Presidente Cercasi di 9Pepe4 (/viewuser.php?uid=55513)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciò che va e ciò che non va ***
Capitolo 2: *** Puzza?! ***
Capitolo 3: *** Interrogatorio in panchina ***
Capitolo 4: *** Invito ***
Capitolo 5: *** Specialmente sera ***
Capitolo 6: *** La fine di un sogno ***
Capitolo 7: *** Parole in gola ***
Capitolo 8: *** Warm ***
Capitolo 9: *** Avvertimento ***
Capitolo 10: *** Ultimo minuto ***
Capitolo 11: *** Aseptic ***
Capitolo 12: *** Ottenebramento dei sensi ***
Capitolo 13: *** Il piano di Trunks ***
Capitolo 14: *** Un'isola affollata ***
Capitolo 15: *** Fantasie ***
Capitolo 16: *** Un buon risveglio ***
Capitolo 17: *** Il racconto di Ice ***
Capitolo 18: *** Tutta colpa di un “pienamente” ***
Capitolo 19: *** Quattro chiacchiere con Ice ***
Capitolo 20: *** Sbalzi d'umore ***
Capitolo 1 *** Ciò che va e ciò che non va ***
Presidente Cercasi
Capitolo
1 – Ciò che va e ciò che non va
Mi
trovo in una situazione a dir poco schifosa. Per farla breve, domani
viene a trovarmi mia madre.
Cos’ho
contro mia madre?
Assolutamente
niente, anzi, le voglio un gran bene. Infatti il problema
non è lei, ma quel che lei crede. Ovvero che io abbia ancora
il mio lavoro da segretaria. Lavoro che, guarda caso, non ho
più.
E
tutta per colpa del mio capo, il quale ha pensato bene di licenziarmi
per poter assumere la biondina da strapazzo con la quale se la faceva
tutti i giorni.
Sia
ben chiaro: non avevo nulla da ridire sulla sua relazione. Non era
sposato, era adulto e vaccinato, pertanto aveva pieno diritto di
spassarsela con una donna sexy e longilinea. Almeno, questo lo pensavo
finché la suddetta donna sexy e longilinea non è
finita seduta alla mia scrivania, lasciandomi con i miei effetti
personali impacchettati in mano e le labbra schiuse a sillabare la
parola “Licenziamento?”.
Ho
già fatto domanda in parecchie aziende, ma praticamente
tutti mi hanno riferito di essere tanto, tanto dispiaciuti ma di non
aver bisogno di una segretaria. Zero risultati. Ormai è una
settimana che faccio avanti e indietro, sentendomi quasi come uno
stupido animale che ha perso i suoi padroni e vaga per i quartieri alla
ricerca della sua cuccia.
Con
un sospiro, abbasso il viso a sgranocchiare di malavoglia lo snack
che, allo stesso tempo, è anche il mio pranzo. Ho lo stomaco
tutto attorcigliato – l’inattività non
mi si addice – e di conseguenza fatico ad ingoiare i bocconi.
Fisso
distrattamente le foglie secche che ingombrano il marciapiede,
scricchiolando sotto la suola delle mie scarpe.
Finita
la merenda, getto la carta nel bidone più vicino, con
una mossa rapida del braccio che sa d’insofferenza.
Sto
ripetendo mentalmente i punti forti del mio curriculum, quando
all’improvviso sbatto contro qualcuno. Lo scontro
è talmente inaspettato che il respiro mi si blocca in gola
con un sussulto. Inciampo in avanti, ma quel qualcuno mi afferra
prontamente, impedendomi di cadere.
Paonazza,
perché sono perfettamente consapevole di essere
stata io quella distratta, quella che non stava badando minimamente a
dove metteva i piedi, farfuglio qualche scusa, poi guardo meglio il
soggetto e rimango senza fiato.
Occhi
azzurro cielo, ciuffi lilla chiaro che gli ricadono
distrattamente sul viso perfetto. Un fisico aitante, ma soprattutto un
sorriso ultraterreno.
«Tutto
okay?» chiede, con gentilezza, trattenendomi
saldamente per le braccia, come se non fosse del tutto sicuro di
potersi fidare del mio equilibrio.
«Okay?»
rispondo, ma la mia sembra più
una domanda che un’affermazione, forse anche per merito
dell’espressione smarrita e interrogativa che so di aver
stampata in faccia. Cerco di darmi un contegno. «Tutto a
posto» dico.
«Bene»
commenta lui di rimando, sorridendomi. Con
una certa cautela, allenta la presa sulle mie braccia.
Fisso
inebetita i suoi occhi cobalto, e quando le sue mani scivolano
via dai miei gomiti inizio subito a sentire la mancanza della sua
stretta amichevole. In un attimo folle, mi balena in mente il pensiero
che non mi importa se non riuscirò a trovare lavoro, mi
sarebbe sufficiente rimanere qui a guardare queste iridi intense.
Confusa, allontano le mie riflessioni.
Giusto
in tempo perché il ragazzo mi faccia cenno con il
mento, a mo’ di saluto. «Ci vediamo»
aggiunge.
Ci
metto un po’ a ricordarmi della mia lingua.
«Arrivederci» replico infine, dopo qualche
esitazione.
Lui
mi sorride un’ultima volta, poi si allontana. Resto
imbambolata a guardarlo camminare lungo il marciapiede ad una
velocità disinvolta.
Quando
scompare dalla mia vista il cuore mi si calma, e solo ora che
riprende il suo ritmo normale mi rendo conto di quanto abbia battuto
forte.
Istintivamente,
ripenso alle parole del ragazzo… Ci
vediamo… Magari.
Sorrido
fra me, incamminandomi per la mia strada. Per quanto mi
dispiaccia, sembra che i miei passi mi portino nella direzione opposta
rispetto a quella presa dal giovane.
In
ogni modo, però, sembra che come giornata non sia poi
tanto brutta.
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Capitolo 2 *** Puzza?! ***
Capitolo
2 – Puzza?!
Impensierita,
continuo a passeggiare. L’intenzione sarebbe
domandarmi il da farsi, ma purtroppo le mie riflessioni risultano
irrimediabilmente distratte dal ricordo del sorriso abbagliante del
giovane contro il quale ho sbattuto.
Mi
incuriosisce. In una maniera che non ha nulla di logico.
È come se morissi dalla voglia di sapere tutto di lui.
Chissà
come si chiama…
Mi
prendo la testa tra le mani. “Insomma, Linen!”
mi apostrofo mentalmente, con un’intonazione pungente sul mio
nome. “Cerca di concentrarti!”
Ma
alla fine questo rimprovero mentale risulta solo la prova di quanto
sia realmente più facile il dirsi che il farsi.
Tento
disperatamente di riflettere e di far chiarezza su ciò
che mi passa per la testa; di concentrarmi, insomma, su quella che
è la mia reale priorità: trovare un lavoro.
“Be’,
sulla Tabley Corporation è meglio
non riflettere, dato che sembra che non sia un periodo
favorevole… Non avevo letto che potrebbe chiudere i
battenti? Dende, che occhi meravigliosi aveva!... Dunque, stavo
pensando. Sì. La Garden ha un’amministrazione
troppo inaffidabile… Partirei bene e poi mi ritroverei con
lo stipendio dimezzato a fine mese (sul serio, aveva un sorriso
stupendo!). E di certo alle Happier Industries non mostro la carta di
credito… Ma sarà un ginnasta? Aveva un corpo
perfetto… No, quella non è un’azienda
seria… Potrebbe benissimo fare
l’attore… Per non parlare del fatto che vorrei
mantenere uno stipendio dignitoso, ma se finissi in società
con… E che mani! Sarà sposato?”
Mi
fermo in mezzo al marciapiede, mordendomi come una forsennata il
labbro inferiore. Il proposito sarebbe di ragionare con maggiore
lucidità, ma ben presto mi rendo conto che, invece di
pensare come dovuto ai pro e contro di ogni impiego, perdo tempo a
lambiccarmi il cervello per tentare di ricordare se aveva la fede al
dito oppure no.
Proprio
non me lo ricordo!
Probabilmente
non ho nemmeno dato un’occhiata.
“No,
Linen, concentrati!”
Ah,
sì. Assegno in bianco… conferenze…
sorriso… Che volto, Dende!
Urtata
dalla maniera nella quale i miei pensieri sembrano evitare con
destrezza qualsiasi filo logico, mi batto una mano contro a fronte. Se
continuo ad andare avanti così non caverò un
ragno da un buco.
Irritata,
lascio vagare lo sguardo. Là, tra i rami spogli
degli alberi che stanno allineati al marciapiede, i miei occhi
incontrano un cartellone (enorme a dir poco) che celebre
l’eccezionalità della famosa Capsule Corporation.
Emetto uno sbuffo sarcastico. Come se servisse un manifesto per
ricordare alla società la grandiosità di
quell’azienda…
Mi
mordo un labbro.
E
se… Forse è un po’ ambizioso puntare
a tanto, eppure… Ma sì, perché non
fare un tentativo con l’azienda più famosa del
mondo?
Devo
essere impazzita – ed effettivamente ho presenti almeno
dieci motivi che negli ultimi tempi possono avermi fatto andar fuori di
testa – ma in fondo non ho nulla da perdere.
Con
una scrollata di spalle, faccio rapidamente dietro front.
Non
ci posso credere, l’ho fatto!
Ho
fissato un’audizione!
Be’,
forse sarebbe meglio chiamarlo
“colloquio”, dato che altrimenti sembra che io
debba andare a far l’attrice.
Sorrido
tra me e me. In fondo non mi dispiacerebbe…
Però so che non mi prenderebbe nessuno, e questo
è poco ma sicuro.
Al
di là dell’imperfezione del mio aspetto,
c’è anche il fatto che ho un’aria
decisamente infantile – mai che ci sia uno che non rimanga a
bocca aperta quando gli dico quanti anni ho; ormai non considero
più un complimento l’osservazione
“Sembri più giovane”.
Quel
che importa, comunque, è che forse qualcosa lo
otterrò.
Quando
entro nello stabilimento dell’azienda dentro cui ho
l’appuntamento, credo di non stare affatto respirando.
Entrando nell’ascensore sono nervosissima, e stringo forte al
petto la carpetta che ho portato con me.
Mi
tormento le labbra finché le porte non si aprono,
dopodiché mi fiondo fuori.
«Buongiorno»
mi saluta una voce femminile.
Davanti
al mio sguardo, si presenta una donna rigida e impettita, con
labbra di un rosso scarlatto e corti capelli neri.
Mi
squadra dall’alto al basso. «Lei
è?»
«Linen
Lace» borbotto. Dal momento che, di fronte
all’ostilità della donna, non sono riuscita a
evitare di mettermi sulla difensiva, la mia voce suona piuttosto
seccata.
Fortunatamente,
la mia interlocutrice non sembra accorgersene. Invece,
scruta la lista che tiene in mano. «Oh, sì. Ha
appuntamento col Presidente e due funzionari tra mezz’ora.
Sala due, in fondo al corridoio quattro».
La
ringrazio e, sebbene prima abbia guardato una cartina che mostra
tutta la struttura di questo piano, mi perdo per ben tre volte.
Lo
so, è patetico, ma il mio senso d’orientamento
è – volendo usare un’espressione
alquanto eufemistica – orribilmente scarso.
Quando
alla fine trovo la sala, sono giusto giusto in orario.
Nervosamente,
mi do una sistemata a vestiti e capelli, pregando tra me
e me di essere presentabile.
Quindi,
dopo aver tirato un respiro profondo, entro nella sala.
Subito,
mi viene incontro uno dei due funzionari annunciati dalla
moretta. In effetti, è così rapido che mi chiedo
se non fosse appostato dietro la porta ad aspettarmi.
Inconsapevole
di quello che mi passa per la testa, l’uomo mi
offre gentilmente una sedia. Mi accomodo, sfilando un foglio dalla sua
busta plastificata.
Quando
alzo gli occhi per passarlo ad uno degli impiegati, rimango di
sasso.
Seduto
con un atteggiamento che mette in risalto tutte la sua noia, le
dita intrecciate sotto il mento, c’è il ragazzo
che ho incontrato stamani!
Come
se avesse udito i miei pensieri, alza lo sguardo, mi riconosce,
s’illumina… e mi sorride.
Lo
stomaco reagisce immediatamente, attorcigliandosi come un talentuoso
contorsionista. Mi accorgo per un pelo che mi è stata
rivolto una domanda, e rispondo appena in tempo.
Per
tutta la durata della riunione, cerco di non pensare agli occhi
– quei fantastici occhi color cobalto – del
Presidente fissi su di me.
Cerco
anche di non pensare che la presenza di quel ragazzo mi fa
sentire una scolaretta impacciata.
«Bene.
Signorina Linen, è stato un piacere. Le
faremo sapere al più presto».
Stringo
alcune mani – un po’ a casaccio, mi pare
– poi anche il Presidente si alza. Mi si avvicina, per poi
circondarmi la mano in una stretta.
«Linen
Lace, eh?» lo sento bisbigliare.
«Piacere, Trunks Brief».
Da
parte mia, farfuglio a bassa voce qualcosa che potrebbe essere
tradotto come: «Il piacere è tutto mio».
Per
la serie: la mia stupidità non manca mai di fare la
propria comparsa.
Il
giovane mi sorride, poi si volta per raggiungere i suoi funzionari.
Si
allontanano in fretta, ma potrei giurare di sentirlo dichiarare:
«Be’, a me ha fatto una bella
impressione».
A
quel punto, le mie orecchie sono talmente bollenti che potrei
cuocerci un paio di uova. Reagendo con prontezza a quel pensiero, il
mio stomaco brontola con veemenza.
Decido
di assecondarlo e scendo al bar poco distante, così
da poter mettere qualcosa sotto i denti. Tra un morso e
l’altro, guardo il cellulare, attendendo con un nodo alla
gola la fatidica telefonata.
Ho
ormai finito di mangiare, quando mi rendo conto che sto addirittura
sudando. Poco male, vorrà dire che stasera mi
godrò maggiormente la doccia…
Poi,
proprio quando mi sono quasi dimenticata del telefonino, questo
inizia a squillare con entusiasmo.
Sobbalzo,
rispondendo con mani tremanti. «P-pronto?»
Non
posso evitare di suonare nervosa: in fondo questa è la
mia ultima possibilità per risparmiarmi una figuraccia
materna!
«Signorina
Lace? La informiamo che lei è stata
assunta come segretaria del Presidente della Capsule Corporation, ditta
tra le più stimate…»
Ormai,
la donna che mi ha contattato è partita in quarta ad
elencarmi tutti i pregi dell’azienda, ma io non ascolto.
Ce
l’ho fatta. Ce l’ho fatta, ce l’ho
fatta, ce l’ho fatta!
Non
dovrò dire a mia madre che sua figlia è
incapace di tenersi un lavoro.
Tiro
un sospiro di sollievo, dopodiché mi accorgo che la
donna ha iniziato a darmi delle istruzioni su ciò che
dovrò fare. Arraffo svelta un tovagliolo di carta e, sotto
lo sguardo allibito di un cameriere, prendo furiosamente alcuni appunti.
Vengo
salutata con contenuta cortesia, e a quel punto riattacco.
Incapace
di trattenermi oltre, tiro un pugno all’aria,
esultando: «Sì!»
Lo
sguardo sorpreso del cameriere si trasforma in uno di compatimento.
Così,
per non mandare in fumo quel poco di
dignità che mi è rimasta, mi alzo, vado a pagare
e esco in strada.
Sto
camminando – o saltellando che dir si voglia –
quando vengo urtata da un passante. Urtata, a dir la verità,
è riduttivo, dato che perdo l’equilibrio e cado a
terra.
Alzo
lo sguardo. «Ehi!» non posso fare a meno di
esclamare, infastidita, soprattutto dal fatto che quello mi ha
totalmente ignorata, continuando impassibile il proprio percorso.
Alla
mia esclamazione, però, si ferma e si volta a guardarmi.
Lo
fisso da terra, frastornata, annotandone mentalmente la figura
massiccia, gli occhiali da sole e il viso aguzzo.
«Che
c’è?» sbotta.
Rimango
senza parole.
Piccolo
appunto per me: non mostrarmi mai, e dico mai, mai
più infastidita… Almeno, non prima di essermi
accertata che la causa del mio fastidio non sia un omaccione grande tre
volte la mia taglia.
Improvvisamente,
qualcosa passa sul volto dello sconosciuto, e lui
prende a scrutarmi in maniera diversa, come se mi vedesse davvero solo
ora.
Il
suo sguardo indagatore mi fa sentire profondamente a disagio, ma
allo stesso tempo è come se non riuscissi a muovermi.
Alla
fine, l’uomo mi chiede, diffidente: «Mai avuto
a che fare con la Capsule Corporation?»
Rimango
a bocca aperta. E lui cosa ne sa?
Richiudo
le mascelle con un colpo secco.
«No…
Perché?» domando,
sospettosa.
Sì,
lo so, è una bugia bella e buona, ma non mi
piace l’idea che un estraneo sia a conoscenza dei miei fatti
personali.
«BUGIARDA!»
ruggisce l’uomo.
Metà
dei passanti si gira verso di noi, poi si allontana in
fretta, impressionata dalla stazza dell’uomo.
«Tu
puzzi di quel saiyan mezzosangue!»
Lo
fisso, cercando inutilmente di raccapezzarmi.
Puzzare?
Io puzzo? Okay, ho sudato un po’ per la tensione, ma
di certo non sino a questo punto.
E
poi cos’è un qualcosa-yan? E perché
dovrebbe ricondurre alla Capsule Corporation?
Non
faccio in tempo a finire di formulare la valanga di domande che mi
fiocca in testa, quando l’estraneo si gira e se ne va, senza
guardarsi indietro.
Sconcertata
come non mai, mi tiro in piedi.
Dopo
qualche minuto passato a osservare con aria perplessa il punto in
cui è sparito l’uomo, scrollo le spalle,
rinunciando a cercare di capirci qualcosa.
Del
resto, da che mondo è mondo, gli esseri umani sono
sempre stati incomprensibili.
Forse
sono una persona poco curiosa, forse sono troppo indolente, ma
non ho una gran voglia di perdermi dietro a un mistero.
Quello
che voglio, piuttosto, è godermi il pensiero del mio
nuovo, magnifico lavoro.
E
sì, lo ammetto, perdermi dietro il ricordo di due occhi
color del cielo, incorniciati da ciuffi lavanda…
Spazio dell’Autrice:
Il primo ringraziamento va a Cleindori:
hai ragione, per ora la storia
è scarsamente sviluppata… Anche a me pare che la
narrazione al presente dia più spunti per un tono
colloquiale, ma temevo che potesse risultare troppo pesante…
Dimmi tu! ;)
La seconda è
Winry90: grazie infinite per i complimenti,
spero che questo capitolo non ti abbia delusa! Davvero anche tu avevi
un’idea simile? Be’, quando la svilupperai e la
pubblicherai, fammi sapere, sarei curiosa di darle
un’occhiata!
E per finire, Carol2112:
non preoccuparti, come vedi ho inserito il
nome e il cognome della protagonista… Almeno una cosa
così importante non l’ho scordata ;) Hai ragione:
finora, descrizioni e mistero scarseggiano, ma spero di riuscire a far
meglio più avanti… E non preoccuparti, ti sei
chiarita alla grande, e le tue curiosità e i tuoi
suggerimenti… Be’, li ho apprezzati molto!
Alla prossima!
Ah! Ah! Quasi dimenticavo: un grazie particolare a chi ha aggiunto la
storia alle preferite: monicar92
e Winry90
=)
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Capitolo 3 *** Interrogatorio in panchina ***
Capitolo
3 – Interrogatorio in panchina
Il
giorno successivo, sgranocchio velocemente un toast per colazione.
È
un po’ bruciacchiato, ma è buono lo
stesso.
Troppo
nervosa per stare seduta, passeggio per la cucina, fermandomi
davanti alla finestra.
Sulla
superficie del vetro, sopra al paesaggio, riesco a vedere il mio
riflesso. Conoscendo il mio aspetto, riesco a decifrarlo comodamente
nonostante sia così pallido su quella superficie
trasparente… Occhi di un verde un po’ smorto,
incorniciati da spettinati ciuffi castani. Ho il volto un po’
magro… Forse è quello, a darmi un’aria
da bambina perplessa… Con gli zigomi che mi ritrovo, gli
occhi sembrano enormi, sgranati in un’eterna sorpresa.
Mi
stringo nelle spalle e addento nuovamente il toast, distogliendo lo
sguardo.
Ebbene,
oggi inizio a lavorare, quindi stasera verrà mia
madre.
C’è
poco da dire, sono riuscita a farmi assumere
appena in tempo!
A
colazione finita, mi preparo in fretta.
Indosso
la divisa che mi è stata consegnata ieri sera da un
fattorino dall’aria simpatica.
L’uniforme
consiste in una camicia bianca, coperta da una
giacchetta ocra senza maniche e a completare il quadretto
c’è una gonna dello stesso colore.
Inutile
dire che, con le mie gambe storte, odio le gonne.
Ma
direi che non è il momento di fare la difficile,
così mi preparo e corro in strada, trafelata.
Guardo
l’orologio e non posso che sentirmi contenta: sono
arrivata in perfetto orario!
Sorpresa
meno gradita, invece, è la segretaria di ieri.
Mi
squadra da capo a piedi come ha fatto in occasione del nostro primo
incontro. Sembra diffidente, e per quanto mi riguarda…
Be’, mi pare di avere la pelle d’oca su tutte le
gambe, decisamente più scoperte del solito.
Lei
storce le labbra, prendendo un’espressione pensosa.
«Mah!» esclama, a fine analisi.
La
fisso stranita.
Poi,
all’improvviso, la donna si volta, ascoltando
attentamente ciò che le viene trasmesso in un auricolare. Si
passa le mani sui vestiti, quindi dichiara: «Sta arrivando il
presidente, finalmente». Si gira verso di me e mi mette con
malagrazia un’agenda tra le mani. «Lì
sono segnate tutte le informazioni da riferire al presidente, quello
che deve firmare e i suoi appuntamenti. Tutto chiaro?»
«Cristallino»
rispondo, secca.
Ma
insomma, si può sapere cos’ha? Mi sta trattando
con ancor più insofferenza di ieri! Che cosa ho fatto?
Per
quanto mi senta quasi disperata al riguardo, però, non
ho tempo per rifletterci.
Piuttosto,
devo correre nell’ufficio del Presidente.
È un ufficio ben arieggiato, contenente una scrivania
spaziosa, affiancata a una sedia che mi sembra molto comoda. E, dietro,
un’enorme finestra che copre quasi tutta la parete.
Passo
un dito sul piano mogano del tavolo, assorta.
Mi
riscuoto e vado a mettermi in un angolo, attendendo con pazienza.
Di
colpo, il portone si spalanca, lasciando entrare il Presidente, il
quale mi saluta non appena mi scorge.
«Buongiorno,
Presidente» farfuglio, cercando di non
sembrare confusa come mi sento.
Fisso
frastornata i suoi occhi, che oggi mi scrutano da dietro un paio
d’occhiali, ma sono ugualmente azzurri e bellissimi.
Diciamo
che, a questo punto, è appurato che la vicinanza con
questo ragazzo mi fa male.
Cerco
di recuperare almeno un po’ della fermezza e
dell’efficienza con cui sono solita lavorare. Mi schiarisco
la voce, per poi esordire: «Le vorrei ricordare, Presidente,
che il direttore della Software Corporation ha intenzione di
contattarla al più presto… Aveva detto che le
avrebbe mandato un fax, mentre la Salisbury Agency dovrebbe farle una
telefonata».
Oh,
Dende, ora il mio tono è fin troppo formale! Va bene che
sono al lavoro e il mio interlocutore è il mio capo, ma
così sembro un robot!
Il
Presidente non sembra molto colpito dal mio discorso. Si strinse
nelle spalle, guardandosi attorno, quindi mi offre una sedia.
Sempre
più confusa, faccio per rifiutare, ma a quel punto
lui mi guarda negli occhi, invitandomi gentilmente a mettermi seduta.
Spaesata
come non mai, mi accomodo in silenzio.
Lui
si siede a propria volta. «Allora… Linen,
giusto?»
Annuisco.
«Che
te ne pare del lavoro?»
Deglutisco
un paio di volte. In tutta sincerità, mi pare un
po’ presto per parlarne, anche perché non ho
ancora fatto praticamente niente.
«Be’,
è difficile dire qualcosa, per
ora…» Inghiottisco altra saliva.
«Però sono contenta. Non pensavo di riuscire a
trovare un posto in questa azienda».
Il
Presidente sembra valutarmi, poi domanda: «Vuoi parlare di
qualcosa?»
Lo
guardo in silenzio, sempre più spiazzata. Tra
l’altro, c’è una parte della mia testa
che continua a sottolineare il fatto che dovrei lavorare, non
chiacchierare amabilmente con questo ragazzo.
Alla
fine, non trovo nulla di meglio da fare che esibirmi in
un’alzata di spalle.
Lui
allora tace, scrutandomi. A disagio, mi sento arrossire sino alla
radice dei capelli.
«Quanti
anni hai?» chiede poi il Presidente,
d’impulso. «Io ventisei». Sorride, come
se fosse un’età meravigliosa, poi si concede un
momento di riflessione. «Ah, dimentico sempre che non
è buona educazione fare una domanda simile a una donna,
quindi se vuoi non rispondere».
Mi
affetto a contraddirlo, perché senza dubbio è
preferibile questo a dell’altro silenzio imbarazzato:
«Ma no, non è mica un segreto di Stato. Ne ho
ventitré».
Il
giovane mi rivolge un sorriso… Maledette gambe, che avete
da tremare?
È
come se il mio corpo andasse completamente per conto suo,
infischiandosene beatamente della mente che cerca di ammonirlo.
