Era una sera di settembre
dell'anno del signore 1459 quando, quando una conversazione stravolse le povere
orecchie della piccola Aryale tanto da farle diventare i suoi bei capelli
biondi quasi bianchi per il trauma avuto nel vedere quanto può diventare
pericolosa Adamas, di solito così cara e dolce.
Dopo le ultime settimane così
turbolente, la povera Adamas si ritrovata emotivamente frustrata, ma la cosa
era ben nota a tutti gli alessandrini che la vedevano aggirarsi in città prima
come una felle furie, poi come la Maddalena Addolorata.
Xalexx era ancora un ritiro e,
nonostante le rimbeccate che si erano lanciati l'ultima volta, la voglia di
rivederlo era rimasta.
<< Vorrei rivederlo,
>> diceva sospirando all'amica Lidiafragola << anche solo per
inchiodarlo al muro. >>
Lidiafragola guardava l'amica
alzando lievemente il sopracciglio. Aveva spesso assistito impotente alla
tristezza dell'amica ma, come sempre accade in questi casi, non aveva potuto
lenire il suo dolore in nessun modo. Spesso, forse anche troppo, si era
proposta di fare uno scherzo all'ex innamorato di Adamas che, dal canto suo,
aveva riso di cuore a quell'offerta di amicizia così goliardica.
Quella sera, però, le cose
andarono diversamente.
<< Cosa ne dici, allora,
>> aveva proposto Lidiafragola << se gli faccio trovare la cacca
sotto il letto, la posto delle ciabatte? >>
Adamas, dal canto suo, la
guardò diversamente dal solito: non era divertita, ma seriamente interessata
alla proposta.
<< Cavoli! Ci andrei di
corsa a fargli questo scherzo! Così impara! >>
<< Dai! Allora andiamoci
assieme! >> ribatté d’istinto la fabbra.
<< Come? >>
Le due si guardarono e Adamas
capì: questa volta si fa sul serio.
Fu in quel momento che la
piccola Aryale, intenta ad ascoltare la conversazione delle due donne, cominciò
a guardare seriamente Adamas e Lidiafragola.
<< Io e te, dai
frati.... >> confermò il Tribuno di Alessandria << con la cacca
delle mie pecore. >>
Adamas la guardò allibita:
chiunque conosceva un minimo Lidiafragola sapeva (oh, se lo sapeva!) che era
sempre fin troppo seria quando tirava in ballo le sue pecore!
Aryale le guardava con tanto d'occhi.
<< Sì, sì! Dai
facciamolooooooooooooooo! >> esclamò Adamas battendo le mani sul bancone.
Aryale le guardò sbigottita, aprendo la bella bocca a cuore come per esclamare sorpresa, ma era troppo allibita.
Aryale le guardò sbigottita, aprendo la bella bocca a cuore come per esclamare sorpresa, ma era troppo allibita.
Lidiafragola scoppiò a ridere
divertita da se stessa.
<< Quanto grande
dev'essere il sacco? >> Chiese poi in tono quasi retorico. <<
Enorme, vero? Lo portiamo in due... >>
Aryale si grattò la testolina
comprendendo che le cose stavano prendendo una strana piega, ma non sapeva se
voleva parteciparvi o no: le due donne sembravano divertite, ma la mamma le
proibirebbe di divertirsi in quel modo... Aryale lo sapeva. Era piccola, ma lo
sapeva.
Lidiafragola vide
l'espressione smarrita della bimba e si sporse verso di lei per darle una
carezza sulla guancia rosea.
<< Ary, sono cose da
donna abbandonata e zitella acida: tu non sei né l'una né l'altra cosa, sei
solo una brava e bella bimba.>>
Le disse quasi nel tentativo
di tranquillizzarla, notando subito che, invece, aveva avuto l'effetto
contrario. Lidiafragola si ammonì mentalmente, ripromettendosi di stare più
attenta in questi frangenti: i bambini sono suggestionabili, deve spiegare meglio
le cose... beh, pazienza!
