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«Non
possiamo permettere che la città di Los Angeles subisca ancora
di queste ingiustizie!»
«Quanto
vorrei interromperti, dirti cosa penso e ficcarti quel microfono su
per il culo.»
«Undici
donne sono state violentate, questo è un crimine efferato che
va punito. E il Dipartimento di Polizia di Los Angeles è
all'opera per trovare il responsabile.»
«Sei
tu, schifoso verme. Sei tu che le hai violentate. Se solo io avessi
le prove...»
«Chiediamo,
attraverso questa conferenza stampa, l'aiuto della comunità.
Chiunque abbia visto o sentito qualcosa, non esiti a chiamare la
polizia. Di seguito elencherò le informazioni che sono emerse
nel corso delle indagini...»
«Sei
tu, bastardo!»
«Come
ha detto, detective?»
[110
parole]
Drabble
ispirata alla mia enorme e folle passione per lo scrittore Michael
Connelly.
Ve
l'avevo detto che avreste trovato moltissimi generi diversi in questa
raccolta!
«No,
cazzo. Non vedo niente. E mi piace un sacco.»
«Sei
sicuro di volerti buttare?»
«Certo
che ne sono sicuro. Dovresti provare, è una sensazione unica.
Mi sento come se una scarica di elettricità mi stesse
scorrendo ininterrottamente nelle vene!»
«Non
farò mai una cosa del genere, non bendato.»
«Dovresti.
Se sei un esperto di tuffi, questa è una cosa che non può
mancare.»
«Come
fai a dirlo? Per te è la prima volta!»
«So
già che mi piacerà. Sento già il vuoto sotto di
me, lasciami andare.»
«Fai
come vuoi, ma...»
«Tieni
il conto alla rovescia, svelto!»
«Tre,
due, uno... vai!»
[110
parole]
Cominciamo
questa nuova settimana con un po' d'adrenalina ;)
Coi
vi butteresti mai nel vuoto con una benda agli occhi?
«Prendimi, che
aspetti? Perché ci metti tanto, dannazione?»
«Joe, sei sempre così insaziabile. E poco paziente.»
«Martin, hai sentito cosa ti ho detto? Ti prego…»
«Mi diverte farti impazzire.»
«Lo so, sei un bastardo!»
«Ehi, che fai? Oh, cristo, Joe…»
«Ora tocca a me, Martin. Visto che tu non ti muovevi…»
«Joe, oh, cazzo… Joe… fermati un… attimo…»
«Che c'è? Non ti piace?»
«Al contrario, però… oggi toccava a me farti godere!»
«Ho cambiato idea.»
«Ah, sì?»
«Sì. E ora taci e lascia che pensi io a tutto.»
«Cristo, Joe!»
«Toccarti è sempre un’esperienza incredibile per me.»
«Se tu potessi vedermi, sapresti che…»
«Shh. Non voglio vederti, mi basta sentirti.»
[110 parole]
Forse qualcuno di voi conosce già i miei
personaggi, Martin e Joe. Sono stati protagonisti di due mie OS e di una
raccolta di drabble, e volevo omaggiarli ancora una volta con una piccola
drabble che potete trovare nella serie “Joe”.
Chi più di loro poteva essere protagonista
di una scena di passione? Chi, se non Joe che è un ragazzo non vedente e si
affida agli altri sensi per percepire appieno Martin, il suo compagno?
Grazie a tutti coloro che ancora sono qui a
leggere queste piccole schegge d'ispirazione ♥
«Credo che le tue
poesie siano le più belle che io abbia mai letto.»
«Andiamo, non esagerare. Su EFP ci sono tantissimi autori degni di nota!»
«Sono sincera. Tu riesci a metterci qualcosa in più, qualcosa di speciale
e unico. Non so neanche come descriverlo.»
«Mi sento in imbarazzo ora.»
«Scommetto che stai arrossendo. Ma non devi, giuro che sei la più brava
che io conosca.»