Improvvisamente,
sento dei passi avvicinarsi, e mi alzo di scatto, come
se mi fossi scottata.
Entra
un uomo baffuto, con una caterva di documenti tra le braccia.
Quando li posa sulla scrivania, tutti quei fogli bastano e avanzano per
ingombrarla.
«Scusi,
presidente, può svolgere queste
pratiche?» dice l’ometto, con voce un po’
nervosa.
Quando
fa dietro front ed esce, io mi lascio sfuggire un fischio
sommesso, e il Presidente si volta verso di me, stringendosi nelle
spalle.
«Sarà
meglio mettersi al lavoro»
osservo, forse con un tono sin troppo vivace.
«Odio
il suono di queste parole» ribatte il
Presidente, ma quando lo guardo sta sorridendo.
Lui
inizia ad esaminare i documenti, mentre io mi metto alla tastiera
di un computer portatile, annotando i materiali ricevuti e scrivendo
due righe sul loro contenuto.
Impegnata
in quell’occupazione, mi rilasso notevolmente.
Io
e il Presidente ci scambiamo solo qualche frase, del tutto formali e
concernenti il nostro lavoro, ed è un campo in cui mi sento
molto più sicura.
«Con
questo…» afferma il Presidente ad
un certo punto, «…abbiamo finito!»
Mette
da parte l’ultimo foglio e si rilassa sulla sedia.
Io,
per contrasto, sento i miei muscoli irrigidirsi.
Continuo
a fissare lo schermo, quasi lo trovassi di grande interesse.
Sento gli occhi del Presidente fissi su di me. Mi fanno avvampare,
così mi mordo un labbro, costringendomi ad ignorarlo.
Alla
fine mi sfrego gli occhi, stanchi per il lungo lavoro davanti allo
schermo.
Mi
rendo conto di sentirmi quasi arrabbiata col Presidente: accidenti a
lui, perché mi fissa così? Mi impegno a non
incontrare il suo sguardo, mentre discuto con lui di alcune cose che
dovrebbe assolutamente fare, poi finalmente mi accorgo che
l’orario di lavoro è finito.
«Arrivederci!»
cinguetto, animatamente, saltando in
piedi e raccogliendo in fretta le mie cose.
Lo
guardo di sfuggita, e lo scopro con gli occhi che indugiano sulle
mie gambe.
Tra
me e me, non posso evitare di imprecare sonoramente contro quella
stupida gonna.
Saluto
di nuovo, dopodiché esco in tutta fretta.
L’aria
gelida della sera che mi invade i polmoni è
un toccasana.
Sono
ancora innervosita. Perché il Presidente ha il potere
di farmi sentire così stordita?
Okay,
no, non è un mistero. Lui è uno schianto
dalla testa ai piedi e i miei ormoni fanno i matti.
Diciamo
che è inutile negare che, almeno sul piano fisico,
sono terribilmente attratta da lui.
Mi
affretto sulla via, dato che manca pochissimo all’arrivo
di mia madre.
Arrivata
a casa, cerco di preparare qualcosa da mangiare, ma poi mi
ritrovo a gettare nel cestino tutto il contenuto bruciato della padella.
Insomma,
la mia scarsa capacità ai fornelli è
lampante.
Butto
tutto e risolvo la questione telefonando a una pizzeria.
Quando
sento trillare il campanello, ho appena posato le due pizze
calde sul tavolo.
Mi
pulisco le mani dalle briciole e corro ad aprire.
«Mamma!»
esclamo, lanciandomi ad abbracciare la
donna sulla soglia.
Lei
risponde alla stretta, poi domanda: «Perché
tutta quest’enfasi?»
Faccio
un gesto vago. «Non ci vediamo da
tanto…»
In
realtà, sospetto che l’enfasi sia dovuta al
sollievo di non doverle comunicare che sono una povera disoccupata
senza futuro.
Mia
madre, inconsapevole di quel che mi passa per la testa, mi sorride
e mi segue in casa.
«Linen,
sei la solita!» commenta mia madre, quando
nota cosa c’è per cena. «Quando
imparerai a cucinare?»
Mi
mordo un labbro. La risposta sincera probabilmente sarebbe
“mai”, ma borbotto qualcosa sul fatto che sono
rientrata tardi dal lavoro e non ho avuto il tempo di preparare
niente…
Come
previsto, alla parola “lavoro” mia madre
drizza le orecchie.
Forse
è inusuale, ma ha sempre trovato più
interessante la mia carriera della mia vita sentimentale –
non che sia strano, dato che la mia vita sentimentale è
pressoché inesistente.
Quando
le dico che sono stata assunta alla Capsule Corporation,
comunque, mia madre mi guarda con visibile orgoglio, e io sento che
quella fierezza mi scalda, riempiendomi di felicità.
Addento
un’altra fetta di pizza, e stavolta è
qualcos’altro a scottarmi, in maniera assai più
spiacevole.
«Ahi!»
Spalanco
gli occhi, ritrovandomi sul pavimento.
Ebbene,
forse dovrei cominciare a preoccuparmi: sono appena caduta dal
letto, cosa che non mi succedeva da quando avevo tre anni, immagino.
Mi
massaggio la testa dolente – devo aver preso una bella
zuccata – e mi lamento ad alta voce, alzandomi.
Mi
avvicino alla finestra, sbadigliando rumorosamente. Di fronte a casa
mia c’è una piccola piazzola… Spesso vi
vedo dei bambini che giocano, ma a quest’ora è
ancora deserta… O no. Guardo meglio, scorgendo una figura in
piedi ai margini dello spiazzo.
Pettinandomi
i capelli con una mano, mi dirigo in bagno, assonnata e
barcollante.
Quando
lavata, vestita e sfamata, esco di casa, la persona è
ancora lì.
Le
scocco un’occhiata curiosa, chiedendomi se stia aspettando
qualcuno, ma poi scrollo le spalle e affretto il passo.
Lungo
la strada, le piante hanno le foglie arrossate
dall’autunno.
Quando
giungo alla Capsule Corporation, sono in tremendo anticipo, e
questa è una cosa assolutamente fuori natura.
Tuttavia
sono di buonumore, e mi accomodo tranquillamente su una
panchina lì fuori.
Mi
metto a rileggere alcuni documenti, quando qualcuno si pone tra me e
il sole, creando una gran ombra.
Sbatto
le palpebre e alzo lo sguardo.
Una
donna è china su di me… Nonostante non sembri
truccata, è di una bellezza sfolgorante. Labbra simili in
tutto e per tutto a boccioli di rosa rossa, occhi socchiusi dalle
ciglia lunghissime, per non parlare del fisico snello e del seno
generoso…
«Ehm…
Mi scusi, potrebbe sposarsi?»
chiedo, tentando di essere più educata possibile.
Lei
mi rivolge un sorriso di scusa, scoprendo una fila di denti bianco
perla… Io ricambio il gesto, rassicurata, ma ogni traccia di
sorriso scompare dal mio volto – sostituito dallo stupore
– quando la donna si siede accanto a me.
«Lavori
per la Capsule Corporation?»
Annuisco
senza pensarci, l’attenzione ancora ai documenti che
ho in mano.
«E…
il presidente… Trunks Brief,
com’è?» aggiunge la donna.
Giro
un foglio. «Gentile e intelligente» rispondo,
noncurante. “E bellissimo” concludo mentalmente.
La
donna ride, una risata aperta e cristallina.
«No» mi corregge, quasi con dolcezza,
«non intendevo questo. Volevo dire: ha un bel
fisco?»
Alzo
gli occhi, a dir poco stupefatta, e mi sento arrossire.
«Ehm… Sì, eccome! Cioè,
volevo dire, sì… eh… forse frequenta
una palestra» farfuglio.
«Quindi
potrebbe essere un combattente» deduce la
donna.
Cosa?
«Combattente?»
ripeto, stranita dalla piega presa
da questa bizzarra conversazione.
«Nel
senso di ginnasta» precisa la donna, in tono
solare.
«Ah.
Be’, sì» mormoro, sempre
più rossa in viso.
Improvvisamente,
il mio disorientamento inizia a sfumare, sostituito da
una ben più ragionevole diffidenza. Cosa vuole, questa?
Fortunatamente,
lei sembra aver esaurito le curiosità,
difatti tace per qualche istante.
Poi,
però, mi porge di colpo la mano. «Piacere, io
sono Ice» dichiara, afferrando la mia.
«Linen»
dico, frastornata, rispondendo
più che altro per istinto.
La
donna mi rivolge un altro radioso sorriso di caramello.
Spazio dell’Autrice:
Eccomi ancora... devo pensare che sarebbe stato meglio se non fossi mai
tornata?! Spero di no...
Ora la pianto di blaterale e passo ai ringraziamenti/risposte alle
recensioni...
Winry90: quanto ti capisco... anche io vorrei essere al posto della
protagonista. Be’, i saiyan possono anche puzzare,
però Trunks non puzza di sicuro. Io direi che è
il tizio contro il quale ha sbattuto Linen ad avere un olfatto fuori
dal comune XD Certo che leggerò l’One Shot
lunghetta che farai u_u baci
cri92: certo che non mi dispiace se mi aggiungi ai preferiti, anzi!
(^0^) Eccoti accontentata, ora l’età di Linen si
sa, così come alcuni dati fisici. No, non è
andata a sbattere contro Vegeta (un po’ poteva sembrare lui,
ma non credo che avrebbe mai detto che i saiyan puzzano!).
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia ai preferiti:
cri92
Izanami
super vegetina
Ora scappo, vado a studiare quella cosa chiamata diritto!
(ç_______ç)
|
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Capitolo 4 *** Invito ***
Capitolo 4 – Invito
Lascio la mano di Ice, chiedendomi
in tutta serietà cosa mi
sia saltato in mente.
Okay
che sapendo solo il mio nome non può fare
granché, ma i miei genitori mi hanno ripetuto fin troppe
volte di non fidarmi degli estranei.
Però,
maledetti loro, mi hanno inculcato anche una solida
educazione… Per cui, così come mi viene di
riflesso rispondere quando qualcuno mi saluta, mi è
altrettanto istintivo presentarmi come ho fatto poco fa.
Guardo
nervosamente l’orologio… E penso che
è la prima volta che mi scopro così felice di
vedere che è giunta l’ora di andare a lavorare.
La
scusa perfetta per andarmene!
Mi
alzo, stringendo i fogli contro il petto come per farmene scudo.
«Buona
giornata a lei» dico, rigidamente, prima di
correre all’interno della Capsule Corporation.
Lì,
mi aspetta l’identica, gelida accoglienza da
parte della segretaria di tutti i giorno. Non posso negare che il suo
comportamento mi mandi un po’ in crisi. Si può
sapere cosa le ho fatto?!
Poi
ecco che arriva il Presidente, e almeno questa volta mi sembra
positivo il fatto che la sua presenza sembra spegnermi il cervello.
Mi
ritrovo a compilare documenti accanto a lui, ed è
talmente vicino che posso sentire il suo fiato sull’orecchio
sinistro… Riesco a percepire il suo calore ed oso a malapena
respirare.
Per
un istante, immagino di essere circondata dalle sue braccia, di
rannicchiarmi contro il suo petto… Mi irrigidisco di colpo.
Dende, Linen, stai ammattendo del tutto!
«Allora»
mi chiede il Presidente, ad un certo
punto, «dove lo annotiamo questo progetto?»
Si
sfrega stancamente le tempie, ma più di un importante
uomo d’affari sembra uno scolaro annoiato.
Per
quel che mi riguarda, ci vuole qualche istante perché la
mia mente registri la domanda che lui mi ha rivolto. Consapevole di
essere rimasta a fissarlo per un tempo esageratamente lungo, abbasso di
scatto gli occhi, con le guance in fiamme.
«Boh»
mi sento rispondere.
Ma
accidenti! La replica più stupida del mondo, non
c’è che dire!
Disperata
ed esasperata in ugual misura, clicco freneticamente sulla
tastiera del computer. «Ehm, in questa
cartella…»
Lui
scrolla le spalle e mi allunga un foglio. Per un istante, gli
sfioro le dita e ritiro di scatto la mano, ma in tal modo il documento
va a finire sul pavimento.
Sempre
più imbarazzata, mi eclisso sotto la scrivania per
recuperarlo.
Quando
riemergo, mi affretto a svolgere il mio lavoro con una dose in
più di solerzia, come se così potessi rimediare
alle mie terribili gaffe.
«Così
dovrebbe andar bene, Presidente»
dico alla fine.
Lui
scoppia a ridere. «Presidente?!» esclama.
«Ma dai! Chiamami Trunks!»
«D’accordo,
Presidente» mi sento
rispondere.
“Okay,
uccidetemi ora” penso, mentre lui si mette
nuovamente a ridere.
«Volevo
dire» mi correggo, in tutta fretta.
«Okay, Trunks».
Lui
mi sorride, ed io di colpo non mi sento più le gambe.
Pausa
pranzo.
Ringrazio
il mondo intero che esista.
Una
pausa dall’essere sotto gli occhi del Pres… di
Trunks.
Un
po’ di calma, per riordinare i miei pensieri.
Seduta
al bar, mangio di malavoglia un panino, e improvvisamente vedo
qualcuno avvicinarsi.
“Oh,
no!”
E
invece sì.
Quel
qualcuno si siede accanto a me. Quel qualcuno mi rivolge un
sorriso.
Quel
qualcuno è Ice.
Borbotto
un «Ciao» e subito me ne pento.
Sarebbe
stato meglio – mille volte meglio – un
“buongiorno” più formale, ma oramai la
frittata è fatta.
«Ciao!»
replica lei, allegramente.
Affondo
i denti nel mio panino, così da avere una scusa per
non rispondere.
«Come
va col presidente?»
A
quelle parole, il boccone mi va di traverso, e mi metto a tossire
come se stessi soffocando.
Quando
riesco a riprendermi, tutto ciò che mi esce dalle
labbra è uno strozzato: «Che cosa?!»
Ice
ripete la domanda, impassibile. «Hai chiesto se fa
palestra?»
«Perché
dovrei chiedergli se fa
palestra?» esclamo, a dir poco frastornata.
Lei
fa spallucce. «Tanto per parlarci» sostiene.
«E
perché…»
No,
un attimo! Perché sono qui a parlare con questa qui?!
Non la conosco nemmeno, per l’amor del cielo!
«Sì?»
incalza Ice, sfoderando un nuovo
sorriso.
Non
so se essere allibita o innervosirmi. Neanche lei mi conosce,
dopotutto… Non potrebbe evitare di guardarmi come se fossimo
amiche del cuore?
«Niente»
dico, tornando al panino.
Lo
preferisco di gran lunga, soprattutto perché è
meno loquace.
Purtroppo,
però, lo finisco in pochi morsi e rialzo
riluttante lo sguardo su Ice.
Lei
si passa una mano tra quei suoi boccoli castano ramato.
«Sai, per caso, il nome del padre di Trunks Brief?»
Certo,
come no. Come se fosse compito di ogni segretaria, conoscere il
nome dei genitori del suo datore di lavoro.
Mi
sento improvvisamente combattuta tra il disagio e
l’irritazione, visto che Ice mi sta fissando come se il mio
compito fosse quello di dirle un segreto all’orecchio.
«Mi
piacerebbe saperlo» aggiunge lei, con voce
flautata. «Mi piacerebbe davvero».
Da
parte mia, inizio ad inquietarmi.
«Sai
se è Vegeta?» domanda.
Scrollo
le spalle. «Non lo so» rispondo, seccamente.
«Un
tipo con gli occhi scuri, capelli
neri…» insiste lei.
«Non
l’ho mai visto!»
Oh
cavolo.
Ho
urlato di brutto.
Guardo
imbarazzata verso quel paio di persone che si sono girate verso
di noi, e loro distolgono lo sguardo.
«Wow»
commenta Ice, con noncuranza. «Per
urlare, hai urlato».
Già,
e indovina di chi è la colpa.
Improvvisamente,
vorrei solo dirle di lasciarmi in pace…
D’altro canto, ha ragione: ho gridato di brutto, ed
è strano. Forse parlare di Trunks mi innervosisce
più di quanto sia lecito.
«Credo
che la tua pausa sia finita» osserva Ice,
con una strana delicatezza.
Sobbalzo
e guardo l’orologio, scoprendo frastornata che ha
perfettamente ragione.
Tempo
pochi minuti, e sono di nuovo al lavoro.
Trunks
mi osserva per tutto il tragitto dalla porta alla sedia accanto
a lui con i suoi occhi da brivido.
Mi
accomodo desiderando di sprofondarci, in quella sedia. Cosa che,
purtroppo, non accade.
Aspettando
alcuni documenti, fissiamo in direzioni completamente
opposte, e il silenzio si fa orrendamente opprimente.
Di
colpo, decido di prendere l’iniziativa e di spezzarlo.
«Ehm,
Trunks, mi chiedevo… Tu fai sport?»
Oh,
magnifico, sono a cavallo! Ora gli do pure del
“tu”.
Lui,
però, non ne sembra affatto contrariato.
«Pratico
Arti Marziali» risponde, disinvolto.
Corruga la fronte, e per un istante prende l’aspetto di un
bambino corrucciato. «A dire il vero mi annoia, ma se non mi
alleno almeno una volta alla settimana mio padre trova da
ridire».
«Lui
è un combattente?» chiedo, senza
riuscire ad evitare che mi scappi un sorriso.
«Già»
annuisce Trunks. «Si
chiama Vegeta… E diciamo che combattere è quasi
la sua ragione di vita».
Ride.
Ha
una bella risata, che mi causa una cascata di brividi.
Però
c’è anche un’altra
questione che mi dà la pelle d’oca. Ice aveva
ragione: non solo sul nome del padre di Trunks, ma persino quando mi ha
suggerito di chiedergli se faceva sport.
Ne
è uscito un bel discorsetto, praticamente il
più lungo che io abbia mai tenuto con lui.
La
cosa mi sorprende parecchio… Come se, anche se non la
conosco, la mia mente sia dell’opinione che da Ice possano
derivare solo guai.
E
invece no, mi è stata d’aiuto.
«Mia
sorella Bra» continua Trunks, divertito,
«a volte riesce a trascinarlo a far compere, ed è
uno spettacolo».
Sembra
che gli piaccia, parlare di suo padre…
Mi
viene da sorridere e arrossire insieme. «Cosa fai nel
tempo libero?» mi sento domandare, con
l’impressione che la mia lingua agisca autonomamente.
Non
sarà un quesito troppo personale?
«Be’,
cerco di trascorrerlo con Goten. È
il mio migliore amico da quando eravamo piccolissimi» spiega,
«ed abita sul monte Paoz».
«Caspita»
mi lascio sfuggire, ironica,
«è proprio dietro l’angolo!»
Per
tutta risposta, Trunks si mette a ridere.
Un
piacevole calore mi invade… Non ci credo: ho fatto una
battuta davanti a Trunks. Una battuta. E lui ha riso.
Mi
poggia una mano sulla spalla, e a quel contatto è come se
la mia pelle andasse in fiamme.
O
forse sto per svenire.
Fortunatamente,
la scosta poco dopo.
«Ehi,
ti va di venire a pranzo da me, domani?» mi
chiede, guardandomi negli occhi.
Subito,
la mia mente prende in analisi un centinaio di motivi per
rifiutare, ma le mie labbra vanno per conto proprio, e rispondono di
sì.
Spazio dell’Autrice:
Ed eccomi qua!
Izanami: Ecco il prossimo capitolo ^^ Ti ringrazio
davvero per i
complimenti!
E – ahi, ahi – sto perdendo recensioni, ma spero
che i lettori ci siano ancora (speranza vana XD).
Alla prossima!
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Capitolo 5 *** Specialmente sera ***
Capitolo 5 – Specialmente
sera
Sono una stupida. Una cretina. Una
totale idiota.
Un’imbecille.
E
c’è da dire che ho un sacco di stima per me
stessa, oltretutto.
«Qualcosa
non va?»
Al
suono innocente di quella domanda, per poco non mi faccio scappare
un gemito.
No…
Ancora…
Mi
volto, e non sono per niente sorpresa di ritrovarmi davanti Ice. Ice
che è tanto bella da essere un pugno nello stomaco della mia
bassa autostima. Ice che mi guarda e mi sorride.
«Può
darsi» rispondo, rigida,
«ma non ti riguarda».
Lei
non è per nulla infastidita dal mio tono irritato, e si
siede accanto a me.
«Allora?
Il bel presidente fa ginnastica?»
Provo
l’impulso di reagire come una bambina offesa,
perciò tiro due bei respiri profondi e conto sino a dieci.
Mia
madre sarebbe fiera di me. Mi ha inculcato la buona educazione
così efficacemente che l’idea di rispondere male
alla mia stalker personale m’imbarazza.
«Sì»
dico, «pratica Arti
Marziali».
Ice
arriccia le labbra. «Non la trovo una bella
occupazione». Mi guarda e fa un sorriso che non riesco a
capire, ma che mi mette profondamente a disagio e mi infastidisce
terribilmente. «Sai, io sono pacifista».
Per
poco non mi ritraggo davanti all’assurdità di
quella dichiarazione.
“Va
bene” penso, “e io sono Biancaneve,
già che ci siamo”.
Non
vorrei avanzare giudizi affrettati, ma Ice ha tutta
l’aria della donna che si azzuffa almeno una volta al giorno
in tre negozi d’abbigliamento diversi.
Ma
cerco di respingere il pensiero, prima che l’immagine di
Ice che strangola un commesso si imponga con troppa prepotenza nella
mia mente.
«Ora
dovrei andare al lavoro» dico. «Mi
dispiace».
Okay,
queste ultime due parole sono una bugia fatta e finita.
A
quanto pare, mi imbarazza sì risponderle male, ma non mi
faccio problemi a mentirle. Forse mia madre non sarebbe poi
così fiera.
Ice,
comunque, si scosta, così da permettermi di passare
senza problemi.
«Ci
si vede» dice, col suo solito sorriso.
Dal
canto mio, spero di non incontrarla mai più.
Se
non fosse assurdo, direi quasi che mi fa paura.
Non
appena entro nello studio di Trunks, lui mi si piazza davanti.
«Ciao»
mi saluta, sorridendo.
Ecco:
prima i sorrisi enigmatici di Ice, poi quelli splendidi del
Presidente.
Rispondo
timidamente, e mi domando se le gambe reggeranno.
«Allora
stasera vieni…» accenna Trunks.
Io
annuisco, con la gola completamente secca.
In
questo momento, vorrei proprio prendere i miei ormoni, uno per uno,
e cacciarli fuori dal mio corpo.
«Ti
passo a prendere?» chiede Trunks.
Come
no! Ci manca solo che veda la confusione che ho in casa!
Scuoto
la testa. «No, grazie» dico, in un soffio,
arrossendo ancora di più.
«Ah,
okay» mormora lui, abbassando riluttante lo
sguardo su alcuni documenti.
Io
lo imito. E accidenti, ho il cuore a mille.
Il
foglio che ho sotto gli occhi parla di imposte da versare a non so
chi, ma non riesco a concentrarmi.
Mi
chiedo solo perché, in nome di tutti gli dèi
del cielo, Trunks debba essere così dannatamente bello.
Il costo dei suoi occhi blu…
Ehm. No, decisamente non
può esserci scritto questo. Provo a rileggere, ma il cuore
mi rimbomba nelle orecchie.
Dopo
un po’, mi rendo conto di aver letto la stessa riga per
più di dieci volte. Senza comprenderne affatto il
significato, tra l’altro.
Così,
decido di lasciar perdere.
Accendo
il portatile, procedendo a smistare la posta elettronica
dell’azienda.
Mi
sento strana, come se volessi piangere… Io sono sempre
stata brava, nel mio lavoro, è una delle cose di cui andavo
più fiera. E adesso, basta avere questo ragazzo nei dintorni
e non capisco più niente.
Mi
sento confusa, come se qualcuno mi avesse umiliato.
«Uhm,
il presidente della ParCorp ha scritto?»
domanda Trunks, sbirciando dalla mia spalla.
Mi
volto di scatto. «Sì» rispondo.
Il
Presidente scribacchia qualcosa su un foglietto, quindi mi detta una
mail di risposta.
Ascoltando
la sua voce – così bella, pacata e
dolce – mi consolo, e mi calmo.
Le
ore sembrano non finire mai.
Evito
di scendere alla pausa pranzo… Perché
sì, sto evitando Ice – è
così evidente?
Poi,
ecco, l’orario di lavoro finisce sul serio, e io
raccolgo le mie cose con mani tremanti, per poi dirigermi verso la
porta.
«A
stasera, Linen» mi saluta Trunks.
Mi
volto verso di lui. «A stasera» biascico, prima
di scappar via.
No.
No, accidenti! N-o.
Scarto
l’ennesimo vestito, con più furia del
necessario.
Ma
cosa diamine mi è saltato in mente?! Perché ho
accettato l’invito del mio capo? Devo essere ammattita del
tutto.
Fisso
sconfortata la montagna di vestiti che si sta accumulando sul
letto.
Nota
per me: il prossimo pomeriggio libero dovrà essere
dedicato al rinnovamento del mio guardaroba.
O
forse, dovrei solo imparare ad accontentarmi. Ogni abito mi sembra o
ridicolo, o brutto, o infantile, o inadatto.
«Ora
basta!» esclamo.
Afferro
un paio di jeans grigi con qualche ricamo sulle tasche, poi
piglio una maglietta verde scuro – non troppo elegante, non
troppo casual – e una felpa a strisce verdi e rosa spento.
Può
andare.
In
quanto alle scarpe, temo dovrò accontentarmi di quelle da
ginnastica, dato che i miei stivali si sono distrutti qualche mese fa
– un incidente increscioso, davvero.
Solo
quando sono già per strada mi viene in mente che avrei
dovuto portare qualcosa per la madre del Presidente, dato che
sarà lei a preparare la cena.
Ora,
però, è troppo tardi.
