<< Ma io non so com’è
fatto un monastero maschile… >> proruppe Adamas con uno sguardo che
Lidiafragola non poté non considerare degno di Aryale. << Non ci sono mai
stata, in fondo… >>
Lidiafragola le mise la mano
sulla spalla per rincuorarla.
<< Con tutto il tempo che ho passato a mendicare in questi luoghi, lo conosco
bene, tranquilla. Non ci sono tante differenze tra n monastero maschile e uno
femminile se non gli accessi: lo sai bene: le monache ne hanno uno minuscolo e
angusto con anticamera sul retro della chiesa e uno nella parte di clausura
della stessa, gli uomini hanno l’accesso anche dal quadriportico davanti alla
chiesa… e tendono a essere di un solo piano. Ne ho visti di monasteri… >>
<< Dici? >>
<< Sì, purtroppo! Nei
miei ritiri, dopo una settimana, mi cacciavano in un altro. >> ricordò la
fabbra << Una volta stavo rischiando di andare in uno maschile perché
ormai le monache erano convinte che io non fossi una donna! Che zitelle acide!
E poi dicono a me! >>
Adamas evitò di commentare.
<< Come facciamo a
entrare? >> chiese scorgendo il complesso religioso in lontananza grazie
alla fioca luce della luna.
<< Tempo fa, ma ho avuto conferma anche alla partenza per Genova, ho
notato che ci sono un paio di monaci che non ritirano le loro vesti, ma le
lasciano fuori per tutta la notte. Spero solo che non lo facciano apposta e che
in verità non corrano nudi per la foresta… >>
<< Davvero? >>
<< Ti mentirei? Adiamo,
su! E attenta a non far cadere il sacco! O la raccogli tu, tutta quella cacca!
>>
<< Guarda che sono
carpentiere, io! >> rispose piccata la donna << Mica una debole
fabbra! >>
Detto questo, la donna s’issò
sulle spalle il sacco di farina (pieno di tutto, fuorché di farina) e
ricominciò a camminare vero la loro meta.
Lidiafragola, ancora ferma e a
braccia conserte, la guardava con la bocca arricciata e l’aria combattiva.
<< Ada? >> la
richiamò << Guarda che questa cacca ci serve! Non possiamo lanciarcela
addosso per agonismo di bottega! >>
Adamas guardò l’amica per
qualche istante prima di ridere di gusto.
<< Dai! >> disse
<< Muoviti! Abbiamo una missione da compiere! >>
Lidiafragola sospirò e la
seguì prima di fermarsi e richiamare l’attenzione dell’altra.
<< Guarda! >>
disse indicando un punto imprecisato nell’angolo dei campi confinanti col
monastero << Eccoli! Quelli sono i vestiti che ti dicevo! L’altissimo sta
pensando a noi! >>
<< Dici? >>
<< Beh, di certo non
pensa a Xalexx! >>
Detto questo, Lidiafragola si
maledì mentalmente: Adamas cominciò a singhiozzare lasciando cadere il sacco di
farina che fino a qualche momento fa teneva tanto vigorosamente in mano.
<< Il mio Xalexx! Perché
mi ha fatto questo, eh?! >>
<< Ed io che ne so!
>> rispose esasperata l’altra.
Adamas la guardò storto.
<< Guarda che era una
domanda retorica! >>
<< E ci mancherebbe!
>>
<< Ma io l’ho amato tanto!
>>
<< Sai, forse è per
questo che siamo qui. >> rispose Lidiafragola appoggiando il sacco a
terra e incrociano indolente le braccia.
<< Abbiamo anche dei
figli! >>
<< Appunto. >>
<< Una lunga storia
comune…! >>
<< Come sopra. >>
<< Un MATRIMONIO! >>
<< Ada? >>
<< Sì, lo so. Andiamo!
Dopo tutto questo vuole pure abbandonarmi?! Con tante scuse che pensa per me?!
Se lo merita! >>
<< Ecco, perché se
cambiavi idea ora, dopo avermi fatto arrivare fino a qui, avrei ricoperto te
con tutto quello che c’è in questi sacchi. >>
Adamas la guardò e comprese
che l’amica parlava sul serio.
<< Hai ragione: meglio
lui che me. >>
<< Brava donna. >>
Le due donne, muovendosi con
aria tanto circospetta da attirare l’attenzione (per loro fortuna quella notte
non c’era anima viva attorno a loro) raggiunsero le vesti ancora appese a un
albero e cominciarono a vestirsi.
Lidiafragola finendo di
vestirsi non poté che sospirare.
