Il quinto mondo

di Spensieratezza
(/viewuser.php?uid=223962)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'orribile terrore della morte o la terribile speranza della vita? ***
Capitolo 2: *** Un'anima che grida ***
Capitolo 3: *** Il ritorno di Dean ***
Capitolo 4: *** Sam ha scelto spontaneamente ***
Capitolo 5: *** Confort e lussuria ***
Capitolo 6: *** La tua vicinanza mi rende felice ***
Capitolo 7: *** Avere ancora..ventisei anni per sempre ***
Capitolo 8: *** Sam scopre dell'amuleto ***
Capitolo 9: *** Desiderio bruciante ***
Capitolo 10: *** Castiel spiega tutto ***
Capitolo 11: *** Castiel e l'altro fratello! ***
Capitolo 12: *** Il secondo ritorno di Dean ***
Capitolo 13: *** Dean vuole conoscere meglio Sam ***
Capitolo 14: *** Come nelle favole! ***
Capitolo 15: *** Per una rosa - prima parte ***
Capitolo 16: *** Per una rosa - seconda parte ***
Capitolo 17: *** La giornata insieme è andata più che bene! ***
Capitolo 18: *** Passione nella vasca da bagno ***
Capitolo 19: *** Situazione 2: Il segreto di Castiel ***
Capitolo 20: *** Quello che successe alla villa ***
Capitolo 21: *** Il confronto e i sentimenti confusi di Castiel ***
Capitolo 22: *** Il Pensatoio - prima parte ***
Capitolo 23: *** Il Pensatoio - seconda parte ***
Capitolo 24: *** Il gruppo fa pace, ma Gabriel ha ancora un segreto che non vuole rivelare ***
Capitolo 25: *** Doccia hot e confort ***
Capitolo 26: *** Risveglio strano ***
Capitolo 27: *** Il biondo regna! ***
Capitolo 28: *** Sam, provetto angelo ***
Capitolo 29: *** Il compleanno di Sam - bruciare per te ***
Capitolo 30: *** Il compleanno di Sam - la nave fantasma ***
Capitolo 31: *** Il casco magico. Come l'universo. Come milioni di luce e di stelle ***
Capitolo 32: *** Con te, è sempre la prima volta - buon 35 compleanno, Sam ***
Capitolo 33: *** La richiesta fatta a Castiel e la spiegazione sulla reincarnazione di Dean ***
Capitolo 34: *** Gabriel e Crowley spiegano il loro ruolo ***
Capitolo 35: *** Il ruolo che hanno avuto tutti nel mondo delle fiabe. Sarà finita ora? ***
Capitolo 36: *** Il Dean furioso ***
Capitolo 37: *** Gabriel si giustifica con Dean e Sam ***
Capitolo 38: *** Le recensioni di Dean e Sam alla love story di Gabe e Cas ***
Capitolo 39: *** Le recensioni di Dean e Sam: La compassione del diavolo ***
Capitolo 40: *** Castiel racconta il suo inserimento nel mondo delle fiabe ***
Capitolo 41: *** Il luogo segreto! ***
Capitolo 42: *** Il potere di una goccia d'acqua ***
Capitolo 43: *** Noi siamo come le piante ***
Capitolo 44: *** Di nuovo sulla terra ferma! ***
Capitolo 45: *** Passione e fuoco ***
Capitolo 46: *** Tornano Castiel e Gabriel ***



Capitolo 1
*** L'orribile terrore della morte o la terribile speranza della vita? ***


“A volte cammino nell’oscurità come un cieco. Faccio un passo davanti all’altro, nella speranza di non cadere in un abisso.

L’oscurità, dove tutte le cose vengono generate, in un ventre femminile o sotto la feconda Terra, quando sono ancora troppo deboli per sopportare la luce del sole.


Non è forse anche la speranza un seme? Cosa sappiamo di quello che ci aspetta nel buio? Finchè la luce non lo svela, è potenzialmente ogni cosa.

La speranza della vita…o il terrore…della Morte…”


 

$#°%$*#*§?”
 

“Chiudetemi gli occhi, accompagnatemi nella notte. Concedetemi il buio, senza sogni, né ricordi, che sia soltanto..IL NULLA.”
 


$#°%$*#*§?”
 

Mentre il giovane moro pensava queste frasi tristi, i due ragazzi continuavano a chiamarlo e ad avvicinarsi, fino ad afferrarlo, cercando invano di rianimarlo.
 

“SAM. Sam. Avanti, è tutto finito adesso. Svegliati.disse una voce, cercando di dargli dei piccoli schiaffetti sul viso.

“Lascialo stare, è vivo, ma è sfinito. Pensiamo a portarlo fuori di qui.” disse un’altra voce.
 

E mentre il ragazzo moro veniva trasportato da altri due ragazzi, fuori dall’acqua, ancora pensava.
 
“Nulla..è ciò che sappiamo del buio. Cosa ci attende tra le sue pagine?

L’orribile terrore della Morte…o la terribile speranza della vita??”






















Note dell'autrice: sorpresaaa!! Un altro sequel, magari qualcuno di voi l'aveva già immaginato, essendo che nella storia "Dean" continuavo con i ricordi e non parlavo d'altro, ma ho voluto cercare di mantenere il segreto fino alla fine, nonostante vi avevo dato molti indizi che cercavo di farvi capire che la storia non sarebbe terminata a breve, neanche se quel sequel stava x finire

Jared a quanto pare è SAM xd qualcuna di voi lo aveva già intuito, ma non so fino a che punto avete capito come stanno le cose ^^

scusatemi per il capitolo corto, so che per l'inzio di una nuova storia, sembra quasi deludente, ma come diceva Sonia di Uomini e Donne : "sentivo un'emozione troppo forte, non riuscivo più a controllarla." ecco a me è capitato proprio così..non vedevo l'ora di arrivarci e non sono riuscita ad aspettare di finire il sequel "dean" ma attenzione, non sono una sprovveduta, a quella storia manca ancora un capitolo ovviamente..non è che faccio proprio le cose alla me ne frego xd

ps cosa importante!! Le frasi in corsivo che pensa Sam, sono citazioni dell'albo di dylan dog: il vecchio che legge

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un'anima che grida ***


Quando Sam si svegliò nel familiare bunker, si sentiva la testa rintronata e ancora stordito.

Era sdraiato nel divano letto del bunker nel salotto, perché Castiel voleva tenerlo d’occhio.



“Che..cavolo è successo? Come mai mi sento come se avessi preso una sbronza colossale?” chiese Sam, tenendosi la testa.

Nessuna risposta arrivò dall’altra parte. Sam si girò e vide Castiel che lo guardava con aria tesa e le braccia conserte, appoggiato al termosifone.

“Cas? Cosa fai lì in piedi? E perché ho dormito qui?”

“Ti ci ho trasportato io, Sam.” disse Castiel, evitando di fare il nome dell’altro individuo che era con lui.

Sam sbattè gli occhi. “Mi hai portato…tu? Scusa, ma..quanto cavolo ho bevuto? E poi dov’è Dean?”

Castiel sospirò più a fondo.

“Non ricordi niente?”

“Che cosa dovrei ricordare?” chiese Sam, sempre più stranito.

Altro sospiro, più ansioso.

“Tu e Dean..siete stati vittime di un djinn, Sam. Per sei mesi.”
 
Paralisi, stupore, estraniamento, tutto in pochi secondi.



“Che cosa?” chiese Sam, piano.

“Mi dispiace.” Disse Castiel rammaricato.

“Dov’è mio fratello?” chiese subito Sam, impanicato.

“Sta calmo. L’abbiamo…trovato..”

Abbiamo?” chiese Sam, notando l’uso del plurale.

“Un mio amico..angelo.. è sulle sue tracce, sta andando a prenderlo in questo momento. Tu e lui eravate in due posti diversi e..ho preferito riportare prima te qui e assicurarmi che tu ti riprendessi..” disse Castiel. Odiava mentirgli, ma non poteva dargli l’incredibile notizia del ritorno di Gabriel, in un momento in cui doveva ancora riprendersi.
 
Sam sprofondò di nuovo sul divano, più tranquillizzato, ma ancora sconvolto. Fece un grosso sospiro.



“Non riesco a credere che sia successa una cosa del genere!”

“Neanch’io.” Disse solo Castiel.

“A Dean era già capitata una volta, una cosa del genere..più volte mi sono chiesto che cos’avesse provato..e ora…aspetta..come mai non mi ricordo niente??” si chiese stranito.

Castiel scrollò le braccia.

“Probabilmente è una cosa data dallo shock.” Disse Castiel.

Sam lo guardò. Castiel risultava poco convincente e doveva pensarlo anche lui.
 


“Ma davvero..beh, puoi almeno dirmi dove mi hai trovato?”

“Sam, io non credo che sia il momento..”

“Non credi sia..” Sam si bloccò, per via della rabbia, poi riprese con gelida calma.

“Cas, non mi avrai mica cancellato la memoria?

Castiel lo guardò socchiudendo gli occhi. “Ma sei impazzito?” gli chiese.

“Perché..quello che ho passato dopo l’esperienza con Lucifero..quando mi hanno messo il muro e poi è crollato..è stato..aspetta, c’entra LUI??
 
Sam sembrava che stava per avere un attacco di panico all’idea.

Castiel si affrettò a calmarlo.

“Lucifero non c’entra un bel niente, Sam.” disse alzando le mani.

Sam sospirò rumorosamente di sollievo e cominciò a girare per la stanza dandogli le spalle.
 


“Senti” cominciò Castiel, nel tentativo di rasserenarlo. “Non deve essere per forza qualcosa di brutto, magari avete vissuto qualcosa di bello..” si lasciò scappare.

Sam ridacchiò. “Sì, certo e tu lo sai perch…” poi si bloccò e spalancò la bocca e sgranò gli occhi.

Si girò, rimanendo ancora così.



“Tu lo sai perché eri lì con noi..

“Sam..io..”

“è così, vero?

"Sì."

“Cos’è successo? Hanno preso anche te?”

“Sì..e no..”
“Che diavolo significa?”
Castiel sospirò rumorosamente.
 
“Ero cosciente di chi ero..in alcuni momenti..in altri un po’ meno.”

“E ci hai visti??”

“Sì.”

Sam ruggì di indignata riprovazione.
 


“Ci hai visti e nonostante questo, siamo rimasti nelle spire di quel demone, SEI MESI??”

“STA CALMO! Pensi che fosse facile convincervi?? Ci ho provato, naturalmente!! Ma..ma voi..eravate..”

“Eravamo COSA?”

“Voi..non volevate venire via.” Disse Castiel, mettendosi una mano sugli occhi.

“Noi..cosa?

“Eravate felici in quel mondo, Sam.” disse Castiel. Lo disse con una sorta di calmo dispiacere e forse Sam avrebbe preferito che gridasse. Aveva odiato quella sorta di calmo dispiacere con cui aveva detto una cosa del genere.
 
 
Eravate felici in quel mondo, Sam. E il diretto interessato sentì come qualcosa esplodergli dentro e fare un male cane.

La felicità. La felicità a lungo conquistata, a lungo cercata. Ma mai tra le spire della trappola di un djinn, MAI. Era stato così orgoglioso di Dean, quando lui era riuscito ad uscirne e ora scoprire che era risuccesso e che non ci era cascato solo suo fratello, ma anche lui, scoprire che era successo quello che non era successo anni fa, cioè che trovassero la felicità in qualcosa di effimero, di finto, gli sembrò come se avessero fallito la battaglia di una vita. Anni e anni passati a cercare di restare ancorati alla realtà e ora avevano fallito.
 
 

Sam si sedette di nuovo sul divano, poggiando le mani sulla guance.

“Che cosa mi succede?” chiese a Castiel.

“Che cosa vuoi dire?”

“Mi sento stanco, svuotato, sfinito e disperato. Avevi detto che ti saresti assicurato che sarei stato bene, ma io non mi sento così. Credo di non star ancora bene, Castiel.”

Castiel sospirò e lo guardò immensamente triste.

“Non è il tuo fisico, Sam, ma è la tua anima che grida.” Disse.

“Cosa?” chiese, basito per la milionesima volta.



“La tua anima sta gridando.” Disse Castiel e il suo tono risultò stranamente dolce. “So che non vuoi sentirlo, ma la tua anima era felice dove si trovava..” disse Castiel, mentre delle lacrime uscivano dagli occhi di Sam, che scuoteva la testa per negare la realtà. “E ora che è tornata qui, sta gridando, è disperata, il tuo sé di prima, vorrebbe essere ancora laggiù e poter rivivere ancora quello che..”
 
“Basta. Non esiste nessun me stesso di prima. Esiste un solo ME stesso ed è qui adesso.”

“Ok..” disse Castiel, conscio che era inutile discutere.



“Ma..una cosa vorrei saperla.. cosa facevo in quell’altra vita? Stavo con Jessica o forse con Amelia..o?”

“Sam..” disse Castiel, alzando le mani in preda al panico. “Non credo che tu sia pronto per un resoconto adesso, a malapena ricordo io stesso…anche io non me la sono vista tanto bene e i miei ricordi non funzionano alla grande tanto quanto i tuoi..”
 
Sam non credeva alla minima parola. Pensava che l’angelo avesse paura di parlare dell’altro mondo, forse per timore che Sam potesse deprimersi, ma gli andava bene, in fondo non ardeva più di tanto dalla voglia di sapere.
 
“Va bene, ma ho bisogno di vedere Dean, parlargli. Ho bisogno di vedere con i miei occhi che mio fratello stia bene.” disse Sam.

“Dean sta arrivando. Perché non vai a riposarti? Quando arriverà, te lo farò sapere. Lo prometto.”
 


Sam annuì e lasciò il salotto, solo perché era troppo stanco e sfinito per protestare.

“Ah, Sam?” gli disse Castiel.
“M-mh?”

Castiel andò in cucina e tirò fuori dal forno, una pizza. La mise in un piatto e glielo mise tra le mani, assieme a una bottiglietta d’acqua.
 
“Non sono un cuoco, ma ho dovuto arrangiarmi. Una pizza credo a malapena la sentirai, ma per cominciare, hai bisogno di recuperare le forze, o potresti cadere nuovamente in coma. Mi raccomando, MANGIA e idratati.” Lo raccomandò.

“Grazie, Cas. Sei un vero angelo.” Disse andando via.

“Sam? Tra qualche minuto vengo a controllare che hai mangiato.” Disse Castiel.

Sam rise. “Adesso sembri proprio mio fratello.” disse andando via.
 






















Note dell'autrice: 

allora, so cosa state pensando..ecco di nuovo la solita solfa ripetitiva di quando i due perdono la memoria e vanno avanti capitoli e capitoli a non ricordare..ecco..NO. xd non mi piace ripetermi, ormai lo sapete bene..e quindi sarà una cosa veloce e di sicuro non mi metto a ripercorrere i ricordi di tutte le fiabe di nuovo. Non voglio farmi linciare da voi ahha xd mi piace questa storia perchè finalmente ho di nuovo a che fare con Sam e Dean originali e cercherò il più possibile di lasciarli IC ahah xd coooomunque volevo chiedervi se voi avevate pensato all'ipotesi djinn?? No? Sono stata brava a non far sospettare niente fino alla fine?? Ragazze ma io mi chiedo anche come sia possibile che nessuno ci abbia pensatoooo ahha xd vi ha depistati il fatto che scrivessi nella sezione Cast? Dovreste saperlo che non mi lascio bloccare da queste inezie ahahh xd

ps ci tengo a dire che nonostante erano dentro un sogno di un djinn, tutto quello che avevano vissuto era REALE . E ne parlerò meglio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ritorno di Dean ***


Quando Dean tornò al bunker, circospetto e un po’ confuso, sull’ambiente che si trovava, anche trovando comunque famigliare l’ambiente, Sam era in camera sua, ma comunque riconobbe subito i passi e uscì subito per andargli incontro.
 
“Dean.”



Dean si voltò subito al suono di quella voce e il cuore prese a battergli come un tamburo nel rivedere suo fratello. Non aveva il sentore di quanto tempo fosse trascorso, ma il sapere che erano stati entrambi vittima di un djinn, gli fece sentire la sensazione di una vera separazione dal fratello.
 
Dean non rispose al richiamo del suo nome. Non ne aveva bisogno, perché entrambi sapevano di sentire un’emozione in comune. Dean da quando fu salvato da quello strano angelo, amico di Castiel, non vedeva l’ora di rivedere Sam e di saperlo al sicuro, Sam dal canto suo, stava aspettando il ritorno del fratello con ansia crescente. Per Sam e per Dean, sapere che l’altro stava bene, era più importante di tutto il resto e sapevano che valeva per entrambi.
 
 
Dean non rispose, ma fece altro. Come era già successo molte volte, gli andò semplicemente incontro, per un abbraccio.

Solo che stavolta l’abbraccio fu più stretto, più intimo. Forse neanche quando Sam era morto la prima volta, o quando Dean era tornato dall’inferno, neanche quando era tornato infine dal purgatorio o quando Dean confortò suo fratello dopo il fallimento delle tre prove in quella chiesa, l’abbraccio fu così intenso.
 
E fu intenso perché probabilmente la consapevolezza di essere stati sotto un djinn per SEI MALEDETTI MESI, era forte esattamente come una morte sfiorata, più forte forse anche della morte stessa, perché quando muori non te ne accorgi, ma sapere di averla sfiorata, beh, lì era tutta un’altra storia.
 
 
 
Dean e Sam si abbracciarono e lì accadde qualcosa. Non fu un semplice abbraccio intenso come le volte precedenti. Una stretta, benché sentita e poi l’abbraccio si scioglieva. Questa volta, l’abbraccio divenne più saldo, come se nessuno dei due avesse desiderio o voglia di scioglierlo tanto presto. Dean strinse le spalle di Sam e poi fece qualcosa che non aveva mai fatto.

Fu irrazionale, istintivo.

Si mosse di scatto con il viso verso di lui e gli diede uno, due, tre baci, sentiti, indugiati sulla sua guancia, come se Sam fosse la cosa più preziosa che avesse e probabilmente era così, ma MAI, Dean aveva avuto slanci così affettuosi verso di lui. Mai un bacio sulla guancia. Non era virile per lui.
 
 
 
Percepì il ritrarsi brusco di Sam, ancora prima di sentire dentro di lui, la vergogna e l’imbarazzo e il sangue affluire alle guance per il contatto troppo affettuoso che aveva appena riservato al minore. Si sentì mancare il fiato, mentre cercava il suo sguardo, per cogliere un qualche segno di sbalordimento, imbarazzo o sorpresa da parte sua, ma Sam non lo guardava, anzi, faceva di tutto per rifuggire il suo sguardo.
 
Cosa gli era successo? Sam non era più un ragazzino, insomma, il fratellino minore, era un uomo ormai, erano uomini adulti e certe affettuosità, certi contatti fisici così..non gliele aveva riservate neanche quando Sam aveva ventitré anni ed era preda degli incubi causati dal demone degli occhi gialli. Era sì più affettuoso e presente, ma…ormai erano anni che erano più freddi.
 
 
 
“Come..come ti senti? Stai bene?” chiese Sam.

“Sì. Tutto bene. L’amico di Cas mi ha fatto riposare in un albergo e poi siamo ripartiti in macchina.  Ho insistito per fare le cose più velocemente, ma quello stupido continuava a dire che il teletrasporto angelico così presto  dopo la mia ripresa, avrebbe potuto scombinarmi il cervello o qualcosa del genere.” Disse Dean.
 
Sam alzò lo sguardo su di lui e i suoi cosiddetti puppy eyes, rivelarono stanchezza e tenerezza e incomprensione forse. Dean sentì irrazionalmente l’impulso di abbracciarlo, stringerlo, coccolarlo. Dovette farsi violenza su sé stesso per combattere quelle strani pulsioni, che non capiva.
 


“Cas, sta facendo la doccia. Ha cominciato a raccontarmi qualcosa..a quanto pare, è Amara, l’artefice di tutto questo.” disse Sam.

“Che..COSA? LEI? Eppure, credevo che avesse fatto pace con Dio. Mi aveva liberato dal peso di tutte quelle anime. Aveva detto che aveva un regalo per me, per averla fatta riconciliare con il fratello.”

“E invece il regalino che aveva in serbo, era una chiamata diretta con il Djinn.” Disse Sam amaramente.

Dean scosse la testa, mai avrebbe creduto che quella donna sarebbe arrivata a tanto.

“Dov’è lei adesso?”

“Non lo sanno, è scomparsa.” Disse Sam.

“Perfetto.” Disse Dean sarcastico. “Tu ricordi niente?” chiese poi a Sam.

“N-no. E tu?”

“Neanch’io. A parte questa strana sensazione..”

“Quale?”

“Come se dovessi. Come se fosse importante.” Disse Dean.

“Importante?? Dean, qualunque cosa avessimo vissuto, a parte che non era reale, ma opera del djinn, sarebbe comunque quello che LEI avrebbe voluto farci vedere. Dubito fortemente potesse essere qualcosa di positivo.” Disse Sam, lottando contro l’istinto che gli diceva che si stava sbagliando.
 
 

In quel momento arrivò Castiel di ritorno dalla doccia, vestito e con i capelli ancora umidi.

“Bentornato, Dean. Posso illuminarvi io su alcune cose.”

“Ehi, bellicapelli.” Disse Dean allegro, con un sarcasmo inusuale. “I’m back. Hai visto?”
Sam lo guardò contrito.
“Okay, siamo!” ridacchiò.
 
 
 
 
 
Castiel si mise a raccontare ai due fratelli, lo stretto indispensabile.

Amara aveva creato per loro due una specie di mondo delle fiabe, in cui loro si trovarono ad interagire con alcuni dei personaggi della Disney, anche se al momento non era in grado di dire principalmente quali, visto che anche lui stesso era capitato in un secondo momento e i suoi ricordi erano abbastanza ancora confusi.

Odio le favole!” proruppe Dean, durante il racconto.

Castiel decise molto saggiamente, di sviare su questo e continuò il racconto.

Amara non aveva mai digerito del tutto il rifiuto di Dean e aveva deciso di fargliela pagare in questo modo, il desiderio di conquistare e poi di distruggere la Terra, era niente, paragonato al suo desiderio di lui.

“Fermiamoci un attimo. Amara era innamorata di me?” chiese Dean, indicandosi e mettendosi a ridere, come se la cosa fosse impossibile.

Castiel però continuò a guardarlo serio, probabilmente con la faccia di chi si chiedeva che cos’aveva che non andava, l’individuo al suo fianco.



Sam invece aveva la faccia digrignata come quella di un leone che stava per colpirti.

“Dì un po’, sei scemo o cosa?”
“Eh??”

“Abbiamo passato l’ultimo anno, a cercare di combattere Amara, sapendo l’ascendente che aveva su di te, ti sei quasi fatto suicidare solo per poterla convincere e ora ci dici, che NON SAI che è innamorata di te?”

“Sapevo che aveva un debole per me, me l’ha detto..ma nel senso malato che intendono gli esseri come lei! Ma innamorata?? Come un’innamorata VERA? Sam, Cas, vi ricordo che lei mi aveva proposto di entrare dentro di lei. Letterlamente dentro di lei. Come tutte le anime che aveva ingoiato. Ecco dove finiva il suo grande amore per me!”
 
Castiel sospirò rumorosamente.

“Dean, Dean, Amara molto probabilmente ti ha soltanto messo alla prova.”

“Messo..alla prova?”

“Credo sperasse che tu ti consegnassi a lei, a patto che tu non distruggessi il mondo intero e vi metteste così a giocare a barone e baronessa neri dell’UNIVERSO. A ben pensarci, è così ovvio il ragionamento, che mi stupisco di come abbia fatto a non pensarci prima.” disse Castiel confuso.
 
Dean fece una smorfia, mentre Sam lo guardava ancora come se avesse voluto assalirlo.


“Mi dispiace, ragazzi, ma io non ci credo, ok? Voglio dire, Amara è l’Oscurità. Potrebbe avere chiunque volesse, di potere, ricco, affascinante, di carisma. E si prende uno come me? Andiamo, io ho due pettorali, il fisico asciutto ancora per la mia età, ma appunto ho la mia età e sto invecchiando. E ho la classe di un camionista, modestamente. C’è di sicuro al mondo centomila migliori di me, per quanto detesti ammetterlo.”
 
“Quando hai finito di pavoneggiarti..” cominciò Sam.
 
“Quindi perché lei dovrebbe scegliere ME? Ripeto, potrebbe avere chiunque, soggiogarlo perfino per renderlo suo, senza neanche chiedere. Scusate se non penso di essere così speciale da..”

“Anche quando ti salvai io, tu pensasti di non essere così importante e speciale da meritare di essere salvato, ricordi?” chiese Castiel.

“Ricordiamoci anche che il primo uomo che ha visto Amara da secoli, sei stato te e credo che una come lei, anche se non vuole ammetterlo, sia una sentimentale.” Disse Sam suo malgrado.

“Okay, tutto questo è molto inquietante, ma la domanda è: perché imprigionarci dentro un djinn? Perché non prendermi direttamente con lei? Perché coinvolgere SAM?” chiese Dean, guardando il minore e rabbrividendo ancora, all’idea che fosse coinvolto anche lui.

“Perché Amara sapeva che tu avresti scelto Sam, sempre avresti scelto LUI.” Disse Castiel con nonchalance.
 
I due fratelli arrossirono e avvamparono all’istante, davanti a questa esternazione e Dean per stemperare la tensione propose a Sam di sposarlo.

“Idiota.” Disse Sam, bevendo il caffè dalla tazza.
“Bitch.” Disse Dean di rimando.
 



“Come stavo dicendo.. “ disse Castiel, infastidito da quella discussione infantile. “E come tu hai ampiamente dimostrato, Amara sapeva benissimo che non avresti mai ceduto al controllo mentale che lei cercava di avere su di te, per non deludere Sam. Sapeva di non poter competere e dopo il fallimento della seconda apocalisse, decise di cambiare strategia. Fino a quel momento aveva sperato che ti consegnassi a lei pur di evitare di distruggere il mondo, ma..”

“Bastava che me lo chiedesse e l’avrei fatto..” disse Dean.

Castiel non potè controbattere, perché Sam se lo sbranò vivo.

“Ma ti ha dato di volta il cervello???” si arrabbiò fortemente Sam rivolto al fratello, arrivando a sbattere le mani sul tavolo.
 

“Sam.” cercò di chiamarlo duramente Castiel, come si fa con i bambini che non stanno fermi a scuola.

Stiamo parlando dell’apocalisse, Sam! “

“Quindi tu saresti stato disposto a venderti come una puttana per..”

“Maledizione, Sam! Il mondo è più importante e non devono andarci di mezzo sette miliardi di persone, perché il mio stupido orgoglio da maschio è troppo VIRILE per poter ricambiare lo sciocco e infantile amore unilaterale della Signora del Male!”

“Quindi tu avresti..”

“Se fosse servito a salvare il mondo?? Certo che sì!”
“Non posso crederci..”

“Non hai mostrato tanta indignazione e così tanta rabbia, quando ero disposto a farmi saltare in aria assieme ad altri milioni di anime. Che cos’è che ti disturba tanto adesso e ti fa infuriare??”

Sam sapeva che Dean aveva ragione, ma continuava a sentire una rabbia folle dentro di sé. Ancora a muso duro sotto il fratello, scoprì che desiderava picchiarlo, ancora e ancora e ancora, fino a farlo sanguinare, come anni addietro, quando era posseduto da Lucifero, prima di gettarsi dentro la fossa del male. Non sapeva da dove gli sgorgasse questa rabbia, ma sapeva che era folle, feroce.
 
 
 
“Dean! Sam si è sacrificato per te. Portagli rispetto! “ gli disse duramente Castiel.

Gelo, confusione e meraviglia, spiazzò i due fratelli.

“Cosa stai dicendo, Castiel?” chiese infatti Dean.

“Amara aveva optato per far finire solo te, sotto il djinn. Aveva creato per te, un mondo solo per te e lei,dove avrebbe potuto averti finalmente tutto per lei, ma Sam per impedirlo, ha detto che era disposto a raggiungerti anche lì.”
 


Dean si voltò basito verso il fratello. Sam chiuse gli occhi e non lo guardò. Era ormai chiaro che avevano provato quella conversazione, prima che lui arrivasse lì.

“Ma..come ha fatto..come ha fatto ad entrare volontariamente..” Dean era insieme basito e sconvolto.
 
“Con l’aiuto di Rowena.” Cominciò a dire Castiel. “ Sam accettò di fare un incantesimo di LEGAME. È un legame che si può fare se dall’altra parte, la persona è qualcuno con cui hai un legame di sangue o un sentimento molto forte. Nel caso di voi due la magia era resa più forte dalla doppia dose di componenti, quindi avrebbe funzionato ancora meglio. All’inizio, l’idea era solo quella di cercare di riportarti tra di noi, cercando di stabilire un contatto emotivo con te, mentre Sam rimaneva QUA, ma Sam non voleva rischiare di lasciarti solo con lei..e quando gli dicemmo che il legame che c’è tra di voi, avrebbe funzionato da interferenza se fossi stato a distanza ravvicinata con lui e che quindi non c’era possibilità per Amara, di prenderti, se tu eri nelle vicinanze..ha accettato..”

“Ha accettato cosa?” chiese Dean.

“Ha accettato, sempre con l’aiuto di Rowena, di raggiungerti con la mente. Solo che la tua mente era schiava del mondo che il Djinn e Amara avevano creato per te, quindi Sam sarebbe finito nello stesso posto.”
 
Ci volle un po’ prima che Dean si riprendesse e metabolizzasse quello che Sam aveva fatto. PER LUI.



“Io continuo a non capire..quindi Sam sarebbe finito in una sorta di catalessi come me? Dove? Qui al bunker?”

“Questo non è necessario saperlo..” cominciò Sam a disagio.

“Sì che è necessario, invece, Sam. Dean, tuo fratello è rimasto sul fondo del lago per SEI MESI” disse Castiel.
 
Il mondo crollò su Dean per la millesima volta quel giorno. Sam..sul fondo di un lago per sei mesi?



“Come ha fatto..a non affogare?” chiese sconvolto.

“Non ho mai detto che non è successo.” Dichiarò Sam.

“Ma..tu sei ancora qui..quindi..” disse Dean.
Sam sospirò.

“ La magia che Rowena mi ha fatto, mi ha impedito di morire..e la mia mente alla fine, soggiogata da quello che stava vivendo, mi ha permesso di concentarmi su..altro, ma questo non significa che non smettevo di affogare. Ancora e ancora e ancora.”

Dean ascoltò a bocca aperta quella confessione e poi si rivoltò contro Castiel.

“Come hai potuto lasciarlo li?? Perché non è rimasto qui?? A casa???”

“Credi che fosse una nostra scelta quella di lasciar marcire tuo fratello sullo sfondo di un lago per mesi?? Quando Sam si è fatto fare quell’incantesimo da Rowena, era da tutt’altra parte! Poi è arrivata Amara e l’ha preso.”

“Che cosa?” chiese Dean a bocca aperta.

“Credevi che ce l’avessimo buttato noi sul fondo del lago? Non sapevamo dove si trovasse Sam. Amara, furiosa nel scoprire che Sam stava cercando di raggiungere Dean, non ha avuto il coraggio di ucciderlo, ma l’ha buttato sul fondo di quel lago. I motivi possiamo solo dedurli. Forse pensava che bastasse questo per ucciderlo, forse pensava che l’affogamento avrebbe bloccato e sviato la magia in corso, forse non ha avuto il coraggio di ucciderlo, perché temeva che l'avresti odiata, se fossi venuto un giorno a scoprirlo.” Disse Castiel.

“Aveva ragione!!” sbottò Dean, dando un pugno sul tavolo.

Sam e Castiel si volsero di soprassalto verso di lui.



“Quello che ci ha fatto..quello che ha fatto a Sam..non glielo perdonerò mai!!!” disse Dean, tenendosi la testa tra le mani.

“Dean…io..” cominciò Sam, poi si bloccò.

“Sam? Hai detto qualcosa?” disse Dean, poi strabuzzò gli occhi.
“Sam?”

“Hhhh..” gemette Sam, tenendosi lo stomaco, poi crollò in ginocchio sul pavimento.
 
“SAM!” Gridò Dean, precipitandosi da lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sam ha scelto spontaneamente ***


“Sam, Sam, Sam! Ehi, mi senti?” gli chiese, mettendogli le mani sul viso.

“Non…non riesco a..resp-irare…” gemette Sam.

“Certo che riesci. Come potresti non riuscire? Cosa ce li hai a fare dei polmoni se no? Avanti su, respira.” Disse Dean, cercando di sdrammatizzare.

“Mi manca..il fiato..sto annegando..”

Dean sbarrò gli occhi, ma si impose di restare calmo.

“No che non stai annegando, ci siamo già passati, ricordi? Ti ricordi quando giocavamo al gioco di cos’è reale o no? Te lo ricordi, sì?” disse Dean, tenendogli le mani sul viso.

Sam con gli occhi chiusi, annuì.

“Bene, allora se te lo ricordi, devi ricordarti anche che un buon gioco finisce sempre allo stesso modo, no? Ti ricordi come finiva quello?”

“Si. Sì.” Disse Sam, aggrappandosi a lui e restandogli abbracciato.

Dean annuì e gli accarezzò la testa mentre lo sentiva rilassarsi contro di lui.

Poi vide Castiel che  li guardava senza fare niente.
 
“Che cosa stai facendo là impalato?? Vai a prender un bicchier d’acqua, no?” disse Dean scontroso.

Castiel lo guardò male, ma ubbidì, non senza una frecciatina.
 
“La prossima volta che dirai di vedermi come un fratello, ti ricorderò le differenze di trattamento.” Disse, mentre Dean lo fissava confuso.
 
 
 
Tempo dopo, Castiel tornò da Dean, dopo esser stato in camera con Sam a parlare.

“Come sta? Si riprenderà, vero?” gli chiese Dean.

“Difficile dirlo.”

“Come sarebbe? Sei un angelo, no? Non puoi farlo star meglio?”

“Io posso curare i sintomi psicosomatici che prova sul momento, non il trauma in sé. Non posso prevedere se e quando avrà un’altra crisi, ma credo che sicuramente ne avrà altre.”

“Dio santo. Come ha potuto Amara..fargli questo.” disse Dean, mettendosi una mano sugli occhi.

“Non è stata Amara, Dean, ma Sam.”

“Lei l’ha buttato nel lago, è a causa sua che lui adesso..”

“Dean, ho parlato con Sam prima..e mi ha confessato come sono andate le cose.”

Dean lo guardò senza capire.
 
“Non era vero che Amara aveva trovato Sam e ha deciso di disfarsi di lui. L’incantesimo per funzionare, aveva bisogno di una forza potente che congelasse la mente di Sam. Nel tuo caso era il djinn, nel caso di Sam, era l’acqua.

“Io..non capisco..”

“Sam ha scelto spontaneamente di farsi gettare nel lago. Era l’unica possibilità per riuscire a raggiungerti. Diversamente, sarebbe tornato alla realtà dopo poco, perché l’incantesimo si sarebbe dissolto. C’era bisogno di qualcosa  che lo congelasse, come l’acqua ghiacciata. L’acqua del lago ha mantenuto vivo l’incantesimo, che avrebbe potuto spezzarsi solo nel momento in cui la sua coscienza si sarebbe resa conto di cos’era reale e cosa no, nel momento in cui si sarebbe ricordata chi era.”

“È terribile. E Sam ha fatto tutto questo per..ME. Per potermi riportare a casa?”

“Sì.”

“Ma..perchè ha mentito allora?”

“Non voleva farti sentire in colpa, quando avresti realizzato e capito quanto aveva rischiato per te, ma prima abbiamo parlato, visto che alcune cose non mi tornavano. Sam l’ha fatto anche perché non voleva che ti arrabbiassi con Rowena, visto che è stata una sua scelta, Rowena ha fatto solo quello che lui le ha chiesto. Ha detto questo anche perché trovava troppo crudele che tu pensassi che Amara avesse fato questo. Ha detto che se devi odiarla è giusto che sia per quello che ha fatto a voi, ma non per qualcosa che non ha fatto.”
 
Dean si scrollò i capelli tra le dita e poi si coprì gli occhi con le mani.

“Voglio andare da lui.” Disse poi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Confort e lussuria ***


Quando Dean timidamente entrò nella stanza di Sam, bussando appena, lo trovò sul letto, per metà seduto, sembrava meditabondo, ma anche sfinito.

“Come sta il malato? Vuoi un’altra pizza?”

“Zitto o mi verrà anche da vomitare.” Disse Sam con una smorfia.

“Uhh. Qui qualcuno ha lo stomaco delicato. Guarda che Castiel mi ha raccontato di come te ne sei sbranata una.”

“Questo prima..” mugugnò Sam, tenendosi lo stomaco.

“Ti fa ancora male?” gli chiese Dean, un po’ preoccupato.

“No..credo sia solo un po’..di tensione per l’attacco di prima.” disse Sam, un po’ imbarazzato.
 
Dean si sedette sul letto e cercò il modo migliore di affrontare la questione.



“Sam, perché non hai detto subito che Amara non c’entrava con quello che hai fatto tu?” gli chiese tranquillo.

“Cosa?? Sei impazzito? Certo che lei c’entra. L’ho fatto perché lei ha fatto quello che ha fatto.”

Dean restò a guardarlo e Sam capì.

“Ohhh, ma certo, Castiel se l’è cantata, giusto. Ti ha detto del lago, dovevo immaginarlo.”

“Avresti dovuto farlo tu..”

“Quindi..adesso sei contento che la tua bella spasimante non è poi così cattiva come sembrava, eh? Stai tirando un sospiro di sollievo.”

“Sam, ma sei scemo?? Io lo sto dicendo solo perché avrei dovuto sapere subito fino a che punto ti sei spinto per salvarmi!!” disse Dean arrabbiandosi.

“Questo non cambia le cose..”

“Le cambia eccome invece..” disse Dean, poi vide Sam tenersi di nuovo il petto. “Stai di nuovo male?”
 


“Sì. Esci, per favore.”

“Hai voglia di scherzare? Io non ti lascio.”

“Certo. Come sempre, no? Dici sempre che non mi lasci, e poi..inferno, purgatorio..Amara!”

Dean lo fissò basito.

“Sei geloso di lei?”

“Non dire stronzate.”

“Prima Benny, poi Crowley, ora Amara, quindi? Sam, te l’ho già detto una volta, nessuna delle persone che io ho conosciuto, può contare più di te. Te l’ho già detto una volta e sono stanco di..”

“VATTENE – VIA.”

Dean restò a fissarlo basito.



“Se sei stanco..di sentirmi..di sentire le mie lamentele, allora vattene. Io sono stanco di sentirti dire ogni volta quanto sei deluso da me.”
 
 
Dean restò a fissarlo ancora, a guardarlo tenersi il petto con le mani.

“No.”

“Dean..” sospirò Sam.

“Sono stanco di scappare. Non facciamo altro. Litighiamo e scappiamo. Smettiamola, ok?” disse lui.

Sam lo guardò senza rispondere.

“Posso?” gli chiese Dean, indicandogli la pancia.

Sam lo fissò confuso, senza capire, poi quando Dean si avvicinò al letto, cominciò a scuotere la testa, in agitazione.
 


“Dean, dai, non ho più dieci anni che ho bisogno del massaggio.” Disse Sam, cercando di divincolarsi, ma la sua protesta era resa debole dalla sua debolezza.

“Non dire cazzate. Non volevi farti più toccare già allora.” Disse Dean, sedendosi sul letto poggiando a forza la testa di Sam sul suo petto.

Sam biascicò qualcosa di imbarazzato, sul fatto che a dieci anni si è già grandi, ma Dean non lo ascoltò.
 
“Sam, per una volta nella tua vita, sta zitto. E respira.”

“Fottiti.” Disse Sam, riuscendo a strappargli una risata, ma fece lo stesso quello che gli disse Dean.
 


Dean cominciò a massaggiargli piano la pancia.

Sam lo lasciò fare, decidendo molto saggiamente che forse le parole erano più imbarazzanti del silenzio e poi era sicuro che Dean non lo avrebbe lasciato in pace finchè non lo avesse accontentato.
 
“Grazie, Sam..” disse Dean, dopo un minuto di silenzio, massaggiandogli piccoli punti concentrici con le dita.

“Mm..sta zitto e continua..”
 
Dean sorrise tra sé, soddisfatto che il suo massaggio piacesse al minore. Era così strano stare lì e massaggiare la pancia di suo fratello, come aveva fatto forse solo una o due volte, quando Sam era molto piccolo. Il Sam che lui ora aveva appena imparato a conoscere, non era tipo né da attenzioni, né da coccole. Ricordava la sceneggiata che aveva fatto solo perché quella volta fece il gesto di volerlo imboccare con il cucchiaio quando stava male per le tre prove.

Per questo era strano ora, fare questo, con i capelli lunghissimi di Sam, che gli solleticavano appena il collo. Vederlo così docile e che acconsentiva a una semplice eppure forte cosa, come un massaggio, era bello.
 
Dean non seppe neanche di aver cominciato a massaggiarlo in maniera diversa. Non più facendo pressione con le dita o come se tastasse il pane, ma finendo per accarezzargli la pancia a palmo aperto, proprio come una carezza. Sentì lo stomaco di Sam sospirare appena.

Dean non riusciva a capire se il calore che sentiva all’improvviso, provenisse dalla sua mano, da Sam o da lui. Continuò ad accarezzarlo, lui ipnotizzato ad accarezzare Sam. Sam ipnotizzato a lasciarsi accarezzare, preda entrambi come di una musica silenziosa che li trasportava entrambi in un altro mondo e li cullava, ora dolce, ora sensuale.



Sentiva Sam sospirare con lo stomaco e contrarlo appena, man mano che la palpazione era più marcata.
 
Sam fece un altro sospiro, come cercando di trattenersi dal farsi sfuggire un verso.

“Smettila.” Disse all’improvviso.

“Ti faccio male?” gli chiese Dean, con voce più roca di quella che avrebbe voluto.

“N-no..ma..”

Dean percepiva il disagio di Sam, dal modo in cui contraeva lo stomaco, ma era più forte di lui, non riusciva a fermarsi.
 

Sam sospirò ancora, quasi un gemito, reclinando la testa di più all’indietro, contro di lui.

Quindi gli piaceva quello che stava facendo.

Forse dovrei fermarmi pensava Dean, con la mente annebbiata , ma il suo cervello gli suggeriva ora l’immagine della sua mano che andava a slacciare i jeans di Sam, per continuare meglio il massaggio..
 
“AHH.”



Dean spostò subito le mani via da Sam, quando lo sentì gridare. Non si era accorto di aver fatto talmente tanta pressione con le dita, da fargli male.

“Scusami, io non..non volevo..”

“non importa.” Disse Sam, drizzandosi a sedere.

Dean lo guardò e vide che le sue guance erano lievemente rosse.


“Davvero, non volevo farti male..come va lo stomac..” disse Dean, cercando di avvicinare un braccio, ma Sam alzò la mano per fermarlo.

“Ti ho detto che sto bene, ma ora..mi è venuto sonno…quindi vattene. “ disse Sam sdraiandosi, ma Dean capì che esagerava apposta e che non era davvero arrabbiato.
 
 
Quasi scappò dalla sua stanza, Dean, pensando con orrore al fatto che aveva continuato a palpeggiare lo stomaco di Sam, cercando di ottenere proprio da lui una reazione del genere. Non sapeva neanche lui cosa. Una reazione, un’emozione, soprattutto l’aveva infiammato pensare di essere lui a riuscire a provocargli tale reazione.
 
Perché?
 


 
Si infilò sotto il getto della doccia, cercando di calmarsi.
Cosa era successo in quella stanza?

Si era avvicinato a Sam con l’intento di farlo star bene, poi cosa era successo?

Ripensò a come Sam docilmente e con tutta la naturalezza – una naturalezza che non aveva mai avuto in vita – si sdraiò quasi su di lui e con tutta la fiducia del mondo, aveva lasciato che lo massaggiasse.

Ripensò a come piano piano, i massaggi erano diventate carezze, a come si sentì poi quasi bene ad abbracciarlo, a prendersi cura di lui.

Ripensò a come non voleva quasi più togliergli le mani di dosso.

E a come desiderò, con desiderio violento quasi, strappargli un gemito più forte, di quello che le sue orecchie riuscivano a sentire.
 
Si concentrò allora sui suoi sussurri, sui sospiri che aveva sentito con nitidezza, gemiti quasi, a come quel suono indistinto lo aveva inspiegabilmente infiammato.

A quando desiderò di sentirne ancora, più forte.
 

“Ah. Ahh..” Ora era Dean che stava gemendo, piano, quasi controllato, mentre aveva preso a masturbarsi piano il membro che era diventato inspiegabilmente duro, pensando a Sam che sospirava e gemeva.

Ma era assurdo.

“Ahh. Ahhh.” Più pensava che era assurdo e più gli diventava duro. Cominciò a masturbarsi più forte, sempre più velocemente, senza riuscire a fermarsi, o a fermare quelle immagini.

Che erano più di semplici immagini.
 
Altri due minuti e venne, nella sua mano, reprimendo a fatica un grido.

Aveva appena avuto un orgasmo. Appoggiò la fronte alle piastrelle azzurre, cercando di riprendersi.
 
 























 Note dell'autrice: 

allora, stavolta le note servono xd avevo grandi speranze per questo capitolo, ma, per la fretta di arrivarci, l'ho scritto subito dopo (o quasi subito ) altre due scene, visto che oggi ho aggiornato tre capitoli in tutto xd e quindi temo non sia venuto perfetto come volevo .-.vi chiedo quindi solo una cosa..vi è piaciuto almeno un pò? xd è venuto un pò eccitante almeno o fa ridere? ahha xd alla prossima! 

ps ora vi farò sghignazzare, ma per la scena del massaggio, un pò ho preso ispirazione da quello che ho provato io quando sono andata dal gastroenterologo ahha xd nel senso che deve palparti lo stomaco per capire dove hai male e qualche piccolo grido l'ho mandato diciamo xd perchè alla fine io sono ancora un pò dolorante di stomaco ahha xd anche se non mi è dispiaciuto il "massaggio" (se hai una parte dolorante, i massaggi li senti sempre come piacevoli, anche se ti toccano in parti che ti fanno male, è difficile da spiegare )

è solo per spiegarvi che se Sam grida, ecco non è una cosa del tutto campata in aria, se hai male, è normale xd poi in questo caso comunque, magari Sam mentre gridava aveva anche altri pensieri, chi lo sa ahhah xd a prestooooo scappo xd

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La tua vicinanza mi rende felice ***


“Vuoi una foto?” chiese d’un tratto Dean a Castiel che se ne stava lì impalato a fissarlo.

“Come?” chiese l’angelo che se ne stava appoggiato al termosifone.

“Una foto con autografo? Oppure vuoi il panino? Te ne stai li impalato a fissarmi.”

“Non pensavo che il tuo spazio vitale avesse similitudini con la Dea Medusa e avesse quindi il divieto di porgere lo sguardo. Cercherò di tenerlo a mente.”

Dean fece una smorfia e continuò ad addentare il suo panino con l’hamburger.

“Cos’hai? Sembri diverso.”

“Ne dubito fortemente. Sto possedendo un corpo di un tramite, tenuto in vita da me che sono un angelo, quindi sono immortale. Non posso cambiare.”
 
Dean lasciò perdere il panino e si avvicinò a lui, fissandolo.



“Sei arrabbiato con me.” disse e non era una domanda.

“Dean.” Disse Castiel con quella vocetta esasperata che Dean definiva davvero fastidiosa. “Tu pensi che tutti siano sempre arrabbiati con te, questo fondamentalmente perché tu sei un essere umano arrabbiato.” Disse indicandolo.

“Non provarci. Non cercare di manipolarmi. Io e Sam abbiamo passato una vita a manipolare per difenderci dai mostri e a essere manipolati dai suddetti, quindi capiamo tutti i trucchi.”

“Forse te ne è sfuggito qualcuno.”

“Smettila. Hai qualcosa, me lo sento. Sei arrabbiato con me per qualcosa, che cosa?”

Castiel fece una smorfia.

“Forse se fossi più gentile con chi vuole aiutarti..”

“Oh, andiamo Cas! Io ti maltratto sempre. È così che va il nostro rapporto e a te è sempre stato bene così. È il mio modo di dirti che ti voglio bene.” disse gesticolando “ma adesso qualcosa è cambiato ed è cambiato da quando io e Sam siamo tornati. Cas, c’è qualcosa che dobbiamo sapere, forse?”
Castiel lo fissò serio.
 
“Sono solo un po’ stanco, Dean. Ricordati che anche io ero in quel mondo e forse ne subisco ancora gli effetti.”

“Ma quel mondo era solo un sogno..” sussurrò Dean.

Castiel scosse la testa.

“No? Come sarebbe a dire NO?” chiese Dean.

“Quello che avete vissuto, era reale, anche se i vostri corpi sono rimasti qui. Avete vissuto un’altra vita, in un altro mondo.”

“Ma il mondo non è stato creato dal djinn?”

“Io..non lo so. È ancora da definire bene questa parte.”

“Okay, forse mi sfugge qualcosa, ma perché qui sembra che è in atto o in corso un fortissimo stravolgimento emotivo? Stiamo parlando di fiabe, no?”

“Sì.”

“Aspetta..ti ho fatto..qualcosa in quella specie di mondo? Ti ho trattato male o..”

Castiel volse lo sguardo su Dean e gli sorrise.

“In quel mondo, ero tuo fratello.”
 


Stupore, shock e meraviglia colpirono Dean davanti a questa rivelazione.

“Mio..fratello? Quindi, anche di Sam?”

“No. Di Sam no..vedi, la fata…voglio dire, Amara..ha giocato un po’ con noi..con le nostre vite. Noi abbiamo avuto più ruoli..più..vite”

“Più…vite?” chiese Dean.

“Sam era tuo fratello anche in quel mondo, poi ad un certo punto..avete vissuto come un’altra vita ancora e non lo era più..ma eravate comunque legati” disse per tranquillizzarlo. “Poi sono subentrato io..e io ero tuo fratello invece.”

Dean era scioccato e meravigliato insieme.

“Eravamo..legati?”

“Molto.” Disse Castiel senza però guardarlo. All’improvviso Dean parve desolato.

“Da quando sono tornato, non ho fatto altro che maltrattarti, ecco perché eri così scocciato..Castiel, io non..”

“Non scusarti.” Disse Castiel, alzando le mani. “Ci mancherebbe che devi scusarti per una cosa che non ricordi.” Ridacchiò poi. “Sono solo contento che sia tu che Sam, siete di nuovo qui entrambi sani e salvi e che siamo di nuovo tutti noi stessi.”

“Raccontami di quella vita..detesto il fatto di non sapere.” Provò ancora Dean.

“Non ora. E non ancora. C’è bisogno che anche io recuperi un po’..per ricordare bene.” si giustificò Castiel,sperando che Dean abboccasse.

Dean non abboccò, ma lo fissò serio, per poi abbracciarlo di slancio.

Castiel ricambiò piano, intenerito.
 
 
 
 
 
*

Dean stava guardando la televisione, quando sentì, più che vederlo, Sam che gli appoggiava le mani sulle spalle da dietro.

Dean si voltò a guardare quella mano, appogiata sulla sua spalla, poi volse lo sguardo sul minore.

“Come stai?”

“Ora che ho riposato un po’, meglio. Ma sono ancora confuso.” Disse ancora Sam, andandosi a sedere sul divano.

Dean lo fissò solo per un attimo, poi, ricordandosi di quello che aveva fatto poco prima nella doccia, distolse subito lo sguardo.

“è normale dopo quello che ci è successo.” Disse Dean.

“Che ore sono?” chiese Sam, sbadigliando.

“Le quattro del pomeriggio. Sai, penso che Castiel ci nasconda qualcosa.” disse ancora.

“Che cosa te lo fa pensare?”
 
Dean gli raccontò tutto quanto del loro discorso, di come Castiel era sembrato distante, confuso, forse addirittura ferito da qualcosa.



“Dean, se quello che ha detto Cas, è vero, lui ha provato più volte a riportarci a casa e non l’abbiamo ascoltato. E quando torniamo, non gli diciamo neanche grazie. Credo sia per questo che è un po’ contrito.”

“Ma non è da lui..voglio dire..cioè..non lo so..sì, forse hai ragione tu..è che mi sento..non lo so neanch’io.”

“Avresti preferito non tornare?” gli chiese Sam.

“Cosa? No! Certo che no. è ovvio che sono contento di esser tornato, che razza di domande.” Disse Dean alzandosi. “Senti, che ne dici di uscire?”
“Uscire?”

“Non vorrai seppellirti in questo bunker. E poi credo che abbiamo bisogno di svagare un po’ con la testa, non credi?”

“E tu credi davvero che dopo quello che ci è successo, tu te la senti di guidare?” chiese Sam.

Dean scosse le spalle. “Non faccio mica uso di stupefacenti.” Disse Dean sorridendo.



Chiami bello queste schifezze??”

“Mi fanno sentire bene!!”

“Questa roba ti ucciderà!!”
 
Sam si riscosse da quei pensieri che erano arrivati a trafiggerlo con una scarica inquietante.

“Allora? Ci andiamo a mangiare una pizza di quelle che dico io, che ne dici eh?” chiese Dean ammiccando.

“Ne ho appena mangiata una qualche ora fa.”

“E che fa? Ne mangerai un’altra o la lascerai finire dal sottoscritto. Oppure mangerai qualcos’altro, non fare il guastafeste e accetta il mio appuntamento.”

Sam fece una smorfia.

“Vado a mettermi il completino a festa.” Disse Sam facendo un sorrisino sarcastico.

Quando si voltò, si lasciò scappare un “AHH.” perchè Dean gli aveva dato uno scappellotto sul sedere.
 


“Sei proprio un coglione.”

“La devi smettere di urlare, quando ti tocco. È indecente. Qualcuno potrebbe pensare male.” disse Dean con fare teatrale.

“Ribadisco quanto detto. Coglione.” Disse Sam, ma non sembrava davvero arrabbiato, anzi sorrideva e le sue guance si erano imporporate leggermente.

Dean scoprì che gli piaceva da matti quando succedeva.

Mentre guardava Sam allontanarsi per cambiarsi, capì che la vicinanza di Sam aveva in questo momento il potere di renderlo felice.

Non voleva pensare a quanto successo solo poco prima, anzi era grato a Sam che sembrava averlo dimenticato e aveva tutta l’intenzione di farlo anche lui, ma quello che sentiva ora…era che davvero averlo vicino lo faceva sentire BENE.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Avere ancora..ventisei anni per sempre ***


Sam non era in camera, perché aveva deciso di farsi una doccia.

Dean era preoccupato, si chiese se avrebbe dovuto forse preoccuparsi, visto che Sam aveva avuto quell’attacco di panico ripensando alla sua paura di affogare, quel pensiero gli fece venire in mente però, Sam sotto la doccia e quindi di riflesso a quello che aveva fatto lui sotto la doccia!

Decise di sviare subito, cercando di chiudere la mente. Basta. Era stato un incidente ed era capitato solamente perché erano vicini e perché il grido di Sam era stato facile da paragonare a un grido post orgasmo e probabilmente la rassomiglianza aveva portato ad eccitarlo, era stato puramente un caso che in quel momento l’unica immagine che poteva prendere come riferimento, era Sam.

Ma andiamo..eccitarsi per suo fratello? Non era così, non era quello che era successo e soprattutto, Sam non avrebbe dovuto mai saperlo. Mai. Non avrebbe sopportato la sua espressione disgustata e schifata che avrebbe letto nei suoi occhi.
 
Sam ancora non tornava e Dean davvero non sapeva perché non si decideva a lasciare la sua stanza. Se Sam fosse tornato da lì a poco trovandolo lì, avrebbe dovuto dare spiegazioni e non credeva di riuscire a spiegargli come mai si trovava lì. Non lo sapeva neanche lui, sapeva solo che, era entrato nella sua stanza spinto da un’emozione, che poi era anche l’emozione che lo aveva spinto a chiedere a Sam di prendersi una serata solo per loro due.

Un’emozione strana, che suggeriva a lui stesso di andare nella camera di Sam a cercare qualcosa, qualunque cosa, che potesse avere a che fare con un segreto, forse.



Non sapeva cosa stava cercando, forse qualunque cosa, che avrebbe potuto rivelare a Dean, che Sam gli nascondeva qualcosa, un diario forse? Con magari delle cose, parole, frasi, che non gli aveva mai detto? Non sapeva perché Sam avrebbe dovuto mai fare una cosa del genere, ma Dean ci sperava quasi. Non si era mai sentito così bisognoso di scoprire più a fondo pensieri e frasi nascoste del minore, meglio ancora se riguardavano lui.

E lui veramente, ora desiderava sapere cosa suo fratello pensava di lui. Sam non era il tipo da dirglielo, era più il tipo da nascondere le cose, ma a pensarci bene, non era neanche il tipo che si metteva a tenere un diario segreto, non lo faceva neanche a quindici anni.
 
E allora che cosa cercava?

