di stare attenta.
"Sempre i soliti, voi genitori, tutto il tempo a fare raccomandazioni"
"Voglio solo che tu non rimanga delusa, tutto qui" le disse sinceramente la
madre quando si trovavano a pochi metri da casa Baker.
La ragazza scese e salutò con la mano, l'altra ricambiò.
La prima parte della mattinata passò nel più normale dei modi.
Claire era a casa da sola con Sunny e Matt; la bambina le aveva comunicato
che il loro fratello maggiore era andato a riprendere gli strumenti che aveva
usato la sera prima.
Dopo averle detto questo le aveva fatto un sacco di domande sul concerto e
aveva pure voluto sapere se credeva che suo fratello fosse un bel ragazzo.
Lei aveva risposto "Sì. Non è niente male"
L'altra aveva ribattuto "Sei innamorata di lui?" con un tono di ingenuità che
solo i bambini sanno usare.
Fortunatamente in quel momento erano state interrotte da Matty che aveva
chiesto alla mora se poteva mangiare perchè aveva fame.
Mentre Claire era in cucina a prendere qualcosa per i bambini, la porta si
aprì ed entrarono Jake, Tom e Adam.
Lei tornò in salotto, li salutò e porse del succo e dei biscotti a Sunny e
Matty, che le chiesero se potevano andare a mangiare sul tavolo fuori.
La ragazza li accompagnò e li lasciò soli "Mi raccomando, fate i bravi e non
litigate, io vi controllo dalla finestra" lo disse sorridendo però, non come un
vero e proprio genitore.
Quando rientrò vide che i ragazzi si erano seduti sul divano, mentre Tom era
andato un attimo in cucina.
Si ricordò che aveva dimenticato di mettere a posto la bottiglia col succo,
così lo raggiunse e non sapendo bene come comportarsi disse semplicemente
"Ciao!"
Lui le rispose senza guardarla prima di tornare dagli altri due con delle
bottiglie in mano.
Claire era un pò stupita della sua reazione, decise però di aiutarlo, così
gli portò tre bicchieri che appoggiò sul tavolino.
Il moro borbottò qualcosa tipo "Avrei potuto anche fare da solo, ma grazie lo
stesso". Non l'aveva ancora guardata.
Lei ci rimase un pò male, ma vedendo gli altri due che la osservavano pensò
che era meglio non darlo a vedere.
Forse Tom aveva detto loro qualcosa? O forse non voleva che quello che era
successo diventasse di dominio pubblico? Una serie di domande si affollarono
nella sua testa, per scacciarle uscì fuori e andò a sedersi coi bambini.
Li guardò ridere e scherzare per un pò in silenzio e desiderò essere come
loro, spensierati e noncuranti delle opinioni degli altri. L'infanzia era il
periodo più bello, dove si agisce e ci si comporta come si vuole, con
spontaneità, senza farsi problemi.
Quando Sunny le chiese se poteva andare a prendere un gioco in scatola
dentro, il filo dei suoi pensieri venne interrotto.
"Giochi anche tu, allora?" le stava chiedendo la piccola
"Certo" disse lei leggermente distratta guardando l'orologio. Mancava ancora
un pò all'ora di pranzo, quindi potevano tranquillamente fare una partita, così
tornò in casa con Sunny e Matt.
I ragazzi erano ancora in salone. I bambini insistettero per giocare lì, sul
tappeto.
La mora non credeva fosse una buona idea, ma non fece in tempo a dirlo ai
piccoli, perchè erano già andati a prendere il gioco.
Quando era entrata le era sembrato di avere interrotto un discorso tra i tre
amici.
Per spezzare quel silenzio imbarazzante chiese loro "Oggi mangiate qui con
noi?"
Tom faceva finta di sfogliare una rivista, alzò lo sguardo solo quando sentì
Adam rispondere "Ti ringrazio per l'invito, ma ho promesso di accompagnare mia
madre a fare una visita".
Fu la volta di Travis "Anche io ti ringrazio ma non posso fermarmi".
Quindi sarebbe rimasto solo Tom. Stava per chiedergli la conferma, quando
tornarono Matt e Sunny.
Fecero una partita, poi Claire li lasciò giocare e andò in cucina a preparare
per il pranzo.
Dopo un pò Adam e Jake la salutarono e se ne andarono.
Tom salì in camera sua, per scendere pochi minuti dopo.
Claire era in cucina da sola. Lui la raggiunse, le disse semplicemente che se
non aveva preparato niente per lui non c'erano problemi, perchè sarebbe potuto
andare a prendere un panino. Lei lo guardò per un lungo istante, lui sembrava
stranamente interessato alla tavola che lei stava apparecchiando.
Ma da che pianeta veniva quel ragazzo?
Cercò di dire qualcosa che sembrasse normale e che non facesse capire a lui
che aveva notato il suo strano comportamento "Se hai voglia di andare a fare un
giro vai pure, comunque ho preparato per tutti."
Lui annuì "Ok, dall'odorino direi che è pronto. Chiamo Matt e Sunny" disse
come se nulla fosse.
Durante il pranzo ci fu un pò di silenzio.
Solo i due bambini ridevano e scherzavano come al solito e la piccola si
accorse che il fratello maggiore era un pò silenzioso, così gli chiese se fosse
triste, lui gli rispose che non aveva niente.
Anche se i loro sguardi non si erano mai incontrati direttamente, la ragazza
si era accorta che Tom la osservava. Non le riusciva proprio di capire il suo
strano comportamento.
Quando finirono di mangiare, i piccoli andarono in sala a guardare la
televisione, mentre gli altri due rimasero in cucina a sistemare.
Lei pensò che se c'era un momento in cui avrebbero potuto parlare di quello
che era successo tra loro era proprio quello, solo non sapeva cominciare.
Claire disse la prima cosa che le veniva in mente "Pechè mi hai quasi
ignorato stamattina?"
Lui la guardò, lei ripensò allo sguardo che aveva avuto la sera prima mentre
pronunciava quelle parole così dolci.
Si avvicinò al ragazzo "Perchè non mi rispondi? Ho fatto qualcosa di
sbagliato?"
"No. Sono io che ho commesso un errore"
Lei lo fissava senza capire, o meglio, non voleva capire.
Lui continuò "Quello che ho fatto ieri sera, quello che ho detto ieri sera, è
tutto sbagliato. Ho agito in quel modo solo perchè credevo tu mi piacessi, ma
non è così. Mi dispiace solo di averti illuso"
Mentre diceva questo non aveva smesso di guardarla negli occhi per un
momento, quindi lei si disse che era impossibile che stesse mentendo.
Allora anche Adam si era sbagliato. Non capiva solo come avesse potuto Tom
dirle quelle cose e dopo così poco tempo cambiare idea.
Era inutile pensarci ora, però.
Cercò di sorridere "Tranquillo. Non mi hai illuso. Dopotutto era un semplice
abbraccio, no?" rispose concentrandosi con tutte le sue forze sullo straccio che
aveva in mano e cercando di non farsi scappare nessuna lacrima "Ero solo
preoccupata che tu fossi arrabbiato con me. Tutto qui."
"E perchè dovrei esserlo? Sono io che ti ho abbracciata e ti ho detto quella
frase..."
L'altra strinse un pò di più lo straccio, il ricordo ora le faceva un pò male
"Non importa. Non pensiamoci più. Amici?" domandò avvicinandosi ancora di più al
ragazzo e porgendogli una mano
"Amici" disse lui stringendogliela.
Lei non riuscì più a sostenere il suo sguardo, così tornò ad asciugare i
piatti.
Quando ebbe finito lo trovò in sala che guardava i cartoni con i bambini
"Oggi tu e i ragazzi non provate?"
"No. Abbiamo deciso di prenderci un paio di giorni di pausa."
"Ah, capisco" mormorò lei incapace di aggiungere altro
"Se vuoi puoi pure andare a casa. Ci posso pensare io a queste pesti oggi"
Se non fosse stato per Matt che insistette che guardassero tutti insieme i
cartoni se ne sarebbe andata volentieri, sentiva le lacrime agli occhi e non
voleva fare una brutta figura davanti a tutti.
Soprattutto non voleva far vedere quanto c'era rimasta male a Tom, dopo
avergli detto che per lei non c'erano problemi e che la sera prima non aveva
significato niente.
Si sedette sul divano e per quasi un'ora e mezza fissò lo schermo senza
nemmeno provare a seguire quello che veniva trasmesso.
Continuava a pensare a quell'istante, a quell'abbraccio. E se lei se ne fosse
andata subito, senza andare a bere con loro? Adesso sarebbe stata sicuramente
meglio. Certo, avrebbe avuto il sospetto che fosse successo qualcosa tra Tom e
Kate. Quello però ce l'aveva anche adesso. Chi l' assicurava che dopo che lei
era tornata a casa loro due non si fossero divertiti da soli? Magari avevano
bevuto qualche birra di troppo e...
"Claire! Claire!" stava chiamando Sunny.
Lei quasi sussultò, non si era accorta che la stavano chiamando da mezzo
minuto. Infatti tutti e tre la fissavano.
Si sentì davvero in imbarazzo, specialmente quando incontrò lo sguardo di
Tom.
"Sì, cosa c'è?"
"Matt ti ha chiamato un pò di volte. A cosa stavi pensando?"chiese il ragazzo
con una strana espressione
"A niente." era arrossita, se lo sentiva "Scusate se non ho risposto prima.
Che cosa c'è?"
"Volevamo chiederti se ti andava un pò di gelato" le chiese Sunny
"Oh...grazie, ma non mi va. "
"Ne sei sicura?" ribadì Tom alzandosi.
Lei annuì, si scusò di nuovo e disse che andava un attimo in bagno.
Arrivata là si chiuse subito la porta alle spalle.
Era stata già altre volte in quella stanza, ma ora le appariva così intima.
Le sembrava quasi di disturbare. Si sentiva come i primi due giorni in cui aveva
lavorato lì: una perfetta estranea.
Questo era vero, perchè lei non era niente per quelle persone. Lei non era
niente per Tom, non sapeva nemmeno se poteva considerarsi sua amica. Forse il
fatto che lui fosse gentile con lei era solo perchè ci era costretto, magari sua
madre lo aveva obbligato a farlo.
Ma come poteva essersi spinto così in là? Come poteva aver mentito la sera
prima, mentre le parlava? Dopotutto lei se ne stava andando, lui l'aveva
afferrata per un braccio, l'aveva fermata. Al pensiero di quello che veniva dopo
non si trattenne più. Scoppiò a piangere. Un pianto silenzioso, ma colmo di
dispiacere. Avrebbe voluto che le cose fossero andate in modo diverso.
Probabilmente era successo tutto troppo in fretta.
Si chiese addirittura se la visita di Adam a casa sua non facesse parte di
uno scherzo. Che anche lui le avesse mentito?
Continuava a guardarsi allo specchio e vide che il trucco le era colato
leggermente, così aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia. Aveva ancora gli
occhi rossi. Non poteva presentarsi in quello stato agli altri.
Pensò che aveva bisogno di calmarsi, poi avrebbe tirato un profondo respiro e
sarebbe tornata in salotto con un sorriso.
Le bastava resistere ancora un'oretta scarsa e poi sarebbe andata a casa. Poi
mancavano solo due giorni e dopo avrebbe avuto due settimane per abituarsi alla
situazione o magari Melody neppure l'avrebbe richiamata, non avrebbe più rimesso
piede in quella casa. Forse quella era la soluzione migliore.
Era ancora seduta sul pavimento di legno della stanza a rimuginare sui suoi
pensieri quando sentì qualcuno bussare alla porta.
"Tutto bene?" Era Tom dall'altra parte
"Sì, tutto bene, stavo proprio per uscire." la voce le uscì stranamente roca.
Si alzò e si guardò allo specchio. Aveva ancora gli occhi rossi, ma ormai non
poteva più nascondersi.
Aprì la porta con decisione e si trovò il ragazzo davanti.
"Credevamo fossi caduta nel buco o che ti avessero rapita gli alieni" disse
sorridendo.
Lei cercò di ricambiare il sorriso "Allora vi ho fatto preoccupare, eh?"
finse di ridere.
"Già. Senti, io vado al negozio di dischi a vedere una cosa. Ti serve
qualcosa?"
"No. Se vedi Alex però salutamelo"
Lui sembrò leggermente stupito "Anche tu conosci quell'idiota?"
"Sì. Non è un'idiota, è simpatico e anche carino. Ci facciamo sempre lunghe
chiacchierate sulla musica."
"Alex è un grande. Ci conosciamo da quando siamo bambini. Andavamo a scuola
insieme"
"Ah...capisco"
"Doveva venire anche lui al concerto, però non l'ho visto. Probabilmente non
era molto vicino al palco"
"Già" disse la mora in tono forzato. Il concerto ormai non era uno dei suoi
argomenti preferiti.
"Allora vado. Ci vediamo." si congedò l'altro
Per il resto della giornata non lo rivide. Forse lui se ne era andato perchè
voleva evitare la sua presenza.
Pensò questo e un altro milione di cose da quando lasciò casa Baker fino
all'ora di andare a letto quella sera.
Alla fine però si sentì particolarmente stupida. Chi le diceva che tutto
quello che era successo avesse avuto la stessa importanza per Tom? Anzi, lui
stesso aveva negato il suo interesse verso di lei. Quindi doveva smetterla di
farsi strane idee e tornare alla realtà. Lei non poteva piacere ad uno come lui.
Punto.
Era quello che aveva cercato di spiegare anche al telefono, in lacrime, a
Susan. La cugina aveva fatto di tutto per consolarla e le aveva raccomandato di
stare tranquilla e cercare di pensare a qualcun altro, che uno come lui non
meritava la sua attenzione, anche se aveva espresso le sue perplessità sul
comportamento del ragazzo.
***
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Capitolo 13 *** TRISTEZZA E RABBIA ***
Fortunatamente nei due giorni successivi non rivide Tom a casa sua. Prima di
andarsene venerdì pomeriggio la signora Baker la pagò, lei salutò tutti quanti,
ringraziò e tornò a casa.
Si stupì della velocità di come passava il tempo, anche se le sue giornate
erano un pò tutte uguali.
Era passata già una settimana ormai da quando Melody e i suoi figli erano
partiti e lei non aveva ancora rivisto nè Tom, nè Adam, nè Jake.
Solo una volta durante il suo solito giro, che faceva ormai quasi tutti i
pomeriggi, aveva intravisto un ragazzo che le era sembrato il bassista del
gruppo. Era stato quello stesso giorno che si era imbattuta in due annunci che
avevano attirato la sua attenzione.
Il primo era su un concerto dei Jam Teak Doma. Questa volta non c'era nessuna
foto. Diceva solo che i ragazzi avrebbero suonato quel sabato, cioè quella sera
in un piccolo locale punk della città. Lesse bene tutto quello che l'avviso
riportava e infatti quella sera, mentre era al lavoro continuava a pensare a
cosa stessero facendo in quel momento i tre amici.
Nell'istante in cui loro stavano suonando lei si trovava a lavoro in una
tavola calda.
L'annuncio era appeso sul vetro di quel locale a qualche metro di distanza da
quello dei Jam.
Il proprietario chiedeva un aiuto per il week end e per altri giorni se ce ne
fosse stato bisogno. L'orario di lavoro era dalle otto di sera fino a
mezzanotte.
Visto che era proprio una via dopo casa sua aveva pensato che fosse un posto
comodo ed era entrata sperando che non fosse stato già assunto qualcuno, il
nuovo incarico sarebbe stato anche un modo per distrarsi un pò.
Giunta nel locale, si era trovata davanti una donna sulla quarantina, con dei
corti capelli biondi, nè magra, nè grassa, alta più o meno come lei, che gli
aveva domandato cosa desiderasse.
Dopo aver parlato per qualche minuto era stata assunta e la donna le aveva
chiesto che se per quella sera non era impegnata avrebbe potuto cominciare da
subito, aveva proprio bisogno di una mano.
Lei aveva accettato e per questo ora si trovava lì, con uno straccio in mano
a pulire l'ultimo tavolo che si era liberato.
Verso mezzanotte e un quarto uscì dal locale e si diresse subito verso casa.
Era stata una serata interessante, il posto non era grandissimo, però i
clienti non erano mancati. Quelli abituali avevano subito notato che era nuova
ed erano stati gentili e avevano scherzato con lei. Di sicuro non era un lavoro
di cui ci si annoiava.
Aveva ricevuto anche qualche complimento da dei ragazzi, eppure non aveva
prestato molta attenzione al suo look quella sera. Portava una gonna nera a
pieghe poco sopra il ginocchio, una maglietta bianca e sopra il grembiule che la
padrona le aveva dato, dello stesso colore. I lunghi capelli scuri erano
raccolti in un'alta coda di cavallo.
Alice, così si chiamava la proprietaria, l'aveva informata che sarebbe dovuta
tornare lì anche la sera dopo e quelle successive fino al giovedì.
Quando arrivò a casa un paio di minuti dopo i suoi genitori erano sul divano
a guardare un thriller, mentre la zia era già andata a dormire. Le chiesero come
fosse andata la serata, lei disse che era stato divertente, ma un pò stancante.
Come al solito suo padre fece una delle sue battutine "E' anche ora che tu
impari cosa sia il lavoro vero"
"Comunque devo andare anche domani, dopodomani e così fino a giovedì
prossimo" rispose lei senza dare peso a quell'affermazione sarcastica
"Hai intenzione di smettere di lavorare da quella signora?" le chiese la
madre, che sospettava qualcosa da come aveva risposto la figlia quando le aveva
domandato se era successo ancora qualcosa con Tom
"Oh...dipende. Se Melody mi chiederà di andare ancora a curare i suoi figli,
potrei anche accettare, tanto gli orari non coinciderebbero mai. Ce la posso
fare. Dopotutto il lavoro a casa Baker non è per niente faticoso."si finse
indifferente alla questione
"Ora vado a letto. Notte"
"Notte" dissero in coro i due adulti.
Quando entrò in camera la prima cosa che vide fu il poster dei Jam Teak Doma,
si buttò sul letto e si addormentò tra le lacrime, ancora vestita.
Quella notte Claire non dormì per niente bene. Sognò la sera del concerto,
era già la seconda volta che le succedeva. Le cose però andavano in modo diverso
sia dal sogno precedente che dalla realtà, perchè alla fine lei e Tom erano
insieme e si tenevano per mano. Lui non la ignorava. Lui non l'aveva presa in
giro. Lui non aveva cercato di fare finta che non fosse successo niente. Si era
svegliata con gli occhi umidi. In quel momento si era odiata.
Chi le dava il diritto di stare così male? Perchè doveva fissarsi in quel
modo su un ragazzo? Perchè non poteva lasciare correre ogni tanto? Avevano solo
diciannove anni, era ovvio che lui voleva solo divertirsi. Poteva farlo
benissimo anche lei. Ma non ci riusciva, prendeva maledettamente sul serio
tutto.
Decise di alzarsi e andare a fare una corsa al parco, mise un paio di
pantaloncini molto corti e una canottiera stretta e prima di uscire dalla stanza
staccò dal muro la foto dei Jam: aveva deciso che finchè non si sarebbe sentita
meglio non ci avrebbe pensato più.
Prese una cassetta che aveva registrato con tutte le sue canzoni preferite,
tranne quelle dei Jam ovviamente, l'aveva fatta mesi prima di conoscere Tom,
Adam e Jake, e la mise nel walkman che portò con sè.
Visto che si era svegliata più tardi del solito i suoi erano già al lavoro,
prese la borsa, le chiavi e dopo aver mangiato uno yogurt uscì e si mise a
correre verso il parco.
Arrivata lì corse per un'altra mezzora buona, poi decise di rallentare e
continuò a camminare.
Fece un paio di giri del parco e infine si sedette sotto un grande albero,
all'ombra, continuò ad ascoltare la musica per un altro quarto d'ora, finchè le
batterie non si scaricarono. "Uffi! Proprio ora, non ci voleva!".
Dall'altra parte del parco Adam, Jake e Tom camminavano e chiacchieravano
"Tom, come mai sei così silenzioso? Anche Jake parla più di te oggi" domandò
il ragazzo dai capelli blu
L'altro non rispose
"Si può sapere cosa diavolo è successo tra te e Claire, la sera del
concerto?"
Questa volta il più alto dei tre rispose, in tono piutttosto brusco "Lasciami
stare. Smettiamo di parlare di quella, è inutile, no?"
Jake chiese "E perchè dovrebbe essere inutile?"
"Perchè non vi fate i cazzi vostri una volta tanto?" il chitarrista sembrava
sempre più scocciato di quella situazione
"Sei un coglione, Tom" commentò il bassista
"Non mi rompere. Perchè non ci provi tu con lei? Magari avrai più fortuna"
gli altri lo guardarono increduli
"Che avete da fare quelle facce?"
Il batterista rispose "Sei tu che te l'attiri la sfortuna, neanche ci hai
provato e già ti dai per vinto"
"Chi ti dice che non ci ho provato?"
Adam fece un sorrisino, cercando di portare l'argomento su un piano più
scherzoso "Uh, allora il nostro Tom ha combinato qualcosa, o sbaglio? Che hai
fatto? Sei riuscito a toccare un pò di tette?"
Gli altri due non poterono fare a meno di ridere
"Allora se ridi vuol dire che qualcosa effettivamente c'è stato?" chiese il
ragazzo con la cresta.
Quando l'altro ebbe finito di raccontare quello che era successo i commenti
furono: di Jake "Mi dispiace dirtelo, ma sei stato un coglione" e di Adam
"Saresti ancora più coglione se ora non ti fermassi a parlare un pò con lei"
Gli altri due lo guardarono come se fosse matto, ma poi videro la ragazza
appoggiata al tronco di un albero con gli occhi chiusi e gli auricolari nelle
orecchie.
Anche Jake insistette perchè lui ci andasse a parlare e senza aspettare che
Tom si decidesse si allontanò con Adam, in modo da lasciarli soli.
In effetti quella era la parte più tranquilla del parco, non essendoci giochi
per i bambini, ma soltantoaiuole che era vietato calpestare.
Lui non sapeva bene quello che avrebbe fatto, ma inspirò profondamente e si
avvicinò alla ragazza.
