Presidente Cercasi

di 9Pepe4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciò che va e ciò che non va ***
Capitolo 2: *** Puzza?! ***
Capitolo 3: *** Interrogatorio in panchina ***
Capitolo 4: *** Invito ***
Capitolo 5: *** Specialmente sera ***
Capitolo 6: *** La fine di un sogno ***
Capitolo 7: *** Parole in gola ***
Capitolo 8: *** Warm ***
Capitolo 9: *** Avvertimento ***
Capitolo 10: *** Ultimo minuto ***
Capitolo 11: *** Aseptic ***
Capitolo 12: *** Ottenebramento dei sensi ***
Capitolo 13: *** Il piano di Trunks ***
Capitolo 14: *** Un'isola affollata ***
Capitolo 15: *** Fantasie ***
Capitolo 16: *** Un buon risveglio ***
Capitolo 17: *** Il racconto di Ice ***
Capitolo 18: *** Tutta colpa di un “pienamente” ***
Capitolo 19: *** Quattro chiacchiere con Ice ***
Capitolo 20: *** Sbalzi d'umore ***



Capitolo 1
*** Ciò che va e ciò che non va ***


Presidente Cercasi

Capitolo 1 – Ciò che va e ciò che non va

Mi trovo in una situazione a dir poco schifosa. Per farla breve, domani viene a trovarmi mia madre.
Cos’ho contro mia madre?
Assolutamente niente, anzi, le voglio un gran bene. Infatti il problema non è lei, ma quel che lei crede. Ovvero che io abbia ancora il mio lavoro da segretaria. Lavoro che, guarda caso, non ho più.
E tutta per colpa del mio capo, il quale ha pensato bene di licenziarmi per poter assumere la biondina da strapazzo con la quale se la faceva tutti i giorni.
Sia ben chiaro: non avevo nulla da ridire sulla sua relazione. Non era sposato, era adulto e vaccinato, pertanto aveva pieno diritto di spassarsela con una donna sexy e longilinea. Almeno, questo lo pensavo finché la suddetta donna sexy e longilinea non è finita seduta alla mia scrivania, lasciandomi con i miei effetti personali impacchettati in mano e le labbra schiuse a sillabare la parola “Licenziamento?”.
Ho già fatto domanda in parecchie aziende, ma praticamente tutti mi hanno riferito di essere tanto, tanto dispiaciuti ma di non aver bisogno di una segretaria. Zero risultati. Ormai è una settimana che faccio avanti e indietro, sentendomi quasi come uno stupido animale che ha perso i suoi padroni e vaga per i quartieri alla ricerca della sua cuccia.
Con un sospiro, abbasso il viso a sgranocchiare di malavoglia lo snack che, allo stesso tempo, è anche il mio pranzo. Ho lo stomaco tutto attorcigliato – l’inattività non mi si addice – e di conseguenza fatico ad ingoiare i bocconi.
Fisso distrattamente le foglie secche che ingombrano il marciapiede, scricchiolando sotto la suola delle mie scarpe.
Finita la merenda, getto la carta nel bidone più vicino, con una mossa rapida del braccio che sa d’insofferenza.
Sto ripetendo mentalmente i punti forti del mio curriculum, quando all’improvviso sbatto contro qualcuno. Lo scontro è talmente inaspettato che il respiro mi si blocca in gola con un sussulto. Inciampo in avanti, ma quel qualcuno mi afferra prontamente, impedendomi di cadere.
Paonazza, perché sono perfettamente consapevole di essere stata io quella distratta, quella che non stava badando minimamente a dove metteva i piedi, farfuglio qualche scusa, poi guardo meglio il soggetto e rimango senza fiato.
Occhi azzurro cielo, ciuffi lilla chiaro che gli ricadono distrattamente sul viso perfetto. Un fisico aitante, ma soprattutto un sorriso ultraterreno.
«Tutto okay?» chiede, con gentilezza, trattenendomi saldamente per le braccia, come se non fosse del tutto sicuro di potersi fidare del mio equilibrio.
«Okay?» rispondo, ma la mia sembra più una domanda che un’affermazione, forse anche per merito dell’espressione smarrita e interrogativa che so di aver stampata in faccia. Cerco di darmi un contegno. «Tutto a posto» dico.
«Bene» commenta lui di rimando, sorridendomi. Con una certa cautela, allenta la presa sulle mie braccia.
Fisso inebetita i suoi occhi cobalto, e quando le sue mani scivolano via dai miei gomiti inizio subito a sentire la mancanza della sua stretta amichevole. In un attimo folle, mi balena in mente il pensiero che non mi importa se non riuscirò a trovare lavoro, mi sarebbe sufficiente rimanere qui a guardare queste iridi intense. Confusa, allontano le mie riflessioni.
Giusto in tempo perché il ragazzo mi faccia cenno con il mento, a mo’ di saluto. «Ci vediamo» aggiunge.
Ci metto un po’ a ricordarmi della mia lingua. «Arrivederci» replico infine, dopo qualche esitazione.
Lui mi sorride un’ultima volta, poi si allontana. Resto imbambolata a guardarlo camminare lungo il marciapiede ad una velocità disinvolta.
Quando scompare dalla mia vista il cuore mi si calma, e solo ora che riprende il suo ritmo normale mi rendo conto di quanto abbia battuto forte.
Istintivamente, ripenso alle parole del ragazzo… Ci vediamo… Magari.
Sorrido fra me, incamminandomi per la mia strada. Per quanto mi dispiaccia, sembra che i miei passi mi portino nella direzione opposta rispetto a quella presa dal giovane.
In ogni modo, però, sembra che come giornata non sia poi tanto brutta.

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Capitolo 2
*** Puzza?! ***


Capitolo 2 – Puzza?!

Impensierita, continuo a passeggiare. L’intenzione sarebbe domandarmi il da farsi, ma purtroppo le mie riflessioni risultano irrimediabilmente distratte dal ricordo del sorriso abbagliante del giovane contro il quale ho sbattuto.
Mi incuriosisce. In una maniera che non ha nulla di logico. È come se morissi dalla voglia di sapere tutto di lui.
Chissà come si chiama…
Mi prendo la testa tra le mani. “Insomma, Linen!” mi apostrofo mentalmente, con un’intonazione pungente sul mio nome. “Cerca di concentrarti!”
Ma alla fine questo rimprovero mentale risulta solo la prova di quanto sia realmente più facile il dirsi che il farsi.
Tento disperatamente di riflettere e di far chiarezza su ciò che mi passa per la testa; di concentrarmi, insomma, su quella che è la mia reale priorità: trovare un lavoro.
“Be’, sulla Tabley Corporation è meglio non riflettere, dato che sembra che non sia un periodo favorevole… Non avevo letto che potrebbe chiudere i battenti? Dende, che occhi meravigliosi aveva!... Dunque, stavo pensando. Sì. La Garden ha un’amministrazione troppo inaffidabile… Partirei bene e poi mi ritroverei con lo stipendio dimezzato a fine mese (sul serio, aveva un sorriso stupendo!). E di certo alle Happier Industries non mostro la carta di credito… Ma sarà un ginnasta? Aveva un corpo perfetto… No, quella non è un’azienda seria… Potrebbe benissimo fare l’attore… Per non parlare del fatto che vorrei mantenere uno stipendio dignitoso, ma se finissi in società con… E che mani! Sarà sposato?”
Mi fermo in mezzo al marciapiede, mordendomi come una forsennata il labbro inferiore. Il proposito sarebbe di ragionare con maggiore lucidità, ma ben presto mi rendo conto che, invece di pensare come dovuto ai pro e contro di ogni impiego, perdo tempo a lambiccarmi il cervello per tentare di ricordare se aveva la fede al dito oppure no.
Proprio non me lo ricordo!
Probabilmente non ho nemmeno dato un’occhiata.
“No, Linen, concentrati!”
Ah, sì. Assegno in bianco… conferenze… sorriso… Che volto, Dende!
Urtata dalla maniera nella quale i miei pensieri sembrano evitare con destrezza qualsiasi filo logico, mi batto una mano contro a fronte. Se continuo ad andare avanti così non caverò un ragno da un buco.
Irritata, lascio vagare lo sguardo. Là, tra i rami spogli degli alberi che stanno allineati al marciapiede, i miei occhi incontrano un cartellone (enorme a dir poco) che celebre l’eccezionalità della famosa Capsule Corporation. Emetto uno sbuffo sarcastico. Come se servisse un manifesto per ricordare alla società la grandiosità di quell’azienda…
Mi mordo un labbro.
E se… Forse è un po’ ambizioso puntare a tanto, eppure… Ma sì, perché non fare un tentativo con l’azienda più famosa del mondo?
Devo essere impazzita – ed effettivamente ho presenti almeno dieci motivi che negli ultimi tempi possono avermi fatto andar fuori di testa – ma in fondo non ho nulla da perdere.
Con una scrollata di spalle, faccio rapidamente dietro front.

Non ci posso credere, l’ho fatto!
Ho fissato un’audizione!
Be’, forse sarebbe meglio chiamarlo “colloquio”, dato che altrimenti sembra che io debba andare a far l’attrice.
Sorrido tra me e me. In fondo non mi dispiacerebbe… Però so che non mi prenderebbe nessuno, e questo è poco ma sicuro.
Al di là dell’imperfezione del mio aspetto, c’è anche il fatto che ho un’aria decisamente infantile – mai che ci sia uno che non rimanga a bocca aperta quando gli dico quanti anni ho; ormai non considero più un complimento l’osservazione “Sembri più giovane”.
Quel che importa, comunque, è che forse qualcosa lo otterrò.
Quando entro nello stabilimento dell’azienda dentro cui ho l’appuntamento, credo di non stare affatto respirando. Entrando nell’ascensore sono nervosissima, e stringo forte al petto la carpetta che ho portato con me.
Mi tormento le labbra finché le porte non si aprono, dopodiché mi fiondo fuori.
«Buongiorno» mi saluta una voce femminile.
Davanti al mio sguardo, si presenta una donna rigida e impettita, con labbra di un rosso scarlatto e corti capelli neri.
Mi squadra dall’alto al basso. «Lei è?»
«Linen Lace» borbotto. Dal momento che, di fronte all’ostilità della donna, non sono riuscita a evitare di mettermi sulla difensiva, la mia voce suona piuttosto seccata.
Fortunatamente, la mia interlocutrice non sembra accorgersene. Invece, scruta la lista che tiene in mano. «Oh, sì. Ha appuntamento col Presidente e due funzionari tra mezz’ora. Sala due, in fondo al corridoio quattro».
La ringrazio e, sebbene prima abbia guardato una cartina che mostra tutta la struttura di questo piano, mi perdo per ben tre volte.
Lo so, è patetico, ma il mio senso d’orientamento è – volendo usare un’espressione alquanto eufemistica – orribilmente scarso.
Quando alla fine trovo la sala, sono giusto giusto in orario.
Nervosamente, mi do una sistemata a vestiti e capelli, pregando tra me e me di essere presentabile.
Quindi, dopo aver tirato un respiro profondo, entro nella sala.
Subito, mi viene incontro uno dei due funzionari annunciati dalla moretta. In effetti, è così rapido che mi chiedo se non fosse appostato dietro la porta ad aspettarmi.
Inconsapevole di quello che mi passa per la testa, l’uomo mi offre gentilmente una sedia. Mi accomodo, sfilando un foglio dalla sua busta plastificata.
Quando alzo gli occhi per passarlo ad uno degli impiegati, rimango di sasso.
Seduto con un atteggiamento che mette in risalto tutte la sua noia, le dita intrecciate sotto il mento, c’è il ragazzo che ho incontrato stamani!
Come se avesse udito i miei pensieri, alza lo sguardo, mi riconosce, s’illumina… e mi sorride.
Lo stomaco reagisce immediatamente, attorcigliandosi come un talentuoso contorsionista. Mi accorgo per un pelo che mi è stata rivolto una domanda, e rispondo appena in tempo.
Per tutta la durata della riunione, cerco di non pensare agli occhi – quei fantastici occhi color cobalto – del Presidente fissi su di me.
Cerco anche di non pensare che la presenza di quel ragazzo mi fa sentire una scolaretta impacciata.
«Bene. Signorina Linen, è stato un piacere. Le faremo sapere al più presto».
Stringo alcune mani – un po’ a casaccio, mi pare – poi anche il Presidente si alza. Mi si avvicina, per poi circondarmi la mano in una stretta.
«Linen Lace, eh?» lo sento bisbigliare. «Piacere, Trunks Brief».
Da parte mia, farfuglio a bassa voce qualcosa che potrebbe essere tradotto come: «Il piacere è tutto mio».
Per la serie: la mia stupidità non manca mai di fare la propria comparsa.
Il giovane mi sorride, poi si volta per raggiungere i suoi funzionari.
Si allontanano in fretta, ma potrei giurare di sentirlo dichiarare: «Be’, a me ha fatto una bella impressione».
A quel punto, le mie orecchie sono talmente bollenti che potrei cuocerci un paio di uova. Reagendo con prontezza a quel pensiero, il mio stomaco brontola con veemenza.
Decido di assecondarlo e scendo al bar poco distante, così da poter mettere qualcosa sotto i denti. Tra un morso e l’altro, guardo il cellulare, attendendo con un nodo alla gola la fatidica telefonata.
Ho ormai finito di mangiare, quando mi rendo conto che sto addirittura sudando. Poco male, vorrà dire che stasera mi godrò maggiormente la doccia…
Poi, proprio quando mi sono quasi dimenticata del telefonino, questo inizia a squillare con entusiasmo.
Sobbalzo, rispondendo con mani tremanti. «P-pronto?»
Non posso evitare di suonare nervosa: in fondo questa è la mia ultima possibilità per risparmiarmi una figuraccia materna!
«Signorina Lace? La informiamo che lei è stata assunta come segretaria del Presidente della Capsule Corporation, ditta tra le più stimate…»
Ormai, la donna che mi ha contattato è partita in quarta ad elencarmi tutti i pregi dell’azienda, ma io non ascolto.
Ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!
Non dovrò dire a mia madre che sua figlia è incapace di tenersi un lavoro.
Tiro un sospiro di sollievo, dopodiché mi accorgo che la donna ha iniziato a darmi delle istruzioni su ciò che dovrò fare. Arraffo svelta un tovagliolo di carta e, sotto lo sguardo allibito di un cameriere, prendo furiosamente alcuni appunti.
Vengo salutata con contenuta cortesia, e a quel punto riattacco.
Incapace di trattenermi oltre, tiro un pugno all’aria, esultando: «Sì!»
Lo sguardo sorpreso del cameriere si trasforma in uno di compatimento.
Così, per non mandare in fumo quel poco di dignità che mi è rimasta, mi alzo, vado a pagare e esco in strada.
Sto camminando – o saltellando che dir si voglia – quando vengo urtata da un passante. Urtata, a dir la verità, è riduttivo, dato che perdo l’equilibrio e cado a terra.
Alzo lo sguardo. «Ehi!» non posso fare a meno di esclamare, infastidita, soprattutto dal fatto che quello mi ha totalmente ignorata, continuando impassibile il proprio percorso.
Alla mia esclamazione, però, si ferma e si volta a guardarmi.
Lo fisso da terra, frastornata, annotandone mentalmente la figura massiccia, gli occhiali da sole e il viso aguzzo.
«Che c’è?» sbotta.
Rimango senza parole.
Piccolo appunto per me: non mostrarmi mai, e dico mai, mai più infastidita… Almeno, non prima di essermi accertata che la causa del mio fastidio non sia un omaccione grande tre volte la mia taglia.
Improvvisamente, qualcosa passa sul volto dello sconosciuto, e lui prende a scrutarmi in maniera diversa, come se mi vedesse davvero solo ora.
Il suo sguardo indagatore mi fa sentire profondamente a disagio, ma allo stesso tempo è come se non riuscissi a muovermi.
Alla fine, l’uomo mi chiede, diffidente: «Mai avuto a che fare con la Capsule Corporation?»
Rimango a bocca aperta. E lui cosa ne sa?
Richiudo le mascelle con un colpo secco.
«No… Perché?» domando, sospettosa.
Sì, lo so, è una bugia bella e buona, ma non mi piace l’idea che un estraneo sia a conoscenza dei miei fatti personali.
«BUGIARDA!» ruggisce l’uomo.
Metà dei passanti si gira verso di noi, poi si allontana in fretta, impressionata dalla stazza dell’uomo.
«Tu puzzi di quel saiyan mezzosangue!»
Lo fisso, cercando inutilmente di raccapezzarmi.
Puzzare? Io puzzo? Okay, ho sudato un po’ per la tensione, ma di certo non sino a questo punto.
E poi cos’è un qualcosa-yan? E perché dovrebbe ricondurre alla Capsule Corporation?
Non faccio in tempo a finire di formulare la valanga di domande che mi fiocca in testa, quando l’estraneo si gira e se ne va, senza guardarsi indietro.
Sconcertata come non mai, mi tiro in piedi.
Dopo qualche minuto passato a osservare con aria perplessa il punto in cui è sparito l’uomo, scrollo le spalle, rinunciando a cercare di capirci qualcosa.
Del resto, da che mondo è mondo, gli esseri umani sono sempre stati incomprensibili.
Forse sono una persona poco curiosa, forse sono troppo indolente, ma non ho una gran voglia di perdermi dietro a un mistero.
Quello che voglio, piuttosto, è godermi il pensiero del mio nuovo, magnifico lavoro.
E sì, lo ammetto, perdermi dietro il ricordo di due occhi color del cielo, incorniciati da ciuffi lavanda…
















Spazio dell’Autrice:
Il primo ringraziamento va a Cleindori: hai ragione, per ora la storia è scarsamente sviluppata… Anche a me pare che la narrazione al presente dia più spunti per un tono colloquiale, ma temevo che potesse risultare troppo pesante… Dimmi tu! ;)
La seconda è Winry90: grazie infinite per i complimenti, spero che questo capitolo non ti abbia delusa! Davvero anche tu avevi un’idea simile? Be’, quando la svilupperai e la pubblicherai, fammi sapere, sarei curiosa di darle un’occhiata!
E per finire, Carol2112: non preoccuparti, come vedi ho inserito il nome e il cognome della protagonista… Almeno una cosa così importante non l’ho scordata ;) Hai ragione: finora, descrizioni e mistero scarseggiano, ma spero di riuscire a far meglio più avanti… E non preoccuparti, ti sei chiarita alla grande, e le tue curiosità e i tuoi suggerimenti… Be’, li ho apprezzati molto!
Alla prossima!
Ah! Ah! Quasi dimenticavo: un grazie particolare a chi ha aggiunto la storia alle preferite: monicar92 e Winry90 =)

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Capitolo 3
*** Interrogatorio in panchina ***


Capitolo 3 – Interrogatorio in panchina

Il giorno successivo, sgranocchio velocemente un toast per colazione.
È un po’ bruciacchiato, ma è buono lo stesso.
Troppo nervosa per stare seduta, passeggio per la cucina, fermandomi davanti alla finestra.
Sulla superficie del vetro, sopra al paesaggio, riesco a vedere il mio riflesso. Conoscendo il mio aspetto, riesco a decifrarlo comodamente nonostante sia così pallido su quella superficie trasparente… Occhi di un verde un po’ smorto, incorniciati da spettinati ciuffi castani. Ho il volto un po’ magro… Forse è quello, a darmi un’aria da bambina perplessa… Con gli zigomi che mi ritrovo, gli occhi sembrano enormi, sgranati in un’eterna sorpresa.
Mi stringo nelle spalle e addento nuovamente il toast, distogliendo lo sguardo.
Ebbene, oggi inizio a lavorare, quindi stasera verrà mia madre.
C’è poco da dire, sono riuscita a farmi assumere appena in tempo!
A colazione finita, mi preparo in fretta.
Indosso la divisa che mi è stata consegnata ieri sera da un fattorino dall’aria simpatica.
L’uniforme consiste in una camicia bianca, coperta da una giacchetta ocra senza maniche e a completare il quadretto c’è una gonna dello stesso colore.
Inutile dire che, con le mie gambe storte, odio le gonne.
Ma direi che non è il momento di fare la difficile, così mi preparo e corro in strada, trafelata.
Guardo l’orologio e non posso che sentirmi contenta: sono arrivata in perfetto orario!
Sorpresa meno gradita, invece, è la segretaria di ieri.
Mi squadra da capo a piedi come ha fatto in occasione del nostro primo incontro. Sembra diffidente, e per quanto mi riguarda… Be’, mi pare di avere la pelle d’oca su tutte le gambe, decisamente più scoperte del solito.
Lei storce le labbra, prendendo un’espressione pensosa. «Mah!» esclama, a fine analisi.
La fisso stranita.
Poi, all’improvviso, la donna si volta, ascoltando attentamente ciò che le viene trasmesso in un auricolare. Si passa le mani sui vestiti, quindi dichiara: «Sta arrivando il presidente, finalmente». Si gira verso di me e mi mette con malagrazia un’agenda tra le mani. «Lì sono segnate tutte le informazioni da riferire al presidente, quello che deve firmare e i suoi appuntamenti. Tutto chiaro?»
«Cristallino» rispondo, secca.
Ma insomma, si può sapere cos’ha? Mi sta trattando con ancor più insofferenza di ieri! Che cosa ho fatto?
Per quanto mi senta quasi disperata al riguardo, però, non ho tempo per rifletterci.
Piuttosto, devo correre nell’ufficio del Presidente. È un ufficio ben arieggiato, contenente una scrivania spaziosa, affiancata a una sedia che mi sembra molto comoda. E, dietro, un’enorme finestra che copre quasi tutta la parete.
Passo un dito sul piano mogano del tavolo, assorta.
Mi riscuoto e vado a mettermi in un angolo, attendendo con pazienza.
Di colpo, il portone si spalanca, lasciando entrare il Presidente, il quale mi saluta non appena mi scorge.
«Buongiorno, Presidente» farfuglio, cercando di non sembrare confusa come mi sento.
Fisso frastornata i suoi occhi, che oggi mi scrutano da dietro un paio d’occhiali, ma sono ugualmente azzurri e bellissimi.
Diciamo che, a questo punto, è appurato che la vicinanza con questo ragazzo mi fa male.
Cerco di recuperare almeno un po’ della fermezza e dell’efficienza con cui sono solita lavorare. Mi schiarisco la voce, per poi esordire: «Le vorrei ricordare, Presidente, che il direttore della Software Corporation ha intenzione di contattarla al più presto… Aveva detto che le avrebbe mandato un fax, mentre la Salisbury Agency dovrebbe farle una telefonata».
Oh, Dende, ora il mio tono è fin troppo formale! Va bene che sono al lavoro e il mio interlocutore è il mio capo, ma così sembro un robot!
Il Presidente non sembra molto colpito dal mio discorso. Si strinse nelle spalle, guardandosi attorno, quindi mi offre una sedia.
Sempre più confusa, faccio per rifiutare, ma a quel punto lui mi guarda negli occhi, invitandomi gentilmente a mettermi seduta.
Spaesata come non mai, mi accomodo in silenzio.
Lui si siede a propria volta. «Allora… Linen, giusto?»
Annuisco.
«Che te ne pare del lavoro?»
Deglutisco un paio di volte. In tutta sincerità, mi pare un po’ presto per parlarne, anche perché non ho ancora fatto praticamente niente.
«Be’, è difficile dire qualcosa, per ora…» Inghiottisco altra saliva. «Però sono contenta. Non pensavo di riuscire a trovare un posto in questa azienda».
Il Presidente sembra valutarmi, poi domanda: «Vuoi parlare di qualcosa?»
Lo guardo in silenzio, sempre più spiazzata. Tra l’altro, c’è una parte della mia testa che continua a sottolineare il fatto che dovrei lavorare, non chiacchierare amabilmente con questo ragazzo.
Alla fine, non trovo nulla di meglio da fare che esibirmi in un’alzata di spalle.
Lui allora tace, scrutandomi. A disagio, mi sento arrossire sino alla radice dei capelli.
«Quanti anni hai?» chiede poi il Presidente, d’impulso. «Io ventisei». Sorride, come se fosse un’età meravigliosa, poi si concede un momento di riflessione. «Ah, dimentico sempre che non è buona educazione fare una domanda simile a una donna, quindi se vuoi non rispondere».
Mi affetto a contraddirlo, perché senza dubbio è preferibile questo a dell’altro silenzio imbarazzato: «Ma no, non è mica un segreto di Stato. Ne ho ventitré».
Il giovane mi rivolge un sorriso… Maledette gambe, che avete da tremare?
È come se il mio corpo andasse completamente per conto suo, infischiandosene beatamente della mente che cerca di ammonirlo.
Improvvisamente, sento dei passi avvicinarsi, e mi alzo di scatto, come se mi fossi scottata.
Entra un uomo baffuto, con una caterva di documenti tra le braccia. Quando li posa sulla scrivania, tutti quei fogli bastano e avanzano per ingombrarla.
«Scusi, presidente, può svolgere queste pratiche?» dice l’ometto, con voce un po’ nervosa.
Quando fa dietro front ed esce, io mi lascio sfuggire un fischio sommesso, e il Presidente si volta verso di me, stringendosi nelle spalle.
«Sarà meglio mettersi al lavoro» osservo, forse con un tono sin troppo vivace.
«Odio il suono di queste parole» ribatte il Presidente, ma quando lo guardo sta sorridendo.
Lui inizia ad esaminare i documenti, mentre io mi metto alla tastiera di un computer portatile, annotando i materiali ricevuti e scrivendo due righe sul loro contenuto.
Impegnata in quell’occupazione, mi rilasso notevolmente.
Io e il Presidente ci scambiamo solo qualche frase, del tutto formali e concernenti il nostro lavoro, ed è un campo in cui mi sento molto più sicura.
«Con questo…» afferma il Presidente ad un certo punto, «…abbiamo finito!»
Mette da parte l’ultimo foglio e si rilassa sulla sedia.
Io, per contrasto, sento i miei muscoli irrigidirsi.
Continuo a fissare lo schermo, quasi lo trovassi di grande interesse. Sento gli occhi del Presidente fissi su di me. Mi fanno avvampare, così mi mordo un labbro, costringendomi ad ignorarlo.
Alla fine mi sfrego gli occhi, stanchi per il lungo lavoro davanti allo schermo.
Mi rendo conto di sentirmi quasi arrabbiata col Presidente: accidenti a lui, perché mi fissa così? Mi impegno a non incontrare il suo sguardo, mentre discuto con lui di alcune cose che dovrebbe assolutamente fare, poi finalmente mi accorgo che l’orario di lavoro è finito.
«Arrivederci!» cinguetto, animatamente, saltando in piedi e raccogliendo in fretta le mie cose.
Lo guardo di sfuggita, e lo scopro con gli occhi che indugiano sulle mie gambe.
Tra me e me, non posso evitare di imprecare sonoramente contro quella stupida gonna.
Saluto di nuovo, dopodiché esco in tutta fretta.
L’aria gelida della sera che mi invade i polmoni è un toccasana.
Sono ancora innervosita. Perché il Presidente ha il potere di farmi sentire così stordita?
Okay, no, non è un mistero. Lui è uno schianto dalla testa ai piedi e i miei ormoni fanno i matti.
Diciamo che è inutile negare che, almeno sul piano fisico, sono terribilmente attratta da lui.
Mi affretto sulla via, dato che manca pochissimo all’arrivo di mia madre.
Arrivata a casa, cerco di preparare qualcosa da mangiare, ma poi mi ritrovo a gettare nel cestino tutto il contenuto bruciato della padella.
Insomma, la mia scarsa capacità ai fornelli è lampante.
Butto tutto e risolvo la questione telefonando a una pizzeria.
Quando sento trillare il campanello, ho appena posato le due pizze calde sul tavolo.
Mi pulisco le mani dalle briciole e corro ad aprire.
«Mamma!» esclamo, lanciandomi ad abbracciare la donna sulla soglia.
Lei risponde alla stretta, poi domanda: «Perché tutta quest’enfasi?»
Faccio un gesto vago. «Non ci vediamo da tanto…»
In realtà, sospetto che l’enfasi sia dovuta al sollievo di non doverle comunicare che sono una povera disoccupata senza futuro.
Mia madre, inconsapevole di quel che mi passa per la testa, mi sorride e mi segue in casa.
«Linen, sei la solita!» commenta mia madre, quando nota cosa c’è per cena. «Quando imparerai a cucinare?»
Mi mordo un labbro. La risposta sincera probabilmente sarebbe “mai”, ma borbotto qualcosa sul fatto che sono rientrata tardi dal lavoro e non ho avuto il tempo di preparare niente…
Come previsto, alla parola “lavoro” mia madre drizza le orecchie.
Forse è inusuale, ma ha sempre trovato più interessante la mia carriera della mia vita sentimentale – non che sia strano, dato che la mia vita sentimentale è pressoché inesistente.
Quando le dico che sono stata assunta alla Capsule Corporation, comunque, mia madre mi guarda con visibile orgoglio, e io sento che quella fierezza mi scalda, riempiendomi di felicità.
Addento un’altra fetta di pizza, e stavolta è qualcos’altro a scottarmi, in maniera assai più spiacevole.