Incurante di cos’avrebbe pensato Sam, se lo avesse scoperto in flagrante ad aprire e rovistare tra le sue cose, si mise ad aprire una scatola che sembrava più grande delle altre e lì dentro ci trovò dei piccoli oggettini, tra i quali anche delle foto di loro due da giovani.

Sorrise. Suo fratello conservava delle foto di loro due.

Poi vide qualcosa che gli mozzò quasi il respiro.
Il suo ciondolo.

Quello che aveva buttato, quel giorno di tanti, tanti anni fa.
 


Aveva scoperto che in realtà Sam l’aveva tenuto sempre con sé e qualche mese prima, Chuck glielo aveva fatto ricomparire nella giacca, avevano poi visto che si illuminava al cospetto di Dio, cioè Chuck.

Non avevano mai davvero parlato di quella storia, cioè, Dean aveva chiesto spiegazioni a Sam e lui brevemente gli disse che l’aveva raccolto quando lui aveva fatto quello show di buttarlo nel cestino. Finita la conversazione.

Dean avrebbe voluto continuarla, avrebbe voluto chiedergli scusa, abbracciarlo, chiedergli cosa aveva pensato di quell’azione, o provare a giustificarsi.

Ma non aveva più vent’anni. Nessuno dei due aveva più vent’anni e il peso delle parole non dette e delle azioni non fatte, pesava ora come i silenzi che erano diventati macigni.

Si rigirò il ciondolo tra le dita, pensando a quanto ancora una volta aveva avuto l’occasione di non deludere suo fratello e l’aveva sprecata.

Era stata una bella occasione che Dio , era proprio il caso di dirlo, stavolta non era una frase fatta, gli aveva dato un’altra volta, quella di rimediare a una brutta azione compiuta anni fa, avrebbe potuto approfittarne per tornare a portarlo al collo, un’azione che sarebbe valsa più di mille scuse, per Sam.

Quell’azione tanto semplice però, non ci fu.

Perché devo sempre deluderlo? Si chiese a quel punto, Dean. E così ripensò a Chuck, a quanto Dean gli disse in faccia di essere deluso da lui, a quanto chissà quante volte Chuck si era sentito deluso lui stesso dal genere umano e capì di essere solo uno sciocco e patetico essere umano che continuava a dare la colpa agli altri, senza avere il coraggio di guardare in faccia i suoi fallimenti e chiedere perdono.
 
Chiuse la scatola e la rimise al posto, ma continuò a tenere il ciondolo tra le mani e poi se lo rimise al collo, pensando che avrebbe atteso il coraggio necessario per dirlo al minore. Per adesso non gli andava di essere coraggioso.
 
Decise di uscire dalla sua stanza, prima che Sam arrivasse.
 
 



“Sono pronto. Andiamo?” gli chiese Sam, trovandolo semisdraiato sul divano, quasi appisolato.

“Uhm..sì..sì,arrivo.”

Sam lo guardò con una smorfia.

“Non hai nemmeno quarant’anni. Vergognati.” Disse, prendendolo in giro per il suo pisolino.

“Come osi? Sei tu che ci metti una quaresima per prepararti, principessa.”

“Lasciamo stare principi e principesse per un po’, che ne dici?” gli chiese ed entrambi emisero una risata un po’ forzata.

“Adesso ti faccio vedere io, la mia resistenza alla guida.” Dichiarò Dean.
 
 
 
 
 



*

“Beh, ammetto che sono stupito. Complimenti.” Dichiarò Sam.

“E sei stupito in positivo o..” ammiccò il maggiore.

“Mi hai sorpreso positivamente. Devo ammetterlo, questa volta.” Disse Sam, assaggiando i suoi ravioli al burro.

“Mi sembra una vita che non mangio la pasta.” Disse Dean, emozionato, mangiando i suoi spaghetti alla bolognese.

“Un ristorante italiano in tutta la zona e sei andato a beccarlo tu?” chiese Sam.

“La cucina italiana è la migliore. Non credere che non mi sia informato già da molto tempo. Ricordavo che da queste parti c’era un bel posticino.”

Sam lo guardò un po’ stranito.

“Secondo te, come facciamo ad essere così in forma, nonostante quello che ci è capitato?”
Dean lo fissò.

“Sì, insomma, come mai non siamo disidratati o con i muscoli atrofizzati, dopo essere stati mesi immobili in una sorta di coma magico? Come fa il nostro cervello a non essere poltiglia? Insomma, noi ci muoviamo, camminiamo, respiriamo, mangiamo..siamo in perfetta forma!”

“O magari..siamo ancora dentro il sogno e stiamo sognando di essere tornati, che ne dici?”

Sam lo guardò terrorizzato a quell’idea.



Dean ridacchiò leggermente.

“Non è divertente, Dean.”

“E dai, un po’ sì.”

“Per te, quindi, tutta questa storia è un gioco?”

“Senti, Castiel ci ha già raccontato che il djinn assoldato da Amara, era un djinn particolare, il cui scopo non era quello di assorbire la nostra linfa vitale. Di norma saremmo morti entro pochi giorni, ma noi siamo rimasti noi stessi e come congelati per sei mesi, Castiel sostiene che abbiamo vissuto un’altra vita in un altro mondo e al momento non la ricordiamo. Potrebbe essere qualunque cosa, bella o brutta, ma vuoi davvero polverizzarti il cervello cercando di ricordarla? Io no.”

Sam sbuffò.

“Stai almeno facendo ricerche su Amara? O Lucifero? Sono entrambi ancora là fuori.”

“No.”
Sam fece una smorfia sarcastica.

“Dean, sono due problemi grossi come una casa. Noi dobbiamo pensarci. Sono pericolosi e..”

“Ci penseremo, ma non stasera.”
 
Sam tornò a guardarlo, corrucciato.

“Qual è il problema? È per Cas? è perché ti ha detto che era tuo fratello nell’altro..”
“No.”

“Però, quando me ne parlasti in macchina, sembravi molto scosso.”

“Non sono scosso. È solo che non me l’aspettavo. Sono abituato a pensare solo sempre a te come fratello e l’idea che lui avrebbe voluto anche fare finta di niente e non dirmelo è..”

“Scusa, hai detto?” lo richiamò Sam.
Dean si leccò le labbra.



“Sono sempre stato abituato a vedere solo te come fratello, Sam. Sempre è stato così. Questa è stata sempre per me una sicurezza, in un certo senso, un porto sicuro…poi arriva Cas e sconvoge tutto con questa notizia inaspettata..voglio dire, ero sceso a patti con il fatto che avessimo anche Adam come fratello, ma non era..insomma..mi vergogno a dirlo, ma non..”

“Non lo sentivi come un fratello..” disse Sam.

“Sì..mi dispiace, io ci ho provato, ma non…con Castiel era diverso, invece. Ci conosciamo da tanto e per me è stato sempre come un fratello, ma non era mio fratello, capisci cosa intendo? Tu lo eri, invece, lo sei sempre stato.

Sam sentì una fitta di emozioni a sentire queste parole.

“E poi all’improvviso, Castiel  è mio fratello e tu non lo sei più. Non so come venire a patti con questa cosa, non so come si fa a scendere a patti con qualcosa che non ricordo. Penso che..forse ho solo paura di perdere le mie certezze. Forse ho solo bisogno di ricordarmi che tu sei qui e io sono qui..e siamo qui insieme e non ho perso l’unico legame che mi è rimasto con la mia famiglia.” Disse Dean, sentendosi all’improvviso svuotato e prosciugato e imbarazzato dall’aver aperto il suo cuore, cosa che non faceva da tanto, troppo tempo, specialmente con il fratello.

Cercò la sua mano, come conferma al fatto che condividesse le sue parole e non le deridesse, ma Sam, ritirò la mano. Sembrava imbarazzato.



“E io ho bisogno che tu capisca che ti resterei vicino e non ti abbandonerei, anche se non fossi mio fratello,  anche se non fossi un famigliare.” Disse Sam.

Quella frase sembrava di gran lunga più importante di tutto il monologo di Dean e i due si ritrovarono ad arrossire entrambi.

“Direi che ora per i sentimentalismi siamo a posto fino ai prossimi vent’anni. E anche che ci vuole dell’altro vino.” Disse Dean ridendo.

Sam rise e andò a chiedere alla cameriera, dell’altro vino.
 


Dean lo guardò allontanarsi con il sorriso sulle labbra. Il peso che sentiva sul collo in quel momento, aveva assunto i connotati di un peso dolce. Era convinto che avrebbe parlato a Sam del ciondolo, che avrebbe trovato il coraggio di confessarglielo, durante il tragitto in macchina, ma erano finiti a parlare di Castiel, del djinn e l’atmosfera non era adatta. Sembrava che ora ci fosse, ma passando da un estremo all’altro, si era reso conto che ora era troppo sdolcinata e come sentiva il bisogno di scappare al più presto da tanti sentimentalismi, non si sentiva in vena di alimentarli, parlando del ciondolo che si era rimesso al collo.

Cos’avrebbe potuto dirgli Sam, se anche glielo avesse detto? Oh, bravo!! Ce l’hai fatta. Meglio tardi che mai. E mettersi quindi a ridere a mò di ma sì, sai quanto me ne frega. E poi quanto ridicolo doveva essere, a toglierselo, rimetterselo, buttarlo, poi dire di non volerlo, poi lasciarlo lì e ora a riprenderselo? Sam che cos’avrebbe dovuto dire? Come avrebbe dovuto rispondere se non con una risata? Non certo, prendendolo sul serio.

E forse il motivo per cui non voleva dirglielo, era proprio perché non voleva incorrere nell’illusione, poi delusa, nella disillusione, anzi, di scoprire che Sam non avrebbe reagito come si aspettava.

Forse perché aveva sminuito lui per primo, il valore del ciondolo e ora invece era tornato ad averne il valore originale che aveva all’epoca. D’un tratto aveva ancora tredici anni, un bimbetto che si trovava davanti un curioso oggetto, che alla fine suo fratello minore non aveva nemmeno scelto per lui, ma non importava, a quel bimbetto non fregava nulla, perché per lui quell’oggetto aveva quel valore incommensurabile, come se Sam fosse sceso apposta in una gioielleria e avesse comprato per lui il gioiello più prezioso che esista.

Per lui.

Aveva ancora tredici anni, era ancora quel bimbetto.

E aveva ancora ventisei anni, ventisei anni per sempre e portava ancora al collo quel ciondolo, giorno dopo giorno, tutti i santi giorni.

E aveva ancora, ventisei anni per sempre.
 
 
“Dean, ti sei incantato, per caso?” gli chiese Sam, tornando con una bottiglia di vino.

Dean sollevò lo sguardo, cercando di ricacciarsi indietro le lacrime perché non voleva che suo fratello lo vedesse piangere.

Un ragazzino di tredici anni che si commuove, pensando a un amuleto.

Anzi, a un ricordo.


Quando alzò lo sguardo, vide gli occhi verdi di Sam e si rispecchiò in quel verde, pensando che se tutti lo avessero visto, avrebbe potuto convincere tutti gli inquinatori e gli industriali di questo mondo, a non fabbricare più niente e a trasformare il mondo in una sorta di oasi terestre, per preservare tutto quel verde per sempre.

E seppe in quel momento, che non aveva mai guardato così emozionato, Sam, neanche quando aveva ventisei anni, forse.

Si chiese come sarebbe stato, averli ora ventisei anni e guardarlo così.
 
“Dean, mi stai preoccupando.” Disse Sam, con una strana cadenza tremula.

“Ma è la tua norma e regola, preoccuparti. Spesso delle cose più stupide.” Lo prese in giro Dean. “Prendiamo il dolce? E poi magari ci facciamo un giro al lunapark?”
Sam rise.
“Non abbiamo più vent’anni.”

“Però sarebbe bello..avere ventisei anni per sempre.” Disse Dean e qualcosa nel suo tono, lo convinse.

“Va bene, ma solo un giro.” disse Sam.
 
 
 






















Note dell'autrice: forse sono troppo buona, perchè ho deciso di tagliarlo in due pezzi per darvi tempo di metabolizzare ahah xd no dai, ci voleva anche per me! Spero che non sia troppo pesante, ma io l'avevo detto fin dall'inizio, che volevo dare più profondità possibile a questa storia <3 la questione del ciondolo ehhhhh io ci ho pensato parecchio a come Dean reagirebbe nel telefilm, se decidesse di rimetterselo al collo e dopo varie delusioni in queste stagioni, compresa l'ultima, ho deciso che dopo tutte le varianti che ho scritto, quella che forse si avvicina di più al suo carattere, sarebbe quella di avere un attimo vergogna ahhah voglio dire ha fatto un cinema con sto amuleto..e prima se lo toglie, poi lo rivuole e poi lo butta..e poi dice di non volerlo e poi torna ma non lo prende più e bastaaaaaa O.O ahhah xd il finale..beh chi mi conosce sa quanto sono ossessionata da questi due quando erano giovani! Le più belle stagioni di spn sono state le prime *_*

a presto!! ps c'è ancora la seconda parte di questa serata!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sam scopre dell'amuleto ***


Sam e Dean andarono a fare un giro al lunapark che si trovava poco distante dal ristorante, entrambi guardavano le giostre, ridendo, sfidando l’altro a salire, poi passarono accanto alla giostra panoramica e nessuno dei due fece commenti, erano entrambi un po’ imbarazzati. Quando Dean vide un chioschetto che vendeva delle frittelle guarnite con la nutella, con dei tavolini davanti, prese Sam per la tasca del giubbotto e lo costrinse a fermarsi.
 
Sam si sedette al tavolino con il cuore che batteva come un tamburo. Non si sentiva così emozionato da..non ricordava nemmeno quanto! Lui e Dean che stavano vivendo una serata praticamente solo per loro due. Non c’era Castiel, non c’erano mostri, non c’erano persone da salvare, demoni o angeli che volevano ucciderli. C’erano solo loro e riuscivano a stare insieme e a parlare senza litigare, anzi, Dean gli aveva detto anche delle parole molto belle. E poi il Lunapark! Cavolo, era da quando erano ragazzini,che non ci andavano. A Sam non sembrava ancora vero, che tutto questo stesse succedendo proprio dopo quello che era successo loro con il djinn, come era possibile che dopo una tragedia così, non stessero al bunker a piangere o a vendicarsi contro Amara, ma si stavano anzi rilassando e divertendo?

Tutta la sua contentezza però, svanì come neve al sole, quando vide Dean fare la fila e intrattenersi a parlare con una bella moretta.

Da lì, Dean la seguì vicino alla giostra vicino, quella degli autoscontri e vide che parlavano fitto fitto e si sentì di nuovo stupido, imbecille, illuso e cretino.

Non era la priorità per Dean, non lo era nemmeno dopo avergli detto certe parole.

Non riuscì più a sopportare di vederli vicini, si alzò e decise di andare a farsi un giro.
 
 
 
 
Dopo un po’, tuttavia, pensò che forse non era stata una buona idea. Sentiva le lacrime affiorargli agli occhi,

perché cazzo sto piangendo?? Pensava con rabbia e nel mentre camminava e si sentiva girare la testa. La confusione della gente gli dava fastidio e faceva fatica a distinguere se era giorno o notte, non capiva più niente e a completare l’opera, si mise anche a piovere.

Piccole gocce arrivarono a formare una pioggerellina leggera, che sembrava però tamburellare contro di lui come veleno.
 
Non sapeva più da quanto tempo stava camminando, né dove fosse. Si mise le mani sul viso, disperato, preda di un’ansia sempre più grande, quando sentì una presenza contro di lui, avvicinarglisi.

“Sam..”

“Dean?”
 
Dean lo aveva raggiunto ed era vicino a lui e lo stava riparando con un grande ombrello rosso, aveva un sorriso gentile.



“Cosa ci fai qui?”
“Ti stavo cercando. Sono anche tornato alla macchina per prendere l'ombrello.”

“Non credevo ti saresti accorto  che non c’ero. Stavi parlando con quella donna.”

“Chi? Elena? È una mia vecchia amica di scuola, mi stava facendo vedere suo figlio giocare alle autoscontro.”

“Suo figlio?” gli chiese Sam, rimanendo talmente sconcertato che scivolò nel terreno bagnato che si stava lentamente allagando, ma Dean riuscì ad afferrarlo per le braccia,  impedendo che cadesse lungo disteso.
 

Un leggero silenzio si estese a tutti e due, mentre stavano ancora in quella posizione.

“Sam? Alzati, forza.”

“M-mi tremano le gambe. “

“Forza, ti aiuto io.” Disse Dean, dolcemente.

Sam a quel punto, gli strinse un lembo della maglietta e nel farlo, percepì con la mano, la presenza di qualcosa di strano, di estraneo, ma che allo stesso tempo non era mai stato così famigliare.

Il suo ciondolo.

Dean indossava il suo ciondolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Era sera tardi ormai, quasi mezzanotte e Dean stava guidando per la strada de ritorno, con Sam sul sedile del passeggero.

“Io non so che dire..sono imbarazzato.”

“Scusa? Per quale motivo?” chiese Dean.

“Beh, ecco, quella ragazza..chissà cos’avrà pensato.” rispose Sam.

“Cosa avrebbe dovuto pensare?” disse Dean.

“Me ne sono andato via in un modo..” disse Sam.

“Credo che lei non ti avesse neanche guardato bene. Guardava piuttosto me.”

Sam lo guardò malissimo e Dean corresse il tiro, ridendo.

 
"è sposata e ha un figlio. Sto solo scherzando. Ho detto che andavo a cercarti perché dovevi essere andato a fare un giro o qualcosa del genere. TU INVECE che cosa stavi pensando..”

“Io non pensavo proprio a nulla..”

“Credevi che stessi rimorchiando una proprio durante la nostra serata, vero?”

“Non è quello che fai sempre?” chiese Sam, con una smorfia infastidita.

“Le cose cambiano..non sono come lo stesso imbecille di allora..” disse Dean pensieroso.
 
Sam fece un’altra smorfia delle sue.

 
 
“Molto convincente. Comunque non mi interessa delle tue conquiste.”

“Allora si può sapere perché eri così scocciato?” chiese Dean.

“Perché si dà il caso che IO E TE, siamo sotto il mirino di Amara e quella tizia avrebbe anche potuto essere lei, per quanto ne sapevo io. Mi ha dato solo fastidio la tua superficialità.”

“Sam, quella era una mia AMICA!!” si arrabbiò Dean.

“Va bene, intendevo presunta  responsabilità.” corresse il tiro, Sam.
 
Dean fece una smorfia esasperata, Sam capì che voleva riparlare di quel discorso, ma glielo impedì, facendogli la domanda che gli premeva, da quando l’aveva potuto toccare con mano.

“Che cosa tieni sotto la maglietta?” gli chiese a bruciapelo.

Dean sembrò basito e per quel che pareva a Sam, quasi imbarazzato.

 
 
“Come dici?”

“Sotto..la maglietta. Tieni una..collana..o cosa?” ripetè Sam, sperando che non fosse una collana diversa, magari regalata addirittura da un suo flirt occasionale.

Dean stette zitto. Per almeno un minuto.

“Dean!” lo richiamò a gran voce Sam. “Ti ho fatto una domanda!”

“Io..a te cosa importa? Cosa ne sai, comunque?” gli chiese.

“Dio, quanto sei infantile!!”

“Mai quanto te, che scappi via lasciandomi lì come un imbecille, perché non ti do le attenzioni che vuoi, per cinque minuti.”

“Rispondi alla domanda, Dean, cazzo!!”

“Perché diavolo stai gridando??”

“Perché stai cercando di sviare il discorso???”
 
 
 
Dean fermò la macchina, con una frenata brusca, talmente forte che Sam ebbe quasi timore per un attimo che sarebbe successa qualcuna di queste due cose. O avrebbero fatto incidente con altri automobilisti e quindi sarebbero finiti all’ospedale, oppure Dean aveva intenzione di fermarsi per picchiarlo.

Quando però Dean si fermò, non c’erano altre macchine dietro di loro e Dean era inaspettatamente calmo. Fece solo un sospiro.

E piano, lentamente, sfilò la catenina del suo ciondolo, mettendola sopra il tessuto della maglia.
 


Sam la guardò come si guardava un qualche tipo di monumento o di pezzo di museo. Non era più abituato all’idea di vederglielo al collo, non credeva che sarebbe mai successo, mai più successo.

“Sei contento, adesso?” gli chiese Dean, senza guardarlo.

“Cosa..da quanto lo indossi?” gli chiese Sam.
“Tu da quanto lo sai?”

Sam sospirò. “Da quando mi hai afferrato prima, quando stavo per cadere.”

“Da quando hai fatto la doccia, prima di uscire di casa..”

Sam lo fissò basito, sgranando gli occhi.

“Sei entrato in camera mia e hai frugato nelle mie cose?” gli chiese lentamente, accusandolo.

Dean scrollò le spalle. “è successo.”
Sam annuì, con un sorriso sarcatico.

“Certo, Dean, tu rispondi così. Dando sempre spiegazioni molto esaurienti.”

“Come ti pare. Adesso possiamo ripartire?” chiese Dean, accendendo di nuovo il motore.
 
Diecimila sensazioni diverse, pervasero Sam, dopo quel loro scambio. Dean aveva fatto una cosa bellissima, che non faceva da anni, allora perché stavano ancora a litigare? Perché non si abbracciavano e non..facevano una di quelle scene smielose che avrebbero fatto anni e anni fa? perché la piega si era spostata così?

 
 
“Quindi sei entrato in camera mia..hai trovato il ciondolo..e..l’hai preso.” Disse Sam, che non aveva nessuna intenzione di lasciar cadere lì la cosa.

“Yep.”

“E lo indossi ora..dopo tanto tempo?”

“Yep.”

“Perché?” gli chiese Sam, con uno strano tono, che convinse Dean che forse era giunto il momento di smettere di fare il pagliaccio.

Deglutì, infatti, poi tornò a fissare Sam, per brevi istanti.

“Perché lo volevo.”
Sam scosse appena la testa.

“E lo vuoi solo ora? Perché non prima? “

Dean si leccò le labbra e poi sospirò.

“L’ho sempre voluto.”
 
Sam non se lo aspettava e aprì leggermente la bocca.

“A quella fan..di quella convention..hai detto che non ti serve un ciondolo per..per sapere quello che..insomma…il legame che ci unisce.” Disse Sam, senza avere il coraggio di dire le parole esatte, di dire “quello che provo per mio fratello.”

Dean voltò la faccia e Sam si sentì trapassato ai raggi x, non aveva il coraggio di guardarlo a sua volta.



“E a te chi te l’ha detto?”

“La fan.” Rispose Sam.

Dean ridacchiò. “Le fan girl sono le peggio spie. Piccola monella.”

“Ma allora perché hai detto quella cosa?”

“Perché pensavo che l’amuleto fosse andato perso.” Rispose Dean.

Sam stette zitto.
 
“E perché..non potevo dire a una sconosciuta, per quanto fosse dolcissima, che quel gesto fu la più grossa cazzata e il mio più grande rammarico degli ultimi anni..e che mi vergognavo come un ladro. Non potevo, capisci?”

Sam, no, non capiva e non sapeva cosa dire. Non capiva il senso della psicologia contorta del fratello e non capiva perché le sue emozioni confuse e complicate gli gettassero così tanto sconvolgimento.

“Ma..quando Chuck è tornato..e hai visto l’amuleto..potevi riaverlo..e non..non..”

Lasciò la frase in sospeso e la finì Dean per lui.

“ Perché non te l’ho chiesto allora? Mi vergognavo, Sam. L’avevo buttato e..non pensavo di meritare di richiedertelo. E in fondo era per questo che tu non mi hai mai detto che l’hai ripreso con te, no? Perché anche tu, pensavi che io non meritassi di riaverlo.”

“Dean…questo non è vero..”

“E allora perché, Sam? Io..io ho pensato per tanto tempo a questa cosa..e se solo tu me lo avessi detto…io..”

“Dean, tu non capisci..io..quando tu hai gettato l’amuleto…hai rifiutato me.” disse Sam.

Dean si voltò verso Sam, sorpreso da quelle parole.
 


“ è come quando andai via di casa, per andare a studiare a Stanford, litigando con papà. Sia tu, sia lui, mi avete rinfacciato che me ne sono andato. Tu non capivi..già a ventun anni, eri già…già adulto, non capivi che io ero solo un ragazzino..all’apparenzi disinvolto, ma in realtà pieno di paure..”

Dean ebbe uno strano flash a queste parole.

“come mi sono comportato quel giorno in treno.. tu non capivi che in realtà ero solo un ragazzino insicuro e pieno di paure. .”

“Dean al momento scosso dalla visione, non sapeva che rispondere. Sbattè gli occhi.

“ Da quando ti regalai quel ciondolo, tu non te lo sei più tolto e io..ne ero felice..ma poi TU..l’hai buttato..hai rifiutato..il mio regalo..con anni di ritardo..e hai come rifiutato ME.”
 
Un’ondata di tristezza colse Dean, mentre Sam si voltava verso il finestrino, con uns smorfia, cercando di ricacciare indietro le lacrime che impietose, volevano venire fuori.

 
 
“Altre frasi importanti o rivelazioni sconvolgenti, non devi farmene?” gli chiese Dean, per spezzare la tensione.

“Uffa! È sempre così con te! Non prendi mai niente sul serio! E pensare che volevo dirti una cosa importante! Adesso non la saprai mai!” disse Dean.

“No. Cioè, potrei dirti che sei un coglione, ma non sarebbe una cosa importante, ma la normalità delle cose.” Disse Sam, sempre senza guardarlo.

“Beh, allora te la dico io una cosa importante..” cominciò Dean.

“Beh, allora, te la dico io una cosa importante

“Mi dispiace di essermi tolto il ciondolo, Sam, e ti prometto che non lo toglierò più. Mai più.” gli disse Dean con un sorriso meraviglioso.

“Ti amo, Dean.”
 
Sam non sapeva se piangere, gridare, o essere felice. La potenza di quello strano flashback era venuto in concomitanza con la frase di Dean e non sapeva se essere più commosso dalla frase del fratello, o più sconvolto dalla voce che, ne era sicuro, era la sua, che diceva di amare il fratello.

Certo, poteva essere come un ti voglio bene, ma il suo cuore glielo diceva che, il sentimento era profondo come quello di un innamorato.

“Mai più, sì, suona bene.” disse Sam, sorridendo e nessuno dei due disse più una parola.
 
 
 
 
 
*

Più tardi, quando Sam stava già dormendo nella stanza del suo bunker, Dean andò da lui e si infilò nel suo letto, sotto le coperte, abbracciandolo.

Sam se ne accorse ed era basito, poi capì che Dean aveva probabilmente agito come se fosse un sonnambulo.

Decise di non dire niente e di riaddormentarsi così, vicino al fratello.

Non era una brutta sensazione, anzi.
 
 
 






















Note dell'autrice: 

ciao ragazziii!! Spero non abbiate fatto fatica ad arrivare fino alla fine xd so che in questo capitolo non succede niente o quasi o.o ma dovevo inserirlo per forza! Non abbiate timori però, già dal prossimo, vedremo una svolta alla storia, volevo scriverla già adesso, ma doveva per forza passare la notte..e non me la sentivo di allungare il capitolo..capitemi ahha era parecchio che non facevo capitoli così lunghi! Non temete per le altre storie, le riprenderò, solo che sfortuna vuole, che siano tutte impegnative, quindi devo proprio mettermi li e dare a ognuna una concentrazione di attenzione altissima e quindi di conseguenza toglierla alle altre o.o

a prestoooo

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Desiderio bruciante ***


Sam e Dean avevano dormito insieme quella notte.

L’indomani mattina, Dean fu il primo a svegliarsi e si trovò la mano di Sam appoggiata al suo petto, che stringeva il suo ciondolo.

Il suo viso era rivolto verso di lui e sentirlo e guardare il viso di Sam in quel momento, gli fece sentire una fortissima sensazione di possesso e desiderio che rare volte aveva sentito. I loro respiri si confondevano e si inebriavano l’uno con l’altro.

Gli piaceva l’odore di Sam, di suo fratello.

“Mmm..” mugugnò Sam nel sonno, aprendo poi gli occhi e alzando lo sguardo, trovando Dean che lo fissava. Abbassò subito lo sguardo, imbarazzato e tolse la mano dal suo petto, spostandosi.
 
“Buongiorno.” Disse, strofinandosi la faccia.

“Buongiorno a te. Che cos’è successo?” chiese Dean.

“Lo chiedi a me? Sei tu quello che ti sei intrufolato nella mia stanza..e nel mio letto.” Disse Sam, senza guardarlo, ma deciso a trattare la cosa con leggerezza.

“Non me lo ricordo. Possibile che ora sono diventato anche sonnambulo? Certo che potevi anche svegliarmi.”

“Come potevo? Dormivo!” mentii Sam, sentendosi in colpa.

Dean non sapeva cos’altro replicare e neanche Sam, per qualche secondo, il silenzio calò su di loro.


“Beh, io..vado a preparare la colazione. È stato bello.” Disse Dean ridacchiando ma questa volta senza allegria.

Sam ridacchiò alla stessa maniera, in modo ancora meno convincente.

Dean si defilò e Sam si passò le mani sulla faccia, chiedendosi cosa diavolo stava succedendo tra loro.
 
 
 
 
 
 
Dean andò in cucina, maledicendosi per la sua stupidità. Non si riconosceva più, non riconosceva più Sam, loro, perfino Castiel era strano, ma forse in quanto a stranezza, loro due erano quelli messi peggio.

Cosa stava capitando loro? Perché si sentiva così strano e provava queste pulsioni così sbagliate per suo fratello? Si vergognava come un ladro, ma non riusciva a reprimerle.

Mise su il caffè nulla caffettiera e poi non potè farne a meno. Tornò nella stanza di Sam.
 
Era destino forse, che dovesse entrare nella stanza di Sam, proprio quando Sam era completamente nudo, che si stava per rivestire.



Gli dava le spalle e in questo modo ebbe una bella panoramica del suo sedere e si vergognò di nuovo di sé stesso.

Si sentiva preda di una febbre innaturale, tempestosa, che lo infiammò dalla cima dei capelli, fino ai piedi.

Cercò di resistere, ma sentiva di stare bruciando, come se fosse tra le fiamme dell’inferno.

Dean diede a Sam solo il tempo di rivestirsi, che gli piombò alle spalle.
 


“Dean, ma che..” fece appena in tempo a dire Sam, vedendo Dean alle sue spalle, prima che il maggiore lo spinse fino a farlo sbattere contro la parete.

“Dean!! Che ti prende??” gridò Sam, sorpreso da quell’irruenza.

“Non ce la faccio più, Sam..davvero..”

“Ma di che cosa stai parlando?” provò a dire Sam, ma la sua incomprensione venne inghiottita dai gesti più che espliciti di Dean. Prese le dita della mano di Sam e le strinse tra le sue, in maniera sorprendentemente delicata, in contrasto con il linguaggio del suo corpo che urlava SESSO dappertutto. Si strinse di più contro il corpo di Sam, facendolo gemere e mise le sue labbra contro il suo collo.

“Ti voglio troppo, Sam..” gli disse sul collo.

Sam sentì la sua anima sciogliersi non appena Dean lo toccò in quel modo. Gli tremavano le gambe.



 “Cosa..stai dicendo..non è possibile..” cercò di spingerlo con le mani, ma quando Dean cominciò a baciarlo sul collo, ogni sua resistenza cominciò a scemare.

“Siamo..fratelli..” disse, stringendogli forte il braccio, per trattenerlo. “Dean, no, ti prego.” disse ancora, quando sentì la mano calda di Dean, intrufolarsi sotto la sua maglietta, ma ogni parte della sua anima gridava SI. Lo gridava fin da quando lo aveva rivisto.
 
“Voglio solo..accarezzarti. Ti prego. Ne ho bisogno!” disse Dean, sussurrandoglielo roco e in effetti non provò a spogliarlo, ma si limitò ad accarezzargli la pancia, la schiena, anche le gambe e a baciargli il collo e il viso.

Sam gemette ancora, più forte. “Questo..non è possibile..”

“Ti prego.” gli sussurrò ancora all’orecchio, il maggiore. Sembrava davvero disperato.

Qualcosa esplose anche nella mente e nel cuore di Sam.

Prese il viso del maggiore dolcemente e lentamente e con la stessa dolcezza, avvicinò le labbra alle sue.
 
 
 
Dean ricambiò come un assetato in mezzo al deserto, all’inizio piano, poi il bacio divenne più famelico, vorace, fuori controllo, quello che provavano era indescrivibile. Una felicità piena, una contentezza viscerale, quasi come raggiungere la gioia, l’estasi. Entrambi presero a lacrimare copiosamente, stavano appena assaggiando e provando, la felicità perfetta, nel mentre Dean gli aveva messo una mano in mezzo alle gambe, accarezzandolo anche lì.

“Ahh.” Gemette ancora Sam. In quel mentre avvertirono il rumore di una porta sbattuta.
 
Si staccarono bruscamente, guardandosi sconvolti.



“Ragazzi, sono tornato!” era la voce di Castiel.

Dean guardava in direzione della porta con sguardo assassino.

“Dean, cosa vuoi fare?” gli chiese Sam, ancora spaventato e sconvolto per via del bacio.

“Zitto.” Disse Dean, poi si voltò verso Sam, con gli occhi allucinati e puntando un dito indice. “Quello che ci sta succedendo..qualsiasi cosa sia, sono certo che lui lo sa. È colpa SUA.”

“Dean, ma che diavolo stai dicendo!” disse Sam sempre più sconvolto e agitato. “Dean, Deaaan!”
 
 

“Dean? Cosa ti prende?” chiese Castiel, vedendo Dean entrare in cucina, come se fosse uno scappato di casa, con tutti i capelli in disordine.

“Dean? Ehi, woa woa woa..” cercò di fermarlo Castiel, vedendo che stava andando da lui come una furia, ma Dean lo attaccò al muro come un leone inferocito.
 
“Ho appena aggredito mio fratello in modi decisamente..non consoni. Ora tu mi dirai chi cazzo eravamo in quell’altro mondo e me lo dirai adesso, prima che perda DAVVERO la pazienza!” gli disse l’altro.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Castiel spiega tutto ***


Castiel a malincuore, aveva dovuto prendere il coraggio a quattro mani e raccontare finalmente ai due ragazzi, cosa era successo nel mondo delle fiabe, non più a grandi linee, ma nel dettaglio. Ecco allora che Dean e Sam non avevano semplicemente interagito con i personaggi delle fiabe, ma erano stati LORO STESSI dei personaggi delle fiabe, in particolare Sam, che era stato la bestia e poi Dean che era Belle, che prima era stato nientedimeno che di nuovo fratello di Sam/Jared. Si erano innamorati e la storia delle fiabe si era ripetuta ed Amara sotto le spoglie di una fata benevola, era riuscita da carnefice, a ergersi come loro protettrice di luce, dichiarando che aveva in serbo una specie di mondo di luce per loro. Il perché aveva fatto tutto questo, non era chiaro. Avrebbero dovuto trovarla per chiederglielo, tutto quello che aveva capito, - e che avevano capito – era che il mondo di luce che la fata aveva promesso, altro non era che un mondo vuoto, fatto dell’assenza di desideri e passione che da sempre rende l’uomo vivo. A questo punto, la trama della loro storia aveva preso inaspetatamente un altro corso. Ecco che ora davvero non erano più i protagonisti della storia, ma avevano l’incarico di aiutare altri protagonisti famosi della Disney – Aladdin e Jasmine – a essere felici e ad avere il loro lieto fine.

“Stringi, ti prego.” aveva chiesto Sam, strizzando gli occhi e quindi Castiel, più intimorito, aveva spiegato meglio il suo ruolo in quel gran caos. Lui era capitato in quel mondo per cercare di riportarli indietro, ma era rimasto vittima dell’incantesimo stesso. Ecco che divenne quindi il fratello di Dean, letteralmente, con i ricordi cancellati, ma aveva dei momenti in cui lui ricordava chi era. Purtroppo la fata/Amara, faceva in modo di allontanarlo e rispedirlo sempre indietro, ogni volta che era sul punto di fare qualcosa di veramente concreto e ogni volta che era scacciato via, il ritorno era doloroso. Era per questo che aveva scelto un modo più blando, di restare vicino a loro, senza intervenire in maniera troppa diretta e il modo blando, era aspettare che riuscissero a tornare indietro da soli, grazie a qualche aiuto, dell’angelo e di altri.
 


“Tutto questo…è FOLLE.” Disse Dean, che non riusciva a capacitarsi, avevano avuto già esperienza con le favole, quando erano più giovani, ma mai si sarebbero aspettati una cosa del genere. Alzò lo sguardo e si mise a guardare Castiel con rancore e risentimento. Non osava guardare Sam, che aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e si nascondeva la faccia tra le mani, senza parlare. “Come hai potuto lasciare che noi..” prese un grosso sospiro, poi continuò con voce alterata. “Come hai potuto lasciare che accadesse???” disse, facendo un gesto verso Sam.

Castiel lo guardò. Il volto pieno di vergogna e sensi di colpa.

“Tu come avresti reagito se uno sconosciuto che non hai mai visto in vita tua, venisse da te e cercasse di insegnarti come vivere la tua vita?” gli domandò.

“Gli avrei spaccato la faccia!! Ma almeno mi sarei fatto anche delle domande! Invece tu no, ci hai lasciati completamente allo sbaraglio!!”

“Ho fatto semplicemente quello che voi volevate!! Dean, so che per te, per voi, è un conceto ancora difficile da capire, ma voi siete umani, io un angelo. Per noi il libero arbitrio sarà SEMPRE più importante di tutto!”

“Fanculo voi angeli e il libero arbitrio! Avresti dovuto proteggerci!!”

L’ho fatto!! Ho agito per AMORE , molto più di quanto voi crediate e di certo molto più di quanto siate in grado di comprendere, adesso!! Voi dovete mettervi nella testa di quella DONNA, ok? Immaginatelo come un palcoscenico, un film, che lei aveva creato per voi.” Disse Castiel, facendo un gesto come di una scatola. “Lei vi ha tessuto una trama addosso, proprio come se fosse un film delle fiabe, in tutti i sensi! E questo film prevede, che i personaggi cambino il destino della loro storia e che RIESCANO ad uscire dalla trama che lei ha creato per voi! Quello che proprio è rischioso che accada, è che i personaggi…voi normalmente la chiamate rottura della quarta parete. I personaggi sappiano di essere tali. Cosa sarebbe successo se avessi detto voi che niente di tutto questo era reale e che la vostra vita VERA era un’altra? Era molto rischioso. Temevo che la vostra mente potesse impazzire o disintegrarsi, il vostro corpo fisico o astrale, rompersi. Non – potevo – rischiare. Dovevate arrivarci da soli, come avete fatto. E per il vostro BENE EMOTIVO, dovevo lasciarvi fare tutto quello che volevate.”

“Stai dicendo che noi volevamo – questo?” chiese Dean a voce bassa, con tono minaccioso.

Castiel annuì. “Sì. Lo avete desiderato. Mi dispiace che dirvelo, vi fa star male.”

Dean ruggì come un leone in gabbia.



“Quella stronza puttana ci ha manipolati!!! Ci ha fatto il lavaggio del cervello e non eravamo padroni delle nostre azioni! Ecco quello che è successo!! Se io e Sam avessimo saputo chi eravamo..mai e poi mai..”

“Ti ricordo che…voi stessi avete rivelato di aver provato un amore..particolare..anche durante l’altra vostra vita precedente, durante la quale eravate ancora fratelli, prima che Jared..cioè Sam..”

“Non eravamo noi stessi! Non sapevamo quello che facevamo!!” continuava a gridare Dean.

“Sapevate esattamente quello che facevate, Dean.” Continuò l’angelo, ostinato.

Dean si passò una mano sulla faccia, agitato.

“Va bene, basta. È del tutto senza senso, continuare a parlare di un sogno. Di una cosa che non era reale. Noi eravamo qui, sulla Terra…e tutto quello che abbiamo sognato non..”

“Quante volte devo ripeterlo?? Quello che avete provato era REALE. I vostri corpi fisici sono rimasti qui, è vero, ma la  vostra ANIMA ha viaggiato su un altro mondo e ha conosciuto COSE che esistono davvero su un altro piano dell’Universo.”

“Castiel, perché continui a tormentarci così? Non credi che sia già sufficiente quello che abbiamo passato?? Devi proprio..infierire??” chiese Sam, parlando per la prima volta.
 
Sia Dean, sia Castiel, si voltarono verso di lui.

“Mi dispiace infinitamente, Sam, ma mi preme molto che voi capiate che non sono crudele. Io ho lasciato semplicemente che voi vivevate la vostra vita, senza interferire. Non ho voluto interferire con le vostre scelte o i vostri..desideri..non sarebbe stato giust..”

“COME OSI ALLUDERE AL FATTO CHE IO VOLESSI SCOPARE MIO FRATELLO MINORE?? COME OSI PRETENDERE DI PENSARE UNA COSA COSì…” disse Dean perdendo del tutto il controllo.

“Tu stai parlando di SESSO, tu e solo tu, Dean, io parlo di AMORE.” Disse Castiel.

Dean, che era di fronte a Castiel, lo guardò ammutolito.

“Amore, quello che da sempre provate l’uno per l’altro. Siete voi esseri umani, che da sempre ponete delle etichette all’amore. L’avete fatto per secoli, denigrando donne e uomini, reputandoli non degni di AMORE, perché avevano un colore di pelle diverso dalla vostra, perché avevano uno stato sociale diverso dal vostro, perché non avevano L’INTELLIGENZA degna della vostra, perché provavano passione per il vostro stesso sesso e infine, perché non amavano le cose che voi amavate e poi perché amavano dei loro consanguinei….e per farvi forte la vostra ragione, invocavate Dio e lo nominavate, ergendolo a vostro portavoce. A Dio o agli angeli, non è mai IMPORTATO dare delle etichette all’amore. Solo voi umani lo fate!”
 
Dean e Sam erano rimasti sconvolti dalle parole dell’angelo, Dean più di tutti. Si avvicinò lentamente e si piazzò davanti all’angelo, che era ancora livido di rabbia e per niente intimorito da lui.



“Che cosa ti è successo laggiù?” chiese Dean, sgranando appena gli occhi.

“Prego?” chiese l’angelo con tono di voce ancora insolente.

“Non sei l’angelo che io ricordo. Sei diverso. è da quando siamo tornati, che ti comporti stranamente. Sei aggressivo, insolente, pieno di rabbia e dici cose strane. Inoltre stai difendendo TROPPO quello che è successo in quel mondo, per non esserne parte coinvolta…” disse Dean, vedendo l’angelo esistare, capì di aver fatto centro.

“Io…ho trovato qualcuno, laggiù.” Disse Castiel.
 
Questa fu una sorpresona, per Sam e Dean.



“Ti sei innamorato di qualcuno di quel mondo?” chiese Dean, scandalizzato.

“NO.” disse Castiel, con forse troppa enfasi e arrossì un po’. “Ho ritrovato qualcuno. Un componente della mia famiglia. “

Sam e Dean ascoltavano a bocca aperta.

“Amara non c’entra niente!” si affrettò a dire Castiel. “Non la considero parte della mia famiglia. Io mi riferisco..all’arcangelo Gabriel.

Silenzio, dall’altra parte.



“Intendi..un Gabriel di quel mondo..” disse Sam, lentamente.

“NO. Intendo lui, proprio LUI” Disse Castiel e i suoi occhi divennero umidi. Pensare a Gabriel, lo faceva diventare emotivo.

“Ma Gabriel…è morto. Abbiamo visto l'impronta delle sue ali sul pavimento.” Disse Sam, scioccato.

Castiel scosse la testa. “Avete visto solo quello che credevate di vedere.”

“Poche balle.” Disse Dean. “Gabriel è morto per mano di Lucifero, noi abbiamo vis..” disse Dean, ma Castiel lo interruppe.

“Vi dico di no, vi sbagliate, è quello che Lucifero voleva farvi credere! Giochi da prestigio!! Lui è il RE di questi giochi di illusione!” disse Castiel sbraitando, poi cercò di spiegare con più calma. “ Lucifero non ha mai ucciso Gabriel. È quello che ha voluto farvi credere, ma in realtà l’ha mandato nel paese delle fiabe…non esattamente nel vostro, ma è difficile da spiegare..e comunque non è importante..”

“Ma il paese delle fiabe l’ha creato Amara..” disse Sam.

“Ancora? Quante volte devo spiegarlo? Amara vi ha semplicemente portati in qualcosa che già esisteva, plasmandolo come lei voleva, ma non ha creato NULLA. E comunque Gabriel..è rimasto fin lì tutto questo tempo, io non ne sapevo nulla, ovviamente. L’ho scoperto solo quando anche io ci sono andato.”

“Perché Lucifero avrebbe dovuto fare una cosa del genere?” chiese Sam.

“Perché Lucifero amava nostro fratello, anche se non voleva ammetterlo. C’era una guerra in corso e tutti gli angeli che si schieravano con voi, con i Winchester, erano considerati traditori del loro sangue. Io lo ero già da un anno, ma sapevo proteggermi, anche grazie al vostro aiuto e alla vostra amicizia. Gabriel..si trovava in una posizione difficile, più difficile rispetto alla mia. Molto di più. Gabriel era quello che apparentemente non voleva schierarsi, ma i suoi fatti valevano più delle parole. Gabriel ha..fatto delle cose che..resero chiaro il fatto che era vostro alleato. Vi fece dei favori..” disse Castiel, arrossendo leggermente e dando un’occhiata di sbieco a Sam.
 
Sam si sentì morire in quel momento. Capì immediatamente che uno dei favori importanti che aveva fatto Gabriel a loro due, fu quello di far tornare indietro il tempo, in maniera del tutto impropria, cancellando quei sei mesi terribili in cui Sam aveva vissuto senza Dean, riportandolo indietro, ai tempi del Mystery spot.

Dean, che non sapeva nulla di tutta questa storia, pensò ovviamente che Castiel si riferiva al fatto che li aveva aiutati ai tempi, a cercare gli anelli dei cavalieri e si era schierato indirettamente dalla loro parte. Questa cosa era successa dopo la sua presunta morte, ma Dean aveva la mente in soqquadro e in quel momento non ci fece caso, non poteva di certo pensare a una cosa del genere.
 


“Il punto è che..c’era una guerra in atto, per fermare Lucifero. Tutti volevano che voi due combatteste, che diceste di sì a Michele e Lucifero, facendo scoppiare l’apocalisse, ma voi due vi eravate impuntati..e molti angeli avevano pensato anche a dei possibili sostituti, se Michele non fosse riuscito a convincere Dean. L’idea tra le altre cose, era anche quella di pensare a Gabriel come possibile sostituto di Michele, anche per fargliela pagare in un certo modo. A dire la verità, la prima scelta dopo Michele ero io, ma era più facile prendersela con Gabriel. Era solo, senza alleati, quindi più facile da catturare o manipolare o punire…nel caso si fosse rifiutato..”
 
“Qual è il ruolo di Lucifero in tutto questo?” chiese Sam, sempre più sbalordito.

“Lucifero aveva capito, anche grazie alle sue spie, che Gabriel si stava facendo pian piano, odiare da tutti gli altri angeli, perché faceva la parte del distaccato, del neutrale, mentre in realtà, voleva aiutarvi. Lucifero è un essere crudele e spregevole e su questo non ci piove, ma quello a cui non è riuscito mai a restare indifferente, è il tradimento. Lui si sentìì tradito dagli altri angeli in passato, nessuno lo aiutò, tutti gli voltarono le spalle. Sapeva che Gabriel era dalla vostra parte, ma sapeva anche che ormai era preso di mira dagli altri angeli e che prima o poi lo avrebbero preso. Avrebbero cercato di costringerlo a tradirvi, oppure, se si fosse rifiutato, lo avrebbero ucciso. Lucifero era contrario a questa politica, per lui degli angeli che si mettono contro i loro stessi fratelli, sono una razza da eliminare, abbietta peggiore dei demoni che lui tanto detesta. La posizione di Gabriel era ancora più ingiusta, visto che non aveva nessuno che lo proteggesse dalla sua furia, Lucifero aveva visto tutto questo e pur odiando questa coalizione,  decise di restarne comunque fuori. Quando però Gabriel si rifece vivo, con lui, per l’ultima volta, Lucifero decise di fare un gesto molto significativo.” Disse Castiel.

“Cosa? Spedirlo in una dimensione fatata?” chiese Dean.

“Salvarlo.” Disse Castiel. “Queste le parole che Gabriel rivolse a Lucifero: Sono stato in panchina per molto tempo, ma ora torno a giocare e non sono né dalla tua parte né da quella di Michele, sono dalla loro. Lucifero sbiancò a queste parole. Guardava Gabriel e poteva vedere benissimo il cappio al collo che aveva, una condanna a morte segnata con una clessidra a tempo e con quelle parole la stava conclamando e ufficializzando.  
 
 
 
Fratello, ti prego, non farmelo fare, disse, ma Lucifero non voleva ucciderlo, non proprio. Voleva solo mandarlo in un’altra dimensione. Per salvarlo!”
 
 
Quest’ultimo discorso, lasciò esterrefatti e sbalorditi Sam e Dean. Prima venire a scoprire che erano stati amanti e innamorati in una dimensione fatata che Amara aveva creato per loro e poi scoprire che Gabriel non era mai morto e che anzi Lucifero non aveva mai voluto ucciderlo, ma salvarlo, era troppo per loro.
 
 
 
“Quando ho scoperto che Gabriel era in quel mondo, ho fatto il possibile per avvicinarlo..e per riportarlo qua da noi. è stata dura inizialmente..stava male..ho dovuto stargli molto vicino..ma sta bene adesso.” Disse Castiel.

“Gabriel è qui sulla Terra?” chiese Sam basito.

“Sì.” Disse solo Castiel. “Ma l’avete già incontrato nell’altro mondo..solo che non lo ricordate..,ma anche lui ha cercato di aiutarvi e…”

Ma era la cosa sbagliata da dire.

Dean tornò a guardarlo con rabbia.
 
“Anche lui..si è messo a guardare il cinema della nostra vita, da spettatore, senza mai dirci la verità?”
“Dean, ascolta, lui..”

“Altre bugie, altre menzogne..”

“Dean, tutto quello che abbiamo fatto, è stato per aiutarvi..”

“Lasciare che noi due ci crogiolassimo nell’incesto per ANNI, fittizi o non, è la tua idea di aiutarci??” chiese Dean con le lacrime agli occhi.

Sam si copriva ancora la testa tra le mani senza dire niente.



Dean strinse le mani a pugno, Castiel non sapeva cosa dire, non c’era niente che poteva fare in quel momento, per convincerli che il loro era amore vero, avrebbe solo peggiorato la situazione.
 
Dean sembrava davvero distrutto.

Un piccolo singhiozzo fece capire a Sam, che Dean stava quasi per piangere. Alzò lo sguardo e vide che la sua mano, stava andando lentamente a prendere il ciondolo che da poche ore aveva finalmente rimesso.
“No. Per favore! Non toglierlo. Non di nuovo!” La voce di Sam, era urgente, concitata, ma non arrabbiata, più disperata e spaventata, forse.

Dean voltò il viso verso di Sam. La sua espressione era di puro sgomento, ma lasciò andare via la mano che teneva la catenina e Sam tirò un sospiro di sollievo. Non avrebbe retto a un altro dolore.

“Io…io non posso restare più qui dentro. Mi manca l’aria.” Disse, facendo quello che faceva sempre. Scappare.

Ma Sam questa volta non ci stava.

“Dean!!”
 
Cercò di rincorrerlo e gli prese un braccio, per impedirgli di scappare via.



“Lasciami il braccio, Sam e lasciami andare.”

“Ti prego, non andare via di nuovo. Possiamo risolvere tutto, possiamo farlo. Insieme!

“Insieme?? Abbiamo già fatto troppe cose insieme, non credi??”

Sam restò talmente spiazzato da quella risposta, che allentò la presa per un attimo e Dean ne approfittò per sbatterlo contro il muro.
 
Sam gemette, prima che Dean si avvicinò a parlargli nell’orecchio.

“Te lo ripeterò di nuovo. Lasciami da solo, fratellino.

Sam non riuscì a rispondere, troppo scioccato dalla sfumatura intrisa di rabbia e passione mascherata da risentimento, che quella frase gli aveva lasciato addosso.

Dean lo desiderava ancora. Sam lo sentiva. E proprio per questo odiava sé stesso e forse anche lui.

Detto questo, Dean uscì come una furia dal bunker.
 


Sam sentì diverse porte sbattere. Si coprì  il viso con le mani e gli sfuggì un singhiozzo.

“Sam..io..”

Sam gli scacciò la mano con l’altra.
“Sam…”

“Lasciami stare.”

Castiel ci restò male. Sapeva che Sam non era il tipo da rinfacciargli le cose, come Dean, ma sapeva che anche lui lo riteneva responsabile di quello che era successo e forse anche della fuga di Dean.

“Non posso.” Disse però Castiel. La vita in quell’altro mondo l’aveva unito ancora di più a loro due, l’affetto che provava per Sam, si era intensificato rispetto al legame che aveva avuto con lui sulla Terra e quindi vederlo soffrire, faceva soffrire anche lui. “Mi hai salvato la vita, tu, in quell’altro mondo e io non lo dimentico, potevi morire, rischiasti la vita, ma mi hai voluto salvare comunque.”

Sam lo guardò sorpreso. Le lacrime rapprese attorno agli occhi, non chiese spiegazioni a Castiel, né Castiel volle ricordargli i dettagli, dirgli per esempio che era una bestia quando successe e che lui, ancora fratello di Dean, stava per morire di tubercolosi e lui gli aveva dato la rosa incantata, rischiando la vita.

Non ci fu comunque bisogno di certi dettagli. Sam lo accolse tra le braccia, piangendo e stringendolo in un abbraccio confortante, richiedendo protezione e conforto.

E Castiel in quel momento si vergognò. Si vergognò di pensare che forse Amara, aveva fatto del bene a tutti loro, facendoli vivere in quel mondo. Aveva donato a loro un amore assoluto e intenso, tra tutti loro. la sofferenza non stava nell’essere stati lì, ma forse nell’essere tornati. E si vergognò di questi pensieri.
 
Anche Sam si perse nelle riflessioni. Pensò a Lucifero, all’immagine crudele e spietata che aveva avuto di lui. E invece era stato più misericordioso degli angeli. Lui, un essere infernale e demoniaco, aveva salvato un altro angelo, decidendo di risparmiarlo, salvandolo dalla collera e furia dei suoi simili.

Lucifero aveva salvato Gabriel. Lui e Dean erano stati fidanzati. Forse nel mondo stava per scoppiare un’altra apocalisse.
 
 
 






















Note dell'autrice: 

ragazzi!! Spero di non avervi sfiancato o di non avevi deluso! :)) <3 questa storia mi sta intrippando tantissimo e la cosa di Gabriel ancora di più! Ringrazio Ciuffettina, perchè mi ha illuminato sul fatto che in realtà Sam e Dean non avevano mai visto Gabe morire xd <333 quindi ho cambiato delle piccole frasi nel discorso! Avevo pronto un discorso sentimentale ma me lo son scordato ahhah !! xd dico solo grazie a tutti per voi per seguirmi ^^ non c'è niente da fare, io amo troppo scrivere su altri mondi <3 

ps se riguardate quei minuti sull'ultimo confronto tra lucy e Gabe, forse anche voi ci vedete qualcosa di ambiguo ahhah io l'ho rivisto e devo sforzarmi ora di non pensare che sia andata davvero come ho scritto nella mia storia ahha xd qualcosa di strano comunque c'è! Considerato cosa sta succedendo in queste puntate, gabe dovrà dare qualche spiegazione ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Castiel e l'altro fratello! ***


 Era appena rincasato in quel motel, che era in penombra, nella semi oscurità. Due mani calde gli accarezzarono le spalle

“Finalmente sei tornato. Cominciavo a pensare che mi avresti abbandonato..” Disse quella voce, cominciando a sbottonargli e sfilargli l’impermeabile.

“Perdonami.” Disse Castiel con tono triste. Sarei tornato subito, ma..”

“Non te la sentivi di lasciare da soli i tuoi cuccioli. Capisco.” E dicendo così, riprese sensualmente ad accarezzargli le spalle, prima di scendere giù sul suo collo a strusciare le labbra in quel modo così dannatamente sensuale.

“Ahhhh..” ansimò Castiel, tradendo il desiderio che lui riusciva a scatenargli dentro. Quella sensualità così nascosta dietro scherzi, bugie e golosità.

Gabriel continuò ad accarezzargli languidamente la camicia e Castiel si lasciava fare



Guardati, Castiel..sei così sensuale..chi l’avrebbe mai detto che un angelo apparentemente frigido come te, potesse sprigionare così tanta sensualità, solo grazie a uno strusciamento di labbra su un pezzo di epidermide.” Disse Gabriel, stropicciandogli il labbro con le sue dita.

“Allora siamo in due a non aspettarci delle cose, io non mi aspettavo che ti piacesse tanto toccarmi.” Disse Castiel, subendo quelle carezze in modo passivo, senza tuttavia spingerlo via.

Gabriel lo guardò serio, poi con un piccolo sorrisino compiaciuto.