Claire era lì con gli occhi chiusi da più di dieci minuti ormai, quando sentì
qualcuno che si sedeva vicino a lei, aprì le palpebre e non riuscì a dire
niente, stupita di trovarsi davanti il motivo per cui era così giù in quel
momento
"Hey" disse lui semplicemente, a voce piuttosto bassa, guardando fisso
davanti a sè
"Ciao" mormorò lei con voce inespressiva
"Tutto bene?" le chiese
"Diciamo che non va poi malissimo" ribattè la mora mantendendo lo stesso tono
del suo saluto
"E' da tanto che non ci si vede, cosa hai fatto in questi giorni?" lui
cercava di sembrare indifferente
"Niente di che, le solite cose. Però ho trovato un nuovo lavoro"
"Ah, davvero?" il ragazzo sembrava leggermente meravigliato, ma non smise di
guardare il terreno di fronte a lui
"Sì, insomma, ho pensato che tua madre non avrà bisogno di me in eterno,
soprattutto quando riprenderanno le scuole. Così ho deciso di cominciare a
lavorare in questa tavola calda vicino a casa mia. Tu che mi dici, niente di
nuovo?"
"Io e i ragazzi abbiamo suonato da un'altra parte e poi pare che ci sia una
piccola casa discografica disposta a farci registrare qualche altro brano"
La mora si sentì all'improvviso immensamente felice per loro. Si girò verso
di lui ed esclamò "Ma è fantastico, Tom! Quando avete avuto la notizia?"
Lui ancora non la guardava "Il giorno dopo che è partita la mamma"
Prima che si riuscì a fermare la ragazza disse a voce un pò troppo alta "E
perchè non me l'avete detto prima?"
Lui si voltò e la fissò serio "Non credevo ti importasse più di tanto, voglio
dire, ci conosciamo da così poco tempo. Non so quanto tu possa essere
interessata alle nostre vite"
Questo era davvero troppo. Tutta l'allegria e l'orgoglio sul volto di lei
sparirono e i suoi occhi castani si ridussero a due fessure.
Come aveva potuto dire una cosa del genere, dopo quello che aveva fatto? Dopo
aver pronunciato quelle parole, che la trovava fantastica. Improvvisamente era
stufa di quella situazione e se ne voleva andare.
Stava per alzarsi, ma decise che non avrebbe risolto niente, bisognava
mettere una volta per tutte la parola fine a quella situazione.
Si alzò e gli si avvicinò per guardarlo dritto negli occhi "Cosa ti fa
pensare che non mi importi niente di voi? Credi che se non mi fosse importato
niente di voi sarei venuta al vostro concerto? Se non mi fosse importato niente
sarei rimasta con voi anche dopo, sapendo di dovermi sorbire un'oca come Katy e
un idiota come Andrew che continuava a fare battute stupide e per niente
divertenti?"
Lui la guardava in silenzio, lei andò fino in fondo "Credi che se non mi
importasse niente di te, avrei creduto a tutto quello che mi hai detto quella
sera? Che stupida che sono stata!"
Quelle parole ebbero un particolare effetto sul suo interlocutore.
A meno di un centinaio di metri di distanza Adam e Jake osservavano la
situazione.
Il primo disse "Sembra che stiano litigando" e il secondo "Aspetta, pare che
stia succedendo qualcosa".
Intanto, dopo aver pronunciato quell'ultima frase la mora aveva sentito il volto
rigarsi di lacrime.
Visto che non voleva che la reazione di Tom fosse dettata dalla compassione o
dalla pena, mormorò "Quello che avevo da dire te l'ho detto. Ti saluto" e si
allontanò a passo abbastanza svelto, senza guardarsi intorno, infatti non notò
nemmeno gli altri due, che erano seduti su una panchina.
Andò dritta a casa, dove si fece una doccia fredda e non pranzò, passò tutto
il pomeriggio da sola e la sera cenò prima perchè doveva andare a lavorare.
Quando sua madre le chiese, prima di uscire, se stesse bene, rispose in tono
non molto convincente che non c'era niente che non andasse e chiuse la porta
dietro di sè, prima che l'altra potesse fare altre domande.
***
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Capitolo 14 *** SCUSE ***
"Ma cosa ti è saltato in testa?" Adam e Tom erano a casa di quest' ultimo e
stavano mangiando una pizza, intanto il maggiore rimproverava l'altro per quello
che aveva fatto quel pomeriggio. "Che bisogno c'era di dirle una cosa del
genere? Non ti sembra di averla fatta stare già abbastanza male?"
Il chitarrista era tornato ad essere silenzioso
"Perchè non mi rispondi nemmeno? Non è una novità che fai le cose senza
pensarci, ma qui stiamo esagerando. Non ti sei mai fatto problemi con le
ragazze, perchè cominciare proprio adesso?"
L'altro alzò lo sguardo e disse bruscamente "E' diverso questa volta. La
conosco così poco, eppure sento che mi piace davvero tanto. Non abbiamo parlato
quasi mai, ma quelle volte che lo abbiamo fatto, mi sono sentito, non so. E'
così...diversa dalle altre che conosco. Non riesco mai a capire quello che
pensa. Non avrei mai capito che gli piacevo se non me l'avesse detto. "
Il bassista stava scuotendo la testa con decisione, non aveva parole.
"Quindi ora cosa devo fare?" domandò il chitarrista
"Come, cosa devo fare? Scusati con lei, dille qualcosa, prima che sia troppo
tardi!"
Tom sembrò pensarci su un pò, forse aveva trovato una soluzione.
Verso mezzanotte e mezza Claire salutò Alice, quella sera l'aria era un pò
più fredda del solito, non avrebbe dovuto mettere di nuovo quella gonna corta, o
almeno avrebbe dovuto abbinarci una canottiera un pò meno scollata. Veramente
non aveva nemmeno pensato a quello che indossava, in quel momento non le
importava molto.
Mentre attraversava la strada per andare a casa notò che c'era una persona
sul marciapiede dove doveva salire.
Lo riconobbe subito, quando gli fu vicino gli chiese in tono inespressivo
"Come mai sei qui?"
Tom rispose con aria sinceramente dispiaciuta "Sono venuto per chiederti
scusa"
La ragazza non notò che lui era rimasto piacevolmente impressionato dal suo
abbigliamento e cominciò "Forse ho esagerato oggi. Voglio dire..."
Lui la interruppè con un gesto della mano "Per favore non dire niente"
In quel momento alla mora venne un brivido di freddo, le sue spalle tremarono
leggermente, il ragazzo vi mise le mani sopra
"Mi dispiace." disse semplicemente, in un tono dolcissimo.
Lei gli si gettò letteralmente tra le braccia, dopo che lui l'ebbe stretta a
sè si baciarono, per la prima volta.
In quel momento la ragazza sentì un calore improvviso, si chiese se fosse
diventata rossa, ma poi decise di assaporare fino in fondo le labbra di lui,
così morbide e quando sentì la lingua del ragazzo insinuarsi nella sua bocca non
la rifiutò.
Quando il bacio finì si guardarono negli occhi per un pò, poi Claire vide che
era quasi l' una "Ora devo proprio andare, o i miei si preoccuperanno"
"Ti accompagno" propose lui, ma lei rispose "Ma sono solo pochi metri,
non..."
Lui la interruppe mettendole un dito sulle labbra e in silenzio raggiunsero
la porta di casa di lei, tenendosi per mano
"Bè, ora sono proprio arrivata"
"Potresti anche invitarmi ad entrare, sai, non sono tranquillo finchè non hai
raggiunto la tua camera da letto e ti sei messa sotto le lenzuola"
"Scemo" scherzò lei baciandolo sulla guancia e facendo per aprire la porta.
Lui le prese la mano con la quale stava aprendo e disse "Aspetta"
"Cosa?" chiese lei voltandosi.
Lui l'attirò a sè, le accarezzò i capelli e la baciò di nuovo. "Buona notte"
"Buona notte, Tom".
Dentro casa trovò sua mamma ad aspettarla, era un pò preoccupata "Come mai
sei arrivata così tardi?" Quando vide lo sguardo sognante sul volto della figlia
insistette finchè quest'ultima non le raccontò tutto.
Naturalmente la ragazza omise dei particolari che non voleva condividere con
nessuno, che custodì gelosamente e ai quali ripensò meno di un'ora dopo prima di
addormentarsi.
***
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Capitolo 15 *** L' INIZIO DI QUALCOSA ***
Il giorno dopo Claire si svegliò piuttosto presto, scese e trovò sua madre
che preparava il caffè
"Ne vuoi un pò?" le chiese.
Lei annuì e si sedette al piccolo tavolo della cucina.
Bevve in silenzio, poi sua mamma le domandò "Oggi pomeriggio devi uscire?"
"Non lo so, non credo, perchè?"
"Perchè io e la zia vorremmo andare a fare un giro al centro commerciale,
visto che ho la giornata libera. Se ti va puoi venire con noi"
"Va bene. Ciao zia" disse poi rivolta all' anziana signora che era entrata in
cucina in quel momento
"Buongiorno!" rispose lei con un sorriso.
Dopo colazione Claire disse che andava in biblioteca per resituire dei libri.
Prese la bicicletta e percorse il kilometro buono che la separava dal grande
edificio.
Durante il tragitto continuava a pensare a quello che c'era stato tra lei e
Tom, era così contenta che prese a fischiettare.
Arrivò e restituì i libri alla ragazza che c'era al bancone e si spostò alla
sezione dove sceglieva quasi tutto quello che prendeva in prestito.
Stava prendendo un libro da uno degli scaffali più bassi quando sentì una
voce che le chiedeva "Scusa, sai dove posso trovare il Kamasutra?"
Lei si girò divertita. "Non ti hanno insegnato che in biblioteca si deve fare
silenzio?" rispose a Tom, lo osservò per un pò prima di continuare.
Era bello come al solito, anche se aveva i capelli leggermente spettinati, si
chiese se si fosse appena svegliato.
"Non mi sarei mai aspettata di trovare un tipo come te in biblioteca"
"Cosa credi, che sia analfabeta?"
"No, solo non pensavo ti piacesse leggere"
"Si vede che mi conosci ancora poco, altrimenti il Kamasutra e i libri sugli
alieni dove li trovo?"
Lei lo guardava scuotendo il capo, ma l'espressione di lui le strappò un
sorriso.
Il ragazzo si sporse leggermente in avanti e la baciò "Buongiorno, comunque"
le sussurrò
"Buongiorno" rispose lei.
Poi la mora disse "Credo che prenderò questo libro. Tu hai già scelto?"
Lui rimase un attimo in silenzio "Veramente penso che oggi non prenderò
niente"
"Allora perchè sei venuto?"
Lui le lanciò uno sguardo significativo, lei aveva capito, era entrato
l'aveva vista e l'aveva seguita.
Si diresse al bancone e compilò il modulo per prendere in prestito il libro,
come al solito la ragazza le ricordò che aveva un mese prima di doverlo
riportare indietro.
Uscirono, fuori c'era un bellissimo sole, Tom le chiese se le andava di fare
quattro passi. Lei portò la bicicletta a mano per un pò, poi arrivarono in una
via, dove il ragazzo disse che doveva andare a chiamare Adam.
"Dovete provare?" chiese lei
"Sì, sai, ci ha chiamato la casa discografica e ha detto che la sala di
registrazione è pronta per giovedì mattina. Si trova in una città a due ore di
macchina da qui, quindi io e gli altri abbiamo pensato di stare lì per il tempo
che servirà a registrare."
"Ah...capisco. Tua madre lo sa?"
"Sì, l'ho chiamata ieri, ha detto che probabilmente sabato passerà a
trovarci, perchè la città dove andiamo a registrare è sulla strada che loro
faranno per tornare."
Camminarono per un pò, poi Tom la fece svoltare in un'altra via secondaria e
si fermarono davanti a una casa nè troppo grande nè troppo piccola. Bussarono
alla porta. Mentre aspettavano che qualcuno aprisse Tom si mise a fare il
solletico a Claire, lei lo soffriva parecchio e cominciò a ridere subito "Dai,
smettila."
Lui allora la prese per la vita e l'attirò a sè, cominciando a baciarla, lei
cercò di opporre resistenza "Tom, potrebbe vederci qualcuno!" non era ancora
riuscita a smettere di ridere.
Mentre lei cercava di divincolarsi senza successo per l'ennesima volta, Adam
aprì la porta.
Claire approfittò della distrazione di Tom per sfuggirgli, si raddrizzò e
fece come se nulla fosse.
Il ragazzo dai capelli blu era rimasto più o meno stupito dalla scena che
aveva appena visto.
"Hey, buongiorno!"
"Ciao Adam" disse Claire, mentre Tom gli fece un cenno.
L'altro gli lanciò un'occhiatina allusiva che la ragazza non colse.
Da dentro una voce femminile disse "Adam, è arrivato Tom?"
"Si, Anne. Io esco. Ci vediamo più tardi."
"Ok. Ciao Tom!"
"Ciao Anne" rispose il ragazzo.
Adam spiegò a Claire che si trattava di sua sorella maggiore.
La ragazza annuì e precedette di qualche passo i ragazzi per andare a
recuperare la bicicletta che aveva appoggiato ad una staccionata lì vicino.
Il bassista chiese "Siete venuti in bicicletta?"
Fu Tom a rispondere "No, veramente ci siamo incontrati per strada"
"Sì. Ci siamo incontrati in biblioteca." continuò l'altra.
Adam fu piuttosto meravigliato da quell'ultima affermazione e guardò Tom con
aria interrogativa
"Sì, non è che ci siamo incontrati proprio in biblioteca. L'ho vista entrare
e mi sono detto, perchè non andare a salutarla?"
L'altro lo guardava interessato, l'amico cercò di cambiare argomento, non gli
andava di raccontargli tutta la storia davanti a lei.
"Allora, oggi dobbiamo finire di mettere a punto alcune cose e rivedere il
testo dell'ultima canzone che abbiamo scritto, giusto?"
"Già" rispose l'altro "e Jake deve farci sentire dei cambiamenti che ha
pensato per alcuni brani. Guarda, parli del diavolo e spunta la cresta"
Infatti in lontananza Claire vide la capigliatura inconfondibile del
batterista del gruppo.
Quando anche Jake li vide li salutò con la mano e si avvicinò "Stavo proprio
andando a casa tua, Tom"
"Ciao!" disse rivolto agli altri due, che gli risposero quasi in coro.
Osservò per un pò Claire, che portava una maglietta leggermente scollata e
dei pantaloni a tre quarti "Ti trovo davvero bene" le disse
"Grazie, Jake, anche io ti trovo bene" rispose lei.
Tom lo guardò male, Adam fu l'unico ad accorgersene.
Il gruppetto si diresse a casa del chitarrista.
Claire stette per un'oretta ad assistere alle loro prove, poi quando finirono
una delle tante canzoni che dovevano provare applaudì e si alzò dal divano
"Ragazzi, io ora devo andare. Ci vedremo sicuramente prima che andate, non
posso lasciarvi partire senza salutarvi"
Adam scherzò "Sono io che non riuscirei a stare lontano da questa città senza
il saluto dell'abitante femminile più bella. Posso sperare in un bacio?"
Tom lo interruppe "Smettila di fare il coglione"
"Come siamo gelosi oggi" ribadì l'altro "Stavo solo scherzando"
"Lo spero per te" continuò il moro con finto tono minaccioso.
Jake e Claire osservavano la scena: il primo era divertito, la seconda non
sapeva se esserlo o spaventarsi.
Comunque il bassista si mise a ridere e così anche il chitarrista, quindi la
ragazza capì che si trattava solo di uno scherzo e si disse che non avrebbe
nemmeno dovuto sospettare del contrario.
Così prese la borsa dal divano e si voltò nuovamente verso di loro, vederli
lì con chitarra, basso e bacchette in mano che guardavano verso di lei le
strappò un enorme sorriso, li conosceva da così poco eppure sentiva già di
volergli davvero bene, "Allora vado. Ciao!"
"Ciao!" dissero Adam e Jake, il maggiore aggiunse "Mi raccomando, non
deludere Tom. Passa a trovarci prima di giovedì"
Lei si sentì arrossire leggermente, ancora non riusciva ad evitarlo, si girò
verso il ragazzo che la fissava, immobile, con la chitarra in mano.
"Certo che verrò, mi pare di averlo detto, no?" disse con tono dolce,
guardandolo dritto negli occhi, lui rimase fermo, ma le sorrise.
Quel sorriso la rese felice, ma forse si era aspettata di più, decise però di
lasciare perdere, lo avrebbe salutato come si doveva prima che partisse, così
andò verso le scale e con un ultimo cenno della mano salì al piano di sopra.
Claire aveva appena passato il primo incrocio che la separava da casa Baker a
casa sua quando si sentì toccare la spalla. Spense il walkman e si girò.
Spalancò gli occhi e chiese a Tom, che era leggermente trafelato, "Ho
dimenticato qualcosa?"
"Sì" rispose lui e la baciò a lungo.
Dopo il bacio lei continuò a guardarlo senza dire niente
"Senti, non so che mi sia preso. A me va bene che gli altri lo sappiano, sono
miei amici e se mi succede qualcosa di bello non voglio nasconderglielo" la
baciò di nuovo e poi la strinse a sè.
Lei prima di lasciarlo andare gli sussurrò "Sai, sono contenta che abbiate
avuto la possibilità di cominciare a registrare il disco così presto, ma, anche
se saranno solo pochi giorni, mi mancherai"
"Anche tu mi mancherai, piccola" lui le diede un piccolo bacio sulla guancia,
poi tornò di corsa nella direzione da cui era venuto.
Claire lo guardò allontanarsi, poi riprese il suo cammino verso casa,
ascoltando la cassetta che aveva nel walkman: Adam le aveva fatto una copia di
una loro registrazione delle canzoni che avevano intenzione di mettere nel loro
primo disco, sorrise al pensiero di essere una delle prime persone che le
avrebbero ascoltate.
Quel pomeriggio al centro commerciale e i due giorni successivi passarono in
fretta per Claire.
Non era andata a trovare Tom, per paura di disturbarlo, ma lui era venuto da
lei tutte le sere al locale, una volta c'erano anche Adam e Jake.
La proprietaria le aveva detto che poteva prendersi un quarto d'ora di pausa,
visto che non c'erano moltissimi clienti, così si erano seduti ad un tavolo in
un angolino e avevano scherzato un pò.
Naturalmente Tom si era seduto vicino a lei e le aveva tenuto tutto il tempo
un braccio attorno alle spalle e prima di andarsene l'aveva baciata davanti agli
altri.
Era così contenta che le cose andassero bene, lei e quel ragazzo così carino
e dolce stavano insieme, che poteva volere di più?
Quando pensava che uno dei più grandi desideri di Tom, Adam e Jake si sarebbe
avverato da lì a pochi giorni non poteva fare altro che essere ancora più felice
per loro.
La sera prima della partenza dei ragazzi si intristì un pochino, al momento
dei saluti, non si sarebbero rivisti per più di due settimane.
Per l'occasione avevano deciso di prendere una pizza tutti insieme, c'erano
anche altri amici e amiche dei ragazzi, anche una che si vedeva con Jake da
qualche settimana.
Claire fu l'ultima ad andarsene; quando guardò l'orologio e decise che era
ora di tornare a casa, era fuori con Tom.
Jake e Adam se ne erano andati da una mezzoretta, come al solito il maggiore
aveva insistito per avere un abbraccio, ma lei lo aveva dato volentieri a tutti
e due.
Ora era arrivato anche il momento di salutare Tom.
Erano sul dondolo del giardino di casa Baker, lei era seduta sulle gambe di
lui che le cingeva la vita con le braccia.
Le lancette segnavano quasi le due quando Claire disse, dopo qualche secondo
di silenzio, "Ora è meglio che vada, non vorrei che facessi fatica ad alzarti
domani mattina. Devi essere ben riposato."
Lui brontolò a bassa voce "No, dai, perchè non rimani qui tutta la notte?"
La ragazza fu contenta che lui non potesse vederle il viso, perchè arrossì
all'idea di quello che sarebbe dovuto succedere se lei fosse rimasta lì, non si
sentiva ancora pronta per quel genere di cose.
Cercò di declinare l'invito con la massima dolcezza possibile, prese una mano
del ragazzo e mormorò "Mi piacerebbe molto, ma i miei si preoccuperebbero
troppo"
Il moro insistette ancora un pò ma alla fine cedette e la lasciò alzarsi.
Lei gli accarezzò una guancia e lo guardò dritto negli occhi, lui ricambiò lo
sguardo "Anche se sarà per sole due settimane mi mancherai, Tom"
Le sorrise "Anche tu mi mancherai, ti telefonerò tutte le volte che mi sarà
possibile."
"Ti voglio bene" lei pronunciò quelle parole con spontaneità, quasi senza
accorgersene
"Anche io te ne voglio" sussurrò lui stringendola, le diede un bacio e poi le
chiese se doveva accompagnarla a casa.
Claire sentiva gli occhi riempirsi di lacrime, era sempre stata
esageratamente emotiva, così disse che sarebbe tornata da sola, ma lo ringraziò.
Si allontanò senza voltarsi, quando Tom pronunciò il suo nome a bassa voce
fece finta di non sentirlo. Aveva già cominciato a piangere.
***
Ringrazio ancora una volta tutti quelli che leggono e
commentano ^_^
Il comportamento di Tom....sì, nelle sue scuse non ha detto
molto, ma anche come si vedrà un pò più avanti è nel suo carattere a volte fare
cavolate del genere perchè si sente insicuro...anche se in realtà non lo sembra
molto...
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Capitolo 16 *** RITORNO ***
Il periodo in cui i Jam Teak Doma registrarono il cd sembrava non finire
più.
Susan era stata a casa di Claire il giorno prima; in quei giorni si erano
telefonate spesso come al solito e anche per la ragazza le cose sembravano
andare bene in campo affettivo. Lei e Peter stavano insieme da quasi un mese e
proprio in quell'occasione lui era venuto con lei e Claire aveva potuto
conoscerlo: le aveva fatto una buonissima impressione e sembrava davvero fatto
apposta per la cugina.
Comunque durante la sua assenza Tom l'aveva chiamata come promesso, le loro
conversazioni duravano una decina di minuti almeno; il ragazzo le aveva
raccontato che avevano registrato il disco abbastanza in fretta, ma erano stati
invitati a suonare a qualche concerto e per questo si erano trattenuti un pò di
più.