«Ahi!»
Spalanco gli occhi, ritrovandomi sul pavimento.
Ebbene, forse dovrei cominciare a preoccuparmi: sono appena caduta dal letto, cosa che non mi succedeva da quando avevo tre anni, immagino.
Mi massaggio la testa dolente – devo aver preso una bella zuccata – e mi lamento ad alta voce, alzandomi.
Mi avvicino alla finestra, sbadigliando rumorosamente. Di fronte a casa mia c’è una piccola piazzola… Spesso vi vedo dei bambini che giocano, ma a quest’ora è ancora deserta… O no. Guardo meglio, scorgendo una figura in piedi ai margini dello spiazzo.
Pettinandomi i capelli con una mano, mi dirigo in bagno, assonnata e barcollante.
Quando lavata, vestita e sfamata, esco di casa, la persona è ancora lì.
Le scocco un’occhiata curiosa, chiedendomi se stia aspettando qualcuno, ma poi scrollo le spalle e affretto il passo.
Lungo la strada, le piante hanno le foglie arrossate dall’autunno.
Quando giungo alla Capsule Corporation, sono in tremendo anticipo, e questa è una cosa assolutamente fuori natura.
Tuttavia sono di buonumore, e mi accomodo tranquillamente su una panchina lì fuori.
Mi metto a rileggere alcuni documenti, quando qualcuno si pone tra me e il sole, creando una gran ombra.
Sbatto le palpebre e alzo lo sguardo.
Una donna è china su di me… Nonostante non sembri truccata, è di una bellezza sfolgorante. Labbra simili in tutto e per tutto a boccioli di rosa rossa, occhi socchiusi dalle ciglia lunghissime, per non parlare del fisico snello e del seno generoso…
«Ehm… Mi scusi, potrebbe sposarsi?» chiedo, tentando di essere più educata possibile.
Lei mi rivolge un sorriso di scusa, scoprendo una fila di denti bianco perla… Io ricambio il gesto, rassicurata, ma ogni traccia di sorriso scompare dal mio volto – sostituito dallo stupore – quando la donna si siede accanto a me.
«Lavori per la Capsule Corporation?»
Annuisco senza pensarci, l’attenzione ancora ai documenti che ho in mano.
«E… il presidente… Trunks Brief, com’è?» aggiunge la donna.
Giro un foglio. «Gentile e intelligente» rispondo, noncurante. “E bellissimo” concludo mentalmente.
La donna ride, una risata aperta e cristallina. «No» mi corregge, quasi con dolcezza, «non intendevo questo. Volevo dire: ha un bel fisco?»
Alzo gli occhi, a dir poco stupefatta, e mi sento arrossire. «Ehm… Sì, eccome! Cioè, volevo dire, sì… eh… forse frequenta una palestra» farfuglio.
«Quindi potrebbe essere un combattente» deduce la donna.
Cosa?
«Combattente?» ripeto, stranita dalla piega presa da questa bizzarra conversazione.
«Nel senso di ginnasta» precisa la donna, in tono solare.
«Ah. Be’, sì» mormoro, sempre più rossa in viso.
Improvvisamente, il mio disorientamento inizia a sfumare, sostituito da una ben più ragionevole diffidenza. Cosa vuole, questa?
Fortunatamente, lei sembra aver esaurito le curiosità, difatti tace per qualche istante.
Poi, però, mi porge di colpo la mano. «Piacere, io sono Ice» dichiara, afferrando la mia.
«Linen» dico, frastornata, rispondendo più che altro per istinto.
La donna mi rivolge un altro radioso sorriso di caramello.













Spazio dell’Autrice:
Eccomi ancora... devo pensare che sarebbe stato meglio se non fossi mai tornata?! Spero di no...
Ora la pianto di blaterale e passo ai ringraziamenti/risposte alle recensioni...
Winry90: quanto ti capisco... anche io vorrei essere al posto della protagonista. Be’, i saiyan possono anche puzzare, però Trunks non puzza di sicuro. Io direi che è il tizio contro il quale ha sbattuto Linen ad avere un olfatto fuori dal comune XD Certo che leggerò l’One Shot lunghetta che farai u_u baci
cri92: certo che non mi dispiace se mi aggiungi ai preferiti, anzi! (^0^) Eccoti accontentata, ora l’età di Linen si sa, così come alcuni dati fisici. No, non è andata a sbattere contro Vegeta (un po’ poteva sembrare lui, ma non credo che avrebbe mai detto che i saiyan puzzano!).
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia ai preferiti:
cri92
Izanami
super vegetina
Ora scappo, vado a studiare quella cosa chiamata diritto! (ç_______ç)

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Capitolo 4
*** Invito ***


Capitolo 4 – Invito

Lascio la mano di Ice, chiedendomi in tutta serietà cosa mi sia saltato in mente.
Okay che sapendo solo il mio nome non può fare granché, ma i miei genitori mi hanno ripetuto fin troppe volte di non fidarmi degli estranei.
Però, maledetti loro, mi hanno inculcato anche una solida educazione… Per cui, così come mi viene di riflesso rispondere quando qualcuno mi saluta, mi è altrettanto istintivo presentarmi come ho fatto poco fa.
Guardo nervosamente l’orologio… E penso che è la prima volta che mi scopro così felice di vedere che è giunta l’ora di andare a lavorare.
La scusa perfetta per andarmene!
Mi alzo, stringendo i fogli contro il petto come per farmene scudo.
«Buona giornata a lei» dico, rigidamente, prima di correre all’interno della Capsule Corporation.
Lì, mi aspetta l’identica, gelida accoglienza da parte della segretaria di tutti i giorno. Non posso negare che il suo comportamento mi mandi un po’ in crisi. Si può sapere cosa le ho fatto?!
Poi ecco che arriva il Presidente, e almeno questa volta mi sembra positivo il fatto che la sua presenza sembra spegnermi il cervello.
Mi ritrovo a compilare documenti accanto a lui, ed è talmente vicino che posso sentire il suo fiato sull’orecchio sinistro… Riesco a percepire il suo calore ed oso a malapena respirare.
Per un istante, immagino di essere circondata dalle sue braccia, di rannicchiarmi contro il suo petto… Mi irrigidisco di colpo. Dende, Linen, stai ammattendo del tutto!
«Allora» mi chiede il Presidente, ad un certo punto, «dove lo annotiamo questo progetto?»
Si sfrega stancamente le tempie, ma più di un importante uomo d’affari sembra uno scolaro annoiato.
Per quel che mi riguarda, ci vuole qualche istante perché la mia mente registri la domanda che lui mi ha rivolto. Consapevole di essere rimasta a fissarlo per un tempo esageratamente lungo, abbasso di scatto gli occhi, con le guance in fiamme.
«Boh» mi sento rispondere.
Ma accidenti! La replica più stupida del mondo, non c’è che dire!
Disperata ed esasperata in ugual misura, clicco freneticamente sulla tastiera del computer. «Ehm, in questa cartella…»
Lui scrolla le spalle e mi allunga un foglio. Per un istante, gli sfioro le dita e ritiro di scatto la mano, ma in tal modo il documento va a finire sul pavimento.
Sempre più imbarazzata, mi eclisso sotto la scrivania per recuperarlo.
Quando riemergo, mi affretto a svolgere il mio lavoro con una dose in più di solerzia, come se così potessi rimediare alle mie terribili gaffe.
«Così dovrebbe andar bene, Presidente» dico alla fine.
Lui scoppia a ridere. «Presidente?!» esclama. «Ma dai! Chiamami Trunks!»
«D’accordo, Presidente» mi sento rispondere.
“Okay, uccidetemi ora” penso, mentre lui si mette nuovamente a ridere.
«Volevo dire» mi correggo, in tutta fretta. «Okay, Trunks».
Lui mi sorride, ed io di colpo non mi sento più le gambe.

Pausa pranzo.
Ringrazio il mondo intero che esista.
Una pausa dall’essere sotto gli occhi del Pres… di Trunks.
Un po’ di calma, per riordinare i miei pensieri.
Seduta al bar, mangio di malavoglia un panino, e improvvisamente vedo qualcuno avvicinarsi.
“Oh, no!”
E invece sì.
Quel qualcuno si siede accanto a me. Quel qualcuno mi rivolge un sorriso.
Quel qualcuno è Ice.
Borbotto un «Ciao» e subito me ne pento.
Sarebbe stato meglio – mille volte meglio – un “buongiorno” più formale, ma oramai la frittata è fatta.
«Ciao!» replica lei, allegramente.
Affondo i denti nel mio panino, così da avere una scusa per non rispondere.
«Come va col presidente?»
A quelle parole, il boccone mi va di traverso, e mi metto a tossire come se stessi soffocando.
Quando riesco a riprendermi, tutto ciò che mi esce dalle labbra è uno strozzato: «Che cosa?!»
Ice ripete la domanda, impassibile. «Hai chiesto se fa palestra?»
«Perché dovrei chiedergli se fa palestra?» esclamo, a dir poco frastornata.
Lei fa spallucce. «Tanto per parlarci» sostiene.
«E perché…»
No, un attimo! Perché sono qui a parlare con questa qui?! Non la conosco nemmeno, per l’amor del cielo!
«Sì?» incalza Ice, sfoderando un nuovo sorriso.
Non so se essere allibita o innervosirmi. Neanche lei mi conosce, dopotutto… Non potrebbe evitare di guardarmi come se fossimo amiche del cuore?
«Niente» dico, tornando al panino.
Lo preferisco di gran lunga, soprattutto perché è meno loquace.
Purtroppo, però, lo finisco in pochi morsi e rialzo riluttante lo sguardo su Ice.
Lei si passa una mano tra quei suoi boccoli castano ramato. «Sai, per caso, il nome del padre di Trunks Brief?»
Certo, come no. Come se fosse compito di ogni segretaria, conoscere il nome dei genitori del suo datore di lavoro.
Mi sento improvvisamente combattuta tra il disagio e l’irritazione, visto che Ice mi sta fissando come se il mio compito fosse quello di dirle un segreto all’orecchio.
«Mi piacerebbe saperlo» aggiunge lei, con voce flautata. «Mi piacerebbe davvero».
Da parte mia, inizio ad inquietarmi.
«Sai se è Vegeta?» domanda.
Scrollo le spalle. «Non lo so» rispondo, seccamente.
«Un tipo con gli occhi scuri, capelli neri…» insiste lei.
«Non l’ho mai visto!»
Oh cavolo.
Ho urlato di brutto.
Guardo imbarazzata verso quel paio di persone che si sono girate verso di noi, e loro distolgono lo sguardo.
«Wow» commenta Ice, con noncuranza. «Per urlare, hai urlato».
Già, e indovina di chi è la colpa.
Improvvisamente, vorrei solo dirle di lasciarmi in pace… D’altro canto, ha ragione: ho gridato di brutto, ed è strano. Forse parlare di Trunks mi innervosisce più di quanto sia lecito.
«Credo che la tua pausa sia finita» osserva Ice, con una strana delicatezza.
Sobbalzo e guardo l’orologio, scoprendo frastornata che ha perfettamente ragione.
Tempo pochi minuti, e sono di nuovo al lavoro.
Trunks mi osserva per tutto il tragitto dalla porta alla sedia accanto a lui con i suoi occhi da brivido.
Mi accomodo desiderando di sprofondarci, in quella sedia. Cosa che, purtroppo, non accade.
Aspettando alcuni documenti, fissiamo in direzioni completamente opposte, e il silenzio si fa orrendamente opprimente.
Di colpo, decido di prendere l’iniziativa e di spezzarlo.
«Ehm, Trunks, mi chiedevo… Tu fai sport?»
Oh, magnifico, sono a cavallo! Ora gli do pure del “tu”.
Lui, però, non ne sembra affatto contrariato.
«Pratico Arti Marziali» risponde, disinvolto. Corruga la fronte, e per un istante prende l’aspetto di un bambino corrucciato. «A dire il vero mi annoia, ma se non mi alleno almeno una volta alla settimana mio padre trova da ridire».
«Lui è un combattente?» chiedo, senza riuscire ad evitare che mi scappi un sorriso.
«Già» annuisce Trunks. «Si chiama Vegeta… E diciamo che combattere è quasi la sua ragione di vita».
Ride.
Ha una bella risata, che mi causa una cascata di brividi.
Però c’è anche un’altra questione che mi dà la pelle d’oca. Ice aveva ragione: non solo sul nome del padre di Trunks, ma persino quando mi ha suggerito di chiedergli se faceva sport.
Ne è uscito un bel discorsetto, praticamente il più lungo che io abbia mai tenuto con lui.
La cosa mi sorprende parecchio… Come se, anche se non la conosco, la mia mente sia dell’opinione che da Ice possano derivare solo guai.
E invece no, mi è stata d’aiuto.
«Mia sorella Bra» continua Trunks, divertito, «a volte riesce a trascinarlo a far compere, ed è uno spettacolo».
Sembra che gli piaccia, parlare di suo padre…
Mi viene da sorridere e arrossire insieme. «Cosa fai nel tempo libero?» mi sento domandare, con l’impressione che la mia lingua agisca autonomamente.
Non sarà un quesito troppo personale?
«Be’, cerco di trascorrerlo con Goten. È il mio migliore amico da quando eravamo piccolissimi» spiega, «ed abita sul monte Paoz».
«Caspita» mi lascio sfuggire, ironica, «è proprio dietro l’angolo!»
Per tutta risposta, Trunks si mette a ridere.
Un piacevole calore mi invade… Non ci credo: ho fatto una battuta davanti a Trunks. Una battuta. E lui ha riso.
Mi poggia una mano sulla spalla, e a quel contatto è come se la mia pelle andasse in fiamme.
O forse sto per svenire.
Fortunatamente, la scosta poco dopo.
«Ehi, ti va di venire a pranzo da me, domani?» mi chiede, guardandomi negli occhi.
Subito, la mia mente prende in analisi un centinaio di motivi per rifiutare, ma le mie labbra vanno per conto proprio, e rispondono di sì.












Spazio dell’Autrice:
Ed eccomi qua!
Izanami: Ecco il prossimo capitolo ^^ Ti ringrazio davvero per i complimenti!
E – ahi, ahi – sto perdendo recensioni, ma spero che i lettori ci siano ancora (speranza vana XD).
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Specialmente sera ***


Capitolo 5 – Specialmente sera

Sono una stupida. Una cretina. Una totale idiota. Un’imbecille.
E c’è da dire che ho un sacco di stima per me stessa, oltretutto.
«Qualcosa non va?»
Al suono innocente di quella domanda, per poco non mi faccio scappare un gemito.
No… Ancora
Mi volto, e non sono per niente sorpresa di ritrovarmi davanti Ice. Ice che è tanto bella da essere un pugno nello stomaco della mia bassa autostima. Ice che mi guarda e mi sorride.
«Può darsi» rispondo, rigida, «ma non ti riguarda».
Lei non è per nulla infastidita dal mio tono irritato, e si siede accanto a me.
«Allora? Il bel presidente fa ginnastica?»
Provo l’impulso di reagire come una bambina offesa, perciò tiro due bei respiri profondi e conto sino a dieci.
Mia madre sarebbe fiera di me. Mi ha inculcato la buona educazione così efficacemente che l’idea di rispondere male alla mia stalker personale m’imbarazza.
«Sì» dico, «pratica Arti Marziali».
Ice arriccia le labbra. «Non la trovo una bella occupazione». Mi guarda e fa un sorriso che non riesco a capire, ma che mi mette profondamente a disagio e mi infastidisce terribilmente. «Sai, io sono pacifista».
Per poco non mi ritraggo davanti all’assurdità di quella dichiarazione.
“Va bene” penso, “e io sono Biancaneve, già che ci siamo”.
Non vorrei avanzare giudizi affrettati, ma Ice ha tutta l’aria della donna che si azzuffa almeno una volta al giorno in tre negozi d’abbigliamento diversi.
Ma cerco di respingere il pensiero, prima che l’immagine di Ice che strangola un commesso si imponga con troppa prepotenza nella mia mente.
«Ora dovrei andare al lavoro» dico. «Mi dispiace».
Okay, queste ultime due parole sono una bugia fatta e finita.
A quanto pare, mi imbarazza sì risponderle male, ma non mi faccio problemi a mentirle. Forse mia madre non sarebbe poi così fiera.
Ice, comunque, si scosta, così da permettermi di passare senza problemi.
«Ci si vede» dice, col suo solito sorriso.
Dal canto mio, spero di non incontrarla mai più.
Se non fosse assurdo, direi quasi che mi fa paura.
Non appena entro nello studio di Trunks, lui mi si piazza davanti.
«Ciao» mi saluta, sorridendo.
Ecco: prima i sorrisi enigmatici di Ice, poi quelli splendidi del Presidente.
Rispondo timidamente, e mi domando se le gambe reggeranno.
«Allora stasera vieni…» accenna Trunks.
Io annuisco, con la gola completamente secca.
In questo momento, vorrei proprio prendere i miei ormoni, uno per uno, e cacciarli fuori dal mio corpo.
«Ti passo a prendere?» chiede Trunks.
Come no! Ci manca solo che veda la confusione che ho in casa!
Scuoto la testa. «No, grazie» dico, in un soffio, arrossendo ancora di più.
«Ah, okay» mormora lui, abbassando riluttante lo sguardo su alcuni documenti.
Io lo imito. E accidenti, ho il cuore a mille.
Il foglio che ho sotto gli occhi parla di imposte da versare a non so chi, ma non riesco a concentrarmi.
Mi chiedo solo perché, in nome di tutti gli dèi del cielo, Trunks debba essere così dannatamente bello.
Il costo dei suoi occhi blu… Ehm. No, decisamente non può esserci scritto questo. Provo a rileggere, ma il cuore mi rimbomba nelle orecchie.
Dopo un po’, mi rendo conto di aver letto la stessa riga per più di dieci volte. Senza comprenderne affatto il significato, tra l’altro.
Così, decido di lasciar perdere.
Accendo il portatile, procedendo a smistare la posta elettronica dell’azienda.
Mi sento strana, come se volessi piangere… Io sono sempre stata brava, nel mio lavoro, è una delle cose di cui andavo più fiera. E adesso, basta avere questo ragazzo nei dintorni e non capisco più niente.
Mi sento confusa, come se qualcuno mi avesse umiliato.
«Uhm, il presidente della ParCorp ha scritto?» domanda Trunks, sbirciando dalla mia spalla.
Mi volto di scatto. «Sì» rispondo.
Il Presidente scribacchia qualcosa su un foglietto, quindi mi detta una mail di risposta.
Ascoltando la sua voce – così bella, pacata e dolce – mi consolo, e mi calmo.
Le ore sembrano non finire mai.
Evito di scendere alla pausa pranzo… Perché sì, sto evitando Ice – è così evidente?
Poi, ecco, l’orario di lavoro finisce sul serio, e io raccolgo le mie cose con mani tremanti, per poi dirigermi verso la porta.
«A stasera, Linen» mi saluta Trunks.
Mi volto verso di lui. «A stasera» biascico, prima di scappar via.