“Ti dispiace?” lo provocò l’angelo, lasciandolo all’istante, fece finta di allontanarsi, ma Castiel lo prese per il braccio per trattenerlo.

“No.” disse Castiel alla fine, guardandolo negli occhi.
 
Dopo questa frase, Castiel lo baciò. Non era il primo bacio per loro ovviamente, ma la loro relazione era ancora fresca ed era ancora nella fase del flirt pesante. Gabriel ricambiò il bacio, stringendogli le spalle in una presa possessiva, che tradiva il suo desiderio. Bacio che divenne mano a mano sempre più profondo, con più sentimento. Castiel lo baciava con una nota romantica e sdolcinata, che faceva impazzire Gabriel.

 infatti poco dopo, lo spinse sul letto del motel, continuando a guardarlo con uno sguardo carico di desiderio.
 


“Devi smetterla di guardarmi così, Castiel. Potrei non rispondere più di me.” disse ancora Gabe, arrivando di nuovo fino a lui e baciandolo di nuovo.

Bacio che Castiel ricambiò subito, con gesti cadenzati, alla francese.

Anche Castiel gli strinse le braccia, per sentirlo vicino e i baci si triplicarono. Baci passionali, pregni d’amore e di desiderio e ben presto anche molto lunghi.

Gabriel coprì il corpo dell’angelo, addossandosi completamente su di lui e Castiel gemette di soddisfazione a sentirlo più vicino. Lo abbracciò, tenendolo stretto, beandosi di una sorta di languida tenerezza mista a passione.
 
Per entrambi gli angeli, quella relazione fresca tra di loro era qualcosa di incredibile. Non erano mai stati molto vicini loro due, si erano sempre rispettati, certo, ma non era mai stata molto chiara la natura del loro rapporto. Sempre mai vicini, ma mai lontani del tutto. Non avevano potuto vivere un vero rapporto da fratelli, ma non si aspettavano certo che appena sarebbero stati un po’ vicini, sarebbe successo quello tra di loro.
Anche se forse parte di loro lo sperava.
 


“Mi sei mancato. Io..ho pianto quando pensavo che tu..fossi morto.” Disse Castiel, accarezzandogli lievemente i capelli. Non avevano smania di fare sesso quella notte, il che era particolare per Gabriel, l’angelo era stato da sempre ossessionato dal sesso, infatti quella era una cosa nuova anche per quest’ultimo. La verità era che a Gabriel piaceva anche solo stare a coccolare e farsi coccolare da Castiel, a bearsi di quella meraviglia inaspettata.

Gabriel rise. Non era abituato a tante smancerie nei suoi confronti.

“Mi hai dimenticato..dì la verità. Non te ne farei una colpa. Mi hanno dimenticato un po’ tutti.” disse Gabriel, sorridendo, ma non c’era astio nel suo volto.

“Se non fosse che ho avuto quel contatto con te dall’altro mondo, tanti anni fa, potrei quasi credere alle tue parole..”
Gabriel rise.

“Stai parlando di quando Metatron creò una storia per te, servendoti di me, per convincerti a guidare gli angeli?”

“Eri riuscito a tornare da me..anche per poco..perchè non mi hai avvertito allora?”

“L’ho fatto. Ho cercato di dirti che non ero morto, ma non potevo fare di più. Metatron mi ha usato come un burattino, nel momento in cui ho provato a contattarti. Sapevo solo che volevo dirti delle cose e ora a malapena ricordo quello che ti ho detto.”

“Volevi dirmi che mi ami?” chiese Castiel.
Gabriel rise a queste parole.

“Troppo sentimentalismo per i miei gusti. Sai che amo solo me stesso, piantala.”

“Lucifero lo aveva capito. Per questo ti ha mandato lì. Per proteggerti. Gabriel..io..”

“Basta..” lo zittì Gabriel voltandosi.

Castiel capì. Anche se Lucifero l’aveva fatto perché pensava di proteggerlo, Gabriel l’aveva vissuto come un vero tradimento.

“Gabriel..” lo richiamò Castiel. Non capiva neanche lui tutto quello che sentiva dentro, sentiva solo che si sentiva disperatamente dipendente dall’arcangelo e che gli era mancato da morire. Aveva sofferto per la sua presunta morte, ma non pensava così tanto.

“Ho solo paura..di potermi risvegliare e scoprire che in realtà non ho mai lasciato quel mondo e che tutto questo non è reale..” disse Gabriel.

“Non succederà mai. Questo è reale, tu sei qui con me, io ti ho riportato qui, mi sono preso cura di te. E sempre mi prenderò cura di te, d’ora in avanti.”

“Non fare promesse che non puoi mant..” le sue parole vennero inghiottite dal bacio di Castiel.
 
I due angeli finirono di nuovo distesi sul letto, continuando a baciarsi e Gabriel non si era mai sentito così felice e così protetto in vita sua.
 
 
 
 
 
Qualche ora prima...  
 
Castiel era tornato in quel motel, con lo spirito e il cuore in conflitto.

Non avrebbe voluto lasciare Sam da solo, non ora che Dean era andato via.

Tornerà, vedrai, l’ha sempre fatto. Va. Gli aveva detto Sam, ma quando Castiel si voltò a guardarlo di nuovo, vide che Sam si era girato per nascondere il volto. Forse era in lacrime e seppe che Sam stava pensando la stessa cosa che pensava lui.

Non questa volta. Questa volta potrebbe non ritornare.

E avrebbe tanto voluto abbracciarlo, dirgli che restava con lui, perché non era giusto che restava da solo quella notte, ma Sam non volle sentire ragioni.

“Lasceresti ancora da solo tuo fratello, dopo che è stato già solo per tanti anni? Perché io non lo farei.”

Quelle parole avevano scosso nel profondo Castiel, che era rimasto attonito.

“Qualunque cosa stiamo passando noi, è una briciola rispetto al dolore che deve aver provato lui, non puoi lasciarlo da solo.” Disse ancora Sam, senza guardarlo.

Castiel lo abbraccio ancora senza dire niente, con quell’abbraccio voleva dirgli GRAZIE.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Il secondo ritorno di Dean ***


Passò un’intera settimana, senza che Dean si facesse sentire, ma non fu completamente assente. In quei giorni passati, continuava a chiamare Sam, a fargli brevi telefonate, perlopiù per sapere come stava e poi le concludeva. Alle frequenti e ripetute richieste di Sam, di tornare, Dean rispondeva che non ce la faceva, che aveva bisogno di tempo per metabolizzare quello che era successo.

Castiel tornò da Sam il giorno dopo, scusandosi per esser stato via la notte prima e presentandogli Gabriel. Credeva che l’angelo avrebbe potuto essere una distrazione per Sam, per non fargli troppo pensare a Dean.

Sam però, pensava a Dean continuamente. Temeva che Dean lo accusasse di quello che era successo, a nulla servirono i tentativi di Castiel, di dirgli che invece, era stato proprio Dean a volere quella relazione quando erano nel paese delle fiabe, anzi, lo fece sentire ancora peggio.

Castiel cercava allora di rincuorarlo, dicendogli che Dean ci teneva a lui, ci teneva molto e non voleva sparire, ma aveva bisogno di tempo. Continuava però a preoccuparsi di lui, facendoglielo capire con le telefonate.
 
Allo scoccare del settimo giorno però, Sam ebbe un altro attacco di ansia in cui cadde sul pavimento e prese a tremare. Castiel e Gabe per fortuna, si trovavano lì con lui e lo soccorsero subito.

Castiel, un po’ agitato e un po’ incavolato con Dean, perché non era ancora tornato, lo chiamò subito.

Dean! Tuo fratello Sam ha avuto un altro attacco. Sta male! Per quanto ancora hai intenzione di fare il coglione, prima di trasportare il tuo culo qui??”

La pausa che ne era seguita, fu tra quelle più assordanti di cui l’angelo aveva memoria.

“Sam..sta male? Arrivo subito.”
 
 
 
 
*

Sam, nel frattempo,si era ripreso e si trovava nel salone del bunker, ignaro dell’arrivo di Dean da lì a poco. Quando il suo arrivo fu segnalato da una porta sbattuta e un rumore di passi affrettati, sobbalzò.

“Dean? Ma che…”

Dean non disse niente, gli posò solo le mani sulle spalle e lo guardò con uno sguardo terrorizzato e terrorizzante.
“Stai bene??! gli chiese.

Sam spalancò gli occhi e riuscì solo ad annuire.

Dean sospirò e lo abbracciò stretto. Sam era seduto sulla sedia e si sciolse a quel gesto, ricambiando l’abbraccio e venendo sommerso dall’amore più puro e incondizionato.

Castiel e Gabriel si sorrisero.
 
 
 



Dieci minuti dopo…

“Dean, non esagerare adesso, ti ho detto che sta bene..”

Sei svenuto, Sam.”

“Maledizione a Castiel..” disse Sam, sbuffando, mentre Dean gli provava la macchinetta della pressione.

La macchinetta si strinse di più sul suo braccio e Sam gemette.

“Uhhh..coraggio, campione, hai sopportato di ben peggio, no?” lo prese in giro Dean.

Sam gli sorrise. Sembrava essere tornato il vecchio Dean.

“La pressione è bassa.” Disse Dean, incazzato.

“Sai che è la mia pressione normale. Non è la prima volta che ho problemi con la testa e giramenti di testa..” disse Sam, sbarazzandosi dell’aggeggio.

“è stato sempre per cause soprannaturali, maledizione! Prima quel maledetto demone, poi quelle maledette PROVE..” sbottò Dean.

Sam si voltò a guardarlo stranito.

“Ma anche questa volta è per cause soprannaturali..”

“No, non è vero..”

Sam era ancora più stranito.

“Sì, invece, è per colpa del mio coma magico..”

Dean stette zitto e Sam capiva che era perso in riflessioni inappropriate.

“Non penserai..oddio, non penserai che è colpa tua.

“Sono sparito per una settimana e..le mie ultime parole sono state per dirti di lasciarmi in pace.” Disse Dean carico di sensi di colpa.

Sam aprì la bocca per ribattere, ma all’ultimo momento ci ripensò. Voleva davvero farlo sentire meglio? Forse parte di lui, ce l’aveva ancora con il maggiore, per essere stato così coglione.

“Forse se fossi rimasto qui..tu non..”

“Già. Io non. Forse! Chi lo sa. “ disse Sam, guardandolo storto.

Dean lo guardò di nuovo, pieno di senso di colpa.
“Perdonami.”

“Ormai è passata, Dean. Non serve a niente rimuginarci ancora su e poi forse..questi giorni hanno fatto bene a me e a te, per..,pensare..”

Dean annuì ma non osò chiedere a Sam cosa ne avesse dedotto, né lui osò dirlo.
 
 
 


*

Sam non riuscì a scampare alle cure culinarie di Dean, che consistevano in pastina con brodino.

“Bevi.” Insisteva Dean, mentre Sam, al tavolo del bunker, mandava giù. Dean gli teneva una mano sul suo ginocchio e il tocco gli procurava un piacevole calore. Si sentiva imbarazzato, ma non riusciva a scacciare quella mano. Sapeva che anche Dean una volta non avrebbe mai fatto un gesto del genere. Forse questa nuova intimità inconscia tra di loro, dipendeva da quello che era successo in quello strano mondo.

Se solo avesse potuto ricordare..aspetta, davvero lo voleva?

E si sentì arrossire.

“Va tutto bene?” gli chiese Dean preoccupato e levò la mano, chiaramente pensando che Sam si sentisse a disagio.

“Sì. Castiel, guarda come mi sono ridotto. Non avresti dovuto farlo tornare.” Disse, chiaramente facendo dello spirito.

Castiel per tutta risposta si mise a ridere.

“Il signorino con il trench qui, mi ha fatto una telefonata urlante, insultandomi.” Disse Dean.

“Te lo meritavi! Sei un coglione!” disse Castiel.

“Wow, da quando non ci sono, sono cambiate un mucchio di cose qui. Castiel è molto più divertente!” disse Gabriel dall’altra stanza.

Sam, si mise a ridere. Ormai la tensione si era sciolta e Dean ne approfittò per raccontare a Sam di quando fino a due giorni prima, non aveva ancora visto Gabriel. Si era quasi dimenticato che c’era anche lui ed era stato quasi sul punto di fargli un esorcismo, quando l’ha visto alla tavola calda dove faceva colazione.

Questo fece ricordare a Sam la vicenda del Mistery Spot e si rabbuiò. Gabriel sembrava essersene accorto, perché gli riservò un’occhiata penetrante, ma non disse nulla.
 
 
 
 
*

Sam andò nella sua stanza per dormire, relativamente presto. Si sentiva sfinito, forse dipendeva dall’aver rivisto Dean dopo una settimana. Non aveva neanche voglia di guardare la televisione o di leggere un libro. Al momento di mettersi a letto, pensò che forse Dean ci sarebbe rimasto male di questo fatto. Era tornato e forse pensava che avrebbero trascorso più tempo insieme quella sera.

Non riuscì a prendere una decisione e nel mentre si assopì. Dopo circa cinque minuti, tuttavia, qualcuno bussò alla sua porta.

“Sam?” Era la voce di Dean.

Il minore aveva sperato che fosse lui e non gli altri due, ma non credeva davvero che sarebbe venuto.

“Dean. Entra!” disse Sam, senza riuscire a non far trapelare la sorpresa.

“Stavi dormendo? Vuoi che me ne vado?”

“No. Di nuovo no.” disse Sam, cercando di fare di nuovo dello spirito. Dean fece una smorfia alla battuta e si sedette sul letto.
 


“Mi hai fatto preoccupare, lo sai?” gli disse.

“Non ho chiesto io a Castiel di chiamarti.” Disse Sam un po’ risentito.

“Ha fatto bene invece. Mi ha dato la strigliata che mi meritavo.”

Sam lo guardò fisso in volto.

“Dean, io sono contento che tu sia tornato, ma avrei preferito che lo facessi perché lo volevi.”

“Ed è così. Sono proprio dove vorrei essere. A casa.” Disse il maggiore.

Sam non sapeva cosa rispondere a questo, quindi decise di cambiare discorso.
 


“Che cos’hai fatto tutto questo tempo?” gli chiese.

“Sono stato in un motel. “

“Tutto il giorno? Chissà che noia.”

Dean sorrise. “Guardavo queste.” E gli mostrò delle foto di loro due da piccoli.

Sam non volle guardarle. Girò la testa dall’altra parte.

“Non sono bei ricordi per te?” gli chiese Dean.

“Dean..in quelle foto siamo due bambini..è come se stessi rinnegando il nostro rapporto da adulti e la cosa mi intristisce ancora una volta..”

Dean lo guardò e mise le foto nella tasca della camicia.

“Sembra che io continui a farti soffrire. Forse non mi esprimo bene quando parlo..di sicuro sarà questo.”

“Il dialogo tra noi è stato sempre molto disfunzionale. Non è una novità..” disse Sam.

“Mi manca quando parlavamo di più a cuore aperto..”

“Lo stai rifacendo, di nuovo a rimpiangere il passato..” gli fece notare Sam.
 
Dean aprì le braccia.

“Sembra che qualsiasi cosa dica, sbagli. Vuoi che me ne vada?”

“No.”

Dean lo guardò sorpreso a questa affermazione. Era chiaro che non se l’aspettava.

“Cioè..se non ti dispiace restare qui..non sei obbligato, ovviamente..”

“No, certo che no..ma mi fa piacere.” Disse Dean e senza attendere un permesso si sdraiò di fianco a Sam.

Sam lo guardò, alzando un po’ lo sguardo e Dean prese così l’iniziativa di abbracciarlo.
 
Fu un abbraccio caldo, avvolgente, emozionante, che sapeva riempire i vuoti. Così tenero, così colmo d’amore.

Restarono così per un minuto, senza parlare, poi fu Dean a interrompere il silenzio.



“Sai, Sam..forse guardavo quelle foto, perché non avevo il coraggio di accettare che in questi giorni..continuavo a pensare ai mesi che abbiamo passato nel mondo di Amara..” disse Dean, parlandogli tra i capelli.

Sam, il cuore che gli batteva come un tamburo, chiese:
“Tu..ricordi?”

“No. Ma avrei voluto.” Gli disse Dean. E su quelle parole, si addormentarono, restando abbracciati. Sam non lo baciò, anche se immaginò di farlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Dean vuole conoscere meglio Sam ***


N.A: mi scuso in anticipo per il capitolo più lungo, dopo il capitolo scorso in cui non è successo praticamente NULLA, ho voluto evitare di rischiare di annoiare ulteriormente il lettore con capitoli più brevi ma dove non si va avanti con la storia o si va avanti a stento. Spero non vi annoiate in questo! Buona lettura!



Jensen accarezzava gli artigli sulla sua schiena che fremevano al suo tocco.

“Non conosco altri  uomini, potenzialmente…letali che ritirano le loro armi, grazie a un tocco di tenerezza…come una carezza.” Disse Jensen, riferendosi agli artigli. “Hai mai visto qualcosa di più…meraviglioso?” chiese ancora estasiato.

“Credo di sì.” Disse Jared fissando intensamente Jensen negli occhi.
 
Si baciarono ancora e poi Jensen lasciò che Jared lo fece suo.

Quando Jared lo penetrò Jensen si reclinò  con il bacino come se fosse stato colpito da una scarica elettrica.
 
Ahhhh. Ahhhhhh. AHHHHH.

Il piacere era totalizzante e inebriante per Jensen.

Jared aveva la passione di una pantera, di un leone.

Forza, maestosità, energia, elettricità, passione.
 
Jensen non seppe neanche per quanto tempo lo fecero.

Forse per ore.

Non aveva mai provato niente del genere.

 
 

Sam non venne nel sogno, ma ci andò vicino. Molto vicino. Era proprio come aver avuto un orgasmo VERO.

Si girò dall’altra parte e notò suo fratello al suo fianco. Non aveva mai avuto un sogno bagnato mentre dormiva con il fratello. MAI. Ora solo il pensiero minacciava di eccitarlo di nuovo, semmai l’eccitazione provocata dal sogno, fosse mai passata, poi notò una cosa che minacciò di farlo venire all’istante. Il membro del maggiore era gonfio ed eretto! Anche Dean stava avendo una grossa erezione. In sogno?? Stava pensando a lui??

Sam, carico di eccitazione e sensi di colpa, scappò in bagno, non senza prima un pensiero, mentre lo guardava dormire.

Quanto è bello.

Il fatto che Dean fosse un uomo davvero bellissimo e avesse un viso davvero perfetto, lo aveva sempre pensato, solo che ora tutto era così diverso.
 
“Buongiorno, Sam, hai dormito bene?” chiese Castiel, che stava leggendo un giornale con una mano e trangugiando caffè da una tazza, con l’altra, vedendolo correre per il bunker, come un ladro.

Sam non gli rispose nemmeno, anzi non voltò nemmeno la testa. Continuò a correre e si chiuse la porta alle spalle con furia.

“Ma che gli prende?” chiese Castiel a Gabriel che era lì con lui.

“Erezione mattutina.” Rispose l’arcangelo ridacchiando.
 
 
Sam si chiuse in bagno e cominciò a masturbarsi, ripensando al sogno che aveva fatto. Di solito preferiva farlo a letto, ma stavolta non poteva con Dean che dormiva nel suo .

Sì, Dean che dormiva nel suo letto. Bastava solo questo pensiero ad eccitarlo..non sapeva se pensare a quell’immagine o a concentrarsi sul ricordo che aveva avuto fino a pochi minuti prima. Quello era il suo primo ricordo dell’altro mondo che aveva avuto. Aveva avuto per la prima volta un assaggio di quello che era successo tra loro ed era incredibilmente tutto così strano ed eccitante.

E poi..LUI che possedeva suo fratello maggiore? Giusto forse in un altro mondo, poteva succedere.

“Mmm..” era nudo e si era seduto sulla vasca. aveva preso a massaggiarsi il membro sempre più eccitato. Immagini che si susseguivano nella sua mente, si intervallavano, tra Dean che dormiva lì, al sogno che aveva appena fatto, fino a quando non venne, con un grido soffocato.
 
 
 




*

Sembrava di esser tornati a quando Sam era preda delle allucinazioni di Lucifero.

Dean si preoccupava come allora, ma stavolta sembrava osare di più. Forse parte di lui, avendo condiviso così tanta intimità con Sam, si prendeva delle libertà che finora non si era mai preso.

Tipo mettergli la coperta addosso quando Sam tremava, o preoccuparsi di fargli un piatto caldo, quando il minore starnutiva.

Aveva poi preso un’iniziativa condivisa anche da Castiel e Gabriel.

Andare a correre. Tutti e tre pensavano che questo facesse molto bene al respiro e aiutasse Sam a regolarizzarlo.

Andavano a correre insieme ed era bello per gli altri due angeli, vederli tornare al bunker, ansimanti e sudati.




*

Sam continuava ad avere paura dell’acqua e quando doveva entrare in doccia, lo faceva con paura.

Quando Castiel provò a dire a Dean di aiutarlo in questo, il maggiore si stizzì.

“Dovrei entrare nella doccia con lui, dici? NO. Sarebbe imbarazzante.”

Castiel sospirò davanti a questo.

“Prima o poi dovrete parlare di quello che è successo e che c’è tra di voi.”

“L’unica cosa che mi preme, è che mio fratello stia bene.”

“Dean, quello che ha Sam, è anche una condizione psicologica.”

“Senti, io lo amo e Sam sa che lo amo, lo amerò sempre. Platonicamente. È stato sempre così e quello che è successo, è stato..un errore. Cose che tra fratelli non dovrebbero mai succedere.”

“Non farti sentire da Sam a catalogare quello che c’è stato, come un errore. Lo ferirebbe.” Lo avvertì Castiel.

Dean sembrò ferito e confuso da questo.

“Ferirlo? Castiel, stiamo parlando di una relazione sessuale con mio fratello. Io lo amerò sempre ma non..non così! Non è normale, non è SANO. Per il resto, io morirei anche adesso per lui e lui lo sa! E questa è la mia più grande prova d’amore per lui, non il sesso. Sono sicuro che anche Sam la pensa così. Parlando invece di sesso, cosa sta succedendo tra te e..il tuo, di fratello?

Castiel si era risentito e aveva accusato Dean di cercare di spostare l’argomento su di lui per non dover parlare di quello che provava per Sam, Dean lo accusava della stessa cosa, entrambi si mandarono a quel paese e l’angelo lasciò il salone, incavolato.
 
 





Dean capì di non aver mai indugiato troppo sul bisogno di dover conoscere troppo Sam. Era suo fratello, erano stati insieme tutta la vita e quindi aveva sempre pensato che questo era necessario, sufficiente e che bastava. Credeva di conoscerlo meglio di chiunque altro e lo stesso valeva per il minore, ma tutto quello che era successo, aveva scombinato tutta la sua visione delle cose. Capì che non si arrivava mai a conoscere del tutto qualcuno e che tu pensavi che era così e invece quel qualcuno era capace un giorno, di sorprenderti e di svelarti cose del tutto nuovo, sorprendenti e inaspettate.

Ne aveva parlato sia con Castiel, sia con Gabriel.

Gabriel non gli era stato di molto aiuto. Non lo guardava in faccia e non aveva proferito parola. Neanche un consiglio.

Ha qualcosa che mi nasconde..e anche Castiel. Ho l’impressione che lui sappia cosa nasconde, ma vuole proteggere il suo segreto.

Le riflessioni di Dean però, vennero interrotte dalla frase di Castiel.

“Prendetevi una giornata tu e Sam, da soli, digli tutto quello che senti. Conoscetevi. Una volta, due volte, tre volte, fatelo davvero.”

Quella frase non aveva doppi sensi e Dean fu così grato del consiglio dell’angelo, che si sentì sciogliere e quasi si sentì in colpa per aver pensato male di lui.

“Lo farò, Castiel, grazie.”
 
 
 
 
 
*

Dean e Sam avevano parcheggiato la macchina poco distante e stavano visitando un parco zoo al’aperto, dove gli animali stavano liberi.

Stavano facendo pranzo e stavano mangiando entrambi dei grossi tramezzini ripieni di verdure e formaggio.

“Sai, questo sì che è davvero strano. TU che mangi un tramezzino con verdure.” Ridacchiò Sam.

“C’è anche il formaggio ed è molto buono.”

“Ma tu ami di più gli hamburger. Mi hai sempre preso in giro perché mangiassi verdure.” Disse Sam.

Dean smise di mangiare, per sorprenderlo ancora una volta.

“Non mi sono mai reso conto di quanto sbagliassi a non prendere in considerazione mai quello che ti piacesse, solo perché era diverso da quello che piaceva a me, senza neanche provare a capirlo.”

“Dean..davvero, non capisco perché tu stai dicendo questo, ma non devi sentirti in colpa..”

“Ma voglio adesso..” continuò Dean, senza rispondergli. “ Voglio capire tutto, anche cose vecchie del passato, cui non ho mai dato retta. Voglio che tu mi racconti cosa sentivi, cosa hai provato..e se dovesse per caso diventare troppo doloroso, o inopportuno, voglio che tu mi fermi.”

Sam deglutì e distolse lo sguardo, guardano davanti a sé. D’un tratto i vestiti erano troppo caldi, il clima troppo afoso. Troppe emozioni e guardare dritto dinanzi a sé, lasciandosi confondere dal cielo striato di rosa ed arancione e le colline verdi che circondavano il bellissimo parco, lo confondevano ancora di più.

Dritto davanti a sè, non si può andare molto lontano.. pensò.

“O-okay. Dimmi cosa vuoi sapere. Io cercherò di rispondere a tutto. O quasi. Se non ce la faccio, ti dirò che non riesco o non posso rispondere.”
 
 

Sembrava che Dean si fosse tolto un peso dal cuore. Decise di partire da lontano. Da quando Sam era un bambino e aveva quell’amico immaginario di cui non gli aveva mai parlato. Sam fu sorpreso di sentire Dean autoaccusarsi, dicendo che era dispiaciuto, perché l’idea che ne aveva tratto da quella storia, era che aveva fatto sentire Sam molto solo, tanto che aveva sentito il bisogno di attirare a sé Sully e d’altrocanto, di non parlargliene mai.

“Mi dispiace che tu abbia pensato che fosse colpa tua.” Disse Sam. “Non so perché lui..arrivò, ma Dean, credimi, c’era ben poco che tu potessi fare per me. A quei tempi soffrivo il fatto che tu e papà non voleste includermi nella caccia, non potevo sentirmi parte degli affari di famiglia..e con i miei coetanei ero sempre quello diverso..credo che lui fosse arrivato perché sentivo il bisogno di avere un AMICO. Volevo bene a te e papà, ma avevo bisogno di un..compagno di giochi..”

“Ma perché desideravi tanto cacciare? Hai desiderato così tanto entrare a far parte di quella vita..e poi ne sei voluto uscire..perchè hai cambiato idea?”

Sam prese un grosso sospiro. Era la prima volta che Dean glielo chiedeva.
 
“Quando volli cacciare con voi, era perché volevo sentirmi parte della famiglia. Stare con voi, dimostrare a papà che ero anch’io utile. Credo che fossi un po’..geloso.

“Che cosa?? Di papà??”

“Di lui e di te. Lui ti diceva sempre: proteggi Sammy, mi raccomando, è il tuo compito..e anche se ti ho sempre rinfacciato di essere il soldatino di papà, la verità è che..lui contava su di te per qualsiasi cosa, sapendo che tu avresti ubbidito all’ordine. Si fidava di te e io ero geloso di questa fiducia incondizionata che lui aveva con te e che evidentemente non aveva per me, visto che voleva tenermi fuori da tutto..ed ero geloso di te, perché facevi tutto quello che voleva lui..ogni volta che ubbidivi ad un suo ordine, era un: mi dispiace Sammy, non posso giocare alla playstation con te oggi, papà mi ha detto di fare questo. Non voglio farti sentire in colpa, è per farti capire come mi sentivo. La caccia avrebbe unito tutti e tre insieme, lo desideravo..ma quando finalmente provai con mano cos’era, cosa significava, mi diventò chiaro che non era come me l’ero immaginato…e quando successe poi di Amy..la mia amica..io..”

“Ti ha segnato quell’esperienza..”

“Sì. E ha cambiato per sempre l’idea che io avevo dei mostri..” ammise Sam.

Il minore si fermò dal continuare a parlare, perché vide Dean con gli occhi lucidi.

“Dean! Cosa..”

“Mi sento in colpa, Sam..per Amy..”

“Ormai è passato, Dean..abbiamo fatto entrambi delle cose terribili..non rimuginiamoci troppo su.”

“Non avevo pensato al fatto che conoscere Amy, avesse influenzato così tanto, quello che tu pensavi della caccia..”

“Ma l’ha fatto. Ad un certo punto ero saturo di tutto e avevo cominciato ad aver paura dell’ossessione di papà per il demone degli occhi gialli. Quando mi disse che se avessi voluto fare l’università, avrei dovuto andarmene..io..me ne andai. Dean, io non volevo andarmene..ma giuro che quando mi cacciò, io..tornai a sentirmi l’escluso..la pecora nera della famiglia..e non ce l’ho fatta a restare.”

“A volte mi chiedo come sarebbe andata se avessi avuto più palle e ti avessi seguito..” disse Dean, arrabbiato con sé stesso.

“No, tu hai fatto bene. Dovevi restare con papà o sarebbe impazzito, abbandonato da tutti e due i figli. Era fragile ai tempi..e forte allo stesso tempo..io ero un ragazzino..” disse Sam.
 


Continuarono a passeggiare ancora un po’ nel silenzio, poi Dean gli fece altre domande, riguardante il periodo che era scappato a Flaghstaff per quattro settimane e riguardo al fatto che in Paradiso, avevano visto che lui considerava un ricordo felice, passare il Ringraziamento con qualcun altro.

Sam strinse gli occhi e d’un tratto diventò emotivo.

Parlò a Dean della sua solitudine, del suo desiderio di essere indipendente e dei sensi di colpa che questo gli aveva portato. Del suo continuo sentirsi inutile. La giornata del ringraziamento con qualcun altro, era l’immagine della famiglia che lui non riusciva a figurarsi, perché Mary Era morta, ancora prima di conoscerla.

Dean restò senza parole. Non aveva mai pensato sul serio a quanto anche Sam potesse soffrire per la morte di Mary, a quanto anche durante la crescita, questo avesse potuto influenzarlo. Lui e papà avevano sempre avuto contrasti con Sam – John più di tutti – senza mai davvero capirlo, o comunque sforzarsi di provarci. Non aveva mai messo in conto che la scontrosità di Sam, i suoi attriti con il padre, potessero comunque avere a che fare con il dolore per non aver avuto una madre.

“Tu mi hai fatto anche da madre, Dean..mi hai fatto da madre, padre, fratello..quindi non devi rimproverarti di niente.” Lo rassicurò comunque Sam.

Ma Dean non ci riusciva. Pensava a Jessica, a come avesse dimenticato in fretta, quanto Sam doveva aver sofferto per lei, troppo contento di riaverlo al suo fianco insieme, alla ricerca del padre. Ripensando a quanto dolorosamente l’aveva persa, non era difficile capire quanto fosse stato facile il meccanismo di manipolazione che Ruby aveva attuato contro Sam.

Glielo chiese infatti e Sam confermò, sempre con gli occhi lucidi.



“Ruby..non volevo ammetterlo neanche a me stesso, ma per me era una speranza, Dean. Era una speranza non solo nel credere che in fondo anche i mostri potevano essere salvati e che finalmente avevamo un’alleata che ci aiutasse a combattere non solo il male, ma che aiutasse noi con il tuo..patto..ma una speranza per ME. Un ricominciare, dopo la morte di Jessica. Sapevo che era un demone..ma io..me ne stavo innamorando..

Dean rimase esterrefatto nel sentire questo. Sapeva che Ruby aveva un ascendente potente su di lui ed era per questo che ne era stato geloso in passato – Hai preferito un demone a tuo fratello! – ma che Sam ne fosse addirittura innamorato? Era basito da questo.

Ruby era per Sam, la possibilità a riavere una felicità che gli era stata strappata via troppo in fretta. Aveva perso così tanto tempo a rinfacciargli di aver  bevuto sangue di demone e di essersi fidato di lei e di essersi fatto manipolare, da non aver capito i suoi sentimenti.
 


Sam confessò anche che tutti gli sbagli che aveva fatto poi, scatenare l’apocalisse, continuare a bere sangue di demone, erano in parte, in GRAN PARTE, derivati anche dalla scoperta pazzesca, di aver avuto sangue di demone, fin da quando aveva sei mesi, nel corpo. Per lui fu un colpo terribile e la ripresa a berlo, aumentò la sua depressione e la sensazione di essere un mostro e di non meritare di essere salvato, proprio come gli aveva detto papà!

Confessò anche che i mesi successivi alla morte del patriarca, furono bruttissimi e dolorosi, perché quando aveva scoperto che cosa gli aveva detto John, prima di morire, scoprì che non l’avrebbe mai voluto sapere.

Dean ripensò allora quando andarono in quel motel, infestato dalla bambina fantasma dell’anziana signora Thompson. Allora, Sam lo aveva supplicato di ucciderlo, se si fosse rivelato un pericolo per sé stesso e per gli altri.

La stessa cosa, l’aveva fatta durante il virus Croatoan. Sam non aveva mai superato il fatto di avere il sangue infetto, si era sempre sentito un mostro per questo, la cosa era peggiorata con gli incubi che erano arrivati, grazie alla sua connessione con il demone dagli occhi gialli e peggiorò ancora di più, quando venne a scoprire che il padre gli aveva detto che avrebbe dovuto ucciderlo, se non fosse riuscito a fermarlo.

“Vorrei tanto che papà non me lo avesse mai detto!!” aveva detto Dean quel giorno, in quel momento però, avrebbe voluto dire, anzi gridare:

Vorrei tanto non avertelo mai detto! Non per cattiveria, Dean era consapevole del fatto che i segreti avevano avvelenato la loro vita, ma era anche purtroppo, consapevole del fatto, che tante scelte sbagliate che aveva fatto, anche se perdonate dal minore, per amore, avevano reso la loro vita difficile.

Oh, se avesse potuto tornare indietro! Avrebbe capito meglio Sam, gli sarebbe stato più vicino, non gli avrebbe mai detto che era un mostro, parole che poi lo avrebbero spinto a scatenare l’apocalisse.
 
Riparlarono anche di quel messaggio che Dean aveva lasciato in segreteria, per indurlo a fermarsi, in cui gli diceva che sarebbe stato sempre suo fratello e che gli dispiaceva. Ovviamente avevano parlato di quella cosa, subito dopo che Dio li aveva tratti in salvo, trasportandoli in un aereo. Dean disse di avergli mandato un messaggio, ma in realtà Sam ne lesse un altro, che era tutto fuorchè pregno d’amore e perdono.

Ne avevano parlato allora, ma lo fecero di nuovo ora.

“Non sapremo mai, forse, chi fu a manipolare la mia casella messaggi..forse Ruby.” Disse Sam, ancora amareggiato al ricordo.

“Ruby, non credo..penso che un potere simile, potessero averlo solo gli angeli. Mi ricordo che Zacariah cercò di impedirmi di raggiungerti.” Disse Dean.
 
 

Il discorso, chissà come, si spostò sul bisogno di Sam, di sentirsi puro e di purificarsi in tutti i modi. Dean non gli aveva mai chiesto il motivo di tutta quella passione per la verdura, per esempio. Sam confessò che dal momento che si sentiva sporco per via del sangue di demone, cercava di evitare la carne rossa, perché lo faceva pensare ad animali morti, a violenza, a cose brutte..e aveva paura di diventare ancora più aggressivo e mostro di quello che già si sentiva. Cercava quindi una connessione più intima con la natura, piuttosto che con quella che lui considerava carne morta.

Dean si pentì all’istante di non aver cercato di scavare più a fondo riguardo le preferenze alimentari di suo fratello. Certo non poteva immaginare che potessero avere una componente così psicologica e profonda, ma invece di deriderlo sempre per i suoi gusti alimentari, avrebbe potuto cercare di capirlo. Ripensò a quello che aveva appena finito di mangiare. Buttò la carta nel cestino. Quello che non conosci e che non provi, pensi sempre che sia disgustoso, ma poi quando lo provi, ti rendi conto che tutto quello che avevi pensato per via dei tuoi pregiudizi, era sbagliato.
 
Il racconto continuò a spostarsi a parlare di quando Dean era in Purgatorio.



Sam confessò di essersi sentito così inutile e disperatamente solo. Era inoltre la seconda volta che Dean spariva e che lo lasciava. Il periodo che era stato via perché era stato all’inferno, era stato il periodo più brutto della sua vita, perché aveva provato in tutti i modi a salvarlo prima e a riportarlo indietro dopo, non riuscendoci. Alla fine Dean era tornato, ma non per merito suo. Questo aveva scavato un’ombra, una cicatrice indelebile in Sam e quindi quando Dean sparì, si sentì inutile, non in grado di salvarlo, in grado di non fare NULLA.

“Ma ho sempre saputo che saresti tornato..vivevo la mia vita, aspettando questo. Non mi sono mai arreso. È stato anche per questo che mollai Amelia, prima che tu tornassi. La verità è che..ho capito di aver trovato una SCUSA, credo..volevo essere libero per quando tu saresti tornato..”

Dean rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto la cosa da questa angolazione. In effetti era vero. Aveva passato così tanto tempo ad accusare Sam, troppo furioso del fatto che non lo avesse cercato, da non essersi concentrato sul fatto che l’avesse lasciata PRIMA che lui tornasse.

Sam prima che Dean potesse chiederglielo, gli rispose.

“Come facevo  a dirtelo, Dean? Tu continuavi ad essere così arrabbiato e sapevo che avevi anche ragione..perchè io sono stato debole..come facevo a dirti che irrazionalmente, mi stavo solo preparando al tuo ritorno..perchè certo che saresti tornato da me? Sarebbe sembrato assurdo, per non dire arrogante. Non volevo giustificarmi, sapevo di meritare la tua rabbia.”

“No, non la meritavi. Vieni qui.”disse Dean, abbracciandolo. Finalmente si stavano confessando su tutto ed era meraviglioso. Entrambi rimpiansero di non averlo fatto prima.
 


Quando sciolsero l’abbraccio, fu il turno di Sam, di scusarsi.

Gli disse che gli dispiaceva di non aver empatizzato con lui, quando uscì dall’inferno. Aveva passato qualcosa di davvero terribile e avrebbe dovuto capirlo e non dargli addosso continuamente, anche per la questione di Gadreel. Lui aveva fatto tanto per lui e Sam era un continuo deluderlo e accusarlo. Ora Sam capiva che parte del suo cambiamento emotivo era dato dall’inferno e glielo disse. Gli dispiaceva di non averlo capito prima.

Poi gli chiese il perché aveva tanto voluto questa giornata esclusiva alle confessioni.
 
Dean rise, prima di rispondere.

“Quando l’altra volta abbiamo parlato dell’amuleto, mi hai spiazzato, Sam. Mi sono sentito in colpa per esser stato così superficiale e anche per non averti detto subito, che io me lo sarei rimesso al collo anche subito, ma non l’ho fatto per vergogna. Ho pensato che ho dato per scontato che non avessi bisogno di conoscere altro di te, perché ti conosco da tutta la vita..e invece io ho..sbagliato. Io ho sbagliato, Sam. è vero, siamo stati insieme tutta la vita, ma io non conoscevo tante cose di te e non mi sono dato la pena di conoscerle e di questo mi dispiace. Volevo rimediare.”

Sam ci pensò un po’ su, voleva dire quello che pensava, ma senza correre il rischio di litigare.
 
“Dean, non voglio litigare, ma davvero questo è l’unico motivo per cui hai fatto tutto questo?”
“Cosa? Che vuoi dire?”

“Sei certo che non abbia a che fare con..con quello che è successo..con il djinn?” chiese Sam, imbarazzato, senza guardarlo.

Dean lo guardò scioccato. Deglutì e non rispose.

“Dean, siamo stati sinceri fino adesso..sarebbe bello continuare.”

“Io..non so quello che vuoi che io dica, Sam.”

“Forse solo che tu ammetta che quello che è successo, ha spiazzato tanto me, quanto te e che forse ora, vedendo noi stessi in una nuova luce, tu abbia pensato che..esistono molte mille sfaccettature del nostro carattere e della nostra anima, che non avevi considerato..e che se è successo quello che è successo..forse non conoscevi te, me, e noi due come credevi..e allora quante altre cose non ti sei dato la pena di scoprire, perché credevi che non fossero importanti? Non ti sei dato la pena di capirle prima e vuoi farlo ora, perché forse..capire quello, ti aiuterebbe a capire quello che è successo laggiù..”
 
Dean sorrise, imbarazzato ma contento della perspicacia del fratellino.



“Accidenti. Sei sempre stato il fratello migliore, nell’arte dell’intelligenza emotiva..l’ho sempre saputo. Riesci a parlare con la mia bocca e a dire cose che io non avrei mai il coraggio di dire ad alta voce..hai ragione, Sam. L’ho fatto per questo, ma non solo. L’ho fatto perché davvero volevo conoscere meglio te..NOI.”

“E adesso che hai le risposte, sei riuscito a capire quello che volevi capire?”

Dean fece qualche secondo di silenzio.

“Quello..NO.” ammise Dean “Ma confesso che..ricollegando tutto quanto al sentimento che ci unisce, posso entrare nell’ottica che..noi due, senza memoria..potremmo..insomma, Sam, io farei tutto per te.

L’argomento stava tornando di nuovo su tratti imbarazzanti ed erotici. Sam non sapeva bene come camminare su questo terreno minato. Aveva paura. Sentiva che anche Dean ce l’aveva.

“Penso solo che..sia bello che comunque..anche in un altro mondo, eravamo uniti. Indipendentemente da COME. “ disse sorridendo.

Sam guardava Dean e vide che aveva il volto completamente in fiamme. Doveva assomigliare a quello che aveva lui in questo momento.
 
“Dean, credi che..riusciremmo mai a..tornare a essere come prima, senza..più..imbarazzarci..pensando a..questo?” disse Sam, facendogli la domanda spinosa che entrambi avevano rimandato fino a quel momento.

“Non so se voglio..Sam..”

Questo gelò Sam, in un batter d’occhio.

“Nel senso..non so se voglio tornare a vederti come prima..parte di me, vorrebbe scavare più a fondo, alla ricerca della verità..che abbiamo vissuto e poi perso. E ho paura di questo mio lato oscuro, ho paura di quello che troverò e anche che non riuscirò a fermarmi.”

Sam non sapeva come rispondere a questo. Aveva la mente ottenebrata e chiusa.

“Non ti voglio abbandonare..” disse Dean frettolosamente. “Ma questa confusione mi uccide. Mi confonde. Non si tratta neanche di aver paura di toccarti e di sentire qualcosa di strano..si tratta che il mio cervello vuole capire perché sto sentendo quello. Da dove arriva. Perché certe pulsioni..è più facile fermarle, se le capisci..ma se non le capisci..potresti..avere la tentazione di..”

Dean forse capì di aver parlato troppo, perché si passò una mano sulla bocca.
 


“Sono una persona orribile, scusami.”

“Piantala di scusarti.” Sbottò Sam. “E smettila anche di comportarti come se la questione riguardasse solo te. Senti, non è imbarazzante solo per te. Ok? Sei mio fratello..ti conosco da tutta la vita e sapere che..siamo stati amanti..per via di un inganno di Amara..è sconvolgente. Faceva soffocare anche me all’inizio, ma..Dean, tu sei la persona più importante della mia vita..e penso che..l’idea di essere stati preda di..una relazione consanguninea in una specie di mondo virtuale, che tra l’altro non ricordiamo, sia stata superata dall’idea e dalla consapevolezza che l’amore che c’è tra di noi..non quello erotico, non quello passionale..carnale, ma quello viscerale, quello di testa, quello qui..” disse Sam, puntandogli un dito sul petto e facendo tremare Dean. “Sia talmente profondo, da superare anche quello. Sapere che tu hai accettato di farti torturare all’inferno per ANNI, per me..Dean..per me vale tutto. Vale qualsiasi cosa. Nemmeno se tu mi avessi ucciso quel giorno, quando Morte te l’ha chiesto, avresti potuto mai annientare quella prova d’amore che tu hai avuto per me.”
 
Quelle parole sciolsero Dean in un modo che non avrebbe mai immaginato quella giornata. Abbracciò di slancio Sam. Lo abbracciò fortissimo e prese a piangere come un bambino.

Sam ricambiò l’abbraccio, pensando che stavano vivendo una marea di prime volte. Tante volte infatti, Dean l’aveva abbracciato con calore, sentimento e trasporto, ma MAI aveva pianto su di lui. A volte aveva avuto gli occhi lucidi, ma non l’aveva mai sentito piangere, quando lo abbracciava. Ed era bellissimo.

Erano in un parco pubblico e Sam non voleva dare spettacolo e baciare un uomo che non sapeva se avrebbe reagito male, davanti a gente che passava, quindi non lo fece. Non voleva rovinare il momento, ma immaginò comunque di farlo.
 
 






















Note dell'autrice: 

eccomi, come potete vedere, questa è una storia/saga completamente diversa dalle altre, a confermarlo anche il fatto che le note dell'autore DOPPIE e tra l'altro in cima al capitolo, credo di non avere mai fatte xd ma io sentivo il bisogno di scusarmi in antucipo per la lunghezza, sapevo sarebbe venuto lungo, ma non credevo così tanto! Voglio spiegarvi la mia scelta. Oltre alla passione io voglio concentrarmi acnche sull'amore profondo di loro due che nutrono l'uno per l'altro, ho voluto che Dean, venendo a patti con questa cosa (anche se non mi piace chiamarla casa) volesse scavare anche indietro, alla ricerca di dettagli che non aveva mia chiesto a sam, un pò per superficialità, un pò per immaturità..voglio unire i jared e jensen delle fiabe ai Sam e Dean originali e per fare questo, ho biosgno, che loro parlano tanto di quello che sono stati e di quello che sono diventati. Questo credo da spessore al rapporto, il fatto che loro si interroghino su chi sono e capiscano che forse quello che credevano di conoscere su di loro stessi, non è tutto qui.

so che questo darà via a un pò di timore da parte vostra per la paura che la storia diventi troppo analitica, non sarebbe la prima volta per me, ma stavolta davvero non ho intenzione di fare capitoli su capitoli pesanti pieni di angst su Dean e Sam che si interrogano o fanno riflessioni.ho fatto appunto un capitolo lungo..credo che forse abbiate già capito che questa storia ha come tematica tutta una serie di capitoli autoconclusivi.. cosa che è stata un pò la tematica non solo di questa storia ma di TUTTA LA SAGA. Tranquillizzatevi dunque, il prossimo capitolo sarà ancora diverso dagli altri!

Ho intenzione anche di parlare della caccia e di loro due a caccia..un elemento che ho sempre escluso nelle altre mie storie quando dean e sam avevano una storia d'amore..e poi ci saranno anche altri segreti che Dean e sam devono ancora scoprire..,mica è tutto qui xd stavolta voglio proprio non trascinare la storia come ho fatto in altre xd se la sto continuando è proprio perchè ci sono ancora tante sorprese xd a prestooo

ps dopo il capitolo polpettone, arrivano le note papiro. Scusatemi ancora xd

pps cosa importante! Dritto davanti a sè non si può andare molto lontano - citazione tratta dal libro de il piccolo principe, che io adoro. Citazioni e libro!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Come nelle favole! ***


Due giorni dopo quel confronto, Sam si trovava al bunker, seduto davanti al tavolo e la piccola radio davanti al tavolo, stava mandando in onda, una canzone che sembrava fatta proprio sui misura per lui e Dean.

Quello che potremmo fare io e te

Senza dar retta a nessuno
Senza pensare a qualcuno

Quello che potremmo fare io e te
Non lo puoi neanche credere

Quello che potremmo fare io e te
Senza pensare a niente
Senza pensare sempre

Quello che potremmo fare io e te

Non si può neanche immaginare

Sai che ho pensato sempre, quasi continuamente
Che non sei mai stata mia

Me lo ricordo sempre, che non è successo niente

Dovevi sempre andar via


 

Io e te
io e te

Dentro un bar a bere e a ridere

Io e te
io e te

A crescere bambini, avere dei vicini

Io e te
io e te

Seduti sul divano
Parlar del più e del meno


Io e te io e te

Come nelle favoleeee

Quello che potremmo fare io e te
Non l'ho mai detto a nessuno
Però né sono sicuro
Quello che potremmo fare io e te
Non si puó neanche immaginare
 

Io e te io e te

Dentro un bar a bere e ridere

Io e te

io e te

A crescere bambini avere dei vicini

Io e te

Io e te

Sdraiati sul divano

Parlare del più e del meno

Io e te

Io e te

Come nelle favoleee

Sam aveva preso a canticchiare quella canzone a occhi chiusi, ma all’improvviso arrivò Dean.

“Buongiorno!!”

Sam avvampò all’istante e spense la radio con uno scatto brusco e molto buffo. Colto in fallo, temeva una reazione spropositata da parte del fratello maggiore, ma il maggiore invece, ridacchiò.

“Perché l’hai tolta? Era carina!” disse Dean, con una smorfia e poi sorridendo.

Sam dovette contenersi per non far trapelare la sua espressione sbalordita. Dean sembrava sorridente, rilassato, tutt’altro che arrabbiato per il fatto che Sam stesse ascoltando quella canzone.

Qualcosa si riscaldò dentro il cuore di Sam. All'improvviso il suo corpo sembrava troppo piccolo per contenere la gioia che sentiva dentro. Sentiva qualcosa premere dentro di lui per uscire, forse era il suo cuore, forse erano delle ALI. Quella notte l'aveva passata a sognare. Sognava la Bestia, che era LUI e poi sognò Dean, con un vestito giallo, che ballavano. Non si era mai sentito tanto felice in vita sua. Una volta alzato dal letto, aveva sentito il desiderio di sentire quella canzone. Ora la reazione di Dean, gli diceva che anche lui sentiva delle emozioni simili.

"DEAN!"

Dean si volse preoccupato verso Sam, quest'ultimo corse verso di lui, ma invece di parlare, semplicemente lo abbracciò da dietro.

"Sam..." disse Dean. Lo disse con quella cadenza che da sempre scioglieva il cuore di Sam, solo che finora non l'aveva mai ammesso, neanche nei suoi pensieri. Quella cadenza aveva il tono di una preghiera amorevole, un balsamo per l'animo quando ti sentivi stanco, una coperta per accarezzarti. Amava quella cadenza, quanto amore c'era in quel tono, era così dolce!

Gli occhi di Dean si soffermarono su di lui e il minore non ci lesse nè preoccupazione, nè tenerezza in quello sguardo, nè ansia, o tristezza, ci lesse dolcezza..e AMORE.

"Volevo solo farlo." disse solo Sam, sperando di non sembrare un liceale alla sua prima cotta, poi scappò via, prima che Dean potesse dire qualcosa.






















Note dell'autrice: 

mi mancava il fluff fine a sè stesso ahah :))) <33333

Questa canzone è Come nelle favole, di Vasco.  La amo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Per una rosa - prima parte ***


Dean era uscito per prendere un po’ di frutta e roba da mangiare. Era tarda mattinata quando chiamò Sam.

“Dean?? Sei uscito alle 7:00 della mattina, sono le 11:00. Detesto fare la mammina, ma…quanto ci vuole per prendere due mele e due angurie?” gli chiese Sam, che rimpianse di non averlo accompagnato. Non era da Dean svegliarsi presto per uscire a comprare frutta. Se l’avesse accompagnato, avrebbe potuto anche tenerlo d’occhio. Suo fratello era un belloccio ancora molto attraente e le donne gli correvano dietro. Questo gli fece pensare che in effetti, nell’altro mondo erano stati insieme e quindi magari Dean non disdegnava neanche gli uomini. Il pensiero di dover competere pure con i maschi, lo infastidì, tra l’altro pensare a lui e Dean che facevano sesso, gli stava per far venire un’erezione che cercò invano di spegnere.

“Sam, mi dispiace, ma mentre ero fuori, mi sono imbattuto in un gruppo di persone che stavano parlando di cose..

“Che genere di cose?” chiese Sam, slacciandosi i jeans e toccandosi distrattamene. Ci mancava solo che Dean si accorgesse che stava avendo una erezione mentre parlava al telefono con lui. Anche lui però, che razza di tempismo!

“Cose soprannaturali, Sam. Mi sono avvicinato a loro e ho chiesto delucidazioni. A quanto pare sostengono che l’appartamento a poche miglia da lì, sia stregato da una donna fantasma. Si dice che tutti gli acquirenti che passano una prima notte lì, se ne vadano via spaventati, a causa di rumori notturni e oggetti e soprammobili buttati a terra, senza contare gli incidenti..”

“Ci troviamo di fronte a un caso, allora?” chiese Sam.

“Credo di sì.”

“Vuoi che venga lì con te?”

“Non..sì, a dire la verità sarebbe carino, ma non voglio che sia un obbligo..posso anche farcela da solo..”

“No, voglio venire..”
 
Silenzio. Quella frase, detta in quel modo un po’ ansimante, era parsa molto oscena.



“Sam..ti..stai masturbando, mentre parli al telefono con me?”

“Mi dispiace..mi..hai beccato in un momento inopportuno.” Mentì Sam.

“Sto per attaccare.” Disse Dean, molto a disagio.

“No, aspetta! Per favore, voglio ven..voglio esserci anch’io, davvero. Sono stufo di restare a casa ad annoiarmi, non facciamo altro. Ora trovi un caso e mi lasci fuori? Non essere ingiusto.”

Dean sembrò in conflitto, o perlomeno, finse di esserlo.

“Risistemati e fatti una doccia., poi chiedi a Castiel di teletrasportarti qui. Lui sa dov’è.”

“Può di nuovo teletrasportarsi?” chiese Sam stranito.

“A quanto pare, essere amici/amanti di un arcangelo, ha i suoi vantaggi.”

“Non sappiamo se sono amanti, potresti sbagliarti.”

“Certo, come no, è sempre successo che mi sbagliassi. “ disse Dean, ridacchiando e mettendogli giù il telefono.

Sam sbuffò. Beh, almeno poteva tornare a dedicarsi alla sua erezione.
 
 
 
 
 
*

Era una bella giornata di sole e Sam scoprì che Dean aveva addirittura noleggiato una moto nera e nuova di zecca. Quando gliela presentò, attaccato alla suddetta moto, in mezzo alla piazza, credeva di star avendo un’allucinazione.

“Dean, che cosa significa? Dov’è l’impala? Non l’avrei mica venduta per questo?”

Dean sbarrò gli occhi, poi si mise a ridere. “Sono stroppo stanco per incazzarmi, Sam, oggi apprezzo il senso dell’umorismo, anche quello scadente.” Disse, battendogli una mano sulla spalla.

“Temo di non capire cosa stia succedendo…cosa fai con quella moto?”

“L’ho presa a noleggio solo per oggi, per andare a farci un giro per la città, poi la riporto al negozio.”

Sam lo fissò stupito. “Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di mio fratello?” chiese semi serio.

Dean rise di nuovo. “Ho avuto dei pensieri..noi campiamo senza lavorare, meritandocelo credo, visto che salviamo sempre il mondo, ma non veniamo mai pagati per questo..e va tutto bene..noi siamo gli eroi, ma perché fare anche i fessi?”

“Già, perché farlo?”

“Perché non usare le nostre carte di credito anche per qualcosa di più divertente, che non sia mangiare sempre schifezze in squallidi motel?”

“Perché non sarebbe onesto?”
Dean lo guardò storto.

“Okay..perchè potrebbero beccarci, va meglio?”

“Condivido. In parte. Questa però è una cosa innocua, dopotutto non l’ho neanche comprata!” disse Dean dandogli una pacca sulla sella.

Sam guardò ancora la moto. Dovette ammettere che era davvero bellissima e quella era davvero una bella giornata. I piccioni affollavano la piazza e stavano tranquillamente in mezzo ai passanti. Sembrava di stare a Venezia.

“Ammetto che..mi hai decisamente sorpreso, questa volta..” disse Sam, mentre accarezzava la sella e Dean lo guardava soddisfatto “Ma, Dean, io sono venuto qui perché tu mi hai parlato di un caso..”

Dean continuò a guardarlo con una smorfia come se sapesse cose che a Sam sfuggivano, all’improvviso Sam spalancò la bocca incredulo.

Figlio di puttana..”

“A-ah, non insultare quella buon’anima di nostra madre.”

“Mi hai preso in giro. Non è mai esistito nessun caso!”
“Bingo!”

“Tu che esci di casa così presto, la telefonata, Cas che accetta di portarmi e scompare subito dopo. Era tutto combinato.”

“Bingo, campione!”

“Ma perché tutta questa messinscena?”

“Perché oggi mi sono svegliato sentendomi giovane e con la voglia di fare una follia. Il sole di oggi mi ha ispirato!”

Sam respirò a fondo, era davvero assurdo. Dean che usava quello che facevano di lavoro, per fargli uno scherzo. Eppure..
 
“Dean, tu sei tutto pazzo!” disse Sam ridendo.