«Mi sento in colpa però. Non ho mai letto niente di tuo, non è giusto…»
«Non importa. Non ti leggo per avere qualcosa in cambio. Sei una poetessa
fantastica, tutto qui.»
«Grazie, davvero.»
«Figurati, sono sincera!»
[102 parole]
Dedicata a tutti coloro che leggono e
recensiscono senza interesse, a tutti coloro che lo fanno per passione e perché
non sanno farne a meno, a tutti coloro che non si aspettano un commento in
cambio quando lasciano un loro parere a una storia che li ha colpiti.
Grazie a tutti voi che mi leggete, siete
speciali e mi fate stare bene ♥
«Che c'è? Vuoi che venga a prenderti e ti porti in braccio fin qui?»
«Io… io… potresti… accendere la luce?»
«Come dici?»
«Accendi la luce!»
«Io? Fallo tu, ho le mani sporche.»
«Ma io non ci riesco, non vedo niente qui dentro!»
«Tesoro?»
«Oh, sei arrivata finalmente! Accendi questa dannata luce! Be', che c'è?
Perché non mi rispondi?»
«Tesoro…»
«Cosa?»
«La luce è già accesa.»
«Mi prendi per il culo?»
«No, io…»
«È un fottuto scherzo?! Perché non è divertente!»
«Ti giuro che è accesa!»
«Oh, merda!»
[104 parole]
C'era un film
che vidi due volte nella mia vita, si intitolava “Rosso come il cielo”. Un film
drammatico, che raccontava di un bambino che divenne cieco a causa di un
incidente con il fucile di suo padre.
L'ho visto
solo due volte perché è straziante, e c'è una scena in particolare che mi manda
in panico e mi fa scoppiare a piangere senza rimedio: Mirco si rende conto che
ha perso la vista, e se ne rende conto proprio mentre tenta di accendere la
luce.
Questo ha
ispirato la mia drabble di oggi, e mi ha portato a interpretare il senso di
sorpresa abbinato a questa melodia.
Spero di
avervi trasmesso qualcosa e, be', vi consiglio di guardare quel film almeno una
volta nella vita.
Forse vi
farete un pianto, ma ne vale la pena. È bellissimo.
«Quando esci da un brutto periodo, quando ti rendi conto di avercela
fatta, allora stai davvero bene. Allora sei in pace con te stesso e vedi la
luce alla fine del tunnel.»
«Io non credo alle luci in fondo al tunnel.»
«Non è questione di credere o non credere. È solo che ti fa stare bene
pensare a qualcosa di meglio, tutto qui.»
«Forse non ho mai attraversato un periodo buio.»
«Forse no. E sai qual è la cosa positiva?»
«No, quale?»
«Dopo ti senti davvero in pace con te stesso e con il mondo.»
[110 parole]
Ognuno di noi
supera dei periodi difficili durante la sua esistenza, l’importante è riuscire
a superare ogni cosa e guardare sempre avanti a testa alta!
Grazie a
tutti per essere ancora qui, vi auguro una buona Pasqua e vi avviso già che
lunedì prossimo non aggiornerò!
«Non mi prenda per il culo. Siamo nati tutti a nove mesi.»
«Signore, le assicuro che non la prendo in…»
«Quanto mi rimane?»
«Ecco… sì e no tre mesi di vita.»
«Merda.»
«Però qualcosa possiamo provare a fare.»
«Dovete provarci. Io non mi arrendo, ho molta fiducia nella
medicina.»
«È questo lo spirito giusto, signore. Fossero tutti come lei, lei che ha
tanta forza dentro di sé…»
«Dottore…»
«Si sente bene?!»
«Lei mi ha preso per il culo.»
«No, le assicuro che…»
«A tre mesi non ci arrivo.»
«Signore? Mi sente?»
[109 parole]
La speranza,
la forza di lottare anche contro un male che non si può sconfiggere, sono
importantissime per affrontare tutto nel modo migliore.
Chi si lascia
andare contro le difficoltà, ha già perso in partenza.
Lo penserò
sempre.