No. No, accidenti! N-o.
Scarto l’ennesimo vestito, con più furia del necessario.
Ma cosa diamine mi è saltato in mente?! Perché ho accettato l’invito del mio capo? Devo essere ammattita del tutto.
Fisso sconfortata la montagna di vestiti che si sta accumulando sul letto.
Nota per me: il prossimo pomeriggio libero dovrà essere dedicato al rinnovamento del mio guardaroba.
O forse, dovrei solo imparare ad accontentarmi. Ogni abito mi sembra o ridicolo, o brutto, o infantile, o inadatto.
«Ora basta!» esclamo.
Afferro un paio di jeans grigi con qualche ricamo sulle tasche, poi piglio una maglietta verde scuro – non troppo elegante, non troppo casual – e una felpa a strisce verdi e rosa spento.
Può andare.
In quanto alle scarpe, temo dovrò accontentarmi di quelle da ginnastica, dato che i miei stivali si sono distrutti qualche mese fa – un incidente increscioso, davvero.
Solo quando sono già per strada mi viene in mente che avrei dovuto portare qualcosa per la madre del Presidente, dato che sarà lei a preparare la cena.
Ora, però, è troppo tardi.
Perfetto: farò anche la figura della maleducata.
Quel pensiero, unito alla prospettiva di rivedere Trunks per una cena informale, mi agita da morire. Perciò, per quanto stia rabbrividendo e abbia una giacca sotto il braccio, non oso infilarmela: ho troppa paura di sudare.
Poi, finalmente, ecco la forma famigliare della Capsule Corporation.
Perfetto, mi è appena finito il cuore in gola.
Quando mi avvicino, scopro che Trunks mi sta aspettando di fronte al cancello. «Ciao» mi saluta, con un sorriso smagliante.
È così schifosamente bello, perfettamente a suo agio in un paio di jeans e in una maglietta a maniche corte, che riesco a malapena a formulare una risposta intelligibile.
«Prego, entra» mi invita lui, tendendomi il braccio.
Avvampo e faccio finta di non averlo visto. Ci manca solo il contatto fisico, per uccidere definitivamente ogni traccia del mio autocontrollo.
Il ragazzo mi lancia un’occhiata, ma non dice nulla, facendomi strada.
Dal canto mio, mi assicuro che tra noi ci sia una certa distanza di sicurezza.
Non si sa mai.
Sulla soglia, mi accoglie una donna dai capelli azzurri, con lo stesso colore d’occhi di Trunks.
Sua madre. Ovviamente.
Lei mi saluta con calore: «Piacere, io sono Bulma, la madre di Trunks».
Mi stringe energicamente la mano, mentre io tiro fuori a fatica il mio nome.
I due Brief mi fanno strada sino alla cucina, e io vorrei decapitarmi. In quanto a timidezza, mi sto comportando come una bambina di quattordici anni.
Poco dopo, fa il suo ingresso una ragazzina che sembra la copia giovane di Bulma. Indossa una maglietta rossa e un paio di pantaloncini dello stesso colore.
«Ciao!»
«Ciao!» rispondo, accennando un sorriso.
Almeno con lei non mi sento in imbarazzo. Sfido chiunque a sentirsi in imbarazzo, del resto: avrà sì e no tredici anni.
Trunks si occupa delle presentazioni: «Bra, lei è Linen, Linen, questa è mia sorella Bra».
Sorrido più apertamente alla ragazzina.
A questo punto, fa il suo ingresso quello che dovrebbe essere il padre di Trunks. Andatura indifferente, occhi penetranti, capelli neri assai originali…
«Vegeta, questa è Linen, la ragazza di cui ci ha parlato Trunks» interviene Bulma, spingendomi verso il marito.
Va be’ che a me sarebbe andato a genio anche passare inosservata, ma… Un attimo! Trunks ha parlato di me ai suoi genitori? In che termini?
Mi riscuoto, rendendomi conto che avrei potuto fare a meno di preoccuparmi di Vegeta: lui mi degna appena di uno sguardo, andandosi a sedere al tavolo.
«Papà!» squittisce Bra, correndo da lui.
L’uomo ruota appena gli occhi verso la ragazzina, poi passa ad ignorarla.
Io, però, faccio in tempo a notare qualcosa che somiglia molto – moltissimo, oserei dire – ad imbarazzo. Questo mi rassicura: allora è un essere umano, dopotutto.
«Su, accomodati» mi invita Bulma, piena di sollecitudine.
Mi siedo al posto che lei mi indica. Guarda caso, mi hanno messa vicino a Trunks.
Cerco di tranquillizzarmi, dicendomi che averlo di fronte sarebbe molto peggio.
Ed ecco che Bulma serve la prima portata.
Io ho i nervi tesissimi per via della vicinanza con Trunks, ed è una situazione un po’ logorante.
Per fortuna, la conversazione mi distrae un poco. Parliamo un po’ dell’azienda, e di altre cose del genere.
Nulla di troppo personale, insomma.
Bra è vivacissima, e rivolge numerosi sorrisi a Vegeta. Solo in quei momenti, con la figlia che lo guarda, l’uomo non sembra una divinità irraggiungibile.
L’imbarazzo filtra dalla sua espressione, attraverso il suo usuale cipiglio fiero ed impenetrabile.
In quanto a me… ho le guance in fiamme, calde come gli squisiti piatti serviti da Bulma.
Più ascolto Trunks parlare, infatti, più lo ascolto scherzare e lo vedo sorridere, più mi accorgo di quanto mi piaccia. Ed è un sentimento che trascende il piano fisico, e ciò vuol dire che mi sto cacciando nei guai.
Il ragazzo, da parte sua, non mi facilita certo le cose. Durante il pasto, mi riempie di attenzioni: continua a chiedermi se voglio qualcos’altro o se sono a posto, se mi va un po’ d’acqua.
E sorride.
Sorride tantissimo.
Ad un certo punto, noto il suo grande appetito, molto simile a quello di suo padre.
Con un’occhiata a Bra, noto che nemmeno lei scherza, nonostante la sua figurina snella.
A fine pasto, aiuto Bulma a sparecchiare, e lei mi ringrazia calorosamente.
Quando arrossisco, non ci faccio più neanche caso. Ormai sembra essere un’abitudine. «Ma di niente» mi schermisco, «sono io che la devo ringraziare per il disturbo!»
«Nessun disturbo» mi assicura lei. «Come sei venuta sin qui?» mi domanda poi.
Io scrollo le spalle. «A piedi».
Al ché, lei si volta verso Trunks, che sta passando una spugna umida sulla tavola. «Trunks!» esclama. «Non potresti portare Linen a casa?»
Manco a dirlo, arrossisco ancor di più. «Ma no» dico, «non è necessario».
«Non c’è problema» sostiene la voce calda di Trunks. Il ragazzo si avvicina – io mi volto, e me lo trovo a pochi centimetri di distanza. «Sarà un piacere».
Sorride.
«Potrei anche portarti a fare un giro, prima. Domani non c’è lavoro».
Giusto. Quindi non ho neanche la scusa del domani-devo-lavorare.
Quando sono pronta per andar via, Bra mi saluta sorridendo, imitata da Bulma, la quale mi schiocca anche due calorosi baci sulle guance. Vegeta, dal canto suo, si limita a mugugnare qualcosa.
Trunks ha la brillante idea di mettermi una mano sulla spalla.
Il braccio mi s’informicola tutto. Ho freddo, caldo, freddo, poi di nuovo caldo.
«Andiamo, allora».
Insieme, usciamo nell’aria fresca della notte.
Io cerco di pensare a qualcosa da dire, ma ho il cervello in tilt.
O almeno credo, non riesco bene a capirlo. Forse… Okay, sono in tilt.
«Dove ti piacerebbe andare?» chiede Trunks.
“A casa” penso immediatamente. Non è un pensiero molto convinto, però.
Io mi stringo nelle spalle. «Per me è indifferente».
E mi odio per la banalità della mia risposta.
«Sarebbe bello andare in collina» dice il ragazzo.
In collina?
«Già» convengo, «peccato che sia così lontano…» Mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo, con una certa nostalgia.
Passeggiamo per la città, camminando fianco a fianco.
A parte qualche air-car, non c’è nessuno nei paraggi.
Dopo un po’, iniziamo a parlare. Parliamo un po’ di tutto: della nostra infanzia, dei nostri cibi preferiti – la lista di Trunks è spaventosamente lunga –, delle cose per cui non siamo portati – il mio elenco è deprimente – e dei sogni che avevamo da bambini.
Inizio a rilassarmi e a divertirmi sinceramente, e proprio a quel punto arriviamo davanti a casa mia.
«A dopodomani» saluto, la chiave già nella toppa.
Lui mi afferra un braccio, facendomi sobbalzare.
Per un istante, mi guarda negli occhi, poi si abbassa per baciarmi sulla guancia.
Quando si tira indietro, lo fisso ad occhi sgranati, e lui sorride. «Ci si vede» sussurra.
Si gira e si allontana, ma si volta verso di me un paio di volte.
Io non faccio nulla. Resto immobile e basta.
È sciocco, forse, è stato solo un bacio sulla guancia… Ma quando non vedo più Trunks, alzo il braccio con fare titubante e mi tocco il viso. Nel punto dove, poco fa, si sono posate le labbra calde del Presidente.












Hello everybody!
Scusate se il capitolo ci ha messo un po’ ad arrivare, ma la scuola è tremenda… Devo confessare che questo capitolo non mi convince molto... Spero solo di sbagliarmi...
Winry90: sono d’accordo con te. Ice è piuttosto invadente, non è per nulla la simpatia in persona u_u Thank you^^ (ecco che succede a frequentare il liceo linguistico… a momenti parlo più francese e inglese che italiano -.-). Non preoccuparti, scommetto che ce la farai a scrivere la tua fiction! Ricorda che l’aspetto u_u Baci
Fede8755: grazie ^0^ sono felice che ti appassioni… aspetto di sapere che pensi anche del seguito…
Carol2112: sono contenta che ti siano piaciute le descrizioni che ho pensato di inserire (grazie anche per avermelo consigliato nella scorsa recensione!). Il fatto è che scrivere al presente in prima persona è piuttosto nuovo per me, e questo tipo di scrittura mi fa venire più spontaneo descrivere le emozioni della protagonista piuttosto che soffermarmi sui particolari che la circondano. Però tenterò di non far mancare qualche descrizione ^_- Neanche io ho mai capito bene la storia di Brief… o Briefs, quindi sono d’accordo con te, a chiamarlo Trunks si fa meno casino XD! Sono felicissima di essere riuscita ad appassionarti. Hai ragione, Trunks e Goten sono mitici! (Nonostante il mio personaggio preferito in assoluto sia Trunks del futuro… va be’, non c’entra molto ^^”). Già, hai ragione, andremo avanti a scrivere lo stesso! Grazie per la recensione, non scusarti per la lunghezza, è una cosa positiva!!! Baci *-*
Grazie mille a carol2112 che ha aggiunto il racconto tra i preferiti!
Un abbraccio,
Pepe^^

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Capitolo 6
*** La fine di un sogno ***


Capitolo 6 – La fine di un sogno

Fisso il soffitto, spaparanzata sul letto. Non mi muovo, se non per allungare occasionalmente le dita a sfiorarmi il punto dove ho sentito poggiare le labbra fresche di Trunks.
Non riesco a pensare a nulla. Guardo il soffitto e basta.
Poi d’un tratto il telefono prende a squillare. Allungo la mano e, senza staccare gli occhi dal tetto, rispondo. “Pronto?”
“Pronto, Linen, sono io!”
“Ciao mamma” saluto, assente.
“Tesoro, ti va di venire a fare un giro in centro?” chiede lei.
“A dire il vero non tanto” mormoro. “E poi” aggiungo, incrociando le gambe, gli occhi fissi sulla lampada, “sono ancora a letto”.
“Come?! Va tutto bene?”
“Sì sì, benissimo” replico distratta.
“Ma non avrai intenzione di passare tutto il pomeriggio chiusa in casa!”
“Perché no?” chiedo, cadendo dalle nuvole.
La sento sospirare. “Va bene, fai come vuoi. Dopotutto è il tuo giorno libero”.
“Già. Ciao, mamma”.
Metto a posto il telefono.
Poi torno, immobile, a guardare il soffitto.

Mastico lentamente un pezzo di pizza fredda. Mi ha baciata. Il Presidente, Trunks, mi ha baciata!!!
Okay, forse sto facendo troppe storie per un bacio sulla guancia, ma... Mi ha baciata!
Lui a baciato me.
Io sono stata baciata da lui.
Tendo le dita verso quel punto, nuovamente. Dende, non è possibile, sto sognando.
È un sogno.
Be’, se suona la sveglia, giuro che la rottamo.
No, un attimo, sto iniziando a delirare. Okay, Linen, calmati.
In fondo cosa è accaduto? Hai semplicemente ricevuto un bacio (un meraviglioso bacio) sulla guancia, Linen, su una guancia, da un ragazzo estremamente carino, intelligente, dolce…
Mi dirigo in camera, dando un taglio alla bufera di pensieri che mi si agita nella mente.
Il giorno dopo sono semplicemente agitata e ansiosa. Mi sistemo il completo e non posso fare a meno di ribadire quell’opinione: odio le gonne.
Quando arrivo scorgo, naturalmente, la solita persona. Ice. Gemo sottovoce. Ma dopotutto sarebbe stato tutto troppo bello se non ci fosse stata lei.
“Allora, che novità ci sono?” domanda, avvicinandosi.
“Affari miei” replico. Ma perché non se ne va?
Lei mi guarda sorridendo amichevolmente. “Avevo ragione? Si chiama Vegeta il padre del presidente?” Annuisco distrattamente. “Ha i capelli scuri e gli occhi scuri?” torna all’attacco Ice. “Capigliatura strana?” Uffa, ma non sta mai zitta questa?
“Sì, è proprio così” mi sento rispondere. Cavolo, ma dove ce l’ho la testa? Perché ho confermato?
Affretto il passo, ma Ice non si scoraggia, e mi tiene dietro. “L’hai incontrato?”
La ignoro. Sì, ci sono!
Entro nella Capsule Corporation e saluto la mia “amica”.
Sospiro sollevata. Ce l’ho fatta…
Corro sino allo studio di Trunks. Lui è già lì. “Ciao, tutto bene?”
Annuisco, senza fiato.
“È stato bello ieri…” butta lì lui, guardandomi. Sento il sangue affluire prepotentemente al viso. “Anche per me” concordo piano.
Lui sorride e mi indica la sedia al proprio fianco.
Mi avvicino, andando a sedermi accanto al Presidente.
Mentre è chino a completare un foglio, lo osservo. I capelli lilla gli cadono distrattamente sul viso, ma non sembrano dargli fastidio. I suoi occhi azzurri sono brillanti e attenti.
Una sensazione si fa largo prepotentemente nella mia mente, nel mio corpo. Lo amo.
Lo so dalla prima volta che l’ho visto, ma non l’ho mai ammesso, perché è una parola grossa. Arrossisco e chino gli occhi su un documento.

“Sei sicura di voler restare? Io me ne vado ora, e in teoria puoi farlo anche tu”.
“Certo, non c’è problema” rispondo, “finisco solo di riordinare questi”. Faccio cenno ai documenti che ho davanti.
Trunks mi sorride, poi si volta per andarsene.
Io ci metto poco a catalogare quei fogli, indosso la giacca ed esco dall’ufficio. Vengo intercettata da una segretaria. La riconosco subito. Capelli corvini, occhi severi. È quella che mi ha riservato sin dalla mia prima giornata di lavoro un trattamento altezzoso.
Mi spinge contro il muro, ignorando le mie proteste. “Che è successo?” mi chiede.
La fisso sbalordita. Possibile che improvvisamente miliardi di persone (okay, solo due: questa e Ice) si interessino alla mia vita e mi riempiano di domande?
“Il presidente ti ha invitata a casa sua e poi ti ha baciata sulla guancia?”
La richiesta mi spiazza. Come fa a saperlo?
“Ma… come…” provo a dire.
Lei alza gli occhi al cielo. “È il solito” sbuffa. Io la guardo, stranita. Non ho capito dove voglia arrivare, ma le sue parole mi hanno ferita.
“Senti, ragazzina” mi apostrofa, “non metterti in testa strane idee, sia chiaro”.
Alzo il mento e la guardo male. “Oh, non fare quella faccia. E non credere che il presidente possa provare qualcosa per te”.
Mi mordo il labbro e la fisso con rabbia, mentre un nodo mi stringe la gola. “E tu che ne sai?” urlo.
Lei mi squadra sprezzante. “Sei dura di comprendonio, eh? Allora cambio modo di spiegare: Trunks Brief è mio, non me lo farò certo portare via da una marmocchia che si crede chissà che per il solo fatto di aver ottenuto lavoro facilmente”.
Capisco in un lampo: ecco perché era odiosa con me! Perché ambiva il Presidente!
“E non ho finito: mi spiace dirtelo, ma lui ama me. Presente? Me. Non te. Me. Siamo fidanzati”.
Respiro piano. Poi afferro il senso di ciò che ha dichiarato, e mi sento malissimo. Stupido Trunks, sei proprio uno stupido. Le lacrime rischiano di sfuggire al mio controllo. Le trattengo.
Poi spingo lontano quella. E corro, corro via, corro fuori.
Urto qualche persona, qualcuno protesta. Ignoro tutti e corro, la vista appannata dalle lacrime.
Corro sino a che le gambe mi dolgono talmente tanto da tremare, e allora mi fermo. Ansimante, mi guardo attorno con le guance rigate di lacrime. Mi dico che Trunks non può avermi illusa così, lui me lo avrebbe detto di essere fidanzato! Poi però mi sento malissimo. Ciò che ha detto lei deve essere vero sul serio... altrimenti come avrebbe potuto sapere non solo della cena ma addirittura del bacio?!
Mi siedo qui, sul marciapiede, ingombro di foglie secche.
La sveglia ha suonato. Ma non ho proprio la forza di romperla.


Okay, so cosa state pensando.
Ehmbé, ci lasci così?!?!?!?!?! Esatto. Ma prometto che aggiornerò presto.
Winry90: Io fra qualche anno avrò da mischiare pure lo spagnolo! (Tedesco no, non l’ho mai studiato). Lo so, non era un bacio proprio bacio, ma… ehm, chissà (lo so, sono bastarda a far così ç_ç). Non preoccuparti, il blocco lo supererai! Anch’io sto combattendo contro un mio blocco… non riesco a continuare una mia ff… vabbe’ -.- la passeremo.
Carol2112: Hai ragione, Vegeta non è indifferente nemmeno a Bulma (né a Trunks U_U) ma in quel momento l’unica non assorbita a fare gli onori di casa a Linen era Bra, e quindi Vegeta si è subito lei XD Hai ragione, il migliore è Trunks del futuro (*__*). Nel GT l’hanno rovinato ç___ç A proposito, ho appena scoperto che la storia che sto leggendo è tua! Quella “La figlia di Vegeta”, mi ha proprio presa, è davvero bella^^ Solo che sono indietrissimo >////> però carinissima Shampoo che abbraccia Trunks perché lui l’aveva confortata in quel modo… sono proprio come fratelli. Ok, sto dilungando da morire! Grazie per l’incoraggiamento e la recensione lunga *_*
fede8755: Grazie mille, spero che continui a piacerti ^_-
Bacioni a tutti,
Pepesale

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Capitolo 7
*** Parole in gola ***


Capitolo 7 – Parole in gola

Sto malissimo. Mi fa male tutto, credo.
Non oso pensare a Trunks, è tutto troppo brutto. Come può essere fidanzato con quella? Piango, piango ancora, mi fanno male i denti, mi bruciano gli occhi.
Poi mi alzo, barcollo in bagno. Mi lavo la faccia con l’acqua fredda. Poi mi guardo allo specchio. Ho il viso bagnato, le ciglia fradice, ma è comunque inequivocabile il fatto che io abbia pianto. Gli occhi sono arrossati e un po’ gonfi. Soffocando un singhiozzo, affondo la faccia nell’asciugamano.
Dopo un lasso di tempo che mi pare interminabile rialzo gli occhi. Okay, Trunks Brief, sono pronta per tornare al lavoro. Il nodo mi si stringe ancora alla gola. Nascondo nuovamente il viso nella salvietta. Ancora qualche minuto e sarò pronta…
Poi mi faccio coraggio e, dopo circa un’ora, esco di casa. Sì. Ce l’ho fatta, sto andando alla Capsule Corporation. Piagnucolo nervosamente qualcosa, ma poi mi costringo a proseguire.
Sto scendendo dal marciapiede quando per un pelo non vado a finire contro un uomo. Lo scanso all’ultimo momento. Sbattendo frastornata le palpebre, lo fisso. Spalle possenti, mento sfuggente… Mi sembra di averlo già visto… qualcosa scatta. Ma sì! Una volta ci sono andata a sbattere contro! Anzi, a dirla tutta lui mi aveva sbattuto contro… già, mi aveva anche fatta cadere. E poi mi aveva accusata di puzzare.
Automaticamente guardo il catalogo che tiene in mano. Ho appena il tempo di rendermi conto, sgomenta, che ci sono foto di Trunks, di sua sorella Bra e di suo padre Vegeta, che lui lo chiude seccamente, voltandosi a guardarmi.
Sobbalzo e indietreggio di qualche passo. Lui mi fissa per un attimo, poi perde ogni interesse, e si volta in un’altra direzione.
‘Accidenti, questo sì che è strambo!’
Lo sto ancora pensando quando mi accorgo di essere arrivata davanti alla Capsule Corporation. Sento un nodo allo stomaco.
“Ehi, Linen!” Ci mancava solo questa.
Ice mi corre incontro, i capelli pettinati, come al solito, in modo impeccabile. Mi sorride, poi sbatte gli occhi e chiede: “Ma stai poco bene? Sei pallida…”
Scuoto decisa la testa. “Sto benissimo” borbotto.
Lei si porta le mani alla bocca. “Non dirmi che è successo qualcosa col presidente…”
Esplodo: “Anche se fosse accaduto qualcosa tra me e il Presidente, NON LO VERREI CERTO A DIRE A TE!” Furente, mi volto e entro di corsa nell’azienda, lasciandomi alle spalle una stupefatta Ice.
Col respiro affannoso, mi guardo attorno. E il coraggio crolla. Come faccio a lavorare ogni giorno con il Presidente? Stringo i denti. Eh, no, proprio ora che ho trovato occupazione nell’azienda più celebre del mondo, non permetterò a nessuno di portarmelo via! Nemmeno per questioni amorose! ‘Sei una stupida’ mi ripeto mentalmente un po’ di volte.
Poi entro nell’ascensore. Tiro un respiro profondo e premo il pulsante. Chiudo gli occhi. Sarò dura e indifferente, dura e indifferente, dura e indifferente. Oddende, sono già arrivata!
Entro nello studio col cuore in gola. Il Presidente è già lì.
Il mio stomaco fa una capriola dolorosa.
“Ciao” mi saluta lui, sorridendomi. Io rimango bloccata sulla soglia. Come diavolo posso essere indifferente nei suoi confronti se un suo saluto mi manda nel panico?
Vado a sedermi, le gambe tremanti.
Non gli rivolgo la parola per tutto il tempo, nonostante ogni volta che incontro i suoi occhi mi venga voglia di piangere.
È passato quasi tutto l’orario di lavoro quando lui prende di nuovo la parola: “Tutto bene?”
‘No che non va tutto bene, scemo!’ Stringo le labbra per trattenere le lacrime e non rispondo, girando la testa dall’altra parte.
Lui mi afferra delicatamente per il braccio, costringendomi a guardarlo. “Posso sapere cosa è successo? Perché non mi parli?” chiede, accorato.
No, stupide lacrime, non provate nemmeno a cadere! Mi mordo la lingua, sbattendo freneticamente le palpebre.
Poi, di colpo, mi sento arrabbiata. “Lo sai benissimo cosa c’è!” esclamo, furente.
Lui sobbalza. “Perché mi hai baciato, Trunks, perché mi hai invitato a cena, perché mi hai illusa?” chiedo, faticando per non piangere. Mi alzo di scatto. “Io ci credevo!” esclamo.
Lui prova ad afferrarmi la mano, ma mi scosto bruscamente. “Perché non mi hai detto che c’era qualcosa tra te e la tua mora?!” sbotto, poi scappo via.
Corro ancora, come ho fatto ieri, corro talmente forte che gli occhi mi lacrimano. Allora, quando inizio a piangere sul serio, non me ne rendo conto subito.
A casa, mi butto sul letto.
Il Presidente prova a chiamare dieci volte, e alla fine stacco il telefono, frustrata.
Poi, quando è ormai sera, se non notte, mi rendo conto di aver lasciato tutte le mie cose sulla scrivania dell’ufficio.
Prendo la mia chiave magnetica. Faccio solo un salto, mi dico, poi torno subito indietro. Inoltre il Presidente non è di sicuro ancora in ufficio.
Dopo venti minuti sono davanti alla scrivania a raccogliere i miei fogli e le altre cose. Sono tutte in ordine, deve averle messe a posto Trunks.
E se avessi sbagliato? E se fosse lui quello onesto? Mi mordo il labbro. Se fosse lei ad aver mentito? O mi vengono questi sospetti solo perché è quello che vorrei?
Non ho tempo di rifletterci oltre, perché delle braccia mi afferrano, alzandomi. Urlo, lasciando andare tutte le cose che avevo in mano. Tiro calci all’aria.
“Lasciami!” grido, più forte che posso, tentando di colpire il mio aguzzino.
Ma è forte. Mi agito con maggior veemenza, e mi giunge un colpo alla testa.
Poi buio.