Claire era felicissima per loro ma, da pessimista cronica come era, aveva
paura che quando fossero tornati le cose sarebbero cambiate, cosa sarebbe
successo se fossero diventati famosi? Avrebbero avuto ancora tempo per lei? Tom
sarebbe stato ancora volentieri con lei? Naturalmente non aveva espresso questi
dubbi con nessuno, neppure con la cugina, sperando che quelle idee se ne
andassero dalla sua mente per non trovare mai conferma.
Era giovedì ed erano passate quasi due settimane dalla partenza dei ragazzi,
Claire era andata a casa Baker a salutare Matt e Sunny che le avevano telefonato
qualche giorno prima dicendole che mancava loro e che volevano vederla, che
carini!
Avevano parlato per una mezz'oretta di come stesse andando la scuola e il più
piccolo aveva voluto giocare a nascondino come al solito.
Melody aveva cambiato lavoro ed ora era a casa quasi sempre il pomeriggio e
poteva occuparsi dei bambini.
Era stata gentile come sempre con la ragazza, Claire le aveva parlato del suo
lavoro al locale, ormai a tempo pieno, e anche di altro.
La donna aveva detto che quel week end i figli sarebbero dovuti andare a
stare dal padre e si chiese se anche Tom ci sarebbe andato se fosse tornato in
tempo.
Nell'udire quel nome Claire ebbe un tuffo al cuore, quel giorno non l' aveva
ancora sentito nominare e lui non le aveva telefonato.
Melody non ricevette risposta ad una sua domanda, così la ripetè "Tu hai
sentito le canzoni del suo gruppo, vero?"
La mora riemerse dai suoi pensieri "Sì, le ho sentite, a quel concerto che
hanno fatto qui in città" stava per aggiungere che li aveva visti provare molte
altre volte, ma non se la sentiva di dire alla donna della relazione che c'era
tra lei e suo figlio in quel momento, proprio davanti ai bambini, così aggiunse
solo "Sono molto bravi, davvero"
"Dici che diventeranno famosi?" chiese Melody sorridendo
"Secondo me lo meriterebbero, davvero!" anche lei sorrideva
"Così almeno non dovrei più lavorare e potrei farmi mantenere da mio figlio"
scherzò l'altra.
Intervenne Sunny "Così potremmo comprare una casa con la piscina"
"Che bello!" convenne Matty.
Claire rise, poi si alzò "Ora è meglio che vada, tra un paio d'ore devo
andare al locale" salutò tutti, ma prima Matt riuscì a strapparle una promessa
di tornare a trovarli presto.
Quando uscì dalla casa si accorse di avere una scarpa slacciata così si
abbassò per sistemarla.
Mentre era chinata sentì una voce che le chiedeva "Hai perso qualcosa?"
La riconobbe subito, si alzò e indecisa sul da farsi alla fine gettò le
braccia al collo del ragazzo "Adam! Quando siete arrivati? Dove sono gli altri?"
Lui la guardò un pò stupito, ma non dispiaciuto, di come lei lo aveva
accolto.
La signora Baker doveva avere sentito Claire, che aveva praticamente urlato
quelle parole, infatti era uscita di casa coi figli al seguito.
Il ragazzo non potè rispondere alla domanda della mora perchè anche lei
esclamò "Adam! Bentornato! Mi sembri dimagrito, ma dove sono gli altri? Quando
siete arrivati? Non sapevo che voi due stesse insieme" aggiunse notando Claire
che aveva ancora le braccia al collo di lui.
La ragazza guardò l'altro per un attimo che aveva un' espressione
piacevolmente stupita, arrossì leggermente e si staccò.
"Si sbaglia, Melody, io e Adam non stiamo insieme"
"Purtroppo ha ragione lei, signora" disse il bassista, che però si mise quasi
subito a ridere, per far credere che quello che aveva detto non lo pensava
davvero anche se dallo sguardo della signora Baker non era stato molto
convincente.
"Comunque" continuò lui "Tom dovrebbe arrivare da un momento all'altro, si è
fermato con Jake a comprare delle sigarette"
Melody aveva uno sguardo di pura disapprovazione "Quel ragazzo è
incorreggibile!".
Rientrarono tutti in casa, compresa Claire, che fu invitata a fermarsi ancora
un pò vista la situazione.
Chiacchierarono per qualche minuto, Adam raccontò un pò di come erano andate
le cose.
Quando la ragazza sentì suonare il campanello ebbe il secondo tuffo al cuore
della giornata: finalmente Tom era tornato, era troppo impaziente di rivederlo.
Melody andò ad aprire la porta, nessuno probabilmente capì quello che disse
al figlio mentre lo abbracciava, poi passò ad abbracciare anche Jake, che ne fu
meravigliato, ma non oppose resistenza.
Vedendo Tom entrare nel salotto Matty e Sunny gli corsero in contro per
salutarlo, Claire lo guardò, leggermente intimidita.
Non era cambiato per niente, poi pensò che era stupida, come poteva essere
cambiato in due settimane? Anche se a lei erano sembrate un'eternità, non erano
stati lontani poi per così tanto.
Il ragazzo indossava un paio di jeans scuri, larghi e una maglietta rossa,
aveva ancora lo smalto alle unghie e il piercing al labbro, rimase a
contemplarlo per un pò, mentre lui era occupato coi bambini.
Naturalmente lui non l'aveva ancora vista, Matty disse "Guarda chi è venuta a
trovarci oggi, te la ricordi Claire?"
Lei continuava a fissarlo, Tom dopo aver sentito le parole del fratellino la
guardò per un lungo istante, e rimase fermo per un pò.
La mora disse con voce leggermente tremante "Bentornato! Come sono andate le
cose, allora?" si alzò in piedi d'istinto, non sapendo bene che fare, se
andargli vicino o rimanere lì.
Quando la vide pensò che era ancora più bella di come la ricordava. Le era
mancata tantissimo durante quelle settimane, ora aveva solo voglia di andarle in
contro e baciarla, sentirla solo sua in uno dei loro lunghi abbracci, assaporare
le sue labbra, accarezzarle i lunghi capelli scuri e guardare in quegli occhi
che avrebbe potuto fissare per ore. Se solo non ci fosse stato nessun altro in
quella stanza avrebbe potuto farlo. Rimase immobile anche quando lei si alzò in
piedi, non sapendo come comportarsi. Lei lo guardò ancora per un pò, poi spostò
la sua attenzione sul batterista.
Jake le si avvicinò e l'abbracciò. Vederlo fare da un altro lo rendeva un pò
geloso, pensò che lui era quello che più di tutti in quella stanza aveva il
diritto di stringerla a sè. Spinto da quei pensieri agì d'istinto.
Visto che Tom non si avvicinava e non sapendo che fare, Claire andò incontro
a Jake e lo abbracciò.
Aveva appena finito di salutare il batterista e stava per fare un commento
sulla sua cresta che sembrava cresciuta, quando Tom le si avvicinò con passo
deciso e la guardò negli occhi, dopodichè la strinse a sè.
Nel suo gesto c'era quasi una certa prepotenza, che però svanì del tutto
quando lui la baciò dolcemente e con spontaneità.
Il bacio durò qualche secondo, dopodichè i due si sciolsero dal loro
abbraccio.
Claire rimase incantata per un pò e ricambiò il sorriso che lui le rivolgeva,
poi si guardò intorno e si sentì enormemente in imbarazzo, anche se era
consolata dal fatto che Tom stesse vivendo la stessa situazione con lei; infatti
il ragazzo le aveva preso la mano e non aveva intenzione di lasciargliela.
Il silenzio si interruppe con Matty che chiedeva con vocina innocente "Ma voi
due vi amate?"
Melody e gli altri continuavano a guardare senza parlare e sulla faccia della
donna c'era un espressione stupita, ma non in modo negativo.
Quando il figlio maggiore fece per parlare lei lo zittì con un lieve gesto
della mano, dicendo semplicemente "Non mi dai mai spiegazioni per quello che fai
e questa è l'ultima cosa che ne avrebbe bisogno", poi sorrise a Claire.
Lei si ricordò del lavoro "Io ora devo andare, grazie di tutto Melody"
"Di niente, sei sempre la benvenuta"
La ragazza salutò anche gli altri, Matty e Sunny sembravano aver preso molto
bene la cosa. Il piccolo disse anche che se lei si sarebbe sposata presto col
fratello avrebbero potuto vivere tutti insieme. Lei rise e lo baciò sulla
fronte.
Tom si offrì di accompagnarla a casa, anche se lei insistette che non doveva,
che era stanco e che doveva riposarsi, non riuscì a fargli cambiare idea.
Appena furono in strada il moro non si preoccupò nemmeno che si fossero
allontanati un pò dalla casa che fece fermare Claire e dopo averle sussurrato
nell'orecchio quanto gli era mancata, la baciò a lungo.
Quel bacio sembrò non finire mai, lei era così felice e non desiderava
trovarsi da nessun'altra parte in quel momento.
Ad un certo punto però lo interruppe "Mi dispiace, ma devo andare a lavoro,
si è fatto piuttosto tardi" gli disse accarezzandogli una guancia e sfiorandogli
il piercing con la punta dell'indice.
Lui aveva uno sguardo contrariato.
"Dai, non mettere il broncio, domani non devo lavorare, se ti va possiamo
passare tutta la serata insieme"
L'espressione del ragazzo cambiò leggermente "Devo controllare la mia agenda,
ma credo di non avere impegni"
La sua faccia mentre parlava era così indescrivibile e fece venire all'altra
da ridere, per un pò riuscì a trattenersi, ma dopo che ebbero fatto una decina
di passi scoppiò in una sonora risata.
"Che hai da ridere?" chiese lui aggrottando un sopracciglio.
"N-niente" cercò di rispondere, senza però smettere di sghignazzare
"Non si direbbe. Mi trovi così divertente?"
"Ma no, ti ho detto che non è niente."
"Allora sono davvero così noioso?"
"Non ho detto quello"
"Allora vuol dire che stavi ridendo di me?"
"Tom, così mi farai diventare matta! Va bene, ridevo per l'espressione che
hai fatto e perchè ho pensato a quanto mi sei mancato in queste settimane e sono
davvero contenta che tu sia tornato"
Lui la guardava intensamente mentre l'ascoltava "Anche tu mi sei mancata"
disse, mettendole una mano sulla spalla e baciandola su una guancia, dopodichè
continuarono a camminare.
Quando arrivarono a casa di lei trovarono i suoi genitori sul vialetto che
stavano scaricando la spesa.
La ragazza non fece in tempo a pensare se fosse il momento giusto per
presentare loro Tom, che sua madre li vide e li salutò.
Dato che non poteva fare finta che il ragazzo che stava con lei e che le
teneva un braccio intorno alla vita fosse un perfetto sconosciuto esitò un
attimo, finchè lui le chiese "E' tua madre, vero?"
"Sì."
"E quell'altro è tuo padre?"
"Sì, ma non sei obbligato a incontrarli se non vuoi"
"Ma cosa dici? Mi fa piacere conoscerli. Anche loro come mia mamma non sanno
che stiamo insieme?"
"Bè, non proprio. Ho parlato loro di te qualche volta" Veramente aveva fatto
gli ultimi quattro giorni ad assillarli su quanto voleva che lui tornasse, ma
forse era meglio omettere quel particolare.
Lui annuì e riprese a camminare, senza togliere la mano dalla vita di
lei.
Quando furono vicini Claire notò che tutti e due avevano smesso di scaricare
e stavano guardando Tom da capo a piedi.
Per interrompere quel momento imbarazzante disse "Mamma, papà, vi presento
Tom"
"Ciao! tu devi essere il figlio della signora dove lavorava Claire prima, io
sono Lily. Mia figlia ci ha parlato molto di te"
"Ah, davvero?" chiese lui, la ragazza si sentì sprofondare "Comunque molto
piacere di conoscerla, signora"
La donna sorrise e gli strinse la mano.
Poi si presentò il padre "Piacere, io sono il papà, Antonio".
Tom strinse la mano anche a lui.
Finite le presentazioni il ragazzo tornò a casa, visto che i genitori di
Claire erano entrati a mettere a posto la spesa potè baciare la ragazza senza
nessuno spettatore inaspettato.
"Ti voglio bene" le sussurrò in un orecchio.
Lei si sentì spiazzata perchè era la prima volta che lui glielo diceva di sua
iniziativa "Anche io" riuscì a dire a bassissima voce.
Quando rientrò in casa ormai le mancava meno di mezz'ora per prepararsi per
andare al lavoro, perse solo cinque minuti in cui i suoi genitori espressero le
loro opinioni su Tom, piuttosto positive, anche se non mancarono qualche
perplessità sui suoi piercing.
***
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Capitolo 17 *** UNA SORPRESA ***
Al locale la serata fu tranquilla, verso le undici e mezza Claire diede la
buonanotte ad Alice e uscì.
Arrivata a casa vide che sul gradino davanti alla porta d'ingresso c'era un
pacchettino, con una rosa rossa sopra. Lo raccolse, inspirò il profumo del
fiore, doveva essere stato messo lì da meno di un'ora, perchè era ancora fresco.
D' istinto si guardò intorno, ma non vide nessuno, così girò la maniglia ed
entrò.
In salotto trovò suo padre che guardava la televisione, sua mamma era appena
andata a dormire. Lei gli augurò la buonanotte e salì in camera sua, con il
pacchetto tra le mani.
Si spogliò e si mise il pijama, poi si sedette sul letto e scartò
l'involucro, dentro c'era un cd: il primo album inciso dai Jam Teak Doma.
Era così emozionata, mancava ancora del tempo all'uscita nei negozi, eppure
lei ne aveva già una copia.
Per un momento contemplò la copertina, con i ragazzi che facevano facce
buffe.
Poi aprì la custodia e al posto del solito libretto che si trova nei cd trovò
un biglietto, grande come un post-it, su cui c'era scritto con un pennarellino
nero: "Per me non sei solo la nostra fan numero uno, sei anche la numero uno nel
mio cuore. Tom"
Quella semplice frase le sembrò dolcissima e fece fatica a credere che lei e
quel ragazzo che si conoscevano da così poco potessero essere legati già così
tanto.
Ormai non aveva più sonno, perchè la curiosità aveva preso il sopravvento.
Prese il suo lettore cd portatile, si mise sotto le coperte e cominciò ad
ascoltare una canzone dopo l'altra.
Man mano che le tracce scorrevano sentiva che non avrebbero potuto essere
messe in un ordine più perfetto, i ragazzi avevano fatto davvero un ottimo
lavoro in studio di registrazione, la voce di Tom le piaceva da impazzire, non
riusciva a smettere di ascoltarla. La canzone che le piacque più di tutte fu
Thinking of you, la ascoltò almeno una decina di volte. Quando si
addormentò erano ormai quasi le tre.
Il venerdì mattina Claire lo passò quasi tutto in biblioteca, aveva pensato
di andare a trovare Tom, ma non aveva voluto disturbarlo, sicuramente avrebbe
voluto stare tranquillo per un pò e riposarsi, o almeno questo era quello che
credeva lei.
La tappa dopo la biblioteca fu il negozio di dischi, dove la ragazza incontrò
Alex.
Lui la salutò con un sorriso, la mora pensò a quanto le sembravano lontani i
giorni in cui aveva avuto una cotta per lui, prima di conoscere Tom.
"Ciao" la salutò "Sei venuta a comprare qualcosa?"
"Veramente volevo solo dare un'occhiata "
"Ah, capisco. In questa settimana sono usciti un pò di singoli, ma quello di
maggior rilievo è questo secondo me" le mostrò un cd dei Jam Teak Doma, lei
riuscì a stento a trattenere un urlo di gioia
"Conosco questo gruppo, piace molto anche a me, sono andata a vederli suonare
alla music hall, il mese scorso. Tu c'eri?"
"Sì, ma non ti ho vista"
"Tu sai che i ragazzi sono di questa città, vero?"
"Certo! Li conosco molto bene, soprattutto Tom, andavamo a scuola insieme."
Claire si ricordò che Tom le aveva detto quasi le stesse cose "Ah...ho
sentito che deve uscire un loro album, a breve"
"Sì, se non erro il ventiquattro settembre. Sono davvero curioso di
ascoltarlo"
A lei sembrava così strana quella situazione, stare lì a parlare del gruppo
di Adam, Tom e Jake facendo finta di conoscerli soprattutto come musicisti e non
di essere prima di tutto una loro amica.
Aveva pensato che non dire ad Alex la verità sarebbe stato più facile, anche
se sospettava che lui la sapesse già, ma non gliel'avesse detta per non metterla
in imbarazzo. Rimase un pò in silenzio, questo permise al ragazzo di formulare
un'altra frase "Senti, so che sabato prossimo suoneranno ancora in un paese qui
vicino, ti va di venirci con me?"
Allora probabilmente Tom non gli aveva detto niente di loro.
Lei sollevò lo sguardo e vide che lui la guardava con gli occhi verdi
speranzosi, erano belli come un tempo, ma ora non le facevano più lo stesso
effetto.
"Mi dispiace, ma ci devo già andare con il mio ragazzo" in fondo quella non
era una bugia.
"Ah, capisco, non sapevo che tu fossi occupata, altrimenti non te l'avrei mai
chiesto. Mi dispiace, non dovevo..." sembrava così imbarazzato che a Claire fece
tenerezza.
Gli mise una mano su un braccio "Non ti preoccupare, mi ha fatto piacere
comunque che tu me lo abbia chiesto."
Lui parve rincuorarsi un pochino.
La mora notò che nel suo sguardo c'era qualcosa di strano, Alex aveva una
cotta per lei e non glielo aveva dimostrato fino ad ora?
Stava rimuginando su quella possibilità quando la porta del negozio si aprì
"Hey che cazzo spingi, idiota?!?"
"Sei tu che non ti muovi"
"Ma la piantate di fare i cretini?"
"Stai zitto Jake" dissero gli altri due in coro.
Claire si girò di scatto, che ci facevano quei tre nel negozio di dischi a
quell'ora?
Anche loro parvero pensare la stessa cosa, avvicinandosi.
Tom la baciò "Hey piccola, non avrei mai pensato di trovarti qui a quest'ora"
"Nemmeno io" rispose lei con tono stupito.
Alex aveva un'espressione di pura meraviglia sul volto, i ragazzi lo
salutarono e Adam chiese in tono scherzoso "Allora, come vanno le vendite del
nostro singolo?".
Il commesso rispose a tono "Stavo cercando di venderne uno a questa
signorina, credo che non ci sarà bisogno di convincerla"
"Già, non vorrai di certo fare un torto del genere al tuo ragazzo?" chiese il
batterista.
Adesso l'espressione di Alex era completamente atterrita.
Claire lo notò e sperò di essere l'unica ad essersene accorta, per non far
cadere l'attenzione sul povero commesso esclamò "Certo che non voglio fargli un
torto, solo speravo di averne una copia gratuita" fece gli occhioni dolci a Tom,
che però non disse niente.
Parlarono ancora un pò del più e del meno e i ragazzi chiesero ad Alex se
poteva aiutarli a pubblicizzare il loro concerto, naturalmente avrebbe avuto un
posto assicurato tra le prime file del pubblico.
Quando uscirono dal negozio il bassista e il batterista dissero che andavano
un attimo a casa, anche se Claire capì che fecero tutto per farla restare sola
con Tom.
Lui le chiese se le andava di fare quattro passi, lei accettò.
"Ho trovato il tuo regalo, il tuo biglietto era così dolce, grazie"
"Di niente"
Lei lo fece fermare, gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò, per
farlo dovette alzarsi in punta di piedi.
"Credo che mi stia innamorando di te" le disse dopo lui come se niente fosse.
Lei rimase in silenzio spiazzata totalemente da quelle parole, lui poi
continuò "Allora, ti è piaciuto il cd?"
La mora si sciolse dall'abbraccio per poterlo guardare negli occhi "Dire che
mi è piaciuto è dir poco, l'ho adorato dal primo ascolto"
L'altro ridacchio "Cos'è, l'hai già sentito tre o quattro volte?"
Lei era leggermente arrossita e aveva chinato il capo "Veramente l'ho sentito
sette volte, senza contare Thinking of you, che tra ieri e stamattina
avrò ascoltato una ventina di volte, è la mia preferita"
Lui le accarezzò i capelli "Sono contento che ti piaccia. L'ho scritta
pensando a te" disse semplicemente
Lei sollevò la testa e gli sorrise.
"Allora, dici che venderemo qualche copia?"
"Certo! Anche molte più di qualche!" esclamò lei entusiasta. Risero
insieme.
***
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Capitolo 18 *** UN SENTIMENTO SEMPRE PIU' GRANDE ***
Mezz'ora dopo Claire e Tom erano al parco che si scambiavano delle coccole,
quando arrivarono Adam e Jake con due ragazze.
"Ci dispiace interrompervi" disse il bassista.
Claire riconobbe che una delle due era Melissa, la ragazza che si vedeva già
da un pò con il batterista, l'altra invece non l'aveva mai vista.
Fecero le presentazioni, la sconosciuta si chiamava Jennifer ed era un'amica
di Adam.
Stettero per un pò tutti seduti sull'erba a parlare, era passata da poco
l'ora di pranzo, quando decisero di andare a mangiare qualcosa.
Risero tantissimo, la compagnia era davvero piacevole e la mora trovò Melissa
e Jennifer molto simpatiche.
Verso le cinque e mezza Tom riaccompagnò Claire a casa e le ricordò che gli
aveva promesso che quella sera l'avrebbero passata insieme, così le disse che
sarebbe andato a prenderla verso le otto, la baciò e se ne andò.
Claire pensò che fino a quel momento non avevano mai avuto un vero e proprio
appuntamento, e si sentì un pò agitata.
Entrò in casa, suo padre e sua madre erano al lavoro e sarebbero tornati dopo
le otto, decise che avrebbe lasciato un biglietto per riferire loro che era
uscita; dopotutto aveva diciannove anni e non avrebbe fatto troppo tardi, almeno
questo era quello che intendeva scrivere, omettendo la parte riguardante la sua
età, ovviamente.
Vide che in cucina c'erano ancora dei piatti da lavare così li sistemò prima
di andare a farsi una doccia.