<< Che hai? >>
chiese Adamas incredula di un tentennamento dell’amica.
<< Nulla, pensavo: che esempio
siamo per le giovani menti di Alessandria? Come Tribuno vorrei essere un buon
modello per i miei Pulcini… ma eccomi qui, che sto per spargere cacca a…
>>
<< A un uomo che
abbandona la sua famiglia! Lidia! Noi siamo un esempio! Un esempio per tutte le
donne innamorate e abbandonate! >> la fermò Adamas.
Lidiafragola la guardò e
abbozzò un mezzo sorriso.
<< … e di tutte le
amiche esasperate… >>
<< Come? >>
<< No… niente! >>
Le due donne andarono a
bussare al portone del monastero. Ci volle tutta la loro forza di fabbra e
carpentiere per riuscire a farsi sentire, ma quando la luna aveva quasi
raggiunto il punto più alto della volta celeste, ebbero risposta e, lentamente,
la finestrella di controllo del portone si aprì.
<< Lidiafragola! Il
cappuccio! Mettitelo! >>
<< Cavoli! L’avevo
dimenticato! >>
Le due donne sentirono
sbadigliare dall’interno del monastero.
<< Sei troppo abituata
al tuo cappello con la piuma, te lo dico io! >>
<< Mi sa che hai
ragione! >>
Un frate domenicano,
finalmente, si affacciò alla finestra, continuando a strofinarsi gli occhi.
<< Chi si spinge in
questo posto benedetto? >> chiese con quieta tranquillità.
<< Siamo due frati
cappuccini. Chiediamo asilo per qualche ora… >> rispose Adamas con la
voce tanto alterata da sembrare un vecchio con la bronchite e il cappuccio ben
saldo sulla sua testa.
<< Siamo ad Alessandria
per portare dei sacchi di farina alla chiesa della città per i mendicanti, ma
siamo stanchi e vorremmo chiedervi asilo per qualche ora… Non chiediamo un alloggio,
ci basta riposare nel chiostro del convento per un paio d’ore, giusto il tempo
per riprendere le forze. >> rispose Lidiafragola con una voce anche
peggiore di quella dell’amica, sorprendendosi da sola.
Il frate, commosso dalla
carità cristiana dei due vecchi, malandati e ricurvi frati, chiuse la
finestrella con cui li scrutava e aprì loro la porta del convento.
<< Grazie mille,
fratello. Che il signore sia con te! Cohf- Cohf! >> ringraziò Adamas.
<< E col vostro spirito!
>>
<< Amen! Siete un’anima
pia, >> lo bloccò subito Lidiafragola cominciando a sentirsi lievemente
in colpa per il raggiro.
<< Posso offrirvi
dell’acqua? C’è carestia, ma… >> offrì loro il frate.
<< No… grazie. Ci basta
un tetto sopra i nostri poveri capi timorati di Dio… >> ringraziò lei
sentendosi definitivamente in colpa ripromettendosi di fare (forse) una
cospicua (ma non troppo) donazione al monastero. << E dite… avete molti
ospiti? >>
<< Abbastanza… ma non
così tanti da non poter offrire riparo a chi ne ha bisogno. >>
<< E Xalexx? >>
chiede d’istinto Adamas con un tono di voce di qualche ottavo più alto del
dovuto.
Lidiafragola la fermò
prendendo la mano dell’amica.
<< Xalexx…? >>
chiese il monaco.
<< Ser Xalexx di
Alessandria, marito di Madonna Adamas e padre di giovani e valorosi rampolli
alessandrini...>> intervenne Lidiafragola con voce aurica mentre
costringeva all’immobilità Adamas che, dal canto suo, fremeva.
<< Ora comprendo di chi parlate! Vi confermo la presenza di Messer Xalexx
tra queste mura. Ma come lo conoscete? >>
<< Abbiamo conosciuto
lui e la consorte in uno dei nostri pellegrinaggi che si è incrociato a un loro
viaggio… Abbiamo saputo poi da dei viandanti che si è preso un periodo di pausa
dalla vita terrena… >>
<< Oh, sì! Ha avuto una
vita carica di avventure belle e brutte… il brav’uomo, però, ora ha sentito la
mano di Dio sul suo capo e si è ritirato qui. Dicono che la consorte non abbia
preso bene la cosa, ma come sapete… se il signore chiama… >>
<< Basta dirgli di NO!
>> sibilò Adamas.
<< Come? >>
<< Dice: a noi non resta
che rispondere! >> disse prontamente Lidiafragola mentre l’altra donna
incrociava le braccia e asseriva con la testa.
