L'amore non basta di Xenebe (/viewuser.php?uid=68118)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Per prima cosa vorrei ringraziare i 4 angeli che mi hanno incoraggiato finora: Makypa, Jenihal, Krys e Alice.
Ora, senza ulteriori indugi vi lascio al mio ennesimo (ma aspettatevene molti altri) sclero!
L'amore non basta: Capitolo 1
Akane Tendo non era una che si arrendeva. No, decisamente no.
Akane Tendo non era una persona a cui piaceva sentirsi inferiore agli altri.
Akane Tendo però era stanca, estremamente, ed infastidita anche. Aveva dovuto accettare l'evidenza, arrendersi alla sua inferiorità nell'Arte. Le capacità di Ranma erano decisamente al di sopra delle sue. Le capacità di Ryoga e Mousse erano decisamente al di sopra delle sue. Le capacità di Shampoo erano decisamente al di sopra delle sue. Forse anche quelle di Ukyo.
Il doverlo ammettere, il doverlo accettare non lo rendeva però meno doloroso, ma lei era forte in mille altri modi, si disse Akane, poteva benissimo farsi da parte, essere quella da salvare, da proteggere in e dal loro folle gruppo di amici. Akane poteva rassegnarsi ad essere solo poco meno di una spalla di Ranma, le sarebbe bastata la speranza di potergli stare accanto. Si sentiva patetica, si sentiva come una delle sciocche eroine degli shojo che leggeva Nabiki, ma avrebbe potuto vivere in quel modo, sopprimere la sua identità per amore.
Per questo aveva provato e riprovato in cucina: non le piaceva particolarmente, ma faceva parte dei doveri di una buona moglie saper cucinare. Si sarebbe accontentata di essere solo quello: il suo rifugio, il suo appoggio. Amare Ranma era molto più di quando la maggior parte delle persone al mondo potessero sognare di fare: essere parte dell'eccitante e caotica vita del miglior combattente della loro generazione. Sapeva che non sarebbe neanche stato accontentarsi, sarebbe stato per lei come vincere la lotteria, forse non il primo premio -quello sarebbe stato essere anche una combattente alla sua altezza-, ma sicuramente il secondo premio della lotteria più importante del mondo.
Sì, ma questo era prima. Prima di essere ignorata, prima di venire derisa. Prima di capire che Ranma non l'avrebbe mai sposata perché semplicemente non l'amava, o forse l'avrebbe sposata, ma per senso di responsabilità, non di certo perché lo desiderasse.
Esattamente due mesi prima, il giorno dopo il matrimonio fallito, Akane aveva visto assistito al cambiamento di Ranma. Non sapeva né come né perché, ma il suo promesso sposo aveva iniziato ad ignorarla quasi, passava un mucchio di tempo con Shampoo: anche con Ukyo in realtà, ma con la cinesina flirtava impunemente, andava agli appuntamenti, passava le serate. Erano stati due mesi duri: vedere il ragazzo che amava allontanarsi sempre più da lei, per avvicinarsi a un'altra! Poi a Shampoo! Avrebbe preferito se avesse scelto Ukyo, perché ormai era chiaro, Ranma aveva scelto. E non aveva scelto lei.
Lei avrebbe sacrificato tutto per lui. Lo aveva quasi fatto, lo avrebbe rifatto di nuovo anche subito, ma era il momento di darsi una mossa, si scrollarsi quell'aria triste e capire da che parte indirizzare la sua vita.
Aveva iniziato da una cosa piccola, sciocca, si era concessa una serata a casa di Sayuki con tutte le loro compagne di classe. Era stato difficile riuscire a convincere suo padre a lasciarla andare: a quanto pareva Ranma aveva raccontato a tutti sommariamente il pericolo che aveva corso in Cina e ora il capopalestra era terrorizzato a lasciarla da sola.
Ma erano passati due mesi e lei non poteva evitare di vivere! Aveva urlato questo a suo padre, prima che intervenissero a suo favore le sorelle. Alla fine l'unica ad essere poco felice di quell'uscita era Nodoka, ma quando -ovviamente- suo figlio non aveva proferito parola anche lei aveva accettato la cosa, strappandole la promessa di chiamare se fosse accaduto qualcosa.
Se solo anche Ranma si fosse dimostrato almeno un po' preoccupato! Si diede della stupida. Aveva rinunciato a quella speranza, oggi era il primo giorno della sua nuova vita, una vita da ragazza normale, in cui non si sarebbe più lasciata influenzare dai suoi sentimenti.
Si era resa conto che prima con Tofu e poi con Ranma, aveva permesso alle sue cotte - già, quella per Ranma era solo un'altra cotta, non era mica l'amore sua vita, continuava a ripetersi, sarebbe sopravvissuta al suo abbandono! - di dettare anche i canoni del suo aspetto. Sarebbe finita anche questa abitudine. Sarebbe stata una ragazza normale, non il maschiaccio che era stata accanto a Ranma, né la caricatura sbagliata di sua sorella!
In questa ottica aveva deciso di smettere di farsi tagliare i capelli da Kasumi e di farli crescere fino a poco sotto le spalle. Solo la sera prima aveva permesso a Yuka di tagliarle i capelli, ma senza toccare la lunghezza: la sua amica glieli aveva scalati intorno al viso e le aveva trasformato quella frangetta troppo lunga in dei bei ciuffi che ora, con la coda alta, contornavano ulteriormente il suo volto da bambola.
Si guardò nello specchio della sua camera, stamattina era tornata al dojo per prendere dei libri che aveva dimenticato, ma nella fretta doveva aver preso l'uniforme di una delle sue amiche, perché questa le andava moto più corta e le fasciava sin troppo le curve. Sbuffò e mise gli orecchini che le aveva regalato Sayuri; avrebbe dovuto cambiarsi, ma non ne aveva voglia, del resto l'uniforme non le stava male così, anzi. Si voltò e prese dalla cassettiera un paio di calze che le aveva regalato Nabiki prima di tutta l'avventura con Saffron: erano nere, molto coprenti e le arrivavano fino a sopra le ginocchia, tra quelle e la gonna aveva scoperti solo pochi centimetri di cosce, abbastanza da essere decente. Prese i libri e li mise nella cartella, proprio mentre sentiva Ranma urlare nella stanza della sorella: - Che vuol dire che non lo sai? Diamine Nabiki tu sai sempre tutto! Basta! Vado a vedere a scuola!-
Quando uscì dalla sua stanza trovò i due di spalle che discutevano con la signora Nodoka, appena questa la vide sgranò gli occhi e sorrise portando gli altri due a voltarsi verso di lei.
- Ciao, Akane, non hai più dormito fuori?-
- Sì, signora Saotome, ma avevo dimenticato dei libri quindi ho fatto un salto qui a prenderli. Ora scappo a scuola! A dopo! Ranma, Nabiki, ci vediamo lì!-
Disse scappando giù per le scale. Mentre la sorella le urlava un "Bel taglio, sorellina!", riuscì a stento a sentire il "Sta' zitta, Sanguisuga!" di Ranma, ma non si interrogò a riguardo, affrettandosi per arrivare a scuola: erano settimane che ormai andava a scuola da sola, semplicemente un giorno Ranma si era incamminato senza di lei e lei non aveva chiesto spiegazioni. Si parlavano a malapena e mai quando erano soli e mai della loro relazione. Si fermò solo per imbucare tre lettere, indirizzate a suo padre, al suo promesso sposo e a Nodoka Saotome: avrebbe potuto consegnarle a mano, ma questo modo sarebbe stato più ufficiale, più serio e lei voleva essere presa sul serio.
Quando arrivò in vista dei cancelli del Furinkan sospirò, aveva solo imbucato le lettere e già si sentiva nostalgica. Poco più in là le sue amiche la aspettavano: sapevano cosa aveva fatto e guardando la sua espressione le fecero un sorriso di incoraggiamento. Quello che non si aspettava erano le urla della popolazione maschile della scuola, pronta a sfidarla... come avevano saputo?
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Vi ringrazio di cuore per la bella accoglienza! Spero che questo capitolo vi piaccia anche più dello scorso!
Un bacio e buona lettura!
Due secondi dopo l'uscita di casa della sua promessa sposa, appena sua madre si era allontanata per raggiungere Kasumi in cucina, Ranma si girò a guardare Nabiki.
- Si può sapere cosa ti diverte tanto? Ti devo ricordare che l'hai persa? Devi fare solo una cosa! E non ci riesci!-
Nabiki lo guardò male.
- Punto primo, non l'ho persa io! Ma uno dei miei sottoposti, che sarà opportunamente punito per questo. Punto secondo, non ci sarebbe bisogno di seguirla o controllarla se tu la smettessi di ignorarla! Questo tuo ridicolo piano ti si ritorcerà contro cognatino! Punto terzo... è vero, ha un bel taglio che le sta benissimo e le mette in risalto gli occhi!-
- Come se ce ne fosse bisogno!-, mormorò infastidito, ma Nabiki lo sentì.
- Vedi di stare attento alla tua linguaccia, Ranma. Se ti dovesse sentire qualcun altro, tutto il tuo piano andrebbe letteralmente a volare fuori dalla finestra, come i tuoi propositi e tu stesso quando Akane scoprirà che stai facendo. E ora dovremmo andare a scuola, no?- concluse prima di scoccargli un falsissimo sorriso innocente.
Lui si rese conto che Akane era uscita da sola da troppo tempo ed imprecò seguendo Nabiki.
Forse la quasi cognata aveva ragione, forse Akane si sarebbe arrabbiata e l'avrebbe spedito in orbita, ma almeno sarebbe stata al sicuro: nessun rapimento, nessuna fidanzata gelosa, niente l'avrebbe messa più in pericolo, soprattutto non a causa sua. Sapeva che la ragazza non era d'accordo con il suo piano, ma aveva acconsentito ad aiutarlo a tenere d'occhio la sorella per conto suo, non aveva neanche dovuto sborsare soldi, aveva pagato in lacrime, mentre le raccontava quello che era successo in Cina.
Nabiki era l'unica che sapeva tutta la storia, agli altri avevano raccontato la versione breve e poco originale secondo cui Ranma e Akane si erano salvati la vita a vicenda contro l'ennesimo avversario impossibile, ma non avevano raccontato che fosse un semidio, né che Akane fosse stata disidratata, né che Ranma avesse ucciso qualcuno, né che Akane per pochi secondi fosse realmente morta. Solo Nabiki sapeva tutto. Tutto. Ranma aveva dovuto parlarle di tutto, questo era il patto per aiutarlo, la ragazza voleva sapere tutto quello che era accaduto, tutto quello che lui aveva provato, tutta la vergogna, la disperazione, il vuoto che aveva sentito stringendo a se il corpo nudo e senza vita della fidanzata, tutto l'amore e la gioia che gli erano scoppiati nel cuore quando lei aveva ripreso conoscenza. Non c'era niente che non le avesse detto e ora, anche se credeva che il suo piano fosse idiota, anche se non era d'accordo con lui, anche se moriva dalla voglia di vendere almeno la metà delle informazioni di cui era a conoscenza, sarebbe rimasta in silenzio e avrebbe dovuto aiutarlo e mantenere i suoi segreti. Glielo doveva.
Intanto non si era accorto che correndo sulla recinzione, come ogni mattina, aveva distanziato la ragazza, abbastanza da essere arrivato a scuola e non vederla ancora all'orizzonte. Ma quello che in realtà lo colpì fu lo spettacolo che si svolgeva avanti a lui, all'interno dei cancelli del Furinkan. Più di metà della popolazione maschile circondava Akane che, a braccia conserte, stava scuotendo leggermente il capo in segno di diniego.
- Ma... ma... Akane...- un paio di ragazzi si erano avvicinati di più a lei e sembrava volessero cercare di farla ragionare.
- Ma... perché?-
- Perché, prima di tutto, non sono stata io a mettermi in questa situazione e non voglio che continui.-
- Però Ranma...-
- Già, Ranma. Sapete che vi dico? Sarà anche un baka, un immaturo e un idiota insensibile, ma è molto forte, eppure...-
"Eppure sono qui che ti ascolto, Maschiaccio!", si disse il ragazzo prima di avvicinarsi, lo intravidero Daisuke e Hiroshi e gli corsero incontro, sembrava volessero calmarlo, aveva capito dai loro balbettii agitati, li guardò perplesso e si avvicinò alla fidanzata, con un sorrisetto sardonico sul volto.
- Secondo me dovresti dargli una possibilità, maschiaccio.- poi guardando l'espressione sbalordita dei presenti aggiunse velocemente,- certo non so di che si tratti... ma credo sarebbe carino fingerti una persona gentile, tanto per cambiare, Akane!-
Ci fu un coro sommesso di assenso.
- Ranma!- alla ragazza stavano letteralmente fumando le orecchie e mentre si girava completamente verso di lui, Ranma notò che sembrava avesse messo una divisa di almeno una taglia e mezza più piccola, infatti ogni centimetro di stoffa aderiva perfettamente alle sue curve e alla sua pelle; inutile dire che questa considerazione stava calamitando tutte le sue attenzioni, come quelle di ogni ragazzo in quel cortile, questa fu la vera spiegazione di quello che accadde.
Infatti Ranma Saotome era un artista marziale molto capace, qualcuno -lui per primo- avrebbe potuto dire che fosse il migliore della sua generazione. Era capace di avvertire un pericolo molto prima che questo si rivelasse come tale, ma i suoi sensi non riuscivano mai ad essere all'allerta intorno all'unica fidanzata di cui gli importasse davvero, solo grazie a questo lei riusciva a colpirlo ( questo e il fatto stesso che sapendo di meritare almeno la metà di quei colpi, decideva di non schivarli); questo era anche il motivo per cui spesso, quando era totalmente immerso nelle sue discussioni con Akane, anche gli altri riuscivano a prenderlo di sorpresa.
Eppure riusciva quasi sempre ad accorgersi di quando Nabiki gli era intorno, il più delle volte gli dava un brivido su per la colonna vertebrale. Anche stavolta l'aveva sentita finalmente arrivare, ma non se ne era preoccupato, stava lavorando con lui del resto. Per questo probabilmente non si aspettava il ceffone che, lasciando esterrefatti tutti, risuonò per tutto il cortile, insieme alla frase :- Akane, ha ragione, sei proprio un baka!-
Detto questo quell'arpia di sua cognata prese sotto braccio la sorella e si avviò nell'edificio.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Ed eccoci al terzo capitolo! Vi devo ringraziare per tutto l'affetto che mi state dimostrando! Non me lo aspettavo davvero!
Vi confido che questo capitolo non è stato semplice da scrivere, la seconda volta. Già perché mi era venuta l'ispirazione durante la pausa pranzo a lavoro e avevo scritto un capitolo che mi piaceva parecchio, ma è andata via la corrente... quindi ho dovuto riscriverlo. Non credo sia all'altezza della prima stesura, ma non è nemmeno male, dai!
Finalmente avrete qualche nuovo particolare del piano semplice, idiota e in parte stranamente efficace di Ranma.
Ci vediamo tra una decina di giorni con il capitolo in cui iniziano i problemi seri per Ranma! A presto!
L'amore non basta: Capitolo 3
Nabiki sbuffò. Si era appena fatta largo tra la folla lanciando sguardi di disprezzo a quasi tutti gli individui di sesso maschile della scuola.
Strinse di più il braccio della sorellina, mentre la trascinava lungo i corridoi.
Suo cognato era un idiota! Anzi era il principe degli idioti. Il semidio degli idioti!
Come diavolo poteva non aver capito cosa stava succedendo?
Lei era arrivata dopo di lui e lo aveva capito! Solo che si chiedeva cosa fosse accaduto.
Arrivò avanti alla classe della sorella e dopo averla salutata decise di cercare qualcuno che temeva potesse sapere di più e spremerlo per bene. Trovò la persona a cui aveva pensato nel bagno delle donne, che contava i soldi.
- Allora, Saki, credo che tu mi debba delle spiegazioni: per prima cosa perché diamine hai perso mia sorella stamattina? Poi che diamine stava succedendo e perché? Anche se credo che la montagna di soldi che hai tra le mani sia la risposta ad entrambe le domande.-
Ranma era ancora fermo in cortile mentre gli altri ormai stavano entrando in classe. Solo Hiroshi e Daisuke erano rimasti fuori con lui.
- Maledetta arpia!-, sussurrò toccandosi la faccia.
- Ranma, noi siamo tuoi amici. E di certo non vogliamo criticarti.-
- Esatto, amico,ma...-
- Ma si può sapere che diavolo stai facendo?-
- Quello che Daisuke voleva dire,- spiego Hiroshi, - è che in realtà Nabiki ti ha salvato la vita, ti sei reso conto di quello che hai detto?-
- E di che stai facendo ad Akane?-
- Ragazzi, davvero state esagerando, cosa volete che mi importi?- dire quelle parole gli era costato davvero tantissimo, fortunatamente si era girato di spalle per entrare nell'edificio scolastico.
Sentì Daisuke insultarlo sotto voce, prima che l'altro continuasse.
- Ranma, noi siamo sempre stati dalla tua parte e abbiamo sempre creduto di conoscerti e sapere quale fosse la tua scelta, amico... ma negli ultimi tempi non ti riconosciamo più.-
L'artista marziale mise su un'espressione maliziosa e si voltò verso i suoi amici.
- Ma l'avete vista bene Shampoo?-
Daisuke stavolta lo offese ad alta voce.
- E tu l'hai vista Akane, razza di cretino?- certo che l'aveva vista, per tutti i Kami! Daisuke credeva fosse cieco? Gli ci era voluta tutta la sua forza di volontà per non avvicinarsi a lei e abbracciarla per coprirla: era sempre stata bellissima, ma ultimamente stava diventando più affascinante, più sexy e lui doveva già naturalmente combattere con il bisogno di sfiorarla, accarezzarla, abbracciarla. Soprattutto da quando durante il viaggio di ritorno dalla Cina si era rifiutato di lasciarla andare: l'aveva tenuta stretta a sé per quasi ogni momento e lei non aveva protestato. E ora sentiva continuamente il bisogno di toccarla ancora.
Era ormai arrivato all'ingresso della scuola, quando si girò a guardare i suoi amici.
- Allora? Andiamo?- il tono spensierato con cui pronunciò quelle parole, benché finto, fece scattare anche Hiroshi.
- Hai presente Akane Tendo? Ogni ragazzo di questa scuola, e sicuramente di tutta Nerima, si taglierebbe un braccio per poter ricevere un solo sorriso da lei! Tu la stavi per sposare! E ci parli della cinesina? Quella psicopatica? Sei un idiota!-, già, si disse Ranma, il problema era proprio che Shampoo era una psicopatica. Dopo il mancato matrimonio si era reso conto che con il suo bisogno di stare accanto ad Akane la stava esponendo a diversi pericoli, di cui il più imminente era Shampoo. Ricordava ancora quando aveva minacciato di ucciderla in Cina, mentre era completamente indifesa. E probabilmente lui aveva peggiorato le cose durante il viaggio di ritorno... e quel matrimonio! Doveva mettere bene in chiaro le cose, ma per farlo doveva aspettare il ritorno di Cologne, non si poteva discutere con Shampoo. Così era nato il suo piano: quale modo migliore di tenere l'amazzone lontana da Akane, se non fingere interesse verso di lei?