Ecco perché
amo il reggae, forse perché sa trasmettere speranza con una sola melodia, anche
se spesso i testi non rispecchiano l’apparente allegria dello strumentale.
«Forse?! Io ti ammazzo, giuro che ti ammazzo! Ti sei scopato mia
figlia, testa di cazzo!»
«Lei era d'accordo!»
«Chiudi quella cazzo di bocca! Adesso farai come dico io, altrimenti ti
cancello dalla faccia della terra!»
«Va bene, va bene, ma ti prego… non…»
«Ho detto che devi stare zitto! Tu non sai neanche che casino hai
combinato! Mia figlia, la mia bambina, ha solo tredici anni! E tu l'hai
violata, sei un mostro! Non ti vergogni?»
«Io…»
«Adesso spogliati, non farmelo ripetere ancora!»
[110 parole]
Sottomissione
psicologica, ecco a cosa miravo.
Quando sento
le melodie dei Korn, mi vengono sempre in mente apocalissi famigliari, drammi
tra le mura domestiche. Sarà che il buon Jonathan Davis, l'iconico cantante
della band, ha avuto una vita difficile e drammatica.
Se la canzone
vi ha ispirato, vi consiglio di ascoltare dell'altro o di leggere almeno la
storia di Jonathan.
«Guardati attorno: vedi quanto è luminoso il sole?»
«Sì, lo è.»
«E quindi, con un sole del genere, cosa potrebbe mai importarmi del mio
braccio mancante?»
«Tu sei sempre così positiva…»
«Credimi, anche tu lo sei, è solo che spesso fai fatica a mostrarlo al
mondo. Ma se tu non fossi davvero così, cazzo, non staresti lavorando per
diventare il batterista eccezionale che vuoi essere.»
«È tutto merito tuo.»
«E di Rick.»
«Giusto.»
«Senti, Aymon. A noi manca un braccio, ma ci completiamo. E abbiamo
voglia di lottare.»
Se siete
curiosi di conoscerli meglio, be', a me farebbe piacere se voi deste
un'occhiata alla storia! ;)
Io trovo
molta forza nello strumentale di questo brano: nella voce di Chris Cornell,
nella chitarra di Tom Morello, nel basso di Timmy C e nella batteria di Brad
Wilk.
«Per
me non sarà facile, lo so, ma ci devo provare.»
«Sei
diventata così temeraria, Aija…»
«Non
posso lasciare che la vita mi passi di fronte senza che io faccia qualcosa.
Dov’è il mio bastone?»
«Eccolo.»
«Leoo?»
«Dimmi.»
«Ti
prego, lasciamelo fare e non stare in ansia. È solo una passeggiata sotto la
luna. Io, il bastone bianco e le mie insicurezze che finalmente scivolano via.»
«Va
bene, ma se non torni entro un quarto d’ora…»
«Tornerò,
Eleoonora. Se io mi fido di me stessa, tu devi fare
lo stesso.»
«Perdonami,
è solo che mi preoccupo.»
«Andrà
tutto bene. Ho paura, ma ce la farò.»
[105 parole]
Questa
settimana vi porto nel mondo di Aija, un altro dei miei personaggi originali.
Lei è nata
tanto tempo fa, ed è la protagonista di due mie OS che potete trovare nella
serie “Must be Blind”.
Questa
piccola drabble racconta di un breve attimo, il
momento in cui Aija prende finalmente il coraggio a quattro mani e decide di
uscire a fare un giro con il supporto del suo bastone bianco.
«No. Sono troppo triste. È stato un duro colpo per
me.»
«È esagerato, si tratta solo di un cantante che è
morto…»
«Solo un
cantante? Tu non sai cosa significasse Bob Marley per me!»
«Okay, scusami, ma stare chiuso in casa non ti
aiuterà. Pensa a lui, a quanto vivesse appieno ogni istante della sua vita.
Fino alla fine.»