“Sono tuo fratello. Andiamo, facciamo un giro? L’ho presa apposta, non mi diverto da solo.” Disse Dean, protendendo la mano verso di lui.

Sam avvertì un flashback vivido dentro di lui.  Aladdin della disney che chiedeva alla principessa: Ti fidi di me?

Non era un ricordo stavolta, almeno non credeva fosse un ricordo vissuto, ma più che altro un ricordo da videocassetta, da quando l’aveva visto da bambino.

Quel collegamento anche indiretto su quello che avevano vissuto, avrebbe dovuto inquietarlo, ma il sole era troppo caldo, la brezza primaverile era troppo piacevole e Dean su quella moto, troppo bello, come un quadro dipinto.

“Sì.” Disse Sam, salendo sulla moto dietro di lui e stringendosi automaticamente alla sua vita.

Dean mise in moto e sgommò subito con la moto, con Sam che gli cingeva le mani alla vita.

Era bellissimo. Una sensazione di libertà e leggerezza che, non provavano più da tanto tempo. Era bello, fare un giro in moto con suo fratello, condividendo quella vicinanza che da tempo non provavano e che lentamente, serpeggiava per tornare tra di loro. Era bello, non sapere dove fosse la loro preziosissima macchina ma non ritenerlo un pericolo, perché si stavano divertendo per la prima volta dopo tanto tempo. Era bello, che Dean avesse organizzato tutto questo solo per stare con lui.
 
 
 
 
 
*

Dean e Sam, a mezzogiorno avevano mangiato dei panini  e poi in giro per negozi e Dean si era divertito a prendere in giro Sam, quando si provava abiti un po’ ridicoli, uscendo dal camerino, o a stare in silenzio, quando lo sorprendeva con abiti decisamente più eleganti e sexy.

Dopo erano andati al parco, addormentandosi davanti al fiume, come una coppietta di fidanzatini.

La giornata finì così com’era cominciata, divenne subito sera.

Erano entrambi dell’idea che forse era meglio tornare a casa, stavano per tornare a recuperare la macchina, ma poi videro una fiera molto carina, cui erano entrambi attirati ad entrare.

Il cielo si stava per oscurare ed era ancora più piacevole passeggiare quindi, si intrufolarono tra le bancarelle.
 
 






















nel prossimo capitolo ci sarà eros tra i due!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Per una rosa - seconda parte ***


In mezzo alle bancarelle, c’era anche un tizio che reggeva delle rose rosse. Erano molto belle.

La Bestia si avvicinò alla fontana e innaffiò con un innaffiatoio delle rose rosse che galleggiavano nella fontana.

“Come possono sopravvivere senza Terra? E perché le innaffi se sono già dentro l’acqua?” chiese Jensen sconvolto.

“Sei un tipo molto curioso, Jensen… queste rose non hanno bisogno di terra, ma solo di tanta acqua..acqua per le loro radici e per i loro petali. L’acqua è la fonte della vita e loro sono questo. La fonte della vita.

Sam cercò di dissimulare quell’attimo di sbandamento dovuto a quel breve ricordo, meglio che potè, notò che anche Dean sembrava confuso. Guardò tutta una serie di rose stipate in una bancarella, come se fosse un roseto. Aveva gli occhi sgranati.

“Dean, andiamo via.” Cercò di dirgli Sam, spingendolo, ma c’era un ragazzo di colore, che somigliava a uno di quei vu comprà che vedevi sulle spiagge. Teneva tante rose tra le braccia, era magrolino, vestito come una rockstar e li aveva ormai puntati.
 
“Ehi, ehi voi fidanzatini. Volete rosa? Una rosa per il tuo fidanzato, sì?” chiese a Dean. Dean lo fulminò con lo sguardo. “Non è il mio fidanzato! E non mi sono mai piaciuti i fiori!”

Sam restò a guardare la sceneggiata di Dean, che tuttavia non si allontanò, ma anzi si aggrappò al braccio di Sam, che basito, non sapeva cosa dire davanti a quei segnali contrastanti. Non sapeva perché Dean non avesse gridato al vu cuprà, che erano fratelli, ma ne era incredibilmente contento.

“Ma non costa tanto.” Si giustificò il ragazzino.

Almeno non è omofobo , riflettè Sam, portando Dean lontano.
 
 
Per tutto il tempo che guardarono le bancarelle, Dean era assente e lontano e Sam si mordeva le mani. Avrebbe desiderato tornare indietro nel tempo, per cambiare strada e non fargli mai vedere quelle rose, compreso il vu cumprà. Quando poi rimase incastrato da una venditrice che cercava di indurlo a comprare degli oggetti, sentì Dean annunciare che andava alla discoteca di fronte a prendere da bere e che l’avrebbe trovato lì.

Sam non capiva il senso di quella cosa, si liberò piuttosto in fretta della venditrice ed entrò nella discoteca.

Non ci mise molto a trovare Dean, stava seduto davanti al bancone a bere un bicchierino di whisky.



Dietro Sam, ancora una volta il ragazzino con le rose. Si stava avvicinando a lui e Sam lo guardò male. In fondo era colpa sua se Dean era scappato, ma il ragazzino lo spiazzò ancora una volta.

"Una rosa per far pace con il tuo fidanzato scorbutico. Una rosa fa bene all'amore, fa bene anche al sesso!" disse il ragazzino con aria da incitamento e guardandolo allegro. Sam era basito, non sapeva se scoppiare a ridergli in faccia o abbracciarlo. Nel mentre guardò ancora Dean che stava chino sul bancone con un'aria da cane bastonato e decise quindi di prendere la rosa.

Non lo chiamò nemmeno. Sam si sentiva animato da una sicurezza che per troppo tempo non gli era appartenuta quando si trattava di suo fratello.

Prima che Dean potesse accorgersi che era arrivato, si vide una rosa rossa, appoggiarsi davanti al bancone cui era appoggiato.

Girò la testa, sconvolto, trovandosi Sam che gli sorrideva.

Avrebbe potuto sbraitargli contro, mandarlo a quel paese, ma per qualche motivo, Sam era sicuro che non lo avrebbe fatto.

Gli occhi di Dean si socchiusero, carichi di un desiderio che ormai faticava a trattenere a stento. Si mise la piccola rosa dentro la tasca della giacca e poi alzò lo sguardo su di lui.

Gli mise una mano sul collo per attirarlo a sé e in un secondo, la sua bocca fu sul collo di Sam.

Sam gemette, lasciandosi fare, sussurrando il suo nome.

“Dean..” ripetè, cercando di tenere gli occhi aperti. “Non qui..” aggiunse, visto che i clienti che erano li e la barista li guardavano un po’ con aria di rimprovero.
 
Dean allora, si alzò e sempre guardandolo con desiderio, prese a baciarlo con passione, facendolo indietreggiare e quasi cadere.

“Calmati..” cercò di dire Sam, anche se era piacevolmente stupito da quell’irruenza.


“Di sopra..”
“D-di sopra dove?”
“Ci sono delle stanze. Per le coppiette.”

Questo fece avvertire dei brividi di piacere e anche un po’ di paura a Sam, ma lo seguì comunque.

Entrarono nella prima porta che trovarono aperta. Si staccarono giusto il tempo di salire le scale, poi Dean chiuse la porta di nuovo a chiave e nonostante il desiderio che sentiva montargli dentro, diede una breve occhiata al letto, per controllare che non fosse lurido. Non voleva che Sam si prendesse qualche malattia, ma il materasso era lindo e le lenzuola immacolate. Spinse Sam sul letto, continuando a baciarlo.
 


Sam non riusciva più neanche a pronunciare il nome del fratello. Totalmente rapito dall’estasi di quel bacio, non aveva tempo di parlare. Dean giocava con la sua lingua, avvolgendola, facendogli fare una danza che coinvolgeva completamente Sam, non ricordava di aver mai baciato una ragazza così appassionatamente, né che i suoi precedenti baci fossero mai stati così sensuali e piacevoli.

“Quanto ti desidero..mi fai bruciare..” gli disse Dean, levandogli la maglietta.

Sam sentiva già molto caldo, caldissimo e non aveva bisogno di infuocarsi ancora di più, grazie alle sue parole. Quando avvertì le mani nude di Dean sul suo corpo nudo, capì di essere bollente.

Il maggiore cominciò a sbottonargli i jeans e Sam restò sul letto a godersi quel procedimento. Erano settimane che lo sognava.

Nel paese delle fiabe avevano fatto l’amore, ma non sapeva come funzionava, non sapeva se erano state solo le loro anime a farlo, perché di fatto i loro corpi erano qui, sulla Terra, quindi era come se di fatto fosse adesso la prima volta, vero? O forse no??
 
“Ahhh..” Dean lo sorprese, tornando su di lui all’improvviso con dei baci sensuali sul collo, molto profondi. Forse l’indomani gli sarebbero rimasti dei succhiotti. La prospettiva non sembrava spiacevole.

Scese con le mani ad accarezzargli i capelli e non potè evitare di far uscire quelle parole dalla sua bocca:

“Che bello..che mi lasci accarezzarti così…Dean….”Ahhhh…” fece un gemito più forte degli altri, quando Dean scese a baciarlo sulla pancia, mentre Sam gli stringeva i capelli tra le dita.
 
Sam non sapeva cosa Dean volesse fare e fin dove volesse spingersi. Non riusciva a ricordarsi chi fosse l’attivo tra di loro, per lui era più facile immaginare che fosse Dean, ma Misha, no, Castiel! Aveva detto loro che Dean era il più piccolo, ma per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a vedersi nei panni di quello che possedeva suo fratello maggiore.

“Ohhh..” gemette ancora, con la mente e i pensieri ormai annebbiati. Dean gli stava accarezzando le gambe ormai nude, le mutande erano abbassate senza sfilarle del tutto e ora era passato a baciargli l’interno delle cosce.

“D-Dean..io…ohhhh…”
 
Dean riprese il procedimento da capo. Ricominciò dal collo e riprese a scendere, ma stavolta soffermandosi sui capezzoli, glieli succhiò fino a indurirli e Sam ormai era duro dappertutto, anche sotto, poi scese e riprese a baciargli le gambe e l’interno coscia. Sam ormai stava disperatamente dicendo il suo nome e altre frasi sconnesse, dopodiché finalmente, Dean, prese il suo membro e cominciò a massaggiarlo piano, piano, fino a quando Sam non venne con un grido soffocato.

Grido, che, venne risucchiato dopo due secondi, da un bacio mozzafiato di Dean.























Note dell'autrice: 

questo è il secondo capitolo di seguito che posto oggi. Scusate se l'ho diviso ma è stato particolarmente difficile da scrivere, soprattutto perchè in principio non era stato pensato così, solo la scena erotica era esattamente così xd spero vi piaccia..tenete conto che è molto che non mi esercito sul scrivere dell'erotismo xd e no non fanno ancora l'amore, andiamo per gradi xd

ps sono contenta di esser riuscita ad arrivare a questa scena..credevo ci sarebbe voluto molto più tempo xd  

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La giornata insieme è andata più che bene! ***


Dean e Sam si erano addormentati per qualche minuto, poi il minore avvertì un dolce peso, posarsi su di lui e coccolarlo ancora teneramente, con dolcezza, continuando a baciarlo.

“Mmm..” Era dolce il modo in cui Dean lo baciava e lo coccolava. Sam gli mise le mani sulla schiena, incoraggiandolo a non fermarsi.

“Quindi..sono stato bravo?” gli sussurrò Dean all’orecchio. Il minore, di tutta risposta, ridacchiò e Dean finse di essere offeso.

“Prima regola: MAI ridere dopo che ti fanno domande del genere.”

“Io ho solo riso. Non ho detto niente.”

“la tua risata è fraintendibile.” Disse Dean sulle sue labbra, ma non sembrava per niente arrabbiato.

“Allora..se le mie parole sono fraintendibili, lascia che parli il mio corpo..” disse Sam, dolcemente.

A queste parole, arrivò un altro bacio dolcissimo, pieno di carezze e coccole.


“Mi dispiace interrompere il momento, ma dovremmo andare. Questo non è un motel.” Disse Dean a mò di scuse.

“Già..” disse Sam imbarazzato. “Senti, non è che ora..ci guarderemo male o peggio, non ci guarderemo per tutto il tragitto?” chiese Sam, rivestendosi.

Dean sorrise e gli infilò da dietro la giacca, da perfetto gentiluomo.

“Io, penso che non riuscirò a smettere di guardarti, quindi sarà meglio che guidi tu mentre dirò a me stesso che non mi guardi perché devi concentrarti sulla strada, ma mi piacerà pensare che il vero motivo è perché ti imbarazzo.”

“Dopo quello che hai fatto..l’imbarazzo è il minimo.” Disse Sam, senza guardarlo, ma continuando a sorridere.
 
 
 
*

Durante il tragitto in macchina, Sam cercò di chiedere a Dean che cos’erano loro o che cos’erano diventati, ma Dean non aveva voglia di dare risposte, però il suo sguardo da uomo innamorato, rassicurò Sam più di ogni altra cosa.

Dopo neanche metà del tragitto, tuttavia, anche se era notte fonda, Sam fermò la macchina e i due ripresero a sbaciucchiarsi.
 
“Ho tre..cose da dirti.” Disse Dean, facendo una pausa tra un bacio e l’altro, mentre i due si baciavano nei sedili dietro.

Dimmele. Voglio sentirle.” Disse Sam, felice, in estasi.

“La prima..è che non ho mai dato così tanti baci a nessuna…e per così tanto tempo..trovando così piacevole il bacio in sé per sé, senza l’intento di andare oltre, né avrei mai creduto che potesse essere così bello baciare senza per forza il pensiero del DOPO. “

“La seconda?” chiese Sam, baciandolo di nuovo.

“Ho sempre pensato che dormire con qualcuna, in macchina, fosse scomodissimo e che il sesso fosse quello che rendesse tutto più sopportabile, ma per la prima volta, non voglio fare sesso in macchina e non mi sembra così sgradevole, l’idea di dormire qui insieme.”

“Dimmi la terza..” disse Sam dopo un altro bacio.

Stavolta Dean lo guardò con un sorriso luminoso, i suoi stessi occhi si illuminarono moltissimo.

“La terza è che..guardandoti adesso, sono così orgoglioso dell’uomo che sei diventato.

Sam lo guardò felice, anche se sentiva il bisogno di chiederglielo.
 
“A che linea temporale ti riferisci?”

“All’altra. Ma anche a questa. Quindi, io brindo, Sam Winchester, ai tuoi cambiamenti, alle tue trasformazioni, ma anche alle mie. A quello che siamo stati, a quello che siamo ora e a quello che di sicuro continueremo a diventare, perché tu mi hai insegnato che neanche le trasformazioni riusciranno mai a dividerci.”

Questo lungo discorso, l’aveva fatto, tirando fuori una bottiglia di champagne, che aveva nascosto sotto i sedili, lasciando Sam di stucco e stappando poi il tappo sul finale con uno scoppio.

Sam si era coperto la bocca con la mano.

Sembrava come un matrimonio! Non lo disse però. Non voleva rovinare il momento, con troppo romanticismo.
 
Vide Dean che beveva a canna dalla bottiglia senza smettere di fissarlo e si sentì tremare di nuovo le gambe. Dean gli passò la bottiglia e bevve anche Sam, poi, imitando Dean solo fino a qualche ora fa, lo baciò di nuovo, assaporando lo champagne dalle loro bocche.
 






















Note dell'autrice: 

Lo so, lo so, vi aspettate la dichiarazione di Dean, ma non è ancora il momento! xd non voglio banalizzare tutto, arrivando subito al TI AMO. Per ora, Dean ha accettato che sono "qualcosa" e anzi, molto più di qualcosa xd adora Sam e si vede da come lo tratta, ma non è ancora pronto per discorsi importanti! Diciamo che i due stanno vivendo ora questa magia tra loro, decidendo di non farsi molte domande e secondo me fanno bene <3 In questa storia deve succedere ancora tanto ma ci tenevo a dare ai due, dei bei momenti di eros e dolcezza tra di loro senza intromissioni esterne, è probabile che nel corso della storia vedrete i due che si "vivono" anche durante la caccia, cosa che ho sempre desiderato di mettere, purtroppo la trama è ancora in atto e vi anticipo già che ci sarà un brutto litigio tra Dean e Castiel xd potrei scriverlo tra un capitolo o due! Baciii

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Passione nella vasca da bagno ***


Mi sembra di vivere un sogno. Quando io e Sam siamo tornati al bunker, abbiamo dormito insieme, nella mia stanza. Per tutta la notte. Abbracciati. Ho continuato a coccolarlo per tutto il tempo, fino a che entrambi non siamo caduti addormentati.

Ci sono dei momenti in cui vengo preso dall’ansia e dal terrore di essere troppo appiccicoso e che Sam possa spostarsi o scostarmi, infastidito. Ho fatto tanto, davvero tanto, per cercare di esserlo di meno, durante questi anni, per lasciargli la sua indipendenza, per dargli lo spazio di cui aveva bisogno, per non soffocarlo con le mie attenzioni, ma ora è tutto così…intenso.

Non sono mai stato un puritano, ANZI, ho sempre preso in giro Sammy per questo. Gliel’ho anche detto una volta. “Come sei puritano!” Fu quando io e Sammy avevamo il corpo astrale e potevo far passare la mia mano attraverso il suo corpo. Gli dissi: “Ti sto mettendo a disagio?” e lui “Esci. SUBITO.” Ammetto di aver avvertito un brivido di eccitazione quella volta, davanti a quell’intimità inaspettata. (riferito a un episodio di Spn)

Già allora forse era un segnale per quello che inconsciamente volevo? Mi ricordo che quando quell’altro tizio in quel motel parlava con me e Sammy e uscì una donna e lui disse “è la mia sorellina” e aggiunse “Non è proprio mia sorella. Sorellastra in realtà.” E io e Sammy abbiamo riso e io ho detto: “Non preoccuparti.” O forse era stato Sammy? Era forse anche quello un altro segnale? (altro episodio di Spn)

Insomma, sia io, sia Sammy, non abbiamo mai giudicato in quel senso, chi decidesse di avere questo tipo di relazione. Quando io dissi “è da malati.”  Era solo perché riguardava noi due, conoscevo Sam da tutta la vita, mi faceva strano. E poi diciamocelo, che altro potevo dire davanti a lui?

Ho preso male la rivelazione di Castiel, perché in primis temevo la reazione di Sam e in secondus, perché indottrinato dalla società, a pensare che sia sbagliato, ma non perché mi facesse schifo l’idea.

Durante la notte, ho avuto altri ricordi, della nostra vita insieme. Fino a prima di questa esperienza, non credevo nemmeno che si potesse vivere altre vite.

Invece il mondo, l’Universo, è così meraviglioso, molto più di quello che noi pensiamo.

È straordinario realizzare di avere avuto altre vite, altre personalità.

Ho ricordato quando ero innamorato di Sam, che si chiamava però Jared. Io ero il minore. Dio, quanti batticuori, che innamoramento folle.

E poi innamorarmi di nuovo di lui. Quando era la Bestia. Non avevo concezione di cosa fossero le favole, non ricordavo questa storia, quindi era tutto nuovo per me. Innamorarmi di un ragazzo come Jared, l’ho vissuto come sorprendente, ricordo quella sensazione di meraviglia, mista a euforia.
 
E poi la fata, - che forse era Amara. Aladdin, Jasmine, il Genio, l’erba voglia. Ricominciare da capo…con lui.

Non vorrei che Sam pensasse che sono innamorato di quel Jared, e non di lui, io conserverò sempre nel cuore quel Jared, ma ora quello che vedo è Sam, solo Sam, e riesco solo a pensare a lui in merito a tutte le cose che mi ha nascosto della sua anima, di quanto fosse bella e di quanto io forse sono sempre stato innamorato di lui, ma finora questo amore non avevo mai permesso che sfociasse in attrazione sessuale.

Quello che abbiamo vissuto laggiù, ci ha uniti ancora di più, ma io fin da sempre credo di aver sempre amato Sam. Sono andato all’inferno per lui, ero disposto a rinunciare a chiudere per sempre i cancelli dell’inferno. Sempre per lui.

Io credo che in quel mondo, eravamo spogliati di tutto quello che ci ha induriti in questo mondo. Mostri, assassini, lutti che ci hanno segnato la vita, che ci hanno induriti, tradimenti.

Eravamo spogli di tutti ma non dell’amore che provavamo l’uno per l’altro e ci siamo finalmente amati.

Quell’amore che ha fatto sempre parte di noi, è riuscito a trovare sbocco.
 
È strano, pensare a tutto questo, trasportandolo qui. Qui siamo nella realtà, ora, nel mondo VERO. Sempre se esiste un mondo vero, in fondo.

Qui è tutto più reale e un po’ più grigio e materiale, ma ciònonostante, sento la magia delle fiabe che canta in me ancora una dolce melodia.

Io non credo che Amara potesse farci un dono più grande.
 
 
“Ehi…” Sam si rigirò nel letto, in cui aveva dormito insieme a Dean.

“Ehi, buongiorno. Lo salutò Dean, sorridendo.

Sembra che stiamo vivendo una seconda spensieratezza. Non credo di averlo mai visto così spensierato, neanche quando era ragazzino.

Temevo davvero che aver ceduto alla passione, ci allontanasse in modo irreparabile, invece ci ha resi più vicini di quanto siamo mai stati. Non credo di aver mai respirato così tanto aria di felicità e di casa.  E Sam, Sam mi guarda in un modo che mi fa impazzire. Come se l’avessi reso finalmente felice.

“Se continui a guardarmi così..sai che non resisto..” disse Dean, attirandolo a sé e cominciando a baciarlo.

“Lo so, l’ho fatto apposta, infatti.” Disse Sam , sorridendo.
 
Avevo paura di un giudizio divino. Di Dio, degli angeli, ma a quanto pare nessun anatema è sceso ancora giù con una freccia e la scritta “peccatori “ e Castiel anzi, è stato il primo a voler incoraggiare questa cosa..anche se ancora non capisco una cosa. Se era d’accordo con questo, perché nascondercelo? Sono indeciso se chiedergli scusa o delle spiegazioni, forse farò entrambe le cose, non so bene in che ordine però.
 
“Andiamo a fare colazione fuori?” chiese Sam.

Ottima idea!”
 
Non è nostra intenzione farci distogliere dalla caccia che è stata sempre tutta la nostra vita, è solo che…ora la mia vita è Sam.

Forse è stato sempre così, ma lo capisco fin in fondo soltanto ora.

È che voglio che ci prendiamo del tempo per noi, prima di infilarci in un altro tremendo e grosso dramma biblico.

Prima di cercare Amara, prima di esplorare più a fondo i nostri ricordi a Fantasylandia.

Prima di tutto, voglio recuperare tutto il tempo perduto con Sam.
 
A Sam non ho detto ancora Ti amo. Non sapere bene che cosa fare in questa situazione, mi confonde. È già stato sconvolgente venire a patti con il fatto che ci desideriamo, sappiamo già di amarci, ma l’etichetta cosa vuole e dice in questi casi? Che te lo devi anche dire? Non ricordo di aver mai detto a Sam anche solo ti voglio bene, da bambini, avrebbe senso farlo ora? Non sarebbe forse una frase fatta, venuta solo dall’obbligo per il fatto che il nostro rapporto è cambiato? È normale amare il proprio fratello come un innamorato? Forse sì, intendo, è normale dire a tuo fratello: ti amo? Non sarebbe un po’ strano? Sam vorrebbe che io glielo dicessi?

Mi sento in imbarazzo all’idea di farlo, di dirlo. Sam sa che lo amo.

Come la questione del sesso.

A letto io e Sam ci abbiamo scherzato su e ho notato che entrambi ci stavamo eccitando all’idea, ma non so se..insomma, la verità è che solo l’idea di far l’amore con lui, mi eccita da matti, ma non so se è giusto spingerci proprio fino in fondo. Mi sembra un regalo immenso solo il fatto che siamo così felici. Non verremmo puniti se vorremmo troppo?
 
“Dean…”

Sam mi chiama, mentre è in cucina a bere un bicchier d’acqua, all’improvviso mi abbraccia.

Comincia a parlarmi, a raccontarmi di cose, con enfasi, con sentimento. Mi dice che si ricorda il Dean che ero nell’altro mondo. Gli piacevo un sacco com’ero. Mi chiede se io gli piacevo.

“Tantissimo.” Dico io. Ed è la verità.

“Vuoi..parlarne?”

“No. Non ancora.” Dico sorridendo. Per conservare la nostra sanità mentale, forse è meglio rimandare ancora l’argomento.
 
 
 
 
*

Era pomeriggio e Sam si stava facendo il bagno nella vasca da bagno, piena di bagnoschiuma.

All’improvviso si mise a chiamare Dean.

“Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese Dean, senza guardarlo troppo.

“Lo shampoo. L’ho dimenticato nel mobiletto.” Disse Sam con aria maliziosa, indicandolo.

“Tu che dimentichi una cosa così preziosa per i tuoi capelli?” chiese Dean, con aria sospettosa.

“Ho tanti pensieri..” disse Sam, scoprendo una gamba piena di bagnoschiuma.
Dean deglutì, distogliendo lo sguardo.

Andò verso il mobiletto e prese lo shampoo.

“Hai bisogno d’altro?” gli chiese Dean.

“Chissà. Non saprei.” Disse Sam con aria innocentina.

“Posso aiutarti a capire?”

“Potresti provare, togliendoti i vestiti.”

Dean lo guardò scioccato., poi sorrise.

“In che modo, questo potrebbe aiutarti?”

“Mi aiuterebbe a pensare meglio.”

“Ah, beh, allora..”
 
E dicendo così, Dean, si levò sensualmente i vestiti, lentamente, facendosi passare i jeans arrotolati in mezzo alle gambe.

Sam continuò a guardarlo con aria maliziosa.

Ora i due fratelli sembravano sulle spine di un pericoloso incendio. Dean perse del tutto la sua spavalderia, sembrava quasi timido, poi decise di entrare nell’acqua con le mutande addosso e sempre senza distogliere lo sguardo da Sam, se le tolse dentro l’acqua.

Non esiste un manuale che ti spiega queste cose. Puoi solamente lasciarti andare e lasciar guidare il cuore. Lo baciai. Lo abbracciai. Sentii l’incendio delle nostre pelli trovare piacere nel stare appiccicate insieme. Sam era così…piacevole. Alla sua età, è ancora un ragazzo bellissimo, ma sono i suoi occhi che mi piacciono di più d’ogni altra cosa. I suoi occhi e le sue MANI. Intreccio le mie mani con le sue.

Ci baciamo e poi lo lavo con la saponetta, fino a vederlo arcuarsi e contorcersi sotto di me, quando infilo la spugna in mezzo alle sue gambe.

È incredibile, siamo NUDI, è la cosa più bella e più liberatoria che mi sia mai capitata, stare ora qui, nell’acqua. Con lui, a baciarci e lavarci a vicenda.

Incominciamo a strusciarci, gemiamo l’uno contro l’altro, labbra contro labbra e poi veniamo, l’uno contro l’altro.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Situazione 2: Il segreto di Castiel ***


Situazione 2: 

Il segreto di Castiel 



Sam aveva già cominciato a farsi dei film in testa. Loro di sicuro non avrebbero abbandonato la caccia, ma avrebbero continuato a fare quello che facevano prima, insieme. Non avrebbero detto ancora a Castiel e Gabe che stavano insieme, ma si sarebbero presi del tempo..a tutti gli altri, compresi angeli e affini, non avrebbero dato spiegazioni, avrebbero coronato il loro sogno d’amore, facendo l’amore e sarebbe stato bellissimo, ma non volevano avere fretta, perché sarebbe dovuto essere speciale, Amara..se l’avessero trovata, bene, altrimenti poteva andare a quel paese anche lei.

Sam si era già fatto uno schema mentale preciso. Non lo esprimeva a voce a Dean, perché si sentiva un po’ ridicolo e troppo smielato, ma finalmente cominciò a pensare che le cose stavano andando per il verso giusto. Forse era questa svolta al loro rapporto, che mancava loro, per essere felici.

Le cose però, cominciarono ad andare storte, a partire dalla mattina dopo.

Avevano dormito insieme di nuovo, nella stanza di Dean. Era stato Sam a svegliarsi per primo, avendo la strana sensazione che Dean non volesse farlo. Teneva la testa sotto le coperte, cosa strana per lui. Di solito quando aveva sonno, affondava la testa sotto il cuscino.

Quando finalmente si decise a riemergere, aveva un’espressione strana, che non sembrava assonnata, ma più sul sofferto andante e incredulo, sembrava un po’ sbattuto.

Sam cercò in ogni modo di distrarlo, farlo ridere o “rivitalizzarlo.”

Preparò la colazione, faceva battute, gli andava vicino, ma Dean si muoveva in maniera automatica, lenta, come un robot, sembrava apatico, come se gli fosse caduto un tir addosso, era assente.

E poi sembrava non avere fame. Non aveva finito la sua colazione.

“Dean, sei strano. C’è qualcosa che non va?” gli chiese Sam.

“No. Mi sono svegliato solo strano, oggi. Dev’essere l’aria primaverile.” Disse Dean.
 
 
Dean non aveva mai sofferto i cambi di stagione, perciò Sam non credette a una sola parola.

Passarono il pomeriggio intero nel bunker, fino a che Sam per scaricare i nervi, non decise di andare a correre. Gli chiese se voleva andare con lui, ma Dean asserì di non sentirsi troppo bene e di non preoccuparsi. Sam lo guardò abbastanza ferito, Dean gli fece una carezza per tranquillizzarlo e poi gli diede un bacio sulla bocca.

“Non sono pentito su noi.” gli disse, capendo cosa si agitava nella sua testa.

“E allora cosa succede?” chiese Sam, sollevato di quella precisazione.

“Non mi sento bene.”

“Allora non vado a correre. Resto qui, non voglio lasciarti solo.”
“Questo non è giusto.”
“Se tu non esci, non esco nemmeno io.”

Dean sbuffò. Non poteva permettere che Sam si sacrificasse per lui. Era una bella giornata, non voleva che restasse chiuso in casa.

“E va bene, peste. Andiamo, ma non so quanto riuscirò a correre oggi.”

Sam rise, contento di averla avuta vinta.
 


Purtroppo, era vero che Dean non si sentiva in forma. Lui e Sam andarono dritti verso uno spiazzo erboso e si misero a correre nei dintorni, dopo un po’ Dean non ce la faceva più a tenere il passo di Sam e decise quindi di aspettarlo sdraiato sull’erba.
 
Quando sam tornò alla base, tutto sudato e ansimante, con maglietta e pantaloncini da ginnastica, rise e sorrise  nel vedere il fratellone sdraiato sotto il sole.

“Quanto sei bello.” Disse Sam, raggiante. La corsa lo aveva ritemprato, era felicissimo che suo fratello fosse lì con lui, anche se si era messo a dormire sotto il sole e nemmeno il suo stato d’animo così ombroso riusciva a scoraggiarlo, in un moto di presunzione, pensò che qualunque problema lo affliggesse, da ora in avanti, lui l’avrebbe tirato su ed aiutato.

“E tu sei sexy. “ mormorò Dean, attirando di più Sam per il colletto, che comunque era già chino su di lui, in modo da baciarlo.

Sam fu felice di quell’iniziativa e ricambiò il bacio, ma sentiva la sofferenza di Dean anche sotto il sole.

“Sei triste. Perché? Dimmelo.” Disse strofinando il naso contro il suo.

“Ho mal di testa.” Disse Dean.

Ma Sam sapeva che non era del tutto vero.

“E cosa te l’ha fatto venire? È colpa mia?”

“No. Tu non c’entri, cucciolo.” Disse Dean, dolcemente, baciandogli la guancia e poi il collo, mentre Sam gli era salito in braccio e Dean gli cingeva la vita.

Erano molto più sdolcinati da quando si erano messi insieme. Sam era felice del fatto che non era colpa sua, ma non riusciva a capire cos’avesse Dean. Credette che comunque era saggio non insistere fino a che Dean non fosse stato pronto a parlarne. Forse anche solo vedere lui allegro, poteva farlo sentire meglio.

“Andiamo a casa?” gli chiese Sam. Quanto era bello poter dire casa.
 
 
 
Quando furono al bunker, Dean sembrava stare peggio che mai. Aveva preso una medicina per il mal di testa e Sam lo guardava sempre più preoccupato. Le sicurezze di prima cominciavano a vacillare. E se Dean avesse voluto dirgli che tra loro era finita? Non capiva, sembrava così felice solo ieri.
 
Pochi minuti dopo, tornarono Castiel e Gabriel, annunciando il loro ritorno, a gran voce.

Sam guardò il cambiamento di Dean quando questi entrarono. Dean era seduto al tavolo, i suoi occhi si socchiusero e sembrava che volessero lanciare bagliori di fuoco attraverso le pareti, le mani si strinsero a pugno.

“Dean, ma che succede?” gli chiese Sam, preoccupato.

Dean non gli rispose. Sembrava in procinto di lottare contro un vero e proprio conflitto interiore. Tremava addirittura dalla rabbia, poi senza preavviso, scattò un direzione di Castiel e Gabriel.

“Dean!” disse sconvolto Sam.
 
Castiel fece appena in tempo a vedere Dean irrompere verso di lui come una furia, prima di vedersi girato la faccia da un poderoso pugno.
 
Sam e Gabriel si coprirono entrambi la bocca con le mani, appena ripresosi dallo shock, scattarono in avanti per bloccare Dean e impedirgli di colpirlo ancora.

Castiel nel frattempo si copriva la faccia con una mano.
 
“Non ti permettere mai più di avvicinarti a noi e soprattutto, STA LONTANO DA SAM! Mi HAI SENTITO??
 
Più ancora del gesto di Dean, furono le sue parole, a spiazzare e sconvolgere Sam e Gabriel.
 
 
 
 









Missing moment del capitolo 11 di Castiel e Gabriel.

“Sembri così triste..cos’hai? Non sei contento di stare qui?” gli chiese Gabriel.

“Cosa? No! No! Non è questo..io sono contento di stare qui con te” disse Castiel, prendendogli la mano. “Mi preoccupano solo Sam e Dean..loro..ho fatto una cosa..quando ero in quell’altro mondo..e temo che loro non mi perdoneranno mai..se dovessero ricordarlo.”

“Che cos’hai fatto, Castiel?”

“Io..non mi sento pronto a parlarne. Non ancora.” Disse Castiel, accucciandosi ancora di più contro Gabriel.
 
 
 
 
 
 






















Note dell'autrice: 

Eccomi ragazziiiii!! Sorpresa! Ve lo aspettavate che Dean mollasse un bel pugno a Cas? Poverino, da quando sono tornati, Dean ce l'ha a morte con lui ahha xd nemmeno io che sono l'autrice prevedevo un simile cambiamento ed è tutto dire xd ora forse capirete come mai il capitolo scorso era così corto, non ce l'ho fatta a scrivere tutto insieme perchè sti due capitoli erano così diversi tra loro che ho divuto per forza dividerli O.O non riuscivo a passare da uno stato d'animo all'altro, come se niente fosse.

Ora, vi spiego questa cosa delle situazioni e dei numeri. Questa storia è diversissima da tutte quelle che ho scritto, anche per i numerosi sequel, non è finita qui. In questa storia si passerà (a volte velocemente a volte un pò più lentamente) da una situazione all'altra, tanto che io ho dovuto farmi per la prima volta una scaletta con su scritto le varie cose che succederanno (non l'ho fatto per nessuna storia, neanche x quelle più lunghe) per rendere il tutto ancora più palese anche agli occhi dei lettori, quando salterò da una situazione importante all'altra, lo segnerò all'interno delle storie!

Per esempio, nella prima situazione abbiamo avuto Sam e Dean che tornano nella loro realtà e che vengono a patti con i loro ricordi e sentimenti, nella situazione DUE invece, veniamo a conoscenza con il segreto di Castiel e questa situazione sarà comunque più breve rispetto alla prima, durerà solo pochi capitoli. Comunque il tutto vi sarà più chiaro mano a mano che scriveràò ^^ intanto cominciate a dirmi secondo voi cosa è successo e cos'ha ricordato Dean che l'ha tanto sconvolto ^^ se vi ricordate, nella storia "Dean" ho fatto cenno a una cosa che successe quando erano tutti e tre nella villa di castiel ma non ho mai fatto vedere cosa successe ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Quello che successe alla villa ***


Sono chiamati i moralizzatori, quelle persone che giudicano altri, il loro passato, le loro azioni, senza sapere, senza avere la minima idea, di tutta la valanga di emozioni,sensazioni e sentimenti, che li ha spinti ad agire in un certo modo.

Tutti siamo moralizzatori a nostro modo, tutti noi abbiamo giudicato e siamo stati giudicati senza sapere, senza conoscere. Tutti noi siamo stati vittima e carnefice, giudice e boia, giustizieri nella notte.

Salvo poi, quando ci siamo trovati dentro la stessa situazione, abbiamo agito in maniera molto simile, a coloro che giudicavamo.
 
Forse per capire fino in fondo il motivo profondo che spinge un uomo ad agire in un certo modo, bisognerebbe scavare a fondo nella sua Solitudine.
 
Jared e Dean, erano molto soli. Soli, proprio come il sole, che è talmente accecante e illuminante da accecare e bruciare tutti con la sua grande bellezza e potenza e proprio per questo, condannato alla solitudine, lontano dalle stelle, libere di brillare invece, nel gruppo.

Jared e Dean erano uniti, dal medesimo cruccio di solitudine, con il tempo Jared si era fatto delle amicizie ma erano sempre amicizie evanescenti o superficiali, la verità è che entrambi trovavano conforto solo l’uno con l’altro, ma sentivano la mancanza di un amico VERO che li facesse sentire A CASA, visto che a casa non si sentivano in nessun luogo, tranne che tra le braccia dell’altro.
 
Quando Jared e Dean conobbero Misha, fu come un uragano per loro.

All’inizio Jared conosceva Misha perché era nella cerchia delle sue amicizie. Misha lo guardava da lontano, rivolgendogli a malapena poche parole in rare occasioni. Jared pensava che tutto sommato era un po’ strano, ma, non si era mai fatto troppe domande.

Quando venne a sapere che Misha aveva venduto delle canne a suo fratello minore Dean, andò a casa sua per cantargliene quattro, ma quest’ultimo se l’era girata a suo favore, adducendo il motivo strampalato di farlo smettere, una volta che avesse provato con i suoi occhi quanto la droga facesse male.

 “Vorrei che la mia fosse una bugia. Sai perchè si è rivolto a me, tuo fratello? Perché io lo capisco, più degli altri, più di te. Tu non hai mai saputo capirlo, renderti conto che era molto più fragile di te, che aveva bisogno di molto più aiuto di quello che chiedevi TU agli altri, ma è sempre così. Le persone deboli sono sempre CRUDELI.”
 
Perchè ti importa tanto? A malapena ci conosciamo noi.”

Misha scrollò le spalle.

“Credo che a darmi l’illuminazione, sia stato un ragazzo che settimane fa, mi ha chiesto perché fumo droga leggera. Gli ho risposto che gli angeli e i santi, stanno in cielo, non qui, sulla Terra. Rimuginai su quella risposta e capìì che in fondo mi dispiaceva che non ce ne fossero di angeli, sulla terra. Che dire? Fare l’angelo custode di qualcuno, è gratificante. Se pagassero gente per farlo, farei l’angelo a pagamento.”

 
I modi brutali di Misha, avevano scosso in maniera incredibile, Jared.

Quello sconosciuto si era permesso di infilarsi così prepotentemente nella loro vita, cosa ancora più assurda, era riuscito a fare breccia nel cuore di suo fratello minore, cosa che era davvero ardua riuscirci, era riuscito a strappargli delle confidenze e non certo con la forza, ma con la fiducia! Dean si era fidato di lui a tal punto da confidargli cose così segreti e gravi di loro e sapendo cosa Dean pensava di tutto quello che riguardava l’umanità, era davvero incedibile che si fosse fidato così ciecamente. E Misha lo stupiva ancora!

“Ora puoi andartene. Per inciso, se scopro che questa storia delle metanfetamine non è morta e sepolta, mi rivolgerò alla polizia e a quel punto se non è riuscito tuo fratello a farti restare alla larga da quelle, ci penseranno le sbarre del carcere.”
 
Come osava quello sconosciuto, minacciarlo in quel modo? Nessuno mai aveva osato parlare loro in quel modo, peggio ancora, a nessuno era mai importato di loro a tal punto da arrivare a minacciarlo addirittura con una punizione crudele pur di saperli al sicuro. Quel pensiero colpì Jared in maniera pazzesca. Un nemico poteva batterlo, ma qualcuno che si preoccupava per loro, era una cosa nuova, Forse il nemico peggiore di tutti, perché non sapevi come difenderti da qualcuno che inaspettatamente scopri che vuole proteggerti.
 
Jared era scappato. Era scappato per correre da Dean e fare finalmente il fratello maggiore, No! ESSERE il fratello maggiore, che voleva essere. Che DEAN meritava che fosse. Si ripeteva queste parole, mentre correva, da Dean, si ripeteva, ma in realtà stava scappando da Misha.

Quando tornò da Dean, era allucinante il contrasto di sensazioni che si agitavano in lui. Lo aveva abbracciato. Erano rimasti abbracciati insieme sul divano per parecchi minuti e qualcosa si era risistemato tra di loro, come un cuore rotto che ritrovava i suoi pezzi e faceva scomparire ferite che non avevano più bisogno di essere rimarginate, perché non c’erano mai state.

E in quel momento si sentì grato verso Misha. Si sentì grato perché gli aveva fatto ritrovare suo fratello, che aveva rischiato di perdere e gli aveva fatto ritrovare sé stesso.

Quando poi Jared scoprì che Dean richiedeva un altro confronto proprio con Misha, fu contrario all’inizio, ma poi si ricredette.
 
Dean forse era meno avventato e più intelligente di lui. Aveva perdonato Misha e aveva capito perché aveva agito in quel modo. Vedere lui e Misha diventare così amici, gli riscaldò il cuore e gli dette spunto a varie riflessioni.

Una persona che riusciva, tramite la prepotenza, a tirare fuori qualcosa di tanto bello, azioni tanto nobili, doveva essere davvero una bella persona.

Misha sembrava estraniato dal mondo quanto loro. Non usava il computer e usava poco i cellulari, cosa che enfatizzò il romanticismo già presente nei due ragazzi. Cominciò così un’amicizia all’inizio epistolare tra i tre ragazzi, quando Dean e Jared, cominciarono a scrivere a Misha, lettere cariche di sentimento, dove parlavano un po’ di tutto.

Di famiglia. Di viaggi. Di politica, di moda, di persone.
Valori, amicizia, amore.

Era bello parlare con Misha. Aveva sentimento dentro di sé, tanto sentimento, che a differenza però degli umani che hanno subito tante delusioni, non era intriso di risentimento, rabbia o dolore, ma parlava di amore e di speranza alla vita, senza tuttavia suonare melenso.

E così accadde come accadde sempre quando degli individui emarginati dal mondo, trovano una LUCE che li faceva sentire speciali.

Misha diventò la loro stella danzante.
 
 
 
 


*

Dean si ritrovava ora in un salone di una villa, sontuosa e regale come quella di un castello, ma non era fredda.

Era calda. Le tende erano di velluto bordeaux, il tappeto persiano era accogliente, come il legno caldo che dominava tutto il mobilio in quel salone. Il lampadario interamente di cristallo era il pezzo forte di quel salone, il divano interamente bordeaux come le tende, era uno spettacolo, assieme a quei cuscini rossi.
 
Dean era ammirato e grato che Misha avesse portato lì, lui e Jared. Quella villa era di una sua amica, anche se i due ragazzi erano più certi che fosse più di un’amica e aveva prestato al suo caro amico speciale Misha, quella villa per alcuni giorni.
 
 
Dean e Jared vivevano l’amicizia con Misha come se fosse un regalo ogni giorno. Si pensa sempre che gli asociali non vogliono amici, ma è esattamente il contrario. Gli asociali desiderano tantissimo avere degli amici, ma pensano che nessuno li vorrebbe e di non meritare di averne, che tutti li trattino come immondizia.

Un’altra cosa che Dean e Jared avevano in comune, era il loro senso dell’estetica. Erano degli esteti, amavano il bello e il lusso, ma non perché volevano essere ricchi. Era più che altro l’idea di benessere che il senso del bello, dava loro. Come un sogno.

Per intenderci, essere in quella villa con Misha, era un sogno, infatti, non per il confort in sé, ma per la sensazione di calore che emanava da esso. Il gesto di Misha di invitarli in quella villa, di scegliere proprio LORO, era un gesto di profonda amicizia per loro. Essere in quella casa era come un sogno, come un nido che avevano trovato su una montagna, un nido invisibile e separato dal mondo in cui avrebbero potuto vivere per sempre e dove nessuno avrebbe potuto fare loro del male.



Dean e Jared percepivano l’affetto che Misha provava per loro e lungi dal vampirizzare di questo affetto, volevano ricambiare, dimostrandosi amici degni dell’importanza che lui dava a loro.

Fino a quel momento, non avevano incontrato mai, qualcuno che li facesse sentire come se qualcuno potesse dipendere da loro.
 
Chi è la tua amica? Una carampana un po’ suonata e con il doppio dei tuoi anni?” aveva chiesto Dean, ridacchiando.

Misha tirava fuori il loro lato scherzoso e comico, complice.

“Non bisognerebbe prendere in giro il futuro, quella cosa che inevitabilmente diventeremo noi tutti, un giorno..”

Ed era bello, scoprirsi poeti, insieme a quel loro amico così strambo, era come se li trasportasse attraverso un’altra epoca,
 
Ora, Jared stava suonando la dolce melodia del pianoforte, che era situato in salotto. Quel bellissimo pianoforte bianco che l’aveva affascinato fin da subito. Era difficile concentrarsi sulla musica che usciva fuori dai suoi tasti, quando i pensieri di Jared erano tutti rivolti a ringraziare Misha di averli fatti entrare in quella sorta di sogno villesco regale, eppure la musica usciva ondeggiante, leggera e così soffice e morbida attraverso le sue dita, anche se lui era distratto.

Poi, una mano arrivò a posarglisi sulla spalla, facendogli sentire un calore bellissimo.
 
Era Misha.

“Suoni in maniera così elegante. “ disse quest’ultimo.

Jared gli sorrise e baciarlo fu semplice e spontaneo, come avvicinarsi a una sorgente fresca e desiderare quell’acqua così limpida e fresca e sentirla così desiderabile e piacevole attraverso il proprio palato. Si sentiva bene. Forse il tepore della villa, la sensazione di serenità che irradiava.

“Do-dov’è Dean?” gli chiese Jared, alzandosi ma senza staccarsi da lui.

“In giardino. A dare da mangiare ai corvi. È tranquillo.” Disse Misha, accarezzandolo.

“Non avevo dubbi che lo fosse. È così bello stare qui.” disse Jared.

“Per me..o per la villa?”

“Entrambe..le cose.” Disse Jared, prendendo la testa di Misha e posandola sul suo collo.
 
 
 
 
*

Il resto della giornata trascorse in maniera piacevole, ma non noiosa. A volte Dean notava delle cose strane e atteggiamenti ambigui tra Misha e Jared, ma ogni volta che aveva degli sguardi strani, i due lo avvicinavano, invogliandolo a stare più vicino a loro.

Fu così che la gelosia venne messa a tacere. La cosa che più premeva a Dean, era di non restare da solo.

Fecero dei giochi bellissimi con le carte che non conoscevano, anche giochi di illusionismo e da prestigiatore con tanto di cappello a cilindro e mantello, sotto il sole, seduti sul prato.

Alla sera, Misha piazzò una specie di terrazza fatta con una tenda di campeggio e sotto ci stava un piccolo dondolo, dove Dean e Jared si sedettero, ascoltando Misha che suonava la chitarra.

“Questa canzone, è dedicata a voi.” Disse Misha, prima di suonarla, seduto sul prato.
 
 
 
Dopo cena, erano tutti e tre un po’ brilli e quando Jared e Misha furono ubriachi del tutto, finirono in camera da letto.

“Calmati” diceva Misha, ansimando, mentre Jared rideva, cercando di afferrare la sua cintura e levargliela.

“Sento quanto sei eccitato..e mi piace.” Disse Jared sensuale, alludendo alla sua erezione.

Misha si morse il labbro imbarazzato e lo tenne fermo sul letto, anche se Jared trovò comunque il modo per accarezzare i suoi pettorali sotto la maglietta.

Misha trattenne un sospiro e si levò in fretta e furia la maglia.

Jared lo guardò a bocca aperta. Con i capelli tutti spettinati e a petto nudo era ancora più bello. Acquisiva almeno altri mille punti.

“Più 1500 punti.” Disse Jared sorridendo.
“Sei ubriaco.” Mormorò Misha.

“Sì. Ed è bellissimo.” Disse Jared, attirandolo ancora più a sé.
 
Misha finì con la testa sul suo collo e Jared aprì la bocca un po’ di più, in estasi.

Le labbra di Misha erano così sensuali che anche senza baci o morsi, erano seducenti.

“Vai avanti. Non fermarti.” Disse Jared, incoraggiandolo, provando piacere nel sentire le dita di Castiel, fare una leggera pressione sul suo collo e poi sul petto.

“C’è tuo fratello di là..” disse Misha, ma continuando a scendere con la bocca.

Il pensiero di suo fratello lo colpì all’improvviso, ma prima che potesse dire o fare qualcosa, Misha aveva raggiunto i suoi capezzoli e li stava succhiando eroticamente.
Jared gemette.
“AHHH. Sì. Non fermarti, Misha!”

Misha continuò il suo percorso nel farlo impazzire, scendendo con la bocca fino al suo inguine, mentre Jared alzava gli occhi al cielo, stringendo tra i pugni, le lenzuola.

Misha gli tolse in men che non si dica i vestiti, dopo una breve preparazione, in cui Jared non finiva di urlare dal piacere, con uno scatto secco, entrò dentro di lui e cominciò a spingere.

Dean poteva vedere tutto, sbirciando dal buco della serratura. Vedeva il corpo flessuoso di Misha, muoversi agile sopra Jared, che veniva posseduto da Misha, coperto dal lenzuolo di seta rosso.
 
Dean..Dean…” Jared aveva sussurrato il suo nome, nell’amplesso, ma ormai Dean era già andato via e non poteva sentirlo. Ma Misha sì.
 
 
 
 
 
*

Verso le tre di notte, Misha scese in salotto per passare verso la cucina, ma in salotto c'era la luce accesa e Dean sul divano con solo una copertina indosso.

“Hai fatto le ore piccole anche te?” gli chiese Dean.
Misha si spaventò sentendo quella voce improvvisa.

“Dean? Sei ancora sveglio?”

Misha si avvicinò al ragazzo e vide che Dean sembrava arrabbiato e aveva gli occhi rossi.

“Hai pianto..cosa..” disse Misha, avvicinandosi a lui.

Dean continuava a guardarlo con gli occhi lucidi.

“Io credevo che per la prima volta, nella mia vita, potessi far parte di QUALCOSA, accanto a mio fratello, ma è evidente che ancora una volta, preferisce qualcun altro a me.”

“Tu..ci hai visti?” chiese Misha, sbiancando.
Dean fece una risata nervosa.


“Non siete stati propriamente..discreti! Tutto il giorno a strofinarvi addosso come dei gatti in calore, mentre io guardavo…Non mi toccare!” scattò Dean,  scansando la mano che cercò di avvicinarsi alla sua guancia.

“Mi dispiace infinitamente, Dean. Non mi ero reso conto che i sentimenti per tuo fratello fossero così grandi.” Disse Misha, sinceramente dispiaciuto.

Dean sbiancò a quella che percepiva come un’accusa.

“Non sai di cosa stai parlando.”

“Non avrei dovuto mettermi tra di voi, l’amore che io provo per voi, mi ha..confuso..io non..”
“Quante stronzate..”

 “Io amo entrambi. Quello che provo per voi non è definibile A PAROLE. Credi che solo voi due aveste bisogno di me? No, Dean. Non è così. Anch’io ho bisogno di voi!”

Misha si era inginocchiato davanti al divano, con lo sguardo affranto e gli occhi lucidi.
 
Qualcosa in Dean si ruppe dentro. Provò pena per l’amico, un sentimento che si avvicinava all’amore, anche se non paragonabile al sentimento che provava per Jared. Lo fece alzare, continuando a guardarlo con occhi profondi e sorpresi.

Perché Misha gli faceva provare quelle cose così intense?

“C’è qualcosa tra noi tre. Qualcosa di intenso. Un’amicizia profonda. Non avevo mai provato niente di profondo che non fosse per mio fratello prima d’ora.” Disse Dean, toccandogli le guance.

Misha lo guardò commosso.

“Quello che provi per lui..sono certo che verrà ricambiato, un giorno. Lo so.”

Dean si sentì ancora più rotto e confuso.

“Come fai a sapere cosa provo per lui? Come fai a conoscermi così bene?”
“Dean..io..”
 
Dean prese l’iniziativa di baciarlo d’impulso, lasciando Misha sorpreso.

“Dean…forse non dovresti..”

“Non ho mai creduto nel poliamore, Misha, ma quello che sta succedendo a noi..io sento che siamo uniti da qualcosa. Lo stesso destino. Quando siamo insieme tutti e tre, mi sento a casa e so che anche Jared si sente allo stesso modo. Tu sei speciale per lui..e anche per me.”

“Io..non me lo avete mai detto prima d’ora.”

“Quello che avete condiviso prima..se tu volessi donarlo anche a me…a me starebbe bene..” disse Dean, sul suo collo, facendo rabbrividire il moro.
“Dean..”

“Ti sento confuso. Non hai sempre detto che l’amore è amore in ciascuna forma?”

“Sì, ma..questo…è diverso.”
“Perché? Tu ci ami, no?”

“Io..sì, in un certo senso, sì.”

“Sei disposto a farci sentire, quanto?
 
Misha deglutì, prima di alzare lo sguardo su Dean e decidersi a baciarlo con passione e facendolo salire sul divano, cominciando a spogliarlo.

“Voglio stare sopra di te.” Disse Dean, quando furono nudi ed ebbe subito una piccola preparazione da Misha.

Misha era ancora un po’ confuso, ciònonostante, si sedette, attendendo che Dean, con sguardo malizioso, si sedette a cavalcioni su di lui, lasciando che il membro di Castiel entrasse dentro di lui,.

“AHH.” Furono i gemiti al’unisono.

Poi, Dean, cominciò a spingersi in avanti.






















Note dell'autrice: 

Okay, io sono seriamente imbarazzata e con i sensi di colpa! xd spero che siete arrivati fino alla fine senza avercela con la sottoscritta xd Daisy perdonami haha xd so che non ami i rapporti poliamore, ma non ci potevo far niente, mi è venuto sto flash quando scrivevo la storia "Dean" e ormai era troppo tardi per cambiare idea, anche volendo pentirsi xd 
mi rivolgo a tutti quanti: giustificazioni non ne ho, forse volendo trovarne è che amo Misha/castiel da un pò e diciamo che anche se la ship wincest è sempre al top della classifica, la sastiel mi intriga assai ahha xd ebbene si faccio outing xd infatti sono stati più erotici loro che la scena tra dean/cas cosa davvero anomala, visto che la destiel è famosa e forse sarebbe più ovvio rendere loro più appassionati xd però avendo dipinto Dean come il più piccolo e perdutamente innamorato di Jared, mi sembrava strano invertire i ruoli tra le due scene. Anche Jared è innamorato di Dean, ovviamente, ma siccome è più grande (e nel mio immaginario) molto sexi e lussurioso si è lasciato prendere dalla passione anche per il fatto che con Dean non osa fare pensieri strani, visto che sono fratelli, è più facile buttarsi su Cas.

Perchè i tre finiscono a letto insieme? A me piace pensare che il legame con Cas, sia riuscito a fare breccia tra di loro, anche se non ricordavano e questo li ha spinti a volerlo "amare carnalmente" ma è un sentimento diverso da quello che provano Dean e Sam.

Immagino Daisy che dopo aver letto tutto il discorso dice:; "tanto non mi convinci." xd T:T 

Ragazze, spero di non avervi deluso. Mi dispiacerebbe molto xd credetemi, ci ho pensato molto se inserire questo ricordo o no, ma volevo una cosa che testimoniasse proprio il legame tra Cas e i ragazzi, oltretutto questo loro andare insieme con l'angelo, avrà delle conseguenze, che NON si rifletteranno sul rapporto tra Dean e Sam, specifico. 

Ps complimenti a Biota che aveva immaginato cosa fosse successo xd

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Il confronto e i sentimenti confusi di Castiel ***


Dopo il gesto avventato di Dean, Sam e Gabriel chiesero ovviamente spiegazioni e l’angelo, che ovviamente aveva capito che Dean aveva scoperto tutto, si decise a raccontare finalmente il suo segreto.

Aveva nascosto a tutti loro, che avevano avuto una breve relazione, nel mondo alternativo dove Amara li aveva mandati. Lui, aveva vissuto una breve passione con Sam e poi con Dean, ma tra di loro non era successo niente fino a quando Dean non era diventato Jensen nella sua futura reincarnazione.
 