Intanto Hiroshi sembrava essersi calmato: - Sappiamo tutti che sei cotto di Akane...-
- Ah, davvero?-, gli rispose.
- Sì, idiota!-, si intromise l'altro amico, - Ma se continui così... Quel pettegolezzo potrebbe diventare vero!-
- Quale pettegolezzo?-, chiese, ma senza reale interesse. Non c'erano molto che potesse interessarlo in questo momento se non proprio Akane e per questo voleva solo arrivare il prima possibile in classe per vederla.
- Beh... Daisuke si riferisce al motivo per cui stamattina tutti volessero sfidare Akane...- "Che idioti, pensò lui, perché mai hanno ricominciato questa sciocchezza?" - Gira voce che il vostro fidanzamento stia per rompersi.-
A quelle parole si bloccò e si voltò verso i due ragazzi, che arretrarono: aveva un'espressione a dir poco paurosa, con gli occhi sbarrati, lo sguardo duro e la mascella contratta, durò un secondo prima che, appoggiando una mano al muro, scoppiasse a ridere.
- Non vi preoccupate dei pettegolezzi! Anche volendo -, e lui assolutamente non voleva, aggiunse nella sua mente, - non sarebbe così semplice: i nostri padri sono testardi e anche mia madre è d'accordo con loro. Su, andiamo in classe!-
Quando, ancora sorridente, si mosse per andare in classe i due ragazzi notarono dei piccoli buchi nel muro, lì dove il loro amico aveva posato le dita.
Una cosa era sicura: qualsiasi cosa fosse accaduta nel loro ultimo viaggio, l'unico che l'amico non gli avesse raccontato, aveva cambiato profondamente il rapporto tra Ranma e Akane, rendendolo se possibile ancora più problematico, ma qualcosa non andava. Erano certi che presto il loro amico avrebbe avuto una brutta notizia, ma speravano vivamente di sbagliarsi. |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
L'amore non basta
Ed eccoci con il quarto capitolo! Vi confesso che questo capitolo mi
piace abbastanza, nonostante finisca con una nota non propriamente
piacevole. Finalmente ho indietro il mio pc quindi non devo più
aggiornare da cellulare o tablet, quindi posso prendermi il tempo di
dirvi che ci vediamo alla fine del capitolo per una piccola nota, che
non voglio mettere qui per evitare di spoilerarvi qualcosa.
Detto questo, ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le
seguite e le preferite e i tesori che hanno recensito lo scorso
capitolo! A dopo!
Capitolo 4
Ranma sbuffò. Quella non era decisamente la sua giornata.
Dopo essere entrato in classe in
ritardo aveva dovuto restare fuori con i secchi d'acqua per un'ora,
cosa che non gli accadeva da un po', visto che ultimamente usciva di
casa addirittura prima della fidanzata, e che non era toccata ai suoi
amici, per i quali la professoressa Hinako aveva fatto un'eccezione, visto
che solitamente loro erano puntuali.
Durante tutta la giornata aveva
cercato di incrociare lo sguardo di Akane, ma lei sembrava decisa a
ignorarlo completamente. Del resto quelle erano solo le conseguenze del
suo brillantissimo piano, di cui ora iniziava a dubitare.
Certo, le
minacce alla vita di Akane erano drasticamente diminuite e negli scorsi
due mesi nessuno dei due era stato rapito. E mancava così poco!
Cologne sarebbe tornata a giorni, forse era addirittura tornata mentre
lui era a scuola.
Qualcuno avrebbe potuto
dire che l'aspetto particolarmente bello di Akane lo avesse colpito
troppo per continuare ad ignorarla, quello o la gelosia che aveva
provocato, ma la verità era un'altra.
Ranma Saotome - tra sé e
sé poteva ammetterlo - era sì completamente innamorato di
Akane Tendo, ma anche così abituato, così emotivamente
dipendente da lei che... semplicemente gli mancava.
Sentiva davvero il bisogno fisico
di toccarla, per sentire il suo calore; di vederla, per essere certo
che fosse sana e salva; di parlarle, per sentire cosa pensava della
situazione che lui stava creando; ma soprattutto gli mancava la sua
compagnia, quella presenza gentile e silenziosa sempre pronta a
perdonarlo e a sostenerlo.
Aveva appuntamento con Shampoo
nel tardo pomeriggio, quindi sapeva che lei non sarebbe andata a
cercarlo, poteva sfruttare la cosa per passare un po' di tempo con
Akane, tornando a casa con lei. Le avrebbe detto che non aveva idea che
quei pazzi dei loro compagni avessero ricominciato a sfidarla e
avrebbero riso insieme sul pettegolezzo sulla rottura del loro
fidanzamento.
Aveva deciso: si poteva concedere
dieci minuti con Akane. Sarebbe rimasto a distanza, sulla ringhiera,
non troppo vicino, per evitare tentazioni e per non dover poi
rimpiangere la sua assenza, non più del solito.
Il problema era che ormai lei non
lo aspettava più prima di tornare a casa: avrebbe dovuto
avvertirla. Ma in cortile, durante la pausa pranzo, era stata
accerchiata dalle loro compagne di classe e quando, prima che
tornassero alle lezioni, era rimasta di nuovo sola, Nabiki lo aveva
distratto per dirgli del pettegolezzo. Lui l'aveva a stento ascoltata,
ma quando si era girato di nuovo a guardare la fidanzata non l'aveva
più trovata perché era tornata in classe.
Aveva allora pensato di
precederla e aspettarla al cancello d'entrata. Ma era stato trattenuto:
era vero che negli ultimi tempi non aveva più fatto ritardo,
tranne quella mattina, ma i suoi professori erano preoccupati per il
suo rendimento scolastico, i suoi voti infatti erano calati
drasticamente, ovviamente, anche se gli insegnanti non lo sapevano,
perché non stava più studiando con Akane.
Per questa
chiacchierata i professori lo avevano tenuto a scuola per altri venti
minuti. Così aveva perso l'ennesima possibilità di stare
un po' solo con la sua fidanzata.
Anche se tutto sembrava contro di
lui, decise mentre correva verso casa, sarebbe riuscito a passare
almeno una manciata di minuti con Akane. L'avrebbe raggiunta nella
palestra e si sarebbe anche allenato un po' con lei.
Queste erano le sue intenzioni,
prima che varcasse la porta d'ingresso di casa Tendo. Ad attenderlo
infatti c'era il padre con un'espressione seria.
- Vieni con me Ranma, dobbiamo parlare.-
- Senti papà, ho voglia di andare a fare un po' di movimento nel dojo, parleremo poi.-
- No, Ranma! È ora che tu
affronti le conseguenze delle tue azioni. Tua madre, Soun e la piccola
Akane ci stanno aspettando di là.-
Ranma non sapeva cosa aspettarsi,
ma del resto era sua intenzione passar del tempo in compagnia di Akane,
no? Sarebbero stati seduti vicini e avrebbero riso alle sciocchezze dei
loro padri.
Annuì e seguì Genma.
La prima cosa che notò
arrivato in sala da pranzo fu che il posto per lui era stato sistemato
tra suo padre e sua madre, di fronte a Soun e Akane. Già questo
andava contro tutto quello che voleva.
La sua attenzione fu poi
ovviamente attirata da Akane: aveva uno sguardo serio e, forse, un
po’ malinconico, ma non solo. C’era qualcosa di strano nel
volto della fidanzata, ma lei lo nascondeva tenendolo basso. Cosa stava
accadendo?
- Akane, va tutto bene?-
Non avrebbe voluto, anzi avrebbe
voluto, ma non avrebbe dovuto parlarle direttamente e sicuramente non
con quel tono preoccupato da cucciolo innamorato.
La vide sgranare leggermente gli
occhi prima di alzare lo sguardo ad incontrare il suo, arrossire e
riabbassarlo. Aveva quasi le lacrime agli occhi.
- Si può sapere cosa sta
succedendo?-, chiese arrabbiato, poi si girò verso il padre che
si era seduto, - Allora papà?-
- Non capisco come diavolo…-, Genma fu interrotto dalla mano della moglie che si posò sul suo avambraccio.
- Ranma, tesoro, perché non ti siedi con noi? Abbiamo delle cose da discutere.-
- Vi prego, non mi dite che state
organizzando l’ennesimo matrimonio!- sbuffò vedendo Soun
Tendo mordersi leggermente il labbro inferiore, come un bambino trovato
con le mani nella marmellata. Poi si rivolse direttamente alla sua promessa sposa.
- Non ti preoccupare, non possono davvero costringerci!-
Akane voltò il capo di
lato, senza rispondergli. Poteva vedere che avrebbe voluto piangere. La
fidanzata non era una persona che piangeva facilmente, ma lui ormai la
conosceva perfettamente e sapeva leggere quel volto altrettanto
perfettamente e per lui era come se stesse già singhiozzando.
La madre intanto lo guardava incuriosita.
- Perché non ti siedi con
noi, tesoro?- gli chiese e lui ubbidì. Appena si fu seduto Nodoka gli porse una lettera.
- Questa è arrivata
stamane per te.-, lui la prese e la guardò, poi, dopo aver
riconosciuto la scrittura della fidanzata alzò lo sguardo a
cercare quello di lei. Non trovandolo decise di aprire la busta.
Dopo aver letto le poche parole
vergate nella calligrafia ordinata di Akane, tornò a guardarla
mentre accartocciava la lettera.
- Che significa?-, chiese arrabbiato.
- Ranma...-
- Non ti intromettere, mamma. Parlo con la mia futura sposa.- sibilò con tono cattivo.
Akane a quelle parole si
sentì spiazzata. Ranma non l'aveva mai chiamata così, non
lontano da una sfida o un pericolo. E sembrava davvero arrabbiato...
Per un attimo tutta la sua
risolutezza vacillò, mentre alzava gli occhi nei suoi: erano
diventati di un blu così scuro da sembrare neri. Distolse lo
sguardo, mentre rispondeva, con il tono di voce più triste che
suo padre le avesse mai sentito: - Hai letto.-
- E così vuoi davvero cancellare il fidanzamento!- sussurrò il ragazzo, lei non ebbe il coraggio di guardarlo.
Ed eccoci. Non mi linciate. Non prima che vi spieghi la scelta di non
far usare a Ranma la frase "Parlo con la mia fidanzata". Trovo che in
italiano la parola fidanzata perda il significato importante che ha
l'originale iinazuke e l'inglese fiancée, entrambi hanno il
significato specifico di promesso/a o futuro/a sposo/a. Per
questo ho deciso di usare il significato originale, più forte,
in un momento così delicato e significativo.
Detto questo ci leggiamo tra una decina di giorni con un capitolone! Lo prometto! :*
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
L'amore non basta
Eccomi tornata! Scusate per l'attesa e il cliffhanger. Siete pronti alle montagne russe? Ranma non credo, ma gli tocca! A dopo!
Capitolo 5
La tensione era palpabile nell'aria.
Ranma non poteva crederci: Akane lo stava lasciando. Per davvero stavolta.
Lui aveva passato gli ultimi due mesi a sopportare Shampoo per prendere
tempo, per avere la possibilità di costruire il suo futuro con
lei... mancava poco al ritorno di Cologne: questa storia sarebbe finita
prestissimo. E invece lei stava rinunciando a loro.
"Non so nemmeno se avesse mai avuto intenzione di stare con me!" Pensò.
Era sconvolto. Registrò appena la voce di Nabiki provenire
dall'ingresso e vide la fidan... Akane alzarsi e allontanarsi. Avrebbe
voluto fermarla, ma non riusciva a muovere un muscolo. Un secondo dopo
tutte e tre le sorelle Tendo erano sedute vicino al padre.
- Figliole, vi metto a conoscenza che Akane ha formalmente richiesto
l'annullamento del fidanzamento con Ranma- le due sorelle maggiori si
voltarono a guardarla, ma prima che Soun potesse continuare o una di
loro aprisse bocca, si sentì un sussurro.
- È per quello che è successo in Cina?-, la domanda del
ragazzo con il codino, benché sussurrata, risuonò
cristallina, facendo quasi sbandare Akane.
- Oddio, Ranma, no!- disse la ragazza dopo pochi secondi.
- Ranma…-, provò Nabiki, seria, guadagnandosi un’occhiata curiosa dalla sorella maggiore.
- È solo perché è giusto.-, disse Akane, ma quello
che era ancora il suo fidanzato non riusciva a guardarla negli occhi.
- Per quale delle due cose? -, continuò.
- Di che stai parlando? Non ce l’ho con te per quello che
è successo in Cina, Ranma. Perché dovrei? Smettila.-
- È perché non sono stato capace di proteggerti?-
- Ranma, basta!-, stavolta Akane aveva alzato la voce e si era
allungata verso di lui per sfiorargli il braccio, ma lui si
allontanò alzandosi in piedi e continuò.
- È perché ti faccio schifo dopo la Cina? O hai paura di me? O mi odi Akane?-, ora stava urlando.
-Su, figliolo, non esageriamo. Perché la mia bambina dovrebbe odiarti?-
Ovviamente era il momento sbagliato per parlare, capì subito
Soun quando si ritrovò gli occhi spiritati di Ranma puntati
addosso.
- Vuole davvero sapere perché?-
- Ranma, ti prego.- Akane non voleva assolutamente che si sapesse cosa
era accaduto in Cina, voleva far finta che non fosse mai successo.
- La mia sorellina ha ragione, Ranma! Sta’ zitto.-, ma neanche le parole di Nabiki lo fermarono.
- Volete sapere cosa è successo davvero? Perché
ultimamente nessuno viene qui a sfidarmi? Nessun Mousse o Ryoga? La
verità è che sono un assassino!-, quando vide i volti di
sua madre e Kasumi abbassò finalmente il tono di voce,-
Già, ho ucciso un uomo.-
- Smettila Ranma! Ormai sarà tornato in vita!-, gli urlò
il padre, prima di spiegare agli altri che stavano parlando di un
semidio. Ranma si lasciò cadere seduto.
- Già un semidio… ma l’ho ucciso e non sono neanche riuscito a salvare Akane in realtà.-
- Che significa?-, chiese in un soffio il capofamiglia dei Tendo.
- Niente, papà.-, cercò di correre ai ripari Akane.
- Significa, signor Tendo, che sua figlia è morta. Morta
davvero.-, abbassò il volto per coprirsi lo sguardo con i
capelli,- Era tra le mie braccia, nuda e morta. Non si muoveva, non
respirava. Era morta. Non so come sia tornata indietro.- detto questo
si alzò per andarsene.
- Ranma!-
- Come vuoi tu, Akane. Se desideri che il fidanzamento venga rotto, per
me va bene.-, le disse di spalle, prima di uscire e saltare sul tetto.
Dopo qualche secondo di silenzio, Soun si schiarì la gola e
comunicò a tutti che il fidanzamento sarebbe passato a Nabiki,
scatenando un putiferio di proteste da parte di questa e della sorella
maggiore.
Poi, prima che tutti si dileguassero, chiese ad Akane di rimanere con
lui. Appena furono soli iniziò a piangere per la sua povera
bambina morta. Furono inutili le proteste della ragazza. Era viva, ma
come aveva detto Ranma era morta per un periodo di tempo!
Quando un paio di ore dopo Akane riuscì a staccarsi di dosso il
padre e uscì a prendere una boccata d’aria in giardino,
trovò la sorella ad aspettarla.
- Sei sicura di quello che fai, Akane?-
- Sì, Nabiki, io… è giusto così.-
- Sai, vero, che io non amo Ranma e non lo sposerò, no?-
- Ranma ha scelto Shampoo.-
- Per questo abbandoni?-
- Non è un gioco, Nabiki.-
- No, è un ragazzo. Che ha bisogno di te. Hai visto come ha
reagito? È evidentemente sconvolto per quello che è
successo in Cina.-, provò la più grande manipolatrice di
Nerima.
- Starà meglio. Poi ha te e Ukyo come amiche no? Ultimamente
siete sempre lì a confabulare.-, Nabiki intravide uno spiraglio.
- Sei gelosa, sorellina?-
Akane finalmente la guardò negli occhi.
- Non di te, sorellona.- l’aveva ammesso, almeno un passo avanti, pensò la strozzina di casa Tendo.
- Lo aiuterai almeno come amica?-
- Non ora, non posso.-
- Ma lo ami ancora, vero?-
- E come potrei non farlo?-, disse con le lacrime agli occhi prima di scappare in camera sua.
Nessuna delle due si era accorta di Ranma che le ascoltava.
Dai, stavolta si finisce meglio... più o meno! Ci tengo a
precisare che AMO Nabiki, ma è anche vero che è una
manipolatrice e una strozzina u.u
Ci "leggiamo" tra una decina di giorni, per vedere cosa succederà ai miei due testoni preferiti! Un bacio!
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
L'amore non basta
Lo so. sono in ritardo! Non posso far altro che chiedervi scusa!
Capitolo 6
Ranma si sentiva uno stupido.
Era dietro un albero e continuava a sorridere, aveva paura che gli sarebbe venuta una paresi facciale.
Non riusciva a smettere di sorridere.
Si sentiva come uno di quei cartoni animati in cui improvvisamente il
protagonista era pieno di energia e iniziava a saltellare per il mondo
con i razzi al posto dei piedi. Ma lui non voleva saltare, voleva
restare fermo lì e rivedere l’immagine altre mille volte,
con esiti diversi. Si vedeva mentre correva dietro alla sua Akane e
abbracciandola le diceva che anche lui l’amava.
Certo, riflettendoci, lei non aveva detto proprio quelle parole, ma
forse era anche meglio: lo aveva detto come se non avesse scelta, come
se non potesse fare a mano di amarlo.
Dio! Non credeva fosse possibile amarla ancora di più, eppure lui adesso la amava più di mezz’ora prima.
Ma non provava solo amore, provava anche sollievo: non lo odiava, non
provava paura o ribrezzo per lui. Forse, si corresse rispetto a pochi
minuti prima, un bel salto era proprio quello che gli ci voleva per
esprimere a pieno il suo entusiasmo, ma temeva di arrivare con un balzo
in cima alla Tokyo Tower.
-Mi ama.- si trovò a sussurrare,- Akane mi ama.-
-Mi ama!- quasi si trovò ad urlarlo, si trattenne appena.
-Sì, Shampoo ama Airen!-
Non l’aveva neanche sentita arrivare, tanto era immerso nel suo mondo.
Shampoo aveva la maledetta capacità di apparire nei momenti più sbagliati e rovinargli la vita.
-Ah-, finse un sorriso,- ciao, Shampoo. Come mai qui?-
-Airen non ha dimenticato il nostro appuntamento, vero?-
-NO! Certo che no! Andiamo.-, lanciò un ultimo sguardo verso la
finestra della camera di Akane e si incamminò con la cinesina,
ancora con quello stupido sorriso tatuato in volto.