«Questo è vero…»
«Esatto. Devi prenderlo come esempio e uscire con
me, ora. Dai! C’è un evento di musica reggae in un chiosco sulla spiaggia, ci
andiamo?»
«Non so se ce la faccio. Sono proprio giù di morale,
scusa.»
«Sicuro?»
«Sicuro.»
[110 parole]
La
sensazione di tristezza che si prova quando il proprio idolo viene a mancare è
qualcosa che non tutti possono capire, perché non tutti provano ammirazione per
le stesse persone.
Non so,
questo brano – finito nella mia playlist totalmente per caso – mi trasmette
tristezza, da sempre. E a voi?
«Puoi scommetterci! Voglio sentire il vento
penetrarmi in questi cazzo di vestiti!»
«Vai, vai così! È pazzesco, questo è un vero
gioiellino! Dopo voglio guidarla io!»
«Vedremo se avrò voglia di lasciartela provare!»
«Non è tua, stronzo!»
«Tu dici?»
«Accelera e chiudi il becco!»
«Senti come romba? A bordo di questa meraviglia
potrei andare in capo al mondo! Mi sento dannatamente bene!»
«Dio, quanto ti capisco… vuoi guidarla o no?
Altrimenti me la riprendo!»
«Oh, scordatelo! Reggiti forte!»
«Fanculo i problemi, fanculo tutto! Questa sì che è
vita, cazzo!»
[106 parole]
Le
motociclette mi danno sempre un senso di estrema libertà, ecco perché ho deciso
di scrivere questa drabble.
Adoro la
sensazione che si prova quando si sta su una moto, e soprattutto credo che una
melodia come questa ci stia proprio bene. Mi sa di motoraduno, di acrobazie su
due ruote e di motociclisti sconvolti ma felici.
Spero di
avervi trasmesso qualcosa, e grazie anche stavolta ♥
«Sì! La maestra ha detto che sono stato bravissimo!»
«Allora vediamo se ha ragione. Portami gli occhiali,
voglio leggerla subito!»
«Corro!»
«Allora? Ti piace, papà?»
«Nico… sì, ma certo…»
«E allora perché piangi? Il mio compagno Tommaso
dice che i veri uomini non devono mai piangere! Allora io non sono un vero
uomo, e nemmeno tu!»
«Ma no, Nico. Tommaso deve aver capito male. Piango
perché mi sono emozionato.»
«Ed è colpa mia?»
«Merito tuo. E adesso voglio un abbraccio!»
[106 parole]
Chi mi conosce,
sa che non tratto molto spesso di questi argomenti. I bambini non sono il mio
forte, però ho voluto provare a parlare di un bel rapporto tra padre e figlio.
Per me non è
semplice, credetemi, anche perché i miei trascorsi personali sono tutt’altro che
rosei.
Ma ecco a
voi la drabble, sperando sia intrisa di dolcezza!
«E sai cosa fanno due tartarughe
che si incontrano?»
«No, cosa?»
«Due lenti a contatto!»
«Oddio, no, vabbè… ma smettila!»
«E che cosa faceva uno sputo su
una scala?»
«No, io me ne vado, non lo so…»
«Saliva!»
«Ma fai schifo, basta!»
«E intanto te la ridi! Ascolta
questa: un etto di prosciutto cotto e un etto di prosciutto crudo in salumeria
fanno un duetto… du’ etti di prosciutto!»
«No, ma vaffanculo, ma da dove le
porti fuori ‘ste stronzate?»
«Dimmene una tu, dai!»
«Allora… ho visto gatti neri rincorsi
da cani razzisti.»
«Che cazzo…»
«E ricordati: can che abbaia non
miagola!»
«E dopo questa me ne vado!»
«No, dai!»
[110 parole]
Ragazzi, lo so, ora mi
prenderete per idiota, ma questa canzone mi ha fatto venire in mente tutte
queste freddure e anche molte altre, peccato che avevo solo centodieci parole a
disposizione XD
Conoscevate queste
fesserie?
