La moneta di Jared missing moment

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come trovai la moneta ***
Capitolo 2: *** I genitori di Jared litigano e fanno pace ***
Capitolo 3: *** Quando Jared dice addio ai genitori ***
Capitolo 4: *** Janeel va a trovare Alan all'ospedale ***
Capitolo 5: *** Alan cerca la donna della moneta ***
Capitolo 6: *** Misha e la scuola che non esiste ***
Capitolo 7: *** L'amore di Chad e Misha ***
Capitolo 8: *** Chad a casa dei genitori di Jared ***
Capitolo 9: *** Chad a casa di Jensen e Alfred ***
Capitolo 10: *** La dama del lago d'oro ***
Capitolo 11: *** Buttarmi tra le tue braccia - addio e consolazione - ***
Capitolo 12: *** Si può continuare ad essere amici, anche se non lo si ricorda più ***
Capitolo 13: *** I primi momenti hot di Jared e Jensen ***
Capitolo 14: *** La pasticceria di Misha ***
Capitolo 15: *** Jensen perde di nuovo la memoria ***
Capitolo 16: *** Il ritorno di Misha a casa di Chad ***
Capitolo 17: *** Chad e il suo incontro con Bobby ***
Capitolo 18: *** Preparati per il nostro appuntamento ***
Capitolo 19: *** La cena ***
Capitolo 20: *** La nostra prima volta e i dolciumi di Misha ***
Capitolo 21: *** Ricordi dallo spazio ***
Capitolo 22: *** Ricordare Jared ***
Capitolo 23: *** Il quaderno magico scritto da Misha ***



Capitolo 1
*** Come trovai la moneta ***


“Papà, per favore, raccontami come ha fatto a finire questa moneta in uno scantinato, io l’ho trovata prima dell’inizio della scuola. Non avevi detto che apparteneva a te?” digitava sul suo cellulare, Jared, al padre che era ancora in ospedale.
Sì, ma io ho cercato di disfarmene, dopo la morte di tuo fratello. amputavo a quella moneta tutte le disgrazie che ci stavano capitando. Ma avevo gia capito che era indistruttibile, stavo cercando una fiamma ossidrica, quando passeggiando per la strada, mi cadde tra le mani andando a finire in un tombino.
“Non in uno scantinato.”

“No. Era un tombino. Deve aver fatto un giro lunghissimo per arrivare perfino li, ma io non ne so niente.”
“Io invece la trovai in uno scantinato.”
 
 
 
“Dai, Misha, passa la palla, passa..”
“Scommetto che non riesci a prenderla, questa.”
Il pallone finì dentro una finestra piena di vetri rotti dentro un edificio buio.
“Sei il solito coglione, dovrei lasciarla li.”

“Dovresti già. Ehi, Jared, ma che diavolo combini?”
Jared cominciò ad arrampicarsi sul muro.
“Non ho intenzione di regalargliela a loro. Misha prega che i vetri non l’abbiano graffiata o ti faccio camminare sui ceci per una settimana.”
“Jared, torna indietro, potresti farti male!!”
 
Jared fece un balzo e cadde in piedi.

“Uhhh. È bello essere giovani, hai ancora tutti i muscoli al posto giusto, peccato che dopo i trenta qualche tendine comincia già a spezzarsi. Oh, eccola, la maledetta.”
Individuò subito la palla ma fu attirato anche da una sorta di luce strana che veniva da un angolo.
“E questo che diavolo è? Una nuova forma di lampadina che attecca sul pavimento?”
Rimase sconvolto quando vide che l’illuminazione arrivava da una moneta.
La prese in mano e la osservò.

“Ma questo cos’è? Uno scherzo?”
L’illuminazione si spense.
“Deve essere una moneta giocattolo. Ma questa chi diavolo è? Sembra una fata, credo sarebbe il mio tipo se ormai non avessi giurato il mio amore eterno ad un paio di occhi verdi.”
“Jared!! Tutto bene??”

“Sì, Misha, tutto a posto, adesso arivo!”
“Bene!! Così posso prenderti per i capelli!!” e il suo amico cominciò a imprecare.
Jared sorrise tra sé.
Aveva dei buoni amici.

Si arrampicò nuovamente per uscire fuori con la palla in una mano e la moneta nell’altra.






















Note dll'autrice: lo so, sembra che questo capitolo sia noioso, non dice niente di quello che si sapeva già ma ci tenevo a inserirlo, e poi Misha è sempre un piacere inserirlo ahha vi prometto che i prossimi saranno più interessanti!! :))

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Capitolo 2
*** I genitori di Jared litigano e fanno pace ***


Capitolo che si colloca dopo il capitolo 4 dello strano caso della moneta di Jared.
 


“Non può essere..” disse Alan.
“Pronto??? Ti sto dicendo che NOSTO FIGLIO aveva quella moneta! Quella dannatissima, maledetta moneta che tu DICEVI DI AVER BUTTATO.”
“Mi era caduta..non l’ho buttata..”

“MI HAI MENTITO!”
“No che non l’ho fatto! Mi era davvero caduta nel tombino.”
“Le monete non risalgono dalle fogne, Alan!”
“Ma magari..è passata attraverso qualche fognatura..io..io non lo so. In fondo era già difficile sbarazzarsene, immaginavo che non sarebbe stato così facile che ci lasciasse in pace.”

Janeel prese Alan per il colletto della camicia e  lo scosse.
“Ti sto dicendo che NOSTRO FIGLIO ha messo le mani su quella moneta maledetta e tu non hai nessuna reazione!!”
“Osi insinuare che non mi preoccupo della sua salute? Scusa se sono un po scettico, a credere una cosa del genere dopo 17 anni!!”

“Secondo te me lo sono inventato?? Non sono io quella che ha un’ossessione!! Tu passi tutti i tuoi pomeriggi in quello scantinato, che cosa pensi di ottenere?? Un’altra moneta maledetta?? Dovrai passare sul mio cadavere prima che ti lasci portarne un’altra in questa casa!”
“Ti ricordo che quella moneta che tu odi tanto, ci ha regalato Jared. Nostro figlio. Non ha portato solo oscurità nella nostra vita.”

“Ma ci ha strappato un altro figlio!! Questa è stata da subito una gravidanza maledetta!!”
“Non farti sentire da Jared dire una cosa del genere, lui non lo merita.”

“No. NO. SEI TU CHE NON MERITI NIENTE. SEI TU A ESSERE MALEDETTO, LA MONETA HA FATTO DEL MALE A ME, E DI CONTRO AI NOSTRI FIGLI, PER PUNIRE TE!!”
“Sei in totale delirio. Non resterò un secondo di più a farmi insultare da te.”
 
E sbattè la porta mentre Janeel scoppiò in singhiozzi sul pavimento.
 
 
 
*

Quella notte, Alan andò in camera loro, e molto cautamente, accarezzò i capelli di Janeel, sua moglie.
“Credevo non saresti più tornato..”
“Io invece pensavo tu non mi avresti permesso più di tornare.”
“Mi dispiace..”
“Schhh..non fa niente..”
“Io credevo..di non amarti più..”

Alan deglutì il groppo in gola.
“Dopo la morte di nostro figlio..il nostro povero bambino..ho creduto di odiarti..pensavo che rimanevo con te solo per Jared..ma poi..mentre oggi ti scaricavo addosso tutta quella roba, ho pensato..”
“Cosa?”
Gli occhi di Janeel divennero umdi.

“Quando sei andato via, ho pensato: Dio, signore, fa che non se ne vada..fa che non se ne vada..”
“Non potrei mai lasciarvi.” Disse Alan, gli occhi umidi.
“Ho pensato..forse ancora lo amo.”
Alan commosso, si mosse a dare un bacio dolce alla moglie.
“Proteggerai nostro figlio?”

“Sempre.”
“Vieni a letto.”
 
Jared, addossato alla parete, gli erano venute le lacrime agli occhi a quella frase. Forse ancora lo amo.
 
 
 
*

“Non ci crederai, Jensen, ma ieri notte ho sentito i miei genitori parlare e…”
“Così ieri hanno litigato dopo che siamo andati via?” chiese Jensen.

“Sì, non ho capito tutto..poi papà deve essersi messo a letto e hanno preso a sussurrare perché non sentivo più niente.” Disse Jared.
“O magari hanno fatto altro..brutto spione!” disse Jensen.
“Jensen!! Stai davvero insinuando che..”

“Beh, che ci sarebbe di male? è la natura!” disse Jensen ridendo.
“Sono i miei genitori!! Preferisco non pensarci!” disse Jared scuotendo la testa, tornando al suo frullato.
“Bravo, pensa solo a noi, nudi, pelle contro pelle..” gli sussurrò all’orecchio.
“Jensen!!” ridacchiò Jared.

“Sei arrossito. Oh, sei arrossito. Ti amo.” Gli disse dandogli un bacio sulla guancia.
“Non sulla guancia, idiota!”
Jensen ridacchiò e gli diede un bacio in bocca, indugiando, ma Jared lo trattenne per non interrompere il contatto.
“Voglio fare l’amore con te. Non voglio più aspettare.”

“Aspetterai, invece..ancora un po..ti prego..voglio che sia perfetto..sto organizzando tutto.”
“Ma non troppo! Se sei un tipo che organizza troppo, poi non mi piacerai più, lo sai, vero?”

“Jared Tristan Padalecki giuro solennemente di non essere un maniaco del controllo e se mai lo diventerò sono certo che tu riusciresti a riportarmi sulla giusta via.” Disse mettendosi una mano sul cuore.

“Dio, quanto ti amo! E quanto voglio fare l’amore con te!”






















Note dell'autrice: spero non vi siate già annoiati perchè mi sono resa conto che questa raccolta sarà un po più lunga di quanto pensavo ahha
inoltre, forse racconterò anche la loro prima volta, che ho scritto già iniziata ma non come si è svolta LOL ho in mente grandi cose!
A sto punto tanto vale fare le cose per bene no?? :))
 

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Capitolo 3
*** Quando Jared dice addio ai genitori ***


Missing moment mancanti inerenti al CAPITOLO 23 DI QUESTA STORIA: 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3786417&i=1






“Ma tu mi ami, Jared?”
“Più di qualsiasi altra cosa al mondo.”
“Perché mi stai lasciando allora?”

“Devi lasciarlo per il suo bene, devi lasciarlo proprio perché lo ami.”

“Jensen non si rassegnerà mai. Continuerà a cercarmi, proprio perché mi ama davvero, come io amo davvero lui.”

“E allora faglielo dimenticare.”

“Perché io..lo spirito dice che tu sei destinato a essere un eroe..e io sarò l’impedimento al tuo destino, ti impedirò di essere chi davvero tu sia, sarò un NEMICO. Non posso permetterlo, Jensen, hai già sacrificato troppo per me.”
Ma che cazzo stai dicendo, io non ho il potere di farlo..

Tu no, ma IO Sì. DEVI SOLTANTO VOLERLO.

“Fanculo a questo cazzo di spirito. Non sa niente di me, non sa niente di noi!! Vuoi davvero permettere a un oggetto di decidere della tua vita e della mia?? Beh, IO NO, io so decidere per ME e non mi importa cosa ne pensi tu, non avresti dovuto dirmi che mi ami, perché dopo questo, sappi che non ti lascerò mai andare, non rinuncerò mai a noi, dovessi tirarti per i capelli e costringerti a rivedere le tue idee, io..”

“Avrei voluto che tu non mi costringessi, Jensen, ma se è questo che pensi..”
Jensen lo guardò impallidito.
“Cosa..cosa vuoi dire?” chiese spaventato.

“Ti amo più della mia stessa vita, Jensen..morirei per te..” dicendo così gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. “Dio, quanto vorrei che tu non dovessi dimenticarlo..” 
“N.no..no..no..”
“Ma devi..

NON VOGLIO NON VOGLIO NON VOGLIO..

I suoi occhi si fissarono in quelli di Jensen, una lacrima solitaria e angosciata, scivolò dall’occhio di Jared.
 


*
 
“Sta lontano! Sta lontano da me! Tu..mi hai fatto qualcosa..lo sento..ma non..io non ricordo!” disse con orrore guardando Jared come se fosse il mostro del lago.
Jared si sentì straziato a vederlo così.

Allungò una mano verso di lui ma non lo toccò e Jensen cominciò a scappare.
Via.
Jared si sedette sul marciapiede, tenendosi la testa tra le mani.
 
 
“Io…credevo..Speravo..” esalò Jared come un lupo ferito.

“Cosa?? Che il tuo prezioso Jensen potesse riuscure a contrastare l’incantesimo? E perché? Perché lui è diverso dagli altri, forse? Il suo amore è più PURO magari? Più forte? Povero piccolo Jared, non riesci ancora a capire, dopo tutto quello che hai passato..che l’amore è una bestia che ti mangia il cuore e scompare?” disse la moneta.

Jared continuò a piangere.
 
 
 
 
*

Qualche minuto dopo…
“Jared, che ci fai qui? Dov’è Jensen?” chiese la madre, venuta ad aprire la porta.

“È proprio per lui che sono qui.” disse l’altro.

“Jared! Hai una faccia..che cosa è successo? È capitato qualcosa a Jensen?” chiese il padre venuto in quel momento e già agitato.
“È capitato qualcosa a me.” disse lui.
“COSA?”

“Perdonatemi. Ma adesso voi dimenticherete di avermi mai conosciuto, come lo faranno tutte le persone che io deciderò che non vale la pena ricordare una persona come me.”
Sembrarono sconvolti, il loro sguardo si appannò, ma poi l’uomo prese Jared per la collottola.

“Che cazzo è questa storia??? Cos’hai bevuto? Dimmi dov’è Jensen, altrimenti..”

“Tu DIMENTICHERAI TUTTO DI ME!”

L’uomo lo lasciò andare con molta difficoltà, la donna era sul pavimento che piangeva.

“Andrà tutto bene..ma devi fare questo per me..ti prego..” disse poi alla signora, tenendogli le mani sul viso.
Delle lacrime permeavano le sue guance.

“Non farmi questo..” disse la signora che stava cominciando a capire.

“Devo.” Disse Jared, gli occhi traboccanti di lacrime.
 
 
 
*

“Jared, che cos’è quella faccia?” domandò sua madre, che stava guardando la televisione.
“Mamma, sai, stavo pensando a una cosa..un..un ricordo..

Lei distolse lo sguardo dalla tivù per posarlo su quello del figlio. Lo faceva raramente e solo quando qualcosa la impensieriva.
“Un ricordo?”

“Ti ricordi quando tornai a casa da scuola e feci cadere quella moneta sul fornello? Tu mi dicesti che..se continuavo a far cadere le monete sul fuoco, sarei potuto finire bruiciato..
La donna parve sconvolta.

“Se questa è una ramanzina, non mi piegherai a chiederti scusa.”

“Non è mia intenzione farti chiedere scusa.”
“BENE!! Perché non ho intenzione di farlo!”
“Perché hai ragione.”

“Certo che ce l’ho! Giocare col fuoco, lo fai da sempre, senza nessun riguardo..”
“È vero.”

“E con quella moneta maledetta perdipiù!”
“Hai assolutamente ragione!”

“ E PIANTALA DI DARMI RAGIONE!! MI STAI SPAVENTANDO!!”

Jared tacque. Vide che lei lo fissava, non aveva mai compreso fino a quel momento che una persona tanto arrabbiata potesse essere anche terrorizzata.
“Che cos’hai combinato, Jared? Cos’hai fatto??”
“Sono finito bruciato.”

La madre cominciò a toccarlo, spalle, braccia, come se si aspettasse di vedere una qualche forma tangibile di quello che stava dicendo.
“Non vedrai la prova di quello che ti sto dicendo perché io non voglio, mamma.”

È stata la moneta, non è vero?? Quell'incosciente di tuo padre!! Gliel’ho detto che non era sicuro che tu l’avessi!! Ma lui ha insistito!! Non si è mai rassegnato alla morte del tuo povero fratello!! Lui credeva..credeva che la moneta potesse riportarlo..e ha scaricato questa merda su di te! Io lo ucciderò, oh, se lo ucciderò!!”

Era fuori di testa e Jared benché sconvolto a sua volta, dovette bloccarle i polsi.
“Lui aveva ragione…c’è un modo per riportarlo da noi..lui non è morto..”
La donna scuoteva la testa impetuosamente.

“Sei impazzito..la moneta ha fatto impazzire anche te..”
Piangeva, Jared gli sollevò il mento con delicatezza.
“Avrei tanto fatto qualunque cosa per ridarvelo, per scambiare la mia vita con la sua, ma non avrei mai potuto conoscere Jensen, se fosse stato così. Voi dovete promettermi che gli starete vicino, che cercherete in ogni modo di riempire la mia mancanza.”

“Riempire la tua mancanza..ma che stai dicendo..”
“Tu DIMENTICHERAI TUTTO DI ME!”
 
“NOOOOO!”

“Ma non dimenticherai questa PROMESSA.”
 
 
 
 
 
*

Suo padre stava nel seminterrato a navigare sul computer, quando vide all’improvviso Jared.

“Stai ancora leggendo storie di monete antiche?” gli chiese.
“No, a dire la verità è da un po che ho bisogno di svagarmi la mente, trovarmi altri hobby, sto semplicemente leggendo racconti online.”
“Papà..tu..stai leggendo fanfiction?” chiese Jared stupito.

“Io..beh..si chiamano così?” arrossì.
Jared fece una risatina.
“È buffo.”

“Cosa è buffo? Jared, ma che cos’hai? Avverto delle strane vibrazioni in te, è ancora quella moneta maledetta, vero? Dimmi la verità! È tempo che non parliamo più io e te, mi sono quasi pentito di avertela lasciata tenere, io..”

“Papà..” lo interruppe lui. “Tu e la mamma mi avete donato la vita e sai che io vi sarò sempre riconoscente di questo, non è vero?”
“Perché mi stai..dicendo queste cose? Jared..”

“Ma il mio destino è altrove, adesso. Sai papà, credo di aver una possibilità di ritrovare mio fratello, finalmente. Ora ho la forza che prima mi mancava. LEI me la darà.” Mostrò la moneta nel palmo della sua mano.

“No….” Alan era sconvolto. “No..io…il mio unico figlio…non posso permetterti di farlo..non lascerò che il mio unico figlio cada nelle loro mani..”
“Grazie alla moneta non sarò più il tuo unico figlio. Devo TENTARE.”

“NOOOO, NON TI PERMETTERò DI CONSEGNARTI A QUELLA MALEDETTA!”
“Fai silenzio adesso.”

Qualcosa nell’inclinazione del tono di voce di Jared, lo bloccò.
Il moro ripensò a quell’ironia. Durante i primi tempi con Jensen, avevano scherzato sui riferimenti a Voldemort e ora quasi aveva parlato Serpentese.

“Papà.Jensen ha bisogno di quanto più amore possibile..lui ha un gran destino sulle sue spalle..ha bisogno di quante più persone lo amino, per sopperire al vuoto che io lascerò quando me ne sarò andato.” Gli mise le mani sul viso.
“Jared..non lo fare..”

“Tu dimenticherai tutto di me, perfino il mio nome..ma non dimenticherai questa promessa..e quando tornerò..io, te e la mamma..potremo tornare a essere una famiglia.”
 
 
 
*

Jared piangeva ancora nello sgabuzzino, nero come la notte.
Devi distruggere ogni prova della tua esistenza, altrimenti sarà stato tutto inutile. Diceva quella voce maledetta.
“Stai zitta. Io ti odio. TI ODIO!!”
Un sospiro flebile.

Posso risparmiarti altra sofferenza, posso fare tutto al posto tuo se ti fa troppo male..
“Come??”
Posso addormentarti, per poco..ma devi cedermi il tuo corpo.

“MAI!! POTRESTI FARE DEL MALE A JENSEN, UCCIDERLO!”
Ancora non l’hai capito, Jared? Siamo interconnessi io e te, non posso fare del male a Jensen, non se tu non lo vuoi davvero.
“Ma hai già cercato di ucciderlo..stai mentendo..”

Era solo una prova per te, stavo bluffando, sapevo che tu l’avresti salvato, Jared. Il tuo amore non è mai stato davvero in pericolo.
“Sei una maledetta. Mi hai costretto a lasciarlo. Io ti odio!”

Odiami quanto vuoi ma adesso devi prendere una decisione. Vuoi donarmi per poco il tuo corpo? Te lo restituirò, e in cambio ti concedo di non sentire nulla, per un po.
 
E Jared acconsentì, permettendo a LEI di cancellare le tracce del suo passato.






















Note dell'autrice:  Questo è un capitolo importante perchè fa vedere per la prima volta come ha agito Jared per cancellare i ricordi, mi è venuto in mente che lui non avrebbe saputo come fare per cancellare la memoria dalla gente e che solo la moneta poteva dargli questo potere. Avete notato le similitudini con Sam senz'anima della sesta stagione di Spn quando la moneta gli dice che non avrebbe sentito nulla? xd

Ps vi avevo promesso la prima volta dei j2 ma questo capitolo era già pronto e l'altro invece ancora da scrivere, quindi ho dato la precedenza a questo

volevo dirvi che forse per i missing moment dello spazio userò una raccolta nuova per non fare ancora più confusione

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Capitolo 4
*** Janeel va a trovare Alan all'ospedale ***


Missing moment del capitolo 14 di questa storia: 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3782640&i=1




“Sei impazzito, Alan??”
Janeel non ne poteva più. Perché quella famiglia continuava a dargli dispiacere?
Quando aveva saputo che il marito era ricoverato in ospedale, era ancora al lavoro e chiese subito il permesso per andare a vedere il marito.

Non riuscì a parlare con il marito da sola per almeno due giorni, visto che Jared era sempre presente. Non voleva turbarlo, parlando della moneta, ma quando finalmente si trovò da sola con il marito, lo scongiurò di aiutarla a chiedere a Jared di liberarsene.
Rischiò un attacco di cuore quando il marito le disse che era stato proprio quello che aveva tentato di fare quel giorno e proprio per questo ci aveva rimesso la vita.

“Me ne libererò io. Hai sbagliato solo a portarla con te, non avrebbe dovuto lasciare quella casa.”
“Janeel…tu non farai niente del genere..”
“Alan..” la donna si preparò a quella che sapeva sarebbe stata un’altra litigata.
“Non voglio litigare con te..non in questo ospedale..”

“Neanche io voglio litigare con te, ma hai visto quello che è successo..noi dobbiamo..chiedere aiuto.” Disse lei, prendendo la sua mano.
“Jared..mi ha detto che lui lo ha visto..”disse lui togliendo la mano.
“Visto? Visto chi?”
“Suo fratello. Il nostro figlio perduto.”
“Cosa???”
Il padre raccontò brevemente a Janeel dei suoi sogni.
“Ma sono sogni, solo SOGNI! ALLUCINAZIONI!!!”

“Janeel..anche io volevo distruggere quell’oggetto infernale, ma adesso Jared è riuscito a convincermi, se c’è una possibilità che lui possa aver ragione, voglio concedergliela.."
“Non capisci che è tutto un imbroglio? Nostro figlio ha delle allucinazioni.”

Alan guardò sua moglie. Era triste vedere che anche chi amavi, è preda purtroppo di forti limitazioni. Decise di non dirle niente del viaggio che Jared avrebbe fatto, per cercare informazioni.
“Comunque tu stai bene..è questo l’importante.” Disse Janeel, accarezzandogli il viso e sdraiandosi al suo fianco.

Alan si chiese se stava facendo la cosa giusta ad assecondare suo figlio.






















Note dell'autrice:  io ogni volta che scrivo i missing moment mi rendo conto del perchè prima non ho voluto farli xd di fatto mi annoio xd spero che almeno voi non li troviate noiosi xd coomunque ho ritenuto fosse giusto che anche Janeel sapesse della moneta e ne abbia perlomeno discusso con Alan e questo era indispensabile visto che Alan ne aveva proprio parlato con Jared, fare che la madre non ne sapesse nulla, mi sembrava irreale, come dicevo, è noioso da scrivere e forse anche da leggere, ma necessario purtroppo xd

ps non sapevo bene come improntare il capitolo, mi dispiace se rendo Janeel un po isterica e a tratti un po fuori di testa ma ho cominciato cosi ai primi capitoli e non sono più riuscita a darle un'impronta calma e conciliante xd ho immaginato cmq che Alan vedendo come la moglie prenda questa storia non avesse il coraggio di dirle del viaggio che farà poi Jared xd e non questo abbiamo chiuso il cerchio dei genitori che discutono di sta cosa xd non credo che farò altri capitoli simili, sono stati abbastanza stressanti xd

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Capitolo 5
*** Alan cerca la donna della moneta ***


“Missouri.” Disse Alan, andando alla sua porta.
Alan? Dopo tutto questo tempo? Ti ripresenti alla mia porta?”
“Direi di sì, mi fai entrare?”
“Non ho dimenticato, Alan, non ho dimenticato.” Disse la donna sibillina, ma lo fece entrare.
Alan sospirò.
 
 
*
“Bevi il tuo tè.”
“Da come mi hai accolto, non avrei creduto fossi così ospitale.” Disse lui.
“Offrire qualcosa da bere a qualcuno è già un po come perdonare, forse sei tu che non hai perdonato me, a quanto pare.”
Alan sospirò.
“Non c’era niente da perdonare..tu sei una cartomante e hai fatto una predizione..e io..”
“E a te ha dato alla testa, sì, me lo ricordo, come reagisti quando predessi quel destino carico di ombre nere per te e la tua famiglia futura.”
“Mettiti nei miei panni, cinque anni fa, ero ancora un ragazzo..non fa piacere a nessuno sentire certe cose sulla propria fidanzata, certi presagi nefasti..”
“Sei qui solo per chiedere scusa? No, immagino di no. Quanto di quello che predessi si è avverato?”
Alan la fissò stupefatto.
“Oh, non essere così stupito. Sono intere notti che non riesco  a dormire, un volto femminile, mi compare sempre davanti agli occhi, come quello di un ragazzo, un ragazzo moro, molto bello..”
Alan la fissò stupito.
“Ragazzo?”
“Tiene una moneta.”
“Non so chi sia questo ragazzo, ma quando parli di moneta, intendi questa?”
Missouri balzò dalla sedia in piedi, facendo un urlo.
“Dei del cielo!!! Hai portato QUI QUELLA COSA!!!”
“Va tutto bene, è innocua!” cercò di calmarla.
“Tu devi essere pazzo!! Allontanala da me!!”
“E va bene, va bene, ma tu sta calma.”
 
Missouri continuò a guardarla terrorizzata, mentre Alan retrocedeva di alcuni passi.
“Riesco a sentire la carica di negatività da qui..non basta..non è ancora abbastanza..ha un’aura nera..devi andartene. Non so in cosa sei rimasto invischiato ma devi andartene!”
“Ah, è così? È così che aiuti la gente? Negando il loro aiuto?? Bella maga che sei!!”
Missouri lo guardò, stupita, poi prese un grosso respiro.
“Mi dispiace, mi sono fatta prendere dal panico.”
Quando però tornò a guardarlo, vide che Alan stava piangendo.
“Mi..mi dispiace..dimmi tutto..io cercherò di fare quello che..”
“Mia..mia moglie..è incinta..”
Missouri lo guardò sorpreso.
“Raccontami tutto.”
 
 
Qualche minuto dopo:

“Quindi delle PERSONE sono riuscite a fare in modo che tua moglie rimanesse incinta?” chiese Missouri meditabonda.
“No, cioè..all’inizio si trattava solo di una persona, ma poi erano venuti altri..era come un gruppo..non so spiegarlo..un’organizzazione..e insistevano che questa moneta portava fortuna, non faceva magie ma attirava la fortuna, gli eventi benefici, ma con il passare del tempo, mi sono reso conto che la moneta, porta guai invece..alle persone a cui voglio bene.”
Missouri lo fissò e fissò la moneta.
“Non voglio che faccia del male a mia moglie e alla creatura che porta in grembo.” Disse Alan.
“Fammela vedere un po.” Disse prendendo la moneta con cautela. “Mmm..” disse dopo averla esaminata un po. “Avverto negatività ma anche una carica positiva immessa in un altro momento e sento che proviene probabilmente dalla stessa persona del ritratto.”
“Quindi..hanno cercato di purificarla?”
“Sì, o almeno, di non renderla del tutto malvagia.”
 
 
 
 
*
“Credi di poter riuscire a trovare questa donna, Chuck? Dovrebbe chiamarsi Shunrei e vive in Cina.” Disse Alan, dentro una stanza buia piena di computer.
“Amico, ne ho viste tante di stramberie, mi hanno chiesto di fare le cose più strane ma mai nessuno mi aveva chiesto di trovare una donna ritratta in una moneta.”
Alan sospirò. Non era neanche la cosa più strana. Alan ritenne che non c’era motivo che lui sapesse anche che il nome e il luogo glieli aveva forniti una chiromante, veggente, che non vedeva da 5 anni, grazie a una seduta spiritica e a una tavola
Ouija
 
“La tavola indica la parola CINA.”
“Perfetto, ora cerca l’indirizzo, e poi il numero di telefono.”
Missouri gli aveva rifilato un’occhiata scandalizzata per poi dargli una pacca sulla testa.
“Ahi, perché l’hai fatto?”
“Signor Padalecki Alan, davvero lei crede sia così facile porre quesiti alla tavola? Solo per avere questa risposta generale siamo rimasti mezz’ora.”
“Voglio tentare il tutto per tutto!! Non posso mica esplorarla tutta! Hai idea di quanto sia grande la Cina?”
“Non più grande dell’America comunque!”
Inutile dire che non avevano trovato nulla, ma incredibilmente Chuck, il suo amico, geniale in queste cose, riuscì a scovare l'indirizzo della donna raffigurata nella moneta, qualche giorno dopo.  
 

"L'ho trovata." disse al telefono Chuck qualche giorno dopo.
"Oddio! Davvero?? Chuck, sei un tesoro! Se non fossi già innamorato di mia moglie, ti sposerei!!"






















Note dell'autrice: Team, mi rivolgo a te perchè sei l'unica che commenta ahha xd
secondo te, è necessario un altro capitolo, su Alan che parla con la ragazza cinese?

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Capitolo 6
*** Misha e la scuola che non esiste ***


È stato come risvegliarmi in un mondo vuoto.
È stato come risvegliarmi in Matrix.
Quella era una notte maledetta e lo percepivo. Io sono sempre stato bravo nel percepire le vibrazioni.
Mio padre è un ex hippie che crede in queste cose.

Una citazione mi sovvenne, quella notte.
Una citazione de “Il corvo.”
La notte del diavolo.

Guardai dalla finestra. Ma non c’era nessun incendio.
Io però lo vedevo. Lo vedevo con gli occhi del cuore, un incendio gravoso e doloriso stava divorando i miei amici, anzi no.
Uno in particolare
Forse percepii la sofferenza di Jensen, quel giorno.

Anche se lui non era il mio migliore amico, anche se lo conoscevo poco.
Forse percepii il dolore di Jared.
O lo spegnimento del loro amore. La loro fine.
So che mi affacciai alla finestra del mio appartamento, cercando un fuoco che non si poteva vedere con gli occhi e sentivo dentro di me qualcosa morire e darmi crampi fortissimi.
 
Una mezz’ora dopo, vidi Jared irrompere in casa mia e mi si rizzarono i capelli in testa.
I miei genitori gridavano.
Mi precipitai subito di sotto, scesi di corsa le scale.

Mi trovai davanti a una visione agghiacciante. Mia madre seduta sul divano, lo sguardo perso nel vuoto, mio padre in piedi davanti quello che era il mio migliore amico che gli teneva le mani sul viso,
“Non ricorderai nulla di me.”

ADESSO TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!”