Dopo che ebbe finito salì al piano di sopra e prima di entrare in bagno
preparò quello che intendeva mettersi quella sera, una canottierina nera
abbinata ad una gonna sopra il ginocchio verde a quadrettoni e le sue scarpe
nere. Come accessori scelse la cintura con le borchie, un braccialetto di pelle
nero, fine e una borsetta dello stesso colore. Come al solito lisciò i capelli,
ma fece la riga in mezzo, aveva voglia di cambiare un pò; si truccò pesantemente
di nero e indossò degli orecchini con dei dadi pendenti. Mentre si guardava allo
specchio e si chiedeva se Tom l'avrebbe trovata più carina del solito sentì
suonare il campanello, uscì dal bagno e scese ad aprire.
Guardò l'orologio della cucina, erano le otto precise.
Quando aprì la porta Tom la guardò dalla testa ai piedi, lei chiese "Allora?"
"Sei bellissima" la baciò
"Anche tu non sei niente male" disse lei sorridendo, ammirando i capelli
scuri e scompigliati del ragazzo e i suoi occhi che quella sera avevano una
tonalità di verde più tendente al castano.
"Allora, qual è il programma di stasera?" continuò Claire
"Bè, pensavo che potremmo stare un pò con gli altri sulla spiaggia, sai,
hanno organizzato una specie di festa di bentornato per me, Adam e Jake, per te
non è un problema, vero?"
"No, affatto. Mi fa piacere stare coi vostri amici, è davvero un'ottima
compagnia. Ci saranno anche Jennifer e Melissa?"
"Credo di sì"
"Bene"
"Non dirmi che hai intenzione di passare tutta la serata a spettegolare con
loro e dimenticarti di me?"
"Ma certo che no" disse prendendogli un braccio "Ma adesso andiamo, sennò
facciamo tardi"
"Ok, è da un pò che non vado in spiaggia"
"Io ci sono stata un pò di volte in queste settimane, ma stasera sarà
diverso"
"Con chi ci andavi?"
"Non dirmi che sei geloso"
"No, chiedevo solo a titolo informativo"
"Ah..."
"Cosa c'è? Non ci credi?"
"No, no, ti credo, tranquillo"
"Giuramelo!" il ragazzo cominciò a farle il solletico, lei cercò di scappare
dalla sua presa
"Dai Tom!"
"No, ormai te la devo fare pagare" riuscì a riacchiapparla dopo che era
scappata e la prese in braccio
"Mettimi giù!" strillò lei
"No, ti ci porto io in spiaggia"
"Ma sono scomoda così, almeno portamici in spalletta".
Quasi una ventina di minuti dopo arrivarono sulla spiaggia, Tom salutò gli
altri che li guardarono incuriositi, senza mettere giù Claire. Lei lo assecondò
e agitò la mano in direzione di tutti. Si era chiesta più volte durante il
tragitto se non fosse stanco, aveva anche espresso ad alta voce il suo dubbio,
ma lui l'aveva rassicurata che non lo era.
Quando il ragazzo si avvicinò pericolosamente all'acqua lei cominciò ad
agitarsi per voler scendere "Tom, non farlo!"
"Cosa? Buttarti in acqua? Perchè era proprio quello che avevo intenzione di
fare"
Fortunatamente non fu così, infatti qualche istante dopo erano seduti con gli
altri intorno ad un fuoco e chiacchieravano allegramente.
Durante tutta la serata la mora si divertì moltissimo, era entrata abbastanza
in confidenza con tutti ormai, soprattutto con Jen e Missy, cioè Jennifer e
Melissa.
Una cosa che la metteva un pò a disagio era Adam che la guardava con più
attenzione del solito, però cercò di convincersi che si stava facendo solo
un'idea sbagliata, probabilmente il ragazzo voleva assicurarsi che le cose tra
lei e l'amico andassero bene.
Arrivò la mezzanotte e nessuno sembrava volere andarsene, i primi furono Jake
e Melissa verso l' una.
Qualche minuto dopo Tom chiese a Claire se dovesse tornare a casa, lei
rispose che non c'erano problemi e che per quella sera sarebbe potuta rimanere
fuori più a lungo, allora lui le propose di andare a fare due passi da soli.
Quando vide che la mora sembrava avere un pò freddo prese un paio di coperte
che avevano portato gli altri e gliene mise una sulle spalle, lei lo ringraziò.
Dopo aver salutato tutti si allontanarono, lui la teneva stretta accanto a sè
mentre camminavano.
Arrivati in un posto abbastanza isolato della spiaggia, Tom si fermò e
sistemò la coperta che aveva in mano per terra e fece segno a Claire di sedersi
vicino a lui.
Lei si sedette, si guardarono per qualche momento, poi lui disse "Quello che
sta succedendo tra noi, insomma...è una delle cose migliori che mi siano
capitate da quando i miei si sono lasciati"
Lei non rispose, ma si avvicinò in modo da appoggiargli la testa sulla
spalla.
Rimasero un pò in silenzio, in quella posizione, con lui che le accarezzava i
capelli dolcemente.
Poi la ragazza sollevò il viso e lo baciò, intensamente, lui ricambiò.
Quel piccolo gesto portò ad altre mille carezze e non solo.
Qualche minuto dopo si trovarono uno sopra l'altra, totalmente presi dalla
situazione.
Tom le sfilò piano piano la canottiera, poi passò alla cintura, che tolse con
non poche difficoltà, cosa che provocò ilarità nella ragazza.
"Hai deciso di far fare tutto a me?" le domandò il ragazzo in tono ironico.
Lei gli sfiorò il piercing al labbro e avvicinando il viso a quello di lui
sussurrò in tono provocatorio "No, voglio solo farti soffire un pò" si scostò
leggermente da lui e stette immobile a fissarlo.
L'altro la guardava, era rimasta con solo il reggiseno e le mutandine addosso
e non vedeva l'ora di potergliele togliere, sentiva che dentro i suoi pantaloni
la situazione si stava ingigantendo notevolmente.
Claire soffocò una risatina "Non dirmi che hai così poca resistenza?"
improvvisamente tutte le inibizioni che aveva avuto fino a quel momento erano
svanite e desiderava solo godersi quegli istanti fino in fondo.
Il moro le sorrise di rimando "Hai voglia di divertirti? E allora
divertiamoci!" l'afferrò per le braccia e capovolse la situazione, adesso era
lui che si trovava sopra di lei.
"Mossa molto intelligente" riconobbe la mora
Tom le mise un dito sulle labbra "Ora smettiamola con queste chiacchiere
inutili" prese a baciarla sul collo, lei riusciva a fatica a reprimere i gemiti
di piacere che quel contatto le provocava.
Quando lui si fermò un attimo, lei gli tolse finalmente la t-shirt e gli
passò le mani sul petto, poi prese a baciare la sua pelle liscia.
Pensando che ormai l'amico del piano di sotto doveva averne abbastanza
slacciò anche i pantaloni del ragazzo e vide che effettivamente era come aveva
previsto.
L'aiutò a togliersi i boxer e lui fece lo stesso con le sue mutandine.
Quello che successe dopo sembrò durare per un eterno istante e tolse il
respiro ad entrambi.
Il piacere arrivò per tutti e due quasi nello stesso momento e alla fine si
stesero sfiniti uno al fianco dell'altra.
La mattina dopo Claire si svegliò e trovò Tom accanto a lei, che le teneva un
braccio intorno alla vita, ancora addormentato, infatti russava leggermente; le
venne da ridere ma cercò di farlo in silenzio perchè non voleva svegliarlo, così
si mise ad accarezzare dolcemente i capelli scuri del ragazzo.
Era così felice in quel momento, sentiva che lui era proprio quello che
mancava nella sua vita e non le importava dove sarebbero stati qualche mese o
qualche anno dopo, tutta la sua attenzione era concentrata sul vivere al meglio
il presente.
Dopo qualche minuto il ragazzo si svegliò e la guardò con sguardo assonnato
"Wow" disse con la voce tipica di chi si è appena ripreso dai propri sogni
"Credo che questo sia il risveglio migliore che abbia mai avuto dopo una notte
del genere"
"La stessa cosa vale per me"
Veramente non poteva fare un paragone effettivo, perchè per lei era stata la
prima volta che succedeva, adesso che ci pensava Tom sicuramente era già stato
con altre ragazze prima di lei, ma non averne la certezza era meglio, quindi non
glielo chiese mai.
Lui le sorrise e la baciò sulla fronte, lei si abbandonò tra le sue braccia,
stettero ancora un pò così abbracciati, poi sentirono dei rumori, sembravano
delle urla di bambini, si rivestirono in fretta e s'incamminarono per tornare a
casa.
"E' stato bellissimo" disse Tom quasi come se stesse pensando ad alta
voce.
Claire avrebbe detto la stessa cosa, ma non parlò.
Lui continuò "Credi che i tuoi siano preoccupati per te?"
"Può essere, anche se sono sicura che abbiano capito come ho passato questa
notte. E tua madre?"
"Non è la prima volta che resto fuori fino al mattino, ormai ci è abituata"
"E' stato sempre per una ragazza? Voglio dire, hai passato altre notti fuori
con altre ragazze?" La domanda le era uscita senza rendersene quasi conto.
Lui smise di camminare, lei si rese conto di aver fatto un erroraccio e stava
per scusarsi quando lui disse
"L'unica cosa che devi sapere è che non ho mai vissuto una cosa come questa"
Lei fu stupita dalla prontezza della sua risposta, gli prese una mano e
continuò a camminare, senza fargli più domande.
Per prima cosa la riaccompagnò a casa, sua madre la vide arrivare, ma non le
disse nè chiese niente riguardo quella notte, l'unica raccomandazione che le
fece fu di avvertire se fosse successo un'altra volta.
Nel pomeriggio Claire ricevette due telefonate, una di sua cugina Susan, che
durò quasi un'ora, in cui le due si raccontarono le ultime novità con i
rispettivi ragazzi, pareva che Peter avesse regalato alla ragazza un peluche
dolcissimo per il loro secondo mese insieme. Claire raccontò di quello che era
successo la notte prima con Tom e la cugina fu felice per lei e disse che a lei
era successo dopo quasi un mese che si vedeva con Pete, come lo aveva
soprannominato affettuosamente.
Adesso che le veniva in mente due settimane e mezzo dopo anche lei e Tom
avrebbero fatto due mesi insieme, si immaginò il modo migliore per passare la
giornata.
Tornando alle telefonate di quel pomeriggio, la seconda era di Tom, che le
riferiva che sarebbe stato via dal lunedì seguente al giovedì per tenere una
piccola serie di concerti per prommuovere il loro album, chiese a Claire se
voleva andare con lui, ma lei rispose che non poteva perchè doveva lavorare. A
entrambi dispiacque quella scelta, ma non potevano fare diversamente.
***
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Capitolo 19 *** CATTIVE NOTIZIE ***
Durante l'assenza di Tom, il mercoledì sera, Claire venne a conoscenza di una
brutta notizia.
Suo padre era stato richiamato a lavorare in Italia e entro meno di due mesi
avrebbero dovuto trasferirsi a vivere lì. Appena la madre gliene parlò non fu
preoccupata, perchè pensava che sarebbe potuta rimanere e sarebbe tornata dai
suoi per le vacanze e le festività o per qualche giorno ogni tanto.
"Non credo che sia una buona idea, cara, e nemmeno tua madre lo pensa" stava
dicendo suo padre, pochi minuti dopo aver ricevuto la chiamata dal suo capo
"Già. Ancora non sei abbastanza grande per vivere da sola. Poi dove
staresti?" aveva concordato sua madre
"Ormai ho quasi vent'anni, non sono più una bambina. Ho anche un lavoro, poi
qui non sarei sola, gli zii abitano a qualche chilometro di distanza, se avessi
dei problemi potrei sempre rivolgermi a loro"
"Vedi che tu sei la prima a non essere sicura che ti troverai bene?"
"Ma mamma, io sto parlando solo in caso di eventualità"
"Eventualità o non eventualità è inutile starne qui a parlare, perchè tu non
rimarrai a vivere in un continente diverso dal nostro, tornerai in Italia che lo
voglia o no" suo padre aveva quasi gridato quelle parole.
Claire si sentì ferita; perchè non si fidavano di lei? Aveva cominciato a
ricostruirsi una vita lì, perchè dovevano portarle via tutto di nuovo, così
all'improvviso, come otto anni prima? Salì di corsa le scale e appena fu in
camera sua scoppiò in lacrime.
La mattina dopo non si ricordava più esattamente quando aveva smesso di
piangere e si era addormentata, aveva solo un mal di testa tremendo.
Verso le dieci sua mamma entrò in camera con una tazza di tè che lei rifiutò,
aveva l'impressione che qualsiasi cosa avesse mangiato o bevuto l'avrebbe
vomitata.
Sua madre allora si sedette sul letto e le parlò con calma "E' per quel
ragazzo, vero? Tom."
"Per favore, non voglio parlarne ora" gli occhi di Claire si riempirono di
nuovo di lacrime
"Prima o poi ne dovrai parlare, anche con lui, soprattutto con lui"
"Come fai a venire qui a dirmi queste cose? Credi che non ci abbia già
pensato?" Il suo tono di voce si alzava man mano che parlava "Tu non puoi
nemmeno immaginare quanto lui sia importante per me, non conta da quanto ci
conosciamo, abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme e vorrei tanto che
continuasse ad essere così"
"Ma adesso che tu devi tornare in Italia e che lui ha cominciato a suonare
seriamente in un gruppo non avrete più tempo per voi. Credimi, è meglio troncare
la cosa ora che è appena all'inizio"
Claire guardò sua mamma con uno sguardo quasi d'odio, come poteva dirle quel
genere di cose in un momento come quello? Come poteva, lei, la persona che
doveva volere solo il bene per la figlia chiederle di rompere qualcosa che era
la causa della sua felicità?
Visto che la ragazza non rispondeva la madre le disse che scendeva per andare
al lavoro e che se aveva bisogno di qualcosa suo padre sarebbe tornato due ore
più tardi. La donna non ricevette risposta.
Per tutta la mattina e metà pomeriggio Claire non uscì dalla sua stanza, suo
padre entrò in camera ed ebbero un'altra delle loro discussioni che si concluse
tra le urla.
L'uomo scese poi al piano di sotto e la chiamò solo per dirle che c'erano
visite per lei.
Immaginando che si trattasse di Tom che era tornato andò prima in bagno a
lavarsi la faccia, non aveva esattamente una bella cera, ma scese lo stesso dopo
aver infilato la prima canottiera e pantaloni decenti che trovò.
Tom era da solo, lei non aspettò neanche che suo padre lasciasse la stanza
per buttarsi tra le braccia del ragazzo.
Lui la strinsè a sè e le chiese ridendo "Ti sono mancato così tanto?"
La mora sentì gli occhi diventare di nuovo lucidi, ma riuscì a darsi un
freno.
Si sedettero sul divano e lui dopo averla osservata per un pò le chiese "Ti
senti bene? Hai un'aria un pò stanca"
Lei tentò di sorridere "Sì, ho avuto solo un pò di febbre, tutto qui"
"Ah, non me l'avevi detto l'altro ieri al telefono"
"Beh...non pensavo che fosse una cosa di grande importanza"
"La tua salute è importantissima per me" Disse lui sfiorandole una guancia.
Lei cambiò discorso "Allora, come sono andati i vostri concerti?"
"Molto bene, abbiamo anche deciso l'uscita di un nuovo singolo. Però non ti
voglio anticipare niente."
"Oh, Tom! Sono felicissima per voi! Non vedo l'ora di sentire su che canzone
è caduta la vostra scelta"
Lui le sorrise e dopo averle accarezzato dolcemente i capelli la baciò a
lungo.
Quando Tom se ne andò un'ora dopo lei non aveva nemmeno accennato al suo
trasferimento in Italia.
***
E alla fine di questo capitolo, dopo il quale Claire comincerà ad
incontrare alcune difficoltà nella sua storia con Tom, vorrei ringraziare tutti
quelli che leggono e chi commenta. Grazie mille a BabyzQueenyz, Kahoko,
lorelei_88, mimi14, Ren_91 e Oasis per i vostri complimenti. Un grazie speciale anche a chi ha aggiunto la storia
tra i preferiti!! Sono molto contenta che vi piaccia e spero che
continui ad essere di vostro gradimento! ^_^
Tanti saluti a tutti!
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Capitolo 20 *** IL NUOVO SINGOLO ***
Nei giorni successivi Claire passò poco tempo in compagnia di Tom, Jake e
Adam, che erano sempre più impegnati con il loro progetto dei Jam Teak Doma.
Il giorno dell'anniversario del secondo mese di Tom e Claire, i ragazzi
avevano un concerto in una città a un paio di ore di macchina.
La ragazza non riuscì a vederli prima che partissero ed era del tutto
convinta che Tom si fosse dimenticato della data.
Nel pomeriggio però accese la radio sulla solita stazione e sentì il
presentatore che diceva
"Ecco a voi il nuovo singolo della band emergente più esplosiva del momento,
i Jam Teak Doma, la canzone si intitola Thinking of you".
Sentendo quelle parole a Claire si riempirono gli occhi di lacrime, non ci
poteva credere, sicuramente Tom aveva fatto di tutto perchè il singolo uscisse
il giorno del loro anniversario.
Per il resto della giornata la mora fu allegra e pensò in continuazione ad un
modo per ringraziare il moro. Le vennero molti dubbi sul regalo che aveva deciso
di fargli.
Si stava pian piano convincendo che il polsino che gli aveva cucito
personalmente fosse stato un pensiero stupido.
Aveva avuto quell'idea settimane prima e alla fine aveva deciso di usare la
sua abilità con ago e filo per creare quel piccolo oggetto; sulla parte esterna
aveva cucito una J una T e una D con due stelle sullo sfondo e nella parte
interna invece c'erano le seguenti parole: Sono sempre con te. Claire"
Continuò a pensarci e ripensarci fino al momento in cui non andò a letto
quella sera.
Quasi un'ora dopo si stava ancora rigirando nel letto senza riuscire ad
addormentarsi quando sentì il rumore di qualcosa che sbatteva sulla finestra, si
alzò dal letto e andò ad affacciarsi; vide Tom che tirava dei sassi.
Era evidente che tornava dal concerto e che non era ancora andato a casa,
quando scorse il volto della ragazza sussurrò "Credevo che ci avrei messo di più
a svegliarti" "Veramente ero ancora sveglia"
"Stavi pensando a me?" lo sguardo di lui era provocatorio, ma irresistibile
"Aspetta che scendo" Con i pantaloncini e la maglietta coi quali dormiva
Claire scese e uscì dalla porta a piedi scalzi
"Ti trovo dannatamente sexy" scherzò lui squadrandola, lei gli corse in
contro e gli saltò letteralmente in braccio
"Com' è che ogni volta sei così contenta di vedermi?" Chiese lui
stringendola.
Lei gli sorrise "Ho sentito Thinking of you alla radio, non ho
parole"
Il ragazzo la baciò e dopo che l'ebbe posata delicatamente a terra cercò una
cosa in una tasca, ne tirò fuori una piccola scatoletta blu e gliela porse.
Lei non sapeva ancora che dire, così decise che era meglio stare zitta per il
momento, invece di pronunciare una di quelle frasi di circostanza e poco
originali, così prese il piccolo contenitore e l'aprì, dentro c'era una catenina
con un ciondolo con una "T" e una "C" intrecciate
"Grazie" disse semplicemente guardandolo dritto negli occhi.
Tirò fuori la catenina dalla scatola "Mi dai una mano?" chiese a Tom, che
l'aiutò ad indossarla.
"E' bellissima, Tom" eslcamò la ragazza sfiorando le due lettere intrecciate.
Lui le prese la mano "Ti amo" mentre lo disse i loro sguardi si incrociarono.
Claire voleva piangere, ma non poteva rovinare un momento come quello "Anche
io" disse, ma la sua voce si spezzò per un attimo.
Tom la scrutò preoccupato, ma lei sorrise per fargli capire che andava tutto
bene e lo baciò.
Poi si ricordò del polsino e tornò di corsa a prenderlo su in casa, lo porse
al ragazzo un pò esitante, ma quando vide il sorriso sul volto di lui fu
rincuorata.
"L'hai fatto tu?" le domandò con gli occhi che gli brillavano dalla
contentezza
"Sì"
"Grazie, Claire, è un pensiero stupendo" Le prese il volto tra le mani e le
baciò la fronte, poi le labbra, infine la strinse forte a sè.
Rimasero così per un pò, in piedi sul marciapiede, in quella notte d'autunno,
dove l'unico rumore che si sentiva era quello dei loro respiri.
Poco prima di andarsene Tom le sussurrò "Credo che d'ora in poi le cose tra
noi saranno più semplici anche se non ci vedremo spesso, voglio dire, per me
ormai la cosa sta diventando seria e comunque, come ti ho già detto, potrai
venire con me quando dovrò stare lontano per un pò"
"C-certo" la mora non riuscì a trattenere le lacrime oltre, però lui non le
fece domande, la tenne semplicemente stretta finchè non smise e potè salutarla
tranquillamente.
Tom stava tornando a casa, quella sera finalmente glielo aveva detto, le
aveva detto "Ti amo". La sua reazione non era stata negativa, però lo avevano
stupito le sue lacrime.
Ripensandoci Claire poteva aver pianto perchè dispiaciuta del fatto che non
si potevano vedere più molto spesso, oppure, meglio, quel pianto era di gioia
per come stavano andando le cose tra di loro.
Il ragazzo sentiva che quella volta era una cosa importante, aveva avuto
altre storie, una che era durata anche di più, ma l'intensità dei sentimenti che
provava in quel momento non l'aveva mai nemmeno immaginata. Quella ragazza lo
aveva stregato dal loro primo incontro, non che avesse fatto qualcosa per
stupirlo, anzi era proprio quello che gli piaceva di lei: non faceva niente per
mettersi in mostra, eppure era impossibile non notarla.
Rimpiangeva di non averle detto che un mese dopo i Jam sarebbero dovuti
partire per un altro minitour di tre settimane, avrebbe potuto dirle subito di
seguirlo, ma non aveva voluto complicare la situazione ulteriormente; gliene
avrebbe parlato appena si sarebbero rivisti.