-Shampoo, ma Cologne quando torna?-
-Tra qualche giorno, Airen!-
Nabiki aveva visto Ranma allontanarsi con Shampoo e, dalla sua
espressione, era certa che il cognato- fidanzato, si corresse
digrignando leggermente i denti- avesse sentito il suo discorso con
Akane.
Era l'unica spiegazione possibile per quell'espressione da ebete che aveva in volto.
Ah! Aveva voglia di urlare. Perché mai quei due testoni stavano facendo tutto questo? E come ci era finita lei in mezzo.
E Ranma era un idiota. Questo era certo.
Non aveva ancora capito che il fatto che Akane lo amasse non
significava nulla. La sua sorellina era certa che lui la odiasse. Era
certa di non avere più un futuro con lui e questo l'avrebbe non
solo allontanata irrimediabilmente da lui, ma anche dall'idea stessa di
amarlo.
Akane per la prima volta si sarebbe trovata a voler pensare ad altro e,
forse, a voler cercare di innamorarsi di qualcun altro solo per
dimenticarsi di lui.
Forse questa Akane sarebbe cambiata e forse il cambiamento l'avrebbe portata davvero lontana da lui.
I pensieri di Akane invece viaggiavano su binari decisamente opposti rispetto a quelli di Ranma e Nabiki.
Se solo avesse sentito i pensieri di Ranma, l'erede della scuola Tendo
sarebbe stata certa di trovarsi in un sogno o un illusione. Ranma che
la amava? Dopo aver visto con che espressione da ebete si era
allontanato al braccio di Shampoo non aveva più dubbi sulla sua
scelta, anche se per un paio di momenti quel pomeriggio si era illusa
che forse...
I pensieri di Nabiki invece li avrebbe trovati fantascientifici. Lei, dimenticare Ranma?
Poteva illudersi tutte le volte che voleva davanti allo specchio o
mentre chiacchierava con le amiche, ma la realtà è che
non sapeva neanche come essere una Akane che non amava Ranma. Era
passata semplicemente da essere una sedicenne che odiava tutti i
ragazzi ad essere irrimediabilmente innamorata di lui. Come poteva mai
essere normale senza amarlo? Come poteva essere se stessa senza avere
Ranma accanto? Ma doveva. Avrebbe dovuto imparare.
Era seduta sul letto e continuava a guardarsi i piedi. Non riusciva a trovare un buon motivo per fare altro.
Si stava trattenendo a stento dal piangere.
Passò qualche altro secondo così, immobile, o forse erano
ore, non lo sapeva. Sentì a stento la porta della sua stanza
aprirsi lentamente, alzò appena lo sguardo per vedere Kasumi
correrle incontro. La sua sempre dolce e sempre posata sorella la stava
abbracciando singhiozzando.
Un attimo dopo entrò in camera anche Nabiki e si sedette a
terra, accanto alle gambe di Akane, che intanto si era lasciata andare
alle lacrime.
Restarono in questa posizione anche quando Kasumi e Akane smisero di
piangere ed è così che le trovò Nodoka Saotome.
La madre di Ranma bussò lievemente sulla porta già aperta
prima di entrare. Akane si aspettava un volto severo, arrabbiato o
deluso come quello che aveva il figlio qualche ora prima. Invece
trovò un volto un po' intristito, ma sorridente.
-Akane, vorrei parlarti.-
-Andiamo subito via, signora Saotome.-
-No, Kasumi, vorrei che rimarreste perché vorrei chiarire una
piccola cosa. Nabiki spero che tu non te la prenda a male, ma io
continuo ad essere certa che sia Akane la ragazza giusta per mio
figlio...-
-Ma Ranma ha scel...- provò a protestare l'artista marziale.
-Sono d'accordo con lei, signora Nodoka e anzi le dico che accetto il
fidanzamento solo perché so che poi passerà di nuovo a
mia sorella.-
Detto questo Nabiki e Kasumi si alzarono per uscire e andare a preparare la cena.
-Piccola, io non so tu cosa pensi di aver visto nell'atteggiamento di
mio figlio, ma io lo conosco. Anche se siamo stati lontani per anni
è sempre mio figlio. E io so che tu sei la donna giusta per lui,
quella che potrà stargli accanto e lo renderà felice. No,
non voglio sapere il perché della tua scelta e neanche quali
saranno le conseguenze, in realtà sono venuta per dirti che ti
ho sempre considerato come una figlia e questo non cambierà ora.-
A queste parole Akane iniziò di nuovo a piangere.
Quando tornò dal suo appuntamento, Ranma trovò le due donne che amava di più addormentate abbracciate.
Spero che il cap vi piaccia anche se è molto
riflesivo. Fatemi sapere che ne pensate. Un bacio, a tra una decina di
giorni!
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
L'amore non basta
Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo. Purtroppo ho vissuto un
momento molto brutto e in realtà non mi sento ancora molto in
me, ma la vita deve andare avanti anche quando le persone che amiamo ci
lasciano, vero? Quindi vi lascio al capitolo e alle note che troverete
prima e dopo di esso e che sono state scritte prima che tutto questo
periodo iniziasse.
******
Vi confesso che non era questa la piega che volevo far prendere alla
storia, almeno su una parte, ma il mio protagonista ha iniziato a fare
i capricci... vi spiego meglio alla fine del capitolo! A dopo e buona
lettura!
Capitolo 7
Ranma si era alzato con le migliori intenzioni.
La sera precedente, prima di addormentarsi, si era reso conto di una
cosa: con il fidanzamento tra lui e Akane rotto, non avrebbe più
dovuto starle lontano perché le altre ragazze, soprattutto
Shampoo che era quella che lo preoccupava di più, non
l’avrebbero più vista come una rivale!
Era finalmente libero di passare con Akane tutto il tempo possibile! In
più sapeva che nessuna si sarebbe sentita minacciata dal suo
rapporto con Nabiki: neanche Kodachi sarebbe stata così folle da
pensare che tra i due potesse nascere qualcosa.
L'unica cosa che avrebbe dovuto fare era diffondere la notizia. Si
ritrovò quindi avanti alla camera di Nabiki, pronto a bussare,
quando si aprì la porta accanto e ne uscì Akane, che
vedendolo quasi sbandò. La ragazza distolse lo sguardo e dopo
aver a stento sussurrato un "Buongiorno" corse verso le scale. Un
attimo dopo, sul secondo gradino c'era Ranma che le sorrideva, come al
solito l'aveva preceduta con uno dei suoi salti.
- Mi aspetti per andare a scuola? Per favore.-
Lei lo osservò attentamente mentre lui sorrideva, arrossì
e annuì velocemente prima di superarlo. Mentre la guardava
scendere Ranma sorrise, forse poteva davvero ricavare il meglio da
quella situazione. Non sapeva ancora a cosa andava incontro.
Akane si maledì. Perché continuava ad avere
quell'atteggiamento? Da quando sembrava una di quelle ragazzine
spaventate da tutto e timide oltre ogni misura?
Certo, si concesse, non è una situazione da tutti i giorni
rinunciare all'amore della tua vita e continuare a vivere sotto il suo
stesso tetto. Ma come poteva fare?
Era certa di dover resistere solo per un altro po' di tempo: Ranma
presto sarebbe andato a vivere con Shampoo probabilmente. Probabilmente
sarebbe anche partito per la Cina. Quel pensiero per un attimo le
mozzò il fiato. Forse avrebbe preferito continuare a soffrire
con lui accanto piuttosto che non vederlo affatto. Mai più.
Alzò gli occhi a spiarlo. Aveva insistito perché lei lo
aspettasse e si era anche sbrigato, così ora camminava
lentamente sulla ringhiera, senza alcuna fretta perché tanto
erano in anticipo.
Improvvisamente sentì il campanello di una bici e chiuse gli
occhi aspettandosi un tonfo o almeno una serie di smancerie che
sicuramente lei non aveva intenzione di osservare.
Un attimo dopo invece, aprendo gli occhi, si ritrovò quelli di
Ranma davvero vicini. I loro nasi quasi si sfioravano, i loro respiri
quasi si mischiavano facendo venire ad Akane l'acquolina in bocca.
- Era solo un bambino...- le disse e per un attimo le sembrò che la sua voce diventasse più roca.
Le vennero i brividi sotto quelli sguardo così blu ed intenso.
Per sottrarsene si girò a guardare i due bambini che correvano
con le bici.
Mentre li vedeva bisticciare come avevano fatto un migliaio di volte
lei e Ranma, le nacque spontaneo un sorriso: era proprio così
infantile il loro rapporto!
Stava per voltarsi di nuovo e condividere con lui quella scoperta,
quando sentì una mano sul volto: la sua mano, da come ora la sua
pelle sembrava rovente.
Non era riuscito a trattenersi, aveva visto quel sorriso che
ultimamente era così poco presente quanto erano soli e aveva
avuto il bisogno di farlo suo in un certo modo.
Pochi istanti prima, quando l'aveva vista prepararsi all'arrivo di
Shampoo, si era dovuto mordere la lingua per rimanere concentrato e non
baciarla nel bel mezzo della strada.
Lei lo amava, ricordò sorridendo, ma lui non poteva ancora
esprimere liberamente i suoi sentimenti. Doveva prima risolvere i
problemi riguardanti le sue "altre" fidanzate.
Eppure senza neanche volerlo, la sua mano di era sollevata per catturare la sua guancia in una carezza.
La vide spalancare gli occhi e poi chiuderli, prendere un bel respiro...
Sapeva che stava per allontanarsi e non poteva permetterlo. Non era mai
stata più lontana da lui come in quel momento, anche se ora
sapeva che lo amava.
Sorrise ancora, quel pensiero stava diventando una piacevole ossessione.
Prima che Akane potesse allontanarsi posò le mani sulle sue spalle.
- Ranma, lasciami... io...-
- Akane, io ti devo dire...- iniziò a sudare freddo, si sentiva
pietrificato, ma doveva dirle almeno una parte di verità. Doveva
farlo. O l'avrebbe persa. Prese un bel respiro e guardandola dritta
negli occhi...
- Akane, io ho bisogno di te.-
La vide allargare ancora di più gli occhi e arrossire
lievemente. Diamine! Se lui non stesse usando in parte il Cuore di
Giaccio a quest'ora sarebbe stato più rosso della sua casacca!
Ignorò quanto fosse bella in quel momento e continuò,
doveva essere sincero e dirle tutto, almeno quello che non l'avrebbe
messa in pericolo.
- Io capisco che tu non voglia più essere la mia fidanzata, ma
non mi abbandonare. Sei stata la prima a offrirmi la sua amicizia e sei
la mia migliore amica. Nessuno mi conosce come te e nessuno mi appoggia
quanto te. Non lasciarmi completamente solo.-
Era quasi con le lacrime agli occhi, forse perché per essere
completamente sincero aveva dovuto lasciar andare il Cuore di Ghiaccio.
Akane invece stava piangendo.
Fu un attimo, un bisogno ancora più di un istinto.
Si ritrovò ad abbracciarla. Una mano tra i capelli e l'altra
alla base della schiena. Sembrava volesse racchiuderla nel suo corpo,
farla entrare dentro di lui per mostrarle tutto.
Dopo un momento sentì le sue piccole mani circondargli il busto
e stringere la sua camicia con così tanta forza che avrebbe
potuto strapparla.
Restarono così finché Akane non smise di piangere. Fu lei
la prima a lasciarlo andare e a fare un passo indietro per allontanarsi
da lui.
- È tardi, dobbiamo andare a scuola.- gli disse senza guardarlo.
- Akane...-
- Sarebbe più semplice se non ci vedessimo più.-
- Lo so. Sarebbe più semplice per te, per me... per tutti,
ma...-, aspettò che lei lo guardasse negli occhi, - non voglio
che sia semplice. Voglio che sia vero e, mi dispiace, ma non credo di
poter essere vero senza di te.-
Ranma si accorse solo dopo aver parlato di quello che aveva appena detto.
Rimasero in silenzio, imbarazzatissimi, finché Akane non si
riscosse: in lontananza si sentiva già la prima campanella.
- Siamo in ritardo!- urlò iniziando a correre subito seguita da Ranma.
Eccoci! Fino alla stesura di questo capitolo ero certa che avrei tenuto
Akane il più lontano possibile da Ranma, che lei lo avrebbe
evitato come la peste, che si sarebbero ignorati per un po', ma poi il
mio Ranma interiore si è opposto impedendomi la scrittura di
qualsivoglia capitolo in quelle condizioni. È anzi stato molto
prepotente: così è nato questo capitolo che ora mi
costringe a far interagire questi due quasi da amici... prevedo una
faticaccia!
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
L'amore non basta
Ragazzi grazie mille a tutti per i messaggi di vicinanza, siete
stati davvero molto dolci! E devo anche chiedervi scusa per l'enorme
ritardo, ma a volte l'ispirazione va a farsi un giro.
Se avete tenuto d'occhio la pagina delle ff su Ranma avrete notato la
mia OS e vi ringrazio per l'enorme riscontro nonostante fosse piuttosto
a limite con l'OOC e alcune scelte discutibili (e molto sofferte).
Tornando a noi, abbiamo lasciato Ranma e Akane che andavano a scuola
insieme e vedremo cosa accadrà, inoltre sappiamo che un
personaggio che avrebbe dovuto assistere a tutto quello che accade a
scuola non si è fatto ancora vedere... Ebbe sì, parlo di
Ukyo! ;)
Buona lettura!
Capitolo 8
L'arrivo a scuola fu per Ranma e Akane più pacifico di quanto
pensassero. Forse perché erano davvero in ritardo o forse
perché, appena arrivati in vista della scuola e vista la folla
pronta ad attenderli grazie allo stupido pettegolezzo- rivelatosi vero,
ricordò a se stesso Ranma, quasi digrignando i denti - diffusosi
il giorno prima, il ragazzo prese tra le braccia Akane e la
portò in classe saltando fino alla finestra.
Probabilmente, pensò, era una delle ultime volte che la teneva
tra le braccia. Gli sarebbe mancato. Non che succedesse spesso, anzi
solitamente solo quando doveva proteggerla (e a quello non avrebbe
rinunciato), ma gli sarebbe davvero mancato poterla toccare quando
voleva solo per il fatto che era la sua fidanzata… avere il
diritto di poterla difendere senza che nessuno potesse protestare, beh
tranne lei ovviamente.
Abbasò il volto a guardarla. Era arrossita ed era adorabile. Si
concesse di stringerla un po’ più a sé e quando lei
lo guardò le sorrise.
-Ehm... Ranma?-
Prima che lui potesse risponderle si sentì la signorina Hinako schiarirsi la voce.
In un attimo il ragazzo lasciò Akane e si sedette al suo posto.
Fu solo dopo un paio d'ore che si arrischiò a spiarla con la
coda dell'occhio. Quella mattina sembrava più bella del solito.
Per tutti i Kami, si disse facendo sbattere la sua testa sul banco, si
era rammollito peggio di Kuno e Ryoga messi insieme! Doveva smetterla.
Lui era Ranma Saotome e, a ogni modo, non poteva ancora sbilanciarsi,
non finché non fosse riuscito a parlare con Cologne per
sistemare definitivamente la faccenda di Shampoo. Però c'era
qualcosa che poteva fare.
Grazie alla richiesta che aveva fatto a Nabiki nella pausa pranzo tutti
sapevano già della rottura del fidanzamento tra lui e Akane.
Come aveva immaginato quindi, non appena si ritrovò in cortile da
solo, venne a dir poco bombardato di domande: il 90% degli studenti del
Furinkan voleva sapere come andasse realmente tra lui e Akane e quasi
tutti i ragazzi volevano cercare di "vincere" un appuntamento con
quella che era ormai la sua ex fidanzata.
Sentendo i commenti di alcuni dei suoi compagni, Ranma si trovò
a dover usare il cuore di ghiaccio, di nuovo. Akane aveva davvero
ragione: erano dei pervertiti.
Afferrò uno di quelli che,
secondo le sue personali intenzioni, erano dei veri e propri morti viventi e gli comunicò a denti
stretti che non avrebbe tollerato che ricominciassero a sfidare Akane
per riuscire a uscire con lei.
- Del resto Akane è molto più forte di prima e
sicuramente nessuno di voi potrebbe mai batterla, ma diciamo che per
qualche assurdo motivo riusciste a batterla e credereste di poter per
questo avanzare pretese verso di lei... dovreste vedervela con me.
Capito? E vedete di spargere questa voce.-
- Ma vi siete lasciati!-, si sentì una voce nella folla.
- Non cambia. Ma se volete... prego, provate a contraddirmi, ho proprio bisogno di sgranchirmi le mani.-
Vedendo l'espressione di Ranma tutti si affrettarono a rientrare in classe ben prima del suono della campanella.
Ukyo era stata colpita da una brutta influenza. Quando, dopo 10 giorni
a letto, il dottor Tofu le diede il via libera per tornare a scuola, le
parve di aver fatto una specie di viaggio nel tempo... sembrava che
Nerima fosse cambiata drasticamente, eppure tutto era uguale. Le stesse
pietre, le stesse persone... ovviamente era solo un'impressione dovuta
alla lunga permanenza in casa. Ovviamente.
Eppure quando arrivò a scuola fu accolta da una strana scena:
Akane stava entrando a scuola, l'espressione neutra con un finto
sorriso di cortesia stampato in viso, mentre Ranma da un lato
stava spiandola di sottecchi (e questo non era affatto strano) e dall'altro
sorrideva a Shampoo abbarbicata al suo braccio.
La cuoca allora cercò immediatamente con lo sguardo chi poteva darle informazioni o, meglio, vendergliele.
Appena individuò Nabiki Tendo le si avvicinò a passo di marcia.
-Quanto vuoi per un resoconto dettagliato e veritiero?-
-Buongiorno anche a te, Ukyo, e bentornata! Comunque mi dispiace, ma 1)
hai già un debito notevole con me e prima di aumentare la cifra
voglio che venga in parte saldato e 2) non posso dirti nulla: Ranma mi
ha pagata per tenere la bocca chiusa. Mi ha pagata molto. Quindi
è meglio che ti rivolga a lui.-
A Ukyo non restava che una opzione. Era l'ultima cosa che voleva fare,
ma aveva bisogno di risposte che, sapeva, il suo fidanzato non le
avrebbe mai dato.
Per questo all'intervallo prese da parte Akane e le chiese la verità.
Purtroppo però, spesso la verità può essere dura e assurda.
Akane le aveva detto che da quasi una settimana il suo fidanzamento con
Ranma era rotto, o meglio trasferito a Nabiki, il che era una buona
notizia, nessuno poteva considerare l'idea che il ragazzo avesse potuto
scegliere quell'avvoltoio travestito da sciacallo come sua futura
moglie. Ma la notizia davvero assurda era un'altra e non poteva
accettarla: Ranma aveva fatto la sua scelta ed era Shampoo.
Ukyo sapeva che esisteva un remota possibilità che il ragazzo
non scegliesse lei, ma non per Shampoo! La scelta più ovvia,
dopo di lei ovviamente, sarebbe stata Akane. E forse, con il tempo
avrebbe potuto anche accettare una cosa del genere: la più
piccola delle Tendo era più o meno diventata sua amica. Ok,
forse non lo aveva dimostrato molto con le okonomiyaki esplosive al
matrimonio... ma chi poteva biasimarla?