Non seppi perché lo dissi. Figurati se avrei potuto farlo veramente, è il mio migliore amico e a maggior ragione non avrei potuto farlo, ridotto in quello stato.
Jared mi vide, ma sembrava avere lo sguardo perso come loro.
“Che cosa gli hai fatto?? Che cazzo gii hai fatto, JARED??”
“JARED – NON – ESISTE – AL MOMENTO”

Guardai nei suoi occhi e capìì. Quello non era il mio migliore amico.
“Tu non sei Jared.”
“Mi mise le mani sulla testa.
“Tu dimenticherai la mia esistenza, dimenticherai di avermi mai conosciuto.”

“NO, NON FARLOOOO. NOOOO.”
 
Sentìì la testa svuotarmi. Abbandonarmi. Come qualcosa che andava via da me.
Forse erano i miei ricordi.

Non avevo idea che facesse così male quando i ricordi vanno via da te.
Mi addormentai, ma mi risvegliai qualche mezz’ora dopo, preda di forti dolori lancinanti alla testa.

In pochi secondi realizzai quello che era successo, ma mi ritrovai nel mio letto.

Come ci ero arrivato?
 
 
 
 
*

“Cosa mi hai costretto a fare…oddio…ma..MISHA!!”
“Ti ho risvegliato così puoi portare il tuo amico di sopra. Lui è l’unico che ha perso i sensi.”
Jared si mise una mano sulla faccia e andò a tastarlo per assicurarsi che fosse ancora vivo.

“Perché non..perchè non l’hai portato tu stessa, di sopra?”
La moneta indugiù prima di parlare.
Jared si voltò verso la sagoma luminescente d’oro al suo fianco.

“Io ho pensato che lui non avrebbe voluto essere toccato da me.”
Jared rimase sconvolto di sentire una cosa del genere.

“E poi per compiere un’azione di cortesia, occorre umanità e io ne sono sprovvista.” Disse la voce metallica.
Jared rimase perplesso. La moneta aveva assunto un qualche tono..malinconico?

“Forse hai dimostrato più umanità di quanta io avrei pensato.” Disse Jared, poi si perse un attimo ad accarezzare le braccia di Misha, e sussurrargli: “Perdonami, amico mio" poi lo prese in braccio e lo mise teneramente nel letto.
 
Misha era pesante, ma non gli facevano male le spalle o la schiena.
Gli faceva già male il cuore.
 
“Moneta..”
“Mmh?”

“Addormentami di nuovo. Voglio smettere di pensare.”
 
 
 
*

Mi sono svegliato e volevo pensare che fosse solo un incubo. Lo volevo davvero ma non era così.
Tutte le foto fatte insieme, i ricordini e i regalini per i compleanni, i biglietti degli auguri, Jared era scomparso perfino dalle foto.

Mi ritrovai a piangere di nuovo, non riuscendo a sostenermi.
Era dunque tutto vero. Il fatto che il mio amico fosse scomparso addirittura dalle foto, ne era la testimonianza.
Ma cosa era successo in realtà?

Era stato rapito dagli alieni? Ho sempre creduto a una possibile invasione aliena futura, ma i miei amici mi hanno sempre preso in giro quando ne ipotizzavo una.

Jared mi ha sempre preso in giro.
Jared…
 
 
*

“Vado a casa di Jared, mamma.” Chiesi io dopo colazione, tanto per sprovarla.
“Chi è?”
Ebbi i brividi ma decisi non rispondere.

Tremano le gambe, mentre trema il cuore, pensavo mentre scendevo i gradini della mia casa.
 
 
*

Al posto della casa di Jared, c’era un asilo.
Assurdo, pensai.

Jared è stato sempre un bambinone. Se gli alieni esistono, la prima cosa che dirò alla Casa Bianca, è che hanno senso dell’umorismo.
Dentro di me sapevo che dovevo girare i tacchi il più in fretta possibile, ma qualcosa mi prudeva.
 
Entrai come un pazzo nell’asilo.

Chi è lei? “ chiese una maestra.
“è legale questo asilo?”
“Come, scusi??”

“Scommetto che se indagassi a fondo scoprirei che non c’è niente di legale in questa struttura, mostratemi i documenti o qui finisce male.”
C-cosa..questa scuola è perfettamente legale! Se ne vada subito, prima che chiami la polizia!”

“Ma certo, chiamiamola, così possiamo spiegare anche a loro come mai fino a ieri qui sottostava la casa di un mio carissimo amico, scomparsa NEL NULLA!”
La donna sembrò bizariamente sollevata dalle mie parole. Gli alieni sono proprio fuori di testa, forse per loro essere minacciati è un po come essere rassicurati nel loro linguaggio.

Poi però mi accorsi che era ancora arrabbiata anche se sollevata.
“Ragazzo, credo che tu abbia sbagliato indirizzo. Come vedi qui non c’è la casa del tuo amico, devi aver sbagliato indirizzo, questa scuola è stata costruita 50 anni fa.”
“TUTTE BALLE!!!”

“Vattene immediatamente o questa volta chiamo la polizia sul serio!” disse la donna ora davvero furibonda, toccando l’apparecchio telefonico.
Un telefono con la cornetta!

In quel momento capìì che gli alieni erano anche antiquati.
Mi misi subito le mani in faccia e feci finta di scoppiare in singhiozzi.
 
La donna arcuò le sopracciglia, potevo sentire che lo faceva, anche se non la stavo guardando. Forse ero un alieno anche io.

“Mi dispiace..ho fatto un lungo viaggio per cercarlo..è un caro amico..abbiamo fatto una festa e lui è scomparso all’alba..abbiamo bevuto anche un po..eravamo in Italia..lui però aveva fretta di tornare..era molto preoccupato di suo fratello minore..”
“Senti, a me non interessa miente di questa storia..”

“Ma era interessata, era MOLTO interessata. Pettegolezzo femminile. Avevo fatto centro.
“Dean è un ragazzo problematico..ma Sam lo è ancora di più..e io credevo questo fosse l’indirizzo giusto..mi dispiace per come mi sono comportato..” continuai a singhiozzare.

“Senti..stai bene? “ chiese lei incerta. Parte di lei era ancora stranita, e preoccupata, ma era ancora curiosa.
“Senti.” Si morse il labbro. “Sono convinta che il tuo amico Dean sta bene, e anche Sam. Qui però non ci sono, quindi, o hai sbagliato indirizzo o il tuo amico ti ha fatto uno scherzo.”
“Sì, loro AMANO gli scherzi.” Mi alzai.

“Però..però tu hai bisogno di aiuto! AVETE bisogno di aiuto! Aspetta, dove vai?”
Ma cosa fa, ora, cerca di trattenermi?
“Via. Devo cercarli! Sono il loro angelo custode!”
“Aspetta! Come ti chiami?”

“Castiel! Come l’angelo del giovedì!” e mi defilai come se avessi le ali.
 
Mentre correvo più lontano che potevo dalla scuola con tutti i record del mondo – costruita in una sola notte! – mi chiesi se non avevo fatto male a lasciare quella donna in balia degli ALIENI.
E se le avessero fatto del male?

Ma lei – Hannah, diceva il biglietto – sembrava una brava donna e in gamba, certo se non fosse per il fatto che si beveva le panzane più immaginabili di qualunque svitato, ma nessuno è perfetto.
Mi misi a ridere istericamente.

Gli alieni si prendono gioco di me e io mi diverto a modo mio.
Tiè omini dagli occhi verdi, ora vi ci voglio vedere a cercare Castiel, l’angelo del giovedì.
Rido fino a che non mi fa male lo stomaco, devo farlo, per prendere le forze quando andrò da Chad.

È il mio fidanzato. E forse hanno manipolato anche lui ma NON POSSO fare finta che non esista.

Insomma, io non sono mica Jared.






















Note dell'autrice: chissà se si è capito che in questo capitolo mi sono divertita molto? ahhah xd
Qualcuno ha capito la citazione "tu non sei Jared"? daiii ho giocato con la citazione "tu non sei Sam" della puntata "le due facce di sam" xd lo dice Jo.

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Capitolo 7
*** L'amore di Chad e Misha ***


Misha era molto innamorato di Chad.

Anche se stavano insieme solo da pochi mesi e sembrava una cosa superficiale, più per il modo di gestirla, che per i reali sentimenti.

Insomma, non si erano ancora detti “ti amo” se non si contava quando se lo dicevano con leggerezza per prendersi in giro, la loro relazione era fatta di tanti baci, tanto sesso, poca conversazione, di balli e discoteche e tuffi in piscina, con Chad, Misha aveva trovato la spensieratezza che cercava da tanto tempo, non aveva voglia di rovinarla con  parole troppo impegnative, parole che nascondevano l’ombra del tradimento futuro, il frantumarsi dei cuori delusi. Ma dentro di sé, ne era convinto.

Era come con Jared e Jensen. Loro sarebbero stati insieme tutta la vita. Era come in quei telefilm teen adolescenziali, dove il sentimento contava ancora qualcosa, l’amicizia contava ancora qualcosa e non desideravi avere altro e la persona giusta era esattamente quella con cui stavi.

E ora dei coglioni scesi giù dal cielo erano arrivati a mettere casino nelle loro vite d’amore, che magari non erano perfette ok, avevano ancora tanti anni a disposizione per farsi spezzare il cuore, ma non così, non vedendo il suo migliore amico posseduto da uno di loro.
E l’idea che anche Chad fosse ridotto così..che avesse dimenticato cosa avevano, lo faceva stare in pezzi.
 
“Chad? Sì, è in casa, ha detto che non si sentiva bene, oggi.” Disse la madre di Chad. “Sta accadendo qualcosa nel mondo, hai sentito il telegiornale? Delle persone sostengono che c’è un’epidemia di vuoti di memoria, proprio qui in questa città, ho detto a Chuddy che ci conviene ritirarci chiusi in casa fino a che non si sarà chiarito tutto.” Disse la madre andando in salone.

Misha ignorando i brividi intorno al corpo, si sbrigò a salire nella stanza di Chad.
Ogni passo sembrava divenire molto pesante.
 
 
“Chad.. “
Non sapeva cosa si aspettava di trovare.

Chad morto sanguinante sul pavimento oppure che lo minacciava con una pistola da fantascienza, gli occhi di un azzurro innaturale mentre gli diceva che ora era uno di LORO.
Invece era sempre il suo Chad, quei bellissimi capelli lisci biondi a spaghetto, il viso da bambino, il fisico magro e una maglietta verde, dei pantaloncini bianchi a contornare il tutto, ma un’espressione strana in viso, spaventata.

“Mish!!” lo abbracciò e a Misha non sfuggì la paura nella sua stretta.
“Chad, va tutto bene, stai bene?” gli mise le mani sul viso, doveva esserne sicuro.

“Mish..” all’improvviso pianse, pianse contro di lui e Misha giurò che l’avrebbe fatta pagare a tutti quei bastardi megagalattici del cielo.
“Calmati, calmati adesso, adesso ci sediamo e mi dici cosa c’è.”
Chad annuì e si sedette sul letto con lui.
“Io..non so cosa mi sia preso, davvero, ma è da ieri che mi sento strano.”
“Strano come?”
“Mi prenderesti per pazzo..”

“Chad, sei il mio ragazzo, stai con me, devi essere un po pazzo per forza.” Disse facendolo ridere.
“è cominciato tutto ieri..come una strana sensazione che non so definire..”
“Non puoi? Provaci, magari..”
Chad scosse la testa.
Misha lo guardò supplicante.
“Ti prego, ogni cosa è importante.”

“E va bene. La sensazione che..che ci fosse qualcosa che non andasse, nel mondo..nell’aria..qualcosa di SBAGLIATO..ecco..”
Misha lo scrutò attentamente.

“Non mi sono mai sentito in quel modo. Come se qualcosa mi stesse sfuggendo via..e non sapessi identificarla, non sapessi darle un nome..mi sono ritrovato a sentirmi stranamente INFELICE..come se avessi appena perso una persona molto cara..”

Misha si sentì il sangue gelargli nelle vene. Che Chad avesse PERCEPITO che Jared stesse per essere eliminato dai ricordi di tutti loro?
“Mi sono messo a guardare la finestra. Come se..come se potessi ricevere risposta dalle stelle, ma loro sono rimaste mute..come al solito..e poi..e poi ho avvertito dei dolori allo stomaco, in tutto il corpo..ho pensato poi che potesse essere capitato qualcosa a te, ho provato a chiamarti, ma mi sono accorto che avevo il cellulare scarico..allora ho provato a contattarti su facebook ma non hai risposto..”

Misha cercò di fare mente locale per capire dove diavolo era quella sera.
 
È stato come risvegliarmi in un mondo vuoto.
È stato come risvegliarmi in Matrix.
Quella era una notte maledetta e lo percepivo. Io sono sempre stato bravo nel percepire le vibrazioni.

Mio padre è un ex hippie che crede in queste cose.

Una citazione mi sovvenne, quella notte.
Una citazione de “Il corvo.”
La notte del diavolo.

Guardai dalla finestra. Ma non c’era nessun incendio.
Io però lo vedevo. Lo vedevo con gli occhi del cuore, un incendio gravoso e doloriso stava divorando i miei amici, anzi no.
Uno in particolare

Forse percepii la sofferenza di Jensen, quel giorno.

Anche se lui non era il mio migliore amico, anche se lo conoscevo poco.
Forse percepii il dolore di Jared.
O lo spegnimento del loro amore. La loro fine.

So che mi affacciai alla finestra del mio appartamento, cercando un fuoco che non si poteva vedere con gli occhi e sentivo dentro di me qualcosa morire e darmi crampi fortissimi.
 
Una mezz’ora dopo, vidi Jared irrompere in casa mia e mi si rizzarono i capelli in testa.
I miei genitori gridavano.

Mi precipitai subito di sotto, scesi di corsa le scale.

Mi trovai davanti a una visione agghiacciante. Mia madre seduta sul divano, lo sguardo perso nel vuoto, mio padre in piedi davanti quello che era il mio migliore amico che gli teneva le mani sul viso,
“Non ricorderai nulla di me.”

ADESSO TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!” 

 
 
 
“Anche io ho provato una sensazione simile, Chad..” disse lui, poi quasi costringendosi a fare quella domanda, disse: “è venuto anche da te, uno strano ragazzo moro, di nome Jared?”
Si aspettava quasi che Chad scoppiasse a ridere, che dicesse “Chi? Il nostro amico? Beh in fondo un po strano Jared lo è sempre stato, ma che vuoi dire? Perché avrebbe dovuto venire da me di sera? Non è che sei geloso?”
Sperava lo dicesse.
Invece no. si limitò a guardarlo confuso, e disse:
“Ragazzo moro di nome Jared? Di chi stai parlando?”
Misha lo guardò atterrito e con una chiara delusione negli occhi.
“Mish, che cosa c’è? Che è successo?”
“Non..non ti ricordi di Jared Padalecki?” chiese lui.
“Chi?
“Jared!! Il fidnazato del nostro amico Jensen!!”
“Cos..Jensen è gay?? Cioè..è come noi?? Lui??”
Chad sembrava incredulo ma Misha era troppo arrabbiato.

“Smettila. Se è uno scherzo non è divertente, Chad!”
“Ti assicuro che non ho la minima idea di cosa tu stia parlando né che Jensen avesse un ragazzo!”
Misha scoppiò in una risatina isterica.
“Non puoi parlare sul serio! Era di LUI che ti eri preso una cotta, prima che noi due uscissimo insieme!”

“Cos..tu sei ufficialmente ammattito!! Uno con un nome così? Credi che se mi fossi preso una cotta per uno di un nome così non me lo ricord..” ma si bloccò atterrito. “Aspetta…al tg..la mamma ha detto che c’è un caso di amnesia collettiva che sta prendendo questa città..ma non..oddio!!”
“Chad, ascoltami..”

“Cos’ho dimenticato?? No, no, no, non è capitato anche a me..”
Misha lo prese per le spalle.
“è un ragazzo moro, della nostra scuola, il ragazzo più bello e con gli occhi più verdi della scuola..tu avevi una cotta per lui, ma lui ha scelto Jensen.”
“davvero?” Chad era sbalordito.

“Tu ne sei rimasto molto deluso, ma poi io e te abbiamo cominciato a uscire insieme e tu ti sei reso conto di quanto io sia fantastico.” Disse sorridendo Misha con un sorriso triste.
“Tutto questo non ha senso..”
“Jared ti ha regalato un gioco, per il tuo compleanno. Era Indovina chi.

Chad si era alzato e ora lo guardava a bocca aperta.
“Cosa?”

“Ti disse che i compleanni erano una traguardo importante della vita, che servono a cambiare, a crescere, ma che a volte rischi che se cambi troppo, perdi di vista chi sei, per questo ti ha donato quel gioco, affinchè ricordassi che nel gioco della vita esistono sempre diverse facce e diversi volti …” ora Misha aveva il volto pieno di lacrime e anche Chad stava cominciando a piangere.
“SMETTILA, TUTTO QUESTO NON HA SENSO!”
“ALLORA perché STAI PIANGENDO??”

“Mi stai influenzando..le tue parole..basta..” si toccò la testa, provato.
Misha andò ancora da lui.

“Eravamo al concerto, era il nostro primo appuntamento, ma poi Jensen mi chiamò al telefono, disse che Jared aveva fatto una cazzata. La giostra panoramica si era bloccata e lui stava facendo scendere tutti i passeggeri, mentre si è fatto legare con una corda, e giocava a fare lo scalatore della montagna.”
“Mish..”

“Jensen si è spaventato così tanto..così tanto..era incazzato..anche noi avremmo dovuto essere incazzati..voglio dire..aveva rovinato il nostro appuntamento, cazzo, ma erano i nostri amici. I nostri amici. E noi non potevamo..non VOLEVAMO pensare a noi stessi..”
Chad boccheggiò per un istante, poi avvertì delle vertigini, Misha cercò di sostenerlo.

“Chad!”
“Mish..Jared..Jared. JARED.” i suoi occhi si sgranarono in una muta consapevolezza.



Che cosa gli è successo? Che cosa gli hanno fatto?” si artigliò con le spalle a lui.
“Oddio..ti ricordi..ti ricordi di lui..”

“Ancora per poco..sento che me lo stanno portando via, Mish..non voglio..non posso..e se dimenticassi anche te?? Dio, Misha, cosa ci hanno fatto???”
LO abbracciò. “Non lo so, piccolo mio, non lo so.”

Chad singhiozzò contro il suo petto, poi si scostò bruscamente da lui cominciando ad aprire gli armadi a raffica.
“Chad, cosa..”
“Dov’è?? Dov’è??”
“Dov’è cosa?”

“Il gioco di Indovina chi!! L’avevo messo qua. Ero sicuro. In alto. Sono..sicuro..” e finì di nuovo in ginocchio.
“Lo stanno facendo sparire, Chad. Stanno facendo sparire le prove della sua esistenza.”

“Chi, Misha, chi??”
“Non lo so, Chad, ieri è venuto da me, lui.”
“COSA??? E ME LO DICI COSì?? CHE TI HA DETTO?”

“Stava..facendo una sorta di lavaggio del cervello ai miei genitori, gli toccava il viso, diceva loro che dovevano dimenticare la sua esistenza, poi si voltò verso di me, dicendo che Jared non esiste. Poi mi prese il volto tra le mani e continuando a dirmi che dovevo dimenticarmi di lui, poi svenni. Al risveglio continuavo a ricordare tutto però.”
Chad ci pensò su.

“Sembra un’avventura di ai confini della realtà. Ma perché Jared dovrebbe volere una cosa del genere?”
“Io non credo fosse davvero lui, Chad..il nostro migliore amico non vorrebbe mai che lo dimenticassimo..deve essersi messo in qualcosa di troppo grande per lui..ehi cos'hai?”
Chad aveva preso a massaggiarsi la testa, sofferente.

“Mish, faccio fatica a concentrarmi, a stare attento alle tue parole.”
“Maledizione, Chad! Devi resistere! Stanno cercando di farlo anche con te!”
“Non posso, non sono così forte. Ma tu continua a parlare! Dimmi, sei andato a vedere se è a casa sua??”

“Sì.” Disse Misha, dopo qualche secondo. “Ma al suo posto c’è un asilo.”
“Cosa???”

“Sì, la maestra per poco non mi fa sbattere fuori quando ho cominciato a insistere che li avrebbe dovuto esserci una casa di un mio amico..forse è una di loro.” disse orripilato.
“E tu che cos’hai fatto?”

“L’ho stordita di chiacchiere fino a confonderla. Alla fine penso sia innocente, poveraccia.”
 
Chad scosse la testa, più confuso da tutte quelle chiacchiere.
“Segna il suo indirizzo su questo foglio.”
“Chud, a che diavolo dovrebbe servire?”

Tu segnalo e basta!! E specifica che luogo è.”
“Fatto e adesso?”
Chad lo fissò, cercando di concentrarsi anche se la vista si appannava.
Cominciò a scrivere qualcosa.
“Chad...“
“Zitto.”

Dopo qualche secondo, mostrò il biglietto a Misha:
 
Jared Padalecki
Ragazzo di Jensen.
Misha lo guardò interrogativo.

“Devi scrivere anche tu. Scrivi che lo troverai.”
Misha lo scrisse.
Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.

Chuck adesso aveva di nuovo gli occhi traboccanti di lacrime.
“Mi aspetto che tu mantenga questa promessa..” disse sventolando il foglietto.
 
Misha era andato verso la porta e ora si girò con lo sguardo triste e pieno di lacrime.

“Porca puttana, Chad! Se io faccio questa cosa, tu vieni con me!”
“Mish, no.”
“Non posso farlo senza di te, non puoi chiedermi di cercarlo chissà dove per il mondo e di lasciarti qui. Tu mi sei indispensabile , io ti..”

“Inseguilo fino al Polo Nord se è necessario, picchialo fino a fargli uscire sangue e prendilo a calci in culo per quel suo culo aristocratico da ragazzo popolare e riportalo qui! E poi torna da me!”
Misha lo guardò. Era strabiliato da quel ragazzo. ammirato dal suo ragazzo. Estasiato dalla forza che stava dimostrando di avere in quel momento.
“Io ti amo, Chad.”

Chad lo guardò per un attimo, frastornato, ma poi si riscosse.  
“E io so che tu ami i nostri amici. E che non potesti mai lasciare che ci dimentichiamo di loro.”
“Potresti venire con me, potresti..”
“Misha, no! Io non sono forte come te..io..cazzo, tu sai che io dimenticherò di nuovo..e che succederà a breve..non posso..ti sarei solo di intralcio. Io devo..devo restare qui..”

“Chad..magari non dimenticheresti..il fatto che sei riuscito a ricordare vuol dire che forse..”
Chad rise.

“Ho ricordato perché TU MI HAI SPINTO A FARLO. Hai sprecato una notevole quantità di energia solo per questo e non puoi permetterti di sprecarne altra. Come si chiama il gioco che mi ha regalato Jared? Era a Natale o capodanno? Cazzo, Mish, non puoi sprecare le tue energie con me, ti servono per lui.” Gli era tornato vicinissimo al viso.

“Io non so se siamo stati invasi dagli alieni o da un morbo che ci sta infettando tutti..ma tu sembri esserne immune..sei l’eletto, amore mio, come Neo in Matrix.” Ora toccava il colletto della sua camicia.
“Come mi hai chiamato?”
Chad si aggrappò di nuovo alla sua camicia.

"Mish ti ricordi quando scherzavamo quei pomeriggi passati a studiare nella tua stanza.."
"O a fare finta di studiare.." lo rimbeccò l'altro.

"Ci mandavamo i messaggini sul cell prendendoci in giro scrivendoci ti amo. Ridendo di un'esternazione che non volevamo ammettere che ci terrorizzava a morte, per questo forse la dicevamo con leggerezza."
Misha chiuse gli occhi, dandosi mentalmente dello stupido.
"Devi tornare da me. Perchè ora anch'io ti amo." disse Chad.
Misha lo fissò con solennità.
“Riprendilo e poi torna da me, amore mio..”
Si baciarono languidi ma in maniera sofferta, consapevole, dolorosa.

Poi Chad interruppe dolorosamente il contatto e fece una cosa che Misha non si era aspettato.
Lo spinse via, all’indietro, con rabbia e tutta la sofferenza che provava, chiudendosi la porta alle spalle.

Misha si lasciò spingere all’indietro fuori dalla stanza, poi cominciò a correre, a correre fino a fuori da quella casa senza più fermarsi.






















Note dell'autrice:  ci tenevo tanto a questo capitolo ed è uscito più sentimentale di quanto pensavo, devo ammettere di esserne un po orgogliosa <3

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Capitolo 8
*** Chad a casa dei genitori di Jared ***


Jared Padalecki
Ragazzo di Jensen.
Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.

Chad era andato all’indirizzo segnalato da Misha, quando si era sentito pronto per farlo, un’ora dopo, mentre camminava, aveva lo stomaco in subbuglio e il cuore gli batteva forte e per pochi attimi, solo pochi attimi, come se fosse stata un’allucinazione, gli sembrò quasi di avere un’allucinazione.
Vide la scuola. la vide con gli occhi di Misha.

“Amore mio…avevi ragione..” sussurrò, protendendo le mani, cercando di raggiungerla, ma la scuola stava per appannarsi quasi fino a scomparire.

Svenne.

 


*

Quando si riprese, si trovò sul divano, due persone lo guardavano sconsolate.
“Dove mi trovo?” chiese Chad.
La donna si sedette sul suo divano.

“Ti abbiamo trovato svenuto davanti l’entrata della nostra casa.”
“No..io sono svenuto davanti la scuola..”
La donna e l’uomo si guardarono.

“Non c’è nessuna scuola, nei dintorni, per il liceo devi passare da..”
“No!! Il mio amico MIsha mi ha dato questo indirizzo..è questo?” chiese Chad mostrando il biglietto.
L’uomo corrugò la fronte e guardò il biglietto.

“Chi è il tuo amico? E come fa ad avere l’indirizzo di casa nostra?”
“Io..”

“Alan! Chiedigli se ha notizie..di..nostro figlio.”
Era stata la donna ad aver parlato e a Chad si mozzò il respiro. Loro RICORDAVANO? Ma certo, si disse poi, non si può cancellare una cosa così importante come l’amore di due genitori, non avrebbe dovuto dubitare.
“Ragazzo, tu conoscevi nostro figlio? Sai dirci dove si trova adesso?” chiese l’uomo chiamato Alan.
“Jared, lui è…”

“Jared? è così che si chiama?  proruppe la donna in agitazione.
Chad allora capì che loro ricordavano ancora di lui, ma per poco.
Lo stavano dimenticando.
“Non..ricordate come..chi è?”

“Abbiamo dei vuoti di memoria, io e mia moglie stiamo diventando pazzi. A malapena ci ricordiamo il suo volto. Per favore, se sai dove si trova, devi dircelo!”
Chad sospirò. Era arrivato tardi.

“Lo stavo cercando anche io., il mio amico Misha mi disse che era già stato qui, ma al suo posto c’era una scuola.”
I genitori si guardarono orripilati.
“Per favore, portatemi nella sua stanza.”
 
Quando fu dentro, vide che gli oggetti di Jared erano li, ma qualcosa sembrava diverso.

Gli oggetti di Jared sembravano essere messi in una strana disposizione, come se non fosse lui ad averli ordinati così. Conosceva il metodo di Jared, un po disordinato, conosceva come sistemava le penne, le matite, i fogli, i giornali, questi..sembravano essere messi alla rinfusa, non da lui, ma da qualcun altro..o da qualcos’altro.

“Ma che diavolo sta succedendo qui?”

 
*

Jared gridava, tenendosi la testa in un bosco anonimo.
“Calmati.” Gli diceva la moneta, sotto forma di alone lucente.
“Non posso!! Non posso calmarmi, è più forte di me.”

“Stai combinando un casino, Jared.” e ora la moneta dalle sembianze umane, sembrava quasi diversa, più materna. “Mi hai chiesto tu di far dimenticare il tuo passato alle persone a te più care, ma non è quello che davvero tu vuoi…”
“E questo che cosa c’entra?? Tu mi hai cancellato, no? è quello che hai detto, mi hai cancellato dal mondo, hai modificato tutto come se non fossi mai esistito.”

“No.” disse la moneta paziente. “Io ho steso solo un’illusione magica, non si può cancellare una persona come se non fosse mai esistita, Jared, non sono una dea..ma posso instillare un’illusione nella mente e nella vita di tutti quelli che ti hanno amato e che tu hai amato..”
“E allora dove cazzo è il problema?”
“Tu non vuoi lasciar andare, è questo il problema. Li ami ancora troppo, tutti loro.”

Jared pianse e la sagoma gli prese il viso tra le mani.
“Ti amano così tanto e tu li ami così tanto, che questo crea una barriera di resistenza, hai creato come un Velo che continua a affacciarsi sulla realtà,a coprirsi e scoprirsi, nessuna della prova che tu sia mai esistito, è svanita, è solo coperta dal Velo, fino a quando le persone che ami non possono vederlo.”
Jared la guardò, chiedendosi cosa voleva dire.

Nel frattempo, Chad nella stanza di Jared…
Chad stava tenendo in mano una pallina. Era la pallina antistress di Jared.
Gli scivolò via dalle mani, e fece per riacchiapparla ma svanì nell’aria.
“Ma che diavolo..”
 
Misha era tornato nella camera di Chad e ritrovò il gioco di Indovina Chi dove Chad aveva cercato già tante volte.
“Che diavolo sta succedendo?” si chiese, rigirandoselo tra le mani.



*

Misha si era precipitato nel luogo incriminato, per accertarsi con i suoi occhi di quello che Chad gli aveva raccontato, ma non osò avvicinarsi alla casa. Rimase distante.

“Non..non avresti dovuto avvicinarti a quella casa..potevano farti del male..” tremò Misha, vedendo Chad arrivare.
“Ma chi??? Misha, non essere ridicolo, sono i suoi genitori!”
“Ancora per poco.” Disse lui, atono.

Chad lo fissò allarmato, poi gli sussurrò: “Non farti sentire da loro, loro ricordano ancora di avere un figlio, ma se ti sentono dire così non ti avranno più in simpatia.”
“Che importanza ha? Non ha più nessuna importanza,”
“Smettila! Sei riuscito a parlare con Jensen? Lui è l’unico che può fare qualcosa..lo ama immensamente e..”

“Chad..” disse Misha con voce strozzata. “Jensen mi ha mandato un messaggio su whatsapp, non poteva farlo prima, a causa della linea..lui..i suoi genitori..sono stati aggrediti da un tizio nel loro appartamento, sono in ospedale.”
Chad lo fissò a bocca aperta.
“Credo che sia Jared, Chad. Ha cancellato la memoria anche a loro, quel bastardo.” disse Misha, gli occhi lucidi.

“Diosanto!” disse Chad. “Deve stare davvero malissimo, dobbiamo assolutamente parlare con Jensen, lui dov’è??” lo scosse, quando vide che il moro non rispondeva.
“Non è a casa, è da un uomo che lo ha soccorso..perchè..” Misha si mise le mani sugli occhi.

“Perché??? Misha, rispondimi!! Cos’hanno fatto a Jensen??” disse scrollandolo.



*

“Cazzo.” Disse Chad dopo il racconto. “Non riesco a credere che Jared abbia fatto una cosa di questo genere a Jensen.” disse Chad.
I genitori di Jared, nonostante i due ragazzi cercassero di allontanarsi discretamente per non turbarli con quei racconti, si avvicinarono nuovamente.

“Mio figlio ha fatto dimenticare tutto anche al suo fidnazato, vero? Quel ragazzo tanto caro, biondo..” disse Janeel.
Misha e Chad si guardarono alienati.
“Voi..avete sentito tutto?” chiese Misha dispiaciuto.
La donna scosse la testa.