Perfetto:
farò anche la figura della maleducata.
Quel
pensiero, unito alla prospettiva di rivedere Trunks per una cena
informale, mi agita da morire. Perciò, per quanto stia
rabbrividendo e abbia una giacca sotto il braccio, non oso infilarmela:
ho troppa paura di sudare.
Poi,
finalmente, ecco la forma famigliare della Capsule Corporation.
Perfetto,
mi è appena finito il cuore in gola.
Quando
mi avvicino, scopro che Trunks mi sta aspettando di fronte al
cancello. «Ciao» mi saluta, con un sorriso
smagliante.
È
così schifosamente bello, perfettamente a suo
agio in un paio di jeans e in una maglietta a maniche corte, che riesco
a malapena a formulare una risposta intelligibile.
«Prego,
entra» mi invita lui, tendendomi il braccio.
Avvampo
e faccio finta di non averlo visto. Ci manca solo il contatto
fisico, per uccidere definitivamente ogni traccia del mio autocontrollo.
Il
ragazzo mi lancia un’occhiata, ma non dice nulla,
facendomi strada.
Dal
canto mio, mi assicuro che tra noi ci sia una certa distanza di
sicurezza.
Non
si sa mai.
Sulla
soglia, mi accoglie una donna dai capelli azzurri, con lo stesso
colore d’occhi di Trunks.
Sua
madre. Ovviamente.
Lei
mi saluta con calore: «Piacere, io sono Bulma, la madre
di Trunks».
Mi
stringe energicamente la mano, mentre io tiro fuori a fatica il mio
nome.
I
due Brief mi fanno strada sino alla cucina, e io vorrei decapitarmi.
In quanto a timidezza, mi sto comportando come una bambina di
quattordici anni.
Poco
dopo, fa il suo ingresso una ragazzina che sembra la copia giovane
di Bulma. Indossa una maglietta rossa e un paio di pantaloncini dello
stesso colore.
«Ciao!»
«Ciao!»
rispondo, accennando un sorriso.
Almeno
con lei non mi sento in imbarazzo. Sfido chiunque a sentirsi in
imbarazzo, del resto: avrà sì e no tredici anni.
Trunks
si occupa delle presentazioni: «Bra, lei è
Linen, Linen, questa è mia sorella Bra».
Sorrido
più apertamente alla ragazzina.
A
questo punto, fa il suo ingresso quello che dovrebbe essere il padre
di Trunks. Andatura indifferente, occhi penetranti, capelli neri assai
originali…
«Vegeta,
questa è Linen, la ragazza di cui ci ha
parlato Trunks» interviene Bulma, spingendomi verso il marito.
Va
be’ che a me sarebbe andato a genio anche passare
inosservata, ma… Un attimo! Trunks ha parlato di me ai suoi
genitori? In che termini?
Mi
riscuoto, rendendomi conto che avrei potuto fare a meno di
preoccuparmi di Vegeta: lui mi degna appena di uno sguardo, andandosi a
sedere al tavolo.
«Papà!»
squittisce Bra, correndo da lui.
L’uomo
ruota appena gli occhi verso la ragazzina, poi passa
ad ignorarla.
Io,
però, faccio in tempo a notare qualcosa che somiglia
molto – moltissimo, oserei dire – ad imbarazzo.
Questo mi rassicura: allora è un essere umano, dopotutto.
«Su,
accomodati» mi invita Bulma, piena di
sollecitudine.
Mi
siedo al posto che lei mi indica. Guarda caso, mi hanno messa vicino
a Trunks.
Cerco
di tranquillizzarmi, dicendomi che averlo di fronte sarebbe molto
peggio.
Ed
ecco che Bulma serve la prima portata.
Io
ho i nervi tesissimi per via della vicinanza con Trunks, ed
è una situazione un po’ logorante.
Per
fortuna, la conversazione mi distrae un poco. Parliamo un
po’ dell’azienda, e di altre cose del genere.
Nulla
di troppo personale, insomma.
Bra
è vivacissima, e rivolge numerosi sorrisi a Vegeta. Solo
in quei momenti, con la figlia che lo guarda, l’uomo non
sembra una divinità irraggiungibile.
L’imbarazzo
filtra dalla sua espressione, attraverso il suo
usuale cipiglio fiero ed impenetrabile.
In
quanto a me… ho le guance in fiamme, calde come gli
squisiti piatti serviti da Bulma.
Più
ascolto Trunks parlare, infatti, più lo
ascolto scherzare e lo vedo sorridere, più mi accorgo di
quanto mi piaccia. Ed è un sentimento che trascende il piano
fisico, e ciò vuol dire che mi sto cacciando nei guai.
Il
ragazzo, da parte sua, non mi facilita certo le cose. Durante il
pasto, mi riempie di attenzioni: continua a chiedermi se voglio
qualcos’altro o se sono a posto, se mi va un po’
d’acqua.
E
sorride.
Sorride
tantissimo.
Ad
un certo punto, noto il suo grande appetito, molto simile a quello
di suo padre.
Con
un’occhiata a Bra, noto che nemmeno lei scherza,
nonostante la sua figurina snella.
A
fine pasto, aiuto Bulma a sparecchiare, e lei mi ringrazia
calorosamente.
Quando
arrossisco, non ci faccio più neanche caso. Ormai
sembra essere un’abitudine. «Ma di
niente» mi schermisco, «sono io che la devo
ringraziare per il disturbo!»
«Nessun
disturbo» mi assicura lei. «Come
sei venuta sin qui?» mi domanda poi.
Io
scrollo le spalle. «A piedi».
Al
ché, lei si volta verso Trunks, che sta passando una
spugna umida sulla tavola. «Trunks!» esclama.
«Non potresti portare Linen a casa?»
Manco
a dirlo, arrossisco ancor di più. «Ma
no» dico, «non è necessario».
«Non
c’è problema» sostiene la
voce calda di Trunks. Il ragazzo si avvicina – io mi volto, e
me lo trovo a pochi centimetri di distanza. «Sarà
un piacere».
Sorride.
«Potrei
anche portarti a fare un giro, prima. Domani non
c’è lavoro».
Giusto.
Quindi non ho neanche la scusa del domani-devo-lavorare.
Quando
sono pronta per andar via, Bra mi saluta sorridendo, imitata da
Bulma, la quale mi schiocca anche due calorosi baci sulle guance.
Vegeta, dal canto suo, si limita a mugugnare qualcosa.
Trunks
ha la brillante idea di mettermi una mano sulla spalla.
Il
braccio mi s’informicola tutto. Ho freddo, caldo, freddo,
poi di nuovo caldo.
«Andiamo,
allora».
Insieme,
usciamo nell’aria fresca della notte.
Io
cerco di pensare a qualcosa da dire, ma ho il cervello in tilt.
O
almeno credo, non riesco bene a capirlo. Forse… Okay, sono
in tilt.
«Dove
ti piacerebbe andare?» chiede Trunks.
“A
casa” penso immediatamente. Non è un
pensiero molto convinto, però.
Io
mi stringo nelle spalle. «Per me è
indifferente».
E
mi odio per la banalità della mia risposta.
«Sarebbe
bello andare in collina» dice il ragazzo.
In
collina?
«Già»
convengo, «peccato che
sia così lontano…» Mi ritrovo ad alzare
gli occhi al cielo, con una certa nostalgia.
Passeggiamo
per la città, camminando fianco a fianco.
A
parte qualche air-car, non c’è nessuno nei
paraggi.
Dopo
un po’, iniziamo a parlare. Parliamo un po’ di
tutto: della nostra infanzia, dei nostri cibi preferiti – la
lista di Trunks è spaventosamente lunga –, delle
cose per cui non siamo portati – il mio elenco è
deprimente – e dei sogni che avevamo da bambini.
Inizio
a rilassarmi e a divertirmi sinceramente, e proprio a quel punto
arriviamo davanti a casa mia.
«A
dopodomani» saluto, la chiave già
nella toppa.
Lui
mi afferra un braccio, facendomi sobbalzare.
Per
un istante, mi guarda negli occhi, poi si abbassa per baciarmi
sulla guancia.
Quando
si tira indietro, lo fisso ad occhi sgranati, e lui sorride.
«Ci si vede» sussurra.
Si
gira e si allontana, ma si volta verso di me un paio di volte.
Io
non faccio nulla. Resto immobile e basta.
È
sciocco, forse, è stato solo un bacio sulla
guancia… Ma quando non vedo più Trunks, alzo il
braccio con fare titubante e mi tocco il viso. Nel punto dove, poco fa,
si sono posate le labbra calde del Presidente.
Hello everybody!
Scusate se il capitolo ci ha messo un
po’ ad arrivare, ma la scuola è
tremenda… Devo confessare che questo capitolo non mi convince
molto... Spero solo di sbagliarmi...
Winry90: sono d’accordo con te. Ice è piuttosto
invadente, non è per nulla la simpatia in persona u_u Thank
you^^ (ecco che succede a frequentare il liceo linguistico…
a momenti parlo più francese e inglese che italiano -.-).
Non preoccuparti, scommetto che ce la farai a scrivere la tua fiction!
Ricorda che l’aspetto u_u Baci
Fede8755: grazie ^0^ sono felice che ti appassioni… aspetto
di sapere che pensi anche del seguito…
Carol2112: sono contenta che ti siano piaciute le descrizioni che ho
pensato di inserire (grazie anche per avermelo consigliato nella scorsa
recensione!). Il fatto è che scrivere al presente in prima
persona è piuttosto nuovo per me, e questo tipo di scrittura
mi fa venire più spontaneo descrivere le emozioni della
protagonista piuttosto che soffermarmi sui particolari che la
circondano. Però tenterò di non far mancare
qualche descrizione ^_- Neanche io ho mai capito bene la storia di
Brief… o Briefs, quindi sono d’accordo con te, a
chiamarlo Trunks si fa meno casino XD! Sono felicissima di essere
riuscita ad appassionarti. Hai ragione, Trunks e Goten sono mitici!
(Nonostante il mio personaggio preferito in assoluto sia Trunks del
futuro… va be’, non c’entra molto
^^”). Già, hai ragione, andremo avanti a scrivere
lo stesso! Grazie per la recensione, non scusarti per la lunghezza,
è una cosa positiva!!! Baci *-*
Grazie mille a carol2112 che ha aggiunto il racconto tra i preferiti!
Un abbraccio,
Pepe^^
|
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Capitolo 6 *** La fine di un sogno ***
Capitolo
6 – La fine
di un sogno
Fisso il soffitto, spaparanzata sul letto. Non mi muovo, se non per
allungare occasionalmente le dita a sfiorarmi il punto dove ho sentito
poggiare le labbra fresche di Trunks.
Non riesco a pensare a nulla. Guardo il soffitto e basta.
Poi d’un tratto il telefono prende a squillare. Allungo la
mano e, senza staccare gli occhi dal tetto, rispondo.
“Pronto?”
“Pronto, Linen, sono io!”
“Ciao mamma” saluto, assente.
“Tesoro, ti va di venire a fare un giro in centro?”
chiede lei.
“A dire il vero non tanto” mormoro. “E
poi” aggiungo, incrociando le gambe, gli occhi fissi sulla
lampada, “sono ancora a letto”.
“Come?! Va tutto bene?”
“Sì sì, benissimo” replico
distratta.
“Ma non avrai intenzione di passare tutto il pomeriggio
chiusa in casa!”
“Perché no?” chiedo, cadendo dalle
nuvole.
La sento sospirare. “Va bene, fai come vuoi. Dopotutto
è il tuo giorno libero”.
“Già. Ciao, mamma”.
Metto a posto il telefono.
Poi torno, immobile, a guardare il soffitto.
Mastico lentamente un pezzo di pizza fredda. Mi ha baciata. Il
Presidente, Trunks, mi ha baciata!!!
Okay, forse sto facendo troppe storie per un bacio sulla guancia, ma...
Mi ha baciata!
Lui a baciato me.
Io sono stata baciata da lui.
Tendo le dita verso quel punto, nuovamente. Dende, non è
possibile, sto sognando.
È un sogno.
Be’, se suona la sveglia, giuro che la rottamo.
No, un attimo, sto iniziando a delirare. Okay, Linen, calmati.
In fondo cosa è accaduto? Hai semplicemente ricevuto un
bacio (un meraviglioso bacio) sulla guancia, Linen, su una guancia, da
un ragazzo estremamente carino, intelligente, dolce…
Mi dirigo in camera, dando un taglio alla bufera di pensieri che mi si
agita nella mente.
Il giorno dopo sono semplicemente agitata e ansiosa. Mi sistemo il
completo e non posso fare a meno di ribadire quell’opinione:
odio le gonne.
Quando arrivo scorgo, naturalmente, la solita persona. Ice. Gemo
sottovoce. Ma dopotutto sarebbe stato tutto troppo bello se non ci
fosse stata lei.
“Allora, che novità ci sono?” domanda,
avvicinandosi.
“Affari miei” replico. Ma perché non se
ne va?
Lei mi guarda sorridendo amichevolmente. “Avevo ragione? Si
chiama Vegeta il padre del presidente?” Annuisco
distrattamente. “Ha i capelli scuri e gli occhi
scuri?” torna all’attacco Ice.
“Capigliatura strana?” Uffa, ma non sta mai zitta
questa?
“Sì, è proprio
così” mi sento rispondere. Cavolo, ma dove ce
l’ho la testa? Perché ho confermato?
Affretto il passo, ma Ice non si scoraggia, e mi tiene dietro.
“L’hai incontrato?”
La ignoro. Sì, ci sono!
Entro nella Capsule Corporation e saluto la mia
“amica”.
Sospiro sollevata. Ce l’ho fatta…
Corro sino allo studio di Trunks. Lui è già
lì. “Ciao, tutto bene?”
Annuisco, senza fiato.
“È stato bello ieri…” butta
lì lui, guardandomi. Sento il sangue affluire
prepotentemente al viso. “Anche per me” concordo
piano.
Lui sorride e mi indica la sedia al proprio fianco.
Mi avvicino, andando a sedermi accanto al Presidente.
Mentre è chino a completare un foglio, lo osservo. I capelli
lilla gli cadono distrattamente sul viso, ma non sembrano dargli
fastidio. I suoi occhi azzurri sono brillanti e attenti.
Una sensazione si fa largo prepotentemente nella mia mente, nel mio
corpo. Lo amo.
Lo so dalla prima volta che l’ho visto, ma non l’ho
mai ammesso, perché è una parola grossa.
Arrossisco e chino gli occhi su un documento.
“Sei sicura di voler restare? Io me ne vado ora, e in teoria
puoi farlo anche tu”.
“Certo, non c’è problema”
rispondo, “finisco solo di riordinare questi”.
Faccio cenno ai documenti che ho davanti.
Trunks mi sorride, poi si volta per andarsene.
Io ci metto poco a catalogare quei fogli, indosso la giacca ed esco
dall’ufficio. Vengo intercettata da una segretaria. La
riconosco subito. Capelli corvini, occhi severi. È quella
che mi ha riservato sin dalla mia prima giornata di lavoro un
trattamento altezzoso.
Mi spinge contro il muro, ignorando le mie proteste. “Che
è successo?” mi chiede.
La fisso sbalordita. Possibile che improvvisamente miliardi di persone
(okay, solo due: questa e Ice) si interessino alla mia vita e mi
riempiano di domande?
“Il presidente ti ha invitata a casa sua e poi ti ha baciata
sulla guancia?”
La richiesta mi spiazza. Come fa a saperlo?
“Ma… come…” provo a dire.
Lei alza gli occhi al cielo. “È il
solito” sbuffa. Io la guardo, stranita. Non ho capito dove
voglia arrivare, ma le sue parole mi hanno ferita.
“Senti, ragazzina” mi apostrofa, “non
metterti in testa strane idee, sia chiaro”.
Alzo il mento e la guardo male. “Oh, non fare quella faccia.
E non credere che il presidente possa provare qualcosa per
te”.
Mi mordo il labbro e la fisso con rabbia, mentre un nodo mi stringe la
gola. “E tu che ne sai?” urlo.
Lei mi squadra sprezzante. “Sei dura di comprendonio, eh?
Allora cambio modo di spiegare: Trunks Brief è mio, non me
lo farò certo portare via da una marmocchia che si crede
chissà che per il solo fatto di aver ottenuto lavoro
facilmente”.
Capisco in un lampo: ecco perché era odiosa con me!
Perché ambiva il Presidente!
“E non ho finito: mi spiace dirtelo, ma lui ama me. Presente?
Me. Non te. Me. Siamo fidanzati”.
Respiro piano. Poi afferro il senso di ciò che ha
dichiarato, e mi sento malissimo. Stupido Trunks, sei proprio uno
stupido. Le lacrime rischiano di sfuggire al mio controllo. Le
trattengo.
Poi spingo lontano quella. E corro, corro via, corro fuori.
Urto qualche persona, qualcuno protesta. Ignoro tutti e corro, la vista
appannata dalle lacrime.
Corro sino a che le gambe mi dolgono talmente tanto da tremare, e
allora mi fermo. Ansimante, mi guardo attorno con le guance rigate di
lacrime. Mi dico che Trunks non può avermi illusa
così, lui me lo avrebbe detto di essere fidanzato! Poi
però mi sento malissimo. Ciò che ha detto lei
deve essere vero sul serio... altrimenti come avrebbe potuto sapere non
solo della cena ma addirittura del bacio?!
Mi siedo qui, sul marciapiede, ingombro di foglie secche.
La sveglia ha suonato. Ma non ho proprio la forza di romperla.
Okay, so cosa state pensando.
Ehmbé, ci lasci così?!?!?!?!?! Esatto. Ma
prometto che aggiornerò presto.
Winry90: Io fra qualche anno avrò da mischiare pure lo
spagnolo! (Tedesco no, non l’ho mai studiato). Lo so, non era
un bacio proprio bacio, ma… ehm, chissà (lo so,
sono bastarda a far così ç_ç). Non
preoccuparti, il blocco lo supererai! Anch’io sto combattendo
contro un mio blocco… non riesco a continuare una mia
ff… vabbe’ -.- la passeremo.
Carol2112: Hai ragione, Vegeta non è indifferente nemmeno a
Bulma (né a Trunks U_U) ma in quel momento l’unica
non assorbita a fare gli onori di casa a Linen era Bra, e quindi Vegeta
si è subito lei XD Hai ragione, il migliore è
Trunks del futuro (*__*). Nel GT l’hanno rovinato
ç___ç A proposito, ho appena scoperto che la
storia che sto leggendo è tua! Quella “La figlia
di Vegeta”, mi ha proprio presa, è davvero bella^^
Solo che sono indietrissimo >////> però
carinissima Shampoo che abbraccia Trunks perché lui
l’aveva confortata in quel modo… sono proprio come
fratelli. Ok, sto dilungando da morire! Grazie per
l’incoraggiamento e la recensione lunga *_*
fede8755: Grazie mille, spero che continui a piacerti ^_-
Bacioni a tutti,
Pepesale
|
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Capitolo 7 *** Parole in gola ***
Capitolo
7 – Parole in gola
Sto malissimo. Mi fa male tutto, credo.
Non oso pensare a Trunks, è tutto troppo brutto. Come
può essere fidanzato con quella? Piango, piango ancora, mi
fanno male i denti, mi bruciano gli occhi.
Poi mi alzo, barcollo in bagno. Mi lavo la faccia con l’acqua
fredda. Poi mi guardo allo specchio. Ho il viso bagnato, le ciglia
fradice, ma è comunque inequivocabile il fatto che io abbia
pianto. Gli occhi sono arrossati e un po’ gonfi. Soffocando
un singhiozzo, affondo la faccia nell’asciugamano.
Dopo un lasso di tempo che mi pare interminabile rialzo gli occhi.
Okay, Trunks Brief, sono pronta per tornare al lavoro. Il nodo mi si
stringe ancora alla gola. Nascondo nuovamente il viso nella salvietta.
Ancora qualche minuto e sarò pronta…
Poi mi faccio coraggio e, dopo circa un’ora, esco di casa.
Sì. Ce l’ho fatta, sto andando alla Capsule
Corporation. Piagnucolo nervosamente qualcosa, ma poi mi costringo a
proseguire.
Sto scendendo dal marciapiede quando per un pelo non vado a finire
contro un uomo. Lo scanso all’ultimo momento. Sbattendo
frastornata le palpebre, lo fisso. Spalle possenti, mento
sfuggente… Mi sembra di averlo già
visto… qualcosa scatta. Ma sì! Una volta ci sono
andata a sbattere contro! Anzi, a dirla tutta lui mi aveva sbattuto
contro… già, mi aveva anche fatta cadere. E poi
mi aveva accusata di puzzare.
Automaticamente guardo il catalogo che tiene in mano. Ho appena il
tempo di rendermi conto, sgomenta, che ci sono foto di Trunks, di sua
sorella Bra e di suo padre Vegeta, che lui lo chiude seccamente,
voltandosi a guardarmi.
Sobbalzo e indietreggio di qualche passo. Lui mi fissa per un attimo,
poi perde ogni interesse, e si volta in un’altra direzione.
‘Accidenti, questo sì che è
strambo!’
Lo sto ancora pensando quando mi accorgo di essere arrivata davanti
alla Capsule Corporation. Sento un nodo allo stomaco.
“Ehi, Linen!” Ci mancava solo questa.
Ice mi corre incontro, i capelli pettinati, come al solito, in modo
impeccabile. Mi sorride, poi sbatte gli occhi e chiede: “Ma
stai poco bene? Sei pallida…”
Scuoto decisa la testa. “Sto benissimo” borbotto.
Lei si porta le mani alla bocca. “Non dirmi che è
successo qualcosa col presidente…”
Esplodo: “Anche se fosse accaduto qualcosa tra me e il
Presidente, NON LO VERREI CERTO A DIRE A TE!” Furente, mi
volto e entro di corsa nell’azienda, lasciandomi alle spalle
una stupefatta Ice.
Col respiro affannoso, mi guardo attorno. E il coraggio crolla. Come
faccio a lavorare ogni giorno con il Presidente? Stringo i denti. Eh,
no, proprio ora che ho trovato occupazione nell’azienda
più celebre del mondo, non permetterò a nessuno
di portarmelo via! Nemmeno per questioni amorose! ‘Sei una
stupida’ mi ripeto mentalmente un po’ di volte.
Poi entro nell’ascensore. Tiro un respiro profondo e premo il
pulsante. Chiudo gli occhi. Sarò dura e indifferente, dura e
indifferente, dura e indifferente. Oddende, sono già
arrivata!
Entro nello studio col cuore in gola. Il Presidente è
già lì.
Il mio stomaco fa una capriola dolorosa.
“Ciao” mi saluta lui, sorridendomi. Io rimango
bloccata sulla soglia. Come diavolo posso essere indifferente nei suoi
confronti se un suo saluto mi manda nel panico?
Vado a sedermi, le gambe tremanti.
Non gli rivolgo la parola per tutto il tempo, nonostante ogni volta che
incontro i suoi occhi mi venga voglia di piangere.
È passato quasi tutto l’orario di lavoro quando
lui prende di nuovo la parola: “Tutto bene?”
‘No che non va tutto bene, scemo!’ Stringo le
labbra per trattenere le lacrime e non rispondo, girando la testa
dall’altra parte.
Lui mi afferra delicatamente per il braccio, costringendomi a
guardarlo. “Posso sapere cosa è successo?
Perché non mi parli?” chiede, accorato.
No, stupide lacrime, non provate nemmeno a cadere! Mi mordo la lingua,
sbattendo freneticamente le palpebre.
Poi, di colpo, mi sento arrabbiata. “Lo sai benissimo cosa
c’è!” esclamo, furente.
Lui sobbalza. “Perché mi hai baciato, Trunks,
perché mi hai invitato a cena, perché mi hai
illusa?” chiedo, faticando per non piangere. Mi alzo di
scatto. “Io ci credevo!” esclamo.
Lui prova ad afferrarmi la mano, ma mi scosto bruscamente.
“Perché non mi hai detto che c’era
qualcosa tra te e la tua mora?!” sbotto, poi scappo via.
Corro ancora, come ho fatto ieri, corro talmente forte che gli occhi mi
lacrimano. Allora, quando inizio a piangere sul serio, non me ne rendo
conto subito.
A casa, mi butto sul letto.
Il Presidente prova a chiamare dieci volte, e alla fine stacco il
telefono, frustrata.
Poi, quando è ormai sera, se non notte, mi rendo conto di
aver lasciato tutte le mie cose sulla scrivania dell’ufficio.
Prendo la mia chiave magnetica. Faccio solo un salto, mi dico, poi
torno subito indietro. Inoltre il Presidente non è di sicuro
ancora in ufficio.
Dopo venti minuti sono davanti alla scrivania a raccogliere i miei
fogli e le altre cose. Sono tutte in ordine, deve averle messe a posto
Trunks.
E se avessi sbagliato? E se fosse lui quello onesto? Mi mordo il
labbro. Se fosse lei ad aver mentito? O mi vengono questi sospetti solo
perché è quello che vorrei?
Non ho tempo di rifletterci oltre, perché delle braccia mi
afferrano, alzandomi. Urlo, lasciando andare tutte le cose che avevo in
mano. Tiro calci all’aria.
“Lasciami!” grido, più forte che posso,
tentando di colpire il mio aguzzino.
Ma è forte. Mi agito con maggior veemenza, e mi giunge un
colpo alla testa.
Poi buio.
Dopo
la verifica di inglese e varie interruzioni (quali andare dal
dentista) eccomi pronta ad aggiornare e a rispondere alle vostre
recensioni!