<< Esatto! >> Confermò
Adamas, accarezzando il capo biondo di Aryale riportando la concentrazione di
Lidiafragola su di sé << Dunque, la cacca...mentre dorme... ce lo
ricoprirei proprio. >>
Aryale guardò Adamas con
l'aria triste, tornando a grattarsi il capo proprio lì, dove l'assessore al
commercio l'aveva toccata proprio prima, come per recuperare un po' dell'animo
buono che sapeva avere la donna.
<< Sì, dico: tipo lo
stecco gelato ricoperto al cioccolato... solo che non è cioccolato... nero
fuori bianco dentro... >>
Aryale la prese per una manica
e tentando di riportarla alla realtà le disse, sgranando i grandi occhioni:
<< Adina.. Tu non sei
normale... >> commentò lei con un filo di voce.
Adamas la guardò e sorrise:
<< Ma non lo sono mai
stata... >>
La donna scoppiò subito a
ridere, mentre Lidiafragola sorrise di rimando.
<< E come ti è venuto lo
stecco al cioccolato??? >> chiese la bimba scandalizzata.
<< Così, oggi sono
ispirata >> rispose lei con un'alzata di spalle << così gli posso
dire che è uno str-- senza che lui possa ribattere >>
Lidiafragola sorrise
soddisfatta: anche con la cacca le sue pecorelle sarebbero state utili!
<< Ricoperto in tal modo >> continuava Adamas << sarebbe vero anche letteralmente, no?? >>
<< Ricoperto in tal modo >> continuava Adamas << sarebbe vero anche letteralmente, no?? >>
Chiese lei guardando la
l'amica che gli fece segno di assenso con la testa.
Aryale comprese che non
sarebbe riuscita a far cambiare idea ad Adamas, né tanto meno alla “Signora
delle cose da fare”. Non poteva, però, rimanere ad ascoltare impotente i loro
progetti (anche perché, l'aveva capito, non l'avrebbero fatta partecipare così
facilmente: era troppo piccola, anche se... forse...)
<< Io vado, devo finire di sistemare delle cose... >> disse Aryale guardando le due donne che, salutandola con un bacio la videro correre fuori dalla Palatium Vetus.
<< Io vado, devo finire di sistemare delle cose... >> disse Aryale guardando le due donne che, salutandola con un bacio la videro correre fuori dalla Palatium Vetus.
<< Credo di averla
traumatizzata >> confidò Adamas all'amica quando oramai Aryale era
scomparsa per le vie di Alessandria.
<< Capita >>
commentò la fabbra appoggiando i gomiti sul bancone e, con le mani a coprirgli
la bocca cominciava a meditare seriamente sul prossimo futuro.
Adamas la guardò e sorrise.
Bene, bene, bene...
<< Domani saremo a
Genova... quindi non potremo fare nulla. >> disse meditabonda
Lidiafragola << Non possiamo controllare i movimenti dei frati né avere
tutto lo sterco che ci seve: io faccio vivere le mie pecore nella pulizia e non
possiamo chiedere a terzi: daremmo nell'occhio >>
<< Hai ragione, quindi?
>> chiese Adamas alzando lievemente il sopracciglio aspettando risposta.
<< Domani ci sarà la
tosatura, lascerò detto che, nel momento in cui verrà sistemata la stalla,
devono lasciare in un angolo i liquami delle mie bestiole e che ci penserò io a
buttarli via >>
<< Mmm...
interessante... >>
<< Nel frattempo,
vedremo di prendere a Genova un sacco vuoto, di quelli per le farine. Magari
usato >>
<< Meglio uno di quelli
nuovi però >> disse Adamas << Sarò più credibile: se ce lo
chiedono, possiamo dire che è per un amico>>
Lidiafragola sgranò gli occhi.
<< Hai ragione!>>
E mentre il Tribuno della
città continuava a meditare su come organizzare le cose durante la sua assenza
ad Alessandria e come rendere tutto il meno sospetto possibile (prima che
qualcuno avvisasse Xalexx), sentiva in sottofondo Adamas che, mentre puliva il
bancone, le raccontava di sciacquette che giravano in quel periodo nelle varie
taverne di Alessandria che, invece di farsi adottare, volevano sedurre i
pretendenti al ruolo di padre...
