Burn.

di Favols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni ***
Capitolo 3: *** Il gioco prende vita ***
Capitolo 4: *** Il ricordo di Kikyou ***
Capitolo 5: *** Un dialogo normale. ***
Capitolo 6: *** Take My Hand ***
Capitolo 7: *** Sangue ***
Capitolo 8: *** Passion ***
Capitolo 9: *** Nightmare ***
Capitolo 10: *** Vivi ***
Capitolo 11: *** Sensi di colpa, ricordi e... ***
Capitolo 12: *** Guardare avanti ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Dichiarazioni. ***
Capitolo 15: *** La prima notte di Luna Nuova [ Prima Parte ] ***
Capitolo 16: *** La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ] ***
Capitolo 17: *** Bisogno di Tempo. ***
Capitolo 18: *** Ciò che accade in tua assenza. [Prima parte] ***
Capitolo 19: *** Ciò che accade in tua assenza [ Seconda Parte. ] ***
Capitolo 20: *** Malinconica. ***
Capitolo 21: *** Ciò che può far male. ***
Capitolo 22: *** AVVISO. ***
Capitolo 23: *** Dei giorni passati a convincersi che solo la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi ***
Capitolo 24: *** Panico.-Prima parte. ***
Capitolo 25: *** Panico.-Seconda parte. ***
Capitolo 26: *** Altro avviso. ***
Capitolo 27: *** Sei da proteggere. ***
Capitolo 28: *** La differenza fra due notti. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Burn


Prologo.

 

Chiuse gli occhi e rilassò i muscoli.

Sentì dolore ogni centimetro del proprio corpo. Provò a muovere il polso, e il fastidio divenne improvvisamente più acuto.

-Merda!- Esclamò, cercando di tenere sotto controllo la rabbia. Era successo ancora, per quanto s’era ripromesso di non lasciarsi più coinvolgere era accaduto di nuovo, e oltretutto sempre per l’ennesimo motivo.

Fiacco e irato si alzò dal letto, trascinandosi verso il bagno, sempre più stanco. Piazzatosi dinanzi al lavabo, posò le mani sul marmo fresco, e si osservò allo specchio.

Sotto l’occhio destro sanguinava copiosamente un lungo ed evidente profondo taglio, tanto da macchiare qualche ciocca di capelli argentei.

-Complimenti Inuyasha, ti sei guadagnato una nuova cicatrice.- Ringhiò alla propria immagine, mostrando tutta la delusione verso se stesso che fino a poco prima si era curato di celare.

Si ritrovò a parlare con il suo riflesso e follemente non gli parve una cosa da pazzi. Almeno era sicuro di essere ascoltato.

Svogliatamente svitò il pomello destro del lavandino in senso anti-orario, per servirsi dell’acqua fredda, poi lasciò quel getto gelido scaraventarsi sulla pelle e, chinandosi in avanti, si bagnò il viso. Quel contatto lo riportò alla vita, risvegliandolo in un attimo.

Sentì la pelle tirare; quando si risollevò il sangue colò ovunque, macchiando l’elegante bagno. Non ne parve dispiaciuto.

Quando il dolore fu alleviato, afferrò un asciugamano pulito e fece pressione sul taglio. Non fu piacevole, ma dopo un paio di minuti l’emorragia fu placata. Sospirando tornò in camera. Si sentì incredibilmente scarico, vuotato di tutte le forze.

Lanciò una sfuggevole occhiata all’orologio e constatata l’ora si abbandonò sul letto sfatto, ancora vestito. Ci volle poco prima che si addormentasse.

Non passò molto tempo quando un rumore strillante e fastidioso giunse alle orecchie canine strappandolo alla veglia. Gli fu difficile individuare da subito la natura di quel tormento, e l’acuto mal di testa provocato dagli eventi della sera antecedente non lo incoraggiò nel comprendere.

Si rigirò su un fianco, e con le palpebre ancora semichiuse capì che il suo cellulare stava insistentemente cercando la sua attenzione. Nervosamente allungò il braccio verso il comodino e, raggiungendo l’oggetto desiderato, rispose:

 -Chi cazzo è a quest’ora?- Inveii, infischiandosene del tono. Si sentì ancora più furioso, quando dall’altro capo del telefono non si udì che un grandissimo baccano. Fu sul punto di riattaccare, ma l’inascoltabile musica cessò all’improvviso e così riuscì finalmente a riconoscere una risata familiare:

-Yamamoto-Kun, dovresti essere più gentile al telefono!- Lo rimproverò una voce maschile.

Inuyasha si tirò su coi gomiti, mettendosi seduto. Sentendo la voce del suo amico Miroku, s'irrigidì per la rabbia.

-Ho passato una brutta nottata, ma non c’è bisogno che ti dia spiegazioni dato che tu ne sei il colpevole.- Rispose, giustificando il tono avuto poco prima.

Miroku si lagnò come di suo solito, supplicandolo di smettere di odiarlo a quel modo. In fondo non l’aveva fatto mica apposta, nemmeno quella volta.

Il mezzo demone non volle ribattere, ormai privo di pazienza.

-Stronzate a parte, perché mi chiami alle cinque del mattino? Ti conviene avere una buona scusa…- Minacciò.

L’altro si lasciò sfuggire una mezza risata.

-Non preoccuparti Yamamoto, io ho una scusa più che valida!- Esclamò soddisfatto. -Parlando con amici, ho fatto una piccola scoperta. Qualcosa che potrebbe renderti molto felice. – Finì col dire.

Seguì un lungo silenzio. Inuyasha si preoccupò: il suo migliore amico aveva da sempre avuto una grande capacità nel combinare disastri. Scosse la testa, non convinto di voler sapere, e per tutelarsi dichiarò dal principio:

-Senti, non ho nessunissima intenzione di fare a botte nuovamente. Cerca di tenere le tue sudice mani sotto gonne di donne libere, chiaro?- In quelle parole fu chiaro il disgusto.

-Così mi offendi Yamamoto-Kun…– Si finse triste. –Questa volta, ho davvero una notizia appetitosa per te.- Parlò, in tono sornione.

-Allora che aspetti, parla no?!- Sbottò Inuyasha.

Miroku rimase in silenzio per qualche secondo, con l’unico scopo di mantenerlo in tensione. Ciò che avrebbe rivelato, sarebbe stato l’inizio di una serie di eventi interessanti, e lui n’era al corrente. Doveva gustarselo fino in fondo quell’istante.

-Kagome è tornata in città.- Sputò il rospo, mordendosi il labbro.

Il mezzo demone riattaccò, senza nemmeno salutare l’amico. Fissò il vuoto, e dopo qualche secondo si lasciò cadere sul materasso. Il suo movimento spostò l’aria e una folata di profumo lo inghiottì voracemente. Apparteneva sicuramente alla donna che il giorno prima s’era scopato, motivo per il quale poco dopo aveva fatto rissa. Un’altra sgualdrina di cui non conosceva la vita privata, ma che sicuramente non si sarebbe portato a letto, sapendola legata ad un vincolo sentimentale.

Se la dimenticò in fretta, aveva altro a cui pensare.

-Ka-go-me – Canticchiò a bassa voce. – Tu mi devi ancora qualcosa, solo che ancora non lo sai. –

Chiuse gli occhi, lasciando che un ghigno perverso gli ingrigisse il viso.

 

Kagome raccolse i lunghi capelli corvini in una coda alta, e si guardò allo specchio. Trovò che il suo viso quella mattina era insolitamente pallido; lei, che in genere aveva la pelle olivastra, ora assomigliava ad un fantasma.

-Sarà un primo giorno di scuola stupendo… - Ironizzò, scoraggiata.

Si voltò verso il letto, su cui era posata ordinatamente la divisa scolastica. Era la classica marinara azzurra, con abbinata una camicia sobria, bianca con bottoni neri. Molto più seria di quella delle medie.

La infilò, e si riposizionò dinanzi allo specchio.

-Beh, almeno questa mi sta a pennello. – Si consolò, regalandosi un sorriso.

Si era trasferita a Tokyo da pochi giorni, ma non era un problema per lei, si ricordava ancora come muoversi in città, d’altronde aveva lasciato la grande metropoli in seconda media, soltanto un anno prima.