Ora mi aspetto che nelle
recensioni voi me ne scriviate almeno una, non deludetemi! :P
Alla prossima e spero di
non avervi spaventato con questo capitolo altamente stupido e nonsense,
ispirato alle stupidaggini che fanno parte della nostra vita quotidiana e ci
aiutano sempre a sdrammatizzare anche nei momenti no!
«Adesso ti faccio vedere cosa si
prova.» «Fermati, sei solo una puttana!» «Le tue parole non significano
niente. Lo vedi questo, brutto depravato?» «Slegami, subito! Cosa cazzo vuoi
fare con quel… quel…» «È un ombrello pieghevole. Su,
piantala di piagnucolare. Voglio soltanto infilartelo su per il culo e…» «No! No! No…» «Sì, e dopo un po’ lo aprirò.
Sarà divertente. Come per te è stato spassoso scoparmi con la forza, in quel
vicolo…» «Puttana, ho fatto bene! Non me
ne pento!» «Neanche io me ne pentirò. E ora
voglio sentirti gridare di dolore, andiamo!» «No, ferma, cazzo… fermati!» «Troppo tardi.» [100 parole] Dovevo parlare di stupro
per il contest, e ho deciso di trattare l’argomento con una punta di vendetta:
una donna che è stata violentata decide di prendersi la sua rivincita e di
ripagare il porco che le ha fatto del male con la stessa moneta. E cosa ci può essere di
più angosciante di ciò? Grazie alla giudice del
contest e a voi che siete qui, ancora ♥
«Certo! Ti rendi conto che siamo
al concerto dei Fantômas?»
«Hai ragione! Vado a
prendertela!»
«Questa roba è forte…»
«La birra o la musica?»
«Tutte e due! Mi viene voglia di
ballare, anche se non so come…»
«Fallo e basta, chi se ne frega?»
«Prima però portami un’altra
birra!»
«Agli ordini, ormai non ti posso
dire di no!»
«Mike è un grande!»
«Te l’avevo detto… e tu che non volevi
neanche venire!»
«Mi hai convinto quando mi hai
promesso che mi avresti offerto da bere per tutta la serata!»
«Ho fatto un errore madornale…»
«Ma no, dai! Un’altra birra!»
«Mi manderai in rovina!»
«Ah, ti adoro!»
[109
parole]
Spero
di essere riuscita a descrivere la gioia che si prova a un concerto, in
compagnia di chi si vuole bene e con un bel po’ d’alcol in corpo.
Non
sono certo esperta di ebbrezza, essendo astemia, né condivido questo tipo di
divertimento. Ma con una melodia come questa non ho saputo resistere. Il folk
metal mi dona questo tipo di ispirazione.
Se
vi state chiedendo chi sono i Fantômas, beh, è uno dei progetti più folli e fighi di Mike
Patton (qualcuno di voi sa di chi parlo, perché ultimamente sto rompendo le
palle a tutti con quest’artista, ma abbiate pazienza… lo adoro :D)!
Grazie
per essere ancora qui, e sappiate che tra dieci drabble
vi lascerò in pace, tranquilli ♥
«Ma no! Con un bacio? Cioè… io ho
baciato una ragazza e mica sono rimasta incinta!»
«Ma le lesbiche non rimangono
incinte, no? Mica possono!»
«Che ne so! Te l’ho fatta io la
domanda!»
«Eh… non lo so se rimani incinta
se baci Thomas…»
«No, perché… ieri ci siamo
baciati… ma solo a stampo eh… secondo me se lo bacio con la lingua rimango
incinta, poi mio padre mi ammazza…»
«Non dirglielo e vai ad abortire,
no? Semplice!»
«E cosa vuol dire? Io ho paura…»
«Adesso mi fai venire l’ansia
però…»
«Cosa devo fare?»
«Non lo so…»
«Aiuto!»