“No, ma il tg non fa che parlare di questo ragazzo che ha assalito un altro ragazzo..e probabilmente anche i suoi genitori..e..”la donna scoppiò in lacrime e Chad la consolò, mentre anche il marito le faceva una carezza alla testa.
“Tra pochissimo dovrebbero fare un altro servizio.” Disse la donna.
“Io..devo andare.”
“Ma Misha..”
Chad lo inseguì fino al cortile.

“Devo continuare a cercarlo, tanto per adesso Jensen è inavvicinabile. Si trova da quel tipo. Alfred!”
“Mi ha detto dov’è! Posso andare io da lui e cercare di dirgli tutto. Se non ha dimenticato anche lui.”
Misha sospirò.
“Chad, potresti avere una delusione.”
“Devo provarci, è un nostro amico!”

Misha lo abbracciò stretto a sé e gli diede un bacio appassionato.
“Misha..” lo strattonò ancora. “Stamattina ti ho mandato via.”
“Lo so.” Disse lui con voce sofferta.
“Ho cambiato idea, ti prego, non lasciarmi!”
Misha sospirò.

“Jared potrebbe aver già lasciato la città, o forse no, ma se lui lascia la città, lo perderemo per sempre.”
Chad deglutì lacrime amare.
“Allora va. Va.”

Misha non ebbe neanche il coraggio di dirgli addio.
Forse perché sperava lui per primo che non lo fosse.

 
 






















Note dell'autrice: ragazzi lo so, lo so che sembra una barzelletta, perchè l'addio del precedente capitolo sembrava definitivo e alla fine non lo è stato..ma..anche nella realtà è cosi no? xd tu credi che un addio è l'ultimo e invece no xd
questo capitolo si è quasi scritto da solo e la presenza di Misha era ancora indispensabile, perchè mi sarebbe sembrato strano se se ne andasse senza prima aver almeno provato a parlare con Jensen xd
so anche che sarete già stufi di tutti questi missing moment, di questo angst su cose che sono già successe..ma sapete, tengo molto a questa storia, so che vorrete vedere il proseguo invece del pre, ma è proprio perchè ci tengo che..insomma a volte vorrei lasciar perdere tutta questa raccolta ma ogni volta mi dico che la storia di Jared e Jensen non merita di essere trattata cosi, con pezzi mancanti della loro storia
e non posso non scrivere queste cose, cercando di colmare le lacune, per rendere tutto almeno che sembri realistico ç_ç
come potete immaginare Jared non può sostituirsi a Dio e neanche un'entità di una moneta per quanto sia potente, non possono quindi cancellare una persona dalla Terra, quindi mi sono immaginata che potessero però far dimenticare ecco

Per quanto riguarda Jensen, devo dare un motivo plausibile per cui sapendo di avere un fidanzato non si dia una mossa per cercarlo, perchè sicuramente Misha non può andarsene senza dirglielo e neanche Chad può fare finta di niente
quindi ecco il motivo di tutto sto casino xd

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Capitolo 9
*** Chad a casa di Jensen e Alfred ***


Avviso: per poter capire questo capitolo, dovete leggere il capitolo 23 della prima storia, ci sono troppi riferimenti a Jared e Jensen e nel link si racconta come Jensen ha perso la memoria:

CAP 23: IL RAGAZZO DELL'ASCENSORE: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3786417&i=1







“Chad, che cosa stai facendo qui, dov’è Misha?” gli disse quasi in tono accusatorio, Jensen.
“Lui non so dove sia! Sarà andato a cercare quel pazzo del tuo ragazzo!! Perché, preferiresti che ci fosse lui qui? Il povero piccolo, invisibile Chad, non è considerato, talmente è invisibile vero?

Jensen gettò appena un’occhiata ad Alfred, che ebbe l’eleganza di fare comunque finta di niente, come se non avesse sentito nulla, quando sapevano entrambi che avesse sentito bene.
“Chad, calmati adesso..”

“No, non mi calmo!!” sbraitò ancora Chad. “Lo so come mi vedete tutti, credimi lo so!!” e gli gettò un’occhiata talmente ardente che Jensen ci credette davvero. “Io sono talmente INVISIBILE che nessuno penserebbe a me per una convocazione importante, neanche come messaggero si penserebbe a me..nemmeno a scuola vengo considerato, scambiano tutti il mo nome con quello di Chuck, il ragazzo aspirante scrittore…e si direbbe che io sia comunque il più bello.” Fece un sorriso. “Ma io ora sono qui, Jensen, perché appunto non sono il ragazzo da eroe e perché l’eroe, uno di quelli veri, insomma, sta facendo quello che non sarò mai in grado di fare io.”
“Chad..io..non ti seguo..”
Chad gli prese il volto tra le mani.
“Sta cercando il tuo ragazzo, Jensen.

“Te l’ho già detto, Chad. Io non ho un ragazzo e non sono gay. Credi che non lo saprei al..altrimenti?”
“Merlino, Jensen! L’amnesia ti ha proprio..”

“Ti prego, smettila! Io..io non riesco a pensare a nient’altro che non sono i miei genitori in ospedale! E ora tu vieni qui e mi riempi la testa di…non so neanche io che cosa!!” poi si voltò a guardarlo. “Davvero io avrei un ragazzo?”
“Sì.” Disse Chad.

Jensen aveva l’espressione più ferita che si potesse immaginare.
“Jensen, è tutto ok. Anche io non mi ricordavo di lui, all’inizio..ma ora RICORDO.”
Jensen si prese il volto tra le mani. Si sentì girare la testa.

“Mi..mi gira la testa..quello che mi hai raccontato è….è vero?”
“Sì, ti scongiuro, Jensen, tu devi credermi.”
“È assurdo. Tutto. Sia che io abbia un ragazzo, sia che..lui abbia potuto fare questo a…A TUTTI. Un essere umano non può fare una cosa del genere.”

“Da solo, no. Ma io e Misha pensiamo che sia in contatto con delle entità, che sia addirittura guidato o posseduto da esse.”
“Alieni?”
“È l’ipotesi più accreditata, sì.”
Jensen si coprì il volto tra le mani.

“Il volto che continua a tornarmi in mente..il tipo da cui sono scappato quando sono capitato in casa di Alfred, era LUI..?”
Chad rimase zitto. Non capiva. Gli mancava un pezzo.
“Jensen, io non so di cosa tu stai…aspetta. È venuto anche da te??” domandò a occhi sgranati.

“Io ricordo un ragazzo!! Ma è tutto così confuso. Anche il suo viso ora è offuscato..non..ricordo solo che mi ha detto di dimenticare e poi il nulla. Io sono scappato e mi sono ritrovato a casa sua!”
“Jensen, adesso calmati. Dimmi cosa ti ha fatto quel…ragazzo..”
“Niente. NIENTE!!” scattò lui.
“Ma allora perché sei scappato?”

“Perché..lui..” si rimise le mani sul volto. “Lui mi ha tolto i ricordi.”
Chad lo fissò seriamente.
“Non potevo capire..non capivo nulla..ma SAPEVO che mi aveva privato di una parte importantissima di me..del mio..CUORE..ed ero spaventato a morte..e lo odiavo..e volevo scappare..e l’ho fatto..dio, che vigliacco.”
“Jensen, non..”

“Se era davvero il mio ragazzo, io non voglio avere nulla a che fare con lui!”
“Ma Jensen..” disse Chad scioccato.
“No!! Io non voglio avere nulla a che fare con una persona così egoista che mi ha spezzato il cuore in maniera così dolorosa!!” gridò Jensen.

“Non puoi dire sul serio, Jared ti ama e lui ama te, siete anime gemelle e…”
Jensen rise.  “Forse questo era prima che gli venisse in mente di lobotomizzare l’intera cittadina, alleandosi con un branco di entità dalla dubbia natura, gettando il mondo nel caos.”
“Jensen..”

“Credi che abbia fatto questo enorme casino solo riservato all’area in cui abita o pensi che sia una cosa a livello globale? I suoi eventuali poteri si sono espansi così tanto come il suo ego narcisistico? Cosa vuole fare? Dominare il mondo? Dominarci tutti?”

JENSEN!!” gridò Chad. Si sentiva spaventato. Peggio: si sentiva nel PANICO. Non era portato per questo. Era una faccenda più grande di lui, ora lo capiva. Dov’era MIsha? Lui di certo avrebbe saputo cosa fare, lui lo avrebbe saputo perché..lui era un EROE, Chad non era un eroe e sbagliava tutto, si era sopravvalutato, oh, era stato così arrogante! Non aveva neanche portato un oggetto di Jared per rammentargli l’amato. Misha lo avrebbe fatto. Misha era un eroe a differenza sua. “Jensen! Non puoi abbandonarlo così! È la tua anima gemella, il tuo grande amore..lui..”

“Il mio grande amore non mi avrebbe mai fatto questo. Io non ho nessun amore.” Disse Jensen con occhi spenti. A Chad sembrò quasi come se avesse gridato.
“No! Non puoi dire così..ecco..guarda qui..Misha mi ha scritto questo e..”

Guardò il foglietto sbattendo gli occhi. C’era qualcosa di strano.
Ragazzo di Jensen.
Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.

C’era qualcosa di fondamentale. Che non ricordava.
Come se avesse dimenticato qualcosa.
Ma lo porse a Jensen comunque, glielo sbattè nel petto.
“Guardalo, razza di cretino! O te lo farò mangiare!” gli disse.

Il maggiordomo gli strillò qualcosa addosso, probabilmente qualcosa sul fatto che doveva andarsene immediatamente e smetterla di turbare il padroncino Jensen, lo afferrò addirittura per sbatterlo fuori.
Ma Chad non lo ascoltò, era troppo preso da ascoltare i singhiozzi di Jensen e vederlo crollare a terra come un bambino.

“Padroncino, Padroncino, si tiri su, avanti.” Gli disse Alfred, prendendolo tra le braccia, ma crollando assieme a lui sul pavimento.
Jensen si stringeva il foglietto al petto come un naufrago attorno ad una zattera, poi lo buttò a terra.
“Non lo ricordo. Ma mi fa sentire malissimo. Chiunque lui sia, perché mi ha abbandonato? Perché mi ha fatto questo?”
 
Chad raccolse il foglietto, guardandolo e si sentì malissimo, Alfred gli lanciò un’occhiata carica di rimprovero mentre lo teneva tra le braccia e gli intimava di andarsene, Chad in quel momento capì che forse era diventato QUASI come uno di quegli eroi che stimava tanto nei fumetti, ma non se ne sentì gratificato. Vedere Jensen soffrire così era tutt’altro che gratificante e capì che tutto era più duro nella realtà, tutto era più duro quando era sul serio.
Gli eroi nella realtà soffrono e fanno soffrire.

“Scusami, Jensen.” disse, lasciando la casa e gettandogli un’ultima occhiata pensò che:
gli eroi ti fanno sentire malissimo.
 

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Capitolo 10
*** La dama del lago d'oro ***


Padroncino, Padroncino, si tiri su, avanti.” Gli disse Alfred, prendendolo tra le braccia, ma crollando assieme a lui sul pavimento.

Le parole di Alfred gli risuonarono nella mente, potente come dieci uragani, come se dopo quegli uragani, immediatamente fosse sommerso da una cascata di acqua fresca, con dentro dei cristalli liquidi che lo trasportavano in mille correnti impetuose ma non spiacevoli.

La voce di Alfred era cura, amorevolezza e attenzione, Jensen ci si aggrappava, abbeverandosi come se si fosse trovato davanti a una sorgente.

Jensen non pensava che avrebbe mai provato qualcosa così per qualcuno, era qualcosa che andava oltre l’amore romantico, un affetto che andava oltre l’amicizia, con Alfred sentiva che non sarebbe mai stato solo, non sarebbe mai stato abbandonato, Alfred non l’avrebbe mai fatto.
E ci sarebbe sempre stato, anche anni dopo, sempre accanto a lui. Jensen non poteva ancora saperlo, ma era come se a livello inconscio, la sua mente potesse intuirlo.

Era stato lì con lui quando Chad gli aveva sbraitato contro e quando era crollato tra le sue braccia e anche dopo.
Solo durante la notte lui non c’era, lasciandolo così preda dei suoi fantasmi.
 
Mentre si rigirava nel letto, sentiva ancora gli uragani e le cascate di acqua fresca travolgerlo, come se Alfred non se ne fosse mai andato, forse li aveva portati lui, forse adesso avevano vita propria e non c’erano più le sue braccia a confortarlo e a proteggerlo adesso.
Era in balia.
E aveva paura di capire di cosa.
 



Si ritrovò in mezzo a una radura sterminata, camminò, camminò fino a trovarsi davanti a un laghetto.
Il laghetto diventò d’oro quando gli fu davanti e fu allora che seppe dare un nome alle sue sensazioni.

L’amore per Alfred – non che avesse mai pensato il contrario –era una cosa, ma quello per..LUI, era un’altra. Decisamente era nulla che lui avesse mai conosciuto.
Per un attimo, anzi, per lunghissimi folli attimi, il rimorso per quello che aveva visto negli occhi di Chad minacciò di divorarlo, ma poi si decise a toccare l’acqua del laghetto.
Fu allora che la ragazza venne.
 
Comparve davanti a lui come una dama dell’ottocento fatta di luce.
Non vedeva il suo volto, ma non importava, niente importava tranne il fatto che l’uomo che amava non era lì, davanti al suo cospetto.
Cercò di non far trasparire troppo la delusione quando gli domandò:
Lui dov’è?”
“Perché vuoi saperlo? Parla con me, Jensen.”

Jensen fece una smorfia. La voce non era gentile né distaccata. Non aveva idea di cosa fosse, forse era la pecca di un oggetto inanimato.
Aveva capito chi fosse, o meglio lo aveva intuito, dal momento che lei era comparsa.
“Non è con te che voglio parlare.”

La dama del lago sembrò soppesarlo per istanti che parevano infiniti.
“Allora perché sei qui?”

“Ti prego!” si voltò, e non gli importava ora di suonare disperato. “Fammi parlare con lui. Ho recitato con Chad! Ho mantenuto la recita, anche se mi sentivo scoppiare il cuore! Ma adesso non posso più resistere! È il mio ragazzo e ho bisogno di sapere che sta bene! Ho bisogno di vederlo…io..”
La moneta sospirò.

“Non ti preoccupa quello che ha fatto o che danno porterà a tutto il mondo, ti importa solo di lui e del vostro amore.”
Jensen abbassò lo sguardo, pieno di vergogna, ma poi disse:
Jared non farebbe mai nulla di cattivo o malvagio! Lo conosco..lui è…”

“Basta così, ragazzo.” disse la dama gentile ma ferma. “Il tuo destino è tracciato, ma l’amore che provi per Jared, rischia di stroncarlo sul nascere, non lo vedi? Metti lui davanti a tutto il resto, perfino davanti al mondo e lui rischia di fare altrettanto. Non è così che deve andare, ci sono troppe vite in ballo, delle vite che potete salvare, che rischiano di essere perse per sempre.”
Jensen corrugò le sopracciglia, non capendo.

“Se stai cercando di far passare il nostro amore come una cosa morbosa..non ci casco! È quello che hai detto a LUI per separarci, non è vero? Non ci casco! Qualsiasi vita sarà in pericolo, noi possiamo salvarle INSIEME!”
La moneta scosse la testa.
“Tu non capisci, Jensen. Non puoi essere l’eroe che sei destinato ad essere se resterete insieme.”

“AL DIAVOLO ANCHE L’EROE!” gridò lui, consapevole di suonare disperato. “Non lo capisci?? Se non posso stare con Jared non voglio essere un eroe!”
La moneta lo guardò solenne.
“Lui ha bisogno di me!” disse convinto.
“Ma ha anche bisogno della sua famiglia e se sta con te, la perderà per sempre.” Disse l’altra.

Jensen avvertì mille brividi travolgerlo.
“I suoi genitori..se stai cercando di minacciarli…”
“Non loro, idiota!” disse la dama e sembrò per qualche secondo, molto meno eterea e più umana. “Sto parlando di suo fratello.” disse più calma.

Per qualche secondo Jensen sembrò troppo scioccato per ribattere.
“Suo fratello..è morto!” gridò. “COME OSI PARLARE DI LUI? NON SEI ALTRO CHE UNA..”

“È VIVO.” Disse lei frenando qualsiasi insulto Jensen stava per tirare fuori. “È vivo.” Disse ancora dolcemente. “E potrebbe anche non essere l’unico gemello che deve essere salvato.”

Jensen la guardò senza dire più niente. La testa gli girava, riusciva a pensare solo a Jared, Jared, Jared.
Perché non era lì con lui?

Perché c’erano tanti spuntoni pronti a dilaniarti dentro? Perché?

“Esistono molti tipi di amore..” disse la dama e in quel momento la sua voce gli suonò dolce come quello di una fata. Era ingiusto. “Jared sa quello che perderà, ma ha deciso comunque di lasciarti, perché era necessario per intraprendere questo viaggio, non poteva farlo altrimenti, ma l’amore che lui prova per te gli consente di sentire i tuoi sentimenti, ancora così forti nonostante la distanza che vi divide, non riesce a dimenticarti se non accetti di farlo anche tu, Jensen, devi lasciarlo andare.”

“Se davvero suo fratello è VIVO, posso aiutarlo a trovarlo. Insieme! Ti prego.” disse Jensen con gli occhi traboccanti di lacrime.
“Jensen..” disse la donna. “La potenza dell’amore che tu provi per lui e quello che lui prova per te, è il principale ostacolo alla riuscita del loro ritrovamento.”
Se Jensen fu stupito all’uso del plurale, non lo diede a vedere.
“Non capisco..come può..”

“Vi amate così tanto che tutto SCOMPARE. Capisci? E perfino un amore grande come quello che Jared ha sempre provato per il suo fratello mai ricongiunto, impallidisce davanti a questo. Se resterete insieme, Jared continuerà a bearsi di questo amore, e tu di lui, e non riuscirà a entrare nell’armonia dell’Universo per riuscire a trovare la strada, perché ci sarai tu a riempire il suo cuore e la sua testa. Ma per un viaggio simile, il suo cuore deve essere..” sospirò. “Non può essere occupato.”

“Se resteremo insieme…Jared non troverà mai suo fratello..”
“È così. È la legge del Sacrificio, Jensen. Per ottenere qualcosa, devi dare all’Universo qualcosa che abbia lo stesso valore per te, o di più. Senza uno scambio non c’è riuscita.”
Jensen si passò una mano sul viso.
“È tutto vero? Non è…un imbroglio per..”

“Jensen, io non sono cattiva. Lo so che pensate che lo sia, ma..”
“Hai cercato di farmi del male, di fare del male al padre di Jared..”
“Solo perché sapevo che sareste sopravvissuti! Non è mia abitudine né mio obbligo dare giustificazioni delle mie azioni, ma lo sto facendo. I destini di molti di voi non erano destinati ad interrompersi quel giorno, ma come molti destini, alcuni non sono del tutto tracciati, diverse vite sono appese ad un filo, se farete la scelta giusta, potranno salvarsi..”

“Hai parlato al plurale..diverse volte..chi altri è in pericolo?” chiese Jensen.
La dama restò in silenzio per un altro po’.

“Ragazzo mio..” disse dolcemente, sporgendosi su di lui. “Se sapessi tutto, rischieresti di compromettere il tuo destino, e non è possibile..ma saprai, a tuo tempo, saprai.” Disse allungando una mano in una carezza che non raggiunse mai la sua guancia, ma Jensen tremò comunque, come se invece fosse arrivata.
“Fammi parlare con Jared..o anche solo vederlo..ti prego, un’ultima volta.” Sussurrò.

Jensen quasi si aspettava che la dama rifiutasse, che gli dicesse che no, non era proprio possibile, ma quella inaspettatamente sorrise.
“Finalmente una cosa che è possibile e in tempo breve. D’accordo, Jensen, te lo farò salutare.”

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Capitolo 11
*** Buttarmi tra le tue braccia - addio e consolazione - ***


Jensen restò a guardare Jared, uscire dall’acqua, come se fosse stato Mosè. Ma per lui era più bello. Per lui, Jared sarebbe sempre stato il più bello di tutti.

Voleva dirgli tante cose, anzi, aveva PAURA prima di vederlo, perché si era ripassato milioni di volte le cose che avrebbe voluto o dovuto dirgli e temeva che quando l’avrebbe visto, non se le sarebbe ricordate o avrebbe detto la cosa sbagliata, ma semplicemente, quando lo vide, non provò neanche a aprire bocca. Gli andò incontro e lo baciò con passione. Le loro bocche si incontrarono voraci, passionali, romantiche e dolci e Jared lo sollevò in braccio attirandolo a sé e continuando a baciarlo.
Si sdraiarono poi, sulla sabbia.
Jensen sentiva la sabbia nel bagnasciuga, sentiva l’acqua e tutto era così..INTENSO.

Non era vero quello che dicevano, che nei sogni tutto era così etereo e meno materiale, forse sì, era meno materiale ma proprio per questo, più INTENSO.
Continuarono a baciarsi fino a che Jared non ridacchiò sulle sue labbra.
“Sembra una scena de la sirenetta.”

“Quando la sirenetta e il principe si baciano, ma manca la parte hot!”
“Manca perché l’hanno tagliata per i bambini, non potevano fare vedere cose sconce a dei poppanti.”
“Ah!! Finalmente capisco il perché di quel taglio in avanti sul matrimonio!” disse Jensen.
Risero entrambi.

“Credi che l’abbiano fatto sulla sabbia?” chiese Jensen accarezzandogli il viso.
“Non voglio davvero parlare di quei due, adesso.” Disse Jared, baciandogli quella mano.
Jensen sorrise e lo guardò.
“è stato così…non ho parole per definirlo.”
“Lo so.” Disse Jared serio.

“E mentire a Chad??? È stato tremendo, mi sono sentito un..CRIMINALE..lui continuava a guardarmi con speranza e fiducia, voleva essere RASSICURATO da me..e io l’ho deluso.”
“Potevi dirglielo, per me non sarebbe cambiato.”

“Non mi andava di farlo, con Alfred presente. E poi qualcosa mi diceva che era giusto così.”
Jared lo fissò.
“Ma non toglie che mi sono sentito uno schifo.”

“Non è giusto, non dovresti sentirti così TU, sono io quello che ha fatto una cosa..immonda, tremenda.”
“Su questo non ti do torto.”
Jared rimase zitto,allibito.

“Cancellare la memoria a tutta quella gente.” Spiegò meglio Jensen. “Come hai potuto, Jared? Non avevi il diritto di farlo..la memoria di ognuno di noi è così sacra e individuale..”
“Lo so..”

“No, no, tu non lo sai!” disse Jensen. “Tu non hai il diritto di togliere perfino il RICORDO di chi ti ha conosciuto..spetta solo alle singole persone, il diritto di voler dimenticarti.”
Jensen scoppiò in un singhiozzo e Jared si sentì peggio, gli prese il viso tra le mani.

“Tu non mi avresti mai lasciato andare..e non potevo rischiare che..i miei genitori o i tuoi, o chiunque altro che ci avesse conosciuto, facesse saltare tutto..era indispensabile una copertura completa e quindi io..” sospirò. “Io sono stato un completo idiota.”

“La moneta..mi ha detto cosa è successo..mi ha detto degli effetti collaterali..del mio troppo amore.” Spiegò.
“Anche del mio. Non sei solo, Jensen, ricordatelo sempre.” Gli ricordò l’altro.
Jensen scrollò le spalle.

“Quasi avrei preferito che fosse andata davvero come ha pensato Chad, se io avessi dimenticato tutto..davvero..non ti avrei causato problemi.”

“Ma non sarebbe stato bene a me!!” disse Jared scrollando la testa. “Tu mi hai dato una grandissima prova d’amore! Hai dimostrato che il nostro sentimento è perfino più forte di un controllo mentale del genere! A proposito..come hai fatto? Io credevo che..sì, insomma, quando ti ho ordinato di dimenticare, mi sembrava davvero che tu..” lasciò la frase in sospeso.

“Non ho mentito!” si affrettò a spiegare Jensen. “Credo semplicemente sia successo quello che è accaduto a Chad! All’inizio ho obbedito al tuo comando ma poi..la notte stessa, ho cominciato già ad avere dei flash..in sogno e ho ricordato.”
“Jensen, i tuoi genitori..IO TI GIURO che non gli ho fatto del male..”

Jensen gli posò le mani sulle sue. “Lo so, amore mio, lo so, tranquillo.”
“Dio, mi sembra così incredibile che tu sia qui con me, adesso. Voglio…voglio che tu ci sia davvero e non solo in sogno. Jensen, ti prego. Vieni con me.” si alzò, ma Jensen rimase per terra.
“Jensen..?”
“Jared, credevo ne avessimo già parlato.”

“Quello?? Oh, lascia stare, la moneta non ci ostacolerà, credimi.”
“Cosa?? Dopo tutto quello che ha fatto per convincermi, vuoi ancora sfidarla??” Jensen si alzò in piedi, era incredulo e scuoteva la testa.
“Jensen..” il moro sorrideva. “Se avesse davvero voluto separarci, non mi avrebbe permesso di venire qui da te.”

“L’ha fatto solo perché ho accettato di lasciarti andare.” Poi lo guardò duramente. “Perché sei così ostinato? Non capisci che..”
Non posso accettarlo! Jensen, non posso accettare di andarmene in giro per lo spazio chissà per quanto e lasciarti solo e non sapere quando potrò rivederti!”
Jensen era basito. Totalmente basito.

Lo spazio..certo, non che non l’avesse intuito, la moneta era stata ambigua ma credeva, SPERAVA, metaforica.
“Avresti dovuto pensarci prima di far scoppiare tutto questo casino!” sbottò l’altro e Jared ebbe il buon gusto di abbassare lo sguardo.
“Tuo fratello..davvero, è…VIVO?”
Jared si illuminò a quelle parole.

“Sì..o almeno CREDO. Ma me lo sento, Jensen. Non erano solo delle visioni..è reale..non so davvero quanto di reale ci sia in quello..ma so che è vivo..e..” sospirò. “Forse non è l’unico fratello..la moneta mi ha concesso una VISIONE..ho visto tre coppie di bambini..credo siano tutti gemelli ma non..io non credo siano tutti miei.
Stava per dirgli altro, Jensen glielo leggeva negli occhi, ma lo fermò.

“Non dirmi altro, ti prego.” lo fermò con una mano.
“Jensen, io..”
“NO! Qualsiasi altro dettaglio aggiuntivo potrebbe..rendere ancora più difficile questo distacco. Poi potrei non riuscire più a..lasciarti andare.” Non lo guardò più in faccia ma quando sentì Jared singhiozzare, si voltò incredulo verso di lui.
“Jared..” era sconvolto dalle sue lacrime.

Se…se il prezzo da pagare è quello di separarmi da te..io non voglio. NON ANDRò Più VIA, JENSEN..rinuncio al viaggio.”
“NO…”
Non riesco a separarmi da te! Non posso..”
“Non me lo perdoneresti mai e io non potrei mai perdonarmelo! Non se ne parla..”

“Credi che potrei scegliere un fratello che non ho mai visto e non so neanche se è ancora vivo..piuttosto che TE? Devi essere un folle.”
“Forse lo sono, ma non mi importa! E tu non sei lucido, non sai quello che dici..è una vita che ti porti dietro questo senso di colpa.”
“Allora vieni con me!! Convincerò LEI, la convincerò a farti venire, mi aiuterai, CI aiuterai..c’è anche Misha, lo sai? Potremmo essere forti, NOI TRE INSIEME.”

Jared sorrideva tra le lacrime e Jensen fu tentato di accettare, di perdersi tra le sue braccia.
Chiuse gli occhi sospirando affannosamente.
“No.”
“No??” ripetè Jared inebetito.

“Lei crede che se io e te restassimo insieme, nulla potrebbe essere più grande del nostro amore e lo metteremmo avanti a tutto, anche davanti a…questo..e per la riuscita del tuo viaggio..NIENTE può essere più importante di quello. Neanche NOI.”

“LA MONETA SI SBAGLIA! CAZZO, è SOLO UN OGGETTO INANIMATO. NON SA NIENTE DELL’AMORE, NON SA NIENTE..DI NOI.”
Jensen sorrise amaramente.

“E forse proprio per questo sa qual è la cosa più giusta da fare.”
Jared lo fissò.
“L’amore sa essere il più terribile dei carcerieri, perché a volte non sa di imprigionare sé stesso.” (dal fumetto di dylan dog "Ozra")

“Non parlare così del nostro amore..non è una cosa malata..non..non farlo…”

“Non lo sarà, se non lasceremo che lo diventi. È una cosa pura e tale deve restare, non deve impedirci di salvare delle vite che sono destinate a essere salvate,  non dovrà impedirci di ricongiungerti alla tua famiglia..di diventare gli EROI che siamo destinati a essere. Jared, ho letto una volta una frase in un libro: l’amore indica il possesso, ma non sa cosa significa possedere. Se io non sono mio, come potrò mai essere tuo, o suo?” (Dal libro: Il libro dell'inquietudine)

Jared nascose il viso tra le lacrime, singhiozzando.
Jensen gliele tolse delicatamente prendendolo per i polsi.
“Capisci, Jared, amore mio, capisci?”
“Dobbiamo scoprire le nostre vere identità e dobbiamo farlo da separati..”disse Jared.

“Le persone che si amano, non sono mai divise veramente. Trovano sempre il modo di ricongiungersi, in un modo o nell’altro, trovano sempre il modo di tornare.”
“Come mio fratello..”
Jensen annuì.

“Vedo che stai capendo. Non importa quanti anni luce ci divideranno, io sono pronto ad aspettarti anche tra cent’anni. Tu ritornerai da me, non temere la distanza e neanche il tempo. Tu e io ci ritroveremo sempre. Ma ora tu..devi andare.”

“E se..se quando tornassi, tu mi odiassi per averti lasciato solo?”
Jensen scosse la testa. “Non potrò mai odiarti!”
“Dimenticherai TUTTO.” Disse Jared testardo. “E se anche alla fine ricordassi, potresti non ricordarti di questo sogno.”

“E se non lo ricorderò, tu me lo farai ricordare. E poi..odiarti? Jared, non potrei mai odiarti. Non si può odiare una persona che si ama così tanto.”
Jared non ebbe più parole da replicare e finì per farlo solo nel linguaggio degli amanti.
Baciandolo.

Scomparve poi in una sagoma di luce mentre Jensen teneva ancora gli occhi chiusi.
 
 
 
*

Misha era tornato nel motel portando dei sandwitch, ma li lasciò cadere per terra, quando vide Jared accasciarsi al muro, preda dei singhiozzi.
“JARED!!”Che diavolo ti è successo??”
“Gli ho..detto ADDIO.”

Misha si sentì mozzare il fiato. Non aveva bisogno di chiedergli a chi si riferisse.
Sapeva del sogno che avrebbe fatto, in cui avrebbe incontrato Jensen, sapeva che aveva intenzione di portarlo con loro  e a quanto pare qualcosa era andato storto.

Misha non aveva avuto cuore di dirglielo ma fin da quando gliel’aveva detto, aveva capito che Jensen non sarebbe mai venuto. Che lo volesse o meno.
Misha sentì gli occhi inumidirsi.
“Cosa è successo?”

“A quanto pare il nostro amore potrebbe compromettere la riuscita della missione e lui non..Compromettere! Ti rendi conto, Mish? IL mio cuore è già compromesso!
“Non dire così..” disse Misha avvicinandosi.
“No, no, no, stai lontano..voglio..”
“Jared..”
“Lasciami qui..da solo..io..”