I suoi genitori avevano deciso di cambiare aria dopo la morte di suo fratello, causata da un’overdose. Disperati, erano riluttanti all’idea che anche Kagome potesse fare quella brutta fine, per questa ragione, presero la decisione drastica di trasferirsi in campagna.

Purtroppo, il lavoro su cui il padre aveva fatto affidamento s’era rivelato una truffa. Ore e ore di fatica per uno stipendio bassissimo.

E così s’erano ritrovati a tornare in quel luogo che, ai loro occhi, era ormai diventato centro di ogni peccato.

Kagome però n'era entusiasta. Fin dalla dolorosa morte del fratello, nutriva dentro un desiderio ardente di andare fino in fondo alla faccenda, scoprire che cosa o chi avesse portato un ragazzo tranquillo come Koga sulla cattiva strada.

-Kagome-chan, sei pronta?- Sua madre la chiamò da piano di sotto.

Si diede un’ultima occhiata allo specchio e scese le scale. Suo padre che l’attendeva davanti all’ingresso di casa, l’avrebbe accompagnata lui il primo giorno di scuola.

-Papà, ti ripeto che posso andarci da sola- Protestò, con poca convinzione della voce.

Ma dato che suo padre aprì la porta senza quasi darle ascolto, fu inutile.

Lei lo seguì, rassegnata all’idea di fare la figura della zimbella proprio il primo giorno. Tuttavia a preoccuparla così tanto non era il fare una pessima figura ma il doverlo scomodare per una sciocchezza simile, e la consapevolezza che dietro a quel gesto c’era un morboso senso di protezione dato dalla mancanza di fiducia. In se stesso come genitore e in lei, figlia ma soprattutto sorella di un ex drogato.

Per tutto il tempo trascorso durante il tragitto non si rivolsero né sguardi, né parole. Solo quando la meta era ormai vicina, suo padre ruppe quel patto silenzioso.

-I genitori di Sango, ci hanno contattati quando hanno saputo del nostro ritorno. Anche lei frequenterà il tuo stesso istituto. Le ho detto di aspettarti davanti all’orologio dell’ingresso.- La informò, speranzoso di trovare un po’ di gioia nei suoi occhi castani per quella notizia così confortante. Almeno non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola. -Ora ti lascio qui. La scuola è qui dietro, una volta girato l’angolo la vedrai subito. In questo modo ti evito figure imbarazzanti.- Concluse, mostrandosi molto più comprensivo di quanto sua figlia avesse mai immaginato.

Kagome gli sorrise e scese dall’auto, sfoggiando un sorriso ormai estraneo alla sua vecchia espressione. Avrebbe rivisto Sango, ne era molto felice. In un anno non avevano mai smesso di sentirsi, ma la sua presenza fisica le era sempre mancata.

Impiegò un paio di minuti per arrivare ai piedi dell’imponente edificio e, perdendosi fra la folla, si sentì fortemente a disagio. Si accorse dei molti studenti e smarrita si preoccupò di non riuscire a trovarla.

“Mmh dove sei Sango-chan?” Si domandò fra sé e sé continuando a cercarla con lo sguardo, mettendosi spesso sulle punte per facilitarsi nella ricerca, fino a quando non si sentì tirare per la camicia. Si voltò di scatto, sbatté le palpebre più volte per cercare di rimembrare quel volto fra i ricordi. Non era umano, e si stava rivolgendo proprio a lei, eppure non le sembrò di conoscerlo.

-Sei Higurashi Kagome?- Le domandò, sicuro di sé.

Lei, sbalordita, si impappinò con le parole, e prese a balbettare.

-S-sì.– Riuscì a mettere insieme con estrema fatica – Perché?-

Il ragazzo che le stava davanti non rispose, ma con tutta la forza la sollevò e se la mise in spalla. Kagome, imbarazzata, si tenne la gonna per evitare che le sue grazie fossero messe a nudo, e strillò con tutta la voce che in quel momento riuscì a tirare fuori.

L’intera folla si voltò a guardare quello che stava accadendo. Fra quella gente vi era anche Sango, che senza parole assistette alla scena, completamente inerme.

-Ma che diavolo fai?! Mettimi subito giù, deficiente!- Inveì, livida di rabbia.

Il ragazzo non l’ascoltò e si diresse verso una macchina nera parcheggiata lì vicino.

Lei non lo sapeva ancora, ma a portarla via da un normale primo giorno di scuola era Inuyasha, quello che sarebbe diventato il suo incubo più grande.

Miroku aprì lo sportello e lo aiutò ad infilarcela dentro, con così poca grazia da farle male. Tuttavia lei, tenacemente, continuò a dimenarsi per cercare di sfuggire.

-Yamamoto andiamo!- Lo incalzò l’amico.

Inuyasha annuì, salì in macchina e mise in moto, facendo rombare il motore.

Kagome era senza parole, perché una cosa così assurda doveva capitare proprio a lei?!

Era arrabbiata, imbarazzata, confusa, irritata; insomma, era tutto meno che spaventata. Tirò una manata a Miroku, che la immobilizzò scoppiando a ridere.

-Ma cosa diavolo è questo, un rapimento?- Urlò, gonfiando le guance.

Inuyasha sorrise.

–Io preferisco dire che è una resa di conti.– Precisò, in tono divertito.

 Kagome sentì il sangue ribollire di rabbia, si lanciò verso il mezzo demone, e gli tirò i capelli con foga. Egli ringhiò e la macchina sbandò.

-Vuoi farci uccidere stupida ragazzina?!- Le urlò contro, prima di riprendere il comando dell’auto.

–Non pensavo che ritirare il premio di una vincita a poker fosse così faticoso.- Si lamentò poi, rimettendosi comodo al volante.

 Lei spalancò gli occhi.

–Io sarei il premio?!- Domandò esterrefatta, temendo di conoscere già la risposta.

 Inuyasha annuì, dando conferma a quel gran timore.

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Capitolo 2
*** Spiegazioni ***


Burn.

Capitolo primo.

Spiegazioni.

 

 

Kagome scalciò per l’ennesima volta, colpendo il lato superiore del sedile che sbatté contro la nuca del mezzo demone, ormai abituato a quel trambusto. Si fece infatti una risata, senza più adirarsi, come aveva invece fatto una manciata di minuti antecedenti a quel momento.

-Cosa diavolo hai da ridere?! Io pretendo delle risposte!- Sbraitò la ragazzina, mentre le gote andavano in fiamme. Ogni centimetro del suo corpo stava tremando per innumerevoli ragioni, ma principalmente per l’ovvia paura che stava provando. Il tentativo di nasconderla, n’era sicura, stava risultando parecchio sghembo. Inefficace in ogni modo.

Continuò nonostante tutto a non volersi rassegnare e con tutta la grinta che riuscì a trovare, colpì il volto sornione di Miroku, che per qualche attimo aveva perso concentrazione.

Immediatamente si pentì di quel gesto, temendo una reazione violenta di questo che però non si scatenò mai. Lei lo guardò confusa, domandandosi per quale ragione non stesse ancora subendo lo stesso trattamento.

Il giovane riacquistò quello spudorato e irritante comportamento.

-Io non picchio le donne, mocciosa. Nemmeno quando si comportano da tredicenni mestruate.- Le fece notare, aggrottando le sopracciglia.

Spossata da quella vana lotta, e abbattuta da quel testardo non prenderla sul serio, s'incupì, per poi ignorarlo.

Pochi istanti dopo la macchina inchiodò dinanzi ad un grande cancello, rovinato in vari punti dal tempo. Kagome ne osservò le onde sinuose, fantasie di metallo che diramandosi circondavano una splendida villa.

Come tutte le altre abitazioni del quartiere era in stile occidentale. Di un giallo spento, però totalmente uniforme. Doveva essere stata riverniciata di recente.

Le grandi finestre prive di tendaggi opprimenti davano una piccola anteprima dell’interno, ben illuminato. Ne rimase folgorata: era veramente una splendida casa, di quelle che non puoi far a meno di notare e che ti smuovono dentro una piccola invidia verso i proprietari.