***
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Capitolo 21 *** COMPLICAZIONI ***
Erano le due del pomeriggio e Claire ascoltava la radio, quando trasmisero
Thinking of you dei Jam.
Ogni volta che sentiva quella canzone, dapprima sorrideva pensando al
rapporto che c'era tra lei e chi l'aveva scritta ma poi si intristiva pensando
al suo addio a Tom che era sempre più vicino e di cui il ragazzo non era stato
ancora informato.
Dal giorno del "Ti amo", parole che si erano ripetuti ormai altre volte,
erano passate già due settimane e si erano visti abbastanza spesso e anche se
per poco tempo si erano scambiati coccole, parlato e non solo.
Era sabato sera e lei, Tom e tutti gli altri erano stati invitati da Jennifer
alla sua festa di compleanno.
L'atmosfera era divertente e rilassata, l'unico che sembrava un pò giù era
Adam, a cui era andata male l'ennesima relazione.
Mentre Tom stava discutendo di qualcosa di cui Claire non capiva niente con
Jake ed altri ragazzi, lei disse a Missy e Jen che andava fuori a prendere una
boccata d'aria.
Trovò Adam in giardino, che fumava seduto su un muretto, gli si avvicinò e si
sedette vicino a lui "Dentro si stanno divertendo molto, non dovresti stare qui
fuori da solo"
Lui fece un tiro dalla sigaretta, buttò fuori il fumo dalla bocca "Sono
uscito solo un attimo a fumare, sarei tornato tra qualche minuto"
"Ah si? E come spieghi tutti quei mozziconi per terra?" Ce ne erano almeno
quattro sparsi nell'erba. "Sai che fumare non fa bene alla salute e alla tua
voce?"
"Sai, non credo che Tom sarebbe contento se sapesse che mi dai così tante
attenzioni"
"Io non sto facendo niente di male, sto solo dicendo ad un amico che non deve
sprecare la sua vita solo perchè un'ochetta senza cervello lo ha deluso"disse
strappandogli la sigaretta di mano e buttandola per terra, con chiaro disappunto
di lui
"Sono stato io a lasciarla" disse lui all'improvviso
"Cosa?"
"Già, e non solo lei. Ho deciso di smettere di uscire anche con le altre"
"E perchè?" Claire era stupita da quella dichiarazione e lo fissava.
Lui ricambiò lo sguardo "Perchè sono già innamorato della ragazza del mio
migliore amico e nessun' altra può farmela dimenticare"
L'altra era senza parole, fissava gli occhi blu del bassista senza riuscire a
dire niente.
Fortunatamente in quel momento arrivò Jake che li cercava "Eccovi, dove
eravate finiti?"
Per il resto della serata Claire fu piuttosto silenziosa, ripensava alle
parole di Adam, l'avevano turbata, non che avesse dubbi su quello che provava
per lui, era ovvio che era solo un amico, solo che non voleva che a causa sua
nascessero delle incomprensioni tra i due ragazzi; Tom considerava il bassista
il suo migliore amico.
Aveva preso una decisione, doveva dire a tutti che sarebbe partita poco più
di un mese dopo e l'avrebbe fatto quella sera stessa.
Fu una fortuna che più tardi riuscirono ad andarsene tutti insieme,
stranamente Melissa non sarebbe tornata a casa con Jake come al solito.
Sulla via del ritorno camminavano insieme in silenzio, Claire mano nella mano
con Tom e Adam e Jake fianco a fianco.
Claire stava per prendere la parola e raccontare a tutti della loro partenza,
quando il suo ragazzo la precedette.
"Piccola, c'è una cosa di cui ho discusso con i ragazzi e che dobbiamo
dirti"
Lei spalancò gli occhi, incuriosita "Di che si tratta?"
"Mercoledì partiamo per una serie di concerti e staremo via tre
settimane"
Quelle parole provocarono una stretta al cuore alla ragazza, che faticò a
rispondere "Co-come? Un altro tour così presto?" poi si pentì di quello che
aveva detto e aggiunse "Cioè, ragazzi...sono contenta per voi" ma non c'era
molto entusiasmo nella sua voce.
Il moro le strinse ancora di più la mano "Via quell'aria triste, tu vieni con
noi. Vero ragazzi?"
Gli altri annuirono in risposta, anche se Adam era ancora a disagio, ma non
se ne accorse nessuno tranne Claire.
"Ma...io, non posso. I miei non mi lasceranno, devo..." si bloccò,
inorridendo a quello che stava per dire, loro non sapevano della partenza e
quella sera ormai non sarebbe più riuscita a dirglielo.
Lui le mise un dito sulle labbra e mormorò dolcemente "Questa volta non si
discute. Tu vieni con noi."
Il ragazzo era serissimo, gli occhi che davano sul verde fissi in quelli di
lei.
Intervenne Jake per sdrammatizzare un pò la situazione "Non è che in realtà
credi che la vita in tour sia troppo pesante per te?"
Tom ridacchiò, cosa che rassicurò la mora.
Poi li guardò uno ad uno, soffermò lo sguardo su Adam meno che sugli altri,
pensò bene a cosa sarebbe potuto succedere in tour a causa di quello che si
erano detti prima, dopotutto sarebbero stati insieme praticamente tutti i
giorni.
Tom però non smetteva di guardarla, ora la sua espressione stava diventando
quasi implorante. Come poteva dire di no davanti a quegli occhi?
"Ok, verrò con voi. I miei genitori non possono impedirmi anche questo."
sorrise lievemente.
"Evvai!" esclamò il chitarrista del gruppo prendendola alla sprovvista e
sollevandola di peso per farla girare.
"Tom, mi vuoi mettere k.o. prima della partenza?" urlava lei per farlo
smettere, ma l'altro era troppo fuori di sè per ascoltarla.
***
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Capitolo 22 *** FELICITA' MA ANCHE DIFFICOLTA' ***
Il mattino dopo Claire si svegliò incredibilmente felice, poi si ricordò il
perchè. La sera prima si era messa d'accordo con Tom, Jake e Adam per partire
con loro e seguirli in un mini tour di sei settimane.
Rimase seduta un pò sul letto e fissando il muro vuoto davantì a sè ragionò
anche sui non pochi lati negativi di quella faccenda.
Poco più di un mese dopo sarebbe dovuta tornare in Italia e chissà poi quando
avrebbe potuto rivedere i suoi amici.
Quei tre ragazzi le sarebbero mancati tantissimo. La situazione era ancora
più negativa perchè loro non sapevano neanche che lei sarebbe andata via.
Ora per di più c'era anche la storia con Adam, si erano parlati a malapena
dopo che lui le aveva rivelato i suoi sentimenti, come si sarebbe comportato
durante il tour?
Cercando di scacciare l'insicurezza richiamando alla mente il ricordo degli
occhioni di Tom che la guardavano speranzosi, si vestì e scese al piano di
sotto, pronta a parlare con i suoi genitori del suo imminente viaggetto.
Li trovò entrambi in cucina, a fare colazione.
"Buongiorno!" li salutò allegra, con un sorriso a trentadue denti.
I due adulti rimasero a bocca aperta per il cambiamento della figlia,
ultimamente non aveva fatto altro che tenere loro il muso.
"Ben alzata, Claire!" le rispose il padre
"Sono contenta di vedere che il tuo umore è migliorato" Continuò la madre
"Vieni, siediti con noi e mangia qualcosa, la domenica è l'unico giorno in cui
possiamo fare colazione insieme."
La ragazza si sedette dall'altro capo del tavolo rispetto ai genitori e prese
una tazza con del caffè che la madre le porgeva.
"Grazie." mormorò "Comunque dovrei parlarvi di una cosa."
Attese un momento e agli sguardi incuriositi dei suoi che la invitavano a
proseguire andò avanti "Mercoledì mattina Tom e i ragazzi partono per un mini
tour di tre settimane. Mi hanno chiesto se mi andrebbe di andare con loro, mi
farebbe tantissimo piacere."
"Caro, secondo me non è una cattiva idea. Tu che ne pensi?"
Il padre di Claire si passò la mano sul mento e assunse per un istante
un'aria pensierosa "Anche secondo me non è una brutta pensata. Poi credo che
passare dei giorni solo con loro sia proprio quello che tu voglia."
La mora li abbracciò entrambi in un impeto di affetto provocato dalla
felicità che ormai non provava neanche a nascondere.
"Corro subito da Tom, devo dirgli tutto!"
Claire afferrò al volo la borsa e scappò fuori, fece appena in tempo a
sentire la voce di sua mamma che le urlava dietro "Torni per il pranzo?"
"Credo di no!" rispose senza fermarsi.
Davanti casa di Tom si sentivano delle urla provenienti dall'interno
dell'edificio cosa che allarmò la ragazza che si avvicinò con cautela alla porta
d'ingresso.
"Brutto idiota, ridammi quella foto!"
"Wow! La nostra Becky è gelosa della foto del suo Carlos! Mamma mia...ma
tutti così cessi te li vai a scegliere?"
"Smettila, Tom! Molla qua!"
"No, non l'ho ancora vista bene. Certo che siete proprio una bella coppia,
come vi siete conosciuti, dal parrucchiere? Avete lo stesso taglio!"
"Mamma, digli di piantarla!"
Ma la voce di Melody fu sovrastata da quella del figlio maggiore che
insultava di nuovo la sorella.
Claire decise di suonare il campanello, la sua presenza avrebbe
tranquillizzato la situazione, almeno lo sperava.
La signora Baker andò ad aprirle e l'accolse tutta sorridente "Claire! Che
piacere vederti!"
"Buongiorno, Melody! Ciao Becky! Quando sei tornata?"
La sorella maggiore di Tom lasciò perdere l'ennesima piccola disputa che
aveva cominciato col fratello e si voltò a salutare la nuova arrivata "Ciao
Claire! Sono tornata ieri sera, non avevo avvisato nessuno, ho deciso di fare
una sorpresa"
"Peccato che la sorpresa non è stata bella per me che sono dovuto andare a
prenderla all'aeroporto a notte fonda!"
"Dai, Tom, piantala di trattare male tua sorella! E' appena tornata a casa"
lo rimproverò la madre
"Che palle che siete! Questa che arriva alle sette del mattino gridando
perchè quel coglione l'ha chiamata e si mette a sventolare la sua foto e tu che
gli dai pure corda!"
"Tom!" urlarono in coro Claire, Melody e Becky
Il ragazzo sbuffò "No, Claire, non ti ci mettere anche tu ora! Me ne vado di
sopra, che è meglio...voi state pure qui a confabulare ancora un pò."
Infatti salì le scale e si chiuse la porta della camera alle spalle.
Le altre tre soffocarono una risatina, poi Claire domandò a Becky "Allora,
come è stato il tuo soggiorno in Spagna? Dagli urli che ho sentito dall'esterno
deduco che hai incontrato anche qualcuno di interessante!"
Gli occhi della sedicenne si illuminarono "Sì, la Spagna è un paese
fantastico e lì sono tutti così gentili e simpatici!"
"Ti conviene sederti, cara. I racconti di Becky non durano mai meno di venti
minuti"
"Oh, tanto ho tempo. Ero solo venuta a dire a Tom che i miei mi hanno dato
l'ok per andare in tour con loro"
"Ma è fantastico!" strillò la minore delle tre "Giuro che quando ho saputo
che finalmente Tom si era messo seriamente con una ragazza che non fosse una
cagna" allo sguardo di disappunto di sua madre non si fermò, anzi puntualizzò
"E' vero, tutte le ragazze che portava a casa prima avevano le sembianze di
troiette se devo dirla tutta"
Melody alzò gli occhi al cielo, poi uscì dalla stanza, lasciando le altre due
a chiacchierare.
Una ventina di minuti dopo Becky si congedò da Claire perchè doveva andare a
salutare degli amici.
Allora la mora salì le scale per raggiungere il ragazzo e dargli la buona
notizia, lo trovò steso sul letto, addormentato.
Gli si avvicinò e rimase per un pò a guardare il suo corpo che si alzava e
abbassava ad ogni respiro regolare, gli sfiorò con la punta dell'indice le
labbra e ne disegnò piano il contorno, poi lo chiamò piano.
"Tom?"
L'altro fece un verso e si girò dalla parte opposta.
"Hey, tesoro, sono venuta a darti una bella notizia"
Lui si rigirò verso di lei e aprì piano piano gli occhi "Mi sono
addormentato?"
"Così pare" Claire gli accarezzò un braccio e si sedette sul bordo del
letto.
Il moro si alzò a sedere e le rivolse uno sguardo pieno d'affetto "Allora,
che mi dovevi dire?"
"Mercoledì parto con voi!"
Lui spalancò gli occhi e dopo averla guardata per un pò l'attirò a sè e la
strinse forte "E' fantastico! Così ti avrò tutta per me e non potrai scapparmi
da nessuna parte. Non potrai più schierarti con quelle due streghe che ci sono
al pian terreno!"
Claire rise sulla spalla di lui "Non parlare troppo presto, vedrai che
finirai per stancarti di avermi sempre tra le scatole"
Mentre diceva quelle parole però pensò con una punta di amarezza che quel
"sempre" non era poi tanto lungo.
"Tu dici?" le domandò, ma prima che lei potesse rispondere prese a farle il
solletico.
Lei si contorceva cercando di scappare dalla presa del ragazzo che però
riuscì facilmente ad avere la meglio e a farla finire sotto di lui.
"E adesso direi che il gioco finisce" disse cominciando a baciarla prima
sulle labbra e poi sul collo
Claire all'inizio cercò di opporsi, poi ricambiò quelle attenzioni.
Un rumore di passi subito fuori dalla stanza però li fece sussultare
entrambi, avevano lasciato la porta aperta e Adam aveva assistito a parte della
scena, involontariamente.
"Scusate, non intendevo disturbarvi" si scusò lui, il suo tono di voce e
espressione facevano trasparire l'enorme disagio in cui si trovava.
Tom però non era per niente in imbarazzo, anzi fece finta di niente e salutò
l'amico "Ciao Adam! Claire mi ha appena dato una notiziona, verrà con noi
durante il tour! Non è fantastico?"
"Sì, f-fantastico" ripetè a fatica Adam che era ancora un pò sconvolto da
quello che aveva visto.
Fortunatamente Tom cambiò argomento, anche se non si era accorto di niente,
troppo preso dalla sua euforia "Allora...come mai qui a quest'ora, Adam?"
L'altro spostò lo sguardo dal viso di Claire a quello dell'amico "E' per il
concerto di stasera"
"Cosa? Concerto?"
"Non dirmi che te ne eri dimenticato!"
Il minore dei due assunse un'aria colpevole "Beh...non ci ho più
pensato...abbiamo parlato praticamente solo del tour ultimamente, mi è passato
proprio di mente!"
Adam sospirò "Non cambierai mai..."
"Mi dispiace essermene dimenticato, ok?"
Claire li aveva già visti discutere in modo simile e normalmente a questo
punto il tono di Adam si raddolciva, invece quello assunse un'aria ancora più
seria "Se farai così anche nelle prossime settimane, addio tour"
"Hey, ma che ti prende oggi? Ti sei svegliato col piede sbagliato? Non hai
mai fatto così tante storie."
Gli occhi blu di Adam incontrarono quelli preoccupati di Claire, cosa che
forse lo spinse a tornare al suo solito comportamento.
"Sì, hai ragione. Forse esagero. Comunque ti volevo dire che c'è un piccolo
inconveniente, perchè Jake ha dei problemi a casa e quasi sicuramente arriverà
tardi stasera. Dobbiamo avvisare il proprietario del locale dove suoneremo"
"Che è successo a Jake?" si intromise Claire "Qualcosa di grave?"
"Oh, no, niente di brutto." rispose Adam vago senza guardarla
"Meno male" intervenì Tom "Comunque più tardi proverò a chiamare il
proprietario del locale, altrimenti se proprio dobbiamo cominciare a quell'ora
possiamo fare come è successo il mese scorso, improvvisiamo qualche battuta
noi"
"Hai ragione" Il tono di Adam non era entusiasta come al solito all'idea di
un concerto, Claire si sentiva totalmente in colpa, probabilmente era la sua
presenza a causare tutto ciò.
"Tom?" chiamò la ragazza
"Che c'è, piccola?" Anche quel nomignolo ora pareva turbare Adam, o forse
succedeva anche prima ma nessuno se ne rendeva conto?
"Credo che andrò a casa."
"Perchè? Sei appena arrivata. Vieni a mangiare qualcosa con noi, almeno."
"Ma...stasera devo lavorare...e voi credo che dobbiate provare per il
concerto, no?"
"Le canzoni ormai le sappiamo fino alla nausea e tu non ti sei mai fatta
problemi per il lavoro. Che è succeso anche a te? Non dirmi che è stata
quell'idiota di mia sorella che ti ha spaventata con le sue storie sulla
Spagna?"
"No, non è così."
"E allora perchè non vuoi venire?"
Claire non poteva mentire davanti a quegli occhi, così cedette "Ok, vengo con
voi"
Fecero tutti e tre un giro per la città e Adam e Tom furono fermati da un
paio di persone che avevano comprato il loro cd, cosa che li lusingò moltissimo.
Infatti la tensione cadde e anche il pranzo fu un pò più piacevole.
La sera il concerto fu agli stessi livelli degli altri e il momento in cui i
ragazzi scherzavano per prendere tempo aspettando Jake fu divertensissimo.
Osservando i due scambiarsi battute, Claire si rese davvero conto di quanto
quei due ragazzi erano legati, sperò ardentemente di non arrivare al punto di
essere la causa di una rottuta tra loro.
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Capitolo 23 *** PARTENZA ***
Il mercoledì mattina Tom arrivò a casa di Claire qualche minuto dopo le sei,
era stranamente nervoso.
Ultimamente i momenti tra loro erano carichi di una strana atmosfera tesa,
non capiva cosa c'era che non andava. Anche Adam sembrava avere qualche
problema, era stranamente silenzioso e le poche volte che parlavano finivano
quasi sempre con lo scontrarsi.
Pensò che se c'era un momento per sistemare le cose era proprio quel tour,
dove si sarebbero ritrovati loro quattro faccia a faccia e avrebbero dovuto
parlare per forza. Tom pensava che Jake si trovasse nella sua stessa situazione,
cioè quella di non capire bene cosa stesse succedendo.
Era arrivato alla conclusione che Adam stesse nascondendo loro qualcosa,
evidentemente aveva avuto l'ennesima delusione amorosa e non intendeva parlarne
con nessuno. Possibile che quel ragazzo fosse davvero così inadatto alle
relazioni stabili?
Decise di suonare il campanello, ultimamente pensava troppo e questo non gli
faceva molto bene.
Lei gli aprì la porta, era già vestita di tutto punto. Come al solito rimase
piacevolmente impressionato dal suo aspetto; indossava un paio di jeans
piuttosto attillati, che mettevano in risalto le sue belle gambe e una maglietta
nera abbastanza scollata, che valorizzava il suo seno delle giuste dimensioni.
Lei parve accorgersi che lui stava esaminando ogni centimetro del suo corpo
perchè lo guardò intensamente con i suoi occhi luminosi e disse "Buongiorno! Non
mi saluti nemmeno?"
Lui prima di risponderle le si avvicinò, prese una delle due lunghe trecce in
cui lei aveva raccolto i capelli, ne inspirò il profumo "Shampoo alla mela?" le
chiese con finta aria innocente, lei annuì.
Poi l'innocenza sparì dalla voce di lui "Mi fai impazzire, lo sai?" la
strinse a sè e la baciò a lungo, finchè non furono interrotti dalla madre di
lei, che era uscita per salutare la figlia prima di partire.
Dopo che tutti si furono congedati, si misero in macchina, diretti verso casa
del bassista, lei non parlò moltissimo durante il breve viaggio, ma il suo
sorriso era raggiante ed entusiasta.
Claire si era svegliata un pochino irrequieta quella mattina; aveva volto lo
sguardo al suo comodino, dove aveva messo in una cornice alcune foto che aveva
scattato coi tre ragazzi e i loro amici. Subito aveva desiderato che tutto
tornasse al momento di quegli scatti, quando la loro felicità non era destinata
a finire.
Si era alzata e si era accorta che era molto presto, quindi si era presa il
tempo necessario per farsi un bel bagno lungo e rilassante.
Una volta nell'acqua tiepida, però, aveva cominciato a pensare a tutti i modi
in cui sarebbe potuto andare male il tour.
Non ci sarebbero stati solo loro, quindi era più facile evitare situazioni
imbarazzanti, soprattutto in presenza di Adam.
Eppure c'era sempre il fatto che avrebbe dovuto convivere col segreto della
sua imminente partenza di cui gli altri non sospettavano niente, come avrebbe
fatto? Quando li avrebbe informati delle vere circostanze? Come l'avrebbero
presa? Se ci fosse riuscita avrebbe detto loro tutto al ritorno dal tour, non
voleva turbarli in un momento così importante per loro.
Il suo bagno era durato molto meno del previsto, una volta uscita dalla vasca
si era vestita indossando quello che aveva preparato la sera prima, si asciugò i
capelli e li legò in due trecce, non si truccò e scese al piano di sotto.
Guardò l'orologio, mancavano ancora quasi quaranta minuti all'arrivo di Tom,
però non le andava di fare colazione, così accese la televisione e fece un pò di
zapping.
Si stufò presto, poi arrivò sua mamma e si misero a parlare, come al solito
lei le fece le sue mille raccomandazioni, alle quali la ragazza annuì
distrattamente.
Fortunatamente il suo ragazzo arrivò proprio mentre la madre le disse di
cercare di godersi il tour perchè sarebbe stato uno degli ultimi momenti che
avrebbero passato insieme. Claire si alzò ed andò ad aprire.
Si trovò davanti Tom, ancora un pochino assonnato e coi capelli ancora
bagnati, doveva essersi appena fatto una doccia. Notò che la osservava
attentamente così gli chiese se aveva o no intenzione di salutarla.
Proprio nel bel mezzo di un bacio più che coinvolgente furono interrotti da
sua madre che veniva a salutarli; dopo i saluti si misero in macchina. Erano
diretti a casa di Adam.
Durante il tragitto non parlarono molto, il ragazzo la informò che oltre a
loro li avrebbero seguiti in un'altra macchina due amici più grandi che li
aiutavano ormai sempre con l'organizzazione dei concerti.