Sam era sconvolto a dir poco. Era a conoscenza della follia di alcune fans dei libri di Supernatural e la follia delle varie ship, ma non avrebbe mai immaginato che tra Castiel e Dean potesse davvero succedere qualcosa, come non lo avrebbe creduto di lui stesso e Dean, d’altronde, ma lui e Dean avevano comunque un rapporto più profondo, appassionato, senza nulla togliere all’angelo, ma Castiel era..Castiel! Era un angelo. Ed era il loro amico da anni. Pensare di andare con lui, era…PAZZESCO. Ancora più pazzesco, era pensare che glielo aveva tenuto nascosto per settimane!

Dean continuava a guardare Castiel colmo di rabbia e risentimento. Sam non credette di averlo mai visto tanto arrabbiato con l’amico.

Gabriel tentò invano di mediare.
 
“Comprendo il vostro stupore, anch’io lo sono..” intervenne l’arcangelo, ma sembrò perplesso perlopiù per il fatto che aveva scelto proprio loro come compagni di libidine. “Ma non vi sembra il caso di esagerare? Voglio dire, ciò che è fatto nel mondo dei balocchi, resta lì, no? è come Las Vegas! Dovreste considerare le attenuanti.”

“Lui era venuto lì per proteggerci. E per salvarci. Non per creare un’allegra brigata di orge collettive, senza che noi potessimo sapere con CHI stavamo scopando.” Disse Dean piano, ma sempre risentito. “Come hai potuto, Castiel? Va bene, noi eravamo consenzienti, ma non avevamo la coscienza di sapere chi TU fossi, né di chi eravamo NOI, ma tu Sì, perché non ti sei fermato?” lo rimproverò ancora Dean.

“La mia mente era in stato confusionale, in certi momenti..” si giustificò Castiel, poi guardò duramente Dean. “Sì, mi dispiace dirtelo, Dean, so che per te è sconvolgente saperlo, ma non siete solo voi ad avere l’esclusiva nel poter avere una coscienza che può vacillare, se strappati da una realtà che non è la loro!”

“Ma tu sei il nostro angelo! Se noi non siamo abbastanza forti, tu dovresti esserlo anche per noi!” gridò Dean con le lacrime agli occhi. Non aveva mai utilizzato il termine “il nostro angelo.” E questo era un chiaro esempio di quanto male stava.

Castiel tornò a guardarlo desolato.



“Mi dispiace di avervi deluso, Dean. Sono venuto fin laggiù, per riportarvi indietro, tu e Sam. Sapevo già che Sam probabilmente sarebbe stato risucchiato dal tuo stesso incantesimo, ho pensato in maniera arrogante di poter essere più forte, ma poi..ho finito per cedere anch’io alla magia di quel posto. Mi sono fatto ammaliare. Non ero più Castiel, ero Misha. Perdonami.”

Ma Dean non ce la faceva.

“è stato difficilissimo venire a patti che tra me e mio fratello ci sia stata una storia d’amore in un altro mondo, ma ci sono riuscito. Ci siamo riusciti. Ma questo è troppo. Tu..dovevi fermarti.”

TI RICORDO, che io ho sempre fatto tutto per voi, TUTTO, quindi se ti chiedo di perdonare una mia singola debolezza…”

Ma Dean l’aveva interrotto bruscamente.

“Perdonare? Perdonarti?” Si era fermato a queste parole e poi aveva proseguito, piazzandosi a fianco a Sam.
 
“Sai qual è l’UNICA, l’unica persona, che potrò mai perdonare, SEMPRE, non importa quante volte potrebbe deludermi???”

E dicendo così, diede un bacio appassionato a suo fratello che era in piedi davanti a lui, tenendolo per le spalle, con grande stupore di quest’ultimo.



Quando lo lasciò andare, Sam si sentì quasi svenire, per quella prova d’amore inaspettata e per tutto il casino che stava succedendo.
 
“Tu eri il mio punto di riferimento, Castiel!” riprese Dean verso l’angelo. “Ho sempre pensato di potermi fidare di te e ora vengo a scoprire che non solo siamo stati insieme e tu non hai pensato di dirmelo, ma sei stato anche con mio fratello. Mio fratello, Cas! Non ti rendi conto di quanto mi possa far male? Io non ho solo i ricordi della mia vita qui dentro!!” disse Dean, puntellandosi le tempie con le dita. “Ma ho anche quelli dell’altro Dean. E non importa quanto possano essere fittizi e quanto quella possa non essere stata la mia vita VERA, per me lo è stata! E in quella vita, io ero il minore tra i due, non conoscevo nessun angelo e in quella vita sono sempre stato innamorato di LUI.” disse indicando Sam, che era attonito senza riuscire a dire una parola. “E ho dovuto guardare mentre voi due scopavate.”

“Dean, ti prego..” disse Sam pieno di sensi di colpa.
Dean lo fermò con un cenno della mano.

“Non credo che voi capiate la gravità della situazione, qui. Io e Castiel abbiamo un rapporto diverso da quello che hanno Sam e Castiel. Io e Castiel abbiamo sempre avuto un rapporto profondo da quando mi ha tirato fuori dall’inferno, ora, non solo, finiamo a fare sesso, ma mio fratello, Cas…per dio…”

“Io non potevo sapere dei tuoi sentimenti per lui.” Disse Castiel.

“Ma tu provi qualcosa per mio fratello? Perché se è così, Cas..”

“NO. Che ti salta in mente??”

“Castiel, ti vuoi decidere a spiegare con la dovuta chiarezza, la tua posizione al riguardo??” lo rimproverò Gabriel.

Ma Dean era stufo di tutto quanto.

“Non ho voglia di sentire altro. Mi sento troppo avvilito.” Disse Dean.

“Dean..” lo richiamò Sam, da dove era seduto.
 
Dean lo guardò, andò da lui a passi affrettati e gli diede un altro bacio dolcissimo e sentito, tenendogli le mani a coppa sul viso.


“Vieni con me.” gli disse con voce vellutata. Sembrava qualcosa a metà tra una preghiera e una richiesta. Sam vide gli occhi di Dean, velati di lacrime e lo seguì, non senza prima aver rivolto uno sguardo di dispiacere sia a Castiel, sia a Gabriel.
 
“Dean, forse dovremmo…” diceva Sam, mentre uscivano in cortile.

“Non ora, Sam, ti prego. “ disse Dean, mettendo in moto la macchina.
 
 
 
Nel bunker era sceso il silenzio per alcuni secondi, poi Gabriel piano, andò da Castiel e lo abbracciò.

Castiel ricambiò l’abbraccio, poggiando la testa al suo petto.

“Gabriel, ti assicuro che io non ho mai avuto pensieri peccaminosi verso l’uno o l’altro.” Singhiozzò..

“Lo so, lo so. Ti sei espresso male. Sappiamo tutti che non ci sai fare con le parole, ma loro capiranno. E ti perdoneranno. Dagli tempo. Vorrei solo che me l’avessi detto. Avrei saputo consigliarti da prima.”

“Mi vergognavo.”

Gabriel lo guardò dolcemente.

“Hai dei sentimenti così buoni, Castiel. Non è una cosa di cui bisogna vergognarsi. Sei entrato così profondamente in emotività con i Winchester, che è successo qualcosa che qui non sarebbe mai successo. Dean non riesce ad accettarlo perché teme che altrimenti dovrebbe pensare che anche con Sam, sia una cosa finta o dettata dall’illusoria realtà in cui vivevano e siccome ha combattuto molto per accettare di esser innamorato del fratello e siccome gli avrà fatto una promessa del tipo che non lo avrebbe mai più messo in dubbio, ora piuttosto che farlo, preferisce prendersela con te.”

Castiel guardò l’arcangelo stupito.

“Non avevo pensato alla cosa in questi termini. Quindi Dean è incazzato con me, solo perché teme di rimettere in discussione il suo rapporto con suo fratello?”

Gabriel annuì. “Il maggiore ragiona in maniera contorta ma non così tanto. In fondo tu cosa faresti al suo posto? Era finalmente arrivato ad accettare che quello che prova per Sam, lo provava già da prima e ora scopre che è successa una specie di menage a trois, penserà che se quello era dettato dalla situazione, dovrebbe essere costretto a pensarlo anche per suo fratello, quindi odia te anche solo perché lo metti nella condizione di valutarne l’ipotesi.”

“Mio dio, io non volevo questo..cos’ho combinato..”

“D’altronde anche IO potrei pensare che se è successo con loro, io non sono solo che l’ultimo di una lista già definita..”

Gabe, no..io..” disse Castiel, guardandolo con terrore.

Gabriel fece una risatina, anche se un po’ fredda.

“Credo che dovremmo fare una chiacchierata. Era inevitabile, prima o poi.”
 
 






















Note dell'autrice: 

ta daaaa, ve l'aspettavate un confronto così? :pp spero non abbiate odiato troppo Dean xd o magari avete odiato Cas? :ppp devo dire che mi piace questo capitolo, il prossimo sarà ancora più carino <3

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Il Pensatoio - prima parte ***


Sam e Dean avevano viaggiato tanto con la macchina, in particolare per scaricare i nervi, poi erano finiti nell’ennesimo motel e anche se non volevano parlare ancora dell’accaduto, non fecero altro che fare quello.

Sam si sentiva molto in colpa per quello che era successo. Durante il racconto di Castiel, aveva ricordato anche lui e si era vergognato, soprattutto di sé stesso.

“Dean..io durante tutto il vostro confronto, non ho spiaccicato parola, perché..mi vergognavo..ecco, non so proprio come ho potuto comportarmi così. Mi dispiace così tanto.” Disse Sam, dispiaciuto di tutto quel gran casino.

“Sam, non devi..chiedere scusa..non sapevi quello che facevi…e neanch’io..” disse Dean, seduto sul letto, mettendosi una mano sulla faccia.

“Okay, ma…allora neanche Castiel! Dean, non voglio litigare, ma allora forse..è ingiusto che dobbiamo addossargli la colpa di tutto quello che è successo.”

“Io..io non lo so..forse..forse ha detto la verità, ma…non riesco a credere che non sia riuscito ad essere più forte…e poi….e poi perché?” sbottò Dean alzandosi in piedi. “Io non riesco a capire perché è successo, diavolo! Cos’ha trovato in noi? Perché? E perché noi abbiamo…questa cosa mi farà uscire matto!”
 
 
 

*

Verso l’una di notte, un rumore all’interno della stanza, spaventò i due ragazzi, che, avevano preso ormai l’abitudine di chiedere un letto matrimoniale.

“Buongiorno, ragazzi.” Disse Castiel.

“Dobbiamo fare una chiacchierata.” Disse Gabriel.

“Voi?? Questo..non è proprio il momento giusto. E nemmeno l’orario! FUORI!” li cacciò Dean.

Gli angeli però, non accennarono neanche ad un movimento.

“Quando hai finito di fare lo show, vorremmo dimostrarvi i motivi per cui Castiel merita il vostro perdono.” Disse Gabriel, tenendo in mano un curioso oggetto come una palla di neve giocattolo, di quelle che si trovano nei mercatini., coperta da un tessuto viola di velluto.

“Senti, non voglio più arrabbiarmi..e Castiel, ti chiedo scusa per il pugno, d’accordo? Ho esagerato, ma creddimi quando ti dico che abbiamo bisogno di un momento..adesso non riesco nemmeno a guardarti. Insomma, scopriamo di aver fatto l’amore con un angelo, in un universo alternativo, tra l’altro nostro amico fidato da più di OTTO ANNI, è sconvolgente la cosa.”

“Dean..” provò Gabriel.

“E non volevi dircelo! È questa la cosa ancora più grave! Non pensavi che avremmo dovuto sapere che il nostro rapporto era cambiato così tanto? Ma ti sembra giusto? Ti sembra giusto tenerci all’oscuro??” continuò Dean, di nuovo incavolato.

“DEAN!” gridò Gabriel, poi riprese con più calma. “La cosa è molto più complessa di quanto tu pensi! Voi non lo sapete, ma il rapporto tra angelo e umano, è molto più speciale e complesso di quanto si pensa, Castiel negli anni a venire, ha sviluppato con voi un legame profondo, che non è riuscito a scindere quando è venuto a cercarvi e quel legame ha finito per confonderlo. Non era del tutto in grado di fermare quello che stava succedendo. Lo so che non ci credete, per questo vi ho portato una dimostrazione di quello che sto dicendo.” Disse Gabriel, scoprendo la palla.
 
Dean guardò l’oggetto perplesso.

“Una palla di neve giocattolo? Cosa devo farci, scuoterla?” chiese.

Ma fu Sam ad intervenire, invece di Gabriel.

“Quello è…quello è un..Pensatoio?” chiese in un sussurro.

Gabriel ridacchiò, mentre Dean guardava Sam attonito.

“Quindi sei anche tu un Potterheads?” chiese Gabriel.

“Uh…no..ho solo letto i libri.” Bofonchiò Sam, imbarazzato.

“Che diavolo sarebbe un potterheads?” chiese Dean.

“Un fan accanito di Harry Potter che conosce a memoria tutte le cose risalenti alla saga.” Disse Castiel, subito, sperando di farsi perdonare da Dean.

Dean fece una faccia disgustata.
“Ma insomma..è quello o no??” chiese Sam, cercando di superare l’imbarazzo.

“Diciamo di sì.” Disse Gabriel. “Alcune delle cose che vengono raccontate in quei libri, sono vere e riportate a lei da veri maghi..o pensavate che fossero solo frutto del geniale cervello di una signora di mezza età?”

“Cosa?? Dei maghi veri hanno parlato con la…” disse Sam in un sussurro, ma venne prontamente interrotto da Castiel con un colpo di tosse.

“Okay, sarà per un’altra volta questo racconto. Ora impegniamoci a parlare di cose più serie. In questo oggetto,è possibile imbottigliare, grazie a un incantesimo, i pensieri di un angelo. "






















Note dell'autrice: 

di sicuro non vi aspettavate un chiarimento con il Pensatoio ahhah xd a dire la verità neanche io! è stata una decisione delle ultime ore xd ma credo che renderà il tutto più carino! Scusatemi se divido ancora una volta i capitoli, avrei davvero TANTO VOLUTO fare un capitolo unico ma siccome sto male e ho la schiena a pezzi, temo che forzarmi a scrivere oggi, verrebbe un brutto capitolo e invece il racconto di Castiel voglio proprio che venga fuori BELLO. Vedrete. Spero vi piaccia l'idea ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Il Pensatoio - seconda parte ***


Pensieri di Castiel.


Quando mi hanno incaricato di andare a salvare l’anima di Dean Winchester all’inferno, non avevo idea del tritacarne in cui mi sarei imbottigliato con le mie stesse mani.

Ad oggi, non sono pentito, sempre se sia possibile sottrarsi ad una missione impartita da Dio in persona, se anche potessi tornare indietro nel tempo e far andare qualcun altro al mio posto, direi NO.

Qualcun altro al mio posto, sarebbe stato il salvatore di Dean Winchester, qualcun altro al mio posto avrebbe magari usufruito della loro amicizia, del loro affetto e della loro fiducia.

NO.

Sam e Dean hanno cambiato i miei schemi mentali e le mie convinzioni, ribaltandole dal sotto al sopra.

Come il sopra, così il sotto, si dice.
Ma non è così, non proprio.

Io non penso che l’amicizia per gli esseri viventi, tra due esseri viventi,  nasca nello stesso momento per entrambi. Per qualcuno può nascere prima, per un altro può nascere dopo, raramente scatta nello stesso momento.
 
Quando Dean Winchester mi disse “Tra noi è finita.” quel giorno in cui Zacariah non gli permetteva di andare a fermare Sam, che stava per far scoppiare l’apocalisse, capìì una cosa.

Per quell’uomo, così integro e ligio ai valori, esisteva già un rapporto tra di noi e in quel momento era in bilico, sull’orlo di una rottura, ma tutt’altro invece affollava la mia mente. Per me non si trattava di salvare una rottura, non ancora, perché ancora non eravamo amici.

Certo, io provavo già simpatia per Dean Winchester e suo fratello, ma non gli ero ancora completamente leale,non del tutto. Ero ancora in bilico, in mezzo tra una parte e l’altra.

Indeciso, ancora.

Forse fu in quel momento che per me scattò e divenne amicizia. Il momento in cui io SCELSI da che parte stare.
Di stare dalla loro.
 
 


Il rapporto tra angelo e umano, è complesso.

Per questo stiamo in Paradiso, per questo per lungo tempo abbiamo cercato di non farci coinvolgere nelle beghe degli umani.

Loro potrebbero oscurare la nostra luce, anche solo toccandoci o parlando con noi.

Per questo molti angeli sono diventati corrotti.

Se un angelo e un umano sviluppano un rapporto sentimentale o affettivo, questo diventa una cosa molto speciale.
 
 



Quando Sam e Dean sono scomparsi nel mondo delle fiabe, mi sono sentito perso, smarrito.

Volevo riportare indietro i miei amici e mi feci aiutare da Rowena a creare un legame simile a quello che fece Sam per raggiungere suo fratello.

Un legame d’anima. Mi avrebbe permesso di raggiungere le loro anime, ma potendo tornare indietro nel mio mondo, quando volessi.

Non avevo considerato però quanto PROFONDO fosse il legame creato con loro.

Loro potevano sentire la mia grazia e la mia energia anche se non si ricordavano di me.
Perfino a distanza.
Potevano avvertire la forza d’amore cosmica che mi aveva spinto a raggiungerli fin lì, la sentivano emanare da me come un orologio a cucù.
 
Quando un angelo emana un’energia d’amore, questa è mille volte più potente di quella emanata da un umano e se è indirizzata a un umano, l’umano la sente, la percepisce.

E potrebbe restarne abbagliato.

In qualche lato della loro coscienza, Sam e Dean, credo abbiano percepito la mia disperazione e l’amore che provavo per loro, arrivato da lontano, molto lontano. Forse addirittura l’hanno percepito ancora prima che giungessi materialmente in quel mondo.

Quando sono comparso nelle loro vite, non avevano idea che fossi un angelo e questo mi resi conto che fosse un errore che non avevo calcolato, perché hanno pensato che fossi solo un essere umano decisamente eccezionale, cosa da subito pericolosa.

Ma io non pensavo a implicazioni romantiche o sessuali della cosa, io desideravo solo disperatamente salvarli e riportarli a casa, in più ero preoccupatissimo per l’altro mio fratello Gabriel, venendo a conoscenza per caso, che anche lui era in quel mondo.
 
Io ho cercato di aiutarli come potevo, ma non potevo risvegliarli solo con la verità o la loro mente sarebbe potuta andare in pezzi e non me lo sarei mai perdonato.

Più tempo passavo in quel mondo però, più perdevo coscienza di chi ero in realtà.

Era sempre più difficile ricordarmi che ero Castiel e non Misha.
 



Io non so se sia stato colpa del distacco brusco, della lontananza, dell’energia o dell’amore cosmico che si era creata tra noi tre, non so se sia stato colpa di questo legame d’anima per averli potuti e voluti raggiungere.

Non so se sia stata colpa della mia grazia che ha affascinato loro, se perché in me rivedevano nonostante tutto, fili della nostra vecchia amicizia, non so se fosse stata la disperazione o la paura di perderli.

So che li ho baciati.

E ho fatto l’amore con loro.
 
Non è stato un atto puramente libidinoso, è stato un atto d’amore, ma è stato come se non fossimo stati veramente noi. Il vecchio Castiel, quello che sono io, e i vecchi Sam e Dean, non lo avrebbero mai fatto.

Ma lì eravamo delle altre persone.

Delle altre persone, che avevano dentro di sé dei ricordi e dei sentimenti sepolti, che lottavano per riemergere, per ritornare alla luce.

L’affetto che lì proviamo, in quel mondo, non riconosciuto da noi, si è trasmutato in passione.
 
Mi sento in colpa. Ho paura a parlarne con loro. Mi capiranno? Crederanno che io non mi sia approfittato di loro, ma che anche io, per una notte, ho quasi dimenticato chi ero io in realtà?
Sono il loro angelo. Dovrei proteggerli.

Il mio voler fare tutto per loro, la potenza di questa energia, si è trasformata in passione, sfociando nel sesso.
Avrei potuto evitarlo? Mi sento così in colpa.




Però poi l’orgoglio ha la meglio e penso:

Perché vergognarsi di una cosa che, è bellissima?

Perché fermarsi a pensare all’inezia di un atto sessuale?

Che cos’è un atto sessuale in fondo?
Non è solo uno sfogo fisico.
È Piacere, vero,

Piacere, nel darsi a vicenda, nel dare la tua anima a qualcun altro,
Sentire piacere, nell’avere un altro te, vicino,

Fidarsi di qualcun altro, al punto che gli lasci toccare il tuo corpo,

ma è anche cercare la sua anima a vicenda.
 
Io ho viaggiato tra i mondi per cercare le loro di anime.

Potevano non riconoscere la mia, ma l’hanno fatto.

Potevano no restarne abbagliati, non provare un’emozione,

ma non è stato così.
Potevano non riconoscere in me, un amico.

Poteva la loro anima, non vibrare,

ma non è stato così.
 



Quello che è successo, non è stato altro che la dimostrazione,

che anche in altri universi, le nostre anime, si cercano,

vogliono stare vicine.

Io SO che Sam amerà sempre Dean, e Dean amerà sempre Sam.

Non voglio mettermi in mezzo al loro rapporto

Non posso competere

E non voglio.

Mi basta sapere che sono importante per loro.
E che io

UN ANGELO

Possa provare dei sentimenti così forti, come un umano.

Esiste l’amore, sotto molte forme.

E il pensiero che qualcuno possa amare te, senza ricordare chi sei,
ma solo riconoscendo la tua anima
non è forse questa, una forma d’amore?

Forse una delle più grandi che mio Padre, voleva insegnarci?
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Il gruppo fa pace, ma Gabriel ha ancora un segreto che non vuole rivelare ***


Ascoltare i pensieri di Castiel in quell’ampolla cristallina, fu magico, in tutti i sensi. I pensieri di Castiel erano chiari, limpidi, meravigliosi e trasparenti come l’acqua di montagna. Era così bello ascoltarli.

“È stato..inaspettatamente piacevole.” Disse Dean, sorridendo.

“Davvero.” Disse Sam, di rimando.

“Sembra che hai riscosso successo con la tua voce, potresti fare il cantante, Castiel.” Disse Gabriel, facendo del sarcasmo.

Accadde tutto in quel momento. Gabriel stava ancora finendo di parlare, che i due fratelli si alzarono contemporaneamente e lo abbracciarono entrambi.
 
“Io…ehm…cosa devo fare?” chiese Castiel, mimando con la voce all’arcangelo, senza osare toccarli, terrorizzato.

“Magari dovresti ABBRACCIARLI.” mimò da parte sua, l’arcangelo.

Castiel lo guardò con aria terrorizzata, ma piano, si decise a stringerli a sua volta, un po’ imbarazzato.
 
“È stato bello, Cas.” diceva Sam.

“È stato, WOW. Fantastico! “ disse Dean, tornando ad usare quell’aggettivo che da sempre contraddistingueva le sue espressioni.

“Sì, okay, ma adesso, lasciatemi. È imbarazzante.” Disse l’angelo. I due fratelli proruppero in una risatina imbarazzata e quindi sciolsero l’abbraccio.
 
 
“Quindi, siamo a posto, adesso?” chiese l’angelo.

“Sì, ma, Castiel, volevo..” cominciò Dean.

“Meno male! è un tale sollievo! Sentivo qualcosa opprimermi lo stomaco in maniera dolorosa! Ora per fortuna, se n’è andata. Così sembra.” Disse Castiel, senza ascoltarlo.

“Castiel, ascoltami, per favore.” Disse Dean, in una sorta di preghiera.

Questo ammutolì l'angelo.

“Non ho scuse per come mi sono comportato, sono stato davvero pessimo con te. Aggredirti in quel modo..”

“Dean, non devi..”

“Lasciami finire, ti prego. Non voglio che tu pensi che l’idea di noi due che facciamo…flik e flak, mi faccia schifo, voglio dire che..” e gettò un’occhiata nervosa a Sam che lo stava fulminando con lo sguardo.

“Attento a quello che dici.” Dissero in coro Gabe e Castiel sorridendo e Sam sembrò pensarla allo stesso modo.

“Accidenti, come parlo faccio danni.” Disse Dean grattandosi la testa. “Sto solo cercando di dire che..è stato molto imbarazzante per via..dell’amicizia che ci lega. Ero imbarazzato..e…ero geloso. Di Sam.” disse Dean. Sembrava che il maggiore avesse fatto molte difficoltà a dire quelle parole. “Forse io..sono stato sempre geloso di lui e venire a patti con il fatto che in quel mondo ero…il più piccolo..e che tu e Sam avevate un rapporto che era invece quello che io e te abbiamo qui…parliamo di amicizia, mi ha destabilizzato!” disse Dean sempre più rosso man mano che parlavano.

“Il rapporto tra me e Sam è stato quasi inesistente durante i primi anni che ci siamo conosciuti e appena un poco amichevole durante gli ultimi.” Disse Cas, come sempre abituato a dire quello che pensava.

“Ehm, è proprio il caso di dire queste cose?” disse Sam, sempre più paonazzo.

“Forse dovresti dire anche tu qualcosa in proposito, signorino. È da quando è cominciata questa storia che stai muto e parla solo Dean.” Lo provocò Gabriel.

“Ehi, non prendertela con Sam, lui è quello che c’entra di meno qui.” disse Dean un po’ alterato.

“Ah, ma davvero? A me è parso di capire che era MOOLTO appassionato e coinvolto invece.” Lo provocò di rimando Gabriel.

“Ritira subito quello che..” ringhiò Dean.

“Per favore, basta.” Sbottò Sam.
 
Tutti si girarono verso di lui e Sam sospirò con più calma.



“Gabriel ha ragione. Ho fatto scena muta fino adesso, lasciando che Dean e solo lui sfogasse la sua collera, ma non è giusto. A mia discolpa posso solo dire che..io semplicemente ero troppo imbarazzato per poter dire qualsiasi cosa.” fece una pausa e poi si voltò verso Castiel. “Cas, io e te non abbiamo mai avuto un rapporto..chissà che profondo, ce lo siamo detti più e più volte, vero?”

“Confermo.” Disse Castiel a braccia incrociate.

“Tu e Dean avete avuto un rapporto profondo fin dall’inizio, non so se dipende solo dal fatto che vi siete conosciuti perché lui ti ha salvato dall’inferno, che è quello che non sono riuscito a fare io..so che da quasi subito tu, Castiel, hai detto di essere legato dall’amicizia per entrambi, ma io sapevo che con Dean il rapporto era più profondo e l’hai confermato anche tu, ai tempi..”

Dean e Cas cercarono di replicare, ma Sam li stoppò con la mano.

“Non sto cercando di dire che nessuno dei due avesse una cotta per l’altro, tranquillizzatevi. Sto solo dicendo che mi è stato chiaro fin da subito che io non facevo parte di questo rapporto più profondo..diciamo così..non ne ero nenache poi così geloso, mi stava bene, forse dopotutto io e Cas semplicemente non riuscivamo a entrare in sintonia. Forse siamo troppo uguali, chissà…ad ogni modo, poi con gli anni, questo è cambiato.”

“Sì.” Sorrise Cas, ricambiando il sorriso di Sam.

“Non so se sia cambiato quando tu mi hai guarito dalle allucinazioni di Lucifero..”

“Che ho provocato io..” disse Castiel, sentendosi ancora un po’ in colpa.

“Fa niente! Ad ogni modo non eri obbligato a farti carico tu di tutto quel dolore, ma l’hai fatto. Dicevo, non so se fu quello, o quando mi sei stato vicino quando io e Dean litigammo, per la vicenda di Gadreel. In quell’occasione, tu hai insistito affinchè non mi sacrificassi, decidendo di estrarre tutta la grazia. Hai detto parole bellissime, che non avresti lasciato che io e Dean ci sacrificassimo ancora e morissimo.”

Sam fece un’altra pausa e poi continuò.

“Ho sempre pensato..e credo che l’abbia pensato anche Dean, che sei un gran bel ragazzo, Cas..ma..non abbiamo mai pensato a te in quel senso..cavolo, prima di questa esperienza non pensavamo nemmeno che ci potessero piacere i ragazzi..e tutto quello che è capitato..anche tra…NOI..ci ha destabilizzato.. è..tutto strano, le nostre vite si sono ribaltate all’improvviso. Io e Dean, tu e lui, io e Cas…Gabriel rispunta e si scopre che è ancora vivo. È tutto così allucinante ma…sento e spero che..tutta questa esperienza ci unisca ancora di più, invece di dividerci, perché le parole che abbiamo appena sentito, sono state davvero bellissime.” Disse Sam.

Stavolta fu Castiel a trabboccare di lacrime e ad andare ad abbracciare stretto Sam.

“Ehi, non esagerare, piumato, altrimenti divento geloso.” Disse Dean, facendo ridere entrambi.

“Beh, a questo punto, o restiamo tutti qui a dormire per rinsaldare i legami, oppure andiamo a fare festa in giro, che ne dite?” chiese Gabriel.
 
 
Dean però, aveva tutte le intenzioni di chiarire tutte le questioni lasciate in sospeso.

“È una buona idea, Gabriel, così ci raccontate anche com’è successo..tra voi due.” Disse Dean euforico.

Gli angeli arrossirono e poi impallidirono di colpo.

“Questa non me la voglio proprio perdere.” Disse Dean, invitandoli ad uscire, perché lui e Sam dovevano cambiarsi.
 
 
 
 
 




*

Dean, Sam, Gabriel e Castiel, come una strana e bizzarra comitiva, erano usciti per festeggiare i legami d’amicizia riuniti e il ritorno di Gabriel, ma Dean non era riuscito a convincere Gabriel a raccontare di com’era nata con Castiel. L’arcangelo intimò anche all’altro angelo, di non farne parola, Dean si offese molto per questa cosa, l’arcangelo allora, propose di raccontare lui come si era innamorato di suo fratello. Dean si offese quasi mortalmente di questa cosa, accusandolo di poco tatto e che i loro ricordi non erano ancora del tutto tornati a galla.

“L’amore per lui è sempre stato principalmente di CUORE, non limitato come vuoi alludere te, a una misera questione di ISTINTI, devo ricordarti cos’ho fatto per assicurarmi che vivesse? Ho fatto un maledetto patto con un demone!”

“Dean, abbassa la voce..” gli diceva Castiel sotto voce. Si trovavano in un pub.

“Insomma, taglia corto con le melensaggini e raccontaci se avete fatto flik e flak.”

“Non sono fatti che ti riguardano!!!” aveva gridato Dean. “ Se anche fosse successo, NON LO DIREI, PER RISPETTO SUO.”

“Sei un ipocrita!! “ lo aveva attaccato Gabriel, picchiando un pugno contro il tavolo. “Prima non ti prendi le responsabilità di quello che hai fatto alla VILLA, POI pretendi di sapere dettagli tra me e mio fratello, MA, ti offendi, se ti chiedo del tuo. CRESCI!”

Non è la stessa cosa!!” aveva urlato Dean, picchiando entrambe le mani contro il tavolo. “ Gli angeli sono tutti fratelli anche se non sono legati dal sangue, non è quello che avevi detto una volta te, Castiel?”

“Sì, è così..” disse esasperato Castiel, che aveva dovuto silenziare con i suoi poteri, l’area in cui stavano parlando, per non farsi sentire dall’altra gente a parlare di quelle cose.
 
Dean allora si era voltato a guardare Gabriel con aria soddisfatta.

“Non avete due genitori, per quanto mi risulta, non siete fratelli di SANGUE, quindi non siete considerati peccatori, se anche..succedesse tra di voi. Quindi il paragone non sussiste, io non sto mancando di tatto, tu Sì.”

Sam e Castiel non erano d’accordo con questa filosofia di vita e stavano ribattendo in proposito, quando Gabriel, si alzò dalla tavola.

“Esco, per prendere un po’ d’aria..e per non mettergli le mani addosso.” Disse Gabriel.

Sam lo guardò afflitto e poi guardò i due.

“Io..vado da lui. Non è sicuro per lui rimanere da solo all’aria aperta, dopo quello che gli è successo.” Si giustificò Sam.

“Vedi se riesci anche a calmarlo, per favore. È un peccato. Avevamo appena fatto tutti pace.” Disse Castiel.
 
 



Appena Sam sparì, Dean prese un’enorme boccata d’aria e si scusò con l’angelo.

“Perdonami, Cas. È tutta colpa mia, sono un emerito coglione.”

“Sarà la trecentesima volta che ti scusi, Dean.” Gli fece notare l’angelo,

“Beh, ho come l’impressione di non farlo mai abbastanza. Da quando siamo…tornati, mi sembra di non riuscire più a capire, sono stato da anni quello razionale e all’improvviso mi lascio trascinare dalle emozioni, esagero, sono irascibile. A malapena mi riconosco.”

“Sei stato a lungo il fratello maggiore, con Sam hai sempre avuto un certo tipo di rapporto, ora realizzi di aver vissuto una VITA, da fratello minore. Oltretutto ne vivi un’altra, in cui tu e Sam siete degli estranei e lui è una rappresentazione di una fiaba. Poi tornate qui. Sono cose che farebbero impazzire chiunque.”

“Sì, ma Sam non è uscito di testa come lo sono uscito io..” disse Dean, bevendo la birra a canna.
Castiel sospirò.

“Tutti reagiamo in maniera diversa, Guarda cos’è successo a me..con voi…credo che le trasposizioni dei nostri caratteri siano state ribaltate e capovolte quando siamo finiti di là. Io qui sono stato un angelo frigido e vergine fino a un bel po’..” disse Castiel strappando una risata a Dean. “Sam è stato quello timido, emotivo, protetto sempre da te, ma nell’altro mondo si è ritrovato ad essere il maggiore e questo potrebbe averlo cambiato. Anche quello che gli è successo, quando si è trasformato in una bestia, l’hanno cambiato. Psicologicamente ha vissuto una rabbia intensa e viscerale e ora si sente improvvisamente calmo. Ha avuto quello che voleva, cioè te, ora quella rabbia è come se fosse svanita,tu invece hai vissuto una tempesta di emozioni quando eri il fratello minore e di contro quando sei stato Belle in versione maschile, una tempesta emotiva che ti rincorre anche fino qui, rendendoti particolarmente emotivo.”

Dean era sconvolto da quelle spiegazioni.

“Tutta questa onniscienza da guru, è frutto dell’altro te?”

“Probabile.” Rise Castiel.

Dean si era fatto più vicino e gli aveva quindi sussurrato.
 
“Allora, già che ci siamo, psicanalizza anche me e l’amore esplosivo che sembra essere nato tra me e…”

“Non sembravi così imbarazzato quando l’hai baciato davanti a noi.” disse Castiel compiaciuto.

Dean arrossì. “Per me è difficile anche solo parlare di questo. Cas, mi sembra tutto così irreale ancora. Ho paura di fare qualcosa di male. Non voglio ferirlo, non voglio più che ci feriamo a vicenda. Sto percorrendo la strada giusta, lasciando che il mio amore per lui..sfoci senza reprimerlo? Sto forse trascinando me e lui nel peccato? Io..desidero stare con lui, fare l'amore con lui! Diosanto, non è ancora successo..ma lo voglio..ma non voglio che lui finisca all’inferno per colpa mia..” disse Dean, preoccupato.

Castiel lo guardò intensamente.

“Non si finisce all’inferno perché si ama un altro essere vivente, a meno che la causa di questo amore non porti a maltrattarlo o peggio ad ucciderlo. Tu però mi sembra che rendi Sam molto felice. Stai tranquillo, se ritieni che avere un..contatto CARNALE con tuo fratello, anche in questo mondo, vi faccia essere felici, l'universo credo approverà."Sorrise Castiel.

Dean si asciugò gli occhi.

“Okay. Io..wow. Odio essere così emotivo.”

Castiel rise. “A Sam credo piaccia però.”

“Cosa? Non stai scherzando vero?”

“Quando lo vedo guardarti, ha gli occhi che brillano. È molto bello guardarlo quando è così.”
“Cas..”

“Andiamo, sai in che modo l’ho detto.” Si giustificò lui ed entrambi risero.
 
Dean cominciò a giocare con il tagliacarte.

“Dovrei scusarmi con Gabriel..sono stato così insensibile e in fin dei conti ho mancato davvero di tatto..lui ha ragione...”

“Non siete mai andati molto d’accordo…aspetta che sbollisca un po’. Certo che però sei un curiosone, Dean.” Lo prese in giro Castiel.

Dean lo guardò con uno sguardo furbo, Castiel si imbarazzò.

“Con Gabriel è una storia lunga..ma posso solo dirti che non è una cosa che è cominciata dopo i’universo alternativo, ma da prima. è..complicato.” disse Castiel.
 
 
 
 
 




*

Sam aveva rincorso Gabriel, fuori.

“Gabriel…” lo aveva chiamato.

“Lasciami solo, Sam. Torna dentro dal tuo amore.”
“No!” disse Sam risoluto.
“Come vuoi, allora stai qui con me.”

“Perché sei così stronzo con lui?”

“Prego?” disse Gabriel girandosi verso il minore.

“Tutti quanti..ci stiamo ancora riprendendo da questo ciclone, ne abbiamo passate tante in questi anni..ma MAI così..senti, io capisco che quello che ti è successo è terribile, se noi siamo rimasti lì solo sei mesi, tu..”

“Ci sono rimasto ANNI..” gli ricordò Gabriel.

“Okay, è..è vero..Ma questo non..non spiega perché tu ce l’hai così tanto con Dean.” Disse Sam, suscitando l’ilarità dell’arcangelo.

“Oh, puoi ridere, ma fare il buffone come quando eri il trickster, con me non attacca, Gabriel. Guardi in maniera circospetta Dean da quando sei…tornato..non posso neanche dire che lo odii..se non sapessi che è troppo strano..direi che tu..hai PAURA di qualcosa..e per questo ti rifugi in questa maschera di disprezzo.”

Gabriel lo guardò con aria di sfida.

“E se anche fosse? Sono un maledetto arcangelo! Scopo con chi voglio, disprezzo chi voglio!”

“Basta con i giochetti..” disse Sam piano. “Dimmi di cosa hai paura..si tratta di quello che non abbiamo mai raccontato a Dean, vero?”

Gabriel sorrise ma non rispose a questa domanda, decidendo di voltarsi.
 
“È così??” aveva insistito Sam. “Non è una cosa di adesso, vero?? È una cosa vecchia di anni!!

Gabriel si era voltato e lentamente disse:

“Dimmelo tu, Sam, sembra che qualsiasi cosa di cui mi accusi, sembra una cosa che ti tormenta molto. Posso sentire la tua energia spirituale, tremare dalla paura e dal rimorso.”

Sam tremava davvero e faceva fatica appena a controllarlo.


“Io..se c’è qualcuno qui che si deve vergognare..quello sei tu, Gabriel!”

“Per cosa?? Sii più chiaro.” Continuava Gabriel.

“Una volta..mi dicesti..che fare morire Dean decine e decine di volte davanti ai miei occhi, era divertente, quindi, puoi ingannare i presenti là dentro.” Disse Sam, indicando il pub a poca distanza. “Puoi anche far sentire in colpa mio fratello accusandolo di poco tatto e sono certo che tu ci sia riuscito, ma IO, IO, so di cosa tu sia capace, e non accetto, non accetto, di sentire lezioni di morale, da uno che parla di rimorso e non ha mai, MAI mostrato nessun pentimento per quello che successe tanto tempo fa.”

Gabriel l’aveva ascoltato a bocca aperta e poi era sfociato in una risata sarcastica.
 
Di cosa sono capace, IO? Ti sei scordato di quello che hai fatto? Di dove fin là ti sei spinto pur di farlo tornare in vita?? Lo sa, Dean, quello che tu hai fatto, a quello che pensavi essere il vostro caro vecchio Bobby o non hai mai avuto il coraggio di confessarglielo? L’hai nascosto in un cantuccio della tua anima?”

Sam deglutì, quel ricordo gli faceva ancora male, ma ora aveva avuto la confessione che gli serviva.
 


“Quindi..è rimorso quello che provi, Gabriel? Tratti con disprezzo Dean, perché, non riesci a perdonarti quello che hai fatto, non riesci a guardarlo negli occhi dopo quello che successe?”

Gabriel l’aveva guardato sconvolto.

“Bene, bene, bene, mi chiedo se l’arte della manipolazione, l’hai imparata da Lucifero, durante il tuo soggiorno nella gabbia, mio caro Sam.”

“Cercare di ferirmi non cancellerà quello che hai fatto, Gabe..”

“Non ho bisogno di cancellarlo.” Disse Gabriel con occhi sgranati. “io mi sono redento già da molti anni! Ricordi quella nostra piccola alleanza contro mio fratello Lucy? IO vi ho aiutati a trovare uno dei quattro anelli e con questo, mi sono riscattato. Io non vi devo NULLA. Né a te né a lui. E non mi devo sentire in colpa di NULLA.”

“E allora perché continui ad avere questo atteggiamento passivo aggressivo?” lo provocò ancora Sam.
Gabriel scrollò le spalle.

“Che cosa vuoi che ti dica, Sam? Forse dover difendere MIO  fratello dal TUO e convincerlo a sciogliere la sua crociata di flagellazione che aveva iniziato contro di lui per motivi INESISTENTI, mi ha reso nervoso chi lo sa, o magari è tutto nella tua testa, tu immagini in me un rimorso che non esiste, perché tu PER PRIMO, ti senti in colpa e non riesci a dimenticare quello che successe anni fa.”

“No..non mi farò manipolare in questo modo..” disse Sam.

“Ma sai, io fossi in te, ti capirei, anzi MI capirei.” Disse Gabe con aria pensierosa, “In fondo hai nascosto a Dean che è stato VERAMENTE morto per sei mesi, lui pensa di essere morto davvero per la prima volta , quando andò all’inferno, giusto? Ma ti comprendo per non averglielo detto, dev’essere terribile dover pensare di confessargli di rimando che per farmi uscire allo scoperto, hai rischiato, uccidendo un falso Bobby. “
 
Se Gabe pensava di ottenere in reazione una faccia da cane bastonata o piangente di Sam, era fuori strada. Sam era ben lungi dall’essere felice, ma aveva anche l’aria di chi aveva finalmente ottenuto la verità e la conferma che aspettava.

“Quindi…è vero. Dean è…l’avevi veramente ucciso, per davvero..”

Questo stranì l’arcangelo.

“Sam, ma stai ancora dormendo per caso? Sei ancora nell’altro mondo e sto parlando con un ologramma? Di cosa abbiamo parlato finora?”

“No..io….ti ho detto che avresti dovuto vergognarti per quello che hai fatto..ed erano BEN DUE le cose di cui avresti dovuto provare vergogna. Per aver fatto passar l’inferno a me e Dean intrappolandoci in quel loop temporale e…per quell’altra cosa, sei TU, che ora ammetti..stai ammettendo…”
 
Gabriel alzò il capo con l’aria di chi era stato fregato.


“Capisco. Quindi era tutta una sceneggiata per farmi parlare e farmelo ammettere, non è vero? Se me l’avessi semplicemente chiesto, ti avrei risposto.”

“Sei il trickster. Non ci si può fidare delle tue parole. Credo che forse l’arte della manipolazione, l’ho imparata da te.” Disse Sam.
 
Gabriel scoppiò a ridere di nuovo.

“Bene, molto bene, Sam. Quindi vorresti dirmi che..per tutti questi anni hai avuto il dubbio, che fosse accaduto davvero, o no?”

“Io..io ho voluto credere..io speravo che fosse stato tutto un sogno..” disse Sam con gli occhi lucidi.



“Cucciolo. È comprensibile. Ma dovresti aver imparato Sam, che quelli che vogliamo essere dei sogni, non si rivelano mai tali.”

“Non ho bisogno di un’altra delle tue proverbiali lezioni. “ disse Sam ridacchiando, la sua risata tremante.

Gabriel lo guardò serio.

“È evidente che non sei ancora riuscito a superare quello che successe anni e anni fa, Sam. La cosa mi addolora. " disse Gabe e a modo suo, era sinceramente dispiaciuto. "Credevo si fosse tutto sistemato una volta che rimediai a quel casino. Beh, facciamo che dimentichiamo tutto e amici come prima ok?” chiese Gabriel battendo le mani con una faccia da poker.
 
“Chiarisciti con Dean e torneremo amici come prima.” disse Sam, serissimo.

“Cosa?” chiese Gabriel, la faccia di nuovo terrorizzata.

“I segreti non fanno altro che avvelenare le nostre vite, Gabe, questo lo sai bene. Mi sono portato il peso di questo segreto per ANNI, perché dentro di me volevo credere, che fosse stato tutto un sogno, ma mettere la testa sotto la sabbia, non è servito a nulla. Ora però che ho la conferma, la certezza da te, che è accaduto tutto davvero, io e te, dovremmo dire a Dean la verità.”

“Sei pazzo, non lo farò mai.”

“Servirà anche a te, Gabriel. Per riprendere a guardarlo negli occhi, senza sentirti una merda, perché so che ti ci senti, tu provi rimorso, non puoi negarlo.”
 
“Tesoro” aveva replicato Gabe “Mi hanno detto cose peggiori rispetto a quelle che tu mi hai appena detto, la verità la so io e non sono costretto a condividerla con nessuno con cui non voglia e, un’altra cosa, ti rendi conto che se dicessi tutto a Dean, sarai costretto a fare outing anche te e rivelargli cos’hai fatto quando pensavi che lui fosse morto?”

Sam annuì e sospirò.
“Lo so.”
Gabe sembrava soddisfatto.

“Accetterò di sottopormi a questa vergogna.”

Gabe era sbiancato di nuovo.

“Quindi..è vero che l’amore rende tutti pazzi. Basta qualche sveltina e un po’ di petting con il tuo fratellone, per farti diventare così sottone e folle?”

“Mi hanno chiamato in modi peggiori. Tipo la puttana di Lucifero.” Rise Sam.

“Beh, ora sei la puttana di tuo fratello.” rise Gabe.

“Non mi dispiace la cosa.” disse Sam, facendogli capire che perdeva il suo tempo con le provocazioni.
 
Gabe sospirò ancora.

“Mi piaci Sam, davvero. Sei uno tosto. Perdi il tuo tempo però, io non racconterò mai a Dean quello che successe anni fa.”

“Allora mi dispiace molto, Gabe. Davvero. Perché se non lo farai tu, lo farò io.”

Questa volta il volto di Gabriel era una maschera di terrore.
“Non oserai..stai bluffando.”

“Che vuoi che ti dica..l’amore per Dean, mi avrà reso sottone.” Disse Sam sorridendo fiero. “Non ho intenzione di convivere con questo peso. Nascondergli questo è troppo gra…”
 
Gabriel non aveva atteso che Sam finisse di parlare perché aveva previsto che si stava preparando alla fuga, per impedire a Gabe di fare quello che sapeva avrebbe fatto, ma Gabe era sempre in anticipo e prevedendo la sua fuga, si era smaterializzato e rimaterializzato in un secondo davanti a lui.
 


“G-Gabriel..” sussultò Sam nel trovarselo davanti.

“Non sei molto furbo a dire queste cose a un vigliacco come me, Sam..”

“Ti prego, non farlo, non è giusto..”

“Mi dispiace, Sam, ma visto che sei così determinato, è giusto che dimentichi anche tu.” Disse Gabriel, toccandogli la fronte con le dita.
 
Sam rimase paralizzato con la vista diventata di colpo bianca.

“Dimenticherai tutto di quei sei mesi, come se non fossero mai accaduti, quando Dean ti chiederà di cosa abbiamo parlato, tu gli dirai che hai cercato di convincermi a fare pace con lui, che poi è anche la verità, non sarai neanche costretto a mentire.”

Sam annuì ipnotizzato, poi gli occhi gli diventarono normali e sentirono Dean chiamarlo da lontano.
 
“Arriviamo..” disse Sam, voltandosi, gettando un’ultima occhiata infastidita a Gabriel, chiaramente con in testa davvero la convinzione di non essere riuscito a estorcergli nulla.

Perdonami, Sam, ma ho già pagato per quello che ho fatto, molto più di quello che tu pensi o che potresti immaginare…
 
 






















Note dell'autrice: 

ciaooooooo. Rieccomi. Capitolo molto lungo, perdonatemi ma era impossibile pensare di dividerlo, avrebbe perso metà della bellezza secondo me xd spero vi sia comunque piaciuto, come potete notare, non finiscono i colpi di scena :D chissà come mai Gabe non vuole confessare tutto a Dean! C'è qualcosa di più grande in ballo?? 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Doccia hot e confort ***


Dean e Sam avevano passato la nottata rimanente a coccolarsi da soli nel letto, abbracciati e stretti come non mai forse erano stati in quella vita.

Sam lasciava che Dean lo coccolasse, gli facesse le carezze, lo facesse sentire al protetto, sicuro, ma anche amato e mentre si coccolavano, Dean gli sussurrava ti amo, all’orecchio e Sam lo abbracciava più forte a quelle parole, sussurrandogli anch’io.

Sam capiva e percepiva dal modo in cui Dean lo toccava, quanto lo volesse.

“Se vuoi, puoi amarmi anche in un altro modo..” gli disse Sam, accarezzandogli gli zigomi e avvampando subito.

Anche Dean era arrossito e per nascondere l’imbarazzo si era rifugiato sul suo collo.

“Voglio che sia una cosa speciale…per te..voglio..”

Ma Sam non seppe mai cosa Dean volesse, visto che non finì mai la frase, forse perché Dean tornò a incollare la bocca alla sua.
 
 


I giorni seguenti, furono piovosi. Dean e Sam erano lontani dal bunker, perché stavano investigando su un caso di possibile stregoneria e Sam era sempre più nervoso per via dell’acqua che scorreva su per il cielo.

“Sam…è la natura.” Gli diceva Dean, cercando di calmarlo.

“Lo so..lo so..ma non posso farci niente..”

Sam accettava di uscire, ma era sempre molto nervoso, quando restava sotto l’ombrello e lo divenne ancor di più quando il maggiore propose di andare dritti da Rowena a dirle di risolvere questo gran casino che lei stessa aveva creato.
 
 

Al terzo giorno che stavano in quel motel e Sam sembrava più afflitto che mai, rincasando, Dean prese una decisione.

Gli afferrò i polsi e cominciò a baciarlo con passione.

“Dean..ma che…”

Dean non lo ascoltò e lo spinse sul letto, sempre cercando di non essere troppo aggressivo.



“Ehi..”

“Voglio farti star bene..” gli sussurrò roco Dean, slacciandogli la camicia.

“Io sto bene! Quando sto con te, io..”

“No..non è vero..non stai bene..”

“Dean..”

“Devi affrontare le tue paure, Sam..” disse il maggiore, sfilandogli la camicia, senza smettere di baciargli il collo.

“Ohh..così..posso affrontare qualsiasi cosa.” disse il minore, abbracciandolo.
 
Il maggiore però, aveva altri piani per loro due e cominciò a spingerlo verso la doccia.



“Dean! NO. Aspetta! Cosa vuoi fare??” gli chiese impaurito.

“Te l’ho detto, devi affrontare le tue paure.”

“NO. Non è necessario! Ho già preso fin troppa acqua in questi giorni.” Disse Sam, cercando di ritrarsi.
 
Dean tornò a guardarlo. Sul suo viso si dipinse un’espressione dolcissima.

Gli mise le mani sul viso, guardandolo dolcemente rassicurante.

“Sam..sono settimane che rifiuti di farti la doccia, lavandoti a pezzi...”

“L’importante è lavarsi, no? Non posso..non posso sopportare..”

"Hai anche fatto un bagno nella vasca l'altra volta, l'abbiamo fatto insieme."

"Okay, ma UNA VOLTA e il getto non mi colpiva in testa..Dean..lascia.."

“Non hai niente da temere dall’acqua. L’acqua è fonte di VITA. Senza di essa non possiamo sopravvivere, ci disseta, ci conforta, ci rilassa. È vita, Sam.”

“Può essere anche…la MORTE.” Disse Sam, triste, con gli occhi chiusi. I suoi occhi brillavano di lacrime e Dean gliele asciugò con le dita.



“Sì, è vero..ma dipende anche da dove guardi la prospettiva, no? Tutto a questo mondo può essere vita e morte insieme. Anche l’amore, che in molti casi è salvezza, in altri, UCCIDE. Ti fidi di me?”

“Sempre mi sono fidato di te..”

“Allora se ti dico che l’acqua non ti farà niente, puoi credermi?” disse Dean aprendo il getto con cautela.
 
Sam indietreggiò un pochino, guardando la doccia intimorito.

“Io ho paura, Dean..potrei non respirare, potrebbe mancarmi il respiro e…”

“Se dovesse succedere, io sarò il primo a toglierti da qui, Sam. Ti ho sempre salvato quando stavi male, non è così?”

“S-sì. È vero.”

“Qundi se ti dico che qualcosa non ti farà male, puoi credermi, giusto?”
“Io…”
 

All’improvviso, Dean con uno scatto, cominciò a levarsi camicia e cravatta.

“Cosa…cosa fai?” gli chiese Sam.

“Saresti più tranquillo se fossi con te? No, non rispondere! Lo so che è così.” Disse Dean allegro pavoneggiandosi un po’, cominciando a togliersi i pantaloni.

“Dean..non cominciare..questo..non è necessario..”

“Avanti..fallo per me..non abbiamo mai fatto una doccia insieme..” sussurrò Dean, candido e sensuale insieme.

Sam su questo non aveva obiezioni al riguardo. Era ammutolito.



“Posso?” chiese Dean, mentre le sue mani andavano a giocherellare quasi timide, con l’elastico dei suoi boxer.

“Mh..” annuì Sam, senza dire altro e si gustò tutto il momento e l’eccitazione di vedere il maggiore che con calma ma anche sensualità, come se fosse una cosa sacra, gli toglieva i boxer.

Sam non osava guardare in basso, Dean sempre senza distogliere lo sguardo da lui, si tolse anche le sue mutande e insieme entrarono nella doccia.
 
 


La doccia era abbastanza larga e di questo Dean era grato, almeno Sam non si sarebbe sentito claustrofobico. Chiaramente appena vennero colpiti dal getto, Sam si irrigidì, Dean se lo era aspettato e  lo baciò per tranquillizzarlo.

Sam si lasciò baciare, ma poi disse, quasi dispiaciuto:
“Dean, io non ce la faccio..io non..”

“Eppure, sei stato coraggioso..quando ti sei tuffato in quel lago…Per me.

Il tono che Dean aveva usato era stato così dolce e morbido, che Sam rimase senza parole, poi, piano, lo abbracciò, annuendo.



 Dean sorrise e capendo che a questo punto non avrebbe più incontrato resistenze, cominciò a insaponarlo, a cominciare dalle spalle, alla schiena e piano, da dietro, scendeva con le mani fino al torace e scendeva con la mano sempre più giù.

“Diavolo..tu..stai cercando di distrarmi, ecco cosa stai facendo..” disse Sam. Sentiva l’acqua scendere sulla sua testa, ma stranamente stavolta non sentiva nessun attacco di panico.

“Ci sto riuscendo?” gli chiese Dean, accarezzandogli a palmo aperto il torace con entrambe le mani.
 

Sam non riuscì a rispondere, anche perché in quel momento, Dean si fece avanti a Sam e con la bocca cominciò a stuzzicargli con la lingua un capezzolo.

“Oddio..cosa fai..” ma la sua voce si disperse a poco a poco che la lingua di Dean stava facendo il suo dovere.

“Come…sei…” sembrava che Sam non riuscisse a mettere insieme una parola coerente.

“Ahhh.” Gemette Sam, quando Dean scese con la bocca a baciargli il torace e poi l’ombelico, con la punta della lingua.



Quando infine arrivò anche al membro di Sam, già sull’inizio di un’erezione, si chiese cosa Dean avrebbe fatto.

Il maggiore lo stupì, alzandosi all’improvviso e sussurrandogli all’orecchio:

“Non l’ho mai fatto prima..almeno per quel che posso ricordare..ma per TE. Solo per te..Io voglio…” erano sconnesse le sue parole e parlava a scatti, ma Sam amava proprio questo. Sentire suo fratello così emozionato, dirgli che avrebbe fatto questo, solo per lui. Sentirlo così imbarazzato, con i capelli sudati, bagnati, che gli solleticavano il viso.

Non disse niente, perché sentiva la mente sconnessa con i desideri del suo corpo, poi percepì che Dean si allontanò da lui e poi un altro avvicinamento.
 
Più Erotico. Più sexy. Più profondo.



La bocca calda di Dean aveva avvolto prima la sua punta e poi si era spinto più in profondità, succhiando e leccandolo e facendolo impazzire, uscendo e rientrando a scatti, godendosi ad alternanza la sua espressione.

“Fratellino..sei davvero sexy, quando fai così..” disse Dean.

Dovresti vedere te! Voleva dire Sam, se fosse riuscito a parlare.

Dean continuò, eccitato dai versi e dalle espressioni oscene che faceva il minore.

“Mmmm..AHHH.”



Sempre di più, sempre più velocemente.
 