Miroku interruppe la sua totale meraviglia, invitandola ad uscire dalla vettura in modo poco cortese. Provò ad ignorarlo, pretendendo almeno d’essere trattata con un minimo di garbo; dopotutto l’avevano trascinata lì senza curarsi minimamente delle sue lamentele -o meglio urla-, e stava cominciando a pensare di doversi affermare in qualche modo o quei due l’avrebbero sopraffatta completamente.

Il suo tentato valoroso comportamento non servì a nulla ed infatti il ragazzo le afferrò il polso e la trascinò fuori dall’auto, facendole anche incastrare il piede nella cintura di sicurezza. Non cadde per un pelo.

“Maledizione!” Pensò, dopo essere quasi precipitata contro l’asfalto. “Deficienti figli di papà”, inveì interiormente.

Il desiderio di ribellarsi in qualche modo continuò a crescere dentro di lei sbaragliando completamente la paura provata fino a quel momento. Si sentì traboccare di adrenalina, e l’idea fulminea di cacciare un urlo l’attraversò quando vide un’anziana signora trafficare nel giardino a fianco; ma proprio mentre stava per spalancare la bocca qualcosa la bloccò.

In fondo che cosa mai avrebbero potuto farle? L’avevano prelevata davanti a scuola, senza preoccuparsi minimamente di coprirsi il volto. Nonostante tutto, non parevano né dei maniaci né dei completi idioti. Inoltre, una pizzicante curiosità si stava facendo violentemente spazio nella sua fantasia.

Se avesse chiesto aiuto in quel momento, non avrebbe potuto sapere il perché di quell’assurda situazione.

Forse avrebbe dovuto resistere, almeno ancora un po’.

Si fece in tal senso più coraggio.

Fingendo rassegnazione si lasciò guidare in mezzo al giardino, ricco di alberi da frutta e meravigliosi roseti. Lo trovò esageratamente vistoso ma al contempo rassicurante. Tutti quei colori erano belli da guardare e il profumo di terreno ed erba la rilassò. Inoltre era tutto organizzato, tutto pareva ben potato e piccoli sentieri formati di grandi cocci rosso mattone si diramavano perfettamente in mezzo alla natura.

Ci vuole dedizione per prendersi cura di un giardino simile e chi è capace di spendere tanto tempo per qualcosa di simile non dev’essere poi così cattivo. A meno che non paghi qualcuno per farlo.

Kagome scosse la testa, scacciando uno dei pochi pensieri positivi a cui era riuscita ad aggrapparsi.

Percorsero quel paradiso di flora a passo svelto e in breve si trovarono davanti alla porta d’ingresso che il mezzo demone spalancò in un batter d’occhio.

“Che razza di persona non chiude a chiave in una città come Tokyo?!” pensò. “E se fosse perché nessuno avrebbe il coraggio di intrufolarsi a casa sua? Sarà un membro della yakuza?!”

L’ansia l’aggredì nuovamente.

E se si fosse sbagliata? Magari quei due stavano tramando di abusare di lei e poi corrompere gli studenti testimoni del suo rapimento. In fondo i soldi sembravano non mancagli. Immediatamente si diede della stupida: va bene avere potere, ma corrompere tutti quei ragazzi sarebbe stato alquanto surreale, troppo.

Però l’idea di un qualsiasi legame con la criminalità organizzata le parve ancora un’idea da prendere in considerazione anche se, a guardarli bene, non sembravano affatto appartenervi.

Erano entrambi trasandati, con indosso maglie di gruppi metal che ancora non aveva ascoltato e conosceva soltanto grazie all’omonima mascotte mostruosa degli Iron Maiden.

Inuyasha portava i capelli lunghi, sciolti in meravigliose ciocche argentee. Erano splendidi tanto che quasi frivolamente glieli invidiò. Rimase stupida riflettendo sul fatto che il suo istituto scolastico permettesse un’acconciatura simile. Era piuttosto disdicevole.

Sempre che questi frequentassero una scuola!

Miroku invece i capelli li portava medio lunghi, ma legati in un piccolo e buffo codino dietro alla testa. Quell’intenso corvino metteva in evidenza gli splendidi occhi blu, meno spaventosi di quelli gialli e demoniaci dell’altro.

Chinando il capo notò che portavano tutti e due gli anfibi, calzature che aveva sempre odiato e visto innumerevoli volte ai piedi di Koga, suo fratello. Li trovava brutti, grossi e scomodi, buoni solo ad attirare l’attenzione. Un po’ come gli anelli di dimensioni esagerate raffiguranti teschi, spade e rose. Sulle collane non ci si soffermò molto, intuendo che non avrebbe nemmeno decifrato che cosa potessero raffigurare.

Li stava giudicando senza remore. Ne aveva vista parecchia di gente come loro, amici fuori di testa di Koga, e non ne aveva un bel ricordo.

Quel ricordo mise in moto un meccanismo automatico che le riportò alla mente troppe immagini dolorose, che volle cancellare concedendosi di osservare l’arredamento perfetto.

La posizione di ogni oggetto sembrò essere stata decisa con molta attenzione perché non c’era nulla di sgradevole agli occhi in quelle stanze. L’arredamento era sui toni chiari, riprendendo -nonostante l’esterno- il classico tocco orientale giapponese.

Vi erano parecchi fiori, e si convinse sempre più che chi se n'occupava non lo faceva di certo per denaro.

La colpì maggiormente la mancanza di pesantezza. Solitamente le ville degli aristocratici esagerano in soprammobili o quadri, mentre quel salone nella sua ampiezza conservava una frescura molto accogliente.

Stranamente si sentì a casa. Una sensazione che le piacque, nonostante tutto.

Non ebbe il tempo di continuare le sue osservazioni che Inuyasha strinse con forza il suo polso, trascinandola con prepotenza al piano di sopra. Così velocemente attraversarono un’altra sala perfettamente arredata, quasi corsero su per le scale e dopo un paio di rampe, percorsero un lungo corridoio, totalmente bianco e leggermente claustrofobico. Svoltarono a destra e si fermarono davanti ad una porta. In quel momento Kagome non poteva immaginare cosa sarebbe diventata quella stanza per lei e in cosa si sarebbe trasformata all’interno di quelle mura solide.

Inuyasha aprì la porta, e una luce abbagliante li travolse.

Era il posto più luminoso dell’intera abitazione (almeno per quello che aveva visto sino a quel momento) e il motivo erano le enormi finestre che ricoprivano quasi per intero una delle quattro pareti.

Il profumo di muschio le si infranse addosso insieme all’aria che penetrava dai vetri aperti, avvolgendola, così intenso da darle alla testa. Quello stesso profumo l’aveva già sentito poco prima, nell’auto, proveniva dal mezzo demone.

L’occhio curioso ricadde su tutto ciò che le si presentò davanti. Era una stanza semivuota, il letto a due piazze collocato perfettamente al centro le sembrò bizzarro, dandole l’idea di audace ed elegante nonostante fosse sfatto. Un solo armadio poggiava contro il muro, e dallo specchio su una delle ante vide riflessa davanti una scrivania stracolma di scartoffie con poggiato un portatile bianco.

Avanzò in quello strano ambiente sospinta da un’immensa curiosità, e dopo un lieve capogiro per tanta confusione si mise a sedere sul letto.

-Credo di meritare una spiegazione.- Disse, fiduciosa in se stessa.

Lui non rispose subito; dapprima le accarezzò il viso con lo sguardo, poi con passo felpato si avviò alla catasta di fogli sul tavolo di legno e imprecando un po’ contro il proprio disordine, ne tirò fuori un rettangolo lucido e colorato che sventolò con soddisfazione.

Era una foto.

La raggiunse, s'inginocchiò davanti e le porse ciò che in quel momento considerava un tesoro. Con spudorata malignità attese la sua reazione, convinto in un'assicurata devastazione sentimentale.

Infatti Kagome perse un battito, riconoscendo i propri tratti somatici nel viso di suo fratello, pallido e spento. Qualcosa dentro di lei si mosse, e per qualche istante temette di poter vomitare. Non raffigurava nulla di così rivoltante, però la tensione la stava scombussolando. I sentimenti che s'impegnava tutti i giorni a soffocare fecero capolino fuori dai limiti che si era predisposta e le diedero alla testa.

