Burn. di Favols (/viewuser.php?uid=76930)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni ***
Capitolo 3: *** Il gioco prende vita ***
Capitolo 4: *** Il ricordo di Kikyou ***
Capitolo 5: *** Un dialogo normale. ***
Capitolo 6: *** Take My Hand ***
Capitolo 7: *** Sangue ***
Capitolo 8: *** Passion ***
Capitolo 9: *** Nightmare ***
Capitolo 10: *** Vivi ***
Capitolo 11: *** Sensi di colpa, ricordi e... ***
Capitolo 12: *** Guardare avanti ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Dichiarazioni. ***
Capitolo 15: *** La prima notte di Luna Nuova [ Prima Parte ] ***
Capitolo 16: *** La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ] ***
Capitolo 17: *** Bisogno di Tempo. ***
Capitolo 18: *** Ciò che accade in tua assenza. [Prima parte] ***
Capitolo 19: *** Ciò che accade in tua assenza [ Seconda Parte. ] ***
Capitolo 20: *** Malinconica. ***
Capitolo 21: *** Ciò che può far male. ***
Capitolo 22: *** AVVISO. ***
Capitolo 23: *** Dei giorni passati a convincersi che solo la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi ***
Capitolo 24: *** Panico.-Prima parte. ***
Capitolo 25: *** Panico.-Seconda parte. ***
Capitolo 26: *** Altro avviso. ***
Capitolo 27: *** Sei da proteggere. ***
Capitolo 28: *** La differenza fra due notti. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Burn
Chiuse
gli occhi e rilassò i muscoli.
Sentì
dolore ogni centimetro del proprio corpo. Provò a muovere il
polso, e il
fastidio divenne improvvisamente più acuto.
-Merda!-
Esclamò, cercando di tenere sotto controllo la rabbia. Era
successo ancora, per
quanto s’era ripromesso di non lasciarsi più
coinvolgere era accaduto di nuovo,
e oltretutto sempre per l’ennesimo motivo.
Fiacco
e irato si alzò dal letto, trascinandosi verso il bagno,
sempre più stanco.
Piazzatosi dinanzi al lavabo, posò le mani sul marmo fresco,
e si osservò allo
specchio.
Sotto
l’occhio destro sanguinava copiosamente un lungo ed evidente
profondo taglio,
tanto da macchiare qualche ciocca di capelli argentei.
-Complimenti
Inuyasha, ti sei guadagnato una nuova cicatrice.- Ringhiò
alla propria
immagine, mostrando tutta la delusione verso se stesso che fino a poco
prima si
era curato di celare.
Si
ritrovò a parlare con il suo riflesso e follemente non gli
parve una cosa da
pazzi. Almeno era sicuro di essere ascoltato.
Svogliatamente
svitò il pomello destro del lavandino in senso anti-orario,
per servirsi
dell’acqua fredda, poi lasciò quel getto gelido
scaraventarsi sulla pelle e,
chinandosi in avanti, si bagnò il viso. Quel contatto lo
riportò alla vita,
risvegliandolo in un attimo.
Sentì
la pelle tirare; quando si risollevò il sangue
colò ovunque, macchiando
l’elegante bagno. Non ne parve dispiaciuto.
Quando
il dolore fu alleviato, afferrò un asciugamano pulito e fece
pressione sul
taglio. Non fu piacevole, ma dopo un paio di minuti
l’emorragia fu placata.
Sospirando tornò in camera. Si sentì
incredibilmente scarico, vuotato di tutte
le forze.
Lanciò
una sfuggevole occhiata all’orologio e constatata
l’ora si abbandonò sul letto
sfatto, ancora vestito. Ci volle poco prima che si addormentasse.
Non
passò molto tempo quando un rumore strillante e fastidioso
giunse alle orecchie
canine strappandolo alla veglia. Gli fu difficile individuare da subito
la
natura di quel tormento, e l’acuto mal di testa provocato
dagli eventi della
sera antecedente non lo incoraggiò nel comprendere.
Si
rigirò su un fianco, e con le palpebre ancora semichiuse
capì che il suo
cellulare stava insistentemente cercando la sua attenzione.
Nervosamente
allungò il braccio verso il comodino e, raggiungendo
l’oggetto desiderato,
rispose:
-Chi
cazzo è a quest’ora?- Inveii,
infischiandosene del tono. Si sentì ancora più
furioso, quando dall’altro capo
del telefono non si udì che un grandissimo baccano. Fu sul
punto di
riattaccare, ma l’inascoltabile musica cessò
all’improvviso e così riuscì
finalmente a riconoscere una risata familiare:
-Yamamoto-Kun,
dovresti essere più gentile al telefono!- Lo
rimproverò una voce maschile.
Inuyasha
si tirò su coi gomiti, mettendosi seduto. Sentendo la voce
del suo amico
Miroku, s'irrigidì per la rabbia.
-Ho
passato una brutta nottata, ma non c’è bisogno che
ti dia spiegazioni dato che
tu ne sei il colpevole.- Rispose, giustificando il tono avuto poco
prima.
Miroku
si lagnò come di suo solito, supplicandolo di smettere di
odiarlo a quel modo.
In fondo non l’aveva fatto mica apposta, nemmeno quella volta.
Il
mezzo demone non volle ribattere, ormai privo di pazienza.
-Stronzate
a parte, perché mi chiami alle cinque del mattino? Ti
conviene avere una buona
scusa…- Minacciò.
L’altro
si lasciò sfuggire una mezza risata.
-Non
preoccuparti Yamamoto, io ho una scusa più che valida!-
Esclamò soddisfatto.
-Parlando con amici, ho fatto una piccola scoperta. Qualcosa che
potrebbe
renderti molto felice. – Finì col dire.
Seguì
un lungo silenzio. Inuyasha si preoccupò: il suo migliore
amico aveva da sempre
avuto una grande capacità nel combinare disastri. Scosse la
testa, non convinto
di voler sapere, e per tutelarsi dichiarò dal principio:
-Senti,
non ho nessunissima intenzione di fare a botte nuovamente. Cerca di
tenere le
tue sudice mani sotto gonne di donne libere, chiaro?- In quelle parole
fu
chiaro il disgusto.
-Così
mi offendi Yamamoto-Kun…– Si finse triste.
–Questa volta, ho davvero una
notizia appetitosa per te.- Parlò, in tono sornione.
-Allora
che aspetti, parla no?!- Sbottò Inuyasha.
Miroku
rimase in silenzio per qualche secondo, con l’unico scopo di
mantenerlo in
tensione. Ciò che avrebbe rivelato, sarebbe stato
l’inizio di una serie di
eventi interessanti, e lui n’era al corrente. Doveva
gustarselo fino in fondo
quell’istante.
-Kagome
è tornata in città.- Sputò il rospo,
mordendosi il labbro.
Il
mezzo demone riattaccò, senza nemmeno salutare
l’amico. Fissò il vuoto, e dopo
qualche secondo si lasciò cadere sul materasso. Il suo
movimento spostò l’aria
e una folata di profumo lo inghiottì voracemente.
Apparteneva sicuramente alla
donna che il giorno prima s’era scopato, motivo per il quale
poco dopo aveva
fatto rissa. Un’altra sgualdrina di cui non conosceva la vita
privata, ma che
sicuramente non si sarebbe portato a letto, sapendola legata ad un
vincolo
sentimentale.
Se la
dimenticò in fretta, aveva altro a cui pensare.
-Ka-go-me
– Canticchiò a bassa voce. – Tu mi devi
ancora qualcosa, solo che ancora non lo
sai. –
Chiuse
gli occhi, lasciando che un ghigno perverso gli ingrigisse il viso.
Kagome
raccolse i lunghi capelli corvini in una coda alta, e si
guardò allo specchio.
Trovò che il suo viso quella mattina era insolitamente
pallido; lei, che in
genere aveva la pelle olivastra, ora assomigliava ad un fantasma.
-Sarà
un primo giorno di scuola stupendo… - Ironizzò,
scoraggiata.
Si
voltò verso il letto, su cui era posata ordinatamente la
divisa scolastica. Era
la classica marinara azzurra, con abbinata una camicia sobria, bianca
con
bottoni neri. Molto più seria di quella delle medie.
La
infilò, e si riposizionò dinanzi allo specchio.
-Beh,
almeno questa mi sta a pennello. – Si consolò,
regalandosi un sorriso.
Si era
trasferita a Tokyo da pochi giorni, ma non era un problema per lei, si
ricordava ancora come muoversi in città,
d’altronde aveva lasciato la grande
metropoli in seconda media, soltanto un anno prima.
I suoi
genitori avevano deciso di cambiare aria dopo la morte di suo fratello,
causata
da un’overdose. Disperati, erano riluttanti
all’idea che anche Kagome potesse
fare quella brutta fine, per questa ragione, presero la decisione
drastica di
trasferirsi in campagna.
Purtroppo,
il lavoro su cui il padre aveva fatto affidamento s’era
rivelato una truffa.
Ore e ore di fatica per uno stipendio bassissimo.
E
così
s’erano ritrovati a tornare in quel luogo che, ai loro occhi,
era ormai
diventato centro di ogni peccato.
Kagome
però n'era entusiasta. Fin dalla dolorosa morte del
fratello, nutriva dentro un
desiderio ardente di andare fino in fondo alla faccenda, scoprire che
cosa o
chi avesse portato un ragazzo tranquillo come Koga sulla cattiva strada.
-Kagome-chan,
sei pronta?- Sua madre la chiamò da piano di sotto.
Si
diede un’ultima occhiata allo specchio e scese le scale. Suo
padre che
l’attendeva davanti all’ingresso di casa,
l’avrebbe accompagnata lui il primo
giorno di scuola.
-Papà,
ti ripeto che posso andarci da sola- Protestò, con poca
convinzione della voce.
Ma dato
che suo padre aprì la porta senza quasi darle ascolto, fu
inutile.
Lei lo
seguì, rassegnata all’idea di fare la figura della
zimbella proprio il primo
giorno. Tuttavia a preoccuparla così tanto non era il fare
una pessima figura
ma il doverlo scomodare per una sciocchezza simile, e la consapevolezza
che
dietro a quel gesto c’era un morboso senso di protezione dato
dalla mancanza di
fiducia. In se stesso come genitore e in lei, figlia ma soprattutto
sorella di
un ex drogato.
Per
tutto il tempo trascorso durante il tragitto non si rivolsero
né sguardi, né
parole. Solo quando la meta era ormai vicina, suo padre ruppe quel
patto
silenzioso.
-I
genitori di Sango, ci hanno contattati quando hanno saputo del nostro
ritorno.
Anche lei frequenterà il tuo stesso istituto. Le ho detto di
aspettarti davanti
all’orologio dell’ingresso.- La informò,
speranzoso di trovare un po’ di gioia
nei suoi occhi castani per quella notizia così confortante.
Almeno non avrebbe
dovuto affrontare tutto da sola. -Ora ti lascio qui. La scuola
è qui dietro,
una volta girato l’angolo la vedrai subito. In questo modo ti
evito figure
imbarazzanti.- Concluse, mostrandosi molto più comprensivo
di quanto sua figlia
avesse mai immaginato.
Kagome
gli sorrise e scese dall’auto, sfoggiando un sorriso ormai
estraneo alla sua
vecchia espressione. Avrebbe rivisto Sango, ne era molto felice. In un
anno non
avevano mai smesso di sentirsi, ma la sua presenza fisica le era sempre
mancata.
Impiegò
un paio di minuti per arrivare ai piedi dell’imponente
edificio e, perdendosi
fra la folla, si sentì fortemente a disagio. Si accorse dei
molti studenti e
smarrita si preoccupò di non riuscire a trovarla.
“Mmh
dove sei Sango-chan?” Si domandò fra sé
e sé continuando a cercarla con lo
sguardo, mettendosi spesso sulle punte per facilitarsi nella ricerca,
fino a
quando non si sentì tirare per la camicia. Si
voltò di scatto, sbatté le
palpebre più volte per cercare di rimembrare quel volto fra
i ricordi. Non era
umano, e si stava rivolgendo proprio a lei, eppure non le
sembrò di conoscerlo.
-Sei
Higurashi Kagome?- Le domandò, sicuro di sé.
Lei,
sbalordita, si impappinò con le parole, e prese a balbettare.
-S-sì.–
Riuscì a mettere insieme con estrema fatica –
Perché?-
Il
ragazzo che le stava davanti non rispose, ma con tutta la forza la
sollevò e se
la mise in spalla. Kagome, imbarazzata, si tenne la gonna per evitare
che le
sue grazie fossero messe a nudo, e strillò con tutta la voce
che in quel
momento riuscì a tirare fuori.
L’intera
folla si voltò a guardare quello che stava accadendo. Fra
quella gente vi era
anche Sango, che senza parole assistette alla scena, completamente
inerme.
-Ma che
diavolo fai?! Mettimi subito giù, deficiente!-
Inveì, livida di rabbia.
Il ragazzo
non l’ascoltò e si diresse verso una macchina nera
parcheggiata lì vicino.
Lei non
lo sapeva ancora, ma a portarla via da un normale primo giorno di
scuola era
Inuyasha, quello che sarebbe diventato il suo incubo più
grande.
Miroku
aprì lo sportello e lo aiutò ad infilarcela
dentro, con così poca grazia da
farle male. Tuttavia lei, tenacemente, continuò a dimenarsi
per cercare di
sfuggire.
-Yamamoto
andiamo!- Lo incalzò l’amico.
Inuyasha
annuì, salì in macchina e mise in moto, facendo
rombare il motore.
Kagome
era senza parole, perché una cosa così assurda
doveva capitare proprio a lei?!
Era
arrabbiata, imbarazzata, confusa, irritata; insomma, era tutto meno che
spaventata. Tirò una manata a Miroku, che la
immobilizzò scoppiando a ridere.
-Ma
cosa diavolo è questo, un rapimento?- Urlò,
gonfiando le guance.
Inuyasha
sorrise.
–Io
preferisco dire che è una resa di conti.–
Precisò, in tono divertito.
Kagome
sentì il sangue ribollire di rabbia, si
lanciò verso il mezzo demone, e gli tirò i
capelli con foga. Egli ringhiò e la
macchina sbandò.
-Vuoi
farci uccidere stupida ragazzina?!- Le urlò contro, prima di
riprendere il
comando dell’auto.
–Non
pensavo che ritirare il premio di una vincita a poker fosse
così faticoso.- Si
lamentò poi, rimettendosi comodo al volante.
Lei
spalancò gli occhi.
–Io
sarei il premio?!- Domandò esterrefatta, temendo di
conoscere già la risposta.
Inuyasha
annuì, dando conferma a quel gran
timore.
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Capitolo 2 *** Spiegazioni ***
Burn.
Capitolo
primo.
Spiegazioni.
Kagome
scalciò per l’ennesima volta, colpendo il lato
superiore del
sedile che sbatté contro la nuca del mezzo demone, ormai
abituato a quel
trambusto. Si fece infatti una risata, senza più adirarsi,
come aveva invece
fatto una manciata di minuti antecedenti a quel momento.
-Cosa
diavolo hai da ridere?! Io pretendo delle risposte!- Sbraitò
la
ragazzina, mentre le gote andavano in fiamme. Ogni centimetro del suo
corpo
stava tremando per innumerevoli ragioni, ma principalmente per
l’ovvia paura
che stava provando. Il tentativo di nasconderla, n’era
sicura, stava risultando
parecchio sghembo. Inefficace in ogni modo.
Continuò
nonostante tutto a non volersi rassegnare e con tutta la grinta
che riuscì a trovare, colpì il volto sornione di
Miroku, che per qualche attimo
aveva perso concentrazione.
Immediatamente
si pentì di quel gesto, temendo una reazione violenta di
questo che però non si scatenò mai. Lei lo
guardò confusa, domandandosi per
quale ragione non stesse ancora subendo lo stesso trattamento.
Il
giovane riacquistò quello spudorato e irritante
comportamento.
-Io
non picchio le donne, mocciosa. Nemmeno quando si comportano da
tredicenni mestruate.- Le fece notare, aggrottando le sopracciglia.
Spossata
da quella vana lotta, e abbattuta da quel testardo non prenderla
sul serio, s'incupì, per poi ignorarlo.
Pochi
istanti dopo la macchina inchiodò dinanzi ad un grande
cancello,
rovinato in vari punti dal tempo. Kagome ne osservò le onde
sinuose, fantasie
di metallo che diramandosi circondavano una splendida villa.
Come
tutte le altre abitazioni del quartiere era in stile occidentale. Di
un giallo spento, però totalmente uniforme. Doveva essere
stata riverniciata di
recente.
Le
grandi finestre prive di tendaggi opprimenti davano una piccola
anteprima dell’interno, ben illuminato. Ne rimase folgorata:
era veramente una
splendida casa, di quelle che non puoi far a meno di notare e che ti
smuovono
dentro una piccola invidia verso i proprietari.
Miroku
interruppe la sua totale meraviglia, invitandola ad uscire dalla
vettura in modo poco cortese. Provò ad ignorarlo,
pretendendo almeno d’essere
trattata con un minimo di garbo; dopotutto l’avevano
trascinata lì senza
curarsi minimamente delle sue lamentele -o meglio urla-, e stava
cominciando a
pensare di doversi affermare in qualche modo o quei due
l’avrebbero sopraffatta
completamente.
Il
suo tentato valoroso comportamento non servì a nulla ed
infatti il
ragazzo le afferrò il polso e la trascinò fuori
dall’auto, facendole anche
incastrare il piede nella cintura di sicurezza. Non cadde per un pelo.
“Maledizione!”
Pensò, dopo essere quasi precipitata contro
l’asfalto.
“Deficienti figli di papà”,
inveì interiormente.
Il
desiderio di ribellarsi in qualche modo continuò a crescere
dentro di
lei sbaragliando completamente la paura provata fino a quel momento. Si
sentì
traboccare di adrenalina, e l’idea fulminea di cacciare un
urlo l’attraversò
quando vide un’anziana signora trafficare nel giardino a
fianco; ma proprio
mentre stava per spalancare la bocca qualcosa la bloccò.
In
fondo che cosa mai avrebbero potuto farle? L’avevano
prelevata davanti
a scuola, senza preoccuparsi minimamente di coprirsi il volto.
Nonostante
tutto, non parevano né dei maniaci né dei
completi idioti. Inoltre, una
pizzicante curiosità si stava facendo violentemente spazio
nella sua fantasia.
Se
avesse chiesto aiuto in quel momento, non avrebbe potuto sapere il
perché di quell’assurda situazione.
Forse
avrebbe dovuto resistere, almeno ancora un po’.
Si
fece in tal senso più coraggio.
Fingendo
rassegnazione si lasciò guidare in mezzo al giardino, ricco
di
alberi da frutta e meravigliosi roseti. Lo trovò
esageratamente vistoso ma al
contempo rassicurante. Tutti quei colori erano belli da guardare e il
profumo
di terreno ed erba la rilassò. Inoltre era tutto
organizzato, tutto pareva ben
potato e piccoli sentieri formati di grandi cocci rosso mattone si
diramavano
perfettamente in mezzo alla natura.
Ci
vuole dedizione per prendersi cura di un giardino simile e chi
è
capace di spendere tanto tempo per qualcosa di simile non
dev’essere poi così
cattivo. A meno che non paghi qualcuno per farlo.
Kagome
scosse la testa, scacciando uno dei pochi pensieri positivi a cui
era riuscita ad aggrapparsi.
Percorsero
quel paradiso di flora a passo svelto e in breve si trovarono
davanti alla porta d’ingresso che il mezzo demone
spalancò in un batter
d’occhio.
“Che
razza di persona non chiude a chiave in una città come
Tokyo?!”
pensò. “E se fosse perché nessuno
avrebbe il coraggio di intrufolarsi a casa
sua? Sarà un membro della yakuza?!”
L’ansia
l’aggredì nuovamente.
E
se si fosse sbagliata? Magari quei due stavano tramando di abusare di
lei e poi corrompere gli studenti testimoni del suo rapimento. In fondo
i soldi
sembravano non mancagli. Immediatamente si diede della stupida: va bene
avere
potere, ma corrompere tutti quei ragazzi sarebbe stato alquanto
surreale,
troppo.
Però
l’idea di un qualsiasi legame con la criminalità
organizzata le
parve ancora un’idea da prendere in considerazione anche se,
a guardarli bene,
non sembravano affatto appartenervi.
Erano
entrambi trasandati, con indosso maglie di gruppi metal che ancora
non aveva ascoltato e conosceva soltanto grazie all’omonima
mascotte mostruosa
degli Iron Maiden.
Inuyasha
portava i capelli lunghi, sciolti in meravigliose ciocche
argentee. Erano splendidi tanto che quasi frivolamente glieli
invidiò. Rimase
stupida riflettendo sul fatto che il suo istituto scolastico
permettesse
un’acconciatura simile. Era piuttosto disdicevole.
Sempre
che questi frequentassero una scuola!
Miroku
invece i capelli li portava medio lunghi, ma legati in un piccolo
e buffo codino dietro alla testa. Quell’intenso corvino
metteva in evidenza gli
splendidi occhi blu, meno spaventosi di quelli gialli e demoniaci
dell’altro.
Chinando
il capo notò che portavano tutti e due gli anfibi, calzature
che
aveva sempre odiato e visto innumerevoli volte ai piedi di Koga, suo
fratello.
Li trovava brutti, grossi e scomodi, buoni solo ad attirare
l’attenzione. Un
po’ come gli anelli di dimensioni esagerate raffiguranti
teschi, spade e rose.
Sulle collane non ci si soffermò molto, intuendo che non
avrebbe nemmeno
decifrato che cosa potessero raffigurare.
Li
stava giudicando senza remore. Ne aveva vista parecchia di gente come
loro, amici fuori di testa di Koga, e non ne aveva un bel ricordo.
Quel
ricordo mise in moto un meccanismo automatico che le riportò
alla
mente troppe immagini dolorose, che volle cancellare concedendosi di
osservare
l’arredamento perfetto.
La
posizione di ogni oggetto sembrò essere stata decisa con
molta
attenzione perché non c’era nulla di sgradevole
agli occhi in quelle stanze.
L’arredamento era sui toni chiari, riprendendo -nonostante
l’esterno- il
classico tocco orientale giapponese.
Vi
erano parecchi fiori, e si convinse sempre più che chi se
n'occupava
non lo faceva di certo per denaro.
La
colpì maggiormente la mancanza di pesantezza. Solitamente le
ville
degli aristocratici esagerano in soprammobili o quadri, mentre quel
salone
nella sua ampiezza conservava una frescura molto accogliente.
Stranamente
si sentì a casa. Una sensazione che le piacque, nonostante
tutto.
Non
ebbe il tempo di continuare le sue osservazioni che Inuyasha strinse
con forza il suo polso, trascinandola con prepotenza al piano di sopra.
Così
velocemente attraversarono un’altra sala perfettamente
arredata, quasi corsero
su per le scale e dopo un paio di rampe, percorsero un lungo corridoio,
totalmente bianco e leggermente claustrofobico. Svoltarono a destra e
si
fermarono davanti ad una porta. In quel momento Kagome non poteva
immaginare
cosa sarebbe diventata quella stanza per lei e in cosa si sarebbe
trasformata
all’interno di quelle mura solide.
Inuyasha
aprì la porta, e una luce abbagliante li travolse.
Era
il posto più luminoso dell’intera abitazione
(almeno per quello che
aveva visto sino a quel momento) e il motivo erano le enormi finestre
che
ricoprivano quasi per intero una delle quattro pareti.
Il
profumo di muschio le si infranse addosso insieme all’aria
che
penetrava dai vetri aperti, avvolgendola, così intenso da
darle alla testa.
Quello stesso profumo l’aveva già sentito poco
prima, nell’auto, proveniva dal
mezzo demone.
L’occhio
curioso ricadde su tutto ciò che le si presentò
davanti. Era una
stanza semivuota, il letto a due piazze collocato perfettamente al
centro le
sembrò bizzarro, dandole l’idea di audace ed
elegante nonostante fosse sfatto.
Un solo armadio poggiava contro il muro, e dallo specchio su una delle
ante
vide riflessa davanti una scrivania stracolma di scartoffie con
poggiato un
portatile bianco.
Avanzò
in quello strano ambiente sospinta da un’immensa
curiosità, e dopo
un lieve capogiro per tanta confusione si mise a sedere sul letto.
-Credo
di meritare una spiegazione.- Disse, fiduciosa in se stessa.
Lui
non rispose subito; dapprima le accarezzò il viso con lo
sguardo, poi
con passo felpato si avviò alla catasta di fogli sul tavolo
di legno e
imprecando un po’ contro il proprio disordine, ne
tirò fuori un rettangolo
lucido e colorato che sventolò con soddisfazione.
Era
una foto.
La
raggiunse, s'inginocchiò davanti e le porse ciò
che in quel momento
considerava un tesoro. Con spudorata malignità attese la sua
reazione, convinto
in un'assicurata devastazione sentimentale.
Infatti
Kagome perse un battito, riconoscendo i propri tratti somatici
nel viso di suo fratello, pallido e spento. Qualcosa dentro di lei si
mosse, e
per qualche istante temette di poter vomitare. Non raffigurava nulla di
così
rivoltante, però la tensione la stava scombussolando. I
sentimenti che
s'impegnava tutti i giorni a soffocare fecero capolino fuori dai limiti
che si era
predisposta e le diedero alla testa.
-Koga…-
Sussurrò. Tentò caparbiamente di trattenere le
lacrime, ma fu del
tutto vano e una le scivolò lenta lunga la guancia rovente.
In
quell’immagine rubata al tempo trascorso lui se ne stava
lì, seduto ad
un tavolo da poker, con l’espressione afflitta che poteva
avere solamente un
perdente. Alle sue spalle, Inuyasha e Miroku a braccia conserte.
Sembravano
soddisfatti e ancora più sornioni del solito. Si
sentì disgustata.
Inconsciamente,
conosceva già la ragione di quel gesto. Ricordava
ciò che
Inuyasha aveva esclamato subito dopo averla rapita.
Lei
era un premio, e stava realizzando anche in che partita di poker era
rimasta coinvolta. Era un pensiero così rivoltante da
sembrarle impossibile.
Come
aveva potuto farle questo?
-Che
significa?- Chiese, implorando qualsiasi entità custode di
non darle
la risposta che temeva.
Lui
assunse un’espressione tanto seria da farla deglutire: in
quell’espressione da cane bastardo era cambiato qualcosa.
Una
traccia di rimorso?
No,
sembrava piuttosto un momento agognato, e tensione scaturita da
questo.
Lo
vide inumidirsi le labbra e allungare una mano verso di lei, chiuse
gli occhi d’istinto e il tocco deciso della sua mano la fece
fremere. Le stava
accarezzando il collo, con disinvoltura e delicatezza. Lo stava facendo
nel
modo giusto, su di lei che non era mai stata sfiorata da un uomo, come
se
l’avesse fatto altre mille volte.
-Lo
sai anche tu, che significa.- Rispose, sadico. E quelle parole si
dissociarono completamente da quel tocco gentile e perfetto.
Kagome
allora aprì gli occhi velocemente, e lo sfidò:
-Voglio
che tu me lo dica!- Insistette, alzando persino la voce.
Inuyasha
osò ulteriormente, le scostò i capelli lunghi e
corvini da una
parte, e con le labbra baciò un piccolo centimetro della sua
pelle. Era
paralizzata, avrebbe voluto colpirlo in pieno volto, mettersi a
strillare e
scappare via, ma il suo corpo non voleva muoversi di un solo centimetro.
Così
restò ad ascoltare ciò che quel maledetto aveva
da dirle, così vicino,
ancora più crudelmente.
-Koga
ha deciso di giocarsi la sua dolce sorellina a poker, poco prima di
schiattare.- Le sussurrò all’orecchio, per poi
morderle il collo con
eccitazione. L’afferrò per i fianchi, in modo da
non farla fuggire.
Era
calda, sensuale in quell’ingenuità che il mezzo
demone non provava a
violare da molto tempo.
Kagome
si abbandonò a quella carnivora delusione e cessò
di trattenere le
lacrime, che in abbondanza presero a scivolare bagnando anche il viso
di lui,
ancora così vicino.
Avrebbe
voluto non sentire altro. Perché le sue orecchie percepivano
ancora suoni? Eppure dentro la sua testa era esplosa una bomba, non
avrebbe
dovuto essere sorda allora?
Non
voleva sentire, no.
-Sai,
solitamente non giocava a poker, ma quella notte era rimasto senza
un soldo e l’astinenza si stava facendo sentire. Brutta
bestia, la droga-
Continuò Inuyasha, rafforzando la presa.
Non
voleva sentire.
Finalmente
il suo corpo tornò ad avere stimoli, carico di adrenalina.
Con
uno scatto provò a sfuggire dalle braccia del mezzo demone
ma non ci riuscì.
Inuyasha la sospinse indietro, e in pochi istanti fu subito sopra di
lei,
insediatosi fra le sue gambe e premendo il proprio corpo maschile sul
suo,
verginale e tremante.
Sorpresa
ma non più impaurita, lo osservò da vicino. Era
bello. Il suo
viso era perfetto, anche se inchiostrato di velenosa cattiveria.
Non
sapeva che il suo per lui, era ancora più attraente. Sulle
sue labbra
regnava l’ingenuità, uno scarlatto trattenuto in
una sensuale morbidezza. Gli
occhi grandi e umidi la rendevano indifesa, e per questo ancora
più intrigante.
Kagome,
malinconica e sensuale.
Inuyasha
l’aveva vista qualche tempo prima che Koga morisse e senza
ombra
di dubbio l’aveva trovata deliziosa, ma il tempo
l’aveva maturata
splendidamente. I seni erano abbondanti, perfettamente gonfi e sodi.
Ogni parte
di quel corpo era diventata più rotonda. Le cosce
semiscoperte dalla gonna alla
marinara non erano eccessivamente magre, ma perfettamente tirate. Il
viso era
più adulto, ma lo stesso delicato e fanciullesco,
perfettamente in linea con i
suoi quindici anni.
Si
avvicinò alle sue labbra di bambina cresciuta e
meditò di profanarle.
Quella situazione lo stava eccitando incredibilmente e a trattenerlo fu
la sola
consapevolezza che sarebbe stato stupro: lui non era né un
criminale né un
depravato. Sapeva inoltre che l’avrebbe avuta, e un
po’ d’attesa non sarebbe
guastata.
-Stai
tremando. Hai paura?- Le domandò, respirando sul suo viso.
Kagome
strillò.
Non
era terrore.
Ma
la rabbia si era accumulata, e quel contatto forzato la stava facendo
impazzire. Si sentì soffocare.
Quel
gesto consentì al mezzo demone di concedersi un piccolo
assaggio,
così la mise a tacere baciandola. Assaporò la sua
bocca con foga, scostando i
capelli da quel viso esasperato. L’accarezzò con
delicatezza, percorrendo il
collo e scendendo lungo i fianchi.
La
baciò intensamente, non soltanto per metterla a tacere.
L’eccitazione
stava crescendo in lui sempre di più, e per un istante
sentì di non potersi
controllare più.
Lei
paradossalmente non oppose resistenza, e per un breve attimo gli
parve di sentirla socchiudere le labbra, ma nulla più.
Stava
provando un immenso desiderio di accarezzarle le gambe e insinuarsi
fra le sue cosce, ma non lo fece.
Si
fermò, soddisfatto di ciò che aveva
già avuto.
-Stai
tranquilla, non voglio violentarti. Non sei abbastanza attraente-
La rassicurò, mentendo. Si sollevò sulle braccia,
dividendosi da lei.
Quando
si alzò, Kagome provò un forte contrasto dentro
di sé. Era
incredibilmente sollevata e respirava come se non lo facesse da mesi,
però
provò subito un senso di inadeguatezza non sentendolo
più sopra di lei, come
una forte e vecchia nostalgia.
Le
venne voglia di raggomitolarsi in posizione fetale, ma la ragione la
spinse ad alzarsi di colpo.
Inuyasha
le aveva aperto la porta e con un sorriso indecifrabile le
indicò l’uscita.
-Quella
è la porta, va' pure. Tanto sono convinto che tornerai!-
Disse.
Lei
non se lo fece ripetere due volte, lo sorpassò e con sdegno
esclamò:
-Vai al diavolo, deficiente!-
Poi
scappò via senza guardarsi indietro, ripercorrendo le stanze
della
casa che la separavano dalla libertà come se lo avesse fatto
da sempre, e varcò
la soglia ignorando l’amico di lui placidamente seduto sul
divano.
Miroku,
vedendola fuggire a gran velocità, raggiunse il migliore
amico.
-Già
fatto?!- Domandò, interdetto.
Inuyasha
sbottò.
-Mica
stupro le ragazzine io, feh! Tranquillo però, ho fatto in
modo di
farla tornare. Vedrai, in meno di una settimana me la
ritroverò a casa.-
L’altro
fece spalline, quasi deluso. –Me ne torno di sotto a
mangiarmi
qualcosa!-
Kagome
corse il più velocemente possibile, costringendo il proprio
corpo
ad uno stress insolito, ma non si fermò nemmeno quando le
facevano male le ossa
e il respiro corto stava cominciando a farle dolere anche il resto del
corpo.
Il
cuore batteva così forte che quasi non lo sentiva
più.
Si
sentiva confusa e delusa. Da suo fratello e anche un po’ dal
mondo.
Cosa stava succedendo alla sua realtà? Come poteva tutto
quello esistere e
confondersi alle cose normali?
Perché
le persone per strada continuavano la loro vita mentre lei stava
andando in pezzi?
Koga
era morto, l’aveva abbandonato in una realtà
simile e non solo,
aveva fatto in modo di lasciarla senza difesa alcuna.
Cosa
avrebbe potuto fare?
Non
era sicura più di nulla, soprattutto perché
quell’atroce delusione la
provava anche verso se stessa. Cosa diavolo era accaduto poco prima?
Perversamente
quel baciò aveva provocato anche delle sensazioni
piacevoli. C’era qualcosa dentro di lei di sbagliato?
Le
lacrime le rigarono il viso, annebbiandole la vista.
Corse
fino al momento in cui trovò la prima fermata della metro, e
leggendo il nome della stazione finalmente seppe dove si trovava.
Almeno
quello.
Si
fermò un momento e tossì. Sentì che le
gambe non potevano più
reggerla. Non aveva più fiato, la testa le girava.
Il
suo corpo stava cedendo, o almeno avrebbe voluto farlo.
Scese
le scale e si mise a sedere sulla banchina della stazione. Tremava
ancora, non riusciva in alcun modo a calmarsi.
Dentro
di lei continuò a spaccarsi la sua volontà,
formando un cratere
fra il desiderio di fuggire il più lontano possibile e
quello di tornare
indietro. Per quale ragione?
Per
saperne ancora, per spaccare la faccia di Inuyasha.
O
per farsi baciare ancora?
Scosse
la testa. No, era stata solo l’adrenalina, lei lo
disprezzava. Lo
conosceva da poche ore e già lo odiava con ogni fibra del
suo essere.
Il
suo pensiero tornò violentemente a Koga. Lui
l’aveva venduta.
Non
era possibile, era una menzogna, quello che il mezzo demone aveva
detto era solo una grandissima cazzata. Suo fratello l’amava,
anche se
nell’ultimo anno della sua vita aveva commesso degli errori.
Ne
era convinta, era tutta una messa in scena.
Il
treno arrivò, lo prese e in poco riuscì a
raggiungere la scuola. Non
aveva pensato che forse sarebbe stato meglio tornare a casa, farsi una
doccia
per riprendersi da quel trauma e dormire tutto il resto del giorno. Il
suo
senso del dovere l’aveva spinta a presenziare il suo primo
giorno: anche se era
in un ritardo atroce, qualcosa avrebbe inventato.
Arrivò
in una ventina di minuti e, attraversato il cancello e il cortile
anteriore, cercò la sua classe sui tabelloni chiedendo
informazioni su dove
potesse essere la sua aula.
Respirò
profondamente, e spalancò la porta.
Una
massa di adolescenti in piena tempesta ormonale la fissarono. Il
professore la squadrò esterrefatto. Sul viso dai lineamenti
duri lesse
immediatamente che non avrebbe ottenuto il permesso di entrare e
l’imbarazzo la
fece arrossire.
Nell’esatto
momento in cui fece per uscire, una voce femminile prese le
sue difese.
-Professore
mi scusi, io ero presente, come del resto quasi tutti in
questa classe, e ho visto la signorina essere aggredita da
Yamamoto-Kun, un
ragazzo dell’ultimo anno. E beh, lei sa quanto problematico
sia…-
L’uomo
fece segno di smettere di parlare all’allieva, che
ritornò nel
proprio silenzio.
Kagome
si sentì improvvisamente rincuorata, e sorrise alla sua
salvatrice.
Il
professore, a malincuore, le fece segno di entrare.
Lei
s’inchinò dinanzi a tutti, scusandosi.
-Bene,
vedremo di prendere provvedimenti per questa mancanza di rispetto.
Ora presentati e vai a posto.-
Scoraggiata,
pensò velocemente a cosa dire. Prima di aprir bocca
però,
notò che i suoi compagni di classe stavano ridendo.
-Il
mio nome è Higurashi Kagome, mi sono appena trasferita a
Tokyo dopo
aver passato un anno e due mesi in campagna. Sono figlia unica e ho
scelto
questa scuola per il suo prestigio-
Detto
ciò, si mise a sedere nell’unico posto libero,
fortunatamente
dietro alla ragazza che si era disturbata per aiutarla.
-Grazie.-
Sussurrò, piena di una sincera gratitudine.
L’altra
sorrise. –Sta tranquilla, io sono Rin, piacere ci
conoscerti.- Si
presentò.
-Piacere
mio.- Le rispose, cercando di restituire la gentilezza ricevuta.
-Come
mai Yamamoto-kun ti ha trascinata via?- Attaccò subito
quella.
Kagome si stranì nel notare che non si stava trattando
affatto di curiosità. Ma
era troppo esausta mentalmente per pensarci.
-Perché
è un povero deficiente- Sbottò lei.
Ringraziamenti:
Bellatrix_Indomita: Ed eccoti accontentata , il primo
capitolo ^^ . Sono felice che ti sia piaciuto il prologo , spero che il
seguito non ti deluda. Continua a seguirmi. Tanti tanti ringraziamenti.
Nimako: Magari scrivessi bene , ma grazie
tante per i complimenti =]
Chocola
92: Ed ecco qui il primo capitolo ,
spero che ti piaccia :D grazie tante per aver letto e recensito il
prologo .
luca
blight: Non so perché , ma ero
sicura che ti sarebbe piaciuto. Devo ringraziare solo te se ho
ricominciato a scrivere. Te e il tuo starmi così vicino
<3
Un ringraziamento anche solo a
chi mi legge xD
|
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Capitolo 3 *** Il gioco prende vita ***
Burn
Il
gioco prende vita
Buttò indietro la testa, il suo sguardo
ricadde sul soffitto. Continuava a ripensare a quella dannata storia,
non riusciva proprio a uscirne. Voleva saperne di più,
voleva conoscere tutto il possibile su Yamamoto Inuyasha, e obbligarlo
in qualche modo a dirle la verità.
Le domande si accumolavano, mentre le risposte, e
persino le ipotesi continuavano a diminuire.
Si mise a sedere sul morbido letto, stringendo a se
le gambe .
Il sonno cominciava a farle bruciare gli occhi. Si
stese e, una volta appoggiata la testa sul cuscino si
addormentò, dimenticando persino di spegnere la luce.
Il mattino a seguire, una mano le sfiorò
il viso . –Mamma …mmh – Si
lamentò –Lasciami dormire ancora un po’.
Kagome abbracciò il cuscino, ignorando
il tocco gentile che disturbava il suo sonno. Si voltò verso
il muro e socchiuse le palpebre lentamente, per evitare di accecarsi.
Ma nessun raggio di sole le pizzicò il
viso. D’abitudine, quando sua madre la svegliava spalancava
le finestre per far entrare la luce in camera.
Soffocata dal dubbio, si alzò di scatto
e si voltò verso la persona che le aveva carezzato la
guancia.
Basita, si preparò a lanciare un urlo, ma
“quella persona” le precedette, fiondandosi su di
lei e coprendole la bocca.
Kagome strabuzzò gli occhi, e il suo
sguardo si incrociò con il blu mare del suo aggressore.
Miroku le si avvicinò
all’orecchio, sussurrandole qualcosa. Lei si calmò
di colpo, smise di calciare. Persino i tentativi di mordergli la mano
ebbero fine.
Il giovane gli fece cenno con il capo, come per
chiederle un consenso. Kagome gli fece capire che il messaggio era
giunto a destinazione.
Miroku la liberò, lasciandole la
possibilità di ribattere. Un opportunità che, se
lei avesse provato ad urlare, sarebbe sparita nel nulla.
-Non ho intenzione di tornare in quella casa
infernale!- Le fece cenno di abbassare la voce, per poi prendere
anch’esso parola.
-Non ti illudere, anche se non dovessi
più tornarci di tua spontanea volontà, LUI
verrà a cercarti. Fai parte del suo gioco ormai-
Kagome sbuffò, afferrò il
viso del ragazzo e lo obbligò a guardarla negli occhi.
-Dimmi qualcosa su Koga-
Nel suo tono di voce, c’era
autorità. Inoltre i suoi occhi erano inumiditi dalle
lacrime. Si sentiva presa per il culo, su un argomento delicato come
quello. E la cosa la mandava in bestia.
Non ebbe risposta.
Miroku si alzò da letto e le
lasciò un biglietto sul comodino. Poi si voltò,
la salutò con un gesto della mano, e uscì dalla
finestra.
Si chiese perché proprio camera sua
doveva essere al piano terra.
Non spiegò il foglio di carta, lo
lasciò ripiegato in due, e svogliatamente si diresse verso
il bagno.
“Una bella doccia forse potrebbe
aiutare”
Passò la spazzola fra i capelli, i denti
di plastica le massaggiavano la cute. Per qualche secondo, si
rilassò, e smise di pensare a tutto ciò che le
stava succedendo.
Si era vestita, lavata e truccata. Era
già pronta per uscire, ed era in anticipo di
un’ora.
Si guardò intorno, alla ricerca di
qualcosa da fare. Il suo sguardo ricadde nuovamente sul
biglietto che il ragazzo dagli occhi blu le aveva lasciato.
“Maledetto Miroku”
Pensò passandosi il foglio fra le mani.
La curiosità ormai l’aveva quasi del tutto
divorata.
Spiegò il foglio e lasciò
scorrere gli occhi sulle scritte d’inchiostro nero,
aspettando che il cervello elaborasse in fretta il contenuto.
Sembrava una specie di promessa scritta.
–Lo immaginavo- Sussurrò arrotolando il foglio e
lanciandolo verso il cestino, mancandolo.
-Oh, maledizione! Non riesco nemmeno a liberarmene-
Cominciò a riflettere, a farlo
seriamente, mettendo da parte i sentimenti. Doveva sapere, anche se
faceva male.
Corse in cucina, recuperò una mela e si
infilò le scarpe. Uscì di casa con
un’energia tale da respingere anche i più piccoli
dubbi che le erano rimasti.
Se ne stava stravaccato sul letto, reggendosi sui
gomiti. Si godette il corpo nudo di lei per gli ultimi istanti, prima
che il reggiseno e le mutandine rovinaro lo splendido spettacolo.
Si sollevò dalla sua posizione e le si
avvicinò, afferrandola dai fianchi, cominciò a
baciarle il collo.
-Sono in ritardo Inuyasha … - Si
lamentò la bella fanciulla, scostandolo ed infilandosi la
camicetta della divisa.
-Dai Kikyou sai che la mattina non resisto-
Lei non diede peso alle parole del ragazzo, si
infilò la gonna e svelta camminò verso il bagno,
sbattendo la porta dietro di se.
Si erano amati un tempo quei due, ma ormai, si
vedevano solo quando la noia diventava insopportabile. Non era certo il
massimo, ma andava bene ad entrambi.
Ormai andava avanti così dalla morte di
Koga. Era cambiato tutto da quel giorno. Inuyasha aveva cominciato a
guardare le cose in modo diverso. Egoisticamente aveva messo da parte
chiunque, vivendo solo per se stesso. Aveva lasciato solo Miroku nella
sua vita. Tutti gli altri erano pupazzi con cui divertirsi.
Si serviva della gente per dare brio alla propria
vita. Era perfetto così, non ci rimetteva niente, tanto meno
il cuore.
Ripensò alla notte passata, e con il
sorriso sulle labbra, scese le scale e con fare allegro uscì
dalla porta d’ingresso, si mise a sedere su di una panchina
di legno, nel grande cortile e si accese una sigaretta.
Quandò alzò lo sguardo, una
delle sue marionette stava immobile, dinanzi a lui, qualche metro
più avanti. Lui, aspirò e si sollevò.
La raggiunse . Kagome, che odiava il fuomo e
l’odore che lasciava sulle persone, arricciò il
naso infastidita.
Inuyasha gettò il mozzicone.
-Vedo che non ti ci è voluto molto per
tornare-
Abbassò lo sguardo in segno di
rassegnazione, e cominciò ad elencae le sue motivazioni.
-Voglio sapere … Farei di tutto per
sapere-
Il mezzo demone scoppiò a ridere in modo
clamoroso. E come uno squalo ,le girò intorno. Lei
arrossì, stringendo i pugni dalla rabbia.
-E’ pericoloso affermare di voler e poter
fare di tutto, ora potrei perfino chiderti l’inversosimile-
La derise.
-Beh, allora fallo!
Si stava cominciando a divertire con quella
ragazzina, il suo gioco stava prendendo una piaga ancora più
ridicola di quello che pensava.
Inoltre quella femmina gli piaceva, era bella, e
questo lo spingeva a giocare sporco. -Ebbene, se sei disposta proprio a
tutto, io avrei una certa voglietta da soddisfare-
Con un gesto veloce l’attirò a
se.
Kagome non si oppose.
Il mezzo demone le morse il labbro e
lasciò scivolare le mani sui fianchi. La sfiorò
con il naso, per poi distaccarsi.
-Sei una ragazzina, non dovresti giocare col fuoco-
Lei non rispose, si limitò a tirarlo
verso di se. Lo baciò senza pensare , socchiuse le labbra e
lasciò spazio alla sua lingua.
Inuyasha giocò con lei, accarezzandole i
capelli.
Fu un bacio breve, a cui egli mise fine con una
spinta. Lei cascò a terra, rimase a testa china.
-Sei proprio scema, pensi che per un misero bacio
io ti dica qualcosa su di lui?-
Le diede le spalle e tornò in casa, una
strana rabbia cominciò a salirgli dentro. Diede un calcio ad
uno dei mobili antichi, mandando in frantumi un vaso, che a causa
dell’impatto, cadde in terra.
Quella sensazione non la riconosceva
più, non sapeva come controllarla, come etichettarla. Era
fuori dalle sue regole, dallo schema di gioco.
I ricordi erano riaffiorati nella mente, pulsando
nelle ferite, squarciandole.
Stava sanguinando.
Stringeva fra le mani pezzi di vetro da anni, cocci
che non aveva mai avuto il coraggio di lasciar cadere. Non aveva
affrontato niente.
Né sensi di colpa né mancanze.
Ringraziamenti:
fmi89:Spero
ti piaccia anche questo nuovo capitolo ! Grazie per aver letto ^^
Vale728:
Uhh davvero la trovi originale? =D Grazie mille …
spero di non deluderti con questo capitolo.
bea91:
Wahh si continua a seguirmi xD Eccoti il nuovo
capitolo , a mio parere un po’ incasinato o.O
mikamey:
Waaaaaaaaaaah che onore essere seguita da una delle autrici
che mi ha più presa su questo sito. Bene , sono troppo
felice di trovare tuoi commenti.
Continua a seguirmi *________*
kirarachan:
Wahhh i metallari rocker
*çççç* Me lo ci
sono immaginato bene per la sua lunga criniera xD Kagome è
tornata da lui , non per quello che sperava Inuyasha o …
forse si.
Alia_chan:
Ecco il seguito ;) Si Iron Maiden … uno dei miei
gruppi prefetiti . Spero che come l’ho fatto proseguire sia
di tuo gradimento.
Luca:
Eh si , molto strano. Grazie <3
|
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Capitolo 4 *** Il ricordo di Kikyou ***
Burn
Il ricordo di Kikyou
Kikyou
strabuzzò gli occhi, sbalordita nel vederlo seduto per
terra, a testa china e con la mano sanguinante.
Gli
si avvicinò, i tic tac dei tacchi attirò
l’attenzione di Inuyasha, che volse lo sguardo verso di lei.
Si rese conto di quanto fosse patetico.
-E’
caduto un vaso, devo essermi tagliato raccogliendo i pezzi- Strinse la
ferita, cercando di fermare il sangue –Non fa male, non me
n’ero nemmeno reso conto-
Si
alzò da terra e prendendo fiato andò alla
finestra, Kagome era ancora li, seduta per terra, immobile. La
guardò riamanendo in silenzio, per sveriati secondi non
staccò gli occhi da lei.
Kikyou
lo notò, e gli si avvicinò.
–E’ un altro divertimento?- Chiese incuriosita.
Inuyasha scosse il capo. –E’ la sorella di Koga-
Calò
il silenzio, entrambi non riuscivano a staccare gli occhi da quella
ragazzina.
-Non
credo che le faccia bene restare li Inuyasha-
Il
mezzo demone smise di guardare, tornò a comportarsi come
sempre, e orgogliosamente si diresse verso la sua camera.
–Occupatene tu se tanto ci tieni-
Kikyou
sospirò, e lo osservò dileguarsi. Per un attimo
era riuscita a rivedere il ragazzo che amava, ormai celato sotto una
maschera di cera.
Amareggiata
uscì di casa, la sorpassò senza dire nulla, aveva
deciso di non immischiarsi, ma la voce di Kagome la obbligò
a fermarsi.
Kikyou
si ricordava di Koga, lo ricordava fin troppo bene. Era stata lei a
conoscerlo per prima e a presentarlo al gruppo.
Si
scontrarono ad un concerto, lui le aveva strappato il vestito.
Involontariamente, ma lo aveva fatto. E questo era un grave affronto.
Lo
trascinò in bagno, dove la musica alta non sarebbe stata di
impiccio, e dove avrebbe potuto sfogarsi e far valere il suo diritto a
ricevere delle scuse.
Si
aspettava di essere insultata da quel ragazzo, che in apparenza
sembrava manesco e scorbutico. Con sua grande sorpresa però,
Koga si scusò . Le spiegò che il pizzo nero del
vestito, si era incastrato in una delle sue
borchie, e così era avvenuto l’incidente. Nel
giustificarsi il viso olivastro, si era tinto di rosso sugli zigomi, e
gli occhi, si erano riempiti di sincerità.