“D-Dean..spostati..sto per…”

Dean voleva farlo, stava quasi per spostarsi, ma all’ultimo momento sembrò ripensarci e invece di spostarsi, prese a masturbarsi con una mano sola, sempre senza spostarsi dal membro di Sam. Il minore realizzò quello che stava facendo e questo bastò a farlo venire e a far venire di conseguenza anche Dean.
 
“Cazzo…” imprecò Sam. Non riuscì a trattenersi dal dire quella parolaccia. Cercò di sviare con lo sguardo per non imbarazzare più del dovuto il maggiore, ma non poteva impedire alla sua vista di voler tornare su quella del maggiore o fingere di non aver visto il suo sperma colare dalla sua bocca, o almeno la parte che non era riuscito a inghiottire.

E lo sperma di Dean..si sentiva le gambe un po’ appiccicaticce e il pensiero che fosse il suo, minacciò di fargli tornare un’altra erezione.

“Non fingere che non ti piaccia..guardarmi.” disse Dean, mentre si sciacquava la bocca con il getto.

Sam si ostinò a tenere la bocca chiusa, non osava parlare.

“Vieni qui..” disse a quel punto Dean. Sam pensava che lo reclamasse a sé per un bacio, invece Dean intendeva dire di avvicinarsi in modo che lo sciacquasse dove lo aveva sporcato.

Quando vide il minore avvicinarsi con la bocca e poi zittirsi guardando il pavimento, imbarazzato, Dean ridacchiò, capendo il fraintendimento.
 
“Ora, vieni qui.” disse di nuovo, a quel punto, spegnendo il getto e reclamando di nuovo un bacio.

Fu un alto bacio sentito, anche se più breve, visto che erano entrambi stanchi.
 


Quando uscirono dalla doccia, restarono nudi, senza asciugamano, abbracciati, per un po’.

Era così bello scoprire la propria nudità, l’uno nei confronti dell’altro, a poco a poco. Era sempre una sorpresa. Uno step romantico e appassionato che li coinvolgeva sempre.
 
“Grazie…” sussurrò dolcemente Sam, mentre Dean tracciava contorni del suo corpo in maniera circolare con le dita in dolci carezze.

“Non devi dirmi mai..grazie..” disse Dean, abbracciandolo di nuovo e baciandolo sul collo.

























Note dell'autrice: 

ciaooooo. Vi è piaciuto il capitolo? *_* a me si tanto! ahhah xd allora, l'imbarazzo di Dean, non è a caso. Ho pensato molto a come reagirebbe Dean nel telefilm se per caso gli autori prendessero una botta in testa e rendessero il wincest canon (cosa che non accadrà maiiiiii ahahh xd ) ho pensato a come potrebbe Dean reagire in un'esperienza di tipo omo, e secondo me, anche vedendo come reagisce nella sessualità, dean è il classico che, è lussurioso ma anche timido, non troppo sfacciato ecco xd Sam da parte sua è ancora più timido, quindi ho deciso di lasciarli un pò IC per quanto possibile almeno x ora xd poi chissà cosa mi dirà la testa xd ciaoooo

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Risveglio strano ***


Sam si era svegliato di buonumore e con lo stomaco leggere. Una felicità galleggiante si faceva strada in lui, facendolo sentire FELICE e in pace con sé stesso, era quasi..come l’ESTASI.

Sono queste dunque le farfalle nello stomaco? Pensò Sam, passandosi una mano sul torace.

“Dean..” lo chiamò, tastando con la mano lo spazio vuoto vicino a lui.

“Dean..dove..sei?”

“Sono in bagno, Sam.” gli rispose il maggiore.
 
Sam sorrise davanti alla porta vuota, ma la voce aveva una cadenza strana.

“Tutto ok?”

“Sì..sì..tutto a posto..tranquillo..” aggiunse.

Sam guardò perplesso la porta.

“Cos’hai?”

“NIENTE!” disse Dean, ma la sua voce tremava.
 

Sam balzò fuori dal letto, all’improvviso sentiva la tachicardia a mille, ma ovviamente la porta era chiusa a chiave.

“Dean, apri la porta!”

“Va via, Sam!”

“Cosa ti è successo??”

“Ti ho detto niente! Sto solo..sto solo controllando una cosa!!”

“Falla controllare anche a me….”

“Io…io non…”

“Dean, mi stai spaventando a morte!”
 
Sull’onda di queste parole, Dean fece scattare la serratura.

Sam aprì quindi la porta e due secondi dopo, aprì la bocca con espressione sgomenta.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Il biondo regna! ***








Dean era…BIONDISSIMO.

Sam non ricordava quasi più com’era Dean da biondo, erano passati davvero tanti anni. Oramai di quel biondo lì non c’era più traccia, Dean teneva i capelli cortissimi e quel poco che si intravedeva di essi, erano castano scuro.

Però c’era stato un tempo in cui Dean ERA BIONDO. Era quando era adolescente, o poco più e quel biondo illuminava il suo viso e quelle labbra rosee su quel sorriso a volte strafottente, a volte ombroso e che faceva girare la testa alle ragazze.

E ora sembrava che nulla era cambiato, come se il tempo stesso fosse tornato indietro.
 
Quel biondo era tornato a incorniciargli il viso, più luminoso e più vivo che mai e faceva brillare ancora di più i suoi occhi verde che normalmente brillavano già di suo. Tutto di Dean in quel momento sembrava…BRILLARE.

“S-Sam…smettila di guardarmi in quel modo..” disse Dean imbarazzato.

“ E tu smettila di pronunciare il mio nome così...”

“C-così come?”

“Come se fossi sull’orlo di un orgasmo.”

Dean ridacchiò, ma quando vide che Sam fece per avvicinarsi, indietreggiò.

“Cosa fai? Non avvicinarti!”

“Voglio toccarli..
“NO!”

“Sono così BELLI..

“Sam, per favore..non è normale..potrebbero essere stregati”.

“Quante sciocchezze..” Sam non lo ascoltò e andò a toccargli una ciocca.
 
“Fantastica..”

“Ehi, quella è la mia battuta.”

“Sono anche più lunghi.”

“Già..un po’ troppo…la smetti di fissarmi come se fossi una specie di..VISIONE?”

“Non posso farne a meno..”

“Sono inquietanti..”

“Stai zitto.” Disse Sam, cominciando a baciarlo e a spingerlo fuori dal bagno per spingerlo poi sul letto.

Continuarono a baciarsi e Dean riuscì a staccarsi solo un attimo per dire una cosa.

“Se avessi saputo che questa era la tua reazione..mi sarei fatto biondo molto prima.”

“Aspetta..ti sei fatto tu così?” gli chiese Sam stranito.

“No. Ovviamente no. Però avrei potuto farlo.”

Sam ridacchiò e riprese a baciarlo. Entrambi non avevano voglia di interrogarsi per ora, su questo strano fenomeno.
 
 
 
 
 
*

Qualche mezz’ora dopo…

“Sam, tutto okay?” chiese Castiel, rispondendo al cellulare.

“Sì. Senti, Cas, dove sei?”

Castiel arcuò le sopracciglia.

“Sono in giro per la città, cercando..beh, cercando Amara.”

Sam rimase un po’ stupito.

“Non volevo dirvelo..anche perché siamo sempre a un punto morto..”

“Va bene, va bene, ascolta, non è importante adesso..”

“Cosa è successo?”

“Stamattina, ci siamo trovati davanti a un fenomeno decisamente curioso…Mi sono svegliato, sono andato in bagno e ho trovato Dean…BIONDO.

“È una metafora per dire qualche altra cosa?” chiese cas pensieroso.

“NO. È davvero BIONDO, biondo platino! L’ultima volta che l’avevo visto così..ero ragazzino.”

“Una tinta azzardata??”

“Nessuna tinta, Cas. Lui non ha fatto niente. Si è ritrovato semplicemente così! Ma c’è di più!”

“Dimmi.”

“Dopo di questo..beh..ci siamo..ecco..baciati..per un po’..” disse Sam a fatica.

“Quindi deduco che il cambiamento di Dean ti piace.”

“L-lasciamo perdere. Il fatto è che…dopo, ci siamo accorti che…che io…”

“Stai balbettando, Sam.”
 
Sam si spostò a disagio davanti allo specchio e si controllò i suoi capelli.

Erano molto più folti, lisci e lucenti, di come ricordava. Il crespo sembrava scomparso.



“È capitato anche a me, Cas.”

“Sei anche tu biondo ora?” chiese Cas sorpreso.

“NO, ma anche i miei capelli sono…diversi ora. Sono lisci..e lucenti..insomma..”

“È possibile che qualche strega sia venuta a farvi le permanenti mentre dormivate?”

“Cas, non scherzare.” Disse Sam ridendo.

“Dean che ne pensa?”
Sam fece il broncio.

“Non fa altro che…toccarmeli e dire quanto sono belli. “

Dall'altro capo del telefono, Castiel avvertì un tondo e una risatina di Sam. Probabilmente Dean gli aveva gettato un cuscino sulla faccia.


“ È una cosa molto tenera.”

“Questo dialogo è senza senso..sto per riattaccare. Speravo avresti preso la cosa con serietà!”

“Aspetta, okay, okay, sarò serio.”
 
Ci furono degli attimi di silenzio.

“Sto aspettando.” Disse Sam.

“Ecco..io..avevo una vaga idea che sarebbe potuto succedere..”

“Succedere cosa?” chiese Dean, dall’altro capo del telefono.

“Qualche cambiamento a livello del vostro fisico, ma non dovete spaventarvi. Non è niente di dannoso..anzi. è solo che….quando abbiamo fatto…l’amore….io…io vi ho…”

“Tu ci hai COSA?” chiese Dean, prendendo in mano il telefono, sconvolto.

“Io..credo di avervi donato inconsapevolmente un po’ della mia GRAZIA, che era rimasta sopita dentro di voi e che voi dovete aver sbloccato per via di una grande distesa di energia ed emozione che provate in questo momento. Di solito una fortissima sensazione d'amore o felicità, può far sbloccare una grazia sopita.” Disse Cas sorridendo imbarazzato.
 
Dean e Sam rimasero completamente a bocca aperta.

“Potrebbe anche non essere l’unico cambiamento che avvertirete.” Disse Cas.

“C-cosa..cosa..” diceva Dean balbettando.

“Beh, io adesso devo proprio andare, ci sentiamo.” Disse Castiel allegramente, approfittando di quel breve momento di smarrimento, mettendo giù il telefono.
 






















Ta daaaa Non ve l'aspttavate questa sorpresa eh??? :D Biota la tua allusione mi ha ispirato mooolto ahha e non è detto che escluderò la tua idea ahahh (credo di aver capito a cosa alludessi ahah ) ma per ora mi attengo alla mia scaletta :pppp credo ormai di aver fatto capire quanto io tenga all'immagine di Dean biondo davvero ahhah, inoltre la novità di questa grazia che Cas avrebbe donato un pò a loro :ppp vi ispira?? Chissà che altro potranno fare???

ps io mi immagino Dean ancora più biondo rispetto a queste foto ma era solo per darvi un'idea di com'è jensen da biondo :D

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Sam, provetto angelo ***


Erano alle prese con un caso di un fantasma e Sam e Dean avevano appena salvato una bambina da una casa in fiamme, infestata dalla fantasma.

“Come sta?” chiese Dean. La madre intanto era svenuta.

“Credo sia terrorizzata, ha delle ustioni..”

“Dobbiamo portarla subito in ospedale!”

In quel momento però accadde qualcosa.

Dalle dita di Sam, si sprigionarono filamenti di aria argentata, come..
 
“Sam..cosa diavolo ti sta uscendo dalle mani?” chiese Dean attonito.

Sam restò attonito come il fratello, a guardare l’energia argentata che andò a depositarsi sulle ferite arrossate della bambina, aiutandola a guarire.

La bambina si strinse di più a Sam, ora sembrava non soffrisse più. Aveva solo un gran sonno.
 


“Oh mamma, stai diventando Castiel.” Disse Dean basito.

“Non dire assurdità. Deve..essere la grazia che abbiamo dentro di noi. Ci dona poteri di guarigione.”

“Sono scioccato.”
“Anch’io.”

“Ok..credo che dovremmo fare qualcosa per festeggiare l’evento…ma..prima portiamole in un luogo sicuro.” Disse Dean, aprendo la portiera della macchina.
 
Una volta messo in moto, Dean cominciò però, a pensare più nel futuro.

Tra qualche giorno sarebbe stato il compleanno di Sam e aveva in mente qualcosa di davvero SPECIALE.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Il compleanno di Sam - bruciare per te ***


Era il 2 maggio e quella mattina Sam era stato spinto da suo fratello maggiore, contro il mobile della cucina del loro bunker. Non poteva muoversi, ma non desiderava farlo, tutto preso da quel bacio appassionato che si stavano scambiando.

“Mmmm…Ahhhh…” gemeva Sam, appena Dean cominciò a baciarlo appassionatamente sul collo.

“Non lasciarmi..un succhiotto..i succhiotti no..” cercava di protestare, sentendo le mani del maggiore dentro i suoi vestiti, che lo accarezzavano.

“Cazzo..devo…dobbiamo calmarci..” disse Dean, allontanandosi.



Perché? “ chiese Sam. Aveva i capelli in disordine, proprio come il maggiore.  “è il mio compleanno e mi piace il tuo modo originale di farmi gli auguri. Che ne diresti di coronare in un modo ancor più bello, questo giorno?” gli chiese ancora, incorniciandogli le braccia al collo.

“Per quanto io..sia tentato..io..ho preparato una sorpresa per noi, oggi.”

Sam lo guardò un po’ sorpreso.

“Non voglio che tu pensi che…non ti desideri..” disse, sospirando sul suo collo.

“E allora non..farmelo pensare..” sospirò Sam, sentendosi duro nei pantaloni. Si spinse verso di lui per farglielo sentire.
 
“Sam..” si tirò indietro Dean, ma poi lo guardò con dolcezza, prendendogli il viso tra le mani.


“Quando ti vedo, quando ti sento così vicino a me, mi sembra ancora di sognare..”

“Dimostrami quanto mi vuoi..” sussurrò Sam, smanioso.

“Abbiamo atteso tanto, possiamo aspettare ancora qualche ora. Ho preparato tutto, voglio sorprenderti davvero. La nostra prima volta deve essere…PERFETTA.”
 
Ma Sam su queste parole, sembrò intristirsi e cercò di allontanarsi.



“Sam? Aspetta, cos’ho detto di sbagliato?” gli chiese, tenendogli la mano.

“Non lo capisci vero?”

“Cosa? Sam, io..”

“Ogni volta, che tu…parli di questo..tra me e te..come se dovesse ancora capitare, ancora succedere..ogni volta tu stai rinnegando quello che è successo laggiù.”

“Sam, ma cosa stai dicendo? Io non lo sto affatto rinnegando.”

Abbiamo vissuto DUE VITE laggiù, Dean. E lo so che sono state delle vite..che sono state atipiche, so che non era il nostro mondo..so che i nostri corpi erano quaggiù..ma Dean..quando Castiel ci dice che era REALE quello che abbiamo vissuto, IO CI CREDO..tu invece ti comporti come se…come se dovessimo ancora stare insieme per la prima volta, fare l’amore per la prima volta.”

“In questo mondo sì, sarebbe la prima volta…”

“Ma io…tu…” Sam non sapeva come esprimersi.

“Ascolta..” disse Dean, abbracciandolo e tenendo le sue braccia avvolte a lui. “Non sto affatto rinnegando la nostra vita laggiù…ma sono pronto a scommettere che farlo di nuovo qui, sarebbe come avere una seconda prima volta. I nostri corpi sono rimasti quaggiù mentre vivevamo tutto quello che abbiamo vissuto, quindi ci siamo amati solo con l’anima? O anche con la carne? Potremmo impazzire a farci ragionamenti del genere. Io ricordo il piacere che ci siamo scambiati, di qualunque materia fossimo stati però, non puoi negare che i nostri corpi, quelli con cui stiamo comunicando in questo momento, fossero addormentati..”

“Quello no..”

“Questi corpi, per l’appunto, si stanno esplorando..davvero..per la prima volta. Io e te abbiamo fatto l’amore, ma non con questi corpi..capisci cosa intendo?” gli chiese Dean sul suo collo.

“Io..non lo so..tu riesci a confondermi..” disse Sam con gli occhi socchiusi.

Dean lo baciò tenendogli il viso tra le mani.



“Sto cercando di dire che..malgrado quello che abbiamo vissuto laggiù, in questa Terra, in questo mondo..noi siamo…vergini.

Sam sembrò imbarazzato.

"Intendo..sai, in che senso.."

"LO SO in che senso, Dean!" 

“E dal momento che credo di sapere, di intuire che tu voglia che sia io a…”

“Dean, basta..” disse Sam, avvampando.

“Insomma, non voglio farti male, capisci?”

“Io capisco solo che era molto meglio quando restavi sulla parte del romanticismo smieloso.” Disse Sam ora tutto rosso, mentre Dean lottava per tenere le loro mani avvinghiate.
 
Dean ridacchiò e si morse il labbro.

“Sono sempre un uomo. Come te.”

Sam si sentiva sempre di più ardere.

“Già..io..noi..chi l’avrebbe mai detto..io e te..e non solo questo..con un ragazzo? Io mai avrei pensato..”

“Già..neanch’io..ma con te..è diverso..”

“Sì, suppongo, lo sia anche per me..” disse Sam, mordendosi il labbro.

Dean scosse la testa. “Non devi farlo.”

“Fare cosa?”

“Morderti il labbro. Mi fa impazzire.” Disse ancora Dean, stringendosi di più a lui, prendendogli le mani e bloccandogliele sul muro, mentre lo baciava.
 
Si baciarono a bocca aperta in quel modo per alcuni secondi, per poi far scomparire i loro palati uno dentro l’altro. Entrambi non finivano di stupirsi di quanto la passione che sentivano per l’altro, fosse dirompente.
 
“Basta. Devo allontanarmi..se no qui finisce male. E ho una sorpresa da preparare. Ancora. Vado..a farmi una doccia.” Disse Dean, staccandosi improvvisamente e lasciando Sam ancora ansimante e con il fiato corto, in cucina.






















Note dell'autrice: prima cosa, Bruciare per te, canzone di Elisa <3333 la amo!! come tutte le sue canzoni.

allora ragazzi ammetto che non sono giorni facili, infatti ero assolutamente certa di non riuscire ad aggiornare neanche oggi, ma ho voluto provare e nonostante sapevo già dal principio che non sarei riuscita a scrivere un capitolo così intenso come quello del compleanno e della sorpresa di Sam, ho voluto iniziare e fare almeno questa parte e sono STRAFELICE di averlo fatto. Infatti se prima ero triste, questo capitolo mi ha risollevato su il morale. Amo sempre scrivere di questi due che si coccolano e si baciano. <3 a quanto pare io devo continuare a scrivere per sentirmi bene xd e vabbè ognuno trova la sua felicità a modo suo. Fate sempre quello che vi fa star bene <333 comunque ora vi sto preparando ma di sicuro poi parleranno in maniera più approfondita di quello successo là, anche perchè vi ricordate che dobbiamo anche chiiarire il ruolo che ha avuto Gabe.. tranquilli che io ricordo tutto, ma vado a step xd

spero che amerete anche la seconda parte del compleanno <3333

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Il compleanno di Sam - la nave fantasma ***





“Dean, mi stai portando al Lunapark? Vuoi fare un giro sulla ruota panoramica?” chiese Sam ridendo, mentre Dean, tenendolo per mano, lo accompagnava.

“Non essere ridicolo. Credi che per il tuo compleanno possa avere in mente qualcosa di così BANALE?”

“Allora..mi porti nella casa dei fantasmi? Sarebbe molto umoristica come cosa.” disse Sam.

“Ma NON originale. Se continui ti lascio qui e addio sorpresa.”

Sam si fermò un attimo.

“Se lo fai, io ti buco le ruote della tua preziosa PICCOLA.”

Dean lo guardò a bocca aperta.

“Dal momento che è il tuo compleanno, ti perdono, facendo finta di non aver sentito. Andiamo!”

E sempre tra le risate generali, i due continuarono ad avanzare.
 
 

Alla fine, entrarono dentro una nave gigante e già vedendola, Sam si sentì un attimo impressionato.

“Wow, Dean..devo dire che questa non me l’aspettavo.”

“Questa è solo metà della sorpresa, entriamo!” disse Dean molto più allegro, compiaciuto di averlo sorpreso.

La nave era davvero molto grossa e maestosa, fatta in legno. Loro salirono su di essa e poi scesero subito sotto la scalinata che portava all’interno.
 


Dentro di essa c’erano dei corridoi in cemento, alla fine dei quali, si videro delle canoe con all'interno dei seggiolini, tipici delle giostre dei lunapark, esse erano all’interno di una specie di laghetto con dell’acqua che continuava a muoversi, sprigionando anche schiumate da vari torrenti.

“Sei sicuro che abbiamo il permesso?” chiese ancora.

“Abbiamo il permesso del proprietario, per tutta la notte.” Disse Dean con cadenza morbida e anche sensuale. Sam, si sentì ardere a questa risposta.

Dean ridacchiò, capendo a cosa stava pensando.

Si sistemarono nei seggiolini e questi partirono.
 
Era tutto molto suggestivo. Con la barca  cominciarono a scendere giù per quella sorta di caverna sotterranea. Sembrava di fare un giro turistico in una città sotterranea, c’erano addirittura dei forzieri finti con finte monete d’oro su distese di sabbia, c’era un alligatore finto e costruzioni di case spettrali, cartonati di case che assomigliavano a case di film western, manichini con animali, finti, scenografie da saloon con tanto di tavoli, mostri finti nell’acqua, cascate e luci colorate, rosa e blu che si riflettevano nell’acqua.
 
 
 


“Questo è…è..” diceva Sam.

“Fantastico?” gli chiese Dean.

“Questo è…tremendo! E stupendo.” Disse Sam.
 
Nel mentre il giro turistico era finito e Dean aiutò Sam ad uscire dalla canoa.



“Non è finita.”
“C’è altro?”

“Non mi sarei mai perdonato se fosse stato tutto qui. “ disse Dean fingendosi scandalizzato. “Sai che tutto quello che faccio, deve essere come minimo eccezionale.”

“Già. Giusto.” Convenne Sam ridacchiando.
 
 

Dean accompagnò allora Sam, da un’altra porta, facendogli varcare una porticina chiusa.

“Dean..quanto cavolo hai pagato il padrone di questo posto per lasciarti usare tutto quest..” disse Sam, ma Dean gli mise un dito sulle labbra.
“Schhh.”

Sam a quel punto ebbe una visione fortissima di quando era “la bestia” e aveva mostrato la biblioteca a Jensen.

Jensen venne attratto subito da un libro, come se avesse una calamita addosso.

“La Bella e la Bestia…” lesse Jensen perplesso.
Jared sgranò gli occhi, Si ricordava di quella favola. Da bambino, sua madre gliel’aveva letta mille volte.

“Non mi ricordavo più di quella favola..” ammise.

“Che cosa racconta?” chiese Jensen.

“Una storia…simile alla nostra.” Disse Jared.



“Devo aspettarmi..una biblioteca?” chiese il minore.
“No..” disse il maggiore sorridendo, capendo a cosa si riferiva e aprì la porta.
 
 
Sam rimase senza fiato. Quella stanza, buia, eppure illuminata da un sacco di candele a terra, era costellata da un soffitto stellato bellissimo, con tante stelle e pianeti fosforescenti che gravitavano sul soffitto. C’erano poi anche le costellazioni a fare da cornice, che giravano.
“Oh, mio dio..” disse Sam.

“Vieni, voglio fartele vedere da vicino. Molto vicino.” Disse Dean, prendendogli la mano con eleganza come se lo invitasse a danzare.























Note dell'autrice: 

ragazzi, non avete idea!!! Oggi ho fatto una fatica della miseria ad aggiornare, fino all'ultimo non sapevo se ce l'avrei fatta (capitolo davvero difficilissimo ) MA ci sono riuscita e sono contentissima che sono riuscita a mettere anche le foto *_*

vi spiego, quelle foto sono prese da GARDALAND e le ho rimediate su youtube, vengono davvero dalla giostra della nave fantasma che ho usato per ispirarmi a questo capitolo. Avrei davvero voluto mettere più foto ma mi sono resa conto che a vederle dal vivo sono più fotogeniche, tramite foto sembrano solo inquietanti xd ma vi assicuro che è davvero bella come esperienza *_* io ci sono andata. Bellissimo!

Per quanto riguarda la prima foto!!! Una cosa che mi è sfuggita e non ci potevo credere quando l'ho trovata su Tumbli, Pochi minuti prima di postare la storia!!! Raga se non è destino questo, che cos'èèèèèèè??? Questa storia mi farà impazzire!! xd

ps TREMENDO E STUPENDO, cit tratta da "la linea sottile" una canzone di Ligabue <3

ps OVVIAMENTE la storia del compleanno di Sam, NON è finita qua xd  

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Il casco magico. Come l'universo. Come milioni di luce e di stelle ***


Sam aveva accolto l’invito di Dean ad andare a sedersi su altri seggiolini, coperti da una coperta di velluto nera come la notte, adagiata sul pavimento. Sembrava una romantica carrozza. Davanti a loro c’era un maxischermo. Dean andò da lui porgendogli un casco, che era collegato con un filo doppio ad un altro ed entrambi erano collegati al maxischermo.

“Che cos’è?” gli chiese Sam, emozionato ma anche intimorito.

Dean ridacchiò. “Non ti preoccupare. Ti fidi di me?”

Sempre.” Disse Sam.

Il maggiore allora, attese che il fratello si mise il casco e dopo esserselo messo anche lui e dopo aver legato entrambi con la cintura, con un telecomando mise in funzione lo schermo.
 
Quello che successe era imparagonabile a qualsiasi cosa Sam avesse mai visto.



I seggiolini su cui erano seduti, cominciarono a muoversi come un ottovolante e grazie al casco, loro avevano l’impressione di volare, alti nel cielo  nero della notte, striato di blu. Quello che infatti lo schermo trasmetteva e quello che il casco faceva vedere loro in 3 D, era l’UNIVERSO. L’universo con le sue milioni di stelle danzanti, con le sue centinaia di costellazioni brillanti che ruotavano e ruotavano e ruotavano e la luna che sembrava accoglierli e sorriderli come una madre generosa e dolce che guarda con amore i suoi figli.

La visuale non era ferma. Si spostava. E quindi era proprio come se loro fossero lì, come se volassero. In concomitanza allo spostamento dei seggiolini, la visuale si spostava un po’ di più fino a farli finire in una sorta di scivolo enorme come sospeso nell’Universo, che andava sempre più giù, regale eppure inquietante e soprattutto INFINITO come l’Universo, come una giostra di lunapark che non aveva mai fine.
 
Quando questa sorta di ottovolante svanì, Dean lo fece scendere dai seggiolini, distese la coperta nera sul pavimento e lo fece sedere. Sam, che pensava che la sorpresa era finita, rimase stupito quando, invece di accendersi le luci, qualcosa sembrò rompersi dall’alto e dal soffitto una specie di lampada rosa si aprì come un piccolo guscio di uovo e da essa caddero coriandoli rosa e bianchi sopra le loro teste.



“Mio dio..” disse Sam, sorridente ed emozionato insieme. Forse era anche commosso.

“Ti piace?” Dean era raggiante e sembrava commosso anche lui.

“Se mi piace? Io…” ma Sam si fermò, toccandogli le mani sul viso. “Questo non ti ricorda qualcosa?” gli chiese all’improvviso.

Dean tentennò, senza rispondere.
 
In quel momento il breve flash di un ricordo, li trapassò.


“Sei sicuro di volerlo fare, Jensen? Sarà traumatico.”

“Voglio farlo, Jared. Voglio vedere, sapere, conoscere il mondo dal quale provieni e perché ne sei voluto scappare.” Disse Jensen.

Jared sospirò. Andò a prendere il casco e lo portò da Jensen, poi glielo mise in testa e cominciò a collegare i vari fili nelle prese.

Era un casco magico.  Lì dentro, Jared aveva imprigionato i ricordi. I suoi ricordi. I ricordi del suo mondo.

“Per favore, se diventa troppo doloroso per te, dimmelo e io fermerò tutto.” Disse Jared.

“Stà tranquillo.” Lo rassicurò Jensen con un sorriso.
 
Via. Le immagini erano partite e Jensen vide quello che vedeva Jared. Sentì quello che provava lui. La sua empatia, la sua sensibilità, era quasi come toccarla con mano.

Vide Jared da bambino. Lo vide soffrire, lo vide cercare l’approvazione dei compagni di scuola, cercare l’affetto e le attenzioni dai suoi genitori, lo vide soffrire perché non aveva amici e poi lo vide scegliere lui stesso di non averne.

“Ok, adesso basta così.” Disse Jared, levandogli il casco.

“No, perché me l’hai tolto?” si ribellò Jensen.

“Per questo.” Disse Jared, asciugandogli una lacrima e guardarlo con sguardo di disappunto e un po’ di tristezza.



Dean e Sam erano basiti, emozionati e commossi insieme. Avevano rivissuto insieme quel ricordo nello stesso momento.

“Tu..mi avevi fermato quel giorno..” disse Dean.

“Sì..io..non sopportavo di vederti piangere..” disse Sam, ancora scioccato, passandosi una mano sugli occhi.

“Se mi avessi lasciato continuare..forse mi sarei ricordato prima chi ero..” disse Dean.

“Probabile..ma io..non potevo sopportare…di vederti piangere..” confessò Sam.
 
Dean gli sorrise e sentendo un amore potente trapassargli il cuore, baciò suo fratello appassionatamente, facendolo sdraiare sotto di lui.

“Sei l’amore della mia vita..” disse Dean, mentre Sam a quelle parole, emise un singhiozzo, ma prima che potesse interromperlo, Dean disse anche:

E voglio fare l’amore con te.”
 
 






















Note dell'autrice: 

vi chiedo scusa del ritardo ma forse ora capirete perchè. Era un capitolo speciale ^_^ nel prossimo finalmente faranno l'amore *_*

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Con te, è sempre la prima volta - buon 35 compleanno, Sam ***



“Sei l’amore della mia vita..” disse Dean, mentre Sam a quelle parole, emise un singhiozzo, ma prima che potesse interromperlo, Dean disse anche:

E voglio fare l’amore con te.” 

Un lungo bacio passionale seguì quelle parole.

  Si erano baciati tante volte, ma non si stancavano mai ed era anche per questo che avevano capito di amarsi. La passione della novità per la trasformazione del loro rapporto, se fosse stata solo quella, sarebbe durata uno scintillio di qualche settimana, ma loro, seppur erano fratelli, ogni volta che si toccavano, anche per tocchi innocui, sentivano emozioni prepotenti ascendere in loro e non era perchè erano stati Jared e Jensen.

Non aveva niente a che fare con quello. Era l'emozione di essere Sam e Dean, con tutto quello che tutti quegli anni era comportato esserlo. Essere fratelli, essere complici di un amore struggente, a volte complicato, eppure così profondo.

E baciarsi era vivere quell'amore e vivere quell'amore era come VOLARE. Non avevano mai vissuto quell'amore in maniera carnale, ma solo platonicamente. Poterlo fare finalmente, era una sorpresa ogni giorno, come svegliarsi ogni giorno e stupirsi.

E non aveva importanza sapere di averlo già vissuto nell'altra vita. Ora era tutto diverso.



"Anch'io..voglio farlo..con te.." disse Sam, accarezzandogli le spalle.

"Non voglio farti male.." gli sussurrò Dean all'orecchio, posando poi le labbra contro la sua spalla.

Sam gemette, accarezzandogli la testa. "Voglio farlo.." sussurrò Sam contro di lui. A quel punto, Dean lo spogliò piano, continuando ad accarezzarlo, mentre Sam lo spogliava a sua volta.

"Ops, manca qualcosa." scherzò Dean e si allontanò di poco, andando a prendere il tubetto del lubrificante, nascosto nella tasca della giacca.

Sam gli mollò una sberletta sul fianco.

"Dai un sacco di cose per scontate, tu." disse Sam.

"Credimi, se fosse così, ti sarei saltato addosso, la prima volta che ti ho baciato..quando siamo tornati." specificò Dean, visto che Sam aveva la chiara espressione di chi si chiedeva a quale prima volta si riferiva.

"Avanti, non sarà la prima volta che...insomma.." disse Sam, confuso.

Dean ridacchiò vedendo la sua espressione confusa.

"Quante volte devo dirtelo, Sam? Con te, è sempre la prima volta!" 


E dicendo così, lo baciò di nuovo profondamente. Non si stancava mai di farlo e Sam non si stancava mai di ricambiare con lo stesso trasporto. Dean prese ad accarezzargli nuovamente il suo corpo nudo, dai fianchi a finire all'interno coscia, quando poi andò a stuzzicare la sua apertura, si accorse che Sam era troppo stretto.


"Mi dispiace.. qui non ho mai.." disse Sam imbarazzato.

Tranquillo..ci penso io.." e con la lingua cominciò a stuzzicare quella parte intima di lui.

"O-oddio. Oddio. ODDIOO!" 

Sam cominciò a gridare dal piacere in maniera oscena e il viso di Dean, in quella posizione, cominciò a riscaldarsi e a diventare arancio, ma non si fermò. Se avesse sentito certi versi di Sam, nella sua camera, tempo fa, ne sarebbe stato imbarazzato e sarebbe corso via. Ora, gli provocava sempre sensazioni sconvolgenti sentire questi gemiti, ma ora era tutto diverso.

"Dean...oddio...oddio.."

Quando Dean stabilì che era rilassato abbastanza, procedette con le dita e vide che Sam non aveva nessuna intenzione di star zitto.

Lo baciò per zittirlo per qualche secondo.

"Se non stai zitto, io..non riesco a concentarmi.." gli disse sorridendo.

"Colpa tua.." disse Sam, poi lo fissò. "Sei arancione. " disse guardandolo. "Sicuro di non avere la febbre?"

"Sto sudando." disse Dean."Vuoi rendermi le cose più facili o no?"

"C-ci proverò."


Dopo qualche altra operazione di scioglimento, Sam prese il lubrificante e di sua iniziativa, lo spalmò sul membro di Dean, già pulsante e rosso dall'eccitazione, che grazie allo sfregamento della mano di Sam, diventò praticamente bordeaux.

Sam lo guardava con sguardo lascivio mentre glielo spalmava.

"Basta così. Ora.." disse Dean atterrandolo sulla morbida moquette nera. "Sai cosa ti aspetta vero?"

"Mi auguro che sia una promessa e che la manterrai." disse Sam, mentre Dean gli apriva le gambe con aria maliziosa.

Dopodichè entrò dentro di lui.

"AHHH."  gemette Sam, guardando alto nel soffitto stellato.



"Vedi quelle stelle? Sono la rappresentazione del mio amore per te. Ora farò in modo di fartele sentire anche fisicamente." disse Dean, passando dal tono romantico al tono malizioso.

Sam cercò qualcosa da ribattere, ma prima che ci potesse riuscire, Dean cominciò a spingere.

"AHH.AHH..AHH.."

Dean era passionale. Era passione. Era amore. 

Sam si chiese come avesse fatto a rinunciarci per tutto questo tempo.

E se lo chiedeva anche Dean.

  "Buon 35 compleanno, piccolo. "gli disse Dean, quando uscì da lui e restarono abbracciati.

Sam abbracciò suo fratello, stringendolo forte, preda della felicità più incontenibile. "Dean, volevo chiederti una cosa.." gli disse, dopo qualche minuto.

Dean l'aveva guardato semi serio. "Se vuoi chiedermi di sposarti, sappi che sarai tu a scegliere i prossimi documenti falsi."

"Scemo. In realtà volevo chiederti un'altra cosa..una cosa che secondo me sarebbe..una cosa carina..ma non so se tu sia d'accordo." disse Sam pensieroso.

Dean l'aveva guardato serio. "Sai che voglio sapere tutti i tuoi desideri, a prescindere se saranno fattibili o no. Dimmi cosa vuoi."

Sam glielo disse, sorprendendolo molto. Non si aspettava quella richiesta, anche se a onore del vero, in seguito si disse che era una richiesta abbastanza ovvia da fare e anzi non capiva come mai non fosse venuta in mente a lui prima.






















Note dell'autrice: 

siate onesti..PENSAVATE che io ormai fossi agli sgoccioli e non sapessi più cosa inventarmi eh?? e invece SORPRESAA ahha xd chissà quale sarà la famosa richiesta di Sam?? Voi avete qualche idea? dai dai, sparate, voglio divertirmi a pensare a cosa immaginate xd comunque confesso che ero molto in ansia per raccontare la loro prima volta. Tutte le volte che lo faccio, è così xd a prestoooo

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** La richiesta fatta a Castiel e la spiegazione sulla reincarnazione di Dean ***


Quando Castiel si sentì fare quella richiesta, ne fu stupito. Era convinto che dopo quella sfuriata di Dean, i due ragazzi avessero ricordato tutto o forse, era quello che si era voluto raccontare a sé stesso , per la paura che gli chiedessero esattamente quello che alla fine gli avevano chiesto.

Si era preso del tempo per rifletterci su e alla fine aveva accettato di vederli.
 
“Dunque..voglio che mi promettiate che mi direte se sentite fastidio o un qualche sintomo di dolore, nausea o altre cose simili, in tal caso dovrò interrompere immediatamente. Mi avete capito?” chiese Castiel, mentre Gabe da lontano li guardava.

“Sì.” Risposero in coro i due ragazzi.

“E voglio anche che mi promettiate che niente, NIENTE, cambierà tra noi, quando avrò fatto questa cosa.” disse Castiel.

“Okay.” Risposero i due, chiaramente spazientiti.

“Forse è meglio che vi sediate prima, per non rischiare che vi tremino le gambe, durante il processo. Sapete.”

Quando i due ragazzi si furono seduti, Castiel sospirò e alzò le due mani. Una sulla testa di Dean e l’altra sulla testa di Sam.
 


Era stupefacente. Immaginare e vedere era tutta un’altra cosa. Era completamente diverso. avevano già ricordato abbondantemente la gran parte delle cose, ma alcune erano rimaste ancora sconosciute, nascoste in un cantuccio della loro memoria.

Ora loro poterono rivivere il loro passato. La vita in cui Dean era il fratello minore di Sam, che in realtà si chiamava Jared e poi quando diventò la bestia. Sempre per amore di Dean.

Rivissero il loro innamoramento e i loro baci.

Rivissero quando si rincontrarono come Jensen e Jared, quando Jared era la bestia e Jensen aveva dimenticato chi era.

Rivissero l’inganno della fata e quando incontrarono Aladdin e Jasmine e la lampada e anche Nostradamus.

E perfino quando fecero quel viaggio allucinatorio con le altre favole e quando fecero quel viaggio indietro nel tempo, per ricordare il loro passato come Dean e Jared.
 
Il tutto durò pochi minuti, alchè i due furono stupiti quando Castiel spostò le mani da loro e indietreggiò di alcuni passi.
 


“Come vi sentite?” chiese con aria preoccupata.

Sam e Dean lo guardarono con uno sguardo nuovo. Dolce e meravigliato.

Inaspettatamente lo abbracciarono.
 


“Ragazzi..cosa..” disse un po’ confuso, un po’ imbarazzato.

“Amico, mi dispiace tanto di averti trattato così male.” disse Dean.

“Anche a me.” disse Sam, scusandosi anche lui.

“Okayyy. Sono sempre Sam e Dean quelli che stanno parlando, o la vostra incarnazione precedente?” chiese.
 
Dean e Sam ridacchiarono, spostandosi un po’ da lui.

“Io..e credo anche Sam, abbiamo rivissuto..tutto..e quindi anche..TE. La nostra amicizia.” Disse Dean.

“Confermo. Ed è stata..WOW.” disse Sam.

“Ora capisco perché eri così sconvolto, quando siamo tornati..e turbato perché ti trattavo male..quando sono rinato come Jensen, tu eri mio fratello.. e sei stato un fratello fantastico, perdonami, amico..non ricordavo..cioè non so come scusarmi…” disse Dean.

“Tu sei riuscito a farmi provare cosa significa la parola AMICIZIA, proprio quando io pensavo che l’unico sentimento forte che avrei mai conosciuto, era l’amore per mio fratello..io di questo ti sarò sempre..” disse ancora Sam.

“Woww, woww, fermatevi un attimo, tutti questi complimenti mi destabilizzano e mi fanno girare la testa. Datemi tregua.” Disse Castiel girando intorno alla stanza. “Certo, ad aver saputo che sarebbe stata questa la vostra reazione, avrei fatto questo molto prima.” disse guardandoli sorridendo.
 


“Perché non l’hai fatto?” chiese Dean.

“Tutto questo è meraviglioso, amico.” Disse Sam.

“Perché potrebbe avere un costo.” Rivelò Castiel, soppesando le parole.

I due ragazzi lo guardarono spaventati.

“Okay, non è mia intenzione spaventarvi e potrebbe anche darsi che ciò non si riveli mai..ma..potrebbe anche darsi che..vecchi traumi ed esperienze negative vissute laggiù, potrebbero influenzarvi anche qui. Negativamente, facendovi soffrire.”

“Di che stai parlando? Non siamo mai stati più felici di così.” Disse Dean.

“I traumi dati dalle ferite emotive e karmiche, sono inaspettati e possono arrivare a colpire in maniere imaginnabili e fare male quando meno te l’aspetti, ma non preoccupiamoci ora di qualcosa che è solo teorico, okay? Sono contento che state bene. Ora, già che ci siamo, avete altre domande?” chiese a loro sorridendo.
 
“A dire la verità, sì. Era da tanto che volevamo chiedertelo, ma avevamo paura di sapere la risposta.” Disse Sam.

“Dite pure, non c’è niente da temere dalla verità, non è quella che temiamo, ma piuttosto l’ignoto e il buio, nient’altro.”
Sam sospirò.

“Tu hai tenuto più volte a precisare, che quello che è accaduto laggiù, era REALE.

“Sì.”

“Questo nonostante i nostri corpo fisici erano quaggiù.”
“Sì.”

“Quindi per reale, intendi TUTTO, comprese le nostre…reincarnazioni.” Disse Sam.

Castiel tentennò un po’ con la testa, ma alla fine rispose “Sì. Più o meno.”

“Questo vuol dire che..siamo davvero morti e rinati..o era un’illusione? Come possiamo essere morti e rinati laggiù, se qui eravamo ancora…VIVI? Capisci cosa intendo?” chiese Sam.

“Sì, lo capisco..e ora cercherò di spiegarvelo.” Disse Castiel.

I ragazzi attesero che Castiel si prese un altro minuto di silenzio e poi continuò.
 
“Per spiegarvi questo però, devo partire da un’altra cosa. Ricordate che vi ho detto che siete rimasti congelati per SEI MESI, qui sulla Terra, in questa dimensione, mentre laggiù sono passati ANNI?”

“Sì.” Risposero in coro loro.



“Il tempo non scorre allo stesso modo in tutti i mondi, noi viviamo attualmente nella QUARTA DIMENSIONE, ma alcuni esseri speciali, che riescono a manipolare la materia e quindi ad usare la MAGIA, come le streghe e i maghi, viaggiano in contemporanea nella quarta dimensione e nella quinta. I fantasmi fanno parte della QUINTA, non visibile all’occhio umano ad eccezione di persone speciali che riescono con i loro occhi, a vedere la quinta dimensione, ecco perché alcuni possono vederli e altri no, mi seguite fino a qui?”

“Sì.” Dissero loro in coro.

“Ora, quando siete finiti per incantesimo indotto, in un’altra dimensione, indirizzati dal Djinn che ha agito per desiderio di Amara, i vostri corpi fisici sono rimasti qui, ma la vostra anima ha abbandonato temporaneamente il vostro corpo per rinascere emotivamente altrove, ma la vita che avete vissuto laggiù non aveva la concezione del tempo di questa dimensione. Per voi laggiù sono passati ANNI, qui solamente pochi mesi. Laggiù il tempo trascorre molto velocemente. Un po’ come Dean che ha trascorso quarant’anni all’inferno, quando sulla Terra era morto solo da..”

“Possiamo evitare di tornarci su, per favore? Abbiamo capito.” Disse Sam a disagio, non voleva tornare su quell’argomento doloroso.

“Va bene, cerco di stringere e arrivare alla morte di Dean, che credo sia quello che vi interessa maggiormente. Se volete sapere se è stata una vera morte, NO, non lo è stata.”
 
Questo spiazzò Sam e Dean per alcuni istanti. L’avevano immaginato, ma sentirselo dire, era strano.

“Ma io..ricordo l’altra mia vita come Jensen..e tu eri mio fratello..e hai detto che era reale..” disse Dean.

“E lo era. Mi spiego meglio. IL MONDO era reale e anche le persone che ci abitano, ma Amara, ha giocato con voi, con me, con tutti noi…non dovete dimenticarlo. Noi eravamo delle pedine. Quando Dean è morto, prima che Jared/Sam diventasse la Bestia, non è morto davvero. La sua è stata più simile alla morte che avviene in un sogno. Avverti il dolore, ma è una finzione. Dean si è…semplicemente addormentato..è rinato sì, come Jensen, ma per via dell’incantesimo che legava i vostri corpi al mondo e alla Terra.”

Sam e Dean continuavano ad essere confusi al massimo.



“Ragazzi..” disse Castiel guardandoli. “Quando vi ho detto che quello che accadeva li era reale, io intendevo EMOTIVAMENTE. Avete provato davvero quelle esperienze, vi siete amati e avete fatto l’amore, ma non vi ho mai detto, di dimenticare che la vostra realtà era questa.”

“Cas..noi..” cominciò Sam.

Non siete mai stati davvero in pericolo. I vostri corpi ERANO QUI e finchè erano qui, voi due non avreste MAI, MAI, potuto morire, non davvero.”
 
“Ma…allora..Dean..” disse Sam, stordito da quella rivelazione.

“Nostradamus, nel mondo di Aladdin e Jasmine, vi disse che sospettava che in realtà Dean non fosse davvero morto e aveva ragione.”

“Ma..io l’ho visto morire!” insistette Sam.

“Hai visto solo quello che hai creduto di vedere.” Disse Castiel tranquillo. “Sicuramente hai provato il dolore della morte, ma non sei morto, Dean..la tua anima nel momento in cui ha avvertito o creduto di morire, si è preparata a rinascere..o a simulare un’altra rinascita, diciamo così. Sei davvero rinato, questo non lo nego, come Jensen, ma io..dovete sapere che quando Dean è morto, io ho fatto appello ai miei poteri, per cercare l’anima di Dean, nell’esatto momento in cui era *morto.” Non la trovai. Né nel nostro paradiso, né in quello di quel mondo. Non c’era. Perché non – era – morto.”
 
Dean e Sam rimasero scioccati da quella rivelazione.

“Ragazzi, la cosa è molto più semplice di quella che sembra. Fate parte di QUESTO universo e dovete rispondere alle leggi di questo.”


“Beh, mi fa molto piacere sapere di aver pianto la sua morte, anche se non era morto..averlo saputo prima..TU potevi dircelo..” disse Sam.

“Ero anch’io vittima dell’incantesimo.  Ricordiamoci che diventai il fratello di Dean, dopo il mio brillantissimo excursus all’ospedale.” Gli fece notare Castiel. “Ricordarmi di nuovo chi ero , fu un processo lento e difficile..e non mi va di parlarne ora, per favore.” Disse Castiel. “Avete altre domande?”
 
“Come è possibile che ci siano voluti pochi minuti per riassumere UNA VITA INTERA? O meglio, due vite intere?” chiese Dean.

“Quando vi ho toccati, vi ho fatti ricordare tutto, ma voi avete visto solo pochi flash, altrimenti non sarebbero bastate dodici ore per risvegliarvi.” Rise Castiel. “Avete bisogno di tempo per elaborare il tutto, forse stanotte avrete dei sogni molto movimentati, non allarmatevi se vi sentirete un po’ scombussolati.” Disse Castiel.

“Avremmo anche delle altre domande, su Gabriel..c’era anche lui, no?” chiese Dean.
 
Si girarono tutti a vedere l’arcangelo, che se ne stava zitto in silenzio.

“Che cosa volete sapere? Dettagli sporchi?” chiese Gabe.

“No.” disse Dean facendo una smorfia.

“Sia io, che Dean, ricordiamo che all’improvviso sei comparso nella nostra vita laggiù, vorresti chiarirci la tua posizione, al riguardo?” disse Sam.

“E va bene!” rispose l'arcangelo.

"E non guasterebbe neanche illuminarci su alcuni comportamenti e frasi strane che avete avuto nei nostri riguardi laggiù." disse Sam.






















Note dell'autrice:

rieccomi, ragazzi..vi spiego il senso di questo capitolo. Innanzitutto, era importante per me che chiarissero questa cosa della morte di Dean nell'altro mondo. In effetti è molto strano che sia potuto morire in un altro universo e rinascere se il suo corpo era qui no? Quindi questa cosa andava chiarita! La richiesta era quella i ricordare tutto e non più a balzi xd anche questo credo andava fatto xd il prossimo capitolo sarà ancora diverso ma vi prometto che cercherò di far sì che non sia troppo pesante!

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Gabriel e Crowley spiegano il loro ruolo ***


Sam e Dean si erano presi del tempo, per segnarsi su un lungo foglio, tutte le cose che volevano che venissero chiarite e le fecero presente a una a una, questo, ovviamente DOPO che i fratelli chiesero di chiamare anche Crowley a sorpresa, visto che c’entrava pure lui.
 
Jared era ormai diventato uno scienziato e insieme ai suoi colleghi e a Dean, potevano lavorare e fare i loro esperimenti. Purtroppo però, il composto che Jared era riuscito ad ottenere per l’imbottigiiamento del male, venne deriso dal Governo, rifiutato da tutte le case farmaceutiche. Nessuno accettava di finanziarlo, provarlo, sperimentarlo, brevettarlo. Venne rifiutato categoricamente, con la minaccia che se avesse continuato con questo progetto, sarebbe passato attraverso guai grossi.
 
La Cia e pezzi forti del governo, tra cui un certo Richard, venne un giorno a trovare Jared al
laboratorio e lo prese da parte, dicendogli cose sconvolgenti.

“ Sarò franco con lei. Mi hanno mandato pezzi grossi, contatti molto in alto in politica e nel governo, per convincervi a desistere, mi hanno dato soldi, molti soldi. per lei, per convincere lei. E per lei, per convincerla a lasciar perdere.”
 
“Quindi?” chiese Gabriel, quando Sam e Dean gli ebbero riportato questa frase.

 
“Quali erano le tue intenzioni quel giorno? Sapevi già chi noi eravamo?” chiese Sam.

“Sì. Lo sapevo e lo sapeva anche Castiel. Era tutta una messinscena ovviamente, tranne l’ingaggio. Quello era vero, naturalmente. Avevamo tutti un ruolo in quel mondo e io stavo giocando la parte che Amara aveva deciso per me…o fingevo di giocare. In realtà volevo aiutarvi. Altre domande?”
 
 
 
“Lei vuole molto bene a suo fratello, non è vero?”

“Ecco, qui stiamo camminando su un terreno minato. Mi dispiace, ma le posso permettere di scherzare su tutto, ma non su questo, signor...”

 “Speight. Richard Speight. Sento semplicemente il bisogno di confidarmi con lei, signor Padalecki. Sento il bisogno di dirle qualcosa. Di farle una rivelazione:

Sa perché sono qui? Perché lei è qui e mi sta ascoltando? Perché intuisci qualcosa che non sai spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando. Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Beh, è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.”

“E quale sarebbe la verità?” chiese Jared.

"Che lei è uno schiavo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descriverla agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è.   È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre.”
 


Jared lo fissò intensamente negli occhi, poi disse:

“Beh, sto aspettando.”

“Aspettando cosa?”

“Le pilloline. Devo fare la mia scelta no? Pillola rossa o pillola blu.” Disse e a quel punto Richard scoppiò a ridere.

“ Anche lei è fan del  film Matrix, signor Padalecki?”

 
“Lo stavo dicendo perché VOLEVO che voi vi rendeste conto di essere imprigionati. Il rimando a Matrix aveva uno scopo ben preciso, ma voi siete dei zucconi e non avete capito, ma mio fratello ci teneva così tanto..e sapete anche voi, che ognuno fa di tutto per la propria famiglia.” Spiegò Gabriel.

 
 
 
 
“No, non l’ha maia visto e io non ho mai desiderato farglielo vedere, signore. Mio fratello ha…ereditato  dal suo disgraziato fratello, che sarei io, una forma molto persistente di insofferenza verso questo mondo. Volevo evitare che potesse sentirsi troppo vicino a quel film, per alimentare in lui false speranze che..vivere in un altro mondo fosse possibile.”
 
“Come sospettavo..” disse Richard sorridendo. “Vede, anche io ho guardato Matrix..e anche io ho un fratello, che non l’ha visto. Maggiore, però. E anche io farei tutto per lui.”

 
“Forse perché credo che lei possa capirmi. Capire la mia anima sofferente. Non badi al mio vestito tutto impettoso, io sono molto più del vestito che indosso. NOI siamo molto di più del vestito che indossiamo

“Sto parlando di Matrix, mio caro. Di un altro tipo di Matrix. Di una donna che muove i fili di tutto questo. La grande Burattinaia. Colei che ci ha intrappolati.”

“Tu..la conosci? Sai dirmi chi è??”

“Certo che la conosco. E la conosci anche tu!”

 
 
 
“Okay, qui stavi cercando di farci capire chi eri e che dovevano svegliarci, ma poi abbiamo sentito anche una voce lontana come se ci parlassi dal cielo, durante il nostro viaggio nel tempo.” Disse Dean.

 
 
"Cerca di ricordare quello che ti dissi quel giorno, Jared!!!" disse una voce a quel punto, arrivata ad interrompere quella diattriba.

"Non accetto lezioni da morale dall'uomo invisibile! Se proprio hai qualcosa da dire, diccela in faccia!" disse Jared tutto impettoso.

"Non posso!! C'è una ragione se non posso raggiungervi e non sprecate tempo a chiedermi qual è. Dovete tornare a quel ricordo. E cercate di far funzionare il cervello, una volta tanto!!" 
 
“Ero già FUORI. Ero già qui nel mondo reale e tramite un incantesimo di legame, io e Castiel riuscivamo a comunicare telepaticamente con voi. I suoi poteri di angelo con i miei di arcangelo sono riusciti a fare questo, ma anche perché voi eravate ormai sospesi nella spirale del tempo,” disse Gabriel.

“E Dean aveva anche detto che tutto questo gli ricordava i ricordi si Silente nel pensatoio. Complimenti, Dean. Hai anticipato il futuro” Disse Sam ridacchiando.
 
 
 
"Non ho mai avuto la possibilità di chiederti scusa. Ancora peggio, non ho avuto il coraggio di abbattere la mia vigliaccheria che da sempre mi contraddistingue, per chiederti scusa, come un vero uomo avrebbe fatto."

"Cosa.." disse Jared, cercando invano di dare un altro strattone in quella presa ferrea.

"E forse non avrò un'altra occasione, per fare quello che non ho fatto allora, Jared, quindi ti chiedo scusa adesso. Ti chiedo scusa per averti fatto soffrire e anche se so bene che non puoi comprendere queste parole, so che parte della tua coscienza potrà farlo." 


Qualcosa si mosse e si spezzò dentro il cuore di Jared, raggiungendo la sua anima. Stava piangendo. 

 
 
 
“Ti chiedevo scusa per quando ho fatto morire Dean tutte quelle volte, durante il vostro soggiorno al Mistery Spot..” disse Gabriel, mentendo a metà, perché in realtà la vera ragione per cui gli aveva chiesto scusa, era per quei sei mesi in cui Dean era morto veramente. Sempre per colpa sua.

Qualcosa si mosse nei due fratelli a sentire quella rivelazione. Dean era profondamente toccato e guardava Sam dispiaciuto ed emozionato, Sam cercava di non guardare il fratello e a Gabe venne in mente che nell’ultimo confronto aveva fatto dimenticare a Sam tutto di quei sei mesi e si sentì quindi una merda in quel momento.
 

 
"Sì, è strabiliante, l'ho sempre detto che le anime sono qualcosa di meraviglioso. Possono raggiungere qualsiasi cosa. Lui si è sempre sbagliato."
 
“Parlavo di Lucifero.” Spiegò Gabriel.

 
 
Ti farò rivivere il mio peggior ricordo. Insieme ad esso tu acquisirai temporaneamente la conoscenza reale di chi sei davvero, naturalmente questo ricordo lo rimuoverai dalla mente cosciente non appena lo avrai visto, ma ti rimarrà nell'inconscio.."

Quello che provava Jared, era difficile da descrivere a parole. Come riuscire a descrivere infatti, il dolore puro di qualcun altro, peggio ancora, provare il dolore puro di qualcun altro? Jared provava esattamente quello che provava Richard in quel momento. Capì come doveva sentirsi un cuore spezzato. Tradito da chi non avrebbe mai dovuto tradirlo. Comprese tutto. Ogni cosa. Su lui. Su Jensen. E poi dimenticò. 