-Koga…- Sussurrò. Tentò caparbiamente di trattenere le lacrime, ma fu del tutto vano e una le scivolò lenta lunga la guancia rovente.

In quell’immagine rubata al tempo trascorso lui se ne stava lì, seduto ad un tavolo da poker, con l’espressione afflitta che poteva avere solamente un perdente. Alle sue spalle, Inuyasha e Miroku a braccia conserte. Sembravano soddisfatti e ancora più sornioni del solito. Si sentì disgustata.

Inconsciamente, conosceva già la ragione di quel gesto. Ricordava ciò che Inuyasha aveva esclamato subito dopo averla rapita.

Lei era un premio, e stava realizzando anche in che partita di poker era rimasta coinvolta. Era un pensiero così rivoltante da sembrarle impossibile.

Come aveva potuto farle questo?

-Che significa?- Chiese, implorando qualsiasi entità custode di non darle la risposta che temeva.

Lui assunse un’espressione tanto seria da farla deglutire: in quell’espressione da cane bastardo era cambiato qualcosa.

Una traccia di rimorso?

No, sembrava piuttosto un momento agognato, e tensione scaturita da questo.

Lo vide inumidirsi le labbra e allungare una mano verso di lei, chiuse gli occhi d’istinto e il tocco deciso della sua mano la fece fremere. Le stava accarezzando il collo, con disinvoltura e delicatezza. Lo stava facendo nel modo giusto, su di lei che non era mai stata sfiorata da un uomo, come se l’avesse fatto altre mille volte.

-Lo sai anche tu, che significa.- Rispose, sadico. E quelle parole si dissociarono completamente da quel tocco gentile e perfetto.

Kagome allora aprì gli occhi velocemente, e lo sfidò:

-Voglio che tu me lo dica!- Insistette, alzando persino la voce.

Inuyasha osò ulteriormente, le scostò i capelli lunghi e corvini da una parte, e con le labbra baciò un piccolo centimetro della sua pelle. Era paralizzata, avrebbe voluto colpirlo in pieno volto, mettersi a strillare e scappare via, ma il suo corpo non voleva muoversi di un solo centimetro.

Così restò ad ascoltare ciò che quel maledetto aveva da dirle, così vicino, ancora più crudelmente.

-Koga ha deciso di giocarsi la sua dolce sorellina a poker, poco prima di schiattare.- Le sussurrò all’orecchio, per poi morderle il collo con eccitazione. L’afferrò per i fianchi, in modo da non farla fuggire.

Era calda, sensuale in quell’ingenuità che il mezzo demone non provava a violare da molto tempo.

Kagome si abbandonò a quella carnivora delusione e cessò di trattenere le lacrime, che in abbondanza presero a scivolare bagnando anche il viso di lui, ancora così vicino.

Avrebbe voluto non sentire altro. Perché le sue orecchie percepivano ancora suoni? Eppure dentro la sua testa era esplosa una bomba, non avrebbe dovuto essere sorda allora?

Non voleva sentire, no.

-Sai, solitamente non giocava a poker, ma quella notte era rimasto senza un soldo e l’astinenza si stava facendo sentire. Brutta bestia, la droga- Continuò Inuyasha, rafforzando la presa.

Non voleva sentire.

Finalmente il suo corpo tornò ad avere stimoli, carico di adrenalina. Con uno scatto provò a sfuggire dalle braccia del mezzo demone ma non ci riuscì. Inuyasha la sospinse indietro, e in pochi istanti fu subito sopra di lei, insediatosi fra le sue gambe e premendo il proprio corpo maschile sul suo, verginale e tremante.

Sorpresa ma non più impaurita, lo osservò da vicino. Era bello. Il suo viso era perfetto, anche se inchiostrato di velenosa cattiveria.

Non sapeva che il suo per lui, era ancora più attraente. Sulle sue labbra regnava l’ingenuità, uno scarlatto trattenuto in una sensuale morbidezza. Gli occhi grandi e umidi la rendevano indifesa, e per questo ancora più intrigante.

Kagome, malinconica e sensuale.

Inuyasha l’aveva vista qualche tempo prima che Koga morisse e senza ombra di dubbio l’aveva trovata deliziosa, ma il tempo l’aveva maturata splendidamente. I seni erano abbondanti, perfettamente gonfi e sodi. Ogni parte di quel corpo era diventata più rotonda. Le cosce semiscoperte dalla gonna alla marinara non erano eccessivamente magre, ma perfettamente tirate. Il viso era più adulto, ma lo stesso delicato e fanciullesco, perfettamente in linea con i suoi quindici anni.

Si avvicinò alle sue labbra di bambina cresciuta e meditò di profanarle. Quella situazione lo stava eccitando incredibilmente e a trattenerlo fu la sola consapevolezza che sarebbe stato stupro: lui non era né un criminale né un depravato. Sapeva inoltre che l’avrebbe avuta, e un po’ d’attesa non sarebbe guastata.

-Stai tremando. Hai paura?- Le domandò, respirando sul suo viso.

Kagome strillò.

Non era terrore.

Ma la rabbia si era accumulata, e quel contatto forzato la stava facendo impazzire. Si sentì soffocare.

Quel gesto consentì al mezzo demone di concedersi un piccolo assaggio, così la mise a tacere baciandola. Assaporò la sua bocca con foga, scostando i capelli da quel viso esasperato. L’accarezzò con delicatezza, percorrendo il collo e scendendo lungo i fianchi.

La baciò intensamente, non soltanto per metterla a tacere. L’eccitazione stava crescendo in lui sempre di più, e per un istante sentì di non potersi controllare più.

Lei paradossalmente non oppose resistenza, e per un breve attimo gli parve di sentirla socchiudere le labbra, ma nulla più.

Stava provando un immenso desiderio di accarezzarle le gambe e insinuarsi fra le sue cosce, ma non lo fece.

Si fermò, soddisfatto di ciò che aveva già avuto.

-Stai tranquilla, non voglio violentarti. Non sei abbastanza attraente- La rassicurò, mentendo. Si sollevò sulle braccia, dividendosi da lei.

Quando si alzò, Kagome provò un forte contrasto dentro di sé. Era incredibilmente sollevata e respirava come se non lo facesse da mesi, però provò subito un senso di inadeguatezza non sentendolo più sopra di lei, come una forte e vecchia nostalgia.

Le venne voglia di raggomitolarsi in posizione fetale, ma la ragione la spinse ad alzarsi di colpo.

Inuyasha le aveva aperto la porta e con un sorriso indecifrabile le indicò l’uscita.

-Quella è la porta, va' pure. Tanto sono convinto che tornerai!- Disse.

Lei non se lo fece ripetere due volte, lo sorpassò e con sdegno esclamò: -Vai al diavolo, deficiente!-

Poi scappò via senza guardarsi indietro, ripercorrendo le stanze della casa che la separavano dalla libertà come se lo avesse fatto da sempre, e varcò la soglia ignorando l’amico di lui placidamente seduto sul divano.

Miroku, vedendola fuggire a gran velocità, raggiunse il migliore amico.

-Già fatto?!- Domandò, interdetto.

Inuyasha sbottò.

-Mica stupro le ragazzine io, feh! Tranquillo però, ho fatto in modo di farla tornare. Vedrai, in meno di una settimana me la ritroverò a casa.-

L’altro fece spalline, quasi deluso. –Me ne torno di sotto a mangiarmi qualcosa!-

 

 

Kagome corse il più velocemente possibile, costringendo il proprio corpo ad uno stress insolito, ma non si fermò nemmeno quando le facevano male le ossa e il respiro corto stava cominciando a farle dolere anche il resto del corpo.

Il cuore batteva così forte che quasi non lo sentiva più.

Si sentiva confusa e delusa. Da suo fratello e anche un po’ dal mondo. Cosa stava succedendo alla sua realtà? Come poteva tutto quello esistere e confondersi alle cose normali?

Perché le persone per strada continuavano la loro vita mentre lei stava andando in pezzi?

Koga era morto, l’aveva abbandonato in una realtà simile e non solo, aveva fatto in modo di lasciarla senza difesa alcuna.

Cosa avrebbe potuto fare?