-Mi
dispiace davvero tanto, sembra anche un bellissimo vestito. Dimmi pure
cosa posso fare per rimediare- Kikyou sbalordita lasciò
perdere, e tornò a godersi il concerto.
Il
ragazzo però, rimasto abbagliato da lei, continuò
a fissarla per il resto della serata. Ed a fine con concerto le chiese
di uscire.
Lei
declinò l’offerta, informandolo di essere
già fidanzata da tempo.
Lui
però non si diede per vinto, e cominciò a girare
per tutti i locali alternativi che conosceva. La cercò
ovunque, finchè una sera, i suoi occhi si incrociarono con
uno sguardo dorato.
Inuyasha
stringeva Kikyou fra le braccia, le accarezzava i capelli e la baciava.
Lei rideva. Sembrava un’altra con lui.
Koga
era convinto che sarebbe stato da idioti raggiungerla. Ma proprio
mentre stava per allontanarsi, Inuyasha urlò il suo nome,
facendolo voltare, e lo chiamò a se.
Egli
obbedì.
Era
una sera ventilata quella in cui il ragazzo dai puri occhi blu
cambiò la sua vita.
-Tu
sei il tizio che ha rotto il vestito della mia ragazza, per poi
provarci, giusto?-
-Si
… E farei pure a pugni con te per averla. Anche se so che mi
uccideresti.-
Il
mezzo demone scoppiò a ridere, bevve un altro sorso di
birra. – Dai, accomodati-
Koga
si mise a sedere a fianco alla ragazza dalla pelle candida, che
imbarazzata, distolse lo sguardo dal suo per rivolgerlo dalla parte
opposta.
-Sei
un demone?- Chiese Inuyasha . –Sono un demone lupo
– Rispose prima di portare alle labbra la bottiglia di vetro,
contenente il nettare leggermente amaro.
Passò
la serata insieme a loro, sulle scale di una chiesa, un po’
intimidito.
Le
era tornato tutto in mente incrociando lo sguardo profondo di Kikyou .
-Tu
… mi ricordo di te! L’hai accompagnato a casa una
sera… Voi vi siete baciati-
Il
cuore di Kikyou fu colpito da una fitta. Aveva nasconto
quell’evento infondo alla sua anima . –Si, lo
baciai. Ma non sono io quella con cui dovresti parlare-.
-Allora
con chi, con chi dovrei parlare?!-
L’altra
ragazza non rispose subito, si limitò a guardarla qualche
secondo, girandole intorno. –Non eravate fratelli di sangue-
Kagome
smise di sforzarsi di stare calma, e lasciò scorrere le
lacrime . –Non sono affari che ti riguardano!-
I
loro sguardi rimasero stretti per almeno un minuto. –Cerca
Kurosaki Ayame. Era la ragazza di Koga-
Quel
nome, se lo stampo’ in testa, prima di correre via, per la
seconda volta da quella casa infernale.
Arrivò davanti a
scuola in perfetto orario, grazie a Dio era uscita di casa in anticipo.
Aveva il fiatone, ed era ancora scossa, sicuramente meno del giorno
prima.
Si
era come dire, abituata al ritmo frenetico. Cercò di
scostare l’immagine del bacio con Inuyasha, ma esso, invadeva
violentemente i suoi pensieri.
Quando
Sango la salutò con la mano, si sentì sollevata .
-Hai
qualcosa da fare in questa settimana?-Sbiascicò fra i
sospiri, era ancora affannata.
-No,
ti serve qualcosa?- L’amica annuì.
-Devo
cercare una certa Kurosaki Ayame-
Un’espressione
indecifrabile si stampò sul grazioso viso di Sango.- Ti sei
messa ad investigare?-
Kagome
sospirò rassegnata – Diciamo che mi ci hanno
costretta-
Si
incamminarono insieme verso l’entrata della scuola, in
cortile c’era un gran trambusto, un gruppo di studentesse
avevano accerchiato un ragazzo.
Il
classico bonaccione della scuola pensarono entrambe, passando avanti
senza alcun interesse.
Si
salutarono e raggiunsero le loro rispettive classi.
Kagome
stava al piano sottostante quello di Sango. Percorse il corridoio
stringendo i pugni. La tensione, seppur diminuita, continuava a
scorrerle nelle vene. Inuyasha frequentava la sua stessa scuola,
avrebbe potuto incontrarlo in qualsiasi momento. Persino in
quell’istante.
-Kagome!-
Una voce femminile la distrasse dalle sue preoccupazioni. Rin, la
compagna che le stava davanti nei posti a sedere in classe, la
salutò energicamente, agitando la mano.
Kagome
ricambiò il saluto, e le si avvicinò.
-Buon
giorno Rin- Le sorrise. –Come stai questa mattina?-
-Benone!
Ho appena lasciato che il mio ragazzo andasse in classe-
-Wow
hai un ragazzo! Come si chiama?-
Rin
arrossì – Yamamoto Sesshomaru.- Esclamò
felice. Il suo tono assunse una strana amarezza nel continuare la
frase. –E’ il fratellastro di Yamamoto Inuyasha-
Kagome
finse di non sentire. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza.
Bene
, ecco finito anche questo capitolo. Scrivere questa FF mi sta
divertendo molto , mi ci sto affezionando , e le idee cominciano ad
aumentare , per cui credo , che mi verrà più
lunga di quanto sparavo.
Spero
comunque di non annoiarvi con il proseguire della storia , anzi , spero
di incuriosirvi sempre di più.
Detto
ciò , passiamo ai ringraziamenti:
mikamey: Carissima ,
inutile sottolineare che sono sempre più onorata di ricevere
e leggere tue recensioni. Come ben sai , adoro il tuo modo di scrivere
, e sono sorpresa nel sapere che ti piaccia ciò che scrivo
…Insomma , te sei davvero bravissima! XD Continua a farmi
contenta seguendomi *_*
Vale728:
Allora ,
inanzitutto ti ringrazio per aver continuato a leggere e per la
recensione , In questo capitolo si è scoperto qualcosa , da
ora in poi , si scopriranno cose attraverso i ricordi dei personaggi.
Insomma , ricostruiremo Koga così. Spero ti sia piaciuto
questo capitolo ^^
luca
blight: Mi stai viziando con tutti questi complimenti .
Grazie <3
A tutti coloro
che leggono , e a quelli che hanno aggiunto la FF nelle preferite e
nelle seguite:
Grazie mille ,
spero che continuerete a seguirmi.
Sono onorata di
stare fra i vostri preferiti.
Lasciatemi una
recensione quando ne avrete voglia , mi farebbe veramente piacere.
Comunque , mi
basta sapere che continuate a seguirmi .
Al prossimo
capitolo.
|
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Capitolo 5 *** Un dialogo normale. ***
Burn
Un dialogo normale
Le baciò la
fronte e la strinse fra le braccia, il contatto della pelle lo
riscaldò. Amava stringerla dopo aver fatto
l’amore. Era bella nuda ed intimidita.
Passò una mano
fra i capelli morbidi, senza incontrare nemmeno un nodo. –Hai
di nuovo le guance rosse- La baciò teneramente, per poi
distaccarsi e guardarla negli occhi.
Si chiese come una bellezza
tale potesse realmente essere sua. Ruppe le distanze e posò
nuovamente le proprie labbra sottili su quelle carnose della ragazza,
che senza esitare lo asccolse, lasciando che la mano scivolasse lungo i
fianchi.
-E’ tardi
Yamamoto, devo tornare- Egli emise un gemito di dissenso, e fece
pressione sulla sua nuca, obbligandola a riunirsi a lui.
Lei però,
cocciuta lo respinse . –Avevi promesso di non farmi
più tornare in ritardo- Aveva gli occhi troppo teneri per
continuare a contraddirla.
-Ti riaccompagno a casa se
ti decidi a chiamarmi per nome-
Rin tirò il
lenzuolo e andò a coprirsi i seni perfetti. Aveva le guance
rosse come il fuoco, non si era ancora abituata a stare nuda insieme a
lui.
-Ok, Sesshomaru –
Sottolineò il nome. – Ora riaccompagnami a casa-
Il demone soddisfatto si
infilò i vestiti, e lasciò la stanza,
così da far vestire la sua amata senza ch’essa si
sentisse a disagio. Si accese una sigaretta e diede
un’occhiata al cellulare.
Una piccola busta delle
lettere lampeggiava sul display.
Premette il tasto
“visualizza” e
leggendo il mittente, si bloccò di colpo .
“Kikyou…
è così tanto tempo che non ci sentiamo”
Pensò basito.
Aprì il messaggio
e lesse attentamente ogni singola parola.
-Abbiamo
conosciuto la sorella di Koga.
Dovrebbe essere in classe con la tua ragazza. Inuyasha ha
cattive intenzioni-
-Che succede Se-chan?-
Rin gli si
presentò davanti, vestita e pettinata, pronta per uscire.
Rimase senza fiato per un momento, la divisa le stava davvero
d’incanto.
-Fino a qualche minuto fa mi
chiamavi per cognome, e ora addirittura Se-chan? Forse preferivo il
cognome …-
Lei gli diede una botta, e
offesa indossò la felpa. Gli parlò senza voltarsi
–Andiamo?-
Sesshomaru
ridacchiò, lasciando uscire dalle labbra un
sì quasi snervante.
Erano le undici passate, per
strada in quel quartiere non c’era mai nessuno già
da quell’ora. La prese per mano, cercando di farsi perdonare.
-Tu sai chi è
Kikyou?- Chiese serio.
Rin smise di camminare, e
cercò il suo sguardo, quasi preoccupata.
-Tutti sanno chi
è . E’ la ex ragazza di tuo fratello, no?-
Annuì.
-Mi ha mandato un messaggio,
ho saputo che in classe tua c’è la sorella di Koga-
La ragazza impietrita
strinse la mano del suo accompagnatore, tanto che se fosse stato umano,
avrebbe sentito dolore.
Anche Rin conosceva Koga.
Probabilmente perché, anche se lei e Sesshomaru non stavano
insieme da molto, si conoscevano da tanto, essendo stati amici di
famiglia per molti anni.
Era a conoscenza
della piaga che il suo gruppo aveva preso quel fatidico anno in cui
Koga aveva perso la vita. Era stata lei a trovare il suo
cadavere.
-Stai
parlando di Kagome? – Si morse il labbro . –
E’ tanto una brava ragazza, dovresti conoscerla …-
Il demone la interruppe,
posando una mano sulle sue labbra.- Inuyasha ha un conto in sospeso con
lei-
Gli occhi dolci della
ragazzina si dilatarono, riempiendosi di preoccupazione. La
lasciò parlare.
-Il primo giorno di scuola
l’ha trascinata a casa sua, ma pensavo fosse uno scherzo
innocente-
Decisero che per quella
sera, un ritardo non avrebbe pesato poi così tanto, e
rimaseso seduti in macchina a parlare.
Il caso di Koga aveva
sconvolto un po’ tutti i ragazzi della zona, era una cosa
rara da quelle parti incrociare dei drogati, così giovani
poi, era ancora più improbabile.
Sapevano tutti che quel
gruppo di ragazzi, era formato da elementi
“trasgressivi” ma nessuno avrebbe mai immaginato
che fossero arrivati fino a quel punto.
-Quando dici conti in
sospeso, intendi quella promessa?-
Sesshomaru si
accese una sigaretta, e fece si col capo. –A quanto pare,
l’ha proprio presa sul serio, quella promessa-
Percorrendo la strada verso
la scuola, notò che era la prima volta che la faceva a
piedi. Il primo giorno infatti, era stata accompagnata da suo padre,
mentre il secondo, aveva raggiunto la villa di Inuyasha, per cui si era
trovata costretta a percorrere un’altra via.
Quel particolare sciocco per
lei era una boccata d’aria incredibile.
Prese la metro, e
all’ingresso della scuola, si trovò con Sango.
Proprio come una studentessa normale.
Mentre camminava per i
corridoi della scuola, davanti alla sua aula vide Inuyasha, ma rimase
tranquilla.
Stava parlando con un altro
ragazzo. Si assomigliavano fra loro, le uniche differenze erano
l’altezza e le orecchie. Inuyasha le aveva canine, mentre
l’altro ragazzo, doveva averle umane, dato che bastavano i
lunghi capelli per nasconderle.
Cercò di
passargli davanti senza rischiare in qualsiasi modo di rivolgergli la
parola, ma una mano delicata le strinse il braccio.
-Kagome-chan!- Rin le
sorrise dolcemente, un po’ preoccupata della possibile
reazione della ragazza.
-Lui è Yamamoto
Sesshomaru, il mio fidanzato!-
Kagome alzò lo
sguardo, e allungò la mano per presentarsi. Il ragazzo
ricambiò il gesto, sotto gli occhi accusatori del fratello.
Il mezzo demone
infilò le mani in tasca, e con la sua solita espressione da
menefreghista pretese gli occhu di Kagome. Faceva rabbrividire quando
voleva.
Era strano con la divisa,
non sembrava più lui. Faceva meno paura.
-Allora mocciosa, hai fatto
amicizia con Rin? Sai, è stata lei a trovare Koga-
Questa volta non si
sconvolse, ormai era naturale per lei sentire da quelle labbra
cattiverie simili. Cercò di ignorarlo, varcando la porta
della classe.
Gesto vano, dato che
Inuyasha le afferrò il polso, costrigendola a girarsi.
–Non dimenticarti che mi devi ancora qualcosa-
Sul viso della ragazza,
nacque un sorriso, amaro. –Beh, io ti ho già dato
una percentuale di quel qualcosa. Mi sembra di averti
baciato… -
La lasciò andare,
forse non aveva mai realmente pensato a quanto desiderasse realizzare
l’ultimo desiderio di Koga. - Più tardi ti
farò vedere in che modo devi darmi ciò che mi
spetta-
Le disse in tono di sfida.
Lasciò cadere la
borsa, ed esausta si buttò per terra. Si stese
sull’erba. La felpa si sollevò appena, lasciando
scoperta la pancia. Il vento primaverile non ancora caldo, le fece
venire la pelle d’oca.
I ciliegi in piena fioritura
piangevano petali rosa, e le lacrime dalle varie sfumature, le
danzavano intorno.
Inuyasha si mise a sedere,
mantenendo una certa distanza da lei.
-Fu la stessa sera, il
momento in cui mi parlò di te-
Kagome fissava il cielo, non
vi erano traccie di nuvole. Era tranquilla. Ogni tanto sentiva il corpo
impesantirsi, e il fiato mancare, ma non si sentiva ne angosciata ne
intimorita.
Sapeva che le cose che stava
per conoscere sarebbero state dure da mandare giù, ma si era
preparata.
Insomma, come si dice
“Uomo avvisato, mezzo salvato”
-Continua-
Mormorò.
-Mi disse che ti erano
arrivate le tue cose, e che tutta felice ti eri messa a saltare per
casa-
Le si colorò il
viso.
-E’ sempre stato
orgoglioso di te. In qualche modo lo era anche di me…-
Si mise a sedere anche lei,
tutta la calma che si era promessa di provare, si stava dissolvendo.
Voleva sapere.Sapere.SAPERE.
Senza molti giri di parole,
in modo schietto. Senza cazzate aggiuntive.
Inuyasha la
guardò. Le scostò i capelli . – Kikyou
non mi amava più, il suo cuore era stato rapito da Koga-
Ritirò la mano,
procurandole un brivido.
-Una notte rimasero soli, e
fecero l’amore. Io e lei avevamo litigato. – Prese
fiato, per la prima volta lo vide nervoso.
Le mani si torturavano,
lasciando piccoli segni rossi. Sul viso tirato, era semplice leggere la
difficoltà nel parlare.
-Lui venne da me qualche ora
dopo, era distrutto dai sensi di colpa, in più era quasi del
tutto a ruota. Aveva bisogno di una dose.- Tirò un sospiro
profondo.
Kagome era frastornata,
credeva di poter reggere, eppure le mani non smettevano di tremare. I
pensieri rumorosi la tormentavano, le sembrava di avere una discoteca
al posto del cervello.
Rumore.
Rumore
RUMORE.
-Avevamo deciso di farlo
smettere, dato che noi ne eravamo usciti già da tempo. Ma
io… ero incazzato. La mia donna, merda. La sola che mi abbia
mai veramente amato…-
Si voltò verso di
lei. Le lacrime le rigavano il volto, era BELLA. Bella…se
l’era ripetuto così tante volte.
Le sfiorò i
capelli. – Non so per quale cazzo di motivo lui mi
parlò di te. Sentivo che nelle sue parole c’era un
affetto sincero. Ed io, volevo ferirlo.-
Le si allontanò
nuovamente, e smise di guardarla. Vigliacco chinò il capo.
– Gli proposi di giocarci la droga. Sapevo che avrei vinto,
così lo obbligai a tirarti in ballo. Era così
fottutamente distrutto da quella merda che accettò-
Kagome si morse il labbro,
un goccia di sangue scivolò sulla lngua, mischiandosi ad una
lacrima. –Che è successo … dopo?-
-E’ stata
l’ultima volta che l'ho visto-
Inuyasha si
alzò. Gli occhi pizzicavano, dopo tanto tempo, aveva
voglia di piangere.
-Ho sopportato ogni notte il
rimorso, che senza pietà mi divorava il cuore-
“But every night I burn
But every night I call your name
Every night I burn
Every night I fall again”
Allora, buona sera Fun! o.O
Prima di passare ai
ringraziamenti , vorrei sottolineare che per scrivere questo capitolo
ci ho messo un bel po’ , continuavo a cancellare!!
Non ne sono molto felice ,
credo che sia poco scorrevole. In più mi sembra banale .
Sono fiera solo dell’ultima frase di Inuyasha XD almeno una
cosa. In questo capitolo appare per la prima volta un pezzo della
canzone che mi ha ispirata , Burn dei Cure . Metto qui il link di
youtube , così se ne avete voglia , potete ascoltarla ^^
Link:
http://www.youtube.com/watch?v=T4m57m2QYds
Ora , passiamo ai
ringraziamenti *__* Sono commossa , 8 commenti , è il mio
record su questo sito xD
sa chan:
Sono felice che ti piaccia ^^ Eccoti il
nuovo capitolo.
Vale728:
Si Kagome l’ho resa coraggiosa ,
lo sarà per tutto il resto della storia. Lo è
stata anche in questo nuovo capitolo. Però il fatto che lei
e Koga non fossero fratelli di sangue , lo sapeva già.
Kikyou lo afferma perché vede che
lei è umana . Comunque , detto ciò non mi rimane
che ringraziarti =D
inukag4ever
: Una nuova lettrice per me è solo
un onore averla ^^ Sono felice che trovi questa FF originale. Nemmeno
io ho mai letto storie dove Koga e Kagome sono fratelli xD. Grazie
mille per esserti presa la briga di leggere e commentare ^^
mikamey:
La mia carissima [ mi prendo confidenza
ù.ù ] è sempre seriamente gratificante
vedere che continui a seguirmi XD Spero che questo capitolo abbia
soddisfatto almeno un po’ la tua curiosità. Al
prossimo capitolo *_*
Bellatrix_Indomita:
Non preoccuparti per i commenti ,per me
l’importante è che la storia ti piaccia , e
siccome a quanto pare è così , mi rendi felice xD
Per quanto riguarda Kikyou, io odio quando la fanno sembrare una serpe
… è un personaggio molto interessante ,
è divertente scrivere di lei. Spero di non averti delusa con
questo capitolo. Ancora grazie per i complimenti.
Jady95:
Hot? xD Con il proseguire lo
diventerà , ma dai ora non lo è xP Ecco
l’aggiornamento , spero che ti piaccia.
luca blight:
Carissimo in questo momento mi stai
stressando perché vuoi chiamarmi , e hai ragione
ù.ù Va beh , ti lascio un ringraziamento veloce ,
così posso smettere di farti aspettare xD
bea91:
Grazie
grazie grazie! Kikyou aiuterà Kagome nel corso della
storia!Per quanto riguarda Ayame , si incontrerà con Kagome
, anche se non subito , e sarà molto d’aiuto.
Ringrazio
tutti coloro che leggono …GRAZIE GRAZIE.
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Capitolo 6 *** Take My Hand ***
Burn
Take My Hand
Quanti giorni erano passati?
Non lo sapeva...
Si era stufata di tenere il conto, aveva rinunciato
dopo il ventiquattresimo giorno. Dopo quella volta, Inuyasha non
l'aveva più cercata ne salutata quando la incrociava per i
corridoi. Era letteralmente scomparso dalla sua vita.
Velocemente, nello stesso modo in cui ci
era entrato .
Diede un'ultima occhiata al bigliettino
stropicciato, l'indirizzo segnato in penna blu era leggermente
sbiadito, ma facilmente leggibile. Se l'era procurato grazie a delle
conoscenze di Kikyou . Finalmente sapeva dove abitava Ayame .
Tirò un respiro profondo e avanzò verso la porta
d'ingresso. Era una casa nella norma, ne troppo grande ne troppo
piccola, una di quelle facili da vedere nei quartieri di Tokyo.
Senza pensare troppo premette il dito contro il campanello. Attese
qualche minuto ma nessuno le aprì la porta. Abbattuta si
allontanò dall'abitazione.
Improvvisamente era tornata al punto di prima, era rimasta ferma senza
riuscire a trovare nessun altro indizio su Koga.
Gli occhi blu del ragazzo si posarono sulla
scacchiera, con aria minacciosa ti grattò il mento, pensando
e ripensando ad una strategia. Di fronte a lui Inuyasha, con aria
annoiata aspettava l'imminente mossa dell'avversario, per nulla
preoccupato. -Oh, andiamo Miroku! Tanto alla fine vinco sempre io
… -
L'amico offeso rinunciò, cadendo a peso morto sul materasso
soffice su cui era seduto. Il mezzo demone era un asso a quel gioco,
troppo astuto per essere fregato.
Fra di loro si era instaurato un rapporto nuovo, molto diverso da
quello che mantenevano ormai da anni. Dall'arrivo di Kagome qualcosa si
era introdotto fra di loro, probabilmente un blocco di ricordi che
entrambi non avevano mai messo da parte.
-Yamamoto non abbiamo più nulla di cui parlare io e te?- Non
ottenne risposta, almeno, non alla domanda posta.
-Quando smetterai di chiamarmi per cognome?- Miroku sorrise –
Mai, sai bene il perchè … -
Si accese una sigaretta e lasciò la stanza.
Inuyasha lo guardò allontanarsi.
Quel pomeriggio tutto era fermo, la noia lo stava soffocando. Per un
secondo pensò a Kagome, era da tanto che non le parlava. Con
tutti i ricordi che stavano riaffiorando, non aveva per nulla voglia di
fare il coglione proprio con lei .
Inoltre, aveva notato una certa somiglianza fra lei e Kikyou.
Sbatté la mano destra sulla fronte, e si diede
dello stupido.
Era lui che confondeva i loro volti, seppur fossero
così diverse.
Forse vedeva quella somiglianza a causa del legame
che avevano con Koga.
Entrambe erano legate a lui, molto legate a lui.
Legami affettivi e sessuali .Quel ricordo lo ferì, ancora
una volta .
-Cazzo ...- Mormorò scendendo l'ampia scalinata di
casa sua. Voleva compagnia, la voleva subito.
Digitò un numero sul cellulare, e attese che la calda voce
dall'altra parte della cornetta rispondesse. Ci vollero pochi secondi .
-Vieni da me … -
Le aprì la porta e la fece entrare. Non
si dissero una parola. La cinse i fianchi e l'avvicinò a se.
Le labbra le profumavano di menta. La baciò da subito con
passione, spingendola verso il tavolo.
Bramoso le carezzò le cosce, sentendo la pelle lisci sotto i
polpastrelli tremanti.
Era calda , come al solito.
Le morse l'orecchio, e lasciò le mani esperte di lei
scivolare verso la cintura. Lo liberò. Non era strano per
lei, per lui tanto meno.
Si guardarono, il mezzo demone accennò un sorriso dalle
sfumature amare .
Le sfilò il vestito … Non portava biancheria,
tanto meglio.
Fece scorrere la lingua sui seni perfetti, mentre con la mano esplorava
il suo frutto, riscaldandola .
Aveva voglia di qualcosa di veloce quel pomeriggio.
La sollevò, facendola sedere sul tavolo, e la
possedè. I loro gemiti si intrecciarono .
Il piacere arrivò insieme, come se una strana alchimia si
fosse insediata in loro.
Un ciuffo ramato imperlato di sudore ricadde sul seno nudo.
Respirò, esausta .
Lui pianse, ancora.
-Pensavo non mi avresti più chiamata,
Inuyasha-
Lui le lanciò una birra, fresca di frigo. Sapeva esattamente
cosa risponderle. -Tu sei l'unica con cui posso piangere -
Si rinfilò il vestito rosso e con una salviettina umida
eliminò le ultime tracce di rossetto dalle labbra .
Si era dimostrata più forte di lui, ma infondo non lo era. -
Ho notato una cosa, tu non mi chiami mai per nome -Si aprirono le loro
birre, e in silenzio, seduti per terra, cominciarono a bere .
Compievano gli stessi movimenti e stavano seduti nello stesso modo, si
conoscevano talmente a fondo da intuire ogni gesti che l'altro stava
per compiere .
Eppure, non si erano mai confidati. Non facevano altro che fare sesso,
e prima di questo, si limitavano a salutarsi e a ridere delle stesse
battute.
-La sorella di Koga ti sta cercando… Ayame-
Strinse le gambe al corpo, mentre la nostalgia colava dal suo cuore.
Il silenzio del corridoio vuoto si ruppe
quando la campanella segnò la fine delle lezioni, e una
miriade di ragazzi uscirono freneticamente dalle aule, formando un
frastuono di voci e di passi .
Se ne stava da sola, appoggiata al muro, difronte all'aula di Inuyasha,
un po' tremante. Quando lui la vide, si fermò fissandola
dritta negli occhi .
Rimasero fermi per molto tempo. Tanto da rimanere soli. Se n'erano
andati tutti .
Kagome gli prese la mano .
-Parlami … -
I loro volti si confusero ancora . Kikyou, Kagome
...
-Non credere che m'importi qualcosa di te-
Ritrasse la mano di colpo, e si voltò. -
Il mio gioco con te, non è ancora finito -
Andava bene, a lei bastava avere un qualsiasi contatto. Andava bene
anche così.
Buona sera Fun o.O Wow ho dei fun XD
Prima di tutto vorrei scusarmi per aver postato così in
ritardo , e un capitolo così diverso dai
precedenti. Infatti , non so se lo avete notato , ma in questo capitolo
al centro dell'attenzione ci sono i sentimenti , soprattutto
i più negativi . Non succede granchè , diciamo
che ruota tutto intorno ai pensieri di Inuyasha , diciamo che
è un mio modo per far notare per bene ogni lato di lui .
Difatti Inuyasha in questa ff come avrete già notato ,
è un personaggio “sporco” ben lontano
dal teppistello che infondo ha il cuore d'oro . Ho voluto donargli
sentimenti e difetti veri , formati dopo un'esperienza tremenda ,
ovvero quella della morte di un caro amico , che l'ultimo giorno della
sua vita l'ha ferito.
Oltre tutto , mi sento in dovere di giustificarmi per il rapporto con
Ayame . Inuyasha affoga il dolore di due perdite . Quella di
un'importante amico e quella della sua donna , affoga sentimenti
dolorosi nel sesso e nel menefreghismo .
Va a letto con Ayame perchè anche lei è stata
ferita come lui , va a letto con Kikyou perchè non vuole
accettare di perderla.
Spero di essermi spiegata bene , non fucilatemi >.<
Ora , passo ai ringraziamenti ^^
Bellatrix_Indomita : Sono felicissima che Inuyasha
come personaggio ti piaccia , spero che non cambierai opinione dopo
questo capitolo . Che questo delineamento del suo carattere non ti
deluda . Un bacio =)
inukag4ever: Inuyasha si ha un cuore , a
modo suo prova ancora affetto , anche se non sembra . Ho aggiornato un
po' in ritardo , però ho aggiornato , spero di farlo
più velocemente la prossima volta . Grazie per aver
commentato e letto lo scorso capitolo.
Kirarachan : Oh cara Vale , se questo Inuyasha ti
ha dato i nervi lo scorso capitolo , credo che in questo ti
farà arrabbiare ancora di più . A parte questo ,
spero ti sia piaciuto , e dato che so che lo aspettavi , spero di non
averti delusa . Un bacione cara =9
Jady95: Oh che carina , grazie per avermi aggiunta
fra i preferiti *_* Spero di trovare un altro tuo commento ^^
mikamey: Oh , prenditi tuta la confidenza che vuoi
carissima . Spero che questo capitolo ti sia piaciuto
>.< Ti ho aggiunta su msn , però non
ti ho ancora beccata XD
Spero di sentirti presto , un bacio ^_^
Bea91 : Waah sono contenta che ti sia piaciuto ,
eccoti il nuovo capitolo . La ff è nata proprio da quella
scena , abbinata alla canzone dei Cure , per cui sono felice che tu
l'abbia trovato adatto il momento in cui l'ho inserita. Al prossimo
capitolo!
Luca : Se penso al motivo per cui il capitolo non
ti è piaciuto molto , mi viene voglia di picchiarti , ma lo
sai , per me i tuoi consigli sono come oro! Spero di essermi impegnata
abbastanza in questo , un bacino sul nasino *_*
PazzaXinu: Eccoti accontentata! Grazie del commento
=)
Vale728 : Si è un atto crudele quello di
obbligarlo a giocarsi la sorella , però ho voluto renderlo
così cattivo , o meglio così simile a me. Se
qualcuno si fosse portato a letto il mio uomo , sarei stata
così cattiva XD
Inuyasha è tornato il solito alla fine di questo capitolo ,
ma c'è il motivo ù.ù . Al prossimo
capitolo.
Bon , ho finito! Scusate se vi ringrazio sempre
nello stesso modo , ma non sono molto brava ad interagire
>.>
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Capitolo 7 *** Sangue ***
Burn
Sangue.
Versò
del te nella delicata tazza di porcellana. Le tremava la mano, e per
quanto si fosse ripetuta nella mente di stare calma, non riusciva a
farlo. Si chiese per quale assurdo motivo, si era lasciata trascinare
da quella stramba idea!
Respirò a fondo e impedì alla sua testa di
girare, almeno quello riusciva a farlo. Sentì un bisogno
pungente d'aria, e perché no, di una bella camomilla calda.
Alzò lo sguardo e studiò i movimenti della
persona che le stava di fronte.
Era una donna matura, di almeno quarant'anni, in apparenza molto
elegante, sia nei movimenti che nel modo di vestire. Indossava uno di
quei famosi e classici tailleur rosa di chanel .
Dal collo pendeva una collana di perle che, a giudicare dal tipo di
persona, doveva essere autentica.
-Bene signorina Higurashi, se non sbaglio è stato suo padre
ad incoraggiarla - Parlò molto lentamente, calcando ogni
parola. Kagome si rese subito conto che quello che stava facendo, non
era un gioco.
-S-si - Biascicò - Però avevo già
intenzione di rivolgermi a lei - Concluse impacciata.
-Bene, le farò sapere-
Kagome accompagnò l'ospite alla porta, e le pose il
cappotto. Si salutarono dandosi la mano, per poi tornare alle proprie
vite.
Quella donna era Himura Yoko, un'investigatrice privata molto famosa in
quel campo.
Erano ormai passati quasi due mesi dal suo incontro con Inuyasha, e la
verità su suo fratello non era ancora stata svelata del
tutto, in più, le ricerche di Ayame erano ferme da settimane
ormai. Per questo aveva deciso di rivolgersi ad un'investigatrice
privata, o almeno, le aveva accennato l'idea, e suo padre l'aveva
letteralmente obbligata a chiamarla .
Una situazione del genere, la metteva parecchio in imbarazzo, l'idea
che un'estranea potesse intromettersi così facilmente nella
sua vita, le piaceva molto poco. Ma secondo i suoi genitori, quella era
"l'ultima sponda".
Seccata da quell'incontro si piazzò davanti al pc, e
speranzosa di trovare Sango, si collegò a msn. Quella sera
voleva uscire, dato che, nonostante la sua giovane età, non
lo faceva quasi mai .
Controllò fra i mille utenti "In linea" ma di Sango, neanche
l'ombra. Delusa si alzò dalla sedia per buttarsi sul letto e
rimuginare su pensieri che ultimamente la tormentavano, ma un
fastidioso suono l'avvertì che le era arrivata una nuova
mail.
Svogliata ci cliccò sopra, l'indirizzo del mittente era
anonimo. "Bene, so già che non mi piacerà " Non
si smentì . Tesa l'aprì e si preparò a
leggerla.
<< La
fioritura di gente simile agli Dèi
Nell'aria ammutolita
Sembrerebbe strana
A un intruso
di una certa misura
ma questo è tutto ciò che ci resta
per guidarci
Adesso che lui se n'è andato
"Jim Morrison" >>
Era
sicura che a mandarla fosse stato Inuyasha. Era talmente ovvio ...
La noia si era mescolata con il cattivo umore e la nostalgia, in quel
periodo succedeva sempre qualcosa che apriva quella dannata ferita.
Prima di tornare a vivere a Tokyo si era ripromessa di tornare a vivere
normalmente, come una qualsiasi adolescente, ma questo proposito non
era stato rispettato. "Koga non vorrebbe vedermi così"
Pensò rannicchiandosi e stringendo un cuscino. I suoi
pensieri recenti erano monotoni, incentrati sulla morte di suo
fratello, lentamente stava morendo anche lei, perchè quella
non era davvero vita.
-Dovresti uscire ogni tanto, non sarebbe male, sai?- La voce roca di
suo padre la portò violentemente alla realtà, che
in effetti, non era molto diversa dai pensieri che stava facendo.
-Era mia intenzione uscire, ma non riesco a rintracciare Sango-
Sbottò alzandosi dal letto, per andare alla ricerca di un
qualsiasi oggetto commestibile. -Ah beh, qui fuori c'è una
ragazza, e a giudicare dal modo ossessivo in cui guarda casa nostra,
sta cercando qualcuno di noi. E sfortunatamente, non credo che si
tratti di me -
Kagome si sporse alla finestra per scrutare la situazione, e quello che
vide la lasciò senza parola. Uscì di corsa da
casa, e raggiunse la ragazza, che vedendola arrivare si
imbarazzò.
-Kikyou ...- Bisbigliò - Che ci fai qui?-
Sentì le gambe tremare .
-Inuyasha mi ha mandata a chiamarti ... - Chinò il capo - Ma
... secondo me non dovresti andarci. Tutti noi siamo preoccupati per
te, sia io che Rin, e perfino Sesshomaru e Mi - Non fece in tempo a
finire la frase, si rese conto che le sue raccomandazioni erano vane.
-Dove si trova?- Kagome l'afferrò per il braccio,
strattonandola.
-A casa sua... -
Non sapeva spiegarselo, il desiderio di incontrarlo, di sentire la voce
calda e profonda. Non sapeva giustificare il piacere nel sentire
l'ansia salire, tormentarle la mente e il cuore.
Le sensazioni che le procurava soltanto posando gli occhi su di lei,
erano così intense da cancellare la paura.
Perchè di timore doveva averne con lui, non facevano altro
che ripeterglielo.
Corse fino a casa sua, senza badare al dolore alle gambe e alla milza,
o al fiato che cominciava a mancare. Non si fermò
finchè non raggiunse la sua meta, e allora si concessa una
pausa, pieangandosi e poggiando le mani sulle ginocchia.
Aveva il fiatone .
Trascinandosi, arrivò alla porta e premette il dito contro
il campanello, per qualche secondo. Pochi minuti dopo, Inuyasha le
aprì la porta.
Aveva l'aria stanca, gli occhi dorati erano circondati da un pallido
rossore, e la palle, solitamente olivastra, era pallida. Inoltre, stava
anche sudando.
La lasciò entrare senza dire niente, salì le
scale ed entrò in camera sua. Kagome si guardò
intorno, era tutto stranamente in disordine .
Incerta sul da farsi, lo seguì.
Quando entrò nella stanza, Inuyasha era steso sul
letto, con lo sguardo fisso verso il soffitto. Quando la
sentì entrare, mosse le orecchie canine, ma non si
voltò a guardarla. Quando sentì la porta
sbattere, cominciò a parlare.
-Tu ti stai innamorando di me, o almeno, lo credi ...-
Non ottenne risposta, lei si mise a sedere al suo fianco, e
allungò la mano verso la sua fronte, con l'intento di
scostargli i capelli. Il mezzo demone precedette il suo movimento, e le
afferrò il polso .
In un momento, si tirò su e la spinse sotto di lui.
-Dovresti rispondermi-
Le lecco il viso, scendendo lentamente verso il collo. Lo
baciò, alternando labbra e lingua. Kagome non si mosse, era
impietrita.
-Rispondi cazzo!-
Afferrò entrambi i polsi della ragazza, prenendoli con forza
sul materasso, le stava facendo male.
-I-io ... ci tengo a te-
Inuyasha smise di baciarle il collo, e la guardò negli
occhi. Sulle sue labbra si disegnò un ghigno. - Sei una
bugiarda. - Si alzò dal letto e cominciò a
camminare avanti e indietro nella stanza. La presenza di Kagome lo
innervosiva, tuttavia continuava a cercarla. Lei per lui non
era importante.
- Dite così, e poi vi infilate nel letto del primo che
passa. Ci abbandonate, spesso quando il mondo ci sta crollando addosso-
Si fermò davanti allo specchio, e guardò la
propria immagine riflessa, la vide storpiata, come se fosse visibile ad
occhio umano il marcio che aveva dentro.
Tirò un pugno contro il ventro, frantumandolo.
La mano cominciò a sanguinare copiosamente.
Kagome gli si avvicinò, prendendola fra le proprie mani, per
controllare il danno. - Lasciati medicare - Disse tenendo la testa
bassa, per nascondere le lacrime.
-No ... - Rispose secco. Prese un pezzo di vetro, macchiandolo di
sangue e lo passò sul dorso della mano sana, per verificarne
l'affilatura. - Dimostrami quanto ci tieni, dammi la mano-
Lei non ci pensò, allungò il braccio e chiuse gli
occhi. Sentì il vetro premere sulla pelle, tagliandola.
Inuyasha le aveva inciso una "I" sul dorso della mano, fra pollice e
indice.
Quando aprì gli occhi, lui le prese il viso fra le mani,
macchiandole la guancia sinistra di sangue, le si avvicinò e
la baciò. Lo fece diversamente da qualche mese prima, questa
volta era trascinato da qualcosa.
La spinse contro il muro e approfondì il bacio, mordendole
le labbra, e accarezzandole il collo. -Forse dovrei prendermi
ciò che mi devi- Sussurrò con voce sensuale,
lasciando scivolare la mano sotto la maglia, per accarezzarle la
schiena nuda.
La voleva.
E fanculo tutto.
"Every night the dream's the same
Every night I burn
Waiting for my only
friend
Every night I burn
Waiting for the world to
end"
( Burn , The cure )
Ayame respirò a fondo prima di entrare nel piccolo cimitero
appena fuori città. Era da molto tempo che non ci andava,
non ne aveva più avuto il coraggio dopo i rapporti con
Inuyasha, pur sapendo del tradimento di Koga, si sentiva in colpa.
Il terriccio scricchiolava sotto gli scarponi pesanti, l'odore dei
fiori era forte. Le venne alla mente il giorno del funerale, aveva
guardato tutto da lontano, insieme ad Inuyasha. Lui era stato l'unico
disposto a starle veramente vicino. Dimostrava sentimenti solamente
a lei .
Sfiorò la lapide, sotto i polpastrelli
sentì i solchi del nome inciso nel marmo.
-Higurashi Koga - Bisbigliò mentre una lacrima salata si
insinuò sulle labbra rosate.
Il cuore di lei, era morto insieme a lui, ma in quel momento
sembrò rinascere, e fu doloroso. Quanto può
servire avere sentimenti se essi, ti causano solo dolore?
Poggiò una mano sul petto, desiderava strapparlo via, per
donarlo alla terra ...
al suo amore.
I passi di una donna, la fecero voltare .
-Grazie a Dio non l'hanno cremato. Se si fossero portati a casa le sue
ceneri, non avrei nemmeno potuto piangere sulla tomba di mio figlio ...
-
Salve lettori! In primis vorrei farvi gli auguri , buon ferragosto a
tutti!
Che dire di questo capitolo , sono un po' impazzita per scriverlo ,
avevo tutto in testa ma non riuscivo a scriverlo , però
sinceramente ora che l'ho finito , ne sono abbastanza soddisfatta.
Ci sono un paio di spiegazioni che devo darvi , per prima cosa , la
Poesia scritta nella mail di Kagome , è di Jim Morrison come
ho già scritto , e nei prossimi capitoli sarà
molto importante per la storia.
Oltre tutto , appaiono due nuovi personaggi , Himura Yoko , e la mamma
di Koga , [ Ricordate? Lui e Kagome sono fratellastri! Da qui si
capisce che hanno il padre in comune ! ] che faranno il loro bel casino
della storia xD
Ah , l'altra volta ho fatto il clamoroso errore di non mettere la
traduzione del pezzo di canzone , magari qualcuno non riesce a capirlo
, anche se dubito!
La traduzione è questa :
"Ogni notte il sogno e' lo stesso
Ogni notte brucio
aspettando il mio unico amico
Ogni notte brucio
aspettando che il mondo finisca"
Bene , ora passo ai ringraziamenti ^^
mikamey:
Oh mia cara , nonostante tu abbia pochissimo tempo da passare
al pc , non manchi mai di leggere ciò che scrivo e di
commentare . Sei una gioia per me! Mi rendi davvero felice =) Eccoti
l'aggiornamente , spero che questo capitolo non ti abbia tolto tempo
inutilmente , insomma spero non ti abbia deluso.
Un bacione carissima <3
Jady95:
Grazie per aver commentato , sono felice che tu abbia trovato lo scorso
capitolo interessante , eccoti l'aggiornamento!
luca blight:
Quando ho letto stupido ci sono rimasta male -.-" poi ho
letto il capitolo dopo e ho visto che avevi sbagliato , allora ho
cominciato a ridere come una demente XD Oh yeah <3
Bellatrix_Indomita:
Prima di ringraziarti , vorrei dire che adoro il tuo nick ,
anche se non so perchè XD Va beh mi prenderai per deficente!
Comunque , vedrai che prima o poi ti deluderò , non sono poi
così brava , ma grazie mille per i complimenti!
Vale728:
Ecco il nuovo capitolo! Spero ti piaccia =) Grazie per aver
commentato
bea91:
Spettacolare ? *ççç* che esagerata!
Non è così bella infondo , ma quanto amo i
complimenti! xD Grazie mille mille mille >.<
kirarachan:
La Valeee *ò* che è tanto carina e
aspetta con ansia i miei aggiornamenti >.< Per questo
capitolo ti devo ringraziare particolarmente , per esserti offerta di
aiutarmi a trovare quella maledetta Poesia , e per avermi aiuta a
scegliere fra questa e l'altra.
Grazie tante , davvero! Sono felice che la storia stia continuando a
piacerti! Un bacio grande.
morkia90:
Eccoti il nuovo capitolo ... Per sapere tutta la
verità , dovrai aspettare un po' ^^" Spero continuerai a
seguirmi :D
Care lettrici e lettori [ Luca a parte , ce ne sono? o.O ] non sapete
quanto mi rendano felici i vostri commenti ... Questa storia mi sta
entrando nel cuore , e voi con essa! Più mi rendo conto che
vi piace , più mi viene voglia di impegnarmi *___*
So che forse non ho il diritto di farlo , ma vorrei
consigliarvi una FF davvero bella , soprattutto a coloro che hanno
letto le shot da cui è stata tratta , ovvero: Not like the other girls
, The
one I love e Back in the picture.
La ff in questione , è Kuroi Namida di
Kirarachan , ed è molto bella , merita davvero di essere
letta e recensita! Mi fa male il cuore a pensare che sia ignorata.
Bene , dopo questo consiglio ... che , non credo violi il regolamente ,
se così fosse MI DISPIACE cancellerò ,
vi lascio in pace.
Favole.
|
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Capitolo 8 *** Passion ***
Burn
Passion
In questo
capitolo è presente una scena di sesso che si potrebbe
considerare "Spinta". Nel proseguire della storia, ce ne saranno altre,
per questo ho deciso di mettere il Rating rosso, mi dispiace,
avrei dovuto farlo prima. Gomen, sono una baka -.-" Va beh, ora vi
lascio al capitolo ^^
Il sangue scivolò sulla pelle nivea, imbrattandola. Le
labbra accolsero l'artefice di quella ferita, che nemmeno il tempo
guarirà mai.
Ha gli occhi chiusi, mentre
lui la guarda.
Infelice.
Infelici.
Bisognosi di cure, e di qualche risposta che
entrambi sanno di potersi dare solo a vicenda. Anche se ammetterlo ad
alta voce, non fa per loro.
I gesti sono l'unica soluzione .
Inuyasha la baciò, nuovamente.
Soffocando
la propria voce...
"Don't look don't look
the shadows breathe
Whispering me away from
you
"Don't wake at night to
watch her sleep"
Kagome passò la lingua sul labbro inferiore di Inuyasha,
prima di morderlo e baciarlo maliziosamente. Si sentì
premere fra il muro e il corpo fremente del ragazzo, ma questo gesto
non le provocò imbarazzo, ne paura o ansia. Era
completamente trasportata dall'incoscienza. Il desiderio le impediva di
pensare, di riflettere su quello che stava accadendo, o semplicemente,
lei stessa aveva scelto di mettere a tacere la ragione.
- Forse dovrei prendermi ciò che mi devi - Il suo tono di
voce era diverso, meno freddo. L'irritazione provocata dal suo solito
modo di parlare era sparita, lasciando spazio ad un suono roco e
provocante.
Si lasciò esplorare la schiena dalla mano grande e delicata
del mezzo demone, che al suo passaggio lasciava sulla pelle liscia, dei
brividi piacevoli che, lentamente le stavano dando alla testa.
Socchiuse gli occhi.
Aveva voglia di accarezzarlo, di conoscere le sensazione della pelle
nuda sotto i palmi delle mani.Voleva sentire l'odore del suo corpo.
Impacciata strinse l'orlo della maglia nera che il ragazzo indossava, e
lentamente la tirò verso l'alto, sfilandogliela e scoprendo
il torso nudo e liscio del ragazzo. Non aveva peli, oltre ad una
striscia verticale di peluria sull'addome. Kagome lo guardò
negli occhi, le scappò un sorriso, provocato dall'imbarazzo.
Lui ricambiò, ma in modo meno evidente, mantenendo la stessa
espressione corrugata di sempre. I loro visi si avvicinarono, Inuyasha
le accarezzò le guance, dolcemente e con naturalezza
tornò a baciarla. Calmo le sfiorò il naso con le
labbra, percorrendolo dal basso verso l'alto, fino ad arrivare alla
fronte. Lei chiuse gli occhi, estasiata dal quel tocco delicato, e li
riaprì qualche attimo dopo, per baciargli il collo,
percorrendolo con la lingua fino ad arrivare all'incavo, Inuyasha la
fermò pretendendo ancora le sue labbra.
- Anche se lo volessi, non riuscirei a fermarti - Gli rispose lei,
cercando di resistere al bacio - ... A fermarmi- Concluse prima di
accontentarlo, rispondendo al bacio.
La sollevò, tenendola per le natiche, e la
trasportò davanti al suo letto. Si scambiarono un lieve
bacio, prima che lui la facesse cadere sul materasso, per poi sdraiarsi
sopra di lei. - Se vuoi fermarmi, ti conviene farlo ora-
l'avvisò, mentre una mano impaziente percorreva la gamba
nuda e perfettamente liscia di lei, fino ad arrivare alla coscia, dove
l'orlo della gonna segnava il confine che mai nessuno aveva osato
oltrepassare.
Kagome prese fiato, e gli accarezzò la schiena, per poi
stringerlo e sentire il suo calore più vicino a se.
Non sapeva quel che stava provando, avrebbe potuto pensarci ore senza
ottenere risposta, da quando Inuyasha era entrato, prepotentemente,
nella sua vita, riflettere era diventato inutile. Ogni cosa intorno a
lei era cambiata, persino i ricordi scolpiti dal tempo, erano mutati.
Tutto a causa di Yamamoto, un arrogante e malinconico mezzo demone
deciso a rovinarle la vita, infierendo sulla perdita del suo caro
fratello.
Lei però, non aveva mai fatto nulla per fermarlo, neppure
quando voleva ferirla. Non aveva mai pensato di allontanarlo, per un
certo periodo, le era
anche mancato. Aveva stretto con lui un legame, seppur
per un motivo triste. Pensava a lui ossessivamente.
- N-non fermarti- Piantò le unghie nella pelle del ragazzo,
graffiandolo appena. Sul viso di Inuyasha apparve una smorfia provocata
dal leggero dolore - Non voglio fermarmi, non ci penso proprio -
Risero complici.
Le sfilò la maglia, e la guardò meravigliato,
percorrendo con lo sguardo il seno perfetto, pieno e alto, nascosto dal
reggiseno dai toni pastello. Tornò a baciarla sul collo,
mordendole la pelle facendola arrossare. Passò alla spalla
destra, e con i denti afferrò la spallina dell'intimo,
tirandola giù così da scoprire appena uno dei
seni. Per la sinistra, spinto dal desiderio, per fare più
veloce utilizzò le mani.
Quando l'impedimento fu totalmente abbassato, osservò i
capezzoli rosei, piccoli e inturgiditi e desideroso li
sfiorò prima con il palmo della mano, poi con le dita,
premendoli fra indice e pollice, facendola gemere di piacere.
La mano destra abbandonò le rotondità, scivolando
verso il basso. Kagome sentì il corpo andare a fuoco, quando
Inuyasha le sfilò la gonna e fece pressione sul tessuto
serico dell'intimo, toccandole il piacere. - Ti prego... Ti-Ti prego...
mmh Inu-Inuyasha- Mormorò fra i sospiri mordendosi le
labbra.
Il mezzo demone assaporò i capezzoli, stringendoli fra le
labbra, e con la mano destra le sfilò le mutandine,
intrufolando le dita fra le labbra, inumidite, giocando con il
clitoride. Il piacere di Kagome continuava ad aumentare, ormai era
completamente invasa dall'estasi.
Inuyasha si fermò, dandole pace giusto il tempo di sfilarsi
i jeans e i boxer, per poi tornare sopra di lei. Era anch'esso
eccitato, tanto da non riuscire più a controllarsi.