Quando arrivarono a casa di Adam, lui li stava aspettando fuori dalla porta
di casa, con la sorella Anne, che li salutò con un sorriso radioso
Anche lì Claire non disse quasi una parola, ma cercò di apparire serena.
La ragazza lasciò il posto sul sedile anteriore ad Adam e si sedette dietro:
non gli aveva ancora rivolto una parola, entrambi sembravano aver deciso di
evitarsi il più possibile a vicenda.
Giunti a casa di Jake aiutarono anche quest'ultimo a caricare il suo
bagaglio, poi Tom gli chiese se gli andasse di guidare, l'altro rispose di
sì.
Qui furono raggiunti anche dagli uomini che li avrebbero accompagnati, uno di
trenta e uno di trentacinque anni, si chiamavano Michael e Seth.
Ripartirono, la macchina dei ragazzi dietro quella degli altri.
Tom sedeva da parte a Claire, la guardò e le chiese "Tutto bene?"
Lei fissò i suoi occhi tendenti al verde, che apparivano un pò preoccupati,
detestava vederli così, allora sorrise, sul suo viso tornò quell'espressione
falsa che aveva tenuto da quando l'aveva salutato quella mattina. Lui sembrava
soddisfatto e non le chiese nient'altro. La mora sentì in colpa, ma lasciò che
il ragazzo le tenesse la mano per la maggior parte del viaggio.
Claire e Adam furono molto silenziosi, lasciarono parlare Jake e Tom, che
programmavano quello che avrebbero fatto in quei giorni.
***
Ecco che finalmente Claire è partita coi ragazzi...chissà cosa
succederà ora...riuscirà a far sì che le tensioni all'interno del gruppo non
crescano? Vi avviso che nel prossimo capitolo già si comincerà a smuovere
qualcosina...Comunque sono contentissima che la mia storia continui a piacere,
ringrazio di nuovo BabyzQueeny (scusa se l'altra volta ho sbagliato a scrivere
il tuo nick) e Ren_91 per i loro commenti e anche Marty314 e avril96! Siete
troppo gentili, spero di non deludervi con la continuazione! ^_^ Un grazie
anche a chi continua a seguire la fic e a chi l'ha messa tra i preferiti...tanti
saluti e baci! Maria
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Capitolo 24 *** IN TOUR: I PRIMI SEGRETI SVELATI ***
La loro prima tappa fu una città che distava due ore di viaggio, dove
sarebbero stati per cinque giorni, visto che nei dintorni c'erano altri locali
in cui suonare.
"Eccoci qui" esclamò Seth quando tutti furono scesi davanti ad una casa a due
piani dall'aria molto ospitale "Qua abitavamo prima io e la mia ex-moglie, poi
però lei si è trasferita in Francia con la sua nuova fiamma di dieci anni più
giovane e a me è rimasta una bella casa."
Scaricarono le valigie e seguirono il proprietario fin dentro l'edificio, che
era ancora perfettamente curato e pulito, Seth spiegò che aveva chiesto l'aiuto
di un'impresa di pulizia in vista del loro arrivo.
"Di camere ce ne sono tre, ai letti ci ho già pensato, ne ho fatti mettere
due in ogni stanza. Però se per Claire è un problema dormire con Tom, possiamo
sempre spostarne uno e lasciarle una camera tutta per lei."
"Oh, no. A me va bene così" rispose la ragazza
"Ok, allora venite al piano di sopra che mostro ad ognuno la sua stanza.
Durante il resto della mattinata si sistemarono nelle camere, Seth e Michael
in una, Jake e Adam in un'altra e Tom e Claire in un'altra ancora.
La prima giornata del tour trascorse tranquillamente e nel modo più ordinario
possibile, durante il pomeriggio i ragazzi provarono qualche canzone, discussero
per un pò coi loro due collaboratori sul da farsi e poi la sera suonarono in un
locale della città, riscuotendo un moderato successo, soprattutto durante
Thinking of you che la gente sapeva tutta a memoria.
La sera prima di addormentarsi Claire e Tom erano stesi uno di fianco
all'altra nel letto e lui la teneva stretta a sè
"Allora, cosa te ne pare della vita in tour?"
"Non è tremenda come pensavo"
"Forse perchè oggi è filato tutto liscio e non ci sono stati
inconvenienti"
"Quando parli di inconvenienti a cosa ti riferisci?"
"Vediamo...strumenti che spariscono e si ritrovano solo due secondi prima
dell'inizio del concerto, amplificatori e microfoni che fanno i capricci,
sparizione improvvisa del locale dove si deve suonare che sembra trovarsi in un
posto dimenticato da tutti..."
"Oh...capisco. La vita in tour è imprevedibile allora"
"Già. E soprattutto, io parlo senza molta esperienza però, visto che abbiamo
fatto solo un tour nemmeno lunghissimo, è brutto stare lontano da casa.
Fortunatamente le emozioni che si provano sul palco al momento dello spettacolo
ricambiano totalmente questa mancanza" L'entusiasmo nella voce del ragazzo era
quasi palpabile
Claire lo strinse più forte e con le labbra gli sfiorò il collo "Sono davvero
contenta per voi, finalmente state realizzando il vostro sogno"
"Non ci avrei mai sperato quattro anni fa, quando cominciammo a suonare le
nostre chitarre nel mio garage"
"Invece come vedi, vi state meritando il vostro momento di gloria, piano
piano"
Lui rimase un attimo in silenzio, poi inclinò la testa verso la ragazza e le
diede un lieve bacio sulla fronte "Claire...sono felice che tu sia qui con me a
vivere questi istanti"
Lei annuì, cercando di ricacciare le lacrime negli occhi e sprofondò la testa
nel petto di lui, stette in silenzio finchè non si addormentò.
I giorni seguenti furono abbastanza sopportabili, non solo perchè non furono
molto tesi dal punto di vista del tour, ma anche perchè la tensione che si era
creata tra Adam e Claire non aveva provocato nessun episodio spiacevole.
Tom però era sempre più all'erta, e anche Jake ormai non era più indifferente
alla situazione.
Infatti la sera prima di lasciare la casa della ex moglie di Seth si avvicinò
alla ragazza dopo che furono tornati da un concerto e le si rivolse, lontano da
occhi e orecchie indiscrete.
Lei era voltata e stava guardando un punto lontano fuori dalla finestra, con
aria persa.
"Claire?" la chiamò il batterista con voce bassa
Lei sobbalzò, convinta di essere sola si spaventò al sentire una voce che non
fosse la sua.
"Hey, tutto bene?" le domandò Jake guardandola fisso negli occhi
"Sì, solo...ero convinta che stessero dormendo tutti..."
"Evidentemente non sei l'unica che ha pensieri che le impediscono di prendere
sonno"
La mora ricambiò lo sguardo incuriosita "Che c'è che non va, Jake?"
Il ragazzo con la cresta scosse la testa "Qui non si tratta di me, Claire.
Sei tu che hai dei problemi più seri. Io stavo solo pensando alla tensione che
pare esserci ultimamente tra te e Adam"
L'altra rimase in silenzio, in ascolto, non voleva svelare niente di cui non
ci fosse bisogno sapere. Ormai si stava abituando a quella situazione
tormentata, dopotutto parlarne a che sarebbe servito? Non sarebbe cambiato
assolutamente niente.
"Ok, non mi vuoi dire niente. Ti capisco. Ma non credi che Tom dovrebbe
sapere che c'è un altro ragazzo innamorato di te?"
Lei si sentì mancare "Co-come?
"Adam si è confidato con me, prima di confessarti i suoi sentimenti.
Analizzando meglio i fatti, devo dedurre che te l'ha detto la sera della festa
di Jen, giusto?"
"Sì" ammise Claire, con Jake era inutile negare.
Lui riprese in tono più serio "Non capisco come tu possa dubitare su quello
che devi fare. Tu non provi niente per Adam, solo amicizia. Tom e lui sono
migliori amici da anni ormai, perchè creare inutili tensioni?"
"Non è solo per quello..."cominciò lei
"E allora cosa c'è?" la interruppe l'altro che sospettava che lei stesse solo
cercando di trovare una scusa.
"C'è che...io..."
"Sì?" la invogliò lui ad andare avanti con un tono più dolce
"Io devo tornare in Italia, per sempre."
L'altro rimase completamente spiazzato.
Lei ripetè "Devo partire tra meno di sei settimane" una lacrima cominciò a
spuntarle dagli occhi
Jake restò ancora un secondo in silenzio, poi volle sapere "Perchè non l'hai
detto prima?"
"Non sapevo come fare" mormorò la ragazza passandosi una mano sugli occhi
cercando, invano, di fermare le lacrime.
Il batterista le mise una mano su un braccio per calmarla "Dai, non ti
preoccupare, vedrai che Tom ti capirà appena gliene parlerai"
L'altra indiettreggiò, come se si fosse scottata "Tom? Io non voglio
dirglielo. Non ora che siete in tour e avete cose più importanti nella
testa"
"Cosa dici? Credi che tu per Tom non sia importante tanto quanto il tour, se
non di più?"
Claire guardava a terra, incapace di rispondere
"Anche la storia di Adam. Lui è venuto quasi un mese fa a confidarsi con me e
io gli ho detto che avrebbe dovuto parlarne con te e Tom, che siete i diretti
interessati. Ma lui ha la testa dura e non ne ha voluto sapere"
"Beh, io capisco un pò Adam...non sappiamo come la possa prendere Tom" gli
occhi di lei erano ancora rivolti al pavimento
"Come credi che la prenderebbe se scoprisse che gli state tenendo un segreto
così grande?"
"Io non lo so...non so che fare!" esclamò Claire, poi si porto le mani alla
bocca e stette in silenzio
"Di certo le bugie e i sotterfugi non sono la cosa migliore per risolvere il
problema. Pensaci bene" Jake si alzò e salì le scale, diretto in camera.
Dopo un pò anche Claire fece lo stesso. Una volta sdraiatasi sul letto fu
sollevata nel constatare che Tom dormiva già, non avrebbe sopportato dovergli
parlare e fingere ancora una volta, quella sera.
***
Ecco...ora Jake è al corrente della partenza di Claire...e gli
altri? Quando, e soprattutto come, lo scopriranno? Tutto nel prossimo
capitolo!
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Capitolo 25 *** IN TOUR: ALTRI SEGRETI VENGONO ALLA LUCE ***
Passarono altri giorni in tour, erano ormai a metà della seconda settimana e
Claire era sempre più a disagio tra i ragazzi. Il pomeriggio precedente a quel
mercoledì Tom e Adam avevano avuto una discussione più pesante del solito, per
un motivo talmente banale che pareva non esistere.
Lei era rimasta nella sua camera all'ostello dove si erano trasferiti nel
frattempo, mentre i ragazzi, Seth e Michael erano andati a fare un giro per la
città.
Era stesa sul letto, con gli occhi chiusi, desiderava ardentemente che tutto
ciò fosse in realtà un brutto incubo destinato a finire, invece era il
contrario: era il bel sogno cominciato quando aveva incontrato i Jam che sarebbe
inesorabilmente morto e sarebbe stato spazzato via dalla sua cattiva sorte.
Sentì bussare alla porta, presa alla sprovvista chiese "Chi è?"
"Sono Adam, posso entrare? Devo dirti una cosa."
La ragazza avvertì una sensazione di disagio e di brutto presentimento, ma
rispose cortesemente "Certo, entra pure"
Il bassita varcò la soglia come gli era stato detto, aveva un'espressione
quasi da lutto sul viso, ma i suoi occhi blu parevano colmi di
determinazione.
Senza che Claire potesse dire niente si sedette sul bordo del letto, accanto
a lei e cominciò a parlare, la tensione nella voce di bassa tonalità.
"Sono tornato prima degli altri con una scusa perchè avevo bisogno di stare
solo con te. Voglio che tu sappia che non devi più preoccuparti."
"Eh? A cosa ti riferisci, Adam?" anche la voce di Claire tremava non
poco.
"Puoi anche non dire niente a Tom di quello che è successo tra noi"
Entrambi furono poi distratti da un rumore sulle scale, come qualcosa che
cadeva, ma ripresero la loro conversazione.
"Perchè dovrei fare come mi dici tu?"
"Beh...ho deciso che lascio perdere. Voglio dimenticarti. Il tuo cuore
appartiene a Tom ormai, non credo che riuscirò mai a conquistarti. Almeno, non
per ora"
L'altra era interdetta, si passò una mano tra i capelli, nervosa, poi mormorò
"Non serve a niente."
"Cosa?" Adam non capiva dove volesse arrivare la mora
"Quello che vuoi fare. Rinunciare. Non ti sforzare neanche" Ormai lacrime
scorrevano sul viso della ragazza
Lui non sopportava di vederla così, allora le si avvicinò e le cinse le
spalle con un braccio, ma il suo gesto non fece altro che peggiorare la
situazione "Adam....mi dispiace, mi dispiace!" urlò lei disperata affondando il
viso nella t-shirt di lui e bagnandola
Lui la strinse a sè, anche se sapeva che quell'abbraccio non era da
interpretarsi nel modo in cui desiderava.
"Io...è inutile che tu cerchi di dimenticarmi, perchè tanto tra un pò ti
verrà più che spontaneo"
"Ma che vai blaterando, Claire?" Lui non allentava la presa e la lasciava
sfogare, ma voleva capirne di più.
"Devo tornare in Italia...con i miei genitori..."la sua voce si spense e
cominciò a singhiozzare.
Il bassista la allontanò da sè un pò per poterla guardare negli occhi "Stai
dicendo sul serio?"
Lei annuì impercettibilmente, poi i due vennero interrotti da qualcuno che
entrava furioso nella camera.
"Così è questo il modo in cui avete deciso di trattarmi, tutti quanti?" Tom
urlava, seguito da Jake, che aveva una faccia dispiaciutissima.
I due erano tornati poco dopo Adam; Jake non sapeva della conversazione che
c'era in corso tra lui e la ragazza del chitarrista, altrimenti avrebbe fatto di
tutto per tenere quest' ultimo lontano da quella stanza.
Calò il silenzio, ma per pochissimi secondi, perchè poi Tom riprese con voce
ancora più arrabbiata e forte, puntando un dito in direzione di Adam "Credevo tu
fossi il mio migliore amico! E' così che si comporta un amico? Volevi solo
portarti a letto la mia ragazza, ecco cosa volevi fare!"
"Tom, stai esagerando. Lasciaci almeno spiegare" provò a dire Claire
avvicinandosi e cercando di mettergli una mano su un braccio.
Quello le si rivoltò contro e la scansò violentemente, rischiando di farla
cadere a terra "Stai zitta tu! Ed io che ero pure preoccupato per te! Che cazzo
ti passa per la testa di non dirmi che quest'idiota ti ha confessato il suo
amore? E come se non bastasse ti azzardi pure a tornartene in Italia senza che
io ne sappia un emerito cazzo! Almeno ora te ne puoi andare tranquilla, visto
che qui non hai più niente da perdere. Contenta per come sono andate a finire le
cose?"
Claire provò ancora una volta a spiegare il suo punto di vista, anche se era
difficilissimo con gli occhi di lui che la inchiodavano, freddi "Tom, mi
dispiace non avertene parlato prima...solo che...."
"Non me ne fotte un cazzo delle tue scuse, la vuoi capire?"
"Ma io..." cercò di tenere ferma la voce che le tremava inevitabilmente
Lui la interruppe di nuovo "Taci, sgualdrinella che non sei altro."
Quello era veramente troppo, Adam si ribellò "Che c'entra insultarla in
questo modo?" urlò rivolto al chitarrista nero di rabbia
"E' la mia ragazza, le dico quello che mi pare"
Anche Jake intervenne "Tom, ora stai esagerando"
"Non ti impicciare anche tu" tornò a fissare Claire che non si era mossa di
un millimetro.
Ora nell'espressione della ragazza non c'era solo dispiacere, ma un certo
risentimento
"Così io sarei una sgualdrina, eh?" ormai non si sforzava di trattenere le
lacrime, ma nonostante fosse scossa dai singhiozzi non la smetteva di rispondere
al moro "Bene, allora la sgualdrina ti dice che è lei che non vuole più avere
niente a che fare con un ragazzo così ottuso che non prova nemmeno ad ascoltare
la persona che lui dice di amare. La sgualdrina comunque sa che ha sbagliato a
non parlare subito con te, ma l'ha fatto perchè temeva una tua brutta reazione e
a quanto pare non si sbagliava di grosso."
"Se solo me l'avessi detto in un altro modo!" ribattè Tom sulla difensiva
"Io non ti ho detto proprio un bel niente! Sei tu che hai sentito tutto, non
mi hai fatto dire niente!"
"E c'era bisogno di sapere altro? Cazzo, Claire, renditi conto del modo di
merda in cui ti sei comportata. Hai rovinato tutto."
Quelle parole erano troppo per la ragazza che però rispose con voce calma e
piatta "Adesso vattene. Per favore, anche voi, Jake e Adam, andatevene. Devo
preparare le valigie. Me ne torno a casa."
Li guardò serissima, si passò una mano sugli occhi umidi e chiuse la porta
dietro di loro dopo che furono usciti, tutti senza dire una parola.
Claire si sedette stancamente sul letto e si prese la testa tra le mani,
pianse lacrime di rabbia miste a dispiacere. Forse aveva esagerato con Tom, ma
lui non si era fatto scrupoli ad offenderla ingiustamente davanti agli
altri.
Passò il resto del pomeriggio chiusa in camera e non rispose a Jake che ogni
tanto tentava di andare da lei a parlare.
Così fece anche la sera, non mangiò niente e finito di preparare le valigie
si addormentò. La rabbia era un pò sbollita, ma il senso di dispiacere che
l'aveva travolta dopo le parole di Tom non diminuiva affatto.
La mattina dopo tutti si erano svegliati presto perchè i ragazzi dovevano
recarsi in una città ad un paio di ore di macchina, per l'ennesimo
trasferimento.
Claire li aveva seguiti in silenzio, fino al parcheggio. Giunta qui aveva
ringraziato Seth per l'ospitalità alla casa dell'ex moglie la settimana prima e
aveva salutato educatamente Michael.
Poi si era trovata faccia a faccia con Adam e aveva abbozzato un sorriso, per
fargli capire che non doveva prendersi la colpa di quello che era successo
"Spero che ci rivedremo prima che io parta" gli aveva detto la mora e lui aveva
ricambiato il saluto.
Con Jake era una situazione ancora diversa. Entrambi si sentivano un pò la
causa di quello che era successo, visto che nessuno dei due si era deciso a dire
le cose che sapeva. "Ciao, Jake" lo salutò sempre col solito sorriso
abbozzato
"Stammi bene, Claire. Ci vediamo" anche lui sorrideva, ma dai suoi occhi
traspariva una strana espressione, come se la volesse informare che stesse
sbagliando.
Tom al momento invece stava caricando delle cose in macchina, così la ragazza
lo ignorò del tutto e si diresse verso il taxi che aveva chiamato, con cui
arrivò fino alla stazione e prese un treno diretto verso casa.
***
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Capitolo 26 *** RINCONTRARSI ***
Durante i giorni che la separavano dal ritorno dei ragazzi la situazione a
casa di Claire non era delle migliori. I suoi genitori erano tesissimi per
l'imminente ritorno in Italia e avevano già cominciato a spedire a casa di
parenti che vivevano là, pacchi con la loro roba.
Il padre di Claire era italiano e i suoi genitori erano ancora vivi, quindi
per il primo mese avrebbero vissuto a casa loro. C'era stato un problema con la
casa che l'azienda per cui lavorava suo padre aveva offerto loro.
La ragazza passava le sue giornate a cercare di eliminare dalla mente i
brutti ricordi del breve periodo del tour coi Jam.
Eppure più cercava di fare questo, più le tornavano alla mente i bei momenti
passati con Tom. Quello che le aveva rivolto quegli insulti, come poteva essere
la stessa persona?
Evidentemente aveva affrettato troppo il suo giudizio sul ragazzo, alla fine
le cose tra loro erano successe troppo velocemente. Erano passati dall'essere
semplici amici allo stare insieme e a dirsi "ti amo".
Ma lei sentiva di amarlo veramente, anche ora che avevano lititgato. Non
aveva idea di dove fosse in quel momento.
Mancavano ancora quattro giorni alla fine del tour, cosa doveva fare quando
sarebbero tornati i Jam?
Si sentiva in colpa per averli abbandonati in quel modo, aveva aggiunto delle
tensioni che non gli erano state per niente d'aiuto. Loro avrebbero dovuto
pensare solo a suonare, non ad una lagnosa come lei che piangeva perchè non era
riuscita a dirgli prima la verità, che lei se ne sarebbe tornata in Italia di lì
a poco.
Però non aveva potuto non offendersi alle parole di Tom, l'avevano ferita più
di quanto avrebbe potuto immaginare. Tom era il suo ragazzo, gli era stata
sempre fedele, che bisogno c'era di chiamarla sgualdrina?
Dette fine a quelle sue riflessioni e si alzò dal letto, erano le cinque del
mattino e fuori era ancora un pò buio, ma doveva fare qualcosa, non poteva stare
in casa. Doveva uscire a prendere una boccata d'aria.
Mise un paio di pantaloni lunghi e una felpa leggera ed uscì nell'aria non
troppo fredda di fine ottobre.
Camminò per un pò nelle vie intorno a casa sua e giunse infine in centro,
ripercorrendo inconsapevolmente tutti i luoghi che avevano segnato la sua
estate.
Dal bar dove stava seduta quando aveva rivisto per la prima volta i Jam,
conoscendo solo il nome di Tom, al negozio di dischi dove lavorava Alex, che
aveva una cotta per lei e non glielo aveva mai svelato.
Passò davanti alla vetrina del locale di Alice, dove aveva lavorato per
qualche tempo.
Camminava per qualche secondo con lo sguardo abbassato e quando lo sollevò
decisa a tornare a casa il suo cuore saltò un battito. Davanti a lei, ad un
incrocio, stava Tom.
Cosa ci faceva già in città? Il tour non doveva essere ancora finito.
Non sapeva se avvicinarsi o no a lui, ma quando lui si girò e la vide ormai
era inutile scappare, tanto prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo, meglio prima
che dopo.