[110
parole]
Lo
so, scrivere di ignoranza con i Rammstein in
sottofondo è un sacrilegio, ma tenete conto che qui io mi baso sulle melodie,
non sui testi o altro. Poi ho scoperto che il titolo della canzone significa “periodo
di riproduzione”, e questo lascia spazio a tante interpretazioni XD
Questa
canzone mi ha fatto venire in mente due ragazzine che parlano di cose che non
conoscono, che non sanno e che le spaventano proprio per questo.
Avete
presente quelle famose rubriche del “Cioè” dove le adolescenti chiedevano
consigli come quelli presenti in questa drabble?
Ecco,
spero di avervi fatto comprendere il messaggio! XD
E
badate bene: essere ignoranti non è un’offesa, ma una condizione che si può
facilmente superare. Se io sono ignorante è perché ignoro delle informazioni,
non significa essere stupidi.
«Non fare lo stronzo! Ci sarà
pure un modo per tirarmi fuori di qui!»
«No, mi dispiace… ho le mani
legate.»
«Ma io… sono innocente! Cazzo,
fa’ qualcosa!»
«Le prove parlano chiaro, non si
può dimostrare la tua innocenza. Non serve a niente parlare. Ci vogliono fatti
concreti.»
«Sei tu il mio fottuto avvocato,
sta a te trovare le dannate prove!»
«Ci ho provato, ma tu non sei
stato collaborativo…»
«E adesso? Devo stare chiuso qui
a vita?»
«Sì. Fattene una ragione.»
«Mi sento una merda…»
«Non posso più aiutarti.»
«Ma…»
«Devo andare.»
[100
parole]
Da
quando Caparezza ha sfornato il suo ultimo capolavoro, le sue canzoni – melodie
comprese – mi fanno sempre pensare all’impotenza sotto tutti i punti di vista.
In
questa drabble ho voluto dare un’accezione
prettamente fisica dell’impotenza, prendendo proprio un carcerato che sta
dietro le sbarre senza poter fare niente, e il suo avvocato che ugualmente non
può più aiutarlo.
Grazie
per esserci sempre, spero di aver trasmesso anche questa volta l’emozione che
io stessa ho provato durante la scrittura ♥
«Credi che qualche ragazzo
potrebbe interessarsi a te? Credi davvero che a Diego potresti piacere? Che
illusa!»
«Monica, io… vattene, ti prego…»
«No, Cecilia! Devi ascoltarmi
bene: sei orribile, e non sarai mai come me! Che c’è, adesso? Perché piangi?
Sei anche una bambina lagnosa! Hai diciassette anni, ma la smetti? Vergognati!»
«Perché… perché sei così crudele
con me? Un tempo… un tempo eravamo amiche…»
«Non siamo mai state
amiche, razza di balena spiaggiata! Mi sei servita per arrivare a Diego, non
capisci?»
«No…»
«Sai, mi fai davvero schifo!»
[110
parole]
Ci
sono persone davvero cattive, che lo sono per natura e si comportano da stronze
per il gusto di umiliare il prossimo.
Qui
si tocca anche la tematica del bullismo e della discriminazione, nonché la
delicata situazione di chi soffre di disturbi dell’alimentazione e di chi, in
generale, viene considerato “diverso”.
Spero
di avervi trasmesso qualcosa, e credetemi se vi dico che odio Monica con tutta
me stessa.
«Karen, ascoltami. Non succederà,
io sono qui per proteggerti.»
«Non so, io…»
«Se c’è una cosa che posso prometterti,
è che farò di tutto per evitare che lui ti faccia ancora del male. Ma devi
raccontarmi cos’è successo. D’accordo?»
«Sì…»
«Ora esci di lì, ti porto in un
posto caldo e sicuro. Ti va di fare un bagno rilassante?»
«Credo… credo di sì…»
«Devi fidarti di me, Karen. Andrà
tutto bene.»
«Spero che sia vero…»
«Prendi la mia mano, coraggio.»
«Ho paura…»
«Lo so. Okay, brava, tienila
stretta. È tutto finito, tranquilla.»
[110
parole]
Per
questa drabble ho preso ispirazione da uno dei
personaggi che amo di più all’interno di “Law &
Order SVU”, una delle mie serie tv preferite.