Dopo la verifica di inglese e varie interruzioni (quali andare dal dentista) eccomi pronta ad aggiornare e a rispondere alle vostre recensioni!
Winry90: già ç__ç i ragazzi sono sempre occupati ç__ç Hai ragione... la scuola è un flagello, non fa che peggiorare i blocchi degli scrittori. Grazie mille, bacioni
carol2112: già. Povera Linen... ma d’altronde, se va tutto bene io devo per forza rovinarlo >_> Ah, hai cancellato il continuo di “La figlia di Vegeta”? Io comunque non l’avevo letto, e sono ancora indietrissimissimissimissimo con “La figlia di Vegeta” ^///^ Del resto, se ti pareva troppo complesso o non ti soddisfava hai fatto bene a cancellarla. Grazie per i complimenti. Alla prossima, baci.
Sabri92: non preoccuparti quanto in ritardo hai recensito, alla fine l’hai fatto comunque, e mi ha reso davvero felice! Kiss
Alla prossima,
Pepesale

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Capitolo 8
*** Warm ***


Capitolo 8 – Warm

Lentamente inizio a sentire qualcosa. Soffoco un gemito e tocco la terra. Metallo. Freddo. Poi mi porto le mani al corpo e al viso, assicurandomi di essere ancora tutta intera.
Chiarito il fatto di non aver riportato alcun danno irreparabile in conseguenza della mia lotta con lo sconosciuto, apro cautamente gli occhi.
Be’... È come se gli avessi tenuti serrati, dal momento che c’è talmente buio che non vedo un accidente. Mi metto a sedere dopo un breve sforzo. E d’improvviso percepisco qualcosa... uno strano senso di instabilità. Rimango perplessa per qualche attimo, poi capisco. Devo essere su un aereo o qualcosa di simile. Sfrego le braccia tra loro, rabbrividendo. Ho sempre sofferto di vertigini.
Deglutisco, e improvvisamente mi sento spaventata, la calma dovuta allo stordimento per il recente svenimento sembra svanito del tutto. Tento di organizzare i fatti. Però c’è poco da fare. In fondo so solo che qualcuno mi ha rapita. Inizio a preoccuparmi molto seriamente, mentre mi guardo ansiosa attorno.
Poi sento un rumore e sobbalzo. Qualcuno entra. Mi irrigidisco, terrorizzata.
Di colpo viene accesa una luce.
Chiudo istintivamente gli occhi, per proteggerli dall’improvvisa luminosità. Dopo un po’ di tempo scollo le palpebre e do una sbirciata attorno a me.
Mi ritrovo davanti un uomo conosciuto, quello che mi ha sbattuta a terra. La mia mente lavora veloce: lui aveva le foto del Presidente, di suo padre e di sua sorella! Che intenzioni avrà? Non è che mi ha rapita sperando in un riscatto in denaro?
Lo guardo con aria di sfida (o almeno questa è la mia intenzione). Lui non dice nulla, poi borbotta: “E piantala, ti ho fatto un favore!”
Sgrano gli occhi. Ma per chi mi ha preso?!
“Oh, grazie tante” rispondo ironicamente, prima di riuscire a ricordare che lui è almeno due teste più alto di me e per giunta possiede di certo molti muscoli in più. Mi mordo il labbro, poggiandomi pesantemente alla parete.
Lui mi guarda di traverso, sembra seccato. “A dire la verità ti avevo scambiata per Bra, la saiyan mezzosangue, e quando ti ho portata alla luce era troppo tardi”. Sembra soddisfatto dalla propria spiegazione, ma io non posso fare a meno di replicare stizzita: “E così volevi rapire Bra, eh?” Ripenso a quella bambina vivace. “Che brava persona” ironizzo.
Lui ignora il mio tono e continua: “Puzzavi molto di saiyan, ma evidentemente era dovuto alla tua vicinanza con… Trunks”. Pronuncia l’ultima parola con un po’ di incertezza, quasi non sia certo del nome del Presidente.
Io, invece, ne sono fin troppo consapevole, di come si chiama. Volto la testa. “Non puzzo!” dico. Rifletto un momento. “Cosa sarebbero i saiyan?”
Lui sospira pesantemente, quasi gli avessi chiesto cos’è una casa. Poi mi spiega, col tono paziente che si usa per i lenti di comprendonio: “I saiyan erano un popolo guerriero, proveniente dal pianeta Vegeta”. Trasalisco a quel nome, e non posso fare a meno di ruotare gli occhi verso di lui, un po’ irritata. Ora mi vuol dar da bere che io sia entrata a contatto con degli extra terrestri? “Un giorno un mostro di nome Freezer distrusse il loro pianeta”. Si ferma un attimo, squadrandomi sovrappensiero. Poi taglia corto: “Per quel che ti può interessare il padre del Presidente era il Principe dei Saiyan e lui, i suoi figli e altre quattro persone sono gli unici saiyan sopravvissuti”. ‘Bella favola’ penso.
“Avrei voluto salvarne almeno uno”.
“Salvare?” mi ritrovo a chiedere con voce tremante mio malgrado.
“Già. Da Ice e dal suo padrone”.
Questa proprio non me l’aspettavo. “Ice?!” urlo, incredula.
Lui annuisce, sembra soddisfatto della mia improvvisa attenzione. “Per questo, in fin dei conti, ho pensato che anche tu potessi essere in pericolo. Di certo sapeva del tuo…”, cerca per un attimo il termine adatto, “attaccamento al figlio di Vegeta. Perciò potrebbe aver pensato fosse meglio togliere di mezzo anche te”.
Ice… All’improvviso mi sento stranamente svuotata. Mi chiedo come mai. Dopotutto, non l’ho mai potuta soffrire. Allora perché mi sento ferita?
“Mi credi?”
Annuisco in silenzio, incapace di fare altro.
Un momento! Se tutto è vero, allora Trunks è in pericolo!
”Di’, ma sei matto?!” esclamo di colpo. Ricevo la minima soddisfazione di vederlo sobbalzare. “Mi stai dicendo che Trunks, Bra e Vegeta sono in pericolo e tu porti in salvo me?!”
“Anche tu sei in pericolo” mi fa notare lui.
“Al diavolo il pericolo!” urlo, scattando in avanti. Lui mi afferra. “Che fai?”
Lo fisso come se fosse un idiota. E questa volta è il mio turno di parlare piano come si fa coi bambini e i malati di mente: “Trunks. Vegeta. Bra. In pericolo. Noi dobbiamo avvertirli”. Alza gli occhi al cielo.
Okay, forse ho esagerato con la lentezza, ma dovrebbe aver capito.
“Dobbiamo avvertirli!” ripeto, a ritmo normale.
“No” scandisce con tutta la chiarezza possibile in un monosillabo. Lo scruto, furiosa.
“Sì!” sostengo.
“Senti” chiarisce, afferrandomi le braccia, “questo non è un racconto in cui quelli che avvertono i buoni salvano i buoni e se stessi. Questo è un racconto in cui quelli che danno l’allarme sono inutili ai buoni e dannosi a se stessi. Chiaro?”
Accidenti, altroché. Lo fisso a disagio.
Poi però riprovo: “Io voglio avvertirli lo stesso”. Lui mi fissa scettico. “Almeno, se moriremo”, ignoro il suo grugnito ironico al mio ‘se’, “se” ripeto, testarda, “lo faremo con la coscienza a posto”.
“Certo” afferma lui, “crepare senza sentirmi in colpa mi sarà di molta consolazione”.
“Allora andiamo!” lo incito, ignorando il suo tono scettico.
Lui sospira qualcosa che potrebbe essere compreso come un “e va bene”, poi mi guarda con un’occhiata del tipo “Poi-Non-Venirmi-A-Dire-Che-Non-Ti-Avevo-Avvertita”.
“Inversione di marcia” ordina. “Ce ne torniamo sulla Terra”.
Mi guardo attorno, senza capire a chi si stia rivolgendo, poi una voce metallica replica: “Agli ordini”.
Il mezzo su cui stiamo viaggiando (me ne ero dimenticata, così assorta nella discussione con l’uomo) si blocca di colpo.
Incespico e cado.
Poi riparte, dopo aver cambiato rotta. “Ma cosa?!” urlo, lo stomaco in subbuglio.
“Andiamo a fare una cosa inutile e dannosa” rispose senza scomporsi l’uomo, ancora in piedi.
Mi rendo conto che non so nemmeno come si chiama. “Tu sei...?” inizio, esitante.
“Warm” risponde, conciso, senza guardarmi.
“Ci credo che non vai d’accordo con Ice” mi lascio sfuggire. Lui mi folgora con un’occhiata. “Voglio dire, Warm non significa caloroso?”
Non risponde, ma credo di aver detto giusto.
“Be’, io sono...”
“Linen, lo so” mi interrompe, seccato. “Senti, ti fa così piacere pensare che qualcuno in più conosca il tuo nome? Mi sembra una cosa superflua fare le presentazioni in un momento come questo”.
Gli rifilo un’occhiataccia, tirandomi in piedi prudentemente.


Ecco un altro capitolo! Che ve ne pare?
Winry90: grazie!!! Non preoccuparti per la recensione, so che la scuola stanca in maniera incredibile ^_- Baci^^
Sabri92: ciao! Non ti preoccupare, le cose si chiariranno andando avanti... per adesso, come avrai notato, c’è un’altra questione da risolvere^^ Kiss
carol2112: ma ciao cara! Okay, non dirò più che rovino le cose, ma accetta che è vero che non lascio in pace i miei poveri personaggi XD Ecco svelata l’identità del Losco Figuro che ha aggredito Linen (brutto maleducato è_é) in effetti è proprio il personaggio che finora ho tenuto un po’ in secondo piano... Sì, credo anche io si scriva “suspence”. Il nome di Ice l’ho scelto di proposito. Perché, nonostante si mostri amichevole con Linen, è sempre (o quasi) distaccata e fredda. Sono felice che Linen ti piaccia! Infine, riguardo a Trunks... be’, non la rincorre principalmente perché (mi sento un po’ scema XD) non mi era venuta in mente sul momento questa possibilità. Ma facciamo conto che sia per lo shock XD Riguardo a “La figlia di Vegeta” mi piace, nonostante io sia appena arrivata al punto in cui Shampoo fa conoscenza con Kaito (non mi sta simpatico lui, nonostante non abbia fatto nulla di male... per ora). Non so come farti sapere cosa ne penso, come preferisci? Ti lascio una recensione o uso il coso “Contatta autore”? Dimmi tu, per me è uguale!
fede8755: ciao, sono felice che ti piaccia! Riguardo a Linen che forse ha avuto una grande reazione per un bacio su una guancia, be’, sarà perché era un po’ arrabbiata con se stessa per averci creduto così tanto... quindi la reazione è stata quella che è stata! ^_- Continua a recensire, mi fa davvero piacere!
cri92: ciao! Mi fa piacere che tu segua ancora la storia! Mi spiace che tu abbia vissuto un momento simile a quello di Linen... E sì, mi hai già detto (o almeno credo) che hai messo la storia tra le preferite, ma credimi, fa sempre piacere sentirselo dire!^^
Ciao,
Pepesale

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Capitolo 9
*** Avvertimento ***


Capitolo 9 – Avvertimento

“Dove siamo?” chiedo dopo qualche tempo. “Cioè, voglio dire, questo è il tuo aereo?”
Warm mi rifila un’occhiata obliqua. “Io non ho aerei”.
Mio malgrado mi sento seccata. Insomma, è chiaro il fatto che stiamo sospesi. “Non mi vorrai far credere che siamo in un furgone” ironizzo.
Lui sorride sarcastico. “Giammai, non potrei. Voglio solo mostrarti che siamo in un’astronave”.
Lo scruto, ma ogni traccia di ironia sembra svanita dal suo volto, pare serio al cento per cento. “Un’astronave” ripeto, incerta su come comportarmi.
Lui si spazientisce, mi afferra senza tanti complimenti per il colletto e mi spiaccica il volto contro un vetro. Sbircio e lo stomaco mi fa una capriola, mentre rabbrividisco.
Siamo davvero nello Spazio!
Fisso stralunata la Terra, è così bella, sprofondata nel buio cupo dell’Universo... Ma anche così tremendamente lontana. Mi allontano dal finestrino, le gambe tremanti.
Warm scruta la mia reazione. “Ti avevo detto che siamo in un’astronave” borbotta, scotendo la testa.
A me viene una mezza idea di fargli notare che la gente normale un’astronave non la vede mai, e tantomeno si aspetta di fare un giretto nello Spazio da un giorno all’altro, ma alla fine lascio perdere, perché non credo di poter riuscire a dare un tono sicuro alla mia voce.
Devo sembrare veramente sconvolta, perché Warm si avvicina, fa un’espressione tra il costretto e l’imbarazzato e poi mi squadra per qualche istante. “Perché ti sta tanto a cuore il presidente?” domanda a bassa voce.
Io arrossisco. Oddende, ma si vede così tanto che lo capisce sin uno sconosciuto?!
“E che ne dici?” prosegue, con il tono (e l’espressione) di chi sta facendo una cosa sgradita al proprio ego. “È meglio quel suo schianto di fondoschiena o il suo fisico da sballo o i suoi occhi da svenimento?”
Lo fisso allibita.
“Ma… che?” mormoro infine, sbigottita.
Sul suo volto scorre un’espressione di imbarazzo. Improvvisamente capisco. “Hai ascoltato le segretarie” esclamo.
Lui annuisce, cupo.
“Non ci credo” borbotta poi, “mi sono fatto convincere da te”. Mi fissa, scettico, e mi sento un po’ offesa.
Faccio una smorfia. “Grazie” bofonchio.
Poi lui tende il braccio e mi posa impacciatamente la mano sulla spalla. “Sei particolare” mi dice, poi si volta.
Lo seguo con lo sguardo, esterrefatta.
Poi chiedo, esitante: “Perché hai cercato di salvare almeno una saiyan?”
Lui mi guarda. “Ho fatto male i miei calcoli. Credevo di avere più tempo, ma non era così. Quindi ho visto l’occasione di...”
“Non era quella la mia domanda” lo interrompo. “Volevo sapere perché t’importa dei saiyan”.
“Io... Sono in debito con un defunto membro della loro razza” taglia corto Warm. Sto per insistere, ma poi incrocio il suo sguardo e cambio idea.
“Inizio atterraggio in corso” annuncia una voce metallica.
E scendiamo. Serro gli occhi. Mi aspetto una velocità nauseante, o qualcosa che comunque basterebbe a mandarmi lo stomaco in gola, ma non sento nulla. Però continuo a tenere gli occhi chiusi.
Li riapro solo quando Warm mi ordina di farlo. “Ci siamo?” chiedo, scollando le palpebre prudentemente. Lui annuisce serio. Certo che, con questo qua, la loquacità è di casa...
Mi guardo attorno spaesata. “Dove siamo?”
“Monte Paoz” grunisce in risposta.
Prende a camminare in fretta (o a correre, fatto sta che lo vedo allontanarsi a velocità allarmante). Prendo a corrergli dietro. “Ehi!”
“Oggi dovevano vedersi tutti a casa Son” mi informa in tono incolore, continuando a camminare.
“Oh... wow...” ansimo io, “ti sei... segnato... tutti i loro impegni...?”
Mi ignora.
Poi giungiamo in vista di una casetta dal tetto circolare, arrotondato. Warm mi rivolge un’occhiataccia, poi bussa. All’interno si ode del movimento, poi la porta viene aperta.
Una donna dai capelli corvini e gli occhi scuri squadra il mio “amico” e domanda: “Sì?”
Lui mi spinge avanti senza preavviso, e lo sguardo della sconosciuta si posa su di me. “Ehm...” Non ho la più pallida idea di cosa dovrei dire. Poi deglutisco e pronuncio: “Sono... C’è il Presidente Brief?”
Lei spalanca gli occhi. “Oh!” Si volta verso l’interno, da cui proviene un odorino di arrosto che mi fa brontolare lo stomaco. Incrocio le braccia sul petto, imbarazzata. “Trunks!” urla la donna. “C’è una signorina che vorrebbe parlarti!”
Bene. E ora che diavolo faccio?
Prima di riuscire a formulare un mezzo pensiero in più, ecco che il Presidente si affaccia alla porta. Ha ancora il riso sulle labbra, probabilmente a causa di una battuta pronunciata all’interno della casetta, ma, quando mi vede, anche il più piccolo sorriso scompare.
“Oh, ciao” sussurra, sorpreso. Mi irrigidisco. Per fortuna Warm si decide ad intervenire prima che per me sopraggiunga una crisi isterica.
Non mi ero resa conto di essere così stressata, ma, a quanto pareva, tutte quelle assurdità in un giorno solo mi avevano fatto saltare i nervi.
Mi lascio mettere da parte. Trunks fissa perplesso Warm. L’uomo borbotta: “Ho un annuncio per voi saiyan”. Osservo il ragazzo. Dire che sbianca è poco. Boccheggia. “C-come?”
Devo ammettere che è un sollievo, in un certo qual modo, vederlo sgomento. Significa che, dopotutto, è un essere umano.
Mi ricordo che in effetti è un saiyan. Be’, allora il suo disagio prova che non è un dio.
“Ma tu chi sei?” chiede, e lo vedo guardarmi con la coda dell’occhio.
“Sono venuto a salvarvi” sbotta Warm. Ecco. Lui sì che ha il dono del riassunto.
“Da Ice” aggiungo io, fissandomi i piedi.
“Chi?”
Sto per dire qualcos’altro quando si affacciano Bra, Vegeta, un uomo dai capelli neri che non conosco, due ragazzi che devono essere suoi figli e una bambina con corti capelli corvini. E poi Bulma e un’altra donna.
Rimango senza fiato. Non mi aspettavo che la casa fosse talmente affollata.
“Bella riunione di famiglia” commenta scettico Warm.
“Urrrrrrca!” esclama l’uomo dai capelli neri (molto stravaganti). “E loro chi sono, Trunks?”
“Be’” risponde imbarazzato il giovane. “Lei”, mi guarda tanto intensamente che sento la voglia di piangere, “è la mia segretaria, e lui...” La sua voce si spegne in un sussurro. “Non lo so, Goku”. Mi mordo il labbro. “Ma sa che siamo saiyan” aggiunge Trunks, sempre rivolto a Goku, ma intanto mi fissa in modo strano. È come se... se stesse tentando di capire cosa penso del fatto che è un alieno.
“Lui è Warm” sussurro, evitando lo sguardo del ragazzo, “ e sa che siete in pericolo”.
Lascio all’uomo il compito di elargire i dettagli di cui necessitano.


carol2112: grazie per la recensione! Mi devo scusare io per la corta risposta. Con “La figlia di Vegeta” sono un po’ bloccata al momento ç__ç Un bacio
fede8755: grazie mille... per il seguito... vedrai ^_- Anche io ci rimarrei malissimo se avessi scoperto ciò che ha scoperto Linen... Baci
Sabri92: grazie, spero che la curiosità aumenti^^ Kiss

Scusate per le risposte frettolose T_T ma altrimenti non riuscirei a postare il capitolo... sono troppo di fretta!

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Capitolo 10
*** Ultimo minuto ***


Capitolo 10 – Ultimo minuto

Dire che i presenti ci guardano esterrefatti è poco. Passo il peso da una gamba all’altra, nervosa, ascoltando appena quel che dice Warm. Per fortuna, in effetti fissano più l’uomo che me, ma a tratti il Presidente sembra ricordarsi della mia presenza, e si gira a guardarmi. Mi fissa per un attimo, con lo sguardo di chi ha qualcosa da dire, ma poi viene nuovamente catturato da quel che dice Warm.
“Scusa, amico” inizia l’uomo che Trunks aveva chiamato Goku. Warm lo fissa di sbieco, ma non dice nulla. “Ma perché questa tizia...”
“Ice, papà” gli ricorda quello con i capelli neri e gli occhiali. Avevo ragione, è proprio suo figlio.
Goku gli rivolge un sorriso enorme, dicendo: “Grazie, figliolo”. Poi, tornando a guardare Warm: “...Ice e il suo capo, cosa vogliono da noi saiyan?”
Vegeta grunisce. Traduco quel rumore come un ‘è quello che vorrei sapere anche io’.
Mi rendo conto che in effetti nemmeno io ne ho la più pallida idea. Alzo la testa verso l’uomo. Warm si passa la mano sulla fronte, allontanando un po’ di capelli neri, poi dichiara lentamente: “Vogliono farvi fuori... perché siete una razza assassina”.
Il silenzio che segue è pesantissimo. Io trattengo il fiato per un attimo.
“Ma andiamo!” esclama Goku. Noto che Trunks scambia un’occhiata con Goten, e da ciò mi rendo conto che ho continuato a stare attenta al Presidente per tutto il tempo, perciò chino, quasi indispettita, la testa.
“Insomma” continua Goku, “questo è generalizzare, e di brutto anche!” Rivolge un sorriso ingenuo a tutti.
“Lo so che è generalizzare” replica Warm, e mi rendo conto con un certo allarme che sembra seccato. “Ma non sono io che generalizzo. Se vuoi andare a porre le tue motivazioni fa pure... Ma poi non dirmi che non ti avevo avvertito”.
“Come facciamo a sapere che non ci stai mentendo?!” sbotta Vegeta.
In un attimo, capisco che Warm non replicherà. Forse si volterà, semplicemente, e se ne andrà, e allora nessuno si salverà... Che si fa, ora? Che succede?
Il momento dopo odo una voce esclamare: “È la verità!” Mi accorgo che, in effetti, sono stata io a dirlo. Rabbrividisco all’aria fresca della sera, in attesa del risultato che sortiranno le mie parole.
Poi Trunks mi chiede, senza però guardarmi: “Sei sicura?”
Sono sicura? “Sì” mi sento rispondere, e capisco che mi fido davvero di Warm.
Il ragazzo si volta verso amici e parenti. Esita. Prima che possa affermare qualcosa, interviene Bra: “Io ci credo!” esclama. Allora Trunks annuisce. “Anche io”.
Ringrazio mentalmente la ragazzina.
In poco, capisco che tutti si fideranno. Di Warm. Di me...
“Bene” sibila Vegeta. “Che si fa?” chiede poi, e sembra che quella domanda gli costi moltissimo.
Warm apre la bocca, ma la richiude subito, con un cambio repentino di espressione. Se un momento fa sembrava un po’ sorpreso, sollevato, ora è teso, preoccupato. “Ora si combatte” afferma, truce.
Ha appena finito di parlare che sento Goku fargli eco: “Ehi, che aura!”
All’ultima parola mi sento cadere per terra, come se fossi stata spinta da una ventata improvvisa d’aria. “Che?!” urlo.
Ammutolisco.
Fra gli alberi, sono improvvisamente comparse due figure. I miei occhi corrono su Ice.
La prima cosa che penso è che è splendida, più bella del solito. Il sorriso scarlatto è definibile anche a grande distanza. I capelli le ricadono naturalmente sulle spalle. Ma non è solo l’aspetto fisico... Ha una bellezza fulgida, mozzafiato e terribile insieme. Sembra che la circondi un’aura, o qualcosa di simile, che non so spiegare ma posso in qualche modo percepire. Capisco cosa intendeva Goku.
Poi stacco a fatica lo sguardo dalla donna e lo poso sulla figura al suo fianco.
Un uomo magro, forse, penso assottigliando gli occhi. Un uomo?
‘Chi è?’ mi chiedo. ‘Cos’è?’ mi correggo con un brivido, stringendo alcuni fili d’erba, la pancia a terra.
La sua figura è talmente sottile che mi basta fissare la scarsissima larghezza delle spalle per dubitare della sua natura umana.
Mi dà la nausea, penso. Poi non riesco a metterlo a fuoco! Questo mi allarma moltissimo, è innaturale, se provo a concentrarmi sui suoi tratti mi manca il fiato e mi bruciano gli occhi...
Qualcuno mi afferra per il braccio, alzandomi in piedi. Mi ritrovo costretta a scostare gli occhi da quel... coso... e mi trovo a fissare in faccia un assai contrariato Warm. “Piantala di provare a guardarlo!” mi ammonisce duramente.
“M-ma come?” farfuglio, con una nota isterica nella voce.
“Assumerà presto una forma definita, ma per ora NON fissarlo” dice l’uomo fissando un punto indefinito sopra la mia testa.
“Urca, che aura!” esclama Goku.
Trunks è al suo fianco. Lentamente, anche i due figli dell’uomo dai capelli neri e (anche se piuttosto di malavoglia) Vegeta, si allineano ai due.
Io li fisso inebetita, la presa di Warm si accentua sul mio braccio.
Ice e il suo compare si avvicinano. Mi concentro sulla ragazza per ignorare l’altro. In un assurdo istante, mi trovo a desiderare che lei mi guardi negli occhi e che possa capire quanto sono arrabbiata. Sono anche spaventata, ma spero che questo riuscirò a nasconderlo.
Però Ice non mi guarda. Guarda Warm, e un sorriso placido le si disegna sul volto pallido e perfetto. Sento l’uomo irrigidirsi.
Ice lo indica al suo comandante, o qualunque cosa sia per lei. Warm sembra non badarci. Mi sussurra: “Ora lo puoi guardare”.
Giro prudentemente la testa.
Mi sembra ancora innaturalmente magro e slanciato. Ma per il resto è anonimo, talmente anonimo che mi colpisce subito la certezza di dimenticarmi del suo aspetto non appena volterò nuovamente il viso.
Forse, però, l’unica cosa che mi rimarrà in mente, oltre alla sua magrezza, saranno gli occhi. Occhi porpora, posti sotto a due sopracciglia folte e precise.
“Salve, Warm” sibilò con voce grutturale che mi fece venir voglia di tapparmi le orecchie.
“Alla fine non hai resistito, eh?” domanda Ice, e la sua voce melodiosa accentua ancor più la propria bellezza, posta in confronto con quella dell’altro.
Poi la donna abbassa gli occhi e mi vede.
La sorpresa, assieme a qualcos’altro, le passa sul volto, ma in un momento recupera la solita impassibilità.
“Sarà per la mocciosa allora” sorride. Mi sento disgustata. Non solo per la sua espressione. Ho ventitré anni, accidenti!
“Sei condizionabile, Warm, avresti fatto meglio a fuggire”.
“Lo so” replica lui, secco, mentre io tremo al suo fianco.
Poi Ice si volta e osserva (con una soddisfazione a mio parere rivoltante) i saiyan che la fronteggiano fianco a fianco.
“È ora” scandisce l’essere accanto a lei, “di finire il lavoro che ha cominciato Freezer… Vero, scimmioni?”
Che voce assurdamente sgradevole.
Sento le gambe cedere, ma per fortuna Warm non ha ancora mollato la presa. Mentre la testa mi gira, mi dico che dovrò pubblicizzare caramelle per la gola.


cri92: anche io ho moltissimi commenti in sospeso! Grazie mille per il commento^^ Anche io mi sono divertita allo sconcerto di Linen nel vedere la casa piena di gente…. Kiss^^

Winry90: grazie mille… Ed ecco che in effetti Linen e Trunks si trovano di nuovo faccia a faccia (detto così non sembra una cosa positiva O.o ma speriamo in bene xD)

carol2112: non preoccuparti per il ritardo (soprattutto contando il fatto che alla fine mi lasci delle mega-recensioni fantastiche^^). Sono felice che ti sia piaciuto il dialogo di Warm e Linen su Trunks. Mi sono divertita un sacco a scriverlo^^ Certo che ricordo la puntata nella quale Trunks del futuro prevede l’arrivo di Goku eccetera (la mia anima maniacale ha una vera e propria venerazione per la suddetta xD). Ancora una volta non riesco a rispondere a tutta la tua recensione come vorrei… temo di non avere il tempo ç__ç Baci

fede8755: xD già, la crisi di nervi doveva essere bella pesante u.U grazie^^ E naturalmente non preoccuparti che tutto si chiarirà (mi sa che l’ho già detto… vabbe’).