"Perdonami, Jared, per averti fatto soffrire. Ora, come allora." disse lui infine, dandogli un bacio sulla fronte,

“Lucifero. Tu, Sam, hai visto il mio ricordo peggiore. Il giorno in cui Lucifero mi ha ucciso. O ha finto di farlo.” Spiegò.
 
“Okay..accantoniamo un attimo la parentesi Gabriel, che comunque poi dovremmo approfondire, arriviamo a Crowley.” Disse Dean.

“Sì.” Disse Castiel.



“Che cosa c’entra lui in tutto questo? è anche lui una pedina, oppure è stato solo un’immagine della nostra mente?”

“Crowley ha accettato di entrare in quel mondo per aiutare me e Gabriel, purtroppo non poteva farlo, se non avesse accettato di recitare anche lui una parte. Un ruolo. Tu, Sam, eri preoccupatissimo al pensiero che le Forze Oscure, se la prendessero con Dean e quindi sei andato automaticamente a cercare il demone che..sentivi più vicino.” Disse Castiel.

"Ma io e Crowley non abbiamo MAI avuto un rapporto." disse Sam.

"Ma ce l'aveva Dean. Diciamo che tu sei..andato da colui che sentivi inconsciamente avesse un legame con tuo fratello." disse Castiel, tossendo.
 
Ci fu un momento di imbarazzo tra Dean e Crowley e di gelosia di Sam verso i due.



“Dimmi solo cosa posso fare per impedire che le forze oscure se la prendano con Dean. Farò qualsiasi cosa.”
 
Un atto d’amore!! È il patto che preferisco!!” disse battendo le mani come un bimbo. “Allora, come già tu di certo intuirai, non è facile fregare le forze oscure. Non a caso hanno questa nomea, ma c’è un metodo che è infallibile, è un po’ come il delitto perfetto in un film giallo. Sai come riesce il professionista di un delitto a non far mai scoprire ai poliziotti che è l’assassino?”

“Illuminami.” Disse Jared.

“Diventare la vittima.”


Quello che tu devi fare è convincere le forze oscure che sei stato tu ad avere l’idea, che era tutta un’idea tua, cosa ovviamente difficile a farsi, visto che loro ovviamente SANNO Già che è tutto solo per Dean.

“Io non voglio niente da te, Jared, eccetto..beh, la promessa che quando avrai sconfitto tutto il male del cosmo, risparmierai ME. Perché sono bello, spiritoso e brillante e soprattutto sexy.”
 
 

Dean prese un grosso sospiro.

“Va bene, andiamo avanti. Quando io mi sono sacrificato per Jared, ci fu  un’apparizione di..AMARA.. ora lo ricordo. Disse che sperava che io potessi perdonarla.”
 


Dean fu fermato da un’apparizione tanto tetra, quanto triste e ciònonostante, pregna d’amore. Aveva lunghi capelli ricci ramati…piangeva, mentre lo  guardava, poi mise i palmi delle mani rivolte verso lui e gli fece un incantesimo. 
 
“Non posso permettere che le forze oscure ti prendano! Non diventerai uno zombies. Questo incantesimo ti proteggerà.”

“Neanche tu puoi più salvarmi ormai..  uno di quei mostri mi ha sanguinato addosso, prima che morisse. Mi ha già infettato..forse non diventerò un mostro, ma morirò comunque..

“Mio dio…” disse la donna piangendo.

“Non credevo che..avrei potuto vederti piangere per me..” disse Dean con un sorriso, cominciando a tossire.

“Ti prometto che proteggerò tuo fratello e spero che tu possa perdonarmi un giorno..” disse, piegandosi su di lui.

“Perdonarti dove? Nell’aldilà?” le chiese Dean, tossendo di nuovo.
 
 
Crowley ora guardava i fratelli, aspettandosi la stessa sfilza di domande che i fratelli avevano riservato a Gabriel, mentre i due angeli fissavano sia il demone, che i due fratelli, come se fossero sull’arringa di un match molto interessante.
 
“Beh, comincio io, giusto? Chiaramente non siete davvero stupiti che mi sia messo in mezzo no? Lo sapete che ho un debole per voi e sicuramente dopo che ho provato l’ebbrezza di essere quasi umano, mi sono rammollito un po’. Mi sono sentito un po’ in colpa per Amara, perché in fondo era anche una mia responsabilità, no? L’ho presa quando era solo una bambina e invece di lasciarla morire di fame, le ho permesso di crescere. Volevo anche io fermarla insieme a voi. Credo abbiate capito oramai che queste famose forze oscure, erano LEI.”
 
“La cosa più sconvolgente di tutta questa storia non è neanche che tu pensi che Amara sia una tua responsabilità..” cominciò Sam “ma il fatto soprattutto che lei abbia detto a Dean in punto di morte, anche se era comunque una morte immaginaria, che mi avrebbe PROTETTO. Dopo tutto quello che ha fatto, era buona quindi? O magari era solo un tentativo suo di autoconvincersi?”

“Da cosa diavolo lo avrebbe PROTETTO, visto che l’ha fatto vivere separato da me, per ANNI e l’ha trasformato in una bestia, privandolo dell’amore di cui aveva bisogno?” chiese Dean e le tracce dell’antica rabbia tornavano prepotente in lui.
 
Cas si accorse che la situazione stava per surriscaldarsi e suggerì di placare gli animi.

“Se sono così arrabbiati, non so se sia un bene farla entrare, angioletto.” Disse Crowley.

“Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro. Avete accettato e andrete fino in fondo.” Disse Castiel, alzando le mani.

Sam era confuso da questo scambio, mentre Dean guardava ora Castiel, ora Crowley con aria ancora più confusa.



“Ma di cosa diavolo state parlando? LEI CHI?”
 
Amara, entra. Fatti vedere.” Annunciò Castiel.
 
E finalmente, LEI si fece vedere.

Ma non era l’Amara che loro ricordavano.

Quella che videro ora, era una versione vecchia, una delle prime, L’amara bambina che chiamava Crowley, zio Crowley, per intenderci.

Sbucò da un angolo nascosto con i suoi capelli rossi e un vestitino scozzese, con l’aria più innocente del mondo.
 
 
Una rabbia immane trapassò Dean, che accelerò il passo verso di lei.

“Tu!! È colpa tua se..”

Castiel però si parò verso di lei.

“Davvero alzeresti le mani su una bambina?”

Dean sembrò annaspare per un momento, ma a sorpresa, anche Sam sembrò indignato.

“Quella non è una bambina. È il demonio.
 
“Non lo è. Voi non siete i soli ad esservi sdoppiati in più identità a causa del suo incantesimo. Anche lei è rimasta vittima del suo stesso incantesimo. Quella non è l’Amara che voi conoscete. L’oscurità. C’è stato uno sdoppiamento e quella bambina è…la parte buona.” Disse Crowley, spiazzandoli per l’ennesima volta.






















Note dell'autrice: 

eccomi ragazzi! Perdonate il capitolo riassuntivo non piacciono neanche a me xd purtroppo sono quasi obbligatori, io è da quando avevo scritto queste scene, che mi ero ripromessa che avrei spiegato certe frasi e ho cercato di farlo nel modo più indolore possibile, estrapolando solo i paragrafi più particolari, per non rendere il capitolo troppo pesante xd in fondo se vi succedesse una cosa simile, anche voi vorreste tutte le spiegazioni no? ^^ la comparsa di Amara la sto progettando da tempo, ancora quando eravamo agli inizi di questo sequel, quindi la stavo pensando da tanto tempo, dovevo solo trovare il modo di inserirla. TUtto ciò per giustificare anche questa sorta di dualismo che Amara sembrava avere nell'altro mondo ^^ spero vi piaccia il colpo di scena e anche l'entrata in scena di crowley! 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Il ruolo che hanno avuto tutti nel mondo delle fiabe. Sarà finita ora? ***


“Quella non è una bambina. È il demonio.
 
“Non lo èVoi non siete i soli ad esservi sdoppiati in più identità a causa del suo incantesimo. Anche lei è rimasta vittima del suo stesso incantesimo. Quella non è l’Amara che voi conoscete. L’oscurità. C’è stato uno sdoppiamento e quella bambina è…la parte buona.” Disse Crowley, spiazzandoli per l’ennesima volta. 
 
A queste parole, rimasero tutti senza fiato. In realtà Dean non aveva mai pensato che Amara potesse essere davvero cattiva, ma questo era stato PRIMA. Prima del mondo delle fiabe, prima che lei avesse fatto tutto quello che ha fatto, a Sam, facendolo soffrire enormemente, facendo soffrire tutti quanti.

“Non esiste bontà in lei.” Disse Dean amaramente.

La ragazzina guardò Dean, profondamente triste e rammaricata.

“Per favore, ascoltate. Quando siamo tornati, ci siamo fatti un’idea molto precisa su come è andata.” Disse Castiel.

I ragazzi accettarono di ascoltare, perché non potevano fare altrimenti.
 
“Quando Amara ha fatto finire Dean in quel mondo, ci è finita dentro anche lei, era ovviamente cosciente che sarebbe successo questo, ma non poteva prevedere le conseguenze di quello che aveva creato. “ iniziò Castiel.

“Sarebbe a dire?” chiese Sam.

“Amara non era a conoscenza che, tutti le persone che sarebbero finite in quel mondo, avrebbero subito uno sdoppiamento, come un gioco di ruolo, sarebbero stati altri personaggi, con altre vite e una trama precisa,inclusa..lei. Amara subì lo sdoppiamento, ma poiché lei era l’Oscurità, senza un vero corpo fisico, lo sdoppiamento suo consistette nella separazione dalla parte di sé innocente, quella che era prima di diventare malvagia, cioè quando era ancora una bambina.”

Dean e Sam dubitarono che Amara, anche quando era ancora bambina, fosse davvero innocente, ma non ribatterono a questo.

“Noi non abbiamo incontrato l’Amara bambina in quel mondo.” Ribattè Dean.

“Vi sbagliate.” Intervenne la bambina a quel punto. “Non potevo assumere la mia vera forma, ma io c’ero. Ero la fata. Colei che voi vedevate come fata. Ero io.”

Sam e Dean rimasero sconvolti.
 
“Quindi la fata che ha giocato con noi..spedendoci da un mondo all’altro, compreso quello Di Aladdin, eri TU.” Disse Sam basito.

“Ci hai ingannato.” Disse Dean.
Amara cominciò a piangere.

“Lei non vi ha ingannato.” Spiegò Castiel. “è importante che voi capiate il concetto. In quel mondo c’erano DUE Amare, ma non potevano rivelarsi con la loro vera forma. L’Amara oscurità aveva la forma delle forze oscure che tormentarono te, Dean, e tuo fratello, quando volevi comporre quel fantomatico siero. L’Amara malvagia era solo oscurità e cercò in ogni modo di impedirvi di stare insieme, provocandovi disturbi psicologici, per farvi vacillare e dividervi, ma in quel mondo c’era anche lei, che aveva le sembianze della fata nuova. Nel momento in cui si sono divise, l’Amara bambina ha cercato di preservare voi, pensando con la testa di una bambina e nella testa di una bambina, ci sono le FAVOLE. È stata lei a portarvi da una favola all’altra, l’ha fatto con lo scopo di proteggervi. Anche quando Dean stava per *morire* quando le forze oscure vi attaccarono, lei fece in modo che Jared diventò la bestia e avesse la possibilità di rincontrare Dean, nel vostro prossimo *gioco di ruolo* “
 
“Per Amara è stato questo? Solo un gioco? Noi soffrivamo e per lei era tutto un gioco?” chiese Sam con gli occhi lucidi.

“Io non potevo fare niente per fermarla..” disse Amara con le lacrime agli occhi. “Nel momento in cui mi sono divisa..è stato come avere una gemella cattiva..e avere tutti i ricordi di quello che lei ha fatto..ma allo stesso tempo NON ero lei..solo che..io non potevo fermarla..potevo solo cercare di intralciare i suoi piani..e per questo ho chiesto aiuto a Rowena.”

“Rowena??” chiesero Sam e Dean sbalorditi.
 
In quel momento, si mostrò la strega dai lunghi capelli rossi.


“Tu sei…Will..” dissero Sam e Dean in coro, ricordando la strana donna che li aveva assistiti nel lungo viaggio onirico dei ricordi, quando Sam e Dean avevano ricordato la loro vita passata da fratelli, quando erano Jared e Dean. La donna, aveva chiarito di non essere la fata, ma di lavorare per LEI. Allora, non avevano saputo dare a lei un nome.

“Proprio io. Perdonatemi, ma non potevo dirvi la verità, allora. Non ancora. Quando Amara decise di scagliare quell’incantesimo che avrebbe imprigionato Dean, chiese aiuto a me, perché con la mia magia, ero in grado di trovare il mondo, secondo lei, PERFETTO, in cui portare Dean. Lei da sola, aveva forza e oscurità, ma le serviva anche la mia magia. Sono stata costretta ad obbedirle, ma quando poi si è presentata da me, una strana fata..” disse indicando la bambina. “dicendomi quello che era successo davvero e mi ha indicato una via di fuga, ho collaborato con lei in incognito, dandovi gli indizi, per riuscire ad uscire da questa trappola…ma non potevo scoprirmi del tutto. Avevo paura che Amara lo scoprisse e mi facesse fuori.” Disse Rowena.

“Tutto questo è assurdo..ma l’Amara adulta, che fine ha fatto allora?” chiese Dean.

“è là fuori. Nel momento in cui siamo usciti tutti quanti da quel mondo, è rientrata anche lei.” Disse Rowena.

“E non avete paura che vi dia la caccia?” chiese Dean sospettoso.

“Sì, ma al momento ce l’ha molto di più con Metatron, che con noi, non vorremmo essere nei suoi panni.” Disse Rowena.

“Cosa? Che c’entra Metatron adesso?” chiese Dean sconvolto dalla moltitudine di personaggi che erano coinvolti.
 
A questo ci pensò Castiel a dare una risposta.

“Ragazzi, per quanto potere avesse Amara, non ha potere decisionale sulle storie e il destino a esso intrecciate. Amara con la sua forza e la magia di Rowena, ha avuto il potere di scagliare Dean in un altro mondo, ma aveva bisogno di dare una *storia* a tutto questo. Una trama. Lei ovviamente pensava a una storiella rosa per lei e Dean e aveva chiesto a Metatron, proprio questo, di dare a loro una storia con un lieto fine, a quanto pare, Metatron non ha rispettato i patti.” Disse Castiel.

“Che cosa intendi dire?” chiese Sam.

“E come ha potuto fare una cosa del genere??? Non era morto??” chiese Dean sconvolto.

“Sì. È stato ucciso da Amara stessa ed è finito nel Vuoto, il luogo riservato agli angeli e agli esseri soprannaturali che muoiono. Non è una beffa del destino? Amara aveva bisogno di Metatron per dare una trama al suo piccolo mondo perfetto, quindi aveva bisogno di Metatron.”

“Ma Metatron non era più un angelo..” disse Sam.

“ Amara aveva il potere di ridargli la sua grazia, per riaverlo come Scriba di Dio, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Ha fatto male i calcoli con la vendetta di Metatron e il suo bisogno di redenzione. Metatron finse di acconsentire, ma in realtà voleva vendicarsi di lei per essere stato ucciso e in più provava rimorso per quello che aveva fatto a tutti noi, compreso a Dean. Finse quindi di allearsi con Amara ma in realtà scrisse nel suo libro che Amara non avrebbe vinto e non sarebbe stata felice con Dean, perché Sam sarebbe riuscito a rintracciarlo e Dean alla fine si sarebbe ricongiunto con il suo vero amore.”
 
Sam e Dean avvamparono così forte che tutti lo notarono. Si sventolarono con la maglietta per un bel po’.
“Il…suo vero amore? “ chiese Dean.

Sam era così imbarazzato che faceva fatica  a respirare.

“Metatron non ha scritto tutta la trama, ha scritto unicamente questa riga, per farla pagare ad Amara e per cercare redenzione da voi e con Dio. Una volta scritta questa cosa, avrebbe voluto scrivere altro, ma la potenza di quello che aveva scritto, aveva una valenza di gran lunga superiore a questa realtà, visto che pensata per un altro mondo, in questo modo, non è stato in grado di pensare altro e quindi ha potuto solo sperare che riusciste, anzi, riuscissimo, a tornare indietro tutti da soli. A quanto ne sappiamo, ora Metatron ha perso del tutto i poteri dello Scriba, anche se è rimasto un angelo, non può più scrivere niente e nessuno può sostituirlo. Dio è incavolatissimo per il fatto che un simile potere sia stato usato da sua sorella in questo modo e ha deciso che a tempo da stabilirsi, nessun Scriba potrà mai più scrivere e decidere le storie come ha fatto lui, dall’altro lato, Metatron ha fatto una buona azione, quindi gode della sua protezione. Per ora è intoccabile.”disse Gabriel.

“Amara non può toccarlo, se non vuole incorrere nell’ira di Dio. A proposito, anche a voi non può toccare. Dio non ha gradito tutto questo cinema messo su nell’altro mondo dalla sua bella sorellina. Sono di nuovo in guerra.” Disse Castiel.

“Perché non ci avete raccontato tutto questo quando vi abbiamo chiesto di raccontarci tutto? Sono cose molto gravi.” Disse Dean.

“Volevamo lasciare che metabolizzaste tutto quello che avete passato e che ve la godeste un po’, prima di sobbarcarvi di altre spiegazioni e ansia.” Disse Castiel.

“Beh, grazie..ma l’ansia ce l’abbiamo adesso..” disse Sam sarcastico.

“Ora dobbiamo aspettarci che Dio piombi qui da noi e che dobbiamo rendergli conto di qualcosa..o..” cominciò Dean,spaventato all’idea di dover confessare anche l’amore proibito con Sam.
 
“No.” disse Gabriel categorico. “Al momento, in Paradiso, Dio ha questioni indaffaratissime per la testa. È incavolatissimo con la sorella e ha anche delle questioni da chiarire con Lucifero, ve lo ricordate o no, che sarebbe ancora in libertà?” chiese Gabriel.

Sembrò che Sam e Dean abbiano preso in quel momento una pallonata in faccia. La piccola bolla a cui si erano aggrappati in quelle settimane, aveva fatto loro dimenticare proprio tutto.

“Beh, Dio non l’ha dimenticato..ma venendo a conoscenza di quello che ha fatto Lucifero pur di salvare un altro suo simile, fratello, diciamo che..starebbe rivedendo le sue posizioni nei confronti di Lucifero..” rivelò Castiel.

“Lo sta..perdonando?” chiese Dean allibito.

“Se perfino Metatron può cambiare, perché anche il diavolo non dovrebbe avere una seconda possibilità? Ha fatto una cosa grossa, salvandomi la vita..diciamo che sono ancora in trattativa. In fondo voleva solo proteggermi.” Disse Gabriel.

“Da cosa?? Non hai voluto essere chiaro quando ci hai detto che gli angeli ce l’avevano con te..” disse Dean sospettoso, mentre Sam si toccava la testa, confuso.

Gabriel ora, era palesemente in difficoltà.

“Non devo dirvi tutti i miei segreti! Se volete saperlo, in questo periodo, anche sotto la mia testa, c’è un’inchiesta!!” sbroccò Gabriel, scomparendo all’istante, lasciandoli lì, tutti come baccalà.
 
 
 
“Beh…se non avete più bisogno di noi, credo che ce ne andremmo. All’improvviso siamo diventati come una strana famiglia, noi tre. Mia madre ha preso a cuore la piccola Amara, come fosse la figlia che non ha avuto.” Disse Crowley.

“Ricordatevi che vi tengo d’occhio e che se scopro che c’è ancora qualche traccia di oscurità e malvagità in LEI..” disse Castiel minaccioso.

“Puoi venire a farci visita quando vuoi.” Disse Crowley sorridendo, ma si vedeva che era provato anche lui da tutto quanto.

“Au revoir, bitch.” Salutò Rowena.
 
Rimasti soli. Castiel cercò di giustificarsi con i fratelli.

“Perdonatemi se vi cade tutto addosso adesso, ma sul serio, non volevamo arrecarvi altro stress, fino a che Rowena..e Amara..e Crowley..non fossero stati pronti a raccontarvi tutto..” disse Castiel. I fratelli lo abbracciarono senza dire una parola.

“Possiamo fare qualcosa per Gabriel? Immaginiamo che non ve la state passando bene.” disse Sam.

“No..noi..ce la caveremo…adesso dovete pensare a voi..solo a stare bene voi..” disse Castiel.
“Cas..Dio..sa di noi?” chiese Dean.

“Credo di…sì..ma non gli importa..davvero..state tranquilli..non mi ha mai chiesto niente..”
Sam e Dean tirarono un sospiro di sollievo.

“Adesso devo andare. Sono felice che abbiamo chiarito finalmente tutto.” Disse Castiel, dando loro un ultimo abbraccio ai due e volatilizzandosi.
 
“Io temo che le rivelazioni non siano finite qui, Dean…Gabe è troppo strano..ci stanno nascondendo qualcosa..lo sento..” disse Sam.

Dean rispose unicamente con un bacio a quelle parole, prendendolo a sé e baciandolo appassionatamente, tenendolo tra le braccia.

“Dean..” sospirò Sam tra le sue braccia.

“Sam, a me non importa niente di questi scandali, di questi intrighi, di tutto quanto. A me importa unicamente di TE, solamente di te, voglio concentrarmi su di te, sul nostro amore. TI AMO Più DELLA MIA STESSA VITA.”

Sam pianse e ancora piangendo, lo baciò dolcemente e lo strinse con passione.

“Anch’io ti amo, Dean. Sei la persona più importante della mia vita.” disse Sam, stringendolo forte.
 
 
 
 
 
 
*

Erano passate diverse settimane e la vita dei Winchester, sembrava essere tornata alla normalità. Niente più Amara, né Castiel, né Crowley, Rowena o Gabriel.

La loro vita però, non era più la stessa, tutto era diverso da quando stavano insieme. Tutto era pensato per due, tutto, anche la caccia, vissuta in coppia, era molto più bella.

Anche l’Impala, loro compagna di viaggio da tutta la vita, era tutta un’altra cosa,ora.
 
In quel momento, gli schiocchi di baci risuonavano nella notte, mentre il minore dei due fratelli si sentì spingere contro la portiera della macchina.

“D-Dean…le chiavi..”

“Sì…le chiavi..” diceva Dean, prendendole e infilandole a fatica nella vettura.
 


A fatica, riuscirono a staccarsi, per entrare nella macchina, e andare sui sedili di dietro.

Erano reduci da una caccia a un fantasma dei boschi e avevano ancora l’adrenalina addosso.

“Sono tutto sudato..non ti da fastidio?” gemeva Sam, reduci dalla corsa.

“Tra poco lo sarai di più, fidati.” Diceva Dean, accarezzandogli il petto sotto la maglietta.
 
I due fratelli ripresero a baciarsi e spogliarsi nello stesso momento, ardendo di passione come non mai.

“Farlo su questa macchina..con te..è un’emozione del tutto nuova. Questa macchina è il nostro porto sicuro e tu sei Casa.” Sussurrava Dean a Sam.

“Anche tu per me, sei Casa, Dean..” gemeva Sam.
“Vieni qui..”
Baci, coccole, carezze.

Sam che si metteva a cavalcioni su Dean e si inarcava su di lui, si lasciava prendere da lui.
 
 
 
 
*

Al bunker, ormai Sam e Dean dormivano insieme nella stessa stanza, nella stanza di Dean che ormai era diventata la loro stanza.

Sam, frastornato da tutto quello che era capitato a loro, una notte, mentre Dean dormiva, ma lui non ci riusciva, prese un quaderno e decise di annotare, tutto le situazioni strampalate, romantiche o incredibili che erano loro capitate, per tenere il punto di tutto.
 
Situazione 1: Io e Dean scopriamo che Amara ci ha sballottati in un altro mondo, ci innamoriamo di nuovo per la seconda e forse terza volta, accettiamo i nostri sentimenti e ci viviamo finalmente come forse abbiamo sempre voluto.

Situazione 2: Castiel ci rivela cos’è successo in quella misteriosa villa. Abbiamo avuto una specie di amore bislacco a tre.

Situazione 3: Gabriel è VIVO e ha una relazione con Castiel. Tanto da digerire, ma sembra che si amano, anche se sembra pure che l'arcangelo nasconda qualcosa.

Situazione 4: in me e Dean sono rimaste tracce della grazia di Castiel. Siamo quindi mezzi angeli ora?

Situazione 5: Io e Dean ricordiamo tutto quello che è accaduto nell’altro mondo, veniamo a sapere altri dettagli importanti sul ruolo che hanno avuto tutti, compresa Rowena e Meatron. Scopriamo che Amara ha subito uno sdoppiamento di personalità e ora ce ne sono due. La bambina è la parte innocente.

Situazione 6: sesso sfrenato e passione dopo la caccia.
 
Questo punto, Sam lo scrisse, avvampando decisamente e sperando che Dean non leggesse mai quelle annotazioni,poi chiuse il quaderno, lo nascose dentro l’armadio nella sua scatola dei ricordi e si rimise a letto, stringendosi al suo Dean.






















Note dell'autrice: 

ufffff ragazzi mi sento come se mi fossi tolta un peso! xd vi rassicuro che la mole delle spiegazioni più pesanti, è stata scritta..quindi magari ci sarà qualche altro raccontino ino ino, ma di sicuro più blando e meno pesante (ci sta ancora il segreto di gabriel che non è stato svelato )io voglio ringraziare voi ragazze che mi seguite e che mi date una forza incredibile. Se sono riuscita a scrivere tutto questo, è grazie a voi!! Mi scuso se in certi versi è stata un pò pesante da seguire la questione dell'altro mondo. Da parte mia ce l'ho messa tutta per cercare di renderla il meno pesante possibile

se può farvi star meglio, non sono previsti altri flashback al momento. Credo di aver dato tutto xd  
 
ps nel prossimo capitolo scoppierà una bomba che farà infuriare da matti Dean.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Il Dean furioso ***


Avere la grazia di un angelo dentro di sé, aveva molti vantaggi e Sam e Dean li stavano sperimentando.

Era utile per esempio, per guarire le ferite, quando tornavano da una caccia. Loro si guarivano a vicenda.

“Quando leggevo che l’amore lenisce e cura, credevo di sapere cosa volesse dire, ma forse lo scopro davvero, soltanto adesso.” Disse Dean orgoglioso, mentre curava il sangue rappreso che colava giù dalle tempie di Sam e dal suo collo.

“E io credevo che avere della grazia d’angelo dentro, fosse una cosa orribile, da quando capitò quella cosa con Gadreel..”

Dean si era fermato un momento a guardarlo dolcemente. La grazia che scintillava ancora, argentea sul corpo del minore.

“Ti ho mai chiesto scusa per quello?”

“E io ho mai chiesto scusa a te?”

Si baciarono. Non servivano parole, scuse, ringraziamento, solo baci.
 
“Non mi stancherei mai di baciarti.” Disse Dean, mettendogli una mano nei capelli.

“Non so come a certe persone non piace baciare con la lingua la persona che amano. È fantastico.”

“Quindi tu mi ami?” scherzò Dean.

“Oh, smettila.”

E ripresero a baciarsi.
 


“Dai, sasquatch, dobbiamo finire la guarigione.” Disse Dean.

“Non mi entrare nella mente però.” Borbottò Sam.

“Non posso farne a meno. Tu cerca di tenerla chiusa..o al limite..di pensare a fantasie sconce, così ci divertiamo entrambi!” rise Dean.

Avevano scoperto che quando si guarivano a vicenda, avevano accesso a certi ricordi loro e quando succedeva, entrambi vedevano la stessa cosa. Era impossibile evitarlo.



“Ci proverò.”

Dean rise. Lo divertiva la sua testardaggine.
 
Ben presto, però, Dean sembrò stralunato e Sam arrossì.

Dean poteva vedere tutto, sbirciando dal buco della serratura. Vedeva il corpo flessuoso di Misha, muoversi agile sopra Jared, che veniva posseduto da Misha, coperto dal lenzuolo di seta rosso.
 
Dean..Dean…” Jared aveva sussurrato il suo nome, nell’amplesso, ma ormai Dean era già andato via e non poteva sentirlo. Ma Misha sì.
 

Lasciò andare la mano dalla testa di Sam.



“Dean..io..ascolta..io mi dispiace..” disse subito Sam, mortificato.

“Hai detto il mio nome mentre facevi sesso CON LUI?”

“Ascolta, non è come..”

“Dude, questa è una delle cose più contorte ed eccitanti che mi sia mai capitata!”
Sam lo guardò.
“Sono felice che la prendi bene.”

“Il mio EGO la prende bene. Basta che non ci siano rendez vouz e continuerà ad andare bene!” disse Dean, facendolo ridere di nuovo e ridendo anche lui. Risero insieme.

“Okay, cucciolo, vieni qui.” disse Dean, quando smisero di ridere.

Stavolta Sam arrossì furiosamente a quel nomignolo.
 
“Ehi, stai sudando, rilassati. Hai altri segreti per caso?” gli chiese Dean.

“No. Solo imbarazzo per i tuoi nomignoli.”
“I tuoi occhi mi ispirano questo.”
Sam non disse più una parola.

Dean ricominciò il processo di guarigione, ma ben presto, accadde di nuovo qualcosa.

Qualcosa, che, Sam vide anche grazie a Dean, lo videro e lo rivissero insieme.
 


Dean si staccò un’altra volta, sconvolto. Erano tutti e due sconvolti.

“”Io…io..cosa..cosa..è uno scherzo o…”

“Dean..ti assicuro che io non..non sapevo..non ricordavo..”

“Io lo ammazzo!” disse Dean, mettendosi in tutta fretta il cappotto.

“Dean, no, aspetta, DEAN!!”
 
 
 
*

“Pronto.”

“Cas..ho biosgno di aiuto..”
“Sam. Che succede?”
“è Dean…lui..”
 
 
 
*

Castiel era andato a prendere Sam al motel e si erano teletrasportati insieme nel posto in cui Dean aveva beccato Gabriel e stavano litigando.

Un grande magazzino abbandonato.

Dean e l’arcangelo stavano facendo a cazzotti, calci e pugni e quando non riuscivano ad affrontarsi fisicamente, notarono che i due, volavano, letteralmente, come se stessero combattendo per aria.

Poi, sbattevano l’un l’altro contro il muro.
 
GABRIEL, DEAN, SMETTETELA!!” urlò Castiel, usando un potere angelico che di rado usavano, simile ad un’onda energetica che non faceva del male alla vittima, ma che serviva a dividerli.

Ci riuscì. I due finirono a terra, con un gran tonfo.

“MI HA CHIAMATO SAM AL TELEFONO, DISPERATO! ORA, O VI CALMATE ENTRAMBI E FATE LE PERSONE CIVILI, O VI PORTO ENTRAMBI DA MIO PADRE IN PARADISO, NELLE PRIGIONI CELESTI E FACCIO BUTTARE LA CHIAVE, MI AVETE SENTITO??”

Gabriel, coperto di lividi e graffi sul volto, carponi, gettò un’occhiata a Castiel, ma Dean era ancora furioso.

“Sono stato MORTO per SEI mesi e questo pezzo di merda aspettava l’arrivo di un’altra apocalisse per dirmelo!”

“Dean, ascolta..” cominciò Castiel.

“Sam voleva dirmelo e LUI GLIEL’HA IMPEDITO! GLI HA CANCELLATO LA MEMORIA!” urlò ancora Dean.
 
 
 
Qualche minuto prima nel motel da Sam….

“Sam, lascia che ti guarisca. “ gli aveva detto Castiel, una volta arrivato da lui.

“No! Dean se n’è andato infuriato. Ha la priorità, Cas, dobbiamo trovarlo.”

Cas lo rimise seduto con prepotenza.

“Non farmi arrabbiare, Sam. Due delle persone che amo di più al mondo, stanno probabilmente combattendo in questo momento, la terza ha del sangue rappreso sulle tempie. Lascia che ti guarisca, così vedrò anche quello che è successo, a proposito di questi fantomatici sei mesi che Gabriel avrebbe cancellato.”

“Prima dammi la tua parola che tu non sapevi niente.”

Castiel sospirò.

“Non sapevo NIENTE, te lo giuro. Adesso fammi vedere.”
 
Castiel si mise a guarire la ferita di Sam, stavolta completamente, finendo il lavoro lasciato a metà, da Dean.

“Uhhh..quindi Dean ha visto anche questo. Interessante.”

Sam gli diede un calcio.

Imbarazzante, volevo dire. Assolutamente imbarazzante. Certe cose dette nell’intimità non dovrebbero essere rivelate.” Disse Castiel.

“Quindi tu lo sapevi?” chiese Sam senza poterne fare a meno.

“Che amavi Dean? Quand’eravamo lì, a volte lo dimenticavo, poi me ne ricordavo..come quando pronunciasti il suo nome in quell’occasione..ma credo di averlo sempre saputo..da molto tempo..”

“Cosa? Che vuoi dire?”

“Schhh..fammi andare avanti..ecco..ci sono..”
 
Castiel rivisse così il momento in cui sia Sam sia Dean videro il ricordo che Gabriel rimosse dalla mente di Sam.

“Che vuoi che ti dica..l’amore per Dean, mi avrà reso sottone.” Disse Sam sorridendo fiero. “Non ho intenzione di convivere con questo peso. Nascondergli questo è troppo gra…”

Gabriel non aveva atteso che Sam finisse di parlare perché aveva previsto che si stava preparando alla fuga, per impedire a Gabe di fare quello che sapeva avrebbe fatto, ma Gabe era sempre in anticipo e prevedendo la sua fuga, si era smaterializzato e rimaterializzato in un secondo davanti a lui.
 


“G-Gabriel..” sussultò Sam nel trovarselo davanti. 

“Non sei molto furbo a dire queste cose a un vigliacco come me, Sam..”

“Ti prego, non farlo, non è giusto..”

“Mi dispiace, Sam, ma visto che sei così determinato, è giusto che dimentichi anche tu.” Disse Gabriel, toccandogli la fronte con le dita.
 
Sam rimase paralizzato con la vista diventata di colpo bianca.

“Dimenticherai tutto di quei sei mesi, come se non fossero mai accaduti, quando Dean ti chiederà di cosa abbiamo parlato, tu gli dirai che hai cercato di convincermi a fare pace con lui, che poi è anche la verità, non sarai neanche costretto a mentire.”























Note dell'autrice: 

eccomi ragazzi. Non so come sia venuto questo capitolo, quindi scusatemi se è un pò troppo approssimativo, la verità è che mi ha messo molta agitazione, perchè lo stavo pensando da tanto tempo xd comunque oramai ci siamo, diciamo che era una cosa che doveva accadere per forza e ho preferito essere sbrigativa e togliere subito il dente diciamo xd

Teamfreewill, mi avevi chiesto di far vedere a Dean quel momento, l'ho scritto ora, ti piace come l'ha scoperto?? :p scusami ma non sono riuscita a fare di più xd 

Allego qui il capitolo dove Gabriel cancella la memoria a Sam, che è il capitolo 24. Vedendo che ho fatto fatica a trovarlo, credo sia un'ottima soluzione linkarlo qui, anche per i lettori (e anche per me ) 

  https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3762408&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Gabriel si giustifica con Dean e Sam ***


“Okay, adesso tranquillizzatevi, per favore. Avete già dato fin troppo spettacolo. Gabriel, mi meraviglio di te, hai davvero fatto una cosa del genere?”

“Tu non sapevi niente?” chiese Dean sconvolto.

“Ti faccio presente che non vedo mio fratello da ANNI, Dean. Dalla sua presunta morte.” Disse Castiel.

“Dobbiamo sorbirci ancora per molto il piagnisteo di begli occhi, per una cosa successa anni e anni fa?” disse Gabriel.

“SILENZIO! Quello che hai fatto, Gabriel, è molto grave. Come hai potuto?” gridò Castiel.

“Ehi, guarda che non l’ho ucciso io!!” si lamentò l’arcangelo.

“Che cosa?? Ma se non ho fatto altro che morire in continuazione, rinchiuso in quel loop temporale!” disse Dean.

“Hai proprio la faccia come il…” stava per dire Sam, ma l’arcangelo lo interruppe.

Non nego di aver ucciso Dean più e più volte quando eravate intrappolati nel loop temporale, ma l’ultima volta…non l’ho voluto io!”

Restarono tutti e tre attoniti davanti a quell’esternazione.

“Ci stai forse dicendo che era destino?” disse Sam ironico.

“Non sto dicendo quello..forse il casino che ho combinato, ha innescato un processo oramai irreversibile, forse alla fine la morte di Dean divenne davvero reale. Mi dispiace. Credevi davvero che l’avessi fatto per divertimento, Sam?”

“HAI LASCIATO CHE PIANGESSI DEAN PER SEI MESI E ORA MI STAI DICENDO CHE TI DISPIACEVA?”

“Perché ci stiamo tornando sopra? Non eravamo ormai diventati tutti best friend?” si chiese Gabriel tenendosi la testa tra le mani.



“Quello che si fa, ci si ricade addosso prima o poi, Gabe. Rispondi a Sam, per cortesia.” Disse Castiel.
Gabriel sospirò.

“Se mi fossi fatto trovare da te, ero consapevole di incorrere nella tua ira, volevo evitare che mi chiedessi di far tornare indietro Dean, perché l’unico modo era quello..di far tornare indietro il tempo.”

“Ma l’hai fatto, alla fine!” disse Dean.

Per forza! Quel gran pazzo di tuo fratello era disposto a sacrificare vite umane, pur di riaverti! Si stava trasformando in un killer, andava fermato per il bene di tutti!”

“E poi, sulla tua testa vigeva già una caccia all’angelo per quello che avevi fatto, facendo morire Dean tutte quelle volte, vero? Giocare così con la vita di un uomo, è un reato che ti porta alle prigioni celesti.”disse Cas.

Gabriel annuì.

“Hai ragione. Ho avuto paura, ma ero anche pentito. Non ho mica il cuore di ferro, sai? Diciamo che vedere Sam ridotto in quello stato..mi ha fatto pena!” sbottò.

Sam fece una faccia scettica.

“Così..hai..fatto tornare indietro il tempo…ma è fattibile una cosa del genere? Non è come..incasinare l’universo?”

L’arcangelo minimizzò.

“L’universo trova sempre il modo di riassestare da solo i propri bug. Una volta che una cosa non è mai successa, è come se non ci fosse mai stata.”

“Anche per gli angeli?” chiese Sam.

Gabriel tremò impercettibilmente.
 
“Loro si accorsero  di quello che avevo fatto. All’improvviso sei mesi di azioni, svolgimento, VITA, si sono riavvolti su sé stessi. Loro erano già arrabbiati con me, per quello che avevo combinato al mistery spot, questa…non me l’hanno perdonata. Da lì in poi, diventai un fuggitivo.”

“Quindi è per questo che non volevi saperne niente degli angeli, di Dio, Lucifero e tutto il resto. Per questo ti fingevi neutrale.” Disse Dean.

“E segretamente li odiavi.” Disse Sam.
 
D’improvviso la faccia di Gabriel si fece astiosa e rancorosa.

“Li odiavo perché erano contro mio fratello, Lucifero. Sapevo che avevano in mente di far scoppiare l’apocalisse, prima ancora che il primo sigillo fu spezzato. Sapevo che avevano intenzione di usare lui come tramite di Michele e te, Sam, come tramite di Lucifero. Perché credete che ho fatto morire Dean tutte quelle volte? Solo perché mi divertivo? Te l’ho detto, doveva essere una lezione per te, Sam. Volevo che ti rimanesse bene impresso il dolore della sua perdita, in maniera che, quando sarebbe tornato in vita, entrambi sareste stati più forti, entrambi non avreste ceduto a diventare i tramiti di Michele e Lucifero. E Lucifero sarebbe stato salvo.”

“Frena, frena un momento. Tu sapevi che Dean sarebbe tornato in vita?” chiese Sam.

“Ma certo che lo sapevo! Innanzitutto, Dean, anche se è tardi, mi dispiace di averti ucciso tutte quelle volte, ma sai, era facile per me non sentirmi in colpa. Voglio dire, o ti uccidevo io, o ti uccideva il patto che avevi fatto per salvare Sam. Eri comunque un uomo già condannato! Secondo: ero consapevole che saresti tornato in vita, anche se poi quando è arrivato Sam con quell’aria da cucciolo bastonato, non sono riuscito a tenere il mio pugno fermo e pur di vederlo smettere di piagnucolare, ho fatto questa grande cazzata di far tornare indietro il tempo, ma, ehi, non è stata poi una grande cazzata, se ha funzionato alla fine, vero?” chiese Gabriel raggiante.

“Quindi questo tu l’avresti fatto, solamente per…Lucifero?” chiese Sam.

“Sapete come funziona l’amore fraterno, più di chiunque altro, no? “ sospirò Gabriel.

“Hai detto tempo fa, che gli angeli ti cercavano per cose che avevi commesso e Lucifero ti ha protetto, fingendo di ucciderti, era dunque questo?” chiese Sam.

“Sì..beh…ecco..non solo..” disse Gabriel.
 
Sam e Dean rimasero in attesa, mentre Castiel sembrava un po’ imbarazzato.



“Lucifero sapeva quello che avevo combinato io con il tempo, ma questa era la cosa minore…sapeva..diciamo che aveva intuito..che con mio fratello Cas, c’era qualcosa.

Dean e Sam si voltarono a guardare Castiel, che arrossì decisamente imbarazzato.

“Non ci fu niente tra me e lui all’epoca!” si sbrigò a dire Castiel.

“Però qualcosa aleggiava, vero? Aleggiava così forte che Lucifero l’aveva capito.” Disse Gabriel.

“L’aveva capito prima di me.” disse Cas imbarazzato.

“Beh, è sempre stato quello più intelligente. Non per niente veniva chiamato Stella del Mattino.” Disse Gabriel.

“Scusate, qui stiamo perdendo il filo..” disse Dean.
 
“Gabriel mi confidò segretamente, che era diventato un quasi alleato vostro, solo per me.” disse Castiel.

Dean e Sam guardarono Gabriel a bocca aperta.

“Disse che..era leale a me e che se io decidevo di voltare le spalle al Paradiso, lo avrebbe fatto anche lui.” Disse Castiel, arrossendo sempre di più.

“Un po’ poco per arrivare a pensare che ci sia una storia d’amore in corso.” Disse Dean stranito.

“Beh…devo confessare che..abbiamo avuto un incontro io e Lucifero, prima di quell’incontro dove abbiamo visto quegli Dei. E in quel’occasione, lui mi chiese quali erano i miei desideri. Lui può leggere nel pensiero, mi prese la testa e rimase incredulo. Tu desideri LUI. Disse solo. E poi aggiunse che questo avrebbe portato alla mia rovina, che nel paradiso girava già voce che fossi innamorato di Castiel e che non erano d’accordo su questa..unione..che erano disposti a perdonare tutti i miei peccati, se io..se io avessi voltato a voi le spalle..” disse Gabriel triste.

Castiel andò da lui e lo abbracciò forte.

“Fratello, quanto ho sofferto, quando ti ho perso…”

"Quindi, l'hai incontrato di nuovo, solo nell'altro mondo?" disse Sam.

"Esatto. Se volete, ve lo racconto." disse Castiel.

"Sì, adesso siamo finalmente pronti." disse Gabriel.






















Note dell'autrice: 

scusatemi per sto tedio delle spiegazioni xd ne dovrete sopportare ancora altre per il prossimo capitolo, ma non sono vere e proprie spiegazioni..diciamo che saranno più estratti della storia d'amore tra cas e gabe, niente di pesantissimo...solo qualcosina..POI FINALMENTE la questione delle fiabe sarà terminata e non ci torneremo più, MA si aprirà un'altra parentesi, questa volta più piacevole :) riuscite a indovinare di cosa si tratta? secondo me no :ppp vi posso solo dire che il tutto partirà di nuovo da Gabriel che farà un'altra rivelazione bomba che ha a che fare con Dean e Sam :)) provate a cercare di indovinare che cosa potrebbe essere :)) vi do un indizio, ha a che fare molto con quello di cui abbiamo parlato in questo capitolo, quindi già in questo capitolo c'è questa bomba che aspetta di essere svelata :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Le recensioni di Dean e Sam alla love story di Gabe e Cas ***


Link alla storia che Gabe e Cas stanno raccontando: 

L'amore di un angelo

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3769788&i=1






Castiel e Gabriel fecero una pausa nel racconto, perché Dean e Sam stavano friggendo dalla smania di commentare quello che avevano sentito.

“Voi avevate questo rapporto così tanto stretto e ce l’avete tenuto nascosto?” Disse Dean, guardando male Castiel, come se avesse fatto loro uno sgarro imperdonabile.

“Si vergognava di me. Un po’ lo capisco.” Disse Gabriel, ridacchiando.

Ehi, io non mi vergognavo di te!” protestò Castiel.

“Però ai tempi dell’apocalisse, non ci avevi parlato del fatto che eri molto vicino al “ trickster” disse Sam, virgolettando la parola su trickster.

“Per quello che ne sapevamo di te, eri un uccellaccio piumato, solitario e con un pessimo gusto in fatto di abbigliamento, asociale con tutti tranne che con noi.” disse Dean.

“Ci hai illusi di essere gli unici con cui parlavi!” disse Sam.

“Ok, questo non è affatto giusto.” Rimbeccò Cas, offeso.

“E invece nel tempo libero, dormiva tra le nuvole usando lui, come orsacchiotto.” Disse Dean.

“Okay, adesso basta! Se proprio volete saperlo, non credevo servissero delle presentazioni..visto che voi..lo conoscevate già di fama, ecco,ad ogni buon conto, Gabriel preferiva avere a che fare più con le pornostar che con i maschi.” Disse Cas, guardandolo storto. “Non credevo gli importasse.”

“Non credevi che fosse geloso..” disse Dean compiaciuto.

Castiel d’un tratto sembrò imbarazzato.

“Su quello, ammetto di aver peccato di ingenuità.” Ammise.

“Un’altra cosa mi premerebbe sapere..tu hai detto di non sapere che io..sono stato morto per tutti quei sei mesi, vero?” chiese Dean.

“Sì. Ignoralo.” Aggiunse Castiel, visto che Gabe aveva fatto segno di spararsi e cadere dalla noia.
 
“Beh, però, hai detto che Gabriel si sentiva perseguitato dagli angeli per avermi ucciso e che lui si è giustificato dicendo che sarei comunque morto allo scadere del patto.” Disse Dean.

“Ah, quello,sì..mi stavo riferendo alle numerosi morti di Dean al Mistery Spot, non a quella durata SEI MESI. Io non sapevo nulla di questo casino temporale che aveva combinato. Alcuni angeli se ne accorsero ma io fui tra quelli che non venne informato.” Disse Castiel.

“Ah…” dissero in coro Sam e Dean.

"Vi prego di credermi. L'ho saputo solo grazie a Sam, quando sono andato al motel e per poco non svenivo dallo shock. è stato un colpo duro anche per me e state pur certi che Gabriel non la passerà liscia per avermelo nascosto." disse Castiel, guardandolo male.

“Ora possiamo continuare? Continuiamo.” lo incoraggiò Dean.






















allora, non ve l'aspettavate una cosa del genere? ahha xd allora, nell'altra storia l'ho già spiegato, lo spiego anche qui! Ho deciso di fare una storia a parte per il racconto della love story tra cas e gabriel, ma sarà una cosa breve, non una long, ad ogni modo qui scrivo se possibile i commenti di Dean e Sam :D

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Le recensioni di Dean e Sam: La compassione del diavolo ***


Link alla storia che Gabe e Cas stanno raccontando: 

L'amore di un angelo: cap 3. (per capire di cosa stanno parlando, leggere prima nel link e per sicurezza se non l'avete già fatto, leggete anche il cap 2 )

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3770319&i=1



Credevo che la felicità risiedesse in un sentimento più duraturo, rispetto ad un’emozione effimera che si cancella dopo pochi minuti, a volte dopo pochi attimi.” Disse Castiel, guardandolo duramente.

Gabe scosse di nuovo le spalle.

“La felicità è fatta di momenti, infatti, la felicità perfetta non esiste.


Castiel si fermò solo un momento, per dire, una sua riflessione ad alta voce.

“Dicono che la felicità ti passa accanto silenziosa e tu non sai riconoscerla, così fu per me..” disse Castiel, alludendo a Gabriel.
 



*

“Se sei così geloso di me da non sopportare che possa avere altri amici, allora..allora dovresti stare al mio fianco!” sputò fuori Cas, rosso in viso.

Gabriel lo guardò paonazzo, se possibile ancora più rosso di lui.
 
“Gabriel mi amava, ma io…io non sapevo…stavo imparando da poco…io non sapevo riconoscere…L’AMORE!” si giustificò Cas con i ragazzi.
 


Quando Castiel raccontò del mancato bacio, i due fratelli scossero la testa.

“Castiel, quello sciagurato era pazzamente innamorato di te, perché te ne sei andato?” lo rimproverò Dean.

“Fu l’ultima volta che ci vedemmo. Quel nostro incontro è scolpito nella mia memoria…per sempre! L’ultima volta che ci vedemmo, litigammo. Mi svegliavo nel letto e un unico pensiero mi tormentava: se avessi saputo prima, che era l’ultima volta che l’avrei visto..gli avrei detto tutto quello che voleva sentire..” disse Castiel con un tono così triste, eppur così emozionante, che colpì  il cuore dei fratelli e colpì Gabriel in pieno petto, come una cannonata.  


Gabriel spiegò il perchè del mancato bacio, non voleva che fosse un bacio sotto costrizione, quando arrivarono alla questione di Lucifero, Gabriel spiegò che Lucifero rimase COSTERNATO dalle sue LACRIME.

"Lucifero aveva capito che c'era qualcosa che mi turbava profondamente e non ha avuto cuore di mettere fine alla mia vita. Si dice che Lucifero è la causa del male, ma non è così, non proprio. Lui ne è ossessionato, morbosamente, ma quando non è lui a causarlo, lui non prova piacere dalle disgrazie che capitano agli altri, anzi, avendo una connessione con la sofferenza molto più profonda rispetto a quella di qualunque altro essere vivente, essendo il re degli inferi, capisce più degli altri la DISPERAZIONE. io credo che si aspettasse che il suo ritorno fosse l'apice della scala della sofferenza per qualsiasi essere umano..ma in quel momento ha capito di trovarsi davanti qualcuno che soffriva per qualcos'altro...era curioso, credo, di capire cosa diavolo potesse farmi soffrire più del suo ritorno..e forse assurdamente provò pietà per me..."
























Note dell'autrice: 

salve ragazzi ^^ scusate se continuo a mettere i commenti qua, ma questi erano così avvolgenti che non me la sono sentita di non metterli ^^ i prossimi, cercherò di metterli nel prossimo capitolo della storia "l'amore di un angelo " se riesco ^^

nel prossimo capitolo di quella storia, parlerò della morte di Gabe!

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Castiel racconta il suo inserimento nel mondo delle fiabe ***


Questo capitolo va letto dopo aver letto il capitolo 4 della storia "L'amore di un angelo." 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3770756&i=1



“Quando voi siete scomparsi nel mondo delle fiabe, io chiesi a Rowena di fare un incantesimo di LEGAME, la stessa cosa che Sam aveva usato, ma quello è un incantesimo che si può fare solo pensando intensamente a una persona specifica o in linea generale, riservata a tutte le persone che la persona in questione ama, io non potevo pensare solo a una persona nel caso di voi due, quindi scelsi la seconda opzione, l’incantesimo mi avrebbe portato dalle persone che AMAVO…” disse Castiel.

“Quando dici amare…” cominciò Dean.

“Intendo nel senso dell’AMORE, del bene, di qualsiasi tipo di amore si tratti, non solo quello carnale..e meno male che non ebbi scelta, in questo modo ho potuto trovare anche Gabriel.”

Trovare?” domandò Sam.

“Credevate che fossi capitato per caso sotto il vostro stesso cielo, in un giorno di pioggia? L’incantesimo ha creato come una riga gialla, invisibile a tutti, tranne che a me..seguendola, essa mi portò da voi.”

“Vedevi la riga di Jonesy?” chiese Sam, interrompendolo.

“La riga di COSA?”

“Sam, smettila di citare con chiunque e dovunque ne hai l’occasione, quel libro dannato!” lo rimproverò Dean.

è un libro fantastico, Dean!”

“Ragazzi, io sto perdendo un attimo..”

“è il libro preferito di Sam!! L’acchiappasogni! Uno dei protagonisti vede una riga gialla ogni volta che ha bisogno di trovare cose e persone!” sbuffò Dean.

“Davvero?”

“Questa è una riduzione di quel capolavoro, Dean!”

“Interessante, in un certo modo ha senso..”

“Castiel, per favore, vai avanti! Aspetta, cosa?”

“Stephen King, in fondo, potrebbe esser stato in diretto contatto con il soprannaturale se poteva vedere la riga, o magari era in stretto contatto con chi la vedeva..” disse Castiel in contemplazione.

“Ehm, ehm..” disse Gabriel.

“Ah si, mi ero incantato…andiamo avanti, dicevo..la riga..”

“Prima un’altra cosa..” lo interruppe Sam.

“SAM!”

“è importante, Dean! Anch’io ho fatto l’incantesimo di legame, ma come mai io non ho visto nessuna riga, allora??”

Ci fu un attimo di silenzio in cui tutti guardarono Sam.

“La prendo come un’offesa personale! Voglio dire, ho corso un grosso rischio andando laggiù..- e lo rifarei – “ aggiunse guardando l’occhiata di Dean. “ma voglio dire..neanche una piccola ricompensa?” disse Sam, mettendo il broncio, offeso in maniera molto sentita.  Lui aveva una vera venerazione per la RIGA.

“Tu non potevi vederla perché..beh, suppongo per lo stesso motivo per cui hai ricominciato la tua vita da capo, assieme a Dean, entrambi senza memoria. Voi siete UMANI, io sono un angelo, quindi ho mantenuto intatta la mia identità. Credo che questa cosa della riga sia solo una rappresentazione visiva del settimo o dell’ottavo senso, che in particolari circostanze..”

“Come nei cavalieri dello zodiaco?” si intromise ancora Sam.

Sam, falla finita!!” lo rimproverò Dean.

“Zitto, non capisci niente! Prima il rimando a Harry Potter, poi l’Acchiappasogni, ora Saint Seya. Siamo finiti in un altro mondo, ma non quello reale, ma quello dei miei sogni da ragazzino!” disse Sam con gli occhi che gli brillavano.



“Okay, se avete finito, io vorrei continuare.” Disse Castiel.

“In questo universo, sì.” Disse Sam raggiante.

Tutti lo guardarono.

“Citazione di Groucho in Dylan Dog! Ho sempre sognato dirlo.” Disse Sam.
 
Castiel sbuffò sonoramente.

“Va bene, comunque, mi materializzai in mezzo a una strada sconosciuta, per fortuna la riga comparve improvvisamente..”

“Ma come hai fatto senza poteri?” chiese Dean.

“Ssssi..beh, quelli li avevo ancora..ma credo che..insomma, in quel mondo conti tantissimo l’effetto suggestivo. Quello che credi diviene reale. Io ero ancora convinto di essere Castiel, perciò ho potuto mantenere i miei poteri con me..ma più tempo passavo lì, più si faceva strada in me il potere della suggestione..cominciai a vederlo come un qualcosa di reale..”

“Ma non avevi detto che lo è?” disse Sam.

“Sì, ma non è la NOSTRA di realtà..ad ogni modo..riuscii a localizzarvi. Tu eri già nato, Sam. Non guardatemi in quel modo, lo SAPETE che laggiù il tempo per voi, ha una concezione diversa, quindi non c’è da stupirvi se in poco tempo, tu Dean, eri già un frugoletto di cinque anni e Sam era già il tuo nuovo fratellino.”

Sam e Dean si guardarono con aria amorevole.

“Com’eravamo? Da piccoli.” Disse Dean.

Adorabili. “ disse Castiel. “Ma in questo stato, vi ho visti solo per poco tempo..all’asilo.

Sam e Dean lo guardarono basiti.

“In questo stato?” chiese Dean.

“Innanzitutto, è bene precisare che non ho potuto spostarmi con questo corpo ed essendo un angelo, non potevo rinascere come voi. All’inizio sono rimasto lì, come un’entità astratta..essere spogliato di un tramite dopo tanto tempo è…” disse Castiel, tenendosi le braccia, ma non finì la frase.

“Quanto tempo sei rimasto lì così?” chiese Sam.

“Il tempo lì non ha significato..è passato molto velocemente..in due settimane, tu, Dean, eri già adolescente..”
Sam e Dean fischiarono.

“Già.. a quel punto io..mi feci prendere dal panico. Come avrei potuto fare a contattarvi, se non ero in grado di farmi vedere da voi? Ebbi un crollo..la mia mente stava cadendo in pezzi..ma invece di spezzarmi, io…”

“Cos’hai fatto, Castiel?” gli chiese Sam.

Castiel ricordò cosa accadde.
 
 
 

*

“Ehi, non puoi dormire qui! Vuoi che ti venga fatta una multa?” fu il richiamo di un poliziotto.

“Ehh..cosa?” fu la voce soffocata dal sonno, di Castiel.