Winry90: già ç__ç i ragazzi sono
sempre occupati ç__ç Hai ragione... la scuola
è un flagello, non fa che peggiorare i blocchi degli
scrittori. Grazie mille, bacioni
carol2112: già. Povera Linen... ma d’altronde, se
va tutto bene io devo per forza rovinarlo >_> Ah, hai
cancellato il continuo di “La figlia di Vegeta”? Io
comunque non l’avevo letto, e sono ancora
indietrissimissimissimissimo con “La figlia di
Vegeta” ^///^ Del resto, se ti pareva troppo complesso o non
ti soddisfava hai fatto bene a cancellarla. Grazie per i complimenti.
Alla prossima, baci.
Sabri92: non preoccuparti quanto in ritardo hai recensito, alla fine
l’hai fatto comunque, e mi ha reso davvero felice! Kiss
Alla prossima,
Pepesale
|
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Capitolo 8 *** Warm ***
Capitolo
8 – Warm
Lentamente inizio a sentire qualcosa. Soffoco un gemito e tocco la
terra. Metallo. Freddo. Poi mi porto le mani al corpo e al viso,
assicurandomi di essere ancora tutta intera.
Chiarito il fatto di non aver riportato alcun danno irreparabile in
conseguenza della mia lotta con lo sconosciuto, apro cautamente gli
occhi.
Be’... È come se gli avessi tenuti serrati, dal
momento che c’è talmente buio che non vedo un
accidente. Mi metto a sedere dopo un breve sforzo. E
d’improvviso percepisco qualcosa... uno strano senso di
instabilità. Rimango perplessa per qualche attimo, poi
capisco. Devo essere su un aereo o qualcosa di simile. Sfrego le
braccia tra loro, rabbrividendo. Ho sempre sofferto di vertigini.
Deglutisco, e improvvisamente mi sento spaventata, la calma dovuta allo
stordimento per il recente svenimento sembra svanito del tutto. Tento
di organizzare i fatti. Però c’è poco
da fare. In fondo so solo che qualcuno mi ha rapita. Inizio a
preoccuparmi molto seriamente, mentre mi guardo ansiosa attorno.
Poi sento un rumore e sobbalzo. Qualcuno entra. Mi irrigidisco,
terrorizzata.
Di colpo viene accesa una luce.
Chiudo istintivamente gli occhi, per proteggerli
dall’improvvisa luminosità. Dopo un po’
di tempo scollo le palpebre e do una sbirciata attorno a me.
Mi ritrovo davanti un uomo conosciuto, quello che mi ha sbattuta a
terra. La mia mente lavora veloce: lui aveva le foto del Presidente, di
suo padre e di sua sorella! Che intenzioni avrà? Non
è che mi ha rapita sperando in un riscatto in denaro?
Lo guardo con aria di sfida (o almeno questa è la mia
intenzione). Lui non dice nulla, poi borbotta: “E piantala,
ti ho fatto un favore!”
Sgrano gli occhi. Ma per chi mi ha preso?!
“Oh, grazie tante” rispondo ironicamente, prima di
riuscire a ricordare che lui è almeno due teste
più alto di me e per giunta possiede di certo molti muscoli
in più. Mi mordo il labbro, poggiandomi pesantemente alla
parete.
Lui mi guarda di traverso, sembra seccato. “A dire la
verità ti avevo scambiata per Bra, la saiyan mezzosangue, e
quando ti ho portata alla luce era troppo tardi”. Sembra
soddisfatto dalla propria spiegazione, ma io non posso fare a meno di
replicare stizzita: “E così volevi rapire Bra,
eh?” Ripenso a quella bambina vivace. “Che brava
persona” ironizzo.
Lui ignora il mio tono e continua: “Puzzavi molto di saiyan,
ma evidentemente era dovuto alla tua vicinanza con…
Trunks”. Pronuncia l’ultima parola con un
po’ di incertezza, quasi non sia certo del nome del
Presidente.
Io, invece, ne sono fin troppo consapevole, di come si chiama. Volto la
testa. “Non puzzo!” dico. Rifletto un momento.
“Cosa sarebbero i saiyan?”
Lui sospira pesantemente, quasi gli avessi chiesto
cos’è una casa. Poi mi spiega, col tono paziente
che si usa per i lenti di comprendonio: “I saiyan erano un
popolo guerriero, proveniente dal pianeta Vegeta”. Trasalisco
a quel nome, e non posso fare a meno di ruotare gli occhi verso di lui,
un po’ irritata. Ora mi vuol dar da bere che io sia entrata a
contatto con degli extra terrestri? “Un giorno un mostro di
nome Freezer distrusse il loro pianeta”. Si ferma un attimo,
squadrandomi sovrappensiero. Poi taglia corto: “Per quel che
ti può interessare il padre del Presidente era il Principe
dei Saiyan e lui, i suoi figli e altre quattro persone sono gli unici
saiyan sopravvissuti”. ‘Bella favola’
penso.
“Avrei voluto salvarne almeno uno”.
“Salvare?” mi ritrovo a chiedere con voce tremante
mio malgrado.
“Già. Da Ice e dal suo padrone”.
Questa proprio non me l’aspettavo.
“Ice?!” urlo, incredula.
Lui annuisce, sembra soddisfatto della mia improvvisa attenzione.
“Per questo, in fin dei conti, ho pensato che anche tu
potessi essere in pericolo. Di certo sapeva del
tuo…”, cerca per un attimo il termine adatto,
“attaccamento al figlio di Vegeta. Perciò potrebbe
aver pensato fosse meglio togliere di mezzo anche te”.
Ice… All’improvviso mi sento stranamente svuotata.
Mi chiedo come mai. Dopotutto, non l’ho mai potuta soffrire.
Allora perché mi sento ferita?
“Mi credi?”
Annuisco in silenzio, incapace di fare altro.
Un momento! Se tutto è vero, allora Trunks è in
pericolo!
”Di’, ma sei matto?!” esclamo di colpo.
Ricevo la minima soddisfazione di vederlo sobbalzare. “Mi
stai dicendo che Trunks, Bra e Vegeta sono in pericolo e tu porti in
salvo me?!”
“Anche tu sei in pericolo” mi fa notare lui.
“Al diavolo il pericolo!” urlo, scattando in
avanti. Lui mi afferra. “Che fai?”
Lo fisso come se fosse un idiota. E questa volta è il mio
turno di parlare piano come si fa coi bambini e i malati di mente:
“Trunks. Vegeta. Bra. In pericolo. Noi dobbiamo
avvertirli”. Alza gli occhi al cielo.
Okay, forse ho esagerato con la lentezza, ma dovrebbe aver capito.
“Dobbiamo avvertirli!” ripeto, a ritmo normale.
“No” scandisce con tutta la chiarezza possibile in
un monosillabo. Lo scruto, furiosa.
“Sì!” sostengo.
“Senti” chiarisce, afferrandomi le braccia,
“questo non è un racconto in cui quelli che
avvertono i buoni salvano i buoni e se stessi. Questo è un
racconto in cui quelli che danno l’allarme sono inutili ai
buoni e dannosi a se stessi. Chiaro?”
Accidenti, altroché. Lo fisso a disagio.
Poi però riprovo: “Io voglio avvertirli lo
stesso”. Lui mi fissa scettico. “Almeno, se
moriremo”, ignoro il suo grugnito ironico al mio
‘se’, “se” ripeto, testarda,
“lo faremo con la coscienza a posto”.
“Certo” afferma lui, “crepare senza
sentirmi in colpa mi sarà di molta consolazione”.
“Allora andiamo!” lo incito, ignorando il suo tono
scettico.
Lui sospira qualcosa che potrebbe essere compreso come un “e
va bene”, poi mi guarda con un’occhiata del tipo
“Poi-Non-Venirmi-A-Dire-Che-Non-Ti-Avevo-Avvertita”.
“Inversione di marcia” ordina. “Ce ne
torniamo sulla Terra”.
Mi guardo attorno, senza capire a chi si stia rivolgendo, poi una voce
metallica replica: “Agli ordini”.
Il mezzo su cui stiamo viaggiando (me ne ero dimenticata,
così assorta nella discussione con l’uomo) si
blocca di colpo.
Incespico e cado.
Poi riparte, dopo aver cambiato rotta. “Ma cosa?!”
urlo, lo stomaco in subbuglio.
“Andiamo a fare una cosa inutile e dannosa” rispose
senza scomporsi l’uomo, ancora in piedi.
Mi rendo conto che non so nemmeno come si chiama. “Tu
sei...?” inizio, esitante.
“Warm” risponde, conciso, senza guardarmi.
“Ci credo che non vai d’accordo con Ice”
mi lascio sfuggire. Lui mi folgora con un’occhiata.
“Voglio dire, Warm non significa caloroso?”
Non risponde, ma credo di aver detto giusto.
“Be’, io sono...”
“Linen, lo so” mi interrompe, seccato.
“Senti, ti fa così piacere pensare che qualcuno in
più conosca il tuo nome? Mi sembra una cosa superflua fare
le presentazioni in un momento come questo”.
Gli rifilo un’occhiataccia, tirandomi in piedi prudentemente.
Ecco
un altro capitolo! Che ve ne pare?
Winry90: grazie!!! Non preoccuparti per la
recensione, so che la scuola
stanca in maniera incredibile ^_- Baci^^
Sabri92: ciao! Non ti preoccupare, le cose si
chiariranno andando
avanti... per adesso, come avrai notato, c’è
un’altra questione da risolvere^^ Kiss
carol2112: ma ciao cara! Okay, non dirò
più che
rovino le cose, ma accetta che è vero che non lascio in pace
i miei poveri personaggi XD Ecco svelata
l’identità del Losco Figuro che ha aggredito Linen
(brutto maleducato è_é) in effetti è
proprio il personaggio che finora ho tenuto un po’ in secondo
piano... Sì, credo anche io si scriva
“suspence”. Il nome di Ice l’ho scelto di
proposito. Perché, nonostante si mostri amichevole con
Linen, è sempre (o quasi) distaccata e fredda. Sono felice
che Linen ti piaccia! Infine, riguardo a Trunks... be’, non
la rincorre principalmente perché (mi sento un po’
scema XD) non mi era venuta in mente sul momento questa
possibilità. Ma facciamo conto che sia per lo shock XD
Riguardo a “La figlia di Vegeta” mi piace,
nonostante io sia appena arrivata al punto in cui Shampoo fa conoscenza
con Kaito (non mi sta simpatico lui, nonostante non abbia fatto nulla
di male... per ora). Non so come farti sapere cosa ne penso, come
preferisci? Ti lascio una recensione o uso il coso “Contatta
autore”? Dimmi tu, per me è uguale!
fede8755: ciao, sono felice che ti piaccia! Riguardo
a Linen che forse
ha avuto una grande reazione per un bacio su una guancia,
be’, sarà perché era un po’
arrabbiata con se stessa per averci creduto così tanto...
quindi la reazione è stata quella che è stata!
^_- Continua a recensire, mi fa davvero piacere!
cri92: ciao! Mi fa piacere che tu segua ancora la
storia! Mi spiace che
tu abbia vissuto un momento simile a quello di Linen... E
sì, mi hai già detto (o almeno credo) che hai
messo la storia tra le preferite, ma credimi, fa sempre piacere
sentirselo dire!^^
Ciao,
Pepesale
|
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Capitolo 9 *** Avvertimento ***
Capitolo
9 – Avvertimento
“Dove siamo?” chiedo dopo qualche tempo.
“Cioè, voglio dire, questo è il tuo
aereo?”
Warm mi rifila un’occhiata obliqua. “Io non ho
aerei”.
Mio malgrado mi sento seccata. Insomma, è chiaro il fatto
che stiamo sospesi. “Non mi vorrai far credere che siamo in
un furgone” ironizzo.
Lui sorride sarcastico. “Giammai, non potrei. Voglio solo
mostrarti che siamo in un’astronave”.
Lo scruto, ma ogni traccia di ironia sembra svanita dal suo volto, pare
serio al cento per cento. “Un’astronave”
ripeto, incerta su come comportarmi.
Lui si spazientisce, mi afferra senza tanti complimenti per il colletto
e mi spiaccica il volto contro un vetro. Sbircio e lo stomaco mi fa una
capriola, mentre rabbrividisco.
Siamo davvero nello Spazio!
Fisso stralunata la Terra, è così bella,
sprofondata nel buio cupo dell’Universo... Ma anche
così tremendamente lontana. Mi allontano dal finestrino, le
gambe tremanti.
Warm scruta la mia reazione. “Ti avevo detto che siamo in
un’astronave” borbotta, scotendo la testa.
A me viene una mezza idea di fargli notare che la gente normale
un’astronave non la vede mai, e tantomeno si aspetta di fare
un giretto nello Spazio da un giorno all’altro, ma alla fine
lascio perdere, perché non credo di poter riuscire a dare un
tono sicuro alla mia voce.
Devo sembrare veramente sconvolta, perché Warm si avvicina,
fa un’espressione tra il costretto e l’imbarazzato
e poi mi squadra per qualche istante. “Perché ti
sta tanto a cuore il presidente?” domanda a bassa voce.
Io arrossisco. Oddende, ma si vede così tanto che lo capisce
sin uno sconosciuto?!
“E che ne dici?” prosegue, con il tono (e
l’espressione) di chi sta facendo una cosa sgradita al
proprio ego. “È meglio quel suo schianto di
fondoschiena o il suo fisico da sballo o i suoi occhi da
svenimento?”
Lo fisso allibita.
“Ma… che?” mormoro infine, sbigottita.
Sul suo volto scorre un’espressione di imbarazzo.
Improvvisamente capisco. “Hai ascoltato le
segretarie” esclamo.
Lui annuisce, cupo.
“Non ci credo” borbotta poi, “mi sono
fatto convincere da te”. Mi fissa, scettico, e mi sento un
po’ offesa.
Faccio una smorfia. “Grazie” bofonchio.
Poi lui tende il braccio e mi posa impacciatamente la mano sulla
spalla. “Sei particolare” mi dice, poi si volta.
Lo seguo con lo sguardo, esterrefatta.
Poi chiedo, esitante: “Perché hai cercato di
salvare almeno una saiyan?”
Lui mi guarda. “Ho fatto male i miei calcoli. Credevo di
avere più tempo, ma non era così. Quindi ho visto
l’occasione di...”
“Non era quella la mia domanda” lo interrompo.
“Volevo sapere perché t’importa dei
saiyan”.
“Io... Sono in debito con un defunto membro della loro
razza” taglia corto Warm. Sto per insistere, ma poi incrocio
il suo sguardo e cambio idea.
“Inizio atterraggio in corso” annuncia una voce
metallica.
E scendiamo. Serro gli occhi. Mi aspetto una velocità
nauseante, o qualcosa che comunque basterebbe a mandarmi lo stomaco in
gola, ma non sento nulla. Però continuo a tenere gli occhi
chiusi.
Li riapro solo quando Warm mi ordina di farlo. “Ci
siamo?” chiedo, scollando le palpebre prudentemente. Lui
annuisce serio. Certo che, con questo qua, la loquacità
è di casa...
Mi guardo attorno spaesata. “Dove siamo?”
“Monte Paoz” grunisce in risposta.
Prende a camminare in fretta (o a correre, fatto sta che lo vedo
allontanarsi a velocità allarmante). Prendo a corrergli
dietro. “Ehi!”
“Oggi dovevano vedersi tutti a casa Son” mi informa
in tono incolore, continuando a camminare.
“Oh... wow...” ansimo io, “ti sei...
segnato... tutti i loro impegni...?”
Mi ignora.
Poi giungiamo in vista di una casetta dal tetto circolare, arrotondato.
Warm mi rivolge un’occhiataccia, poi bussa.
All’interno si ode del movimento, poi la porta viene aperta.
Una donna dai capelli corvini e gli occhi scuri squadra il mio
“amico” e domanda:
“Sì?”
Lui mi spinge avanti senza preavviso, e lo sguardo della sconosciuta si
posa su di me. “Ehm...” Non ho la più
pallida idea di cosa dovrei dire. Poi deglutisco e pronuncio:
“Sono... C’è il Presidente
Brief?”
Lei spalanca gli occhi. “Oh!” Si volta verso
l’interno, da cui proviene un odorino di arrosto che mi fa
brontolare lo stomaco. Incrocio le braccia sul petto, imbarazzata.
“Trunks!” urla la donna.
“C’è una signorina che vorrebbe
parlarti!”
Bene. E ora che diavolo faccio?
Prima di riuscire a formulare un mezzo pensiero in più, ecco
che il Presidente si affaccia alla porta. Ha ancora il riso sulle
labbra, probabilmente a causa di una battuta pronunciata
all’interno della casetta, ma, quando mi vede, anche il
più piccolo sorriso scompare.
“Oh, ciao” sussurra, sorpreso. Mi irrigidisco. Per
fortuna Warm si decide ad intervenire prima che per me sopraggiunga una
crisi isterica.
Non mi ero resa conto di essere così stressata, ma, a quanto
pareva, tutte quelle assurdità in un giorno solo mi avevano
fatto saltare i nervi.
Mi lascio mettere da parte. Trunks fissa perplesso Warm.
L’uomo borbotta: “Ho un annuncio per voi
saiyan”. Osservo il ragazzo. Dire che sbianca è
poco. Boccheggia. “C-come?”
Devo ammettere che è un sollievo, in un certo qual modo,
vederlo sgomento. Significa che, dopotutto, è un essere
umano.
Mi ricordo che in effetti è un saiyan. Be’, allora
il suo disagio prova che non è un dio.
“Ma tu chi sei?” chiede, e lo vedo guardarmi con la
coda dell’occhio.
“Sono venuto a salvarvi” sbotta Warm. Ecco. Lui
sì che ha il dono del riassunto.
“Da Ice” aggiungo io, fissandomi i piedi.
“Chi?”
Sto per dire qualcos’altro quando si affacciano Bra, Vegeta,
un uomo dai capelli neri che non conosco, due ragazzi che devono essere
suoi figli e una bambina con corti capelli corvini. E poi Bulma e
un’altra donna.
Rimango senza fiato. Non mi aspettavo che la casa fosse talmente
affollata.
“Bella riunione di famiglia” commenta scettico Warm.
“Urrrrrrca!” esclama l’uomo dai capelli
neri (molto stravaganti). “E loro chi sono, Trunks?”
“Be’” risponde imbarazzato il giovane.
“Lei”, mi guarda tanto intensamente che sento la
voglia di piangere, “è la mia segretaria, e
lui...” La sua voce si spegne in un sussurro. “Non
lo so, Goku”. Mi mordo il labbro. “Ma sa che siamo
saiyan” aggiunge Trunks, sempre rivolto a Goku, ma intanto mi
fissa in modo strano. È come se... se stesse tentando di
capire cosa penso del fatto che è un alieno.
“Lui è Warm” sussurro, evitando lo
sguardo del ragazzo, “ e sa che siete in pericolo”.
Lascio all’uomo il compito di elargire i dettagli di cui
necessitano.
carol2112:
grazie per la recensione! Mi devo scusare io per la corta
risposta. Con “La figlia di Vegeta” sono un
po’ bloccata al momento ç__ç Un bacio
fede8755: grazie mille... per il seguito... vedrai ^_- Anche io ci
rimarrei malissimo se avessi scoperto ciò che ha scoperto
Linen... Baci
Sabri92: grazie, spero che la curiosità aumenti^^ Kiss
Scusate per le risposte frettolose T_T ma altrimenti non riuscirei a
postare il capitolo... sono troppo di fretta!
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Capitolo 10 *** Ultimo minuto ***
Capitolo
10 –
Ultimo minuto
Dire che i presenti ci guardano esterrefatti è poco. Passo
il peso da una gamba all’altra, nervosa, ascoltando appena
quel che dice Warm. Per fortuna, in effetti fissano più
l’uomo che me, ma a tratti il Presidente sembra ricordarsi
della mia presenza, e si gira a guardarmi. Mi fissa per un attimo, con
lo sguardo di chi ha qualcosa da dire, ma poi viene nuovamente
catturato da quel che dice Warm.
“Scusa, amico” inizia l’uomo che Trunks
aveva chiamato Goku. Warm lo fissa di sbieco, ma non dice nulla.
“Ma perché questa tizia...”
“Ice, papà” gli ricorda quello con i
capelli neri e gli occhiali. Avevo ragione, è proprio suo
figlio.
Goku gli rivolge un sorriso enorme, dicendo: “Grazie,
figliolo”. Poi, tornando a guardare Warm: “...Ice e
il suo capo, cosa vogliono da noi saiyan?”
Vegeta grunisce. Traduco quel rumore come un ‘è
quello che vorrei sapere anche io’.
Mi rendo conto che in effetti nemmeno io ne ho la più
pallida idea. Alzo la testa verso l’uomo. Warm si passa la
mano sulla fronte, allontanando un po’ di capelli neri, poi
dichiara lentamente: “Vogliono farvi fuori...
perché siete una razza assassina”.
Il silenzio che segue è pesantissimo. Io trattengo il fiato
per un attimo.
“Ma andiamo!” esclama Goku. Noto che Trunks scambia
un’occhiata con Goten, e da ciò mi rendo conto che
ho continuato a stare attenta al Presidente per tutto il tempo,
perciò chino, quasi indispettita, la testa.
“Insomma” continua Goku, “questo
è generalizzare, e di brutto anche!” Rivolge un
sorriso ingenuo a tutti.
“Lo so che è generalizzare” replica
Warm, e mi rendo conto con un certo allarme che sembra seccato.
“Ma non sono io che generalizzo. Se vuoi andare a porre le
tue motivazioni fa pure... Ma poi non dirmi che non ti avevo
avvertito”.
“Come facciamo a sapere che non ci stai mentendo?!”
sbotta Vegeta.
In un attimo, capisco che Warm non replicherà. Forse si
volterà, semplicemente, e se ne andrà, e allora
nessuno si salverà... Che si fa, ora? Che succede?
Il momento dopo odo una voce esclamare: “È la
verità!” Mi accorgo che, in effetti, sono stata io
a dirlo. Rabbrividisco all’aria fresca della sera, in attesa
del risultato che sortiranno le mie parole.
Poi Trunks mi chiede, senza però guardarmi: “Sei
sicura?”
Sono sicura? “Sì” mi sento rispondere, e
capisco che mi fido davvero di Warm.
Il ragazzo si volta verso amici e parenti. Esita. Prima che possa
affermare qualcosa, interviene Bra: “Io ci credo!”
esclama. Allora Trunks annuisce. “Anche io”.
Ringrazio mentalmente la ragazzina.
In poco, capisco che tutti si fideranno. Di Warm. Di me...
“Bene” sibila Vegeta. “Che si
fa?” chiede poi, e sembra che quella domanda gli costi
moltissimo.
Warm apre la bocca, ma la richiude subito, con un cambio repentino di
espressione. Se un momento fa sembrava un po’ sorpreso,
sollevato, ora è teso, preoccupato. “Ora si
combatte” afferma, truce.
Ha appena finito di parlare che sento Goku fargli eco: “Ehi,
che aura!”
All’ultima parola mi sento cadere per terra, come se fossi
stata spinta da una ventata improvvisa d’aria.
“Che?!” urlo.
Ammutolisco.
Fra gli alberi, sono improvvisamente comparse due figure. I miei occhi
corrono su Ice.
La prima cosa che penso è che è splendida,
più bella del solito. Il sorriso scarlatto è
definibile anche a grande distanza. I capelli le ricadono naturalmente
sulle spalle. Ma non è solo l’aspetto fisico... Ha
una bellezza fulgida, mozzafiato e terribile insieme. Sembra che la
circondi un’aura, o qualcosa di simile, che non so spiegare
ma posso in qualche modo percepire. Capisco cosa intendeva Goku.
Poi stacco a fatica lo sguardo dalla donna e lo poso sulla figura al
suo fianco.
Un uomo magro, forse, penso assottigliando gli occhi. Un uomo?
‘Chi è?’ mi chiedo.
‘Cos’è?’ mi correggo con un
brivido, stringendo alcuni fili d’erba, la pancia a terra.
La sua figura è talmente sottile che mi basta fissare la
scarsissima larghezza delle spalle per dubitare della sua natura umana.
Mi dà la nausea, penso. Poi non riesco a metterlo a fuoco!
Questo mi allarma moltissimo, è innaturale, se provo a
concentrarmi sui suoi tratti mi manca il fiato e mi bruciano gli
occhi...
Qualcuno mi afferra per il braccio, alzandomi in piedi. Mi ritrovo
costretta a scostare gli occhi da quel... coso... e mi trovo a fissare
in faccia un assai contrariato Warm. “Piantala di provare a
guardarlo!” mi ammonisce duramente.
“M-ma come?” farfuglio, con una nota isterica nella
voce.
“Assumerà presto una forma definita, ma per ora
NON fissarlo” dice l’uomo fissando un punto
indefinito sopra la mia testa.
“Urca, che aura!” esclama Goku.
Trunks è al suo fianco. Lentamente, anche i due figli
dell’uomo dai capelli neri e (anche se piuttosto di
malavoglia) Vegeta, si allineano ai due.
Io li fisso inebetita, la presa di Warm si accentua sul mio braccio.
Ice e il suo compare si avvicinano. Mi concentro sulla ragazza per
ignorare l’altro. In un assurdo istante, mi trovo a
desiderare che lei mi guardi negli occhi e che possa capire quanto sono
arrabbiata. Sono anche spaventata, ma spero che questo
riuscirò a nasconderlo.
Però Ice non mi guarda. Guarda Warm, e un sorriso placido le
si disegna sul volto pallido e perfetto. Sento l’uomo
irrigidirsi.
Ice lo indica al suo comandante, o qualunque cosa sia per lei. Warm
sembra non badarci. Mi sussurra: “Ora lo puoi
guardare”.
Giro prudentemente la testa.
Mi sembra ancora innaturalmente magro e slanciato. Ma per il resto
è anonimo, talmente anonimo che mi colpisce subito la
certezza di dimenticarmi del suo aspetto non appena volterò
nuovamente il viso.
Forse, però, l’unica cosa che mi
rimarrà in mente, oltre alla sua magrezza, saranno gli
occhi. Occhi porpora, posti sotto a due sopracciglia folte e precise.