FullmoonDarkangel: Cugi! Invece a quanto pare non solo il congelatore e il bebè si prendono la briga per un salto sulla Terra ^_- Già xD Mr Urca…

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** Aseptic ***


Capitolo 11 – Aseptic

Il tempo si è dilatato. Almeno credo. Trattengo il respiro, senza riuscire a staccare gli occhi da Ice.
“Ora” scandisce la voce secca.
Fa un passo avanti, e i saiyan reagiscono immediatamente.
Sento la tensione farsi percettibile nell’aria, poi succede una cosa che mi fa spalancare gli occhi. Un alone d’oro compare attorno al profilo dei cinque. I loro capelli si drizzano, tingendosi di un biondo scintillante, mentre i loro occhi si colorano di un vivido verde acqua.
Faccio un passo indietro, a bocca aperta.
“Super saiyan” sento sussurrare Warm. Usa un tono un appena affascinato, come qualcuno che si ritrova improvvisamente davanti a qualcosa di cui a solo sentito parlare.
Ma non ho tempo di pensare alle inflessioni della voce di Warm.
Ice, infatti, scatta di colpo in avanti, gettandosi addosso a Goku. Lui la blocca con l’avambraccio e io li fisso inebetita. È stato tutto talmente veloce che a malapena ho distinto i movimenti.
Poi iniziano a combattere, con scatti, pause momentanee, salti verso il cielo... Ice compie movimenti incredibili, sembra non abbia ossa. Ma d’altra parte Goku pare di sapere in anticipo dove arriveranno gli attacchi dell’avversaria. Deglutisco, io a malapena mi accorgo dove lo colpisce quando lo fa.
Gli occhi mi bruciano per lo sforzo di seguire i loro movimenti, che si fanno via a via più veloci, al punto che li perdo completamente di vista. Rinuncio a cercarli e mi guardo attorno.
I saiyan hanno il volto alzato verso il cielo. Trunks ha la fronte aggrottata. Lo osservo per un attimo... Certo che è carino pure biondo... Deglutisco e volto lo sguardo.
Il compare di Ice è in piedi, completamente rilassato. Mi chiedo perché i saiyan si fidino del fatto che lui non gli attacchi, poi mi accorgo che, in effetti, non si fidano. Il figlio di Goku, quello più grande, lo tiene sott’occhio, seguendo l’incontro tra Ice e suo padre solo con la metà dell’attenzione.
C’è un’atmosfera così naturale che, se non fosse per Chichi, affacciata alla finestra della casa con la tovaglia stretta tra le mani e uno sguardo angosciato, per Bulma che pare altrettanto allarmata e per i muscoli tesi degli altri super saiyan mi sentirei addirittura calma.
Di colpo, sento le braccia di Warm cingermi la vita con scarsa delicatezza e scostarmi bruscamente. Barcollo con il fiato mozzo. Il momento dopo Goku e Ice compaiono nel punto esatto dove ero io qualche attimo fa.
“Ma... come?” farfuglio.
Warm emette uno sbuffo di disapprovazione.
Lascio stare e volto il viso. Ice e Goku sono faccia a faccia, si fissando l’un l’altra con aria calcolatrice, i muscoli del saiyan sono visibilmente tesi, mentre il respiro della donna è appena affannato.
“Chi siete?” domanda serio Goku.
Alzo le sopracciglia. Non capisco perché dovrebbe essere rilevante. Tanto, che siano il Lupo Cattivo o Biancaneve, il succo è che ci faranno fuori comunque.
Ice sorride, un sorriso che indugia su ogni tratto della sua espressione, un sorriso di letale bellezza. “Io sono originaria del Pianeta Meat” dice, con lentezza esasperante. O forse sono io che sto diventando paranoica persino sulla velocità che usa per parlare.
Vegeta trasale appena.
Ice gli rivolge un sorriso distratto ma abbagliante, senza perdere d’occhio Goku. Mi guardo attorno confusa.
A quanto pare, non sono l’unica a non aver capito. Tutti, a parte Vegeta, Warm, Ice e l’amichetto di quest’ultima, appaiono smarriti.
Ice si passa una mano tra i capelli di seta. “Fu distrutto dai saiyan poco alla volta...” inizia a spiegare, con una lentezza che esalta il tono armonioso della sua voce. “Non lo fecero esplodere come era accaduto agli altri, no... Perché Freezer li fermò in tempo”. Scuote tristemente la testa. “Ma i saiyan avevano ormai fatto troppi danni, e, poco a poco, gli abitanti perirono”.
“Un momento!” la blocca Vegeta, truce. “Quando Meat è stato raggiunto dall’ultima squadra saiyan io avevo cinque anni...” Non conclude il discorso, forse per non ammettere che vorrebbe qualche chiarimento in più.
Ma l’informazione mi fa accigliare. Un momento... Se Vegeta aveva cinque anni... Insomma, è assurdo! All’epoca Ice non poteva essere già nata! Oppure era una vecchia con aspetto da fata?
La risata cristallina di Ice interrompe il mio ragionamento. “Ma Vegeta!” esclama, in allegro tono di rimprovero. Giuro che se continua così vomito. “Non crederai... Io all’epoca non ero ancora nata!”
La sua espressione si fa più tesa, sorprendendomi, poi la maschera con un sorriso. “Ma lui mi ha messa al corrente di tutto” conclude, indicando il suo compagno.
Lui piega le ginocchia, accennando un inchino ironico davanti a Vegeta. Poi scatta sull’attenti. Se non avesse un’aria così... letale riderei. Invece la scena mi fa rabbrividire.
“Aseptic, ex abitante del pianeta Freezer”.
Deglutisco.
“Allora è assurdo che tu parteggi per lui” dice Goku, fissando Ice. “I saiyan seguivano Freezer”.
Lei scuote la testa. “Hanno distrutto Meat per puro svago, Freezer non...”
“Freezer lo sapeva benissimo, li ha mandati lui” la interrompe Warm, gelido.
La donna pare vacillare, poi però scoppia a ridere di gusto. “Aseptic mi ha detto la verità” dice, facendo ciondolare la testa.
“Meat era il Pianeta dove gli uomini di Freezer hanno sterminato la loro prima squadra saiyan” ribatte tagliente Warm.
Mi gira la testa.
“Ice, non vorrai che lui t’incanti con le sue bugie? Io ero sul pianeta di Freezer, sapevo quel che voleva fare, se ne parlava ogni giorno” sopraggiunge cantinelante la voce roca di Aseptic.
Lei sorride e di colpo i suoi occhi tornano ad essere di ghiaccio. “Certo che no”.
Con un movimento fluido e rapido affonda un pugno nello stomaco di Goku, che si piega in due per il dolore. Un gemito sale dai saiyan.
“Perfetto” mormora Aseptic, “davvero incantevole”.
Poi sbatte le palpebre e dice con un ghigno: “Presto la volontà del Potente Freezer, colui che ha dato nome al nostro pianeta, sarà compiuta”.
Ha un’aria ironica ma decisa e non ho per nulla voglia di ridere del suo tono pomposo.
Il ghigno, però, scompare dal suo volto un momento dopo. Giro la testa per verificarne il motivo e vedo che Goku si è rialzato con un sorriso.
Ma non con l’espressione ingenuamente beata che tanto si addice alla sua aria infantile, bensì con un sorriso carico di sfida.
Ice sembra presa alla sprovvista.
“Credevate davvero fosse così semplice?” domanda Goku, poi, con un urlo, fa più intensa l’aura dorata che ha attorno.
“Secondo livello…” sussurra Warm e sembra colpito.
Il saiyan viene poi imitato da Vegeta e il figlio maggiore. Trunks e Goten (dev’essere lui, quello di cui il Presidente mi ha parlato) non fanno nulla, ma si scambiano un sorrisetto.
Rabbrividisco e mi stringo istintivamente nelle spalle. Non ho ancora ben capito alcuni dettagli, ma mi dovrò rassegnare…
“Posso fare una domanda?” chiede d’un tratto il Presidente. Aseptic si volta a guardarlo e io mi irrigidisco, impaurita. “Tu hai mai visto Freezer?”
L’essere lo fissa quasi con commiserazione. “No. Perché avrei dovuto? Non sono mica un combattente… O meglio” si corregge, “non lo ero a quel tempo”.
Vedo Vegeta battere le palpebre.
Poi i saiyan aumentano maggiormente l’aura, sollevando grumi di terriccio. Un po’ di polvere mi finisce negli occhi e li sbatto freneticamente.
Nelle orecchie ho l’urlo dei guerrieri.

Continua…

Winry90: credo che la suspance ci sia ancora… Non tutto è ben definito^^ Comunque non preoccuparti, lo scontro non è ancora entrato nel vivo (No? NdTu) e Trunks e Linen, volendo, avrebbero un sacco di tempo a propria disposizione… tanto più che sta combattendo Goku ^_-

fede8755: certo, Vegeta non può parlare troppo, se no gli si secca la lingua xD Già, una volta tanto non è lo stupendo (logico, ci abito io XD) pianeta Terra ad essere in pericolo, ma i saiyan!

Sabri92: grazie^^ Può anche darsi che tecnicamente non abbiano nemici ovunque, ma che attirino anche le disgrazie dall’altra parte della Galassia XD Ora che me lo fai notare hai ragione… o.O Ice un po’ somiglia a Rosalie^^ Kiss

Carol2112: già, peccato non ci sia il premio per le recensioni più tardive ç_ç Ma dato che comunque alla fine commentiamo, hai ragione a dire che bisogna considerarlo U.ù  Giusto, Ice non è esattamente la persona con la quale vorrei fare amicizia U.ù Mi fa piacere che ti piaccia la caratterizzazione di Vegeta^^ Baci

cri92: Goku=Mr Urka (XD) ha il fiuto per capire se le persone sono buone e cattive U.ù l’ha detto in una puntata, ma a dire il vero io non l’ho mai visto annusare nessuno (scusa la battuta infelice^^”) Mamma mia, se Linen che di anni ne ha ben 23 viene chiamata “mocciosa”… bah. Baci^^

Alla prossima^^

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Capitolo 12
*** Ottenebramento dei sensi ***


Capitolo 12 – Ottenebramento dei sensi

Aseptic si porta il braccio davanti al viso. Non sembra lo faccia per proteggerlo, eppure il gesto è quello.
“Ice! Maledizione, fa’ qualcosa!”
Vedo gli occhi di ghiaccio della donna voltarsi a scrutare tutt’intorno... per poi fermarsi su di me.
Deglutisco a fatica.
Poi vedo Warm scaraventato a terra. Urlo, non ho nemmeno visto cosa l’ha fatto cadere... Però si sta rialzando... Col cuore ancora in subbuglio, mi calmo appena. Poi, però, sento che qualcosa mi spinge a terra.
Ice!
Scalcio, mentre vedo la sua mano fare a Warm e agli altri il gesto di stare fermi. Ho la guancia premuta sul terreno umido. “Un gesto” proclama Ice, con voce vellutata, amabile, “e non vedrete più questa piccolina”.
Sono terrorizzata. Vedo il Presidente folgorare i suoi compagni con uno sguardo, come intimandogli di non muoversi.
Poi Ice indietreggia, trascinandomi. Sento vicino l’alito secco di Aseptic, ma ho troppa paura per alzare lo sguardo verso di lui.
“Ostaggio” lo sento mormorare, “bene, mi piace”.
Poi, semplicemente, tutto scompare.
Le smorfie angosciate di tutti, quelle distaccate ma lievemente allarmate di Vegeta e Warm... Tutto viene sostituito dalle pareti lucide di una navicella.
Il cuore mi batte nelle orecchie, non capisco nulla.
Poi Ice cerca di infilarmi qualcosa in bocca. Tengo le labbra serrate, come una bimba piccola che fa i capricci. Lei mi tappa il naso. Tento di resistere, ma poi non ce la faccio più. I polmoni reclamano aria. Apro la bocca e, assieme all’ossigeno, entra della polverina umida, amara. “Non sputarla” mi minaccia Aseptic.
Con le lacrime agli occhi, sia per il panico che per il sapore acre della polvere.
Percepisco un’ondata di confusione e smarrimento, poi sento Ice trasportarmi sino ad una cabina e infilarmi lì dentro.
Non mi rialzo nemmeno, mi accuccio sul pavimento.
Sento le voci di Ice e Aseptic. Capisco che mi hanno dato una sostanza che mi fa passare la voglia di agire, ma non provo nulla per questa notizia. Non ho voglia di fare alcunché.
Mi addormento.
Mi sveglio, e fisso il soffitto ruvido. Strano, è così basso.
Mi addormento.
Mi tocco il corpo con una mano, meno male, è tutto a posto, sono tutta intera. Mi ricorda qualcosa questo gesto. Quando lo ho già fatto?
Mi addormento.
Poi mi risveglio e improvvisamente sento le voci dei due, le ascolto davvero.
“E poi, poi che faremo?” La voce di Ice. Mi metto a sedere, ascoltando attentamente, con un brivido. Ho paura, talmente tanta paura da rischiare di urlare. Chiudo a forza la bocca, per impedire di venire tradita dal battere incontrollato dei miei denti.
“Dopo averli attirati qui a ‘salvare la ragazzina’ li distruggeremo. Tutti”. La voce di Aseptic. Lo odio, lo odio! Il corpo mi trema mentre analizzo il significato di quanto ha proclamato. Vuole ucciderli. Tutti, anche Trunks...
Mi alzo in piedi. In men che non si dica arriva Aseptic. Mi afferra per i capelli. Urlo, tentando di colpirlo. Ho le lacrime agli occhi, mentre mi dimeno.
“Ice, dalle dell’altra sostanza!” ordina.
Vedo le mani della donna. Mi pongono in bocca un po’ di polverina. Tento di sputarla, senza successo, alla fine mi rassegno e la inghiottisco.
Escono.
Mi risdraio, tremante per lo shock. Mi addormento.
Mi sveglio. Sento dei rumori metallici. Li ascolto senza interesse. Urla. Umane, o saiyan.
“Ehi, avete fatto presto a decidere di morire!” Aseptic.
Mi addormento.

Continua...

Winry90: sono felice che ti piaccia la storia? Continui a pensarlo anche dopo questo capitolo? Goku avrebbe dovuto sbrigarsi u__u come al solito non ha cavato un ragno da un buco XD un bacio^^

fede8755: sì sì, non preoccuparti, hai scritto bene Aseptic... Okay, non ti farò più pensare a Trunks super saiyan con gli occhi smeraldo e i capelli color dell’oro... *______* beltà divina *______* XD In quanto ad Ice... in seguito si chiarirà meglio la sua parte nella storia u_u

cri92: ehi, Cri! Infatti la povera Linen non solo si ritrova davanti a Trunks super saiyan (*0*) ma anche in mezzo ad una delle battaglie a velocità assurda... C’è da confondere chiunque! Baci^^

Sabri92: in effetti la nostra Rosalie 2 (alias la “carissima” Ice) pensa di essere dalla parte giusta, quindi combatte con impegno. Vedremo (vedrai, più che altro, io dovrei sapere come finisce la storia, almeno in teoria... XD no, scherzo, non ti preoccupare!^^) se nei prossimi capitoli starà sempre con quel simpaticone di Aseptic...

Alla prossima^^!

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Capitolo 13
*** Il piano di Trunks ***


Capitolo 13 – Il piano di Trunks

Delle braccia mi cullano piano.
Improvvisamente sento il loro calore, il movimento che compiono. Un fiato caldo sulla pelle...
Sbatto gli occhi. Visione celestiale! Chino su di me vedo Trunks, gli occhi azzurri belli come sempre.
Oh, no! Lo sapevo, lo sapevo! Mi hanno fatta fuori! Hanno capito che non servivo e mi hanno ammazzata! Orribile.
Poi sento un taglio bruciare, sulla mia mano destra. Ma allora non posso essere morta, la morte non può far male. Non in maniera così normale, se non altro.
Sento il torpore scivolare via dal mio corpo, poi mi metto a piangere.
“Sssh” sussurra Trunks.
Singhiozzo come una bambina piccola, poi una parte della mia mente reagisce in modo più logico alla presenza del Presidente, e mi fa domandare a bassa voce: “C-come sei arrivato qua?”
Lui sorride. “Abbiamo finto un attacco. Mentre erano distratti, io sono venuto da te”.
“Ora sei bloccato anche tu?”
Un’ombra gli passa sul viso, poi mormora: “Vedremo”.
“Che piano stupido!” singhiozzo. Poi chiedo: “Non sanno che sei qui?”
Lui mi appoggia un dito sulle labbra. Sorride. “A quanto pare no, non ancora”. Rimane pensieroso. “Ma fra poco Ice verrà a riaddormentarti i sensi... E allora sì, direi che mi scopriranno”.
Vorrei dirgli di andarsene. Che è uno stupido. Che è il piano più deficiente e privo di logica che io abbia mai sentito. Invece continuo a piangere in silenzio. Lui mi carezza i capelli lentamente.
Quando finalmente mi tranquillizzo pigolo: “Che piano idiota”.
Trunks scuote la testa, sembra divertito. “Grazie” sussurra, “l’ho architettato io”.
Arriccio il naso. Eppure sono talmente felice di vederlo che gli vorrei saltare al collo e scoppiare a piangere di nuovo.
Poi lui mi spiega sottovoce: “Papà pensa che Aseptic abbia mentito. Pensa che non sia affatto stato (mai) sul pianeta di Freezer. Pensa che lo abbia usato come preteso per dire di sapere cosa è accaduto veramente su Meat”. Per prudenza, abbassa maggiormente la voce. “Perché su Meat Freezer ha davvero eliminato la prima squadra saiyan. Papà poi trova poco credibile che un abitante del pianeta Freezer non sia stato un combattente... Ha spiegato che non era abitato da gente originaria di lì, piuttosto, i guerrieri più meritevoli venivano portati in quel pianeta”.
“E quindi?” Sto ancora pigolando.
“Quindi ho pensato di introdurmi qua e attendere con te che arrivi Ice”.
“Onestamente... è il piano più scemo che abbia mai sentito” osservo a voce bassa, poi mi allontano da lui. Mi aiuta ad alzarmi.
Stendo le gambe, controllando che tutto sia a posto, sgranchisco i muscoli.
“Forse possiamo convincere Ice a passare dalla nostra parte...” Mi volto verso il Presidente. Ho capito bene?
Lui annuisce come se avesse sentito il mio pensiero. “Certo che sono poco sorvegliata” dico, in un sussurro. Ho la gola secca.
Lui sorride, poi si posa il dito sulle labbra. Taccio, fissandolo. Sta in ascolto, attento.
Dapprima non capisco, poi li sento anche io. Dei passi, brevi, felpati.
Ice. Il cuore mi martella tra le costole.
Vedo il viso della donna affacciarsi. Vede Trunks e si irrigidisce. “Tu!” sibila tra i denti, furiosa, irata.
Lui alza una mano come invitandola a calmarsi.
Sento il cuore battere tanto forte da scoppiare.
“Ti ha mentito” sussurra il Presidente, serio. “Ti ha mentito. Lui non ha mai conosciuto Freezer. Tu non hai nessun conto in sospeso coi saiyan”.
Ho il respiro affannato. Davvero pensa di convincerla così? Senza nemmeno una prova?
Noto che Ice si morde il labbro scarlatto, e un fiotto di speranza mi inonda.
“Non mi servono le tue parole, saiyan” dice, indignata. Mi allarmo: dove arriverà? “Io non sono più con Aseptic. Sto con voi”.
“Eh?!” esclamo, sbalordita e sollevata.
Senza preavviso, Ice si volta verso di me e mi stringe in un abbraccio delicato. “Scusa” mi mormora ad un orecchio, mentre io mi irrigidisco, frastornata.
“Allora è per lei?” domanda Trunks, alzando un sopracciglio, non appena la donna si scosta da me. Io lo fisso, frastornata e inebetita.
Ice increspa le labbra. “Non sono affari tuoi, saiyan” risponde sdegnosa.
“Ehm, scusate” mi intrometto non appena mi sembra di avere la voce abbastanza salda, “non so voi, ma io credo che dovremmo... Ehm... scappare?”
Il Presidente mi guarda. “Già. Sì, scusa, Linen”.
“Ehm, di nulla”.
Ice si avvicina al muro di metallo. Tasta assorta. Poi preme su un punto.
Sgrano gli occhi, mentre compare una porta chiusa, dall’aspetto massiccio. La donna si abbassa e va a sfiorare con la punta delle dita la superficie della targhetta chiara apparsa sullo stipite destro dell’apertura.
“Controllo impronte digitali” borbotta, ma sembra piuttosto soddisfatta di se stessa.
Trunks si sposta lievemente verso di me e mi cinge a sé con un braccio. “Non pensavo sarebbe stato così facile e immediato” bisbiglia. Il suo fiato mi solletica l’orecchio.
Istintivamente, gli prendo la mano. La sento caldissima, contro la mia gelata.
Poi entriamo nel tunnel appena aperto da Ice.
È scivoloso, appoggio per un attimo la mia mano libera su una parete e la sento liscia e gelida. Metallo.
Muovo altri passi, poi rischio di farmi una bella caduta. Fortunatamente, il Presidente mi tiene stretta e mi impedisce la scivolata. Sospiro di sollievo.
Poi, nel tono più basso che riesco ad assumere, mormoro: “Stanno tutti bene? I tuoi? La famiglia di Goku? Warm?”
Trunks annuisce in fretta. Noto però una lieve ruga tra le sue sopracciglia.
“Che è successo?” domando, con il cuore che batte troppo in fretta. Mi vergogno di aver pensato solo ora ai miei amici.
Il Presidente increspa le labbra, quasi non me ne volesse parlare. Gli stringo più forte la mano, tanto da farmi dolere il taglio che ho sulla mia. “Che...?”
Devo sembrare veramente spaventata, dal momento che il ragazzo mormora: “E va bene. Tanto se non te lo dirò guadagnerò solo che la tua mente prenda a fare ipotesi ben più terribili della realtà...”
Annuisco. Okay. Così non è nulla di terribile. Tento di calmarmi, mentre attendo una risposta.
“Goten si è rotto una costola” risponde dopo un po’ il Presidente.
“Che cosa?!” sussurro, sconvolta. E così non era tanto grave, eh?
Trunks allunga la mano a spettinarmi affettuosamente i capelli. Trattengo il respiro.
“Ehi, ehi” mormora. “Non fare quella faccia! Entro poco starà bene!”
Faccio una smorfia. Ma certo, come no. “Ma, una costola...” dico, cercando di fargli notare che non è una cosa di poco conto.
Trunks sbuffa.
“Sciocchina” mi bisbiglia, “è un saiyan. E questo non è un dettaglio di poco conto”. Sembra riflettere. “Certo, se ci fossero ancora senzu...” mormora poi, fra sé e sé.
Io rimugino. Ho una mezza idea di insistere. Se penso a Goten lo stomaco mi si attorciglia per il senso di colpa.
In questo momento, però, Ice si ferma. Tocca la parete.
E una porta si apre.
I raggi del sole mi colpiscono gli occhi, ferendoli. Sbatto freneticamente le palpebre, mentre Trunks mi aiuta ad uscire.
Una volta all’aria aperta, Ice dice: “Forza, mostrami dove vi siete radunati”. Fa una smorfia di sufficienza. O almeno ci prova, ma non le viene un granché, dal momento che è troppo tesa.
Il Presidente sorride, poi si volta verso di me. “Linen, ora dovresti salirmi in groppa” afferma con disinvoltura.
Lo fisso per qualche secondo, sicura di aver capito male. Poi però incrocio il suo sguardo, vedo che è sincerissimo. In effetti, ha proprio detto che dovrei afferrarmi a lui. Deglutisco.
“Perché?” mormoro.
“Non sai volare” risponde lui, scrollando le spalle e invitandomi con un cenno ad avvinghiarmi alla sua schiena.
Oh. Non so volare. Okay. Dopotutto, qui le persone vengono da altri pianeti, diventano bionde di colpo e fanno combattimenti allucinanti.
Volare, ma certo. Stupida me che non l’ho capito prima.
Faccio un respiro profondo. Molto profondo. Probabilmente, è il respiro più profondo che abbia mai fatto.
Trunks mi si avvicina.
Be’, dopotutto non cercavo che una scusa per saltargli addosso, no? Insomma, non proprio, ma non è questo il punto.
Decido di ignorare me stessa e mi aggrappo al ragazzo.
Lui mi aiuta un po’.
Poi, con una fluida spinta in punta di piedi, si alza in aria. In un primo momento la mia mente cerca di convincermi che ha fatto un salto. Poi, però, mi rendo conto che sta davvero volando!
Trattengo un’esclamazione basita e, con il vento che mi scompiglia i capelli, sbircio il paesaggio sottostante. I prati verdi sfilano sotto di noi, alternandosi ai boschi arruffati e ai terreni coltivati.
Stringo maggiormente la presa attorno al ragazzo, serrando i denti.
Appoggio l’orecchio congelato sulla sua schiena calda.
Dopotutto, volare mi piace.