-Tu, sai come si mette un preservativo?- Le chiese, facendola sembrare
una domanda completamente inadeguata per l'atmosfera che si stava
creando.
Lei arrossì, quella domanda era servita per rendersi conto
di ciò che stavano facendo. Si innervosì un po',
ma la voglia non svanì. -Non sembra complicato... -
Il mezzo demone si alzò, per nulla imbarazzato per la sua
nudità, e si mise a frugare dentro ad un cassetto. Kagome
notò la perfezione del corpo nudo di lui, imbarazzandosi
molto. Non aveva pensato alle opinioni che Inuyasha si era fatto
vedendola nuda, ma in quel momento, nell'attesa le venne la classica
paura legata ai "difetti" che le donne credono di avere, i chili in
eccesso, per esempio. Timore che svanì quando il ragazzo
tornò sul letto, con un profilattico fra le mani.
Lo aprì.
-Devi tenerlo per la punta e ...- Lo fulminò con lo sguardo,
dimostrando di non aver la minima intenzione di farlo. -Mettilo da solo
- Gli rispose tornando a stendersi e coprendosi il seno.
Inuyasha, seppur contrariato, ubbidì e tornò su
di lei.
-Sei rilassata? - Le domandò tornando a toccarla.
-S-si - Gli rispose lei chiudendo gli occhi.
Ovviamente non lo era, ma voleva farlo. Ne sentiva il desiderio.
Aprì le gambe il più possibile, cercando di
facilitargli il compito. Lui avvicinò il volto al suo, e la
baciò lentamente, prima sfiorandole solo le labbra, poi,
approfondì con la lingua.
Diede una spinta con il bacino, in maniera poco delicata, aveva paura
di farlo lentamente, paura di poter essere respinto.
La penetrò.
Kagome gli morse il labbro per il dolore acuto, che dopo pochi secondi,
grazie al movimento continuo di Inuyasha, svanì.
Continuarono a baciarsi, famelici. Persi nel desiderio più
profondo, bagnati di sudore, l'uno stretto fra le braccia dell'altra.
-Mi... Io... mi... sento impazzire... INU-INUYASHA ...-
La fece mettere sopra, cercando di non perdere il ritmo. Erano entrambi
al limite . Kagome incrociò le proprio mani con le sue,
stringendole il più forte possibile.
-Non... non ce la faccio p-più...- Si chinò su di
lui, baciandolo un'ultima volta, prima che l'orgasmo esplose, facendola
ricadere su di lui.
Vennero nello stesso momento.
Quando riaprì gli occhi, era già buio. La
penombra aveva quasi del tutto ingoiato la stanza.
Sentì un caldo tremendo, quando vide il viso assopito di
Kagome, disteso e sereno. Era bella, avrebbe desiderato restare fermo a
guardarla tutta la notte, fino all'alba, ma la vibrazione del suo
cellulare, catturò la sua attenzione.
Lo schermo si illuminò, mostrando il nome della persona che
stava chiamando.
Ayame. Rispose...
- Ho trovato sua madre... -
Sto andando a fuoco >.< Vorrei scusarmi per questo
capitolo , per l'improvvisa scena erotica fra i due , ma ho pensato che
per questa ff , per i due in questione , questo era il modo
più giusto. La loro prima volta è dettata dal
sesso , e non dall'amore , almeno ... loro non "credono" di esserlo.
Bene , spero vi sia piaciuto perchè ho faticato DAVVERO
tanto per scriverlo , Luca e Kirarachan mi sono testimoni xD
Beh , non uccidetemi T___T
Passiamo ai ringraziamenti:
kirarachan:
Ecco il capitolo , finalmente l'ho finito xD Credo di
averti stressata talmente tanto da essermi guadagnata il tuo odio
ù.ù . Spero sinceramente che ti piaccia , visto
che ti ho fatta aspettare tanto. Un bacio =D
luca blight: Alla
fine però , anche se avevi ragione , i miei risultati li ho
ottenuti . Spero che ti sia piaciuto , visto che mi hai sostenuta
così tanto ^^ Grazie!
ryanforever: Non
preoccuparti per non averla commentata prima , sono felice che ti
piaccia così tanto , e di avere una nuova lettrice. Spero
che questo capitolo ti sia piaciuto >.< soprattutto
perchè non voglio perderti in partenza xD Alla prossima ,
spero O.O
Vale728: Spero
che anche questo capitolo ti piacerà , ti ringrazio per
avermi seguita fino a qui , al prossimo capitolo. Bacio!
Bellatrix_Indomita: Quanti
complimenti in un solo commento . Mi fai imbarazzare ^\\\\^ spero con
tutto il cuore che questo seguito un po' "spinto" sia stato di tuo
gradimento.
MissTata55: Ciao!
Ecco qui il capitolo . Grazie per aver commentato ^^
mikamey: Sei
sempre troppo gentile e carina , tanto tenera >.< Ti sto
letteralmente facendo impazzire di curiosità XD Povera te
... Spero di non averti deluso con questo capitolo xP Un bacione =D
inukag4ever: Certo
che ti perdono , soprattutto perchè questa ff ti
piace . ^^ Grazie mille per il commento .
bea91: Non
delude mai eh? Grazie! Spero che la penserai ancora così
dopo questo capitolo , alla prossima *_*
Bene
, finiti i ringraziamenti , non mi resta che informarvi che non
aggiornerò per un po' , motivo vacanze . Dovrete resistere
almeno fino al 10 settembre .
Un
bacio .
Favole.
|
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Capitolo 9 *** Nightmare ***
Burn
Nightmare
Passò la birra alla rossa, che
sorridendo accettò il regalo con piacere, portando la
bottiglia di vetro alle labbra scurite dal rossetto. Ne
mandò giù un sorso, per poi riprendere a
respirare. Erano seduti per terra, di fronte alla camera silenziosa di
Inuyasha, con la schiena pigiata contro il muro perfettamente bianco.
Erano li da molto tempo, probabilmente da più di
un’ora, e non avevano parlato molto, anzi a dire il vero le
uniche parole che avevano osato scambiarsi erano stati i reciproci
saluti.
Vi era un unico rumore che riecheggiava nel
corridoio spettrale, un classico della notte, il ticchettio
dell’orologio.
Il mezzo demone non distolse lo sguardo dalla porta
nemmeno un secondo, tenendo le orecchie tese in cerca di un qualsiasi
suono. Riusciva a sentirla respirare.
-Hanno un odore molto simile – Si morse
le labbra, sentendosi quasi colpevole per aver parlato. – Ma
forse è una mia impressione… - cercò
di correggersi, stringendo le gambe al petto, appoggiando il mento alle
ginocchia.
Inuyasha sembrò impassibile, non
pensò nemmeno al commento esposto dalla ragazza, in quel
momento erano altri i pensieri che lo tormentavano.
Era sicuro che sarebbe cessato quel dolore acuto,
una volta speso il bottino vinto qualche anno prima, ma andare a letto
con Kagome non servì a farlo sentire meglio, ne a fargli
dimenticare il viso di Koga. Certo, non che pensasse di poter scordare
tutto in un momento, ma quel maledetto peso sullo stomaco, sperava di
mandarlo giù. Era stato Stupido,
illuso.
-Io lo ricordo diverso l’odore di Koga.
Quello di Kagome è più aspro, sembra carico di
rancore- Si decise a dare come risposta.
Calò ancora una volta il silenzio, ma
questa volta fu più breve, Ayame colpì il muro
con il piede destro, provocando un suono sordo. Si mise in piedi e gli
diede le spalle. Era irritata da quella situazione, se non potevano
avere rapporti, dovevano per forza sforzarsi di parlare, ma questo loro
non sapevano farlo.
Infilò le mani in tasca e prima di
allontanarsi gli lanciò un pacchetto di malboro rosse.
-In realtà, mi ha trovata lei. Non so
dirti molto, l’unica cosa che mi ha riferito, è
che ti cercherà. Non so come abbia fatto ad arrivare a
te… a noi. Ma non m’importa, ho aspettato
così tanto tempo per parlare con qualcuno di lui, che ora
non voglio armi nessuna domanda. Ho risposte a sufficienza-
Inuyasha non la fermò, la
seguì con lo sguardo fino a quando sparì dietro
l’angolo. Ascoltò i rumori dei passi sugli
scalini, e la porta sbattere.
Si alzò da pavimento e barcollando si
avvicinò alla porta, prese fiato e appoggiò la
mano sulla maniglia, piegandola appena, dopo un click si
aprì.
Era avvolta nella penombra.
Sul letto sfatto Kagome dormiva a pancia in
giù, completamente nuda .
Si stese al suo fianco, e coprendosi il viso con il
braccio, si riaddormentò.
-Vieni da me
… -
Spalancò
gli occhi al suono di quella voce. Sentì il corpo pesante,
la stoffa degli abiti aderiva perfettamente contro il suo corpo,
risultando fin troppo stretti e parecchio fastidiosi, si
sentì soffocare. Si rese conto di essere steso su una
panchina di legno bagnato, segno di una precedente perturbazione. Il
cielo era di uno strano colore, il tono principale era uno scuro grigio
tendente al nero, ma piccole striature rosa e rosse risaltavano sullo
sfondo scuro.
Mosse il braccio
destro con molta fatica, sentendo parecchio dolore, come se avesse
lavorato fino allo sfinimento. Con caparbia si mise a sedere, ed
incredulo studiò la situazione e il paesaggio che lo
circondava.
Si trovava in un
parco.
Ogni colore
sembrava smorto, perfino il verde dell’erba non risaltava, e
il lilla dei fiori sbiadito, lo fece sentire disperato.
Ogni suono era
lontano, ovattato. Le urla dei bambini che giocavano a pochi metri da
lui, erano quasi impercettibili. Non riusciva a sentirsi partecipe a
quell’atmosfera in nessun modo, era estraneo da tutto.
Per questo
quando poggiò i piedi nudi per terra, sollevandosi,
tremò al contatto delle gocce d’acqua sulla pelle
nuda.
Camminò,
in mezzo a gli sguardi attenti delle sagome, prive di volto e di nome.
Camminò a lungo, fino a quando in lontananza la scorse, lei.
-Ka-Kagome
…-
Le si
avvicinò, ma ad ogni passo, invece di essere felice per
averla quasi raggiunta, sentiva l’angoscia aumentare,
diventare sempre più ingestibile, insopportabile. Tanto da
poterci impazzire.
La ragazza non
si muoveva, era anch’essa parte del paesaggio.
Era morta.
Quando fu
abbastanza vicino, notò che gli occhi erano saldamente
chiusi, e che dalle labbra dischiuse, non un respiro caldo veniva
liberato. Le sfiorò la guancia fredda con il palmo della
mano, e chiamò il suo nome.
Piangeva. Il
mezzo demone piangeva.
E quel tocco
gentile le fece spalancare le palpebre.
Non erano sue
quelle iridi, completamente nere. Lacrime di sangue rigarono il suo
volto di giovane ragazza.
-Squarciami il
petto ... –
Gli
ordinò disperatamente, afferrando le mani del ragazzo, per
poi posarle sul petto.
-Strappami
questo cuore ormai morto-
“Every
night I burn
Every night I fall again”
Spalancò
gli occhi e affannato si voltò verso Kagome, ancora immersa
nel sonno. La fronte gli grondava di sudore , ma il corpo non cessava
di tremare.
Era un sogno
…
Il dolore sopito
nel cuore di lei, però era reale.
-Continuerò
a farti male, anche se involontariamente- Le sussurrò
all’orecchio.
Lei, gemette. Si
svegliò qualche minuto più tardi, e imbarazzata
si avvolse nel lenzuolo, coprendosi il più possibile.
Inuyasha non smise di guardarla nemmeno per un secondo, mettendola a
disagio.
La strinse fra
le braccia e le baciò la fronte.
Hi Fun! [ Si si
lo so che è fan , ma mi piace di più fun ndme XD]
Ed il capitolo ,
anche se non pensavo di postarlo così presto
ò.ò ma dovete ringraziare il mio ragazzo che mi
ha permesso di scrivere dal suo pc xD
Beh , non ho
spiegazioni da dare per questo capitolo , mi è venuto
veramente facile scriverlo , sarà che non ha molto senso.
Bene , ora non
mi resta che ringraziarvi . Siete sempre così gentili con me
*-* farò una statua a tutti voi xD
luca blight: Wow mi sei
a fianco e devo ringraziarti ò.ò GRAZIE! XD
kirarachan: Tranquilla
, non penserò a te come una fissata degli hentai XD Le scene
erotiche , se fatte bene sono piacevoli da leggere. Sono felice che ti
sia piaciuta , e spero penserai la stessa cosa anche di questo
capitolo. Un bacio ^^
fmi89: Oh
tranquilla , so benissimo quanto impegni scrivere , per cui nessun
problema! Il tuo commento mi ha fatto molto piacere , spero continuerai
a seguirmi =]
morkia90: Sono
felice ti sia piaciuta ^^ Vorrei approfittarne per ringraziarti per lo
splendido commento alla shot “Un attimo” sei stata
davvero dolce . Un bacio!
Bellatrix_Indomita: Ed eccoti
il capitolo , anche prima di quanto pensassi! Sono felice che lo scorso
capitolo non abbia urtato la tua sensibilità , per fortuna
sono abbastanza timida e non riesco
a rendere
troppo spinte le scene “hot” >.<
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto =]
ryanforever: Per la tua
felicità , non ti torturo con l’attesa! Grazie
mille per i complimenti , sono felice di non averti persa in partenza XD
bea91: Non
è successo granchè , ma spero che ti sia piaciuto
comunque! Alla prossima ^^
Vale728: Esatto ho
fatto anche io lo stesso ragionamento , fargli fare l’amore
avrebbe rovinato tutto. Spero ti sia divertita in vacanza ^^
PazzaXinu: Piacere
mio Matilde! Sono felice che ti sia piaciuto =] Alla prossima ^^
mikamey: La mia
carissima fan numero uno! Non mi importa del ritardo , quel che conta
è che ti sia piaciuto! Spero di non averti delusa con questo
capitolo , e che ti abbia fatto piacere leggerlo in anticipo ^^ Un
bacio!
Ringrazio
tutti coloro che stanno aggiungendo “Burn” alle
preferite e alle seguite e chi , si limita a leggere. GRAZIE MILLE ,
davvero.
Favole.
|
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Capitolo 10 *** Vivi ***
Burn
Vivi
Voltò
lo sguardo un'ultima volta sul viso, ancora assonnato del ragazzo, per
poi dargli definitivamente le spalle e camminare verso la porta di
casa. Inserì la chiave e la girò due volte in
senso orario, non appena il click d'apertura le giunse all'orecchio,
spinse la maniglia e, solo in quel momento si voltò per
cercarlo, sperando di trovarlo li, ma lui era già andato via.
Sospirò, quando si richiuse la porta alle spalle e
cominciò a sentire l'ansia scivolarle lungo la pelle. Per
tutto il percorso trascorso camminando l'uno al fianco dell'altra in
completo silenzio, dalla casa di Inuyasha alla sua, aveva iniziato a
sentire una fastidiosa sensazione crescerle dentro. Sensazione
inevitabilmente aumentata alla vista del salotto accogliente della sua
piccola villetta.
Si mise a sedere sul divano, e posò le mani sulle ginocchia
tremanti, nervosa attese il suono della sua sveglia mattutina, che di
li a poco avrebbe cominciato a suonare.
Aveva fatto sesso, non sapeva ancora valutare se le fosse piaciuto o
meno, di certo non le sembrava questa gran cosa, come tutti la
descrivevano. Il dolore, di cui tutte le ragazze vergini si
preoccupano, era stato minimo, talmente leggero da farle sorgere
parecchi dubbi.
Inoltre, aveva provato piacere, parecchio piacere, fino a raggiungere
l'orgasmo, cosa che non si sarebbe mai aspettata. Questo dovrebbe
essere il massimo, come punteggio per "La prima volta perfetta", ma
dentro c'era qualcosa di storto.
Sospirò nuovamente, e si alzò dal comodo
sofà, per dirigersi in camera sua e far cessare quel suono
snervante. Si guardò allo specchio. "Niente di diverso".
Pensò sfilandosi la felpa inumidita dalla pioggia.
A passo svelto si infilò in bagno, e aprì l'acqua
della doccia. Passò la mano destra sotto il getto d'acqua,
per assicurarsi che non fosse ne troppo fredda, ne troppo calda. Si
spogliò e si strinse nelle braccia.
Riusciva a sentire il profumo del mezzo demone, ancora intatto sulla
sua pelle. Si dispiacque quando l'acqua lavò via l'aroma di
quella notte.
Insaponò le mani e si accarezzò, sentì
il cuore prendere fuoco, e l'ansia assalirla alla sola idea di non
poterlo più stringere.
Qualcosa in lei, era cambiato, e di certo non poteva vederlo nel
riflesso di uno specchio.
Si avvicinò alla ragazza mora il più velocemente
possibile, e una volta dietro di lei, le prese la mano, cercando la sua
attenzione. - Rin devo parlarti- Le sussurrò, trascinandola
dietro la palestra della scuola, assicurandosi che non ci fosse
già qualcuno.
Kagome era talmente rossa in viso, da sembrare ammalata. L'amica
preoccupata ad occhi spalancati attese di sapere cos'era accaduto di
tanto grave.
-Ieri ho incontrato Yamamoto-kun- Rivelò, parlando veloce e
senza mai alzare lo sguardo. - Fra di noi, è successo
qualcosa...- Si interruppe, rendendosi conto di non riuscire a
continuare.
-Vi siete baciati?- Le domandò, con un tono di voce
leggermente preoccupato.
L'altra, scosse la testa, sentendosi sempre più a disagio.
Non riusciva a confessare, e sapeva che se anche avesse continuato a
provarci, non ci sarebbe riuscita. Aveva bisogno di parlarne, ma voleva
farlo con qualcuno che la conoscesse veramente, ma in quella
città piena di gente, le non era riuscita a pensare a
nessuno.
Persino Sango, le sembrava inadatta. Non avrebbe capito.
Aveva scelto Rin, perchè sapeva del suo rapporto con
Sesshomaru, della profondità e del limite che avevano
passato. Forse lei, avrebbe potuto capirla. Ma ora che le stava
davanti, completamente a sua disposizione, pronta ad ascoltarla, si era
resa conto che nemmeno lei, sarebbe riuscita a comprendere fino infondo
quello che aveva fatto.
Si fece prendere dallo sconforto, ma non lasciò a vedere.
-Ci siamo tenuti per mano- Mentì spudoratamente, accennando
un finto sorriso.
-Oh, c'è sempre un inizio... - Ridacchiò la
minuta ragazza, sinceramente intenerita da quell'evento.
Kagome la ringraziò, e con la scusa di dover fare delle
fotocopie, si allontanò a passo svelto. Aveva voglia di
incontrarlo, di vedere quanto fosse diverso ora che lei sapeva
guardarlo con occhi nuovi. Si mise a cercarlo.
Ne aveva bisogno.
E più non lo trovava, più la frenesia che avrebbe
provato una volta davanti a lui, cresceva.
Ne aveva bisogno.
Ne aveva bisogno.
Ne aveva bisogno.
-Kagome...-
Quando si voltò, lui era li. Ed era bello. Bello.
-Non ne sono più sicura- Le si avvicinò.
-Di che cosa?- Le sussurrò all'orecchio, cingendola dai
fianchi. -Non sei più sicura di tenerci veramente a me?-
Concluse, amaro.
Lei alzò lo sguardo, per poi posarlo sulle labbra perfette
di Inuyasha. Le tornò in mente Koga, con il suo sorriso
dolce e il modo di fare semplice. Si ricordò di come
giocavano insieme al mare, quando fuggivano dalle onde sul bagnasciuga,
fingendo che l'acqua salata dell'oceano fosse lava.
-Non sono più sicura di non amarti-
Ricominciò a pensare a suo fratello da Vivo.
Cercò le labbra del mezzo demone, e lo baciò per
l'ennesima volta, e sentì di nuovo il possesso di quel corpo
caldo e accogliente. La tristezza scivolò via, anche se per
qualche minuto, si liberò dal lutto che opprimeva il suo
cuore da tanto, troppo tempo. -Lui ci vorrebbe vivi... - Disse, mentre
una lacrima inumidì il suo sorriso.
Ayame era completamente rapita da ogni movimento della donna. Era
bella, o meglio, splendida. Si assomigliavano, lei e Koga, gli occhi
erano della stessa tonalità cobalto, come i capelli scuri e
lisci e i lineamenti decisi. Le uniche differenze fra loro, erano il
modo di parlare e porsi, non avendo avuto la possibilità di
vivere insieme.
-Non vi ho cercati mia cara, ho semplicemente continuato ad informarmi
su mio figlio- Sorrise, non apparve una minima ruga a gli angoli delle
labbra, ne sulla fronte. Sembrava talmente giovane da poter essere
scambiata per una ragazzina. – Ovviamente ho sempre dovuto
nascondermi, mi fu vietato di vederlo, o meglio, di aver qualsiasi
contatto con lui quando era bambino-
La rossa continuò ad ascoltarla, sempre più
ammaliata . – Sono felice di averti conosciuta, è
un tale onore per me –
La donna sorrise nuovamente .
-Che stupida – Si toccò la fronte – Non
mi sono nemmeno presentata. Il mio nome è Sakura-
Sorrisero entrambe.
-Beh, al telefono mi ha detto di avere qualcosa per me, di che si
tratta?-
La donna frugò in una grande borsa dai tono sgargianti, ed
estrasse un libro, per poi posarlo sul tavolo. In copertina vi era il
viso a metà di un giovane uomo occidentale, imberbe e dai
lunghi capelli mossi.
-Questo libro, contiene alcune delle più belle poesie di Jim
Morrison, vorrei regalartelo-
Il viso di Ayame si illuminò, accettò il regalo
con immenso entusiasmo.
Buuuuona Sera mie e miei Fan! Oggi sono piuttosto di buon umore, il
capitolo mi è venuto facile da scrivere e sinceramente ne
sono un pochino [non di più] soddisfatta, soprattutto per la
prima parte!
Che dire, avrei voluto scrivere di più, però se
avessi continuato avrei lasciato un concetto importante a
metà, e non mi andava. Preferisco affrontarlo bene nel
prossimo capitolo ^^
Sono felicissima del successo riscosso lo scorso capitolo, anche se ho
ricevuto la mia prima critica ...ma si sa, i consigli fanno sempre
comodo! ^^
Beh, non mi resta che passare ai ringraziamenti *___*
mikamey: Direi che dal prossimo capitolo, verranno fuori un sacco di
cose, soprattutto sul passato dei protagonisti. In questo capitolo ho
voluto far calmare un po' la situazione, cercare di spiegare i
sentimenti di Kagome per Inuyasha, e quello che lei si è
sentita dopo una cosa così importante e delicata per una
donna xD Spero ti sia piaciuto insomma, mi fa tantissimo piacere
leggere i tuoi commenti ^^
ryanforever: Ed eccolo il seguito... Quell'incubo l'ho fatto io, anche
se un po' diverso, e l'ho adattato alla storia xD Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto!
Vale728: Si, Inuyasha è cambiato nei confronti di Kagome,
però i suoi cambiamenti non sono finiti qui! Insomma,
incasinerò la storia ancora di più XD
luca blight: Amore mio, vorrei aver scritto anche questo capitolo
davanti a te xC Spero che ti sia piaciuto. <3
AkyWakeshima: Uh che bello una nuova Fan! Sono felice che la storia ti
piaccia, continua a seguirla se ti fa piacere =]
kirarachan: Se ti ha angosciata allora sono riuscita nel mio intento!
Si, quel sogno li ha fatti avvicinare, anche se ne succederanno anche
tante di cose.
bea91: Sono felice che ti sia piaciuto, e dopo i sentimenti di
Inuyasha, ecco qui quelli di Kagome. Spero ti sia piaciuto allo stesso
modo anche questo capitolo.
Bellatrix_Indomita: Ecco il capitolo, spero di non averti delusa!
morkia90: Grazie mille, ecco qui il capitolo. Un bacio!
Luca_sto: Il mitico Sto XD Che poi il sogno originale è
più angosciante . Grazie del commento comunque ^^
fmi89: Spero ti siano andati bene gli esami, ho visto che hai
aggiornato, appena posto questo capitolo corro a leggere!
dolcekagome; Mi dispiace che tu sia depressa, spero ti passi presto!
Grazie per i complimenti, e non preoccuparti per non aver commentato i
vecchi capitoli, l'importante che ti siano piaciuti.
Bchan; Grazie per avermi corretta! Ho fatto due errori ok, per uno
posso giustificarmi, è stato un errore di distrazione,
mentre per tailleur ho semplicemente sbagliato, tuttavia non credo che
mi servi una beta, dato che con cose importanti tipo verbi, doppie e
cose varie, non ho nessun problema. Spero che questo capitolo ti
piaccia comunque ^^ Alla prossima!
Favole!
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Capitolo 11 *** Sensi di colpa, ricordi e... ***
Burn
Sensi di colpa, ricordi e...
Ayame
indossava sempre una quantità esagerata di gioielli. In
particolare prediligeva le collane; Portava al collo tutto
ciò che per lei era importante. Per questa ragione, quando
camminava, faceva un gran rumore metallico ed era facile capire che si
stava avvicinando.
A lui,
bastò bene poco per accorgersene.
-E' da molto tempo che non ci incontriamo qui- Si voltò, e
incrociò gli occhi verdi della ragazza.
Si sorrisero.
Era una mattinata parecchio ventilata, pur non essendo stagione, era
anche freddo. -Dobbiamo essere davvero colpevoli Yamamoto- Rispose con
un filo d'ironia, amara, nel tono di voce.
Inuyasha distaccò lo sguardo da quello magnetico della
rossa, e tornò a fissare immobile la tomba di Koga.
Nel cuore di entrambi,
era avvenuto un cambiamento.
-Lo siamo-
Calcò il mezzo demone, nascondendo le mani nelle tasche dei
pantaloni. -Lo siamo sempre stati, e sempre lo saremo-
Continuò, cercando di ignorare il tremore che impregnava le
proprie parole.
-Allora, perchè non redimere i nostri peccati?-
Domandò lei, con tono supplichevole.
-Perchè non possiamo essere perdonati. Non lo capisci?-
Estrasse la mani dal caldo rifugio, e strinse i pugni. -Se lui fosse
vivo, non ci riconoscerebbe più. Tu hai venduto il tuo corpo
alla disperazione, ed io, ho messo all'asta il mio cuore. Se ora Koga
fosse davanti a me, nei suoi occhi vedrei riflesso un me che mi da il
voltastomaco-.
A quelle parole, Ayame rimase completamente basita. Si sentì
sporca, e non le era mai capitato.
-Io ho perso Kikyou, e questa cosa mi ha ucciso. Ho cercato di capire
perchè, ci ho pensato talmente a lungo da esserci caduto
dentro, a quel buco nero. Io, te, Kikyou e perfino Kagome, che non
aveva idea di cosa fosse successo, siamo rimasti tutti vittima di
quella dannata notte- Si interruppe, cercando di ritrovare il fiato e
la ragione.
-E' ridicolo... Tutto questo dolore per una singola scopata- Una
lacrima scivolò sul viso pallido della rossa, che subito
chinò il capo con l'intento, del tutto vano, di nasconderla
a gli occhi ambrati del mezzo demone che, l'attirò al
proprio petto, stringendola.
Smise di trattenersi, e lasciò che le lacrime cadessero,
copiose sulla maglia nera di Inuyasha, che si limitò ad
accarezzarle il capo. La sentiva tremare, e finalmente cadere e toccare il fondo, e
così automaticamente accettare la situazione.
Lei, che
non era solita lasciarsi andare, che non piangeva mai. La stessa che lo
aveva visto piangere ogni volta che si sfioravano. Lei, era stata
l'unica.
Per una volta, tutto si era invertito.
-Chi per il senso di colpa, chi per vendetta, chi per il dolore di un
tradimento... chi per amore. Siamo stati risucchiati da una serie di
sensi di colpa.- La strinse più forte, e sentì
una fitta al cuore. In quel momento, stava finalmente giungendo alla
soluzione di tutto? Sembrava così irreale, così
assurdo. Inoltre, l'unica persona che in quell'istante desiderava al
suo fianco, non c'era.
Kagome, lei avrebbe voluto sentire quelle parole... quella spiegazione.
-Ed infine, abbiamo dimenticato che lui non c'è
più, e non perchè l'abbiamo cancellato, non
perchè ci ha delusi... - Si interruppe, sentendo le mani di
Ayame spingere contro il petto, per allontanarlo e guardarlo negli
occhi.
- Lui è morto ...- Si arrese, e pianse ancora. Per molto,
con violenza. Era più chiaro che mai ora, lui non sarebbe
tornato.
Himura Yoko le allungò una cartelletta di carta di un
banalissimo arancione, una di quelle che si vedono spesso nei film.
Kagome, sentendosi stranamente colpevole, allungò la mano e
se impossessò. La strinse forte, stropicciandola.
Quando assunse Yoko, ottima investigatrice privata, non era del tutto
sicura di ciò che stava facendo, ma almeno aveva un motivo;
Scoprire cos'era realmente successo a suo fratello prima di morire, e
cosa lo aveva spinto a drogarsi. Ora però, le cose erano del
tutto cambiate. Lei e Inuyasha, sembrava avessero trovato un
compromesso, e spiarlo così, la faceva sentire male.
Ringraziò la donna per il suo lavoro, e si rinchiuse in
camera con le risposte che in quei due anni aveva tanto atteso.
Voleva sapere, tuttavia una forte paura le faceva tremare le mani, e
continuava ad impedirle di sbirciare il contenuto.
"Forse dovrei parlarne ad Inuyasha, chiamarlo e farlo venire... Forse
in quel fascicolo ci sono risposte nuove anche per lui. Forse..."
Cercò di far tacere quei pensieri, e prendendo
fiato sfilò i fogli bianchi che in quel momento, erano di
vitale importanza per lei.
Lasciò scorrere gli occhi sulla prima pagina. C'era tutta la
vita di suo fratello, in sole tre righe, era stata riassunta la sua
infanzia, ancora pulita e pura, e per questo priva di importanza.
Non era stato escluso nemmeno il suo piccolo incidente con lo skate...
incidente che gli costò una doppia frattura. A quei tempi le
era sembrata una cosa tanto grave, ricordò di essersi
preoccupata così tanto...
Nel presente però, un presente senza Koga, quella sembrava
davvero una sciocchezza.
Si lasciò scappare una lacrima, incandescente, che
affondò sulle labbra increspate in un sorriso, quando gli
occhi scorsero una foto che li ritraeva da bambini, vestiti da pirati.
Non ci riusciva, aveva troppa paura di affrontare ciò che le
pagine seguenti presentavano. Non voleva rovinare il ricordo che aveva
di suo fratello, non voleva macchiare ulteriormente il ragazzo dolce e
sensibile che era prima di entrare in quei brutti giri. Non era
preparata.
Si alzò e infilò la cartella in uno dei cassetti
di biancheria intima, per poi guardarsi intorno alla ricerca di un
passatempo che la tenesse lontana dai cattivi pensieri.
Lo sguardo ricadde sul pc, spento ormai dal giorno in cui aveva fatto
sesso con Inuyasha. Con quello che era successo, le era passata di
mente quella mail anonima ricevuta. Ormai non era più tanto
sicura che appartenesse al mezzo demone, che sicuramente avrebbe
accennato qualcosa a riguardo.
Perplessa accese il portatile e si collegò alla posta
elettronica, e con sua grande sorpresa, vi era un'altra mail del
misterioso mittente. L'aprì senza pensarci due volte.
<< E venni a te per la pace.
E venni a te per l'oro.
E venni a te per la bugia.
E tu mi desti ansia
e sapienza
e la malinconia di
tempi insani.
E saremo qui il giorno dopo
il giorno dopo
e domani.
Jim Morrison >>
Ancora,
come la volta precedente, l'unica differenza erano le parole scritte in
grassetto e in corsivo. Cercò di trovare un colpevole, ma
non le venne in mente nessuno. Chiuse la casella della posta
elettronica e si raggomitolò sul letto.
Sapeva benissimo chi era Jim Morrison, suo fratello ne andava pazzo.
Adorava sia le sue poesie e citazioni, sia le canzoni del gruppo di cui
faceva parte, i "Doors". Eppure non sapeva darsi una risposta per
quelle misteriose mail.
Stizzita prese il cellulare e digitò il numero di Inuyasha,
anche se con molta tensione, che si accumulò mentre gli
squilli aumentavano, e la voce del ragazzo tardava a rispondere, ma
proprio mentre stava per mettere giù, il mezzo demone
parlò.
-Pronto? Kagome?!-
Lei tremò prima di rispondere, mordendosi le labbra e quasi
pentendosi.
-Ciao!- Esclamò, dandosi della scema per il tono usato. -
Possiamo vederci?- Domandò, sperando in una risposta
positiva. Ci fu un attimo di silenzio che sembrò
interminabile, ma che dopo qualche secondo fu rotto dalla risposta
positiva di Inuyasha.
Si diedero appuntamento nel parco ove parlarono la prima volta di Koga
e della partita a poker. Le sembrava così strano ripensare a
quel giorno, e al dolore che aveva sentito sentendo, in parte,
ciò che era successo tempo prima.
Quando riattaccarono si preparò, e poco dopo fu pronta per
uscire.Percorse la strada da casa sua al parco con una strana
agitazione che le ballava nello stomaco, un misto di nervosismo e
felicità.
Era strano fare i conti con sentimenti simili, che mai aveva provato in
vita sua.
Una volta giunta a destinazione si mise a sedere su una panchina, per
poi guardandosi intorno, cercando di scorgere la sagoma snella di
Inuyasha avvicinarsi. E così fu, poco più tardi
lui arrivò, camminando in modo fiero, come al solito.
Si salutarono nel modo più stupido del mondo, sventolando la
mano. Lui si mise a sedere al suo fianco, e per un bel po' di tempo
rimasero così, sobbalzando la spalla di uno, sfiorava il
braccio dell'altra.
Avevano un gran voglia di parlare, di sentire i suoni delle proprie
voci mischiarsi con il fruscio del vento, soprattutto perchè
mai come in quel momento si erano trovati con così tante
cose da dirsi.
-Sai, mi ha fatto piacere- Inuyasha decise di prendere parola, anche se
non riuscì a dire esattamente ciò che aveva in
mente. Infondo era meglio di niente.- ...Cioè intendo quello
che mi hai detto ieri, a scuola- Continuò, stranamente
insicuro.
Kagome si limitò a sorridergli, lasciandogli la
possibilità di parlare ancora.
-Mi ha dato la possibilità di riflettere... Forse tu, fra di
noi sei la sola ad aver accettato la sua morte- Si interruppe,
riflettendo a fondo, non ancora convinto di ciò che stava
per dire. - Sei l'unica che abbia capito la gravità della
cosa. Ed hai sofferto, ma per il solo fatto di averlo perso-
Lei gli accarezzò i capelli, e si spinse fra le sue braccia.
Desiderava ancora che il tepore del suo corpo la riscaldasse, che le
parola, in quel momento cariche di sentimento, continuassero a
risuonare, dolci e amare... brutali e vere, nella sua mente.
Incessanti.
- Ti sbagli. Anch'io come voi, ho pensato male di lui. L'ho odiato, e
mi sono sentita persa. Ho provato ad immaginare come potesse essere la
sua vita al di fuori dell'ambito famigliare, ma non ci sono riuscita,
così mi sono lasciata prendere dal panico. Io non lo
riconoscevo più...-
Si baciarono, lasciandosi coinvolgere totalmente da quel gesto, che
mesi prima era stata un'arma di difesa per entrambi. Rimasero su quella
panchina finché non iniziò a far buio. Parlarono
poco, i gesti fisici avevano preso il posto della parole, che a volte
non hanno nessun potere, e diventano inutili se sono troppe.
Ed ecco la fine di questo nuovo capitolo, che dire, qui dovrei proprio
fare una piccola spiegazione, giusto per verificare che il concetto che
ho voluto esprimere, sia arrivato.
Dunque, credo che abbiate capito che tutta la storia, fino a qui, ha
girato continuamente intorno ad un evento: Il tradimento di Koga con
Kikyou.
Per colpa di quella notte, tutti i protagonisti sono cambiati. Inuyasha
si è lasciato trasportare dal dolore, e così ha
scommesso Kagome in quella famosa partita a poker, e così
anche lei è stata trascinata nel turbine.
Ayame è stata corrosa dalla gelosia, e per questo ha
"venduto" il suo corpo alla tristezza, sperando in questo modo di
sopprimerla.
Insomma, spero che abbiate capito xD Io non volevo incasinare tutto in
questo modo, mi sono lasciata trascinare dagli eventi >.<
Beh, so che sembra che la fine sia vicina, ma non è
così per vostra sfortuna. Ci sono ancora un mucchio di cose
da scoprire, come per esempio il mittente delle mail... anche se
è praticamente palese ormai. Il motivo però
è sconosciuto ù.ù .
Va beh, basta vaneggiare, passo ai ringraziamenti! Sono veramente
felicissima dei mei fan *ç* sono sempre più
felice di continuare a scrivere questa ff, e forse forse forse sto
cominciando ad andarne fiera o.O
Va beh, ora mi dedico a voi =D
Bchan: Felice
che ti sia piaciuto, ho fatto come mi hai consigliato tu, sono stata
più attenta! Grazie mille per il commento.
luca blight:
Sono felice che tu abbia notato miglioramenti, e sono anche felice che
questa storia stia cominciando a piacerti così tanto. Ecco
il nuovo capitolo! <3
fmi89: Noo, mi
dispiace che tu non sia riuscita a passare =( Però se ti
trovi bene in questa nuova facoltà, allora ti faccio gli
aguri per il nuovo percorso che stai per compiere! Passando al
capitolo, le cose fra Inuyasha e Kagome miglioreranno si,
però ci saranno anche svariati colpi per loro due. In questa
ff devo sempre comlicargli la vita XD Sono malvagia. Beh, spero che
questo capitolo ti sia piaciuto. ^^
ryanforever:
Spero che anche questo capitolo sia "energico" ^^ . Beh, io devo per
forza far succedere qualcosa, ci sono ancora troppe cose che salteranno
fuori, per cui ci saranno reazioni molto particolari. Beh comunque,
spero che continuerà a piacerti come la farò
andare avanti.
Vale728: Felice
che ti sia piaciuto ^\\\^ Per quanto riguarda Sakura, in questo
capitolo non ho parlato di lei, ma c'è un riferimento
preciso, legato appunto al suo incontro con Ayame. L'infanzia di Koga
si scoprirà nei prossimi capitoli =D
Luca_sto:
Guarda caso il protagonista è morto proprio per la droga , e
amava i doors XD No va beh, povero Dio Morrison [ Mi adoratissimo *
Sospira* ] lui è un genio! Eh si caro, sei un Dio per le
poesie assurde che scrivi, in più mi fai pensare fissa! XD W
te.
kirarachan: Eh
si, forse anche troppo lentamente! Ma io odio le cose veloci, sono una
malata dei particolari e dei momenti semplici, che potrebbero sembrare
insignificati, ma che per me sono importantissimi
ù.ù . Beh cara Vale, spero che questo capitolo ti
sia piaciuto!
Jiada95: Ciao!
Sono felice che tu sia tornata, non può che farmi piacere,
però per quanto riguarda il "v.m.18" ho dovuto metterlo.
Questa non è una ff erotica, per cui è ovvio che
le scene non siano particolarmente spinte, però non volevo
rischiare di andare contro le regole del sito. Per quanto riguarda
Sango e Miroku, li ho tralasciati per ora, perchè mi sono
dovuta concentrare su Inuyasha Kagome, personaggi principali.
E poi, non ho mai accennato a quei due come coppia in questa ff, per
cui non vedo il problema. Ti ringrazio per il commento, spero che
questo capitolo ti sia piaciuto.
morkia90:
Grazie mille. Ecco il seguito, un bacio.
mikamey: Quanto
ancora dovrai penare per sapere! Ti farò morire di
curiosità Mary-chan *-* . Spero che questo capitolo abbia
soddisfatto almeno un pochino la tua curiosità! Un bacione ^^
angelseyes81:
Non me la prendo assolutamente, tu hai perfettamente ragione. La
confusione se devo essere sincera, e' un po' voluta e un po' no.
Diciamo che questa ff è nata in modo un po' particolare,
diciamo basata sulle emozioni che provavo ascoltando "Burn" , e la
trama si è formata capitolo per capitolo diciamo. Questo
è stato un grande errore, avrei potuto fare di meglio
diciamo.
Comunque spero che andando avanti vedrai le cose un po' più
chiaramente. Grazie per aver commentato e per aver espresso il tuo
parere sinceramente =D
bea91: Ecco
l'aggiornamento! Prometto che dal prossimo capitolo darò
più spazio ad Inuyasha e Kagome come "coppia" . Spero ti sia
piaciuto questo capitolo!
Bellatrix_Indomita:
Uh ma davvero è una delle ff a cui tieni di più?
Ne sono davvero lusingata >\\\< GRAZIE GRAZIE
GRAZIE! Spero di non aver delulo le tue aspettative con questo
capitolo. Fammi sapere!
AkyWakeshima:
Che bello ti ho incuriosita, e non succede spesso! Mi sento fiera
allora xD Spero di continuare a stuzzicare la tua fantasia ^^
Beh, al prossimo capitolo.
Gossip Girl [ Ok ok non fa ridere. .-. ]
Favole.
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Capitolo 12 *** Guardare avanti ***
Burn
Guardare avanti
Piccola nota iniziale: Questo
capitolo è stato scritto ascoltando questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=rbTozgoj9OQ . Vi consiglio di
ascoltarla leggendo =D. Buona lettura!
Oh don't talk of love
the shadows purr
Murmuring me away from
you
Oh, non
parlare d'amore!
le ombre fanno le fusa
e mi bisbigliano lontano
da te
[Burn, the cure]
Tutti ne parlano, tutti ne soffrono. Ma lei, è
l'unica a sapere veramente, lei che osservando i cambiamenti nelle
persone care, subendo lo scorrere del tempo, tace.
"Cosa racchiudi nel tuo cuore,
Kikyou?"
Il nastro
bianco sciolse il suo nodo, e lasciò liberi i capelli lisci,
che ricaddero sulle spalle e sulla schiena. Passò la mano
tremante sulla fronte imperlata di sudore, e respirando a fatica
voltò il capo verso la sveglia. I grandi numeri luminosi
segnavano le tre e mezza.
Appoggiò
la testa al cuscino e rimase immobile, attendendo che le gambe
smettessero di tremare. Era da tempo ormai che non lo sognava
più in quel modo. Certo, spesso Koga invadeva i suoi
pensieri notturni, ma con un altro viso, un altro corpo. Muto.
Quella
notte invece, la voce era sua. Leggera e spiritosa, profonda nei
momenti giusti. Il suono più bello che avesse mai sentito.
Convinta
di non poter più chiudere occhio, si alzò dal
letto e si avviò lentamente verso la cucina, assetata.
Aprì il rubinetto e riempì il bicchiere d'acqua.
Lo scorrere di quel liquido trasparente e fresco, le fece notare che
per essere notte, era piuttosto caldo.
"L'estate
si avvicina" pensò, avvicinandosi alla finestra. Una pioggia
incessante bagnava la città, donandole una particolare
malinconia. "E' cominciata un'altra stagione delle piogge. E' passato
così tanto tempo da quella notte?" Si domandò,
senza mai staccare gli occhi dal vetro.
Ricordava
ogni istante, ogni emozione.
-Che
fai sveglia piccola mia?- La voce di sua madre la fece sobbalzare. Le
regalò un sorriso dolce.
-Nulla,
ho fatto solo un brutto sogno. Ora torno a letto-
Ritornò
nella sua stanza, con nessuna intenzione di riaddormentarsi.
Aprì l'armadio e con fare frenetico estrasse una scatola di
legno, che anni prima si era ripromessa di riaprire solo quando i
ricordi avrebbero smesso di fare male.
Anche
se infondo, sapeva che non sarebbe mai successo. Per questo, con un
coltello aveva inciso la superficie liscia. Ci passo la mano sopra,
socchiudendo gli occhi.
-Never...-
Sussurrò. Ormai era sicura. Riaprì gli occhi e
scoperchiò la scatola. Ed eccole li, le foto che per molto
tempo aveva evitato accuratamente, nascondendole. Colpevole, assassina
s'era liberata dell'arma del delitto.
Sorpresa
osservò il viso del suo ormai perso amore, trovandolo
totalmente diverso. Le ritornò alla mente le sensazioni
provate, quando con dolcezza lui le 'carezzava la schiena. Il piacere
di stringerlo e baciare le sue labbra. Sorrise, ripensando che quei
tocchi, le parevano compiuti da un uomo, e lei, si sentiva una donna.
Com'era
dolce, e bambina.
Com'erano
infantili entrambi, e già amanti.
E
peccatori.
E
traditori.
E
com'era bello stringersi dopo aver fatto l'amore.
Non
pianse, anche se gli occhi pizzicavano, e dentro di lei tutto si era
capovolto, come se avesse appena saltato dal più alto dei
grattacieli. Aveva bisogno di ricordare, per lasciare indietro quei
ricordi, finalmente, anche lei...
Richiuse
la scatola, e sentendo l'aria mancare, capì che aveva voglia
di uscire, nonostante l'ora tarda.
Sentì
i passi di sua madre muoversi verso la camera da letto, attese il
cigolio che la porta dei suoi genitori emetteva quando veniva chiusa, e
infilatasi le scarpe, sgattaiolò fuori casa. "Ho dimenticato
che piove!" Inveì, riaprendo la porta lentamente, attenta a
non far nessun rumore. Ringraziò di aver lasciato l'ombrello
all'ingresso qualche giorno prima, così da non dover
rientrare in casa. Lo aprì, e correndo attraversò
il giardino di casa. Sapeva dove andare, e sapeva che non ci avrebbe
messo molto a piedi.
Le
strade erano completamente deserte, tanto da infonderle parecchia
paura. "Ultimo incrocio, e sarò da lui..."
Soddisfatta
ed esausta, rimase immobile al fianco del mezzo demone, che si
liberò della protezione che poco prima, aveva permesso loro
di unirsi fisicamente. Era frequente ormai fra di loro avere rapporti.
Era come se non riuscissero più a farne a meno. Kagome
arrossì quando Inuyasha, tornando a letto completamente
nudo, si mostrasse così disinibito.
"E'
bello... Credo che se potessi, andrei a fuoco" Pensò, non
riuscendo in nessun modo a distogliere lo sguardo.
Lui
se ne accorse, e sorridendo malizioso le si avvicinò. - Devi
ringraziare la natura, ragazzina -. Era indubbiamente bello, ma il suo
sarcasmo era rimasto immutato. Ma d'altra parte, ad attrarla erano
sempre stati i suoi lati negativi. Probabilmente perchè lei
stessa, nelle vesti di brava bambina, ci si ritrovava scomoda.
Tuttavia, ogni qual volta che donava il suo corpo ad Inuyasha, seppure
facendolo con cuore, si sentiva in colpa verso i suoi genitori. Lei non
poteva essere sporca, non doveva. Così stare con qualcuno
doppiamente sporco, la faceva sentire pura, innocente.
-Grazie-
Rispose, riferendosi alla battuta di poco prima. - Davvero gra...- Fu
interrotta da un bacio, che di casto aveva ben poco.
Quando
si distaccarono, lui si accese una sigaretta, e rimase nudo al suo
fianco, bello come una statua greca.
-E'
ironico, non credi?- Chiese lei, stando attenta a non incrociare il
sguardo. Lui tacque, perplesso.
-Stare
insieme, ora, qui... - Questa volta, volutamente cercò gli
occhi dorati. - Sono ancora solo una vincita?-
Inuyasha
sorrise, spense la sigaretta e tornò sopra di lei. -Ti fai
troppe domande piccola. Inoltre, sei piuttosto masochista. Vuoi davvero
saperlo?-
-No...-
Sussurrò lei, spingendolo in modo da farlo cadere al suo
fianco, e sovrastarlo, siedendosi sopra gli addominali perfetti,
dimenticandosi dei seni nudi. - O almeno, non voglio sentirlo dalle tue
labbra. Voglio sentirlo nei gesti-
Risero.
Lui
le sfiorò i seni, facendola fremere. Sentirono entrambi la
voglia crescere.
-Vedi...-
Le sussurrò. - Tu hai bisogno di questo-
Si
alzò dal letto, la sollevò, tenendola per le
natiche, e le mordicchiò l'orecchio. Lei si avvinghio al suo
bacino con le gambe, e tremò al tocco del muro freddo sulla
schiena calda.
Con
molta fatica, cercò di fermare il suo
uomo. -Non
abbiamo più preservativi- Rise, assurdamente divertita.
Sentendosi simile a Lolita, bella e infantile. Si morse le labbra.
-E
chi ti ha detto che voglio penetrarti?- Le chiese, facendola
confondere. La mise giù, e chinandosi baciò i
seni, assaporando i capezzoli inturgiditi. Famelico scivolò
verso il basso, mordendo il ventre e accarezzandole il fondo schiena.
Kagome
strinse i pugni quando la lingua calda di Inuyasha assaporò
il suo clitoride. Si sentiva tremendamente in imbarazzo, voleva farlo
smet... No, non desiderava altro. Voleva che continuasse.
Sentì
la testa girare, e il piacere crescere tanto da diventare quasi
fastidioso. Voleva urlare, mordere ogni parte del corpo di colui che la
stava facendo impazzire.
-I-Inu...
mmmh... - La resistenza stava diventando sempre più dura. Si
lasciò andare, e gemette. A voce alta, senza nessuna
vergogna. Finché il culmine non fu raggiunto.
Venne.
Lanciando un gridolino acuto, tanto da far comparire un sorriso
compiaciuto sul viso del suo amante, fiero del suo lavoro.
Scivolò,
e si accucciò per terra, fra le sue braccia.
-Io...
avrei voluto dire una cosa mentre venivo. Mi sono trattenuta per un
pelo- La baciò, impedendole di dire altro.
Il
campanello di casa li fece sobbalzare. Il mezzo demone
ringhiò. - Che rompimento, ma chi cazzo è a
quest'ora?!- Si infilò i vestiti velocemente, e nervoso
scese le scale, sperando che "coloro" che avevano osato disturbarlo
fossero ancora li, ad attendere risposta.
-Chi
è?!- Chiese seccato, prima di aprire la porta. - Sono
Kikyou, aprimi-
Basito,
fece ciò che la donna gli aveva appena ordinato. Si
ritrovarono l'uno difronte all'altra, sentendosi estranei.