<< E qual è il suo
alloggio, se possiamo chiedere…? >> chiese poi melensa il Tribuno di
Alessandria.
<< È quello, fratello.
>> disse il monaco indicando una cella identica a tante altre.
Lidiafragola sorrise sorniona.
<< Pregheremo anche per
lui, stanotte… che scopra qual è il fato a lui riservato dall’Altissimo.
>>
<< Siete dei veri
angeli, fratelli miei! >>
<< No… >> ribatté
Lidiafragola << Siamo solo pedine nelle mani del Signore… della sua
Misericordia e della sua giustizia… >>
Adamas trattenne una risata.
<< Ora, fratello, >> tagliò corto Lidiafragola << Tornate
pure alle vostre preghiere, fratello. Non vogliamo distogliervi ulteriormente
dal vostro dovere. Noi riposeremo qui e andremo via prima del ves… mattutino.>>
<< Perché mai, così presto? Aspettate almeno di ricevere la colazione.
Non abbiamo molto, ma…! >>
<< Non è necessario!
>> sbottò Lidiafragola esasperata.
<< Perdonate il mio
compagno di viaggio, fratello… >> intervenne Adamas << Ma siamo
attesi ad Alessandria… ci spiace, ma il dovere che il signore ci ha dato…
>>
<< Siete anime pie. Dio
è con voi! La vostra è un’opera benedetta! >> commentò l’uomo
congedandosi.
<< Amen! >>
esclamò Lidiafragola alzando le braccia al cielo in un impeto di gioia prima di
tornare a guardare l’amica << Visto, Ada? Anche il frate dice che Dio è
con noi! >>
<< Andiamo? >>
Adamas era in preda
all’adrenalina del momento, carica d’innumerevoli sentimenti contrastanti.
<< Calma, Ada. O voi che il prete ci scopra?! Dobbiamo aspettare che si
riaddormenti. >>
In quello stesso momento, le
due donne sentirono il rumoroso russare del frate.
<< È incredibile come
gli uomini vivano così spensierati da addormentarsi sul colpo! I miei due figli
mi fanno passare insonni delle notti intere! >>
<< Lo dici a me? Le mie
pecorelle… >>
<< Lidiafragola? Lo sai
che non è la stessa cosa, vero? >>
<< Hai ragione. Le pie
pacciottine mi danno più soddisfazione e se necessario, posso macellarla. Beh?
Che c’è? >>
<< Sto ringraziando
l’Altissimo che tu non hai figli. >> commentò lei prima di tagliare
dirigersi verso la cella di Xalexx tagliando per il prato ben curato del monastero.
Lidiafragola imprecò, facendo
il giro del portico correndo e raggiungendola.
<< Ma sei matta?!
>> urlò a bassa voce << Vuoi farci scoprire?! >>
<< Perché? >>
<< Non si cammina dentro
il chiostro! È proibito! Al centro c’è il pozzo che… ah, lasciamo stare! Al
ritorno >>non farlo più. >>
<< Ok… >> la
guardò allibita Adamas.
Le due donne provarono ad
aprire la porta che, per ovvio volere divino, era aperto e poco importava che
non ci fosse una serratura per permettere all’ospite di chiudersi dentro a chiave.
La luce della luna permetteva
loro di vedere con discreta precisione la stanza dove il panettiere riposava.
Le due si mossero lentamente, chiudendo la porta alle loro spalle.
Lidiafragola fece per
indossare i guanti quando uno strano movimento dell’amica destò la sua
attenzione.
<< Ma che… ?! >>
Adamas si era portato al
capezzale dell’uomo e, preso il suo volto tra le braccia, le stampò un bacio
sulle labbra. Lidiafragola sospirò rumorosa. L’altra donna si girò con le
lacrime agli occhi.
<< Ma non è bellissimo?!
>>
<< No. >>
<< Ma come no?! >>
Adamas fece per dargli un
altro bacio quando fu bloccata dall’altra.
<< Ma vuoi svegliarlo e
mandare tutto a rotoli?! >>
<< No, ma… >>
<< Ma un corno! Devi
pure raggiungere il tuo nuovo innamorato! E devi partire stasera, quindi…!
>>
Adamas sospirò languida.
<< Hai ragione… >>
Adamas seguì l’amica che, dal
canto suo aprì il sacco e storcendo il naso prese con i guanti una manciata di
sterco.
<< Beh? Che c’è?
>> chiese Lidiafragola guardando l’amica che la osservava.
<< Hai dei guanti…
>>
<< Beh, certo. E come
pensavi di prenderla, scusa? >>
<< Non c’ho pensato…!