Non era sicura più di nulla, soprattutto perché quell’atroce delusione la provava anche verso se stessa. Cosa diavolo era accaduto poco prima?

Perversamente quel baciò aveva provocato anche delle sensazioni piacevoli. C’era qualcosa dentro di lei di sbagliato?

Le lacrime le rigarono il viso, annebbiandole la vista.

Corse fino al momento in cui trovò la prima fermata della metro, e leggendo il nome della stazione finalmente seppe dove si trovava.

Almeno quello.

Si fermò un momento e tossì. Sentì che le gambe non potevano più reggerla. Non aveva più fiato, la testa le girava.

Il suo corpo stava cedendo, o almeno avrebbe voluto farlo.

Scese le scale e si mise a sedere sulla banchina della stazione. Tremava ancora, non riusciva in alcun modo a calmarsi.

Dentro di lei continuò a spaccarsi la sua volontà, formando un cratere fra il desiderio di fuggire il più lontano possibile e quello di tornare indietro. Per quale ragione?

Per saperne ancora, per spaccare la faccia di Inuyasha.

O per farsi baciare ancora?

Scosse la testa. No, era stata solo l’adrenalina, lei lo disprezzava. Lo conosceva da poche ore e già lo odiava con ogni fibra del suo essere.

Il suo pensiero tornò violentemente a Koga. Lui l’aveva venduta.

Non era possibile, era una menzogna, quello che il mezzo demone aveva detto era solo una grandissima cazzata. Suo fratello l’amava, anche se nell’ultimo anno della sua vita aveva commesso degli errori.

Ne era convinta, era tutta una messa in scena.

Il treno arrivò, lo prese e in poco riuscì a raggiungere la scuola. Non aveva pensato che forse sarebbe stato meglio tornare a casa, farsi una doccia per riprendersi da quel trauma e dormire tutto il resto del giorno. Il suo senso del dovere l’aveva spinta a presenziare il suo primo giorno: anche se era in un ritardo atroce, qualcosa avrebbe inventato.

Arrivò in una ventina di minuti e, attraversato il cancello e il cortile anteriore, cercò la sua classe sui tabelloni chiedendo informazioni su dove potesse essere la sua aula.

Respirò profondamente, e spalancò la porta.

Una massa di adolescenti in piena tempesta ormonale la fissarono. Il professore la squadrò esterrefatto. Sul viso dai lineamenti duri lesse immediatamente che non avrebbe ottenuto il permesso di entrare e l’imbarazzo la fece arrossire.

Nell’esatto momento in cui fece per uscire, una voce femminile prese le sue difese.

-Professore mi scusi, io ero presente, come del resto quasi tutti in questa classe, e ho visto la signorina essere aggredita da Yamamoto-Kun, un ragazzo dell’ultimo anno. E beh, lei sa quanto problematico sia…-

L’uomo fece segno di smettere di parlare all’allieva, che ritornò nel proprio silenzio.

Kagome si sentì improvvisamente rincuorata, e sorrise alla sua salvatrice.

Il professore, a malincuore, le fece segno di entrare.

Lei s’inchinò dinanzi a tutti, scusandosi.

-Bene, vedremo di prendere provvedimenti per questa mancanza di rispetto. Ora presentati e vai a posto.-

Scoraggiata, pensò velocemente a cosa dire. Prima di aprir bocca però, notò che i suoi compagni di classe stavano ridendo.

-Il mio nome è Higurashi Kagome, mi sono appena trasferita a Tokyo dopo aver passato un anno e due mesi in campagna. Sono figlia unica e ho scelto questa scuola per il suo prestigio-

Detto ciò, si mise a sedere nell’unico posto libero, fortunatamente dietro alla ragazza che si era disturbata per aiutarla.

-Grazie.- Sussurrò, piena di una sincera gratitudine.

L’altra sorrise. –Sta tranquilla, io sono Rin, piacere ci conoscerti.- Si presentò.

-Piacere mio.- Le rispose, cercando di restituire la gentilezza ricevuta.

-Come mai Yamamoto-kun ti ha trascinata via?- Attaccò subito quella. Kagome si stranì nel notare che non si stava trattando affatto di curiosità. Ma era troppo esausta mentalmente per pensarci.

-Perché è un povero deficiente- Sbottò lei.

Ringraziamenti:

 

Bellatrix_Indomita: Ed eccoti accontentata , il primo capitolo ^^ . Sono felice che ti sia piaciuto il prologo , spero che il seguito non ti deluda. Continua a seguirmi. Tanti tanti ringraziamenti.

 

Nimako: Magari scrivessi bene , ma grazie tante per i complimenti =]

 

Chocola 92: Ed ecco qui il primo capitolo , spero che ti piaccia :D grazie tante per aver letto e recensito il prologo .

 

luca blight: Non so perché , ma ero sicura che ti sarebbe piaciuto. Devo ringraziare solo te se ho ricominciato a scrivere. Te e il tuo starmi così vicino <3

 

Un ringraziamento anche solo a chi mi legge xD

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Capitolo 3
*** Il gioco prende vita ***


Burn
Il gioco prende vita

Buttò indietro la testa, il suo sguardo ricadde sul soffitto. Continuava a ripensare a quella dannata storia, non riusciva proprio a uscirne. Voleva saperne di più, voleva conoscere tutto il possibile su Yamamoto Inuyasha, e obbligarlo in qualche modo a dirle la verità.

Le domande si accumolavano, mentre le risposte, e persino le ipotesi continuavano a diminuire.

Si mise a sedere sul morbido letto, stringendo a se le gambe .

Il sonno cominciava a farle bruciare gli occhi. Si stese e, una volta appoggiata la testa sul cuscino si addormentò, dimenticando persino di spegnere la luce.

Il mattino a seguire, una mano le sfiorò il viso . –Mamma …mmh – Si lamentò –Lasciami dormire ancora un po’.

Kagome abbracciò il cuscino, ignorando il tocco gentile che disturbava il suo sonno. Si voltò verso il muro e socchiuse le palpebre lentamente, per evitare di accecarsi.

Ma nessun raggio di sole le pizzicò il viso. D’abitudine, quando sua madre la svegliava spalancava le finestre per far entrare la luce in camera.

Soffocata dal dubbio, si alzò di scatto e si voltò verso la persona che le aveva carezzato la guancia.

Basita, si preparò a lanciare un urlo, ma “quella persona” le precedette, fiondandosi su di lei e coprendole la bocca.

Kagome strabuzzò gli occhi, e il suo sguardo si incrociò con il blu mare del suo aggressore.

Miroku le si avvicinò all’orecchio, sussurrandole qualcosa. Lei si calmò di colpo, smise di calciare. Persino i tentativi di mordergli la mano ebbero fine.

Il giovane gli fece cenno con il capo, come per chiederle un consenso. Kagome gli fece capire che il messaggio era giunto a destinazione.

Miroku la liberò, lasciandole la possibilità di ribattere. Un opportunità che, se lei avesse provato ad urlare, sarebbe sparita nel nulla.

-Non ho intenzione di tornare in quella casa infernale!- Le fece cenno di abbassare la voce, per poi prendere anch’esso parola.

-Non ti illudere, anche se non dovessi più tornarci di tua spontanea volontà, LUI verrà a cercarti. Fai parte del suo gioco ormai-

Kagome sbuffò, afferrò il viso del ragazzo e lo obbligò a guardarla negli occhi.

-Dimmi qualcosa su Koga-

Nel suo tono di voce, c’era autorità. Inoltre i suoi occhi erano inumiditi dalle lacrime. Si sentiva presa per il culo, su un argomento delicato come quello. E la cosa la mandava in bestia.

Non ebbe risposta.

Miroku si alzò da letto e le lasciò un biglietto sul comodino. Poi si voltò, la salutò con un gesto della mano, e uscì dalla finestra.

Si chiese perché proprio camera sua doveva essere al piano terra.

Non spiegò il foglio di carta, lo lasciò ripiegato in due, e svogliatamente si diresse verso il bagno.

“Una bella doccia forse potrebbe aiutare”   

 

Passò la spazzola fra i capelli, i denti di plastica le massaggiavano la cute. Per qualche secondo, si rilassò, e smise di pensare a tutto ciò che le stava succedendo.