Tom aveva appena salutato Jake e Adam ed ora stava tornando a piedi a casa,
assorto nei suoi pensieri.
Come sempre negli ultimi giorni pensava a lei, a quella ragazza che aveva
paura di aver perduto.
Quella sera, la settimana prima, quando l'aveva trovata in camera tutto gli
era sembrato così diverso, aveva frainteso tutto. L'aveva trattata male, l'aveva
insultata. Il fatto era che nel periodo che stavano passando era sempre più
strana, silenziosa, sembrava quasi che ogni volta che la stringeva o la baciava
lei tremasse. Anche quando facevano l'amore lei era diversa, non che non fosse
sempre bello, ma era come se lei avesse paura di qualcosa, di cosa? Se l'era
chiesto spesso ultimamente ma non era riuscito ad immaginare una risposta. Così
quando l'aveva vista con Adam aveva pensato subito alla cosa peggiore, un
tradimento.
Solo col tempo si era reso conto che lei diceva la verità, non avrebbe mai
fatto una cosa del genere. Eppure l'aveva tradito, in un modo diverso ma l'aveva
fatto. Non gli aveva detto che doveva tornarsene in Italia, era l'unico che non
ne era al corrente. Questo l'aveva mandato in bestia e così aveva agito in quel
modo irrazionale.
Adesso percorrendo a piedi quelle strade per le quali molte volte era passato
con lei si rendeva conto ancora di più di quanto la prospettiva di non averla
più come prima rendesse insopportabili le sue giornate.
Con Adam era stato facile metterci una pietra sopra, erano grandi amici e ne
avevano trascorsi di momenti come quello.
Poi lui sapeva riconoscere l'amico quando era innamorato perso, per Claire
provava un grande affetto e una grandissima attrazione, ma era sicuro che se la
sarebbe cavata senza di lei.
L'unico che non avrebbe resistito senza quella ragazza, così semplice ed
insieme difficile da capire, era lui. Non ce l'avrebbe fatta a rinunciare ad
accarezzarle i capelli e a sussurrarle "ti amo" guardandola fisso in quegli
occhi luminosi.
Fu per quello che non appena la vide camminare sola quella mattina tutto
quello che doveva fare gli fu finalmente chiaro.
Claire si diresse un pochino riluttante verso Tom, ancora non sapeva se lo
aveva perdonato del tutto.
"Ciao" disse semplicemente, incerta.
"Hey" le rispose il ragazzo con un cenno del capo
"Siete tornati prima, vedo"
"Sì. Michael ha avuto un problema in famiglia e abbiamo deciso di tornare
indietro"
"Oh, mi dispiace. E' successo qualcosa di grave?"
"Sembrava così, ma a quanto pare tutto si risolverà per il meglio"
"Meno male"
Rimasero entrambi in silenzio, come se ognuno stesse scegliendo le parole da
dire all'altro.
Poi nello stesso momento cominciarono "Tom, io..." "Senti, Claire..."
Si fermarono, ma si sorrisero e l'atmosfera divenne meno tesa di prima.
Infine Tom prese la parola "Claire, mi dispiace per come mi sono comportato
l'altra settimana. E' che non ci vedevo più dalla rabbia, tu eri così strana
ultimamente e ho creduto subito che il motivo fosse che te la facevi con
Adam."
La ragazza riflettè un pò sulle parole del ragazzo "Beh, in fondo non hai
avuto tutti i torti ad equivocare la situazione, voglio dire, vista dall'esterno
poteva benissimo essere intesa così. Però mi hai fatto davvero molto male. Mi
hai insultata davanti a tutti, mi hai dato della sgualdrina."
Il tono di lei era seriamente dispiaciuto e non aveva smesso di guardarlo un
momento negli occhi mentre parlava.
"Lo so, ho esagerato offendendoti e ti chiedo scusa. Però anche tu avresti
potuto dirmi subito che devi partire per l'Italia, sai...almeno sarei riuscito
ad abituarmi meglio all'idea. L'ho saputo nel peggiore dei modi."
Le si avvicinò e le mise una mano su una spalla "Vorrei stare qui per sempre.
Con te, vorrei che niente cambiasse. "
Claire lasciò che una lacrima le scorresse sul viso, lui gliela asciugò con
l'indice e poi le fece scorrere il dito sulle labbra.
La mora prese la mano che la sfiorava e la strinse forte "Purtroppo per ora
non posso fare altro che seguire i miei genitori."
"Ma tornerai, non è così?"
"Certo che tornerò. Non voglio perdere tutto ciò che ho costruito in questi
mesi. La nostra storia, l'amicizia con Jake e con Adam" disse in tono un pò meno
sicuro.
"Non ti preoccupare per lui, se la caverà" la rassicurò l'altro come se le
avesse letto nel pensiero.
"Mi sa che sarò io allora quella messa peggio di tutti, eh?" ora altre calde
lacrime le scorrevano sul volto e lui intenerito completamente dai suoi occhi
pieni di malinconia la strinse forte a sè e la baciò sulla fronte, poi sulle
guance e infine sulla bocca.
Quei pochissimi giorni di lontananza avevano avuto un effetto devastante su
entrambi, rimasero così per dieci lunghi minuti, stretti l'un l'altra a
sussurrarsi quello che non si erano potuti dire nel frattempo.
Prima di salutarsi una cosa era stata decisa: quello non sarebbe stato un
addio definitivo, assolutamente, avevano già cominciato a progettare il ritorno
di Claire per le vacanze di Natale.
***
Ciao a tutti!!! Eccomi puntuale con un altro capitolo...spero
che ora perdoniate tutte Tom per come si è comportato. Che ha avuto una reazione
esagerata lo penso anche io....XD Grazie mille come al solito per le vostre
recensioni: Marty314, Kahoko, BabyzQueeny e avril96 (spero di aver aggiornato in
tempo! ^^) Grazie anche a tutti quelli che leggono e continuano ad avere la mia
storia tra i preferiti! :-) Baci! Maria
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Capitolo 27 *** NON E' UN ADDIO ***
Nei giorni e nelle settimane seguenti, fra un concerto dei Jam e l'imminente
partenza di Claire e della sua famiglia, tutti i piccoli problemi che si erano
creati nell'ultimo periodo si sistemarono piano piano. Anche l'idea della
separazione era affrontata da tutti con più serenità, visto che era chiaro che
non sarebbe stata permanente.
Infatti il giorno in cui la ragazza lasciò l'America erano tutti riuniti
all'aeroporto: Tom, Adam, Jake, il resto della famiglia Baker, Susan e perfino
Peter.
Quando chiamarono per l'ultima volta il volo si salutarono, ovviamente Claire
rimase più indietro dei suoi genitori.
Strinse forte Matty e Sunny, abbracciò Becky e Melody e ringraziò
quest'ultima per averle dato il lavoro.
"E' stato un piacere averti con noi, cara. Non ti fare problemi a chiedere
ospitalità quando tornerai." la donna le sorrise e la baciò di nuovo sulla
guancia.
Poi Claire, che aveva già gli occhi lucidi, si rivolse alla cugina e al suo
ragazzo "Buona fortuna a voi. Mi raccomando Susan, non fare disastri mentre non
ci sono, eh!"
"Certo che no, stupida!" Susan non nascondeva le lacrime "Uffa, perderò la
migliore compagna di shopping che abbia mai avuto....mi mancherai"
"Anche tu mancherai a me" l'abbracciò e poi fece lo stesso con Peter "Mi fa
molto piacere che questa scapestrata qui finalmente si sia trovata qualcuno che
la tenga a bada. Non poteva capitargli una persona migliore"
"Tranquilla, ormai so come prendermi cura di lei" il ragazzo le sorrise "Fai
buon viaggio"
"Grazie"
Quando si voltò verso Jake, Adam e Tom sorrise mestamente "Voi tre, quando ci
vediamo la prossima volta dovete avere sfornato altri nuovi capolavori della
musica rock, altrimenti farò finta di non conoscervi."
Risero tutti, poi Jake si fece avanti e strinse forte la mora "Mi mancherai
molto, Claire"
"Anche tu mi mancherai. Sei il componente più serio dei Jam, controlla che
gli altri non facciano troppe cavolate."
"Sarà fatto!" rispose il batterista sciogliendo la stretta e portandosi una
mano al capo in stile saluto militare.
"Adam...sei un ragazzo bravissimo e un amico prezioso...ti auguro tutto il
meglio." L'imbarazzo tra Claire e il migliore amico di Tom piano piano era
svanito.
Lui l'abbracciò e lei gli sfiorò una guancia con le labbra "Sono
contentissimo di averti conosciuta. Ci vediamo presto"
"S-sì" rispose lei, la voce ormai rotta dall'emozione.
"Claire, sbrigati! Dobbiamo imbarcarci"
"Un attimo..."si voltò verso Tom e gli saltò praticamente tra le braccia
"Piccola, non so come farò senza di te in questi mesi."
"Se entrambi desideriamo che passino in fretta forse succederà davvero."
"Allora ogni sera guarderò le stelle pensando a te e a quanto ti voglio
rivedere"
"Tom, ti amo."
"Anche io ti amo. Telefonami non appena arrivi, ok?"
"Sì, lo farò sicuramente. Adesso devo proprio andare." contro voglia e con le
lacrime che le bagnavano gli occhi scese dalle braccia di lui e lo baciò
un'ultima volta, prima di rivolgere un saluto generale e di seguire i suoi
genitori su quell'aereo diretto in Italia.
***
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Capitolo 28 *** LONTANANZA ***
La casa di sua nonna era come la ricordava. In quel piccolo paesino, in un
cortile che si trovava a meno di un centinaio di metri dalla piazza principale,
che ospitava l'edificio comunale ed una chiesetta.
Certo, la vita lì non era come in America. Passava le giornate in
quell'edificio a due piani, dall'aria antica, ma non per questo trascurato.
Infatti era tutto perfettamente pulito visto che il tempo libero che la
ragazza aveva dal lavoro, aveva trovato un impiego in un ufficio a venti minuti
di macchina da lì, lo passava a pulire, spolverare e riordinare.
Aveva anche migliorato ampiamente le sue doti culinarie, aiutata dalla nonna,
nella ferma convinzione che quando fosse tornata da Tom per Natale gli avrebbe
mostrato i suoi progressi.
Non usciva quasi per niente, se non di tanto in tanto con delle ragazze che
aveva conosciuto al lavoro. Ovviamente loro finivano le loro serate in discoteca
nel letto di qualche sconosciuto, mentre lei se ne tornava a casa e passava un
paio d'ore al telefono con Tom.
Sentire la sua voce era la cosa che aspettava di più ogni giorno. A volte era
difficile combinare gli orari a causa dei fusi orari completamente diversi, ma
lui la chiamava anche nel cuore della notte, mentre da lei era mattina
inoltrata, solo perchè aveva voglia di dirle quanto l'amava o quanto gli
mancava.
I Jam a detta di Tom, di Adam e Jake, con cui chiacchierava ogni tanto,
sempre telefonicamente, stavano andando bene, avevano già pronte alcune canzoni
che potevano andare bene per un eventuale nuovo album.
Uno degli ultimi giorni di novembre, in occasione del compleanno di Claire, i
tre improvvisarono al telefono un'anteprima di un pezzo che stavano componendo
in quel momento.
Le parole erano insieme romantiche e divertenti, Jake e Adam continuavano a
prendere in giro Tom per aver scritto un pezzo così sdolcinato, ma Claire lo
apprezzò talmente tanto che si commosse.
"E' una bellissima canzone. Peccato che qui in Italia la vostra musica non
sia ancora conosciuta"
"Tesoro, anche qui non siamo certo delle star, però ora c'è più gente che ci
riconosce per strada, sai?" il tono del ragazzo era scherzoso, ma non mentiva
"Comunque ti prometto che mi impegnerò affinchè un giorno potrai sentire
trasmessa in radio "It's a love story, not just a joke" anche in
Italia!"
"Mi piace tantissimo il titolo!"
"Credimi, non ci avevo ancora pensato, mi è venuto in mente parlando con
te."
Di sottofondo sentiva le risate degli altri due.
"Amore, adesso ti devo salutare perchè devo tornare al lavoro. Vi ringrazio
ancora per il vostro show privato. Ti amo"
"Di niente, piccola. Ti amo anche io, ancora tanti auguri, buon lavoro" Si
sentirono le voci di Adam e Jake che salutavano
"Ciao anche a voi ragazzi! Buona fortuna per il concerto. A presto"
"Ciao, Claire" dissero i tre all'unisono, prima di riattaccare.
Non appena la conversazione fu chiusa entrò la mamma della ragazza nella
stanza.
"Cara, il caffè è pronto, ti va di berlo prima di andare al lavoro?"
"Certo!" rispose tutta sorridente la morettina
"Deduco che Tom ti abbia fatto una bella sorpresa per il tuo compleanno"
"Bella è riduttivo mamma! Mi hanno fatto ascoltare una loro canzone che hanno
composto da poco. Tom l'ha scritta per me, ha davvero un bel testo, spero di
riuscire a fartelo sentire un giorno"
"Oh, bene" la donna le sorrise.
Ormai anche lei aveva accettato l'idea che sua figlia avesse una storia a
distanza. Solo suo padre era rimasto molto scettico dalla faccenda, ma a parte
qualche commento sgradevole ogni tanto, non interferiva in nessun modo.
Fu un paio di settimane dopo che la situazione cominciò a peggiorare, Claire
ormai si era trasferita in un'altra casa con i suoi genitori.
Dapprima ricevette una brutta notizia. Quel Natale non sarebbe potuta andare
a trovare Tom e i ragazzi perchè loro erano impegnati in un tour in Sud
America.
Avevano deciso di allargare un pò il loro pubblico e volevano tentare la
fortuna lì, solo che l'unico periodo per cui erano riusciti ad organizzare dei
concerti era proprio quello delle vacanze di Natale.
Al telefono la voce di Tom era suonata dispiaciutissima, però non c'era
proprio niente da fare. Avrebbero dovuto rimandare il loro incontro, si parlava
di fine gennaio.
Con l'idea di dover aspettare ancora due mesi prima di poter rivedere il suo
amato, lo stato d'animo di Claire si faceva man mano più depresso e in più, a
peggiorare la situazione ulteriormente, i Jam erano sempre più impegnati. Le
telefonate erano molto sporadiche e a volte se non era lei a chiamare rischiava
di passare anche una settimana senza che nessuno si facesse sentire.
***
Ecco un nuovo capitolo...spero sia di vostro gradimento!!!
Ringrazio come sempre avril96, Marty314 e BabyzQueeny per i commenti! A
Rose...la tua e-mail mi ha fatto moltissimo piacere! Sono felicissima che
ti piaccia la storia ^_^ Un grazie infinite anche a chi continua a leggere
e seguire...baci! Maria
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Capitolo 29 *** UNA DECISIONE IRRIMOVIBILE ***
Un lunedì pomeriggio aveva in mano il telefono e stava per digitare il numero
che i ragazzi le avevano dato per rintracciarli adesso che erano in tour.
Aveva una voglia matta di sentire la voce di Tom, dalla loro ultima chiamata
erano passati cinque lunghi giorni, pareva un'eternità.
Prima di riuscire a premere un qualsiasi tasto, l'apparecchio squillò e lei
rispondette con la voce tremante.
"Pronto?"
"Claire, sono Tom"
L'udire quel suono la fece quasi sobbalzare "Tom! Quanto mi sei mancato! Come
va? Tutto bene? Cominciavo a preoccuparmi, sai? Non ti sei fatto sentire per
cinque giorni. Io avevo paura a chiamare, non volevo disturbarvi perchè
evidentemente siete molto impegnati..." parlava quasi senza prendere fiato,
talmente era eccitata dall'idea di parlare finalmente con lui
"Hey, frena un attimo. Ti ho chiamata per dirti una cosa importante"
"Davvero? E dimmi, un vostro singolo uscirà anche qui in Italia? Sai, l'altro
giorno passeggiavo per strada e per caso ho sentito qualche ragazza dire
qualcosa, mi pare di aver colto il nome Jam, ovviamente non ne sono certa, posso
anche essermi sbagliata, insomma, ultimamente sono poco lucida." rise "Sarà
colpa della lontananza, non so.."
"Vuoi stare ad ascoltarmi una buona volta?" il tono di Tom si era indurito,
cosa che la mise in allarme e la fece smettere all'istante di straparlare.
"Sì, ti ascolto" rispose semplicemente.
"Ti ho chiamata perchè ho deciso che è meglio troncare la nostra relazione.
Non può andare avanti così, è insopportabile per entrambi, questo lo sai
benissimo anche tu"
"Ma Tom..."
"E poi ho conosciuto una ragazza ad una festa, credo che potrebbe anche
piacermi"
Il telefono cadde dalle mani di Claire, che però si affrettò a raccoglierlo
"Hai conosciuto un'altra e credi che possa piacerti" ripetè con voce
tremante
"Sì. E' inutile continuare. Chiudiamo qui, ok? Ti risparmierai anche un
viaggio inutile"
"Un viaggio inutile" ora il tono di Claire era piatto e inespressivo
"Già. E adesso scusami ma ti devo lasciare"
Quel gioco di parole involontario ferì ancora di più la povera ragazza, che
attaccò senza dire una parola.
Dopo la telefonata Claire passò tre giorni veramente neri. Al lavoro a
malapena parlava con le sue colleghe e anche a casa la situazione non era
migliore.
Suo padre era sempre più infuriato, perchè lui le aveva detto fin dall'inizio
che stare con Tom non era la cosa giusta. La madre della ragazza invece cercava
di starle vicina, ascoltando tutti i suoi sfoghi e cercando di darle i consigli
migliori.
Dopo il week end però la mora aveva le idee chiare.
Se a fine gennaio aveva deciso di andare a trovare Tom, Jake e Adam, cascasse
il mondo lei meno di dieci giorni dopo avrebbe preso un aereo per l'America.
Il lunedì sera, dopo il lavoro ne parlò coi suoi genitori. Cominciò il
discorso in modo molto diretto.
"Papà, mamma, ho deciso di tornare in America e di restarci"
Loro la guardarono con gli occhi spalancati e il capofamiglia prese la parola
"Che vai blaterando? Sei impazzita per caso, da quando Tom ti ha lasciata?"
"No, non sono mai stata più lucida. Ormai ho vent' anni, so quello che
voglio."
"Claire, tesoro, tu torni là convinta che Tom si rimetta con te, ma se così
non succede?" le chiese la madre
La figlia non ci pensò su due volte, con lo sguardo determinato rispose
"Trovo molto difficile il fatto che Tom non si rimetta con me. Al telefono la
sua voce era strana, ci ho riflettuto molto. E se anche mi rifiutasse una prima
volta io continuerò ad insistere, fino a fargli ricordare il grande amore che
c'è tra di noi"
"Tu devi essere completamente andata!" urlò il padre "Rovinarti la vita per
un musicista da quattro soldi. Resta qui in Italia, perchè devi complicarti
tutto andandotene all'estero?"
"Primo, io amo Tom, non il chitarrista di una band. Secondo, non mi rovinerò
la vita, questo ve l'assicuro. Potete stare tranquilli e non preoccuparvi"
La conversazione proseguì per un'altra buona mezz'ora su quel piano, alla
fine però Claire convinse i suoi genitori a lasciarla partire.
I saluti sembrarono uno di quei momenti drammatici delle soap opera. La madre
che piangeva come una fontana e il padre che la guardava quasi con distacco, ma
alla fine si lasciava scappare pure lui un gesto d'affetto paterno.
L'arrivo all'aeroporto fu molto più difficile di quello con i genitori di
qualche tempo addietro. Stavolta era sola, più matura, e aveva uno scopo
preciso: riconquistare Tom.
I primi due giorni dopo li passò a casa dei genitori di Susan, con la quale
ebbe molte discussioni riguardo la questione del suo trasferimento
definitivo.
"Sono contenta che tu sia tornata, ma sei sicura di riuscire a stare lontana
dalla tua famiglia?"
"Sì, è questo che voglio. Non voglio sembrare egoista, devo molto a mamma e
papà, però è ora che cominci ad essere indipendente. Anzi, mi sento in colpa ad
abusare della vostra ospitalità, ma ti assicuro che entro fine settimana sarò
fuori di qui, torno nella mia vecchia città. So già che c'è una casa in affitto
libera."
"E come fai ad essere sicura che sia ancora lì per te?"
"Ho chiamato prima di partire e al novantanove per cento sarà mia"
"Ma come la pagherai?"
"Ho abbastanza soldi per il momento, i miei mi avevano aperto un conto in
banca, quando ero piccola. Col passare degli anni la somma che vi era depositata
è andata man mano aumentando. Poi ci sono anche i miei risparmi, quelli che ho
guadagnato lavorando per Melody li ho lasciati tutti ai miei, ma la metà di
quello che mi ha dato Alice per il mio impiego al locale li ho tenuti io."
"Prima o poi questi soldi finiranno. Che farai allora?"
"Conto di trovare un lavoro al più presto, Alice mi ha detto che sarebbe
stata pronta a riassumermi in qualsiasi momento. Domani dopo che sarò andata a
parlare con Tom andrò anche da lei. Poi farò anche una capatina all'agenzia
immobiliare per la casa."
"Wow...sei proprio cambiata Claire. Ricordo che qualche mese fa, prima di
conoscere Tom, non avevi nemmeno il coraggio di rivolgere la parola ad un
ragazzo che ti piaceva. Diventavi rossa ad ogni minimo complimento."
"Quello succede ancora se è per questo!" la interruppe la cugina
scherzando
"Beh...comunque hai acquistato tantissima fiducia in te stessa, sono
orgogliosa di te"
"Grazie. Il fatto è che non sopporto di perdere Tom, voglio fare di tutto per
tenerlo al mio fianco"
"Vedrai che i tuoi sforzi allora saranno ricambiati"
"Lo spero. Ora vado a letto, domani devo svegliarmi presto, sarà una giornata
intensa"
"Già, buona notte!"
"Notte Susan!"