Continua...

Winry90: concordo. Povera Linen, conoscere saiyan non è salutare XD Trunks l’ha salvata (e Linen si è guadagnata un volo stretta stretta al ragazzo^^ Glielo dovevo U_U) Grazie mille^^

carol2112: non preoccuparti per lo scorso capitolo... Sono felice che ti sia piaciuto il modo in cui si ripete la frase “Mi addormento”, in effetti la polvere le ha fatto un effetto da sedativo... Poverina. Infatti Trunks e gli altri saiyan hanno organizzato il salvataggio... ^_^ Un bacio (in quanto ad “Aseptic” mi pare voglia dire “gelido” ^_- Son tutti freddi i cattivi xD)

Sabri92: infatti Ice ha deciso di cambiare “partito” (poi si vedrà bene il perché). Forse hai ragione, la tormentavo troppo Linen ^^””” ma in questo capitolo ho voluto darle qualche momentino con Trunks ^o^ Kiss

Grazie, al prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** Un'isola affollata ***


Capitolo 14 – Un’isola affollata

Dopo un po’ di tempo che siamo in volo, mi azzardo a domandare, seppur detestandomi perché interrompo quest’atmosfera magica con la mia voce: “Dove...?”
Trunks volta appena il viso di lato. “Come?”
Prendo una boccata d’aria. In effetti, andiamo abbastanza velocemente. Quanto è sufficiente perché il vento renda impossibile – o quasi – ogni genere di conversazione. Ripeto la parola a voce più alta.
“A casa di un vecchio amico!” urla il ragazzo di rimando.
Perfetto. Rimugino tra me e me che ci mancava solo l’ennesimo conoscente in pericolo. Poi penso che non è colpa mia. L’unica cosa sbagliata che ho fatto è stata essere rapita da un extra terrestre, e non era per nulla intenzionale.
Fisso sotto di noi.
Il paesaggio, da un po’, è cambiato. Non ci sono più alberi che sfilano rapidi sotto di noi, ma solo le acque increspate del mare. Guardo avanti corrugando la fronte. Non mi pare di scorgere un bel niente.
“Pensi che Aseptic si arrabbierà quando si renderà conto della mia scomparsa?” grido a Trunks.
Non lo vedo bene in faccia, ma ho l’impressione che un fugace sorriso gli passi per un attimo sul volto, accendendogli i tratti. “Tu che dici?” domanda.
Mi appoggio alla sua schiena. “Penso che non gli piacerà” replico, dopo una meditazione esageratamente lunga.
Trunks ride piano. “Penso proprio di no” concorda. “Già odia i saiyan. Figuriamoci come reagirà sapendo di non avere più la sua prigioniera” aggiunge.
Fisso meditabonda il mare. Tutta quell’allegria mi sembra molto fuori luogo, ma non dico nient’altro.
“E per la sua aura?” domanda la voce melodiosa di Ice. Sobbalzo e stringo maggiormente il Presidente, voltandomi verso di lei. Mi rivolge un sorriso fugace, un lampo scarlatto di labbra. “Non sa azzerarla” aggiunge.
Trunks borbotta qualcosa. “Possibile che la percepisca da tanto lontano?” domanda infine. “L’aura di Linen non è poi così speciale... per la maggior parte della gente”.
Il modo in cui dice ‘per la maggior parte della gente’ mi distrae. È come se intendesse che per lui la mia aura – qualunque cosa sia – è speciale.
“Non si è mai troppo sicuri” sostiene Ice.
Io domando: “Ma... che cos’è l’aura?”
“L’aura è la forza spirituale” risponde Trunks.
Grazie. Ovvero?
Il ragazzo continua: “È una forza che possiamo percepire”. Si ferma a riflettere. “Hai visto quando siamo diventati super saiyan?”
Faccio cenno di sì, poi lo dico ad alta voce, dal momento che non possiamo vederci in faccia.
“Hai presente l’alone dorato che avevamo attorno?”
“Certo” assicuro. Come scordarlo?
“Quella è l’aura. Solitamente non è visibile, e non molti sanno estenderla oltre il corpo...” Tace. “Hai capito un po’?” chiese, e sembra appena imbarazzato.
“Più o meno” replico cautamente. Ricordo che l’avevo avvertita un po’ in Ice. “Quindi Aseptic potrebbe trovarci per la mia aura?”
Trunks tentenna. Ice sbuffa appena alla sua esitazione, mi guarda – un palpito di ciglia – e risponde affermativamente.
Penso che per causa mia ora Aseptic – a quanto pare – è divenuto ancor meno simpatico. E ce ne vuole... E inoltre per colpa della mia aura potrebbe individuarci. “Trunks! Non è che mi volete annegare perché vi ho causato questa complicazione?”
Non pare esattamente divertito.
“Non credo proprio, Linen”.
“Ah”. Non riesco a impedirmi un tono che suona deluso. Dende, non è che ora Trunks pensa che sono un’aspirante suicida? Speriamo di no. Decido di tacere e di chinarmi di nuovo sulla sua schiena.
La luce del sole rimbalza sulle onde del mare, con uno scintillio di blu e dorato.
Poi, all’orizzonte, mi sembra di scorgere qualcosa. In pochi attimi riesco a distinguerla meglio: è un’isola. Scorgo una piccola casetta su di essa e una palma.
“Là?” urlo. Mi sento una scema subito dopo. Se no dove?! Non c’è altro che acqua, qua attorno.
“Là” afferma Trunks.
E in pochi attimi il là diviene qua. Trunks mi poggia con cautela sulla sabbia. Mi guardo attorno schermandomi gli occhi con la mano. Ice sembra sull’attenti. I capelli le sfiorano il viso.
Poi dalla casa esce parecchia gente. Mi fa una certa impressione.
Bulma mi corre incontro seguita da Bra. La ragazzina mi stringe in un abbraccio, per poi riservare al fratello un gesto identico. Bulma mi osserva apprensiva. “Chichi? Hai qualcosa come un disinfettante?” chiede, rivolta a una donna che l’ha appena raggiunta.
Questa annuisce con un che di saggio nell’espressione. “L’ho portato qui” dice, mostrando una bottiglietta e un po’ di cotone. “Immaginavo che ne avrebbe avuto bisogno, povera cara”.
Avvampo.
Bulma insiste per pulire il mio taglio alla mano destra. Chichi vorrebbe mettere un cerotto. Dico che il cerotto non è necessario. Bulma soffia sulla ferita. La disinfetta di nuovo. Dico a Chichi che all’aria aperta la ferita guarirà più in fretta. Lei, dopo un attimo, annuisce.
Quando alzo di nuovo lo sguardo, Bulma insiste a presentarmi tutti. Cavolo.
Appena la sfilza di nomi si conclude, me la ripete nuovamente per gentilezza. Gliene sono grata.
Poi vedo che Warm e Goku non sono presenti all’appello. E, quasi li avessi evocati con il solo pensiero, li vedo uscire in questo momento, insieme ad un vecchietto dall’aria poco raccomandabile.
Goku agita allegro la mano, Warm mi rivolge un solo silenzioso cenno.
Poi i suoi occhi notano Ice. Quasi mi aspetto che la affronti a muso duro. Perciò rimango sbalordita quando le volta le spalle e si allontana facendo finta di niente, immergendosi in un discorso con Gohan, il figlio maggiore di Goku. Esterrefatta, mi giro verso Ice. Attendo che lei rivolga un sorriso scarlatto o che gli indirizzi una battuta tagliente sulla sua ritirata. Anche questa volta resto spiazzata. Ice abbassa lo sguardo per un attimo. Poi rialza gli occhi e riacquista la sua posa gelida.
Ma io sono sbalordita. Cioè, Ice che abbassa lo sguardo! Non si vede tutti i giorni, affatto.
Mi avvicino a Bra e le domando dov’è Goten. Lei risponde che è in casa.
“Per la costola?” indago.
La ragazzina annuisce. “Però ha protestato” aggiunge, “voleva venire anche lui. Ma Chichi non glielo ha permesso”. Sorride al ricordo e mi immagino Chichi che vieta al figlio di muoversi.
“Stai a posto?” chiede una voce. Mi volto. Warm sembra piuttosto imbarazzato nell’informarsi del mio stato di salute.
“Tutto okay” dico.
“E Ice? Perché è qui?” domanda dopo un po’.
“Ha detto che non sta più con Aseptic. Ma con noi”. Warm trasale, trattiene per un attimo il respiro. Scrollo le spalle. “Trunks ci ha creduto”. Mi preparo a difendere il giudizio del Presidente, ma a quanto pare oggi Warm è strano rispetto al solito.
Annuisce distrattamente e si allontana.
“Ma che...” mormoro. Mi volto verso Ice, e la vedo discutere con Goku. O meglio, lei annuisce, fa cenni di diniego o risponde a secchi monosillabi. Goku invece chiacchiera a non finire, riempiendola di domande entusiaste.
Mi stupisco di vederlo così disinvolto. Dopotutto loro due hanno lottato l’uno contro l’altra.
Ah be’. Contento lui, son contenta pure io. Ice un po’ meno, ma non si può avere tutto.
Sovrappensiero, mi strofino leggermente il taglio con il polso sinistro.

Continua...

Scusate per il ritardo, ma in questo periodo la scuola mi ha distaccato molto dalla scrittura, e è diventato difficile aggiornare.

Winry90: scena hot, scena hot... Un momento, ma il rating com’è? (non lo ricordo davvero ^^”” Vado a dare un’occhiata U_U). VERDE?!?!?! Oh, be’, si può sempre alzarlo un pochettino, sisì. Se per stare vicino a Trunks Linen deve avere il diabete... bah. Ebbene, avrà il diabete! xDxD Un bacione

Cri92: non preoccuparti, io con le assenze sono MOLTO più tremenda di te >_> In effetti un nuovo alleato non fa mai male U_U sono felice ti sia piaciuto il volo ^_- Baci

Fede8755: magari esistesse un ragazzo come il nostro presidente... *____* Hai ragione, non risponderò se non continuando a scrivere ^__^ Ciao!

Carol2112: grazie mille^^ Felice che ti sia piaciuto... vedremo come si evolverà il rapporto di Trunks e Linen... Riguardo al volo... non sei l’unica che vorrebbe essere sulle spalle di Trunks! Poi mi dirai se Ice continua a migliorare o peggiora ^_- Okay, grazie a te! Kiss

Sabri92: poi vedrai bene se la cosa continua a puzzare o meno... In effetti un cambio di partito così repentino può destare sospetti. E il minimo che potesse fare era scusarsi... Rapire qualcuno non è una cosa tanto simpatica U_U Kiss^^

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Capitolo 15
*** Fantasie ***


Capitolo 15 – Fantasie

Silenziosa, osservo le onde del mare infrangersi contro la sabbia dell’isola. Da quanto ho capito, il proprietario è quel vecchio chiamato Muten. Sospiro. Magari ce l’avessi anch’io, un’isola tutta per me!
Anzi, non necessariamente tutta per me... ovviamente Trunks sarebbe invitato e poi, chi lo sa, a stare al sole tutto il giorno ci si frigge il cervello, e quest’atmosfera di pace magari potrebbe indurre a... NO! Stop!
Allontano in fretta i miei pensieri da quella direzione, prima che possano prendere una piega decisamente troppo erotica.
Mi sento arrossire e torno in mezzo agli altri, sperando che la compagnia mi tenga coi piedi per terra. La prima ad agguantarmi è Bulma. Con aria molto apprensiva – mamma che vergogna! – si informa sul taglio, se mi fa male, se brucia molto, se dopotutto voglio un cerotto.
Rispondo che va tutto bene e che il cerotto non lo voglio. “Piuttosto” dico, “come sta Goten?”
Lei sorride. “Oh, ma quel ragazzo si riprende ad una velocità... Non preoccuparti, c’è Chichi con lui e lei non gli permetterebbe mai di fare azioni che comprometterebbero la sua salute”.
Ah, non ne dubito. Chichi mi dà proprio l’idea di essere quel genere di madri esageratamente protettive. Penso che Goten probabilmente non si alzerà dal letto per molto tempo. “Ma non potrei fare qualcosa per lui?” mi informo, ancora vergognosa per quanto in ritardo ho chiesto a Trunks notizie del moro.
Bulma mi sorride con affetto. “Non preoccuparti, Chichi farà sicuramente il suo lavoro in modo eccellente”.
Per un momento vorrei dire che non intendo questo, poi lascio perdere e annuisco.
Individuo Bra, seduta per terra e impegnata a tracciare scritte nella sabbia, e mi accoccolo al suo fianco. “Ciao” la saluto.
Lei sorride. “Ciao”. Con la mano cancella i segni fatti per far tornare liscia la spiaggia. “Sono contenta che tu sia qui” mi confessa poi, “da sola mi annoio”.
Quel ‘da sola’ mi incuriosisce. “Da sola?” ripeto. “Ma l’altra... Pan, non ha la tua stessa età?”
Lei annuisce. “Più o meno”.
“Voi due non siete amiche?” chiedo.
Bra scrolla le spalle e un ciuffo di capelli azzurri le cade davanti agli occhi. “Sì, abbastanza” risponde infine, con tono quasi indifferente. “Ma quando c’è Goku è impossibile coinvolgerla in qualcosa che non comprenda di lasciarle possibilità di seguire suo nonno con fare adorante”. Sorride appena, e capisco che con quelle parole non vuole prendere in giro l’altra.
Stiamo un momento in silenzio.
“Tutto bene?” chiede infine Bra.
Scrollo le spalle. “Sì” rispondo. “Tuo fratello è stato un fulmine a venire a salvarmi” aggiungo, per il semplice piacere di rivolgere un complimento  a Trunks.
Bra, però, reagisce in modo strano. Difatti fa un sorrisetto e dice: “Certo. Mio fratello è stato un vero lampo a venirti a salvare”. Il suo tono mette in evidenza Trunks e il fatto che fossi io quella da salvare.
Arrossisco e prego che lei non se ne accorga. In fondo, però, spero che sia davvero come lascia intendere.
La saluto e mi alzo, lasciandola alle sue scritte sulla sabbia.
Cammino pensierosa per un po’, poi vengo raggiunta da Warm. L’uomo è accigliato. “Senti” esordisce senza tanti preamboli, “Ice vi ha detto per quali motivi si è aggiunta al nostro gruppo?”
Lo guardo sorpresa. In realtà mi aspettavo ci aggredisse con questa domanda sin da subito. “No” rispondo, “Trunks ha iniziato a spiegarle che Aseptic le aveva mentito e lei ha detto che non le servivano le parole di un saiyan e che non stava più con Aseptic”.
Warm pare colpito. Quando vede che lo sto fissando, ricompone il viso e domanda con calma: “C’è altro?” Forse la voce gli trema appena? Mah.
“No... be’, mi ha abbracciata e mi ha chiesto scusa, ma...”
“Okay, okay” mi interrompe in fretta. Mi chiedo che risposta stesse aspettando.
Prima che io possa aprire bocca si è già allontanato. Gironzolo – evitando accuratamente Trunks, le mie fantasie sono ancora troppo vivide nella testa – e scopro che Goku sta ancora assillando Ice.
Osservo preoccupata la donna. Dende, non è per caso che ora decide di stare di nuovo con Mister Simpatia perché almeno è silenzioso?
Cerco un modo carino per trascinarla via da Goku – possibilmente un modo che tenga in conto una certa lontananza tra lei e me. Intanto la guardo. Mi accorgo che i suoi capelli ramati sono lisci, a parte per una ciocca tutta a boccoli sulla tempia destra. A differenza dalla prima volta che l’ho incontrata, che era completamente riccia.
Sospiro e mi inserisco nel discorso interrompendo la marea di richieste di Goku: “Ice, e per la mia aura, allora?”
Lei si volta verso di me. Non è evidente nessuna emozione, come al solito la sua espressione è di ghiaccio, ma credo che un po’ mi sia grata.
Goku si gratta il mento. “Urca, è vero!” esclama. “Tu non sai azzerare l’aura!”
Annuisco.
Lui inclina la testa in una posizione riflessiva, poi rialza di colpo lo sguardo, sorridente. Mi aspetto un chissà quale balzo di intelligenza.
“Non ci resta che sperare che non si rammendi l’aura di Linen!” esclama, invece, trionfante, il saiyan.
“Ehm... okay” rispondo.
Ice sembra disapprovare.
Goku poi prende a dire entusiasta: “Linen, non sai che tecniche straordinarie conosce Ice! Mi ha spiegato un mare di trucchi inventati da Aseptic! Quel tipo è proprio un genio!”
Lo fisso sbalordita. Sono sicura che Ice sbufferebbe, se solo non fosse così impegnata a mantenere la sua espressione distaccata.
Poi sbianco. Ho appena visto Trunks passare vicino a noi, e il suo volto ha ridestato un certo sogno fatto da me in riva al mare... Mi faccio paonazza e mi volto di nuovo verso Goku ed Ice.
La donna mi guarda intensamente. Mi sento a disagio e mi preparo a difendermi da una battuta tagliente. Invece si limita a dire: “Almeno voi non siete come fuoco e ghiaccio”.
Mi rendo conto di essere rimasta a bocca aperta. Richiudo le mascelle. Mi domando se è una specie di incoraggiamento, un modo per dire che un po’ compatibili io e Trunks li siamo. Sì, deve essere così. Ma è possibile che tutti – a parte Goku – parlino per enigmi?
In fondo però è il massimo che ci si possa aspettare da Ice.
Sbadiglio e improvvisamente mi sento stanca.
“Sonno?” domanda Ice.
Annuisco. “Strano” farfuglio, “eppure sono rimasta praticamente addormentata...” Altro sbadiglio. “...durante tutto il rapimento”.
La donna replica: “Si trattava di un ottenebramento dei sensi. Non confonderlo con il sonno naturale. E il sonno che senti adesso è normale. I tuoi sensi risentono ancora dell’effetto di quella polvere, almeno per un po’”.
“Wow” dico, mentre mi stiracchio appena.
“Linen, tutto bene?” A quella voce mi sento appena più lucida. Mi volto a fissare Trunks. Ha davvero degli occhi stupendi.
Prima che io possa rispondere, Ice mi precede: “Ha bisogno di una bella e naturale dormita”.
“Va bene. Vieni, ti porto in camera”.
Sgrano gli occhi, agghiacciata sotto la sonnolenza. No! Dovrei trovarmi davanti ad un letto in compagnia di Trunks?! Ma che, siamo scemi?!
“Ci vado da sola” provo a dire, ma la mia voce è monotona e priva di forza, non credo la sentano.
“Sì, sì, sì, certo” replica Trunks. Ah. Allora mi hanno sentita. “Così svieni a metà delle scale. Poi non sai nemmeno dove sia”.
Si avvicina e mi prende in braccio. Wow. La mia pelle s’infiamma al contatto con la sua. Meno male che sono stanca, se fossi più consapevole di ciò che sta accadendo ci rimarrei secca.

Continua...

Winry90: vero! Ottima idea quella del rating arancione *_____* Una bella scena... mmm. Devo trovare il modo di metterla da qualche parte, sì sì. Prima però, davvero, facciamoli trovare qualche attimo per chiacchierare in tranquillità. Un bacio!

Carol2112: hai ragione, si può dire tutto ma non che tu questa volta sia in ritardo! ^^ Riguardo ad Ice... be’, vedrai come si evolverà tutto il resto. Felice che ti sia piaciuta la parte della spiegazione sulla forza spirituale, in effetti non è facile dire cosa sia. Già, Trunks è Trunks, non posso che essere d’accordo. Se la cava bene, il ragazzo *-* Che dici? Non ho impiegato molto tempo prima di aggiornare, no?