Ad ogni modo era impossibile che Ranma scegliesse Shampoo, tanto quanto fosse impossibile che scegliesse Kodachi.
Doveva parlare con lui, anche se finora lo aveva evitato. Doveva esserci qualcos'altro sotto, come con il filo rosso.
Ma quando si parò di fronte a quello che era anche il suo
migliore amico, lui sembrava completamente in sé e questo la
spaventò.
-Sapevo che avrei dovuto affrontarti per prima, Ucchan.-
Come ben si capisce dalla fine di questo capitolo, è ora per Ranma di dare qualche spiegazione, non credete?
Vi aspetto per il prossimo capitolo, indispensabile per dare un po' di
consapevolezza a Ranma in vista di quella che lui pensa sarà la
soluzione a tutta la situazione...
A presto!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
L'amore non basta
Ragazzi eccomi con il nuovo capitolo!
Ringrazio chi ha letto e recensito la mia OS Un odio simile all'amore e
chi nonostante i ritardi continua a seguire questa storia che,
prometto, sta per arrivare alla svolta.
Tornando a noi, abbiamo lasciato Ranma pronto a parlare con Ukyo. Il momento della verità si avvicina...
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Capitolo 9
-Ranchan si può sapere di che stai parlando? E che stai combinando soprattutto?-
-Ucchan-, poi scosse la testa e ricominciò: - Ukyo, credo sia arrivato il momento di essere sincero con te...-
La voce del ragazzo era decisa: sapeva che doveva farlo, anche se non
voleva ferire così la sua migliore amica, a modo suo lo amava e
non voleva vederla piangere.
Nel momento stesso in cui gli passò per la testa questo pensiero
ricordò il motivo per cui era stato euforico per 4 giorni.
Akane lo amava, si ripeté, ma stavolta con questa consapevolezza
arrivò anche un’immagine a dir poco orrenda: Akane che, in
lacrime, piangeva e soffriva, tanto da decidere -lei, una delle persone
più testarde che conoscesse- di rompere il fidanzamento. Gli
salì su per la schiena un brivido, era la prima volta che ci
pensava, ma quando doveva averla fatta penare?
Il suo nome pronunciato come una preghiera dalla ragazza che aveva di
fronte lo spinse a concentrarsi sul compito sgradevole del momento. Si
sarebbe disperato dopo per le sue colpe. Sbuffò e si andò
a sedere sotto un albero a pochi passi da lui, attese che la ragazza lo
raggiunse e ricominciò a parlare.
-Come hai saputo che sta succedendo? Non da Nabiki spero! E
precisamente cosa sai? - Ucchan lo guardò meravigliata della sua
calma, poi lo raggiunse e si sedette di fronte a lui.
-La tua nuova fidanzata-, iniziò vedendo comparire
un'espressione contrariata sul suo bel viso,- non mi ha voluto dire
niente, ma avevo bisogno di qualcuno che fosse davvero al corrente di
tutto: sono andata dalla sorella.-, vedendo il ragazzo confuso
specificò:-Akane.-
L'immagine di poco prima di Akane piangente lo colpì come un
fiume in piena e si ritrovò a stringere così tanto i
pugni sulle ginocchia da farsi davvero male.
-Maledizione, Ucchan! Non potevi venire da me? Perché sei andata da lei!?-
-Perché, Ranchan, avevo bisogno di sapere la verità e di
qualcuno che fosse chiaro e sincero e tu non sai farlo, non per le cose
importanti!- Ukyo si ritrovò ad urlargli addosso.
Ranma avrebbe voluto potersi difendere, ma la sua amica aveva ragione, poté quindi solo annuire.
-Hai ragione, avrei dovuto dirvi prima la verità...-
-E la verità è che ami Shampoo?-
-Che diamine dici! Ti sembra possib...-, improvvisamente si
ricordò quello che aveva detto Ucchan,-Giusto, tu hai parlato
con Akane.-
-E questo cosa significa? Che cambia?-
-Cambia che lei non sa la verità.-
-Ti ho visto con Shampoo...-
-E hai creduto che fossi innamorato di lei?- Ukyo sobbalzò, era di questo che si trattava? Ranma si era innamorato?
-Per questo sono andata a chiedere ad Akane! Tu innamorato di Shampoo sarebbe impossibile...-
-Già... e dimmi Ukyo, secondo te di chi dovrei essere innamorato? Chi dovrei scegliere?-
-Ora come ora non so... Io... io ho sempre creduto che avresti scelto me.-
Ranma era quasi shockato. Tutte loro credevano che lui le amasse...
tutte, beh, tranne Akane. Sorrise amaramente prima di continuare.
-Ucchan, hai davvero creduto questo?-
-Io sono la fidanzata carina!-
-Certo che lo sei, ma ti ho sempre trattata da amica... e hai
dimenticato la mia gioia quando ho creduto che ti stessi innamorando di
Ryoga? Mi sembra piuttosto...-, ma lei lo interruppe urlando e
alzandosi in piedi.
-Credevo che avresti scelto Akane, ok?-
Ukyo si sentiva distrutta: doverlo ammettere in quel modo....
Anche Ranma si era alzato e ora le dava le spalle.
-Non avevo alcuna intenzione di scegliere Akane.-, Ucchan non poteva
vedere il suo viso, ma dal tono probabilmente stava sorridendo,-Tu non
puoi saperlo, ma noi non ci sopportavamo affatto! Io volevo solo
riuscire ad andare in Cina per annullare la maledizione. Non so bene
quando mi sia innamorato di lei, ma credo sia accaduto presto. Forse
quando l'ho vista piangere nello studio del dottore dopo il
combattimento con Ryoga... lo sai che Akane aveva una cotta per Tofu?-
Appena si voltò a guardala la trovò in lacrime.
-Ukyo... -
-L'hai amata sin dal principio quindi?- lui annuì prima di continuare.
-Ma non lo sapevo... l'ho capito solo da poco.-
-Ma sapevi che non avresti sposato nessuna di noi, che, dovendo scegliere, avresti sposato lei?-
-Sì, io... mi dispiace...-
Un attimo dopo Ranma aveva una guancia rossa.
Ukyo stava per scappare via, non voleva iniziare anche a singhiozzare
avanti al ragazzo, si sentiva già abbastanza umiliata, ma lui la
fermò afferrandole il braccio.
-Non lo devi dire a nessuno, Ukyo... se Shampoo lo venisse a sapere
Akane sarebbe in pericolo. Per questo sto fingendo di voler stare con
l'amazzone, almeno finché non potrò risolvere tutto con
Cologne, per tenere Akane al sicuro, ma lei ha equivocato e ora
è tutto un gran casino! Io credevo di poterne approfittare per
stare un po' con lei, ma mi sta ignorando da 3 giorni e io...-
Lasciò il braccio dell'amica iniziando a scompigliarsi i capelli.
-E tu sei un idiota!-, disse lei, colpendolo con la sua spatola
stavolta,- ma hai ragione, Akane sarebbe in pericolo e non voglio che
Shampoo la uccida dopotutto, quindi non dirò niente a nessuno,
ma stammi lontano...-
Dopo queste parole scappò via.
Durante le settimane successive Ukyo decise di andare a trovare il
padre e, si disse Ranma, forse era meglio: meno persone sapevano
più gli sarebbe stato facile. Beh, almeno la parte del
proteggere Akane, perché per il resto questa separazione stava
andando davvero male e, scoprì qualche giorno dopo, poteva in
effetti peggiorare ancora: Akane si era iscritta in piscina per
imparare a nuotare. E, come se non bastasse, il suo istruttore era un
22enne gentile e affascinante che sembrava un po' troppo amichevole con
lei.
Nabiki del resto, proprio per questa situazione, passò le
successive due settime a prenderlo in giro, almeno finché Akane
non le chiese di accompagnarla a comprare un nuovo costume.
Pareva che il suo costume scolastico le impedisse un po' troppo i
movimenti, almeno secondo l'istruttore: ci voleva un bikini e quelli
che aveva oramai le andavano piccoli. Questo non solo fece infuriare
Ranma, che non poteva dire nulla non essendo più il fidanzato
del maschiaccio, ma preoccupò anche Nabiki e Kasumi, soprattutto
quando l'istruttore le propose delle lezioni individuali extra,
gratuite.
Era ufficiale: Akane era davvero troppo ingenua, aveva accettato.
Ranma inizia davvero a capire cosa signific per Akane il sentimento che
prova verso di lui, ma ora come ora ha le mani legate dalla effetiva
mancanza di Cologne.
Ukyo è stata piuttosto buona, non credete?
Vi aspetto per il prossimo capitolo, chissà che qualcosa non si smuova, finalmente!
A presto!
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
L'amore non basta
Ed eccomi tornata! Vi dico la verità, non era "previsto" un
aggiornamento prima del week-end, ma oggi mi sento particolarmente
buona.
Capitolo 10
Ranma stava cercando di calmarsi, ma tutta quella situazione era paradossale.
Si trovava seduto a un tavolo nel Nekohaten, dietro di lui, qualche
metro più in là Mousse restava nascosto dietro il bancone
con le lacrime agli occhi, mentre di fronte a lui c'erano Shampoo
e Cologne vestite di tutto punto, anche se questo significava due cose
molto differenti per le due amazzoni.
La più giovane delle due aveva un abito attillato, bordeaux,
lungo fino a terra, ma con uno spacco laterale vertiginoso che le
arrivava all'inguine, l'abito saliva con i suoi ricami e i profili
punteggiati d'oro fino al collo, ma prima si apriva in una scollatura
romboidale e profonda. Ranma si sorprese a pensare che probabilmente
fosse non solo per mettersi in bella vista, ma anche per permetterle di
respirare, visto quanto sembrava attillato il vestito.
Cologne invece aveva un abito tradizionale, molto simile nel design a quello che portava di solito, blu e celeste con ricami bianchi, quasi luminosi.
Ranma si sarebbe sentito un po' in trappola se non avesse avuto per la
testa tutt'altro, precisamente due eventi molto diversi: da un lato la
promessa che aveva strappato al suo maschiaccio e dall'altra la
chiacchierata avuta meno di 5 ore prima con la cognata.
Kasumi lo aveva attirato in cucina con dei biscotti al cioccolato e lo
aveva affrontato decisa, sempre mantenendo intatta la sua aura dolce:
quella cretina di Akane (l'aggettivo ovviamente non proveniva dalla
giovane Tendo) si stava facendo prendere in giro dall'ennesimo
aspirante pretendente! Ranma era fumante di rabbia: prima di quella
mattina non l'aveva vista da quasi due giorni, ma lo stesso valeva per
gli altri abitanti di casa Tendo. Akane stava passando ogni momento
possibile in quella piscina e il giorno prima aveva addirittura passato
la notte fuori casa perché aveva avuto un crampo e preso una
storta uscendo dalla vasca. Si era dunque fatta accompagnare allo
studio del dottor Tofu e ci era rimasta fino a quella mattina, tornando
a casa solo una mezz'oretta prima.
Ranma strinse i denti e scosse la testa. Doveva risolvere prima questa
questione con Cologne, poi avrebbe potuto 1) mandare a quel paese il
nuovo pretendente di Akane e 2) riprendersi la fidanzata, non per forza
in questo ordine.
-Futuro marito, la mia Shampoo mi ha detto che sei pronto a prendere il
tuo posto accanto a lei, nella nostra tribù. Devo dire che sono
piuttosto sorpresa di questo repentino cambio di rotta...-, la vecchia
amazzone, come al solito, sembrava essere più informata di
quanto desse a vedere: Ranma era certo che sapesse cosa voleva dirle.
Lo stava, inoltre, palesemente sfidando con quel sorrisetto sardonico
mentre lo guardava dritto negli occhi.
Forse pensava di intimorirlo o imbarazzarlo o, comunque, di fargli fare
marci indietro, ma, Ranma sorrise sbruffone, stavolta non ci sarebbe
riuscita.
Piantò gli occhi in quelli della vecchia.
-Venerabile Cologne, desidero parlarti da solo.-
-D'accordo.-, gli rispose dopo aver sospirato. Evidentemente, si disse Ranma, ci aveva visto giusto, la vecchia mummia sapeva.
Intanto Shampoo stava per protestare, ma fu subito zittita e mandata in camera sua dalla bis-bis nonna.
-Suppongo,- iniziò dopo essersi assicurata che la nipote non
stesse origliando,- che la presenza di Mousse non sarà un
problema.-
-Affatto, anzi mi farebbe piacere che si unisse a noi.-
-Mousse, hai sentito il futu... Ranma. Vieni ad unirti a noi.-, lo
chiamò. Dopo pochi secondi il cinese uscì dal suo
nascondiglio.
Ranma sorrise, aveva chiesto a Nabiki di fare delle ricerche in
proposito e sapeva che, in caso Cologne avesse fatto la difficile, la
presenza di Mousse in quanto testimone lo avrebbe potuto aiutare.
Il cinese dal canto suo era teso e triste, non capiva perché
Saotome lo volesse lì... voleva torturarlo? Eppure dopo tutte le
avventure vissute insieme, era certo che non fosse una persona cattiva:
se non fosse stato il futuro marito di Shampoo gli sarebbe addirittura
piaciuto.
Ad ogni modo la sua confusione aumentò quando il giapponese gli
fece segno di sedersi accanto a lui piuttosto che accanto alla
matriarca.
-Dimmi allora, futur... Ranma. Di cosa volevi parlarci?-
-Ti chiedo, alla presenza di questo tuo concittadino di liberarmi da
qualsiasi impegno riguardante la pretesa matrimoniale che Shampoo
avanza nei miei confronti...-
-Ora, ragazzo, sai bene che non è così semplice.-, Mousse
intanto guardava allibito lo scambio tra i due... davvero Saotome stava
rinunciando a Shampoo? "Che giorno felice!", si ritrovò a
pensare.
-Sono ben al corrente che i modi in cui risolvere questa faccenda sono
complicati, ma per questo ho chiesto a Mousse di rimanere, non solo per
farmi da testimone. Suppongo che tu sappia cosa sia accaduto durante la
nostra ultima avventura in Cina...-
-In realtà, la mia Shampoo non mi ha spiegato molto e le
informazioni raccolte dalla nostra tribù erano a dir poco
limitate, si conoscono solo gli effetti delle vostre battaglie, non i
motivi, non i singoli step. Ma, come sicuramente avrai immaginato, uno
dei motivi per cui sono dovuta rientrare in Cina era una riunione
d'emergenza del Consiglio degli Anziani dovuta alla tua battaglia con
il semidio fenice. Avrei, in effetti, piacere di sapere cosa è
accaduto.-
Dopo queste parole della vecchia, Ranma e Mousse iniziarono a raccontare, lasciando decisamente Cologne senza fiato.
-Torniamo a noi, Cologne.-riprese Ranma, dopo aver concluso il racconto
dell'avventura più difficile che aveva affrontato, -Ora sai
tutto quello che è accaduto, ma probabilmente immaginavi
già alcuni degli avvenimenti. Possiamo quindi risolvere la
questione in due modi, peraltro sfruttando in un caso le vostre stesse
leggi... io preferirei ovviamente avvalermi della possibilità di
dichiarare Mousse mio fratello d'armi: allenarlo e insegnargli quanto
più potremmo delle Scuole di Arti Marziali Indiscriminate.
Chiedergli poi, secondo le vostre leggi, di prendere il mio posto nel
portare a termine l'onorevole compito di sposare tua nipote.-
Ranma si voltò a sorridere all'amico che aveva ormai le guance
inondate di lacrime alla prospettiva di poter usufruire di questa
scappatoia prevista dalle loro leggi. Era così shockato e
felice che solo dopo qualche momento in cui si era concesso di
sognare a occhi aperti, si voltò verso quello che già
considerava un fratello per chiedergli quale fosse l'altra alternativa.
Ranma abbassò lo sguardo, prima di puntare gli occhi oltre Mousse, nel vuoto e rispondere: -Uccidervi-.
Ok, ora non mi ammazzate. Vi ho perlomeno svelato come Ranma intende risolvere tutto il pasticcio con Shampoo, no?
A presto con delle spiegazioni da parte del nostro protagonista!
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
L'amore non basta
Lo so, sono in super ritardo... ma ho avuto un enorme problema di ispirazione. Però ci siamo ragazzi! ;)
Capitolo 11
Qualche ora prima....
Quella si prospettava una bella giornata, si disse Akane sentendo i
raggi caldi del sole sul viso, mentre tornava a casa: solo ieri era
finalmente riuscita a rimanere a galla in piscina senza l'ausilio di
strani e imbarazzanti galleggianti e le mani, sempre pronte a
stringerla a sé, del suo istruttore.
Si era però dovuta ricredere poco dopo essere arrivata a casa,
mentre usciva dal bagno per vedere a cosa fossero dovute le urla e i
grugniti di Genma versione panda.
Aveva ancora lo spazzolino in bocca e per poco non si ritrovò a ingoiarlo quando vide la scena di fonte a sé.
Era tornata a casa da pochi minuti e ora come ora si chiedeva perché non fosse rimasta alla clinica.
Ranma era vestito di tutto punto, indossava infatti una camicia nuova,
blu scuro, molto lunga, che ricordava la tunica bianca di Mousse, su
cui si intravedevano dei disegni come di broccato neri, quasi
indistinguibili visto il colore scuro di base. In vita aveva una fascia
nera alle cui due estremità si notavano due piccoli fiori
argentati *.
Akane sarebbe voluta scomparire: era evidente che Ranma stava andando
ad incontrare la sua amata Shampoo e lei avrebbe voluto non vedere
tutta quella eleganza... le stava infatti salendo la nausea.
Notò il cartello di Genma che implorava il figlio di ripensarci
e il volto affranto di Nodoka che lo osservava da poco lontano. Un
attimo prima che potesse rifugiarsi nuovamente in bagno incontrò
gli sguardi tristi e mortificati dei genitori di Ranma, che sembravano
chiederle scusa. Sguardi che avrebbero dovuto esserle di sostegno, ma
che lei percepiva solo come pieni di pietà.
Il senso di nausea venne sostituito dal respiro corto e una sensazione
stringente alla bocca dello stomaco. Girò velocemente sui
tacchi, prima che di scoppiare in lacrime.
-Ehi, Akane!-, ma Ranma l'aveva già vista e intercettata.
La ragazza sforzò un sorriso, prima di guardarlo in volto.
-Buongiorno Ranma, come mai così elegante?- il suo sorriso ora
era molto più sincero mentre lo guardava negli occhi blu.
Sincero, ma sempre velato di tristezza, notò il ragazzo con il
codino, che arrossì prima di sorriderle entusiasta, prenderla
per la vita è sollevarla facendole fare un giro completo in aria.
Appena la rimise con i piedi per terra, Akane si sentì di nuovo
in preda alla nausea, ma stavolta per il brusco movimento. Si sentiva
anche completamente contagiata dal suo buon umore e quasi
destabilizzata, tanto che per stabilizzare almeno la sua posizione
posò le mai sulle spalle del ragazzo che invece non le aveva mai
lasciato la vita.