-Mi
dispiace per quella notte. Io amavo Koga, lo amavo da tempo. Avrei
dovuto lasciarti prima. Credimi mi dispiace, io devo liberarmi da
questo. Mi...- Lasciò che le lacrime, trattenute qualche
tempo prima, scivolassero sulle guance nivee. - Lui... Lui ha pianto
quella notte. Non voleva, ma è successo. Tu devi tornare ad
essere Inuyasha, quello che un tempo ho amato. Una delle persone
più belle che abbia mai conosciuto. DEVI FARLO!-
Alzò la voce.
-Io
questa notte ho chiuso con il passato- Gli diede un bacio sulla
guancia, e scappò via. Lui rimase immobile, come aveva fatto
per tutto il tempo in cui la sua ex donna aveva parlato.
Chiuse
la porta e si voltò, per tornare di sopra, dalla ragazza che
lo attendeva. Ma con sua grande sorpresa, la vide. Lei era li. Non
aspettava altro che essere abbracciata.
-Puoi
amarmi- Sussurrò, lasciando scivolare l'ultimo frammento di
ghiaccio che, pochi mesi prima circondava il suo cuore. -Non sei solo
un premio per me-
Oh
Kami che capitolo strano ò.ò. Forse a voi non
sembrerà, però me lo è! Mi piace
particolarmente, anche se è troppo affrettato a parer mio, e
non perchè ci abbia messo molto a scriverlo, se devo essere
sincera, ci ho impiegato ore XD, ma perchè tutto succede in
modo semplice, ed è una cosa strana per questa ff.
Beh,
io ne sono felice comunque, credo che sia venuto bene ma non
voglio dirlo troppo ad alta voce.
A voi il giudizio.
Non vi ringrazio uno ad uno perchè sono deboluccia, per
colpa del raffreddore, e mi bruciano gli occhi. Già tanto
che sono arrivata alla fine! Beh, spero che non vi arrabbierete!
Grazie a : I due luca, Mikamey, fmi89, bchan, Aky, raynforever,
Bellatrix, Bea e Vale728.
Ringrazio anche coloro che continuano ad aggiungere "Burn"
fra i preferiti e le seguite. Mi farebbe piacere leggere anche un
vostro commento! Ma grazie comunque!
Al prossimo capitolo!
P.S: Se trovate errori di battitura, perdonatemi, ma ci vedo doppio.
Prometto che quando starò meglio correggerò!
Con affetto, Favole.
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Capitolo 13 *** Cambiamenti ***
Burn
Cambiamenti.
Lo
desiderava. Quel calore che ormai conosceva bene, era diventata
un'ossessione. Non era mai stata abbracciata in quel modo da nessuno,
il calore e il piacere che emanava lui, era una novità per
lei. Per questa ragione ne aveva sempre bisogno. Ogni volta che lui le
si avvicinava, Kagome fremeva, e quando lui era distante, lei fremeva
ugualmente.
Si infilò la camicia che, qualche ora prima si era impegnata
a sbottonare, smaniosa. Scese le scale velocemente, stando attenta
però, a fare meno rumore possibile. Arrivata al piano terra,
una voce femminile catturò la sua attenzione.
Rallentò il passo.
Era Kikyou, l'aveva riconosciuta. Sentì un fitta al cuore, e
rimase immobile, ad ascoltare le parole veloci uscire, taglienti, dalle
labbra rosee della bella donna.
Si accorse che quella a cui stava assistendo, era una conversazione a
senso unico, e si sentì rallegrata da ciò. Attese.
La porta si chiuse, e il mezzo demone rimase immobile
qualche secondo.
"Corri da me... Ti prego, non aspettare" Pensò, stringendo i
pugni tremanti.
Si voltò, e la guardò. Fu sicura di una cosa,
Inuyasha stava sorridendo. -Puoi amarmi se vuoi- Sussurrò
con un filo di voce, come fosse arreso. - Non sei soltanto un premio
per me-
Lo desiderava.
Ancora
di più, desiderava sentirsi dire quella
frase.
Tutto
stava finalmente girando. Il passato stava lasciando quella casa,
quella città. Stava scivolando via dai loro cuori, come in
quei due anni avevano fatto le lacrime.
-Ma... - Le parole le morirono in gola quando lui si
avvicinò, e con dolcezza la prese fra le braccia.
Le morse il lobo dell'orecchio e si
lasciò scappare una piccola risata.
-Non ricordo più cosa voglia dire avere una
ragazza-Sussurrò Inuyasha, per poi spingerla contro il muro.
- Anzi, ora che ci penso...- La sua voce assunse un tono malizioso. -
...un ricordo ce l'ho.
Si scambiarono un bacio veloce, leggero, sfiorandosi appena le labbra,
per poi tornare a guardarsi e sorridere giocosi.
Questa volta ci avrebbero creduto entrambi. La pace potevano trovarla
solo insieme.
Richiuse alle proprie spalle la porta di casa, e senza preoccuparsi di
salutare i suoi genitori, corse verso camera sua, per poi barricarsi al
suo interno. Il suo sguardo ricadde immediatamente sulla busta gialla,
consegnatale il giorno prima da Himura Yoko, la stessa che si era
rifiutata di aprire. Prese fiato, e più sicura che mai
l'afferrò.
Spedita si diresse in cucina, e trovandosi davanti sua madre
sentì i battiti del cuore aumentare. Allungò il
braccio, e a testa bassa parlò:
-So già abbastanza su di lui. Non c'è nient'altro
che mi interessa scoprire. Ho promesso a me stessa di tagliare i ponti
con il passato. Ciò non significa che voglia dimenticarlo,
anzi, lui vivrà sempre in ogni mio gesto, in ogni mio
pensiero... Appunto per questo voglio reagire. Voglio vivere per lui.-
Si fermò solo quando il fiato cominciò a
mancarle, alzò il capo e vide, con sua grande sorpresa che
il viso di sua madre era arrossato ed inumidito dalle lacrime.
-Kagome...- Sussurrò la donna, afferrando la busta. -Ne sei
sicura?-
Lei annuì, cercando di trattenere le lacrime. Ci fu silenzio
per qualche secondo, prima che, distrutta dall'imbarazzo del pianto di
sua madre, lasciasse la stanza per donarsi qualche minuti di pace.
Aveva espresso tutto ciò che si era ripromessa di dire,
mentre con testardaggine aveva percorso i pochi metri di corridoio che
separavano la sua camera dalla cucina.
Le sembrò di aver parlato per ore, si sentì
tremendamente stanca. Per la prima volta in vita sua, si rese conto di
quanto sia difficile concretizzare la parole fine.
Si stese sulle lenzuola pulite, e cullata dal profumo dell'ammorbidente
che sua madre, era solita usare da bambina, prese sonno.
A svegliarla, fu il rumore di un oggetto che cade, simile a quello
provocato dai bicchieri quando si frantumano. Aprì le
palpebre e guardandosi intorno fu colta da una particolare ed
immotivata tristezza. Era buio. Sua madre doveva essere entrata in
camera sua per chiudere le persiane. Sorrise all'idea di quel piccolo
gesto.
-Quanto ho dormito?- Mormorò,
infilando la mano sotto il cuscino alla ricerca del cellulare. Alla
vista dei numeri luminosi sul display spalancò gli occhi, e
svogliatamente si alzò, liberandosi dal morbido abbraccio
delle lenzuola.
Erano le sedici e qualche minuto. Era tornata da casa di Inuyasha di
mattina, verso le dieci, e si era stesa intorno alle undici. "Mi sembra
di aver recuperato mesi di sonno. Eppure mi sento così
intontita..."
Si ricordò improvvisamente che, oltre all'orario, sullo
schermo del cellulare, aveva scorto anche una piccola scritta.
<<
Una mail ricevuta* da: Yamamoto. >>
Non
ci era abituata, per questo le gote presero colore, facendola
sorridere. Si erano scambiati il numero di cellulare la notte scorsa,
prima di fare l'amore. Emozionata premette il tasto centrale, e attese
con ansia che caricasse.
<< Non ho più il tuo odore sulla pelle...
Raggiungimi appena puoi. >>
Kagome sbuffò, e infastidita digitò la risposta.
<< Non ho nessuna intenzione di correre da
te...>>
Nervosa nascose il cellulare sotto il cuscino, rifiutandosi di fissarlo
come un imbecille finché non avesse avuto risposta. Era
cotta di lui, ma di certo non voleva ridursi a questo. Soddisfatta si
stiracchiò e accese la luce.
Sobbalzò quando un altro rumore, simile a quello che l'aveva
violentemente strappata dal sonno, le arrivò alle orecchie.
Questa volta però, era abbastanza sveglia per capire da cose
fosse stato provocato.
"Sarà stato lanciato un piatto?" Pensò,
lasciandosi scappare una piccola risatina innocente.
La sua ipotesi ebbe conferma quando sentì suo padre inveire
contro qualcuno. Incuriosita si precipitò fuori da camera
sua, e fissando il pavimento, per non rischiare di calpestare cocci di
vetro con i piedi nudi, si diresse verso la cucina. Prima di giungere a
destinazione però, fu fermata da qualcuno che, stringendola
per il polso la stata obbligando a frenare la sua corsa.
-Ma che diavolo...- Strillò, voltandosi verso la persona
che, continuava a trattenerla. - Mamma! Oh kami, mi hai spaventata a
morte!-
Sua madre mollò la presa, e cercando di farsi perdonare, le
sorrise.
-Che diavolo sta succedendo?- Le chiese sua figlia.
-Ecco cara... tuo padre ha una piccola faccenda in sospeso.- Si
limitò a risponderle.
Si guardarono, sorprese dallo strano silenzio che le stava circondando.
Incredule si affacciarono alla cucina, per verificare che non fosse
successo nulla di grave.
Kagome spalancò gli occhi. Suo padre era immobile, tremava
terrorizzato. Dinanzi a lui una donna dal bellissimo aspetto, stringeva
fra le mani un piatto di ceramica bianca, e sembrava pronta a
scagliarlo contro il viso attonito del pover uomo.
-Se fossi stato un bravo padre, tutto ciò non sarebbe mai
accaduto! Non solo hai rovinato la mia vita e quella di altre dieci
donne, non ti sei fermato ad impedirmi di vedere mio figlio... Tu...
TU...- La donna rossa di rabbia lasciò cadere il fragile
oggetto, che con un tonfo si frantumò, unendosi ad altri
frammenti taglienti.
Con quel gesto, sembrò calmarsi. Respirò e
alzò lo sguardo, e la osservò.
Kagome rimase immobile, subendo il peso di quel profondo sguardo
cobalto. Ebbe un brivido, accorgendosi di quanto quei occhi fossero
simili a quelli di Koga. Si morse le labbra, pentendosi subito di quel
pensiero, e ricordando ciò che si era ripromessa di fare,
ovvero, andare avanti. Proposito
difficile da raggiungere, ora che quella donna aveva deciso di piombare
a casa sua.
L'aveva capito subito, conosceva l'identità della persona
furente che le stava davanti agli occhi, le era bastato uno sguardo per
capirlo. Era sicura che quel momento, prima o poi sarebbe arrivato.
Anche se sperava di doverlo affrontare il più tardi
possibile.
-Tu gli hai permesso di uccidersi. Come hai fatto ad essere
così cieco?-Riprese fiato, e sputò fuori le
parole avvelenate che le stavano logorando la gola.
Nessuno parlò. Per interminabili secondi, si udirono solo i
respiri di quella donna, che poco prima aveva lasciato scorrere i
sentimenti che da tempo, aveva impedito straripassero.
Lei cercò lo sguardo di suo padre, ma una volta trovato, vi
scorse solo vuotezza e malinconia. Non lo aveva mai visto in quelle
condizioni, nemmeno il giorno del funerale di Koga. -
Papà...?!- Lo chiamò, e avanzando nella sua
direzione, cercò la sua attenzione sforandogli la manica
della camicia.
-Va tutto be...- Smise di parlare, sapendo subito che lui non l'avrebbe
ascoltata.
-Esci subito da casa mia...- Sussurrò, stringendo i polsi e
tentando di mantenere la calma, invano. - SAKURA ESCI DA QUESTA
CASA!- Le ripeté, questa volta alzando la voce.
Lei obbedì.
Quando le passò di fianco, Kagome ebbe un brivido. Era
sicura di aver sentito l'odore di Koga nell'aria. Ma ciò,
era ovviamente
impossibile.
La seguì con gli occhi, fino a quando la porta
non si chiuse, impedendole di osservarla oltre. Svelta tornò
a guarda suo padre, che turbato si mise a sedere su una delle sedie di
legno presenti nella stanza. mentre sua madre si occupava di
raccogliere i cocci dal pavimento.
Nessuno osava dire una parola, si creò in pochi attimi una
situazione impossibile da sopportare, tuttavia nessuno dei tre aveva il
coraggio di interromperla o di andarsene. Decise di aiutare sua madre,
perchè stare immobile la faceva sentire ancora
più fuori posto.
-Prima che nascessi tu, ho tradito tua madre...- Parlò,
finalmente suo padre.
A quelle parole, lei e sua madre si bloccarono. -Sta zitto, non voglio
che nostra figlia sappia del tuo squallore e della mia vergogna- Lo
rimproverò sua madre.
Non l'aveva mai vista così amareggiata e delusa.
-La donna che hai visto poco fa, è la madre di Koga. Le ho
sempre impedito di vederlo perchè non la ritenevo adatta al
ruolo di madre... ma alla fine, chi non è stato in grado di
crescerlo, e proteggerlo, sono stato io. Sapevo che tuo fratello era
incappato in brutte compagnie, eppure non ho mosso un dito per
aiutarlo. Ho lasciato che morisse...-
-ADESSO BASTA!- Urlò la donna, stremata. - Vivo in questo
incubo da due anni. Quella donna non ha nessun diritto di giudicarci
come genitori. Koga è morto. Si è lasciato
andare, si è sprecato. Nonostante tutto il nostro affetto,
ha deciso di farsi del male da solo. Noi non abbiamo nessuna colpa...-
Sua madre si coprì il volto inumidito dalle lacrime con le
mani, concedendosi qualche minuto. Poi si asciugò con un
lembo del grembiule bianco, e ricominciò a raccogliere i
frammenti di porcellana.
Kagome tornò in camera sua, meravigliata di come si stesse
sentendo, per nulla turbata.
-Dev'essere molto dura ottenere un secco "no", quando ormai non sei
più abituato- Miroku puntò gli occhi cobalto
sulla figura snella e nervosa del suo amico, e si fece scappare una
leggera risata, quasi impercettibile, ma che il mezzo demone, grazie
alle finissime orecchie canine, non poté che udire.
Ringhiò con l'intento di fargli paura, ma non ci
riuscì. Tuttavia il moro abbassò lo sguardo,
facendogli credere il contrario.
-Non è un no... è solo che...mmh...- Si morse le
labbra nervoso, tornando ad osservare nervosamente il cellulare,
sperando un'altra risposta, positiva possibilmente.
-Magari ha da fare...- Continuò l'altro, ironico.
Inuyasha rassegnato all'idea di aver ricevuto un vero e proprio "no",
si mise a sedere su una delle tante poltrone in pelle della sala, e
sospirò profondamente. Non poteva crederci, era passato
così tanto tempo ormai dal suo ultimo legame che ora, si
sentiva tremendamente turbato e a disagio. Stare con una ragazza, alla
sua età era una cosa normalissima, eppure, lui non riusciva
a stare tranquillo.
-Mmh... sta zitto Miroku. Non sai nemmeno cosa significhi per me questa
cosa- Disse,
calcando la voce nel pronunciare l'ultima parola. -Prima di tutto lei
è l'ultima ragazza al mondo con cui dovrei stare.
Se devo essere sincero, non riesco proprio a capire come lei
possa stare con me così tranquillamente... Insomma, ho
costretto il fratello a giocarsela a poker la notte della sua morte,
sono una persona di merda. Come posso renderla felice?-
Miroku sorrise, questa volta in modo del tutto naturale. Gli faceva
piacere vedere il suo migliore amico così, come una volta,
disposto ad aprire il cuore a qualcuno, a dimenticare gli eventi
passati, pur con tanta insicurezza, che in quel momento stava mostrando
apertamente. Questa fu la cosa che gli piacque di più.
-Yamamoto lei ha bisogno di te. Non credi te l'abbia dimostrato
abbastanza?- Gli chiese.
Inuyasha si alzò, e frastornato si versò del vino
in un bicchiere. Ne bevve un sorso e tornò a sedersi, pronto
a rispondere alla domanda che, pochi minuti prima gli era stata posta.
-Me l'ha dimostrato abbastanza, si. E questo cosa c'entra? La questione
non è lei, sono io...- Rispose.
-La questione è che hai ancora troppa paura di essere
ferito. Non nasconderti dietro falsi moralismi... Te la sei
già portata a letto, a questo punto sarebbe più
squallido lasciarla ora. Se lei ti ha accettato, ti ha perdonato... Il
problema è stato rimosso. Ora lei ha te... tu hai lei.- Gli
spiegò l'amico che, detto ciò, lo
salutò con la mano e se ne andò, senza nemmeno
attendere una sua risposta.
Il mezzo demone mandò indietro la testa e fissando il
soffitto lasciò libero sfogo ai pensieri un tempo intricati
concedendogli finalmente un po' di pace.
-Fa veramente paura lasciar cadere la maschera...- Mormorò.
Prese il cellulare, e senza alcun ripensamento digitò
un'altra mail.
<<
Vieni da me... Ho bisogno di te >>
Tolse la
suoneria e la vibrazione, tutto ciò che voleva sentire era
il campanello di casa sua. Impaziente tornò ad osservare il
soffitto, lasciandosi trasportare dai pensieri. Sorrise più
volte, e perse la concezione del tempo.
Gli
ci volle un po', ma tutto quel bianco lo fece rilassare. Si
dimenticò della sua richiesta, chiuse gli occhi e con
meraviglia cominciò a comporre il suo viso. Era perfetta e
luminosa nei suoi pensieri, era sorridente e più bella di
quanto già fosse nella realtà.
Sorrise ancora.
Una mano calda gli sfiorò il viso. Aprì le
palpebre lentamente e la vide. Affannata e con le guance rosse,
stremata dalla corsa.
-Come hai fatto ad entrare?-Le chiese, perplesso.
Lei lo colpì piano sul capo. - La porta era aperta. Ho
chiamato più volte, ma non rispondevi... Mi hai fatta
preoccupare, pensavo ti fosse successo qualcosa di grave- Lo
rimproverò, gonfiando le guance e assumendo un'aria buffa.
Inuyasha la guardo, per la prima volta veramente. Non
che tutte le altre volte le avesse rivolto solo sguardi superficiale,
no, ma quella volta ciò che riusciva a vedere lo
colpì. Le sottili linee violacee delle vene, spiccavano sul
viso pallido, delle piccole lentiggini quasi sempre coperte dal trucco,
ricoprivano il naso piccolo e dritto, e gli occhi scuri, quasi sempre
opachi e persi in pensieri e ricordi, in quel momento erano solo in lui... Capì
che anche lei stava provando la stessa cosa, e arrossì
vistosamente. Non poté guardarsi, non riuscì a
vedere il rossore sulle gote, ma sapeva che era li, per quella
sensazione di imbarazzo che si mischiava alla felicità,
all'insicurezza e al batticuore tipico delle prime volte in cui si
passa del tempo con una persona amata.
Sensazione che stava chiaramente provando.
Portò le braccia sui fianchi della ragazza, e
l'attirò a se, obbligandola a sedersi sopra di lui.
Con una mano premette contro la schiena, e con l'altra
scostò il ciuffo di capelli che impertinente le copriva una
parte del viso.
-Sbaglio o non ci siamo nemmeno salutati?- Gli sussurrò lei,
con voce tremante.
Inuyasha si appoggiò a lei con la fronte. -Ciao...- Le
rispose in un sospiro. Inclinò la testa d' un lato e
cercò le sue labbra, impaziente di sentirle, morbide e dolci
come le ricordava. Kagome non lo fece attendere, premette le labbra
contro le sue, e schiudendole cercò la sua lingua.
Quando si distaccarono, lui la guardò negli occhi. - Dimmi
cosa provi...-
Hi fan!
Che stanchezza, per scrivere questo capitolo ci ho messo
un'eternità. Ho accumulato tanto nervosismo, e come se non
bastasse non sono per nulla soddisfatta del mio lavoro.
Sto affrontando una crisi d'ispirazione molto ma molto dura. Ho dei
complessi incredibili... Non mi sono mai sentita così negata
a scrivere -.-".
Va beh, ho delle scuse da farvi. Sia per il ritardo scandaloso con cui
sto postando, sia per lo scarso stile che ho utilizzato per questo
capitolo, così poco adatto a questa ff.
Va beh, non so proprio che altro dire su questo capitolo, spero vi sia
piaciuto almeno un pochino... ino ... ino. Ditemi pure come la pensate,
anche se so già che mi criticherete molto, oddeus questa
cosa mi spaventa, la mia autostima può finire più
in basso?!
Passiamo ai ringraziamenti per i commenti, che sono tanti tanti, 10 *-*
ma io vi adoro!
ryanforever:
Ciao! Essi, era veramente giunto il momento di dimenticare e andare
avanti... ma forse non gli renderò le cose così
semplici! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^^
Luca_sto: In
questo capitolo niente sesso, devo mettercele le scene romantiche,
è più forte di me! XD Spero che tu sia ancora
vivo dopo questo capitolo. xD
luca blight; E
invece credo proprio di averti deluso con questo capitolo xC . Grazie
per il continuo sostegno comunque.
morkia90: Sono
felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, un bacio!
fmi89: Ecco
qui, si le cose si stanno andando meglio, ma non è detto che
questo durerà! Spero ti sia piaciuto anche questo. Un bacio.
Alessia88: Uhh
una nuova fan ^^ sono felice che la storia ti piaccia, spero di non
vaerti delusa con questo capitolo... Non vorrei farti scappare subito xD
mikamey:
Carissima sei sempre troppo buona con me, ti ringrazio tantooo tantooo
*.* Spero veramente che questo capitolo ti sia piaciuto, io non ne sono
per niente convinta :S. Ancora grazie.
Bellatrix_Indomita:
Grazie mille, spero che anche questo capitolo ti piaccia almeno un
pochino >.>
AkyWakeshima:
Ed ecco qui il nuovo capitolo, spero che tu non ti sia ancora stufata
di questa storia xD. Grazie mille per lo scorso commento ^-^
bea91: Wahhh ma
veramente ti è piaciuto così tanto il vecchio
capitolo?? Che vergogna, questo è penoso, sono sicura non ti
piacerà... xC Alla prossima.
Beh, al prossimo capitolo!
Piccola nota: In giappone non si mandano messaggi, ma mail. ^^
FavoleInsicura
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Capitolo 14 *** Dichiarazioni. ***
Burn
Dichiarazioni
-Dimmi
cosa provi...-
Brividi,
tremori... sensazioni strane. Vertigini. Vertigini. Vertigini.
Respirare.
Annegare.
Apnea.
Silenzio.
-Kagome...?!-
La chiamò, con la voce piena di rimorso per aver pronunciato
quelle parole, per averle domandato qualcosa di così
importante. Avendo paura di ricevere una risposta inaspettata, incapace
di attendere che le labbra di lei si schiudessero, rilasciando la
sentenza che lo faceva stare così, in bilico su una lama, su
un territorio nuovo. O meglio, ormai dimenticato da troppo.
E
per quanto in quei secondi lenti quanto brevi, non riuscisse a trovare
un solo, valido motivo
per cui aveva osato chiedere tanto, in lui non c'era una minima traccia
di infelicità. Sapeva che ciò che stava facendo
era ciò di cui aveva bisogno. E finalmente capì,
nell'esatto attimo in cui lei
aveva
alzato lo sguardo per cercare i suoi occhi ambrati, mentre la risposta
veniva formulata, e insicura tentava di sfuggire dal corpo caldo, dalla
mente assopita. In quei maledetti tre secondi, in un tempo perfetto,
comprese che la ricerca della felicità era un valido motivo
Una
cura al suo più grande male.
E
così non la lasciò fiatare, le sfiorò
le labbra con le dita e si avvicinò al suo orecchio,
pretendendo che ciò che stava per dire arrivasse forte e
sconvolgente almeno la metà di come lo sentiva lui dentro, e
non al cuore, ma dentro la mente, forte e fastidioso, come una voce
incapace di tacere. E in gola, graffiava e bruciava.
Un
sentimento ingarbugliato e incomprensibile, pieno di domande e in
nessun modo leggero e piacevole come in passato gli era capitato di
provare. Era diverso.
Ferito,
come un soldato al ritorno in patria, ma non stanco. E bruciava.
Continuava
a bruciare. Sulla pelle, sulle mani. Si, le mani bruciavano.
Inuyasha
non faceva altro che bruciare in quella stanza, stringendo quella
ragazza che aveva messo alle strette che un'infinità di
volte aveva ferito. L'aveva resa bambola in un gioco crudele, aveva
riso di lei, l'aveva guardata e desiderata.
L'aveva
avuta.
E
ora, stava bruciando, vittima della sua stessa domanda.
-O
forse, sono io a doverti dire
ciò che provo...-
Kagome
rimase immobile, temendo che anche il più piccolo movimento
potesse distruggere quel momento. Non riusciva a capire ciò
che le stava galleggiando intorno, le sembrò di essere stata
catapultata improvvisamente in una diversa situazione, con una persona
diversa. Eppure il profumo, la voce e i respiri caldi che le
'carezzavano il collo erano familiari. Appartenevano indubbiamente a
lui.
E
anche quel suo modo di travolgerla così tanto, facendole
perdere letteralmente il controllo. Era da Inuyasha.
La
dolcezza che sembrava aver avvolto quelle parole però, la
lasciò basita. Era una novità... per lei, per
loro.
-No...-
Rispose secca, lasciando che il timore di perdere il momento scivolasse
via. -Sono io a doverlo dire. Io a doverti curare, io a farti
dimenticare... Io a convincerti che non ti tradirò e che non
ti ferirò. Ho l'iniziale del tuo nome sulla mia mano,
cicatrizzata sotto la mia pelle. Non ho emesso un gemito quando la lama
del coltello è affondata nella mia carne, ho sopportato il
bruciore con la consapevolezza che questa lettera doveva
esserci sul mio
corpo. Ma non ho permesso che i miei sentimenti avessero voce- Si
interruppe, cercando le mani di Inuyasha per accarezzarle.-E questo
è stato un errore-
Prese
il viso del mezzo demone fra le mani, e lo costrinse a guardarla negli
occhi. Si guardarono talmente a lungo da riuscire ad arrivare nel punto
più profondo delle loro anime. Tremarono.
Kagome
respirò a fondo. -Ti amo, eInuyasha-
Caduta libera.
-...Ti amo
anche io-
Ossigeno.
-Ti hanno sbattuta fuori di casa?!- La voce di Ayame echeggio nella
piccola sala gremita di persone del locale che, dopo ore di ricerca,
avevano deciso di occupare per la cena.
C'era già stata lei, in quel lussuoso ristorante. Insieme a
Koga, ad uno dei loro mesiversari. E dopo quella volta, per quanto ci
avesse provato svariate sere, non era più riuscita a
metterci piede, fino a quella notte, insieme a Sakura.
Era rimasta basita da comportamento che il padre del suo ex ragazzo
aveva avuto con lei, una povera madre a cui è stato negato
il diritto di vedere suo figlio che, dopo anni di sofferenza per quella
lontananza forzata, aveva perduto prematuramente.
-Si, l'hanno fatto. E quella piccola mocciosa è restata
immobile, a fissarmi sino a quando non ho raggiunto la porta di casa.
Non ha aperto bocca, la sciocca!- Disse, inacidita.
La rossa aveva deciso di invitarla a cena per un motivo bene preciso;
raccontarle gli ultimi istanti di suoi figlio, mostrarle delle foto e
descriverlo nei suoi cambiamenti, sia fisici che caratteriali. Darle
finalmente qualcosa di Koga, una piccola parte di ciò che le
era stato negato. Ma con sua sorpresa, la faccenda le sembrò
stesse per capovolgersi. In un attimo, capì che a parlare, a
raccontare, sarebbe stata Sakura, e ciò non la
infastidì per nulla, anzi, si sentì
entusiasta di sapere, finalmente, qualcosa sull'infanzia del suo defunto amore.
-Sembri piuttosto ostile verso quella ragazza... E' per caso una delle
cause per cui ti è stato vietato di vedere Koga?- Chiese,
sempre più curiosa di sapere.
La bellissima donna non rispose subito, in principio si
sentì imbarazzata per non essere stata in grado di
nascondere i suoi sentimenti negativi verso Kagome, mettendosi
così sul piano di dover raccontare un fatto personale.
Sorseggiò del sakè e sospirò. Si mise
a giocare nervosamente con le mani, cercando di scemare l'agitazione
nel dover affrontare un discorso delicato.
-Sarei infantile se ora attribuissi tutta la colpa a quella ragazzina-
Si giustificò, così da non ritrovarsi etichettata
come "strega cattiva". -Conobbi Higurashi ad una festa in maschera. A
quei tempi frequentava un'altra donna, ovvero la sua attuale moglie, ma
fra di loro non vi era una vera storia... Era un'amicizia particolare,
insomma...- Continuò, per poi fermarsi per mandare
giù dell'altro sakè.
Ayame notò che le mani della donna tremavano. Si rese conto
che parlarne doveva essere davvero difficoltoso per lei, e si
sentì in colpa per averla messa alle strette con quella
domanda. Ma ormai, era troppo tardi, e non aveva la minima intenzione
di interromperla.
-Dopo la festa decidemmo di vederci, e fra di noi scattò la
scintilla. Lui smise di vedere
l'altra e si mise con me. Vivemmo una
bellissima storia, finché non sono rimasta incinta di Koga.
Da quel momento sono cominciati i problemi... Fra di noi si
spezzò qualcosa, ci allontanammo sempre di più,
fino a non sopportare la presenza l'uno dell'altra. Così
decidemmo di lasciarci per un po' di tempo, di riflettere un po'... In
quelle poche settimane, lui rincontrò la sua ex e ci fece
l'amore. Bastò una notte a rovinare la nostra famiglia del
tutto. Rimase incinta, quella
li.-
La rossa sentì una fitta al cuore, e si poggiò
una mano sul petto. Improvvisamente si sentì vicinissima a
Sakura, capendo il suo dolore. Anche lei aveva provato quell'angoscia,
essere tradita e abbandonata dalla persona che ami, che dovrebbe
proteggerti e difenderti.
Erano entrambe state ferite e buttate via come una scarpa vecchia.
-Poi... Poi che è successo?-Le chiese, stringendo i pugni e
temendo ogni possibile risposta-
-Koga a quei tempi aveva appena un anno. Lui mi
lasciò per farsi una nuova famiglia, ed io mi
sentì persa. Una sera, dopo una dura giornata di lavoro
passai a prendere mio figlio dalla baby sitter e tornai a casa. Ero
stanca e depressa, e il bambino non voleva smetterla di piangere,
così presa dalla disperazione afferrai un coltello,
appoggiai la fredda lama sul polso e spinsi con tutte le forze.
Così fece anche dall'altra parte. E attesi... Quando mi
risvegliai ero in ospedale. Mi sono salvata per miracolo,
grazie alla mia parte demoniaca-
Ayame rabbrividì. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi
davanti alla testimonianza di un tentato suicidio.
-... A causa di questo mio errore, mi è stata negata la
custodia di mio figlio. L'affidamento è stato concesso al
padre, che ha deciso di tagliarmi completamente fuori dalla vita di mio
figlio-
Sakura sospirò, cercando di trattenere le lacrime. Era
sempre stata forte. Durante i diciassette anni di lontananza da suo
figlio non si buttò giù nemmeno per un secondo,
continuò a condurre una vita tranquilla, lavorando e
impegnandosi il doppio in ogni piccola mansione.
Così da avere tutte le carte in regola per pretendere, in un
futuro ormai svanito, nuovamente l'affidamento di Koga, o almeno, il
diritto di poterlo vedere.
-Mi dispiace così tanto... Per tutto... Per tutte quelle
volte in cui Koga mi ha parlato di te, di come ti immaginava...-
Bisbigliò la rossa.
-Avrei potuto salvarlo da quel mondo, io?-
Ayame sollevò lo sguardo, posò la mano su quella
tremante della donna, e con dolcezza rispose:
-Pochi giorni prima di morire, dopo essere stato male, si è
poggiato sulle mie gambe, ha chiuso gli occhi e ha pronunciato questa
frase: Se mia madre mi vedesse in questo momento, si vergognerebbe di
me. Per questo, quasi metà del mio tempo lo passo
vergognandomi di me stesso.-
Passarono tutto il resto della cena in silenzio. Una volta uscite, si
accesero una sigaretta, e senza dire nulla, piansero.
Waaah... Ed ecco qui il nuovo capitolo. Lo so, potrei benissimo
scrivere di più e farli più lunghi, ma che ci
volete fare, sono un caso perso XD
Che dire, sono molto fiera della prima parte. Lo sono davvero tanto,
anche se so di aver un bel po' sconvolto Inuyasha, ma state tranquilli,
tutto sarà spiegato nei prossimi capitoli. Ebbene si, ci
stiamo avvicinando alla fine! Lo so che non vedete l'ora di togliermi
dalle scatole, ammettetelo!!!
Beh... ora passo ai ringraziamenti per le splendide recensioni ^^
Ah, mi stavo dimenticando! Non mangiatemi per quello che è
successo alla madre di Koga, lo so che sono tragica! ^^"
ryanforever: Sono
felicissima che il capitolo non ti sia sembrato scritto male... E dire
che io lo vedevo veramente orribile! Mi ha fatto ancora più
piacere che ti sia sembrato insicuro, perchè vuol dire che i
sentimenti dei due sono stati trasmessi bene. Grazie mille insomma!
Spero
che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione.
Bellatrix_Indomita: Grazie
mille! Ecco qui il capitolo, spero ti sia piaciuto! Kiss ^^
luca blight: Ti
ringrazio per tutto il sostegno che mi dai, soprattutto per lo scorso
capitolo. Se non fosse per te, metà delle cose che scrivo
finirebbero cestinate. Ma questo comunque tu lo sai, vero?. Grazie
mille Pic. Un abbraccio forte.
morkia90: Felice
che ti sia sembrato interessante XD Per l'altra FF ho avuto dei
problemi, per cui non so proprio quando aggiornerò :S Scusa.
Un bacio.
AkyWakeshima: Scusa se
ti ho fatta attendere così tanto la scorsa volta
>.< Sono felice che la storia ti abbia preso
così tanto da farti avere l'ansia per tutta la lettura xD
Che dire, spero che questo capitolo non ti abbia delusa
>.< Un bacio ^.^
candy sweet: Ma ciao!
Sono felice che il cappi ti sia sembrato accettabile XP Grazie,
davvero! Continua a seguirmi e a darmi il tuo parere. ^^
PazzaXinu: Uhhhh
grazie mille ^\\\^. Ecco qui il continuo, piaciuto?
bea91: Grazie mille. Anche io
penso che mi sia venuto un po' maluccio sulla questione sentimenti...
In questo capitolo invece, credo di aver dato di più. Dimmi
tu xP Grazie mille per il commento, un bacio :D
Luca_sto: Grazie
Stooooooo... Il tuo sopporto è importante parecchio, alla
fine sei un Dio U.U. Spero di non esserti caduta in basso con questo
capitolo XD Grazie mille mille mille!
fmi89: Si, alla
fine tutto si risolverà... forse... Non dico niente! XD
Grazie mille per il commento, kiss =)
lord knight: Grazie
mille, sia per i complimenti sia per aver commentato. Spero che
troverai presto il tempo di leggerla tutta, e spero che andando avanti
questa ff non ti deluda. Aspetto altri tuoi commenti per sapere cosa ne
pensi!
Vorrei
ringraziare le nuove persone che hanno aggiunto la ff alle preferite e
alle seguite. Davvero, grazie infinite!
Favole.
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Capitolo 15 *** La prima notte di Luna Nuova [ Prima Parte ] ***
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La
prima notte di Luna Nuova. [ Parte Prima ]
Premette
le dita affusolate contro il tessuto sottile del lenzuolo, le spinse
contro il palmo della mano, intrappolando la seta in un pugno rabbioso.
Le labbra rosse si bagnarono appena con una goccia di sudore. Il
respiro irregolare spezzò il silenzio della notte, seguito
dai gemiti soffocati. Si rivoltò più volte prima
di spalancare gli occhi, terrorizzati.
D'istinto,
si aggrappo alla spalliera del letto, trattenendo a stento le urla. Si
guardò intorno e desiderò spasmodicamente che il
buio che la circondava venisse risucchiato d'un tratto, donando la
luce, la calma.
Inspirò
profondamente e cercò di calmarsi. Le vertigini cominciarono
a scemare una volta che la ragione raggiunse la sua mente,
rassicurandola che ciò che aveva vissuto si trattava
soltanto di un sogno. Allora lasciò andare la presa, e
posò i piedi per terra. Il contatto con il pavimento le
diede un senso di sollievo. Aveva smesso di precipitare.
Si
affrettò a premere l'interruttore della luce. Quando la sua
stanza fu illuminata, le sembrò più piccola e
soffocante di prima.
Non
aveva mai badato molto all'importanza degli oggetti, e dei ricordi che
spesso rinchiudevano. Non aveva mai considerato l'idea di tenere una
scatola dei ricordi. Non collezionava scontrini di uscite importanti,
ne indossava gioielli particolarmente significativi.
Strizzò
gli occhi e si passò una mano sulla fronte, chiedendosi il
perchè di quel pensiero, balenato nella sua mente proprio in
quel momento.
Aveva
sognato Koga, e questo non accadeva da molto, molto tempo. Ma a farla
tremare a quel modo, a farla agitare così tanto, era stato
un particolare di quel sogno. Una figura sfocata, femminile.
Danzava
leggiadra sul terreno umido del cimitero, noncurante del rumore
assordante di ogni suo passo, in quel silenzio assoluto.
Kagome
premette le mani contro la fronte, cercando di ricordarla. Di dipingere
il viso di quella danzatrice sulla tela dei ricordi, ma l'unico colore
che vide fu un rosso acceso. Accompagnato da un suono familiare.
Metallico. Un insieme di collone che sbattono fra loro.
-Ayame...-
Sussurrò. Sussultò.
-Sembri
strano oggi, che hai?- La voce preoccupata di Kagome colpì
il ragazzo, che scosse la testa, un po' frastornato. Era strano vederla
preoccupata per lui, con lo sguardo profondo rivolto al suo viso
eccessivamente pallido e visibilmente stanco.
Le
sorrise, non aveva nessuna intenzione di mostrarsi debole davanti a
lei, soprattutto in quel momento.
-Sto
bene. Sono andato a letto tardi per colpa di una lettura troppo
coinvolgente-Ridacchiò. La vide rilassarsi subito, e si
sentì bene. Non aveva ancora fatto l'abitudine a vederla
serena e sorridente. Così dolce da togliere il fiato.
Kagome
con lui era stata mille donne diverse. Era capace di sorprenderlo ad
ogni gesto.
-Anche
io ho riposato male... Ho sognato Koga e...-Si interruppe.
-E...?-La
invitò a continuare.
Le
scosse la testa. -Credo di aver sognato Ayame. Quando mi sono
svegliata, mi sono ricordata di una cosa...mmh- Mugolò-Anche
se, non sono nemmeno convinta di ciò che mi è
tornato alla mente. Inuyasha, tu la conosci bene Ayame?-Chiese,
speranzosa.
Gli
occhi ambrati del mezzo demone, scivolarono verso la pavimentazione mal
messa della terrazza della scuola. Quella domanda sarebbe arrivata
prima o poi, era ovvio. Eppure lui non ci aveva mai pensato, non aveva
mai considerato la possibilità di dover affrontare
quell'argomento. Ingenuamente aveva sempre creduto che ciò
che aveva fatto con la rossa, non sarebbe mai tornato a galla.
Quando
il silenzio fu abbastanza lungo da essere imbarazzante, Kagome gli
sfiorò il braccio, in attesa di una risposta.
-Ci
siamo sempre accontentati di un'amicizia superficiale...-
Mentì spudoratamente, così bene da riuscire quasi
ad auto-convincersi che fosse vero, e che le notti silenziose passata a
fare sesso non fossero mai esistite.-Piuttosto, raccontami che hai
sognato, e dimmi del ricordo- Le domandò, sperando che il
senso di nausea provocato da quella pesante menzogna, sparisse
velocemente.
Lei
chiuse il bento e lo infilò nella borsa scura, per poi
richiuderla.
-Ho
sognato una ragazza che danzava davanti alla tomba di mio fratello. Non
aveva un viso. Gli unici particolari erano i capelli rossi e il suono
dei suoi movimenti. Per quanto riguarda il ricordo...mmh... beh, un
giorno un'amica di mio fratello venne a casa nostra. Non
restò molto, ma la trovai una persona molto particolare.
L'ascoltai parlare con Koga di musica, e sembrava saperne
più di lui. In più parlava in modo ammaliante, mi
sembrò molto colta. Penso che questo sia stato uno dei tanti
motivi per cui, alla fine, abbia deciso di starci insieme.-Disse,
accennando un sorriso strano. Non del tutto allegro.
-Ma,
la cosa che catturò maggiormente la mia attenzione, fu la
quantità spropositata di ciondoli che portava al collo.
Pensa che ad ogni passo si sentiva il rumore delle collana che sbattono
fra di loro. La trovai una cosa assurda, soprattutto perchè
mi disse che erano tutti ricordi. Insomma, mi è rimasta
impressa... Però non ho mai pensato che potesse essere
Ayame... Invece in quel sogno... Non so spiegarmi bene. Ho avuto una
specie di sensazione...- Concluse, stringendosi nelle spalle.
-E'
indubbiamente lei... Non è stata solo una
sensazione.-Sospirò Inuyasha.-Hai intenzione di
cercarla?-Domandò, teso.
-Mmh.
Ci ho già provato, ma non ho ottenuto buoni risultati, anzi,
sembra scomparsa dalla circolazione-
Ayame
era brava a sparire, l'aveva constatato in passato. Dopo ogni volta,
non si faceva viva per giorni...
Inuyasha
sospirò, sollevato, parlare di lei lo aveva messo in
agitazione. Si voltò a guardare Kagome, intenta a ricordare
altri particolari del primo, ed unico incontro con la rossa.
-Kagome...-
Le sospirò all'orecchio, facendola sobbalzare. Lei si
voltò e sorrise.
Le
passò una mano fra i capelli, tirandoli indietro.-Dovresti
cambiare acconciatura ogni tanto. Hai un bel viso, è un
peccato coprirlo sempre con la frangia- Le si avvicinò e le
baciò la fronte.
Fece
scivolare la mano sulle guance, lasciando che i capelli ricadessero
ribelli sul viso, poi la fece scivolare sempre più
giù, lentamente, sino ad arrivare al collo. Lo
'carezzò dolcemente, godendo del tepore della sua pelle.
Estasiato dalla bellezza dei suoi occhi, desiderò
intensamente assaporare le sue labbra, stringerla e non lasciarla
andare, se non per sempre, per ore. Intrappolarla fra le sue braccia,
ed illudersi che il tempo, per qualche rare eccezione, può
rallentare il suo corso.
-Perchè
mi guardi così?-Gli sussurrò lei, chinando il
viso, imbarazzata.-Mi fai arrossire...-
La
vide nascondere il viso, arrossato, con le mani, e accennare un sorriso.
-Hai
una bellezza particolare... Non ho mai prestato attenzione a ragazze
come te-Le rispose.
-Mmh...
Cosa intendi, che non sono all'altezza?-Non sembrò offesa,
ma chinò la testa, preoccupata di sentire la risposta...
Forse un po' delusa.
-No,
che idea!- Ridacchiò. Premette la mano sotto il mento,
obbligandola ad alzare la testa e a guardarlo negli occhi.-E'
solo che sei... non so, diversa. Genuina. Prendi Kikyou per esempio,
lei è così seria ed elegante. Mantiene
continuamente la calma, non si scompone mai. Non arrossisce mai...-
Kagome
lo guardò, non del tutto sicura di aver capito.
-Questo
perchè è sicura di se. Non mi sembra un
difetto!-Esclamò, sbalordita. Oltre tutto, lei è
bellissima...-Precisò.
-Certo,
lo è. Ed è anche molto sexy. Tanto che la prima
volta che l'ho vista, non riuscivo a distaccare gli occhi dal suo
corpo. Però... lei non è mai stata capace di
coinvolgermi così, in un turbine pazzo di emozioni. Non
è riuscita a farlo neppure quando il mio cuore era
completamente pure, quando ero ingenuo.-
-...Quindi
io, ti avrei travolto?-Chiese impaziente di conoscere la risposta,
torturandosi le mani.
-Si...
Quello che provo per te, è tutt'altro che un sentimento
tranquillo.E dire che ciò che mi hai fatto provare, era
ciò che, inizialmente volevo provassi tu. Per divertirmi,
per ferirmi. Ero sicuro che sarei rimasto illeso.-Confessò,
sentendo una stretta allo stomaco. Come poteva farle quelle
confessioni, dopo averle mentito spudoratamente, poco prima?
Gli
tornò in mente Ayame. I suoi sospiri e le sue unghie premute
contro la sua schiena. Il modo in cui si univano, rimanendo
completamente distanti. Desiderò cancellare quegli incontri,
dimenticare tutto quanto. Voleva essere nuovo per Kagome, puro. Il
passato però non si cancella.
Ma
non poteva dirle la verità... Non poteva perderla.
-Quando
mi hai tagliata con il pezzo di vetro, ho pregato in silenzio per far
si che l'espressione vitrea sul tuo viso, potesse scomparire.-Gli
sussurrò.
-Io
pregavo di poterti avere...-Rispose a voce bassa, poggiando la sua
fronte a quella di lei.
-Egoista...-Lo
rimproverò-Pensavi soltanto al tuo piacere.-
-Ti
sbagli-Si difese.-Stavo affondando, e non volevo.-
-Pensavo
non ti importasse nulla di me.-
-L'ho
sperato finché non sono venuto a letto con te, di non
provare nulla...-
Si
guardarono per qualche secondo, senza dire nulla. Lei
afferrò un ciuffo di capelli argentati, e ci
giocò.
-Ci
hai pensato molto prima di esserne certo?-Chiese velocemente, tutto
d'un fiato.
-Fino
a morirne.-Rispose, sincero.
-Mi
mentivi...-
-Ti
ho mentito tante altre volte...-
Kagome
sussultò. -Non è molto carino da dire.-
Abbassò lo sguardo, si mordicchiò le labbra e
prese a giocherellare con il fiocco rosso della divisa. Se avesse
saputo che Inuyasha nutriva un sentimento nei suoi confronti, non
avrebbe passato ore intere a rimuginarci su. Si sentì
terribilmente stupida, come la protagonista dei manga che leggeva, dove
i ragazzi lanciano innumerevoli segnali, che non vengono mai colti, per
far capire i propri sentimenti. Guardò gli occhi
ambrati del mezzo demone e sospirò. Se fosse stato un manga
però, prima o poi sarebbe giunto il lieto fine, e qualcosa
dentro di lei continuava ad agitarsi, ad urlare che la sofferenza non
era ancora finita. Inoltre Inuyasha, fino a qualche settimana prima,
era totalmente impenetrabile. Ben nascosto dietro alla sua maschera.
Non c'era stato nessun segnale nella sua storia personale. Non era
ingenua, e fortunatamente viveva nella vita reale.
-No,
non lo è. Ma vorrei smettere di mentirti...- Disse.
-Vorrei...- Ripeté, a voce molto bassa.
Kagome
gli sorrise. -Non è poi così difficile mentire!-
Scoppiò a ridere.
Lui
le afferrò il polso e la tirò a se. Percorse con
le mani la schiena calda e, affondò il viso fra i capelli
corvini.-Vuoi sapere una cosa buffa?- Chiese, senza muoversi.
-S-si...-
-Amo
il fatto che non utilizzi quei profumi vanigliati, quelli che vanno
tanto di moda.-L'annusò, facendola arrossire per il disagio.
La strinse più forte. -Sei diversa anche nelle cose
più sciocche...-
Lei
posò la mano sui capelli arruffati, e li
accarezzò delicatamente. Poi si avvicinò con il
viso, e baciò quello stesso punto. Si morse le labbra e
scosse la testa, in segno di diniego. Dischiuse le labbra, pronta a
contraddirlo, ma la voce le sparì, quando il palmo caldo di
lui la sfiorò appena, scostando i capelli dietro l'orecchio.
Quel piccolo gesto, l'aveva fatta tremare.
-Non
dire nulla...-Le disse. -Per favore, voglio solo guardarti.-
Sussurrò.
Non
servirono altre parole.
***
Gli
occhi cobalto di Miroku lo scrutarono attentamente, e a lungo, alla
ricerca di qualcosa, come se il suo corpo fosse trasparente.
Sbuffò, e cercando di ignorare quello sguardo insistente, si
sfilò le scarpe, per poi riporle nell'armadietto. -Se
c'è una cosa che detesto, è essere osservato a
quel modo quando mi cambio le scarpe.- Ringhiò.
Miroku
rise. -E' una cosa ridicola quanto stupida. Abbastanza maniacale,
insomma.-Lo prese in giro.
-Allora...-
Calcò - Diciamo che odio essere osservato. E tu lo stai
facendo, cambio di scarpe a parte- Tirò indietro le orecchie
canine, innervosito.
Inuyasha
era sempre stato un libro aperto per Miroku. E questo, era sicuramente
uno dei motivi per cui la loro amicizia, non era stata rovinata dal
cambiamento del mezzo demone. Qualsiasi maschera avesse indossato, ai
suoi occhi sarebbe stata invisibile.
-E'
successo qualcosa che non so?-Gli chiese, dandogli piccoli colpi con il
gomito. -Mi sembri più calmo del solito.-
-Mmh...-Finse
di non capire. -Forse ti sembro più calmo perché,
ci stiamo avvicinando a quel periodo del mese.-
-Detto
così, sembra che tu debba avere le
mestruazione.-Esclamò, trattenendo a stento le risate.-Beh,
almeno non sei incinto.-Rise, non riuscendo più a
trattenersi.
-E'
da idioti ridere delle proprie battute. Poi non faceva nemmeno
ridere...-Incrociò le braccia, assumendo un'aria offesa.-E'
una cosa seria, "questo periodo"!- Aggiunse.
-Si
si, va bene...-Miroku sbuffò, scuotendo le mani, facendogli
notare di essere noioso. -Adesso però dimmi cosa
è successo. Oltre a sembrare più tranquillo,
sospiri spesso come un deficiente!-
A
quell'affermazione Inuyasha roteò gli occhi e si
incamminò verso la classe, cercando invano di lasciarlo
indietro e cambiare discorso. Ovviamente l'altro, con testardaggine, lo
seguì, obbligandolo alla resa.