Giusiemo291: certo che puoi chiamarmi Pepe! Ad essere sincera, mi piace più del mio nick intero, anche perché mio papà mi chiamava così quand’ero piccola *___* Okay, dopo questo viaggio nei ricordi, devo dirti grazie! Pan un po’ c’è, ma l’ho lasciata MOLTO ai margini, come avrai notato, dal momento che nemmeno a me piace! Felice di sapere che ci sono altri che non la sopportano. Okay, la scena HOT è molto reclamata U_U Grazie ancora, a presto! Un bacio

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Capitolo 16
*** Un buon risveglio ***


Capitolo 16 – Un buon risveglio

Riapro gli occhi, stiracchiandomi e sbadigliando. Ho il braccio indolenzito, devo averci dormito sopra. Non ricordo come sono arrivata in questo letto. Mi devo essere addormentata in braccio a Trunks, penso, e arrossisco.
Mi raddrizzo e apro per bene le palpebre. Mi guardo attorno.
Sono in una stanza abbastanza spaziosa. Non c’è alcun tipo di arredamento eccezion fatta per il letto e per due poltroncine. E, su una di queste, è seduto proprio il Presidente.
Quando incontro il suo sguardo mi sento avvampare. Dende! Mi chiedo da quanto tempo sia qui. Rievoco ansiosa tutto quello che ho fatto da quando mi sono svegliata: per fortuna solo sbadigli e stiracchiamenti.
Poi un nuovo pensiero si fa largo nella mia mente... Ehi, non è mica che mi avrà guardata dormire?
La prospettiva, invece di mettermi a disagio, mi eccita, mi lusinga. Spero solo di non aver fatto nessun verso o di aver dormito a bocca spalancata.
“Ciao”. La voce di Trunks mi riporta bruscamente alla realtà.
Annaspo per qualche istante, poi finalmente riesco a compormi. “Ciao” sussurro. Ho la voce un po’ roca. Subito penso ad Aseptic e domando, ansiosa: “Nessun problema?”
Lui mi tranquillizza con un cenno. “Nessun problema” afferma.
Sorrido con timidezza.
Lui risponde al sorriso e io sento chiaramente il mio cuore diventare una specie di budino e squagliarsi immediatamente.
“Dormito bene?” domanda.
Sto per dire di sì, solo che mi viene in mente che potrei sfruttare la situazione per capire se mi ha guardata mentre sognavo.
“Secondo te?” chiedo.
Lui ride. “Non ti vedevo bene! Eri mezza sepolta dalle coperte”.
Il mio cuore manca un battito. Ma allora mi stava guardando!
Trunks aggiunge: “Però, dal silenzio, direi che hai dormito bene”. Mi guarda. “Giusto?”
Io deglutisco sollevata. Perfetto: sono anche stata zitta. “Giusto” sospiro.
Il Presidente si alza e viene a sedersi sul letto accanto a me. Il braccio che ho dalla sua parte mi inizia a prudere immediatamente. Cerco di calmarmi.
“Tutto bene, ora?” domanda Trunks.
Mi costringo a guardarlo. Ma perché diamine ha degli occhi così belli?! Annuisco. “Sì, anche se mi sento un pochettino scombussolata”. Evito di specificare che è lui a scombussolarmi.
Di colpo si fa serio, poi, come se fosse imbarazzato, mi domanda: “Ricordi l’ultima volta che ci siamo visti? Prima che tu scoprissi tutto questo?”
Oh. Certo. È stata quella volta in ufficio quando gli ho urlato contro. Non appena mi viene in mente il motivo della mia crisi di nervi il mio stomaca sprofonda. Dende, e chi ci pensava più?! Il Presidente è fidanzato!
Annuisco, vergognosa.
“Perché mi hai accusato di averti illusa?” chiede.
Lo fisso. Sta scherzando? Okay, forse sono stata io ad aver sperato troppo fin da subito, però anche lui... con l’invito, il bacio...
Quando mi vede in imbarazzo mi rivolge un sorriso di scusa e cambia la domanda. “Perché eri così disperata? E cosa intendevi con me e la ‘mia mora’?”
Davvero ho usato quelle parole? Ops.
“Be’” rispondo nervosamente, “intendevo quella segretaria alta, con i capelli neri...”
“Ah! La signorina Cole!” esclama Trunks.
“Ah... ehm, sì, credo di sì, quella” rispondo. “Insomma, lei mi ha spiegato tutto... nel senso, mi ha detto che siete fidanzati...”
L’espressione di Trunks è talmente sbalordita che me ne stupisco.
Poi stringe i denti. “Ma non è affatto vero!” esclama. “Mi fa una corte accanita da quando lavora alla Capsule Corporation, ma fra noi non c’è un bel niente!”
Rimango paralizzata.
Wow... è troppo bello per essere vero.
Sento il calore salirmi alle guance, mentre mi inondo di felicità. “Davvero?” chiedo, con un filo di voce.
Trunks annuisce. “Certo... e te lo dimostrerò” aggiunge con decisione.
Lentamente, inizia ad avvicinare la sua testa alla mia... Lo vedo schiudere le labbra, mentre il cuore prende a battermi all’impazzata. Ho la gola secca, forse mi gira la testa.
È troppo vicino, sento il suo fiato sul viso.
È vicinissimo.
Le nostre bocche si incontrano. Le sue labbra sono morbide e calde, meglio di quanto potessi mai sognare... Alzo le mani e gliele metto tra i capelli, continuando a baciarlo.
Un senso di felicità assoluta mi pervade.
Sento la sua mano sulla schiena, mentre mi perdo nella dolcezza delle sue labbra.
Quando si scosta, mi sorride. “Bellissimo” mormora.
Sento il cuore rimbombarmi nelle orecchie. Annuisco piano.
Lui mi attira vicino a sé. “Perché eri così sicura che stesse dicendo la verità?” domanda piano.
“Be’, perché lei sapeva che ero stata a casa tua e anche del bacio”. Mi interrompo. Aggrotto la fronte. “Ehi! Ma come faceva a...”
“Glielo ho detto io”.
Mi volto di scatto, mentre Trunks fa lo stesso.
Ice è ferma sulla soglia.
“Come glielo hai detto tu?” domando. Non chiedo come lo abbia fatto a sapere, probabilmente mi ha spiata per un bel po’.
Lei scrolla le spalle. “La ho incontrata per caso e le ho fatto un po’ di domande sul Presidente. Mi irritava come ne parlava, tutta frasi allusive e battiti di ciglia, così le ho detto – per caso – che il bel Presidente non solo aveva invitato a casa propria la sua segretaria, ma le aveva anche schioccato un bel bacio sulla guancia”. Mi sorride, quasi nervosamente. In un certo senso preferisco questo sorriso a quelli impeccabili che fa di solito... mi sembra più vero, più spontaneo.
“Non sapevo che fosse gelosa sino a questo punto” conclude.
“Fa niente” dico. Cerco di trattenermi, ma poi non posso fare a meno di chiedere: “Da quanto origli?”
Ice sorride. “Da un po’” ammette subito. Il suo sguardo si accende di una certa malizia. Oh, no!
Mi si avvicina e, scansato Trunks, mi bisbiglia. “Bel risveglio, no?”
Non posso fare a meno di essere d’accordo.


Continua...


Sabri92: non ti preoccupare ^^ E grazie mille per i complimenti... Kiss

Lilyna_93: grazie *__* Immagino che un po’ tutte vorrebbero essere al posto di Linen ^_- Anche io adoro Trunks e Dragonball. Sono felice che ti piaccia come scrivo questa storia, e hai ragione nel dire che  il comportamento di Ice è improvvisamente fuori dai canoni della donna^^ Un bacio

Giusiemo291: grazie mille^^ Diciamo che la spiaggia dell’isola di Genio ispira fantasie non tanto innocenti U_U Che te ne pare di questo capitolo? Grazie ancora e un bacione

Winry90: la bella chiacchierata è arrivata... insieme a qualcos’altro. Ma qualcosa deve ancora arrivare... e lo sappiamo cos’è U_U (tanto per fare un chiarimento inutile: ciò a cui alludi in ogni recensione XD). Povera Ice, non vorrei essere al suo posto, con Goku eccetera. Un bacione (non credo che Linen scorderà quello che ha appena ricevuto...)

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Capitolo 17
*** Il racconto di Ice ***


Capitolo 17 – Il racconto di Ice

Trunks mi tiene stretta a sé con un braccio. Mi piace il suo calore. Mi piace anche il suo profumo. Vorrei chiudere gli occhi e rimanere sempre abbracciata a lui, vorrei che tutto il resto non avesse importanza.
Mi basta questo per essere felice, ed è una felicità abbastanza grande da essere sufficiente per me, senza bisogno di altri sentimenti...
Invece mi rivolgo ad Ice: “Perché sei venuta qua?”
Lei scrolla le spalle. I capelli castani brillano per un istante di uno splendido color rame. “Stanno preparando un barbecue” risponde, “non volevano lasciarvi a bocca asciutta e mi sono presa il compito di avvertirvi”.
Ho il forte sospetto che lo abbia fatto per evitare di essere vittima delle chiacchiere di Goku.
Sembra non apprezzare il fatto di perdere tempo a preparare cibo quando Aseptic potrebbe spuntare da un momento all’altro.
Trunks evidentemente pensa lo stesso, perché dice, come a difesa dei suoi amici: “Mangiando saremo in forma migliore per il combattimento”.
Ice annuisce quasi controvoglia.
Io – molto controvoglia – mi alzo dal mio posto accanto a Trunks. Il bacio che mi ha dato mi brucia ancora sulle labbra.
Scendiamo in silenzio.
Fuori hanno acceso una specie di fuoco sulla spiaggia, e hanno preparato alcuni spiedini da abbrustolirvi. Devo ammettere che mi piace come idea.
Goten ci raggiunge. Sto per scusarmi, ma lui mi domanda, senza lasciarmi che il tempo di monosillabi, come sto e cose simili. Poi prende a parlare con Trunks.
Io lo scruto corrucciata in cerca di qualcosa che riveli stanchezza o dolore, ma vedo solo una benda bianca attraverso la sua camicia aperta avvolgergli il torace.
Ice è immobile e pensierosa accanto a me.
Ci avviciniamo al falò. È bellissimo il modo in cui la luce del fuoco arriva a riflettersi sul mare. La mia convinzione di questo aspetto fantastico si fa più determinata quando vedo il viso di Trunks illuminato dalle fiamme tremule. Uno spettacolo che mi blocca – quasi – il respiro.
Goku mi passa uno spiedino e io lo tengo tra il fuoco, ma la mia mente – e i miei occhi – è concentrata sul volto di Trunks, a pochi centimetri dal mio.
“Linen” mi fa notare ad un certo punto Warm, “la carne”.
Sobbalzo e distolgo gli occhi dal Presidente – se penso che mi ha baciata! – per posarli sulla carne che, effettivamente, sta iniziando ad assumere un colore nero assai poco confortante.
“Grazie” borbotto, rivolta all’uomo. Sento che le guance mi stanno diventando ardenti. Se si è accorto dell’aspetto bruciacchiato di quel che dovrei mangiare, senza dubbio si è anche reso conto del fatto che stavo fissando ebete Trunks.
Mordicchio prudentemente la carne. Per fortuna non è poi tanto bruciata.
Mi impegno al massimo per tenere gli occhi sulle mie mani, ma è come se non potessi fare a meno di alzare lo sguardo nella direzione del Presidente. Impiego qualche istante per rendermi conto di avere Ice accanto.
Alla luce tremula delle fiamme, la donna è ancora più bella. I capelli brillano di intensi riflessi rosso fuoco, le sue ciglia paiono ancor più lunghe...
Si accorge che la sto guardando e china il viso ad addentare – quasi con cautela – il pezzetto di carne che regge prudentemente.
Quando rialza gli occhi, incrocia senza problemi il mio sguardo.
“Bella serata, vero?” mormora.
Non posso che darle ragione.
“Per me è la prima volta che faccio una cosa del genere...” prosegue, accennando al falò.
“Anche per me” replico.
Restiamo per qualche istante in silenzio. Sento la risata di Trunks, che parla ancora con Goten.
Ice abbassa gli occhi a fissare le fiamme, con un’espressione assorta. Di colpo, dice: “Io, in realtà, sono nata su Meat”.
La guardo confusa. Credevo avessimo chiarito che quel pianeta era stato distrutto quando Vegeta aveva cinque anni, e quindi lei non era ancora nata...
“Era un popolo straordinario, il nostro” prosegue Ice, la voce come un mormorio. Ma un mormorio ipnotizzante, dal quale non riesco a distogliere l’attenzione. Mi accorgo a stento che le chiacchiere attorno a noi si sono interrotte di colpo.
“Siamo stati il primo popolo a compiere viaggi nel tempo” continua la donna. “Ma andavamo solo al futuro... nel passato non eravamo in grado di tornare”.
Mi fissa e fa uno strano sorriso sghembo.
“Avevo un bambino, se riesci a immaginarlo... Thawy, si chiamava. Era piccolo”.
Sento una delle persone attorno al falò trattenere bruscamente il fiato. Tolgo a fatica l’attenzione da Ice per andare a cercare chi sia stato. Vedo Warm, ma non riesco ad incrociare i suoi occhi. Sta fissando Ice in modo strano.
“Il giorno dell’attacco dei saiyan ero su un altro pianeta. Quando tornai, il mio luogo di nascita era devastato. Erano morti tutti...” Fa una strana pausa. “Anche il mio bambino”.
Sussulto.
“Ero sconvolta. Mi chiedevo cosa fosse successo. Poco dopo, incontrai Aseptic” prosegue con voce quasi incolore la donna, “e lui mi disse che erano stati i saiyan. Mi disse che potevo punirli, che lui voleva punirli. Mi domandò di decifrare in che tempo i saiyan sarebbero stati pochi e più indifesi... Sapevamo fare anche questo, noi abitanti di Meat. Decifrare il futuro. Poi Aseptic mi chiese di portarlo a quell’epoca. Così avrei potuto avere la mia vendetta”.
Si interrompe.
Mi sento raggelata.
“Mio... il padre di mio figlio non credeva a quanto Aseptic sosteneva. Diceva che a suo parere i saiyan non c’entravano, e che Aseptic probabilmente voleva sterminarli per una qualche ragione insana. Disse che l’alieno non poteva sapere nulla degli abitanti del Pianeta Vegeta”.
L’unico suono, a parte la voce di Ice, è il crepitio del fuoco e il fruscio delle onde sulla spiaggia.
“Litigai furiosamente con lui” riprende Ice. “Ero convinta che non gli importasse niente di nostro figlio, che sostenesse di non credere ad Aseptic solo perché era troppo codardo per affrontare i saiyan. Lui, dal canto suo, continuava a sostenere che quella razza era innocente, e che lui l’avrebbe per quello protetta da Aseptic, e che io dovevo decidere da che parte stare. Scelsi la parte di Aseptic”.
Batto le palpebre. Qualcuno che voleva aiutare i saiyan... “Ma... chi...?” bisbiglio.
Ice si volta verso Warm. Lo fisso a bocca aperta. Lui intercetta la mia espressione sbalordita e annuisce a conferma di quanto ha detto la donna.
Improvvisamente è tutto più chiaro. Il comportamento di entrambi da quando Ice ha voltato le spalle ad Aseptic. Persino... Spalanco gli occhi, quando ricordo l’enigmatico commento della donna quando mi aveva vista fissare Trunks. ‘Almeno voi non siete come fuoco e ghiaccio’... Ma certo! Si riferiva a se stessa e a Warm!
Incredibile.
“Urca!” commenta Goku. Vedo Bulma tirargli una gomitata.
Ice sta ancora fissando Warm, con l’espressione indecifrabile. Io mi volto verso Trunks.
Le onde continuano ad infrangersi sulla spiaggia. Le scintille del fuoco salgono verso il cielo, dando un brivido in più alle sensazioni provate al riguardo del racconto di Ice.


Continua...

Giusiemo291: ehi, grazie^^ Quanto entusiasmo! Sono felice che ti sia piaciuto così tanto il bacio... non sei la sola che vorrebbe essere al posto di Linen... E del resto la segretaria si può comprendere, Trunks è il genere di ragazzo che scatena gelosia a non finire U.U Un bacione^^

Cri92: non ti preoccupare per gli aggiornamenti, se poi recuperi, inoltre, vieni perdonata automaticamente! Magari avere tutti i giorni una sveglia così ^_- non farei tante storie per alzarmi dal letto... baci

Winry90: urca (quel che direbbe Goku, no?) addirittura lo spumante?! O_o Vogliamo festeggiare sul serio U.U Che dire? Sono lietissima che il bacio sia stato apprezzato *__* anche se credo che Linen sia stata quella ad averlo apprezzato più di tutti in assoluto...

Carol2112: ciao cara! Non preoccuparti^^ Sono davvero felice che ti sia piaciuta la scena tra Linen e il Presidente... Forse in effetti Trunks di solito è un pochino impacciato con le donne (o è solo una mia impressione?!). Sbalordita per la rivelazione di Ice? Spero di sì, perché se è quella la risposta significa che sono riuscita a farla apparire come un personaggio ambiguo, ed era proprio quella l’intenzione! ^0^ Spariti i dubbi? Okay, credo me lo dirai tu nella prossima recensione^^ Baci

Sabri92: grazie mille ^_^ In effetti troppa dolcezza potrebbe far male... ma se dici che è venuto comunque bene ne sono felice... In effetti di solito quello romantico non è esattamente il mio genere ^^” Grazie ancora, Kiss

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Capitolo 18
*** Tutta colpa di un “pienamente” ***


Capitolo 18 – Tutta colpa di un “pienamente”

Sto cercando di dare una mano a Bulma e Chichi per l’organizzazione della colazione di domani.
Cerco di mettere da parte le tazze sbrecciate, ma sono moltissime, ed infine mi ritrovo con solo due tazze integre in mano. Inarco le sopracciglia e decido di riniziare da capo e di essere meno esigente.
“Tutto bene?”
Un sussurro delicato mi solletica l’orecchio.
Sento la mia temperatura corporea aumentare rapidamente, mentre il battito del mio cuore ha un impeto di accelerazione che mi stordisce per qualche attimo.
“Tutto bene” dico, dopo aver deglutito un paio di volte.
Trunks sorride e si siede vicino al tavolo.
“Ice e Warm dove sono?” domando, osservandolo.
Lui si scosta distrattamente un ciuffo di capelli dagli occhi cobalto e mi inchioda con il suo sguardo mozzafiato. “Stanno ancora parlando”.
Annuisco, fissandolo. Poi mi ricordo di respirare normalmente.
Abbasso lo sguardo sulla scodella che ho in mano. È messa abbastanza bene, ma bisogna darle una ripulita. Prendo uno straccio abbandonato sul tavolo e inizio a strofinare con energia.
Intanto, non appena riesco a rilassarmi, ripenso ad Ice e Warm. Dopo il falò e il racconto di lei si sono allontanati subito. Mentre rientravo li avevo individuati in un angolo del salotto che discorrevano a bassa voce.
Ice continuava a distogliere lo sguardo e a puntarlo nuovamente negli occhi dell’altro.
“Fuoco e ghiaccio” dico a mezza voce, meditabonda.
“Sì” conviene Trunks. “Incredibile, vero?”
Sobbalzo e arrossisco. Mi dimentico di continuare la pulizia della tazza. “Già” mormoro. “Non me lo aspettavo proprio” aggiungo, scuotendo appena la testa.
“E chi se lo aspettava?” fa lui.
“Mmm” bofonchio, distratta dal suo viso. Riprendo a strofinare la tazza. “Pensi che ce la caveremo con Aseptic?” domando dopo qualche istante.
“Penso di sì” risponde con un’alzata di spalle.
“Perché non viene a farci una visitina?” domando, guardando Trunks.
Lui fa una mezza smorfia. “Credo che non aver più Ice dalla sua parte abbia piuttosto scombussolato i suoi piani. Forse deve riprendersi”.
“Quindi pensi che non sia perché non riesce a percepire la mia aura” deduco.
“Secondo Ice lui può. E, infondo, lei è quella che ha più avuto a che fare con Aseptic rispetto a tutti noi, no?”
“Già” sospiro. “Peccato, però”.
“Be’, anche se non potesse rintracciarci, non credo proprio che potremmo starcene qui con le mani in mano. È pur sempre un cattivo pericoloso, giusto?”
“Giusto” mormoro.
Lo guardo. I suoi occhi cobalto incontrano i miei e abbozza un sorriso. Lo ricambio.
“Quindi tu non ti tiri indietro” sussurro.
“No” replica, in un bisbiglio.
È il mio turno d’inclinare le labbra in un accenno di sorriso. Mi mordo appena il labbro e appoggio la tazza che ho ancora tra le mani, con un passo annullo la distanza tra noi e lo abbraccio. “Cerca di stare attento” gli sussurro, mentre le sue braccia mi avvolgono e mi tengono stretta.
Mi avvinghio a lui, respirando il suo profumo così buono. La sua pelle è calda e liscia, i suoi capelli mi solleticano piacevolmente il viso. Un po’ di malavoglia mi scosto.
“Grazie” mormoro.
Lui alza le spalle. “Grazie a te” replica. Sorride.
Stupido stomaco, perché fai certi balzi?!
In questo momento, Bulma entra in cucina. Ci sorride e mi chiede: “Hai fatto?”
Annuisco. “Spero vadano bene queste tazze. Di perfettamente integre ce n’erano solo due, quindi ne ho tenute alcune un po’ scheggiate” affermo.
La donna dà un’occhiata alle scodelle che ho raggruppato in un angolo. “Direi che sono perfette” commenta.
Mi sento arrossire.
“Puoi andare, Linen, se vuoi... Se hai sonno, o altro”.
“Sì... ehm... Okay. Grazie”. Saluto e mi dirigo verso l’uscita, mentre Bulma chiama Trunks e gli dice qualcosa.
Entro senza pensare in salotto e mi blocco alla vista di Ice e Warm. Sentendomi, si zittiscono e si voltano a guardarmi. Avvampo, imbarazzata.
“Scusate” dico. “Ora... Vado”.
“Non c’è problema” replica Warm, servizievole.
Sorrido, timida.
“Ah” ricordo di botto. “Ma perché diavolo Aseptic è così pericoloso?” domando.
Ice si batte un dito su una tempia. “Se riesce ad ottenere il giusto appiglio, può manipolare i ricordi altrui”.
“Oh”. Non mi viene in mente altro da dire, dal momento che ho un po’ di dubbi. Cosa significa ‘il giusto appiglio’? E in che senso, ‘manipolare i ricordi altrui’?
“Non preoccuparti, Linen” prosegue Ice, imperturbabile. “Non è molto astuto. Credo. Preferisce combattere, usa la telepatia solo per i casi disperati”.
“Oh” dico di nuovo. “Quindi se siamo in difficoltà nella battaglia, siamo fritti. Se superiamo con successo la battaglia, siamo fritti ancora di più”.
Ice scuote appena la testa. “Non direi” dice, in tono pratico. “Prima di tutto, non dovresti usare la prima persona plurale, non so se verrai”. Apro la bocca per protestare, ma lei mi precede, continuando: “Secondo, per ‘superare con successo la battaglia’, s’intende che Aseptic non sarà... Pienamente vivo alla fine dello scontro”.
“Pienamente vivo” ripeto, stordita.
“Pienamente vivo” conferma Ice.
“Ah... D’accordo” affermo. Agito distrattamente la mano mormorando un “Ciao” ed esco dalla stanza.
Arrivo alla mia stanza e mi siedo di botto sul letto. Le parole di Ice mi hanno dato di che riflettere, forse più di quanto avrebbero dovuto. Specialmente quel “Non pienamente vivo” mi impensierisce. Vuol dire che si limiteranno a dargli una bella batosta o Ice ha usato quelle parole per non turbarmi, per non dire “Non vivo” e basta?
Se ci penso, non mi viene in mente niente di umano riferito ad Aseptic, ma l’idea che possano... ucciderlo mi turba comunque. Mi dà anche un poco di mal di stomaco.
Sento un rumore alle mie spalle e mi volto. Trunks è in piedi sulla soglia e mi osserva. “Tutto bene?” domanda.
“Sì” inizio ad affrettarmi a dire. Poi cambio idea. “Anzi, non proprio. No”.
Lui viene a sedersi accanto a me. “Qual è il problema?”
“Aseptic” sospiro. Lo guardo, e improvvisamente mi sembra di percepire qualcun altro, anche se non so bene chi. “Onestamente, tu hai mai ucciso qualcuno?”
Sembra sorpreso. “No” risponde, dopo qualche istante. “Ti rassicura?” domanda poi.
“Sì” sussurro.
Lui si sposta appena. “Onestamente” esordisce, “se ti avessi risposto di sì, come avresti reagito?”
Mi costringo a pensarci. Alzo lo sguardo su di lui. “Immagino” comincio, un poco incerta. “Immagino che sarebbe dipeso dal motivo e da chi avresti ucciso”.
“E se... se io avessi ammazzato”, la sua voce si strozza un po’ sull’ultima parola, ma prosegue comunque, “il mio... Vicino di casa perché ero arrabbiato con lui?”
Storco il naso. Gli allungo una botta sulla spalla. “Idiota” grugnisco. “Tu non ammazzeresti mai il tuo vicino di casa. A meno che non sia un mostro davvero orrendo”.
“A meno che non lo sia” concorda Trunks, un po’ stancamente.
D’impeto, gli getto le braccia al collo, stringendolo forte.
“Ehi, ehi, ehi! Vacci piano, dai!” esclama.
“Col cavolo” borbotto, aumentando la presa. “Credevo fossi un saiyan”.
“Un saiyan che odia gli allenamenti e li trascura non appena può” replica lui. Non lo posso vedere (ho il mento poggiato sulla sua spalla) ma sento che ha alzato gli occhi al cielo mentre parlava.
Quando mi scosto sorrido. “Bene” affermo, soddisfatta. “Bene”.
Trunks scuote la testa. “Quanto compiacimento per avermi quasi fratturato le ossa”.
Alzo le spalle. “Be’... Che ci vuoi fare?”
Scuote di nuovo la testa. Mi guarda, sembra riflettere. In un attimo, si china a stamparmi un bacio sulla guancia. Sento di nuovo il sangue salire al mio volto e so di essere diventata rossa come un pomodoro maturo.
“Calma, piccola” mormora Trunks, poggiando il palmo delle mani sulle mie guance in fiamme. Le sue dita sono fresche. Freschissime, in confronto alla mia pelle infuocata.
Non riesco a staccare lo sguardo dai suoi occhi. Sul fondo delle sue iridi azzurre come il cielo sgorgo una scintilla di dolcezza che mi fa andare il cuore a mille.
Oh cielo, oh cielo, oh cielo!
Le sue labbra, in un secondo bacio che mi fa smarrire il fiato da qualche parte intorno alla gola, si uniscono alle mie. Assaporo la sua bocca morbida, mentre le sue braccia mi stringono in modo molto rassicurante.


Spazio autrice:
Esatto, signori e signore, non sono svanita nel nulla! La sola cosa ad essere svanita è stata la mia ispirazioni. Ed ora pare sia tornata indietro *_*
Dunque, questo capitolo, come avrete notato, è un po’ di passaggio, per così dire... Avverto che in quanto a strategie e combattimenti e cose che avvengono solitamente in DB non credo di essere un vero talento. Quindi non aspettatevi troppo...

Winry90: Benissimo. Andrò a prendermi una bella bottiglia di rosso e berrò tutto per potermi mettere al lavoro per la scena HOT U_ù Verissimo, Ice ha davvero superato se stessa. Che brava xD Un bacio^^

Giusiemo291: Be’, sono sicurissima che non sei l’unica a volersi stringere a Trunks eccetera. In effetti quando mi è saltato in mente di mettere Ice e Warm insieme deve essermi venuta in seguito ad una botta in testa xD Comunque la frase è giusta, non preoccuparti (la sola differenza è che io avevo scritto “Almeno voi non siete come fuoco e ghiaccio”, senza “due”.... O almeno credo. Se no sai che figuraccia faccio io!). Allora altra pretendente della scena HOT... Vedrò di mettercela. Ciao.