“Salve, Warm” sibilò con voce grutturale
che mi fece venir voglia di tapparmi le orecchie.
“Alla fine non hai resistito, eh?” domanda Ice, e
la sua voce melodiosa accentua ancor più la propria
bellezza, posta in confronto con quella dell’altro.
Poi la donna abbassa gli occhi e mi vede.
La sorpresa, assieme a qualcos’altro, le passa sul volto, ma
in un momento recupera la solita impassibilità.
“Sarà per la mocciosa allora” sorride.
Mi sento disgustata. Non solo per la sua espressione. Ho
ventitré anni, accidenti!
“Sei condizionabile, Warm, avresti fatto meglio a
fuggire”.
“Lo so” replica lui, secco, mentre io tremo al suo
fianco.
Poi Ice si volta e osserva (con una soddisfazione a mio parere
rivoltante) i saiyan che la fronteggiano fianco a fianco.
“È ora” scandisce l’essere
accanto a lei, “di finire il lavoro che ha cominciato
Freezer… Vero, scimmioni?”
Che voce assurdamente sgradevole.
Sento le gambe cedere, ma per fortuna Warm non ha ancora mollato la
presa. Mentre la testa mi gira, mi dico che dovrò
pubblicizzare caramelle per la gola.
cri92:
anche io ho moltissimi
commenti in sospeso! Grazie mille per il
commento^^ Anche io mi sono divertita allo sconcerto di Linen nel
vedere la casa piena di gente…. Kiss^^
Winry90: grazie mille… Ed ecco che in effetti Linen e Trunks
si trovano di nuovo faccia a faccia (detto così non sembra
una cosa positiva O.o ma speriamo in bene xD)
carol2112: non preoccuparti per il ritardo (soprattutto contando il
fatto che alla fine mi lasci delle mega-recensioni fantastiche^^). Sono
felice che ti sia piaciuto il dialogo di Warm e Linen su Trunks. Mi
sono divertita un sacco a scriverlo^^ Certo che ricordo la puntata
nella quale Trunks del futuro prevede l’arrivo di Goku
eccetera (la mia anima maniacale ha una vera e propria venerazione per
la suddetta xD). Ancora una volta non riesco a rispondere a tutta la
tua recensione come vorrei… temo di non avere il tempo
ç__ç Baci
fede8755: xD già, la crisi di nervi doveva essere bella
pesante u.U grazie^^ E naturalmente non preoccuparti che tutto si
chiarirà (mi sa che l’ho già
detto… vabbe’).
FullmoonDarkangel: Cugi! Invece a quanto pare non solo il congelatore e
il bebè si prendono la briga per un salto sulla Terra ^_-
Già xD Mr Urca…
Al prossimo capitolo! |
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Capitolo 11 *** Aseptic ***
Capitolo
11 – Aseptic
Il tempo si è dilatato. Almeno credo. Trattengo il respiro,
senza riuscire a staccare gli occhi da Ice.
“Ora” scandisce la voce secca.
Fa un passo avanti, e i saiyan reagiscono immediatamente.
Sento la tensione farsi percettibile nell’aria, poi succede
una cosa che mi fa spalancare gli occhi. Un alone d’oro
compare attorno al profilo dei cinque. I loro capelli si drizzano,
tingendosi di un biondo scintillante, mentre i loro occhi si colorano
di un vivido verde acqua.
Faccio un passo indietro, a bocca aperta.
“Super saiyan” sento sussurrare Warm. Usa un tono
un appena affascinato, come qualcuno che si ritrova improvvisamente
davanti a qualcosa di cui a solo sentito parlare.
Ma non ho tempo di pensare alle inflessioni della voce di Warm.
Ice, infatti, scatta di colpo in avanti, gettandosi addosso a Goku. Lui
la blocca con l’avambraccio e io li fisso inebetita.
È stato tutto talmente veloce che a malapena ho distinto i
movimenti.
Poi iniziano a combattere, con scatti, pause momentanee, salti verso il
cielo... Ice compie movimenti incredibili, sembra non abbia ossa. Ma
d’altra parte Goku pare di sapere in anticipo dove
arriveranno gli attacchi dell’avversaria. Deglutisco, io a
malapena mi accorgo dove lo colpisce quando lo fa.
Gli occhi mi bruciano per lo sforzo di seguire i loro movimenti, che si
fanno via a via più veloci, al punto che li perdo
completamente di vista. Rinuncio a cercarli e mi guardo attorno.
I saiyan hanno il volto alzato verso il cielo. Trunks ha la fronte
aggrottata. Lo osservo per un attimo... Certo che è carino
pure biondo... Deglutisco e volto lo sguardo.
Il compare di Ice è in piedi, completamente rilassato. Mi
chiedo perché i saiyan si fidino del fatto che lui non gli
attacchi, poi mi accorgo che, in effetti, non si fidano. Il figlio di
Goku, quello più grande, lo tiene sott’occhio,
seguendo l’incontro tra Ice e suo padre solo con la
metà dell’attenzione.
C’è un’atmosfera così
naturale che, se non fosse per Chichi, affacciata alla finestra della
casa con la tovaglia stretta tra le mani e uno sguardo angosciato, per
Bulma che pare altrettanto allarmata e per i muscoli tesi degli altri
super saiyan mi sentirei addirittura calma.
Di colpo, sento le braccia di Warm cingermi la vita con scarsa
delicatezza e scostarmi bruscamente. Barcollo con il fiato mozzo. Il
momento dopo Goku e Ice compaiono nel punto esatto dove ero io qualche
attimo fa.
“Ma... come?” farfuglio.
Warm emette uno sbuffo di disapprovazione.
Lascio stare e volto il viso. Ice e Goku sono faccia a faccia, si
fissando l’un l’altra con aria calcolatrice, i
muscoli del saiyan sono visibilmente tesi, mentre il respiro della
donna è appena affannato.
“Chi siete?” domanda serio Goku.
Alzo le sopracciglia. Non capisco perché dovrebbe essere
rilevante. Tanto, che siano il Lupo Cattivo o Biancaneve, il succo
è che ci faranno fuori comunque.
Ice sorride, un sorriso che indugia su ogni tratto della sua
espressione, un sorriso di letale bellezza. “Io sono
originaria del Pianeta Meat” dice, con lentezza esasperante.
O forse sono io che sto diventando paranoica persino sulla
velocità che usa per parlare.
Vegeta trasale appena.
Ice gli rivolge un sorriso distratto ma abbagliante, senza perdere
d’occhio Goku. Mi guardo attorno confusa.
A quanto pare, non sono l’unica a non aver capito. Tutti, a
parte Vegeta, Warm, Ice e l’amichetto di
quest’ultima, appaiono smarriti.
Ice si passa una mano tra i capelli di seta. “Fu distrutto
dai saiyan poco alla volta...” inizia a spiegare, con una
lentezza che esalta il tono armonioso della sua voce. “Non lo
fecero esplodere come era accaduto agli altri, no... Perché
Freezer li fermò in tempo”. Scuote tristemente la
testa. “Ma i saiyan avevano ormai fatto troppi danni, e, poco
a poco, gli abitanti perirono”.
“Un momento!” la blocca Vegeta, truce.
“Quando Meat è stato raggiunto
dall’ultima squadra saiyan io avevo cinque anni...”
Non conclude il discorso, forse per non ammettere che vorrebbe qualche
chiarimento in più.
Ma l’informazione mi fa accigliare. Un momento... Se Vegeta
aveva cinque anni... Insomma, è assurdo! All’epoca
Ice non poteva essere già nata! Oppure era una vecchia con
aspetto da fata?
La risata cristallina di Ice interrompe il mio ragionamento.
“Ma Vegeta!” esclama, in allegro tono di
rimprovero. Giuro che se continua così vomito.
“Non crederai... Io all’epoca non ero ancora
nata!”
La sua espressione si fa più tesa, sorprendendomi, poi la
maschera con un sorriso. “Ma lui mi ha messa al corrente di
tutto” conclude, indicando il suo compagno.
Lui piega le ginocchia, accennando un inchino ironico davanti a Vegeta.
Poi scatta sull’attenti. Se non avesse un’aria
così... letale riderei. Invece la scena mi fa rabbrividire.
“Aseptic, ex abitante del pianeta Freezer”.
Deglutisco.
“Allora è assurdo che tu parteggi per
lui” dice Goku, fissando Ice. “I saiyan seguivano
Freezer”.
Lei scuote la testa. “Hanno distrutto Meat per puro svago,
Freezer non...”
“Freezer lo sapeva benissimo, li ha mandati lui” la
interrompe Warm, gelido.
La donna pare vacillare, poi però scoppia a ridere di gusto.
“Aseptic mi ha detto la verità” dice,
facendo ciondolare la testa.
“Meat era il Pianeta dove gli uomini di Freezer hanno
sterminato la loro prima squadra saiyan” ribatte tagliente
Warm.
Mi gira la testa.
“Ice, non vorrai che lui t’incanti con le sue
bugie? Io ero sul pianeta di Freezer, sapevo quel che voleva fare, se
ne parlava ogni giorno” sopraggiunge cantinelante la voce
roca di Aseptic.
Lei sorride e di colpo i suoi occhi tornano ad essere di ghiaccio.
“Certo che no”.
Con un movimento fluido e rapido affonda un pugno nello stomaco di
Goku, che si piega in due per il dolore. Un gemito sale dai saiyan.
“Perfetto” mormora Aseptic, “davvero
incantevole”.
Poi sbatte le palpebre e dice con un ghigno: “Presto la
volontà del Potente Freezer, colui che ha dato nome al
nostro pianeta, sarà compiuta”.
Ha un’aria ironica ma decisa e non ho per nulla voglia di
ridere del suo tono pomposo.
Il ghigno, però, scompare dal suo volto un momento dopo.
Giro la testa per verificarne il motivo e vedo che Goku si è
rialzato con un sorriso.
Ma non con l’espressione ingenuamente beata che tanto si
addice alla sua aria infantile, bensì con un sorriso carico
di sfida.
Ice sembra presa alla sprovvista.
“Credevate davvero fosse così semplice?”
domanda Goku, poi, con un urlo, fa più intensa
l’aura dorata che ha attorno.
“Secondo livello…” sussurra Warm e
sembra colpito.
Il saiyan viene poi imitato da Vegeta e il figlio maggiore. Trunks e
Goten (dev’essere lui, quello di cui il Presidente mi ha
parlato) non fanno nulla, ma si scambiano un sorrisetto.
Rabbrividisco e mi stringo istintivamente nelle spalle. Non ho ancora
ben capito alcuni dettagli, ma mi dovrò
rassegnare…
“Posso fare una domanda?” chiede d’un
tratto il Presidente. Aseptic si volta a guardarlo e io mi irrigidisco,
impaurita. “Tu hai mai visto Freezer?”
L’essere lo fissa quasi con commiserazione. “No.
Perché avrei dovuto? Non sono mica un
combattente… O meglio” si corregge, “non
lo ero a quel tempo”.
Vedo Vegeta battere le palpebre.
Poi i saiyan aumentano maggiormente l’aura, sollevando grumi
di terriccio. Un po’ di polvere mi finisce negli occhi e li
sbatto freneticamente.
Nelle orecchie ho l’urlo dei guerrieri.
Continua…
Winry90: credo che la suspance ci sia ancora… Non tutto
è ben definito^^ Comunque non preoccuparti, lo scontro non
è ancora entrato nel vivo (No? NdTu) e Trunks e Linen,
volendo, avrebbero un sacco di tempo a propria disposizione…
tanto più che sta combattendo Goku ^_-
fede8755: certo, Vegeta non può parlare troppo, se no gli si
secca la lingua xD Già, una volta tanto non è lo
stupendo (logico, ci abito io XD) pianeta Terra ad essere in pericolo,
ma i saiyan!
Sabri92: grazie^^ Può anche darsi che tecnicamente non
abbiano nemici ovunque, ma che attirino anche le disgrazie
dall’altra parte della Galassia XD Ora che me lo fai notare
hai ragione… o.O Ice un po’ somiglia a Rosalie^^
Kiss
Carol2112: già, peccato non ci sia il premio per le
recensioni più tardive ç_ç Ma dato che
comunque alla fine commentiamo, hai ragione a dire che bisogna
considerarlo U.ù Giusto, Ice non è
esattamente la persona con la quale vorrei fare amicizia U.ù
Mi fa piacere che ti piaccia la caratterizzazione di Vegeta^^ Baci
cri92: Goku=Mr Urka (XD) ha il fiuto per capire se le persone sono
buone e cattive U.ù l’ha detto in una puntata, ma
a dire il vero io non l’ho mai visto annusare nessuno (scusa
la battuta infelice^^”) Mamma mia, se Linen che di anni ne ha
ben 23 viene chiamata “mocciosa”… bah.
Baci^^
Alla prossima^^
|
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Capitolo 12 *** Ottenebramento dei sensi ***
Capitolo
12 – Ottenebramento dei sensi
Aseptic si porta il braccio davanti al viso. Non sembra lo faccia per
proteggerlo, eppure il gesto è quello.
“Ice! Maledizione, fa’ qualcosa!”
Vedo gli occhi di ghiaccio della donna voltarsi a scrutare
tutt’intorno... per poi fermarsi su di me.
Deglutisco a fatica.
Poi vedo Warm scaraventato a terra. Urlo, non ho nemmeno visto cosa
l’ha fatto cadere... Però si sta rialzando... Col
cuore ancora in subbuglio, mi calmo appena. Poi, però, sento
che qualcosa mi spinge a terra.
Ice!
Scalcio, mentre vedo la sua mano fare a Warm e agli altri il gesto di
stare fermi. Ho la guancia premuta sul terreno umido. “Un
gesto” proclama Ice, con voce vellutata, amabile,
“e non vedrete più questa piccolina”.
Sono terrorizzata. Vedo il Presidente folgorare i suoi compagni con uno
sguardo, come intimandogli di non muoversi.
Poi Ice indietreggia, trascinandomi. Sento vicino l’alito
secco di Aseptic, ma ho troppa paura per alzare lo sguardo verso di lui.
“Ostaggio” lo sento mormorare, “bene, mi
piace”.
Poi, semplicemente, tutto scompare.
Le smorfie angosciate di tutti, quelle distaccate ma lievemente
allarmate di Vegeta e Warm... Tutto viene sostituito dalle pareti
lucide di una navicella.
Il cuore mi batte nelle orecchie, non capisco nulla.
Poi Ice cerca di infilarmi qualcosa in bocca. Tengo le labbra serrate,
come una bimba piccola che fa i capricci. Lei mi tappa il naso. Tento
di resistere, ma poi non ce la faccio più. I polmoni
reclamano aria. Apro la bocca e, assieme all’ossigeno, entra
della polverina umida, amara. “Non sputarla” mi
minaccia Aseptic.
Con le lacrime agli occhi, sia per il panico che per il sapore acre
della polvere.
Percepisco un’ondata di confusione e smarrimento, poi sento
Ice trasportarmi sino ad una cabina e infilarmi lì dentro.
Non mi rialzo nemmeno, mi accuccio sul pavimento.
Sento le voci di Ice e Aseptic. Capisco che mi hanno dato una sostanza
che mi fa passare la voglia di agire, ma non provo nulla per questa
notizia. Non ho voglia di fare alcunché.
Mi addormento.
Mi sveglio, e fisso il soffitto ruvido. Strano, è
così basso.
Mi addormento.
Mi tocco il corpo con una mano, meno male, è tutto a posto,
sono tutta intera. Mi ricorda qualcosa questo gesto. Quando lo ho
già fatto?
Mi addormento.
Poi mi risveglio e improvvisamente sento le voci dei due, le ascolto
davvero.
“E poi, poi che faremo?” La voce di Ice. Mi metto a
sedere, ascoltando attentamente, con un brivido. Ho paura, talmente
tanta paura da rischiare di urlare. Chiudo a forza la bocca, per
impedire di venire tradita dal battere incontrollato dei miei denti.
“Dopo averli attirati qui a ‘salvare la
ragazzina’ li distruggeremo. Tutti”. La voce di
Aseptic. Lo odio, lo odio! Il corpo mi trema mentre analizzo il
significato di quanto ha proclamato. Vuole ucciderli. Tutti, anche
Trunks...
Mi alzo in piedi. In men che non si dica arriva Aseptic. Mi afferra per
i capelli. Urlo, tentando di colpirlo. Ho le lacrime agli occhi, mentre
mi dimeno.
“Ice, dalle dell’altra sostanza!” ordina.
Vedo le mani della donna. Mi pongono in bocca un po’ di
polverina. Tento di sputarla, senza successo, alla fine mi rassegno e
la inghiottisco.
Escono.
Mi risdraio, tremante per lo shock. Mi addormento.
Mi sveglio. Sento dei rumori metallici. Li ascolto senza interesse.
Urla. Umane, o saiyan.
“Ehi, avete fatto presto a decidere di morire!”
Aseptic.
Mi addormento.
Continua...
Winry90: sono felice che ti piaccia la storia? Continui a pensarlo
anche dopo questo capitolo? Goku avrebbe dovuto sbrigarsi u__u come al
solito non ha cavato un ragno da un buco XD un bacio^^
fede8755: sì sì, non preoccuparti, hai scritto
bene Aseptic... Okay, non ti farò più pensare a
Trunks super saiyan con gli occhi smeraldo e i capelli color
dell’oro... *______* beltà divina *______* XD In
quanto ad Ice... in seguito si chiarirà meglio la sua parte
nella storia u_u
cri92: ehi, Cri! Infatti la povera Linen non solo si ritrova davanti a
Trunks super saiyan (*0*) ma anche in mezzo ad una delle battaglie a
velocità assurda... C’è da confondere
chiunque! Baci^^
Sabri92: in effetti la nostra Rosalie 2 (alias la
“carissima” Ice) pensa di essere dalla parte
giusta, quindi combatte con impegno. Vedremo (vedrai, più
che altro, io dovrei sapere come finisce la storia, almeno in teoria...
XD no, scherzo, non ti preoccupare!^^) se nei prossimi capitoli
starà sempre con quel simpaticone di Aseptic...
Alla prossima^^!
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Capitolo 13 *** Il piano di Trunks ***
Capitolo
13 – Il piano di Trunks
Delle braccia mi cullano piano.
Improvvisamente sento il loro calore, il movimento che compiono. Un
fiato caldo sulla pelle...
Sbatto gli occhi. Visione celestiale! Chino su di me vedo Trunks, gli
occhi azzurri belli come sempre.
Oh, no! Lo sapevo, lo sapevo! Mi hanno fatta fuori! Hanno capito che
non servivo e mi hanno ammazzata! Orribile.
Poi sento un taglio bruciare, sulla mia mano destra. Ma allora non
posso essere morta, la morte non può far male. Non in
maniera così normale, se non altro.
Sento il torpore scivolare via dal mio corpo, poi mi metto a piangere.
“Sssh” sussurra Trunks.
Singhiozzo come una bambina piccola, poi una parte della mia mente
reagisce in modo più logico alla presenza del Presidente, e
mi fa domandare a bassa voce: “C-come sei arrivato
qua?”
Lui sorride. “Abbiamo finto un attacco. Mentre erano
distratti, io sono venuto da te”.
“Ora sei bloccato anche tu?”
Un’ombra gli passa sul viso, poi mormora:
“Vedremo”.
“Che piano stupido!” singhiozzo. Poi chiedo:
“Non sanno che sei qui?”
Lui mi appoggia un dito sulle labbra. Sorride. “A quanto pare
no, non ancora”. Rimane pensieroso. “Ma fra poco
Ice verrà a riaddormentarti i sensi... E allora
sì, direi che mi scopriranno”.
Vorrei dirgli di andarsene. Che è uno stupido. Che
è il piano più deficiente e privo di logica che
io abbia mai sentito. Invece continuo a piangere in silenzio. Lui mi
carezza i capelli lentamente.
Quando finalmente mi tranquillizzo pigolo: “Che piano
idiota”.
Trunks scuote la testa, sembra divertito. “Grazie”
sussurra, “l’ho architettato io”.
Arriccio il naso. Eppure sono talmente felice di vederlo che gli vorrei
saltare al collo e scoppiare a piangere di nuovo.
Poi lui mi spiega sottovoce: “Papà pensa che
Aseptic abbia mentito. Pensa che non sia affatto stato (mai) sul
pianeta di Freezer. Pensa che lo abbia usato come preteso per dire di
sapere cosa è accaduto veramente su Meat”. Per
prudenza, abbassa maggiormente la voce. “Perché su
Meat Freezer ha davvero eliminato la prima squadra saiyan.
Papà poi trova poco credibile che un abitante del pianeta
Freezer non sia stato un combattente... Ha spiegato che non era abitato
da gente originaria di lì, piuttosto, i guerrieri
più meritevoli venivano portati in quel pianeta”.
“E quindi?” Sto ancora pigolando.
“Quindi ho pensato di introdurmi qua e attendere con te che
arrivi Ice”.
“Onestamente... è il piano più scemo
che abbia mai sentito” osservo a voce bassa, poi mi allontano
da lui. Mi aiuta ad alzarmi.
Stendo le gambe, controllando che tutto sia a posto, sgranchisco i
muscoli.
“Forse possiamo convincere Ice a passare dalla nostra
parte...” Mi volto verso il Presidente. Ho capito bene?
Lui annuisce come se avesse sentito il mio pensiero. “Certo
che sono poco sorvegliata” dico, in un sussurro. Ho la gola
secca.
Lui sorride, poi si posa il dito sulle labbra. Taccio, fissandolo. Sta
in ascolto, attento.
Dapprima non capisco, poi li sento anche io. Dei passi, brevi, felpati.
Ice. Il cuore mi martella tra le costole.
Vedo il viso della donna affacciarsi. Vede Trunks e si irrigidisce.
“Tu!” sibila tra i denti, furiosa, irata.
Lui alza una mano come invitandola a calmarsi.
Sento il cuore battere tanto forte da scoppiare.
“Ti ha mentito” sussurra il Presidente, serio.
“Ti ha mentito. Lui non ha mai conosciuto Freezer. Tu non hai
nessun conto in sospeso coi saiyan”.
Ho il respiro affannato. Davvero pensa di convincerla così?
Senza nemmeno una prova?
Noto che Ice si morde il labbro scarlatto, e un fiotto di speranza mi
inonda.
“Non mi servono le tue parole, saiyan” dice,
indignata. Mi allarmo: dove arriverà? “Io non sono
più con Aseptic. Sto con voi”.
“Eh?!” esclamo, sbalordita e sollevata.
Senza preavviso, Ice si volta verso di me e mi stringe in un abbraccio
delicato. “Scusa” mi mormora ad un orecchio, mentre
io mi irrigidisco, frastornata.
“Allora è per lei?” domanda Trunks,
alzando un sopracciglio, non appena la donna si scosta da me. Io lo
fisso, frastornata e inebetita.
Ice increspa le labbra. “Non sono affari tuoi,
saiyan” risponde sdegnosa.
“Ehm, scusate” mi intrometto non appena mi sembra
di avere la voce abbastanza salda, “non so voi, ma io credo
che dovremmo... Ehm... scappare?”
Il Presidente mi guarda. “Già. Sì,
scusa, Linen”.
“Ehm, di nulla”.
Ice si avvicina al muro di metallo. Tasta assorta. Poi preme su un
punto.
Sgrano gli occhi, mentre compare una porta chiusa,
dall’aspetto massiccio. La donna si abbassa e va a sfiorare
con la punta delle dita la superficie della targhetta chiara apparsa
sullo stipite destro dell’apertura.
“Controllo impronte digitali” borbotta, ma sembra
piuttosto soddisfatta di se stessa.
Trunks si sposta lievemente verso di me e mi cinge a sé con
un braccio. “Non pensavo sarebbe stato così facile
e immediato” bisbiglia. Il suo fiato mi solletica
l’orecchio.
Istintivamente, gli prendo la mano. La sento caldissima, contro la mia
gelata.
Poi entriamo nel tunnel appena aperto da Ice.
È scivoloso, appoggio per un attimo la mia mano libera su
una parete e la sento liscia e gelida. Metallo.
Muovo altri passi, poi rischio di farmi una bella caduta.
Fortunatamente, il Presidente mi tiene stretta e mi impedisce la
scivolata. Sospiro di sollievo.
Poi, nel tono più basso che riesco ad assumere, mormoro:
“Stanno tutti bene? I tuoi? La famiglia di Goku?
Warm?”
Trunks annuisce in fretta. Noto però una lieve ruga tra le
sue sopracciglia.
“Che è successo?” domando, con il cuore
che batte troppo in fretta. Mi vergogno di aver pensato solo ora ai
miei amici.
Il Presidente increspa le labbra, quasi non me ne volesse parlare. Gli
stringo più forte la mano, tanto da farmi dolere il taglio
che ho sulla mia. “Che...?”
Devo sembrare veramente spaventata, dal momento che il ragazzo mormora:
“E va bene. Tanto se non te lo dirò
guadagnerò solo che la tua mente prenda a fare ipotesi ben
più terribili della realtà...”
Annuisco. Okay. Così non è nulla di terribile.
Tento di calmarmi, mentre attendo una risposta.
“Goten si è rotto una costola” risponde
dopo un po’ il Presidente.
“Che cosa?!” sussurro, sconvolta. E così
non era tanto grave, eh?
Trunks allunga la mano a spettinarmi affettuosamente i capelli.
Trattengo il respiro.
“Ehi, ehi” mormora. “Non fare quella
faccia! Entro poco starà bene!”
Faccio una smorfia. Ma certo, come no. “Ma, una
costola...” dico, cercando di fargli notare che non
è una cosa di poco conto.
Trunks sbuffa.
“Sciocchina” mi bisbiglia, “è
un saiyan. E questo non è un dettaglio di poco
conto”. Sembra riflettere. “Certo, se ci fossero
ancora senzu...” mormora poi, fra sé e
sé.