Si era vestita, lavata e truccata. Era già pronta per uscire, ed era in anticipo di un’ora.

Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa da fare. Il suo sguardo ricadde nuovamente sul biglietto che il ragazzo dagli occhi blu le aveva lasciato.

“Maledetto Miroku”

Pensò passandosi il foglio fra le mani. La curiosità ormai l’aveva quasi del tutto divorata.

Spiegò il foglio e lasciò scorrere gli occhi sulle scritte d’inchiostro nero, aspettando che il cervello elaborasse in fretta il contenuto.

Sembrava una specie di promessa scritta. –Lo immaginavo- Sussurrò arrotolando il foglio e lanciandolo verso il cestino, mancandolo.

-Oh, maledizione! Non riesco nemmeno a liberarmene-

Cominciò a riflettere, a farlo seriamente, mettendo da parte i sentimenti. Doveva sapere, anche se faceva male.

Corse in cucina, recuperò una mela e si infilò le scarpe. Uscì di casa con un’energia tale da respingere anche i più piccoli dubbi che le erano rimasti.

 

 

Se ne stava stravaccato sul letto, reggendosi sui gomiti. Si godette il corpo nudo di lei per gli ultimi istanti, prima che il reggiseno e le mutandine rovinaro lo splendido spettacolo.

Si sollevò dalla sua posizione e le si avvicinò, afferrandola dai fianchi, cominciò a baciarle il collo.

-Sono in ritardo Inuyasha … - Si lamentò la bella fanciulla, scostandolo ed infilandosi la camicetta della divisa.

-Dai Kikyou sai che la mattina non resisto-

Lei non diede peso alle parole del ragazzo, si infilò la gonna e svelta camminò verso il bagno, sbattendo la porta dietro di se.

Si erano amati un tempo quei due, ma ormai, si vedevano solo quando la noia diventava insopportabile. Non era certo il massimo, ma andava bene ad entrambi.

Ormai andava avanti così dalla morte di Koga. Era cambiato tutto da quel giorno. Inuyasha aveva cominciato a guardare le cose in modo diverso. Egoisticamente aveva messo da parte chiunque, vivendo solo per se stesso. Aveva lasciato solo Miroku nella sua vita. Tutti gli altri erano pupazzi con cui divertirsi.

Si serviva della gente per dare brio alla propria vita. Era perfetto così, non ci rimetteva niente, tanto meno il cuore.

Ripensò alla notte passata, e con il sorriso sulle labbra, scese le scale e con fare allegro uscì dalla porta d’ingresso, si mise a sedere su di una panchina di legno, nel grande cortile e si accese una sigaretta.

Quandò alzò lo sguardo, una delle sue marionette stava immobile, dinanzi a lui, qualche metro più avanti. Lui, aspirò e si sollevò.

La raggiunse . Kagome, che odiava il fuomo e l’odore che lasciava sulle persone, arricciò il naso infastidita.

Inuyasha gettò il mozzicone.

-Vedo che non ti ci è voluto molto per tornare-

Abbassò lo sguardo in segno di rassegnazione, e cominciò ad elencae le sue motivazioni.

-Voglio sapere … Farei di tutto per sapere-

Il mezzo demone scoppiò a ridere in modo clamoroso. E come uno squalo ,le girò intorno. Lei arrossì, stringendo i pugni dalla rabbia.

-E’ pericoloso affermare di voler e poter fare di tutto, ora potrei perfino chiderti l’inversosimile- La derise.

-Beh, allora fallo!

Si stava cominciando a divertire con quella ragazzina, il suo gioco stava prendendo una piaga ancora più ridicola di quello che pensava.

Inoltre quella femmina gli piaceva, era bella, e questo lo spingeva a giocare sporco. -Ebbene, se sei disposta proprio a tutto, io avrei una certa voglietta da soddisfare-

Con un gesto veloce l’attirò a se.

Kagome non si oppose.

Il mezzo demone le morse il labbro e lasciò scivolare le mani sui fianchi. La sfiorò con il naso, per poi distaccarsi.

-Sei una ragazzina, non dovresti giocare col fuoco-

Lei non rispose, si limitò a tirarlo verso di se. Lo baciò senza pensare , socchiuse le labbra e lasciò spazio alla sua lingua.

Inuyasha giocò con lei, accarezzandole i capelli.

Fu un bacio breve, a cui egli mise fine con una spinta. Lei cascò a terra, rimase a testa china.

-Sei proprio scema, pensi che per un misero bacio io ti dica qualcosa su di lui?-

Le diede le spalle e tornò in casa, una strana rabbia cominciò a salirgli dentro. Diede un calcio ad uno dei mobili antichi, mandando in frantumi un vaso, che a causa dell’impatto, cadde in terra.

Quella sensazione non la riconosceva più, non sapeva come controllarla, come etichettarla. Era fuori dalle sue regole, dallo schema di gioco.

I ricordi erano riaffiorati nella mente, pulsando nelle ferite, squarciandole.

Stava sanguinando.

Stringeva fra le mani pezzi di vetro da anni, cocci che non aveva mai avuto il coraggio di lasciar cadere. Non aveva affrontato niente.

Né sensi di colpa né mancanze.

 

 

 

Ringraziamenti:

fmi89:Spero ti piaccia anche questo nuovo capitolo ! Grazie per aver letto ^^

 

Vale728: Uhh davvero la trovi originale? =D Grazie mille … spero di non deluderti con questo capitolo.

 

bea91: Wahh si continua a seguirmi  xD Eccoti il nuovo capitolo , a mio parere un po’ incasinato o.O

 

mikamey: Waaaaaaaaaaah che onore essere seguita da una delle autrici che mi ha più presa su questo sito. Bene , sono troppo felice di trovare tuoi commenti.

                       Continua a seguirmi *________*

 

kirarachan: Wahhh i metallari rocker  *çççç* Me lo ci sono immaginato bene per la sua lunga criniera xD Kagome è tornata da lui , non per quello che sperava Inuyasha o … forse si.

 

Alia_chan: Ecco il seguito ;) Si Iron Maiden … uno dei miei gruppi prefetiti . Spero che come l’ho fatto proseguire sia di tuo gradimento.

 

Luca: Eh si , molto strano. Grazie <3

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Capitolo 4
*** Il ricordo di Kikyou ***


Burn
Il ricordo di Kikyou


Kikyou strabuzzò gli occhi, sbalordita nel vederlo seduto per terra, a testa china e con la mano sanguinante.

Gli si avvicinò, i tic tac dei tacchi attirò l’attenzione di Inuyasha, che volse lo sguardo verso di lei. Si rese conto di quanto fosse patetico.

-E’ caduto un vaso, devo essermi tagliato raccogliendo i pezzi- Strinse la ferita, cercando di fermare il sangue –Non fa male, non me n’ero nemmeno reso conto-

Si alzò da terra e prendendo fiato andò alla finestra, Kagome era ancora li, seduta per terra, immobile. La guardò riamanendo in silenzio, per sveriati secondi non staccò gli occhi da lei.

Kikyou lo notò, e gli si avvicinò. –E’ un altro divertimento?- Chiese incuriosita. Inuyasha scosse il capo. –E’ la sorella di Koga-

Calò il silenzio, entrambi non riuscivano a staccare gli occhi da quella ragazzina.

-Non credo che le faccia bene restare li Inuyasha-

Il mezzo demone smise di guardare, tornò a comportarsi come sempre, e orgogliosamente si diresse verso la sua camera. –Occupatene tu se tanto ci tieni-

Kikyou sospirò, e lo osservò dileguarsi. Per un attimo era riuscita a rivedere il ragazzo che amava, ormai celato sotto una maschera di cera.

Amareggiata uscì di casa, la sorpassò senza dire nulla, aveva deciso di non immischiarsi, ma la voce di Kagome la obbligò a fermarsi.

 

Kikyou si ricordava di Koga, lo ricordava fin troppo bene. Era stata lei a conoscerlo per prima e a presentarlo al gruppo.

Si scontrarono ad un concerto, lui le aveva strappato il vestito. Involontariamente, ma lo aveva fatto. E questo era un grave affronto.