-Ci siamo, Akane! Questo giorno cambierà tutta la mia vita, potrò finalmente provare a essere felice!-
Improvvisamente la ragazza ricordò di cosa stava parlando.
Provò a sorridere felice, ma il suo volto doveva essere
facilmente interpretabile se persino Genma (tornato chissà come
umano) aveva mostrato comprensione sussurrando un "Filgiolo, non
credo...".
-Ah, sta' zitto papà!-, lo bloccò Ranma,- Akane,
promettimi che quando tornerò sarai qui e festeggeremo insieme!-
Aveva lo sguardo euforico di un bambino a Natale. Akane aveva una
lezione di nuovo nel pomeriggio, ma annuì e decise che avrebbe
chiamato per disdirla: nonostante tutto non poteva negargli il suo
appoggio.
Ranma sentì Mousse sobbalzare.
Forse, si disse, si era espresso male, ma nella sua mente non c'era
molto spazio per pensare lucidamente... fino a pochi attimi prima aveva
provato a rimanere concentrato per ricordare esattamente cosa doveva
dire e come presentare la sua proposta. In poche parole era concentrato
sul come, metaforicamente parlando, muoversi per riuscire ad arrivare
al suo obiettivo, che in quel momento era proprio ciò che lo
distraeva.
Continuava a pensare ad Akane e al suo istruttore, oltre che alla
sicurezza con cui la ragazza non aveva tentennato nel promettergli di
festeggiare con lui, nonostante probabilmente credesse che il suo
abbigliamento formale significasse esattamente l'opposto della
realtà.
Si maledì in un sussurro sia per aver torturato un altro po' la
donna che amava che per non essersi affatto spiegato con i cinesi.
Cercò di ricomporsi e osservò il volto sbigottito di
Mousse. Poi guardò negli occhi Cologne e iniziò a
spiegarsi.
- Siamo realisti. Fingiamo che in un modo o nell'altro riusciate a
trascinarvi in Cina con voi. Credete davvero che non cercherei di
tornare da Akane? E se questo dovesse accadere, sareste costretti a
minacciare lei per convincere me... Dopo aver ucciso un semidio,
credete che non ucciderei fino all'ultimo della vostra tribù per
salvarla? Se davvero lo credete siete molto più stupidi di
quanto abbia mai immaginato.-, lasciò che le sue parole
venissero assorbite dalla matriarca mentre con la coda dell'occhio
poteva vedere Mousse annuire piano, poi, assumendo un tono più
leggero continuò:- Inoltre anche Mousse, grazie agli allenamenti
a cui mi hai sottoposto, potrebbe dichiararmi suo fratello d'armi. In
questo modo non otterreste solo un alleato, ma diverrei parte stessa
della tribù. Guadagneresti quindi sia me che Akane, dopo il
nostro matrimonio, al tuo fianco e, tramite la nostra discendenza un
nuovo ramo della tribù.-
- Ma sarebbe meno diverte!-, ridacchiò la vecchia.
- Cologne...-, iniziò a dire con tono minaccioso il giapponese.
- Ah, calmati, calmati, ragazzo. Stavo scherzando! In realtà
avevo già pensato a questa stessa possibilità. Dicevi
bene: anche se non sapevo cosa fosse successo, lo immaginavo e sono
comunque ormai al corrente da molto dei tuoi sentimenti verso la
più giovane dei Tendo. Sono anzi più che felice della tua
offerta e mi offro di allenare personalmente te e la tua futura moglie,
mentre voi scegliete quale tecnica vorrete condividere con Mousse.
Ranma si inchinò per ringraziare la donna. Non vedeva l'ora di
correre da Akane, ma proprio mentre stava per riassumere la posizione
eretta si sentì bagnare.
Alzò lo sguardo sulla vecchia e la vide con un vecchio mestolo
di legno. Solo allora si rese conto che non aveva cambiato sesso.
- Una piccola offerta di pace, mio caro!-, gli disse prima di saltellare sul suo bastone verso la stanza della nipote.
Ranma non poteva sperare di vivere un momento più felice! Era
guarito dalla sua maledizione (anche se era accaduto in un modo del
tutto strano e assurdo e inaspettato) e aveva anche risolto tutto con
Cologne.
Ora era davvero il momento del suo happy ending con la ragazza che amava!
Peccato che -lui non lo sapeva ancora- non sarebbe stato tutto così semplice come lui sperava.
*fiori della Rubia Argyi anche detta Rubia Akane, una
pianta dalle cui radici si estrae il colore rosso, contraddistinta da
piccoli fiori gialli e bacche di colore blu scuro... esatto è la
pianta a cui si ispira Akane u.u ;)
Ed ecco fatto! Ranma è riuscito a risolvere il PICCOLO problema Shampoo... che ne pensate?
In modo imprevedibile e sciocco si è anche trovato a essere
curato dalla maledizione... Ammetto che ho sempre immaginato un finale
completamente anticlimatico per la nostra Ranko, perché in fondo
dopo tuti gli sforzi e le storie esagerate, ha perfettamente senso per
questa commedia che tutto finisca in una bolla di sapone, un po' come
le scene quasi romantiche a cui ci hanno abituato (una a caso: Romeo e
Giulietta).
Ora il nostro amato protagonista deve SOLO riuscire a
intraprendere una relazione seria e matura con Akane. Non sarà
poi tanto difficile, no? ;
A presto ;)
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
L'amore non basta
In super ritardo, come sempre... Vi lascio a Ranma e Akane! ;)
Capitolo 12
Akane si annoiava e si stava pentendo di non essere andata alla lezione di nuoto. No, non era vero.
Akane si stava odiando. Perché diamine aveva fatto quella
promessa? Perché diamine non riusciva a dire di no a
quell'idiota del suo fidanzato? Ex, si corresse, posizionando il solito
manichino da allenamento dietro il dojo e iniziando a colpirlo.
Sbuffò. Perché diamine si era innamorata di lui? E,
soprattutto, che cosa avrebbe fatto quando sarebbe tornato? Si sarebbe
congratulata con lui e sarebbe scappata in camera sua, a piangere? Si
chiese salendo sulla testa del manichino. Per aiutarla nel nuoto, il
suo istruttore le aveva fatto fare molti esercizi di equilibrio come
quello.
E lui? Le avrebbe chiesto di essere felice per lui? L'avrebbe invitata al suo matrimonio con la cinese?
- Oddio ti prego, no.-, disse a voce bassa.
- No, cosa?-, si ritrovò a scivolare al suono della voce di
Ranma, che velocemente si avvicinò e la prese tra le braccia un
attimo prima che cadesse, continuando: - Dovresti fare attenzione, non
hai preso una storta ieri?-
Sembrava però non volerla lasciar andare, mente la guardava con un sguardo furbo e allegro.
- Comunque ora possiamo festeggiare!-, poi vedendo l'espressione
confusa della ragazza alzò gli occhi al cielo, - Nabiki, credevo
le avessi detto tutto!-
Da dietro un cespuglio sbucò la secondogenita dei Tendo.
- E toglierti questo piacere, cognatino? Dopo essere riuscito a portare
a termine un piano così intelligente... Dovresti prendertene
completamente il merito!-
Forse aveva davvero passato troppo tempo con Nabiki, visto che era
riuscito a sentire immediatamente tutta l'ironia nella sua frase.
Un finto colpo di tosse di Akane lo distrasse prima che potesse iniziare un teatrino con Nabiki.
- Comunque prego, Saotome, guarda pure come funziona l'ultima parte del
tuo piano, io vado a vedere la TV.-, disse la ragazza, scettica.
Ranma "salutò" Nabiki con una linguaccia prima di avvicinarsi di
più ad Akane, abbracciandola, nascondendo il viso nel suo collo
e sentendo il suo buon profumo: sapeva di sole e vaniglia.
- Ranma? Non credo che sia il caso...-, lui la strinse più forte un attimo prima di lasciarla andare.
- Non ascoltarla, il mio piano è concluso: mi sono liberato di Shampoo!-
Akane lo guardò attonita. Di che diamine stava parlando?
- Ranma... non c'è bisogno di fingere... -
- Akane, ho smesso di fingere. Abbiamo smesso di fingere. Ora
andrà tutto bene. Dobbiamo solo rimettere al suo posto il nostro
fidanzamento.- disse mentre le stringeva la mano e la trascinava fuori
dal dojo.
- Ah, abbiamo il nostro primo allievo: Mousse! Dovremmo insegnargli
almeno le basi della scuola indiscriminata, ma non sarà un
problema.-
Il ragazzo stava continuando a trascinarla, mentre lei faticava a
capire di cosa stesse parlando. Un attimo dopo si trovava di fronte a
suo padre e Genma intenti in una partita, sotto lo sguardo attento di
Nodoka.
- Ascoltateci! Noi vorremmo riavere il vecchio fidanzamento, basta
sciocchezze tipo passarlo a Nabiki. Sapete tutti che sposserò
solo Akane.-
Era la prima volta che Ranma ammetteva che avrebbe sposato la più piccola delle Tendo, notarono i tre genitori.
Soun stava già annuendo. Quando Akane tirò via la mano e quella del ragazzo.
- No! Non rivoglio indietro il fidanzamento!-
Rimasero tutti in silenzio, i tre adulti a bocca aperta.
- Io non so perché stai facendo questo. Non so cosa stia
accadendo, Ranma, ma ero già stata più che chiara sulla
faccenda!-
E detto questo Akane corse via, diretta senza alcun dubbio in camera sua.
Ranma rimase in silenzio un attimo prima di sorridere e voltarsi di nuovo verso Soun.
- Ero serio, sposerò solo Akane. Nessun'altra, né una
delle sue sorelle, né -, continuò guardando sua madre, -
chiunque altro. Sarà Akane.-, stava per raggiungerla quando un
sussurro di sua madre lo fermò.
- E se non vorrà?-
- Allora non sposerò nessuno.-
Non si fermò neanche a vedere l'espressione soddisfatta di sua madre e il sorriso felice di Soun.
Ranma si diede dello stupido mentre saliva a due a due gli scalini per
arrivare alla stanza della fidanzata. Fidanzata. Non ex. Akane era e
sarebbe stata sempre la sua fidanzata. Beh, almeno finché non
fosse diventata sua moglie.
Era stato un idiota. Aveva dato per scontato che Akane avrebbe
compreso, che semplicemente avrebbe esultato con lui, senza sapere in
realtà nulla.
Ok, forse Nabiki non aveva tutti i torti a dire che aveva gestito male
la donna che amava, ma era troppo euforico per fermarsi a pensare e
solitamente tra lui e Akane bastava un solo cenno per comprendersi.
Non sui sentimenti, si disse. Lui stesso conosceva i sentimenti di
Akane solo perché aveva origliato una sua conversazione con la
sorella e, si fermò a pensare prima di bussare alla porta della
sua camera da letto, questo era sicuramente meglio non dirglielo,
perlomeno non subito.
Akane, seduta sul letto, capì subito che a bussare alla sua
porta doveva essere lui, ma era davvero troppo confusa: che diamine era
quel teatrino?
- Va' via, davvero Ranma, non è il caso...-, ma lui era già entrato.
La ragazza si alzò e gli andò incontro come una furia, mentre lui chiudeva la porta alle sue spalle.
- Non ascolti mai, vero, Ranma? Ti ho detto di non entrare, ma a te non
interessa, vero? Volevi entrare e sei entrato! Come il fidanzamento! Ti
ho detto che non voglio questo fidanzamento, ma tu non hai ascoltato,
no?-
Akane gli era praticamente addosso mentre urlava e si sbracciava come non faceva ormai da troppo.
Gli occhi accesi della solita scintilla di rabbia e vitalità...
era irresistibile. Ed infatti Ranma non resistette: allungò la
mano e gliela posò sul viso in una delicata carezza, prima di
avvicinare il suo viso al proprio e far toccare le loro fronti.
Da quella distanza il suo sguardo era troppo intenso, così
chiuse gli occhi, mentre sussurrava:- Dio, quanto mi sei mancata.-
Sentì la tensione e la rabbia abbandonare il corpo di lei e
provò ad aprire gli occhi. Stavolta lo sguardo di Akane era
stupito e curioso un attimo prima di allontanarsi da lui, sedersi di
nuovo sul letto e sospirare.
- Ti giuro che non riesco a capirti, davvero.-
Eccomi finalmente! Ranma ora dovrà spiegare con calma e
attenzione le sue motivazioni ad Akane... Alzi la mano chi pensa che
farà un casino!
Sono certa che ci siano fin troppe mani alzate XD.
Se vi interessa ho appena pubblicato una delle storie che faranno da seguito alla OS Un odio simile all'amore: Ranma, addio.
A presto ;)
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
L'amore non basta
Eccomi qui! Cosa accadrà ora tra Ranma e Akane?
Capitolo 13
- Ti giuro che non riesco a capirti, davvero.-
Le sorrise un attimo prima di avvicinarsi e sedersi accanto a lei.
Akane teneva gli occhi bassi, sembrava determinata a non volerlo
guardare. Ranma sospirò e si rese conto che doveva prima
guadagnarsi la sua attenzione, provare a stupirla in un certo senso...
Sospirò e si lasciò andare sul materasso affondando la
testa tra le morbide coperte che profumavano del bagno schiuma
preferito di lei.
- Beh, se non riesci a capirmi è colpa mia,- iniziò,- è perché sono un idiota.-
Finalmente sentì il corpo di lei muoversi e la vide, con la coda dell'occhio, voltarsi verso di lui.
- Ma comunque è arrivato il momento di spiegarci, di risolvere tutto, non credi?-
- Ranma...-, la sua voce suonava a metà tra lo stanco e
l'esitante. Il ragazzo si disse che per riuscire a capirla doveva tener
presente che lo amava, come lui amava lei. Provò a immaginare di
aver dovuto vivere negli ultimi mesi a parti invertite con lei.
Sicuramente ora doveva essere confusa e probabilmente doveva aver anche
timore della loro chiacchierata.
Si fece forza e decise di dover essere chiaro, cristallino. Doveva
giocare il tutto per tutto se non voleva perderla. Inspirò e
decise di mettere su la solita maschera di sicurezza e
tranquillità che usava anche quando si allenava con lei... una
maschera che gli era sempre stata necessaria per evitare di pensare ai
colpi che lo sfioravano e gli facevano venire i brividi, oltre a
un'irrefrenabile voglia di baciarla.
- Iniziamo a capirci da subito, Akane. Non ho nessuna intenzione di
sposare Shampoo, o Ukyo e ovviamente non ho mai immaginato neanche
lontanamente di sposare quella matta di Kodachi. Negli ultimi tempi ho
solo -, stava per sganciare la bomba e in realtà aveva un po'
paura della reazione, - finto di aver scelto o meglio finto di essere
innamorato e di voler sposare Shampoo... cercavo solo di prendere tempo
per risolvere tutto al ritorno di Cologne. E ci sono riuscito, Akane.
Ce l'ho fatta. Le amazzoni ci lasceranno in pace!-
- Ci?-, stavolta si girò a guardarla e la trovò con un'espressione incredula e infastidita.
"Dai, vienimi almeno un po' incontro, amore mio", pensò guardandola supplicante.
Poi si tirò a sedere e incrociò le gambe avvicinandosi il più possibile alla ragazza.
- Akane...-, era il momento di lasciar perdere ogni strategia ed essere
sinceri, ecco perché, trattenendo a stento l'emozione, si era
ritrovato a parlare con una voce grave e bassa, poco più di un
sussurro.
Ma i suoi occhi erano ben piantati in quelli di Akane e il viso a pochi millimetri dal suo.
Akane si sentiva come quegli animali che rimanevano folgorati dai fari
delle auto, totalmente immobile e senza alcuna possibilità di
allontanarsi.
- Perché credi che dovessi tenere a freno Shampoo?-
Stava per arrivare il momento, Ranma lo sapeva, ma nonostante fosse
già a conoscenza dei sentimenti della ex fidanzata, aveva
comunque paura. Si tirò leggermente indietro e prese a grattarsi
il viso con l'indice della mano destra.
- E che, vedi, Akane...-
- Basta, sono stufa delle scuse e dei tranelli e dei giochi! Mi sono chiamata fuori da tutto questo! Io non...-
- Volevo proteggerti!-, Ranma quasi urlò per bloccarla e poi
iniziò a parlare a tutta velocità, - Sapevo che ormai,
anche chi solitamente finge di ignorare la realtà dei fatti,
come Shampoo o Kodachi, non poteva negare di conoscere i miei
sentimenti. E avevo paura che Shampoo mettesse in opera tutte le sue,
poco velate, minacce alla tua vita. Perché era ovvio che, di
fronte all'evidenza, non le restasse altro da fare se non cercare di
uccidere la donna che amo per prendere il suo posto.-
- Ok, ma non ti sembra un piano sin troppo elaborato? E soprattutto non vedo perché dovessi essere...-
- Akane, ma mi hai sentito?-, Ranma era incredulo. Lui era lì,
che aveva sfidato tutte le leggi impossibili di Nerima e tutte le leggi
del fato dicendole che la amava e lei non se ne era neanche resa conto!
- Akane, ti amo!-, si ritrovò quasi ad urlarlo e fu felice che il resto della famiglia fosse al piano di sotto.
- Sì, sì, ok. Certo che mi a...-, finalmente il cervello
di Akane sembrò registrare le informazioni. La ragazza rimase a
bocca aperta, letteralmente.
Ok... forse, e dico FORSE, sono stata un po' cattiva... ma aggiornerò presto, prometto!
Intanto, sempre su Ranma e Akane, ho iniziato la raccolta di drabble Baciarsi, ho pubblicato la OS Through the dreams e sto per aggiornare la serie Un odio simile all'amore.
Vi aspetto presto ;)
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
L'amore non basta
Sono in ritardo, come sempre, ma le vacanze, un blocco della scrittura enorme etc.
Ma vi ho lasciato aspettare già troppo, a dopo!
Capitolo 14
Ranma era preoccupato. Akane era ferma immobile da quasi 5 minuti. Sembrava che avesse anche smesso di respirare.
Le si avvicinò e la chiamò ancora poggiando la mano sul diaframma per essere certo che effettivamente respirasse.
Appena la toccò, Akane si voltò e automaticamente gli diede un ceffone.
Ranma era a dir poco allibito.
- Ma... perché mi hai colpito, stupido maschiaccio?-
Quando però la guardò in volto la trovò in lacrime.
- Akane... scusami, non dovevo chiamarti "stupido maschiaccio", mi dispiace... dai, non piangere...-
- Tu... perché, Ranma? Perché?-
- Perché cosa? Perché ti amo?-
- Smettila di dirlo.-, gli chiese guardando a terra.
Ranma non riusciva a capire. Akane non sembrava per nulla contenta della sua dichiarazione, anzi.
- Io non ti capisco, davvero. Pensavo saresti stata felice di sapere...-
Finalmente Akane sollevò lo sguardo nel suo: era decisamente arrabbiata.