Io rimugino. Ho una mezza idea di insistere. Se penso a Goten lo
stomaco mi si attorciglia per il senso di colpa.
In questo momento, però, Ice si ferma. Tocca la parete.
E una porta si apre.
I raggi del sole mi colpiscono gli occhi, ferendoli. Sbatto
freneticamente le palpebre, mentre Trunks mi aiuta ad uscire.
Una volta all’aria aperta, Ice dice: “Forza,
mostrami dove vi siete radunati”. Fa una smorfia di
sufficienza. O almeno ci prova, ma non le viene un granché,
dal momento che è troppo tesa.
Il Presidente sorride, poi si volta verso di me. “Linen, ora
dovresti salirmi in groppa” afferma con disinvoltura.
Lo fisso per qualche secondo, sicura di aver capito male. Poi
però incrocio il suo sguardo, vedo che è
sincerissimo. In effetti, ha proprio detto che dovrei afferrarmi a lui.
Deglutisco.
“Perché?” mormoro.
“Non sai volare” risponde lui, scrollando le spalle
e invitandomi con un cenno ad avvinghiarmi alla sua schiena.
Oh. Non so volare. Okay. Dopotutto, qui le persone vengono da altri
pianeti, diventano bionde di colpo e fanno combattimenti allucinanti.
Volare, ma certo. Stupida me che non l’ho capito prima.
Faccio un respiro profondo. Molto profondo. Probabilmente, è
il respiro più profondo che abbia mai fatto.
Trunks mi si avvicina.
Be’, dopotutto non cercavo che una scusa per saltargli
addosso, no? Insomma, non proprio, ma non è questo il punto.
Decido di ignorare me stessa e mi aggrappo al ragazzo.
Lui mi aiuta un po’.
Poi, con una fluida spinta in punta di piedi, si alza in aria. In un
primo momento la mia mente cerca di convincermi che ha fatto un salto.
Poi, però, mi rendo conto che sta davvero volando!
Trattengo un’esclamazione basita e, con il vento che mi
scompiglia i capelli, sbircio il paesaggio sottostante. I prati verdi
sfilano sotto di noi, alternandosi ai boschi arruffati e ai terreni
coltivati.
Stringo maggiormente la presa attorno al ragazzo, serrando i denti.
Appoggio l’orecchio congelato sulla sua schiena calda.
Dopotutto, volare mi piace.
Continua...
Winry90: concordo. Povera Linen, conoscere saiyan non è
salutare XD Trunks l’ha salvata (e Linen si è
guadagnata un volo stretta stretta al ragazzo^^ Glielo dovevo U_U)
Grazie mille^^
carol2112: non preoccuparti per lo scorso capitolo... Sono felice che
ti sia piaciuto il modo in cui si ripete la frase “Mi
addormento”, in effetti la polvere le ha fatto un effetto da
sedativo... Poverina. Infatti Trunks e gli altri saiyan hanno
organizzato il salvataggio... ^_^ Un bacio (in quanto ad
“Aseptic” mi pare voglia dire
“gelido” ^_- Son tutti freddi i cattivi xD)
Sabri92: infatti Ice ha deciso di cambiare
“partito” (poi si vedrà bene il
perché). Forse hai ragione, la tormentavo troppo Linen
^^””” ma in questo capitolo ho voluto
darle qualche momentino con Trunks ^o^ Kiss
Grazie, al prossimo capitolo!
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Capitolo 14 *** Un'isola affollata ***
Capitolo
14 – Un’isola affollata
Dopo un po’ di tempo che siamo in volo, mi azzardo a
domandare, seppur detestandomi perché interrompo
quest’atmosfera magica con la mia voce:
“Dove...?”
Trunks volta appena il viso di lato. “Come?”
Prendo una boccata d’aria. In effetti, andiamo abbastanza
velocemente. Quanto è sufficiente perché il vento
renda impossibile – o quasi – ogni genere di
conversazione. Ripeto la parola a voce più alta.
“A casa di un vecchio amico!” urla il ragazzo di
rimando.
Perfetto. Rimugino tra me e me che ci mancava solo l’ennesimo
conoscente in pericolo. Poi penso che non è colpa mia.
L’unica cosa sbagliata che ho fatto è stata essere
rapita da un extra terrestre, e non era per nulla intenzionale.
Fisso sotto di noi.
Il paesaggio, da un po’, è cambiato. Non ci sono
più alberi che sfilano rapidi sotto di noi, ma solo le acque
increspate del mare. Guardo avanti corrugando la fronte. Non mi pare di
scorgere un bel niente.
“Pensi che Aseptic si arrabbierà quando si
renderà conto della mia scomparsa?” grido a Trunks.
Non lo vedo bene in faccia, ma ho l’impressione che un fugace
sorriso gli passi per un attimo sul volto, accendendogli i tratti.
“Tu che dici?” domanda.
Mi appoggio alla sua schiena. “Penso che non gli
piacerà” replico, dopo una meditazione
esageratamente lunga.
Trunks ride piano. “Penso proprio di no” concorda.
“Già odia i saiyan. Figuriamoci come
reagirà sapendo di non avere più la sua
prigioniera” aggiunge.
Fisso meditabonda il mare. Tutta quell’allegria mi sembra
molto fuori luogo, ma non dico nient’altro.
“E per la sua aura?” domanda la voce melodiosa di
Ice. Sobbalzo e stringo maggiormente il Presidente, voltandomi verso di
lei. Mi rivolge un sorriso fugace, un lampo scarlatto di labbra.
“Non sa azzerarla” aggiunge.
Trunks borbotta qualcosa. “Possibile che la percepisca da
tanto lontano?” domanda infine. “L’aura
di Linen non è poi così speciale... per la
maggior parte della gente”.
Il modo in cui dice ‘per la maggior parte della
gente’ mi distrae. È come se intendesse che per
lui la mia aura – qualunque cosa sia – è
speciale.
“Non si è mai troppo sicuri” sostiene
Ice.
Io domando: “Ma... che cos’è
l’aura?”
“L’aura è la forza spirituale”
risponde Trunks.
Grazie. Ovvero?
Il ragazzo continua: “È una forza che possiamo
percepire”. Si ferma a riflettere. “Hai visto
quando siamo diventati super saiyan?”
Faccio cenno di sì, poi lo dico ad alta voce, dal momento
che non possiamo vederci in faccia.
“Hai presente l’alone dorato che avevamo
attorno?”
“Certo” assicuro. Come scordarlo?
“Quella è l’aura. Solitamente non
è visibile, e non molti sanno estenderla oltre il
corpo...” Tace. “Hai capito un
po’?” chiese, e sembra appena imbarazzato.
“Più o meno” replico cautamente. Ricordo
che l’avevo avvertita un po’ in Ice.
“Quindi Aseptic potrebbe trovarci per la mia aura?”
Trunks tentenna. Ice sbuffa appena alla sua esitazione, mi guarda
– un palpito di ciglia – e risponde
affermativamente.
Penso che per causa mia ora Aseptic – a quanto pare
– è divenuto ancor meno simpatico. E ce ne
vuole... E inoltre per colpa della mia aura potrebbe individuarci.
“Trunks! Non è che mi volete annegare
perché vi ho causato questa complicazione?”
Non pare esattamente divertito.
“Non credo proprio, Linen”.
“Ah”. Non riesco a impedirmi un tono che suona
deluso. Dende, non è che ora Trunks pensa che sono
un’aspirante suicida? Speriamo di no. Decido di tacere e di
chinarmi di nuovo sulla sua schiena.
La luce del sole rimbalza sulle onde del mare, con uno scintillio di
blu e dorato.
Poi, all’orizzonte, mi sembra di scorgere qualcosa. In pochi
attimi riesco a distinguerla meglio: è un’isola.
Scorgo una piccola casetta su di essa e una palma.
“Là?” urlo. Mi sento una scema subito
dopo. Se no dove?! Non c’è altro che acqua, qua
attorno.
“Là” afferma Trunks.
E in pochi attimi il là diviene qua. Trunks mi poggia con
cautela sulla sabbia. Mi guardo attorno schermandomi gli occhi con la
mano. Ice sembra sull’attenti. I capelli le sfiorano il viso.
Poi dalla casa esce parecchia gente. Mi fa una certa impressione.
Bulma mi corre incontro seguita da Bra. La ragazzina mi stringe in un
abbraccio, per poi riservare al fratello un gesto identico. Bulma mi
osserva apprensiva. “Chichi? Hai qualcosa come un
disinfettante?” chiede, rivolta a una donna che
l’ha appena raggiunta.
Questa annuisce con un che di saggio nell’espressione.
“L’ho portato qui” dice, mostrando una
bottiglietta e un po’ di cotone. “Immaginavo che ne
avrebbe avuto bisogno, povera cara”.
Avvampo.
Bulma insiste per pulire il mio taglio alla mano destra. Chichi
vorrebbe mettere un cerotto. Dico che il cerotto non è
necessario. Bulma soffia sulla ferita. La disinfetta di nuovo. Dico a
Chichi che all’aria aperta la ferita guarirà
più in fretta. Lei, dopo un attimo, annuisce.
Quando alzo di nuovo lo sguardo, Bulma insiste a presentarmi tutti.
Cavolo.
Appena la sfilza di nomi si conclude, me la ripete nuovamente per
gentilezza. Gliene sono grata.
Poi vedo che Warm e Goku non sono presenti all’appello. E,
quasi li avessi evocati con il solo pensiero, li vedo uscire in questo
momento, insieme ad un vecchietto dall’aria poco
raccomandabile.
Goku agita allegro la mano, Warm mi rivolge un solo silenzioso cenno.
Poi i suoi occhi notano Ice. Quasi mi aspetto che la affronti a muso
duro. Perciò rimango sbalordita quando le volta le spalle e
si allontana facendo finta di niente, immergendosi in un discorso con
Gohan, il figlio maggiore di Goku. Esterrefatta, mi giro verso Ice.
Attendo che lei rivolga un sorriso scarlatto o che gli indirizzi una
battuta tagliente sulla sua ritirata. Anche questa volta resto
spiazzata. Ice abbassa lo sguardo per un attimo. Poi rialza gli occhi e
riacquista la sua posa gelida.
Ma io sono sbalordita. Cioè, Ice che abbassa lo sguardo! Non
si vede tutti i giorni, affatto.
Mi avvicino a Bra e le domando dov’è Goten. Lei
risponde che è in casa.
“Per la costola?” indago.
La ragazzina annuisce. “Però ha
protestato” aggiunge, “voleva venire anche lui. Ma
Chichi non glielo ha permesso”. Sorride al ricordo e mi
immagino Chichi che vieta al figlio di muoversi.
“Stai a posto?” chiede una voce. Mi volto. Warm
sembra piuttosto imbarazzato nell’informarsi del mio stato di
salute.
“Tutto okay” dico.
“E Ice? Perché è qui?”
domanda dopo un po’.
“Ha detto che non sta più con Aseptic. Ma con
noi”. Warm trasale, trattiene per un attimo il respiro.
Scrollo le spalle. “Trunks ci ha creduto”. Mi
preparo a difendere il giudizio del Presidente, ma a quanto pare oggi
Warm è strano rispetto al solito.
Annuisce distrattamente e si allontana.
“Ma che...” mormoro. Mi volto verso Ice, e la vedo
discutere con Goku. O meglio, lei annuisce, fa cenni di diniego o
risponde a secchi monosillabi. Goku invece chiacchiera a non finire,
riempiendola di domande entusiaste.
Mi stupisco di vederlo così disinvolto. Dopotutto loro due
hanno lottato l’uno contro l’altra.
Ah be’. Contento lui, son contenta pure io. Ice un
po’ meno, ma non si può avere tutto.
Sovrappensiero, mi strofino leggermente il taglio con il polso sinistro.
Continua...
Scusate per il ritardo, ma in questo periodo la scuola mi ha distaccato
molto dalla scrittura, e è diventato difficile aggiornare.
Winry90: scena hot, scena hot... Un momento, ma il rating
com’è? (non lo ricordo davvero
^^”” Vado a dare un’occhiata U_U).
VERDE?!?!?! Oh, be’, si può sempre alzarlo un
pochettino, sisì. Se per stare vicino a Trunks Linen deve
avere il diabete... bah. Ebbene, avrà il diabete! xDxD Un
bacione
Cri92: non preoccuparti, io con le assenze sono MOLTO più
tremenda di te >_> In effetti un nuovo alleato non fa mai
male U_U sono felice ti sia piaciuto il volo ^_- Baci
Fede8755: magari esistesse un ragazzo come il nostro presidente...
*____* Hai ragione, non risponderò se non continuando a
scrivere ^__^ Ciao!
Carol2112: grazie mille^^ Felice che ti sia piaciuto... vedremo come si
evolverà il rapporto di Trunks e Linen... Riguardo al
volo... non sei l’unica che vorrebbe essere sulle spalle di
Trunks! Poi mi dirai se Ice continua a migliorare o peggiora ^_- Okay,
grazie a te! Kiss
Sabri92: poi vedrai bene se la cosa continua a puzzare o meno... In
effetti un cambio di partito così repentino può
destare sospetti. E il minimo che potesse fare era scusarsi... Rapire
qualcuno non è una cosa tanto simpatica U_U Kiss^^
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Capitolo 15 *** Fantasie ***
Capitolo
15 – Fantasie
Silenziosa, osservo le onde del mare infrangersi contro la sabbia
dell’isola. Da quanto ho capito, il proprietario è
quel vecchio chiamato Muten. Sospiro. Magari ce l’avessi
anch’io, un’isola tutta per me!
Anzi, non necessariamente tutta per me... ovviamente Trunks sarebbe
invitato e poi, chi lo sa, a stare al sole tutto il giorno ci si frigge
il cervello, e quest’atmosfera di pace magari potrebbe
indurre a... NO! Stop!
Allontano in fretta i miei pensieri da quella direzione, prima che
possano prendere una piega decisamente troppo erotica.
Mi sento arrossire e torno in mezzo agli altri, sperando che la
compagnia mi tenga coi piedi per terra. La prima ad agguantarmi
è Bulma. Con aria molto apprensiva – mamma che
vergogna! – si informa sul taglio, se mi fa male, se brucia
molto, se dopotutto voglio un cerotto.
Rispondo che va tutto bene e che il cerotto non lo voglio.
“Piuttosto” dico, “come sta
Goten?”
Lei sorride. “Oh, ma quel ragazzo si riprende ad una
velocità... Non preoccuparti, c’è
Chichi con lui e lei non gli permetterebbe mai di fare azioni che
comprometterebbero la sua salute”.
Ah, non ne dubito. Chichi mi dà proprio l’idea di
essere quel genere di madri esageratamente protettive. Penso che Goten
probabilmente non si alzerà dal letto per molto tempo.
“Ma non potrei fare qualcosa per lui?” mi informo,
ancora vergognosa per quanto in ritardo ho chiesto a Trunks notizie del
moro.
Bulma mi sorride con affetto. “Non preoccuparti, Chichi
farà sicuramente il suo lavoro in modo eccellente”.
Per un momento vorrei dire che non intendo questo, poi lascio perdere e
annuisco.
Individuo Bra, seduta per terra e impegnata a tracciare scritte nella
sabbia, e mi accoccolo al suo fianco. “Ciao” la
saluto.
Lei sorride. “Ciao”. Con la mano cancella i segni
fatti per far tornare liscia la spiaggia. “Sono contenta che
tu sia qui” mi confessa poi, “da sola mi
annoio”.
Quel ‘da sola’ mi incuriosisce. “Da
sola?” ripeto. “Ma l’altra... Pan, non ha
la tua stessa età?”
Lei annuisce. “Più o meno”.
“Voi due non siete amiche?” chiedo.
Bra scrolla le spalle e un ciuffo di capelli azzurri le cade davanti
agli occhi. “Sì, abbastanza” risponde
infine, con tono quasi indifferente. “Ma quando
c’è Goku è impossibile coinvolgerla in
qualcosa che non comprenda di lasciarle possibilità di
seguire suo nonno con fare adorante”. Sorride appena, e
capisco che con quelle parole non vuole prendere in giro
l’altra.
Stiamo un momento in silenzio.
“Tutto bene?” chiede infine Bra.
Scrollo le spalle. “Sì” rispondo.
“Tuo fratello è stato un fulmine a venire a
salvarmi” aggiungo, per il semplice piacere di rivolgere un
complimento a Trunks.
Bra, però, reagisce in modo strano. Difatti fa un sorrisetto
e dice: “Certo. Mio fratello è
stato un vero lampo
a venirti a salvare”. Il suo tono mette in
evidenza Trunks e
il fatto che fossi io quella da salvare.
Arrossisco e prego che lei non se ne accorga. In fondo,
però, spero che sia davvero come lascia intendere.
La saluto e mi alzo, lasciandola alle sue scritte sulla sabbia.
Cammino pensierosa per un po’, poi vengo raggiunta da Warm.
L’uomo è accigliato. “Senti”
esordisce senza tanti preamboli, “Ice vi ha detto per quali
motivi si è aggiunta al nostro gruppo?”
Lo guardo sorpresa. In realtà mi aspettavo ci aggredisse con
questa domanda sin da subito. “No” rispondo,
“Trunks ha iniziato a spiegarle che Aseptic le aveva mentito
e lei ha detto che non le servivano le parole di un saiyan e che non
stava più con Aseptic”.
Warm pare colpito. Quando vede che lo sto fissando, ricompone il viso e
domanda con calma: “C’è
altro?” Forse la voce gli trema appena? Mah.
“No... be’, mi ha abbracciata e mi ha chiesto
scusa, ma...”
“Okay, okay” mi interrompe in fretta. Mi chiedo che
risposta stesse aspettando.
Prima che io possa aprire bocca si è già
allontanato. Gironzolo – evitando accuratamente Trunks, le
mie fantasie sono ancora troppo vivide nella testa – e scopro
che Goku sta ancora assillando Ice.
Osservo preoccupata la donna. Dende, non è per caso che ora
decide di stare di nuovo con Mister Simpatia perché almeno
è silenzioso?
Cerco un modo carino per trascinarla via da Goku –
possibilmente un modo che tenga in conto una certa lontananza tra lei e
me. Intanto la guardo. Mi accorgo che i suoi capelli ramati sono lisci,
a parte per una ciocca tutta a boccoli sulla tempia destra. A
differenza dalla prima volta che l’ho incontrata, che era
completamente riccia.
Sospiro e mi inserisco nel discorso interrompendo la marea di richieste
di Goku: “Ice, e per la mia aura, allora?”
Lei si volta verso di me. Non è evidente nessuna emozione,
come al solito la sua espressione è di ghiaccio, ma credo
che un po’ mi sia grata.
Goku si gratta il mento. “Urca, è vero!”
esclama. “Tu non sai azzerare l’aura!”
Annuisco.
Lui inclina la testa in una posizione riflessiva, poi rialza di colpo
lo sguardo, sorridente. Mi aspetto un chissà quale balzo di
intelligenza.
“Non ci resta che sperare che non si rammendi
l’aura di Linen!” esclama, invece, trionfante, il
saiyan.
“Ehm... okay” rispondo.
Ice sembra disapprovare.
Goku poi prende a dire entusiasta: “Linen, non sai che
tecniche straordinarie conosce Ice! Mi ha spiegato un mare di trucchi
inventati da Aseptic! Quel tipo è proprio un
genio!”
Lo fisso sbalordita. Sono sicura che Ice sbufferebbe, se solo non fosse
così impegnata a mantenere la sua espressione distaccata.
Poi sbianco. Ho appena visto Trunks passare vicino a noi, e il suo
volto ha ridestato un certo sogno fatto da me in riva al mare... Mi
faccio paonazza e mi volto di nuovo verso Goku ed Ice.
La donna mi guarda intensamente. Mi sento a disagio e mi preparo a
difendermi da una battuta tagliente. Invece si limita a dire:
“Almeno voi non siete come fuoco e ghiaccio”.
Mi rendo conto di essere rimasta a bocca aperta. Richiudo le mascelle.
Mi domando se è una specie di incoraggiamento, un modo per
dire che un po’ compatibili io e Trunks li siamo.
Sì, deve essere così. Ma è possibile
che tutti – a parte Goku – parlino per enigmi?
In fondo però è il massimo che ci si possa
aspettare da Ice.
Sbadiglio e improvvisamente mi sento stanca.
“Sonno?” domanda Ice.
Annuisco. “Strano” farfuglio, “eppure
sono rimasta praticamente addormentata...” Altro sbadiglio.
“...durante tutto il rapimento”.
La donna replica: “Si trattava di un ottenebramento dei
sensi. Non confonderlo con il sonno naturale. E il sonno che senti
adesso è normale. I tuoi sensi risentono ancora
dell’effetto di quella polvere, almeno per un
po’”.
“Wow” dico, mentre mi stiracchio appena.
“Linen, tutto bene?” A quella voce mi sento appena
più lucida. Mi volto a fissare Trunks. Ha davvero degli
occhi stupendi.
Prima che io possa rispondere, Ice mi precede: “Ha bisogno di
una bella e naturale dormita”.
“Va bene. Vieni, ti porto in camera”.
Sgrano gli occhi, agghiacciata sotto la sonnolenza. No! Dovrei trovarmi
davanti ad un letto in compagnia di Trunks?! Ma che, siamo scemi?!
“Ci vado da sola” provo a dire, ma la mia voce
è monotona e priva di forza, non credo la sentano.
“Sì, sì, sì,
certo” replica Trunks. Ah. Allora mi hanno
sentita.
“Così svieni a metà delle scale. Poi
non sai nemmeno dove sia”.
Si avvicina e mi prende in braccio. Wow. La mia pelle
s’infiamma al contatto con la sua. Meno male che sono stanca,
se fossi più consapevole di ciò che sta accadendo
ci rimarrei secca.
Continua...
Winry90: vero! Ottima idea quella del rating arancione *_____* Una
bella scena... mmm. Devo trovare il modo di metterla da qualche parte,
sì sì. Prima però, davvero, facciamoli
trovare qualche attimo per chiacchierare in tranquillità. Un
bacio!
Carol2112: hai ragione, si può dire tutto ma non che tu
questa volta sia in ritardo! ^^ Riguardo ad Ice... be’,
vedrai come si evolverà tutto il resto. Felice che ti sia
piaciuta la parte della spiegazione sulla forza spirituale, in effetti
non è facile dire cosa sia. Già, Trunks
è Trunks, non posso che essere d’accordo. Se la
cava bene, il ragazzo *-* Che dici? Non ho impiegato molto tempo prima
di aggiornare, no?
Giusiemo291: certo che puoi chiamarmi Pepe! Ad essere sincera, mi piace
più del mio nick intero, anche perché mio
papà mi chiamava così quand’ero piccola
*___* Okay, dopo questo viaggio nei ricordi, devo dirti grazie! Pan un
po’ c’è, ma l’ho lasciata
MOLTO ai margini, come avrai notato, dal momento che nemmeno a me
piace! Felice di sapere che ci sono altri che non la sopportano. Okay,
la scena HOT è molto reclamata U_U Grazie ancora, a presto!
Un bacio
|
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Capitolo 16 *** Un buon risveglio ***
Capitolo
16 – Un buon risveglio
Riapro gli occhi, stiracchiandomi e sbadigliando. Ho il braccio
indolenzito, devo averci dormito sopra. Non ricordo come sono arrivata
in questo letto. Mi devo essere addormentata in braccio a Trunks,
penso, e arrossisco.
Mi raddrizzo e apro per bene le palpebre. Mi guardo attorno.
Sono in una stanza abbastanza spaziosa. Non c’è
alcun tipo di arredamento eccezion fatta per il letto e per due
poltroncine. E, su una di queste, è seduto proprio il
Presidente.
Quando incontro il suo sguardo mi sento avvampare. Dende! Mi chiedo da
quanto tempo sia qui. Rievoco ansiosa tutto quello che ho fatto da
quando mi sono svegliata: per fortuna solo sbadigli e stiracchiamenti.
Poi un nuovo pensiero si fa largo nella mia mente... Ehi, non
è mica che mi avrà guardata dormire?
La prospettiva, invece di mettermi a disagio, mi eccita, mi lusinga.
Spero solo di non aver fatto nessun verso o di aver dormito a bocca
spalancata.
“Ciao”. La voce di Trunks mi riporta bruscamente
alla realtà.
Annaspo per qualche istante, poi finalmente riesco a compormi.
“Ciao” sussurro. Ho la voce un po’ roca.
Subito penso ad Aseptic e domando, ansiosa: “Nessun
problema?”
Lui mi tranquillizza con un cenno. “Nessun
problema” afferma.
Sorrido con timidezza.
Lui risponde al sorriso e io sento chiaramente il mio cuore diventare
una specie di budino e squagliarsi immediatamente.
“Dormito bene?” domanda.
Sto per dire di sì, solo che mi viene in mente che potrei
sfruttare la situazione per capire se mi ha guardata mentre sognavo.
“Secondo te?” chiedo.
Lui ride. “Non ti vedevo bene! Eri mezza sepolta dalle
coperte”.
Il mio cuore manca un battito. Ma allora mi stava guardando!
Trunks aggiunge: “Però, dal silenzio, direi che
hai dormito bene”. Mi guarda. “Giusto?”
Io deglutisco sollevata. Perfetto: sono anche stata zitta.
“Giusto” sospiro.
Il Presidente si alza e viene a sedersi sul letto accanto a me. Il
braccio che ho dalla sua parte mi inizia a prudere immediatamente.
Cerco di calmarmi.
“Tutto bene, ora?” domanda Trunks.
Mi costringo a guardarlo. Ma perché diamine ha degli occhi
così belli?! Annuisco. “Sì, anche se mi
sento un pochettino scombussolata”. Evito di specificare che
è lui a scombussolarmi.