Lo trascinò in bagno, dove la musica alta non sarebbe stata di impiccio, e dove avrebbe potuto sfogarsi e far valere il suo diritto a ricevere delle scuse.

Si aspettava di essere insultata da quel ragazzo, che in apparenza sembrava manesco e scorbutico. Con sua grande sorpresa però, Koga si scusò . Le spiegò che il pizzo nero del vestito, si era incastrato in una delle sue borchie, e così era avvenuto l’incidente. Nel giustificarsi il viso olivastro, si era tinto di rosso sugli zigomi, e gli occhi, si erano riempiti di sincerità.

-Mi dispiace davvero tanto, sembra anche un bellissimo vestito. Dimmi pure cosa posso fare per rimediare- Kikyou sbalordita lasciò perdere, e tornò a godersi il concerto.

Il ragazzo però, rimasto abbagliato da lei, continuò a fissarla per il resto della serata. Ed a fine con concerto le chiese di uscire.

Lei declinò l’offerta, informandolo di essere già fidanzata da tempo.

Lui però non si diede per vinto, e cominciò a girare per tutti i locali alternativi che conosceva. La cercò ovunque, finchè una sera, i suoi occhi si incrociarono con uno sguardo dorato.

Inuyasha stringeva Kikyou fra le braccia, le accarezzava i capelli e la baciava. Lei rideva. Sembrava un’altra con lui.

Koga era convinto che sarebbe stato da idioti raggiungerla. Ma proprio mentre stava per allontanarsi, Inuyasha urlò il suo nome, facendolo voltare, e lo chiamò a se.

Egli obbedì.

Era una sera ventilata quella in cui il ragazzo dai puri occhi blu cambiò la sua vita.

-Tu sei il tizio che ha rotto il vestito della mia ragazza, per poi provarci, giusto?-

-Si … E farei pure a pugni con te per averla. Anche se so che mi uccideresti.-

Il mezzo demone scoppiò a ridere, bevve un altro sorso di birra. – Dai, accomodati-

Koga si mise a sedere a fianco alla ragazza dalla pelle candida, che imbarazzata, distolse lo sguardo dal suo per rivolgerlo dalla parte opposta.

-Sei un demone?- Chiese Inuyasha . –Sono un demone lupo – Rispose prima di portare alle labbra la bottiglia di vetro, contenente il nettare leggermente amaro.

Passò la serata insieme a loro, sulle scale di una chiesa, un po’ intimidito.

 

Le era tornato tutto in mente incrociando lo sguardo profondo di Kikyou .

-Tu … mi ricordo di te! L’hai accompagnato a casa una sera… Voi vi siete baciati-

Il cuore di Kikyou fu colpito da una fitta. Aveva nasconto quell’evento infondo alla sua anima . –Si, lo baciai. Ma non sono io quella con cui dovresti parlare-.

-Allora con chi, con chi dovrei parlare?!-

L’altra ragazza non rispose subito, si limitò a guardarla qualche secondo, girandole intorno. –Non eravate fratelli di sangue-

Kagome smise di sforzarsi di stare calma, e lasciò scorrere le lacrime . –Non sono affari che ti riguardano!-

I loro sguardi rimasero stretti per almeno un minuto. –Cerca Kurosaki Ayame. Era la ragazza di Koga-

Quel nome, se lo stampo’ in testa, prima di correre via, per la seconda volta da quella casa infernale.

 

 
Arrivò davanti a scuola in perfetto orario, grazie a Dio era uscita di casa in anticipo. Aveva il fiatone, ed era ancora scossa, sicuramente meno del giorno prima.

Si era come dire, abituata al ritmo frenetico. Cercò di scostare l’immagine del bacio con Inuyasha, ma esso, invadeva violentemente i suoi pensieri.

Quando Sango la salutò con la mano, si sentì sollevata .

-Hai qualcosa da fare in questa settimana?-Sbiascicò fra i sospiri, era ancora affannata.

-No, ti serve qualcosa?- L’amica annuì.

-Devo cercare una certa Kurosaki Ayame-

Un’espressione indecifrabile si stampò sul grazioso viso di Sango.- Ti sei messa ad investigare?-

Kagome sospirò rassegnata – Diciamo che mi ci hanno costretta-

Si incamminarono insieme verso l’entrata della scuola, in cortile c’era un gran trambusto, un gruppo di studentesse avevano accerchiato un ragazzo.

Il classico bonaccione della scuola pensarono entrambe, passando avanti senza alcun interesse.

Si salutarono e raggiunsero le loro rispettive classi.

Kagome stava al piano sottostante quello di Sango. Percorse il corridoio stringendo i pugni. La tensione, seppur diminuita, continuava a scorrerle nelle vene. Inuyasha frequentava la sua stessa scuola, avrebbe potuto incontrarlo in qualsiasi momento. Persino in quell’istante.

-Kagome!- Una voce femminile la distrasse dalle sue preoccupazioni. Rin, la compagna che le stava davanti nei posti a sedere in classe, la salutò energicamente, agitando la mano.

Kagome ricambiò il saluto, e le si avvicinò.

-Buon giorno Rin- Le sorrise. –Come stai questa mattina?-

-Benone! Ho appena lasciato che il mio ragazzo andasse in classe-

-Wow hai un ragazzo! Come si chiama?-

Rin arrossì – Yamamoto Sesshomaru.- Esclamò felice. Il suo tono assunse una strana amarezza nel continuare la frase. –E’ il fratellastro di Yamamoto Inuyasha-

Kagome finse di non sentire. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza.

 

 

 

 

Bene , ecco finito anche questo capitolo. Scrivere questa FF mi sta divertendo molto , mi ci sto affezionando , e le idee cominciano ad aumentare , per cui credo , che mi verrà più lunga di quanto sparavo.

Spero comunque di non annoiarvi con il proseguire della storia , anzi , spero di incuriosirvi sempre di più.

Detto ciò , passiamo ai ringraziamenti:

 

mikamey: Carissima , inutile sottolineare che sono sempre più onorata di ricevere e leggere tue recensioni. Come ben sai , adoro il tuo modo di scrivere , e sono sorpresa nel sapere che ti piaccia ciò che scrivo …Insomma , te sei davvero bravissima! XD Continua a farmi contenta seguendomi *_*

 

Vale728: Allora , inanzitutto ti ringrazio per aver continuato a leggere e per la recensione , In questo capitolo si è scoperto qualcosa , da ora in poi , si scopriranno cose attraverso i ricordi dei personaggi. Insomma , ricostruiremo Koga così. Spero ti sia piaciuto questo capitolo ^^

 

luca blight: Mi stai viziando con tutti questi complimenti . Grazie <3

 

A tutti coloro che leggono , e a quelli che hanno aggiunto la FF nelle preferite e nelle seguite:

Grazie mille , spero che continuerete a seguirmi.

Sono onorata di stare fra i vostri preferiti.

Lasciatemi una recensione quando ne avrete voglia , mi farebbe veramente piacere.

Comunque , mi basta sapere che continuate a seguirmi .

 

 

Al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Un dialogo normale. ***


Burn
Un dialogo normale


Le baciò la fronte e la strinse fra le braccia, il contatto della pelle lo riscaldò. Amava stringerla dopo aver fatto l’amore. Era bella nuda ed intimidita.

Passò una mano fra i capelli morbidi, senza incontrare nemmeno un nodo. –Hai di nuovo le guance rosse- La baciò teneramente, per poi distaccarsi e guardarla negli occhi.

Si chiese come una bellezza tale potesse realmente essere sua. Ruppe le distanze e posò nuovamente le proprie labbra sottili su quelle carnose della ragazza, che senza esitare lo asccolse, lasciando che la mano scivolasse lungo i fianchi.

-E’ tardi Yamamoto, devo tornare- Egli emise un gemito di dissenso, e fece pressione sulla sua nuca, obbligandola a riunirsi a lui.

Lei però, cocciuta lo respinse . –Avevi promesso di non farmi più tornare in ritardo- Aveva gli occhi troppo teneri per continuare a contraddirla.

-Ti riaccompagno a casa se ti decidi a chiamarmi per nome-

Rin tirò il lenzuolo e andò a coprirsi i seni perfetti. Aveva le guance rosse come il fuoco, non si era ancora abituata a stare nuda insieme a lui.