Il poliziotto lo guardò, scuotendo la testa.

“Un ragazzino come te, a dormire sulle panchine! Dove andremo a finire, dico io.”

“Tu…riesci a vedermi?” domandò Castiel stranito.

“Certo che ti vedo! E avrei preferito non vederti, credimi! Ce li hai dei genitori??”

“S-sì.” Rispose Castiel, chiedendosi perché la sua voce suonava diversa.

“Bene, allora fila da loro, prima che ci ripensi e ti faccia tornare da loro con una bella multa! Con i barboni non si può ragionare ma voi ragazzi..”

“M-me ne vado subito. Scusate!” disse Castiel.

“E comprati un cappotto della tua taglia!” lo rimproverò, quando Castiel si alzò e rischiò di inciampare e cadere nei suoi stessi piedi.
 
 
Castiel, il cuore che batteva come un tamburo, scoprì di potersi rendere ancora invisibile e smaterializzarsi, quindi lo fece, ma non sapeva dove andare e quindi localizzò una villetta a caso.

Nel momento in cui si rimaterializzò, comparve davanti ad un corridoio davanti ad uno specchio e si specchiò.

Spalancò la bocca a vedersi nei panni di un adolecente con dei capelli neri tutti arruffati.

Svenne e cadde sul pavimento nel momento stesso in cui i padroni della casa, lo videro.
 
 

Sam e Dean erano rimasti esterrefatti dal racconto.

“Quando mi risvegliai, avevo davanti quelli che erano i miei genitori, o almeno, quelli che lo sarebbero diventati. Mi subissarono di domande, mentre ero sdraiato sul divano, chiedendomi da dove venissi e perché ero finito a casa loro. “

“E tu?” chiese Sam.

“Mi inventai che avevo perso la memoria! Non potevo fare altro! Con grande misericordia, loro accettarono di prendermi in adozione. Non si scoprì ovviamente MAI chi furono i miei veri genitori e da dove venissi davvero. Loro non avevano figli, erano felici di poterne avere uno.” Disse Castiel.
 






















Note dell'autrice: 

eccomi qui xd ho messo il capitolo in questa storia perchè pieno dei commenti di Sam e Dean xd il prossimo sarà nell'altra storia, io spero sia l'ultimo, perchè a sto punto sono più stufa di voi ahhah xd a Team ho già fatto una testa cosi ahhah xd lei sa! xd alla fine della fiera però sono contenta di aver precisato meglio come è finito Castiel in questa storia! Avevo ormai raccontato che aveva la loro età e quindi dovevo raccontare com'era possibile, giusto? nel prossimo capitolo, racconterò l'incontro con Gabe! Vorrei potervi dire che sarò breve ma evito di parlare stavolta per non fare altre figure di emme! xd 

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Il luogo segreto! ***


Castiel e Gabriel avevano finalmente finito di raccontare la loro storia d’amore, sulla Terra e poi nel mondo delle fiabe, fino a quando tornarono di nuovo sulla Terra, Sam e Dean avevano ascoltato tutto, all’inizio con crescente attenzione, poi sempre di più sfiancati da quella serie di romanzetto rosa angiolesco.

“SVEGLIA!” gridò Gabriel, gettando una secchiata dacqua sui poveretti, che si erano accasciati con la testa sul tavolo, a sonnecchiare.

Si alzarono di botto, inveendo contro l’arcangelo.



“Ma sei impazzito!!!” gridò Dean.

“Perché cavolo l’hai fatto????” gridò di rimando Sam.
 
“Nessuno vi ha mai detto che quando si racconta una storia, è buona educazione non dormire?” chiese Castiel, che appoggiava silenziosamente il gesto dell’arcangelo.



“Ma noi abbiamo ascoltato!!” protestò Sam.

“Sì, abbiamo ascoltato tutto questo polpettone melenso!” disse Dean.

Sì! Abbiamo ascoltato, ci siamo emozionati, abbiamo pianto, poi abbiamo pianto ancora!”

“E poi ci siamo rotti!” disse Dean.

“Siamo stufi dei racconti, da quando siamo tornati non facciamo altro che ascoltare e raccontare a nostra volta!” rincarò Sam.

“Vi prego, abbiate pietà di noi. E poi comunque di tutta questa storia, quello che apprezzo di più è la FINE. Non trovi anche tu, Sam, che è stato dolcissimo quando loro due si coccolavano a letto?chiese Dean.

“Sì” confermò Sam. “Anche perché era la fine.” Disse Sam, guardandoli cupo.


“Quindi avete ascoltato.” Disse Castiel compiaciuto.

“Hanno ascoltato con un occhio aperto e un orecchio tappato, sai, Cassie, non credo che loro meritino di ascoltare la rivelazione che dobbiamo fare loro.” disse Gabriel.

“Rivelazione? Ci sono altre rivelazioni?” chiese Dean con la bocca aperta.

“Non su di noi, sciocchini, ma su di VOI.” Disse Gabe ridacchiando.
 
“Cosa??” dissero loro in coro.

“Sapete, dopo che io e Gabe ci siamo ritrovati nel mondo delle fiabe, abbiamo avuto modo di chiacchierare quando siamo tornati sulla Terra, di aggiornarci su tante cose..lui voleva più informazioni su quello che era successo a voi..io gliele diedi..e scambiandoci informazioni, fu chiaro a entrambi che dopotutto..lo shock della vostra storia d’amore non è stato proprio del tutto uno shock..o un fulmine a ciel sereno!” disse Castiel.

“Voi..lo immaginavate? Ma come..?” disse Sam, fissando Dean, che aveva la sua stessa espressione allibita.

Noi sapevamo, che è molto diverso, frugoletti, ma prima di adesso, abbiamo mantenuto il segreto con quello che sapevamo, anche nei confronti di noi stessi. Io non avevo mai detto a Castiel che sapevo, lui non aveva mai detto a me che sapeva..”

Dean e Sam erano ancora confusi, era chiaro che loro pensavano che gli angeli si riferissero a un semplice sospetto, ma Castiel li stupì ancora una volta.
 
“Voi avevate già ammesso i vostri sentimenti, in un LUOGO SEGRETO.” Disse Cas.

“Ma purtroppo l’avete dimenticato. Era inevitabile.” Disse Gabriel.

“Cosa..cosa..cos..” i due fratelli stavano annaspando ora.

“Cosa sarebbe questo luogo segreto? Quando è succ..” farfugliò Dean.

“Siamo disposti a portarvi se volete.” Disse Cas,

“Crediamo che dopo tutto quello che avete passato, ve lo meritate.” Disse Gabe.
 
E prima che i due potessero fare resistenza, i due angeli li presero per un braccio ciascuno e scomparirono tutti e quattro in una bolla luminescente.
 






















Note dell'autrice: 

ok, chi segue l'altra storia, SA, che in realtà non è ancora finita xd vi spiego, qui ho fatto un piccolo salto in avanti, scrivendo quello che avrei scritto dopo la fine della storia (a cui manca davvero pochissimo, ma non so se si tratterà di un capitolo o di quattro ) credo di aver fatto capire ormai, che mi premeva arrivare subito alla fine perchè ero ansiosa di arrivare presto a questa nuova cosa..ma AHIMè la storia si è dilungata troppo xd e io non ce la faccio più ad aspettare, l'ansia di finirla mi fa vivere poi male il tutto, anche perchè è da quando ho iniziato "il quinto mondo" che non vedevo l'ora di arrivare a questo fantomatico luogo, indi per cui ho pensato: ma perchè non fare subito un balzo in avanti e finire quella storia anche tra 2-3 -4 giorni? in fondo a me preme farvi sapere di questa novità, dopodichè riuscirò a finirla con più tranquillità ^^ e quindi niente, ovviamente in questo capitolo Sam e Dean hanno già sentito tutta la storia, anche se io non l'ho ancora finita di là..insomma ci capiamo xd ora, chissà se avete indovinato di quale luogo parlano!! :pp l'indizio è nascosto nella storia "l'amore di un angelo"! :pp

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Il potere di una goccia d'acqua ***


Attenzione, prima di questo capitolo, ci sarebbe da leggere lo spin off "Paradiso e inferno" 
Siete liberi ovviamente anche di saltare lo spin off, ma non capirete nulla di chi sono questi due, che non sono ovviamenti Sam e Dean gli originali xd


https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3771470&i=1









Fu come CADERE.
Fu come la CADUTA.
Per un angelo.
La goccia d’acqua mora, cadde in una distesa di papaveri.
Fu una caduta rovinosa, come cadere da un grattacielo altissimo.
 
 
Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano,
che ti fan voglia dall’ombra dei fossi…
 
 
I fiori profumavano, ma non avevano pena di lui, in mezzo a tanta bellezza e a mille profumi,
il dolore non si attenuava, ma anzi, si faceva più intenso.
 
Ma sono mille papaveri rossi…
 
Sam 2.0 si alzò, cercando per quanto possibile di sostenersi sulle gambe, sentiva un dolore terribile in tutto il corpo, come se avesse tutte le ossa spezzate, faceva caldo, anzi si sentiva..
 
BRUCIARE realizzò guardando l’impietoso sole, alto nel cielo.
 
Sentì il bisogno di frenare tutto quell’incendio, ma non sapeva come.
“Il..il lago..” disse tra sé e sé, avvicinandosi a esso, ce l’aveva a pochi passi.
 
Un passo, poi l’altro, poi l’altro..l’acqua era fresca e luccicante, rifletteva i raggi del sole sui suoi piedi, si chiese se fosse la prima cosa vera, il primo contatto con l’acqua vera, con cui avesse contatto, da quando era stato CREATO.
Non ci pensò più di tanto, quando mosso dall’istinto, si buttò, lasciandosi abbracciare dalla freschezza dell’acqua.
L’acqua…la vita…
 
Lungo le sponde del mio torrente, voglio che scendano i lucci argentati..
 
Nuotò per il tempo che pensò servisse, a irrompere tutto quel fuoco che sentiva dentro di sé, poi si guardò e sbarrò gli occhi.
Pezzi di carne rosa, galleggiavano come pelle morta, nel lago davanti a lui e intorno a lui.
Fu allora che capì.
Non era il sole. Era LUI.
Sentì delle gocce cadergli addosso, dall’alto e subito si maledì. Cedere alle lacrime, per una goccia d’acqua, probabilmente, equivaleva a far piovere, avrebbe dovuto trattenersi, avrebbe POTUTO…
Poi realizzò che non era stata colpa sua, stava piovendo spontaneamente. Gocce d’acqua salata, cadevano su di lui, mischiandosi alle sue lacrime e prendendosi beffe di lui.
Forse la prima volta che una goccia d’acqua piangeva, aveva il potere grande di far piangere anche il cielo.
 
 
 
 
 
*
 
Era uscito dal lago e si stava dirigendo come un vagabondo, o un autostoppista..
 
Forse un soldato..
 
Verso la strada.
La strada sembrava infinita.
Assomigliava alla strada del Paradiso, lunga, infinita, impietosa..
E mentre camminava, canticchiava mentalmente una vecchia canzone che aveva conosciuto in un’altra vita. (* guardare le note.)
 
Il fisico minacciava di sfiancarlo, le forze sembravano dover cedere da un momento all’altro.
Camminava sentendo come un masso enorme sopra la schiena, gli occhi chiusi, mentre quello che era successo in Paradiso, lo sopraffaceva con la potenza di mille spilloni piantati nella schiena, a mò di ferite.
 
Così dicevi ed era d’inverno
E come gli altri verso l’Inferno
Te ne vai triste come chi deve,
il vento ti sputa in faccia la neve
 
 
 
 
Sam 2.0 camminò per secoli, o forse per brevi attimi, quando un furgone sembrò fermarsi, affiancandolo.
 
“Ehi, ragazzo..va tutto bene?”
 
Sam 2.0 alzò il capo e vide davanti a sé un uomo alto, muscoloso,con gli occhi color cielo, che lo scrutava.
 
Un camionista..
 
“C-come?” domandò il ragazzo stranito.
“A vederti pare che tu sia stato gettato in un tritarifiuti e poi mandato a far compagnia ai pesci giù al lago. “ disse l’uomo e subito si preoccupò. “Non è quello che è successo, vero?”
 
Sam 2.0 aveva vissuto una vita illusoria con Dean ed era a conoscenza degli stati d’animo delle persone, eppure, per qualche ragione, affacciato alla vita VERA per la prima volta, sembrava incapace di riconoscere i sintomi di qualcuno che si preoccupa per un altro simile.
 
“Io..io non capisco..che cosa voglia da me…” disse sulla difensiva.
L’uomo, tuttavia, invece di sentirsi scoraggiato, si preoccupò ancora di più. Era chiaro che pensava che il ragazzo fosse stato rapito da qualcuno o torturato.
“Sali su, ragazzo, non resisterai a lungo in queste condizioni. Il sole del Colorado è impietoso.”
“Siamo in Colorado?” chiese Sam stranito, ignorando il resto del discorso.
L’uomo lo fissò.
“Non sai neppure questo? Hai un’amnesia, ragazzo? avanti, sali, non voglio sentire storie, avanti.”
In un’altra circostanza, Sam avrebbe reagito male a un ordine diretto, soprattutto si sarebbe rifiutato di accettare di farsi dire di nuovo da qualcuno – umano o serafino che fosse – di andare dove volevano loro, ma in quel momento era distrutto.
 
Mosso più dalla stanchezza che da un reale bisogno d’affetto o di qualcuno che si prendesse cura di lui, accettò di salire in macchina.
 
“Ecco, su, mettiti questa, starai congelando..” disse l’uomo, mettendogli su una coperta un po logora addosso.
Sam si lasciò fare piuttosto docile, raggomitolandosi sul sedile, guardandolo incuriosito.
“Sta tranquillo, non sono un maniaco.” Disse l’uomo sorridendo.
“Lo so.” Rispose l’altro.
“Come ti chiami, a proposito, ragazzo? Io sono Timmy!”
S….- Samuel. “ rispose l’altro.
“Bene, Samuel. I tuoi problemi sono finiti.” Disse e prese a rombare con il motore.
 
E mentre marciavi con l’anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico colore
Ma la divisa di un altro colore…
 
 
 
 
 
 
*
 
Erano fermi ad un benzinaio, poco più in là c’era una tavola calda, dove l’uomo aveva preso una cioccolata calda da portare a Sam, dopo avergli lasciato la sua intimità per cambiarsi con i suoi vestiti in macchina.
Ora, Sam stava bevendo la cioccolata calda in macchina, tenendo le mani sulla scodella e trangugiando piano, in attesa che l’uomo finisse di fare benzina.
Quando ripartirono, l’uomo notò che il ragazzo era sempre più taciturno.
 
“Senti, ma davvero non vuoi dirmi come ti sei fatto quelle ferite? Sono delle ferite molto brutte..”
“Io..non lo so..” rispondeva laconico Sam, guardando i numerosi tagli aperti sulle braccia e sul corpo.
L’uomo si mosse a disagio.
“Senti, ragazzo, se sei stato rapito da un maniaco, io posso aiutarti, parleremo con la polizia, se non vuoi parlare con me, vedrai che tutto..”
Sam lo guardò come se l’uomo avesse appena ordinato di bruciarlo al rogo.
Polizia?? Perché??”
L’uomo lo fissò stranito.
 
“Sei stato assalito, ragazzo, come cittadino onesto , io..”
“Chi ti credi di essere per parlarmi così? Non sei mio padre!”
L’uomo sembrò sconvolto dalla reazione del giovane, tuttavia, cercò di restare fermo.
 
“Non mi importa, sei sconvolto e..”
“Ferma la macchina.”
“Ragazzo..”
“FERMA – LA – MACCHINA.”
 
Il camion, si fermò con una sgommata poderosa, in uno spiazzo deserto.
 
 
“Scendi.” Ordinò il moro.
“Insomma, si può sapere qual è il problema!!”
Sam lo spinse fuori dalla vettura e ora i due si fronteggiarono.
 
“Siete tutti uguali voi umani, esseri abbietti. Passate la vita a cercare di costringere gli altri a fare quello che volete, a cercare di dirgli dove devono andare..”
“Senti, io non sono come le bestie che hai conosciuto..in qualunque inferno tu sia stato, ora ne sei fuori..” disse l’uomo che non poteva sapere cosa davvero quel ragazzino avesse passato.
Sam ghignò e i suoi occhi divennero rossi.
 
“Cosa ne sai, tu, piccolo uomo, di cosa sia l’inferno, se non ci sei stato??”
“O-oddio!” gemette l’uomo terrorizzato, vedendo gli occhi del ragazzo divenire rossi.
 
Sam si compiacque di quella reazione, tuttavia, restò strabiliato quando, un secondo dopo, l’uomo gli toccò il viso con le dita.
 
“Ma cos..”
“Povero ragazzo, povero, povero ragazzo, cosa ti hanno fatto..cos’hanno fatto ai tuoi occhi..mi dispiace..”
Qualcosa si smosse dentro Sam, qualcosa di estremamente spiacevole, che non sapeva riconoscere.
 
“Mi prendi in giro?? Finiscila di compatirmi! Non attacca con me!” gridò, riprendendo ad aggredirlo. Gli mise una mano sulla guancia, stringendola appena, l’uomo chiuse gli occhi senza reagire, ma Sam non affondò la presa, si trattenne dall’affondare le unghie in quella carne intatta, fino  a farla diventare come la sua, logora, strappata e lacerante.
Per qualche strano motivo, sembrava titubante dal fare del male a questo strano sconosciuto che si era preso cura di lui.
 
 
“Mi dispiace..mi dispiace se ti ho fatto infuriare..mi preoccupavo solo per te..” disse Timmy, poggiando la mano sulla sua spalla. Sam guardò il gesto e lo lasciò andare, pensieroso.
 
“Perché ti preoccupi tanto per me? Sei davvero così?”
“Io..non..”
“Resta fermo.” Disse e senza sapere bene cosa faceva, gli mise le mani ai lati della testa, l’uomo chiuse gli occhi con un gemito.
Sam lo lasciò andare, dopo qualche secondo, sulla sua faccia un’espressione sorpresa.
 
“Hai una sorellina di 10 anni..”
“Come fai a saperlo?” chiese l’uomo stralunato e scioccato.
Sam lo guardò con un’espressione rabbiosa e quello si sbrigò a confermare.
“Sì..sì..è tutta..tutta la mia vita..ha solo me al mondo..”
Sam sbarrò gli occhi a sentire questo.
Siamo noi due da soli contro il mondo, Sammy!
 
 
La sua espressione divenne ostile e conflittuale, si avvicinò di nuovo all’uomo.
“Tu sai che io non sono umano, vero?”
“N-no..m—ma se me lo dici tu, ci credo!” disse l’uomo, arretrando.
“Quindi, che cosa dovrei fare ora con te?”
“T-ti prego. Ti scongiuro, lasciami andare! La mia sorellina..”
 
Sam gli afferrò le spalle e questa volta l’uomo sentì quasi le unghie perforargli la pelle.
 
 
Sparargli Piero, sparagli ora,
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere a terra, coprire il suo sangue.
 
“Dov’è il motel più vicino?? Parla!”
“A…a poco meno di due chilometri!” disse l’uomo.
“Portami li!” ordinò Samuel al suo orecchio.
L’uomo obbedì subito.
 
 
 
*
Quando arrivarono al motel e Samuel prenotò una camera con i soldi dell’uomo, tornò fuori a fronteggiare l’uomo, lo prese di nuovo per le spalle.
 
“Adesso che vuoi fare? Uccidermi??”
 
E se gli sparo in fronte o nel cuore, soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore..
 
 
“Prendi il tuo camion e vattene. Va da tua sorella..occupati di lei e non tornare..”
L’uomo sbarrò gli occhi. “Certo..sì..ASPETTA.” lo chiamò di nuovo stupendolo.
Gli diede diverse banconote.
“Che stai facendo??” chiese Samuel.
“Ti serviranno dei soldi per viaggiare..e per un pasto..” disse l’uomo.
Samuel restò a testa bassa a guardare le banconote, impietrito.

“E per..rimetterti in sesto!” disse ancora l’uomo notando i lunghi tagli alle braccia e alle spalle.
Samuel alzò gli occhi su di lui e gli rivolse uno strano sguardo tremulo. L’uomo non aveva bisogno di un grazie per capire che il ragazzo ne era riconoscente.

All’improvviso il ragazzo si avvicinò all’uomo e gli sussurrò all’orecchio.

“Se ti fai rivedere o se provi a denunciarmi a qualcuno, ti uccido.

L’uomo, noto psicanalista da molti anni, era più abituato a dar retta al tono della voce che non alle parole in sé, quindi non fu sconvolto dalla minaccia, che gli sembrò ben poco sicura e molto incerta, nonché cadenzata da un certo tono tremulo.
Samuel tornò al motel senza guardarsi indietro.
 
Pochi istanti dopo, una macchina parcheggiò davanti a quello stesso motel.
 
 
 
 
 
 
Una volta che Samuel fu nella sua stanza, barcollando e restando a malapena in piedi, si sbattè la porta alle spalle.
La sua testa sembrava esplodere. Una confusa sequenza di immagini che lo facevano impazzire.
 
“Questo perché sei un po strano, ma lo sono anch’io..e ti giuro che ti rimarrò vicino per sempre.”
 
“NO!” gridò Sam, urtando un vaso e facendolo cadere per terra.
 
 
“Mi prenderò cura di te, sta tranquillo, è questo il mio compito, giusto? Prendermi cura di quella spina nel fianco del mio fratellino.”
Samuel cadde a terra.
 
“Tu mi hai salvato la vita un mucchio di volte, hai sacrificato tutto per me, non credi che farei lo stesso anch’io? Tu sei mio fratello e non c’è niente che io non farei per te.”
 
Samuel non gridò, ma dentro gridava. Gridava immensamente, tenendosi il petto stretto con le mani.
 
 
 
Si alzò e si rese conto di essere di nuovo una sagoma bianca. Probabilmente la sua anima – ma ne aveva una ? – cercando di sfuggire a tutto quel dolore, aveva ripreso la sua vecchia forma.
Andò davanti allo specchio del bagno e si fissò.
 
Il suo riflesso era un pasticcio confuso di disperazione, sofferenza, dolore, tormento.
 
Aveva di nuovo un aspetto andogino, ma il luccichio verde dei suoi occhi era rimasto, tuttavia pur con quella forma, sembrava che si stesse sgretolando.
 
Pezzi di carne si stavano staccando letteralmente dalle sue braccia e dalle ginocchia, probabilmente si stava autodistruggendo da solo.
 
Lacrime presero a scendere giù per il suo viso.
Una menzogna.
 
Era stata tutta una menzogna, la sua vita con Dean, suo fratello.
Il loro amore.
IL SUO.
 
 
“TUTTA UNA BUGIA!!” gridò, infrangendo lo specchio con un pugno e mirando poi il sangue che cadeva dalla sua mano.
 
 
 
Fuori dalla porta della sua stanza, qualcuno lo osservava. Era la goccia d’acqua di Dean. Lo osservava di nascosto. Capendo la situazione disperata, decise di non entrare e di andare via, ma urtò un portaombrelli che cadde, facendo un baccano terribile.
Ovviamente Samuel sentì il trambusto. Si girò ancora in lacrime, riprendendo istantaneamente la forma del Sam ventidueenne.
 
 
“Chi c’è? Chi c’è là?” gridò, sulle scale.
Dean però, stava già scendendo le scale frettolosamente.
 
“CHI SEI?”
 
Lo rincorse, frettolosamente, a perdifiato.
 
Le scale erano ancora numerose, ma Sam riuscì comunque a riconoscerlo.
 
“TU.”
 
Quella parola, fece bloccare Dean.
 
Come osi mostrare ancora la tua faccia, non sei altro che un…” disse Samuel astioso, facendo per raggiungerlo. Era chiaro che l’aveva scambiato per Dean l’originale.
 
Dean la goccia però, non seppe mai che cos’era, visto che Samuel, forse per via delle troppe emozioni di quella giornata, non riuscì a completare la frase, che ebbe come un capogiro e cadde dalle scale.
 
Cadde nel vero senso della parola, rotolò per due rampe di scale, si sarebbe sicuramente fatto molto male se non fosse stato per Dean che, alzò una mano, riuscendo chissà come, a rallentare il tempo della sua caduta.
 
Cadde infine ai suoi piedi.
 
Svenuto.
 
Dean scosse appena la testa.
 
“Va bene che sono strepitoso, ma cadere in questo modo ai miei piedi..ci si può fare male.”
 
Dicendo così, andò da lui e lo alzò come se non avesse peso, portandolo di nuovo su, come se fosse una sposa, mentre Sam, la testa penzoloni, era ormai troppo svenuto per protestare o per rendersi conto di quello che stava succedendo.
 
 























 Note dell'autrice: 

e rieccociii finalmente riprendo questa storia!! xd non vedevo l'ora! ora avrete capito che lo spin off era sia una cosa che mi premeva fare, sia faceva da porta per inserire le "gocce d'acqua " xd è una storyline a cui ci tengo particolarmente, avrete visto quanto mi sono impegnata per l'angst, cosa che non faccio quasi mai xd ditemi che ne pensate ^^

*

avrete notato i pezzi in corsivo, vengono da una canzone "la guerra di Piero" che mi è rimasta dentro, ce l'hanno fatta studiare a scuola. La conoscete? Vi piace? Daisy, se non ricordo male, forse te l'avevo già chiesto, mi avevi risposto che non la conosci? o me lo sono inventato? o.O che ne pensi?

Lo so cosa state pensando adesso, è la solita storia dei doppelgangher che alla fine faccio mettere insieme, ma tranquilli! non voglio sia una cosa banale, voglio sia davvero una cosa avvincente ^^ se avete notato, non ho scritto melensaggini iniutili e anche il rapporto tra i due non sarà facile ^^ 

alla prossima e bentornati su questa storia <333

Ps sempre Daisy, o anche le altre ragazze, se volete, riuscite a scovarmi la citazione di Aladdin? LOL

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Noi siamo come le piante ***


Samuel avvertiva tutto il corpo spezzarsi e poi fare male e poi spezzarsi ancora e poi un caldo allucinante, assurdo.
Era tornato all’inferno. Era morto e poi tornato all’inferno, lo sapeva che tutto questo non poteva durare.
L’aveva sempre saputo!

Cercò di muoversi a tastoni, forse più in fretta l’avrebbe fatto, più in fretta avrebbe trovato il suo Dean e sarebbe tornato tutto com’era prima..

E lui sarebbe riuscito a dimenticare!!
“Stai fermo.” Disse una voce.
 
Samuel si bloccò. La voce era tonante e possente, ne aveva paura.

“Sei..Dio?”

“Cazzo, hai sbattuto la testa più forte di quanto pensassi!” (ho sbattuto la testa più forte di quanto pensassi - cit aladdin quando vede il genio la prima volta )

Questo non sembrava tanto regale, tanto..da Dio, riflettè Samuel.
Aprì piano gli occhi, perché gli facevano malissimo anche quelli.
 


Vide un volto famigliare, quello che ormai era diventato ufficialmente il suo persecutore per sempre.

Dean Winchester, o almeno, Dean Winchester 9 anni fa.

“Quante sono queste?” chiese il ragazzo, mostrando due dita.

Sam gli scacciò la mano, con una smorfia. Aveva la nausea. Cercò di alzarsi.
“Ehi, ehi, dove pensi di andare?”

Samuel fece appena in tempo a posare un piede sul pavimento che avvertì un capogiro e dovette rimettersi sdraiato con una smorfia.

“Bravo, se pensavi di alzarti, ripensaci meglio.” disse il biondo.
Samuel gemette di frustrazione.
“Sei ancora qui?”

“Ehi, io me ne stavo andando, splendore, sei stato tu a corrermi dietro.”
“Credevo fossi…qualcun altro..”

“So esattamente chi credevi che fossi.” lo scimmiottò Dean.

Samuel lo fissò, bene e a lungo, questa volta, deglutì, guardando poi sé stesso.
“Sei…come me?
“Sì.” Rispose Dean.

“Siamo..caduti…dal Paradiso..
“Yep.”

Sam si passò una mano sugli occhi, turbato, poi parlò di nuovo.



“Cosa mi è successo? Credevo di stare per morire, mi sentivo malissimo..perdevo..PEZZI..” disse, rabbrividendo e guardandosi le braccia ora intatte.
Dean sospirò, guardandolo in maniera indecifrabile e a braccia conserte.

“Noi ufficialmente non dovremmo esistere su questo piano della realtà e lo spostamento da una dimensione all’altra, ha avuto un impatto traumatico sulla tua vera natura. Tagli, lesioni, abrasioni, ferite.”

“Ma adesso sto bene!” protestò Samuel.
“Certo, perché più che le condizioni *climatiche* un ruolo importante lo hanno svolto le tue *emozioni *” disse Dean virgolettando le due parole.

“Non capisco cosa tu stia dicendo. Emozioni? Parli come un bambino!”

Tu sei un bambino! Ti sei lasciato sopraffare dalla violenza della tua rabbia, dalla tristezza, dal dolore e dalla nostalgia. Forse hai dimenticato chi sei tu DAVVERO, beh, te lo ricordo io. Non sei nientedimeno che un desiderio, sei un’emozione e come tale vivi di questo. Dunque cosa pensi ti succede nel momento in cui permetti alla tua stessa essenza di sopraffarti?”

Samuel restò agghiacciato senza proferire parola.
Dean sorrise.

“Vedila come un cancro che divora tutto, anche sé stesso alla fine.”

“Le mie emozioni mi stavano uccidendo?”

“Vedila in questo modo se per te è più semplice, anche se penso che in parte abbiamo ricevuto un qualche danno anche solo semplicemente diventando VIVI per la prima volta nella nostra vita.”
“Come mai a te non è capitato?”

Dean scrollò le spalle. “Sono stato all’inferno per quarant’anni, ho imparato a gestire le mie emozioni e il dolore che ne deriva.”

“Non sparare palle.” Si innervosì Sam. “Dean, magari LUI..è stato all’inferno..non..non tu..o sì?” chiese incerto.
Dean sorrise.


“In effetti hai ragione, non sono stato all’inferno, ufficialmente sono stato creato anche io, dal vero Sam, poco dopo che Sam morì all'età di 23 anni.. ciò vuol dire che mi ha creato quando ne avevo poco più di 27.”
“E allora come..”

“Non avrò mai vissuto l’inferno VERO, ma il vero Dean, sì, non ti sei accorto che se vuoi, sei in grado di attingere a tutti i ricordi veri del tuo CREATORE, fino a poco prima che lasciammo il paradiso?”

Sam ascoltò quella rivelazione con orrore.

“No, scommetto di no, hai fatto di tutto per sfuggire a tutti quei ricordi, come potresti?” rise Dean. “Beh, ma forse fai bene, anzi ti consiglio di continuare a farlo.”
Questo suscitò nuova rabbia in Sam.

“COME TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTO MODO E CON QUESTA ARROGANZA?” disse, scendendo dal letto e facendo ridacchiare Dean. “E già che ci sei, spiegami perché mi hai riportato in camera, mi hai..” il suo sguardo andò a guardare le scarpe abbandonate in un angolo. “tolto le scarpe e messo nel letto e…chi ti ha dato il permesso di toccarmi??” cercò di riempirlo di pugni sul petto, ma Dean con un sorriso gli bloccò i pugni, tenendogli fermi i polsi.



“Quante storie, Sammy, neanche avessi fatto sesso con te, mentre eri addormentato..” lo derise.
Sam gli diede una gomitata nelle sue parti basse.

Ouch. “ disse piegandosi. “Non avresti dovuto, è una parte sensibile, non è stata ancora usata veramente.” E subito lo ricambiò con un pugno sullo stomaco che lo fece piegare e barcollare fino al letto, fino a crollare su di esso con un gran fracasso, rompendolo per metà.
 
Sam gemette dal dolore, mentre Dean lo guardava sprezzante.



“Ti avevo avvertito che io non sono LUI, carissimo. Credevi che non mi sarei ribellato solo perché ti ho curato? Non ho i suoi scrupoli, come ti ho curato, posso distruggerti. In fondo, non sei mica mio fratello!
Sam gemette a sentire quelle parole.

“Se la pensi così, perché mi hai curato??” chiese, guardandolo pieno di odio, ma anche curiosità.
Dean si leccò le labbra.

“Forse tu non lo ricorderai, ma sei stato tu a risvegliarmi da quella vita fasulla ma fantastica che stavo vivendo. Tu mi hai svegliato dall’ampolla del SOGNO.”

Sam sbarrò gli occhi e per un po sembrò a Dean che cercasse di smarrirsi nella mole di ricordi, per trovare quei particolari frammenti, poi lo vide fermarsi in realizzazione.

“è vero..”deglutì “ma io..non sapevo quello che facevo..ero..così tanto arrabbiato, vedere te è stato come vedere me stesso. Sono stato accecato dalla collera, ma..ti ho sempre risvegliato da un inganno, no? Ti ho fatto un favore.”

“Sì, certo, a modo tuo, si, l’hai fatto.”
Sam rise. Una risata sepolcrale.
“Avresti preferito restare laggiù??”

“E tu no? Si vede come hai preso bene la realizzazione della tua inutile vita.” disse Dean.

“è per questo che mi hai seguito? Per insultarmi? Come vuoi capirlo, che io NON SONO LUI?

“Neanche io sono il tuo Dean, ma questo non ti impedisce di odiarmi, vedo.”

Sam lo fissò sprezzante, poi si coprì gli occhi con una mano.

“Non posso sopportare di vedere la tua faccia..quel volto..quello di chi..ti prego, VATTENE, vattene, fatti la tua vita e non tornare mai più, non voglio vederti mai più.”

Sulle sue braccia stavano comparendo lentamente dei segni rossi e delle bolle rosse.


Dean le fissò sprezzante, poi si avvicinò al suo letto e gli prese le braccia tra le mani e strinse, fino quasi a ficcargli le unghie nella pelle.

“Queste ferite, le ho fatte andare via con fatica e pazienza, piccolo, sciocco, inutile, ingrato e con i tuoi sciocchi isterismi da donnicciola isterica, stai rendendo vani i miei sforzi per riaggiustare la tua forma umana!

“Chi se ne fotte!! Gridò Samuel. “Non capisci? Io non voglio essere umano! Non mi interessa vivere, sperimentare le emozioni, la vita, nulla! Tutto quello che era importante per me è stato gettato via, credi che io voglia vivere così? Con la consapevolezza che l’uomo che amavo così follemente, mi ha creato per usarmi e poi mi ha abbandonato a me stesso per qualcuno con le mie stesse fattezze? Pensi che possa voler continuare a vivere sapendo di essere solo una pallida copia di quello che lui amava veramente?”

Dean lo fissò nauseato.

“Sei ancora più patetico di quello che pensavo e dire che pensavo TANTO.”

“Il tuo disprezzo mi lascia indifferente.” Disse Sam, ma lo guardò con sguardo colmo di rabbia.

Dean senza parlare, mise le mani sulle sue braccia e una strana energia verde si sprigionò dalle sue mani fino al suo corpo, lasciando Sam interdetto.

“Ma cosa..”

“Le piante..sfruttano l’energia solare…e prendono l’ossigeno dall’aria..le radici assorbono l’ossigeno..eliminando l’anidride carbonica.. noi siamo come le piante..” disse con una nota stranamente dolce.

Sotto le mani di Dean, sulle braccia di Sam si stavano muovendo strani fenomeni sottopelle, come correnti venose che si stavano modificando ed alterando ancora e ancora, come se sottopelle Sam avesse in moto qualcosa di simile ad un fiore che stesse germogliando, ad una pianta che stesse nascendo e che quest’ultime lo stessero curando.





Le sue braccia divennero blu, per pochi istanti, mentre venature verdi, come radici, lo attraversarono per poi scomparire di nuovo, lasciando la sua pelle intatta.
Dean fece lo stesso sotto al suo collo, dove aveva un piccolo taglietto appena fatto.
 
“Noi siamo come le piante..” disse Dean guardandolo. “Possiamo eliminare le ferite dei nostri simili e curarle, anche se non possiamo curare noi stessi. È così che ti ho curato, ora dimmi, hai visto quello che ho fatto, pensi ancora che un simile miracolo, sia un abominio della natura? Che NOI lo siamo? Dopo la bellezza che hai visto?”

Sam restò zitto senza dire niente, ma era impressionato, Dean lo capì.

“Non cambia comunque niente. Tutto questo dolore non svanirà.”
“è qui che ti sbagli. Io posso aiutarti a controllarlo e poi a eliminarlo.” Disse Dean.

“Perché?? L’hai detto tu! Tutto quello che avevamo era il desiderio di un amore che ci è stato portato via. Il dolore è l’unica cosa che ci resta! Cosa ci resta più se anche quello svanirà??”
 
Dean lo fissò con un sorriso maligno e aprì bocca per replicare.

“Ti sbagli, mio dolcissimo amico. Qualcos’altro c’è. La vendetta.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Di nuovo sulla terra ferma! ***


Splaaaaaaash


 
Sam e Dean caddero dal cielo, fino a precipitare in un fiume.

“Sam. Saaaaam!”

Dean si riprese quasi immediatamente, precipitandosi ad andare a prendere il fratello che stava andando sotto.
Sam a sua volta stava aprendo gli occhi e stava facendo per tornare su, vedendo Dean scendere.

Si incontrarono a metà strada.
“Spluuuuut. Dean , lasciami, sto bene.”

“Lo dici te, stavi andando giù.” Disse Dean, tenendogli una mano per la vita.
“L’impatto mi ha solo tramortito.”
“Mi hai fatto prendere una paura..” disse Dean.

“Oh, Dean, quando la finirai di preoccuparti per me?” chiese Sam con uno sbuffo esasperato ma un sorriso dolcissimo e gli occhi che gli sorridevano.

“Beh, aspetta,  prima usciamo da questo fiume e poi te lo dico.”
Sam piuttosto perplesso, seguì Dean, fuori dal fiume, poi il maggiore gli prese il volto tra le mani e gli disse: “Mai.” Baciandolo sulla bocca.

Sam si lasciò andare al bacio, approfondendolo e godendosi quel bacio, alla luce del tramonto.
Sì, era il tramonto.

“Lo sai che sei bellissimo, tutto bagnato?” disse Dean, accarezzandogli i capelli.

Sam lo guardò facendo una delle sue solite smorfie.
“Non dire certe cose a doppio senso..e non toccarmi i capelli così..lo sai che poi mi eccito..” disse Sam.
“Uh-uh…e cosa fai, se ti ecciti?” chiese Dean.

“Ehm, forse dovremmo preoccuparci di trovare Gabriel e Castiel?” chiese Sam.

“Perché? Non sono interessato a un quadrisome.” Disse Dean.
“Dean! I desideri..le forme d’acqua..la rivolta in Paradiso..”

“Sono più importanti del sesso? Oh, va bene, cercheremo di contattare Cas e Gabe una volta arrivati al bunker, prima però dovremmo riuscire ad arrivarci. “ disse Dean, guardandosi intorno.
 






















Note dell'autrice: scusatemi tanto per il capitolo corto xd credo che i prossimi saranno capitoli duri per me da scrivere xd
spero vi piaccia comunque xd

Daisy grazie per avermi detto dell'errore "everywhere" xd te l'ho già detto nella risposta alla recensione, ma siccome ho aggiunto dopo il ringraziamento perchè avevo modificato la risposta, penso che le modifiche alle risposte non arrivino alla casella messaggi..e niente..volevo comunque dirlo anche qui! :) 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Passione e fuoco ***


“Sam, ma quanto dovremmo camminare ancora?” gli chiese il maggiore.

“Andiamo, Dean, abbiamo sopportato di peggio. Una camminata non è la fine del mondo.” Scherzò Sam, ridendo.

“Una camminata sotto il sole cocente e DOPO UNA LOTTA tra vari esseri non meglio imprecisati in Paradiso che ci hanno assalito come una mandria imbufalita.” Sbuffò Dean.

Sam rise. “Stai invecchiando.”

“No, siamo NOI che siamo più vecchi di quello che sembriamo, considerato che abbiamo vissuto in tutti i posti dell’aldilà, inferno, purgatorio e paradiso, per ANNI E ANNI, ci manca solo il vuoto e poi siamo a posto.”
Sam rise e gli prese le mani. Dean lo fissò stranito.

“Che ti prende?” chiese Dean, avvertendo una strana energia provenire dalle sue mani.

“Scusa, Dean, ma io trovo tutto quello che abbiamo vissuto, anche la lotta, davvero INCREDIBILE.

Dean lo fissò stranito. “Sei sicuro di stare bene? Hai la febbre? Quello che è successo è CATASTROFICO, in più non riusciamo a contattare Castiel e Gabriel, non sappiamo quello che gli è successo e…”

Sam rise ancora e nel suo sguardo c’era un che di euforico ed esaltato.

“Gabriel è sopravvissuto perfino alla lama angelica che Lucifero gli ha impugnato contro, è vissuto ANNI in un’altra dimensione, Castiel è stato resuscitato da Dio più volte, Lucifero si è redento, il nostro fratellino è in pace in Paradiso e perfino Michele è curato dagli angeli e noi abbiamo fatto sesso , anzi L’AMORE, in Paradiso! Sinceramente, dopo tutte queste esperienze, credi ancora che qualcosa possa andare storto, Dean?”
Dean continuò a fissarlo come se fosse un alieno.

“A dire la verità, sì…due esseri che hanno le nostre sembianze..sono appena scesi sulla terra, assieme a una miriade di altri strani esseri..però..se me lo dici in questo modo..quasi arrivo a crederci anche io..che cosa sta succedendo?”

“Oh, non lo so, Dean..forse è l’adrenalina…ma..non mi sono mai sentito così energico come in questo momento…e…ho voglia di fare sesso!!

“Cosa???”

“Oh, ti prego, facciamolo qui, proprio qui??”
“Sei pazzo??? In strada???”

“Non passa nessuno qui. Non è una zona di grande passaggio!!”

“Sam, tu sei ufficialmente impazzito. Il sesso all’aperto nemmeno quand’eravamo ragazzi..SAM!!”



Sam lo aveva già spinto sopra lo spiazzo erboso, ridendo.

“Sam, fermati, se ci vedono…” disse Dean, bloccandogli i polsi.
Sam continuò a ridere.
“Stai proprio invecchiando.”
Dean a quelle parole, ribaltò le posizioni.

“Chi è il nonnetto, ora??”
Sam rise, dicendo "Dovevi dire - easy Tiger - " e ripetè quello che gli aveva detto anni fa. (1 x 1 )
“Dai, togliti.”

Dean sogghignò. “Avrei dovuto farlo anni fa.” (NB Dean si riferisce alla scena della 1 x 1 dove si rivedono dopo anni a casa di jessica )

E lo spogliò dei vestiti, facendolo sussultare di sorpresa.
“Dov’è andato a finire il tuo pudore?”

“Si è fottuto. Ma non sarà l’unico tra poco..”

“Wow, mi mancava il tuo parlare sporco.”
“Tra poco non riderai più.” disse Dean spogliandosi anch’esso della maglietta.
 
Sam percorse con l’indice, la linea dei suoi addominali, facendolo eccitare ancora di più.


Cominciò a prepararlo con le dita facendolo gemere.
“B-basta. Non mi serve. Sono troppo eccitato.” Disse Sam, spingendolo in avanti e facendolo entrare subito.
“Cazzo, Sam..sembri febbricitante.”

“Lo sono. Forse.”  Disse Sam, reclinandosi all’indietro e accompagnando la prima spinta, poi la seconda.

Sentiva l’odore forte dell’erba sul prato, solleticargli la testa e il sesso pulsante di Dean al suo interno, fargli vedere le stelle.
 

Nelle loro viscere, l’adrenalina, ma anche qualcosa di più, che fluiva dentro i loro corpi.
 



Quando si risvegliarono, camminarono ancora un po, fino ad arrivare ad un motel di passaggio. Stranamente non si sentivano sfiniti, anzi, sentivano di avere un’energia senza limiti.

“Dean, che ne dici se ci fermiamo a mangiare qualcosa e poi rubiamo un furgone per tornare al bunker?”
“è una grandiosa idea. Tu che ne dici di prendere come accompagnamento ai panini, anche una torta stavolta?”

Sam lo guardò curioso. “Credo che per stavolta farò come te. Ho voglia di zuccheri.”
Presero entrambi come dolce una fetta di torta alle ciliegie.
 
Quando si guardarono intorno per scegliere un’automobile da rubare, però, bastò un tocco casuale, per sprigionare una piccola scintilla bianca tra di loro.
“Sam?? Ma che cosa diavolo era?”

“Non lo so, Dean..aspetta..” riprese le sue mani tra le sue e le studiò.
Dean lo guardò con aria interrogativa.

“Dean, cerca di concentrarti sul bunker, come se vorresti essere li.”
“Cosa? E perché dovrei farlo?”

“Fallo e basta.” Disse Sam.
Dean obbedì senza discutere e in un lampo, portati li da una bolla bianca, furono entrambi li.
 
 
“Oh mio dio!” disse Dean con un sussulto, guardandosi intorno.

“è stupendo, ce l’abbiamo fatta! È come sospettavo, Dean!”

“Cosa? Come sospettavi cosa??” chiese Dean sbalordito.

“Castiel ci aveva avvisati! Ci aveva detto che in noi poteva restare qualche riserva di grazia, l’energia incredibile che abbiamo sentito!! È la nostra grazia!”

Dean lo guardò stupito. “Non posso crederci.”

“Per qualche ragione, è defluita di più da quando siamo stati in Paradiso!”

Dean a quel punto li, era stanco di parlare. Lo sollevò di peso e lo sbattè senza tanti complimenti, sul tavolo.
“AHH. Sei di nuovo eccitato, vedo.” Gemette Sam.

“Qui c’è qualcuno che è eccitato più di me.” grugnì Dean, facendo pressione sulla vistosa erezione del minore. Gli slacciò la cerniera di Jeans con irruenza e si sfilò i pantaloni a sua volta.
Poi si spinse in lui che gemette di piacere.

Non c’era neanche bisogno di preparazione. Era come se i loro corpi fossero caldi e accoglienti e bisognosi, che attendevano altro piacere e calore.

Sam reclinò la testa all’indietro, sopraffatto dal piacere provocato dalle spinte del maggiore, sempre più forti, intense, selvatiche.
 
Fu un sesso quasi animalesco, al punto che quando arrivarono al culmine, quasi persero i sensi.


“Dean, io…” disse Sam, alzandosi. Avvertì un capogiro quasi e il maggiore lo attirò a sé, per sostenerlo e poi abbracciarlo.
“Dean, sai che io ti am..”

Dean gli tappò la bocca con un bacio dolcissimo.
Si baciarono languidamente, restando abbracciati, per quelle che sembrarono ore.

Arrivati al momento di separarsi, sembrava che nessuno dei due avesse voglia, come se i loro corpi non volessero.

E …quando era stato che si erano privati di tutti i vestiti? Non se n’era reso conto, Sam, che erano completamente nudi, avvinghiati insieme.

Dean riprese a baciarlo con più languore e Sam non sapeva se era stato lui ad avvinghiarsi di più o Dean a prendere l’iniziativa di sollevarlo, forse lo fecero insieme, fatto sta che all’improvviso si ritrovò in braccio a Dean che lo portava in camera da letto, senza smettere di baciarsi.
 
 
Fu molto più dolce e romantico quella volta.

L’amplesso era avvolgente come una coperta ma dolce come una crema, che non toglieva nulla al piacere, solo, era più dolce.

Facevano l’amore con più calma, godendo ancora più lentamente del piacere, mentre, forse per merito della loro grazia, si ritrovarono a fare l’amore sospesi.

Ad ogni spinta di Dean, corrispondeva un sempre più rialzo dei loro corpi, alla fine erano parecchi metri sollevati. C'era un qualcosa di ancora più eccitante a fare l'amore sospesi, lievitando, mentre Dean sopra di lui, lo faceva gemere di piacere, baciandogli il collo e i capezzoli.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Tornano Castiel e Gabriel ***


Dopo essersi sgolati la gola per chiamare Castiel e Gabriel, finalmente gli angeli si materializzarono nel loro bunker.

“Alla buon’ora! Credevamo che vi avessero rapiti gli alieni!” disse Dean furioso, addentando il panino all’hamburger che si era appena fatto.

”Ehi, damerino senza cervello, guarda che non eravamo a divertirci.” Disse Gabriel.

“Gabriel!” lo richiamò duramente Castiel.
Dean parve esserci rimasto male della sua reazione.
“Beh..io..mi dispiace..non pensavo di..” cercò di giustificarsi.

“Non preoccuparti, Dean.” Lo tranquillizzò Castiel. “Sappiamo che non volevi offendere nessuno, è che..tu non puoi saperlo..e neanche Sam, può, ovviamente, ma in Paradiso siamo stati un po’…strapazzati..
“Cosa??” dissero in coro i due fratelli.
Cas e Gabriel si guardarono perplessi..

“Ragazzi, va tutto bene? La guerra in paradiso..le creature che sono scappate..i vostri doppi…io e Gabriel preda del lavaggio del cervello..”

“Non è stata colpa vostra!!” reagì Dean indignato e furioso.

Cas sbuffò. “Credete che questo sia sufficiente per la corte angelica? Noi siamo degli angeli. Dovremmo proteggere il Paradiso..e non solo abbiamo permesso che dei demoni non meglio identificati, ci facessero bere chissà quale intruglio per confondere la nostra mente e convincerci a portarvi fin laggiù..”
“è stata colpa nostra, siamo stati noi che non avremmo dovuto accettare di..” continuò Sam.

“Ma abbiamo anche svelato a degli umani, dei segreti importantissimi del Paradiso, ci siamo permessi addirittura di svelarvi cosa segretissime sulla cura del nostro fratello MICHAEL, non avremmo dovuto..” disse Castiel.

“E come ciliegina sulla torta, milioni..un esercito di gocce d’acqua e desideri non meglio imprecisati, si sono riversati sul vostro pianeta e chissà quanti e quali casini stanno combinando proprio adesso!” disse Gabriel.

“Ci dispiace, noi non sapevamo..ma..qual era lo scopo? Perché volevano che ci portaste in Paradiso e all’Inferno? Che cosa c’entriamo noi non tutto questo?” chiese Sam.
 
Castiel prese un grosso sospiro e disse brevemente: “chiunque ci abbia fatto l’incantesimo, non ci ha detto espressamente di farvi venire li.”
“CHE COSA? E allora come..”

“L’incantesimo ha solamente cercato di manipolarci affinchè fosse possibile per loro accedere al paradiso e all’inferno.” Spiegò Gabriel. “Per farlo dovevano accedere al nostro cuore, affidandosi a quello che era il nostro più profondo desiderio, facendo leva su nobili intenzioni.” Disse ancora.
“Nobili intenzioni?” chiese Sam sempre più confuso.

“Come spiegarlo in parole semplici..l’anima e il cuore di un angelo è difficilmente corruttibile..” spiegò Gabe.
“Su questo avremmo da ridire..” disse Dean brontolando.

“è così, vi diciamo.” Insistette Gabe. “è vero, abbiamo fatto azioni crudeli tutti noi, di cui non andiamo fieri, ma non tradiremmo mai il luogo in cui siamo nati, quindi non esiste corruzione al mondo, che permetterebbe a chiunque, di lasciare che tradiamo quello che chiamiamo CASA. Il paradiso. Il loro scopo era quello di entrare qui, per cercare Lucifero e convincerlo a tornare tra i demoni!” disse l’arcangelo.
 
“I demoni hanno fatto questo per cercare Lucifero?” chiese Sam allibito.

Gabe annuì. “Ma non potevano corromperci per farli entrare, quindi hanno fatto un incantesimo complesso, il nostro desiderio più profondo, sarebbe potuta essere lo spiraglio che li avrebbe condotti li.”
“E quale era questo vostro desiderio profondo?” chiese Dean.

“Non ci siete ancora arrivati?? VOI. Rivelare a voi disgraziati i misteri dei vostri paradisi e dei vostri inferni. Volevamo che vi riconciliaste con voi stessi, che capiste che eravate anime gemelle e che perfino all’inferno eravate protetti da noi! Volevamo che sapeste di Michael e di tutto il resto.” Disse Gabriel esasperato.

“L’incantesimo avrebbe potuto ammalare la nostra mente e plagiarci, solo se si fosse attaccato ad un nostro desiderio fortissimo, ma avrebbe dovuto essere un desiderio altruistico, non egoistico.” Disse Cas.

“E doveva essere un desiderio già presente dentro di noi, ma che ci avrebbe fatto tradire, inconsciamente la nostra specie, solo in questo modo, era possibile ammalare la nostra mente e spingerci ad agire in maniera così sconsiderata.” Disse Gabriel.

“In sostanza, svelarci tutti questi misteri, era già un vostro desiderio, ma non l’avete mai compiuto, per proteggere il Paradiso, ma grazie all’incantesimo, l’avete fatto?” chiese Sam sempre più confuso.

“Esatto! Naturalmente questi demoni non potevano sapere quale sarebbe stato il motivo scatenante, non potevano sapere che sareste stati VOI, sapevano solo che un nostro desiderio profondo, e non egoistico, sarebbe riuscito a influenzarci e avrebbe aperto in qualche modo a loro, le porte del Paradiso.” Disse Cas.
 
I fratelli rimasero sbalorditi da queste rivelazioni.

“Sarà meglio che d’ora in poi usiate dei proteggi mente più arditi e più sicuri.” Disse Dean.

“E anche che ci vogliate meno bene, sembra che il troppo amore che provate per noi, vi abbia condotti in un grosso guaio. Dobbiamo..uh..sentirci in colpa?” chiese Sam.
 
Cas e Gabriel arrossirono leggermente, poi scossero la testa.
“Credo che non capiscano che la cosa è molto seria, Gabe.”

“Come potrebbero? Loro non sanno con chi hanno a che fare.” Disse il fratello.
 
Dean cercò di sdrammatizzare.

“ok, sentite, ci dispiace, non era nostra intenzione non prendervi sul serio, ma dovete ammettere che, nonostante..ehm..quello che vi è capitato..è stata una bella avventura..tutti quei segreti svelati…”
“DEAN!” lo rimproverò Sam.

“Va bene. Brutto tempismo. Però..in fondo si tratta sempre di cose che abbiamo già affrontato no? è come per i leviatani, no? Qualunque cosa è fuggita dal Paradiso, non può essere peggio dei leviatani, giusto? Vedrete che li riporteremo tutti a calci nel sedere dove si ritrovavano.” Disse Dean allegro.
Gli angeli sembravano perplessi.

“Dean, sei sicuro di stare bene? Non sei mai stato tanto entusiasta di combattere da..uhm..da ANNI..” disse Cas.

“Crediamo che la grazia che ci hai lasciati quando eravamo..uh..nel mondo delle favole..si sia..uh..ingranata come una macchina che all’improvviso ha della benzina!” disse Sam.

Cas lo fissò ancora.

“Quando hai fatto sesso con entrambi, te lo ricordi, vero?? All’epoca non sapevamo ancora di farlo con un angelo!” disse Dean con un’allegra bastardaggine.
“Dean!” lo richiamò Sam.

Dean si accorse che sia Sam che Gabriel lo guardarono male.

“Cosa? è un momento che merita di essere ricordato. Perché fingere che non è mai accaduto?”

“Va bene, adesso basta! “ disse Castiel, interrompendo il terreno minato. “Ci sono cose più serie di cui occuparsi. Ditemi innanzitutto cos’è questa storia della grazia, anche perché, ne avevamo già parlato e ci avevate detto che potevate già usarla.” Ricordò Castiel.
 

Erano alle prese con un caso di un fantasma e Sam e Dean avevano appena salvato una bambina da una casa in fiamme, infestata dalla fantasma.

“Come sta?” chiese Dean. La madre intanto era svenuta.

“Credo sia terrorizzata, ha delle ustioni..”

“Dobbiamo portarla subito in ospedale!”

In quel momento però accadde qualcosa.

Dalle dita di Sam, si sprigionarono filamenti di aria argentata, come..
 
“Sam..cosa diavolo ti sta uscendo dalle mani?” chiese Dean attonito.

Sam restò attonito come il fratello, a guardare l’energia argentata che andò a depositarsi sulle ferite arrossate della bambina, aiutandola a guarire.

La bambina si strinse di più a Sam, ora sembrava non soffrisse più. Aveva solo un gran sonno.
 


“Oh mamma, stai diventando Castiel.” Disse Dean basito.

“Non dire assurdità. Deve..essere la grazia che abbiamo dentro di noi. Ci dona poteri di guarigione.”

“Sono scioccato.”
“Anch’io.”

 
 
Sam e Dean finirono di raccontare quello che era successo e tutto quel sesso stupefacente e i poveri angeli dovettero fermarli dal dire troppo.

“Troppo DETTAGLI.” Disse Castiel, ma aveva un’espressione concentrata, non imbarazzata.

“Scusate..è che dovevamo dirlo a qualcuno..” disse Sam.
“Sì, è tanta roba..” disse Dean.
 






















il flashback in corsivo, riguarda capitoli vecchi, l'ho messo solo come promemoria,è una cosa già accaduta. Scusate il capitolo corto. Baci.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3756711