“Allora non hai capito.” Disse Misha con sguardo duro. Allungò un braccio e afferrò quello dell’amico. “Io non – uno strattone – ti lascerò – lo mise bruscamente in piedi – Mai “ Ora l’amico era in piedi e lo guardava con i suoi grandi occhi tremanti. Occhi da cucciolo, diceva sempre Jensen, pensò Misha.

Jared si buttò tra le sue braccia continuando a singhiozzargli addosso e Misha lo lasciò fare, ricambiando l’abbraccio, anche se avesse voluto chiedergli se Jensen gli avesse detto qualcosa di Chad, ma non lo fece, perché in quel momento l’amico aveva bisogno di lui e gli amici fanno questo.

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Capitolo 12
*** Si può continuare ad essere amici, anche se non lo si ricorda più ***


Chad era tornato a casa con il cuore spezzato.
Jensen aveva dimenticato Jared.
Jensen aveva rinnegato Jared.

Erano solo dei ragazzini sprovveduti e ingenui.
Non sapevano NULLA dell’amore.
LUI non sapeva nulla dell’amore.
Continuò a marciare verso la sua casa, sentendo qualcosa scivolare in basso, via da lui.

Rilesse il foglietto.
Ragazzo di Jensen.
Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.

Chad sbattè gli occhi, sentendosi vuoto.
Chi diavolo ERA il ragazzo di Jensen?
Non lo ricordava e non capiva perché finora si era distrutto tanto il fegato per un ragazzo che fondamentalmente non conosceva.

Anzi, che non aveva mai visto, probabilmente. Non ricordava di averlo mai visto ed era incredibile che ci desse tanto pensiero.
Chissà perché diavolo Misha voleva ritrovarlo.
Aveva l’impressione che gli sfuggiva qualcosa, ma non era importante.

NIENTE era importante, tranne il fatto che Misha, era da qualche altra parte e non lì con lui.
 
 
 
 
*

Jensen stava correndo.
Stava correndo verso casa di Chad.
Si maledì per non aver conservato quel foglietto, per non aver chiesto a Chad di lasciarglielo. Gli sarebbe servito ora, aggrapparsi a qualcosa.
Stava scivolando via. Aveva accettato di dimenticare, voleva farlo per Jared, ma non era una cosa che succedeva istantaneamente, ma un processo lento.

Così come l’amore nelle coppie..e il sentimento nell’amicizia, non sparisce da un giorno all’altro, ma muore lentamente..si spegne lentamente.. pensò con struggimento e un dolore sordo.
Ma quello non aveva più importanza adesso, non quando era stato così egoista!!
Non aveva pensato a Chad, a come doveva essersi sentito a cercare inutilmente di risvegliarlo da quella specie di trance in cui si trovava.

Pensava solo a sé stesso e a…Jared!
Sordo a qualsiasi altro tipo di dolore che non era il suo, non aveva pensato con che sentimento Chad era andato via da casa sua.
Devo raggiungerlo..devo dirgli che so tutto..che non ho dimenticato..ma che lo farò..per amore! Che per amore si fa anche questo, che non è stato per la mancanza di esso, che ho scordato IL NOSTRO migliore amico.

Correre e concentrarsi diventava sempre più difficile, quando le parole di Jared, gli risuonavano alla mente.
Misha..aveva parlato di Misha…
No. NO!!
Corse più forte, non gli importava dei crampi che aveva cominciato a sentire allo stomaco.

Non anche lui. Non possiamo perdere anche lui. Chad ne morirà!!
Sperò di sbagliarsi. Magari aveva capito male. Magari ricordava male!!
 
Dovette fermarsi perché la mente cominciò ad annebbiarsi, impedendogli di pensare lucidamente.
Calma, Jensen, calma…

Misha…cosa..devo parlare a Chad ma…
Sbarrò gli occhi.
Cosa diavolo doveva dirgli? Era a proposito di Misha, sì…ma COSA?

Dopo 5 lunghissimi e penosi minuti, Jensen ricordò a fatica, preda di un’inesorabile mal di testa.

Misha…Misha vuole scappare con Jared, Jared è il mio ragazzo! Il mio ragazzo con super poteri!
Continuò a dirselo mentalmente per non rischiare di dimenticarselo, ma alla decima, seppe di non riuscire più a ripeterlo.
Misha..il mio ragazzo..cosa devono fare?
Salì le scale della camera di Chad, dopo aver chiesto alla madre, gentilmente di andare da lui.

La donna sembrava restia, evidentemente qualcosa la turbava, biascicò qualcosa a proposito del fatto che non gradiva altre urla in casa sua.
Strano, pensò Jensen.
Concentrati.
Il mio ragazzo..

Ma anche l’immagine di Jared era andata via, ricordava a malapena di essersi frequentato con qualcuno, era più un pensiero.
Accelerò e aprì forte la camera di Chad.
“Jensen!”

Chad aveva un’espressione incredula ma non come se non lo stesse aspettando, ma come se l’avesse visto arrivare dalla finestra.
“Chad, io…tu avevi ragione..scusami..”
“Su cosa?” Chad sembrava genuinamente stupito.

“Sul mio ragazzo..?” Chad lo fissò stupito, ma anche Jensen sembrava avere assunto un tono scettico.
“Che stai dicendo, Jensen? Tu con un ragazzo? è uno scherzo?”
“No!! Non lo è! Tu sei venuto da me a dirmelo..ma io..Misha..lui ti ha detto qualcosa..sta facendo qualcosa con lui..io..”

“Cosa sono venuto a dirti?? Senti, Jensen, ma hai bevuto? Mi sembri un po..insomma, sì, un po fuori di testa, senza offesa! E poi che cosa c’entra Misha?”
Jensen lo fissò stupidamente.
“è il tuo fidanzato.”
Questo sembrò riscuotere Chad.

“Grazie tante! Lo so che è il mio ragazzo e quell’idiota non risponde alle mie chiamate! Sembra sparito nel nulla! Quel deficiente! Quando lo rivedo gli pianto un calcio in mezzo alle gambe! Farmi preoccupare in quel modo! Ma hai detto che era con il TUO ragazzo? Tu pensi che..siano insieme?”
Jensen si tenne la testa tra le mani.

“Jensen, rispondimi, cazzo! Ha qualcosa a che fare con QUESTO??” urlò Chad, mostrandogli un foglietto.
Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.
Jensen sgranò gli occhi.
“Chi diavolo deve trovare?”

“Non lo so!!! Cioè sì! Non hai detto che..stavi parlando del tuo ragazzo! Forse sta cercando lui!”
Jensen chiuse gli occhi.
“Io..”

“Non sapevo neanche che tu avessi un ragazzo.” disse Chad.
Jensen pensò di star perdendo qualcosa di importante, lampi fugaci di lui e Jared gli passarono velocemente nella testa, trapassandolo.
Jensen, Jensen, che diavolo hai??”
Si sentì afferrare da due forti braccia e tirato su.

Jensen assecondando il suo istinto, abbracciò l’amico.
L’altro rimase impalato.
“Perché sei qui, Jensen? Noi due non siamo proprio amici..non ci siamo mai frequentati.” Disse Chad, a sorpresa.
“Noi..dobbiamo farci forza a vicenda. Abbiamo perso qualcosa di molto caro oggi.

“Stai dicendo..qualcosa che non ha senso..” disse Chad e sentì gli occhi velarsi di lacrime.
Jensen lo strinse più forte e lo guardò. Anche lui aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Ti starò vicino, Chad.”
“No..” Chad lo spinse via gentilmente.
Jensen lo guardò confuso.

“Non ricordo quello che è successo..ma è per colpa tua che Misha è scomparso..questo lo so.”
“Chad..”
“Ero venuto a dirti qualcosa di importante, ieri, ma tu non mi hai ascoltato.”
“Chad..”

“E ora lui è scomparso.”sbottò ancora.
Chad stava per scoppiare in singhiozzi, ma Jensen prontamente lo abbracciò di nuovo.

“Lo supereremo. Misha tornerà da noi, lo prometto.”
Continuò ad abbracciarlo, perché anche se non ricordavano che erano stati amici, sentivano ancora di esserlo.
 
 

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Capitolo 13
*** I primi momenti hot di Jared e Jensen ***


Aviso: qui si racconta i primi momenti hot di Jensen e Jared ai tempi della scuola ed è un capitolo successivo alla scelta, cioè dopo il capitolo 6 della prima storia che ora linko, dopo di questo ci sarà il capitolo della loro prima volta!!

Jared e la storia del fratello




Jared stava aspettando Jensen all’entrata della scuola e quando lo vide li, Jensen spalancò la bocca.
Il ragazzo che tutta la scuola vorrebbe avere,
Jared.
Capelli spettinati, occhi più verdi dello smeraldo, una faccia da modello e adorabile cucciolo e lo stava guardando con un’aria maliziosa che gli faceva tremare le gambe.

Gli corse incontro baciandolo con passione e tenendolo stretto.
Jared si mise a ridere, appena sentì che Jensen lo sollevava.
“Jensen, mettimi giù! Chissà cosa diranno se ci vedono! Jensen!!”
“Non mi importa! Anzi, meglio!! Devono sapere tutti che tu sei MIO!!”
“Non credi che dopo ieri, tutta la scuola lo..JENSEN!!”
Jensen cominciò a camminare incurante delle sue proteste.
“Potrebbero aver pensato che era uno scherzo o che ci siamo lasciati.”
“Jensen! Ma non ti peso.? Insomma..”

Tutta la scuola rise nel vedere il biondo Jensen portarsi Jared nell’aula , alcuni facevano delle foto con il telefonino.
 
“L’ho portato di peso. Non voleva saperne di venire a scuola, il pigrone.” Disse Jensen.
“Perché, avete dormito insieme?” chiese una ragazzina.
Jared gli mollò uno scappellotto.
“Credete alle sue stronzate?”

“Comunque no, ma accadrà presto. Solo che voglio una reggia per il mio principe!” disse Jensen.
“Stupido!”
“Scemo!”
Tutta la classe continuava a guardarli, rapiti, probabilmente non pensavano che il gioco di Jared fosse serio e i due si mettessero davvero insieme, ora l’eccitazione aveva preso il sopravento e alcuni richiedevano a gran voce una nuova scommessa.

“Userete un’altra moneta, però. La mia è riservata a me e Jensen.” disse Jared con un sorriso.
 
 

*

Fu difficile resistere fino a pranzo, Jared e Jensen continuavano a lanciarsi occhiate cariche di desiderio e spesso Jared dovette mordersi la lingua per non farsi venire un’erezione, proprio li in classe.
Voleva andare in bagno per darsi soddisfazione ma allo stesso tempo non voleva avere un orgasmo così, da solo.
Desiderava che fosse Jensen a farlo venire, il suo corpo, le sue mani.
Morse la gomma della penna, gemendo di frustrazione.

Voltò lo sguardo e vide che Jensen lo guardava a bocca aperta.
Probabilmente quel gesto gli aveva fatto venire in mente pensieri sconci.
Oh, Jensen, se sapessi…
 
 
 
*

Forse erano fatti davvero per stare insieme, visto che pensavano allo stesso modo.
All’ora di pranzo, ci fu un po di confusione, perché apparentemente entrambi avevano cercato di afferarre l’altro per portarlo chissà dove.
Risero, per un momento, guardando le rispettive mani che si afferravano i lembi della maglia, poi caddero sul pavimento, ridendo come bambini, sotto lo sguardo divertito degli studenti.

Quando si rialzarono, corsero in bagno, chiudendo a chiave.
 
“Sei pazzo.” Disse Jared, tenendo le mani sul petto marmoreo di Jensen.
Jensen gliele baciò, poi lo pressò al muro, facendolo ansimare.
“Jens..”
Jensen si strusciò su di lui, di nuovo, facendolo ansimare di nuovo.

“N-non qui..non posso..ahhh non posso gridare..”
Jensen gemette.
“Se non ti tocco qui, impazzisco, Jay..sei..bellissimo..e io..”
Jared gli prese una mano e la baciò.
“Abbi pazienza, solo qualche secondo, vieni con me, ti porto in un posto.”
 
 
Jared lo prese per mano e corsero fino a un parchetto poco lontano dalla scuola, in un posto lontano da occhi indiscreti , di passanti e bambini.
“Qui..non viene mai nessuno..perchè la vegetazione è molto folta..mi è sempre piaciuto qui.ho sempre pensato anfff..” riusciva a parlare a stento perché Jensen lo toccava sotto la maglietta e lo accarezzava e gli succhiava la pelle sul collo. “Ho sempre pensato ahhh..che..avrebbero dovuto..fare qualcosa per questa…” disse cingendogli le braccia al collo.

Jensen lo sollevò e lo portò alla riva del fiume, facendolo stendere e massaggiandolo sul torace.
“Finalmente soli..” disse Jensen.
Jared si rispecchiò nei suoi occhi e gemette. Era così bello. Aveva fatto la scelta migliore.

Continuarono a baciarsi fino a quando Jared non gli sbottonò a cavalcioni, la cintura dei suoi jeans.
“Oddio..Jared..sei sicuro che vuoi..io”
“Voglio darti piacere..tanto..piacere..”
Jensen gemette mentre Jared lo accarezzava con languida passione, Jensen si inarcò contro di lui per poi mormorare “Cazzo..sei stupendo..e quando la bocca del moro avvolse la sua erezione.

Jared continuò a fare su e giù, per un po sentendo l’eccitazione crescere sentendo Jensen che gli tirava i capelli.
“Jared..voglio che veniamo, strusciandoci..vorrei..questo..ti..ti va?”
Jared lasciò l’erezione di Jensen e lo abbracciò senza rispondere, poi fu Jensen a cercare le sue labbra e Jared rise, spostandosi.
“Non ti fa..”
“Schifo? Niente di te o di noi mi fa schifo..e tu sei così eccitante..soprattutto ora..” disse Jensen accarezzandogli le labbra con un dito.
Jared sorrise e gli accarezzò il viso.
“Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”

A quel punto si spogliarono e presero a strusciarsi l’uno sull’altro in una specie di danza romantica e passionale.
Gemettero sempre più forte, sempre più forte.
Vennero poi entrambi, prima Jensen, poi Jared lo seguì a ruota.
Gridarono entrambi.
Preda di un piacere indescrivibile.  
















sono sicura che mi vorret strozzare per fare altri missing moment, ma è l'unica maniera ch conosco per far combaciare tutto LOL e poi diciamocelo..è un capitolo così bello questo che, perchp non scriverlo o non leggerlo? LOL dai che quais ci siamo, alla prossima con la loro prima volta!!

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Capitolo 14
*** La pasticceria di Misha ***


Avviso: questo capitolo accade nei giorni successivi al capitolo della prima storia: Lo strano caso della moneta di Jared:

Terrore al lunapark






“Jensen, ma dove mi stai portando…” diceva Jared bendato con un nastro rosso.

“Ecco, adesso puoi guardare.”
Jared spalancò la bocca sorpreso davanti a quello spettacolo.
Era una bellissima città. Si trovava davanti a un viale alberato, ricco di ciliegi in fiore, tutto intorno la città sembrava immersa di vegetazione con tantissimo verde e allo stesso tempo negozi illuminati, le case non erano alte come grattacieli, ma graziose e piccole in tipico stile americane ma con le persiane viola e azzurre, tanto che si poteva vedere nei giardini altrui. Da lontano si vedeva un immenso parco pieno di alberi alti e rigogliosi e le donne con a spasso il cane, davanti a lui c’era un lago bellissimo dall’acqua meravigliosa.
“Che bello! Non sono mai venuto qui.” disse Jared.

“Lo so. Mi sono informato, lo sai? C’è una pasticceria da leccarsi i baffi, e c’è una yogurteria ancora più chic…e e per non parlare delle tavole calde e…di un ristorante italiano che fa un pesce…”
Jared gli buttò le braccia al collo e lo baciò.
“Ehi, piano, tigre.”
“Sei meraviglioso.”

“No, tu lo sei..e dopo quello che hai fatto al lunapark, dovevo dimostrarti che sono davvero fiero di te, di avere un EROE al mio fianco..e..”
Jared corrucciò le labbra.
“L’hai fatto solo per questo?”
“Per questo e perché ti amo.”

“Adesso sì che ragioniamo!!” disse Jared sorridendo radioso.
“Ehm..giusto per l’appunto..c’è un’altra sorpresa per te, sai?”
“ANCORA?? Mi hai regalato un pony??”
Jensen lo guardò con uan smorfia.
“Potresti essere più gay di così?”

“Oh cavolo, peggio per te, se mi regalavi un pony, ti avrei sposato.”
“Woaaa allora è un bene che mi sono salvato in tempo.”
Jared gli diede un calcetto scherzoso e Jensen cercò di ignorare le farfalle allo stomaco che lo avevano colto alla parola sposarsi.
 
 
*

“Sempre meglio. Mi hai portato in un mix tra una tavola calda e una pasticceria. Ti adoro e sappi che non so se riuscirò a non baciarti li dentro.” Disse a mo di scuse, avevano sempre un po timore di incontrare qualche omofobo.
Jensen gli mise un braccio intorno al collo. “Guai a te..se non lo fai.”

Entrarono e Jared fu immerso da un sacco di luce e dal calore del locale, che presumibilmente traspariva dal legno. Il cicaleccio non era fastidioso, anzi, era piacevole, sembravano tutti di buonumore, sia i clienti, sia i pasticceri, i quali non avevano nessun imbarazzo nell’andare in giro sporchi di farina e di crema e avevano un gran sorrisone che elargivano ai clienti.
All’improvviso Jensen venne assordato da un grido.
“MISHA!!”

E davvero, se non fosse che Jensen SAPEVA che erano migliori amici, sarebbe stato un po geloso del modo in cui Jared gli era saltato addosso.
“Piano, cucciolo o questo sarà il mio uitimo lavoro per percosse da ragazzo geloso.” Disse Misha abbracciandolo e sollevandolo.
“Misha..io mi fido del mio ragazzo ciecamente , MA prova a chiamarlo un’altra volta cucciolo e..” disse Jensen sfidandolo.
“CUCCIOLO!!”

“Ok, è ufficialmente il tuo ultimo giorno di lav..”
Non potè continuare che Jared gli stampò un bacio mozzafiato davanti a tutti, incurante di tutto.
“Jared..” gli accarezzò il viso dolcemente, anche se un po intimorito.

“Filate a sedere!!! Vi preparo subito le mie specialità, niente storie. E ragazzi, se non vi baciate per tutto il tempo, giuro che lo farò io con entrambi e metto anche la lingua, giuro, farò indignare così tanto i clienti che se ne andranno e così il padrone mi caccerà e vi sentirete in colpa a vita.”
“Ma non abbiamo ordinato.” Disse Jared ridendo.

“Filate!!” disse lui, mentre Jensen dava uno scappellotto sul sedere a Jared facendolo ridacchiare.
 
 
 
Una volta che si furono seduti sulle sedie celeste e il tavolino verde acqua, Jared gli diede uno scappellotto sul braccio.
“La sorpresa era MISHA!!”

“E vedo che l’hai gradita molto, sono contento, vedo che è riuscita!” disse Jensen soddisfatto.
“Siii. Grazie.” Gli accarezzò la mano. “Ma che cosa ci fa qui?”
“Beh, lui lavora qui.”
“Woa…sono tanto contento..ma dov’è qui?”

“Si chiama Dreamland..lo chiamano paese colorato e pensa che dista solo un’ora e mezza dal nostro paese.”
Jared sorrise ma si incupì un po e Jensen lo notò.
“Ehi, tutto a posto? Cosa c’è, piccolo?”
“Misha..vuole trasferirsi qui?”
Jensen sorrise nuovamente.

“Ah ecco cosa ti preoccupa!! Beh, per adesso è solo un lavoro in prova.,in fondo va ancora a scuola..”
“Si ma dopo..lascerà il paese..e noi?”
Jensen sorrise nuovamente.
“Potrei essere quasi geloso, sai?”

“Jens..non scherzare dai..lo sai com’è difficile rimanere in contatto, una volta finita la scuola..e figurati quando un amico cambia ADIRITTURA CITTà.”
Jensen coprì di nuovo la mano con la sua.
“Anche di noi dicevano non era una cosa seria, perché hai deciso con una moneta, con chi metterti insieme!”
“Sì, ma..”

“Senza neanche un bacio prima!” specificò Jensen. “Ci hanno dato dei bambini di prima elementare, ricordi? Ma non mi è mai importato cosa pensavano gli altri, o se ci ritenevano stupidi, volevo che fosse una cosa seria anche io..e sapevo che anche tu la volevi..e anche se non fosse stato così..sapevo che avevo le carte per farti cambiare idea in corsa,..se ..non mi avessi amato subito.”
Gli occhi di Jared si inumidirono subito.

“Cazzo, ecco, adesso già piangi..io parlo sempre troppo.”
“È sempre stato amore per me..dal primo sguardo..da quando ti ho visto e da quando ti ho parlato la prima volta..”
“Mannaggia a te, allora, potevi scegliermi subito invece di farmi aspettare tanto.” Lo provocò Jensen.

“Ero confuso, da una parte avevo te, e beh insomma.eri..TE..ti avrei scelto subito ma poi Chad..è stato molto difficile capire i miei sentimenti ed accettarli..sapere di dare un dispiacere a un amico..io ..mi sentivo in colpa..mi sento ANCORA in colpa..” sospirò Jared.
Jensen sorrise,
“Sono sicuro che si sta già consolando..sai..ho visto certi sguardi tra lui e Mish..” disse accattivante.
“COSA?? MA NE SEI..”

“Sto per buttarti un quintale di panna montata sui tuoi belli capelli.” Disse la voce squillante di Misha.
Si girarono entrambi, notando Misha che portava una grossa massa di panna e crema e cioccolato. Una specie di torta ma voluminosa come una nuvola.
“Chi deve mangiarla tutta quella bomba di calorie?” disse Jared stupefatto mentre Jensen si lecava già i baffi.

“Voi. Entrambi ovviamente, anche se la tentazione di buttare questa cosa su Bellicapelli è fortissima.”
“Andiamo, Mish..sei uscito con lo spasimante di Jared e MIO RIVALE, pubblicamente..a proposito non ti vergogni? Traditore. Io fossi in te mi vergognerei.” Disse Jensen sfidandolo.
“JENSEN!” Jared era scandalizzato ma poi vide anche Misha sorridere.

“Mi vergogno solo di avere te come amico, razza di stronzone.”
Poi entrambi scoppiarono  a ridere e si batterono un poderoso cinque e Jared sospirò di sollievo. Poi si intrattenne a vederli mangiare il dolce.
 
“Non devi preoccuparti, pulcino, anche dovessi essere preso a tempo indeterminato qui, ho intenzione di rompere le scatole a entrambi il più possibile. Non vi liberete facilmente di me.” disse Misha sedendosi scomposto sul loro tavolo.

“Stavo pensando che se non mi lasci, tra qualche mese magari veniamo a vivere anche noi qui, prendiamo un bell’appartamento economico.”
“Sentilo come corre, la tigre, e come pensi di pagare l’affitto? Non hai un lavoro.”
“Beh mi fai assumere tu no? Se no a cosa serve avere un amico se non ti raccomanda.” Disse Jensen.

“È giusto anche questo. Jared, sei ancora tra noi?” disse Misha, mentre Jared lottava per calmare le farfalle allo stomaco, al sentire parlare di vivere CON JENSEN.
“Beh, mentre si riprende dal suo sogno ad occhi aperti, io vi porto le BEVANDE!” disse Misha , tornando subito dopo con due milkshake, uno alla fragola e uno al cioccolato per Jensen.

Solo che dopo pochi sorsi, Jared andò in braccio a Jensen e quasi dimenticarono i milkshake.
“Mmm..ti amo tanto..”
“Mmm..sei l’unico.che mi fa stoppare dai milk..”
Jared gli battè una mano sulla spalla.
“Ma che dichiarazione è questa?”

“Ehi, guarda che per me lo è. Niente mai mi distrae da loro.” disse sorridendo e riprendendo a baciarlo a bocca aperta.
Carezze languide e tocchi gentili tra i due.
 
 
 
Jared vedeva il suo fantastico ragazzo e il suo migliore amico, discutere concitamente, mentre Misha gli metteva in mano un sacchetto dal contenuto di dubbia provenienza.
Dopo aver pagato e aver digerito quella bomba di calorie, uscirono dal locale e si incamminarono al parco.

“Misha ti ha spacciato della roba?” gli chiese sarcastico e Jensen scoppiò a ridere, tenendosi stretto il sacchetto e impedendogli d vedere.
“Ehi, voglio vedere cosa c’è dentro! “ disse Jared.
“Lo scoprirai a tempo debito. Prima voglio portarti in un posto.”
“Se sono giochini sadomaso sappi che prima dobbiamo ancora fare l’amore..” disse Jared.
Qualcosa si strinse al petto di Jensen a quelle parole.

Mentre camminavano, progressivamente, Jensen gli sollevava la maglietta, cercando di toglierglela.
“Jensen, vuoi farci arrestare, maledizione?” rise Jared cercando di scappare e Jensen si divertì  a rincorrerlo.
“Vieni qui. Andiamo al fiume.”
Portò Jared al fiume, dove delle belle anatre e dei cigni facevano il bagno nell’acqua.

“Jensen..a parte che è vietato fare il bagno..credo..! E poi..insomma..ho paura di LORO!! Potrebbero morderci e insomma..”
“Ah sì? “ gli disse Jensen, che gli aveva ormai levato la maglietta.
Prese un po di pane e dolci dal sacchetto che si erano portati dietro con delle prelibatezze della pasticceria, offerti da Misha e ne gettò un po alle paperelle.
Subito dei cigni li accompagnarono, andando a beccare i dolciumi.
Degli uccellini dopo un po fecero loro compagnia e portarono via i panini.

“Oh..è la cosa più stupenda che abbia mai visto.” Disse Jared.
“Bugiardo. Ti guardi tutti i giorni allo specchio.” Disse Jensen, facendolo arrossire.
“Vuoi davvero..fare..” disse guardando il fiume.
“Cose spinte con te? Certo, tutti i giorni..”
“Jensen..” ma in quel momento Jensen lo prese in braccio e si diresse a perdifiato verso il fiume.
“Jensen, Jensen, no. no, non farlo, Jens!!!”

SPLAAAAASHHH!!! Caddero entrambi dentro.
“Ti…” disse Jared a occhi chiusi, annaspando.
“Amo. Lo so.” Disse Jensen.

“Ti affogo!!” disse Jared, facendo presa con le mani sulle sue spalle, Jensen lo assecondò e restarono sotto per un bacio romanticissimo sott’acqua.
Quando riemersero, Jared gridò.
Gli uccellini e i cigni li avevano circondati, schizzandoli con l’acqua.

“Ti tengo. Jared, ti proteggo io!!” disse lui circondandolo, risero, risero insieme.
 
 
 
Dopo poco, erano sulla riva, circondati da un paesaggio che sembrava un maestoso giardino, però isolato da tutti. Jared aveva infine scoperto che il sacchetto conteneva asciugamani e vestiti di ricambio.

“Avete complottato alle mie spalle. E dire che credevo foste miei amici!” disse Jared infilandosi la maglietta celeste.
“Io non sono tuo amico, sono il tuo ragazzo..” disse Jensen tracciando un dito sulla sua schiena, quella porzione di pelle ancora non coperta dalla maglietta.
Jared sentì un brivido delizioso proprio in quel punto.
“Possiamo essere entrambi..se ti va.”
“Io voglio essere tutto quello che vuoi.”
“Non viziarmi..o potrei abituarmi..”

“L’importante è che non ti stanchi di me..”
Jared lo baciò dolcemente.
“Quanto sei stupido..”
“Lo so..sono stupido di te”

“Si dice PAZZo..comunque non riesco  a credere che dopo quello che abbiamo fatto, sto..stiamo indossando i vestiti di Misha..c’è qualcosa di sbagliato in tutto ciò.” Rise.
Jensen rise di rimando.
“E se dovessero vederci?” chiese Jared, sdraiato al suo fianco e accoccolato contro di lui.

“Diranno che hanno visto l’amore raffigurato..” disse Jensen.
Jared lo guardò e i suoi occhi brillarono di sole e di smeraldo.
“Grazie per esser entrato nella mia vita..” disse infine.
 
 
 
*

Quando infine uscirono dal parco, Jared si stava ancora lamentando.
“Si può sapere che hai? Sei vergine per caso? Potrei offendermi che non vuoi fare l’amore con me o magari hai già un altro e mi tradisci.”
Jensen gli mollò uno scappellotto sul sedere.
“Ehi!!”
“Scusa, volevo solo una scusa per farlo.”

“Ti faccio avere degli orgasmi fantastici! Io davvero non capisco perché non vuoi..”
Jensen lo circondò con le braccia e gli prese il viso tra le mani.
“Smettila di parlare. Non è l’ideale camminare con un principio di erezione, in pieno giorno.”
“D’accordo..ma è che non mi aspettavo dopo la mia scelta di avere a che fare con un veginello..”

Jensen sembrò titubante, ma poi Jared gli morse sensualmente il labbro.
“Oh , non far caso a quello che dico..ti amo immensamente e se tu vuoi aspettare..io aspetterò..potrei aspettare PER ANNI..credimi.”
“Per anni senza fare sesso? Wow..potrei quasi credere che ne valgo la pena.” disse Jensen malizioso.
 
 


*

FLASHFORWARD
Jared stava in ginocchio piangendo a quel ricordo, nella solitudine della sua astronave.
“Oh , non far caso a quello che dico..ti amo immensamente e se tu vuoi aspettare..io aspetterò..potrei aspettare PER ANNI..credimi.”
“Per anni senza fare sesso? Per aspettare me? Wow..potrei quasi credere che ne valgo la pena.” Pensò Jensen malizioso.






















Note dell'autrice: ragazzi, sono ancora sommersa dalla valanga di missing moment LOL
ma piano piano sfoltiamo, credetemi!
Questo capitolo mi è piaciuto tantissimo scriverlo ma allo stesso tempo avevo un'ansia incredibile di postarlo e quindi non ce l'ho fatta ad aspettare di scrivere la prima volta xd
che avverrà finalmente nel prossimo capitolo che spero di scrivere a breve xd
il flashhforward è stata una cosa dell'ultimo momento ma ho pensato ci stava benissimo!!
Ovviamente chi segue questa saga dovrà leggere anche Jared e Misha nello spazio e le altre storie altrimenti non capirà NULLA XD

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Capitolo 15
*** Jensen perde di nuovo la memoria ***


Era passato ormai un po di tempo da quando Duefacce era sparito dalla Terra, ma Batman continuava le sue avventure e spesso purtroppo era oggetto di mire criminali.
L’ultima disavventura che gli fu capitata, era una banda di malviventi che cercarono di fargli ingoiare una pozione che gli avrebbe fatto dimenticare una singola cosa, non tutto sé stesso.

Era studiata per farlo diventare un mago oscuro, al servizio loro, ma Batman, che aveva avuto diverse esperienze di malvagi che avevano cercato di assoggettarlo alla criminalità, era riuscito a scampare a quell’agguato.
In quel momento però un malviente stava per attaccarlo e Batman aveva già una ferita alla testa e non poteva difendersi.
Ma arrivò Misha alle sue spalle che lo colpì con una pistola sulla testa, facendolo svenire.
“TU???” Jensen era basito e incredulo.
“Io..” disse Misha.

Jensen lo guardò stranito e con un’espressione da cucciolo ferito.
“Tanto casino per una cosa che sarebbe meravigliosa se lavasse via anche i brutti ricordi e restituirci chi amiamo..” disse Misha malinconico guardando la boccetta e offrendogliela.
Jensen sgranò gli occhi.
“Cosa stai facendo?”