Di colpo si fa serio, poi, come se fosse imbarazzato, mi domanda:
“Ricordi l’ultima volta che ci siamo visti? Prima
che tu scoprissi tutto questo?”
Oh. Certo. È stata quella volta in ufficio quando gli ho
urlato contro. Non appena mi viene in mente il motivo della mia crisi
di nervi il mio stomaca sprofonda. Dende, e chi ci pensava
più?! Il Presidente è fidanzato!
Annuisco, vergognosa.
“Perché mi hai accusato di averti
illusa?” chiede.
Lo fisso. Sta scherzando? Okay, forse sono stata io ad aver sperato
troppo fin da subito, però anche lui... con
l’invito, il bacio...
Quando mi vede in imbarazzo mi rivolge un sorriso di scusa e cambia la
domanda. “Perché eri così disperata? E
cosa intendevi con me e la ‘mia mora’?”
Davvero ho usato quelle parole? Ops.
“Be’” rispondo nervosamente,
“intendevo quella segretaria alta, con i capelli
neri...”
“Ah! La signorina Cole!” esclama Trunks.
“Ah... ehm, sì, credo di sì,
quella” rispondo. “Insomma, lei mi ha spiegato
tutto... nel senso, mi ha detto che siete fidanzati...”
L’espressione di Trunks è talmente sbalordita che
me ne stupisco.
Poi stringe i denti. “Ma non è affatto
vero!” esclama. “Mi fa una corte accanita da quando
lavora alla Capsule Corporation, ma fra noi non
c’è un bel niente!”
Rimango paralizzata.
Wow... è troppo bello per essere vero.
Sento il calore salirmi alle guance, mentre mi inondo di
felicità. “Davvero?” chiedo, con un filo
di voce.
Trunks annuisce. “Certo... e te lo
dimostrerò” aggiunge con decisione.
Lentamente, inizia ad avvicinare la sua testa alla mia... Lo vedo
schiudere le labbra, mentre il cuore prende a battermi
all’impazzata. Ho la gola secca, forse mi gira la testa.
È troppo vicino, sento il suo fiato sul viso.
È vicinissimo.
Le nostre bocche si incontrano. Le sue labbra sono morbide e calde,
meglio di quanto potessi mai sognare... Alzo le mani e gliele metto tra
i capelli, continuando a baciarlo.
Un senso di felicità assoluta mi pervade.
Sento la sua mano sulla schiena, mentre mi perdo nella dolcezza delle
sue labbra.
Quando si scosta, mi sorride. “Bellissimo” mormora.
Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie. Annuisco piano.
Lui mi attira vicino a sé. “Perché eri
così sicura che stesse dicendo la
verità?” domanda piano.
“Be’, perché lei sapeva che ero stata a
casa tua e anche del bacio”. Mi interrompo. Aggrotto la
fronte. “Ehi! Ma come faceva a...”
“Glielo ho detto io”.
Mi volto di scatto, mentre Trunks fa lo stesso.
Ice è ferma sulla soglia.
“Come glielo hai detto tu?” domando. Non chiedo
come lo abbia fatto a sapere, probabilmente mi ha spiata per un bel
po’.
Lei scrolla le spalle. “La ho incontrata per caso e le ho
fatto un po’ di domande sul Presidente. Mi irritava come ne
parlava, tutta frasi allusive e battiti di ciglia, così le
ho detto – per caso – che il bel Presidente non
solo aveva invitato a casa propria la sua segretaria, ma le aveva anche
schioccato un bel bacio sulla guancia”. Mi sorride, quasi
nervosamente. In un certo senso preferisco questo sorriso a quelli
impeccabili che fa di solito... mi sembra più vero,
più spontaneo.
“Non sapevo che fosse gelosa sino a questo punto”
conclude.
“Fa niente” dico. Cerco di trattenermi, ma poi non
posso fare a meno di chiedere: “Da quanto origli?”
Ice sorride. “Da un po’” ammette subito.
Il suo sguardo si accende di una certa malizia. Oh, no!
Mi si avvicina e, scansato Trunks, mi bisbiglia. “Bel
risveglio, no?”
Non posso fare a meno di essere d’accordo.
Continua...
Sabri92: non ti preoccupare ^^ E grazie mille per i complimenti... Kiss
Lilyna_93: grazie *__* Immagino che un po’ tutte vorrebbero
essere al posto di Linen ^_- Anche io adoro Trunks e Dragonball. Sono
felice che ti piaccia come scrivo questa storia, e hai ragione nel dire
che il comportamento di Ice è improvvisamente
fuori dai canoni della donna^^ Un bacio
Giusiemo291: grazie mille^^ Diciamo che la spiaggia
dell’isola di Genio ispira fantasie non tanto innocenti U_U
Che te ne pare di questo capitolo? Grazie ancora e un bacione
Winry90: la bella chiacchierata è arrivata... insieme a
qualcos’altro. Ma qualcosa deve ancora arrivare... e lo
sappiamo cos’è U_U (tanto per fare un chiarimento
inutile: ciò a cui alludi in ogni recensione XD). Povera
Ice, non vorrei essere al suo posto, con Goku eccetera. Un bacione (non
credo che Linen scorderà quello che ha appena ricevuto...)
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Capitolo 17 *** Il racconto di Ice ***
Capitolo
17 – Il racconto di Ice
Trunks mi tiene stretta a sé con un braccio. Mi piace il suo
calore. Mi piace anche il suo profumo. Vorrei chiudere gli occhi e
rimanere sempre abbracciata a lui, vorrei che tutto il resto non avesse
importanza.
Mi basta questo per essere felice, ed è una
felicità abbastanza grande da essere sufficiente per me,
senza bisogno di altri sentimenti...
Invece mi rivolgo ad Ice: “Perché sei venuta
qua?”
Lei scrolla le spalle. I capelli castani brillano per un istante di uno
splendido color rame. “Stanno preparando un
barbecue” risponde, “non volevano lasciarvi a bocca
asciutta e mi sono presa il compito di avvertirvi”.
Ho il forte sospetto che lo abbia fatto per evitare di essere vittima
delle chiacchiere di Goku.
Sembra non apprezzare il fatto di perdere tempo a preparare cibo quando
Aseptic potrebbe spuntare da un momento all’altro.
Trunks evidentemente pensa lo stesso, perché dice, come a
difesa dei suoi amici: “Mangiando saremo in forma migliore
per il combattimento”.
Ice annuisce quasi controvoglia.
Io – molto controvoglia – mi alzo dal mio posto
accanto a Trunks. Il bacio che mi ha dato mi brucia ancora sulle labbra.
Scendiamo in silenzio.
Fuori hanno acceso una specie di fuoco sulla spiaggia, e hanno
preparato alcuni spiedini da abbrustolirvi. Devo ammettere che mi piace
come idea.
Goten ci raggiunge. Sto per scusarmi, ma lui mi domanda, senza
lasciarmi che il tempo di monosillabi, come sto e cose simili. Poi
prende a parlare con Trunks.
Io lo scruto corrucciata in cerca di qualcosa che riveli stanchezza o
dolore, ma vedo solo una benda bianca attraverso la sua camicia aperta
avvolgergli il torace.
Ice è immobile e pensierosa accanto a me.
Ci avviciniamo al falò. È bellissimo il modo in
cui la luce del fuoco arriva a riflettersi sul mare. La mia convinzione
di questo aspetto fantastico si fa più determinata quando
vedo il viso di Trunks illuminato dalle fiamme tremule. Uno spettacolo
che mi blocca – quasi – il respiro.
Goku mi passa uno spiedino e io lo tengo tra il fuoco, ma la mia mente
– e i miei occhi – è concentrata sul
volto di Trunks, a pochi centimetri dal mio.
“Linen” mi fa notare ad un certo punto Warm,
“la carne”.
Sobbalzo e distolgo gli occhi dal Presidente – se penso che
mi ha baciata! – per posarli sulla carne che, effettivamente,
sta iniziando ad assumere un colore nero assai poco confortante.
“Grazie” borbotto, rivolta all’uomo.
Sento che le guance mi stanno diventando ardenti. Se si è
accorto dell’aspetto bruciacchiato di quel che dovrei
mangiare, senza dubbio si è anche reso conto del fatto che
stavo fissando ebete Trunks.
Mordicchio prudentemente la carne. Per fortuna non è poi
tanto bruciata.
Mi impegno al massimo per tenere gli occhi sulle mie mani, ma
è come se non potessi fare a meno di alzare lo sguardo nella
direzione del Presidente. Impiego qualche istante per rendermi conto di
avere Ice accanto.
Alla luce tremula delle fiamme, la donna è ancora
più bella. I capelli brillano di intensi riflessi rosso
fuoco, le sue ciglia paiono ancor più lunghe...
Si accorge che la sto guardando e china il viso ad addentare
– quasi con cautela – il pezzetto di carne che
regge prudentemente.
Quando rialza gli occhi, incrocia senza problemi il mio sguardo.
“Bella serata, vero?” mormora.
Non posso che darle ragione.
“Per me è la prima volta che faccio una cosa del
genere...” prosegue, accennando al falò.
“Anche per me” replico.
Restiamo per qualche istante in silenzio. Sento la risata di Trunks,
che parla ancora con Goten.
Ice abbassa gli occhi a fissare le fiamme, con un’espressione
assorta. Di colpo, dice: “Io, in realtà, sono
nata
su Meat”.
La guardo confusa. Credevo avessimo chiarito che quel pianeta era stato
distrutto quando Vegeta aveva cinque anni, e quindi lei non era ancora
nata...
“Era un popolo straordinario, il nostro” prosegue
Ice, la voce come un mormorio. Ma un mormorio ipnotizzante, dal quale
non riesco a distogliere l’attenzione. Mi accorgo a stento
che le chiacchiere attorno a noi si sono interrotte di colpo.
“Siamo stati il primo popolo a compiere viaggi nel
tempo” continua la donna. “Ma andavamo solo al
futuro... nel passato non eravamo in grado di tornare”.
Mi fissa e fa uno strano sorriso sghembo.
“Avevo un bambino, se riesci a immaginarlo... Thawy, si
chiamava. Era piccolo”.
Sento una delle persone attorno al falò trattenere
bruscamente il fiato. Tolgo a fatica l’attenzione da Ice per
andare a cercare chi sia stato. Vedo Warm, ma non riesco ad incrociare
i suoi occhi. Sta fissando Ice in modo strano.
“Il giorno dell’attacco dei saiyan ero su un altro
pianeta. Quando tornai, il mio luogo di nascita era devastato. Erano
morti tutti...” Fa una strana pausa. “Anche il mio
bambino”.
Sussulto.
“Ero sconvolta. Mi chiedevo cosa fosse successo. Poco dopo,
incontrai Aseptic” prosegue con voce quasi incolore la donna,
“e lui mi disse che erano stati i saiyan. Mi disse che potevo
punirli, che lui voleva punirli. Mi domandò di decifrare in
che tempo i saiyan sarebbero stati pochi e più indifesi...
Sapevamo fare anche questo, noi abitanti di Meat. Decifrare il futuro.
Poi Aseptic mi chiese di portarlo a quell’epoca.
Così avrei potuto avere la mia vendetta”.
Si interrompe.
Mi sento raggelata.
“Mio... il padre di mio figlio non credeva a quanto Aseptic
sosteneva. Diceva che a suo parere i saiyan non c’entravano,
e che Aseptic probabilmente voleva sterminarli per una qualche ragione
insana. Disse che l’alieno non poteva sapere nulla degli
abitanti del Pianeta Vegeta”.
L’unico suono, a parte la voce di Ice, è il
crepitio del fuoco e il fruscio delle onde sulla spiaggia.
“Litigai furiosamente con lui” riprende Ice.
“Ero convinta che non gli importasse niente di nostro figlio,
che sostenesse di non credere ad Aseptic solo perché era
troppo codardo per affrontare i saiyan. Lui, dal canto suo, continuava
a sostenere che quella razza era innocente, e che lui
l’avrebbe per quello protetta da Aseptic, e che io dovevo
decidere da che parte stare. Scelsi la parte di Aseptic”.
Batto le palpebre. Qualcuno che voleva aiutare i saiyan...
“Ma... chi...?” bisbiglio.
Ice si volta verso Warm. Lo fisso a bocca aperta. Lui intercetta la mia
espressione sbalordita e annuisce a conferma di quanto ha detto la
donna.
Improvvisamente è tutto più chiaro. Il
comportamento di entrambi da quando Ice ha voltato le spalle ad
Aseptic. Persino... Spalanco gli occhi, quando ricordo
l’enigmatico commento della donna quando mi aveva vista
fissare Trunks. ‘Almeno voi non siete come fuoco e
ghiaccio’... Ma certo! Si riferiva a se stessa e a Warm!
Incredibile.
“Urca!” commenta Goku. Vedo Bulma tirargli una
gomitata.
Ice sta ancora fissando Warm, con l’espressione
indecifrabile. Io mi volto verso Trunks.
Le onde continuano ad infrangersi sulla spiaggia. Le scintille del
fuoco salgono verso il cielo, dando un brivido in più alle
sensazioni provate al riguardo del racconto di Ice.
Continua...
Giusiemo291: ehi, grazie^^ Quanto entusiasmo! Sono felice che ti sia
piaciuto così tanto il bacio... non sei la sola che vorrebbe
essere al posto di Linen... E del resto la segretaria si può
comprendere, Trunks è il genere di ragazzo che scatena
gelosia a non finire U.U Un bacione^^
Cri92: non ti preoccupare per gli aggiornamenti, se poi recuperi,
inoltre, vieni perdonata automaticamente! Magari avere tutti i giorni
una sveglia così ^_- non farei tante storie per alzarmi dal
letto... baci
Winry90: urca (quel che direbbe Goku, no?) addirittura lo spumante?!
O_o Vogliamo festeggiare sul serio U.U Che dire? Sono lietissima che il
bacio sia stato apprezzato *__* anche se credo che Linen sia stata
quella ad averlo apprezzato più di tutti in assoluto...
Carol2112: ciao cara! Non preoccuparti^^ Sono davvero felice che ti sia
piaciuta la scena tra Linen e il Presidente... Forse in effetti Trunks
di solito è un pochino impacciato con le donne (o
è solo una mia impressione?!). Sbalordita per la rivelazione
di Ice? Spero di sì, perché se è
quella la risposta significa che sono riuscita a farla apparire come un
personaggio ambiguo, ed era proprio quella l’intenzione! ^0^
Spariti i dubbi? Okay, credo me lo dirai tu nella prossima recensione^^
Baci
Sabri92: grazie mille ^_^ In effetti troppa dolcezza potrebbe far
male... ma se dici che è venuto comunque bene ne sono
felice... In effetti di solito quello romantico non è
esattamente il mio genere ^^” Grazie ancora, Kiss
|
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Capitolo 18 *** Tutta colpa di un “pienamente” ***
Capitolo
18 – Tutta colpa di un
“pienamente”
Sto
cercando di dare una mano a Bulma e Chichi per
l’organizzazione della colazione di domani.
Cerco
di mettere da parte le tazze sbrecciate, ma sono moltissime, ed
infine mi ritrovo con solo due tazze integre in mano. Inarco le
sopracciglia e decido di riniziare da capo e di essere meno esigente.
“Tutto
bene?”
Un
sussurro delicato mi solletica l’orecchio.
Sento
la mia temperatura corporea aumentare rapidamente, mentre il
battito del mio cuore ha un impeto di accelerazione che mi stordisce
per qualche attimo.
“Tutto
bene” dico, dopo aver deglutito un paio di
volte.
Trunks
sorride e si siede vicino al tavolo.
“Ice
e Warm dove sono?” domando, osservandolo.
Lui
si scosta distrattamente un ciuffo di capelli dagli occhi cobalto e
mi inchioda con il suo sguardo mozzafiato. “Stanno ancora
parlando”.
Annuisco,
fissandolo. Poi mi ricordo di respirare normalmente.
Abbasso
lo sguardo sulla scodella che ho in mano. È messa
abbastanza bene, ma bisogna darle una ripulita. Prendo uno straccio
abbandonato sul tavolo e inizio a strofinare con energia.
Intanto,
non appena riesco a rilassarmi, ripenso ad Ice e Warm. Dopo il
falò e il racconto di lei si sono allontanati subito. Mentre
rientravo li avevo individuati in un angolo del salotto che
discorrevano a bassa voce.
Ice
continuava a distogliere lo sguardo e a puntarlo nuovamente negli
occhi dell’altro.
“Fuoco
e ghiaccio” dico a mezza voce, meditabonda.
“Sì”
conviene Trunks.
“Incredibile, vero?”
Sobbalzo
e arrossisco. Mi dimentico di continuare la pulizia della
tazza. “Già” mormoro. “Non me
lo aspettavo proprio” aggiungo, scuotendo appena la testa.
“E
chi se lo aspettava?” fa lui.
“Mmm”
bofonchio, distratta dal suo viso. Riprendo a
strofinare la tazza. “Pensi che ce la caveremo con
Aseptic?” domando dopo qualche istante.
“Penso
di sì” risponde con
un’alzata di spalle.
“Perché
non viene a farci una visitina?”
domando, guardando Trunks.
Lui
fa una mezza smorfia. “Credo che non aver più
Ice dalla sua parte abbia piuttosto scombussolato i suoi piani. Forse
deve riprendersi”.
“Quindi
pensi che non sia perché non riesce a
percepire la mia aura” deduco.
“Secondo
Ice lui può. E, infondo, lei è
quella che ha più avuto a che fare con Aseptic rispetto a
tutti noi, no?”
“Già”
sospiro. “Peccato,
però”.
“Be’,
anche se non potesse rintracciarci, non credo
proprio che potremmo starcene qui con le mani in mano. È pur
sempre un cattivo pericoloso, giusto?”
“Giusto”
mormoro.
Lo
guardo. I suoi occhi cobalto incontrano i miei e abbozza un sorriso.
Lo ricambio.
“Quindi
tu non ti tiri indietro” sussurro.
“No”
replica, in un bisbiglio.
È
il mio turno d’inclinare le labbra in un accenno
di sorriso. Mi mordo appena il labbro e appoggio la tazza che ho ancora
tra le mani, con un passo annullo la distanza tra noi e lo abbraccio.
“Cerca di stare attento” gli sussurro, mentre le
sue braccia mi avvolgono e mi tengono stretta.
Mi
avvinghio a lui, respirando il suo profumo così buono. La
sua pelle è calda e liscia, i suoi capelli mi solleticano
piacevolmente il viso. Un po’ di malavoglia mi scosto.
“Grazie”
mormoro.
Lui
alza le spalle. “Grazie a te” replica. Sorride.
Stupido
stomaco, perché fai certi balzi?!
In
questo momento, Bulma entra in cucina. Ci sorride e mi chiede:
“Hai fatto?”
Annuisco.
“Spero vadano bene queste tazze. Di perfettamente
integre ce n’erano solo due, quindi ne ho tenute alcune un
po’ scheggiate” affermo.
La
donna dà un’occhiata alle scodelle che ho
raggruppato in un angolo. “Direi che sono perfette”
commenta.
Mi
sento arrossire.
“Puoi
andare, Linen, se vuoi... Se hai sonno, o
altro”.
“Sì...
ehm... Okay. Grazie”. Saluto e mi
dirigo verso l’uscita, mentre Bulma chiama Trunks e gli dice
qualcosa.
Entro
senza pensare in salotto e mi blocco alla vista di Ice e Warm.
Sentendomi, si zittiscono e si voltano a guardarmi. Avvampo,
imbarazzata.
“Scusate”
dico. “Ora... Vado”.
“Non
c’è problema” replica
Warm, servizievole.
Sorrido,
timida.
“Ah”
ricordo di botto. “Ma
perché diavolo Aseptic è così
pericoloso?” domando.
Ice
si batte un dito su una tempia. “Se riesce ad ottenere il
giusto appiglio, può manipolare i ricordi altrui”.
“Oh”.
Non mi viene in mente altro da dire, dal
momento che ho un po’ di dubbi. Cosa significa ‘il
giusto appiglio’? E in che senso, ‘manipolare i
ricordi altrui’?
“Non
preoccuparti, Linen” prosegue Ice,
imperturbabile. “Non è molto astuto. Credo.
Preferisce combattere, usa la telepatia solo per i casi
disperati”.
“Oh”
dico di nuovo. “Quindi se siamo in
difficoltà nella battaglia, siamo fritti. Se superiamo con
successo la battaglia, siamo fritti ancora di più”.
Ice
scuote appena la testa. “Non direi” dice, in
tono pratico. “Prima di tutto, non dovresti usare la prima
persona plurale, non so se verrai”. Apro la bocca per
protestare, ma lei mi precede, continuando: “Secondo, per
‘superare con successo la battaglia’,
s’intende che Aseptic non sarà... Pienamente vivo
alla fine dello scontro”.
“Pienamente
vivo” ripeto, stordita.
“Pienamente
vivo” conferma Ice.
“Ah...
D’accordo” affermo. Agito
distrattamente la mano mormorando un “Ciao” ed esco
dalla stanza.
Arrivo
alla mia stanza e mi siedo di botto sul letto. Le parole di Ice
mi hanno dato di che riflettere, forse più di quanto
avrebbero dovuto. Specialmente quel “Non pienamente
vivo” mi impensierisce. Vuol dire che si limiteranno a dargli
una bella batosta o Ice ha usato quelle parole per non turbarmi, per
non dire “Non vivo” e basta?
Se
ci penso, non mi viene in mente niente di umano riferito ad Aseptic,
ma l’idea che possano... ucciderlo mi turba comunque. Mi
dà anche un poco di mal di stomaco.
Sento
un rumore alle mie spalle e mi volto. Trunks è in
piedi sulla soglia e mi osserva. “Tutto bene?”
domanda.
“Sì”
inizio ad affrettarmi a dire. Poi
cambio idea. “Anzi, non proprio. No”.
Lui
viene a sedersi accanto a me. “Qual è il
problema?”
“Aseptic”
sospiro. Lo guardo, e improvvisamente mi
sembra di percepire qualcun altro, anche se non so bene chi.
“Onestamente, tu hai mai ucciso qualcuno?”
Sembra
sorpreso. “No” risponde, dopo qualche
istante. “Ti rassicura?” domanda poi.
“Sì”
sussurro.
Lui
si sposta appena. “Onestamente” esordisce,
“se ti avessi risposto di sì, come avresti
reagito?”
Mi
costringo a pensarci. Alzo lo sguardo su di lui.
“Immagino” comincio, un poco incerta.
“Immagino che sarebbe dipeso dal motivo e da chi avresti
ucciso”.
“E
se... se io avessi ammazzato”, la sua voce si
strozza un po’ sull’ultima parola, ma prosegue
comunque, “il mio... Vicino di casa perché ero
arrabbiato con lui?”
Storco
il naso. Gli allungo una botta sulla spalla.
“Idiota” grugnisco. “Tu non ammazzeresti
mai il tuo vicino di casa. A meno che non sia un mostro davvero
orrendo”.
“A
meno che non lo sia” concorda Trunks, un
po’ stancamente.
D’impeto,
gli getto le braccia al collo, stringendolo forte.
“Ehi,
ehi, ehi! Vacci piano, dai!” esclama.
“Col
cavolo” borbotto, aumentando la presa.
“Credevo fossi un saiyan”.
“Un
saiyan che odia gli allenamenti e li trascura non appena
può” replica lui. Non lo posso vedere (ho il mento
poggiato sulla sua spalla) ma sento che ha alzato gli occhi al cielo
mentre parlava.
Quando
mi scosto sorrido. “Bene” affermo,
soddisfatta. “Bene”.
Trunks
scuote la testa. “Quanto compiacimento per avermi
quasi fratturato le ossa”.
Alzo
le spalle. “Be’... Che ci vuoi fare?”
Scuote
di nuovo la testa. Mi guarda, sembra riflettere. In un attimo,
si china a stamparmi un bacio sulla guancia. Sento di nuovo il sangue
salire al mio volto e so di essere diventata rossa come un pomodoro
maturo.
“Calma,
piccola” mormora Trunks, poggiando il palmo
delle mani sulle mie guance in fiamme. Le sue dita sono fresche.
Freschissime, in confronto alla mia pelle infuocata.
Non
riesco a staccare lo sguardo dai suoi occhi. Sul fondo delle sue
iridi azzurre come il cielo sgorgo una scintilla di dolcezza che mi fa
andare il cuore a mille.
Oh
cielo, oh cielo, oh cielo!
Le
sue labbra, in un secondo bacio che mi fa smarrire il fiato da
qualche parte intorno alla gola, si uniscono alle mie. Assaporo la sua
bocca morbida, mentre le sue braccia mi stringono in modo molto
rassicurante.
Spazio autrice:
Esatto, signori e signore, non sono svanita nel nulla! La sola cosa ad
essere svanita è stata la mia ispirazioni. Ed ora pare sia
tornata indietro *_*
Dunque, questo capitolo, come avrete notato, è un
po’ di passaggio, per così dire... Avverto che in
quanto a strategie e combattimenti e cose che avvengono solitamente in
DB non credo di essere un vero talento. Quindi non aspettatevi troppo...
Winry90: Benissimo. Andrò a prendermi una
bella bottiglia di
rosso e berrò tutto per potermi mettere al lavoro per la
scena HOT U_ù Verissimo, Ice ha davvero superato se stessa.
Che brava xD Un bacio^^
Giusiemo291: Be’, sono sicurissima che non
sei
l’unica a volersi stringere a Trunks eccetera. In effetti
quando mi è saltato in mente di mettere Ice e Warm insieme
deve essermi venuta in seguito ad una botta in testa xD Comunque la
frase è giusta, non preoccuparti (la sola differenza
è che io avevo scritto “Almeno voi non siete come
fuoco e ghiaccio”, senza “due”.... O
almeno credo. Se no sai che figuraccia faccio io!). Allora altra
pretendente della scena HOT... Vedrò di mettercela. Ciao.