- Di sapere che non ti sei fidato di me? Guardiamo come stanno le cose:
se anche dovessi crederti, ed è un enorme "se" visto che non
è la prima volta che corri dietro a una delle tue fidanzate solo
perché lei ha deciso di lasciarti perdere...-
- Ma Akane!-, Ranma si stava davvero arrabbiando, sul serio voleva
rinfacciargli la faccenda della spilla di Shampoo? Era accaduto una
vita prima! Ok, forse non proprio, ma da allora erano cambiati,
maturati... aveva accettato di essere innamorato di lei e di non poter
far nulla per cambiarlo...
- No! Ora mi lasci parlare! Mi hai allontanata e umiliata, mi hai fatta
piangere per giorni e notti intere. Mi hai fatta sentire inutile e
sola. Mi hai spezzato il cuore. E perché? Perché avevi un
piano? Perché volevi proteggermi?-, continuava a parlare, ma
invece di urlare cercava di tenere bassa la voce e sembrava non volersi
fermare neanche per respirare,- È solo questo il punto, no? Devi
proteggermi, perché io non sono abbastanza forte, abbastanza
veloce... abbastanza furba! Se davvero volessi stare con me avresti
pensato a parlarmi di questo tuo furbissimo piano! Avresti cercato il
mio appoggio! Avresti evitato di ferirmi!-
Quando smise di parlare aveva il fiatone.
- Akane...-
- Va' via, Ranma...-
Il ragazzo guardò la donna che amava lasciarsi cadere a sedere
sul letto. Le si avvicinò e sussurrò un "mi dispiace"
prima di sfiorarle i capelli e uscire dalla sua stanza.
Mezz'ora dopo Nabiki lo trovò seduto a terra, appoggiato alla porta della fidanzata.
- Che è successo?-, gli chiese abbassandosi alla sua altezza.
- Credo che non basti, Nabiki. Non basta che io la ami.-
Akane era completamente in subbuglio. Era arrabbiata, delusa e,
soprattutto, si odiava: Ranma, il suo Ranma, le aveva detto che la
amava, ma nel modo e nel momento più sbagliato del mondo.
Come poteva fidarsi di lui? E se il suo fosse stato solo un essersi abituato a lei? Un'attrazione mai sbocciata?
L'amore era qualcosa di grosso, di enorme, di totale. Era quel
sentimento totalizzante e folle che da un lato le diceva di aprire
quella porta e baciare quel ragazzo e dall'alto le sussurrava di non
potersi accontentare di quello che Ranma stava costruendo. Aveva
bisogno della sua fiducia, del suo rispetto.
Sapeva perfettamente che in quel,momento Ranma credeva di amarla,
altrimenti non sarebbe stato per un'ora seduto davanti alla sua porta,
lo aveva sentito parlare solo un attimo con Nabiki e poi era piombato
in silenzio, utilizzando l'Umiseken per non disturbarla o pressarla, o
qualsiasi motivo credeva fosse giusto.
Non sapeva che fare o che pensare, sapeva solo che lei amava
quell'idiota e che, per questo, tutto faceva sempre più male,
ogni volta che pensava a tutta quella situazione.
Un'ora dopo sentì Kasumi pregare Ranma di andare a cena. Si
fece allora forza e, non appena il ragazzo si fu allontanato,
uscì, si sciacquò bene la faccia, ancora rigata dal sale
delle sue lacrime, e raggiunse tutti a cena, sedendosi al posto di
Nabiki, che non appena arrivò prese invece posto accanto a Ranma.
- Papà-, provò, ma il risultato fu un tono basso e
gracchiante, si schiarì quindi la voce e riprese, - i genitori
di Yuka sono fuori, così io e Sayuki abbiamo deciso di restare
con lei questo weekend. Mi aspetta appena dopo cena. Tornerò a
casa lunedì pomeriggio, dopo la scuola...-
- Ma sarai via per 3 notti...-
- Non preoccuparti.-, offrì al padre un sorriso tirato, prima di scappare di sopra.
Appena Akane si fu allontanata, tutti si voltarono a guardare Ranma il
cui umore era decisamente a terra. Soun stava per parlare, ma
un'occhiataccia di Nabiki lo zittì.
Pochi istanti dopo il ragazzo con il codino decise di salire per
provare a spiegare alla ragazza che amava quali fossero state le sue
vere intenzioni... doveva farle capire che dopo quello che era accaduto
a Junsenkyo non riusciva neanche a sopportare l'idea che lei potesse
trovarsi in pericolo. Inoltre voleva convincerla ad andare dall'amica
il giorno dopo, era già buio e lei abitava praticamente
dall'altra parte di Nerima.
Ma si bloccò non appena sentì la voce di Akane. Si
affacciò senza farsi vedere: era al telefono e aveva un borsone
in mano.
- Sì, Yuka , grazie per avermi permesso di stare qualche giorno
da te. -, aveva un'espressione molto triste, notò il ragazzo, -
Sì, sì, a mio padre ho detto che i tuoi non sono a
casa... Ti spiegherò tutto appena arrivo... Non preoccuparti,
non è tanto tardi, a tra poco. -
Un attimo dopo che Akane ebbe chiuso la conversazione, lui finse di scontrarsi con lei.
- Stai andando ora?- , tentò, ma in risposta ebbe solo un sussurro d'assenso.
- Tuo padre vuole che ti accompagni, Yuka non abita qui vicino...-, era
una bugia, in realtà Soun era ancora confuso da tutto quello che
stava succedendo tra loro e non aveva minimamente pensato a tutto
questo, ma Ranma conosceva la ragazza. Sicuramente Akane doveva essere
emotivamente stanca e non avrebbe protestato, rischiando di dare inizio
all'ennesima discussione.
Infatti lo guardò un attimo, prima di piegare la testa.
- D'accordo, ma sto uscendo adesso.-, lui annuì e la fece
passare. Appena ebbe salutato tutti, Akane si fermò
all'ingresso, per attenderlo.
Ok... forse Akane ha ragione e forse Ranma l'ha persa per sempre con
quella dichiarazione assurda... o forse le cose si sistemeranno da sole
perché akane e Ranma non sono affatto due personaggi testardi...
Ok, questa faceva ridere. Vi aspetto prestissimo per il prossimo
capitolo!
Intanto, sempre su Ranma e Akane, ho iniziato la raccolta di drabble Baciarsi, ho pubblicato la OS Through the dreams e sto per aggiornare la serie Un odio simile all'amore.
Un bacio ;)
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
L'amore non basta
Ed ecco il quindicesimo capitolo: spero vi piaccia!
Capitolo 15
Stavano camminando in silenzio da quella che sembrava un'eternità.
Ranma si maledisse. Che cosa aveva fatto? Non era mai stato così
tra loro, almeno non dalla sua prima visita da dottor Tofu.
- Akane?-
Le camminava accanto, ma la sentiva più lontana che mai, anche ora, mentre lo osservava incuriosita.
- Stavo pensando... - ok, era riuscito a dirle che la amava anche se
forse lei non lo aveva creduto davvero, eppure ora aveva davvero grosse
difficoltà a esprimere la sua preoccupazione.
Forse, si disse dandosi dell'idiota, era perché quella
confessione era praticamente uscita da sola, senza alcuno sforzo o
premeditazione. Non ci aveva pensato: era semplicemente troppo
entusiasta e aveva finito per vomitarle tutto addosso, senza tatto,
senza spiegarsi. E, soprattutto, senza neanche rendersi conto che aveva
detto proprio alla sua Akane che la amava.
- Ranma, sei diventato tutto rosso...-, come un incantesimo, come al solito, la sua voce lo risvegliò da quel momento.
Il suo era stato un sussurro, poco più che un pensiero, Ranma
poteva scommetterci: doveva essere ancora arrabbiata, anzi, doveva
odiarlo per aver lanciato così quella bomba, come se fosse una
cosa semplice e sciocca.
Di nuovo senza volerlo, si ritrovò ad avvicinarsi a lei.
Era bellissima con la sua coda alta, le guance leggermente arrossate e
quegli occhi scuri spalancati, che sembravano quasi increduli, non
sapeva se per la sua vicinanza o altro.
Ranma ricordava che qualche settimana prima, a scuola, si erano
ritrovati a parlare dei mostri della mitologia occidentale. Stranamente
non era addormentato in quel momento proprio perché l'argomento
lo aveva affascinato, anzi era riuscito persino a esprimere una sua
opinione all'insegnante che aveva interpretato il tutto come un segno
dell'apocalisse.
In special modo lo aveva intrigato la figura delle sirene. Ad attirare
la sua attenzione non era stata l'idea che da figure terribili si
fossero trasformate, nella letteratura e nell'immaginario comune, in
donne bellissime, piuttosto a colpirlo era stato l'elemento del canto,
capace di attrarre a loro gli uomini.
Quando l'insegnante aveva chiesto come si poteva, secondo loro,
interpretare questo fattore, Ranma aveva alzato la mano, certo di
riuscire a capire esattamente cosa dovevano provare quegli uomini.
- Probabilmente -, aveva detto, -è una metafora che racconta
come da sempre ogni uomo innamorato finisca per sentirsi come legato
alla donna che ama, incapace di allontanarsi, nonostante vorrebbe.
Come, anche se razionalmente potrebbe volerle stare lontano, non gli
è possibile, è anzi sempre più attratto verso
l'anima della donna, come i marinai dal canto delle sirene.-
Gli era stato semplice, perché lui combatteva costantemente
contro se stesso per non farsi risucchiare dai suoi sentimenti per
Akane, per conservare un minimo di dignità, per non starle
sempre, costantemente, vicino.
Ed era maledettamente difficile! Era attratto da lei da praticamente il
secondo minuto che l'aveva vista e, inoltre, vivevano inieme. Sarebbe
stato difficile per qualunque adolescente riuscire a trattenere i
propri sentimenti, lui in più stava provando tutto questo per la
prima volta. Non aveva mai avuto occasione di avere delle innocenti
mini cotte da bambino o ragazzino.
Si era trovato direttamente travolto dai suoi sentimenti e dai suoi
ormoni vivendo 24 ore su 24 con quella che sarebbe dovuta diventare (da
un momento all'altro, se fosse stato per suo padre) sua moglie.
Chiunque avrebbe avuto paura di tutto quello.
Poi piano piano i suoi sentimenti erano cambiati... all'attrazione si
era aggiunta la tenerezza, la fiducia, la confidenza, l'amicizia,
l'essere protettivi, la gelosia. E non sapeva neanche quando fosse
accaduto, semplicemente i suoi sentimenti per Akane erano maturati e
cambiati, erano diventati profondi e indispensabili.
Ma aveva ammesso a se stesso di essere oramai totalmente innamorato
solo quando l'aveva vista scomparire, quando tutta l'acqua del suo
corpo era evaporata.
E ora si trovava di fronte a lei, rosso peperone, dopo aver fatto un
errore dietro l'altro e aver rovinato tutto, e desiderava solo
stringerla tra le sue braccia e perdersi nel suo profumo, come poteva
fare nei suoi occhi.
Akane era ancora a pochi passi da lui, il volto interrogativo e quasi preoccupato per il suo prolungato silenzio.
Dissolse gli occhi e volse di lato tutto il viso. Da un po', sin da
quando si era reso conto della sua completa inesperienza sulle faccende
di cuore fino all'incontro con akane, c'era una domanda che lo
perseguitava...
- Ma quella cotta per il dottor Tofu, poi...-, non poté
continuare, non che sapesse come farlo né cosa volesse chiederle
precisamente. Fu interrotto dalla risata di Akane.
- Ehi! - protestò infastidito, sentendosi preso in giro, mentre si grattava, imbarazzato il naso.
Un attimo dopo vide la sua fidanzata perdere l'equilibrio per un eccesso di risa.
In un millisecondo si era spostato di fronte a lei, le mani a tenerla
in vita per stabilizzarla, mentre quelle di lei finivano sulle sue
spalle.
Si resero immediatamente conto di essere troppo vicini, ma Akane non
ebbe la velocità e Ranma la volontà di allontanarsi.
Dopo pochi secondi di imbarazzo, la ragazza gli sorrise.
- Davvero, Ranma! Con le discussioni, i litigi e i fidanzamenti rotti,
tu sei preoccupato della mia vecchissima cotta per il dottore? È
acqua passata ormai e non era niente di reale, solo una cotta
infantile.-
Voleva abbracciarla, ma non gli sembrava abbastanza. Eppure era certo
che se si fosse anche solo azzardato a pensare di baciarla Akane lo
avrebbe spedito dritto a Hong Kong.
Fu in quel momento che si rese conto che erano a pochi metri dalla casa di Yuka.
Si sentì improvvisamente in colpa: l'aveva fatto di nuovo, le aveva mentito.
Spostò le mani sulle spalle di lei e si allontanò appena mentre chiudeva gli occhi e abbassava il capo.
- Scusa, Akane, ti ho mentito, non mi ha mandato Soun.-
Ancora una volta si aspettava uno scoppio di rabbia, ma ottenne solo un
sorriso e un "Lo sapevo, Ranma. Papà non sa dove sia casa di
Yuka."
Ranma rimase a bocca aperta mentre lei si allontanava, lo ringraziava
per averla accompagnata, mettendolo in guardia: era ancora arrabbiata
con lui e non voleva sentire altro su quei suoi "presunti"
sentimenti.
Bene, abbiamo fatto un viaggetto nella testa pazza di Ranma e l'abbiamo
trovata molto meno incasinata di quanto sembri... non pensate?
Vi aspetto prestissimo per il prossimo
capitolo!
Intanto, sempre su Ranma e Akane, ho iniziato la raccolta di drabble Baciarsi, ho pubblicato la OS Through the dreams e sto per aggiornare la serie Un odio simile all'amore.
Un bacio ;)
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
L'amore non basta
Abbiamo lasciato Ranma e Akane avanti alla caa di Yuka. Che penseranno le amiche di Akane di tutta questa situazione?
Capitolo 16
-... tuoi presunti sentimenti. Non mi piace che provi a manipolarmi usando queste scuse. -
Lo vide irrigidirsi e aprire la bocca per poi richiuderla e abbassare la testa.
Lo osservò a lungo, certa che a momenti sarebbe sparito saltando
tra i tetti. E invece Ranma restava con i piedi ben piantati a terra,
lo sguardo triste e l'umore sottoterra. Eppure non si muoveva.
- Ranma...-
Lui finalmente alzò lo sguardo, in attesa. Poi sbuffò e le si avvicinò.
- Per adesso non ne parlerò più, ma questo non cambia le
cose, non cambia quello che sento, non cambia quello che voglio.-,
allungò una mano a sfiorarle una ciocca di capelli sfuggita alla
coda.
- Mi manca il tuo caschetto, ma sei carina anche così, sai?-,
continuò sorridendole poi, facendo un cenno verso la porta della
loro compagna di classe, - Va'... aspetterò che tu sia
entrata.-, prima di continuare le si avvicinò baciandole una
guancia, - Ci vediamo tra un paio di giorni.-
Akane era senza parole. Quando quel pazzo furioso del suo fidanzato era
diventato questo ragazzo gentile e... amorevole? Senza quasi rendertene
conto era alla porta di Yuka e stava bussando. Quando l'amica le
aprì, si voltò a guardare il suo accompagnatore che per
tutta risposta fece un cenno veloce simile al saluto militare, prima di
farle l'occhiolino e saltare sul tetto più vicino.
A scuoterla da quella specie di black-out mentale fu la voce maliziosa della sua amica.
- Ma non era Ranma quello?-
Akane era ancora un po' scossa dall'atteggiamento del fidanzato, ma
stava ricominciando a riprendere le sue normali funzionalità
celebrali tanto da avere la presenza di spirito di correggere i propri
pensieri: "ex fidanzato"; aveva deciso, a prescindere da quello che lui
potesse dire.
Eppure ci mise qualche secondo a rendersi conto che, nonostante la
bugia che aveva raccontato a suo padre, la presenza di Sayuri nella
stanza di Yuka non doveva essere proprio casuale.
- E tu che ci fai qui? -
- Beh, grazie dell'accoglienza, Akane! -
- No, scusa, ma...-
- L'ho chiamata io -, si intromise la padrona di casa, - ho pensato che
per chiamarmi a quest'ora e chiedermi di restare qualche notte qua,
doveva essere accaduto qualcosa e avresti voluto parlare. Così
ho avvertito anche lei, per darti manforte! -
In tutta risposta Akane lasciò cadere il borsone che aveva in
mano e meccanicamente si avvicinò al letto per lasciarsi cadere
accanto alla sua amica, sprofondando però con il volto nelle
lenzuola profumate.
C'erano volute "solo" due ore per spiegare tutto alle sue amiche e, se
ora da un lato si sentiva più leggera, sembrava anche che avesse
dovuto rivivere tutto daccapo e per questo si sentiva davvero
stanchissima.
In più le sue amiche sembravano propense a voler dare ragione a Ranma e questo la stava facendo arrabbiare.
- Ahhh! La volete smettere? Mi spiegate come potete credere davvero che
io sia stata troppo dura? All'improvviso arriva e, con tutta la
sconsideratezza di cui è capace, mi dice che mi ama, come se
niente fosse! Proprio quando ho deciso di rinunciare a lui! Sapete che
in passato ha già provato di tutto per non perdere una delle sue
corteggiatrici... perché dovrebbe essere diverso?-
Yuka e Sayuri erano quasi shockate. Possibile cha la loro amica fosse
davvero così totalmente all'oscuro? Possibile che pensasse
davvero che Ranma non tenesse a lei?
- Akane... stai parlando di un episodio successo una vita fa!-
- È passato meno di un anno, Sayuri.-
- Akane, è vero che sono passati solo dei mesi, ma Sayuri ha
ragione... vuoi davvero dirmi che il rapporto tra te e Ranma non
è cambiato immensamente da allora? No, non rispondermi. Il punto
principale non è questo... il punto è che si tratta di
te, non di Ukyo, Shampoo o quella matta di Kodachi. Pensi davvero che
Ranma farebbe una cosa del genere proprio a te?-
Akane si ritrovò di nuova stesa supina sul letto a osservare il soffitto e masticare il proprio labbro inferiore.
Yuka non aveva tutti i torti, una delle cose che più amava del
suo rapporto con Ranma era la fiducia che poteva riporre in lui. Sapeva
che non l'avrebbe mai ferita sul serio, non di proposito, e che avrebbe
sempre fatto di tutto per evitare che le venisse fatto del male...
certo escludendo i suoi insulti infantili. Ma la sola idea che Ranma
dicesse sul serio era decisamente meno probabile del fatto che fosse
innamorato di Shampoo...
Le altre due ragazze la osservarono attentamente. Possibile che Akane
non fosse davvero in grado di capire, di vedere, i sentimenti del
ragazzo? A tutto il mondo, compresi purtroppo tutti gli avversari
dell'erede della scuola Saotome, era lampante che i due si amassero. E
inoltre era proprio Ranma quello che ultimamente riusciva a mascherare
sempre peggio i suoi sentimenti, soprattutto a un occhio attento,
cioè femminile.