“Prendila. Fanne quello che vuoi. La memoria è la tua, solo tu decidi cosa vuoi lasciar andare e cosa no. Non meriti di essere usato come una marionetta ma se vuoi puoi usarla su di loro, per rifilare a loro lo stesso destino che volevano riservare a te.”
“I.i-io non…”
“MA so che non lo farai..perchè sei il mio migliore amico..e sei migliore di certe persone.”
Gli occhi di Jensen cominciarono subito a lacrimare.

“Avevi questa tra le mani..potevi usarla su di me..”
“Credi davvero che potrei fare una cosa del genere a te?”
“M-ma io..ti ho abbandonato..ti ho detto delle parole cattive..ti ho detto..addio..e..”
“Ma io ti avevo detto solo arrivederci, Jensen. Bisogna essere in due per dirsi addio così come bisogna essere in due per stare insieme.”
Jense sgranò gli occhi a quella rivelazione.

“Lui..mi ama davvero, non è vero?”
“Più della sua stessa vita.”
“Eppure mi ha lasciato..non mi ha dato nessuna spiegazione..ha lasciato che mi scordassi di lui..”
“Credi davvero di averlo dimenticato? No, il tuo cuore non l’ha mai fatto..e l’hai dimostrato più volte. Qui.” Misha si toccò la mano sul petto.
“Perché?? Perché è successo tutto questo?”

Misha aprì la bocca e poi la richiuse senza una parola.
“Jensen..lui..ha una missione ed è importante..non posso dirti di più…ma sapessi quanto ti ama…lui morirebbe per te..ed è per questo che lui..ha dovuto lasciarti..se avesse continuato a starti vicino, sarebbe vissuto per te e avrebbe tralasciato quello che doveva fare..salvare delle persone a lui..molto care.”
Jensen sgranò gli occhi incredulo. Sembrava un altro ora.
“Non mi stai dicendo delle bugie vero? Misha, ti prego..”

“è la verità ma ti prego, TI PREGO, Jens, sto rischiando molto anche solo dicendoti queste cose..Jared NON VUOLE che te ne parlo..anche solo se tu sapessi..non capisci..potrebbe compromettere tutto..lui DEVE rinunciare a te..altrimenti non riuscirà..ma tornerà..l’ha promesso a me..e l’ha promesso anche a te..”
“Dici..davvero?”
“Guarda dentro il tuo cuore e saprai che non mento.”
Jensen si toccò il cuore sentendolo fare male.

“Sì, lo sento..” poi lo guardò. “Davvero non me ne puoi parlare? Comprometterebbe tutto?”
“Sì.”
“Anche se giurassi di non dirlo a nessuno?"
“Jens..tu non capisci. Ti prego, TI PREGO, non chiedermi più niente.”
Jensen sospirò.
“Lui non voleva che io sapessi cosa sta facendo..”
“Esatto..”

“Ma Misha..come faccio a fidarmi ancora di te sapendo che sai delle cose che mi tieni nascoste? Vorrei essere molto più evoluto spiritualmente in grado di poterlo fare ma sono solo..un essere umano..e lui voleva che tu mi stessi vicino vero? Voleva che avessi un amico.”
“Sì..ascolta, Jens..la supereremo, vedrai, con un po di fiducia tu vedrai le cose in un altro modo, te lo prometto, devi solo aspettare un..”
“Non lo posso fare, Misha.”
Misha si gelò.

“Cosa?”
“Potrei ma non voglio..”
“Jens..ascolta..”
“No! Ascolta TU me, Lui non voleva che io sapessi..lui ha fatto un grande sacrificio, è questo che io sento, questo che il mio cuore dice!” disse toccandosi il cuore. “ E il mio me stesso di ora, è troppo egoista..forse perché ignaro di questo sentimento travolgente che mi ha portato a fidarmi di lui, io non conosco Jared..io conosco solo Dufacce..ciònonostante tutto lo amo, lo amo ma non mi fido di lui, ecco perché non sono degno di un tale sacrificio…”

“Adesso basta, ascolt..” fece un passo in avanti.
“NO!” disse Jensen facendo dei passi indietro., “Il mio me stesso di ora, non ne è degno..MA..quello di prima , sì..”
“Jensen, non capisco, sei sotto shock…io..”
“Stammi vicino quando scorderò chi sia in realtà Duefacce, raccontami una favoletta, dimmi che lui non mi ama, e che sia scappato lontano..raccontami quello che vuoi e io ti crederò..”

“JENS, NO!”
“Perchè è questo che fanno gli amici.”
“JENSEEEEEEN!” gridò Misha mentre Jensen prendeva la pozione.
 

Raccontami quello che vuoi e stammi vicino, Misha…
Prendimi e poi riportami indietro
Stammi vicino fino a quando i miei ricordi torneranno..
Non so quello che ricorderò dopo, ma so quello che ricordo ORA..
Tutto..tutto quello che avevo dimenticato, mi passa davanti come uno scherzo, una burla di un bambino.

Jared..il suo amore..la sua innocenza..il suo candore..
Cosa ti hano fatto amore mio?
Per un amore così..è giusto forse sacrificarsi
Per un amore così è giusto aspettare
Per un amore così io finirei anche all’inferno.
Ora è il mio momento di sacrificarmi per te, amore mio.

So che non è niente il mio sacrificio, solo una goccia in un mare di tutto quello che hai fatto tu per me
Ma questo è il mio modo di sdebitarmi
Possa dunque questo arrivare fino a te, dovunque tu sia ora..
 
“Perché l’hai fatto, Jensen, perché?” gli chiese Misha prendendolo tra le braccia. Era svenuto.

“Dunque fino a questo punto, lo ami? Fino a questo punto, Jensen? Ho sottovalutato i sentimnenti che provavi, perdonami, amico mio,”
Si asciugò le lacrime e lo prese in braccio come una sposa, come se non avesse peso.

“E va bene, Jensen. Farò come mi hai chiesto, ti starò vicino..e lo aspetteremo insieme, amico mio. Lo aspetteremo fino a che non tornerà da noi e allora saremo tutti insieme.”






















Note dell'autrice: lo so, lo so, dovevo scrivere della prima volta di Jared e Jensen, ma non ce l'ho fatta a scrivere di un capitolo che , sinceramente, poteva attendere, rispetto a un altro secondo me più urgente, infatti chi sta leggendo il seguito, saprà che Jensen in ospedale, è del tutto ignaro del fatto che Jared è Duefacce, in più si parla con Misha, è una cosa a cui dovevo porre rimedio in qualche modo xd
ci sarebbero altri missing moments da raccontare, tipo come reagisce Chad al ritorno di Misha, cosa racconta lui agli altri, ma non so se ce la posso fare..vedremo!!

Bisogna essere in due per dirsi addio così come bisogna essere in due per stare insieme.”
cit fumetto di Dylan dog

non chiedetemi il numero, non lo so LOL ahha

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Capitolo 16
*** Il ritorno di Misha a casa di Chad ***


Erano le tre di notte quando Misha piombò davanti casa di Chad.
Un tonfo, chissà da quale altezza.
Ma era il cuore che doleva.
A stento riusciva a vedere. Era tutto buio.
Dopo pochi minuti, un portone si spalancò e piedi scalpitanti percorsero il terreno.

“Chi c’è? Chi c’è’”
Dio..quella voce… Misha voleva gridare, chiamarlo, dirgli il suo nome, ma scoprì che l’emozione più intensa ti lasciava le parole incastrate in fondo alla gola.
Misha? S-sei tu? Sei tu?”

Chad tremava così tanto, Misha riusciva a capirlo perfino da li. Pensò che avrebbe dovuto portarsi un cappotto.
“Oh dio, oh dio.”
Chad lo aveva illuminato con il cellulare, Misha pensò stupidamente che era stato abituato a ben peggio, le luci dell’astronave erano molto più potente e per ultima..la luce della moneta era quasi più potente di quella del sole.

“Ce la fai? Misha, ce la fai ad alzarti? Misha, parlami.”
Parlare? Era già tanto se non gli vomitava addosso, per fortuna Chad sembrò capire infine che non era il caso di insistere e lo prese tra le sue braccia per sostenerlo e portarlo in casa.
Uno dei motivi che lo avevano fatto innamorare di lui: sapeva sempre quando doveva smettere di insistere.
 
Si accorse a malapena di essere messo sul divano. Gemette dal dolore. Aveva male dappertutto, le ossa, la testa gli esplodeva e da quando l’aria terrestre era così pesante?
“Piano, piano..” disse Chad mettendogli la testa sul cuscino, poi non ce la fece più e scoppiò a piangere.

Misha aprì a fatica gli occhi.
“Non piangere..”
Chad non lo ascoltò e singhiozzò più forte.
“Sei forte..gli uomini forti non piangono così..”

Chad continuava a lacrimare ma smise di singhiozzare e lo guardò.
Misha gli asciugò una lacrima.
“Ti amo.”
Il viso di Chad venne rischiarato da una espressione felice e sofferta insieme.

Gli prese il viso tra le mani e dolcemente, con una delicatezza estrema gli stampò un bacio sulla bocca.
“Dove sei stato, amore?” gli chiese dolcemente, mettendogli una mano sulla guancia.
“Dappertutto..e da nessuna parte…” mormorò Misha nel delirio, guardando nel vuoto.

Chad si chiese che cosa vedeva, probabilmente galassie e mondi sconosciuti.
“Va bene, va bene..riposati..ne parleremo..vuoi..qualcosa? Devo portarti in ospedale?”
“NO.” fu il tono fermo di Misha. “Sto bene. Ora che ti ho al mio fianco.”
E dolcemente si addormentò.

Ma Chad non riuscì a tranquillizzarsi. Lo lasciò dormire, ma con il timore di non vederlo più riaprire gli occhi, lo vegliò tutta la notte.
Non dormì, era uno straccio al suo risveglio, aveva le occhiaie, ma quando Misha aprì gli occhi, tutta la stanchezza sembrò passargli, il suo cuore era finalmente guarito e si era strappato via i cerotti che aveva affisso.



*


Nonostante fossero passate già delle ore, Chad non riusciva a dormire. Aveva sentito tantissimo la mancanza di Misha. Tantissimo.
Nonostante avrebbe voluto saltargli con le braccia al collo subito, temeva che MIsha avesse bisogno di spazio, di calma, di riposo e soprattutto silenzio, oltre che di cure mediche, ma fu Misha sorprendentemente a saltargli al collo, incollandogli le labbra alle sue.
Oh, il sapore di Misha, era il sapore del suo ragazzo.

Le loro lingue si fusero insieme e Chad pensò a come facessero tante persone a detestare i baci con la lingua, prediligendo i baci a stampo.
Il bacio con la persona che ami, è la fusione più bella che esista,oltre a fare l’amore, non ci avrebbe rinunciato, mai.

Misha gli allacciò le braccia al collo e lo baciò ancora più impetuosamente, si baciarono per almeno quindici minuti, poi dovettero staccarsi per mancanza d’aria.
“Oh, Misha, quanto mi sei mancato.”

“Anche tu, tantissimo, non vedevo l’ora di tornare da te.”

“Potevi. Perché tu..n-non..” si morse la lingua, non voleva giudicarlo o rimproverarlo. Nelle loro telefonate che Misha aveva fatto a lui per rassicurarlo che stava bene e non era stato rapito o stava male, gli aveva spiegato che non poteva dirgli cosa stava facendo e dov’era, ma tutto quello che stava facendo aveva a che fare con l’amnesia di massa che aveva colpito la popolazione.

Chad gli aveva spiegato che il governo aveva spiegato che un folle aveva sparso una specie di gas  che aveva avuto questi effetti, di cancellare grossi pezzi della vita delle persone e che famiglie intere ne avevano fatte le spese, in particolare una, che aveva perso un figlio.

Chad gli aveva chiesto cosa sapeva di quel ragazzo, ma Misha lo aveva pregato di non fargli domande, non poteva dirgli cosa c’entrava lui, ne cosa stava facendo, solo doveva fidarsi di lui e aspettarlo.

“Mi hai aspettato per un anno. Non avrei potuto amare un ragazzo migliore di te, non esiste un ragazzo migliore di te, per me. Non desidererei amare nessun altro.” Disse Misha, mettendogli le mani sul viso.

E sempre con la stessa passione, andarono in camera da letto a recuperare il tempo perduto.


















Note dell'autrice: ritorno FINALMENTE dopo un anno, per cercare di finire questa storia!
Ho voluto accennare a delle probabili telefonate che Misha ha fatto a Chad mentre era nello spazio con Jared, perchè mi sarebbe sembrato troppo stronzo da parte sua, far preoccupare tutti e anche la sua famigla! I fondo tutti avrebbero dimenticato Jared, non Misha xd Lol purtroppo anche di questa cosa ci ho pensato con gravissimo ritardo, colpa mia e ho dovuto rimediare
mi piace pensare che Misha, seppur non volendo tradire la fiducia di Jared o gettare l'allarme spiegando cosa stava facendo, abbia voluto rassicurare cmq i famigliari e iò suo ragazzo, spiegando che stava facendo qualcosa che aveva a che fare con questo mistero, ma senza spiegare che cosa.
Le eventuali pressioni che possano avergli fatto una volta tornato e come lui sia riuscito a resistere e le spiegazioni che ha dato..beh, è meglio non occupamene ora xd
magari ne accennerò in futuro ma non in questa raccolta xd che spero cmq di finire nel prossimo capitolo conclusivo di questa storia, in cui racconterà finalmente la prima volta di JARED E JENSEN XD

Chiedo perdono a chi aspettava (ma non credo siano molti visto che di questa storia sembra non freghi niente a nessuno) la continuazione di questa storia, ma è una storia difficile e avevo preferito scrivere storie che mi coinvolgevano di più!
Solo ultimamente mi sto accorgendo del grande sbaglio che ho fatto, bisognerebbe sempre cercare di finire le proprie storie prima di cominciarne altre , altrimenti diventa tutto un circolo vizioso in cui ti ritrovi mille storie non finite e annessi sensi di colpa! Senza contare che i sensi di colpa ti impediscono pure di continuare le nuove, insomma, un caos!
Cmq non vi stresserò più di tanto con questa storia, ve lo prometto, ora era necessario che scrivessi del ricongiungimento tra MIsha e Chad, scusatemi ma era troppo importante, io ci tengo alla liason Jared/Jensen ma non voglio nemmeno fingere che non esista questa coppia e non voglio nemmeno sminuirla, passando subito oltre senza raccontare ALMENO quando lui è tornato, ma non la tirerò tanto per le lunghe, prometto.

Avrei potuto fare un capitolo più lungo, lo so, ma mancando da oltre un anno,devo ritrovare la sintonia e l'empatia con questa storia e quindi riesco a scrivere poco a poco, dovrebbero cmq essere tre capitoli in tutto, sempre se non si allunga nuovamente, e poi i missing moments saranno conclusi :))

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Capitolo 17
*** Chad e il suo incontro con Bobby ***


Avviso: ragazzi. se volete rileggere la visione che ha Chad nel capitolo, ecco il capitolo a cui fa riferimento:

Il viaggio nello spazio






“Hai fatto un viaggio nello spazio, vero? Puoi dirmelo, se è così.” Disse Chad, dolcemente.
Misha trasecolò.
“Come..come diavolo fai a saperlo?” gli chiese.
Chad sorrise, ricordandosi quello che era successo, diverso tempo fa.
 
 
La lontananza di Misha bruciava più forte che mai e le telefonate con lui, per rassicurarlo, si erano interrotte.
Si ricordò di una frase che lesse da qualche parte in un libro intitolato “’acchiappasogni.”
Non serve gridare, per quanto gridi forte non ti sente, le linee telefoniche sono interrotte.
Chad si sentiva esattamente così.
Era bello, parlare con Misha, anche solo se lui delirava di luce fiammeggianti, di calore, di quanto alla fine siamo piccoli davanti all’immensa distesa del cosmo.
Era incredibile quanto ci preoccupiamo di comunicare quando abbiamo una persona vicino a noi, ma abbiamo solo silenzio attorno a noi, mentre quando no possiamo averla vicina, anche una cosa banale diventava una cosa grande, pur di parlarci.
E ora questo silenzio. Questo MALEDETTO SILENZIO.


Non sapeva neanche perché, Chad, era capitato in un sito che parlava di alieni e di viaggi spaziali, un trafiletto lo incuriosì.
Parlava di un uomo, un certo Bobby Singer, che sosteneva di esser stato licenziato dalla Nasa perché aveva permesso che degli individui non bene identificati, avessero rubato una NAVICELLA SPAZIALE, inoltre era stato deriso, per il fatto che sosteneva che i ladri fossero due ragazzini!
Ovviamente non era stato creduto, si pensava che fosse in traffichi loschi e avesse acconsentito personalmente al furto della navicella, altro che due ragazzi che volessero viaggiare nello spazio.
Bobby era quindi scappato per evitare una pena carceraria e un processo.
Sotto c’era la sua mail fittizia, per uiteriori informazioni.

Vi prego, se sapete qualcosa su questi due ragazzi, contattatemi, potrebbero essere in pericolo.
No perditempo.
A quelle parole il cuore di Chad era battuto più forte, qualcosa gli diceva che uno dei ragazzi poteva essere proprio Misha.

Conservava quasi nessun ricordo di quello che era stato il loro addio, sapeva solo che gli aveva detto di cercare qualcuno, presumibilmente il tizio scomparso.
Non sapeva ancora perché per loro fosse così importante, forse erano AMICI dello scomparso.

Sapeva che Jensen era uscito così tanto devastato da questa storia che si era allontanato da tutti e aveva addirittura cambiato città e lui aveva perso il suo fidanzato, così senza un motivo.
Questo Bobby poteva essere il suo unico contatto con lui.
 
Gentile Signor Singer, mi chiamo Chad Murray, ho letto la sua storia, credo che uno dei ragazzi che lei possa aver incontrato, sia il mio fidanzato disperso da oltre un anno, chissà dove, lui mi disse che doveva cercare qualcuno, credo si tratti di un nostro ex compagno di scuola, mi duole non poterle dare altre informazioni ma la nostra città è stata colpita da una brutta epidemia di amnesia, credo sia al corrente dello scandalo intitolato Amnesty City di un anno fa; la prego, mi permetta di parlare con lei, il mio fidanzato potrebbe trovarsi con lo stesso ragazzo che è scomparso un anno fa, durante l’amnesia collettiva della città e ritenuto da alcuni responsabile dell’amnesia. Non posso parlare di cose troppo personali per mail, ma vorrei davvero parlare con lei.

Chad rilesse la mail più volte, dopo averla inviata e si diede dello stupido.
Sembrava così disperato! E nella mail sembrava davvero un ragazzo goffo e imbranato con una storia strampalata alle spalle, perchè lui avrebbe dovuto anche solo rispondergli?
E invece con sua grande sorpresa, gli rispose:
 
Caro ragazzo, devo dire che mi ha molto sorpreso la tua mail, temevo fossi l’ennesimo perditempo che mi contattava solo per insultarmi, ma leggo una sorta di sincerità nelle tue parole, ho perso il mio unico lavoro e non mi rimane molto altro che le parole ormai, da  scambiare e da offrire, la tua storia mi sembra vera e perfino più strampalata della mia, ti allego il mio numero di cellulare in modo da poter parlare a voce di cose che hai ragione, non è prudente scambiare per scritte.

Ps non so se per il to bene, devo sperare che siano davvero delle persone che conosci, ragazzo.
 
Sotto c’era allegato il suo numero.

A Chad batteva fortissimo il cuore nel petto, si sentiva emozionato e dovette restare per mezz’ora a cercare di calmarsi.
Lui finora era un ragazzo insignificante come tanti altri e a breve avrebbe parlato con un tizio che lavorava per la Nasa e avrebbe parlato con lui di viaggi tra le stelle, forse addirittura di ALIENI.
Per un attimo la sua bolla di emozioni minacciò di dissolversi.

E se avesse chiamato e gli avesse detto che i tizi non erano minimamente le persone che conosceva dalla descrizione?
E se l’avesse chiamato e si fosse risolto con un nulla di fatto senza la possibilità do verificare?

E se lo stava solamente prendendo in giro?
Si fece coraggio e lo chiamò.
“Pronto?”
“Pronto, signor Singer, sono Chad.”
 
Chad non avrebbe minimamente pensato che una semplice chiamata potesse essere così emozionante, temeva che il signor Singer lo liquidasse entro poco, che fosse lui stesso un cialtrone, ma più parlavano, più sembravano in sintonia, anche se il signor Singer era comunque restio a fidarsi di un ragazzino per telefono.
“Saresti disposto ad attraversare un continente per parlarmi?”

A Chad quel palloncino di felicità si sgonfiò appena seppe quella cosa.
Quasi scoppiò a piangere.
“Non posso venire, come faccio? I miei non me lo permetterebbero mai e non ho soldi.”
Bobby sembrò deluso, ma si riprese quasi subito.

“Per i soldi posso spedirteli io non c’è problema.” Ma si rese conto subito che il problema era un altro.
Il ragazzo non se la sentiva di fare un viaggio così da solo.
Era comprensibile.
“Non hai nessun amico che ti accompagni?”

Chad si sentiva quasi sul punto di piangere. Di amici ne aveva, ma superficiali, nessuno era così importante da spingerlo a confidarsi su quello che provava da quando Misha era scomparso, di nessuno si fidava così tanto.

“Va bene, ragazzo, non ti preoccupare, manderò io delle persone a prenderti se a te sta bene, ma devi fidarti di me, verrai senza fare storie? Ci parlerò io con tua mamma e tuo papà, ma è meglio che ci parli dopo la tua partenza, escogiterò una scusa credibile, credimi, sono il maestro delle bugie.”
Chad non era molto convinto e alla prospettiva di fare un viaggio all’insaputa dei suoi, si sentiva male, ma era come nei film, i protagonisti per ottenere delle cose, dovevano accettare di fare uno scambio equivalente.

Non aveva mai fatto niente di così rischioso, un salto al buio così grande. Per quanto ne poteva sapere, quell’uomo avrebbe anche potuto essere un ciarlatano, un perditempo o stupratore di ragazzini, ma qualcosa gli diceva che doveva fidarsi di quell’uomo, dalla foto sembrava che avesse un animo buono.
Ed era forse il suo unico legame con Misha.,
 
 
Tre giorni dopo, aspettava davanti al suo bar preferito, quando vide tre ragazzi di poco più grandi di lui, sui 25 anni, avvicinarsi e offrirgli un cappuccino e delle brioches.
“S-siete..vi ha mandati Singer?” chiese subito stranito, vedendosi il tavolino pieno di croissant fresche di pasticceria calde e un cappuccino davanti a lui.

“Schhhh non dire il suo nome in pubblico.” Disse Gabe, mettendosi un dito sulla bocca.
“Gabe, non lo spaventare!” gli battè una sberla sulla testa, Balthazar. “Scusa, mio fratello è un idiota.”
“Lascia stare il mio ragazzo o ti spezzo le ossa, angioletto.” Disse un altro tizio dai capelli biondo cenere.

Baltahazar rise. “Questo ragazzo sgarbato è Luc, ma tutti noi lo chiamiamo Lucifero.”
Chad lo guardò sbattendo gli occhi.
“Dai, mangia la tua colazione. Non abbiamo tutto il tempo.” Sbuffò Luc.
“Scusalo, è un po arrogante, ma ti assicuro che se lo conosci meglio, è adorabile.” Disse Gabe.

Chad finì la sua colazione con l’ansia in gola e poi andò in macchina, mentre i ragazzi facevano il possibile per metterlo a suo agio, dopo un po si tranquillizzò e anzi si pentì di aver pensato male, insomma quei ragazzi sembravano proprio dei bravi ragazzi, non dei maniaci. Continuavano a battibeccarsi per tutto il tempo ma Chad trovava quel rumore piacevole, era da troppo tempo che intorno a lui, faceva sempre silenzio.
 
Quando arrivò all’aeroporto, quasi gli dispiacque.
“Eccoci qua, tesoro, per curiosità, hai pensato che fossimo in realtà dei maniaci sessuali e che avessimo intenzione di abusar di te in uno spiazzo deserto?” chiese Luc.
“Neanche per cinque minuti.” Disse Chad senza scomporsi.
Gli altri due scoppiarono  a ridere.

“Faccio così poca paura?” chiese Luc imbronciato.
“Non prendertela, Luc, forse sono io che ho una cattiva influenza su di te.” Disse Gabe, avvicinandosi a fargli una carezza sul viso.
“Umpf, ma la volete finire voi due? E comunque non mi sembra proprio che Gabe sia l’immagine della decenza e castità, prima di conoscerti, ne ha fatte mille e una.” disse Balth.

“Gabe? Cosa intende dire?” chiese lui sospettoso.
Gabe rise e fischiò insieme, e Chad non potè fare a meno di scoppiare a ridere fragorosamente.
Adorava quella comitiva.
 
 
Il viaggio in aereo fu tranquillo e goliardico, Luc continuava a buttare patatine addosso a Balthazar dall'altro lato dei sedili e alla fine lui ricambiò con un bicchiere di coca cola buttato addosso.
“Non hanno paura che poi devono risarcire i danni?” chiese Chad rivolto a Gabe, nella corsia di sinistra - Lui e Balthazar erano seduti nella corsia di destra.

“Nahhh! In realtà i nostri ruoli ci permettono sempre di farla franca.” Disse Gabe ridacchiando, cinque minuti dopo sembrò stancarsi del teatrino, e appoggiò la testa sulla spalla di Luc, addormentandosi. Dopo circa 5 ore, altre delle quali per raggiungere l’edificio dove era situato Bobby, che sembrava più una fabbrica mischiata a una casa insieme, Chad stava crollando dal sonno, non era abituato a tali viaggi e di chissà quante ore.

“Ce l’avete fatta ad arrivare! Oh, ragazzo,eccoti. Sei più giovane di quello che mi aspettavo. Sei ancora ivo? Che ne avete fatto di lui?” chiese squadrando i tre scalmanati che continuarono a fischiare innocenti. “Vuoi riposare un po?”
“No. Non ne ho bisogno, sono impaziente di sapere.”
“Mmm con calma, ragazzo, non dirò un bel niente, se prima non accetti la mia cioccolata ai chicchi di caffè, una mente addormentata è una mente poco ricettiva e in questi casi il caffè e il cioccolato fanno miracoli.”

Chad si arrese e mentre sorseggiò la cioccolata, era davvero squisita, compresi i chicchi di caffè che galleggiavano in cima, si alzò chiedendo stupidamente della panna montata, Gabe rise, indicandogli il frigorifero, mentre si alzò, poggiò una mano sulla spalla di Bobby e si sentì scosso dai flash.
All’improvviso vide cose che lui non aveva mai visto, come il loro primo incontro.
 
Si accorse a malapena che aveva le guance rigate di lacrime e che era stato steso su un divano.
“Ragazzo, come ti senti? Dimmi che stai bene o ti porto immediatamente all’ospedale.” Disse lui.
Chad riaprì gli occhi a fatica.
“Io ho visto..delle cose..” disse lui.
“Che genere di cose?” indagò Bobby.

Quasi ebbe un mancamento quando Chad gli raccontò per filo e per segno quello che aveva visto.
“Sei un sensitivo? Un veggente? Un mago?” a ogni nuova domanda, Chad rispondeva di no.
“Magari è un sensitivo inconsapevole.” Disse Gabe.
“Vengo tempestato da queste visioni, quasi ogni notte, non avrei mai pensato di poterle trasmettere anche a qualcuno, altrimenti l’arei fatto pur di farmi credere! Non capisco perché tu sia l’unico che ci riesca!” disse Bobby.

“Forse perché sono coinvolto emotivamente con uno di loro.” disse Chad sentendo gli occhi di nuovo umidi. Guardò di nuovo Bobby.
“Credi che siano finiti davvero nello spazio?”
Dentro di sé sperava che l'uomo gli rispondesse di no, ma lui scosse la testa.
“L’hai visto anche tu, dopo che mi hanno addormentato, io ho perso conoscenza, l’ho ripresa solo per vedere se l’astronave era sparita..ma..ragazzo, far partire un’astronave non è mica così semplice, non si può semplicemente..farla partire! Ci sono delle procedure da rispettare, due ragazzi non  ce la potrebbero mai fare.”
“Ma loro non sono dei ragazzi qualunque vero? Che cosa ci nascondi, Chad?” chiese Balthazar.
“Niente, ve l’ho già detto, Misha non mi ha mai detto di niente che andasse fuori dall’ordinario..non si fidava di me forse, stavamo insieme da poco, magari si è lasciato scappare qualcosa dopo, ma con la cosa dell’amnesia..io l’ho dimenticato!”

Bobby sbuffò.
“Ti ha mai parlato di un eventuale fratello?”
“Nisba. IO credevo..ho sempre creduto che Misha fosse figlio unico.”
 

“Non riesco a…a crederci. Chad!!”
“è stato un duro colpo per me, vedere quella visione, Misha. È tutto vero? dimmelo!”
“S-sì. Sì.”
“Dunque sei stato davvero tra le stelle. Ma Misha..che diavolo..come hai fatto..e soprattutto perché??”
“Io..io non so se..”
“Ascoltami” Gli disse Chad, inginocchiandosi davanti al divano e prendendogli le mani. “Io non ti farò pressioni, se vuoi che ti do del tempo, te lo darò..hai trovato almeno quello che cercavi?”
Misha abbassò lo sguardo.
“No.”
Chad lo abbracciò.
“E il ragazzo che cercavamo?”
“Sì..lui..lui sta bene..sì..”
“D’accordo. Mi basta. Per il momento. Certo desidererei che tu mi dicessi anche il resto, ma sai, puoi dirmelo quando ti sentirai pronto, non voglio forzarti, voglio che tu DESIDERI raccontarmelo, Mish. Scegli tu il modo, se tramite una visione, o scrivendomi una lettera, voglio fare parte del tuo mondo, della tua missione, anche io, perché so, Misha, LO SO, che qualunque cosa tu abbia fatto, mi hai reso fiero di te. Non ho dubbi in proposito. Sono geloso sai? Delle stelle che hanno potuto averti vicino a loro per oltre un anno.”

Misha lo ringraziò con un bacio pregno d’amore, Chad si abbeverò di quelle labbra, si specchiò nell’azzurro dei suoi occhi, amò quegli occhi, baciò quegli occhi , dopodichè Misha lo prese in braccio, lo stese nel letto e lo fece suo.
Ancora, ancora, ancora.
Lo fecero tre volte, quel giorno. A letto. Nella doccia e nella soffitta.
Tanta passione per tanto amore.
E sembravano non esserne mai sazi.
Misha faceva gridare Chad talmente era deliziato dal piacere, facendogli raggiungere un climax che non aveva ricevuto mai prima.
Un orgasmo così intenso che non aveva mai provato.
Era il modo di Misha per dirgli che lo amava e che lo ringraziava.
Mentre pensava a come fare per raccontargli tutto.
Voleva che fosse un modo speciale.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, questo capitolo non era previsto assolutamente, non so perchè l'ho scritto, mi sono allacciata a una cosa che dovrò scrivere nel prossimo, anche se apparentemente non c'entra nulla con questo capitolo LOL ma Teamfreewill la ringrazierò sempre , mi ha ricordato che Chad già sapeva nell storia principale, di Jared, e ho voluto crearmi questa cosa, tenendo anche presente il fatto che Bobby è già cmparso e volevo avere una scusa cmq per farlo tornare di nuovo xd
nel possimo davvero Misha raccontrà a Chad tutto e troverà un sistema molto bello!