-Che
vuoi sapere? Cosa dovrebbe essermi successo, sentiamo!-Alzò
gli occhi al cielo.
-Beh,
mi sembra ovvio. Riguardo Higurashi-san-Sorrise sornione, attendendo
una risposta. Sapendo benissimo che non sarebbe arrivata subito, ma lui
era sempre stato un maestro in queste cose. Prima o poi sarebbe
riuscito a farlo parlare.
-Non
c'è niente da dire. Stiamo insieme, non te lo avevo
già detto?-Gli rispose, credendo di non dover aggiungere
altro.
-Insomma,
sai che non è vero. Che ti cosa dirmelo?- Insistette.
Sapeva, sapeva che mancava poco. Che doveva fare pressione ancora per
poco e lo avrebbe fatto parlare. Lo capì dalle espressioni,
dal modo in cui gesticolava.
Yamamoto
era davvero facile da leggere.
-Forse
è successo qualcosa...- Si arrese. -Ma non vedo il motivo di
dirtelo.-
-Va
beh... senti, non voglio saperlo!-Esclamò, più
finto che mai. Ora, era solo questione di tempo. Non sarebbero servite
più domande, Inuyasha avrebbe parlato, se non in quel
momento, qualche ora dopo, o addirittura nel giro di minuti. Lo
conosceva bene.
Sapeva
come prenderlo, ormai si "occupava" di lui da anni.
-Cambiamo
discorso allora. A fine settimana c'è una festa. Verrai,
vero?-Chiese speranzoso.
-No,
non se ne parla!-Rispose, infrangendo ogni speranza dell'amico.
-Non
puoi mancare Yamamoto... E' una delle feste che organizza tuo fratello,
tu le adori, non te ne sei mai perso una!-Miroku lo guardò
con la sua classica espressione a cui veniva difficile dire di no, la
stessa per cui spesso, si faceva cacciare nei guai. Questa volta
però, nessuno sguardo languido sarebbe riuscito a
convincerlo. Non poteva cedere, in quel periodo.
-Sai
che non posso. Inoltre, sono stati invitati tutti quelli della
compagnia, no?- Domandò.
-Certo
che si!- Esclamò Miroku, allegro. -Ma questa dovrebbe esser
una cosa positiva. Dal tuo tono invece, sembra tutt'altro.-
-No,
non è positiva. E' un motivo in più per non
venire...- Borbottò.
-Non
mi hai sempre detto che ti manca stare tutti insieme?-Gli
domandò sorpreso.
-Certo
che mi manca.Non è per questo...-Provò a
giustificarsi, facendo spallucce.-Insomma, non è il giorno
adatto.Ci sarà anche Ayame poi, giusto?-Chiese, sembrando
quasi irritato dal dover pronunciare quel nome.
-Si,
mi sembra ovvio...-
Il
mezzo demone sospirò, abbattuto. Se almeno lei non ci fosse
stata, avrebbe potuto trovare un modo per andarci comunque.-Cazzo!-
Inveì.
-Ayame
è una delle tue più care amiche... che
succede?!-Miroku lo guardò sempre più incredulo.
-Kagome
non sa di me e Ayame- Confessò. -Se vengo a quella festa,
voglio poterci venire con lei... E questo già non
è possibile, per colpa di "Quel periodo", inoltre
c'è anche la rossa... Finirebbero per parlarsi, e questa
cosa mi spaventa. Non voglio che lo scopra così...-
-Capisco...-Rispose
Miroku, grattandosi il mente e aggrottando le sopracciglia.
-Però, se non ricordo male, Ayame sta già
cercando di contattarla. Per cui si parleranno comunque-
Inuyasha
impallidì, e sentendosi mancare si mise a sedere per terra,
noncurante del via vai di gente che, improvvisamente prese a fissarlo.
-Che
diamine stai facendo, Yamamoto?!-
Sentì
la voce del suo amico lontana, e voltò il capo dalla sua
parte, per scontrarsi con gli occhi blu, interrogativi. Aveva paura, si
guardò intorno nervosamente, alla ricerca di un volto che
sperava di non trovare. Lei non doveva vedere. Lei... Non avrebbe
capito. Se ne sarebbe andata, lo avrebbe ripudiato.
-Portami
via Miroku...-Sussurrò con un filo di voce, che venne
coperto dall'insopportabile strillo della campanella, che
annunciò l'inizio delle lezioni. Il corridoio si
svuotò, lasciandoli soli. Finalmente il silenzio li avvolse.
Inuyasha
sospirò, sollevato. Tutti quegli sguardi puntati su di lui,
non gli erano piaciuti per nulla. E il rumore infernale dei passi, e
delle voci, di certo non erano d'aiuto, in quella situazione.
Alzò il capo, ancora confuso, e si ritrovò il
braccio teso di Miroku. Gli afferrò la mano, e si
sollevò. Si trascinarono fino al parcheggio, entrarono in
auto e ripartirono. Si sentì finalmente tranquillo, lontano
dal pericolo, dalla sua unica debolezza.
Miroku
rimase in silenzio per la maggior parte del tragitto, probabilmente
aveva capito ciò che stava succedendo. Non era la prima
volta che succedeva. Non era la prima volta che succedeva in sua
presenza.
-Potevi
restare a casa...-Ruppe il silenzio.-Sai che ti succede in questo
periodo.- Lo rimproverò.
Inuyasha
si abbandonò al comodo sedile della macchina sportiva,
cercando di ignorare quelle premure, per sentirsi meno in torto. Certo,
una parte di lui, sapeva che sarebbe successo, ma l'altra, quella
più forte, quella che solitamente dirigeva il gioco, l'aveva
spronato a non abbattersi, a durare il più possibile. Ma lo
sforzo era stato vano.
-Non
potevo, dovevo vederla...- Confessò, pentendosi subito dopo.
L'umano aveva preso il sopravvento.
-Mmh...
- Lo prese in giro.-Quando hai detto che è, il novilunio?-
-Questo
sabato...-Ringhiò.-
La
macchina inchiodò davanti alla lussuosa villa, ma nessuno
dei due aprì gli sportelli per scendere. Rimasero ancora in
silenzio, come due studenti delle medie alle prese con i primi discorsi
sul sesso. Imbarazzati.(?)
Era
un argomento che Inuyasha non amava affrontare. Per lui era sempre
stata una vergogna essere un mezzo demone. Avere delle debolezze lo
faceva sentire a disagio con se stesso, soprattutto in quel periodo del
mese, quando la Luna, vigliacca, nascondeva alla Terra anche la
più chiara delle sue due facce. Il novilunio mutava il suo
corpo... e a volte, ci avrebbe giurato, anche il suo animo, rendendolo
più umano.
-Kagome
non lo sa... E non voglio andare a nessuna festa senza di
lei-Arrossì nel pronunciare quelle parole, ma lo nascose
all'amico.
-Allora
non è solo per Ayame!...Non sei più tu. Pronto
Yamamoto, stai ascoltando le tue parole?!-Miroku lo afferrò
per la manica della divisa, e lo obbligò a voltarsi. Quando
incrociò le iridi umane di Inuyasha, rabbrividì.
Avevano
già mutato colore, diventando color petrolio. I capelli
però, erano rimasti immutati.
-Non
è troppo presto per questo?-Lo invitò a guardarsi
attraverso lo specchietto retrovisore.
Inuyasha
non esitò, si sporse dal finestrino e si osservò.
-Merda!- Urlò, sbattendo il pugno contro il
cruscotto.-Merda!-Ripeté, a voce più bassa,
ardendo di rabbia.
-E'
normale questa cosa?- Si informò l'altro.
-No,
non lo è per niente... La trasformazione fisica dovrebbe
avvenire solo per una notte. Cazzo, cazzo!-Sprofondò sul
sedile in pelle, coprendosi il volto con le mani. Mancavano quattro
giorni al novilunio. E quattro giorni sono tanti, troppi per restarle
lontano.
Sospirò,
e maledì la propria natura di mezzo demone. Provò
a pensare ad una qualsiasi soluzione, ma nessuna sembrava bastare.
Gli
occhi non si possono nascondere...
-In
realtà qualcosa è successo. Le ho detto che la
amo... Ed ora sono qui, a preoccuparmi che lei venga a conoscenza della
mia vera natura...-
Miroku
non si stupì della rivelazione. Era sicuro che l'avrebbe
detto, anche se in quel momento aveva smesso di pensarci. Sorrise, ma
non parò. Inuyasha non aspettò nessuna risposta,
ma si voltò a guardare casa sua; in quel momento aveva
soltanto voglia di stare solo, e berci sopra. Fece cenno a Miroku di
non preoccuparsi, e scese della macchina, che
ripartì qualche secondo dopo.
Quando
la porta di casa si richiuse alle sue spalle, i brutti pensieri
scivolarono via. Si sentiva al sicuro.
Si
lasciò cadere sul letto e socchiuse gli occhi. Un leggero
odore fresco ed aspro gli stuzzicò le narici. Sorrise.
L'odore di Kagome era molto particolare, per nulla adatto al suo
aspetto, apparentemente dolce e buono. Era un profumo frizzante,
pungente. Maledettamente attraente.
Sorrise
ancora, ma questa volta amaramente.
-Se
lei sapesse, penserebbe a me come ad un mostro...- Disse in un sospiro.
Socchiuse gli occhi e si raggomitolò in posizione fetale.
Con il cuore stranamente pesante si addormentò.
Era
curioso come una sola sensazione sgradevole, in un periodo di
felicità quasi estrema, potesse farsi sentire
così forte, urlando a gran voce, stonando. Volendo rovinare
tutto, insistendo su eventi del passato, su situazioni impossibili da
controllare.
Aveva
affrontato innumerevoli noviluni dalla sua nascita, eppure aveva paura.
Perchè stare con qualcuno significa anche mostrarsi
completamente, il che non è mai semplice. Mai...
***
Si
mordicchiò le labbra e, per l'ennesima volta
controllò il cellulare, con il cuore in gola e le punte
delle dita gelide per il nervoso. Un senso di vuoto le
riempì il petto, quando con dispiacere verificò
che nessuna mail le era stata inviata. Prese in considerazione l'idea
di chiamarlo, ma dentro di se qualcosa le impedì di farlo.
Orgoglio?
Si
fece il bagno, cenò e ripassò matematica, e
ancora niente. Nessuna notizia da lui.
Quando
si addormentò, con il cellulare stretto nella mano destra,
un lacrima le rigò il viso.
Il
giorno dopo Inuyasha non c'era, ma Miroku le si avvicinò,
facendo scatenare dentro di se, due forti sentimenti contrastanti.
Sollievo e rabbia.
-Ha
soltanto un po' di febbre... Ma credo che tu ne sia già al
corrente- Le disse.
Kagome
non fiatò, si limitò ad annuire, sorridendo in
modo forzato. Non poteva ammettere di non saperne niente, non voleva
dirlo ad alta voce.
Orgoglio?
La
giornata scolastica passò più lentamente del
solito, risultando quasi insopportabile. Non si era mai accorta di
quanto potesse essere pesante il suo professore di storia. All'uscita
sperò con tutto il cuore di vederlo, magari appoggiato alla
cancellata, come nei manga... ma lui non c'era.
Quando
arrivò a casa, trovò un bigliettino di sua madre,
scritto in fretta e furia, che la informava che c'era del cibo pronto
in frigo, e che non sarebbe tornata entro sera. Si sentì
sola.
Non
avendo nulla da studiare per il giorno dopo, si ritrovò
costretta a riempire le ore libere del pomeriggio. Ore che raramente
possedeva, e che di certo, in altre situazioni, avrebbe saputo
utilizzare in modo migliore. Si piazzò sul divano, accese la
televisione e si fece piccola.
Guardò
uno di quel programmi per casalinghe, ma non prestò
attenzione nemmeno ad una parola. Quando il cellulare
squillò, stava per prendere sonno. Non fece al nome che
lampeggiava sul display, rispose svogliatamente e
attese.
La
voce calda del mezzo demone, la scosse.
-Scusami...
Sono stato veramente male, ho dormito per più di dodici
ore-Parlò, a voce bassa. Sembrò realmente provato.
Kagome
sussultò, non sapeva cosa rispondere. Lo stomaco le faceva
male per il nervoso, una sensazione simile a quella che si prova il
primo giorno di scuola, quando le gambe si fanno molli e
tremanti, e non ci si sente più stabili. Non si
sentiva così da tanto tempo. Non si era mai sentita
così per un ragazzo.
Le
bruciava la gola per la rabbia. Avrebbe voluto urlare, fargli capire
che non poteva essere una giustificazione. Ma quando lui
ripeté le proprie scuse, sforzando la voce, si
sentì improvvisamente cadere.
La
rabbia era completamente scemata, lasciando però spazio ad
forte bisogno di piangere. Si sentì in colpa, ma dentro di
se aveva voglia di strillare.
Paranoia.
-Hai...
Hai la febbre?- Riuscì a domandargli, con voce tremante.
-No...
E' strano da spiegare. Credo che l'unico modo, sia che tu mi veda...-
Rimase
silente, ma cominciò a muovere la testa su e giù.
-Sei
ancora li?- Inuyasha richiamò la sua attenzione.
Si
sentì avvampare. -Si si... Mmh, scusa. Stavo annuendo come
un'idiota- Confessò, mordendosi il labbro
inferiore.-Potrò vederti soltanto a questa festa, non prima?-
Lo
sentì trarre un sospiro profondo. -Per quanto si difficile
da dire, si, dovrai aspettare.-
Avrebbe
preferito ricevere un'altra risposta. Si morse il labbro sempre
più forte. Il sapore del sangue sulla lingua la fece
trasalire.
-Quando
sarebbe?-
-Questo
sabato. Quindi fra tre giorni.-Rispose. -Pensi di resistere?-
Ridacchiò.
Sentì
il cuore in gola. Come potevano sembrarle infiniti tre soli giorni?.
-Se
mi dici che è tutto ok, forse si- Ironizzò,
continuando a trattenere le lacrime.
Inuyasha
fece per dire qualcosa, ma si trattenne. Rimase in silenzio per pochi
secondi, e poco prima che lei provasse a chiamare il suo nome, per
assicurarsi che ci fosse ancora linea, lui parlò.
-Hey
Baby, io ti amo. Certo che va tutto bene-
Le
pulsazioni diminuirono. La calma la pervase. Erano bastate due parole...
Quando
chiusero la conversazione, si stese sul letto e chiuse gli occhi.
-Soltanto tre giorni...- Si ripeté.
Salve
Fan. Sono quasi le quattro del mattino ed io cosa faccio, aggiorno! W
me.
Va
beh, tornando seria, inizio col chiedervi scusa. Non in ritardo... Un
ritardo schifoso, quasi inaccettabile. E, anche se so già
che non vi interessa, mi sembra giusto dare uno straccio di
spiegazione. ^^
Dunque,
è un periodo un po' così... Mi sento parecchio
insicura, e qualsiasi cosa cerchi di scrivere, viene fuori in modo
orrido. E no, non è solo una mia impressione... Se mi butto
giù, non riesco ad impegnarmi come vorrei, e così
mi esce fuori un capitolo confusionario e abbastanza bruttino, come
questo.
Io
vi giuro, ho riscritto questo capitolo un sacco di volte. L'ho corretto
ad ogni lettura, e vi assicuro che alla prima stesura era davvero
orrendo! Veramente terribile -.-".
Come
se non bastasse, ad aggiungersi alla mia insicurezza, c'è
stato il c con l'alimentatore rotto che si spegne appena viene spostato
di una virgola... e che, OVVIAMENTE, si spegne ogni volta che sto
scrivendo, e addio! Mi è successo ben 3 volte! Grrrrr.
Per
farmi perdonare però, ho cercato di fare un capitolo
più lungo del solito. ^_^
Ah,
mi stavo dimenticando una cosa! Anzi, due cose .-.
La
prima è che la ff non è quasi giunta alla fine XD
Ta ta tannnn!! Ho cambiato idea. E so che non ne sarete felici,
perchè ho notato che alcune fan non mi seguono
più, e questo può significare soltanto che devo
avervi stufate, e anche se questa cosa mi rende un po' triste, non me
la sento ancora di concluderla. Vorrei chiarire bene ancora alcune cose
=D
La
seconda, vi avviso, è molto assurda... mi vergogno anche un
po' a scriverla >____> . Ho deciso di provare a rendere
questa ff originale. Si insomma, di rendere miei i personaggi. E come
cosa, non mi sembra molto difficile, dato che i personaggi di questa ff
sono OOC.
Coooomunque,
non la cancellerò, almeno non per ora... me credo di non
farlo nemmeno in futuro. Tanto oddio, non punto a pubblicare o cose
simili. Non sono così masochista XD XD.
Solamente
sarei curiosa di estendere questa trama, di lavorarci su in maniera
diversa, in modo più approfondito, e vedere ciò
che ne viene fuori. Insomma, non so nemmeno perchè vi sto
informando di questa cosa O.o. Sono Pazza.
Meglio
sparire ihihiih.
Detto
ciò, passo a rispondere ai commenti xP
ryanforever:
Sono felice che tu non voglia liberarti di me XD Davvero davvero
felice. Anche se sono sicura che cambierai idea, dopo questo capitolo,
e soprattutto dopo aver saputo che ho deciso non non concluderla a
breve. Ammettilo U.U xP. Che dire della mamma di Koga, nemmeno io
volevo rendere tutto così strappalacrime, però
poi mi sono fatta trascinare dalla mia vena tragina. Sono brava nelle
deprimenze [Ma che parola è?! ASD]. Mi fa, oltretutto, molto
piacere che la scena fra Inuyasha e Kagome ti sia piaciuta. Soprattutto
perchè ne vado parecchio fiera, stranamente!
Va
beh, spero che questo capito ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima.
Bellatrix_Indomita:Ed
ecco il nuovo capitolo! Dopo qualche secolo, è arrivato xP.
Dato che nello scorso capitolo mi hai scritto che questa ff ti piace
molto, devo scusarmi in particolar modo con te. Non dovevo
farti aspettare così tanto U.U.
Comunque
visto, dato che mi scrivete che non volete liberarvi di me, io la porta
avanti ancora per un po' questa storia!
Grazie
mille per i complimenti, fanno sempre piacere, e fanno tornare la
voglia di scrivere, anche quando è sotto le scarpe! Un bacio!
luca
blight: Amore mio, per te non ci sono parole. Mi dai una forza che
nemmeno immagini. Se non fosse per il tuo eccessivo ottimismo [ XD ],
non continuerei ad impegnarmi in questo modo. Grazie...
fmi89:
Essi, ce l'hanno fatta. Grazie per aver perso del tempo a commentare
cara. Un bacione =D
candy
sweet: Ciao! Mi fa piacere che la prima parte ti sia piaciuta! Che dire
su Sakura... Niente, non posso dire niente, se no anticiperei troppe
cose! Non ti resta che attendere per una risposta. Grazie per aver
letto e commentato. E scusa per il ritardo... Al prossimo capitolo!
lellina:
Sono felice che tu mi abbia lasciato un commento, alla fine. Davvero
tanto felice ^^. Se devo essere sincera, fare la scrittrice
è sempre stato il mio sogno. Però è
una cosa molto difficile da realizzare. Insomma non credo di essere
abbastanza brava...
Però
sono felice che tu l'abbia pensato! Un bacio.
Luca_sto:
Ave al Dio Sto XD La fine si sta avvicinando eh? Non più...
In tutta la mia stupidità, ho deciso di complicare un po' le
cose. W me perchè al posto del cervello ho taaaaante tante
caramelle... Ops, ora ho voglia di caramelle O.o Alla prossima grande
maestro XD
mikamey:
La mia carissima Mika-chan *-*. Non preoccuparti minimamente per il
ritardo, piuttosto mi preoccupo io per la fila di sfortune che hai
avuto! Mi dispiace tanto! Spero che ora tu stia un po' meglio ^^
Che
dire, tu sei una delle fan che non ha mai smesso di seguire questa ff,
e questa cosa mi rende strafelice! Veramente, se non fosse stato per i
tuoi complimenti, sarebbe stato più difficile continuare a
scriverla. Insomma, sei una sostenitrice per me XD
Un
bacio grande, alla prossima ;)
Acher:
Che bello, una nuova fan! Quando leggo commenti da persone nuove, mi
emoziono sempre! Sono felice che la mia storia ti abbia coinvolto
così tanto, e sinceramente non posso crederci... Sono capace
di catturare l'attenzione di qualcuno così tanto. Che bello
>.<
Per
la domanda sullo scrivere; si, ci ho pensato spesso. Sarebbe un sogno
per me... è indubbiamente la cosa che desidero di
più da quando sono piccola. Per quanto riesca a ricordare,
ho sempre scritto. Però non mi reputo abbastanza brava...
Per cui, non credo che lo farò mai come mestiere.
Spero
che continuerai a seguirmi. Kiss, alla prossima!
Beh,
io ora andrei a dormire. All'alba delle 4 e passa del mattino XD Vero
che quando mi sveglio c'è qualche bel commentino??? *_* *_*
*_*
Fatelo
per la autostima, ve ne prego, aiutatemi a farla sopravvivere!
Scherzo
:P
Oh,
mi stavo quasi per dimenticare. Un grazie enorme anche a tutte le
persone che continuano ad aggiungere ".Burn." alle preferite. Davvero,
grazie, grazie e grazie!
|
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Capitolo 16 *** La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ] ***
Burn finito
Il
tempo sa essere maligno, ma la vera colpevole, è l'attesa.
E' lei a prendersi gioco di tutto, persino del tempo in sé...
.Burn.
La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ]
-3
Sono stabile. Infondo
è assurdo disperarsi per soli tre giorni di lontananza. No?
E' una giornata
tranquilla, le ore di lezione sono volate. Sono stata invitata al club
del libro. E' stato piacevole. E pensare che ho sempre scartato l'idea
di poterci entrare, l'ho sempre considerata una cosa da fissati. Invece
sono semplici amanti della letteratura, come me.
Sto prendendo in
considerazione l'idea di farne parte.
Ogni tanto lui mi torna
in mente, ma ricaccio il pensiero alla notte. So che mi
chiamerà.
-2
Mi ha chiamata; Abbiamo
parlato tanto. Non mi ero mai accorta di quanto poco lo conoscessi. Fra
non molto è il suo compleanno. Ah...mmh, ho scoperto il
motivo per cui Sesshomaru frequenta ancora la nostra scuola, nonostante
sia in classe con ragazzi di due anni più piccoli. A quanto
pare, dopo la morte di Koga ha abbandonato gli studi.
E' incredibile quanto ci
abbia cambiati dentro, la sua scomparsa.
Mi chiedo se anche per
Ayame sia stato così. Chissà se la
rivedrò mai...
Lui sta cominciando a
mancarmi, e non solo mentalmente. Il sesso è proprio come la
droga. O almeno, così è per me, per il mio corpo.
Ne sento il bisogno, il desiderio striscia sotto la mia pelle. Brividi.
Brividi...
Dovrei disintossicarmi?
...No, credo proprio che
non lo farò.
Rin sembra strana, sta
spesso sulle sue e si mangia continuamente le unghie.
Sango... E' difficile ormai che trovi del tempo per me. Si
sarà stancata della mia amicizia?
Ora che ci penso, anche
io mi sto comportando diversamente dal solito. Quando mai ho scritto i
miei pensieri, ho sempre odiato i diari...
-1
La voglia mi sta dando
alla testa.
-0
Indosso un vestito
aderente. E' scuro, forse fin troppo audace per me, però mi
sento benissimo. Lo riavrò, finalmente! Mi sono trasformata
in una maniaca...
Rin mi sta preoccupando,
posa spesso le mani sulla pancia e sospira, inoltre ha sempre fame.
Sango non fa altro che
sorridere. Ho notato che messaggia spesso con qualcuno. Non ho idea di
chi possa essere.
Mi sento strana, come se
stesse per succedere qualcosa. E' arrivata la fine del mondo?
Sono pessima a scrivere
ciò che provo, mi chiedo come facciano i poeti. Sono un
mistero per me.
Ripose il sottile quadernino sotto il cuscino, si guardò
allo specchio e si sorprese. Non le succedeva spesso di sentirsi bella.
Premette le dita sulla molletta nera intrecciata fra i capelli scuri e
ribelli, per assicurarsi, che tenesse bene, come poco prima. Era da
tempo immemorabile che non tirava i capelli indietro.
***
Aveva provato a chiamare Ayame in quei giorni, sperando di poterla
pregare di non parlare, di lasciare a lui lo scomodo compito di mettere
in chiaro le cose. Ma non era servito.
Il telefono continuava a squillare a vuoto, martellando la sua mente
con quel fastidioso, classico Tu Tu Tu.
Tuttavia il tempo trascorse in fretta per lui, in modo disarmante, e
per quanto potesse sembrare bizzarro, era riuscito a stare tranquillo
nell'attesa, come se non dovesse rivelare alcun segreto.
Pensò che lui e Kagome avevano preso la decisione di
guardare avanti e dimenticare il passato, e questo doveva essere una
specie di scudo protettivo. Nessuno si sarebbe fatto male, se le parole
avessero continuato ad avere il loro valore iniziale.
Non ebbe alcun batticuore, almeno fino alla sera della festa, quando si
imbatté nella sua immagine, riflessa nello specchio di
sempre, eppure diversa da sempre.
I capelli neri incorniciavano il viso addolcito dalle iridi scure, dal
classico taglio giapponese, così diversi dal solito.
-Lei capirà. Capirà ogni cosa- Si
ripeté, accennando un sorriso.
Sicuro si diresse verso la porta, l'aprì e la richiuse alle
sue spalle.
Sarebbe andata bene. Sì.
Arrivò in fretta. Si fermò un attimo prima di
entrare, guardò un gruppo di ragazzi ridere e scherzare. Li
conosceva, tempo indietro aveva trascorso alcune serate in loro
compagnia... Improvvisamente si sentì invecchiare di anni.
Sembrava passato così tanto tempo da quel periodo, dire una
vita, non rende abbastanza.
Sentì le gambe tremare. Stava cominciando ad agitarsi, ma
ciò non gli impedì di varcare la soglia di casa
di suo fratello.
A passo incerto si fece spazio fra la folla. Si chiese come tutti quei
corpi potessero sopravvivere in una stanza così piccola,
dimenandosi, oltre tutto. Infastidito da quelle numerose presenze,
cercò di farsi spazio fra la folla, alla ricerca di Kagome.
Sperò di trovarla in fretta, e portarla via, in un posto
più calmo, dove quella musica assordante cessasse di
fracassargli i timpani.
Se da mezzo demone, non aveva mai potuto vantare una grande pazienza,
da umano, ne aveva ancora meno.
Si rese conto di non amarle poi così tanto le feste. Di non
averle mai sinceramente amate, ma di aver desiderato, in passato, di
non riuscire a sentire i propri pensieri.
Dopo l'ennesima gomitata, boccheggiò, in cerca di un
qualsiasi spiraglio da cui poter sfuggire. Era incredibile come si
sentisse debole da umano.
Si portò le mani in avanti, pronto a spingere qualsiasi
persona gli sbattesse contro, ma qualcuno lo afferrò per il
braccio, e lo strattonò violentemente lontano da quella
marmaglia. Prima che potesse rendersene conto, si ritrovò
nuovamente a respirare.
Miroku gli sorrise, orgoglioso di averlo "salvato".
-Sei proprio deboluccio eh.- Lo prese in giro.
Non ci badò. Si sforzò di regalargli un sorriso
per ringraziarlo di averlo tratto in salvo, e subito, si
concentrò sulle persone presenti nella stanza, in cerca di
lei, disperatamente lei.
-Non mi sembra di averla vista qui, forse dovresti cercarla di sopra.
Non mi sembra un tipo che ama la confusione-Gli consigliò,
guardandosi anch'esso intorno.
Inuyasha assunse un'aria cupa.-Sai, potrebbe essermi passata accanto
senza conoscermi-Sussurrò, rivolgendosi più a se
stesso, che al suo amico, conscio del fatto che la musica,
esageratamente alta, avrebbe sicuramente coperto la sua voce.
In un lampo, un ricordo nacque nella sua mente, come un fiore velenoso,
pronto ad espandere le sue radici, dalla mente al cuore, con l'intento
di avvelenarlo. Lo lasciò appassire, distratto la figura
snella di Kagome, immobile a pochi metri da lui.
Lo sguardo profondo fermo, insicuro, intrappolato nel suo. Si
sentì fremere, desiderò volgerlo altrove, quasi
infastidito da ciò che riusciva a scorgere. Così
intenso. Velenoso. Doloroso, piacevolmente contraddittorio.
Quella sensazione tornava sempre più spesso, Kagome lo
faceva impazzire. Si... Si.
La vide avvicinarsi, interrogativa. Era confusa, lo lesse sul suo viso,
ma non ebbe paura, allungò la mano e attese la sua, per
bruciare ancora. Un'altra delle mille volte.
Si sfiorarono, ebbero un sussulto, entrambi. Poi intrecciarono le dita,
lasciandosi scaldare l'uno con l'altra. Fu lei a guidarlo, fino alla
prima camera del secondo piano. Aprì la porta e non lo
guardò.
Non lasciò mai la sua mano, lo tirò all'interno
della stanza buia.
Inuyasha la sentì respirare, era affannata. La
desiderò intensamente.
Lei accese la luce, e gli si avvicinò. Si morse le labbra,
appoggiò la mano libera sul suo viso, e lo
'carezzò gentilmente, incredula. Gli baciò la
fronte, le guance e le labbra. Quest'ultime più volte,
delicatamente.
-Come... Io sono così diverso. Ora. Come hai fatto a
riconoscermi?- Giocò con i suoi capelli, estasiato dal quel
familiare profumo frizzante.
-Il tuo viso non è cambiato.- Rispose, con voce tremante.
Liberarono le mani dalla loro presa.
Kagome gli sbottonò la camicia, un bottone dietro l'altro,
mostrando la pelle nuda, che da subito baciò, incapace di
attendere oltre. Lo guardò ancora, non riusciva a smettere
di farlo. Lo vedeva più bello che mai, e desiderava
accarezzarlo sempre di più, con più foga.
Slacciò i pantaloni, cercò il suo sguardo e lo
trovò eccitato, più di quanto immaginasse.
Sollevò l'elastico dei boxer e ci affondò dentro
la mano. Quell'audacia era dettata dal puro desiderio di farlo
impazzire, eppure si sentì avvampare all'idea di essere
così sciolta. Lo accarezzò, per poi liberarlo
dall'unico indumento rimasto.
Desiderò intensamente baciarlo. Posò le labbra su
quelle di Inuyasha e si stupì di quanto fossero fredde in
quel momento.
Kagome rise.
Inuyasha le morse il labbro, e la guardò negli occhi.
-Perché ridi?- Disse, cingendole i fianchi e obbligandola ad
avvicinarsi al suo corpo ancora di più-
Lei dischiuse le labbra e lo baciò in modo aggressivo,
privandolo di ogni dolcezza, desiderando soltanto di godere del calore
e del sapore della sua saliva. Lo sentirono entrambi, il familiare
brivido di eccitazione che ormai da tempo li univa. Il confine che li
rendeva amanti, e non solo innamorati.
-Quando sei eccitato, hai sempre le labbra gelide-Gli
sussurrò.
-Ti voglio da impazzire-Prese a baciarle il collo.-Non...non immagini
quanto.- Tremò. Senza curarsi di poterlo sgualcire o
strappare, le slacciò il vestito e lo lasciò
scivolare lungo la schiena incurata, i fianchi sensuali, le cosce
infreddolite e le gambe liscie. Abbassò lo sguardo, e lo
osservò per qualche secondo. Stropicciato, in contrasto con
il pavimento chiaro. E pensò al corpo della sua donna, che a
pochi istanti si sarebbe presentato ai suoi occhi, sempre stupiti e
meravigliati. E pensò che non ci sarebbe mai stato qualcosa
di più erotico nella sua vita.
La sollevò, e lei si aggrappò con le gambe al suo
bacino.
Quando la penetrò, si sentì sollevato. Lei era
li, e non se ne sarebbe andata. Almeno per quel momento, sarebbe
rimasta. E lui era dentro di lei, seppur in forma umana, la sua sporca
forma umana, aveva avuto accesso al paradiso.
Era tutto ciò che importava.
***
La ragazza si sollevò e passò la lingua sulle
labbra, lavando via gli ultimi residui di piacere del ragazzo, ancora
ansimante e con il capo all'indietro. Gli occhi celesti fissavano le
stelle, assuefatti.
Lei si infilò nel vestito chiaro, e si sedette al suo
fianco, vicino, per sentire il calore del suo corpo. Alzò a
sua volta lo sguardo al cielo stellato e rimase silente. E
così andò avanti, finché lui non
decise di parlare, senza però guardarla negli occhi.
-Hai parlato con lei?- Chiese.
-Non ne ho ancora avuto occasione-Rispose, non del tutto sincera.
Sospirarono entrambi.
-Sono loro a non volerlo vedere, infondo- Si giustificò la
mora, avvicinandosi sempre di più al ragazzo.
Lui le accarezzò il mento, e finalmente la guardò
negli occhi.
-Perché hanno altro con cui fare i conti, Sango.- Le
baciò la fronte.-So che vorresti attenzioni dalla tua
migliore amica, e che vorresti raccontarle tutto, ma ora è
presa da qualcos'altro. Come del resto Inuyasha.-
Sango si rilassò. Si allontanò di qualche
centimetro dal ragazzo e tirò le gambe a sè,
stringendole al petto. Divenne rossa.
-Sai Miroku... Una delle cose che mi ha fatto innamorare di te,
è la maturità con cui affronti le cose. A prima
impressione, sembri un donnaiolo menefreghista ed egocentrico.
Però, mi è bastato un pomeriggio con te, parlando
di tutto e niente, per capire quanto tu sia
speciale-Confessò, stringendo sempre di più le
braccia intorno alle gambe.
-Spesso mi sento così infantile standoti
accanto...-Sussurrò, nascondendo il viso.
Miroku si alzò, si diresse verso la balconata, e ci si
appoggiò con i gomiti. -Sei più piccola di me,
è normale che delle volte tu sia un po' bambina. Non ci vedo
niente di male. Anzi, la trovo una cosa dolce.-Rise.
-Non ti irrita?-Chiese lei, con voce soffocata.
-No. Non sei quel tipo di ragazza infantile. Infondo, stai soltanto
sentendo la mancanza della tua migliore amica.- La
tranquillizzò.
Una leggera folata di vento lo fece rabbrividire. In quel momento
sentì le mani di Sango arrampicarsi lungo la sua schiena,
per poi discendere a circondargli il bacino.
-Vorrei parlare di te, e del mio primo approccio con il sesso. Di come
le cose stiano andando troppo velocemente, e di quanto abbia paura di
questo...-
Le accarezzò le mani.-Non devi preoccuparti di quest...- Si
interruppe, quando vide Ayame camminare lenta nel cortile della casa,
fra una dozzina di altra gente, diretta verso la porta.
-Ayame...-Sussurrò, preoccupato.-Mi ero dimenticato di lei.-
Prese Sango per mano, e senza darle alcuna spiegazione,
abbandonò la terrazza a passo svelto, per poi scendere
velocemente le scale e correre nel corridoio del primo piano, sino alla
seconda porta, dove incontrò la ragazza, immobile.
Sango provò a farsi spiegare cosa stava accadendo, e la sua
voce fece voltare Ayame.
-Ei- Disse, alzando la mano e mostrando il palmo, in gesto di saluto.
-Ei...-Le rispose il ragazzo.
Si sentirono entrambi stranamente a disagio, seppur amici da sempre. Fu
come se in uno sguardo, entrambi si fossero schierati l'uno contro
l'altra. Uno con il compito di proteggere, e l'altra con l'intenzione
di portare scompiglio, seppur non desiderandolo, infondo. Erano le
sensazioni a muoverla, da quando Koga era morto, ed in quell'istante,
qualcosa le faceva desiderare intensamente di aprire quella porta, e
distruggere tutto.
-Voglio solo parlare con lui. Andiamo, cosa vuoi che sia...-Disse,
sfoggiando un sorriso forzato.
-Sai che è sbagliato... E poi come fai a sapere che sono
qui?-Le domandò.
-Sento il suo odore.-Rispose.
-Sai che non puoi...-Le disse, quasi supplicandola.
Non bastò, Ayame spalancò la porta, illuminando
la stanza con la fioca luce del corridoio.
Emmh. Cof cof.
Saaalve. No, non sono una fantasma, nè una zombie. So che
pensavate che fossi morta, e non posso darvi torto, ma purtroppo per
voi sono tornata xD.
Scherzi a parte, non ci sono parole adatte per scusarmi per questo
ritardo vergognoso, però davvero, avevo bisogno davvero di
una pausa. Ero davvero in un pessimo periodo, e non vedevo uscite. Non
facevo altro che piangermi addosso, ed il pensiero di far diventare una
lagna le mie FF, non mi piaceva affatto. { Che poi diciamocelo, sono
già drammatiche di loro U.U } Beh, insomma, ora sono
tornata, e credo che non sparirò più, almeno non
per così tanto tempo.
Ma passiamo alla storia; Ebbene si, Miroku e Sango hanno una relazione.
So che sembra brutto sbatterli così all'improvviso nella
storia, ma volevo che la loro relazione fosse segreta anche ai vostri
occhi, e non solo a gli occhi di Inuyasha e Kagome.
Oltre a questo non ho nient'altro da dire. Spero solo che non vi faccia
molto schifo. E' da due mesi che non scrivo, e quando ricomincio, i
risultati non sono come vorrei, però non posso farci niente,
devo riprendere la mano xD
Ah, mi stavo dimenticando una cosa. Dello scorso capito ho postato la
bozza, per questo motivo è piano di errori di battitura
>.<. Sono un'idiota! Appena posso lo correggo.
Alla prossima carrrre e carrrri :)
Bellatrix_Indomita: Cara i tuoi commenti sono
sempre pieni di complimenti, mi fa molto piacere leggerli **. Sono
felice che questa storia stia continuando a piacerti così
tanto, non pensavo che sarei riuscita a rendere l'amicizia fra Inuyasha
e Miroku così bene, come hai detto tu, è molto
difficile descrivere un rapporto simile, per fortuna però, a
quanto mi dici, sono riuscita bene nell'impresa xP.
Per quanto riguarda l'originale, posso assicurarti che questa ff
avrà una sua fine, anche perché l'altra versione
sarà diversa in molti punti.
Insomma, un grande grazie per la pazienza che hai di commentare sempre,
sei taaaaaanto gentile. Un bacino ^^
Acher: Così mi monto la testa xD Scherzi a parte,
sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto! Puoi stare fra i miei
piedi quanto vuoi, mi può fare solo piacere! Grazie, grazie
e ancora grazie **
bets87: Ohhh nuova fan ** Ora mi gaso xD Benvenuta fra le mie
lettrici, sono strafelice che la storia ti piaccia e che non ti sembri
noiosa. Sei stata molto carina a volermi lasciare un commento...
Vedrò di non deluderti ^^ Al prossimo capitolo!
morkia90: La risposta arriverà il prossimo capitolo. Grazie
mille per il commento, spero di non averti delusa con questo capitolo!
E scusa per l'attesa. Un bacio
candy sweet: Sono contenta che ti sia piaciuto, e mi dispiace di non
aver aggiornato presto quanto speravi :(
ryanforever: Wahh. Grazie mille per il tuo appoggio virtuale,
e per avermi ripetuto per l'ennesima volta che questa storia non
è da buttar via. Mi fanno molto piacere i tuoi commenti, sei
sempre molto molto gentile. :) Per la questione dell'insicurezza, hai
proprio ragione. Metto molto di me in quello che scrivo, e come ho
scritto sopra, è il motivo per cui per così tanto
tempo sono mancata. Non mi andava di rendere i miei personaggi lagnosi.
Spero che il capitolo non ti abbia delusa, e che, nonostante il tempo
passato, tu abbia ancora voglia di seguirmi.
Un bacio grande. ^^
luca blight: Ho scritto. Hai visto?? HAI VISTO?? Ora sarai finalmente
soddisfatto di te stesso U.U
Scherzi a parte, grazie mille amore mio. Non smetterò mai di
pensare che senza il tuo esagerato ottimismo, i miei momenti insicuri
mi distruggerebbero. Insomma, è solo grazie a te che
continuo a scrivere.
Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, e che tu ti ricorda
qualcosina dello scorso capitolo -.-"
<3
Marta94: Grazie per il commento! Spero che il capitolo ti sia
piaciuto **
kiss88: Sono felice che tu abbia deciso di lasciarmi un
commento. Le opinioni delle mie lettrici, per me sono molto importanti!
Poi se sono complimenti, mi gaso e mi sento felice XD Insomma, grazie
davvero!
Mi scuso per il ritardo >.<
lellina: Che bel commento che mi hai lasciato *__* Ti
ringrazio veramente tanto per le tue parole, pre i complimenti e per
l'incoraggiamento. Sei stata davvero molto, molto, moltissimo gentile!
:P
Comunque io non ho intenzione di accorciare la ff perchè
alcune lettrici non mi seguono più, però ho
pensato che stesse diventando noiosa. Insomma, ero così
tanto insicura da rimanerci malissimo. Ora però sembra
passato tutto, per cui ho anche più voglia di andare avanti.
Per Msn, scrivimi pure quando vuoi. Io sto sempre su occupato,
perché mi danno fastidio i suoni di msn e perché
spesso sono in giro per casa, e le persone si offendono
perché non rispondo. Insomma, tu scrivimi pure, non
c'è nessun problema =)
Al prossimo capitolo!
Fairy29:Ohhh *____* davvero è la prima? Mi sento
onoratissima!!! >.< Veramente!! Sono felice che ti sia
piaciuta così tanto da leggerla tutta in una volta
>.<
Per la lunghezza, tranquilla, tendo ad affezionarmi alle mie storie ed
a trovare difficoltà nel terminarle. Insomma, mi
dilungherò parecchio!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e di rivederti fra i
commenti. Alla prossima ^^
Luca_sto: Sono la regina delle paranoie. Essi, si
è capito XD XD. Caro Dio, prometto di impegnarmi a diventare
meno pessimista e frantuma maroni. ASD ASD.
mikamey: Carissima! Qui quella che deve scusarsi per il ritardo sono io
>.< Sono felice che tu continua a pensare che questa FF
è bella. Spero di non deluderti andando avanti. Un bacione!
PazzaXinu: Grazie mille ** Spero che anche questo capitolo ti
piaccia. Ci sentiamo :)
Un grazie generale a tutti i lettori. Scusate ancora,
cercherò di non mancare più per così
tanto.
Favole.
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Capitolo 17 *** Bisogno di Tempo. ***
Non
era completamente cosciente di ciò che stava facendo,
né era sicura che fosse la giusta scelta. Ma ormai aveva
deciso, e certe scelte, una volta intraprese, non possono
più essere lasciate a metà. Kagome
respirò a fondo, e fissò il suo biglietto aereo
ancora una volta, per distrarsi dalla massa di persone che premevano
contro la sua schiena. Odiava le folle, le facevano girare la testa e
tremare le gambe, lasciandole un senso di insicurezza e disagio che non
sapeva, né riusciva a sopportare. Respirò ancora
più profondamente, e con svogliatezza passò il
dorso della mano sulla fronte. Faceva caldo, un caldo insopportabile ed
afoso. L'estate era un'altra delle cose che odiava.
Riuscì
ad arrivare al gate, anche se a rilento. Lasciò che la
guardia le controllasse il biglietto ed il passaporto, e poi,
stranamente si voltò, e si guardò indietro. Lo
fece per puro istinto, e non fu inutile.
Lui
era fermo, e la guardò andare via, implorandola con gli
occhi di cambiare idea, ma non servì a nulla. In quel
momento lo odiò, perché per colpa di quello
sguardo, cominciò a patire un peso dentro, che avrebbe
sentito a lungo.
Quando
si imbarcò, riuscì a stento a trattenere le
lacrime. Quei mesi l'avevano resa più forte, ma l'apertura
di quella porta aveva cambiato tutto.
.Burn.
Bisogno
di tempo.
Lo
vide, solo. Avrebbe voluto raggiungerlo, regalargli qualche parola di
conforto, ma non lo fece. Sapeva che ciò di cui aveva
seriamente bisogno, era del tempo da trascorrere da solo. Piccoli
ritagli di vita silenziosi, accompagnati da una sigaretta e dal caldo
ossessionante di Luglio.
Lo
vide appoggiarsi al muro, e stringersi le mani, incrociate, contro il
petto. Ricurvo, piegato per il dolore della provvisoria perdita.
Fu
difficile non soccorrerlo, ma non fu impossibile. Ci vollero
più di due ore prima che Inuyasha si calmasse totalmente e
gli si avvicinasse. -Possiamo andare. Lei non tornerà con
noi...-Disse, dopo aver picchiettato contro il finestrino, per far si
che Miroku lo abbassasse. Parlò come se il tempo non fosse
trascorso, come se quel pezzo di muro non fosse stato suo compagno per
ben centoventi minuti.
Salì
in auto e non parlò. Assomigliò ad un spettro
senza un viso proprio, ritornò ad essere la persona passiva
che era prima di lei, dopo il tradimento di Kikyou e la morte del
più bastardo dei traditori. Koga era un bastardo, anche da
morto stava portando via, ancora una volta la donna che amava. Era un
fottuto bastardo.
-Lei
tornerà- Le parole di Miroku gli sembrarono pesanti, lontane.
-Lo
so- Rispose.
-Ha
soltanto bisogno di tempo-Disse ancora, in buona fede.
"Ed
io ho bisogno di dormire, durante questo tempo" Pensò. -Lo
so- Rispose ancora. "Non ho bisogno di giorni vuoti".
Chiuse
gli occhi.
Arrivò
presto davanti a casa sua, e si sentì più
sollevato che mai. Avrebbe voluto piangere, ma senza Ayame, non sapeva
farlo. Allora si mise a distruggere un paio di oggetti scomodi, che
odiava e che desiderava de tempo bruciare. Distrusse con le sue stesse
mani un dipinto, una stupida tela raffigurante un'anitra con i suoi
piccoli. Insulsa opera d'arte. Passò alle candele, con
quelle si rilassò. Si distese sul divano e
affondò gli artigli nella cera. Grattò e
grattò, fino a farla scomparire. Fu una questione abbastanza
lunga.
Si
addormentò con polpastrelli doloranti ed un
fastidioso bruciore sotto le unghie.
Dormì
per poco più di due ore, e quando si svegliò
trovò una mail sul cellulare.
<<
Non dovevi venire... >>
-Fanculo-
L'abbandono
non faceva per lui. Anche se per una sola estate, era un abbandono.
-Fanculo...-
Quando
l'afa estiva si tramutò in sudore, spalancò gli
occhi e si sentì subito stanco, privo di ogni forza. Si
inumidì le labbra secche con la lingua, e sentì
acuto il bisogno d'acqua. Cercò di mettersi seduto, ma il
caldo lo fece sentire ancora più pesante del suo cuore.
Ignorò quel groviglio di sensazioni scomode, e si diresse
verso la cucina, assetato. I passi erano pesanti, come tutto il resto.
Spinse verso il basso la maniglia del frigorifero, e si
irrigidì quando il gelo gli sfiorò il petto nudo.
Quando il liquido trasparente gli scivolò sulla lingua, si
sentì decisamente meglio, ma non bastò.
Si
passò una mano fra i capelli argentei, e si
guardò intorno. La luce fioca del tramonto fece apparire la
stanza più piccola di ciò che era realmente, si
sentì assalire dalla claustrofobia.
Aveva
bisogno di uscire.
Si
fece una doccia, e con i capelli ancora bagnati, uscì di
casa. Camminò per la città senza una meta per
molto tempo, fino a quando non si rese conto di essere vicino a casa di
Sesshomaru. Era da qualche giorno che non aveva sue notizie. Poco dopo
si ritrovò davanti alla casa che custodiva l'ultimo ricordo
di lei. Fu come un colpo veloce e vigliacco alle spalle, ma fu
sopportabile.
Quando
Sesshomaru gli aprì la porta, non parlò, si
limitò a fargli segno di entrare con la mano. Sembrava
stanco, a testimoniarlo i segni sul volto. Si dimostrò
più gentile e docile del solito, sorrise persino quando gli
offrì da bere.
-L'hai
sentita?-Gli chiese.
-Ha
provato a chiamarmi svariate volte, ma non ho voluto rispondere. Non ho
niente da dirle.-Rispose lui, inacidito nel pronunciare l'ultima frase.
Studiò il viso del fratello, cercando qualche traccia per
aiutarsi a capire cosa stava accadendo.
-Va
tutto bene con Rin?-Gli domandò.
Sesshomaru
si costrinse a sorridere, ma il risultato che ottenne, fu poco
soddisfacente. Inuyasha capì di aver premuto il tasto
giusto, ma non sentì sicuro di voler continuare a girare il
dito nella piaga, così rimase silente, sperando di ottenere
una risposta spontaneamente.
Il
demone si alzò, e cominciò a camminare avanti e
indietro lungo la stanza. Lo fece svariate volte, calmandosi solamente
dopo aver stappato una seconda birra. Ne bevve un sorso e si rimise
seduto difronte al fratello, fece un respiro profondo e bevve ancora.
Incrociò lo sguardo dorato con quello identico di Inuyasha,
e poi lo distolse, per sorseggiare nuovamente la birra.
-Abbiamo
avuto un piccolo problema- Confessò, mantenendo comunque la
calma apparente di sempre. -Però è
risolvibile.-Si affrettò ad aggiungere, sperando che la
menzogna non gli si dipingesse sul viso. Fu una speranza totalmente
vana.
-Avete
litigato?-Gli chiese il mezzo demone, ignorando totalmente
ciò che potesse essere successo.
-Temo
che sia qualcosa di più complicato...-Dichiarò,
aumentando la stretta contro la bottiglia, rischiando di mandarla in
frantumi.-Abbiamo fatto un gran casino-
Inuyasha
trasalì. Stava cominciando a farsi qualche idea, anzi, si
era fatto un'unica folle idea. Si lasciò sfuggire una
risatina isterica e scosse la testa, ripetendo ripetutamente: -No, non
è possibile.-
Sesshomaru
abbandonò il suo posto, e ancora una volta si mise a
camminare per tutto il perimetro della sala ben arredata. Non
riuscì a fermarsi nemmeno quando il telefono
cominciò a squillare, più e più volte,
lasciando la persona dall'altra parte della cornetta, senza una
risposta.