>>
Lidiafragola ringhiò alzando
gli occhi al cielo.
<< Tieni! >> le
disse poi passandole uno dei due guanti.
Il Tribuno, poi, meditò attentamente
su dove mettere gli escrementi delle sue pecore.
Le pantofole (tutto è
cominciato dalle pantofole, no?).
Il mantello (cavoli! A quello
ci stava già pensando Adamas che ridacchiava come una bambina).
Nei pantaloni.
Negli stivali.
Nel cassetto della scrivania
(Adamas però era stata più lesta)
Nell’armadio! Lidiafragola
aprì l’armadio.
Si girò, Adamas stava per
mettere nel calamaio la cacca e dovette fermarla.
<< Con quell’inchiostro,
scrive a te! >>
<< Cavoli! È vero…!
>>
<< Mettile nella tinozza
dell’acqua! È più divertente! >>
<< Hai ragione!
Ricordami di non farti mai arrabbiare! >>
<< Basta che ti chiudi
dentro casa. >>
<< E non in convento.
>>
Lidiafragola tornò a
concentrarsi sull’armadio e sparse metà del suo sacco lì dentro: aprendolo
sarebbe diventata una vera e propria pestilenza!
<< Io ho finito il
sacco… >> disse Adamas mentre raggiungeva l’amica che, ridendo in
silenzio, spargeva ancora sterco.
<< A me manca solo
questa manciata… >> disse Lidiafragola << Dove glielo mettiamo?
>>
Fu Xalexx a rispondere al loro
quesito, ronfando e tossendo (probabilmente dai fumi degli odori acri del
letame) e mettendosi in un lato del letto.
<< Il cuscino… >>
sospirarono in coro le due donne.
Lidiafragola si avvicinò
lentamente.
<< Attenta… Attenta…
Attenta… >> disse Adamas.
Si inginocchiò al capezzale
dell’uomo.
<< Attenta… Attenta…
Attenta… >> ripeté Adamas.
Guardò la sua nuca per un
istante.
<< Mi dispiace… >>
gli sussurrò la donna.
<< Attenta… Attenta…
Attenta… >> continuò Adamas.
<< Shh! >> la
zittì Lidiafragola.
<< Ma… Attenta… Attenta…
Attenta… >>
Lidiafragola mise lentamente
la mano guantata sotto il cuscino di Xalexx, prima di ritirarla indietro con
leggerezza lasciando dietro di sé l’ultimo ricordino per l’uomo.
Fu in quel momento che Xalexx,
facendo un leggero salto sul materasso, si girò nella loro direzione.
Lidiafragola saltò indietro.
<< Ti avevo detto di
stare attenta…! >> singhiozzò Adamas saltando verso di lei e usandola
come scudo per non guardare chiudendo gli occhi per non vedere…
<< Arg… che schifo!
>> fu il solo commento di Lidiafragola.
Adamas riaprì gli occhi e
tornò a guardare: Xalexx, il suo caro Xalexx, aveva infilato la mano sotto il
cuscino.
<< Bleah! >>
La corsa fuori dal convento era stata liberatoria. Avevano riso e urlato,
sfogando la tensione accumulata.
Avevano raggiunto i loro
vestiti e li avevano rindossati.
<< Che ne facciamo nei
sacchi? >> chiese Adamas.
<< Metti il guanto
dentro e dammeli. Butto tutto: mi fanno troppo schifo. >>
<< Ok. >>
Sentirono delle urla in
lontananza.
<< Ma da dove vengono?
>> chiese Lidiafragola finendo di vestirsi e rimettendo il suo cappello
in testa.
<< Dalla foresta. C’è
qualcuno… >>
Dopo un attimo di silenzio,
Lidiafragola guardò l’amica.
<< Non saranno i frati a
cui appartengono questi vestiti, vero? >>
<< Se è così, lo
scopriremo… >>
<< Ahahahahha!
Sicuramente gli passerà la voglia! Senti come puzzano! >>
<< Già! >>
Le due donne, soddisfatte e
divertite, tornarono verso la città. Lidiafragola, poiché l’amica era di
strada, accompagnò Adamas a casa dove si congedarono. La donna doveva partire
per pavia e raggiungere Rakitic.
Lidiafragola le augurò ogni
bene.
<< Lidiafragola? >> la richiamò Adamas mentre stava per lasciarla.
<< Sì? >>
<< Ma come fai a sapere
tutte quelle cose sui chiostri e sull’architettura…? >>
La donna storse il naso.
<< Sono zitella, no? >> rispose acida la
donna << Dovrò pur trascorrere in qualche modo le mie notti solitarie…>> |