Si
tratta della detective Olivia Benson, la quale ha una capacità ineguagliabile
nel rassicurare le vittime di stupro e violenza, riuscendo a guadagnare quasi
sempre la loro completa fiducia. Lei le capisce perché a sua volta ha provato
cosa significa essere una vittima impotente, e nessuno meglio di lei può
ricoprire un ruolo tanto difficile e delicato.
Spero
vi sia piaciuta anche questa drabble e il mio modo di
interpretare l’emozione che il brano mi ha trasmesso.
«Vorrei tu fossi collaborativo,
altrimenti la seduta non sarà utile.»
«Io neanche ci volevo venire
qui.»
«Okay, e… come mai hai deciso di
esserci, se non ne avevi voglia?»
«Che ne so, Mariangela dice che
dovrei smettere di bere e che uno strizzacervelli può aiutarmi.»
«Mariangela è tua moglie?»
«Mia moglie, sì, quella santa
donna!»
«Quindi hai il vizio del bere,
Massimo?»
«Te l’ho già detto, no? Hai la
memoria corta?»
«D’accordo. E non vuoi smettere.»
«È una domanda?»
«Senti, Massimo. Vuoi stare qui?»
«Ho già risposto anche a questo,
sei noiosa.»
«Ho capito. Chiudiamola qui.»
«Oh, finalmente!»
[106
parole]
Ho
voluto intendere il disagio come sentimento che quest’uomo prova nel sentirsi
sotto analisi, che poi si riflette anche sulla psicologa che non sa come
prenderlo.
Spero
di essere riuscita nel mio intento.
Grazie
di cuore a tutti voi che ancora leggete e recensite, alla prossima ♥
«Non importa se le cose sono
andate male con lui, io credo nell’amore e riprenderò in mano la mia vita!»
«Io non ci riuscirei, ma ti
ammiro molto.»
«La vita è una sola, amica mia: dobbiamo
viverla, dobbiamo abbracciarla e accogliere le esperienze che arrivano.»
«Apprezzo questa tua positività,
anche se io sono disillusa.»
«Lo so, ti conosco. Io sono certa
che l’amore busserà ancora alla mia porta, perché gli esseri umani non sono nati
per vivere da soli.»
«Tu non sei sola, anche se non
stai con un ragazzo. Hai tantissime persone che ti adorano.»
«Non è la stessa cosa.»
«L’amore non è solo quello di
coppia.»
«Tu dici?»
[110
parole]
Ho
provato a riportare in poche parole uno dei classici discorsi che mi capita di
fare con la maggior parte delle persone che conosco: ovviamente io sono
favorevole alla ragazza che pensa che “stare soli” non significa non avere un
ragazzo o una qualche relazione sentimentale. Per me si può amare la propria
famiglia e i propri amici, perché queste persone ci saranno sempre quando una
relazione finirà e quando qualcuno si prenderà gioco di noi (ovviamente se si
hanno buoni rapporti con i propri famigliari e se si hanno i giusti amici, e se
ci pensate spesso le due cose coincidono :3).
Dopo
questo mega pippone che comunque non interessava a
nessuno… XD
Vi
ringrazio e vi do appuntamento alla prossima drabble♥
«Come hai fatto a fingere per
tutto questo tempo, Janet?»
«Io non lo so. Non so cosa sia
successo, credimi.»
«Come posso crederti? Mi hai
spezzato il cuore, mi hai tradito!»
«Lo so bene, Alejandro, non
credere che la cosa mi renda felice. Tengo tantissimo a te, era l’ultima cosa
che volevo.»
«Partecipare a quel dannato
talent ti ha bruciato il cervello.»
«Non piangere, ti prego, mi sento
così in colpa…»
«Avresti dovuto pensarci prima di
buttarti tra le braccia di quel Michael!»
«Lo so, non ho scuse. Vorrei che
mi perdonassi e che almeno provassimo a essere amici.»