Suo
fratello restò immobile ad osservarlo agitarsi sempre di
più.
-Ne
sei sicuro?-Gli chiese, incapace di rimanere a guardare ancora a lungo.
-Sì.-Rispose
secco.-Rin è incinta-Un nodo gli chiuse la gola.
-Che
avete deciso di fare?-Gli chiese Inuyasha, non accorgendosi della voce
strozzata con cui aveva parlato.
Il
maggiore dei fratelli controllò il cellulare, e
ringhiò nel leggere la mail che la sua giovane donna aveva
deciso di inviargli.
<<
Non voglio ancora vederti. >>
-A
quanto pare, la decisione finale spetta soltanto a lei. Non mi
è stata data alcuna possibilità di scelta!-
Scaraventò il cellulare sul tavolo, e
chinò il capo.-Non mi permette nemmeno di vederla. Mi
respinge come se fossi io il problema. Non credo che la colpa sia
soltanto mia. Ho intenzione di prendermi le mie
responsabilità, però pretendo di condividerle con
lei.- Alzò lo sguardo e cercò la
complicità del fratello, vedendola come unica boa in un mare
di lava. Fu accontentato.
-Sbaglio?-Lo
incitò ad esprimersi.
-No,
affatto.-Lo rassicurò, poggiando una mano sulla sua spalla,
gesto estremamente intimo per il loro rapporto, totalmente privo di
dimostrazioni d'affetto "fisiche". -Però non deve essere
facile per lei... magari ha soltanto bisogno di...-
-...Tempo.-Concluse
la frase Sesshomaru.
Silenzio.
-Le
donne sembrano averne sempre bisogno...- Disse in un sospiro,
accendendosi una sigaretta, abbandonato all'idea che il tempo fosse una
gran fregatura.
***
Qualche
settimana prima...
La
luce fioca, proveniente dal corridoio, illuminò la stanza in
cui i due amanti si erano rifugiati. Li trovarono ancora stretti in
abbraccio tremante, nudi e uniti in un solo corpo.
Fu
Ayame la prima a voltare il capo, per non guardarli nel loro imbarazzo.
Il silenzio regnò fino a quando Inuyasha scelse di prendere
parola, una volta accertatosi che la sua donna fosse completamente
vestita. Si avvicinò alla rossa, e le sfiorò
l'avambraccio, cercando il suo sguardo.
-Lascia
che sia io a dirglielo...-La implorò, senza preoccuparsi di
moderare la voce, per far si che anche Kagome lo sentisse, cancellando
così ogni opportunità di fuga.
Ayame
si sentì invadere da un sentimento che non pensava avrebbe
mai provato, e che la lasciò inerme e debole davanti al suo
interlocutore. Desiderò intensamente di poter cambiare
forma, divenire metallo, e lasciarsi corrodere dalla ruggine.
Accartocciarsi e diventare polvere.
Quel
sentimento la stava logorando.
-Non
sono qui per raccontarle la verità- Sussurrò,
facendo, al contrario di Inuyasha, attenzione che Kagome non
sentisse.-Sono qui per me- Biascicò, e annullò la
distanza fra lei ed Inuyasha, stringendogli le braccia intorno al collo.
-Che...che
diamine stai facendo?-Reagì lui, cercando di spingerla il
più lontano possibile dal suo corpo, ma più si
dimenava per distaccarsi da quell'abbraccio soffocante, più
lei sembrava non aver nessuna intenzione di lasciarsi respingere. La
sentì gemere, e fu come un pugno nello stomaco. Odiava
sentirla piangere.
-Ho
bisogno di te. Solo... Solo, non lasciarmi sola- Singhiozzò
la rossa.
-Ayame...
Abbiamo deciso di andare avanti-Cercò di rassicurarla.
Insicuro posò la mano destra sul capo della ragazza, e le
arruffò i capelli spettinati. Le sentì tremare, e
ne fu ferito.-Abbiamo deciso di redimere i nostri peccati.- Le
sussurrò dolcemente.-Dobbiamo smetterla di distruggerci da
soli-Concluse.
La
rossa si distaccò dall'abbraccio, e raggiunse Kagome a passi
lenti. Era un incontro che si sarebbe dovuto compiere molto tempo
prima, e da cui lei era sempre vigliaccamente scappata.
La
guardò negli occhi, e per quanto fossero diversi da quelli
di Koga, riuscì a scorgerlo, nascosto li, fra il nero opaco
delle ciglia. Riconobbe l'odore simile, e si lasciò
inebriare dal ricordo del suo amore più grande. E ne seppe
riconoscere la diversità, quella freschezza che apparteneva
soltanto a Kagome.
Portò
una mano all'altezza del petto, e cercò con la mano uno fra
i tanti ciondoli che portava al collo. Quando lo riconobbe,
seguì la sua catenina, sino ad arrivare al gancio
d'apertura. Se la sfilò e gliela porse.
-Questa
era di Koga...-Sorrise, con ancora le lacrime a gli occhi.
Cercò di sembrare spontanea.-Me la diede un mese prima di
morire.- Sussurrò.
Kagome
scosse il capo.-Perché me la stai dando? Non posso
accettarla...- Le rispose sinceramente.
Ayame
le afferrò la mano, e la lasciò cadere sul palmo.
-Inuyasha
ti racconterà tutto, e ti ci vorrà del tempo per
affrontare la questione. Sarà doloroso. Vorrai prenderti del
tempo per te, e questa ti servirà di conforto. Fidati di me-.
Kagome
riuscì a sentire il calore profondo di quella voce, e lo
sentì salire sino al cuore, risvegliandola da un lungo
sonno. Si sentì trascinare indietro, attraverso il tempo e i
ricordi, che come lame minacciarono la calma fragile che si era
duramente costruita intorno. Ma non fu spiacevole.
Rivide
Ayame, lontana da quella che aveva d'avanti in quel momento. La vide
docile ed infantile, nascosta dal trucco nero ed aggressivo utilizzato
per rendere cattivo uno sguardo fin troppo fanciullesco. La vide ridere
al fianco di suo fratello, come nel ricordo dopo il sogno.
La
vide felice.
-Potresti
odiarmi, odiare Inuyasha, odiare tutto questo...-Ritornò a
parlare la rossa.-Ti chiederai perché tutto questo dolore
stia toccando te, che fra noi sei l'unica ad avere le mani pulite. Ti
farai un milione di domande, e non troverai risposte, non semplicemente
almeno.-Si voltò e guardò Inuyasha, lo vide
implorare di non distruggere tutto. Gli sorrise, mentre l'ennesima
lacrima graffiò il viso pallido.
-Amavo
Koga. Lo amavo anche quando la lontananza dalla droga lo rendeva folle.
L'ho amato. L'ho amato nel momento in cui, mi sono resa conto che avrei
potuto aiutarlo. E l'ho amato quando l'ho tradito, dopo che lui aveva
tradito me. Lo amo tutt'ora.-Arrossì nel dirlo, ingenua come
non lo era da molto.-E questo è tutto ciò che
posso dirti...- Si allungò vero Kagome e posò le
labbra rosse sulla sua guancia e, premendole forte, cercò di
entrare dentro di lei, con un misero bacio. Per lasciarle qualcosa d
simile ad un augurio.
Poi
se ne andò, portandosi con se la consapevolezza di aver
smosso qualcosa, ma di averlo fatto con lo scopo di rimettere le cose
al loro posto. Lasciò quella casa con la speranza di poter
contare su qualcuno, un giorno, se il dolore fosse tornato a
tormentarla.
Lo
sperò profondamente.
Ok,
è un capitolo alquanto strambo eh? Lo so, me ne rendo
perfettamente conto, però, è proprio
così che mi sono immaginata questa ff! Piena di capitoli che
sembrano incomprensibili. Che dire, questo capitolo mi piace. E'
confusionario, mi piace.
Sono
quasi sicura di aver dato un senso di confusione totale. Avete presente
le palle piene d'acqua che si capovolgono per avere l'effetto neve?
Ecco, immaginate che i protagonisti stiano dentro ad una di quelle
palle, e che in questo capitolo, la palla sia stata sbattuta da me.
Spero
di non avervi confuso né annoiato.
Nel
prossimo capitolo Inuyasha parlerà con Kagome, e si
scoprirà la ragione per cui quest'ultima ha deciso di
partire, e cosa accadrà durante il viaggio.
Passiamo
ai ringraziamenti: =) I miei adorati commentatori! Non sapete davvero
quanto mi rendano felice i vostri pareri. ^^
luca
blight: Luca caro, sono contenta di averti entusiasmato in quel modo.
Sei strano, sai? xD. Grazie mille per il commento, mi rende felice
sapere che il tuo non manca mai :D
ryanforever:
Ok, mi sono convinta! Metti via l'ascia U.U Scherzi a parte, sono
sempre felice di leggere i tuoi commenti, si vede che segui questa ff
con passione, e questo mi rende ultra felice!
Spero
che questo strambo capitolo ti sia piaciuto, e ancora grazie. Un grazie
grande grande.
Chu
<3
morkia90:
Sei sempre troppo gentile! Sono felice che si veda il mio impegno nello
scrivere questa ff. ^^
P.S:
Vedrai che prima o poi la vedrai la neve! Il prossimo inverno, se a
Milano nevicherà ancora così tanto, ti invito a
vederla XD. Ok?
Grazie
mille per il commento. Un bacio!
leleosana:
Davvero li hai riletti per così tante volte? Musica per le
mie orecchie!
Spero
di non aver aggiornato troppo tardi, e che il capitolo ti sia piaciuto!
Grazie mille per aver recensito. =)
PazzaXinu:
Che tenera che sei! Non sono riuscita a postare entro una settimana,
però, l'ho fatto prima del solito. Prometto di accorciare
ancora i tempi, ed essere più veloce! Ti ringrazio ancora
per il sostegno, e spero vivamente che la storia continui a piacerti.
Al
prossimo capitolo :P
Bellatrix_Indomita:
Oh cara ** sei stata gentilissima a lasciarmi un commento nonostante il
tempo mancasse. Sono felice di avere una fan tanto fedele =).
Dunque,
spero che ti sia piaciuto, e che abbia trovato il tempo per leggere.
Un
bacione, e grazie dal profondo ^.^.
lellina:
Wah, tranquilla cara, non c'è problema per il ritardo.
Piuttosto, che romanzo stai leggendo? *Sono una personcina curiosa
ù.ù* . Grazie mille per i complimenti, e per
l'incoraggiamento. Spero di aver ripreso almeno un po' la mano. Lo
spero vivamente.
Beh,
ci sentiamo su msn. Un bacino.
Chamelion_:
Quando ho letto il tuo commento, sono rimasta di sasso! Fa sempre molto
piacere leggere delle belle recensioni, ma quando a lasciarle
è un'autrice che piace, fa ancora più piacere!
Essì, perchè io sono rimasta completamente rapita
da tuo stile, mi piace davvero molto.
Sono
veramente felice che tu abbia letto il mio lavoro, e ti ringrazio molto
per aver lasciato un tuo giudizio.
P.S:
Ho visto che hai aggiornato, appena posto corro a leggere. Anche se in
ritardo -.-"
Luca_sto:
Lo ammetto Sto, quella frase era riferita a te xD Le tue poesie mi
mandano a male, mi fanno sentire un piccolo sputo inutile. Vergognati!
E'
un onore per me essere letta da te O.o. Grazie! Grazie! GRAZIE!
Ringrazio
inoltre tutti i lettori, e coloro che hanno aggiunto, e continuano ad
aggiungere "Burn" alle preferite, alle seguite ed ora anche alle
ricordate. Sei gentilissimi tutti. Mi riempite di gioia.
Un
bacione.
P.S:
Sono stranamente sicura di me... Significa che questo capitolo in
realtà fa schifo xD Spero di no.
Favole
;)
|
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Capitolo 18 *** Ciò che accade in tua assenza. [Prima parte] ***
Prima
della partenza:
“Avrei
potuto salvarla da un forte dolore, da una
delusione profonda.
Mentire.
Amarla. E
poi mentire ancora, sino alla nausea.
Sarebbe
bastato poco.
Solo
un po’ di silenzio…”
-Dobbiamo
parlare-
Kagome
abbassò lo sguardo, e osservò il tessuto pregiato
del vestito scuro che quella
sera, aveva scelto con tanta cura. Ripensò al motivo di
tanto impegno del
conciarsi in quel modo, e si sentì avvampare
improvvisamente.
Voleva
sembrare bella, più sensuale del solito, per sedurlo per
l’ennesima volta, e
scrutare un fuoco ardente negli occhi del suo uomo. Aveva voglia di
fare sesso
con lui, di crogiolarsi nel piacevole aroma dell’amore
carnale. Era del tutto
normale, no?
C’era
l’amore fra loro, era così evidente da destare
panico nella sua mente. Non era
nascosto, avevano entrambi
confessato di provarlo, infondo a quel cumolo di macerie che si era
sostituito
a quelli che un tempo, erano i loro cuori.
Eppure,
seduta al suo fianco, in una macchina che odorava di profumo maschile,
sentendo
la sua voce, aveva provato disagio, tanto che rimase immobile, per
paura di
poterlo sfiorare inavvertitamente.
-Si-
Rispose, con immensa fatica. –Di lei.-
Si scoprì inacidita nel pronunciare quelle due parole,
sorpresa nell’aver
scelto di non chiamarla per nome. Eppure, quando avevano parlato, non
s’era
sentita minacciata o infastidita.
Sospirò
e porto la mano sul petto, tastando alla ricerca del ciondolo di suo
fratello.
Ebbe un senso di bizzarra beatitudine, non appena lo sentì
sotto i
polpastrelli.
-Già,
di lei. E di… noi.
– Puntualizzò
Inuyasha, posando le braccia sul volante a mo di cuscino, per poi
appoggiarci
la testa, in cerca di calma. –E probabilmente anche di lui. Lui, non manca mai.-
Kagome
abbandonò finalmente le sue gambe ricoperte dal vestito
vistoso, e si voltò verso
il suo interlocutore, stizzita.
-Koga,
diamine! Chiamalo per nome…- Urlò, per poi
guardare nuovamente altrove. –E poi
lui che c’entra, ora?- Sussurrò questa volta,
mordendosi le labbra.
Ci
fu un lungo silenzio, caratterizzato dal fatto che entrambi, avrebbero
voluto
essere in qualsiasi posto, a costo di non rimanere li, rinchiusi in un
ambiente
angusto, obbligati a stare fin troppo vicini per i loro gusti, tanto da
sentire
i propri respiri.
Pensarono,
tutti e due, che la cosa più assurda di tutte, fosse che
fino a pochi giorni
prima, soffrivano nello starsi lontani.
-Mi
spiace…- Azzardò Inuyasha. –Koga non
c’entra nulla ora. Sono io ad essere
irritabile, un po’ per il mio stato fisico, e un
po’ per quello che fra poco ti
dirò- Confessò.
-Ok-
Si limitò a rispondere l’altra.
-Che
significa, “ok”?- S’irritò
lui, sfiorandole il braccio per spingerla a girarsi.
Kagome
scosse l’arto, liberandosi di quel tocco, visibilmente
infastidita,
spiazzandolo completamente.
-Cos’è…
ora non vuoi nemmeno che ti tocchi?- Bisbigliò a denti
stretti, ferito da ciò
che era appena accaduto.
Lei
non rispose, aprì la portiera dell’auto e ne
uscì, dirigendosi verso il
cancello di casa sua. Inuyasha nero di rabbia, la seguì a
lunghi passi, per poi
afferrarle nuovamente il braccio, questa volta con forza, e spingerla
contro la
cancellata.
-Ho
qualcosa da dirti, e tu non fuggiarai!- Imprecò, scuro in
volto.
Kagome
boccheggiò per lo spavento e per il disagio causato da
quella situazione. Si
sentì invadere da un’angoscia che, aveva
già conosciuto nei suoi primi incontri
con il mezzo demone. Turbata tentò di trattenere invano le
lacrime.
-Io non posso.- Mugolò fra i singhiozzi. –Non posso
permetterti di distruggere ciò che siamo riusciti a
rimettere insieme!
–Strillò.
Le
tornò in mente Himura Yoko, l’investigatrice
privata che aveva assunto per
indagare sulla vita passata di Koga. Ripensò alla decisione
che aveva preso
riguardo alla cartella contenente i risultati delle indagini. Aveva
scelto di
non sapere, di non affrontare il passato e di vivere in presente, per
questo
infondo, non voleva che Inuyasha parlasse.
Sentì
il sangue scorrere di nuovo normalmente, e la presa allentarsi.
-Non
posso più restare in silenzio, e credimi, vorrei tanto
accontentarti, ma non
posso. Prima o poi lo verresti a sapere, e sarebbe peggio, ed io non
posso
rischiare di perderti…-
-Non
dire più niente… -Lo pregò, stringendo
fra le mani la camicia bianca
aggrappata.
Inuyasha
le accarezzò i capelli, portandoli indietro.-Sei davvero
bella stasera- Le
sorrise. –Sei così bella, ed io sto per far
piangere i tuoi occhi…- Si morse le
labbra, la tensione gli aveva creato un groppo alla gola.
“Ancora
un po’…
Vi
prego, concedetemi dell’altro silenzio.”
-Quando
Koga è morto, ho fatto l’amore con Ayame.-Lo disse
in fretta, senza guardarla
negli occhi, spaventato all’idea di poterla vedere spezzarsi.
Avrebbe potuto
vedere il modo in quei occhi castani, il modo e la distruzione
d’esso.
–L’abbiamo fatto più volte a dire il
vero.-
Kagome
non rispose, lo abbandonò lì, davanti a casa sua,
senza più nulla di certo. Lui
la lasciò andare, ma alzò lo sguardo alla sua
finestra. Se ne andò soltanto
quando vide la luce della sua camera spegnersi.
“Avrei
voluto un solo istanti in più…”
.Burn.
Ciò
che accade in tua assenza. [Prima parte]
-Potrebbe
essere freddo, signorina- La voce gentile dell’ostetrica,
accompagnata da uno
smagliante, e rassicurante sorriso, la tranquillizzò. Fece
un sospiro profondo
e cercò lo sguardo d’orato del proprio amante.
Estrapolò forza da quello
sguardo che, fino a poco tempo prima, avrebbe descritto come ghiaccio
puro, ma
che da poco, sembrava essersi addolcito. Sorrise al suo
demone, e ne cercò la mano, per poi stringerla forte nella
propria, piccola e fragile.
Voltò
il capo e sussurrò tremante: -Sono pronta.-
L’ostetrica posò
delicatamente la sonda sulla pancia poco
sporgente, compiendo movimenti circolari.
-Guardate
lo schermo. –Suggerì.
Così
fecero i futuri genitori, e ne rimasero talmente sorpresi, che non
parlarono
per tutto il resto dell’ecografia.
-Il
feto sembra stare bene, ma per il sesso, come immaginerete,
è ancora troppo
presto.- Li avvisò, ripulendo la pelle di Rin dal gel che
poco prima aveva
sparso per rendere possibile l’esame.
Uscirono
dall’ospedale in completo silenzio, ognuno perso fra i
proprio pensieri.
Salirono in macchina, ma Sesshomaru non mise in moto, al contrario si
voltò
verso la ragazza, e la guardò attentamente.
-Hai
preso una decisione? Perché se così fosse, mi
piacerebbe essere informato…-
Esclamò, trattenendo a sento il nervosismo.
Rin
si guardò le mani unite in preghiera, e restò un
attimo in silenzio.
Aveva
deciso, lo aveva fatto la sera prima, quando sfilandosi il vestito
leggero e
fresco di acquisto, si era ritrovata a guardarsi la pancia, leggermente
gonfia
e stranamente attraente.
Era
la prima volta che si osservava, fino a quel momento si era vietata
ogni
contatto con quell’argomento, ma quell’istante,
sembrava essere stata attratta
da una forza sconosciuta.
Quel
magnetismo l’aveva spinta a poggiarci una mano su, per poi
ritrarla
velocemente. Aveva respirato profondamente, per poi ritentare, e
rimanere
sconvolta dal calore che il suo corpo riusciva ad emanare.
Senza
interrompere quel contatto, si era stesa sul letto, e sbattendo le
palpebre più
e più volte, aveva lasciato che le lacrime scivolassero fino
all’attaccatura
dei capelli.
Poi
aveva sorriso, e aveva pronunciato tre parole: “Il
mio bambino”
-Sì.- Esclamò con
decisione, alzando lo
sguardo, sfidando quello severo prima, e preoccupato poi, di Sesshomaru
. –Sarà
difficile per entrambi, ma è quello che voglio, e mi
piacerebbe che tu mi
rimasse vicino, anche se ho deciso di non obbligarti a farlo. Voglio
che sia tu
a decidere se far parte, o meno della vita del
bambino.- Pronunciò le ultime parole in fretta,
e arrossì, nel rendersi
conto d’essere sembrata goffa ed imbranata
nell’annunciare una notizia tanto
importante.
Sesshomaru
guardò avanti, e mise in moto l’auto.
–Ci sarò…- Rispose sereno.
–Andremo a
vivere insieme, e cercherò di non farti pesare questa
prematura esperienza.
Sarà complicato, ma non impossibile.-
La
ragazza sorrise appoggiando la testa al finestrino, perdendosi nelle
immagini
del mondo, che scorrevano veloci davanti ai suoi occhi.
Sentì i muscoli
rilassarsi per la liberazione da quel pesante fardello, e
desiderò raggiungere
casa in fretta, per gettarsi sul letto e addormentarsi stretta fra le
braccia
di Sesshomaru.
***
-Fuggire
è da vigliacchi-Biascicò. –E’
davvero da vigliacchi. E anche un po’ da stronzi-
Ayame
l’osservò sdraiarsi sul pavimento, alzare gli
occhi al soffitto, e richiudere
le palpebre, accecato dal bagliore del bianco troppo intenso. Lo
ascoltò
sussurrare frasi senza senso, miste ad odio e lacrime, ma non si mosse
mai.
Rimase immobile, spettatrice di un dolore che, doveva lasciare un corpo
avvelenato ormai da giorni.
-Tu
non credi, rossa?-Ridacchiò, rimettendosi seduto.
–Non credi che lei sia
una grandissima Pu…- Si
interruppe, lasciando la stanza di corsa, barcollando di qua e di la,
verso il
bagno.
Ayame
lo sentì rimettere. Pensò di essere terribilmente
fuori posto, ma non si mosse
ancora.
Attese
per un ora il suo ritorno dal bagno, poi si sollevò, e
camminò lenta alla sua
ricerca. Lo trovò disteso per terra, boccheggiando e pallido
in volto.
-Hai
vomitato?-Gli chiese. In attesa di una risposta, afferrò un
asciugamano, e lo
passò sotto il rubinetto d’acqua aperto,
inumidendolo.
-Mmh,
si- Mugolò in risposta, cercando di sollevare il capo,
invano, per un paio di
volte, per poi arrendersi.
-Appoggia
la testa sulle mie gambe- Gli ordinò, dopo essersi seduta al
suo fianco.
–Starai meglio…- Lo rassicurò,
rinfrescandogli la fronte con l’asciugamano
imbevuto d’acqua fresca. –Starai meglio, vedrai.-
Lo
lasciò piangere.
Quando
si risvegliò, la luce giallastra del bagnò gli
sembrò estremamente luminosa,
troppo luminosa. Sentì la testa dolore talmente forte, da
obbligarlo a richiudere
gli occhi.
Era
intorpidito, e non gli fu difficile capirne il motivo. Era steso sul
pavimento,
e sicuramente vi era rimasto parecchie ore.
Lamentandosi
riuscì a mettersi di lato, ritrovandosi a pochi centimetri
dal viso rilassato e
assopito di Ayame. A quella visione, le domande cominciarono a sorgere
repentine, quanto fastidiose.
Quanto
aveva bevuto?Che cosa aveva
detto da ubriaco?
L’ultima però, era quella che lo
preoccupava maggiormente, una vera piaga, come se non ce ne fossero
già
abbastanza.
Che
diavolo aveva fatto?
Deglutì,
profondamente turbato. Non ricordava una sola notte passata interamente
a
parlare con Ayame. Nemmeno una.
Loro
non parlavano, loro producevano passione, e la passione non aveva nulla
a che
fare con le parole, purtroppo.
Con
molta fatica riuscì ad alzarsi, e cercò di
sgattaiolare silenziosamente fuori
da quell’inferno piastrellato, con scarsi risultati. Difatti
si schiantò contro
ogni tipo d’ostacolo presente sulla sua via di fuga,
barcollando tremendamente,
ma senza mai guardarsi indietro, terrorizzato dall’idea di
vederla svegliarsi.
Aprì
il rubinetto della cucina e ci infilò sotto il viso,
facendosi colpire dal forte
getto, senza muovere un muscolo per la bassa temperatura
dell’acqua. Poi, senza
asciugarsi, guardò il calendario e sospirò.
-Due settimane senza di te.-
Bisbigliò,
sentendosi alquanto patetico.
-Non
abbiamo fatto sesso, tranquillo- La voce delicata e ancora assonnata di
Ayame
giunse sino alle sue orecchi canine, dolce come la musica del
più elegante dei
carillon. Era una fantastica notizia quella, davvero fantastica.
-Abbiamo
imparato a parlare?- Ironizzò.
-Affatto.
Credo che qui, l’unica che debba imparare ad esprimersi
verbalmente, sia io.
Non hai nessunissima difficoltà nel farlo, tu-. Puntualizzò la
rossa.
Inuyasha
fece spallucce, allibito per quella rivelazione, e senza prenderla sul
serio,
si trascinò sino alla sala da pranzo, alla ricerca del suo
cellulare. Negli
ultimi cinque giorni Kagome aveva cominciato a scrivere, e questo lo
rendeva
meno triste, ma non abbastanza da fargli avere la forza di rispondere.
-Mmh,
come sospettavo c’è
posta per me-.
Disse fra sé e sé.
<<
La fioritura di gente simile agli Dèi
Nell'aria ammutolita
Sembrerebbe strana
A un intruso
di una certa misura
ma questo è tutto ciò che ci resta
per guidarci
Adesso che lui se n'è andato
"Jim Morrison" >>
Strabuzzò
gli occhi, incredulo.
-Ayame,
potresti venire un istante qui?- Lechiese, incitandola a sbrigarsi.
La
rossa obbedì.
-Wow!-
Esclamò.
-Wow?-
Le chiese ancora più stupito.- La conosci?-
-E’
stata Kagome ad inviartela?- Gli chiese, sospettosa.
-Si…-
Le rispose. –Allora, la conosci?-
-Si-.
Rispose, incupendosi all’improvviso. –E’
stata l’ultima lettera che Koga mi ha
scritto.-
Emmh
emmh. Ma ciao!
Si,
sono imperdonabile, per questo non chiederò nemmeno scusa
questa volta, tanto
non servirebbe a nulla >.<. Dopo secoli, eccomi
finalmente ad aggiornare
questa ff che sicuramente ormai, miei poveri fans, avrete inserito nel
dimenticatoio.
Ora
però, passiamo subito alle spiegazione, perché
questa volta ne ho parecchie da
fare:
-Devo
scusarmi per il casino che ho fatto con le scene che vengono prima
della
partenza, e con quelle che vengono dopo. Spero di non avervi confuso
troppo.
>-<
-La
scena di Rin e Sesshomaru è strana. Mi sembra parecchio
infantile e fuori
posto, ma non sono riuscita a fare di meglio, davvero. Mi sono molto
impegnata
per quel piccolo pezzo dedicato a loro, ma non ne sono pienamente
soddisfatta.
Avevo pensato di non inserirla in questo capitolo, però ho
pensato che sarebbe
stato ingiusto non ritagliare un pezzo per loro. Insomma,
ciò che sta
succedendo è parecchio importante, no?
-La
mail che Kagome manda ad Inuyasha, è la stessa che le
arrivò anonimamente nel
capitolo “Sangue”. Probabilmente non lo
ricorderete, dato che è passato così
tanto tempo, per questo ho deciso di ricordarvelo.
Di
quella poesia, per ora posso dirvi che sarà parecchio
importante per la storia.
Passiamo
ora ai ringraziamenti =).
leleosana:
Grazie
mille per il commento, mi rallegra il fatto che tu sia riuscita ad
immedesimarti nei personaggi. Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto. =)
ryanforever:
Carissima!
Il tuo commento mi ha fatto rendere conto di quanto sia in ritardo con
l’aggiornamento…
Mi hai lasciato gli auguri per pasqua [che fra l’altro
ricambio, anche se ormai
-.-“], questo significa che non è passata una
vita, ma che ne sono passate due!
Beh, che dirti, come vedi Rin e Sesshomaru hanno deciso di tenere il
bambino. ù.ù
non avrei mai fatto
abortire Rin, è troppo triste come decisione, non ce
l’avrei mai fatta!
Ti
ringrazio tanto per la gentilezza che hai di
commentare sempre, sei davvero troppo buona! Un bacio =)
morkia90:
Grazie sia
per il commento, che per il complimento, che per gli auguri XD. ^^
Chamelion_:
Ok,
quanto sarà difficile per me rispondere a questo commento
senza rischiare di
scoppiare a piangere? * Riprende fiato, l’assenza di virgole
è voluta! XD *
Tanto, sarà tanto difficile!
E’
il commento più completo che mi abbiano mai
lasciato. Mi ha resa felice ogni cosa che hai scritto, persino le
critiche! Ho
percepito il tuo amore verso questa ff, e questo mi ha commossa. Hai
esaminato
il tutto in modo preciso e attento. Io, io… davvero non so
come ringraziarti!
Mi hai fatta sentire non so, importante forse.
Vorrei
farti capire davvero quanto mi ha fatto
piacere, ma non credo esistano parole.
Grazie,
grazie davvero<3.
luca
blight: Ok, ti
dico solo che mi hai un po’ smontato per questo capitolo, per
cui non ti meriti
ringraziamenti ù.ù<3
Luca_sto:
Emmh si,
forse Ayame ha capito che autodistruggendosi, alla fine ci si ritrova
sempre
allo stesso punto. Eeee chissà quali discorsi XD Grazie per
aver commentato
Menta *-*
sesshy_91:
Mi spiace
tanto per averti fatto aspettare così tanto
>__< Sei davvero gentilissima
a seguirmi anche
qui ^^ Spero che questa
storia continuerà a piacerti!
lellina:
Evvia la
mia “ff” dove non si capisce nulla, ma piace anche
così! xP Questo è davvero un
complimento U_U Ho il potere di ammaliare con il nonsense. Ma sono
geniale!
Nah, scherzo ^^.
Quello
era il mio genere qualche anno fa, ora oscillo
più su drammatico puro. >.<
Grazie
mille per il commento!
PazzaXinu:
La
quarta? O_O Ma veramente?! Ma… ma<3 Grazie, grazie e
grazie!
LaNana:
Ti sei
svegliata con l’ansia di leggere? *___* queste sono le cose
che fanno gongolare
un’autrice come me! Mi spiace tanto di averti fatto attendere
così tanto
>___<
Ci
tengo inoltre a ringraziare:
1
-
claustrophobic
2 - debs96
3 - GioRock
4 - Liby_chan
5 - Minou90
6 - Sandro
ecb
7 - sardonica
8 - sophia90
9 - tenshifly
Per
averla inserita fra le “storie da ricordare”
vampirella94
vale_chan79
lellina
icetta_tigrotta8
elie84
sesshy_91
kittyna1990
attenomis
Sandro ecb
mariza90
Per
averla inserita fra le preferite [Sono state le ultime, ovviamente
mille grazie
soprattutto a chi l’ha inserita da tempo!. Le sto segnalando
perché con le
ultime opzioni che sono state aggiunte nel sito, ora mi è
più semplice vedere
chi sono le ultime persone che la inseriscono]
E
infine:
pazzerella_92
Liby_chan .
LaNana
vampirella94
Niis
Marquise
Minou90
aquizziana
manga_girl
Per
averla inserita alle seguiete. [Anche qui,
stesso discorso di sopra.]
Grazie
anche a chi legge soltanto.
Un
bacio, Favole.
|
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Capitolo 19 *** Ciò che accade in tua assenza [ Seconda Parte. ] ***
Capitolo nuovo finitooo!
.Burn.
Ciò
che accade in tua assenza [Seconda Parte]
-L'ultima lettera di Koga?-Chiese incredulo, riportando lo sguardo
sulle parole di quella mail che mai, avrebbe desiderato ricevere. Erano
sue notizie, anche se non diceva nulla di ciò che stava
facendo, né di come si sentisse, erano notizie. Era viva,
anche se lo sapeva, stava cominciando a non darlo così tanto
per scontato. Negli ultimi anni aveva imparato che la morte arrivava
sempre all'improvviso. Un'istante il cuore batte, mentre quello dopo,
il torace smette di gonfiarsi e sgonfiarsi, privo di ogni respiro.
Se Kagome non era davanti ai suoi occhi, poteva anche essere morta.
Avrebbe potuto cessare di vivere in ogni istante.
Quando arrivava qualcosa di suo, lei era viva. Pur tuttavia, non poteva
rallegrarsi per quella mail, almeno non del tutto. Come avrebbe mai
potuto?
Koga sembrava essere ovunque.
-Si, Koga mi scriveva spesso delle lettere. Spesso erano i suoi
pensieri quelli impressi sulla carta, a volte erano sfarzi di vita
altrui...-Rispose, chinando la testa, cercando di nascondere
l'espressione triste insidiata nell'iridi chiare.
-La sua ultima lettera, è stata quella
poesia...-Ripeté, dandogli le spalle.
Inuyasha sbuffò, e si lasciò scivolare sul
pavimento. Il calore estivo lo imprigionò in una devastante,
quanto fastidiosa spossatezza.
-Ayame...- La chiamò per nome, senza però
ottenere la sua attenzione. Lo aveva sentito, si, ma non aveva alcuna
intenzione di guardarlo negli occhi, non mentre i suoi sentimenti erano
chiaramente stati messi a nudo. -Tu mi odi?- Le domandò,
spiazzandola completamente.
La rossa trattenne il respiro, cercando di sigillare i propri
sentimenti, e si mise a sedere al suo fianco.
L'aveva mai odiato?
Si, lo aveva odiato.
Tuttavia non aveva dato peso a quel sentimento, la tristezza aveva
ricoperto tutto in quei due anni, tutto.
Sentì la sua mano tremare, e cercando conforto, la
posò su quella gelida del mezzo demone. Non rispose alla
domanda.
-Non ho mai smesso di chiedermi cosa sarebbe successo se, quella notte,
invece di mandarlo via, l'avessi tenuto con me.-Sussurrò,
stringendo più forte la mano della ragazza, sempre
più scossa dai tremori.
-Era al limite Inuyasha, tu non gli hai dato la droga, e lui
è uscito per procurarsela... Tu non hai alcuna
colpa...-Rispose, senza essere completamente convinta di ciò
che stava uscendo dalle sue labbra carnose.
Il mezzo demone si alzò. -Ho bisogno di bere. Vuoi della
birra?-Le chiese, sembrando più disperato di quando cercava
di dare a vedere.
Ayame annuì, per poi chiudere gli occhi e ascoltare i suoi
passi allontanarsi. Era incredibile. Era assurdo. Uscire da quel
vortice di ricordi, era impossibile. Ogni sforzo sembrava vano, tutto
tornava indietro, come a voler ricordare che nulla poteva essere
accantonato di quella storia, almeno finché non si fosse
trovato un tassello mancante, quello che nessuno di loro riusciva a
vedere.
Inuyasha tornò con due bottiglie, già stappate, e
senza perdere tempo, si rimise seduto al suo fianco, allungandole la
bevanda che bel presto, sarebbe diventata sinonimo di
serenità.
Rimasero in silenzio per parecchio tempo, ascoltando soltanto il poco
piacevole rumore provocato dai sorsi, poi Ayame trasse un profondo
respiro, e il mezzo demone la guardò in faccia, cercando di
capire cosa le stesse passando per la testa.
Sembrarono essersi dimenticati della mail.
La rossa finì il liquido amaro in un sorso, e ripose sul
fianco libero la bottiglia vuota.
-Ultimamente sono tormentata da un'idea folle. E' come un tarlo nella
mia testa, per quanto provi a scacciarla, quella si insinua
più a fondo.-Cercò lo sguardo di Inuyasha, e si
liberò dalla stretta della sua mano, per poi accarezzargli
il dorso, dolcemente. Ayame si sentiva rassicurata dal contatto fisico,
soprattutto quando doveva confessare qualcosa di difficile da dire. Era
come un aggrapparsi disperatamente all'altra persona, per sentirsi meno
sola. Compresa, almeno un pochino.
Inuyasha reagì a quel contatto, e quasi desiderò
approfondirlo, accogliendola fra le sue braccia, per poi cingerle
energicamente i fianchi, ma rimase immobile, poiché il
pensiero di Kagome, fece capolino nella sua mente non appena qui
pensieri s'erano fatti avanti.
Cercare conforto nel corpo di un'altra donna, non era una soluzione,
neppure se la donna in questione, avesse la capacità innata
di far dimenticare ogni pensiero negativo con un semplice movimento del
bacino.
Si sentì in imbarazzo per quel pensiero, e si
spostò, sottraendosi a quel gentile tocco disperato.
Ayame sussultò, e tornò a guardare dritto davanti
a se, stringendosi le gambe al petto.
-Parlami di questo pensiero-Le disse, con un tono talmente duro da
sembrare un ordine. La rossa si sentì invadere da un forte
imbarazzo, e senza farsi notare, si allontanò di qualche
centimetro, per evitare di poterlo toccare accidentalmente.
-E' così difficile da dire...-Sussurrò.-Forse
perché infondo, non
voglio nemmeno crederci- Continuò, diventando
terribilmente seria.
Inuyasha si
rese conto della situazione, e si preparò ad incassare un
nuovo, duro colpo. -Maledizione,
parla!-Inveì.
La rossa tremò.
-Hai mai pensato che... potrebbe essersi
suicidato?-Pronunciò le ultime parole velocemente, guardando
il suo interlocutore dritto negli occhi, pronta a scrutare ogni sua
palpitazione o sussulto.
Lo vide alzarsi, e camminare nervosamente per tutto il perimetro della
stanza. Si portò le mani sopra alle testa, e rise
nervosamente. Affondò le dita fra i capelli argentei, e
graffiò la cute, muovendo il capo in segno di diniego. Non
poteva credere a quello che Ayame aveva osato dire.
Rise, e poi rise ancora. Di gusto, senza riuscire a fermarsi. Rise,
innervosito rise, sino a sentire dolore all'addome.
-Che cazzo stai dicendo?-Ringhiò precipitandosi verso Ayame,
che spontaneamente sussultò, alzandosi in piedi ed
indietreggiando sino a ritrovarsi spalle al muro.
La guardò stupefatto.-Che
cazzo dici?- Disse ancora.
-Pensaci, Inuyasha! Da quanto tempo si drogava? Da mesi ormai... Non
avrebbe mai sbagliato la dose, non le avrebbe mai presa troppa. Lui
sapeva che sarebbe successo, sapeva che sarebbe stata
letale!-Urlò lei, difendendo il concetto espresso poco prima.
Inuyasha si sentì improvvisamente la testa pesante, mentre
un forte senso di nausea lo costrinse a ripiegarsi su se stesso.
-Da quanto?-Biascicò, cercando di mantenere una posizione
eretta, minacciando la rossa con lo sguardo.-Da
quanto?!-Urlò a pochi centimetri dal suo volto.
-Da quanto cosa?!-Rispose lei, alzando altrettanto la voce.
Inuyasha ringhiò furiosamente. -Da quanto ci pensi? Non mi
sembra un pensiero improvviso questo, e nemmeno tanto insicuro. Ne sei
convinta, vero? Da quanto?! RISPONDIMI!- Le afferrò le
spalle, strattonandola violentemente.
Lei chiuse gli occhi, e quando li riaprì, tutto era
appannato dalle lacrime che avevano preso a scivolarle sugli zigomi,
copiose e salate. Aveva paura, non riusciva a capire per quale motivo
Inuyasha stesse reagendo a quel modo.
Si morse il labbro, e irrigidendosi, trovò il coraggio di
rispondere: -Ci penso da quella notte in cui hai fatto l'amore con
Kagome. Da quella vostra prima notte.-Chiuse gli occhi.
Il mezzo demone la lasciò andare, scivolando nuovamente sul
pavimento, questa volta si distese.
-Perché proprio quella notte?- Le domandò,
sfinito da una furia che l'altra non aveva capito, ma a cui lui sapeva
dare un nome.
Ayame si asciugò le lacrime, e tremò, indecisa se
pronunciare o meno le parole che con tanta fatica, si era curata di
trattenere, e ripromessa di non pronunciare mai.
Si guardò intorno, e a passo deciso si diresse verso la
porta. Non poteva parlare. Non poteva restare in quella stanza, non
senza impazzire.
-Ti prego...- Quella voce la trattenne. Era chiaramente spezzata da
qualcosa, qualcosa di veramente opprimente. -Ho bisogno di sapere. Mi
sembra di essere legato ad una giostra impazzita. Non riesco a vedere
più nulla con chiarezza. Se quello che dici è
vero, se Koga si fosse realmente suicidato, la colpa di tutto sarebbe
soltanto mia.-
La ragazza si congelò. Posò i palmi sul legno
della porta, e poi ci posò la fronte. Ogni centimetro del
suo corpo tremava terribilmente, non ci sarebbe stato nulla in quel
lunghissimo istante, capace di calmarla. Nulla.
-Come puoi darti la colpa di tutto, con così
tanta facilità?- Gli chiese, incredula.
Inuyasha abbandonò il suo sguardo dietro le palpebre, e si
gustò un po' di oscurità. Non era difficile per
lui incolparsi di tutto, lo aveva fatto per così tanto tempo
che ormai, non ricordava più come ci si sentisse privi di
ogni senso di colpa.
-E' semplice, perché la colpa è mia, e mia
soltanto. Sono stato accecato dall'odio per il tradimento subito, e
l'ho mandato a morire...-Sussurrò, morendosi le labbra,
cercando di catturare le stesse parole che poco prima, era sicuro fosse
giusto pronunciare.
-Ora ti prego, dimmi il perché-La implorò
nuovamente, continuando a tenere gli occhi chiusi.
-Quella notte, seduta al tuo fianco davanti alla porta della tua
camera, mentre l'odore di Kagome impregnava l'aria che ci circondava,
mentre i nostri corpi respiravano vicini, senza proferire parola, io ho
provato un sentimento intenso.-Sentì le lacrime solcarle
nuovamente il viso. -Ho provato invidia, o meglio gelosia. Mi sono
sentita tradita anche da te, che non sei nulla per me. Nel mio cuore,
ti avevo posseduto, e in quel momento il bruciante desiderio di averti
ancora, mi ha resa tremendamente gelosa.-
Inuyasha spalancò gli occhi, incredulo. Con un repentino
movimento, si mise in piedi, e le si avvicinò a passo lento.
-Koga era molto empatico, e quando ti ha confessato quello che aveva
fatto, deve aver scorto tutto l'odio che celavi, oltre a quello che hai
dimostrato. Ha sentito il tuo dolore, la tua disperazione... la tua
gelosia, che prematuramente aveva cominciato a corroderti dentro.-
-E con questo? Non
riesco a capirti.-
-Sapendo quanto è doloro quel sentimento, sono sicura che
Koga si sia sentito profondamente in colpa. Sapeva che avrebbe
ritrovato quei sentimenti in me, e che sarebbero rimasti, giorno dopo
giorno. Lui non poteva sopportalo.-
Inuyasha le si avvicinò, e senza pensare a nulla,
catturò il suo braccio e l'attirò a se,
premendola contro il proprio petto. Con una mano le
accarezzò la schiena, mentre l'altra affondò fra
i capelli rossi e ribelli.
-Mi dispiace...-
Biascicò fra le lacrime. -Mi dispiace di non averlo fermato-
Ore dopo, Ayame lo lasciò solo. Si sentì quasi
sollevato all'idea di potersi godere un po' di tempo da solo, ne aveva
bisogno.
Avrebbe potuto mettersi a letto, andare a dormire presto lo avrebbe
aiutato. Tuttavia il desiderio di avere notizie di Kagome, lo spinse ad
accendere il pc, con la speranza di trovare altre E-mail.
Effettuò il login, e con grande sorpresa,
constatò di avere posta in arrivo.
Era
lei.
<< Caro Inuyasha,
In
questo momento il tuo odio nei miei confronti deve essere fastidioso da
sopportare, e probabilmente, profondamente doloroso. Ecco, mi dispiace.
So che stai soffrendo, lo so perché sono sicura che a questo
mondo, ci siano soltanto due donne a conoscerti perfettamente, ed una
di queste, sono senza alcun dubbio io.
Per quanto sia afflitta dai più atroci sensi di colpa, non
è per questo che ho scelto di scriverti. Non è
per mettere a tacere la mia coscienza quasi morta, né per
chiederti scusa.
Qui, in Italia, ho molto tempo libero. Veramente troppo. Tanto da farmi
perdere la testa. Non riesco a fare a meno di pensare, le riflessioni
mi rincorrono; Vogliono divorarmi. Per quanto sia folle, non riesco a
liberarmi dal peso dei miei ultimi due anni di vita.
Leggendo queste parole, ti renderai conto che sto mettendo fine al
nostro patto. Io non
posso andare
avanti, poiché farlo, per me significherebbe sfuggire
nuovamente alla mia vita, al mio passato... ai miei ricordi. Per vivere
il mio
futuro, per andare veramente avanti, devo comprendere il mio presente,
e curare il mio passato.
Vorrei scriverti che ho riflettuto molto prima di partire, ma non
è così. E' stata una decisione improvvisa, un
correre verso l'aria dopo essere stata soffocata da qualcosa che
nemmeno io conosco.
Avevo deciso di non giustificarmi, anche perché sono sicura
che non capirai, però ho bisogno di farlo.
Ho bisogno di sapere se ci sarai, se sto combattendo per un reale
motivo...
Ti amo.
>>
<<
Rispondi. >>
Rispondi?
Si!
<<
Ti amo anch'io. Quando tornerai, ti amerò ancora.
>>
Ok, lo ammetto. E' un capitolo strano, ma mi piace. Si, stranamente, mi
piace. Anche se è corto >.<
Non credo che ci siano note da dover scrivere, per cui passo ai
ringraziamenti!
Bellatrix_Indomita:
Ciao cara! Non preoccuparti affatto
dello scorso capitolo, non è importante commentare anche
quello! Mi basta che tu l'abbia letto =). Sei sempre troppo gentile con
me. Ti ringrazio tanto per i complimenti!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacio!
icetta_tigrotta8:
Già, sono tornata :). Grazie per aver recensito, e per non
aver trovato banale la scena fra Rin e Sesshomaru. Per Kagome mi
dispiace, dovrai aspettare ancora un po', ma tranquilla, nemmeno
più di tanto. Grazie davvero, alla prossima!
ryanforever:
Non viene messa nel
dimenticatoio perché ho della fans come te, che continuano a
seguirmi e a commentare con gentilezza! *L'autrice gongola*.
Per la poesia, tranquilla, è ovvio che non la ricordassi.
Sono passati così tanti mesi da quando ho postato quel
capitolo che, sarebbe stato davvero da record se te ne fossi ricordata
xD. In questo capitolo ancora non svelo il motivo per cui Kagome manda
quel messaggio ad Inuyasha, ma molto presto lo farò! :).
Grazie ancora, e al prossimo capitolo! Kiss.
luca blight: Dopo
aver spoilerato cose che non dovresti nemmeno sapere, ho deciso di non
ringraziarti ù.ù. Scherzo dai, però
sei il solito idiota!<3
sesshy_91; Anche
io sclero in quel modo quando vedo una ff che seguo in cima alla lista,
ma mai avrei immaginato che qualcuno possa fare lo stesso con le mie
storie. *_* è magnifico!
Ti ringrazio molto per i complimenti. Migliore autrice sul campo? *La
Marti si scioglie e diventa acqua* Io gongolo facilmente quando
qualcuno mi fa di questi complimenti U.U Grazie davvero.
Al prossimo capitolo. ^^
LaNana: Troppo
buona a perdonare il mio ritardo!
Effettivamente i personaggi di questa ff, non solo sono OOC, sono
ESTREMAMENTE OOC.
L'hai letto tre volte di seguito? O.o ma poverina! Non ti fare
così tanto del male >.<.
Al prossimo capitolo *__*.
lellina: Ciao!
Questa volta ho cercato di aggiornare un po' più
velocemente. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie tanto
per aver letto e recensito. Grazie davvero tanto.
fmi89: Ciao,
non ti preoccupare per i commenti dei capitoli precedenti. Non
c'è alcun problema! Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto.
=)
PazzaXinu: Eheh
grazie mille! *__* Spero che troverai fantastico anche questo xD
Luca_sto: Stoooo
non ci siamo neanche salutati ç_____ç. Va beh,
delirio a parte, quella è una poesia! E' una delle tante
splendide poesie di Jim Morrison. La gente conosce solo le citazioni,
ma le poesie meritano di più.
Ho capito per quale motivo mi odi per quella frase XD. Scusa
>.<
pillo; Ed
ecco l'apice del gongolamento ( ? ) dell'autrice. Non sai quanto ti
vorrei ringraziare per questo commento, per il fatto che ti sei presa
la briga di leggerti tutti i capitoli insieme, per aver preso in
considerazione di leggere questa ff ! Io vorrei lanciarmi contro di te
e riempirti di baci xD Però credo che ti terrizzerei, per
cui mi limito a dirti infinitamentegrazieperaverlettoquestastupidafanfiction!
*_*
Bacio<3
Grazie anche:
A chi ha inserito "Burn" alle storie da ricordare: [ 10 in tutto ]
Elawen
Aeglos
A chi ha inserito "Burn" ai preferiti: [
59 in tutto]
Selena
Moon
MikoKagome96
shairah
Ally_thefox_
pillo
A chi ha inserito "Burn" alle
seguite: [ 60 in tutto ]
KissIccAkisS
gogaua
maylea85
kaggy95
pillo
E ovviamente alle solite, magnifiche, persone che leggono.
Grazie davvero!
Favole.
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Capitolo 20 *** Malinconica. ***
Come
delicati
cristalli, mi distruggo nella tua stretta.
Amabile
dolore.
.Burn.
Malinconica.
<<
Ti ho mai parlato della mia infanzia, Inuyasha?
No,
non credo di averlo mai fatto. Almeno, non in modo profondo. Con
la solitudine di questo viaggio, ho cominciato a provarne la voglia.
Vorrei
sfiorare le tue mani, distogliere lo sguardo dal tuo, e raccontarti
qualcosa.
Qualcosa di importante, che rimanga impresso nella tua memoria.