PS stavo per dimenticare: non era in programma inserire anche Gabe, Balthazar e Luc ma ora sono contenta di averlo fatto :))

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Capitolo 18
*** Preparati per il nostro appuntamento ***


Avviso: questo capitolo si rifà al capitolo 14 

La pasticceria di Misha






“Jensen, perché stiamo per entrare in un albergo?” chiese Jared stranito. “Tra l’altro, anche abbastanza costoso?”
“Fidati di me, amore mio.” gli disse Jensen.
“No! Io lì non ci entro con queste borse, sembriamo degli accampati.”
Jensen rise.
“Credevo fossi il tipo più ribelle dei due, così mi deludi!!”

“Ah sì??? Adesso ti faccio vedere io chi è il ribelle!!!” disse Jared correndo dentro la hall.
“Ehi, dove scappi, vieni qui!” disse Jensen correndogli appresso.
Jared però a quanto pare aveva intenzione di giocare con lui e si nascose dietro una bellissima pianta verde.
Jensen lo acchiappò da dietro.
“No!! Ah, lasciami! Aiuto, aiuto!”
La receptionista, che era bionda e aveva uno stretto chignon e uno sguardo dolce che traspariva dai suoi occhi azzurri, li guardò curiosa.

“La prego! è uno stalker che mi perseguita dall’Italia, non so cosa voglia da me!” disse Jared con fare teatrale.
“In realtà fingo solo di essere italiano, sono una spia spagnola in incognito per rubare le sue finanze.” Disse Jensen.
Jared non potè fare a meno di scoppiare a ridere e non tentò più di divincolarsi.
La receptionista sorrise intenerita.
“Lui è il tuo ragazzo? è più carino di quanto pensassi.”
Jensen avvampò imbarazzato e Jared fece un sorriso sornione.

“Lui PENSA di essere il mio ragazzo, in realtà ne ho ufficiali due, lui è solo l’ufficioso.”
Jensen si beccò una sberla in testa.
La receptionista scoppiò a ridere.
“Lo scusi, è imbarazzato perché non si aspettava lo portassi qui, fa tanto il gradasso ma è un timido.”

“Lo immagino, beh, questa è la vostra camera, buon divertimento e buon soggiorno.” Fece l’occhiolino.
 
Salirono la scalinata mentre Jensen sculacciava il sedere di Jared.
“Sei stato davvero un bambino cattivo.”
“Mi hai portato a tradimento in un albergo extra lusso! Dovevi avere minimo una punizione.”
“Mi aspettavo un premio.”
Jared si fermò, si voltò e allacciò le braccia la suo collo.

“Non scherzare..Jensen, non voglio che spendi i tuoi sodi qui per me, senti, mi basta il pensiero, ora torniamo indietro e dici alla receptionista che ci hai ripensato e..”
Un’altra sculacciata.
“AHIO. Ma allora hai un feticismo per il mio sedere. Ehm, scusi.” Disse rivolto al maggiordomo che aveva indicato loro la stanza e portato le borse all’interno. Infatti i sacchetti erano più di uno e contenevano sicuramente dolciumi dati da Misha, ma Jensen si trattenne due borse per lui e Jared non aveva la benchè minima idea di cosa ci fosse dentro.
Jensen sghignazzò senza ritegno.

“Oh, al diavolo, sei fortunato che sei così carino.” Disse Jared attaccando le sue labbra e finendo seduto sul pavimento assieme a lui.
Jensen si zittì, intrecciando le labbra alle sue, dando il via a una danza morbida e sensuale e appassionante e vibrante d’amore.
“Mmm, no..quando mi baci non riesco a ragionare.”
“Meglio! Sarà più facile irretirti nel mio incantesimo! Ehm, però magari è meglio in camera eh??” cercò di spingerlo dentro ma Jensen si immobilizzò lì. “Jensen? Dai, muoviti, non vorrai restare qui.”

“In realtà sì.” Disse lui.
“COSA??”
Jensen sospirò rumorosamente, sembrava di sentirsi come uno scolaretto alla sua prima cotta.
“Jared..io..ho in mente..cioè..ecco..sai, una sorpresa..”
“Che stai dicendo, Jensen?”
“Tu adesso entri là, da SOLO, e io vado da Misha.”
Jared si sentì immobilizzato.
“Non sto capendo. É..successo qualcosa a Misha?”
“Cosa?? No, no,stupido.” Rise. “No, ok, lo stupido sono io..è che non so come dirti..che..io voglio invitarti a cena, ecco.”
Gli occhi di Jared si sgranarono in realizzazione.

“Oh..sei proprio uno stupido, lo sai? Mi hai fatto prender un coccolone. Ma perché questo ti impedisce di entrare in camera con me?”
“Perché ecco io..voglio fare le cose per bene!” sbottò lui. “Sai, un vero appuntamento, voglio che entrambi ci prepariamo per questa serata, per la cena..sai..DA SOLI..”
A Jared girava la testa.
“Ma Jensen, noi due siamo venuti qua insieme.”

“Oh, e fammi contento dai.” Disse Jensen con fare sensuale, accarezzandogli il collo. “Voglio aspettarti, voglio contare i minuti, le ore che mi separano da te, voglio immaginarti nudo che ti fai la doccia, immaginare come ti vestirai, attendere con ansia che ti presenti alla cena..”
“Ora me lo stai facendo venire duro.”
Un’altra sculacciata.
Jared rise.
“Potrei abituarmi a questo.”

“Sto cominciando a sospettare che lo fai apposta perchè ti piace.”
“Mi piace come TU mi sculacci, ti immagino mentre me lo fai a letto..”
Jensen stava per rispondere ma Jared attaccò di nuovo le sue labbra, ma in modo più soffice e morbido stavolta.
“Mmm..Jensen..”
“Jared..”

“Non ho niente di elegante per vestirmi stasera..ti dovrai accontentare di questo..” poi i suoi occhi si sgranarono in realizzazione.
“I sacchetti che hai in mano!! Aspetta, è lì??? Stai nascondendo UN VESTITO??” cercò di acchiappare uno dei due sacchetti per vedere ma Jensen con un sorriso li tenne fuori dalla sua portata.
“Sei un monello.”
“E dai, Jensen, tanto lo vedrò comunque tra tre ore!!”
“Dai per scontato che sia il tuo eventuale vestito? Magari sono delle manette, o una frusta sadomaso!”

“Hai appena ammesso che avrò un vestito e anche che non vedi l’ora di portarmi a letto! Io fossi in te, la smetterei di parlare prima di compromettermi del tutto!”
Jensen gli prese il volto tra le mani e gli soffiò un bacio dolcissimo e intenso, trattenendo le sue labbra per dieci secondi.
Jared si staccò con il fiato mozzo.

“Ci vediamo alle 20.30 in punto, nella sala ristorante di questo albergo. Sarò il tipo con la rosa bianca.”
Questo ammutolì Jared per cinque secondi.
“Ehi, Jensen? Tu e Misha non prendetevi gioco di me, voi due insieme siete pericolosi! Lui ti ha reso più pervertito!”
“Secondo lui, è opera tua.” Disse Jensen sbucando la testa dall’angolino, prima di svanire come l’aria.

Jared si affrettò a varcare la soglia della stanza finalmente, ma non guardò neanche la stanza., ma sia appoggiò alla porta con la schiena appoggiata, guardando il vuoto.
Non esisteva neanche la stanza, lui nella testa era con la mente a Jensen, a come gli faceva sentire le farfalle nello stomaco come se fosse ancora il primo giorno, a come riusciva sempre a stupirlo, alla loro relazione, a come esaltava il suo fanciullino, alla serata.

Erano solo le cinque, quelle ore non sarebbero passate mai, lo immaginava.






















Note dell'autrice: ragazzi finalmente sto x scrivere la prima volta tra Jared e Jensen ahha i ricordate che avevo cominciato ma poi non avevo più finito? ahha xd
ora voglio finire questa cosa, ma dovrete avere pazienza perchè come avete visto, ci saranno diversi step, almeno 3 o 4, non riesco a fare un capitolo unico xd anche se poi li riunirò tutti, per non spezzare la magia LOL
ho amato tanto scrivere questo capitolo e non vo

ps quando Jared pensa al fanciullino, non è che ha un bambino nascosto da qualche parte, no eh!! ahhah parla del fanciullino di Pascoli :))

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Capitolo 19
*** La cena ***


Il vestito

 
 
Jared credeva che gli interessasse davvero scoprire cosa ci fosse in quei sacchetti.
Ora però che non c’era Jensen e che gli aspettava un appuntamento davvero galante con lui, non gli importava.
 
Aveva capito dalle scatolette che aveva intravisto nel sacchetto,che si trattava di dolciumi, ma non voleva aprirli, voleva farlo in compagnia di Jensen, con lui.

Ora che lui mancava, riusciva solo a pensare al fatto che non vedeva l’ora di cenare con lui, di scoprire il vestito che voleva donargli, perché c’era un vestito, se lo sentiva! Non era importante, si diceva, mentre si lavava sotto la doccia, che fosse un bel vestito, ma contava giusto il fatto che era stato un pensiero scelto PER LUI.
Jensen che aveva preso un vestito per lui, che lo immaginava mentre faceva la doccia.
Jensen…

È possibile essere così tanto innamorato di una persona? Come se gli appartenessi da sempre..come se fosse la tua..anima gemella..
La schiuma lambiva il suo corpo, Jared si insaponava con le mani, immaginando fosse Jensen a farlo.
Pregustando quando sarebbe andato a cena con lui.
 
Quando alle 20:00 arrivò un cameriere con il suo vestito, Jared sgranò gli occhi.

Scartò un pacco lungo e blu, trovandosi davanti un completo blu scuro.
Il completo sembrava catturare due colori, era blu ma aveva delle scintille di azzurro, brillava, come se avesse catturato anche la notte, era fatto di velluto..era..magico.
Lo amò dal primo momento.
 
Quando arrivò alla sala, e individuò Jensen, rimase senza fiato, vedendolo vestito di BIANCO.

La cena



La sua rosa bianca, scintillava nella sua mano.
Gli sorrise e Jared si innamorò una volta di più del suo sorriso.
“Stai andando a sposarti?” gli chiese Jared, appena Jensen lo prese per mano per invitarlo al tavolo.
Jensen proruppe in una risata e i suoi occhi brillarono una volta di più.
“Se io sono lo sposo, tu sei il mio principe azzurro?” gli chiese allusorio.

“Davvero un gran bel vestito. Mi manca solo il cavallo bianco, Jens, dove me l’hai nascosto?”
“Sotto i miei pantaloni."” disse Jensen.
Jared spalancò la bocca e Jensen scoppiò in una risata.
“Oh, Jar, dovresti vedere la tua faccia, stavo solo scherzando.”
“Peccato.” Disse lui, godendosi la sua faccia.
Jensen ci mise un po per riprendersi.

“Io..cameriere..anzi, no, vado a prendere io…il..il vino.”
Jared sghignazzò.
“Certo.”
 
Quando Jensen tornò, con un vino rosato, era un po meno rosso, di prima, Jared si perse a guardarlo intenerito.
“Ho qualcosa sul viso?”
Jared scosse la testa sorridendo.
“Mi chiedevo..perchè il vino rosato?”

“Io..uhh non c’è una ragione..non ti piace?” si agitò.
“Tutt’altro, ma è così..atipico..quasi come se fosse..SPECIALE..”
Jensen si ammutolì, fissandolo.
Jared gli prese la mano sul tavolo e la intrecciò alla sua, teneramente.
“Questa giornata per me è TUTTA speciale.” Disse ancora Jared.
“L-lieto di s-sentirlo.”

“Mmm..è molto buono.” Disse Jared, degustando il vino. “è dolce.”
“LO so, l’ho scelto apposta, perfino quando bevi, vuoi la dolcezza.” Disse Jensen ridacchiando.
“Sei bellissimo, lo sai, vero?” gli chiese Jared, fissandolo. “Il bianco ti dona, cioè scusa, non sto commentando il vestito che mi hai regalato ma davvero, sono ammaliato da come ti sta il tuo.”
“Preferiresti che facessimo cambio?” lo provocò Jensen.
“Stupido.”
Jensen sorseggiò il suo vino.
“L’ho scelto pensando a Lucifero, sai?”

Jared trasecolò.
“Il diavolo??”
Jensen rise.
“Mi ha sempre stupito come venisse chiamato STELLA DEL MATTINO,era il più bello di tutti gli angeli e si dice che..il suo corpo trasparisse pura luce, mi affascina.”
“Ti affascina il diavolo, interessante.”

“No, mi affascina, la LUCE..in generale. Che mondo sarebbe senza luce? Lucifero non ha saputo conservare quella luce, l’ha buttata via, trasformandola in oscurità, è un monito per tutti noi, affinchè conserviamo sempre la luce che è dentro di noi e non la lasciamo mai spegnere.”
Jared rimase a fissarlo, inebetito.
"Si, lo so, è una cosa stupida..”

“No..è..è meravigliosa.. mi viene in mente una frase del piccolo principe,  Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le puo' spegnere “ disse Jared.
 Si guardarono negli occhi e una nuova complicità sembro farsi strada in loro, Jensen e Jared ordinarono l’arrosto e delle patatine fritte, poi metendosi a ridere per come sembrasse poco elegante per una cena così, infatti i camerieri li guardavano un po straniti.

Come dolce, Jared decise per entrambi, una bella torta di mele, ne presero tre fette ciascuna, alla seconda Jensen disse:
“Vieni qui.” e invitò Jared sulle sue gambe.
“Jensen, ma siamo in un ristorante!” sorrise, guardandosi attorno.
“Mi puoi anche rovesciare l’arrosto addosso, per come sto adesso. Credimi.”
“Mi piacerebbe metterti alla prova.” Sorrise Jared, ma si sedette in braccio a lui comunque,

“Sta tranquillo, piccolo.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Jens, ma se c’è qualcuno omofobo?”
Jensen rispose mettendogli le mani sul viso e baciandolo.
“Mmm..”
“Se anche ce ne fosse qualcuno, in questo momento è guarito per diventare nostro shipper. Da una malattia all’altra.”
Jared scoppiò a ridere,
“ è una bella malattia.”

“Concordo. E poi avrebbe scelto la ship migliore! Avanti, mangia.” Lo imboccò.
“Vuoi anche il caffè?” gli chiese ancora.
“Voglio saltarti addosso.” Gli sussurrò Jared.
Jensen si dimenticò perfino di lasciare la mancia, corsero via insieme come se avessero avuto i demoni alle calcagna e si infilarono dentro l’ascensore sotto gli sguardi attoniti dei clienti.

Una volta dentro, Jared gli saltò addosso davvero.
“Sei un idiota.”
“Tu di più.” disse Jensen e sottolineando la cosa, lo baciò.
Quando l’ascensore si aprì, non riuscivano comunque a smettere di baciarsi, infatti sbandarono un sacco di volte, e fecero fatica ad aprire la stanza di Jared.
 
“Jensen..” disse Jared, finendo sul letto, con il corpo schiacciato di Jensen su di lui.

“Vedi quella luna, Jar?” gli chiese indicando la finestra “Tu splendi ancora di più.”
“Sei ubriaco, troppo vino.” Disse Jared baciandogli le dita.
“Lo so, sono ubriaco di te.”
“Lo dici solo perché..vuoi portarmi a letto.” Disse Jared, attirandolo di più contro di lui.
“è un buon modo per farlo..dicendo la verità..” rise Jensen.

Si spogliarono a vicenda e Jensen lo riempì di baci fino a mozzargli il respiro.
“Siamo arrivati al momento dunque?” chiese Jared, intrecciando le mani alle sue.
“I tuoi occhi brillano, davvero, lo vuoi così tanto?” gli chiese Jensen.
“Tu no?” cercò di trattenere una smorfia di delusione.

“Non pensarlo..è che…sei così bello..è come se” un’altra carezza “pensassi che..non voglio rischiare di farti male o..che profanarti sia in un certo senso..sacrilego.”
Jared rise.
“Io dentro di te, posso solo brillare ancora di più.”
Jensen trasecolò.
“Lo pensi veramente?"
Jared annuì.

“Io e te, siamo fatti affinchè i nostri corpi si incastrino insieme, siamo NATI per questo, solo in questo modo possiamo essere davvero completi.”
“Ohh..ed eccolo qui, che quando sono con te, tutte quelle cazzate sulle anime gemelle, cominciano ad avere un senso.” Disse Jensen, accarezzandolo sulla guancia.






- Continua.... -
























Note dell'autrice: la bella notizia è che FINALMENTE dopo sto parto durato un anno, la loro prima volta dovrebbe essere raccontata nel prossimo capitolo xd
spero vi sia piaciuto questo capitolo! ^_^ alla fine delal storia dovrebbero mancare DUE capitoli, sempre se fa la brava e non si allunga

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Capitolo 20
*** La nostra prima volta e i dolciumi di Misha ***


Jared incitò Jensen a prepararlo, con il lubrificante che si era portato dietro nella giacca.
(“Dai un sacco di cose per scontate eh Jens?” “Ma dai, se sono settimane che mi preghi per farlo!” “Sett..ma che bugiardo! Presuntuoso..arrogante..” )
Era bello vedere come Jared si inarcava sia all’indietro che contro di lui, tenendolo, come se si stesse spingendo contro un’altalena ma volesse portarselo dietro.
Era questa la sensazione che Jensen colse, come se Jared volasse nel cielo, attraverso le stelle, e le nuvole, e volesse portarlo con lui.
E Jensen era grato di tutto questo. Sapeva che mai e poi mai Jared lo avrebbe lasciato indietro.
“Ahhh..mmmm..” Jared andò incontro alle labbra del biondo, durante la preparazione.
“Ti faccio male?” gli chiese lui dolcemente.
Jared si perse nel tono vellutato del biondo e non rispose.
“Jar? Mi devo fermare?” chiese allarmato lui.
“Eh?? No, no, no! Non ti azzardare.” Disse Jared perentorio e Jensen quasi rise.
Era così bello quando rideva.
Jared pregò che quella voce melodiosa la avrebbe riservata  a lui, soltanto a lui.
“Ahhh..”
Jensen che si spingeva dentro di lui.
Era lui che gli stava dando quel piacere, era PER LUI, ed era GRAZIE A LUI che stava provando quelle emozioni, quel sentimento,quel PIACERE.
“Tu sei..l’unico..” disse Jared e si morse il labbro.
Sperò che Jensen non lo avesse sentito.
Le loro mani si incatenarono, come se fossero mani gemelle, di gemelli separati alla nascita.
Jared non poteva sapere che Jensen stesse pensando a quel pensiero.
 
 
 
 


*

“Mmmm..Jensen..”
“Mmm…”
Jared lo abbracciò più stretto.
“Non dovresti..uhhh..portarmi, tipo, la colazione?” gli chiese, sarcastico.
Jensen lo guardò, deglutendo e il moro scoppiò a ridere.
“Scherzavo.” Disse, dandogli un leggero bacio sul collo.
“Meno male! Mi stavo già preoccupando, non voglio lasciare presto questo letto e poi..”

“E poi?” gli chiese Jared, omettendo di dirgli che anche lui non voleva separarsi dalle sue braccia.
“E poi..voglio sentire i volatili dentro di me, ancora per un po..” disse Jensen allusorio.
Jared restò a fissarlo inebetito, per dieci secondi.
“Volat..ma..ohhhh..”
Jensen sorrise.
“Ma..stai dicendo..le..” disse paonazzo, facendo un gesto con le mani come a indicare delle ali che fluttuavano, capendo che si riferiva alle famose FARFALLE NELLO STOMACO.

Jensen rise, un po sarcastico, un po imbarazzato.
“Oh..” ripetè.
“A te non insidiano? Non importa, ne ho già io abbastanza per entrambi.”
“Vieni qua, stupido.” Disse Jared attirandolo al suo petto, e facendogi sentire il suo cuore che batteva.
“Oh..” fu il turno di Jensen di ripetere l’alfabeto.
“Già. OH.” Disse Jared.
Jensen mise una mano sul suo cuore, intenerito.

“Ora mi batte più veloce. Complimenti.” Disse il moro sarcastico.
“Jared..io sono FELICE..”

Jared lo baciò e stavolta fu un bacio lungo, passionale.
“Mmm..dimmelo se..mi puzza l’alito.” Disse Jared.
Jensen rise. “Hai paura? Io non sento niente, magari è l’amour.”
“O magari siamo fortunati.” Disse Jared. “Ma sarà l’amour! Senti, volevo chiederti qualcosa a proposito di quelle scatoline misteriose che ho trovato nella borsa.”
Jensen lo guardò malizioso.

“Stai morendo dalla voglia di vedere cosa c’è dentro eh?”
“Cosa? No! è che..”
“Posso scommetterci che ieri sera non vedevi l’ora di fuggire dalla cena per scoprire cosa c’è dentro.”
“Certo! Era per quelle che non vedevo l’ora di venire via.” Disse Jared allusorio e Jensen sorrise, imbarazzato e compiaciuto.

“Sai, avrei potuto vedere subito, ma volevo aspettarti.” Disse Jared accarezzandogli il dorso della mano.
“Davvero?” gli chiese lui intrecciando la mano alla sua.
“Davvero!”
Jensen lo fissò.
“Tutta questa poesia mi ha fatto venir voglia di farlo ancora.”
Jared lo spinse, rosso in viso.
“L’abbiamo fatto due volte stanotte!”

“E sei già stufo? Hai quasi diciott’anni, andiamo!” lo prese in giro Jensen.
“Certo. È facile parlare, quando non è il tuo culo a essere..”
“Non mi sembrava ti lamentassi ieri notte.” Disse Jensen, tenendolo sotto di lui con fare sensuale. da dominatore, mettendogli le mani ai lati della testa.
Jared si leccò il labbro.

“Non prima di aver fatto colazione.”
“Rifiutato per un croissant.”
“Un croissant e un cappuccino. “
“Ah..allora..”
“Mi accompagni?”
“Dopo ieri come potrei lasciarti?”

Jared sbuffò. “Lo sapevo che ti piace una sola cosa di me.” disse, ma il suo cuore gli andò più veloce. Prese la mano di Jensen e cercò di spingerlo fuori, ma il biondo lo bloccò.
“Jared?”
“Mm?”
“Non vorrai andare in boxer a fare colazione!”
Jared lo mollò come scottato.
“Ops!”
Jensen rise.
 
Qualche minuto dopo, una volta che si furono lavati e vestiti, uscirono dalla stanza.
Jensen riprese la parola.
“Jared?”
“Mhmh..”
“Non vorrai andare fino alla hall tenendomi per mano.”

Jared si imbronciò e gliela tolse.
Jensen la riprese.
“Sei come una ragazzina. Amo tanto questo di te. Sei la mia Samantha. “
 
 
 
Quando tornarono nella stanza d’albergo, si divertirono a scartare i dolciumi regalati da Misha. C’erano tantissimi dolcetti fantasiosi,alcuni erano delle fantastiche riproduzioni molto simili dei dolcetti di Harry Poter, c’erano cioccorane e anche le gelatine tuttigusti più uno, ma c’era anche una moltitudine infinite di creazioni di Misha. Jared e Jensen erano estasiati.
“Oddio, guarda, Jensen, cos’è questo? Un ghiacciolo a forma di cristallo!”
“Stupendo! E questo gelato ha la forma di un castello! Misha è un genio! Un genio!”
“Questo budino è a forma di torretta. E queste praline..”

“Dobbiamo subito andare a congratularci con lui.”
“Ehm.sì, ma Jens..sai cosa ci aspetta appena andremo da lui,vero?”
“Cosa ci aspetta? Che ci propinerà altri dolciumi? Beh, non mi sembra così grave!”
“Ci chiederà se abbiamo bombato!” disse Jared.
Jensen lo guardò ed entrambi scoppiarono a ridere.
Poi si abbracciarono, tenendosi stretti.

“Sarà tanto imbarazzante?”
“Sì, lo sarà. Vuoi evitare? Possiamo sempre telefonargli e dirgli..” disse Jensen accarezzandolo e dandogli un bacio sulla testa.
“NO.” lo fermò Jared, sciogliendo l'abbraccio. “È il nostro migliore amico e non voglio che il fatto che stiamo insieme, cambi la nostra amicizia, e con NOSTRA intendo anche la nostra, Jens..”
“Jar..”

“Nulla deve cambiare, solo..migliorare..”
Jensen gli accarezzò il viso.
“Con te al mio fianco io posso solo essere migliore.”
Jared si commosse e Jensen lo baciò.
“Questi begli occhi devono piangere solo di gioia, almeno per me.”
“Tu..mi rendi felice..”
“E tu rendi felice me.”

Si baciarono di nuovo e fu un bacio carico di promesse.
 
La giornata passata con Misha, fu bellissima, ad un certo punto il padrone gli diede un giorno di permesso per stare con gli amici e andarono addirittura in tre sulla moto di Misha, rischiando anche una multa, ma era bello e spensierato fare qualcosa di trasgressivo una volta tanto.
Jensen e Jared erano così contenti che gridavano spensierati.

“Yuuuuu.” Mentre il vento scuoteva loro i capelli, Misha si sentiva vivo come non mai, per lui sapere di essere la causa, o anche solo una briciola della loro felicità era come guardare un lago, in cui nuotavano paperelle e cigni e tuffarvicisi in mezzo, mentre gli animali non scappavano spaventati, ma restavano lì, per nulla turbati dell'intrusione.






















Note dell'autrice: eccoci qua! è stato un parto ma ce l'ho fatta xd
spero vi sia piaciuta la cosa dei dolci, ho sempre trovato affascinate l'idea di creare dolci nuovi, tipo come quelli di Hogwarts in Hp.
Poi non so voi, ma mi immagino Misha come uno creativo e ce lo vedo bbenissimo a fare cose del genere xd
per la cosa della moto, LO SO, LO SO che non bisogna andare in tre su una moto xd non prendetelo ad esempio per favore
ho voluto solo scrivere una goliardata che spesso i ragazzi/adoescenti fanno.
Dovrebbe mancar un solo capitolo a questa raccolta e sarà dedicato di nuovo a Chad e Misha!! :))

Ps credo l'abbiate capito tutti, ma lo ripeto anche qui, questi missing momenti sono riferiti tutti ALLA PRIMA STORIA, mi auguro che nessuno di voi abbia fatto confusione e pensi mi riferisca al presente, a quando Jared torna dalla spazio, è tutto PRIMA XD 

Una cosa IMPORTANTISSIMA: quando parlo nel testo di Jensen che ha la sensazione che Jared è su un'altalena e vola fra le stelle è un'allusione al suo prossimo viaggio nello spazio e anche quando c'è la metafora sui gemelli, è un rimando a quella trama, sia dei gemelli di Jared che di quello di Jensen xd non ero sicura che le metafore le coglieste e anche se ho un mal di stomaco TREMENDO e non avevo più voglia di aggiungere dettagli nelle note, mi sono resa conto che erano cose importanti che dovevo precisare anche qui per chi non le cogluesse xd mi amate? e dai su,AMATEMI, mi sono snche sforzata , puyre con il mal di stomaco xd  

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Capitolo 21
*** Ricordi dallo spazio ***


Avviso: in questo capitolo si parlerà di riferimenti a visioni di capitoli passati riferiti alla storia Jared e Misha nello spazio, allego qui i link ai capitoli 1 e 2:

Cap 1 Il regno degli animali

Cap 2 Il mondo delle idee





“Ancora…ah…ah…ancora…ancora..” Chad a cavalcioni su Misha, facevano l’amore.
Era alienante ed elettrizzante al tempo stesso, fare l’amore con il tuo ragazzo, che era scomparso da più di un anno.
Era più dell’orgasmo, forse più dell’estasi anche.
Era fuoco, passione, ghiaccio, era un viaggio senza tempo.
Era AMORE, stelle, luna, e ancora passione e di nuovo le stelle e dei pianeti senza cosmo, un cosmo senza FINE.
“Amore..” ansimò Chad, non sapeva se si riferiva a MIsha o all'amore universale che gli dava la sensazione di sentire il cosmo dentro di sè. Forse entrambe le sensazioni.
Chad si sentiva svenire.
 
Ora era nello spazio.
Era semi cosciente ma si sentiva VOLARE.
Non poteva controllarlo, era come essere sparato con un cannone a una felicità che avrebbe osato definire violenta.
Non poteva fermarsi, non poteva controllarsi.
Aveva..
PAURA.
La velocità, fa paura. Quando ti sbalzano a una velocità che è troppo per la tua andatura contro la tua volontà, contro i tuoi temi, è come una violenza.
Gli esseri umani si lamentano della lentezza, vorrebbero tutto VELOCE ma se fosse veloce come volessero loro, ne morirebbero.
Troppe le emozioni, la loro anima non potrebbe sopportarlo.
Così come il loro CUORE.
Vide Misha dentro un'astronave.
Una cucina fittizia, la riproduzione perfetta di un ambiente famigliare perfetto, ma la cucina era perfetta ma vuota, e Misha era triste al suo bancone.
Era con..l’uomo che cercava.
Ma..
Chad si inginocchiò., sentendosi mancare.
Un dolore al petto lo trafisse.
Non aveva provato mai nulla del genere.
Nemmeno per Misha, forse.
Era come se gli venisse strappato qualcosa dal petto.
Si toccò la mano e vide che reggeva un cuore.
“NO. Noooooo.”
Jared si strappava il suo e reggeva un cuore d’oro, che poi diventava nero.
 
La visione cambiò e vide scenari che non riconosceva.
Un mondo in cui c’erano scimmie giganti, che sembravano impazzite.
Correre per la foresta.
Strani umani, con strani aspetti, erano nudi, ma lunghi come elefanti, sembravano avere avuto mutazioni genetiche, si arrampicavano sugli alberi.
Vide un gatto dalla forma umanizzata, era tigrato, inseguiva qualcuno, poi venne atterrato da qualcun altro.
Un altro umano, stavolta dalla pelle rossa, si chinò ad abbracciare l’altro.
Come due..fratelli..
Fratelli..questa cosa voleva dirgli qualcosa ma non capiva..non capiva.
Tutto ciò lo riempì di tristezza ma anche di delizia.
E poi di nuovo la visione cambiò.
Si sentì sollevare in cielo, si vide in aria, le gambe tremavano ma di gioia e felicità.
Era attorniato da cupole gigantesche, sfere enormi e colorate come palloncini, sembravano contenere qualcosa.
Forse la felicità eterna.
Si sentì come un bambino al parco giochi.
Fece per afferrarne una e si sentì COMPLETO, come se il sole l’avesse raggiunto e fosse entrato dentro di lui.
Vide in lontananza un castello ma poi si sentì precipitare.
“NO. NON VOGLIO. NOOOOOO.”
Non voleva lasciare quel mondo meraviglioso. Non poteva. NON VOLEVA.
 
“Noooo…nooooo..”
“Chad, svegliati, Chad.“
“NO.” gridò balzando in piedi.
“Chad-“ MIsha lo guardò stranito. “Mi hai fatto spaventare enormemente.”
“Perché mi hai svegliato? Io ero…FELICE.”
“Felice?? Ma se stavi piangendo.”
Chad si toccò le guance rigate di lacrime.
“Piangevo per la felicità, ero in cielo. Ero circondato da sfere enormi, colorate, meravigliose, in lontananza ho visto ance un castello..non mi sono mai sentito così…cos’hai Misha?”
“Cos..cos’altro hai visto?”
“Prima di quello ho visto strani esseri, esseri umani ma nudi come animali, correre in forma verticale e poi ho visto una navicella..ho visto te..e il ragazzo..”
Misha strinse i pugni e si alzò.
“Non era un sogno vero?? Tu quelle cose le hai vissute DAVVERO.”
“Io.”
“Diosanto, Misha, non mi hai mai detto queste cose durante le tue telefonate!”
“Non era facile. Non volevo farti preoccupare.“
“Certo, perché non mi sono preoccupato molto di più e….e…”
“Chad?? Che ti prende?”
Chad si tenne la testa e tutto sembrò sbarrare attorno  a lui.
“Chad?? CHAD!!”
 