<< Avrà un rapporto
irrisolto con la sua famiglia >> commentò di sfuggita la fabbra.
L’altra donna le sorrise.
L’altra donna le sorrise.
<< Allora? Gli mettiamo
la cacca nelle pantofole? >>
Lidiafragola le sorrise.
<< Avremo tutto il
viaggio per Genova per pensarci >> disse prima di tornare ai suoi
pensieri.
La donna tirò fuori una pergamena per scrivere le note da fare all'operaio di domani e quasi non si accorse di Adamas che la salutava prima di andare via, o Pikkiatella che, arrivata di corsa, si scusava per la fretta e le augurava il buon viaggio (in verità, Lidiafragola non se ne accorse e se ne dispiacque molto).
La donna tirò fuori una pergamena per scrivere le note da fare all'operaio di domani e quasi non si accorse di Adamas che la salutava prima di andare via, o Pikkiatella che, arrivata di corsa, si scusava per la fretta e le augurava il buon viaggio (in verità, Lidiafragola non se ne accorse e se ne dispiacque molto).
Ormai i preliminari erano
pronti, bisognava solo aspettare: al suo ritorno, le sue quattro bimbe
avrebbero fatto il loro dovere di pecorelle.
Lidiafragola fece un veloce salto alla Taverna della Narrazione, raggiungendo i compagni di viaggio dopo aver lasciato sulla sua porta le istruzioni per il giorno gli operai.
Andando al suo carretto, Lidiafragola scorge ancora Aryale alla Palatium Vetus e entra. La piccola sta aspettando Tony e la donna decide di aspettare con lei.
Le due cominciano a parlare,
mentre Aryale si arrampica sulle gambe di Lidiafragola e si fa coccolare dal
Tribuno.
Le due rimangono così a parlare da sole, Aryale le fa vedere le scarpine nuove, di un bel colore verde, e le racconta di come sta passando le sue giornate da quando non è più sotto la tutela di Lidiafragola.
Le racconta anche di come le sia stato proibito di andare a pescare, dopo il brutto incidente che le era capitato la prima volta, e chiedeva consigli alla donna su come poter passare la giornata assieme a Tony.
Le due rimangono così a parlare da sole, Aryale le fa vedere le scarpine nuove, di un bel colore verde, e le racconta di come sta passando le sue giornate da quando non è più sotto la tutela di Lidiafragola.
Le racconta anche di come le sia stato proibito di andare a pescare, dopo il brutto incidente che le era capitato la prima volta, e chiedeva consigli alla donna su come poter passare la giornata assieme a Tony.
La donna le sorrise, mentre
venne folgorata da un'epifania.
<< Potete andare a
trovare le mie pecorelle... >> le disse << domani devono essere
tosate e io non ci sono: si sentiranno sole. >>
Aryale la guardava
interessata.
<< Già che ci
sei>> continuò con fare innocente Lidiafragola << Potresti
controllare che l'operaio metta i loro escrementi in un angolo come ho
specificato>>
Quando vide la faccia schifata
della bambina, aggiunse:
<< Non devi toccarli:
basta che li lasci lì, poi me ne occuperò io! Poi c'è il campo di Mais che
verrà seminato, domani, potrete andare là... e la bottega... no, quella no: è
pericolosa! >>
Aryale fissò intensamente la
donna.
<< Ma sai che non ho
ancora capito cosa volete fare tu e Adina...? >>
Lei le sorrise sorniona.
<< Vedrai Ary... vedrai.
>>
Le due poi dovettero
salutarsi: Tony non era arrivato, e Aryale aveva passato l'ora del coprifuoco e
voleva andare a letto.
Uscendo dalla taverna,
Lidiafragola si accorse di essere in tremendo ritardo e, bloccato il cappello
con la piuma con la mano, corse verso il suo carretto: le stelle quella sera
erano stupende, avrebbe avuto un panorama meraviglioso per tutto il viaggio.