- Però... ragazze, non ha senso!-, disse alzandosi e prendendo
dalla scrivania dell'amica uno snack al cioccolato, - Ranma mi ha
sempre visto solo come un maschiaccio violento, per niente carina e
senza sex appeal e sto citando alla lettera. In più odia
qualsiasi cosa gli cucini e non mi prende mai sul serio come artista
marziale!-
Akane aveva un piccolo broncio adorabile mentre finiva la sua arringa
con un tono degno di una bambina. Eppure riusciva a essere comunque
bellissima, le due ragazze si guardarono comprendendosi al volo, con
una punta di gelosia. Quando poi la videro leccare via la cioccolata in
eccesso dalle dita si resero conto che avevano la soluzione al problema
dell'amica esattamente avanti ai loro occhi.
- Akane...- Sayuri aveva una voce cospiratoria che fece venire i
brividi alla diretta interessata, brividi che aumentarono vedendo lo
sguardo d'intesa con Yuka, - abbiamo la soluzione e sarà
decisamente divertente e piacevole anche per te.
Akane è confusa e, ovviamente, non crede ad una parola della dichiarazione di Ranma.
Vi aspetto per il prossimo
capitolo, un piccolo indizio: ci saranno dei biscotti ;P
Intanto, sempre su Ranma e Akane, ho iniziato la raccolta di drabble Baciarsi, ho pubblicato la OS Through the dreams e ho appena concluso la serie Un odio simile all'amore.
Un bacio ;)
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
L'amore non basta
Eccomi qui, stranamente in orario! :P
Abbiamo lasciato la nostra Akanuccia a complottare con le sue amiche, che ne verrà fuori?
Capitolo 17
L'Operazione Bugiardo, come denominata dalle sue amiche, iniziava oggi, a lezione di economia domestica.
Akane non era molto certa né della riuscita, né del senso di tutta quella farsa. Ma almeno si sarebbe divertita.
Dovevano essenzialmente giocare con la gelosia di Ranma, almeno per oggi.
Il grande piano prevedeva cercare di dimostrare come ogni insulto, ogni
lamentela avanzata da Ranma fosse falsa. Capire se le aveva sempre
detto delle bugie per imbarazzo o se stava mentendo ora, solo per
soddisfare il proprio ego.
Quindi oggi avrebbe dovuto cucinare dei biscotti e offrirli ad un loro compagno di classe e lasciare che Ranma facesse il resto.
L'ora di economia domestica arrivò presto e con essa
l'amplificarsi dei mille dubbi per quel piano. Soprattutto la
preoccupavano gli altri momenti del piano, quelli in cui si sarebbe
dovuta ... letteralmente esporre maggiormente.
Sospirò estraendo la teglia dal forno. Era la quarta infornata e
con i migliori esemplari delle precedenti poteva finalmente mettere da
parte un paio di dozzine biscotti da regalare al suo compagno Satoshi.
Satoshi era sempre stato infatuato di lei e aveva, occasionalmente,
partecipato alle sfide mattutine precedenti all'arrivo di Ranma. Il
ragazzo inoltre le aveva chiesto solo 2 giorni prima di uscire, Akane
avrebbe potuto quindi rifiutare il suo invito con gentilezza grazie a
quel dono, soprattutto perché aveva assaggiato i biscotti al
cioccolato che aveva fatto ed erano davvero saporiti, forse un po'
speziati, ma decisamente buoni.
E, in fondo, non era niente di che, si disse Akane. Erano solo dei
biscotti al cioccolato. Eppure era agitata e contrariata. Cucinare era
una delle poche cose in cui si era impegnata per cercare di compiacere
Ranma. Offrire quei biscotti ad un altro ragazzo... era un po' come
tradire il suo fidanzato.
Si morse la lingua. Non era più il suo fidanzato! E comunque lui
non li avrebbe mai assaggiati preoccupato di poter finire all'ospedale!
Certo, ne aveva motivo...
Stava tornando in classe con Sayuri, quando proprio Satoshi le si
avvicinò. Non fece in tempo a guardar male la sua amica, che
questa si stava già allontanando, ma un suo cenno le
indicò Ranma, fermo a pochi metri da loro che li osservava.
Era proprio quello che volevano, vero? Peccato che Akane stesse facendo
fatica a concentrarsi sulle parole del ragazzo di fronte a sé
perché distratta da quegli occhi blu che la scrutavano.
- Ho sempre saputo che erano tutte bugie...-, stava dicendo mentre
masticava uno dei biscotti,- cioè era ovvio, con tutti quei
falsi insulti...-
- Come, scusa?- lo interruppe, cercando di concentrarsi su di lui.
- Saotome. Era ovvio che stesse mentendo anche sulla tua cucina. Sono ottimi, Akane.-
- Sono felice che ti piacciano,- sorrise appena,- ma volevo dirti che non me la sento di uscire già con qualcuno...-
- Ma sono passate settimane!- le rispose testardo.
- Lo so, ma non posso. Scusami.-, concluse inchinandosi, prima di
passargli accanto per andare in aula, ma una mano stretta intorno al
polso la bloccò.
La presa era forte, abbastanza da farle quasi sentire dolore, ma non
furono le sue ossa che sentì scricchiolare, un millesimo di
secondo dopo.
- Lasciala.-
Una sola parola, sussurrata con calma forzata.
- Andiamo, Saotome, non credo proprio che tu sia forte quanto mostri. Sei poco più di un saltimbanco!-
Ma, notò Akane, lo sguardo del suo ex fidanzato era fermo sulla presa del ragazzo.
Con uno strattone provò a liberarsi senza far del male al
ragazzo, ma fu inutile, finché con naturalezza Ranma
sfiorò con un dito il polso del loro compagno di classe, che
lasciò subito Akane, stringendosi l'articolazione dolorante.
La ragazza avrebbe trascinato via Ranma, se non fosse arrivata la signorina Hinako, ordinando a tutti di tornare in classe.
Nel bel mezzo della lezione le arrivò un biglietto scritto con
una grafia super confusionaria: "Come è riuscito quell'idiota a
mangiare i tuoi biscotti?"
Le venne quasi da ridere e aspettò che l'insegnante fosse di
spalle prima di lanciare sul banco del ragazzo con il codino un
sacchetto e un biglietto. Nel primo c'era un solo biscotto al
cioccolato, nel secondo c'era scritto: "È buono."
Appena suonò l'ultima campanella della giornata, Akane vide
Ranma sfrecciare via. Lo ritrovò poi, avanti al proprio
armadietto, appoggiato, che sembrava attenderla.
- Torniamo a casa insieme.-
Non era una domanda, ma lei annuì lo stesso.
Rimasero in silenzio per gran parte del tragitto finché Ranma
non saltò giù dalla solita recinzione e le si
affiancò.
- E quindi hai finalmente imparato a cucinare...-
- Ranma!-
- Che c'è? È vero!-
- Ti avverto: non mi va di litigare.-
- Non era questa l'intenzione... anche se mi manca.-
Akane si fermò per voltarsi a guardarlo dubbiosa.
- Ti mancano i nostri litigi?-
Ranma rispose alla sua espressione scettica con una imbarazzata.
- Mi manca litigare con la mia fidanzata...-
- Ranma, ti prego...-
- E inoltre,- continuò come se non l'avesse sentita- quando litigavamo avevo la tua più totale attenzione.-
Era arrossito completamente. Lei si fermò a guardarlo e sospirò.
- Io non ti capisco. Perché inventare tutto questo.-, disse riprendendo a camminare e lasciandolo indietro.
- Maledizione Akane! Non sto inventando niente! Ok, forse è
stato tutto un po' strano e non volevo che la verità venisse
fuori così. È solo che ero entusiasta e felice e volevo
condividere tutto questo con te e, lo so, ho sbagliato, ma questo non
vuol dire che i miei sentimenti non siano quelli.-
- Non posso crederti perché non sembri in te.-
- È che sono stanco di tutta la pazzia che ci circonda...-,
sussurrò, mentre la ragazza continuava ad allontanarsi da sola.
Ed eccoci con l'Operazione Bugiardo, oltre che un piccolo scontro tra i
nostri protagonisti. Che dite, Ranma riuscirà a farsi credere da
Akane?
Alla prossima! :*
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
L'amore non basta
Ebbene sì, ecco il nuovo aggiornamento!
E vi comunico anche che non manca molto alla fine di questa storia! Ma
non vi preoccupate (perché ovviamente come fareste senza di me!
-.-') ho già in lavorazione la prossima! Anzi conto di postarne
il prologo prima dell'epilogo di questa, sempre se riesco a trovare un
titolo decente -.-
E ora vi lascio ad Akane!
Capitolo 18
Akane era molto preoccupata per la fase due di tutta quella faccenda.
"Perché mai mi sono lasciata trascinare in questo piano?",
pensò guardandosi allo specchio. Lei non voleva stare con Ranma,
lei ci aveva rinunciato.
Di cosa si trattava allora? Di una stupida vendetta? Di una ripicca?
Smascherare Ranma e provare che davvero non la amava l'avrebbe fatta
sentire meglio? Perché lei era certa che non la amasse... ne era
certa davvero, forse allora aveva aderito al piano -non che in
realtà le avessero lasciato molta scelta- perché doveva.
Doveva proteggersi anche dalla più flebile speranza,
perché ancora ricordava cosa era accaduto dopo la sua quasi
morte a Junsenkyo. Allora era stata certa di aver sentito quelle parole
e poi, improvvisamente, si era sentita distruggere, infrangere dal suo
diniego.
Quindi ora, contro le intenzioni delle sue amiche, lei stava lavorando
solo per dimostrare di aver fatto la scelta più giusta.
Sospirò, tutto questo le sembrava molto un tentativo di
convincimento, eppure era certa di aver imbottigliato i sentimenti per
Ranma e averli sepolti il più lontano possibile.
Si guardò intorno: ricordava di aver portato con sé un
cambio d'abiti, invece non vedeva null'altro che la biancheria posata
sullo sgabello di legno nell'antibagno. Tutta questa faccenda la stava
facendo impazzire.
Infilò la biancheria e poi prese un asciugamani asciutto e vi si
avvolse dentro. Si guardò un'altra volta allo specchio
nell'antibagno: stava diventando vanitosa probabilmente. O, molto
più semplicemente, non si sentiva totalmente a suo agio con
quella pettinatura.
Stava sistemando con una mano le ciocche per dare al tutto un aspetto
che la convincesse, quando, dopo aver sbuffato per l'ennesima volta, fu
sorpresa dalla voce bassa e avvolgente del suo... di Ranma.
- Non ti convince questo taglio?-
Saltò letteralmente stringendo più a sé l'asciugamani che la copriva.
- Ehm... Scusa non volevo spaventarti, ma Kasumi mi ha chiesto di avvertirti che la cena è quasi pronta.-
- Ah, sì, grazie. Scendo tra due minuti.-, rispose fingendo nonchalance e tornando a guardare lo specchio.
- Akane, io...-, lo sentì avvicinarsi e letteralmente andò nel panico.
- Comunque sì, non mi convince questo taglio, è
decisamente troppo femminile per un maschiaccio come me-, concluse
ridendo forzatamente.
- Akane... tu... staresti bene con qualsiasi pettinatura, te l'ho
già detto, mi manca il tuo caschetto, ma stai benissimo anche
così.-, quando Akane si voltò a guardarlo, il suo volto
era letteralmente in fiamme, cercò quindi di limitare i danni,-
Quindi smettila di fare l'idiota!-, urlò prima di sparire
attraverso la porta.
Mentre in bagno una ragazza fissava sorpresa il punto dove pochi minuti
prima c'era Ranma, pochi metri più in là le sue due
sorelle si sorridevano furbe l'un l'altra.
Akane era certa che quel piano fosse una sciocchezza. Se anche le sue
amiche fossero riuscite a portare Ranma nella piscina, lei come avrebbe
mai potuto metterlo in una situazione imbarazzante?
Inoltre poi non vedeva il punto. Doveva metterlo in imbarazzo? O doveva ingelosirlo?
E davvero le sue amiche si aspettavano che Ranma fosse geloso?
Protettivo, sì. Possessivo, anche. Ma geloso. Geloso come
può esserlo un normale ragazzo innamorato?
Ranma era sempre stato protettivo e possessivo, appunto, per onore e
perché il suo ego era qualcosa di sproporzionatamente immenso.
Immaginare Ranma Saotome, il più grande artista marziale della
sua generazione - perché anche se lei non glielo avrebbe mai
detto, sapeva che era vero -, capace di sconfiggere semidei e mostri e
allo stesso modo incapace di spezzare il cuore a qualcuno rifiutandolo
direttamente, sfuggente e infantile come il vento e distruttivo come il
fuoco, testardo come l'acqua e forte come la terra... immaginarlo preda
di un'emozione semplice come la gelosia, come quel malessere che le
stringeva lo stomaco quando lo vedeva con Shampoo o Ukyo...
Anche solo poter credere davvero che lui potesse amare lei, sembrava
assurdo, tantomeno scatenare in lui un'emozione così -lei la
conosceva bene- vile e subdola come la gelosia.
Eppure sapeva che Ranma non era solo quella forza della natura cieca e
potente, Ranma era anche la solitudine che aveva provato crescendo da
solo con Genma in giro per il Giappone, senza una vera e propria casa,
era anche la paura di deludere sua madre, mascherata sotto il terrore
della promessa di virilità. Ranma era anche gentilezza e
tenerezza e casa e famiglia. Era stato tutta la sua vita per mesi e lei
era stata per lui la custode di tutte queste piccole e umane emozioni.
Ranma però era destinato a molto di più e lei lo sapeva,
come sapeva che non avrebbe mai potuto essere davvero al suo fianco,
nonostante i propri sentimenti, nonostante l'onore di Ranma.
Però, rifletté mentre usciva dall'acqua, in realtà
voleva provare, anche solo per un attimo, anche solo per finta, a
illudersi che qualsiasi potesse essere la reazione del ragazzo, fosse
dovuta alla gelosia.
Per questo quando sentì la sua forza combattiva avvicinarsi all'edificio, decise di mettersi all'opera, in qualche modo.
Ranma non era ancora entrato, poteva sentirlo anche se non stava
utilizzando in nessun modo la sua aura. Era strano, normalmente non
sarebbe stata capace di percepire così bene qualcuno, ma con lui
ultimamente era diventata una cosa immediata riuscire a sentirlo: anche
quando usava l'Umiseken, in questo caso infatti percepiva un vuoto
totale, ma circondato dalla sua presenza. Eppure era certa che nessun
altro ci riuscisse bene come lei. Forse era perché lo amava...
Era così presa dai suoi pensieri che quasi non sentì
Takumi-sama, il suo istruttore di nuoto, che si congratulava con lei
per i progressi: erano già due pomeriggi che riusciva a restare
a galla per più di mezz'ora; certo non era come nuotare, ma era
già un enorme traguardo per lei.
- Mi raccomando-, le stava dicendo,- fa' un po' di stretching prima di
andare sotto la doccia! E non ti farebbe male neanche un massaggio...-,
disse lui sorridendole dolce, prima di allontanarsi.
- Certamente, Takumi-sama, come sempre sai come coccolarmi.-, disse
Akane dandogli le spalle, massaggiandosi leggermente la nuca e il
collo, mentre sorrideva maliziosa.
Cosa combinerà Akane, seguendo il piano delle sue amiche?
Lo scoprirete al prossimo capitolo! :*
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
L'amore non basta
Sono stata velocimma, non trovate?
Il proissimo capitolo arriverà con più calma, ma sempre piuttosto velocemente ;)
Capitolo 19
(dal capitolo scorso)
- Mi raccomando-, le stava dicendo,-
fa' un po' di stretching prima di andare sotto la doccia! E non ti
farebbe male neanche un massaggio...-, disse lui sorridendole dolce,
prima di allontanarsi.
- Certamente, Takumisama, come sempre
sai come coccolarmi.-, disse Akane di spalle, massaggiandosi
leggermente la nuca e il collo, sorridendo maliziosa.
Ranma era appena entrato nell'edificio e Akane era certa che avesse
sentito la sua ultima frase, al contrario del suo istruttore che, del
resto, doveva essere già scappato in auto. Le aveva detto che
stavolta sarebbe dovuto andare via subito dopo la lezione.
Era il momento del suo piano.
Aveva preso in prestito uno dei bikini scandalosi di Nabiki e, anche se
serviva per il piano, ora si sentiva - a buon ragione - sovraesposta
agli occhi del fidanzato -ex, si corresse per l'ennesima volta- mentre
faceva stretching.
- Niente di meglio che sgranchire un po' i muscoli, Tamaki-sama-.
Sentì un vago verso di assenso dal ragazzo che la stava osservando e si sdraiò su un lettino.
- Che ne dici di uno dei tuoi soliti massaggi?-, chiese quasi
innocente. Esitò un attimo prima di slacciare il laccetto a
metà schiena del bikini, decidendo di non toccare quello intorno
al collo: doveva provocare un po' Ranma, ma esporsi maggiormente
l'avrebbe fatta sentire davvero nuda e il piano prevedeva già
che il ragazzo posasse le proprie mani sulla sua schiena... sarebbe
stata sin troppo distratta!
Ranma osservò con il fiato corto la ragazza che amava. Davvero
permetteva a quel damerino di toccarla ogni giorno? Così....
poco vestita?
Si ricordò che questo abbigliamento era una novità, gli
aveva detto Kasumi: Akane aveva per sbaglio preso un costume della
sorella, lasciando a casa il suo, era per questo che lui era lì,
le aveva portato il costume da bagno giusto, ma a quando pareva era in
ritardo.
Si guardò intorno, il damerino non era in vista e lui non voleva
essere sorpreso lì a fissarla in questa situazione, soprattutto
dopo l'incontro in bagno di quel pomeriggio.
Deglutì rumorosamente e si avvicinò alla ragazza, usando
il cuore di ghiaccio. Se doveva toccare la sua pelle bagnata e cercare
di fingersi professionale, perché era meglio che quel tipo si
comportasse in quel modo, doveva prendere delle precauzioni, onde
evitare di andare a fuoco.
Trattenne il fiato e posò le mani sulla schiena nivea di Akane,
la cui prima reazione fu un verso molto simile a uno squittio.
- Oddio, hai delle mani così fredde!-
Ranma allontanò le mani e decise che fosse più semplice
lasciar perdere il cuore di ghiaccio e provare a distrarsi. Del resto
se lei avesse intuito qualcosa o, curiosa, lo avesse guardato e
sorpreso in quella situazione, lo avrebbe distrutto sicuramente.
Poteva farcela, del resto in Cina aveva stretto a sé il corpo
nudo di Akane e non aveva fatto sciocchezze! Certo, lei era appena
morta, quindi lui si sentiva anche piuttosto sotto shock...
Akane si stava divertendo, riusciva a sentire quanto la situazione
stesse imbarazzando il ragazzo e dovette trattenersi dallo scoppiare a
ridere.
Voleva proprio metterlo in imbarazzo, si disse, ma, appena le mani
calde e callose di Ranma si posarono sulla sua pelle, si rese conto che
quella era decisamente un'arma a doppio taglio, mentre si lasciava
scappare un mugolio.