“Che diavolo ha il ragazzo alla faccia??” disse attonito.

Misha lo guardò incuriosito dalla sua reazione.
“Non credi sia un mostro?”
E Jared per l’emozione tornò normale.
“Non dire sciocchezze..sono stato io a dirti che volevo venire con te, ma sono preoccupato, Jar..”
“Preoccupato per me? E perché mai?”

“Per la tua..faccia..i tuoi..poteri..li usi sulle PERSONE.”

Sei riuscito ad espanderlo fino a questo punto??”
Jared sorrise compiaciuto.
“A quanto pare si.”
 
Castravamo gli animali per non fargli avere dei cuccioli o non provavamo neanche a salvare quelli malati, solo perché credevamo che la vita di un gatto non valesse poi molto in confronto a quella di un umano.. se si ammalava uno di noi, c’erano gli ospedali, le visite mediche..le operazioni, se si ammalava un animale, spesso si ricorreva all’eutanasia per non farlo soffrire.
Abbandonavamo i cani sull’autostrada, effettuavamo la caccia, allevavamo delle bestie solo per poi ucciderle o per farne pelliccia, usavamo le cavie da laboratorio..uccidevamo le zanzare..e tanto altro ancora.
Non era un mistero che molti di loro si erano ribellati.

Mi sentivo così triste, ancora di più mi sentivo triste per Misha, lui non aveva fatto mai niente contro nessuno e tantomeno a un moscerino, non era giusto che dovesse pagare proprio lui.
 
“JARED, VIENI!”

Misha mi chiamava, mi chiamava, ma io fui ipnotizzato da qualcosa di inaspettato.
Mi voltai e c’era un uomo gatto, tigrato, arancione.
Lo guardai, lo guardai per un tempo immemore.
Jensen amava i gatti tigrati.
Lo avrebbe amato.
 
mi buttai su di lui, spingendolo di lato, salvandolo appena in tempo da una macchina in corsa.
 
“Chad. CHAD. CHAD.”
“Lasciami…v-vedere..”
Chad si svegliò , trovandosi tra le braccia di Misha. Si era accorto a malapena che nella discussione, si erano alzati e avevano lasciato la camera, ora si trovava sul pavimento del salotto, a terra tra le braccia di Misha.
“Non sono tornato dallo spazio per perderti.” Disse il moro.
Chad aveva le guance piene di lacrime.
“Il..il gattino..”
“Quale gattino?”
“Jared. ha..ha salvato l'uomo gatto!”
Misha lo fissò con la bocca aperta.
Dov’è??” chiese Chad aggrappandosi a lui. “Dov’è MIsh? Dov’è il nostro amico? Cosa ci faceva laggiù?”
Misha per lo sgomento non riuscì a rispondere subito.
Chad aveva ricordato Jared.






















Note dell'autrice: allora ragazzi!! Che ne dite di questo capitolo? ahhah
in TEORIA avrebbe dovuto essere l'ultimo capitolo, infatti questo capitolo non era previsto e si è scritto da solo xd
mi sono resa conto che ancora Chad non ricordava nulla di Jared ma..avrebbe dovuto, prima o poi no? xd
non riesco a immaginarmi Chad che per sei anni rimane allìoscuro, è più forte di me
c'è una spiegazione anche x il fatto che abbia ricordato tutto solo ora, fidatevi, lo spiegherò ,ma riassumerò il tutto
vi piace l'idea che Chad abbia avuto visioni di quello che Misha e Jared hano vissuto? Ve l'ho detto, non era preventivato
ma oggi mentre scrivevo, questo capitolo si è praticamente scritto da solo e per una volta ho scritto davvero una cosa che non era prevista, solo mossa dal sentimento, lasciando perdere la voglia di finire subito la storia e non mi capita spesso xd ^_^
Chad, la piccola crisi che ha avuto sul finale è perchè la sofferenza e la malinconia di Jared lo hanno distrutto! :)) 

ha un senso anche come reagisce Chad alla fine! Lui finora non si ricordava di Jared, razionalmente sapeva che c'era questo ragazzo di cui non ricordava, ma non significava niente per lui, non gli diceva niente, ora che ha ricordato, entrano in campo sentimenti come amicizia, affetto..e si preoccupa..emotivamente non è razionale, pensa subito: cosa ci fa lui li? poi piano piano accetta il fatto che è prorio lui e non sarà facile 
io ho trovato sempre affascinnate il campo tra sentimenti e ragione, quando siamo presi dalle emozioni agiamo in modo totalmente diverso che quando non lo siamo :))
a presto!! e il prossimo dovrà essere davvero l'ultmo :))

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Capitolo 22
*** Ricordare Jared ***


Avviso: le parti in azzurro sono stralci del capitolo 7, quando Chad e Misha si separano. Non credo ci sia bisogno di linkare un capitolo che è nella stessa raccolta xd i flashback sono stati segnati in azzurro per aiutarvi a distingurli dal presente






“È ANDATO NELLO SPAZIO DA SOLO? L’HAI LASCIATO DA SOLO?”
“Chad, calmati adesso..” Misha cercava di frenarlo, ma Chad era incontenibile, si teneva i capelli come se volesse strapparseli di dosso.

“NO CHE NON MI CALMO. HAI IDEA DI COSA SIGNIFICA? LO SPAZIO..L’UNIVERSO..NON C’è NIENTE E TU…L’HAI LASCIATO SOLO!”

“Jared non è un bambino sprovveduto o bisognoso di protezione!! Ha poteri che neanche immagini, tu non sai le cose che può fare, lui..”
“Perché non me l’hai detto?” chiese Chad mettendosi le mani sul viso.
“Cosa??”
Chad lo guardò accusatorio, le lacrime agli occhi.

“Che era LUI. Che era lui il ragazzo scomparso.”
Misha lo guardò sgranando gli occhi, prima di sbottare.
“TU NON RICORDAVI UN BENEAMATO CAZZO DI LUI, COME TE LO DEVO DIRE? NULLA, NISBA,, NADA! CI HO PROVATO A FARTELO RICORDARE MA TU NIENTE!”

“Avesti dovuto insistere..provare ancora..” Chad scuoteva la testa.
“Ci ho provato, tu non hai idea di quanto..”
“Ma se te ne sei andato!!”

“SCUSA SE DOVEVO AIUTARE E PROTEGGERE IL MIO AMICO, PRINCIPINO DEL CAZZO!”

“Sì, BEH, SCUSA SE NON SOLO PER TE, LUI CONTAVA QUALCOSA!”
Misha lo guardò astioso.

“Ma certo..ECCO il fulcro della cosa. Tu non hai mai smesso di essere innamorato di lui.”

“Non essere ridicolo, non rigirare le carte ora a..” poi lo guardò con sospetto. “Non hai voluto dirmi niente perché sei geloso di lui?”
Misha lo spinse, facendolo quasi cadere.

“Sei RIDICOLO. RIDICOLO. Io ho attraversato le STELLE, LE STELLE PER TE, IDIOTA. SAI COSA SIGNIFICA ATTRAVERSARE LE STELLE, LO SPAZIO, IL TEMPO, LA DISTANZA? CREDI DI SOFFRIRE perché NON MI HAI SENTITO O VISTO PER UN ANNO? CREDI CHE QUESTA SIA DISTANZA? NO, LA DISTANZA NON è VEDERE UNA PERSONA O AVERE LA POSSIBILITà DI PRENDERE UN TRENO PER ANDARLA A TROVARE MA NON VOLERLO FARE. IO..IO DAVVERO NON POTEVO..LA DISTANZA ERA INCOLMABILE, IMPOSSIBILE. IRRAGGIUNGIBILE DA COLMARE.”

Chad lo ascoltava a bocca aperta.

“Ma IO ho sfidato l’impossibile, per te. SOLO PER TE SONO TORNATO. Ho sofferto, non volevo lasciare il nostro amico, non volevo, CAZZO!” prese un vaso e lo fracassò sul pavimento, facendo sussultare Chad. “HO LITIGATO CON LUI, MI SONO IMPOSTO DI NON PENSARTI, MI SONO FATTO UN INCANTESIMO, TUTTO PER NON LASCIARLo SOLO, HO VOLUTO SOFFRIRE IO, PUR DI NON FAR SOFFRIRE LUI E TU,…TU MI RIPAGHI COSì?”

Chad cercò di afferarlo per trattenerlo.
“Perdonami..io..”
Misha si divincolò.

“NO! TU..TU LO AMI ANCORA!” gli puntò un indice accusatorio.
“NO! TI GIURO DI NO! IO NON.”
“Tu cosa?”

“Io non volevo essere messo in disparte! Ok non ricordavo..ma avresti dovuto costringermi, portarmi con voi di peso..”

Ma ti senti cosa stai dicendo? Secondo te sono un sequestratore?? Secondo te l’amore è questo? Una costrizione? Avrei dovuto rapirti contro la tua volontà? Per cosa poi?”
“IO avrei ricordato..avrei capito..”

“CERTO. Tu avresti capito! Quando e come? E SE! E nel frattempo? Jared aveva bisogno di ME, DI ME! perché L’UOMO CHE AMAVA NON C’ERA Più . Oh c’era ma non poteva più aiutarlo, sostenerlo! Aveva bisogno di UN AMICO e non di un amico innamorato che non poteva dare tutto il cento per cento a lui, perché aveva un suo compagno, non un amico che aveva una felicità che lui non poteva avere! E IO avevo bisogno che tu fossi al sicuro! QUI.”

Chad si prese la testa tra le mani.
“Credevo che avresti capito..credevo che mi avresti accolto in modo diverso..”
“M-Misha..perd.”

Ma Misha se ne era appena andato, chiudendogli la porta in faccia.
 
 
 
 
*

Si stava ubriacando come non mai, Chad ancora sperava che se avesse bevuto a sufficienza sarebbe crollato e si sarebbe addormentato e si sarebbe risvegliato nel suo letto, capendo che sarebbe stato tutto un sogno.
Non era così che si era immaginato il ritorno del ragazzo che amava.

Misha aveva ragione, lui era uno sciocco, si era comportato come un ragazzino geloso, capriccioso, immaturo.
Misha era un EROE, chissà quante cose miracolose e imprese mirabolanti degne degli eroi dell’antica Grecia, aveva compiuto, chissà quante cose aveva salvato,quante  persone incontrato,chissà quante cose aveva scoperto, forse i misteri del cosmo , ora tornava sulla terra,  avrebbe meritato un tappeto rosso e si trovava davanti un ragazzino piagnucoloso.

Pianse ancora di più desiderando affogare nel whisky con le lacrime, ma non successe ovviamente.
La potenza dei ricordi lo sommerse come un uragano.
Non ricordava Jared, fino ad oggi.
Non aveva idea fosse lui il famoso ragazzo.

C’era qualcosa di strano nel ricordare solo ora una persona di cui tu ti eri dimenticato.

L’irrazionalità prede il sopravvento e irrazionalmente te la prendi con le persone che invece sapevano, erano a coscienza dell’incapacità del tuo cervello di immagazzinare e ricordare una cosa così importante.
Come se avrebbero dovuto..come se fosse stata una LORO SCELTA non aiutarti a ricordare.

Chad voleva essere migliore di così, davvero voleva essere per Misha cura e consolazione e medicina, un elisir d’amore per quando sarebbe tornato  a casa.
Ma quando si è trovato lui stesso nel dolore, è crollato.

Accusava Misha, lo aveva deluso, non avrebbe mai creduto lui potesse fargli una cosa del genere, abbandonarlo nella inconsapevolezza, isolarlo, lasciarlo isolato da tutto e da tutti.
Questo era il potere dell’egoismo!

Desideriamo SEMPRE stare al centro della scena, al centro dell’attenziione, crediamo di essere sempre i soli che meritano di sapere, i più importanti, crediamo di meritare tutto l’amore, tutta la felicità , rispetto a quello davanti a noi, crediamo di meritare la fila più corta, il pane più buono..
Ma non è così..

Se noi moriamo, il mondo va avanti comunque, se noi non ci siamo, la ruota del destino giostra lo stesso, se noi NON SAPPIAMO, non è la fine del mondo.
E anche quando CREDIAMO di meritare qualcosa, non è così.
Chad bevve un altro bicchiere. Tutto d’un colpo.

Le persone che VOGLIONO essere speciali,in fondo non lo erano forse così tanto.
Forse erano quelle che facevano quello che era meglio fare, per il bene di tutti, a esserlo davvero.
Quelle che non avevano desiderato essere degli eroi, ma ci si erano ritrovati comunque.

Misha lo amava. Si sentiva uno stronzo egoista a aver pensato che così non fosse, ma aveva scelto comunque la felicità di qualcun altro, alla propria.
È difficile scegliere la felicità di un amico rispetto alla propria, ma lui lo aveva fatto.

Misha era proprio come uno di quegli eroi che ammirava da bambino e che amava.
Come aveva potuto dirgli quelle cose?
E santo dio..
Cosa aveva pensato di lui in merito a Jared?

Cosa gli aveva fatto credere?
Che era..GELOSO! Diosanto no.
Cosa aveva fatto?

Non era..non amava Jared, forse non lo aveva mai amato davvero.
Era stato infatuato di lui, quando Jared a scuola aveva dovuto scegliere tra lui e Jensen.
Ci era rimasto male all’inizio, era vero, ma poi..

L’aveva accettato, anzi lo shippava addirittura con Jensen.
Semplicemente aveva capito che era sciocco mettersi in mezzo alle anime gemelle.
Non sciocco solo perché era immorale, ma perché era senza senso e non faceva del male solo agli altri, ma anche a te stesso.

Chad non avrebbe mai voluto neanche per sé stesso, amare qualcuno che era destinato a qualcun altro, ad amare qualcun altro.
Nessuno merita una cosa del genere.
È ingiusto.
Non è la legge dell’amore.
Amare Misha non era mai stato un chiodo scaccia chiodo.

Si era innamorato della sua allegria, della sua spensieratezza, del suo modo sempre di ridere, di tirare fuori il lato giocoso e positivo delle cose, di ridere sempre, di voler cercare il bello della vita e il buono negli altri.
Questo aveva fatto e l’aveva fatto anche con lui e con Jared.
E lui l’aveva mortificato.

Dopo tutto quello che aveva passato.
Come aveva potuto farlo?
Era un mostro. Solo un mostro.
 
 
 
 
 
*

Si era ritrovato sul ponte a guardare il fiume, con il desiderio di buttarticisi dentro.
Per un attimo, aveva desiderato farlo davvero. Buttarsi e farsi inghiottire da quelle acque gelide.
Ma poi aveva pensato al dolore che avrebbero provato i suoi amici, e Msha.
Non lo meritavano.

Poi capì che non voleva restare in vita solo per loro.
Ma per rispetto alla VITA.
Misha e Jared erano andati nello SPAZIO addirittura a cercare la VITA.
Una vita che chissà perché, per Jared contava così tanto.

E sapeva che in un modo misterioso anche Misha c’entrava in questa ricerca ed era qualcosa di più che Misha non gli aveva raccontato.
Che forse gli avrebbe detto se Chad avrebbe dimostrato di meritarlo.
Non solo, la vita la avevano trovata in altri pianeti, Chad l'aveva visto nelle sue visioni.

Chad non aveva idea del perché l’universo in qualche maniera contorta aveva stabilito per attimi meravigliosi, che uno come Chad meritasse di assaggiare una briciola di quel loro infinito.
Ma era successo.
Loro non solo cercavano una vita, ma ne avevano incontrata TANTISSIMA in chissà quanti altri mondi.

Pensò alle sfere giganti del cielo, pensò agli uomini gatti.
Chad sentì le lacrime agli occhi a quel ricordo.
Ma certo..Misha lo aveva visto piangere e aveva capito che piangesse per il moro..
Ma aveva frainteso ogni cosa, certo, come avrebbe potuto essere altrimenti?
E Chad non aveva saputo spiegargli..non aveva capito.

La verità è che la potenza di quelle visioni lo aveva sconvolto così tanto..aveva sentito la compassione di Chad, la sua tristezza, il suo amore per quella creatura, perfino l'amore per Jensen.
E ne era stato commosso.
Non aveva saputo spiegare tutto a Misha che era giunto  conclusioni affrettate.
 
Oh gli esseri umani sono così sciocchi.

Pensano sempre di essere gli unici nell’universo, l’unica razza intelligente, la più suprema.
Forse per questo danno così poco valore alla VITA.
Invece nell’universo ci sono così tanti mondi, razze, vite, e chissà quante razze distillano amore e ne zampillano dentro.
Mentre noi se perdiamo l’amore, ci struggiamo come se fosse una tragedia greca.
Chad si strinse lo stomaco a questi pensieri.

Quanto egoismo! Quanta arroganza! Crediamo di essere gli unici capaci di amare così tanto! Se perdiamo l’amore diciamo di noi stessi: oh quanta tragedia, quanto dolore per nulla! Noi meritiamo di più! Come se solo noi amassimo! Come se solo noi sappiamo amare in grande! Ma esistono così tanti mondi! Ci certo esseri più illuminati di noi, sapranno amare di più! In modo così forte da commuovere le favole, da far tremare le stelle! Da smuovere i pianeti, le galassie, da far tremar le galassie, mentre se noi riceviamo un rifiuto dalla persona che ci piace, ci disperiamo, per giorni, forse per anni!

Che sciocchi.
“Chad…”
Chad si girò . trovando MIsha che lo guardava a occhi sgranati.
“Che stai facendo qui?”
Chad realizzò a malapena di essere sceso sotto il ponte, accucciato contro la riva del fiume.
“Io,.stavo solo pensando..”

“Mi hai fatto spaventare!” disse raggiungendolo.
“S-scusa..”
Misha scosse le spalle e lo abbracciò piano.
Chad ricambiò.
“Come hai fatto a trovarmi?”
“Guardati. Sei infreddolito. Stai congelando.”
“Non mi hai risposto.” Disse Chad.

“Io..io non lo so..il mio cuore mi diceva di venire qui.”
Chad sorrise e nuove lacrime gli vennero agli occhi.
“Chad perdonami..sono stato un mostro..non ho saputo comprenderti.”
“No!” disse Chad sorridendo. “Tu hai ragione, hai ragione su tutto. Sono io lo sciocco.”

“Tu hai ricordato Jared solo oggi, hai diritto a essere terrorizzato, dovevo prendermi tutte le tue accuse senza fiatare e invece ti ho gridato contro. Sono una persona orribile..” disse accarezzandogli la schiena.
“Misa..” disse lui dolcemente. “Tu avevi ragione a gridarmi contro..sono egoista e limitato..ma c’è una cosa su cui ti sbagli..io non lo amo..non amo Jared..”

Misha lo guardò.
“Chad, tu non devi..”

“No! Lasciamelo dire ti prego..io lo amo, è vero, ma come AMICO..io ero infatuato di lui..ma poi quando io e te abbiamo cominciato a uscire insieme..io mi sono innamorato prima della tua anima e poi di te come compagno..del tuo modo di ridere e di cercare sempre il bello della vita , il buono negli altri..mi sono innamorato anche di come tu amavi i nostri amici..tutto insieme a te era meraviglioso. Io stando insieme a te..tutto quello che provavo per Jared..si è trasformato..ho imparato ad amarlo come AMICO..”

“Chad, io..mi dispiace..non avrei voluto mai nascondertelo..”
“Tu hai fatto quello che era giusto fare.sai mi sta..sta tornando alla mente..il nostro ultimo incontro, non è proprio come se ricordassi..sono cose fugaci....io che ti dico..di salvarlo e..di riportarlo da noi..”
“Chad..non sforzarti..”

“No. Non mi sto sforzando. Non capisci, Misha? È quello che succede quando il cuore SI APRE. Quando il cuore si apre, la mente si sblocca, non mi sto sforzando di ricordare, ma la mia mente si apre, annullando i blocchi, spezzando l’incantesimo....ho rinunciato a te quella volta li..liberamente..perchè c’era qualcosa di più grande..e quando io e te abbiamo fatto l’amore, questo mi ha permesso di VEDERE per poco tempo quello che tu e Jared avete vissuto..”
“I mondi..li hai visti davvero..?”

“Quello che avete vissuto..Mish..è meraviglioso..tutti dovrebbero vederlo..gli esseri umani non sarebbero più concentrati così tanto sul loro ego e sulle loro tragedie..e sono sicuro che c’è molto altro che io non so, che mi farebbe aprire gli occhi..all’amore..Misha, quando io piangevo..sai perché piangevo? Perché Jared aveva salvato un gatto..un uomo gatto.”
Misha abbassò la testa.
“Sì..lo ricordo..”

“Guardami..” gli sollevò il mento. “Non ho saputo spiegartelo..la potenza della sua anima mi ha sconvolto, questo mi ha fatto ricordare cosa me l’ha fatto amare..la sua bontà..la sua anima..che è la stessa cosa credo che ti ha fatto amare lui..ma..è un tipo di amore diverso..quel tipo di amore che unisce l’amicizia..la devozione..capisci Mish?”
“S-sì..credo di sì..”

“Ma io AMO te. E non sei..un chiodo scaccia chiodo. Misha ho BISOGNO che tu lo capisca.”
“Chad..io..voglio chiederti scusa ancora una volta..”
Chad gli puntò l’indice sulla bocca.

“Non farlo..perchè anche questo litigio ci ha portati a essere più uniti e ora noi saremo più forti di prima, non angustiarti ne rammaricarti, perchè io sono contento perché a causa di questo, la mia mente si è aperta.”
Misha lo fissò  e seguì lo sguardo di Chad che guardò il cielo stellato.

“Aldilà delle stelle..” disse Chad  guardando in alto.
Abbassarono lo sguardo solo per baciarsi.
 
Poi accadde qualcosa.
Chad ebbe un’altra visione mentre baciava Misha.
 

“Eravamo al concerto, era il nostro primo appuntamento, ma poi Jensen mi chiamò al telefono, disse che Jared aveva fatto una cazzata. La giostra panoramica si era bloccata e lui stava facendo scendere tutti i passeggeri, mentre si è fatto legare con una corda, e giocava a fare lo scalatore della montagna.”
“Mish..”

“Jensen si è spaventato così tanto..così tanto..era incazzato..anche noi avremmo dovuto essere incazzati..voglio dire..aveva rovinato il nostro appuntamento, cazzo, ma erano i nostri amici. I nostri amici. E noi non potevamo..non VOLEVAMO pensare a noi stessi..”
Chad boccheggiò per un istante, poi avvertì delle vertigini, Misha cercò di sostenerlo.


“Chad!”
“Mish..Jared..Jared. JARED.” i suoi occhi si sgranarono in una muta consapevolezza.

“Che cosa gli è successo? Che cosa gli hanno fatto?” si artigliò con le spalle a lui.
“Oddio..ti ricordi..ti ricordi di lui..”

 


“Chad…”
“Baciami, Mish..”
Le visioni lo sopraffacero ancora.

“Ancora per poco..sento che me lo stanno portando via, Mish..non voglio..non posso..e se dimenticassi anche te?? Dio, Misha, cosa ci hanno fatto???”
LO abbracciò. “Non lo so, piccolo mio, non lo so.”

Chad singhiozzò contro il suo petto, poi si scostò bruscamente da lui cominciando ad aprire gli armadi a raffica.
“Chad, cosa..”
“Dov’è?? Dov’è??”
“Dov’è cosa?”

“Il gioco di Indovina chi!! L’avevo messo qua. Ero sicuro. In alto. Sono..sicuro..” e finì di nuovo in ginocchio.
“Lo stanno facendo sparire, Chad. Stanno facendo sparire le prove della sua esistenza.”

“Chi, Misha, chi??”
“Non lo so, Chad, ieri è venuto da me, lui.”
“COSA??? E ME LO DICI COSì?? CHE TI HA DETTO?”

“Stava..facendo una sorta di lavaggio del cervello ai miei genitori, gli toccava il viso, diceva loro che dovevano dimenticare la sua esistenza, poi si voltò verso di me, dicendo che Jared non esiste. Poi mi prese il volto tra le mani e continuando a dirmi che dovevo dimenticarmi di lui, poi svenni. Al risveglio continuavo a ricordare tutto però.”
Chad ci pensò su.

“Sembra un’avventura di ai confini della realtà. Ma perché Jared dovrebbe volere una cosa del genere?”
“Io non credo fosse davvero lui, Chad..il nostro migliore amico non vorrebbe mai che lo dimenticassimo..deve essersi messo in qualcosa di troppo grande per lui..ehi cos'hai?”
Chad aveva preso a massaggiarsi la testa, sofferente.

“Mish, faccio fatica a concentrarmi, a stare attento alle tue parole.”
“Maledizione, Chad! Devi resistere! Stanno cercando di farlo anche con te!”

 
“Chad, non farlo..non..”
“MIsh..” lo baciò ancora e si strinse ancora attorno a lui.

“Non posso, non sono così forte. Ma tu continua a parlare! Dimmi, sei andato a vedere se è a casa sua??”


“Sì.” Disse Misha, dopo qualche secondo. “Ma al suo posto c’è un asilo.”
“Cosa???”

“Sì, la maestra per poco non mi fa sbattere fuori quando ho cominciato a insistere che li avrebbe dovuto esserci una casa di un mio amico..forse è una di loro.” disse orripilato.
“E tu che cos’hai fatto?”

“L’ho stordita di chiacchiere fino a confonderla. Alla fine penso sia innocente, poveraccia.”
 
Chad scosse la testa, più confuso da tutte quelle chiacchiere.
“Segna il suo indirizzo su questo foglio.”
“Chud, a che diavolo dovrebbe servire?”

“Tu segnalo e basta!! E specifica che luogo è.”
“Fatto e adesso?”
Chad lo fissò, cercando di concentrarsi anche se la vista si appannava.
Cominciò a scrivere qualcosa.
“Chad...“
“Zitto.”

Dopo qualche secondo, mostrò il biglietto a Misha:
 
Jared Padalecki
Ragazzo di Jensen.
Misha lo guardò interrogativo.

“Devi scrivere anche tu. Scrivi che lo troverai.”
Misha lo scrisse.

Lo troverò, Chad.
Ti amo.
Misha.

 
Misha lo baciò tenendolo stretto, e Chad seppe che stava vedendo le stesse cose.

Chuck adesso aveva di nuovo gli occhi traboccanti di lacrime.
“Mi aspetto che tu mantenga questa promessa..” disse sventolando il foglietto.
 
Misha era andato verso la porta e ora si girò con lo sguardo triste e pieno di lacrime.

“Porca puttana, Chad! Se io faccio questa cosa, tu vieni con me!”
“Mish, no.”
“Non posso farlo senza di te, non puoi chiedermi di cercarlo chissà dove per il mondo e di lasciarti qui. Tu mi sei indispensabile , io ti..”

“Inseguilo fino al Polo Nord se è necessario, picchialo fino a fargli uscire sangue e prendilo a calci in culo per quel suo culo aristocratico da ragazzo popolare e riportalo qui! E poi torna da me!”
Misha lo guardò. Era strabiliato da quel ragazzo. ammirato dal suo ragazzo. Estasiato dalla forza che stava dimostrando di avere in quel momento.
“Io ti amo, Chad.”

Chad lo guardò per un attimo, frastornato, ma poi si riscosse.  
“E io so che tu ami i nostri amici. E che non potesti mai lasciare che ci dimentichiamo di loro.”
“Potresti venire con me, potresti..”
“Misha, no! Io non sono forte come te..io..cazzo, tu sai che io dimenticherò di nuovo..e che succederà a breve..non posso..ti sarei solo di intralcio. Io devo..devo restare qui..”

“Chad..magari non dimenticheresti..il fatto che sei riuscito a ricordare vuol dire che forse..”
Chad rise.

“Ho ricordato perché TU MI HAI SPINTO A FARLO. Hai sprecato una notevole quantità di energia solo per questo e non puoi permetterti di sprecarne altra. Come si chiama il gioco che mi ha regalato Jared? Era a Natale o capodanno? Cazzo, Mish, non puoi sprecare le tue energie con me, ti servono per lui.” Gli era tornato vicinissimo al viso.

“Io non so se siamo stati invasi dagli alieni o da un morbo che ci sta infettando tutti..ma tu sembri esserne immune..sei l’eletto, amore mio, come Neo in Matrix.” Ora toccava il colletto della sua camicia.
“Come mi hai chiamato?”
Chad si aggrappò di nuovo alla sua camicia.

"Mish ti ricordi quando scherzavamo quei pomeriggi passati a studiare nella tua stanza.."
"O a fare finta di studiare.." lo rimbeccò l'altro.

"Ci mandavamo i messaggini sul cell prendendoci in giro scrivendoci ti amo. Ridendo di un'esternazione che non volevamo ammettere che ci terrorizzava a morte, per questo forse la dicevamo con leggerezza."
Misha chiuse gli occhi, dandosi mentalmente dello stupido.
"Devi tornare da me. Perchè ora anch'io ti amo." disse Chad.
Misha lo fissò con solennità.
“Riprendilo e poi torna da me, amore mio..”
Si baciarono languidi ma in maniera sofferta, consapevole, dolorosa.

Poi Chad interruppe dolorosamente il contatto e fece una cosa che Misha non si era aspettato.
Lo spinse via, all’indietro, con rabbia e tutta la sofferenza che provava, chiudendosi la porta alle spalle.

Misha si lasciò spingere all’indietro fuori dalla stanza, poi cominciò a correre, a correre fino a fuori da quella casa senza più fermarsi.

 
“Chad…” Misha lo toccò. Le guance di Chad erano bagnate di lacrime. Chad aprì gli occhi e vide che anche quelle di Misha lo erano. Respiravano uno sulle labbra dell’altro.
“Ricordi adesso?”
Chad lo guardò sorridendo, poi lo baciò ancora più profondamente e il bacio divenne elettrico e romantico.
Sotto la luna.






















Note dell'autrice: fiuuu questo capitolo mi ha dato abbastanza da fare, ma sono abbastanza soddisfatta di come sono andate le cose! Mi dispiace per la scenata di Chad , non era prevista, credetemi, pensavo avrebbe reagito in maniera più comprensiva, ma poi quando mi sono trovata word in mano, questo capitolo si è scrutto da solo xd
per quanto mi sforzi di pensare, dal mio punto di vista, siamo tutti umani, e ci sta che una persona che si ritrova di colpo a ricordarsi di qualcuno , sapendo che l'altra invece lo ricordava da tempo, insomma, iomi meto nei suoi panni, io sarei incazzata! Gli darei la colpa di non aver insistito per farmi ricirdare. So che non è un comportamento maturo ma infatti Chad è ragazzino ancora, avrà neanche vent'ani e dobbiamo capire che è solo nei film o nei libri, che ci comportaio in manoera impeccabile! Nella realtà siamo dei gran pezzi di ...xd
e io ok ch scrivo sempre di grandi amori, forse a tratti quasi impossibili, pieni di romamticherie ec ecc ,ma ci tengo cmq a non scrivere cose che non stanno ne in cielo ne in terra, in termini di reazioni.
Era giusto che Chad si incazzass e non riuscisse a capire subito Misha, così com'era giusto ricordare che in fin dei cinti Chad avesse avuto un debole oer Jared, POI dopo, arriva la compensione xd
spero vi sia piaciuto anche il modo i cui si sono riuniti! Perchè Chad ha ricordato all'improvviso? A me piace oensare sia stato il contatto fisico con Misha, Misha ha passato più di un anno nello spazio, ha vissuto in altri mondi ed è stato vitima del'incantesimo della moneta, mi piace pesare che essere sottoposto a tali scariche elettriche strane magiche, lascino qualcosa di strano al tuo corpo xd
quindi quando Misha ha fatto l'amore con Chad, è stato come se gli fosse arrivato quello che avevano vissuto nello spazio!