«Amici? Non riesco a respirare da
quanto sto male!»
«Mi dispiace.»
[110
parole]
Capitoletto
dedicato ad alcuni dei miei OC che ho creato per la storia interattiva “SOAD-Factor”.
Si
tratta di Janet Stars, una concorrente del talent i cui giudici sono i quattro
membri dei System Of A Down, una ragazza molto dolce ed emotiva, che nel
capitolo 10 porta fuori tutti i suoi sensi di colpa per aver tradito il suo
ragazzo, Alejandro, lasciato a casa quando ha deciso di iscriversi alla gara.
Janet ha conosciuto Michael, il chitarrista di una delle band partecipanti al
talent, e tra loro è nato qualcosa di speciale che non è riuscita a
controllare.
Qui
ho voluto immaginare l’incontro di Janet e Alejandro dopo che la giovane è
tornata a casa dopo la competizione ^^
Spero
vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso la sofferenza che entrambi i ragazzi
provano!
Alla
prossima drabble, che sarà anche l’ultima di questa
avventura (ç_ç) ♥
«E quando ti dico che senza di te
non saprei neanche dove sbattere la testa, mi credi?»
«Esagerata!»
«Davvero. Io sono acida,
rompipalle, cinica e pure polemica fino alla morte. E lo so che spesso ti porto
all’esasperazione.»
«Meno male che lo ammetti!»
«Dai, davvero! Vedi? Con queste
tue battute illumini le mie giornate, con la tua positività mi coinvolgi e con
la tua dolcezza mi fai sentire amata anche quando meriterei che tu mi mandassi
a fanculo.»
«Ho anche molti difetti.»
«Ed è per questo che ti adoro,
Soul, perché sei unica con pregi e difetti.»
«Mi vuoi far piangere?»
«No, voglio ringraziarti. Perché mi
accetti a prescindere.»
[109
parole]
Non
potevo concludere questa raccolta senza dedicare l’ultima drabble
a mia sorella Soul. Non aggiungo altro, perché poi vado OOC e non sono più la
solita piaga arpia XD
Beh…
siamo giunti alla fine, miei adorati lettori.
Io
non so davvero come ringraziarvi per esserci stati dall’inizio alla fine, per
aver deciso di leggere e recensire ogni sciocchezza con costanza e sincerità (e
continuo ad andare OOC, con la canzone di sottofondo che ancora fa il suo
effetto XD).
GRAZIE
DI CUORE a Soul Dolmayan, alessandroago_94
ed evelyn80 per esserci stati fin dal primo capitolo; a Sabriel_LittleStorm
per aver recuperato tutti i capitoli quando la raccolta era già cominciata da
un bel pezzo, ha avuto un enorme coraggio; a Ryo13 per aver anche lei
recuperato un sacco di capitoli a raccolta già avviata e per passare ogni tanto
a trovarmi con i suoi commenti sinceri e accurati; a Gella
e yonoi per aver fatto un salto nella mia
raccolta, anche solo per una volta; a tutte le persone che hanno partecipato al
contest “Tematiche delicate in 100 parole” che sono passate a lasciare il loro
parere alla drabble “Angoscia”: la giudice amicadeilibri e gli altri partecipanti queenjane, inzaghina,
falcediluna_, Queen FalseHearth, uwetta, Lily710,
OharaNakamura e Carme93.
Un
altro ringraziamento speciale a Sabriel per aver
scritto la sua drabble “H come
Handicap” e a Evelyn per aver creato la sua long “Alive
again” ispirate a personaggi apparsi in due mie drabble:
consiglio a tutti di passare a leggere le loro stupende opere, se ancora non lo
avete fatto!
Grazie
a chiunque abbia letto e seguito in silenzio, spero che ognuno di voi abbia
provato le emozioni che volevo trasmettere, che le melodie siano state di
vostro gradimento o che semplicemente io vi abbia fatto conoscere nuova musica,
almeno XD
Ora
finisco queste note e vi do appuntamento alla prossima avventura ♥