Le mani di Ranma si muovevano delicate, ma con gesti precisi e
vigorosi, dove serviva. Non era la prima volta che le massaggiava la
schiena, quindi sapeva bene quali muscoli era solita sforzare e dove si
accumulava la sua tensione, ma di solito tra la pelle di Akane e le
mani di Ranma, c'erano uno o due strati di tessuto. Ora c'erano solo
poche gocce d'acqua sulla pelle di lei e Ranma stava impazzendo per due
motivi opposti: il contatto con quella pelle e l'idea che Akane
permettesse al suo istruttore di toccarla in questo modo.
Akane lo sentiva irrigidirsi sempre di più, mentre si rendeva
conto che il massaggio che a volte le faceva Sakura, una delle
assistenti del suo istruttore, non poteva reggere il confronto con le
mani bollenti di Ranma sulla sua pelle.
Si diede dell'idota. Che stava facendo? Lei aveva rinunciato a quel ragazzo, ma ora si permetteva di...
Lasciò andare un mugolio, mentre Ranma scioglieva un nodo
particolarmente fastidioso. In risposta al suo suono, sentì il
ragazzo trattenere il fiato e bloccarsi un attimo prima di ricominciare.
- Basta, per favore! Mi aiuti a...-, chiese senza voltarsi, arrossendo
e porgendo i due laccetti a metà schiena perché venissero
allacciati. Quando le loro dita si sfiorarono in questa operazione
sentì tremare quelle del ragazzo. E allora? Ranma era attratto
da lei. Non era questo il problema, no? No, non lo era.
- Grazie mille, Ranma.-, si rese conto di quel che aveva detto un millisecondo dopo aver pronunciato quelle parole.
Ranma rimase di sasso. Aveva davvero detto il suo nome, non se lo era immaginato.
- A... Akane?-, la sentì sospirare prima di voltarsi verso di lui.
- Che c'è?-, la guardò confuso, prima di portare la mano
destra tra i capelli e piegare leggermente la testa: non riusciva a
capire.
- Quando hai capito che ero io?-, le chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Le sbuffò e, prendendo l'asciugamani che aveva accanto, si coprì alzandosi.
- Ho sempre saputo che eri tu. Credi davvero che avrei permesso a qualcuno tutto questo? Non sono una sprovveduta-.
Lui la osservò attentamente mentre arrossiva.
- Però a me l'hai permesso-, constatò.
- Non ho permesso nulla, ok? Era una specie di prova. Una prova per capire quanto potessi fidarmi della tua... confessione-.
Ranma poteva vedere che la ragazza che amava era in evidente
difficoltà, eppure non riusciva a smettere di cercare di capire.
- E se non fossi stato io?-
- Senti, eri tu, sei tu. Sapevo che si trattasse di te. Davvero. Non mi
sarei mai messa in una situazione del genere altrimenti-.
- Già, una situazione come minimo imbarazzante, o anche semplicemente pericolosa. Eppure l'hai fatto!-
La curiosità era bruscamente stata sostituita dalla rabbia: e se davvero non fosse stato lui?
- Come potevi essere sicura che fossi io? Sei una baka, Vita Larga!-
Si alzò per andarsene. Aveva bisogno di calmarsi: sentiva ancora
la morbidezza della sua pelle sotto le dita ed era troppo arrabbiato
per la possibilità che qualcun altro potesse toccarla in quel
modo.
- Bravo, vai via, scappa come sempre! Ti ho appena dimostrato che sei
attratto da me e questo ti terrorizza, vero? Sei un idiota!-
Akane gli dava le spalle, se infatti da un lato si sentiva ancora
accaldata per l'attrazione che le mani di Ranma avevano risvegliato in
lei, dall'altro guardarlo andar via era doloroso, nonostante tutto.
Sentiva che Ranma stava rinunciando definitivamente a lei, rinunciando
a ogni loro possibilità, tutto per orgoglio, ancora. Come aveva
fatto un migliaio di volte prima.
Era così assorta nei suoi pensieri tumultuosi che si accorse del
movimento veloce di Ranma solo quando se lo ritrovò di fronte,
gli occhi blu infuocati e le mani tremanti a stringerle i pugni che
aveva istintivamente alzato come per mettere tra loro della distanza.
- Ora basta!-, quello di lui fu appena un sussurro, ma sembrò scuotere tutto intorno a lei.
Ebbene sì, Akane si è esposta, letteralmente,
parecchio. Sono riuscita a stento a tenere sotto controllo gli ormoni
di questi due, che del resto hanno parecchia attrazione sessuale
repressa. Che ne dirte? Vi confesso che questa scena è quella da
cui ha avuto inizio tutta la storia nella mia mente, quindi spero che
sia venuta bene!
A presto, un bacio!
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
L'amore non basta
Ed eccoci qui ragazzi! Ancora una volta meraviglio voi e me per la
velocità, ma anche perché questo è non solo uno
dei capitoli più lunghi di questa long, ma anche, a sorpresa,
l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. Spero che vi piaccia, a dopo!
Capitolo 20
- Sei, un'idiota, Akane!-, sputò quelle parole con rabbia, prima
di guardarla negli occhi e far scivolare le mani sui suoi polsi, per
poi portarle ad abbassare le braccia, delicatamente.
- E lo sai perché sei un'idiota?-, la sua voce ora era dolce,
quasi supplicante. Senza attendere una risposta continuò:- Io
sono qui, impegnato a preoccuparmi di te, per non parlare del tenere a
bada la mia gelosia, e tu parli di essere terrorizzato? Dio, Akane!
Sono terrorizzato da quando ho capito che ero interessato a te, la
prima settimana che ti ho conosciuto! Per non parlare di quando ho
realizzato che ti amo! O che potrei non riuscire a difenderti e
perderti! Ma sai cosa mi terrorizza più di tutto, oramai? La
facilità con cui hai deciso di rinunciare a noi. E no,-
bloccò la sua protesta prima che raggiungesse le sue labbra,-
non osare dirmi che non stai rinunciando, che non mi ami o che è
colpa mia. Ho le mie colpe, Akane, ma io non ho rinunciato, non sto
rinunciando, non saprei come fare.-
Alla fine di quel discorso, Ranma aveva il fiatone. Non poteva dirle
che sapeva che lo amava perché l'aveva spiata, ma questo non gli
poteva impedire di esporsi ed esprimere tutta la sua frustrazione.
Akane era shockata. Ranma diceva sul serio? Era la prima volta che
contemplava davvero questa opzione. Scosse la testa: non era questo il
punto, si disse ancora. Se anche Ranma l'avesse amata realmente, e lei
non era ancora certa della veridicità della cosa, avevano
davvero troppi problemi, primo tra tutti la sua propensione a mentirle
e lasciarla all'oscuro nei momenti più importanti della sua
vita, per non parlare del suo vizio di fare marcia indietro nei momenti
di pressione.
- Facilità? Credi che tutto questo per me sia semplice? Non so
più come fare, Ranma!-, adesso era lei ad aveva il fiatone e,
nonostante fosse ancora coperta dall'asciugamani, si sentiva
sovraesposta di fronte al suo sguardo intenso, provò quindi a
calmarsi facendo un respiro profondo prima di continuare,- Sto cercando
il modo migliore per gestire tutto questo, ma tu me lo stai rendendo
quasi impossibile. Ho bisogno che tu mi dia spazio, che mi lasci in
pace perché...-
- In pace? Io mi sento mancare l'aria perché tu hai deciso di abbandonarmi.-
- Io ho deciso di toglierti una delle zavorre che ti impedivano di...-
- Smettila di dire sciocchezze!-, per la prima volta quel pomeriggio
Ranma abbozzò un mezzo sorriso,- Ho capito, sono stato bravo a
nascondere i miei sentimenti, hai creduto che non ti amassi. Ma ora sai
che questa idea è sbagliata. Anzi, è assurda, te lo posso
assicurare. Quindi smettila di usare questa storia per giustificare la
tua paura. Anche io ho paura, Akane. Sono terrorizzato, te lo ripeto,
ma insieme possiamo farcela. Lo sai anche tu che possiamo.-
La ragazza non sapeva come fosse accaduto, ma ora sul volto del ragazzo
c'era un sorriso dolce, mentre le accarezzava una guancia.
- Io non ho paura.-
- Akane. Allora perché mai non dovresti credermi? Per la spilla
della discordia? Sai bene che anche se ho cercato di riconquistare
l'affetto di Shampoo, non ho mai detto che l'amavo, mentre a te ormai
l'ho detto più volte. E sai perché non potevo dirlo a
lei? Sia perché non era vero, ma soprattutto perché avevo
paura di perdere te. Quindi sì, Akane, sono sincero quando ti
dico che ti amo...-
Ranma era emozionato e imbarazzato, ma anche soddisfatto, perché
davvero stavolta era riuscito a parlarle con calma e a confessarle il
suo amore senza urlare, senza scappare e intenzionalmente. La sua
futura sposa restava però in silenzio mentre cercava qualcosa
nel suo sguardo, forse un indizio che le avesse detto tutto, che
potesse fidarsi.
Intanto lui non si era accorto di essersi avvicinato tanto, eppure con
un movimento fluido, ma lentissimo, come per chiederle il permesso,
portò le loro fronti a toccarsi.
- Eppure, pochi secondi fa eri pronto ad andare via, a lasciarmi qui senza...-
- No, Akane, volevo solo evitare una discussione. Non ho alcuna
intenzione di andare via. Per quanto mi riguarda il mio posto è
accanto a te.-
- Le altre fidanzate...-
- Ho risolto tutto, non si intrometteranno più nella nostra vita.-
- Non scomparirai nel nulla e non rinnegherai niente quando mi vedrai
in abito da sposa?-, aveva chiuso gli occhi prima di fare questa
domanda, così lo sentì scuotere il capo, tramite il
contatto tra le loro fronti.
- Imparerai a credere nelle mie capacità?-, continuò guardandolo.
A questa domanda Ranma si scansò, dandole le spalle. Sembrava
che Akane stesse iniziando ad accettare i suoi sentimenti, ma c'era
ancora qualcosa di profondamente sbagliato nelle sue parole. La
sentì trattenere il fiato e si girò a guardarla.
- Non posso farlo, non posso promettere di imparare ad apprezzarti,
Akane. Non posso perché lo faccio già. Sei una delle
persone di cui mi fido più in vita mia e non solo perché
sei degna di fiducia, ma anche perché so che puoi fare qualsiasi
cosa tu voglia.-
- Tranne nuotare da quello che credi...-, le rispose con una risata,
prima di prenderle la mano e trascinarla a bordo piscina. La
lasciò andare e si tolse la casacca rossa che indossava
facendola cadere a terra, prima di tirare via l'asciugamani che copriva
Akane, prenderla in braccio e saltare in acqua.
La portò in un punto dove non si toccava, mentre lei protestava, prima di lasciarla andare in acqua.
Automaticamente Akane iniziò a muovere delicatamente le braccia per restare a galla.
- Vedi Akane, io non credo che tu non possa nuotare,- iniziò
avvicinandosi, - ma ho un problema con l'idea di te e di un istruttore
che ti mette le mani addosso-.
Stranamente gli sembrava davvero semplice ammetterlo, si rese conto.
Intanto aiutava la ragazza ad assumere, una dopo l'altra, le giuste
posizioni per nuotare, facendole prima passare la mano dietro la
schiena, poi sull'addome e infine sulle spalle. Akane intanto era
boccheggiante: anche se era immersa nell'acqua fredda le mani di Ranma
sembravano incandescenti sul suo corpo e la distraevano dall'idea
stessa di nuotare.
Improvvisamente la tirò a sé, abbassandosi per sussurrarle:
- Non pensi che sia un po' troppo piacevole come contatto?-
Lui le stringeva la vita con entrambe le mani e lei si ritrovò
ad aggrapparsi ai suoi bicipiti, mentre capiva quale fosse il vero
problema.
- Sei geloso.-
Era stato poco più di un sussurro, ma lo vide sorridere mentre
annuiva e per la prima volta si lasciò colpire dalla
consapevolezza che quello che aveva di fronte era un ragazzo, un
ragazzo come tanti, capace di essere dispettoso e felice, geloso e
innamorato e che forse quel ragazzo aveva davvero bisogno di lei e lei
poteva permettersi di amarlo, anche se quando combatteva sembrava
più un dio che un adolescente, un adolescente che, come lei,
amava le arti marziali.
- E le arti marziali? Ho bisogno che tu mi prenda sul serio. Io sono l'erede...-
- Sì, hai ragione e mi dispiace,- la bloccó, - è
che sono stato abituato a misurare il mio sfidante come un pericolo. E
semplicemente non riesco a farlo con te, così come non riesco a
guardarti e a pensare a come sconfiggerti, perché potrei farti
male... Ma,- continuò bloccando le sue proteste,-
imparerò a farlo, anzi, impareremo insieme. Anche perché
ho bisogno del tuo aiuto con Mousse-.
Divenne d'un tratto serio prima di continuare:
- Però ho bisogno di te, per tutto questo. Io... E lo so che
pretendo troppo, che non lo merito, ma ho bisogno che tu mi permetta di
averti nella mia vita, di starti accanto...-, lo bloccò
scuotendo la testa e sorridendo.
- Ranma, cosa vuoi davvero da me... Che sentimento vuoi che provi per
te?- a questa domanda, lui si rese conto che finalmente lo aveva
ascoltato. La abbracciò nascondendo il viso nell'incavo del
collo di lei, prima di sussurrarle:
- Tutto quello che vuoi, tutto quello che hai. Sono pronto ad avere tutto.-
- D'accordo .- disse lei ricambiando l'abbraccio.
Rilasciando un sorriso di sollievo, Ranma la lasciò andare, ma
senza allontanarsi, per sfiorare con le sue labbra quelle di lei.
Akane finalmente ha capito. O meglio, si è permessa di 1) ascoltare Ranma e 2) credergli.
Nell'epilogo vedremo cosa accadrà ora ai nostri adorati protagonisti.
A presto (spero), un bacio!
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Capitolo 21 *** Epilogo ***
L'amore non basta
Ebbene sì... Siamo giunti all'epilogo. Davvero non so che
dire: vi ringrazio per avermi seguita e vi chiedo scusa per l'ennesimo
ritardo. Ho scritto e riscritto questa manciata di frasi almeno una
ventina di volte, ma il problema resta che mi sono affezionata a questa
storia, nata quasi per scherzo. Spero che alla fine il risultato vi
piaccia!
Epilogo
Erano passati due anni da quel tenero bacio in piscina. Poco più
di uno sfioramento, che aveva modificato per sempre la loro vita. Un
contatto semplice e pudico, ben lontano dai baci che erano seguiti,
quel giorno, in quella piscina, e i giorni seguenti. Ben diverso anche
da quello che era accaduto tra loro solo poche prima.
Akane non riusciva a smettere di guardarlo. Quella notte per la prima
volta avevano fatto l'amore e ora si trovava stesa al suo fianco, il
corpo nudo coperto dalle lenzuola bianche e fresche, il braccio di lui
che le stringeva la vita.
Pochi metri più in là, su una poltrona, era abbandonato
l'abito da sposa che lui stesso le aveva tolto, con dolcezza e
lentezza, la sera prima, mentre le varie parti dello smocking di lui
erano abbandonate in punti diversi della stanza: sulla sedia vicina
alla porta c'era la giacca, sotto il suo abito bianco c'era il papillon
da cui lo aveva liberato lei stessa, aveva un vago ricordo di aver
strappato i bottoni della sua camicia... Arrossì.
Quella sera non era certamente stata la prima volta che aveva visto il
suo fidanzato mezzo nudo, tra gli allenamenti e i combattimenti, per
non parlare del fatto che, anche se era arrivata vergine al matrimonio,
lei e Ranma avevano... imparato a conoscere l'uno il corpo dell'altra
da ormai parecchi mesi.
Era certa che i pantaloni di Ranma fossero finiti ai piedi del letto,
mentre poteva vedere la sottoveste avorio che aveva indossato pendere
dal lato della scrivania, dove il fidanzato l'aveva lanciata. No, non
era il suo fidanzato, Ranma era suo marito ormai.
Riportò lo sguardo su di lui e automaticamente allungò la
mano a sfiorargli la mandibola, vedendolo sorridere un attimo prima di
sentirsi tirare verso di lui. Osservò attentamente quel volto
prima di allungarsi e baciargli il collo. Sapeva che doveva essere
stanco, molto molto stanco, ma non riusciva a smettere.
Un attimo dopo si ritrovò sotto di lui, mentre degli assonnatissimi occhi blu la guardavano con desiderio.
- Dovresti smetterla, tesoro.-
- E perché mai?-, rispose guardandolo maliziosa, passandogli le braccia intorno al collo.
- Perché sono sfinito. Stanotte mi hai sfiancato e persino io ho
bisogno di recuperare dopo averti soddisfatta ancora e ancora...-, le
rispose roco, prima di baciarla.
- A me non sembra che tu abbia molto bisogno di recuperare.-, gli disse
notando la reazione che la vicinanza del suo corpo nudo stava
provocando in quella del marito.
- È che ho una mogliettina davvero...- Ranma non poté
concludere la frase perché le sue labbra erano occupate con
quelle della suddetta moglie.
Non era stato un viaggio semplice il loro. Avevano dovuto tenere a bada
dei padri iper entusiasti per poter imparare a conoscere tutti i lati
di loro che una storia fatta di fraintendimenti e litigi aveva fino ad
allora eclissato.
Ranma aveva avuto ragione, non era bastato amare Akane, avevano dovuto
investire tempo per comprendersi e costruire la loro storia da zero,
eliminando tutti i loro meccanismi di difesa, abbassare le loro difese
e divenire una squadra fuori dalla palestra prima di riuscire ad essere
compagni anche nelle arti marziali. E se da una parte c'era stato il
desiderio da mitigare, dall'altra avevano dovuto capire prima veramente
chi fossero da soli e costruire da lì la loro storia. Avevano
ricominciato tutto daccapo, con però la consapevolezza del
reciproco amore, era stato strano ed emozionante. Akane aveva iniziato
dalle basi, da quel taglio di capelli che non la convinceva, per capire
come essere se stessa senza sentirsi minacciata dai continui agguati,
piuttosto infantili senza l'aiuto di Cologne, di Shampoo; Ranma aveva
dovuto imparare a farsi da parte e a rispettare i suoi bisogni,
quella dolcezza e gentilezza che tanto amava in lei, a farsi avvolgere
dal suo amore piuttosto che a cercare di carpirlo con avidità
nei momenti in cui nei aveva bisogno. Inoltre avevano poi avuto i loro
caratteracci da smussare.
Era stata un'avventura fatta di impegno e quotidianità, senza
poter mai rilassarsi troppo per l'arrivo dell'ennesimo rivale
inaspettato.
Eppure non avrebbero cambiato nulla, non del loro passato, né
del loro presente o del futuro che avrebbero plasmato, a partire da
quel preciso momento.
Eccoci qui. Akane e Ranma hanno imparato ad amarsi e apprezzarsi, a
imparare dai loro errori... Io invece non imparo mai e nelle prossime
settimane troverete online la mia nuova fatica, che spero apprezzerete.
Il mio saluto è quindi un arrivederci e, mi raccomando, fatemi sapere cosa pensate di questo finale!
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