Farti
avere l’impressione di conoscermi da sempre, così
da poter
entrare dentro di te, e non uscirne più.
Ti
ho mai parlato di me, di me davvero?
P.S:
Presto sarò di ritorno.
Kagome.
>>
Respirò
a fondo.
La
carta della lettera era un contatto fastidioso. Seppur per un
secondo, gli sembrò che i polpastrelli prendessero fuoco.
Aprì i palmi, e la
osservò oscillare nell’aria, sino a toccare terra,
mortalmente silenziosa.
Dall’alto guardò le parole confondersi fra loro,
dando vita ad un fiume
d’inchiostro nero, ci annegò dentro.
Si
voltò, e lentamente raggiunse l’unica salvezza che
aveva imparato a
conoscere. Il sonno era l’unico rimedio.
Posò
il capo sul cuscino, e raggiunto da un brivido, fu spinto a
coprirsi.
-Sta
arrivando l’autunno.-
-Mmh,
quindi è in questo stato da ieri pomeriggio?- Chiese,
guardando
con estremo interesse, e con aria quasi divertita il mezzo demone. Era
da tempo
che non lo vedeva così, completamente inerme ed esposto al
mondo. Trasparente.
-Sì,
da ieri.- Le rispose Miroku, riuscendo a malapena a trattenersi
dal ridere. –Secondo te, quanto tempo è passato
dall’ultima volta che si è
lavato?-Domandò, sollevando il sopracciglio destro,
lasciandosi sfuggire una
smorfia di disgusto.
Ayame
lo fulminò non lo sguardo.
-Ti
preoccupi di questo? Insomma, sono qui da una quindicina di
minuti, e non l’ho ancora visto sbattere le palpebre. Non
è normale, no di
certo.- Esclamò, mordendosi le labbra alla ricerca di una
qualsiasi soluzione.
-Certo
che me ne preoccupo! Kagome sta per tornare, e certamente
questo non è il modo migliore di presentarsi, e dato che non
siamo a conoscenza
della data precisa in cui tornerà, è di vitale
importanza renderlo
presentabile!-
La
rossa si morse il labbro e si avvicinò ad Inuyasha. Si mise
a
sedere al suo fianco, e dopo aver tirato un profondo sospiro, gli
scostò i
capelli dalla fronte. Fu un gesto delicato, simile a quello di una
madre con il
proprio bambino.
Lasciò
scorrere le dita sulla sua pelle, sino ad arrivare a cingergli
le spalle, attirandolo lentamente a se stessa.
Inuyasha
socchiuse le palpebre.
-Hai
paura?- Gli sussurrò, continuando ad accarezzarlo.
-Sì…-
Rispose, arrendevolmente.
-Di…
cosa?- Domandò insicura, consapevole del fatto che con
quella
domanda, aveva preteso di scavare dentro di lui, senza nessun freno.
Alzò lo
sguardo, ed incrociando quello cobalto di Miroku, si sentì
quasi in colpa nel
pregarlo di andarsene.
Non
ci furono parole fra i due. In un attimo rimasero soli.
Lei,
ed Inuyasha. Di nuovo.
-Puoi
parlare liberamente ora…- Lo rassicurò,
mantenendo un tono
pacato.
-Il
tempo cambia tutto…- Biascicò lui. Si
sentì strano nel parlare,
percepì una sensazione di vuoto simile a quella che si prova
nei sogni, quando
il terreno sotto i piedi si spalanca, e la caduta libera continua sino
al
momento del risveglio.
-Non
sempre.- Gli rispose, senza troppa convinzione.
Rimasero
in silenzio, tanto da sentire le prime gocce di pioggia
sbattere contro il vetro.
Inuyasha
si sottrasse al caldo contatto della rossa, e la guardò in
viso. Era così rassicurante da sembrare finta.
Ayame era una bambola. Gli
occhi di vetro esprimevano tutto, eppure non spiegavano niente. Era
impenetrabile, eppure di natura fragile. La porcellana si frantuma, per
questa
ragione è difficile toccarla con tranquillità.
E’ preferibile avere a che fare
con qualcosa di solido, capace di durare nel tempo, senza subire
rotture.
Per
Inuyasha, Ayame era una bambola situata su di un divano bianco, in
una stanza vuota. Guardarla, lo riempiva di inquietudine, eppure gli
era quasi
impossibile distogliere lo sguardo da qualcosa di così
affascinante.
Era
spaventosa e rassicurante allo stesso tempo.
-Anche
tu lo sai, il tempo cambia tutto. Ed io non mi fido neanche
della mia ombra.- Pronunciò quelle parole con rabbia, un
attimo prima di
alzarsi, per raggiungere la finestra e guardarci attraverso.
– L’autunno
avanza. L’ultima volta che l’ho baciata, il calore
era così forte da sembrare
insopportabile.- Abbassò il tono della voce, arrivando quasi
a sussurrare.
-Il
tempo passa, ma lei torna per te.- Gli rispose, sapendo di
mentire.
-Cazzate.
Perché è dovuto fuggire?- Strinse i pugni, la
rabbia
esplodeva all’interno di quelle parole.
-A
volte la fuga è l’unico modo. Non si
può spiegare.- Questa volta fu
sincera. Poteva capire.
-Tornare
non basta, non sempre.- Era rassegnazione.
Era
una grande verità.
Sentì
le gambe tremare, ma non si fermò.
Era
di ritorno, e non c’era niente di più piacevole
per lei.
Nonostante il nervosismo continuasse a tormentarla, pungente come uno
spillo,
il calore che riempiva il suo corpo, le permetteva di camminare in
fretta,
manifestandosi appena sulle gote, con un tenue rossore.
Con
il cuore in gola, attraversò il corridoio, impaziente di
attraversare le porte in vetro, quelle che la dividevano da lui.
Arrivò in
fretta, ma non lo trovò. Lui non era lì.
-Sango?-
Si lasciò scappare incredula, quando l’amica le
sorrise,
sfiorandole poi il braccio, in gesto di conforto.
-Hai
fatto buon viaggio?-Le domandò, con la solita dolcezza di
sempre.
-Sì.-
Rispose secca.
Raggiunsero
la macchina in pochi minuti, permanendo in un silenzio più
che imbarazzante, carico di parole che entrambe potevano cogliere. Non
ci
sarebbe stato nulla di importante da dire, non mentre una certezza si
sgretolava miseramente.
Fu
un silenzio talmente lungo da confonderla, e quando decise di
riprendere parola, si sentì quasi stordita da tutto quel
riflettere, a cui
purtroppo non era riuscita ad opporre resistenza.
-Lui
dov’è?- Chiese senza voltarsi, con il gomito
poggiato alla
portiera dell’auto e la mano a sfiorare le labbra. Il suo
della sua voce uscì
distorto. Non smise mai di guardare la strada.
-Ha
bisogno di tempo.- Era la verità, ma la ragione non sempre
ci
mantiene calmi.
Sentì
che i polpastrelli stavano cominciando a raffreddarsi, era
nervosa. Tuttavia, tacque.
Era
notte, si sentì sollevata al pensiero di non dover
affrontare i
suoi genitori. Arrivata a destinazione, ringraziò Sango, e
pagò il taxi.
Il
suo cuore si fermò, quando l’esile figura
femminile posta davanti a
casa sua invase il suo campo visivo, ma con finta
tranquillità infilò la chiave
nel chiavistello, cercando di ignorarla.
-Mi
sfuggi?-La sentì sussurrare.
Ebbe
un fremito.
-Ci
provo.- Confessò, con tutta sincerità.
-Non
devi.- Cercò di convincerla.
-Perché
mai?- La sfidò.
-Perché
anche lui ha il diritto di prendersi del tempo, non credi?- Fu
quasi aggressiva nel dirlo.
Kagome
alzò lo sguardo, e il rosso dei capelli
dell’altra, la fecero
vacillare. Era improvvisamente piccola, fragile ed incapace di muovere
un solo
passo.
-Aveva
detto che mi amava, e che mi avrebbe amata anche una volta
tornata.- Non riuscì a dire altro.
Era
una grande verità.
Ok, è stato un parto finire questo
capitolo… E’ un intermezzo, forse.
Non lo so nemmeno io.
Non
doveva essere lui, il famoso ventesimo. Proprio no, ma non ho
potuto fare altro. Difatti questo capitolo doveva essere una shot
legata alla ff,
però poi ho pensato che avrei fatto un enorme casino,
quindi, eccolo qui. Mi
scuso per lo stile, è completamente diverso da quello del
capitolo precedente.
Ho giocato sui dialoghi. Potrebbero sembrare patetici, insensati e
inutili,
tuttavia io li trovo necessari. Per quanto mi innervosisca, continuo a
cambiare
modo di scrivere. >.<
Questo
capitolo mi piace e non mi piace, tuttavia ho deciso di
postarlo senza modificarlo in nessun modo. Probabilmente ho messo
più
sentimenti in questo capitolo, che in tutto ciò che io abbia
pubblicato su Efp in un
anno. Potrà non piacere questa cosa, perché sono
assolutamente sicura che si
sia notata una certa diversità dal resto della storia,
però non posso farci
niente, oltre a sentirmi dispiaciuta.
Molto
presto correggerò tutta la ff, compreso questo capitolo.
Non
so quando finirò “Burn”, non lo so
davvero… ma so che è quasi alla
fine, e che la terminerò per due ragioni:
L’ho
amata, l’amo e sempre l’amerò.
E’
stata inserita fra le scelte, e in rispetto a chi ha permesso
ciò,
e alle persone che l’hanno sempre seguita, donerò
un finale.
Non
me la sento di ringraziare uno ad uno per un motivo ben preciso,
quindi scusate se non lo faccio. Mi rifarò al prossimo
aggiornamento,
promesso.<3
Un grande bacio a chi continua a seguirmi, siete così
gentili da farmi
sentire un pochino brava =)
Favole.
|
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Capitolo 21 *** Ciò che può far male. ***
.Burn.
Ciò
che
può far male.
La sua
più grande occupazione in
quel periodo, era dormire. Era rimasta sorpresa nel constatare che sia
possibile addormentarsi nonostante la totale mancanza di sonno o
stanchezza. Le
bastava il buio, e quel silenzio che tanto, aveva sempre intorno. Non
una voce.
Nessuna notizia.
I suoi
giorni erano diventati
così, un concentrato di nulla e dolore. Silenzioso, mai
manifestato
apertamente. Qualche lacrima nel mezzo, ma rigorosamente in privato,
lontano
dagli occhi di chiunque.
Soltanto le
ore trascorse a
scuola andavano diversamente. Forse erano la sua salvezza.
Inuyasha
sembrava essersi
volatilizzato nel nulla. Aveva smesso persino di sperare di
incontrarlo, di
certo era meglio non dover incontrare il suo sguardo. Così
avrebbe potuto
fingere che non esistesse, che nulla fosse successo.
Stizzita si
rivoltò sotto le
coperte, sino a mettersi a pancia in giù. Era la sua
posizione, con quella non
poteva non prendere sonno. Chiuse gli occhi e provò a
concentrarsi su pensieri
oscuri, sperando di giungere a non averne alcuno.
La pioggia
la distrasse ancora.
Era impossibile fingere di non sentire quel ticchettio insistente
contro il
vetro.
Era forte, e
tremendamente
penetrante.
Socchiuse le
labbra, e sentendole
screpolate, le inumidì con la lingua.
-Questo
significa amare,
aspettare senza sapere se si otterrà qualcosa?-
Biascicò, girandosi su un
fianco, a occhi chiusi.
Quando la
porta cigolò, e dei
passi infransero quel silenzio, reso difettoso dallo scrosciare della
pioggia,
spalancò le palpebre, mostrando le iridi alla penombra.
Sospirò.
-Pensavo ti
fossi rassegnata. -
Esclamò, a voce bassa. Sentì il peso del corpo
della sua ospite sul materasso,
e il calore del corpo lottare contro il lenzuolo, unica separazione fra
loro.
Si raggomitolò violentemente su se stessa, cercando di
sfuggire al più piccolo
e possibile contatto.
Rimase
silente, in attesa di una
risposta.
-Non puoi
continuare a buttarti
via, Kagome.- Cercò di confortarla, mantenendo comunque un
tono pacato.
Quella
tranquillità la irritò
terribilmente.
-Và
via… Non vedo la ragione per
cui tu debba preoccuparti per me, Ayame. – Si morse il
labbro, tentando di
lasciar trasparire solo in parte il disgusto che stava provando.
–Insomma, hai
ottenuto ciò che volevi, no?-.
Dentro il
suo cuore stavano
vorticando emozioni così marce, che si sentì
male. Avrebbe voluto estirparle
dal suo torace, gettarle sul pavimento e osservarle deteriorarsi. Non
era da
lei provare odio. Non era da lei lasciarsi distruggere così
da un pensiero,
forse folle.
La gelosia
era dentro le sue
mani, che svelte scostarono le coperte, esponendola agli occhi di
quella che in
quell’istante, poteva dirsi sua nemica. Tremò di
rabbia, e pregò che la ragione
rimanesse saldamente serrata al suo cervello.
Avrebbe
voluto essere molto più
razionale, sicura nel ciò che aveva da dire. Quel turbamento
continuo invece,
non faceva altro che farla vacillare.
Avrebbe
voluto pregare che lui
tornasse, e allo stesso tempo, avrebbe voluto allontanarlo, per sempre.
Con
parole dure.
Tradendolo,
ferendolo nel
profondo.
E avrebbe
voluto che lei
sparisse. Lei che aveva avuto il coraggio di parlarle, di comportarsi
da amica.
Fanculo. Avrebbe voluto urlare.
-Lui
è tuo. Scopatelo. Consuma la
sua pelle, disseta le sue labbra. E’ tutto ciò di
cui ha bisogno, un corpo
caldo in cui rifugiarsi, per rinnegare la sua incompletezza, e riempire
il
vuoto che, lui stesso si è creato, drogandosi…-
Fece una pausa, credendo quasi
di morire per il forte batticuore. –Lasciando che mio
fratello si drogasse… Ha
avuto lui, e ora ha anche me. Sono legata a lui in modo indissolubile,
e non
posso fare a meno di questo fottuto legame.
Io sono
fottuta.
Lui si
fotterà te.
Quindi
insomma, siamo tutti un po’
fottuti!- Strillò, ormai del tutto priva di controllo. Si
sentì andare a fuoco.
Era brava lei a bruciare, a far sì che la sua pelle rodesse
così tanto da
sembrarle insopportabile e nociva, invece che una preziosa protezione.
La rossa non
aprì bocca, si alzò
e corse via.
Era troppo.
Anche per lei.
Lasciò
che la pioggia se infilasse
fra i suoi vestiti. I pizzi che le ricoprivano il seno si fecero
aderenti,
quasi a mischiarsi alla sua pelle. Camminava lentamente, ma il fiatone
quasi le
impediva di respirare.
Lacrime. A
rendere la vista quasi
impossibile.
Koga. In
ogni goccia.
Mancanza.
E’
possibile sostituire qualcuno che è morto?
Il senso di
colpa la stava
attanagliando. Non avrebbe mai voluto ferirla, non lei. Kagome era
l’unica a
poter capire il suo dolore, la sua perdita. L’unica persona
al mondo che non
avrebbe voluto ferire. Quella che avrebbe stretto fra le braccia, e
avrebbe
consolato senza esitazione.
Eppure…
Aveva un bisogno ben
preciso. E niente, niente avrebbe potuto sostituire quel bisogno.
Se ne
vergognò, e quasi sentì il
corpo abbandonarla. Barcollò, sino a trovare sostegno ad una
cancellata. Aveva
camminato a lungo, senza rendersene conto. Ed era lì,
nell’unico posto, dove
avrebbe trovato pace.
Inuyasha.
Koga. Inuyasha… Ko…
I loro visi
avevano preso a
confondersi.
Attraversò
il cortile con una
foga che non aveva mai avuto, nonostante la sua totale mancanza di
tranquillità, praticamente cronica nella sua vita.
Sbatté il pugno contro la
porta, una, due, tre volte, così violentemente da farle
male. Ma non le
importava.
Quando
Inuyasha aprì la porta, lo
guardò negli occhi. Fu subito chiaro a tutti e due, che una
volta varcata
quella soglia, per entrambi non ci sarebbe stata via di scampo. Lui le
afferrò
la mano, e senza esitazione la tirò a se, facendo in modo
che i loro corpi si
sfiorassero.
-Che ci
succede?- Mormorò
avvicinandosi al suo orecchio. Lei lo sentì tremare.
-Non lo so.-
Rispose, sinceramente.
Si appoggiò con la schiena al muro, e lo guardo chiudere la
porta. Sentì quasi
un dolore nei pochi secondi che il mezzo demone passò
lontano dal suo corpo, e
fu invasa dalla pace quando percepì il calore delle sue
mani, a stringerle i
fianchi.
-Tu…
la ami?- La sua voce mutò
suono, facendosi lieve. Insicura.
Lasciò
scivolare le mani fra i
capelli argentei, e li strinse in una morsa disperata. Quasi a voler
strillare “Sii
mio. Almeno per ora. Solo per ora.”
-Lei
è andata via.- Le rispose,
posando la fronte alla sua spalla così fragile.
-Ma ora
è qui… E ti desidera. Lei
ti ama, con tutto il cuore. Lei è completamente tua.- In un
lamento, confessò
la verità. Quello che poco prima aveva visto e sentito. In
quelle parole
nascose un disperato stop, che volontariamente le era impossibile
imporre.
Lui le
sfiorò il collo con la
punta del naso, facendole tremare le gambe. No. Non avrebbe potuto. Non
si
sarebbe fermata. Mai. Mai.
-Non so cosa
provo. So che ti
desidero disperatamente. So che potrei sbagliarmi, lo so. Ma il tuo
profumo,
cazzo, il tuo dannato profumo… Io non riesco. Non posso
ragionare. Ho voglia di
sentirti.-
Si
abbandonò. Lasciò ancora una
volta che i suoi capelli rossi, fossero preda di un mezzo demone senza
equilibrio.
Come lei.
Senza equilibrio.
Mugolò
quando lo sentì
mordicchiarle il collo. –Baciami. Baciami le labbra.
Ora… Fallo.- Lo incitò,
bramosa.
Inuyasha
lasciò scivolare le mani
sotto la gonna in raso, e senza troppe cerimonie le sfilò i
collant, e
successivamente la biancheria. Lei collaborò, togliendosi le
All stars
goffamente. Si lasciò scappare un risolino, per poi tornare
seria. Sprofondò nelle
iridi dorate del suo amante, e ancora chiese, senza nessun rimorso
d’essere
baciata. Lui la sollevò, lasciandosi avvolgere dalle gambe
ormai nude di quel
corpo perfetto.
La spinse
contro il muro, e la
guardò bene, prima di morderle le labbra. Ayame le schiuse,
accogliendolo con
passione. Si baciarono lentamente, ma insistendo, come se entrambi
volessero
annientarsi nell’altro, finendo in mille pezzi.
-Ti voglio.
Inuyasha ti voglio.-
Gli sfilò la maglia. Sciolse la presa con le gambe, e
scivolò giù,
slacciandogli i pantaloni. Gli baciò il petto, caldo e
liscio, e poi linguine.
Lo spogliò con avidità, senza ombra
d’imbarazzo.
Lasciò
scivolare la lingua sul
suo sesso, e avida si nutrì di piacere, con
l’unico intento di farlo impazzire.
Amava tutto quello. Il controllo totale, il saperlo così
suo. Succhio sino a
farlo tremare, per poi negarsi, dispettosa.
Si stese sul
pavimento, e lo
attirò a se. Gli prese il viso fra le mani e lo
baciò. Tanto, questa volta
velocemente. Mordendo, leccando e sfiorandolo solo con le labbra.
-Fammi tua.-
Sospirò.
Inuyasha le
sfilò la maglia
fradicia di pioggia, e le baciò il collo. Salendo e
scendendo, senza alcuna
fretta. Ayame lo strinse a se, volendo sentire ogni minimo sussulto del
suo
corpo, e gli graffiò la schiena quando si sentì
sfiorare i capezzoli.
Ansimò.
Socchiuse
gli occhi. Il calore
scaturì dal centro del suo corpo, raggiungendo velocemente
ogni centimetro del
suo essere. Quell’emozione la sconvolse ancora, come se fosse
nuova.
-Quanto sei
calda…- Si sentì
sussurrare. –Sei bella. Così bella.
Sei… - Non lo lasciò finire, catturando la
sua bocca ancora, ancora e ancora.
Divaricò
le gambe, ed inarcò la
schiena, invitandolo ad entrare.
-Non
dovremmo usare il
cappuccio?- Le chiese, quasi incredulo di aver trovato la forza di
pensare.
-Sì.-
Tagliò corto, sperando di
non perdere altro tempo.
-Non li ho.-
Le rispose, cercando
il suo consenso. –Merda. Vuoi che mi fermi?- Le
domandò, continuando a baciarle
il collo, per poi scivolare verso il seno e mordicchiarle delicatamente
i
capezzoli. –Potrei fermarmi, con molta fatica. Forse.-
-NO!-
Esclamò, quasi urlando. –Mai.
Guai se ti fermi. Non provarci… Non…- Un sussulto
la interruppe. Lo sentì
entrare senza delicatezza, in un colpo solo. Trattenne il respiro per
qualche
attimo, e le sembrò di non essere in grado di supportare una
tal emozione. Le
guance le stavano andando a fuoco, ne sentiva il calore impazzito.
Prese a
muoversi anche lei, non
abbastanza soddisfatta nel lasciar fare tutto a lui. Stare ferma era
impossibile.
Troppo
piacere. Troppe emozioni.
Troppo tutto.
Posò
le mani sul suo petto, e lo
spinse indietro. Aveva bisogno di gestire lei il gioco. In un attimo fu
sopra
di lui, completamente rapita dal piacere. Danzante e stordita.
Lui le
accarezzò i fianchi
pallidi, e la osservò nel suo più sensuale
splendore. La guardò in piena e
totale dedizione. Si dava, e allo stesso tempo si preoccupava di lui.
Che
impazzisse insieme a lei. Che la seguisse in quel vortice
apparentemente
infinito.
Erano i suoi
sguardi a fare la
differenza. Le sue labbra umide e carnose, e i suoi capelli rossi,
scombinati e
sciolti, su quella pelle lunare. Un contrasto così forte da
far venire i
brividi.
Ayame era
sensualità pura.
L’abbracciò
forte e si mise
seduto. Rallentarono entrambi, concedendosi qualche bacio quasi casto,
delicato
e pieno d’affetto.
Il piacere
arrivò dopo poco. Lei
si morse le labbra per non strillare, e totalmente sfinita si
lasciò cadere fra
le sue braccia, che fece appena in tempo ad uscire.
Il pavimento
li accolse.
Ayame prese
fiato, sporca del
piacere del suo amante. Rimase immobile per qualche secondo, per poi
fuggire in
silenzio verso il bagno.
Sotto il
getto caldo della
doccia, realizzò una cosa.
Aveva fatto
sesso con Inuyasha, e
non con il ricordo del suo ragazzo morto.
Qualcosa era
cambiato.
Emmh salve.
Chissà se ci sarà
ancora qualcuno a leggere questa storia O.O
Io lo spero
tanto, perché c’è più
di me in questi capitoli, che sotto la mia pelle.
Insomma che
dire, ritardo
imperdonabile e capitolo alquanto strano, che sicuramente in tanti
odieranno.
So che è triste che Inuyasha sia andato con Ayame. Lo so
eccome, ma è
realistico.
Questo
capitolo non posso dire
che mi soddisfi, però una cosa è certa,
è il primo che esce davvero come ho
sempre voluto che fosse questa ff. C’è passione in
questo capitolo, o almeno, a
me sembra di avercela messa. C’è confusione.
Disperazione. Tradimento e follia.
Io spero
tanto di non avervi
delusi, lo spero con tutto il cuore…
Però
io penso che una storia
possa essere apprezzata anche se non va come la si vuole, no? Se no che
gusto c’è?
Ringrazio Allen_Anne_Black,
lovlygirl,
AgehaChan,
The
White Lotus23, MatildeEmme,
Luca_sto,
_ilaria_94
e iron_misi
per
aver commentato. *___*
E tutti
coloro che hanno aggiunto
“Burn” fra le preferite, le scelte e le storie da
ricordare. Grazie mille,
gentilissimi.
Va beh, ora
scappo che scrivere
questo capitolo è stato facile dal punto di vista
ispirazione, ma alquanto
faticoso XD
Ah
sì giusto, forse sto facendo
progressi con le scene di sesso, che ne dite? :P
|
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Capitolo 22 *** AVVISO. ***
Ho
ricevuto
critiche abbastanza pesanti per lo scorso capitolo di questa storia, e
mi
sembra abbastanza opportuno rispondere.
Questa
storia è vietata ai minori di 18 anni. E se ho scelto di
mettere il rating
rosso, un motivo c’è. Incredibile, no?
-.-“
Dal
momento
in cui decidete di leggerla, e siete minorenni, beh mi spiace, ma la
responsabilità è solo vostra. Le scene di sesso
in questa storia ci sono SEMPRE
state. Non è una novità.
Mi
sono
state mosse critiche anche per il fatto che non ho fatto usare i
preservativi
ai personaggi, e che questa cosa è oltraggiosa dato che si
sono drogati tutti.
Appunto, sono personaggi che hanno fatto la baggianata di drogarsi,
scusate se
improvvisamente non li ho fatti diventare dei santi eh.
Mi
sembra
OVVIO, che il sesso sicuro sia il migliore. Una testa ce
l’avete anche voi, o
sbaglio?
E
non venite
a scrivermi che lo leggono anche le minorenni, e che
quest’ultime non hanno
testa e si immedesimano, perché è una grandissima
cavolata. Io ho letto Melissa
P. a 13 anni, di mia spontanea volontà, e di certo ci sono
arrivata a capire
che le orge non sono cose da fare.
Altro
problema, la coppia Inuyasha\Ayame.
Non
mi pare
che nel mondo delle ff esista una regola che vieti l’uso
delle coppie strambe.
Voglio dire, esistono anche delle storie incestuose fra Inuyasha e
Sesshomaru,
non mi sembra di aver commesso un delitto.
Con
questo
non ho nient’altro da dire. La storia rimane così
com’è. Ho perso fans,
verissimo, e questo mi dispiace, ma quello che esce dalla mia testa non
può
essere modificato soltanto perché ad alcune di voi non va a
genio.
Ho
sempre
accettato critiche senza dire nulla, perché è
giusto così. Ma critiche
costruttive, che seguano un senso logico. Non vi piace più
la storia,
liberissime di esprimerlo, ma non potete criticarmi per la scena lemon,
dato che questa storia è vietata ai
minori.
Ringrazio
chi continua a leggere, e chi mi ha sostenuta. GRAZIE DAVVERO! :)
E
soprattutto ringrazio
Francesca, in arte Memento M
o r i per aver citato la questione sul suo blog.
Pezzo che riporterò qui sotto:
Incentriamoci
sul caso di una mia amica,
fanwriter - giusto per variare le mie amicizie
X°°° - , e di .Burn.,
la sua storia. Mi ha contattato, sconcertata, dicendo di essere rimasta
piuttosto stupita dalle critiche al suo ultimo capitolo; e dopo aver
letto una
critica... Lo sono rimasta anche io!
Ok. Ragazze.
Capiamoci. Io parlare italiano cento per cento, tu capire me, no? Aaall
right.
La fanfiction è, fin dall'inizio, una Lemon. Una Lemon.
Porca miseria. L-E-M-O-N.
Che, a casa
(?) mia, equivale a "storia contenente scene di sesso piuttosto
approfondite, maneggiare con discrezione"; c'è poi
l'amministratrice di
EFP, il sito in cui è stata pubblicata questa storia, che
proibisce di leggere
storie a rating Rosso a chi è minorenne - questo
perché, a quanto so, è anche
punibile dalla legge.
Quando aprite una storia Lemon "non
potete pretendere di trovarci dentro santini e scene appena accennate,
eccheddiamine!".
Altro discorso: penso che la maggior parte delle persone disgusti il
capitolo
perché è InuYasha/Ayame.
Perché "Oh-Dio-mi-hanno-separato-Kagome-da-InuYasha-che-distassstro!",
e Ayame e InuYasha risultano solo due zozzoni
che copulano in modo pesante e senza protezioni - eh, beh,
sì. Qui si va a
vedere la protezione. Scommetto che se nelle InuYasha/Kagome ci fossero
state
scene analoghe a questa tutte a fare festa, eh?
Mie care, sappiate che siete affette da "Popedies!*",
e in modo incurabile.
Migrate in altri fandom, leggete Bleach (pieno di personaggi
pairingabilissimi
con tanti altri... *ç*), imparate un po' dagli indiani e
dagli islamici, ma non rompete se
altri scrivono lemon
su un vostro personaggio preferito che non è con quello che
dite voi,
perché sono sicura al 100% che se ritrovereste una scena
simile in una storia
sulla vostra coppia preferita l'accettereste a dir poco
entusiasmicamente.
Finito sproloquio.
Che questo serva da lezione per chiunque rimproveri altri - me
soprattutto, XD
- delle cose succitate.
Bye ;)
♥
*... Ci siete cascate, eh? Non
vi dico per cosa sta, naturalmente!
|
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Capitolo 23 *** Dei giorni passati a convincersi che solo la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi ***
Burn.
Intermezzo.
[
Nel periodo in cui
Kagome è in viaggio. ]
Dei
giorni passati a convincersi che solo
la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi.
[
Lacrime- Negramaro. ]
Un rumore sordo. Spalanco le palpebre, ma il buio mi confonde.
Delle urla mi trascinano via dal sonno, riportando velocemente il
pensiero alla
mente. Dolore.
Le loro voci si scontrano, gli insulti pesanti diventano uncini,
affondano
nella carne, ferendo, ma allo stesso tempo cercando di afferrare
qualcuno di
ormai troppo lontano. Urlano, si allontanano desiderando di
avvicinarsi.
Prendono fiato, e provano a sussurrare, ma non riescono a farsi
sentire, hanno
paura di perdersi, e così urlano ancora. In una danza utile
solo a distruggere,
non trovano il modo, non trovano le parole.
Silenzio.
Una speranza, forse un bacio a chiudere tutto. Serro gli occhi, calma,
ottimista. Ma poi un altro rumore, più forte. Una porta che
sbatte, lui è
andato via. Lei piange.
Stordita
mi alzo dal letto, è notte fonda.
Bevo dell’acqua, e sento il corpo elettrizzarsi.
Uno dei miei tanti pensieri, si snoda dall’ingorgo
d’idee che affollano la mia
mente, e striscia via, disonesto e furbo. Dalla finestra una leggera
brezza mi
accarezza, portando con se un profumo famigliare. Sospiro, e
rinchiudendomi
dentro di me, trascino il fuggitivo di nuovo sotto la mia pelle,
impedendomi di
ricordare.
Una fuga non è fuga, se non lascia dietro di se qualcosa,
come il calore di una
schiena.
Birra.
Ci vorrebbe una birra a cancellare
ogni pensiero, ma io l’alcool non l’ho mai retto, e
il sapore della birra mi fa
schifo, però aiuta… Mi cambia. Rinnego il
pensiero, da sola sarebbe troppo
triste. Non si può ridere senza motivo da soli, solo i pazzi
lo fanno. Ma forse
io, un po’ pazza lo sono.
Mi metto a sedere sul pavimento sporco del balcone, e appoggio la testa
alla
grata di ferro. Osservo il vuoto, e mi chiedo se sia così la
sensazione di non
sentirsi più il corpo. A Inuyasha non posso pensare, me lo
impongo ogni volta che
la parte irrazionale di me ci prova, ma a Koga, devo pensare per
forza. E’ una
piccola tortura che mi auto infliggo, per dovere.
Fratello
maledetto, ti sentivi così quando
la droga abbindolava i tuoi sensi? Guardavi il mondo da un balcone, e
provavi
il desiderio di precipitare giù, senza però dover
affrontare uno
schianto?
Furbo-
o forse l’esatto opposto.
Ed io come dovrei essere? Un’equilibrista fra i tuoi errori,
per dimostrare a
tutti, compresa me stessa, di essere migliore. Eppure non so essere
stabile. Dov’è
la chiave della guarigione?
Come posso tornare a mischiarmi alla la gente, senza sentirmi sempre
estranea?
…
Dovrei imparare a lasciarmi amare. Non
tutti impazziscono come hai fatto tu. Alcuni maturano, ma dentro a gli
occhi
restano gli stessi, e sempre saranno riconosciuti. Esistono.
Lo so.
Il timore però è forte, e io sono così
indifesa e fragile. Di dolore non ne
posso più, è giunto alle ossa, lo sento
scricchiolare.
Inuyasha andava a letto con Ayame, dopo la tua morte, le loro menti
trovavano
rifugio dal dolore solo in quel modo, fra l’incavo del collo
di uno, e il seno
dell’altra. Sono stati in grado di guarirsi in questo modo,
si sono dati
tregua.
Io il cuore di Inuyasha l’ho sconvolto, l’ho stuprato e
poi ho avuto il potere di
guardarlo negli occhi, e di strappare via tutto l’amore che
era ancora in grado
di dare. Ho dato fuoco alle sue ferite, fermato le emorragie, ma pur
sempre in
modo violento.
Con sforzo e devozione, mentre a lei è bastato il corpo.
Forse il mio sangue, il nostro sangue, non è fatto per
mischiarsi al suo. Noi
siamo solo dolore per lui.
Turbiamo
la sua mente, e destabilizziamo
il suo cuore.
Sono scappata, lasciandolo spaurito fra i suoi timori più
grandi. Ha paura dell’abbandono,
e se ne sente in colpa. Teme d’esser sciocco, si impegna
scrupolosamente a
donare fiducia.
Io
sono stata una conferma.
Però.
Come avrei potuto non fuggire?
Ho
pensato a lui ancora una volta.
Maledizione.
Devo tornare indietro, o affogherò.
Il mio vicino è tornato. Niente più urla, solo
ansimi soffocati.
..E
tagliano solchi sul viso, e
segnano come a convincerti che su tutta la pelle non c'è
posto per te, ma solo
per lividi.
Ora che non ci sei più tu, ora che non tremo più.
[Lacrime- Negramaro.]
Piccolo
intermezzo. Scritto trascinata dai pensieri, fra una pausa e
l’altra, nella stesura del finale di questa storia. Non mi
sono dimenticata di
Kagome, né ho intenzione di escluderla dalla storia, anche
perché mi sarebbe
impossibile.
Come ho scritto sopra, è ambientato nel periodo in cui lei
è in viaggio. Avrei
voluto dare più spazio a quel periodo, ma avevo
necessità di farla tornare e di
scatenare l’inferno. [ Capricci d’autrice ispirata.
] Quindi mi sono rifatta
così.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno commentato lo scorso
capitolo, e anche quelle che hanno espresso la loro opinione
sull’avviso che ho
postato.
Grazie.
Spero solo di non deludere altre lettrici, perché comunque
non è una bella
cosa.
Mi spiace di non ringraziare più le persone una per una, ma
ci metterei troppo
tempo per farlo per bene, e ho poco tempo a disposizione in questo
momento. Ho
preferito postare prima, ed evitare di ringraziare tutti.
Spero possiate perdonarmi.
Favole.
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Capitolo 24 *** Panico.-Prima parte. ***
Fuga.
Parola
curiosa, indubbiamente la fonte di infiniti
ragionamenti. Vale la pena fuggire? Sì. A volte ne vale la
pena. Allontanarsi
dalla fonte del nostro disagio, può essere utile a stroncare
le parole, prima
che esse incrinino l’intero rapporto. E’ un gesto
rischioso, ben più coraggioso
del restare dove si è, e strillare con tutto il fiato che si
ha in corpo.
Può essere un bizzarro modo di proteggere l’altra
persona,
Kagome l’aveva fatto per salvare se stessa. Era
poi così sbagliato?
Burn.
Panico.
-Prima parte.-
Appoggiò
la mano sul vetro della finestra, e socchiudendo gli occhi
provò ad immaginare
la sensazione che avrebbe provato a contatto con le gocce di pioggia,
anch’esse
abbandonate su quel vetro, ma sul lato esterno, quello esposto.
Fantasticò, ed
un sorriso appena accennato sfiorò le sue labbra, timido.
Sentì i polpastrelli
disperdere calore, ed ebbe un piccolo sussulto. Qualcosa dentro la sua
gola, si
stava muovendo veloce, impedendole di respirare regolarmente.
Le
accadeva sempre nei momenti di profondo sconforto. Un nodo in gola,
ballerino,
a giocare con le sue corde vocali, impedendole di parlare. Per questa
ragione,
non era mai riuscita a difendersi in situazioni di particolare stress.
Non era
capace di parlare, di spiegare le sue ragioni. E tutto ciò a
cui poteva
ricorrere, era la fuga.
Fu
Koga ad accorgersi di questo suo difetto, lo stesso giorno in cui senza
farlo
apposta, aveva sgualcito il vestito color panna della sua bambola
preferita,
facendola infuriare. Lei lo aveva guardato, irata, e con le gote
infuocate
aveva stretto i pugni, assumendo una posizione quasi minacciosa. Lui
era
rimasto immobile, pronto a riceverla addosso nel tentativo disperato di
picchiarlo, ma senza alcuna ragione, Kagome abbandonò la
stanza.
Incuriosito
da quello strano comportamento, aveva atteso qualche minuto, sperando
di
vederla spuntare dalla porta, in prende ad un pianto incessante, ma non
accadde. Così raggiunse la sua camera, e senza proferir
parola sfiorò la porta
semi aperta, sospingendola appena, lasciò che la luce
filtrasse in
esplorazione, prima di lui.
Kagome
sedeva per terra, con il respiro affannoso premeva le mani sulle
ginocchia. Non
piangeva, ma sul suo viso era dipinta un’inquietudine
talmente vivida, da
spingerlo a lasciar scivolare le lacrime lungo le guance paffute, senza
più
preoccuparsi d’essere un ometto.
Strillò
tanto forte da attirare l’attenzione di sua madre, che si
precipitò in fretta e
furia da loro. Lo prese fra le braccia, e con velocità
controllò i punti più
sensibili del suo corpo, in una nervosa revisione, per assicurarsi che
non si
fosse ferito. Confusa, gli scostò i capelli castani dalla
fronte, e con
dolcezza provò a capire la fonte di quel pianto disperato.
Lui
si limitò ad indicare la sorella.
Da
quel giorno si occupò sempre di dar voce a ciò
che lei non riusciva a dire, pur
di non vederla mai più in quello stato. Ci
impiegò un po’ di tempo Kagome, a
comprendere che s’era guadagnata un enorme potere.
Riaprì
le palpebre ed osservò la propria mano aderire perfettamente
contro la finestra,
era pallida e tremava appena, però era
all’interno, nella parte sicura del
mondo, al contrario della gocce, che impavide se ne stavano sotto il
freddo
danzare del vento.
-Inuyasha…-
Provò a dire, stupendosi di quanto quel suono fosse uscito
naturalmente dalle
sue labbra.
Lei
una voce, l’aveva ancora. La paura e il dolore
l’avevano resa diversa,
tremolante e fragile come la carta velina, però se nel
silenzio della sua
stanza era stata in grado di chiamare il suo nome, niente poteva
impedirle di
dirgli ciò che stava provando.
Sorrise
ancora, questa volta in maniera meno dolce, più sicura e
tagliente.
Indossò
la felpa nera ed eccessivamente larga che, pochi giorni prima della sua
morte,
aveva rubato dall’armadio di Koga.
Doveva
vederlo.
Infondo,
lui s’era intromesso nella sua vita con violenza, e con
quella stessa violenza,
lei aveva intenzione di ritornare ad essere sua.
Il
respiro, da prima irregolare del mezzo demone, s’era fatto
lento. Si rannicchiò
su se stessa, e in pochi secondi prese la decisione che avrebbe
definito la sua
attuale situazione. Si sarebbe concessa qualche minuto così,
coperta della sua
sola pelle, con l’uomo che aveva imparato ad amare
lentamente, al suo fianco.
Sarebbe rimasta immobile, respirando piano, attenta a non svegliarlo.
Poi si
sarebbe alzata, avrebbe sceso le scale lentamente, poggiando prima la
punta del
piede, e poi il tallone. In silenzio, attenta.
Il
ticchettio dell’orologio appeso al muro, la riempì
di sconforto. Ogni secondo,
fluiva nelle sue vene come un veleno, gelido e spietato.
“Ancora
un po’…” Pensò,
accartocciandosi, alla ricerca di qualcosa dentro di lei, che
sicuramente non avrebbe trovato. Non questa volta. “Ancora un
solo istante…”
Le
costole le facevano male, incapaci d’abbracciare quei sospiri
soffocati. Non abbastanza
capienti.
Si
sentì pesante, e per un attimo ebbe la sensazione di
sprofondare fra le
lenzuola fresche, senza via di scampo. Forse l’avrebbe
preferito, perché per
quanto le paresse incredibile, alzarsi da quel letto era diventato
spaventoso.
Chiuse
gli occhi.
“Potrei
addormentarmi, e far decidere a lui…” Fu un
pensiero fulmineo. Ci provò, ad
abbandonarsi al ricordo della passione di qualche ora prima, ma il viso
di
Kagome si formò nell’oscurità della sua
immaginazione.
Si mise
a sedere velocemente, e mettendo a tacere la ragione, posò i
piedi sul
pavimento. Gli occhi le pizzicarono, stava cominciando a piangere.
La
stretta calda intorno al suo polso, fu la causa della distruzione di
quel
trattenersi. Si lasciò sfuggire dalla labbra un lamento
soffocato, pieno di
dolore.
Inuyasha
scattò dietro di lei, veloce come il pensiero. A qualche
centimetro dal suo
corpo però, si fermò. Guardò la sua
schiena pallida, così fragile da riempire
il cuore di tristezza. Osservò la spina dorsale apparire
sotto la pelle, come
fosse trasparente.
Allungò
la mano, e con molta esitazione, la sfiorò.
-Yamamoto…-
Sussurrò, con freddezza. Lo stava chiamando per cognome, non
ricordava più l’ultima
volta che lo avesse fatto. Lasciò che l’istinto lo
spingesse verso la salvezza,
per raccoglierla, portarla in salvo dentro di lui. La
circondò con le braccia,
e strinse le sue ossa, la sua carne e tutto il suo essere. Il suo
profumo
selvatico lo insidiò, si abbandonò completamente
alla sua spalla.
-Ayame…-
Si lasciò sfuggire, con le labbra appoggiate alla sua pelle.
Quel tocco la fece
tremare, e lui accorgendosene, la strinse più forte.
–Dove stai andando?-
Provò a
domandarle, ma le parole uscirono con un tono completamente diverso,
simile ad
un implorare.
-Via…-
Gli rispose.
-Via…
Dove?- Si ostinò.
-Via da
te.- Lo disse piano, sperando che lui l’avesse sentita,
conscia del fatto che
non sarebbe riuscita a ripetere.
-Non
andartene.- Fu sincero nel dirlo, perché la sua mente non
riusciva ad
abbandonare quella stanza, alla ricerca della persona che aveva perso.
Anche
sforzandosi, non riusciva ad andare oltre quella schiena.
-Non
posso. Lei ti ama. Ti ama… Non posso. E’ sua
sorella, non posso. Non voglio
farle quello che Koga ha fatto a me, non voglio.-Il dolore si sparse
dentro di
lei, come un’esplosione violenta invase la sua mente, e fu
impossibile impedire
al suo corpo di reagire.
Si
graffiò le cosce con violenza, finché le mani di
Inuyasha, prontamente non le
impedirono di fermarsi. Lo sentì parlare, ma non
riuscì a distinguere le
parole.
Doveva
andarsene.
Non
voleva.
Ancora
qualche secondo.
Non
poteva.
“Devi
respirare.”
“Non
so come si fa. Non lo so più.”
Avrebbe
voluto scendere le scale in silenzio, appoggiando prima la punta dei
piedi, e
poi il tallone, per fare meno rumore. Avrebbe voluto raccogliere i
vestiti
lasciati all’ingresso, indossarli e sparire da quella casa.
Avrebbe voluto…
“Respira.”
“Non
lo
so fare.”
-Non
voglio.- Biascicò, fra gli spasmi. –Non lasciarmi
cadere.- Lo implorò,
aggrappandosi al suo braccio. Sentiva sotto i polpastrelli il corpo di
Inuyasha, ma non riusciva a far credere alla sua mente che fosse
lì, con lei.
Quindi continuò ad agitarsi, cercandolo ancora. E ancora,
spasmodicamente,
alternando respiri spezzati a grida soffocate, di paura.
-Non
lasciarmi annegare.- Si morse il labbro, con violenza. Il sapore del
sangue la
risvegliò improvvisamente. Inarcò la schiena, e
prese un respiro profondo.
Quando riaprì gli occhi, il mezzo demone la guardava in
lacrime, con il terrore
stampato sul viso.
-Non
andartene Ayame. Non ti lascio cadere.-
Lentamente
ci avviciniamo alla fine, che sarà molto più
difficile di quanto immaginassi.
Per
chi non l’avesse capito, Ayame ha avuto un attacco di panico.
A dirle di
respirare, è Koga. Lo immagina nella sua mente,
però guardo parla si rivolge ad
Inuyasha.
E’
un capitolo che si basa sulla forza. Di combattere di una, e di
andarsene dell’altra.
E’
un capitolo molto mapperò, forse interrotto nel punto
sbagliato, ma ci tengo a
non sparire più per mesi, e così ho dovuto
tagliare via la scena successiva,
così da poterla aggiungere al prossimo capitolo, prevenendo
una totale crisi da
finale, facendo finta che non ci sia già.
Vorrei
specificare che Inuyasha\Ayame non è la nuova coppia della
ff. La protagonista
principale è sempre Kagome. Con questo non voglio dire che
torneranno insieme,
o che Ayame non avrà niente di più con Inuyasha,
però certamente non mi sono
scordata che la protagonista è Kagome. Questo vorrei
specificarlo >.<
Voglio
bene a questa storia, quindi non la stravolgerò del tutto
con il cambio
personaggio principale. Capite però che stiamo arrivando
alla fine, e le
complicazioni in una storia ci vogliono alla fine >___<
Prima
di ringraziare, visto che sono le cinque del mattino e
l’insonnia non mi fa
dormire manco ad ucciderla, volevo fare una piccola
pubblicità [ Detto così
suona bruttissimo >.> ], alla versione originale di
questa ff, che
trovate qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=676090&i=1
Avevo
detto che l’avrei postata, qualche mese fa. Ovviamente
è più elaborata di
questa, è una versione un po’ più
impegnata, e con varie diversità. Io spero
che prendiate in considerazione di leggerla, anche perché
postare nelle
originali mi ha un po’ demotivata.
Io
odio farmi pubblicità, però dato che ci sono
persone meravigliose che hanno
seguito questa storia dall’inizio, magari boh, può
interessare a qualcuno ^^”
Ringrazio:
_ilaria_94 ,
ryanforever,
icetta_tigrotta8,
The
White Lotus23 e MatildeEmme
per le recensioni.
(Siete adorabili!)
E
tutti quelli che hanno aggiunto “Burn”
alle preferite (65 persone), quelli che l’hanno aggiunta alle
ricordate (15
persone), ed infine quelli che la seguono (81 persone). Beh, siete
tantissimi.
Sono commossa.
Grazie
di cuore.
Ci metterò tutto l’impegno possibile,
per dare un finale degno della vostra attenzione.
Favole.
|
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Capitolo 25 *** Panico.-Seconda parte. ***
Burn.
Panico.
[
Seconda parte. ]
Sentì
le mani tremare nell’appoggiarsi allo stipite della porta, e
con aria turbata cerò invano di ignorare quel traffico di
sensazioni che si stavano scatenando dentro al suo cuore. Era
terrorizzato di vederla spezzarsi sul vialetto di casa sua, cadere in
pezzi davanti ai suoi occhi stanchi. Ma nonostante la camminata
insicura, Ayame raggiunse il cancello, e si voltò per
salutarlo con la mano, simile ad una bambina impaurita. Non gli piaceva
l’idea di lasciarla andare via, dopo quello che era successo,
ma lei aveva insistito con una caparbietà tale, che infine
aveva deciso di cedere.
Seguì
la sua sagoma scura fin quando non ebbe voltato l’angolo.
Trasse un lungo respiro, e dopo aver lanciato una fugace occhiataccia
al cielo, che si stava riannuvolando, rientrò in casa.
Aveva
da riflettere su un mucchio di cose, n’era pienamente
consapevole, eppure era così stanco di inseguire pensieri
dolorosi. Si mise a sedere sul pavimento, in quei metri quadrati in cui
la sera prima l’aveva avuta. Era stato bello, incredibilmente
trasportante. Più volte chiudendo gli occhi, aveva avuto
l’impressione di essere scomparso dalla città, di
essere scomparso e basta.
Con
Ayame il sesso era pieno di sensazioni a cui aggrapparsi, un cadere con
tanto di protezione. C’era la corsa interminabile verso quel
bene che entrambi bramavano spasmodicamente, un desiderio fortemente
libero da pensieri razionali e preoccupazioni aggiuntive. Non
c’era ansia, ma solo calma. Urla serrate che esplodevano
all’interno di gesti tanto naturali, da sembrare effimeri. Si
espandevano grida, per poi disperdersi e divenire sospiri calmi. Dentro
di loro, tutto sapeva fermarsi, ogni perdita riempita completamente da
valanghe di neve, ma a tempo, fin quando il calore non finiva per
sciogliere quel riempivuoto. Una cura efficace ma
per nulla durativa, eppure indubbiamente necessaria.
Sfiorò con il palmo della mano
il pavimento gelato, ed immaginò la schiena nuda di Ayame
inarcarsi per la spiacevole sensazione a pelle nuda, senza saperne il
motivo preciso, venne pervaso da un senso di inadeguatezza pungente.
Qualcosa di molto simile all’imbarazzo.
Questa volta era stato tutto diverso, i
loro corpi s’erano cercati più del solito, molto
di più. Sentì la pelle tirare, e si
stupì del sorriso naturale apparso sul suo viso.
Avrebbe dovuto fermarsi immediatamente,
n’era consapevole.
Abbassò le palpebre, tentando
di abbandonarsi al vuoto dei pensieri, ma lo strillo del campanello di
casa glielo impedì. Fiacco, si sollevò dalla
propria direzione, e senza preoccuparsi di capire chi fosse,
aprì la porta.
Miroku, per quanto si ricordasse, anche
nei momenti peggiori della loro vita, era sempre riuscito a mantenere
la sua solita espressione allegra e vagamente sorniona, ma in quel
momento il cruccio mescolato ai suoi occhi blu notte, fu tale da
smuovere nel mezzo demone un certo terrore.