Fede8755: Oddio, scusa, scusa, scusa, scusa! Scusa! Comunque (>///>) sono felice che ti sia piaciuta la scena del bacio e che la rivelazione da parte di Ice ti abbia lasciata interdetta... In conclusione, ti ringrazio per la recensione e mi scuso di nuovo >///>

Sabri92: In effetti non credo di essere stata molto a posto con la testa quando ho ideato questa relazione tra Ice e Warm. Grazie mille! Kiss

Cri92: Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo ^o^ E che il racconto di Ice ti abbia colpita, grazie per i complimenti, eh! Baci

Carol2112: Non preoccuparti, credo che la recensione fosse comunque ben rifornita... Non era poi così corta, no? Spero che ora però il racconto di Ice sia abbastanza chiaro... Cercherò di inserire qualche chiarimento anche più avanti, dal momento che la storia non è delle più semplici. E sono felice che Ice ti piaccia come personaggio^^ Ed intanto ecco il nuovo shock per Linen (sì, immagino tutte resterebbero pietrificate dopo un bacio del genere^^). Ciao!

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Capitolo 19
*** Quattro chiacchiere con Ice ***


Capitolo 19 – Quattro chiacchiere con Ice

Sono nervosissima. Ad ogni rullio d’onda appena più forte degli altri faccio un balzo sul divano e mi alzo in piedi, per andare alla finestra a controllare che sia tutto a posto. Sapendo che non è una posizione permanente, sarebbe intelligente smettere di tornare a sedermi sul divano; eppure non demordo ed ogni volta torno ad accomodarmi sui cuscini.
Me la sto cavando molto peggio rispetto a Chichi, Bulma, Pan e Bra. Le due donne sono in cucina e le sento chiacchierare in continuazione; discutono dei comportamenti dei figli e di quello dei mariti. Le due bambine si sono messe davanti alla televisione. Subito hanno litigato: Pan voleva vedere un film d’azione sfrenata, mentre Bra preferiva una commedia romantica. Infine si sono accordate su una commedia con qualche scena d’inseguimento.
Ma comunque me la cavo molto meglio di Ice. Lei è a dir poco furibonda.
Stamattina Vegeta, Goku, Trunks e Goten hanno esposto la loro intenzione di andare a fare un giro di esplorazione, per capire se Aseptic è ancora nei dintorni. Warm si è subito aggregato. Ice avrebbe voluto andare con loro.
Ha discusso moltissimo con Warm, ma alla fine, con una smorfia sdegnata, si è arresa ed è piombata sul divano. Quando ha notato che la guardavo è tornata al solito rigido autocontrollo, che è durato sin quando i cinque uomini non se ne sono andati.
Ora, però, non si preoccupa più di nascondere la rabbia.
E devo ammettere che è splendida anche così. Le guance arrossate non fanno che infiammare la sua bellezza, anche il rame dei suoi capelli sembra più rosseggiante.
“Così posso fare la guardia, certo!” esclama di colpo.
Alzo lo sguardo ad incontrare il suo, timorosa. È tutta la mattina che non fa che stare in silenzio per periodi infuriati ed esplodere in scatti di rancore.
“Dovrebbe farla lui la guardia!” prosegue, indignata.
So che si riferisce a Warm. Per poco lo stupore non mi fa sgranare gli occhi. Ice di solito è una statua d’impeccabilità ed autocontrollo.
Io conosco Aseptic meglio di chiunque altro! Certo meglio di Warm! E cosa devo fare? Star qui a far la guardia!” Sbuffa. “Come se la mia presenza bastasse a scongiurare un attacco eventuale”.
“Non basterebbe?” azzardo a domandare, ansiosa.
“Certo che no!” replica lei. Mi osserva, quasi scettica. “Per piacere! Aseptic che si fa scoraggiare da me? Sono tutti troppo fiduciosi, qua. Finiremo tutti male a causa di questa stupida fede nel prossimo”. Incrocia le braccia sul seno.
“Veramente, se il prossimo è Aseptic, non credo che tutti abbiamo questa gran fede in lui” non riesco a trattenermi dall’osservare.
Mi valuta per un attimo. “Non ci spererei” mormora. “Dal momento che qualcuno qua ha ritenuto opportuno che restassi qui a vegliare su di voi...” Storce le labbra. “Avrei potuto...”
“Ice” la interrompo, con una smorfia. “Cosa ti dà veramente fastidio? L’essere qui a fare la guardia o il fatto che sia stato Warm a non volerti nel gruppo d’esplorazione?”
Contro ogni mia aspettativa, per tutta risposta lei sorride piacevolmente. Uno di quei suoi sorrisi impeccabili, splendenti.
“E tu per chi sei preoccupata, Linen?” domanda, in tono vellutato. “Per il gruppo o per Trunks?”
Arrossisco sino alla radice dei capelli. Lei continua a sorridere. Mi alzo e, imbarazzata, vado in bagno. Mi fermo davanti allo specchio e osservo la mia immagine riflessa. Valuto il colore dei capelli... Sembra nero, ma qualche tenue riflesso lo mostra castano scuro.
Il nervosismo che la domanda di Ice mi ha scatenato mi confonde. Certo, io sono preoccupata per Trunks, ma anche per Goten e gli altri... Scuoto piano la testa, cacciando quelle riflessioni, sbuffo appena.
Pensavo che la mia domanda avrebbe fatto tacere Ice. Invece si è limitata a sorridere.
Ma allora qual è il rapporto, ora, che la lega a Warm? Prova ancora qualcosa per lui o lo considera solo un buon alleato, qualcosa simile ad un amico?
“Boh” mormoro, avvicinando il viso al vetro. Lo specchio si appanna appena, offuscato dal mio respiro.
Sospiro ed esco.
Ice adesso sembra molto più rilassata. Non sorride, ma in compenso ha recuperato in pieno il controllo sul proprio viso.
Per un momento la osservo, poi sospiro e mi siedo di nuovo accanto a lei. Batto il piede per terra, veloce, impaziente.
Di colpo mi viene in mente una cosa. Mi blocco. Mi volto verso Ice e le chiedo: “Ma... com’è la storia del... viaggiare nel tempo?”
Lei mi rivolge un sorriso. “Cosa vuoi sapere?” domanda.
“Be’...” Esito. “Com’è che funziona?”
Lei alza le spalle. “Mettiamo che io voglia andare all’anno prossimo. Ci vado”.
Grazie. Faccio una mezza smorfia. “Ma come... cioè, qui cosa...?” Non so bene cosa chiedere e arrossisco, imbarazzata.
Ice si raddrizza. “Se io decidessi di andare all’anno prossimo, adesso... Tu mi vedresti sparire. E poi, fra un anno, mi ritroveresti”.
Taccio per qualche istante. “Ma non ha senso!” sostengo. “Per te non sarà passato nemmeno un secondo, mentre per me... un anno...”
Lei scrolla di nuovo le spalle. “Prendila come una strada. Mi teletrasporto più avanti, ma tu devi fare tutto il cammino. Così ti è più semplice capire?”
“Sì, ma, il tempo...”
“Il tempo, la distanza”. Sorride. “Stessa cosa”.
“E quell’altra storia, là... Com’è che puoi decifrare il futuro?”
“Non lo so. So solo che posso dire se una razza sarà estinta o diminuita in modo drastico tra qualche anno”.
Se una razza sarà estinta o diminuita in modo drastico? Mi mordo un labbro.
Ice coglie la mia inquietudine. “Tranquilla, ho controllato. La razza umana non accenna ad estinguersi o diminuire tanto”. Socchiude gli occhi. “Il problema è che a me, onestamente, senza offesa, non interessa se la razza umana sarà ancora integra fra secoli...”
Alzo le sopracciglia.
Lei sorride alla mia espressione. “Linen, mi preme un po’ di più sapere se tu e gli altri sarete ancora vivi dopo lo scontro con Aseptic... Ma per il tempo non siete così importanti” sospira.
“Evviva” affermo, ironica.
Ice accavalla le gambe. Mi valuta seriamente, e dopo qualche istante inizio a sentirmi a disagio. Forse il fatto che lei sia di una bellezza così mozzafiato contribuisce al mio imbarazzo.
“Sai” mormora dopo un po’. “Io potrei evitarlo, questo scontro. Tra un anno dovrebbe essere già finito. Potrei andare avanti e lavarmi le mani della fine che farete...”
Il suo tono mi fa accapponare la pelle.
Sorride, un sorriso affilato, che mi fa aumentare i brividi lungo la schiena.
Poi scuote la testa, ed il suo viso torna di ghiaccio, impenetrabile. Lo inclina dall’altra parte. La seguo con lo sguardo, ancora stordita per il discorso che ha appena fatto. Non so se è più il tono che ha usato o le informazioni che mi ha dato.
Perché si è interrotta? Non voleva essere tentata? O quelle parole sono state una specie di confessione, un modo per dirmi che non vuole andare avanti nel tempo perché le importa di noi?
Per un momento mi sfiora l’idea di chiederle chiarimenti, ma un’occhiata al suo volto mi fa cambiare opinione. So che non riuscirei mai a domandarle niente.
E la sua espressione è impossibile da decifrare.
Ben presto distolgo lo sguardo dalla donna e inizio a preoccuparmi di nuovo per Trunks e gli altri. Com’è che non tornano? È normale che stiano via così tanto? E se è successo qualcosa?
A quell’ultimo pensiero mi viene quasi la nausea.
Cerco di respirare normalmente. Mi alzo e vado alla finestra. Dopo qualche istante sento qualcuno raggiungermi. Mi volto. È Bra. Mi sorride.
“Non preoccuparti” afferma. “Stanno tornando”.
“Oh. Anche tu senti le aure?” domando.
Lei annuisce. “Anche se sono un po’ meno brava degli altri. Infatti, quando ho sentito l’aura di papà e di Trunks non ne ero molto sicura, ma poi Pan ha detto che stavano arrivando. E ho iniziato a sentire anche la forza spirituale degli altri”.
Ha appena finito di parlare che vedo delle sagome comparire all’orizzonte. Sento il sollievo invadermi e corro fuori. Appena esco in spiaggia li vedo tutti. Evidentemente sono appena atterrati.
Ci sono tutti e sembrano tutti illesi.
Trunks, Goten, Gohan, Goku, Vegeta e Warm.
Il sollievo mi fa sorridere. Vado incontro al gruppo. Saluto Warm. Lui mi arruffa i capelli, ma pare distratto.
Giungo davanti a Trunks. “Ciao” dico. “Mi sono preoccupata tantissimo”.
Lui alza le spalle. Il vento gli spettina i capelli. “Non ne avevi motivo”.
Sbuffo. “No?” Poi faccio un passo avanti e lo abbraccio. Il suo calore è confortante. Mi sfiora i capelli con le labbra, mi stringe.



Continua...

Winry90: Sono felice che il capitolo ti abbia soddisfatta. Scusa il ritardo, ma come al solito l’ispirazione è bastarda, almeno per me con questa storia. Voglio dire: quando non ho tempo per scrivere c’è, e tanta, quando ho tempo mi lascia a fissare disperata il foglio bianco di Microsoft Word. -.-“ Un bacione^^

Giusiemo291: Spero di averti fatta felice di nuovo! Tu mi fai felice facendomi sapere che adori questa storia ^___^ Ah, prima che mi dimentichi (per non rimandarlo ancora), volevo dirti: sai la mia flashfic su “Kyle XY”, “Una corsa degli occhi negli occhi”? Nello spazio autrice mi sono sbagliata a scrivere, perché non è riferita alla terza serie, ma alla seconda (nel capitolo “Verso il futuro”). Scusa >///> Se vuoi commentare ancora sapendo questo non mi lamento di certo! Fai tu... Tornando a questa storia... Sono felice che trovi dolcissimi Linen e Trunks! Oddio... Ti ho mandato in tilt il cervello per la troppa contentezza? ^0^ Grazie a te, è bellissimo leggere quanto apprezzi questo racconto!

Fede8755: Sono contenta che ti sia piaciuta la scena del dialogo tra Trunks e Linen (intendevi quello, giusto?), che in un certo senso è il fulcro del capitolo. Spero che anche questo tra Linen e Ice non sia risultato pesante o noioso. Baci!

Carol2112: Ciao! Sono molto felice di risentirti... Scusa per la mia assenza ultimamente tra le recensioni della tua storia, ma a stento riesco a seguirla leggendo, per recensire non ho ancora trovato tempo ç_ç Grazie mille^^ Un bacione

Cri92: Ciao, Cri! Non preoccuparti, anche se è vero che dal manga mi sono staccata parecchio, mi impegnerò comunque per concludere le storie... e chissà mai che non mi torni la mania con l’ispirazione! Grazie mille per i complimenti (sono contenta che la scena di Linen che sistema le stoviglie, di per sé semplice, ti sia piaciuta per come poi l’ho resa! Eh sì, è proprio cotta!). Un bacio enorme.

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Capitolo 20
*** Sbalzi d'umore ***


Capitolo 20 – Sbalzi d’umore

Una pacca sancisce la fine del nostro abbraccio.
La mano di Goten ha battuto sulla spalla di Trunks, ma ho sentito anch’io il colpo. Eccome se l’ho sentito. Mi scosto dal Presidente con un mezzo sorriso.
“Ehi, rubacuori!” lo stuzzica il figlio minore di Goku, con una scintilla birbante nello sguardo che per un momento mi fa intravedere un Goten bambino, curioso e giocherellone. Si batte una mano sulla fronte, mentre i suoi occhi vagano da Trunks a me. “In effetti” ridacchia dopo qualche istante, “avrei dovuto capirlo prima”.
Arrossisco.
Per fortuna in questo momento arriva Ice. Ignora tutti e si dirige verso Warm. “Lo avete trovato?” domanda, senza nessuna particolare inflessione che possa svelare il suo stato d’animo.
L’uomo scuote la testa, mentre io li osservo curiosa.
Non ci posso giurare, ma credo che Ice sia abbastanza soddisfatta dopo quella risposta.
“Ve l’ho detto” osserva, sprezzante. “Non si farà trovare. È un tipo astuto, calcolatore. Balzerà fuori solo quando vorrà battersi con noi”. Alza le spalle. “Vuole sentirsi padrone del gioco, e di certo non ci permetterà di fare la prima mossa”.
Trunks alza le spalle e nello stesso istante Goten fa lo stesso gesto. In alcuni momenti, nonostante sappia che non sono parenti, nonostante il loro aspetto completamente diverso, sembrano quasi due strani gemelli.
Eterozigoti, penso divertita. Due gemelli eterozigoti.
Sorrido, anche se a dire il vero non è neanche una battuta. E, se la fosse, non farebbe ridere nemmeno un pazzo ubriaco.
Trunks intercetta il mio sguardo. Corruga la fronte, poi sorride incuriosito. “Cosa c’è?” domanda.
Faccio un gesto vago. “Te lo spiego più tardi” replico.
Entriamo in casa. Subito i Son vengono aggrediti da Chichi che, agitando un mestolo dall’aria anche piuttosto pericolosa sotto il mento di Goku, strepita domande, chiedendo se era proprio necessario che ci impiegassero tanto a tornare.
Goku non sembra cogliere niente della rabbia della moglie. La guarda con un’espressione candidamente felice, esclamando: “Chichi, dimmi, ti prego, che quel mestolo che stai tenendo in mano è segno che ti sei messa a cucinare qualcosa per me!”
Sua moglie non si lascia calmare molto facilmente. “No, disgraziato! Io non ho cucinato per te, ma per i nostri figli, per Vegeta, Bulma, Trunks...”
E mentre inizia a elencare dettagliatamente tutti gli altri che si trovano su quest’isola, Goku pare quasi afflosciarsi. Se avesse una coda, scommetterei qualsiasi cosa che a questo punto la terrebbe fra le gambe.
“Ti prego, Chichi!” si lamenta, scrutandola. “Non puoi farmi questo!” A quanto pare crede che la moglie abbia intenzione di tenerlo a digiuno – e n’è a dir poco terrorizzato. “Io adoro la tua cucina, tesoro!” aggiunge.
A quell’ultima affermazione Chichi sembra addolcirsi. “E sia” concede.
Goku, a quelle parole, sorride e si getta a stringerla in un abbraccio impetuoso, dandole un bacio – con tanto di schiocco – sulla guancia.
La donna lo spinge via, ma credo sia stata contenta del gesto del marito.
E così, mangiamo.
Mi fa uno strano effetto sedere ad una tavola brulicante di chiacchiere e di risate. È tutto così... normale, come se Aseptic non esistesse, come se il pericolo che incombe fosse solo l’ombra di un brutto incubo. Come se la sola realtà che importasse fosse quella della famiglia, mi scopro a pensare.
Incrocio lo sguardo di Trunks, che sorride, e aggiungo mentalmente che forse, dopotutto, è così davvero.
Dopo aver finito di mangiare mi metto sul divano, distesa a pancia in giù, tenendo la schiena appena alzata con l’aiuto dei gomiti, un pugno sotto il mento. Con la mano libera, sfoglio di malavoglia una rivista.
Non c’è un solo – non c’è n’è uno – articolo appena interessante. O forse sono io che sono noiosa, il che non è del tutto escludibile, penso.
Mi chiedo come mai sia stata acquistata. La pagina successiva, un vero collage di donne in bikini, mi toglie ogni dubbio. Sono certa che il maestro Muten adori questa rivista.
Con un sospiro rassegnato, proseguo.
A questo punto, però, sento un fiato leggero sulla nuca. Mi dà la pelle d’oca, infiammandomi ogni singolo poro della pelle. Prima che io possa fare alcunché, due braccia mi stringono da sopra. Mi giro in quell’abbraccio tenace come posso, sino ad andare a strusciare la testa sotto il mento di Trunks.
“Ehi” lo rimprovero, abbozzando un sorriso.
“Ciao” mugola lui. Sembra assonnato.
“Tutto bene?” gli domando allora.
I ciuffi lilla dei suoi capelli mi pizzicano la fronte. Soffio, in modo che si allontanino un poco.
“Certo” sbadiglia.
“Perché non vai a farti una dormita?” domando. Istintivamente, ad un lieve prurito sopra le tempie, sfrego il viso contro il suo.
“Non voglio” risponde.
Mi viene quasi da ridere al suo tono, che sfiora la petulanza.
“E poi” aggiunge, scherzosamente provocante, “non dirmi che ti dispiace questa posizione”.
Santo cielo, ovvio che non mi dispiace per niente. Ma non posso certo dirglielo, penso, anche se la sua guancia rosea è tanto vicina a me da darmi una voglia pazzesca di baciarla o di sfiorarla con le dita. “Hai interrotto un’interessantissima lettura” fingo di rimproverarlo.
“Certo” sbuffa. Si tende oltre la mia spalla e allunga una mano ad aprire la rivista che, nel progresso del nostro abbraccio, si era chiusa. “Immagino quanto ti abbia appassionato”.
“Vuoi scherzare?” gli domando, seccata. “Quelle pagine sono la mia vita”.
Un momento dopo vorrei mordermi a sangue il labbro, perché proprio mentre dicevo la seconda affermazione, lui è giunto alla pagina delle ragazze in bikini.
“Bene” sospira. Un lampo – un guizzo che non mi piace per nulla – gli brilla negli occhi e capisco cosa sta per dire. Spalanco le labbra. “Vorrà dire che chiederò a mia madre se ha un suo costume di quando era giovane da prestarti!”
Arrossisco violentemente. “Sei scemo?!” esclamo. Mi divincolo.
Lui, però, mi afferra saldamente i fianchi e mi solleva. O almeno ci prova, perché subito mi avvinghio al cuscino e inizio a scalciare come una forsennata, come non facevo da chissà quanto, da quando, bambina, mi azzuffavo con mio fratello. “Lasciami! Trunks, lasciami!” grido a tutto spiano.
Lui se la ride e mi afferra le caviglie.
Trasalgo. Quello, per me, è un punto debole. Mi viene la pelle d’oca.
Il fatto è che io soffro il solletico sotto i piedi in maniera a dir poco spropositata, tanto che se solo uno mi afferra le gambe manda in crisi il mio sistema nervoso.
Inizio a ridere a crepapelle, dimenandomi. Scalcio con più foga. Di conseguenza il mio piede si schianta sul suo volto.
“Non credevo fossi così pericolosa!” scherza, solleticandomi i piedi.
“La... scia... mi” boccheggio, tra una crisi di risate e l’altra. “Ti... ti prego!”
Tiro calci a non finire, cercando di riprendere fiato.
“Mi arrendo!” esclamo infine.
Trunks mi lascia immediatamente e sfodera il suo sorriso più sfolgorante, lasciandomi finalmente le caviglie.
“Quindi potrò metterti in costume da bagno?” domanda, in tono tanto innocente da sciogliermi il cuore.
Gli getto un cuscino in faccia, cercando di tornare ad un ritmo di respirazione normale.
Si siede accanto a me, afferra la rivista e la getta sul pavimento senza troppi complimenti. Seguo il suo gesto con sguardo curioso, chiedendomi cosa abbia intenzione di fare.
“Vuoi andare a dormire, adesso?” gli domando.
Lui fissa accigliato il proprio orologio da polso. “Non sono nemmeno le quattro del pomeriggio” osserva.
Alzo le mani. “Non lo sapevo”.
Lui sorride e si slaccia l’orologio. Mi prende il braccio e aggancia l’oggetto sotto la mia mano. Io oso a malapena fiatare.
“Ecco fatto” afferma, ad operazione conclusa. “Così saprai quand’è ora di andare a nanna”.
Mi sento imbarazzata. Tanto più che il gingillo che mi ha appena dato è uno di quei modelli super accessoriati che non potrei permettermi nemmeno tra cent’anni. “Oh. Be’, grazie” mormoro.
“Di niente” replica, alzando le spalle.
Mi osserva con attenzione.
“Ora me lo dici?” domanda dopo qualche istante.
Lo fisso, interrogativa. “Cosa?”
“Perché hai sorriso dopo aver guardato me e Goten” replica.
Me n’ero scordata. “Ah, già” rammendo. Scrollo le spalle. “Non è molto interessante, effettivamente” aggiungo. “Ho solo pensato che sembravate due gemelli eterozigoti”.
Lui sorride. Si sfiora una tempia, assorto. “In effetti, l’essere cresciuti assieme deve aver influito sul nostro comportamento” concorda.
Improvvisamente sento un nodo allo stomaco.
Penso che probabilmente dovrò iniziare a preoccuparmi per questi sbalzi d’umore.
Sarebbero comprensibili per una donna incinta o per un’adolescente, ma in quanto a me... Ormai credo di aver oltrepassato la fase adolescenziale e inoltre sono ancora vergine.
Sospiro mestamente, accigliandomi.
Mi aggrappo al braccio di Trunks e riesco a sentirmi di nuovo felice, ma è una felicità un po’ affranta, dal momento che penso a come sarebbe bello tutto questo se non fossimo in pericolo.
Un nodo di malinconia mi fa schiudere le labbra.
Le sue dita mi solleticano i capelli.



Spazio autrice:
Lo so, lo so. Sono da mandare al rogo ç_ç Sono ben tre mesi che non aggiorno e questo capitolo non è nemmeno niente di che.
Spero non si troppo deludente e cercherò di non tardare altrettanto per scrivere il prossimo.

Winry90: Non oso immaginare quali ipotesi tu abbia formulato in questo lunghissimo periodo di tempo! In quanto ad Ice, conto di approfondirla abbastanza. Avvertimi se per caso inizio a diventare pesante, okay?
Sono felice che Linen e Trunks risultino troppo carini. Spero di riuscire a non far diventare sdolcinate le scene con loro due. E spero anche che questa non sia risultata eccessivamente infantile (anche se in fin dei conti l’obbiettivo era di tirare fuori il lato giocoso dei personaggi).  In effetti Warm sembra proprio intenzionato a fare da fratello maggiore alla protagonista xD
Grazie per l’augurio e scusa per l’orrendo ritardo T^T

Giusiemo291: Ogni volta che mi ritrovo a leggere una tua recensione arrossisco sino alla radice dei capelli. L’avrò già detto, ma è un’emozione avere una lettrice tanto fiduciosa. Spero di riuscire a trovare, in questo periodo, il tempo di rimboccarmi le maniche e aggiornare un po’ delle storie su Dragon Ball, dato che – diciamolo – se lo meritano, dopo tanto tempo ad aspettare.
Secondo me anche tu hai un enorme talento (ti basti sapere che non mi stanco mai di leggere “Tears and drops” e non so se mi sarei mai attaccata così ad un racconto su Pan).
Passando alla storia, in effetti sto cercando di rivelare Ice “a strati” (come una cipolla? (Shrek?)) e tento di non svelare mai troppo o troppo poco. Spero di non sbagliare le dosi, insomma. Avresti dovuto vedere la mia espressione quando ho letto che consideri Linen dolce. Non so spiegarti perché mi abbia così colpito. Forse perché dopotutto lei è proprio così. Grazie ancora.

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