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Capitolo 23
*** Il quaderno magico scritto da Misha ***


Dopo quello che era successo, sotto il ponte, Misha raccontò a Chad tutto quanto. Della missione di Jared, dei suoi poteri, del suo fratello gemello, della possibilità che potessero esistere più fratelli, sia per lui, sia per Jensen, Chad bevve tutto e fu così comprensivo che questo riscaldò il cuore di Misha e lo rese più aperto, volle fargli un regalo.
Prese un quaderno e scrisse la sua avventura. I suoi pensieri. Il suo viaggio.
Questo quaderno si illuminò come di energia e quando Misha finì di scrivere, costruì una specie di caccia al tesoro, al termine del quale, Chad recuperò il suo tesoro, il famoso quaderno e cominciò a leggere della loro avventura.
 


Caro Chad, il mio pensiero è sempre andato a te, anche quando ero tra le stelle.
Ogni volta che viaggiavamo tra i mondi, io ti pensavo.
Immaginavo di farti conoscere la loro lingua, affinchè tu capissi come me, come Jared,
che esiste una lingua universale, che va bene per tutti.
Desideravo mostrarti quanto il mio cuore si fosse aperto, a ogni mondo che incontravo.
Quando siamo stati nel Regno degli Animali, io e Jared abbiamo compreso tante cose che una volta ci sfuggivano.
Metti lo zoo per esempio.
Ci portano i bambini per divertirsi e nessuno pensa mai che dietro il divertimento ci sia l’infelicità degli animali, oppure a nessuno importa.
Ma se fossimo NOI ad essere rinchiusi?
Come staremmo dietro le sbarre, rinchiusi solo affinchè qualcun altro possa guardarci?
Loro liberi e noi dentro.
E quella ragazza che io e Jared abbiamo visto.
Ci faceva molto effetto e questo ci fece sentire in colpa.
Era una ragazza cane, randagia, con solo un indumento sottile a coprirla, ma quanti cani randagi vagano da soli, in strada, senza nessuno a prendersi cura di loro, quanti ne vengono abbandonati e non hanno la parola per potersi ribellare o lamentare?
Solitudine, freddo, senso di abbandono.
Per Jared è anche peggio , lui è così sensibile, soffro anche io, ma devo essere forte, anche per lui. Non posso crollare.
 
E Chad mentre leggeva, si sentì tempestato da visioni di quei ricordi, gli sovvennero anche i pensieri di Jared.
Noi..l’umanità..la razza MIGLIORE..e invece eravamo la peggiore di tutte, quella che trattava gli animali come BESTIE.

Castravamo gli animali per non fargli avere dei cuccioli o non provavamo neanche a salvare quelli malati, solo perché credevamo che la vita di un gatto non valesse poi molto in confronto a quella di un umano.. se si ammalava uno di noi, c’erano gli ospedali, le visite mediche..le operazioni, se si ammalava un animale, spesso si ricorreva all’eutanasia per non farlo soffrire.
Abbandonavamo i cani sull’autostrada, effettuavamo la caccia, allevavamo delle bestie solo per poi ucciderle o per farne pelliccia, usavamo le cavie da laboratorio..uccidevamo le zanzare..e tanto altro ancora.
Non era un mistero che molti di loro si erano ribellati.

Mi sentivo così triste, ancora di più mi sentivo triste per Misha, lui non aveva fatto mai niente contro nessuno e tantomeno a un moscerino, non era giusto che dovesse pagare proprio lui.
 
 
 
Il mondo delle idee, Chad.
Mi piacerebbe portartici.
Mi sarebbe TANTO PIACIUTO che fossi venuto qui anche tu.
Le idee..Chad..non lo sai..le idee sono la cosa più meravigliosa partorita dall’uomo.
“Un’idea non si può distruggere, neanche se si annegasse nel sangue coloro che ci credono,  perché le idee ritornano, non ha importanza chi le formula per primo. Godono di vita propria.”
Chad, le idee..nel nostro mondo, la Terra, le idee sono bistrattate, vengono trattate come cose evanescenti, effimere, sciocche.. tanto volubili.
Ma se le vedessi., Chad, se le avessi viste assieme a me.
ENORMI sfere, solide, leggere, eppure forti. Non sono evanescenti, non tremano, anzi sei TU  a tremare, quando ti trovi davanti a loro sono regali, sono forti, sono più forti anche di te che le hai create.
Sono LORO che regnano su di te, non il contrario.
Il re, Chad.
Tu potresti mai pensare che possano esistere delle PERSONE che possano regnare sulle idee, senza desiderare sovrastarle, senza desiderare comandarle o sopprimerle o sfruttarle?
Solo..al loro servizio. Qualcuno che regna al servizio di qualcosa, senza desiderare sfruttarlo.
Ma questi sono i re che si credeva esistevano nelle favole! Siamo ai miti di re Arthur e Merlino.
Come possano esistere persone del genere, tanto buone, tanto altruiste? Eppure io, NOI, le abbiamo conosciute.
Questo re e la sua famiglia, viveva in questo castello sulle nuvole, lui vedeva tutto, onnisciente, come un Dio veggente, sapeva addirittura del nostro arrivo e della nostra missione.
 
“Vi credo, ma non sono sicuro di potervi aiutare, questo è il Mondo Delle Idee, qui è dove si originano pure e limpide, qui è dove sono protette, ma questo non è il Mondo della Verità, se volete sapere se la vostra famiglia è qui, io non posso aiutarvi, il nostro compito è solo quello di custodire questo Regno e non permettere a nessuno di contaminarlo e distruggere le idee, se non quelle malsane.”
Jared e Misha si guardarono sconfortati.

“Magari i vostri fratelli si trovano sulla Terraferma.” Disse il re facendo spallucce.
“Nonno, se mi permetti, io vorrei consigliare ai nostri viaggiatori stranieri di sfruttare l’Iperuranio per rendere la loro ricerca più facile.” Disse una ragazza dai lunghi capelli castani lisci.
“In che modo, bambina mia?”

La bambina che sembrava avere almeno 25 anni ma aveva il limpidume azzurro di chi si trovava esattamente dove voleva essere e che non aveva mai conosciuto alcuna malvagità, disse a loro sorridendo:
“Non so, qualcosa che possa permettere più facilmente loro di trovarlo.”
 
Nel momento stesso in cui lo disse, la mente di Jared lavorò frenetica.

Un’immagine cominciò a lavorargli in testa e sentì una strana energia lavorare in lui.
“Sì, ecco, è esattamente quello che volevo dire!” disse la ragazza.
“Ma io veramente non vedo niente!” disse Misha.
“Perché per adesso è solo un pensiero, ma se il tuo amico ci penserà con la massima intensità, potrebbe perfino riuscire a costruirlo.”
“Costruirlo?” chiese Misha orripilato.
Il re rise e entrambi si sentirono molto stupidi.

“Le idee non CREANO niente, eccetto il modo PERFETTO di creare, il modo perfetto di trovare una soluzione alternativa.”

 
“La soluzione non si vede subito, ma è un inizio, magari la tua soluzione non si trova qui.”
In quel momento la mente di Jared riprese a viaggiare e si immaginò di scendere dall’Iperuranio e visitare il pianeta, chiedere aiuto a qualcuno..un inventore…si vide nell’atto di costruire qualcosa.

“JARED!” gridò Misha, facendolo sussultare. Si guardò addosso e vide che ora brillava come se fosse il sole.
“A quanto pare l’idea di Jared, è molto LUMINOSA.” Disse la ragazza ridendo.
“Io..io..”
“Credo che la tua idea sia appena nata nell’Iperuranio, ragazzo, ti consiglio di andarla a vedere, così ci crederai di più.”
 
Jared non se lo fece ripetere due volte e cominciò a correre come un pazzo, non sapeva neanche lui dove stesse andando ne si preoccupò di fare una cattiva impressione, corse come colto da un’intuizione improvvisa, poi si fermò, perché qualcosa gli diceva che era arrivato.
 
Ed eccola li. Una sfera luminosa, delle dimensioni di una pallina di tennis, Jared la guardava angosciato ma con la venerazione di chi guarda un piccolo miracolo.

Misha arrivò al suo fianco, così come la ragazza e il re e altri sudditi, ma Jared li vide appena.
“Posso..toccarla?” domandò titubante.
“Certo! DEVI!” disse il mago incitandolo.

Jared prese la pallina tra le mani e la sentì solleticare e piena di calore tra le mani, poi prese a ruotare e Jared ebbe paura che potesse scappare, ma non aveva il coraggio di toccarla, poi si sfregò sul dorso come se facesse le fusa. Deglutì e quasi urlò quando la pallina entrò DENTRO la mano.

“Stai tranquillo, sta solo CONOSCENDO il suo proprietario.” Rise il signore.
“Le IDEE vogliono conoscere chi le crea?” chiese Misha, sconvolto. Vedere una pallina di luce entrare dentro la mano del suo amico non doveva essergli piaciuto molto.

“Certo, anche chi viene creato, ha bisogno di conoscere il proprio Creatore e se è il caso, tranquillizzarlo.”

 
 
Riesci a crederci, Chad? Le idee vogliono tranquillizzare NOI.
NOI.
Che per tanto tempo siamo stati così superbi, folli, da volerle distruggere.
Loro addirittura vogliono consolarci, farci forza.
Noi non ci siamo mai fatti scrupoli invece a volerle demonizzare quando ci sembrava che quella fosse “una cattiva idea”.
Siamo stati despoti, siamo stati tiranni, sordi, infantili, muti, ignoranti.
E invece in QUESTO MONDO esistevano persone nobili che veneravano le idee, come un dio Sole.
Le amavano,le rispettavano, volevano salvarle.,
il mondo non è completamente cattivo, perché per alcune persone cattive ce ne saranno altre dieci milioni, che hanno la mente aperta, più aperta.
Il nostro non è l’unico mondo.
Quante altre cose mi sfuggivano?
 
 
 
 
Chad.
Quando siamo finiti nel mondo delle scimmie, avrei tanto voluto che tu fossi li con me.
Ho creduto di non potercela fare. Mi sono lasciato andare allo sconforto.
In quel mondo la popolazione era tornata indietro, perché tantissimo tempo fa, si era pensato che la ragione avesse infettato l’umanità, pensarono chissà perché che si sarebbe stati meglio se tutti noi avessimo ragionato solo con l’istinto. Niente più rimorsi, rimpianti, patimento, tutte quelle malattie psicologiche del cervello che ti fanno ammalare.
Ma la popolazione non era pronta a rinunciare alla parte analitica e cervellotica e invece di rinascere più forte, tornò TROPPO INDIETRO.
Regredì.
Ed ecco il pianeta delle scimmie.

In quel momento i pensieri di Jared sovrastarono Chad.


Quando io e Misha abbiamo provato a dialogare con loro, era quasi impossibile, per fortuna la moneta ci ha interconnesso con un linguaggio universale e siamo potuti venire a sapere cosa era successo.
Il mondo finì così perché secoli fa, ci fu una guerra tra leggi dell’istinto e della ragione, per qualche motivo la popolazione pensò che la ragione avesse infettato l’umanità come un morbo malato e pensò che sarebbe stato meglio per l’umanità essere mossi solo dall’istinto, mettendo da parte quella fantastica capacità che ci permette di analizzare le cose e cercare ammenda per i nostri errori.
Niente più rimorsi, pentimento, rimpianti, niente più giornate passate a piangere sul cuscino o rivangando un amore finito, niente più dubbi, lacerazioni interne, sarebbe stata la fine anche delle malattie sulla Terra.
Un Paradiso.
Ma l’Umanità non era preparata ancora, non era a un’evoluzione tale ancora, da poter fare a meno di una dipendenza tale quale potesse essere la prigionia della mente, che anche se devastante, era quella che li rendeva UMANI.
Non è riuscita quindi a trattenere con sé, la parte migliore e lasciar andare la parte cattiva di tutto questo e insieme alle malattie che la mente portava, lasciò andare anche l’intelligenza emotiva e la voglia di progettare, la creatività, qualsiasi cosa prodotta dalla mente, la capacità di immaginare scenari migliori, di inventarli, di progettare.
Essendo elaborazioni della mente vennero automaticamente bollate inconsciamente come pericolose e quindi l’uomo gradualmente perse la capacità di scrivere storie, di appassionarsi ad esse, di progettare edifici più grandi o ambire a palazzi più ricchi o a fare più soldi, perse l’ambizione di creare nuovi antidoti o guarigioni contro le malattie.
Perse la voglia di fare soldi e quindi film, cinema, programmi tivù, prodotti dimagranti miracolosi, finirono per non interessare più, una volta persa l’ambizione e la ricerca spasmodica di rincorrere l’impossibile o l’irraggiungibile.
Questo fu il riassunto breve che portò l’umanità indietro di millenni e già io e Misha ci sentivamo provati al riguardo, non chiedemmo altro.
 
Ma io ebbi una crisi. Piansi.
Mi sentivo in colpa.
Mi trovavo in un mondo in cui la popolazione aveva subito un immenso dietro front e io ero la rappresentazione umana di qualcuno che invece costringeva altri a dire la verità, grazie alla mia faccia. Mi sentivo indegno di essere lì.
Misha mi abbracciò, però, dicendomi che non era delle nostre capacità che dovevo vergognarmi, perché non sono queste che stabiliscono chi siamo, ma cosa ne facciamo, e io le avevo sempre usate per il bene.
 

 
Chad, in questo mondo io, imparai che quando giochi a fare Dio, e cerchi di sfuggire alla sofferenza, vieni punito.
Non esiste scotto da pagare, per chi cerca di sfuggire alla sofferenza, se vuoi capire, se vuoi evolvere, devi essere disposto a soffrire.
Questo mondo ha cercato di sfuggire a tutto questo e lo scotto da pagare è stato, regredire.
Loro non l’hanno capito in tempo che per evolvere devi accettare di soffrire.
 Jared, il mio migliore amico, soffriva per una cosa che non aveva colpa.
Ma era anche questa la sua bellezza, la sua grande sensibilità.
 
 
 
Poi successe qualcosa, altre scritte, stavolta dorate, comparirono sul quaderno. Non c'erano prima, Chad capì immediatamente che dopo i pensieri di Jared, fossero arrivati quelli di Misha, non li aveva scritti di recente, erano pensieri che aveva avuto durante il suo viaggio e quando ora si mise a scrivere nel quaderno, assieme ai pensieri di Jared, arrivarono anche quelli che aveva pensato Misha.


Vedere il mio migliore amico così mi distrugge.
È bruttissimo quando capisci che l’amicizia non può tutto, per quanto possa essere pura, sincera, disinteressata.
Jared è un bell’uomo, ha un bel fisico, forse prima di tutto, prima di…Chad, avrei anche potuto farci qualche fantasia, ma poi tutto si è trasformato in una bella amicizia tra di noi.
Non nego la sua avvenenza e forse qualcun altro potrebbe pensare che due uomini omosessuali, per quanto amici, soli nello spazio, potrebbero alla fine cedere e darsi alla pazza gioia.
E non parliamo solo di lussuria e libido, parliamo anche solo della cosa che maggiormente ha fatto soffrire per secoli, la popolazione. Umana e animale.

Sì, anche animale, perché non ci si pensa mai a questo, ma, ed è anche una cosa che il mondo degli animali mi ha insegnato, anche gli animali soffrono di solitudine e di dolore.
Anche gli animali possono provare sofferenza!

Ma malgrado io e Jared siamo soli qui, malgrado avremmo potuto facilmente cedere ad abbandonarci l’uno nelle braccia dell’altro, non l’abbiamo fatto.
Non perché per Jared io non provi nulla o viceversa, non è neanche per via della nostra moralità o per un fatto di fedeltà, è il nostro cuore che non ce lo permetterebbe mai.
Amiamo troppo chi abbiamo lasciato sulla Terra.
Io desidero solo Chad.
E lui desidera solo Jensen.

Li desideriamo in un modo che sappiamo essere per sempre e quando io mi avvicino a Jared e lo vedo su quel lettino, raggomitolato, semi sofferente e mi sdraio assieme a lui e lo abbraccio, stringendolo a me, lo faccio senza secondi fini.
Quando lui mi raggiunge la mattina, nella stanza della navicella adibita a cucina per la colazione e mi abbraccia e mi stringe, io provo AMORE ma non le farfalle allo stomaco che sentirei se mi stringesse Chad.

Non perché Jared ha qualcosa in meno, anzi io penso che lui sia un essere davvero straordinario, ma perché quando persone come noi AMANO qualcuno, è davvero per sempre.
Con quel per sempre che a volte fa soffrire perché temi che prima o poi verrai separato per sempre dalla tua metà.
Con quella consapevolezza che è stata una tua scelta però.
Spesso io e Jared abbiamo parlato, fantasticando, immaginandoci Jensen e Chad qui assieme a noi, immaginandoci le battute che avrebbe fatto Jensen, quello che avrebbe mangiato a colazione, le pantofole che avrebbe avuto Chad.
Come si sarebbero lamentati entrambi di essere costretti ad indossare tute per restare con i piedi per terra.


E tu sicuramente ci avresti tormentato dicendoci che il sesso in aria è terapeutico! Mi diceva Jared.

E io avrei davvero voluto dargliela. Donargliela. Quella fantasia.
Solo per vederlo felice.
 
 

Fu quando attraversammo anche il mondo dell’acqua che ebbi veramente paura di perderlo.
Jared stava rischiando seriamente di affogare.
Nelle sue emozioni, nel suo rimpianto, nei suoi ricordi.
Ricordo di aver pensato allora, che era vero quindi quello che in molti dicevano.
Che l’amore può anche uccidere.

Quella volta arrivai in tempo per salvarlo.
E ricordo che si strinse tra le mie braccia, freddo e infreddolito, tremava.
Si lasciò prendere in braccio da me, dopo che ebbi provato in tutti i modi a farlo parlare, a farmi spiegare cosa era successo.
Capii…INTUIVO che c’entrasse Jensen, ma non capivo cosa era realmente successo.
Era già parecchio che eravamo lontani da loro, io credevo..credevo stupidamente che stesse soffrendo meno.
E fu allora che capii…capii quanto grande può essere l’IGNORANZA di un uomo.
Capii che anche l’amicizia ha i suoi limiti e che io li odiavo, perché per colpa di essi, io stavo per perdere il mio migliore amico.
 
 
Mentre disperato, mi stavo lasciando confortare dal Tritone del mare. (un tritone! Un pesce!) e quasi mi strappavo i capelli dall’ansia, lui mi diceva parole che io non riuscivo ad accettare.
“Il mio migliore amico non può soffrire il mal d’amore! Lui..gli era passata..lui non..perchè non mi parla? Perché quando l’ho soccorso non mi ha voluto dire niente?? VOGLIO che me lo dica lui, altrimenti non ci crederò!”

Il re Tritone mi guardò con compatimento, come se fossi un inutile mollusco, con il cervello di un lombrico. Stavo facendo una figura pessima con un pesce! Non credevo di vivere a lungo per poter vedere anche questo!
“L’amore del tuo amico è forte e solido, ama così tanto questa persona che non ha voluto dirti che per quest’amore ha quasi rischiato di morire, lo ama così tanto che non voleva rischiare che tu lo odiassi per questo.”
MI sentii crollare le gambe, non avevo pensato a questo. Io odiare Jensen?

Jared era ancora convalescente, quando lo raggiunsi, il guaritore incaricato di rimetterlo a posto, se ne stava andando.
Vidi l’essere alto, dal colore di un puffo e la forma armonica di un cavalluccio marino, sorridermi e lasciare la stanza. Aveva un curioso ciuffo di capelli blu brillante e sembrava l’immagine della salute.
Sorrisi in modo malinconico pensando a quanto siamo stati stupidi sulla Terra a pensare che un nostro simile fosse inferiore perchè avesse la pelle color cioccolato, piuttosto che bianca come la parete di un ospedale.

Le differenze erano incantevoli, e quanto arroganti siamo potuti esseri per pensare che la NOSTRA specie fosse quella migliore.
Esistono infiniti esseri più belli di noi. Per fortuna.
Se la bellezza più grande fosse stata riservata ad esseri tanto ignoranti, limitati e spregevoli, sarebbe stato un grande guaio.

Andai dal mio migliore amico e mi inginocchiai ai piedi del suo letto, stringendogli la mano teneramente, che ricambiò con dolcezza.
Restammo così per 5 minuti, poi mi decisi a parlare.
“So che stai così per Jensen..”
Non rispose.

“Non devi nascondermi nulla..io..io non mi sarei arrabbiato..” coprìì la sua mano con un’altra della mia e lui quasi singhiozzò.
“Perdonami..io..”
“Schhh..”non volevo che provasse a scusarsi per la mia stupidità.
Mi chinai e lo abbracciai.

Se essere amanti significava amare una persona, allora forse anche io e Jared lo eravamo.
Non volevo prendere il posto di Jensen, solo proteggerlo e non rischiare che una cosa del genere si ripetesse mai più.

 
 
 
Sai, Chad, quando finimmo nel pianeta dell’amicizia, non potevo fare a meno di pensare a NOI.
Quante volte sulla nostra Terra, si parlava di amicizia e quante volte si diceva che l’amicizia non esisteva, la vera amicizia non esisteva?
Eppure esiste questo mondo dove l’amicizia viene esaltata come un sacramento, peggio di un matrimonio.
E per chi tradisce l’amicizia, esiste la morte del traditore.
Troppo crudele? Forse.
Ma chi siamo noi per giudicare?
Chi tradisce una persona che ti ama con tutto sé stesso, sta già infliggendo una morte spirituale e qui la morte spirituale equivale a una morte fisica.
Perchè chi tradisce non fa del male solo all’altro, ma tradisce, uccide anche sé stesso.
Lo spirito non può sopportare una cosa tanto atroce.
Sembrerebbe un mondo bruttissimo, ma non è così.
Siamo noi stessi nel nostro mondo a farci del male, a farne all’altro, uccidiamo il nostro spirito tradendo chi amiamo, ma non vengono visti i danni visibili alla nostra anima!
Ma qui sì.
È solo questa la differenza.
Possiamo davvero dire che è meglio il nostro mondo?
Nel nostri mondo chi soffre, non viene curato, né consolato a dovere.
Ci viene detto “non ti merita” “passerà” “devi dimenticare, è uno stronzo, non pensarci più.”
Come si può dire a un cuore che sta soffrendo, di non pensarci più?
Ecco cosa siamo.
Ignoranti ed egoisti.
Desideriamo che quella persona smetta di pensarci, non per lui, ma per noi, perché non sopportiamo le sue lamentele!
Ma abbiamo mai desiderato veramente, davvero, la sua guarigione?
Qui sì.
Esistono dei guaritori apposta per guarire le ferite dell’anima dei traditi.
 
Anche lì l’amicizia poteva non essere immortale, c’erano molti livelli, alcune amicizie erano false, altre si spegnevano subito, per le amicizie che tendevano a spegnersi, c’erano i cosiddetti Guaritori per curare le ferite che avevano portato a quel sentimento, ma per le persone che compivano atti troppo GRAVI, come portare una ferita troppo grave all’amico o un tradimento vero e proprio, c’era la MORTE del traditore e cure speciali per il tradito affinchè non guarisse completamente.

Nessuno faceva niente, era il corpo stesso ad ammalarsi fino a quando non moriva.
In quei casi gravissimi anche i Guaritori non potevano niente.
C’erano le amicizie poi SPECIALI, che erano diverse da tutte le altre, che facevano fiorire i fiori e contribuivano  a rendere l’ambiente un posto bellissimo, scacciavano le malattie e il male sulla terra, anche i pensieri cattivi.

Per chi lo desiderasse e aveva un’amicizia DAVVERO speciale, si poteva compiere il legame parabatai.

 
Capisci Chad? L’amicizia fa crescere I FIORI!!
A volte pensavo alla nostra! Alla mia per Jensen, per Jared, anche a quello che provo per te, CHad.
Amicizia e amore. Affetto e sentimento.
Anche la nostra fa crescere i fiori e fa smuovere le galassie?
 
 
 
Chad, l’amore!
Il pianeta dell’amore!
Se mi chiedessero di festeggiare San Valentino, desidererei portarti li.
Li nessuno deride l’amore, perché l’amore è LEGGE!
Non esistono punizioni li, perché l’amore è legge, è fede! Nessuno penserebbe mai di infrangere, di sconsacrare una tale fede!
I pensieri di un innamorato, fanno colorare le nuvole di rosa!
 
“Non dire sciocchezze, Kristin, preferisco studiare con te, che passare una giornata noiosa in gruppo con quegli sfigati.” Stava dicendo un ragazzino a una ragazzina che teneva il suo zainetto come un morbido peluche.

La ragazzina sorrise e guardò il ragazzo, come se gli avesse detto la cosa più bella del mondo. Jared prese il braccio di Misha e indicò quell’alone rosastro che si delimitò sopra la ragazza.
Un alone luminoso, rosa.
“é…Misha..si sta innamorando, vero?”

“Sì..è meraviglioso. Se potessimo vederlo anche sulla Terra..oh, nessuno deriderebbe più l’amore.”

 
CHad!
La gente crede solo a quello che vede! Tutto quello che non vede per loro non esistono!
Se anche da noi si colorassero le nuvole di rosa, per un pensiero d’amore, forse anche noi crederemmo nel potere dell’amore!
Ma è ingiusto tutto questo.


Dei raggi solari si espansero dal quaderno per raggiungere Chad e il ragazzo potè avere delle visioni di quello che era successo a Misha. Tutto il suo dolore, la sua sofferenza, la nostalgia per Chad, quello che aeva fatto per non farlo sentire a Jared, infine pure il suo svenimento. Quando le visioni scomparvero, Chad vide che le parole sul quaderno continuavano.


Chad, perdonami.
Io immaginavo che non avrei potuto evitare di far sentire a Jared, che ti amavo, per via del legame parabatai e quindi decisi di fare un incantesimo che impedisse a Jared di SENTIRE il mio amore per te. Non volevo che lui lo sentisse, non volevo che mi lasciasse indietro.
Chad, io non so se mi perdonerai mai, per quello che ho fatto.
Avevo detto che non esistono punizioni su questo mondo ma io sono stato punito.
Mai dare qualcosa per scontato.
O forse il mio caso è speciale.
Quello che ho fatto è gravissimo e non so se mi perdonerai mai per questo.
Ma devo raccontartelo perché devi sapere che forse io non ti merito.
Ho fatto una cosa gravissima ma l’ho fatta per preservare il nostro amico.
Per non infrangere una promessa che io ho fatto  a te.
“riportalo” mi hai detto e ho intenzione di farlo.
Perché AMO il nostro amico, come amo te, ma tu sei al sicuro, lui può distruggersi  se no..
Oh, Chad, come vorrei che tu fossi qui con me.
Mi manchi così tanto.
Ma è bello soffrire per le persone che ami.
 
Jared l’ha presa malissimo, sai? Ci siamo urlati addosso e lui comunque non riusciva a negare che era vero, che mi voleva con sé, ma desideravo anche la mia felicità.
Chad, non ti riporterò quello che ci siamo detti, perché voglio custodirlo gelosamente e poi non voglio intristirti, ma suppongo tu comunque possa saperlo in fondo.
Ti amo così tanto.
Lui alla fine mi ha abbandonato, mi ha lasciato andare.
Ma non è forse la stessa cosa?
Non è abbandonare una persona, lasciarla andare? Una strana forma di abbandono?
Volendo la mia felicità, mi ha spezzato il cuore.
Torno con il cuore a metà, che grida dalla voglia d rivederti.
Piange e grida perché ti ama, ma piange perché ha lasciato indietro qualcuno.
Oh. Chad, perché non sei venuto con noi?
Ti amo, e non sono più una persona intera.
Sto tornando da te, Chad.


E nonostante Misha non volesse, Chad ebbe una visione molto intensa di quello che successe sull'astronave.
Chad vide anche quel famoso bacio e arrossì.
Poi rise, pensando che si consideravano traditori anche se non lo erano.
Chad non avrebbe mai immaginato di poter vedere il suo ragazzo baciare un altro e esserne quasi commosso.
Perché sapeva che Jared aveva bisogno di quello.
Che era un bacio d’affetto, tra due amici, ora che aveva visto tutte quelle cose, la sua mente si era aperta.
Sapeva cosa Jared significava per Misha.
Sapeva che per lui provava cose diverse.
Sapeva anche amare loro in maniera diversa.
Quelle visioni gli avevano aperto la mente in una maniera che non avrebbe mai ritenuto possibile.

Chad aveva gli occhi pieni di lacrime, seduto sul divano del suo salotto, mentre leggeva e Misha lo guardava da lontano, preoccupato, senza osare avvicinarsi, Chad lo guardò negli occhi e l'amore di mille stelle brillarono tra di loro e negli occhi di Misha, quando gli sorrise. Chad sorrise di rimando e si alzò, per andargli incontro e lo baciò disperatamente e con tutto l'amore del cosmo, tutto l'amore delle stelle, ringraziandolo per il meraviglioso dono che gli aveva regalato.






















Note dell'autrice: non avete idea di come si senta! Sono emozionatissima! Oramai disperavo di riuscire a finire questa storia! Forse chi la seguiva, disperava di vederla finire come me xd il fatto è che ho così tante storie in corso..ma mi sentivo malissimo all'idea di lasciare indietro questa! Ci tengo tantissimo a questa saga, e forse presto dovrò iniziare un'altra storia per questa serie. Riguarderà Jared e suo fratello gemello. Non guardatemi male :( nel seguito sono presenti e pensateci, come faccio a scriverlo se non so neanche io quali sono state le loro interazioni quando si sono incontrati nella mia storia "il giocattolaio"? xd
mi bloccherebbe tutta la storia. DEVO PER FORZA scriverla :( ma non ora.
Ora festeggiamo la fine di questo spin off siiiiiiiiiiiiiiii xd allora, io cmq anche se l'ho finito, c'erano comunque delle cose che avrei voluto scrivere ancora: le telefonate di Misha a Chad, che fine fa il Bobby di questo mondo, la caccia al tesoro di Misha per Chad. ma davvero, non ce la faccio più e siccome sono slegate dalla trama e non influiscono sulle altre storie, potrò benissimo scriverle in futuro, ora per me è IMPORTANTE che le altre storie continuino, visto che ci ho già perso qualcosa come 10 giorni per terminare finalmente questa raccolta xd

Insomma, per finirla, sono stata costretta a sospendere le altre storie, una cosa che mi fa stare male, ma me lo sono voluta io, scrivendo tante storie contemporaneamente,

Questa raccolta cmq era ESSENZIALE che ci fosse, perchè tratta tantissimo di Chad e Misha, nonostante i prtagonisti siano Jared e Jensen, avevo proprio BISOGNO di far conoscere e conoscere anche io, i loro amici, perchè ci sraanno nelle storie e quindi io avevo bisogno di dare loro delle identità, non volevo fossero delle semplici comparse. So che questa storia non è molto seguita, ma non importa, io vado a seguire il mio cuore, sono contenta di averla scritta e ringrazio i pochi che l'hanno seguita xd e soprattutto Teamfreewill per averla recensita <333 Ps se ci saranno in futuro altri misisng moments su questa raccolta, fate conto lo stesso che queste note varranno anche per l'ultimo capitolo LOL

“Un’idea non si può distruggere, neanche se si annegasse nel sangue coloro che ci credono,  perché le idee ritornano, non ha importanza chi le formula per primo. Godono di vita propria.” cit IL patto di mezzanotte

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