Il sonno di Claire fu un pò agitato. Si addormentò con mille pensieri per la
testa, anche se ultimamente il suo modo di vedere le cose era cambiato molto, la
sua piccola parte pessimista non la voleva abbandonare. Sognò infatti Tom che
era sul dondolo nel giardino di casa sua. Era di spalle, seduto e lei vedeva
solo i suoi capelli scuri. Si avvicinava per fargli una sorpresa, ma poi vedeva
che il ragazzo teneva Jen sulle proprie gambe. Lei scappava, urlando.
La mattina dopo non raccontò del sogno a nessuno, come avrebbe fatto
solitamente. Cercò di scacciare tutti i pensieri negativi e dopo aver salutato
gli zii e la cugina andò alla stazione per prendere il treno che l'avrebbe
portata nella città dove viveva Tom.
Il viaggio in treno durò un paio d'ore e fortunatamente non ci furono
ritardi, non vedeva l'ora di parlare con il ragazzo del quale era
innamorata. Le mancava tantissimo e anche solo una lite con lui l'avrebbe
fatta sentire meglio, l'importante era ascoltare la sua voce e poterlo guardare
negli occhi.
Alzò lo sguardo al cielo, era piuttosto nuvoloso, in una giornata come quella
le iridi di Tom si coloravano di un marrone che aveva delle sfumature di grigio,
lo aveva scoperto qualche mese prima. Era verso la fine di agosto ed erano
usciti a fare una passeggiata, quando all'improvviso si era rannuvolato ed aveva
cominciato a piovere.
Scese dal treno col pensiero vivido di lei e il suo allora ragazzo che
camminavano mano nella mano e senza rifletterci si mise a correre in direzione
di casa Baker.
***
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Capitolo 30 *** LA GIUSTA CONCLUSIONE ***
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Tom e Jake stavano litigando, il primo aveva contestato una canzone che il
secondo aveva scritto.
"Jake, un tema del genere non è adatto a quella base!"
"Tom, non significa che perchè sono il batterista non abbia diritto a
scrivere una canzone"
"Non voglio dire quello. Intendo solo che il testo fa a pugni con la base
musicale"
"Come? Quindi non ho capito, secondo te è un buon testo o no?"
"Certo che è un buon testo. Solo che dobbiamo trovargli un'altra musica. A
meno che non vogliamo tenere quella che abbiamo scritto e velocizzarla un
pò..."
"Forse se ci aggiungiamo ancora un pò di batteria potrebbe andare"
"E che ne dite di far sentire un pò di più il basso?" chiese Adam che aveva
assistito alla disputa seduto sul divano nel centro del salone di casa sua
"Ottima idea! Dovremmo provarla. Ci troviamo domani da me, ok?" propose Tom
"Sì." convennero gli altri due in coro.
Poi il chitarrista salutò gli altri due e si avviò verso casa.
Arrivato davanti all'incrocio che portava alla sua abitazione notò una figura
fin troppo familiare che sfrecciava su per la via.
"Forse ha ragione Jake, esagero troppo con le canne ultimamente." disse a
bassissima voce, rivolto a se stesso
Giunto però al giardino di casa Baker la trovò che lo aspettava, col fiato
corto ma gli occhi illuminati da una determinazione che non le aveva mai
visto.
"Sto proprio impazzendo! Si, sto dando di matto e non va bene. Adesso chiudo
gli occhi e poi li riapro. Sì, così tu non ci sarai più e tutto tornerà alla
normalità"
Claire era in piedi a pochi metri dalla porta d'ingresso di casa Baker, aveva
appena parlato con Becky che le aveva detto che il fratello maggiore non era in
casa, così era uscita per andare a cercarlo.
Era stata fortunata però, visto che ora lui si trovava già lì. Anche se aveva
chiuso gli occhi, parlava da solo e sembrava stesse delirando, lui era lì.
Gli si avvicinò a passo di marcia, decisa a non farlo scappare. Sfiorandogli
una spalla lo chiamò "Tom?"
L'altro aprì gli occhi, che erano dell'esatto colore che ricordava la mora,
cosa che la fece sorridere inevitabilmente.
"Allora sei qui sul serio." osservò lui con voce distorta dallo stupore
"Sì. Sono qui per parlarti..." fece una breve pausa ad effetto "E per
restare"
Lui chiuse ed aprì la bocca senza emettere un suono, così lei cominciò a
dirgli tutto quello che aveva studiato alla perfezione nei giorni
precedenti.
"Tom, quando mi hai telefonato l'ultima volta eri strano, troppo strano. Non
sono riuscita a capire il perchè tu mi abbia lasciata in quel modo, ma di una
cosa sono sicura. Non è come voglio che vadano le cose. Non è come desideriamo
entrambi. Non appena mi hai detto che forse ti piaceva un'altra mi è crollato il
mondo addosso, ma poi ci ho riflettuto. Quello che c'è stato tra noi..."gli si
avvicinò e alzandosi in punta di piedi gli passò una mano tra i capelli scuri
"Non si dimentica facilmente."
La mora avvicinò poi le sue labbra a quelle del ragazzo, ma prima che si
potessero sfiorare lui indietreggiò
"Come puoi essere ancora qui, dopo tutto quello che ti ho fatto passare? Ti
ho mollata, di punto in bianco e al telefono. Non hai sofferto abbastanza per
aver voglia di dimenticarmi?"
"No" fu la risposta secca di lei "Perchè vuoi che ti dimentichi?"
Il volto dell'altro era serissimo "Non voglio che ne passi altre a causa
mia"
"Passarne altre? A che ti riferisci?"
"A causa del mio ruolo nei Jam tu potresti stare male. Stiamo acquistando
sempre maggiore successo, forse entro la fine dell'anno saremo pronti ad andare
in Europa a suonare. So quanto sarei impegnato e quanto tempo tu saresti
costretta a passare da sola."
"Ma che dici? Noi ci amiamo, che vuoi che sia qualche settimana di lontananza
all'anno? E poi per i tour più lunghi potrei anche seguirti, non mi importa dove
io sia, mi basta stare con te"
"Si parla di mesi lontano da casa, Claire. Ci ho pensato tanto prima di
chiamarti e lasciarti. Ho riflettuto su qualunque aspetto, sul più vicino, come
sul più lontano. Pensa se un giorno avessimo dei figli."
"Figli?" le si inumidirono gli occhi, il suo Tom aveva pensato a costruirsi
una famiglia con lei, come poteva volere lasciarla?
"Sì. Per loro non sarei un buon padre. Sempre in giro con il gruppo, mai a
casa, mai una giornata con loro al parco."
"Questo non è vero. Io sono sicura che tu passeresti qualsiasi tuo momento
libero con loro."
"Non sono mai stato un ragazzo con la testa sulle spalle. Non mi ci vedo
proprio a fare il papà"
"Ma quello non è un problema, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Quando
tutti e due saremo pronti avremo dei figli, nel frattempo staremo insieme, io e
te." si interruppe per un momento, poi mormorò "Vorrei stare qui per sempre. Con
te, vorrei che niente cambiasse." aveva ripetuto le stesse parole che lui le
aveva detto qualche giorno prima della sua partenza.
Lui se ne ricordò e la prese per i fianchi, attirandola un pò a sè "Claire,
non ti merito, ma non posso stare senza di te. Non avrei dovuto mentirti al
telefono dicendo che forse poteva piacermi un'altra. Scusami."
"Non devi scusarti, ti ho già perdonato."
La baciò con trasporto, tenendola ben saldamente a sè per farla aderire
perfettamente al suo corpo.
Era proprio quello che volevano entrambi, stare insieme, niente di più.
***
Eccoli che finalmente si sono ritrovati...spero che questo capitolo vi sia
piaciuto, è anche uno degli ultimi. Grazie ancora a Kahoko, BabyzQueeny e
avril96 per i loro commenti e anche a chi continua a seguire la mia storia e ad
averla tra i preferiti. Un bacio! Maria :-)
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Capitolo 31 *** SEI ANNI DOPO ***
Quella fredda giornata di metà gennaio Claire si era svegliata e aveva
scoperto che finalmente la febbre se ne era andata.
Aveva passato l'ultima settimana a casa, sola, mentre Tom era partito per il
tour coi Jam, a migliaia di chilometri di distanza
Sarebbe dovuta andare con loro, ma a causa della sua salute non aveva potuto,
così si ritrovava nella stanza che divideva con Tom quando questi era a casa, a
fissare il soffitto immobile.
Rifletteva sulla sua vita, sulla piega che aveva preso. Sei anni prima non
era altro che una ventenne ancora fin troppo insicura di sè ed ora era
ormai una donna, di venticinque anni compiuti e stava insieme all'uomo dei suoi
sogni, che la rendeva felice.
I Jam erano diventati famosi in tutto il mondo, adesso si trovavano appunto
in Italia, a suonare. Erano già stati in Europa, ma mai nel paese natale del
papà di Claire.
La ragazza si sentiva per gran parte italiana e per questo era contenta che
anche lì i Jam venissero apprezzati per la loro musica.
Ricordò con un sorriso una conversazione avuta con la madre anni prima, in
cui le parlava di una canzone che Tom aveva scritto apposta per lei.
Le aveva detto che un giorno le sarebbe piaciuto che anche lei ne ascoltasse
le parole, quel piccolo desiderio si era avverato. It's a love story not just
a joke era diventato il nuovo singolo dei Jam, che aveva spianato la strada
al successo del loro secondo album, caratterizzato da temi divertenti e melodie
frizzanti, affiancati da un paio di canzoni più lente e tristi.
Ascoltandole aveva capito al volo che Tom le aveva scritte nei momenti in cui
erano lontani e non potevano vedersi o toccarsi, solo sentirsi al telefono.
Sospirò pensando a quanto volesse vederlo in quel momento, a quanto gli
mancassero le sue parole dolci. Resistette all'impulso di telefonargli, per due
motivi.
Uno era che a quell'ora in Italia era notte fonda e probabilmente il suo
amato stava dormendo.
L'altro motivo, ancora più importante, era che finalmente aveva scoperto la
vera causa di quel suo malessere.
Però non voleva dare la notizia a Tom per telefono, doveva parlargliene
guardandolo negli occhi, il problema era che sarebbero passati mesi prima che lo
avesse rivisto.
***
"Tom, sei pronto? Il volo è tra meno di un'ora, insomma!"
"Aspetta Adam...non trovo una cosa importantissima...il regalo per Claire"
rispose il chitarrista
"Come? L'anello che hai preso in Italia, è quello che non trovi più?" domandò
il bassista preoccupato fissando l'amico
"Esatto. L'avevo messo sul comodino ieri sera, adesso pare essere sparito."
il suo tono era sconsolato.
"Ti aiuto a cercarlo, dai. Non può essere andato lontano, non ho mai visto un
anello camminare con le proprie gambe" Adam cercava di essere ironico, per
consolare l'amico che aveva un'aria da funerale.
"Grazie."
Cominciarono a guardare in ogni angolo della stanza, poi qualche minuto dopo
Tom gridò "L' ho trovato! Si era nascosto bene il bastardo" si alzò trionfante
da terra, in mano stringeva la scatoletta argentata che aveva scovato dietro al
comodino. Come ci era finito lì, nessuno lo capì mai.
"Bene, allora adesso possiamo andare" disse Adam "Vado giù con gli altri. Ti
aspettiamo"
"Ok."
Tom infilò la piccola scatoletta nella sua valigia, nascosta bene tra le sue
magliette. Aveva preso quell'anello per uno scopo preciso, non era un semplice
regalo per la donna che amava. Era il simbolo della promessa che voleva farle,
di stare con lei per tutta la vita.
Aveva pensato varie volte di chiedergli di sposarlo per telefono, dopotutto
era giunto a quella decisione mesi prima, ma aveva preferito aspettare per
domandarglielo di persona. Avrebbe dato tutto ciò che aveva per vedere gli occhi
di Claire mentre le faceva la proposta.
Immerso in questi pensieri si accorse a malapena delle ore di volo e di tutto
il resto.
***
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Capitolo 32 *** IL LIETO FINE ***
Tedici aprile.
Il ritorno dei Jam era previsto per quella sera. Claire era in uno stato
d'agitazione fin dal mattino, come se non bastasse ci si metteva anche la sua
gravidanza, ormai al quinto mese, che le provocava sbalzi d'umore non
indifferenti.
Erano le cinque del pomeriggio e all'improvviso la mora avvertì un
bruttissimo presentimento, come se Tom non dovesse più tornare da lei o la
dovesse rifiutare per non avergli detto prima del figlio che aspettava da lui.
Poi però sentì scalciare dentro la sua pancia l'esserino che avrebbe messo
alla luce. Non aveva ancora idea di che sesso fosse e non voleva saperlo fino
alla nascita. Voleva già bene a quella creaturina, che era stata la sua unica
compagnia nelle notti in cui si trovava sola in quella casa troppo grande per
lei.
Il bimbo o la bimba continuava a scalciare, il dottore le aveva detto che era
un buon segno, così si tranquillizzò e piano piano il senso di preoccupazione
passò.
Due ore più tardi Claire sentì suonare il campanello, si alzò di scatto per
andare ad aprire, cosa che le provocò una leggera fitta alla schiena, ma non se
ne curò: la voglia di rivedere Tom era troppo grande.
Prima di afferrare la maniglia e tirare, però, si guardò per una frazione di
secondo nel grande specchio che stava nell'ingresso.
Il pancione ormai era evidente, prima che avesse detto qualcosa al suo amato
lui avrebbe intuito tutto. Sarebbe stato più bello fargli una sorpresa, ma
andava bene anche così.
La ragazza trasse un grande respiro e aprì la porta.
Si trovò davanti il solito Tom, eppure c'era qualcosa di diverso. Osservò
bene il suo viso, era quello di sempre, ma i capelli erano più lunghi e sul suo
labbro non c'era più il piercing che portava da prima che si conoscessero.
Anche lui la guardava in modo strano, gli occhi marroni tendenti al verde
fissi sul suo pancione.
Claire si sentì sciocca perchè non riuscì a fare altro che versare delle
lacrime, lui però le sorrise di rimando.
"Amore, sei bellissima. Non sai quanto mi sei mancata." le disse in tono
dolce, abbracciandola lì sulla soglia.
Lei lasciò che lui la strinse tra le braccia, la stretta del ragazzo era più
delicata del solito, forse perchè temeva di fare male al suo futuro figlio o
futura figlia.
Poi Claire prese Tom per mano e lo condusse all'interno della casa.
"Piccola, sono contentissimo! Se solo lo avessi saputo prima..."
"Non te l'ho voluto dire perchè non mi andava di farlo per telefono. Volevo
vedere la tua faccia quando l'avresti saputo."
Il moro sorrise ancora e la baciò sulla fronte "E' la sorpresa migliore che
potessi farmi, ti amo. Non immagini quanto siano stati difficili questi mesi
senza di te."
"Anche per me è stato straziante starti lontana. Soprattutto dopo che ho
scoperto di aspettare un figlio, mi sentivo terribilmente in colpa ogni volta
che parlavo con te e facevo finta di niente. Scusami"
"Non devi scusarti, Claire. Sono io semmai che dovrei sentirmi così. Tu eri a
casa sola, ad occuparti della tua gravidanza...ed io ero convinto che tutto
andasse bene."
"Oh, Tom...non ne parliamo più ora, l'importante è che sei tornato."
"Già. A che mese sei?" le domandò facendola accomodare sul divano della sala
accanto a lui e tenendole una mano.
"Al quinto. Scalcia un bel pò, lo sai?"
"Davvero?" chiese l'altro con un'espressione di pura tenerezza sul volto
"Sì, prova a sentire." fece appoggiare una mano del ragazzo sul suo pancione,
in modo da fargli sentire il piccolo o la piccola che scalciava
"E' fantastico, amore!"
"Mi ha tenuto compagnia. Lo amo già da morire...o la amo..."
"Non sai ancora se sarà maschio o femmina?"
"No, preferisco avere una sorpresa. Per te non è un problema, vero?"
"Assolutamente. Anche a me piacciono le sorprese."
"Allora capisco perchè non ti sei arrabbiato con me stasera."
Risero insieme, poi lui si alzò dal divano e uscì dalla stanza dopo aver
detto "A proposito di sorprese, ne ho una per te. Torno subito"
Arrivò due secondi dopo e tirò fuori qualcosa di piccolo dalla tasca. Poi si
inginocchiò sul tappeto davanti al divano dove Claire stava seduta,
l'espressione tra il meravigliato e il commosso.
"Claire, vuoi diventare mia moglie?" le chiese speranzoso, guardandola dritto
negli occhi
Lei aveva la voce rotta dall'emozione "S-sì, Tom. Lo voglio"
Lui allora sfilò l'anello dalla scatoletta e glielo mise al dito, poi le
sfiorò la mano con le labbra "Ti amo. Ti amo tantissimo, così tanto che non
credo si possa esprimere a parole."
"Anche io ti amo. Ti adoro."
Poi lui si rialzò e si chinò su di lei per baciarla, fu un bacio lungo, che
lasciava trasparire nuovi sentimenti. Sentimenti che testimoniavano una
promessa, la promessa di stare insieme per tutta la vita.
***
Ecco il penultimo capitolo della mia storia, spero sia di
vostro gradimento come gli altri! Ringrazio come sempre per i commenti
BabyzQueeny, avril96, Marty314 e Kahoko e tutti quelli che continuano a leggere
e ad avere la storia tra i preferiti ^_^
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Capitolo 33 *** EPILOGO: LA FAMIGLIA BAKER ***
"Anna! Vuoi svegliarti? E' ora di andare a
scuola!"
"Ancora un minuto, mamma" mormorò la
ragazzina di nove anni.
Dopo un quarto d'ora ancora non era scesa
dal letto
"Tesoro, ti vuoi decidere! Papà deve andare
al lavoro, non ha tempo di aspettare te che fai i tuoi comodi"
"Ancora un attimo" Anna si stiracchiò e
aprì gli occhi verdi, ma li richiuse subito, era troppo stanca per andare a
scuola quel giorno.
Al piano di sotto Claire cominciava a
perdere la pazienza, rimise Nicholas, uno dei gemelli di tre anni, nel
seggiolone e si affrettò a prendere Timothy che stava tentando di scappare
fuori.
"Tom! Per favore, chiama tua figlia che non
vuole alzarsi"
Dall'altra parte della casa il marito tuonò
"Anna Molly! Ascolta tua madre e scendi immediatamente a prepararti. Non ho
voglia di fare tardi in studio per colpa tua."
La voce del padre convinse la piccola che
due minuti dopo scese, già vestita di tutto punto.
Sua madre la guardò scuotendo la testa,
mentre Anna mangiava la sua colazione "Sei sempre la solita. Quando si tratta di
ubbidire hai paura solo di tuo padre"
"Questo è perchè sei troppo permissiva,
tesoro." la rimproverò il marito al suo fianco.
"Io permissiva?"
Lui adorava l'espressione che lei faceva in
quelle situazioni, per questo l'aveva provocata.
"Dai, stavo scherzando." Tom baciò
lievemente Claire su una guancia, poi fece lo stesso con i due gemellini "Ci
vediamo stasera, gente"
"Ciao mamma! Ciao Nick e Tim!" esclamò la
figlia maggiore.
"Buona giornata!" rispose la donna di casa
scompigliando i capelli della ragazzina, mentre i piccoli urlavano qualche
parola di saluto alla sorella.
Quella era la famiglia Baker, un pò
rumorosa, ma affiatata ed unita.
Tom e Claire si erano sposati in una
giornata di maggio di nove anni prima, tre mesi prima che nascesse Anna Molly,
la loro primogenita.
La cerimonia non era stata una cosa
esagerata, anche se per l'occasione i genitori di Claire erano venuti
dall'Italia con alcuni altri parenti.
Adam e la sua compagna, Jen, la Jennifer
che conosceva da quando era giovanissimo, avevano fatto da testimoni insieme a
Susan e Peter, che nel frattempo erano diventati marito e moglie. Anche Jake
aveva partecipato con al fianco sua moglie, Melissa.
Era stata una giornata indimenticabile e
rappresentava solo l'inizio di una vita felice insieme per Tom e
Claire.
Dopo la nascita della loro figlioletta
c'era stato un momento un pò difficile, perchè i Jam Teak Doma erano ormai un
gruppo molto famoso e quindi spesso Tom era costretto a passare molto tempo
fuori casa. Fortunatamente non si era perso gli episodi più significativi dei
primi tre anni di vita di Anna, come i suoi primi passi o la sua prima
parola.
Nicholas e Timothy erano arrivati sei anni
dopo, in modo inaspettato. Avevano creduto per molto tempo che si trattasse di
un solo bambino, ma quando il dottore aveva detto loro che erano due gemelli,
Claire e il marito erano stati doppiamente contenti.
Ora la lora vita proseguiva serenamente,
tra i piccoli inconvenienti quotidiani e i grandi successi del gruppo a cui
apparteneva il capofamiglia.
Erano contenti, potevano contare su un
sacco d'amici, ma soprattutto, potevano contare sull'affetto che li univa e li
avrebbe sempre uniti.
fine
Ecco il finale della mia storia.
Premetto che anche a me dispiacerà moltissimo non aggiornarla più, anche
perchè ogni volta che entravo nel sito trovavo qualche vostro commento
gentilissimo e positivo. Sono felice che vi sia piaciuto quello che ho scritto,
anche perchè è stata la prima cosa che io abbia mai cominciato a scrivere,
l'avevo iniziata l'anno scorso, d'estate. Era partito tutto da un sogno che
avevo fatto..XD e la prima volta che la finii di scrivere il finale era
diversissimo, perchè Claire e Tom non rimanevano insieme, anzi, lei lo
rincontrava in occasione del suo ritorno in America per il matrimonio della
cugina. Lui era ormai famosissimo e stava felicemente con Jen. Poi però mi sono
detta...e no! Questo finale è proprio sbagliatissimo, quei due sono troppo
carini insieme e devono esserlo per sempre! Così ecco la storia come l'avete
letta voi.
Rifaccio per l'ultima volta i ringraziamenti, anche se vi assicuro che vi
sarò per sempre riconoscente.
BabyzQueenyz, avril96, lorelei_88, Kahoko, Marty314, Ren_91, Rose, Oasis e
mimi 14. GRAZIE DI CUORE PER I VOSTRI COMMENTI!!!!
E a tutti quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti o che l'hanno
letta anche senza commentare, GRAZIEEEEEE!
Un bacio, alla prossima! ^_^
Maria
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