-Che succede?- Domandò,
oltrepassando l’uscio di casa, pronto a scattare verso la
direzione che l’amico gli avrebbe indicato.
L’umano posò la mano
sulla sua spalla. Sapeva che cercare un contatto fisico li avrebbe
fatti entrare in sintonia, giovando certamente al suo desiderio di
fargli mantenere la calma.
-C’è una persona con
cui ho parlato…- Rispose, a voce esageratamente bassa.
–Sostiene d’essere lo schifoso che ha venduto
l’ultima dose a Koga. – Confessò,
pentendosi immediatamente d’aver pronunciato quelle parole.
Nell’espressione di Inuyasha qualcosa cambiò, le
sue iridi d’orate assunsero lievi striature amaranto, e sul
viso, dei lividi segni squarciarono il rossore delle gote, facendosi
strada sotto la pelle.
Una rabbia incontrollata si dissolse nel
suo sangue, e come veleno arrivò al cuore, inquinandolo. Il
mezzo demone scattò in avanti, con l’intento di
superare l’amico, ma Miroku gli si gettò addosso
senza esitare, tentando di bloccarlo.
-Calmati!- Strillò, usando
tutte le proprie forze per trattenerlo.
-Dimmi chi è!- Gli
ringhiò contro, dimenticandosi per un attimo del loro forte
legame d’amicizia.
Miroku esitò. Non era quel
bastardo a preoccuparlo, né la fine che avrebbe fatto sotto
gli artigli di Inuyasha, ma ciò che quella notte sarebbe
accaduto.
-Yamamoto, è una notte di luna
nuova la prossima.- Calcò sul tono, con l’intento
di far venir fuori tutta la preoccupazione che in
quell’istante lo stava affliggendo, ma al contempo la
determinazione che avrebbe avuto nel fermarlo, anche a costo di farsi
ferire a morte.
Inuyasha lo trafisse con lo sguardo, e
con violenza si voltò dalla parte opposta, per evitare di
colpirlo in pieno viso. Ogni centimetro del suo corpo gli
sembrò essere attraversato da scariche elettriche. Non
riusciva a rimembrare l’ultima volta in cui s’era
ritrovato vittima della sua stessa rabbia.
-Perché me ne hai parlato
proprio oggi allora?- Ringhiò nuovamente, questa volta
però con un pizzico di disprezzo nella voce. Non poteva
controllare il proprio istinto.
Miroku cercò il suo sguardo,
obbligandolo a voltarsi, e senza proferir parola, cercò di
fargli capire che andare a casa sua, in quel pomeriggio ombroso, era
strettamente necessario. Erano amici da così tanto tempo,
che il messaggio arrivò in mediatamente. Inuyasha scosse la
testa velocemente, e prendendo respiri sempre più profondi,
cercò di dare un po’ di pace al suo corpo. Non
sarebbe servito a nulla lasciarsi andare all’istinto, e la
ragione lo sapeva benissimo, tuttavia continuava a rimanere sopita,
dandola vinta ai nervi.
Che avrebbe dovuto fare?
Infondo non doveva preoccuparsi per lei,
non era suo dovere tenerla su, impedirle di lasciarsi cadere in
qualcosa che l’avrebbe accolta con false braccia aperte.
Però.
Lei era.
Un suo battito. Forse il più
importante.
-Cosa potrebbe farle?- Si
rilassò. –Kagome non è una stupida. Non
è debole come Koga.- Disse, cercando di convincere
più se stesso, che il suo interlocutore.
-Lo so bene, ma quello, è un
modo meschino e scaltro. In fondo ci siamo cascati tutti quanti. Io,
te, Koga e Sesshomaru. E Sesshomaru è tutt’altro
che debole.- Gli rispose l’altro.
Miroku aveva questo stramaledetto modo di
dire sempre le cose giuste al momento giusto, molto simile ad una voce
fuori campo.
Il mezzo demone si guardò
intorno, come a voler trovare una soluzione incisa nel giardino umido
circostante.
Avrebbe dovuto guardarla negli occhi, e
parlarle. Con quale forza poteva farlo? Però… Non
poteva rimanere immobile mentre quell’essere viscido pensava
anche solo di avvicinarsi a lei, era fuori questione il non fare
niente. Era fuori questione mantenere una qualsiasi forma di
tranquillità interiore.
-Andiamo a casa sua.- Esclamò,
e senza attendere risposta, si avvicinò alla macchina di
Miroku. Non vedendolo arrivare, si voltò verso di lui,
incitandolo a sbrigarsi.
Dopo qualche minuto si trovarono a
sorpassare a tutta velocità una vecchia auto grigia,
aggiudicandosi il titolo di pirati della strada.
-Spiegami per bene come hai saputo di
questo figlio di puttana.- Domandò, per ingannare la
tensione.
-L’ho visto girare intorno a
Sango, all’uscita della scuola, e ovviamente me ne sono
occupato. Il bastardo ha subito dichiarato di conoscermi, ed ha tirato
fuori il nome di Koga. L’ho sistemato con un pugno, e lui
vigliaccamente ha detto che si sarebbe rifatto con “la dolce
sorellina”.- Rispose, con aria di disgusto nel nominare a
quel modo Kagome.
-Viscido bastardo.- Commentò
Inuyasha, immaginando la sua ex donna fra le mani di un lurido
spacciatore da quattro soldi. Pensò che ne esistono poche di
persone orribili come gli spacciatori. Un paio d’anni prima
s’era ritrovato a capire che altro non erano che
approfittatori di debolezze altrui, sfortunatamente era giunto a quella
conclusione solamente dopo esserci caduto in pieno.
Scosse la testa, di lì a poco
avrebbe parlato con l’ultima donna che gli aveva spezzato il
cuore, e pur nutrendo in profondità un forte rancore nei
suoi confronti, dalle sue labbra dovevano uscire solamente parole
confortanti. Per aiutare qualcuno che soffre, il primo passo
è metterlo a suo agio, avvolgerlo in un telo fitto di
fiducia, e fargli provare la comprensione che tanto cerca.
Non sarebbe stato facile, e pensare alla
droga e al passato, non avrebbe giovato affatto. Lasciò
scivolare lo sguardo sul vetro gocciolante dell’auto, e
strabuzzò gli occhi nel vederla camminare
dall’altro lato della strada.
-Fermati!- Urlò.
Miroku si ritrovò con il cuore
in gola, e senza esitare inchiodò.
-Sei impazzito? Fortuna che non avevamo
nessuno dietro!- Gli rispose, irato, ma non ottenne attenzione.
Inuyasha scese dalla macchina di tutta fretta, e con le gambe tremanti
le corse dietro.
Voleva chiamarla per nome, per farla
voltare, ma conoscendola fin troppo bene, ipotizzò che
stesse camminando con le cuffie nelle orecchie, e infatti
così era.
Aumentò la
velocità, e in breve tempo le fu dietro. Le
sfiorò i capelli esitando appena, e trattenne il respiro
nell’attendere di vederla voltarsi. In quei pochi secondi si
rese conto che incontrare i suoi occhi, sarebbe stato come alzarsi di
colpo dopo essere stati seduti troppo a lungo, in fase di ebbrezza
totale.
L’iridi chiare non si bagnarono
di lacrime, ma la pelle le sembrò improvvisamente troppo
poco elastica per contenerla del tutto. Provata dalla stanchezza, si
sentiva come soggetta ad una irrazionale sensazione di degrado fisico,
come se dovesse decomporsi e scivolare fra il vento, e farsi inondare
della gocce di pioggia che stavano ricominciando a cadere, lentamente,
picchiettando sulle lapidi. Si rese conto che ogni parte del suo corpo,
era tornata ad esistere. Non che prima si ritrovasse senza gambe, mani,
gola, braccia cervello o cuore, solo, molto spesso li avvertiva
scollegati fra loro.
Talvolta doveva guardarsi le mani, per
assicurarsi che fossero al loro posto. E questo perché
s’era talmente abituata ad andare in frantumi, che perdere un
pezzo di se stessa non le sarebbe parso strano.
In quell’istante, sapeva
d’esserci nella sua completezza, saldamente incollata. Una
bambola in frantumi sì, ma riparata con una colla super
resistente. Una sensazione gradevole, nostalgicamente desiderata.
-Pensavo avessi lasciato la
città.- Sussurrò, cacciando indietro un ciuffo
sfuggito da uno dei codini laterali.
Lo donna in piedi alle sue spalle,
sembrò stupirsi nel sentirla parlare. Se ne stava ferma in
quel punto da interi minuti, eppure Ayame non aveva mosso un dito, pur
avendone percepito l’odore.
-Sono curiosa di comprendere i motivi che
ti spingono a frequentare così insistentemente quel mezzo
demone.- Rispose sprezzante, senza preoccuparsi di nascondere quel
pizzico di disgusto gratuito che la rossa non aveva mai sopportato nel
suo modo d’esprimersi.
-Inuyasha voleva bene a Koga.-
Ribatté, voltandosi di colpo e incontrando lo sguardo irato
della madre del suo ex ragazzo.
-Se non fosse stato per lui, mio figlio
non sarebbe mai caduto così in basso!- Alzò la
voce, indignata.
La rossa frugò nella borsa
capiente che portava al collo, e ne estrasse il libro che la stessa
Sakura le aveva lasciato in dono qualche mese prima, e sfogliandolo si
mise alla ricerca di una pagina ben precisa.
Poco dopo, lesse con voce spezzata dal
respiro lievemente accelerato le righe in cui era racchiuso il
possibile suicidio di Koga, e sentì il cuore allargarsi e
stringersi a ripetizione, mentre la pioggia si faceva sempre
più fitta. Si curò di coprire con il proprio
corpo il ricordo cartaceo, trattandolo come un reperto dal valore
inestimabile.
Più proseguiva con la lettura,
e più in lei si affermava l’idea che quella morte
fosse tutto, purché un dosare erroneamente la dose di eroina
da spararsi nelle vene. Koga si drogava da troppo tempo, per commettere
un errore simile.
-Cosa diavolo vuoi concludere leggendomi
questa poesia?- Le ringhiò contro.
-Io ed Inuyasha, siamo sempre
più sicuri che tuo figlio si sia suicidato, e questo
significa che doveva nutrire una preoccupazione ben più
profonda nel cuore, a cui noi non siamo ancora riusciti a dare un nome.
Lui non è morto per aver frequentato brutte compagnie, lo
è perché era bravissimo nel non esporre i proprio
problemi.-
Sakura sembrò calmarsi,
lasciando spazio a delle emozioni dall’aspetto pacato, ma
fortemente in contrasto con l’apparenza che mostravano.
Ayame le diede le spalle, e
s’incamminò sul vialetto che l’avrebbe
condotta all’uscita del campo santo.
-Se dovessi venirti in mente una
qualsiasi ragione, contattami.- Le disse, poco prima di allontanarsi.
Ancora prima di voltarsi, Kagome era
consapevole che quel tocco gentile apparteneva a mani familiari.
L’era già successo d’essere sfiorata a
quel modo, e certamente non l’era dato dimenticare, non
ancora.
Incrociò lo sguardo
dorato di Inuyasha, e ciò non
l’agitò per nulla. Il suo viso era identico
all’ultima volta in cui l’aveva guardato, eppure
c’era qualcosa di irriconoscibile nei suoi occhi, un evidente
segno di maturità. Aveva quella che lei fin da piccola,
aveva catalogato come espressione adulta. Si sentì inquieta
nel profondo, nel rendersi conto che quel dolore in liquido lacrimare
trattenuto, era dovuto alla sua improvvisa fuga.
Non parlò, lasciò
che lui ottenesse il completo controllo della situazione. Non poteva
rischiare di pronunciare parole futile, almeno quello glielo doveva.
-Ciao.- Le disse, visibilmente
imbarazzato ed impacciato.
-Hey…- Gli rispose lei,
abbozzando un sorriso troppo forzato per risultare piacevole.
-Ho bisogno di parlarti,
Kagome… So che probabilmente non è il momento
migliore per noi, ma è strettamente necessario che io lo
faccia subito.- Parlò in modo distante.
Era successo, senza rendersene conto
s’erano catapultati indietro nel tempo. Entrambi impegnati a
tenersi lontani. Entrambi consapevoli che non sarebbe stato possibile.
Ma salve!
Sono
le 7 del mattino, decisamente troppo presto per pensare di poter
postare un capitolo, e invece eccomi qui.
Che
dire, stranamente scrivere il finale di questa ff mi sta riuscendo
abbastanza bene. Non mi ritrovo più a dover affrontare
pesanti crisi d’ispirazione, e riesco addirittura a scrivere
senza farmi venire i nervi ad ogni frase.
Piacevole,
e per “Burn”, non l’avrei mai detto
ò.ò
Non
ho molto da dire di questo capitolo, ci sarà sicuramente
qualche errorino qua e la, e quando sarò più
lucida sicuramente darò una ricontrollata. Ora ho troppa
voglia di postare, anche se non riesco a capire perché :O
Non
perdo altro tempo, e passo a ringraziarvi uno per uno come facevo un
tempo. U.U
ryanforever:
Che meraviglia, io sono molto affascinata dalla psicologia, e sentirmi
fare i complimenti da una persona che la studia, mi riempie di gioia.
Ti ringrazio molto per aver commentato(: E’ sempre una grande
gioia! Al prossimo capitolo!
MatildeEmme:
Grazie cara. Sono felice di avere una fan come te. Il fatto che la
storia di abbia presa così tanto, è una gioiosa
conferma alle mie insicurezze. In qualche modo fai parte di quelle
persone che mi incoraggiano ad andare avanti, quindi non posso che
essertene grata.
Un bacio!
icetta_tigrotta8:
Grazie mille ^\\\^ Devo dire che la scena di Koga e Kagome bambini, mi
è piaciuto molto scriverla. Addirittura avevo una mezza idea
di dedicarci un capitolo intero, ma ultimamente sto riempiendo questa
povera storia di intermezzi, quindi ho cambiato idea. Forse ne
farò una shot a parte.
Per quanto riguarda
Ayame, lei non ama più Koga. Ora come ora convive soltanto
con il dolore della perdita, e soprattutto del tradimento di lui. Sto
cercando in tutti modi di darle una specie di lieto fine, spero di
riuscirci.
Al prossimo capitolo! ^^
Luca_sto:
Menta caro :3 Il tuo appoggio è di vitale importanza per me.
Ricevere dei complimenti da un poeta bravo come te, è
qualcosa di eccezionale. Come vedi l’ispirazione questa volta
sembra proprio non finirmi. [E’ assurdo che mi sia arrivato
un tuo messaggio proprio ora O.O Destino inquietante… XD]
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, comunque u.u
Chu. (:
_ilaria_94:
Oh cara, sta tranquilla. Il finale di questa ff sarà molto
più lungo di quanto immaginassi, quindi ti terrò
compagnia per ancora un po’ di tempo!
Piace anche a me il fatto
di aver donato a Kagome un bel po’ di spirito combattivo. Ho
sempre voluto renderla “imbattibile”, lasciandole
quello spirito tosto a che le appartiene nella versione IC. Quel suo
pregio incredibile di tirare avanti nonostante tutto, insomma.
Spero che questo capitolo
ti sia piaciuto. Grazie mille per il commento! *-*
Vorrei ringraziare
specialmente honeysuckle_s ,
che si è preoccupata di
commentare 5 precedenti capitoli. Grazie mille *___* sei stata
immensamente gentile! <3 Spero che anche quest’ultima
parte della storia sia di tuo gradimento. Grazie davvero tanto!
*^*
Un ringraziamento va a
tutti quelli che leggono sempre con passione, e che anche se in
silenzio apprezzano questa storia. A volte penso di essere stata
davvero fortunata con questa storia. Forse sto ottenendo più
attenzione di quella che meriterei.
Mi rende felice
impegnarmi a scrivere per qualcuno. (:
GRAZIE!
Favole.
|
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Capitolo 26 *** Altro avviso. ***
Ho deciso di interrompere questa storia. Non so se sia un
capriccio momentaneo, o la decisione definitiva, però per
ora è ciò che ho scelto di fare.
Non riesco proprio più a scriverla.
Mi scuso davvero tanto, e ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita
fino ad ora.
I vostri commenti sono sempre stati importantissimi per me :)
...Alla prossima.
|
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Capitolo 27 *** Sei da proteggere. ***
Burn.
Sei da
proteggere.
Camminarono
l’uno al fianco dell’altra. Abbastanza lontani per
impedire alle proprie mani
di intrecciarsi, ma troppo vicini per risultare semplici conoscenti.
Capitò un
paio di volte che si sfiorassero con le braccia, in un contatto quasi
cercato.
Non dissero nulla per tutto il tragitto, com’era prevedibile
sarebbe successo.
Kagome stette sul punto di parlare quando si rese conto che i suoi
piedi si
muovevano, leggermente in ritardo rispetto a quelli di Inuyasha, ma che
la sua
mente non aveva idea di dove stesse andando. Quel seguirlo ciecamente
però, la
trattenne dallo spezzare il silenzio che li teneva uniti.
Entrambi
si trovavano sospesi in una situazione estremamente fragile e
complicata, e le
parole si sa, hanno sempre un taglio preciso, e rischiano di ferire
anche e
soprattutto quando non se ne ha intenzione.
Si
accorse che il suo corpo non era affatto turbato da quella vicinanza, e
se ne
stupì profondamente. Aveva desiderato così tanto
poterlo vedere, ed
innumerevoli volte s’era ripetuta che non avrebbe avuto
più occasione di
ritrovarsi così vicina a lui, o perlomeno, era convinta che
nel vederlo non si
sarebbe potuta permettere di rimanere silente.
Un’insegna
colorata attirò la sua attenzione: “I dolci sono
meglio degli uomini”*.
Un
sorriso sghembo apparse sul suo viso, e non riuscì a fare a
meno di pensare che
qualche tempo prima, avrebbe volentieri rinunciato alla sua torta al
cioccolato
preferita, per avere l’amore fra le proprie braccia, e
all’interno del suo
cuore.
Sebbene
fosse ingenuo pensarlo, quel sentimento tanto desiderato,
s’era rivelato molto
più doloroso di un mal di pancia.
Così
si
accorse d’avere nostalgia di se stessa, e di quella
fanciullezza che aveva
lasciato scivolar via in una notte di passione accesa. Non se ne stava
pentendo, solo sentì dentro di se una sgradevole sensazione
di smarrimento, in
cui la sua estranea anima vibrò per qualche istante.
In
fondo, s’era davvero persa fra le braccia di Inuyasha?
Cosa
può portare più al di fuori una persona?
L’amore carnale, o la corruzione e la
droga?
A
violarla era stato proprio colui che da tutto avrebbe dovuto
proteggerla,
infischiandosene completamente del suo cuore di bambina. Lo aveva fatto
lentamente, ma in maniera accurata. Ironico a dirsi, data la natura
così involontaria
nel farlo.
Eppure
un frammento di lei, detestava Koga con tutte le ossa. Non con la
mente,
l’anima o il cuore. Né con la pelle o la carne.
Lo
odiava con le ossa, perché sono proprio
quest’ultime a tenerci in piedi, sono
alla base di tutto. Il nostro scheletro ci da forma, regalandoci un
aspetto
sottocutaneo quasi grottesco, ma meraviglioso per il proprio ruolo.
E
così
è un fratello. Lo scheletro della vita. Una guida naturale.
Avrebbe dovuto
proteggerla, lui, e invece aveva fatto tutto il contrario.
Così
quell’abbandono era diventato un cancro, pronto a masticare
lentamente il suo
avvenire, trasformando in marcio tutto ciò che di positivo
avrebbe potuto fare.
La sua anima così abbagliante, aveva perso un po’
di quel fascino di fanciulla,
ma il rosso scarlatto del suo essere diventata donna, la rendeva
così
magneticamente intrigante da far mancare il fiato.
L’affetto
per suo fratello ardeva nel suo cuore, come la voglia di vivere che
aveva
ereditato dal suo errore.
-Qui va
bene.- La voce di Inuyasha catturò la sua attenzione, e la
sua mente tornò
lucida in qualche istante.
Ci mise
un po’ a percepire il tepore che improvviso aveva preso a
cingere la sua mano,
e guardando la presa salda di Inuyasha intorno a quella piccola parte
del suo
corpo, si sentì andare a fuoco, e le gambe tremarono tanto
forte da
spaventarla.
In un
istante, quel limite che entrambi speravano di non poter oltrepassare,
s’era
ritrovato infranto, come il silenzio sotto la voce roca del mezzo
demone.
Provarono
il pizzicante istinto di lasciarsi subito andare, in preda ad una
fastidiosa sensazione
di oppressione comune, simile a quella che si prova indossando dei
guanti
quando l’aria si fa più calda. Ma nessuno dei due,
si mosse.
Non
erano mai stati bravi con le parole, Kagome sempre incline al
nervosismo, e
Inuyasha, chiuso in quella gabbia di se stesso, troppo ben piazzata per
essere
abbattuta dalla sola forza di volontà.
In quel
momento, né lui né lei avrebbero avuto la forza
di tirarsi fuori.
Camminando,
erano giunti davanti a una piccola piazzola, mal curata e
così diversa dal
quartiere circostante. Tre panchine di vernice verde formavano un
semicerchio,
e a dividerle, delle piante con pochi fiori dai colori spenti.
Il
cemento presentava varie spaccature in molteplici punti, e
l’assenza di aiuole
decorative, rendeva il tutto ancora più sgradevole alla
vista. Eppur c’era
qualcosa di malinconico nel viale pedonale che avevano appena percorso
insieme,
quindi non furono stupidi di averlo percorso tutto, sino ad arrivare in
a quel
punto.
-Cosa
devi dirmi?- Gli domandò, senza esitare.
-L’uomo
che ha venduto l’ultima dose a Koga, si è fatto
vivo.- Le rispose.
Parlando,
abbassò lo sguardo, dimostrandole con umiltà
tutta la sua debolezza emotiva dinanzi
ad una situazione simile. Un atto così poco da lui, ma
naturale al tempo
stesso.
Kagome
perse un battito, e fu rincuorata nel sentire ancora la sua mano
tremante, in
quella di Inuyasha. Quel tepore così piacevole contrastava
con il gelo
scaturito dalla tensione.
Caldo e
freddo.
Sembrò
essere la chiave di tutta quella storia.
-Verrà
a cercarmi?- Chiese, pur conoscendo la risposta.
-Presumiamo.-
Lui, fu secco nel rispondere.
Tutto
lo smog urbano sembrò essersi impossessato delle iridi scure
di Kagome, mentre
il mondo freneticamente continuò a girarle intorno.
Avrebbe
voluto abbracciarla, ma non sarebbe mai finita lì, e
così lasciò la presa,
continuando a sostenere il suo sguardo, rassicurandola un
po’, come meglio
poteva.
-Saprò
affrontarlo.- Esclamò, e la voce tremò tanto
forte da sembrare distorta.
-Ti
perderai.- Si limitò.
-Ho
imparato a difendermi, sono forte ormai.- Ribatté, questa
volta con rabbia.
-Sei
fragile. Potrei spezzarti.- Addolcì la voce, e
allungò una mano a scostarle la
frangia dalla fronte. Abbozzò un sorriso, poi si
voltò e ripercorse quel
malinconico viale.
Kagome
fissò la sua schiena. Ricordò la notte passata a
dormire al suo fianco. Lei
amava le sue spalle.
Sentì
le lacrime infrangere le barriere.
Lo
guardò andare via, e pianse.
Ripensò
a quella carezza, e ne fu commossa.
Il suo
cuore si spezzò ancora un po’.
<< Il corpo di Ayame è caldo. Sono conscio
che
questo sia un pensiero piuttosto comune, ma la sua pelle ha
qualcosa… è
realmente bollente. >>
Aveva
imparato che per chiarirsi le idee, era più semplice
accettarle, come prima
cosa. Così lo scrisse su un foglio stropicciato, per poi
ripiegarlo molteplici
volte. Sospirò e poi, lo aprì di nuovo.
Lesse a
voce alta:
- Il
corpo di Ayame è caldo. Sono conscio che questo sia un
pensiero piuttosto
comune, ma la sua pelle ha qualcosa… è realmente
bollente. –
Non
serviva.
Nella
sua testa, quel capelli rossi non cessavano di profumare fra le proprie
mani.
Così
pensò a lei come un pensiero molesto, un qualcosa che si
infiltra nel cervello,
e non vuole saperne di andarsene. C’era entrata dalle narici,
per forza, con
quel profumo così selvatico da far girare la testa.
O
grazie alla sensazione data sotto il tocco di ogni carezza. Un corpo
piacevole,
caldo…
Ricadde
con la schiena sulle lenzuola sfatte del suo letto, e
ringhiò sentendo quell’odore
sempre più debole. La notte si stava abbassando, rapendolo
dal suo stato di
mezzo demone.
Da uomo
avrebbe pensato ancora a lei?
Chiuse
le palpebre, cercando di visualizzare il viso di Kagome, per sfuggire a
quel
pensiero scarlatto. La vide perfettamente, bella, con la solita isteria
negli
occhi.
Avrebbe
voluto dirle molto di più quel pomeriggio, tenerla fra le
braccia e fingere che
nulla fosse accaduto, ma a quale scopo? Le avrebbe mentito, e poi se ne
sarebbe
andato ugualmente, lasciandole però una speranza nel cuore
che, momentaneamente
non avrebbe potuto far espandere.
Quando
riaprì gli occhi, si sentì più stanco
di prima, e quando guardò una delle sue
lunghe ciocche di capelli, non si stupì nel trovarsi color
pece. Si abbandonò a
quello stato, desiderando che la notte terminasse il proprio turno
più in
fretta del solito.
S’era
ripromesso di non riflettere in quello stato. Certo, rispetto alla sua
solita forma
di mezzo demone, riusciva a gestire l’istinto più
facilmente, ma la debolezza
da uomo, quella poteva rivelarsi ben più dannosa. Lo avrebbe
portato da Kagome,
almeno per qualche minuto, anche senza conoscerne le conseguenze.
Si
girò
su di un fianco, e abbandonò lo sguardo nel vuoto.
Provò
una forte inquietudine sentendo il vuoto della stanza frusciare a quel
movimento, e in un attimo fu divorato dall’assenza della sua
ex donna, tuttavia
il suo pensiero scivolò anche altrove.
Quella
confusione lo destabilizzò.
Lo squillare
del cellulare attirò la sua attenzione, salvandolo da quel
terribile circolo
vizioso.
Una
mail.
<<
Yamamoto
abbiamo un piccolo problema, so che non è la notte giusta,
ma sto per arrivare a
casa tua. >>
Aggrottò
le sopracciglia.
Non
fece in tempo a domandarsi di cosa si potesse trattare, che la voce di
Miroku
giunse rabbiosa dal piano di sotto. In un attimo fu in piedi, e con
preoccupazione,
scese le scale.
-Non
smetterò mai di pentirmi per averti lasciato le chiavi.- Si
lamentò,
fulminandolo con lo sguardo.
Miroku
prese a camminare avanti e indietro per la stanza, frenetico e in preda
al
nervosismo. Un comportamento anomalo per uno come lui,
all’apparenza
menefreghista e pacato. Non era da lui, mostrare così tanto
uno stato di
tensione.
Inuyasha
appoggiò una mano sulla sua spalla, e con sguardo empatico,
lo invitò a
tranquillizzarsi. Non gli furono necessarie parole.
-Quel
bastardo.- Si interruppe, per prendere la giusta respirazione
necessaria per
spiegarsi bene. –Quel viscido bastardo, in questo istante
è con Ayame. Non
eravamo insieme, in un pub. Stavamo bevendo e scherzando,
finché non si è fatto
avanti. Ho visto quello sguardo di
Ayame, e non sono riuscito a trattenerla.- La voce gli
tremò, e la presa di
Inuyasha si fece più salda. Tanto da farlo soffrire sotto
quella pressione,
eppure rimase inerme.
-Come
hai potuto lasciarla andare?!- Si riempì di rabbia.
-Lei
voleva sapere. Non ho potuto impedirle di sapere…-
Provò a giustificarsi, e per
la prima volta dopo molto tempo, sentì qualcosa graffiare in
gola. Un forte
senso di disagio gli attraversò il corpo, e si accorse di
voler piangere. Ma
non lo fece, si trattenne con tutto l’impegno possibile.
Inuyasha
gli si allontanò bruscamente, come a non sopportare la sua
presenza.
-Sai
almeno dove stanno andando?-Domandò in un ringhio.
Miroku
non rispose, ma sul suo viso si espanse un senso di pena
così vivido, da far
impazzire i sui sensi. Non attese oltre, si precipitò fuori
di casa, e
attraversando di corsa il proprio giardino, cominciò ad
elencare mentalmente tutti
i posti in cui Ayame soleva rifugiarsi.
Si
sentì impazzire all’idea di non poterla trovare,
di arrivare troppo tardi e
fallire nel proteggerla. Non poteva perderla, non le avrebbe permesso
di farsi
riempire la testa di parole sporche. Non l’avrebbe fatta
cadere nella
disperazione.
Le
aveva promessa che l’avrebbe sorretta, aiutata a respirare.
Sempre, in
qualsiasi istante.
Non
poteva perderla.
Sentì
il cuore battere eccessivamente, e dopo tanto andare senza meta, si
fermò a
prendere fiato, piegandosi su se stesso. Non sarebbe dovuto accadere
proprio
quella notte.
-Maledizione!-
Sbraitò.
Se si
fosse trovato nella sua solita natura, il suo fisico non avrebbe mai
ceduto così
facilmente. Sarebbe riuscito a trovarla, se solo fosse stato normale.
Fissò
il cemento con distacco, e alzando lentamente il capo, sentì
il corpo vibrare
alla vista di quel paio di All stars troppo rovinate per essere ancora
indossate. I collant neri a fasciare le gambe, erano tanto familiari da
riuscire a rincuorarlo in un breve istante.
Tutto
il suo corpo sorrise, nell’avendola lì davanti, ma
quell’entusiasmo si spezzò
non constatare che le guance nivee, erano inumidite da lacrime copiose.
La
raggiunse, e prendendola fra le braccia, cercò di placare
gli scossoni dovuti
ai brividi.
Quel
profumo di iris selvatico lo avvolse in un attimo, ed istintivamente
ebbe
voglia di baciarle i capelli. Lo vece, e i tremori sembrarono calmarsi.
-Dimmi
che non ti ha fatto nulla, ti prego.- Le sussurrò con una
dolcezza che aveva
dimenticato di poter esprimere.
Ayame
scosse il capo. –Abbiamo solo parlato. Portami a casa.- Lo
implorò.
Lui
lasciò scivolare la mano lungo il fianco di lei, sino a
trovare la piccola
mano, per poterla rinchiudere nella propria. Solo allora
abbandonò l’abbraccio,
pronto ad averla al suo fianco per tutto il tragitto.
Capì
subito che con casa, Ayame intendesse la sua.
L’avrebbe
tenuta con se tutta la notte.
Quando
rincasarono, Miroku era disteso su uno dei tre divani della sala,
addormentato.
Senza fare rumore, salirono le scale. Non appena si chiusero la porta
della
camera alle spalle, un tuono si scatenò sulla
città.
-Ogni
volta che ci vediamo, comincia a piovere.- Sussurrò la
rossa, tremando sotto le
carezze dell’ormai umano Inuyasha.
-E
tuona.- Aggiunse lui, affondando le mani fra i capelli mossi, a
cingerle con
delicatezza il collo. La baciò lievemente, assaporando la
morbidezza delle sue
labbra.
-Gia,
tuona.- Disse ancora lei, con voce spezzata.
-Stai
bene?- Si assicurò, baciandola ripetutamente sulle guance.
Ella
annuì,
abbozzando un sorriso. Le gote pallide, macchiate di sbavature da
trucco, si
accesero di un lieve color rosato.
Inuyasha
scostò le spalline del vestito leggero, che con naturalezza
scivolò su quel
corpo così armonioso, mostrandola in tutta la sua bellezza.
Ayame
aveva un corpo caldo ed eccitante, ma continuò a guardarle
il viso, e con la
sola forza di essere umano, la sollevò, e la
portò a letto. Prima di lasciarsi
ricadere su di lei, si sfilò la maglia e i jeans con tanta
foga da risultare
goffo.
Quando
il suo petto sfiorò la pelle della rossa, provò
un senso di tempore e pace
indescrivibile. Lei sorrise. Non lo faceva mai spesso.
La
strinse fra le braccia, e lentamente le sfilò i collant,
lasciando però al loro
posto le mutandine.
Le
sfiorò la fronte con le labbra, per poi stringerla ancora di
più.
Avrebbe
dormito al suo fianco, e l’indomani avrebbero parlato di
Koga, aprendo per l’ennesima
volta una ferita troppo grande. Quindi voleva tenerla al caldo, lontana
da
tutto quello almeno per una notte.
-Tu sei
da proteggere.-
Le
sussurrò un paio di volte, appena prima di addormentatsi.
*
E' un chiaro riferimento ad "Hana yori dango", un famoso manga e gioco
di parole. In sintesi dovrebbe significare "I fiori sono meglio dei
ragazzi", ma può anche essere interpretato come "I dolci
sono meglio dei ragazzi"
Ok.
Uno, due e tre…
Tadan,
sono tornata… !
La mia
totale crisi- che vorrei precisare, non aveva nulla a che fare con
l’ispirazione-,
è completamente passata. Mentre ero al mare, ho terminato
questa storia, e in
parole povere devo solamente sistemarne la stesura.
Io
vorrei davvero ringraziare tutte le persone che mi hanno incitata a
continuare,
davvero… Non ho parole <3
Vorrei
però poter dire che, se ho interrotto per un periodo
momentaneo questa ff, non
è stato per nulla perché non mi andava
più di scriverla, anzi, più passa il tempo
e più mi sento legata a questa storia.
L’avevo
accantonata per il semplice fatto che purtroppo, anche non volendolo
fare, ho
messo davvero troppo di me all’interno di queste righe, e dal
momento in cui
sentivo di aver persone una persona molto importante della mia vita,
che è
finita per c’entrarci, non me la sentivo più di
scriverla. Non riuscivo proprio
a farlo.
Ora
però le cose sono diverse, ed ecco qui questo capitolo, che
sicuramente
odierete, per come sono andate le cose.
Ma
voglio rassicuravi solo su una cosa, stiamo per arrivare al finale, ma
molto
probabilmente scriverò un seguito. Non posso far risolvere i
problemi
relazionali di Inuyasha, Kagome e Ayame in un finale in cui il punto
focale
sarà Koga, anche perché i residui dei traumi che
hanno avuto, avranno
conseguenze sul loro futuro, e si risolveranno soltanto vivendo la vita.
Spero
d’essermi
spiegata. ;)
Su
questo capitolo ho da dire una sola cosa: Inuyasha all’inizio
si preoccupa per
Kagome, e successivamente allo stesso modo, si preoccupa per Ayame.
E cosa
ben più importante, per confortare la rossa, si abbandona
completamente, mentre
con la sua ex donna si trattiene. E’ importante questo
passaggio. Molto molto
importante.
Vorrei
ringraziarvi tutti uno ad uno come facevo in passato, ma sto morendo
dal sonno,
e non vedo l’ora di postare.
Al
prossimo capitolo risponderò anche alle scorse recensioni!
Grazie
ancora per il sostegno.
Ah,
perdonate gli errori imbarazzanti sparsi in tutta la storia, in questi
giorni
mi metterò e la sistemerò tutta. Ho
già cominciato a correggere i primi
capitoli!
Con
amore da scrittrice in erba, Favole.
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Capitolo 28 *** La differenza fra due notti. ***
Burn.
La differenza
fra due notti.
Una di
molto tempo prima:
-Quando
facciamo l’amore, mi senti vivo?- La sua voce uscì
impersonale, e fu quasi come
se da ogni sillaba pendesse una stalattite. Lei lo guardò, e
quel suo
esprimersi così terrificante, si sciolse nel calore degli
occhi, in contrasto
con il proprio colore, freddo.
Gli
occhi blu non l’erano mai piaciuti così tanto,
troppo schietti. Così diversi
dai suoi, verdi e sinceri. Con le guance rosee le donavano
un’aria di
fanciulla, così tipica per la sua giovane età.
Pura. Quelli di lui però, erano
diversi in qualcosa. Aveva uno sguardo arrogante, ma a cui non si
poteva
rinunciare di porgere attenzione.
Lui era
rassicurante, terribilmente. Nonostante quegli occhi blu. Terribilmente
troppo
blu.
Ayame
era sempre stata un’osservatrice. I dettagli le piacevano,
riuscivano a
elettrizzarla in qualche modo. Non trovava piacere in una persona
troppo
semplice, non prestava considerazioni in un viso lineare e pulito. Nel
corso
degli anni aveva cominciato a chiedersi il perché. Era
conscia che fosse
comune, l’amore per le particolarità, ma il suo
era qualcosa di più spigoloso,
come una specie di ossessione.
Così
scavando dentro di se, riuscì a riportare alla mente una
sagoma, di un carattere
burbero e chiuso. La voce roca di quella persona cominciò a
dondolarle intorno,
come a chiedere d’essere ricordata, ma mai abbastanza da
riuscire a
identificarla.
Rimembrò
del signor Nakamura la prima volta che l’eroina invase le sue
vene, avvelenando
il suo sangue selvatico. La sua mente assopita, si aggrappò
a quel momento in
cui l’infanzia aveva bussato all’uscio della
pre-adolescenza, con rammarico,
come accade un po’ a tutti.
Era
l’autunno
dei suoi undici anni. Sua madre era ancora viva, ma riusciva a vederla
troppo
poco, così ogni qual volta le fosse permesso, dopo la scuola
andava a trovarla
in ospedale, dove lavorava come infermiera. Gli ospedali non le
facevano
alcun effetto.
L’odore così forte di
farmaci e corpi umani però, le facevano storcere il naso
quasi sempre.
Un
giorno piovoso arrivò una donna ustionata in volto, e
l’odore di carne umana
bruciata le risultò tanto insopportabile da farle venire la
nausea. In preda al
panico di rigettare nei corridoi bianchi, si infilò in una
camera, e dopo
qualche secondo si arrese al proprio male, piegandosi in due.
Sentì
la testa girare, e rammaricata di non aver resistito sino al bagno,
pregò di
aver scelto una stanza vuota.
Le
lamentele di un uomo, delusero ogni qualsiasi speranza.
-Meraviglioso!-
Esclamò, senza curarsi di domandarle come stesse.
–Mi auguro che mandino
istantaneamente qualcuno a ripulire.- Continuò a lamentarsi.
Ayame
sollevò lo sguardo, e quello che vide le fece tornare lo
stimolo di rimettere
nuovamente. Si trattenne a stenti.
-Beh,
che diavolo hai da guardare con quell’espressione
terrorizzata? Se non l’avessi
ancora capito, siamo in un ospedale!- Le rimproverò, con
tono polemico.
-M-mi
dispiace per aver vomitato sul suo pavimento signore, farò
ripulire tutto da
mia madre!- Disse poco prima di inchinarsi e fuggire fuori da
lì.
Il
giorno dopo sua madre le impose di tornare, munita di fiori, con
l’intento di
scusarsi decorosamente. Scoprì che quell’uomo dal
viso oscenamente sfregiato
aveva appena una trentina d’anni, una carriera
d’oro e un ex fidanzato
vigliacco.
Lui le
spiegò ch’era nato arrabbiato, e questo aveva
sempre giovato alla sua vita. La
furia si trasformava in creatività, e questa definiva ogni
suo giorno. Era uno
scultore. Incideva il marmo con foga, ma sempre preciso in
ciò che voleva
rappresentare. Il grottesco era il suo scopo, non amava la bellezza
delicata,
ma quella spigolosa e carica di carattere.
A
cambiare la sua vita era stato un suo compagno di classe, il grande
amore della
sua vita. Passarono tre anni insieme, senza mai pretendere nulla
dall’altro.
Una di quelle relazioni in cui tutto scorre liscio, e ogni discussione
nasce
per finire senza lasciare conseguenze, se non quelle che andavano a
formarli
ancora più uomini, sino a farli crescere, insieme.
Quando Nakamura
lesse la lettera suicida del suo profondo amore, si arrabbiò
ancora, e ancora
quando suo padre lo trovò piangere dopo il funerale,
consolandolo sino al
momento in cui dalle sue labbra era nata la parola Amore.
Non
poteva essere accettata la sua natura omosessuale, se così
poteva chiamarsi.
Lui non lo sapeva, aveva amato soltanto quell’uomo acerbo e
tranquillo.
Come
poteva sapere cosa fosse?
Così
si
adirò sempre di più non riuscendo ad amare
nessuna donna, e stupendosi nel
trovare solo piacere dagli uomini dopo quel suo amante splendido. Si
sposò con
l’arte, e spaccò frammenti di qualsiasi cosa,
plagiandoli e dando forma a tante
rappresentazione fantasiose di quella mente che gli mancava.
Raccontò
ogni cosa a quel rosso fiore non ancora schiuso, sbottando qua e
là. Le spiegò
che quel suo volto non era altri che la rappresentazione della sua
anima, ma al
contrario delle proprie opere, non l’amava affatto,
perché come ogni essere
umano, era nato vanitoso.
Lei
però se ne stava lì ad ascoltare la sua voce, e
seguiva quelle cicatrici
scarlatte con attenzione, non lineari e in rilievo, e imparò
ad associarle alla
passione ardente che straboccava da quell’uomo.
La sua
imperfezione era l’immagine dell’amore forte.
Quello che spacca i cuori e
travia le menti.
Pericoloso,
ma agognato.
Quando
venne dimesso, Nakamura le lasciò un ciondolo
d’argento, abbraccio di un
campanello strillante. La superficie tremolante era fatta di rabbia.
L’unico
biglietto diceva:
“La
mia
presenza nuocerebbe alla tua crescita. Addio.”
Solo
questo.
Ayame
pianse. Ogni notte, finché sua madre non morì, e
trovò altro per cui soffrire.
Drogandosi
per la prima volta, seppe per quale ragione lo sguardo di Koga le
piacesse così
tanto. Perché le sue labbra perennemente spaccate
l’attirassero pur sapendo di
sangue.
E fare
l’amore con lui, la facesse sentire cullata dalla dolcezza,
seppur non ci fosse
nulla di tenero nel suo tenerle i polsi, e stringerle i fianchi.
Non vi
era nulla di più vivo, nell’unirsi fisicamente con
lui.
A
questo proposito rimase stranita da quella domanda, come accadeva ogni
volta
che Koga pareva distante. La risposta le parve oscenamente ovvia, ma
non volle
rimanere in silenzio.
-Sento
il pulsare del tuo sangue sotto la pelle, tanto da sembrarmi assurdo
che non
invada anche il mio di corpo.- Gli disse, accovacciandosi al suo
fianco, ancora
inebriata dal piacere.
Avrebbe
voluto ricominciare ancora, e placare quel senso di inquietudine che
formicolava gli arti del suo amante, un po’ come
l’arte per Nakamura-sama.
Voleva
essere la sua opera d’arte.
L’altra
di un tempo di guarigione:
Se quella notte
ci fosse stata luna, la sua luce avrebbe
sfiorato la pelle nuda di Ayame, mentre con commozione giaceva
immobile, su un
fianco, con lo sguardo immerso in quello dell’uomo
più vicino al suo cuore.
S’era svegliato da qualche secondo, e dopo qualche attimo di
confusione,
l’aveva riconosciuta.
Lo vide
sorridere, e seppe finalmente che non era stata
affatto un’impressione, la sua. Erano seminudi, fra le stesse
lenzuola, e tutto
ciò che avevano fatto, era restare abbracciati mentre fuori
da quel piccolo
universo novizio, il mondo si arrabbiava fra le nuvole. Improvvisamente
era
così chiaro, da sembrare abbagliante.
-Koga
è stato l’amore della mia vita.-
Sussurrò, mordendosi
le labbra. Per quanto si sentisse invecchiata dal dolore, decadente per
tanti
versi, il suo animo era rimasto quell’ingenuo del prima. –La mia
verginità, sia fisica che mentale, è stata sua.
Però
sai, non è questo il punto. Noi camminavamo allo stesso
modo, e lui sapeva
farmi ridere. Ridere davvero. Quando voglio parlare di lui, vedi, mi
vengono in
mente soltanto cose banali. Penso che sia questo il
problema… Se sono le cose
più semplici a venirti in mente, quello è
l’amore della tua vita.- Sorrise un
po’, con lo sguardo perso, così lontano da quel
letto, da quella casa.
Ma
ritornò in fretta, e lo guardò nuovamente. Voleva
restare, era il posto giusto in cui rimanere.
Era quello che
voleva.
-Voglio dire che
l’avrei perdonato, forse arrivando alla
pazzia, ma sarei rimasta. Avrei amato la sua arroganza sino a
distruggermi,
perché lui mi avrebbe tenuta insieme, anche se a pezzi. Il
mio collante
perfetto.-
Inuyasha le
‘carezzo il viso, temendo di dover raccogliere a
breve una lacrima, ma non accadde. Quel contatto lieve però,
gli permise di
sentire la temperatura bollente della sua pelle.
-Vuoi che ti
dica se ho perdonato Kikyou?- Domandò,
perplesso.
Ayame si
tirò a sedere, non badando all’improvvisa
esibizione del proprio corpo sinuoso, e scosse la testa.
-Ah-ah. Voglio
che tu mi dica che sei sicuro di voler
perdere Kagome. Lei è viva, è
dall’altra parte della città, e ti ama. Ti
desidera. Puoi ancora riabbracciare il suo corpo, perdonarla per
essersene
andata. Puoi farlo, anche se hai paura che possa accadere ancora.
Potrebbe
fuggire ancora, ma se restasse al tuo fianco, potrebbe guarire questo
tuo
timore. E’ una possibilità, forse la
più vera.- Gli disse, tirando fuori un
ragionamento frutto di una lunga riflessione.
Non voleva
perderlo, però poteva comprendere il dolore della
perdita e la gelosia pungente di sapere il proprio uomo a letto con
un’altra
donna. Kagome lo considerava ancora suo, Ayame lo sapeva.
Inuyasha,
tornato alla propria natura originaria, si mise a
sedere anch’esso, così da poterla guardare negli
occhi alla stessa altezza.
-Per amare
Kagome mi manca qualcosa. A me e lei, manca
qualcosa. C’è un abisso nell’unione dei
nostri cuori, e sono conscio del fatto
che se riuscissimo a colmarlo lei sarebbe il mio grande amore, forse
l’unica
fra qualsiasi forma di vita nel mondo. Però questo maledetto
non-so-cosa,
quando lo recupereremo? Potrebbero volerci mesi o addirittura anni. Non
posso
privarla dell’amore nel frattempo, capisci? E persino io, non
posso impedirmi
di provare affetti per un’altra donna, non voglio.- Si
spiegò pacatamente,
dandole poi un bacio sulla fronte.
-E con me cosa
cambia?- Domandò.
-C’è
una parte mancante di me, pur tuttavia convive con un’altra,
fin troppo piena, quasi straripante. Questa posso condividerla con te,
perché
anche tu sei piena di qualcosa. Non rischio di inquinare la tua vita,
capisci?
Noi coliamo l’uno sul corpo dell’altra.-
-Sì.
E’ cose se fossimo anestetizzati.- Gli rispose.
-Esattamente.-
Confermò, spingendola indietro e premendo il
proprio corpo sul suo. Le baciò il collo più
volte, sfiorandole i capelli.
Ayame chiuse gli
occhi, li riaprì per guardarlo, e li chiuse
ancora per percepire il suo profumo, così intenso e amabile.
-Kagome ha una
voragine dentro, ma il suo spirito è
scoppiettante. Non è fatta per permanere in questo stato,
lei è inquieta come
Koga, ha bisogno di emozioni vive, per sopravvivere.- Aggiunse lei,
dimostrando
d’aver capito in pieno.
Lui
annuì.
-Così
devo accettare di esserle nemica…- Realizzò a
voce
alta.
Ok, non ho
ancora capito se questo capitolo possa sembrare
inutile, però penso sia uno di quelli in cui sono sicura di
aver espresso al
meglio ciò che volevo dire. Insomma, sto provando a
introdurre la fine nel migliore
dei modi, e credetemi quando dico che non mi è semplice.
Questa storia si è
evoluta troppo. Lo stile è cambiato troppo, e se potessi
cancellarla e
ripostarla da capo, penso lo farai. Però ci sono le vostre
recensioni e le date
di pubblicazione e tutte queste piccole cose a cui tengo molto, quindi
mi sto
limitando a correggere capitolo per capitolo, senza stravolgere la
storia.
Con la prima
parte di questo capitolo, ho provato a dare
qualche indizio su Koga, su quello che stava succedendo dentro di lui,
quello
che lentamente ha cominciato a divorarlo. La prima frase è
l’inizio della fine.
Sto tentando di tracciare il profilo psicologico di tutti nel modo
più chiaro
possibile, provando a far capire che tutti in qualche modo comprendano
tutti,
meno Kagome che si ritrova nella stessa posizione in cui si trovava suo
fratello, e per questo per lei le cose sono diverse. Non la sto
abbandonando,
sto sottolineando le conseguenze degli eventi anche per lei. Quindi
isolarla è
l’unico modo che ho, ma questo non vuol dire che me la stia
perdendo per strada…
Voglio specificarlo.
Il tema
principale di questa storia sono le relazioni tra i
personaggi, e le reazioni al passato. Non voglio dire che la storia
d’amore fra
Inuyasha e Kagome non abbia la sua importanza, solo non posso
concentrarmi su
quella e ignorare la psicologia di questi.
Non possono
essere felici e contenti, se le cose non si
risolvono.
Che altro posso
dire, questa storia è diventata il mio mal
di pancia. Ho finito per metterci troppo di me, e scriverla
è sempre un poco
doloroso, però sono finita per provare un amore infinito per
essa.
Cos’altro
posso aggiungere? Ormai continuo a ripetere che
tornerò a ringraziarvi uno ad uno, e non lo faccio mai. Sono
estremamente (pessima)
pigra. Questo però non significa che non apprezzi i vostri
commenti, sia
positivi che (anche se un po’ meno xP) negativi. Sono
arrivata ad avere 67
preferiti, 24 ricordate, e ben 101 persone
che la seguono.
Beh, wow. Sono
davvero senza parole. :’)
Grazie con tutto
il cuore. Mi scuso immensamente per i
ritardi, e se posso giustificarmi, dico appunto che questa storia mi
è
diventata difficile da scrivere, persino quando sono ispirata.
Perdonatemi.
Sappiate che mi impegno tantissimo però.
Al prossimo
capito.
Favole.
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