Fede8755: Oddio, scusa, scusa, scusa, scusa! Scusa!
Comunque
(>///>) sono felice che ti sia piaciuta la scena del
bacio e che la rivelazione da parte di Ice ti abbia lasciata
interdetta... In conclusione, ti ringrazio per la recensione e mi scuso
di nuovo >///>
Sabri92: In effetti non credo di essere stata molto
a posto con la
testa quando ho ideato questa relazione tra Ice e Warm. Grazie mille!
Kiss
Cri92: Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo
^o^ E che il
racconto di Ice ti abbia colpita, grazie per i complimenti, eh! Baci
Carol2112: Non preoccuparti, credo che la recensione
fosse comunque ben
rifornita... Non era poi così corta, no? Spero che ora
però il racconto di Ice sia abbastanza chiaro...
Cercherò di inserire qualche chiarimento anche
più avanti, dal momento che la storia non è delle
più semplici. E sono felice che Ice ti piaccia come
personaggio^^ Ed intanto ecco il nuovo shock per Linen (sì,
immagino tutte resterebbero pietrificate dopo un bacio del genere^^).
Ciao!
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Capitolo 19 *** Quattro chiacchiere con Ice ***
Capitolo
19 – Quattro chiacchiere con Ice
Sono nervosissima. Ad ogni rullio d’onda appena
più forte degli altri faccio un balzo sul divano e mi alzo
in piedi, per andare alla finestra a controllare che sia tutto a posto.
Sapendo che non è una posizione permanente, sarebbe
intelligente smettere di tornare a sedermi sul divano; eppure non
demordo ed ogni volta torno ad accomodarmi sui cuscini.
Me la sto cavando molto peggio rispetto a Chichi, Bulma, Pan e Bra. Le
due donne sono in cucina e le sento chiacchierare in continuazione;
discutono dei comportamenti dei figli e di quello dei mariti. Le due
bambine si sono messe davanti alla televisione. Subito hanno litigato:
Pan voleva vedere un film d’azione sfrenata, mentre Bra
preferiva una commedia romantica. Infine si sono accordate su una
commedia con qualche scena d’inseguimento.
Ma comunque me la cavo molto meglio di Ice. Lei è a dir poco
furibonda.
Stamattina Vegeta, Goku, Trunks e Goten hanno esposto la loro
intenzione di andare a fare un giro di esplorazione, per capire se
Aseptic è ancora nei dintorni. Warm si è subito
aggregato. Ice avrebbe voluto andare con loro.
Ha discusso moltissimo con Warm, ma alla fine, con una smorfia
sdegnata, si è arresa ed è piombata sul divano.
Quando ha notato che la guardavo è tornata al solito rigido
autocontrollo, che è durato sin quando i cinque uomini non
se ne sono andati.
Ora, però, non si preoccupa più di nascondere la
rabbia.
E devo ammettere che è splendida anche così. Le
guance arrossate non fanno che infiammare la sua bellezza, anche il
rame dei suoi capelli sembra più rosseggiante.
“Così posso fare la guardia, certo!”
esclama di colpo.
Alzo lo sguardo ad incontrare il suo, timorosa. È tutta la
mattina che non fa che stare in silenzio per periodi infuriati ed
esplodere in scatti di rancore.
“Dovrebbe farla lui la guardia!” prosegue,
indignata.
So che si riferisce a Warm. Per poco lo stupore non mi fa sgranare gli
occhi. Ice di solito è una statua
d’impeccabilità ed autocontrollo.
“Io
conosco Aseptic meglio di chiunque altro! Certo meglio di
Warm! E cosa devo fare? Star qui a far la guardia!” Sbuffa.
“Come se la mia presenza bastasse a scongiurare un attacco
eventuale”.
“Non basterebbe?” azzardo a domandare, ansiosa.
“Certo che no!” replica lei. Mi osserva, quasi
scettica. “Per piacere! Aseptic
che si fa scoraggiare da me?
Sono tutti troppo fiduciosi, qua. Finiremo tutti male a causa di questa
stupida fede nel prossimo”. Incrocia le braccia sul seno.
“Veramente, se il prossimo è Aseptic, non credo
che tutti abbiamo questa gran fede in lui” non riesco a
trattenermi dall’osservare.
Mi valuta per un attimo. “Non ci spererei” mormora.
“Dal momento che qualcuno qua ha ritenuto opportuno che
restassi qui a vegliare su di voi...” Storce le labbra.
“Avrei potuto...”
“Ice” la interrompo, con una smorfia.
“Cosa ti dà veramente fastidio? L’essere
qui a fare la guardia o il fatto che sia stato Warm a non volerti nel
gruppo d’esplorazione?”
Contro ogni mia aspettativa, per tutta risposta lei sorride
piacevolmente. Uno di quei suoi sorrisi impeccabili, splendenti.
“E tu per chi sei preoccupata, Linen?” domanda, in
tono vellutato. “Per il gruppo
o per Trunks?”
Arrossisco sino alla radice dei capelli. Lei continua a sorridere. Mi
alzo e, imbarazzata, vado in bagno. Mi fermo davanti allo specchio e
osservo la mia immagine riflessa. Valuto il colore dei capelli...
Sembra nero, ma qualche tenue riflesso lo mostra castano scuro.
Il nervosismo che la domanda di Ice mi ha scatenato mi confonde. Certo,
io sono preoccupata per Trunks, ma anche per Goten e gli altri...
Scuoto piano la testa, cacciando quelle riflessioni, sbuffo appena.
Pensavo che la mia domanda avrebbe fatto tacere Ice. Invece si
è limitata a sorridere.
Ma allora qual è il rapporto, ora, che la lega a Warm? Prova
ancora qualcosa per lui o lo considera solo un buon alleato, qualcosa
simile ad un amico?
“Boh” mormoro, avvicinando il viso al vetro. Lo
specchio si appanna appena, offuscato dal mio respiro.
Sospiro ed esco.
Ice adesso sembra molto più rilassata. Non sorride, ma in
compenso ha recuperato in pieno il controllo sul proprio viso.
Per un momento la osservo, poi sospiro e mi siedo di nuovo accanto a
lei. Batto il piede per terra, veloce, impaziente.
Di colpo mi viene in mente una cosa. Mi blocco. Mi volto verso Ice e le
chiedo: “Ma... com’è la storia del...
viaggiare nel tempo?”
Lei mi rivolge un sorriso. “Cosa vuoi sapere?”
domanda.
“Be’...” Esito.
“Com’è che funziona?”
Lei alza le spalle. “Mettiamo che io voglia andare
all’anno prossimo. Ci vado”.
Grazie. Faccio una mezza smorfia. “Ma come...
cioè, qui cosa...?” Non so bene cosa chiedere e
arrossisco, imbarazzata.
Ice si raddrizza. “Se io decidessi di andare
all’anno prossimo, adesso... Tu mi vedresti sparire. E poi,
fra un anno, mi ritroveresti”.
Taccio per qualche istante. “Ma non ha senso!”
sostengo. “Per te non sarà passato nemmeno un
secondo, mentre per me... un anno...”
Lei scrolla di nuovo le spalle. “Prendila come una strada. Mi
teletrasporto più avanti, ma tu devi fare tutto il cammino.
Così ti è più semplice
capire?”
“Sì, ma, il tempo...”
“Il tempo, la distanza”. Sorride. “Stessa
cosa”.
“E quell’altra storia, là...
Com’è che puoi decifrare il
futuro?”
“Non lo so. So solo che posso dire se una razza
sarà estinta o diminuita in modo drastico tra qualche
anno”.
Se una razza sarà estinta o diminuita in modo drastico? Mi
mordo un labbro.
Ice coglie la mia inquietudine. “Tranquilla, ho controllato.
La razza umana non accenna ad estinguersi o diminuire tanto”.
Socchiude gli occhi. “Il problema è che a me,
onestamente, senza offesa, non interessa se la razza umana
sarà ancora integra fra secoli...”
Alzo le sopracciglia.
Lei sorride alla mia espressione. “Linen, mi preme un
po’ di più sapere se tu e gli altri sarete ancora
vivi dopo lo scontro con Aseptic... Ma per il tempo non siete
così importanti” sospira.
“Evviva” affermo, ironica.
Ice accavalla le gambe. Mi valuta seriamente, e dopo qualche istante
inizio a sentirmi a disagio. Forse il fatto che lei sia di una bellezza
così mozzafiato contribuisce al mio imbarazzo.
“Sai” mormora dopo un po’. “Io
potrei evitarlo, questo scontro. Tra un anno dovrebbe essere
già finito. Potrei andare avanti e lavarmi le mani della
fine che farete...”
Il suo tono mi fa accapponare la pelle.
Sorride, un sorriso affilato, che mi fa aumentare i brividi lungo la
schiena.
Poi scuote la testa, ed il suo viso torna di ghiaccio, impenetrabile.
Lo inclina dall’altra parte. La seguo con lo sguardo, ancora
stordita per il discorso che ha appena fatto. Non so se è
più il tono che ha usato o le informazioni che mi ha dato.
Perché si è interrotta? Non voleva essere
tentata? O quelle parole sono state una specie di confessione, un modo
per dirmi che non vuole andare avanti nel tempo perché le
importa di noi?
Per un momento mi sfiora l’idea di chiederle chiarimenti, ma
un’occhiata al suo volto mi fa cambiare opinione. So che non
riuscirei mai a domandarle niente.
E la sua espressione è impossibile da decifrare.
Ben presto distolgo lo sguardo dalla donna e inizio a preoccuparmi di
nuovo per Trunks e gli altri. Com’è che non
tornano? È normale che stiano via così tanto? E
se è successo qualcosa?
A quell’ultimo pensiero mi viene quasi la nausea.
Cerco di respirare normalmente. Mi alzo e vado alla finestra. Dopo
qualche istante sento qualcuno raggiungermi. Mi volto. È
Bra. Mi sorride.
“Non preoccuparti” afferma. “Stanno
tornando”.
“Oh. Anche tu senti le aure?” domando.
Lei annuisce. “Anche se sono un po’ meno brava
degli altri. Infatti, quando ho sentito l’aura di
papà e di Trunks non ne ero molto sicura, ma poi Pan ha
detto che stavano arrivando. E ho iniziato a sentire anche la forza
spirituale degli altri”.
Ha appena finito di parlare che vedo delle sagome comparire
all’orizzonte. Sento il sollievo invadermi e corro fuori.
Appena esco in spiaggia li vedo tutti. Evidentemente sono appena
atterrati.
Ci sono tutti e sembrano tutti illesi.
Trunks, Goten, Gohan, Goku, Vegeta e Warm.
Il sollievo mi fa sorridere. Vado incontro al gruppo. Saluto Warm. Lui
mi arruffa i capelli, ma pare distratto.
Giungo davanti a Trunks. “Ciao” dico. “Mi
sono preoccupata tantissimo”.
Lui alza le spalle. Il vento gli spettina i capelli. “Non ne
avevi motivo”.
Sbuffo. “No?” Poi faccio un passo avanti e lo
abbraccio. Il suo calore è confortante. Mi sfiora i capelli
con le labbra, mi stringe.
Continua...
Winry90:
Sono felice che il capitolo ti abbia soddisfatta. Scusa il
ritardo, ma come al solito l’ispirazione è
bastarda, almeno per me con questa storia. Voglio dire: quando non ho
tempo per scrivere c’è, e tanta, quando ho tempo
mi lascia a fissare disperata il foglio bianco di Microsoft Word.
-.-“ Un bacione^^
Giusiemo291: Spero
di averti fatta felice di nuovo! Tu mi fai felice
facendomi sapere che adori questa storia ^___^ Ah, prima che mi
dimentichi (per non rimandarlo ancora), volevo dirti: sai la mia
flashfic su “Kyle XY”, “Una corsa degli
occhi negli occhi”? Nello spazio autrice mi sono sbagliata a
scrivere, perché non è riferita alla terza serie,
ma alla seconda (nel capitolo “Verso il futuro”).
Scusa >///> Se vuoi commentare ancora sapendo questo non
mi lamento di certo! Fai tu... Tornando a questa storia... Sono felice
che trovi dolcissimi Linen e Trunks! Oddio... Ti ho mandato in tilt il
cervello per la troppa contentezza? ^0^ Grazie a te, è
bellissimo leggere quanto apprezzi questo racconto!
Fede8755: Sono
contenta che ti sia piaciuta la scena del dialogo tra
Trunks e Linen (intendevi quello, giusto?), che in un certo senso
è il fulcro del capitolo. Spero che anche questo tra Linen e
Ice non sia risultato pesante o noioso. Baci!
Carol2112: Ciao!
Sono molto felice di risentirti... Scusa per la mia
assenza ultimamente tra le recensioni della tua storia, ma a stento
riesco a seguirla leggendo, per recensire non ho ancora trovato tempo
ç_ç Grazie mille^^ Un bacione
Cri92: Ciao,
Cri! Non preoccuparti, anche se è vero che dal
manga mi sono staccata parecchio, mi impegnerò comunque per
concludere le storie... e chissà mai che non mi torni la
mania con l’ispirazione! Grazie mille per i complimenti (sono
contenta che la scena di Linen che sistema le stoviglie, di per
sé semplice, ti sia piaciuta per come poi l’ho
resa! Eh sì, è proprio cotta!). Un bacio enorme.
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Capitolo 20 *** Sbalzi d'umore ***
Capitolo
20 – Sbalzi
d’umore
Una pacca
sancisce la fine del nostro abbraccio.
La
mano di Goten ha battuto sulla spalla di Trunks, ma ho sentito
anch’io il colpo. Eccome se l’ho sentito. Mi scosto
dal Presidente con un mezzo sorriso.
“Ehi,
rubacuori!” lo stuzzica il figlio minore di
Goku, con una scintilla birbante nello sguardo che per un momento mi fa
intravedere un Goten bambino, curioso e giocherellone. Si batte una
mano sulla fronte, mentre i suoi occhi vagano da Trunks a me.
“In effetti” ridacchia dopo qualche istante,
“avrei dovuto capirlo prima”.
Arrossisco.
Per
fortuna in questo momento arriva Ice. Ignora tutti e si dirige
verso Warm. “Lo avete trovato?” domanda, senza
nessuna particolare inflessione che possa svelare il suo stato
d’animo.
L’uomo
scuote la testa, mentre io li osservo curiosa.
Non
ci posso giurare, ma credo che Ice sia abbastanza soddisfatta dopo
quella risposta.
“Ve
l’ho detto” osserva, sprezzante.
“Non si farà trovare. È un tipo astuto,
calcolatore. Balzerà fuori solo quando vorrà
battersi con noi”. Alza le spalle. “Vuole sentirsi
padrone del gioco, e di certo non ci permetterà di fare la
prima mossa”.
Trunks
alza le spalle e nello stesso istante Goten fa lo stesso gesto.
In alcuni momenti, nonostante sappia che non sono parenti, nonostante
il loro aspetto completamente diverso, sembrano quasi due strani
gemelli.
Eterozigoti,
penso divertita. Due gemelli eterozigoti.
Sorrido,
anche se a dire il vero non è neanche una battuta.
E, se la fosse, non farebbe ridere nemmeno un pazzo ubriaco.
Trunks
intercetta il mio sguardo. Corruga la fronte, poi sorride
incuriosito. “Cosa c’è?”
domanda.
Faccio
un gesto vago. “Te lo spiego più
tardi” replico.
Entriamo
in casa. Subito i Son vengono aggrediti da Chichi che,
agitando un mestolo dall’aria anche piuttosto pericolosa
sotto il mento di Goku, strepita domande, chiedendo se era proprio
necessario che ci impiegassero tanto a tornare.
Goku
non sembra cogliere niente della rabbia della moglie. La guarda
con un’espressione candidamente felice, esclamando:
“Chichi, dimmi, ti prego, che quel mestolo che stai tenendo
in mano è segno che ti sei messa a cucinare qualcosa per
me!”
Sua
moglie non si lascia calmare molto facilmente. “No,
disgraziato! Io non ho cucinato per te, ma per i nostri figli, per
Vegeta, Bulma, Trunks...”
E
mentre inizia a elencare dettagliatamente tutti gli altri che si
trovano su quest’isola, Goku pare quasi afflosciarsi. Se
avesse una coda, scommetterei qualsiasi cosa che a questo punto la
terrebbe fra le gambe.
“Ti
prego, Chichi!” si lamenta, scrutandola.
“Non puoi farmi questo!” A quanto pare crede che la
moglie abbia intenzione di tenerlo a digiuno – e
n’è a dir poco terrorizzato. “Io adoro
la tua cucina, tesoro!” aggiunge.
A
quell’ultima affermazione Chichi sembra addolcirsi.
“E sia” concede.
Goku,
a quelle parole, sorride e si getta a stringerla in un abbraccio
impetuoso, dandole un bacio – con tanto di schiocco
– sulla guancia.
La
donna lo spinge via, ma credo sia stata contenta del gesto del
marito.
E
così, mangiamo.
Mi
fa uno strano effetto sedere ad una tavola brulicante di chiacchiere
e di risate. È tutto così... normale, come se
Aseptic non esistesse, come se il pericolo che incombe fosse solo
l’ombra di un brutto incubo. Come se la sola
realtà che importasse fosse quella della famiglia, mi scopro
a pensare.
Incrocio
lo sguardo di Trunks, che sorride, e aggiungo mentalmente che
forse, dopotutto, è così davvero.
Dopo
aver finito di mangiare mi metto sul divano, distesa a pancia in
giù, tenendo la schiena appena alzata con l’aiuto
dei gomiti, un pugno sotto il mento. Con la mano libera, sfoglio di
malavoglia una rivista.
Non
c’è un solo – non
c’è n’è uno –
articolo appena interessante. O forse sono io che sono noiosa, il che
non è del tutto escludibile, penso.
Mi
chiedo come mai sia stata acquistata. La pagina successiva, un vero
collage di donne in bikini, mi toglie ogni dubbio. Sono certa che il
maestro Muten adori
questa rivista.
Con
un sospiro rassegnato, proseguo.
A
questo punto, però, sento un fiato leggero sulla nuca. Mi
dà la pelle d’oca, infiammandomi ogni singolo poro
della pelle. Prima che io possa fare alcunché, due braccia
mi stringono da sopra. Mi giro in quell’abbraccio tenace come
posso, sino ad andare a strusciare la testa sotto il mento di Trunks.
“Ehi”
lo rimprovero, abbozzando un sorriso.
“Ciao”
mugola lui. Sembra assonnato.
“Tutto
bene?” gli domando allora.
I
ciuffi lilla dei suoi capelli mi pizzicano la fronte. Soffio, in modo
che si allontanino un poco.
“Certo”
sbadiglia.
“Perché
non vai a farti una dormita?”
domando. Istintivamente, ad un lieve prurito sopra le tempie, sfrego il
viso contro il suo.
“Non
voglio” risponde.
Mi
viene quasi da ridere al suo tono, che sfiora la petulanza.
“E
poi” aggiunge, scherzosamente provocante,
“non dirmi che ti dispiace questa posizione”.
Santo
cielo, ovvio che non mi dispiace per niente. Ma non posso certo
dirglielo, penso, anche se la sua guancia rosea è tanto
vicina a me da darmi una voglia pazzesca di baciarla o di sfiorarla con
le dita. “Hai interrotto un’interessantissima
lettura” fingo di rimproverarlo.
“Certo”
sbuffa. Si tende oltre la mia spalla e
allunga una mano ad aprire la rivista che, nel progresso del nostro
abbraccio, si era chiusa. “Immagino quanto ti abbia
appassionato”.
“Vuoi
scherzare?” gli domando, seccata.
“Quelle pagine sono la mia vita”.
Un
momento dopo vorrei mordermi a sangue il labbro, perché
proprio mentre dicevo la seconda affermazione, lui è giunto
alla pagina delle ragazze in bikini.
“Bene”
sospira. Un lampo – un guizzo che
non mi piace per nulla – gli brilla negli occhi e capisco
cosa sta per dire. Spalanco le labbra. “Vorrà dire
che chiederò a mia madre se ha un suo costume di quando era
giovane da prestarti!”
Arrossisco
violentemente. “Sei scemo?!” esclamo. Mi
divincolo.
Lui,
però, mi afferra saldamente i fianchi e mi solleva. O
almeno ci prova, perché subito mi avvinghio al cuscino e
inizio a scalciare come una forsennata, come non facevo da
chissà quanto, da quando, bambina, mi azzuffavo con mio
fratello. “Lasciami! Trunks, lasciami!” grido a
tutto spiano.
Lui
se la ride e mi afferra le caviglie.
Trasalgo.
Quello, per me, è un punto debole. Mi viene la
pelle d’oca.
Il
fatto è che io soffro il solletico sotto i piedi in
maniera a dir poco spropositata, tanto che se solo uno mi afferra le
gambe manda in crisi il mio sistema nervoso.
Inizio
a ridere a crepapelle, dimenandomi. Scalcio con più
foga. Di conseguenza il mio piede si schianta sul suo volto.
“Non
credevo fossi così pericolosa!”
scherza, solleticandomi i piedi.
“La...
scia... mi” boccheggio, tra una crisi di
risate e l’altra. “Ti... ti prego!”
Tiro
calci a non finire, cercando di riprendere fiato.
“Mi
arrendo!” esclamo infine.
Trunks
mi lascia immediatamente e sfodera il suo sorriso più
sfolgorante, lasciandomi finalmente le caviglie.
“Quindi
potrò metterti in costume da
bagno?” domanda, in tono tanto innocente da sciogliermi il
cuore.
Gli
getto un cuscino in faccia, cercando di tornare ad un ritmo di
respirazione normale.
Si
siede accanto a me, afferra la rivista e la getta sul pavimento
senza troppi complimenti. Seguo il suo gesto con sguardo curioso,
chiedendomi cosa abbia intenzione di fare.
“Vuoi
andare a dormire, adesso?” gli domando.
Lui
fissa accigliato il proprio orologio da polso. “Non sono
nemmeno le quattro del pomeriggio” osserva.
Alzo
le mani. “Non lo sapevo”.
Lui
sorride e si slaccia l’orologio. Mi prende il braccio e
aggancia l’oggetto sotto la mia mano. Io oso a malapena
fiatare.
“Ecco
fatto” afferma, ad operazione conclusa.
“Così saprai quand’è ora di
andare a nanna”.
Mi
sento imbarazzata. Tanto più che il gingillo che mi ha
appena dato è uno di quei modelli super accessoriati che non
potrei permettermi nemmeno tra cent’anni. “Oh.
Be’, grazie” mormoro.
“Di
niente” replica, alzando le spalle.
Mi
osserva con attenzione.
“Ora
me lo dici?” domanda dopo qualche istante.
Lo
fisso, interrogativa. “Cosa?”
“Perché
hai sorriso dopo aver guardato me e
Goten” replica.
Me
n’ero scordata. “Ah, già”
rammendo. Scrollo le spalle. “Non è molto
interessante, effettivamente” aggiungo. “Ho solo
pensato che sembravate due gemelli eterozigoti”.
Lui
sorride. Si sfiora una tempia, assorto. “In effetti,
l’essere cresciuti assieme deve aver influito sul nostro
comportamento” concorda.
Improvvisamente
sento un nodo allo stomaco.
Penso
che probabilmente dovrò iniziare a preoccuparmi per
questi sbalzi d’umore.
Sarebbero
comprensibili per una donna incinta o per
un’adolescente, ma in quanto a me... Ormai credo di aver
oltrepassato la fase adolescenziale e inoltre sono ancora vergine.
Sospiro
mestamente, accigliandomi.
Mi
aggrappo al braccio di Trunks e riesco a sentirmi di nuovo felice,
ma è una felicità un po’ affranta, dal
momento che penso a come sarebbe bello tutto questo se non fossimo in
pericolo.
Un
nodo di malinconia mi fa schiudere le labbra.
Le
sue dita mi solleticano i capelli.
Spazio autrice:
Lo so, lo so. Sono da mandare al rogo ç_ç Sono
ben tre mesi che non aggiorno e questo capitolo non è
nemmeno niente di che.
Spero non si troppo deludente e cercherò di non tardare
altrettanto per scrivere il prossimo.
Winry90: Non oso immaginare quali ipotesi tu abbia
formulato in questo
lunghissimo periodo di tempo! In quanto ad Ice, conto di approfondirla
abbastanza. Avvertimi se per caso inizio a diventare pesante, okay?
Sono felice che Linen e Trunks risultino troppo carini. Spero di
riuscire a non far diventare sdolcinate le scene con loro due. E spero
anche che questa non sia risultata eccessivamente infantile (anche se
in fin dei conti l’obbiettivo era di tirare fuori il lato
giocoso dei personaggi). In effetti Warm sembra proprio
intenzionato a fare da fratello maggiore alla protagonista xD
Grazie per l’augurio e scusa per l’orrendo ritardo
T^T
Giusiemo291: Ogni volta che mi ritrovo a leggere una
tua recensione
arrossisco sino alla radice dei capelli. L’avrò
già detto, ma è un’emozione avere una
lettrice tanto fiduciosa. Spero di riuscire a trovare, in questo
periodo, il tempo di rimboccarmi le maniche e aggiornare un
po’ delle storie su Dragon Ball, dato che –
diciamolo – se lo meritano, dopo tanto tempo ad aspettare.
Secondo me anche tu hai un enorme talento (ti basti sapere che non mi
stanco mai di leggere “Tears and drops” e non so se
mi sarei mai attaccata così ad un racconto su Pan).
Passando alla storia, in effetti sto cercando di rivelare Ice
“a strati” (come una cipolla? (Shrek?)) e tento di
non svelare mai troppo o troppo poco. Spero di non sbagliare le dosi,
insomma. Avresti dovuto vedere la mia espressione quando ho letto che
consideri Linen dolce. Non so spiegarti perché mi abbia
così colpito. Forse perché dopotutto lei
è proprio così. Grazie ancora.
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