-Ok, Sesshomaru – Sottolineò il nome. – Ora riaccompagnami a casa-

Il demone soddisfatto si infilò i vestiti, e lasciò la stanza, così da far vestire la sua amata senza ch’essa si sentisse a disagio. Si accese una sigaretta e diede un’occhiata al cellulare.

Una piccola busta delle lettere lampeggiava sul display.

Premette il tasto “visualizza”  e leggendo il mittente, si bloccò di colpo .

“Kikyou… è così tanto tempo che non ci sentiamo” Pensò basito.

Aprì il messaggio e lesse attentamente ogni singola parola.

 

-Abbiamo conosciuto la sorella di Koga. Dovrebbe essere in classe con la tua ragazza. Inuyasha ha cattive intenzioni-

 

-Che succede Se-chan?-

Rin gli si presentò davanti, vestita e pettinata, pronta per uscire. Rimase senza fiato per un momento, la divisa le stava davvero d’incanto.

-Fino a qualche minuto fa mi chiamavi per cognome, e ora addirittura Se-chan? Forse preferivo il cognome …-

Lei gli diede una botta, e offesa indossò la felpa. Gli parlò senza voltarsi –Andiamo?-

Sesshomaru ridacchiò, lasciando uscire dalle labbra un sì quasi snervante.

Erano le undici passate, per strada in quel quartiere non c’era mai nessuno già da quell’ora. La prese per mano, cercando di farsi perdonare.

-Tu sai chi è Kikyou?- Chiese serio.

Rin smise di camminare, e cercò il suo sguardo, quasi preoccupata.

-Tutti sanno chi è . E’ la ex ragazza di tuo fratello, no?-

Annuì.

-Mi ha mandato un messaggio, ho saputo che in classe tua c’è la sorella di Koga-

La ragazza impietrita strinse la mano del suo accompagnatore, tanto che se fosse stato umano, avrebbe sentito dolore.

Anche Rin conosceva Koga. Probabilmente perché, anche se lei e Sesshomaru non stavano insieme da molto, si conoscevano da tanto, essendo stati amici di famiglia per molti anni.

Era a conoscenza della piaga che il suo gruppo aveva preso quel fatidico anno in cui Koga aveva perso la vita. Era stata lei a trovare il suo cadavere.

-Stai parlando di Kagome? – Si morse il labbro . – E’ tanto una brava ragazza, dovresti conoscerla …-

Il demone la interruppe, posando una mano sulle sue labbra.- Inuyasha ha un conto in sospeso con lei-

Gli occhi dolci della ragazzina si dilatarono, riempiendosi di preoccupazione. La lasciò parlare.

-Il primo giorno di scuola l’ha trascinata a casa sua, ma pensavo fosse uno scherzo innocente-

Decisero che per quella sera, un ritardo non avrebbe pesato poi così tanto, e rimaseso seduti in macchina a parlare.

Il caso di Koga aveva sconvolto un po’ tutti i ragazzi della zona, era una cosa rara da quelle parti incrociare dei drogati, così giovani poi, era ancora più improbabile.

Sapevano tutti che quel gruppo di ragazzi, era formato da elementi “trasgressivi” ma nessuno avrebbe mai immaginato che fossero arrivati fino a quel punto.

-Quando dici conti in sospeso, intendi quella promessa?-

Sesshomaru si accese una sigaretta, e fece si col capo. –A quanto pare, l’ha proprio presa sul serio, quella promessa-

 

 

Percorrendo la strada verso la scuola, notò che era la prima volta che la faceva a piedi. Il primo giorno infatti, era stata accompagnata da suo padre, mentre il secondo, aveva raggiunto la villa di Inuyasha, per cui si era trovata costretta a percorrere un’altra via.

Quel particolare sciocco per lei era una boccata d’aria incredibile.

Prese la metro, e all’ingresso della scuola, si trovò con Sango. Proprio come una studentessa normale.

Mentre camminava per i corridoi della scuola, davanti alla sua aula vide Inuyasha, ma rimase tranquilla.

Stava parlando con un altro ragazzo. Si assomigliavano fra loro, le uniche differenze erano l’altezza e le orecchie. Inuyasha le aveva canine, mentre l’altro ragazzo, doveva averle umane, dato che bastavano i lunghi capelli per nasconderle.

Cercò di passargli davanti senza rischiare in qualsiasi modo di rivolgergli la parola, ma una mano delicata le strinse il braccio.

-Kagome-chan!- Rin le sorrise dolcemente, un po’ preoccupata della possibile reazione della ragazza.

-Lui è Yamamoto Sesshomaru, il mio fidanzato!-

Kagome alzò lo sguardo, e allungò la mano per presentarsi. Il ragazzo ricambiò il gesto, sotto gli occhi accusatori del fratello.

Il mezzo demone infilò le mani in tasca, e con la sua solita espressione da menefreghista pretese gli occhu di Kagome. Faceva rabbrividire quando voleva.

Era strano con la divisa, non sembrava più lui. Faceva meno paura.

-Allora mocciosa, hai fatto amicizia con Rin? Sai, è stata lei a trovare Koga-

Questa volta non si sconvolse, ormai era naturale per lei sentire da quelle labbra cattiverie simili. Cercò di ignorarlo, varcando la porta della classe.

Gesto vano, dato che Inuyasha le afferrò il polso, costrigendola a girarsi. –Non dimenticarti che mi devi ancora qualcosa-

Sul viso della ragazza, nacque un sorriso, amaro. –Beh, io ti ho già dato una percentuale di quel qualcosa. Mi sembra di averti baciato… -

La lasciò andare, forse non aveva mai realmente pensato a quanto desiderasse realizzare l’ultimo desiderio di Koga. - Più tardi ti farò vedere in che modo devi darmi ciò che mi spetta-

Le disse in tono di sfida.

 

 Lasciò cadere la borsa, ed esausta si buttò per terra. Si stese sull’erba. La felpa si sollevò appena, lasciando scoperta la pancia. Il vento primaverile non ancora caldo, le fece venire la pelle d’oca.

I ciliegi in piena fioritura piangevano petali rosa, e le lacrime dalle varie sfumature, le danzavano intorno.

Inuyasha si mise a sedere, mantenendo una certa distanza da lei.

-Fu la stessa sera, il momento in cui mi parlò di te-

Kagome fissava il cielo, non vi erano traccie di nuvole. Era tranquilla. Ogni tanto sentiva il corpo impesantirsi, e il fiato mancare, ma non si sentiva ne angosciata ne intimorita.

Sapeva che le cose che stava per conoscere sarebbero state dure da mandare giù, ma si era preparata.

Insomma, come si dice “Uomo avvisato, mezzo salvato”

-Continua- Mormorò.

-Mi disse che ti erano arrivate le tue cose, e che tutta felice ti eri messa a saltare per casa-

Le si colorò il viso.

-E’ sempre stato orgoglioso di te. In qualche modo lo era anche di me…-

Si mise a sedere anche lei, tutta la calma che si era promessa di provare, si stava dissolvendo. Voleva sapere.Sapere.SAPERE.

Senza molti giri di parole, in modo schietto. Senza cazzate aggiuntive.

Inuyasha la guardò. Le scostò i capelli . – Kikyou non mi amava più, il suo cuore era stato rapito da Koga-

Ritirò la mano, procurandole un brivido.

-Una notte rimasero soli, e fecero l’amore. Io e lei avevamo litigato. – Prese fiato, per la prima volta lo vide nervoso.

Le mani si torturavano, lasciando piccoli segni rossi. Sul viso tirato, era semplice leggere la difficoltà nel parlare.

-Lui venne da me qualche ora dopo, era distrutto dai sensi di colpa, in più era quasi del tutto a ruota. Aveva bisogno di una dose.- Tirò un sospiro profondo.

Kagome era frastornata, credeva di poter reggere, eppure le mani non smettevano di tremare. I pensieri rumorosi la tormentavano, le sembrava di avere una discoteca al posto del cervello.

Rumore.

Rumore

RUMORE.

-Avevamo deciso di farlo smettere, dato che noi ne eravamo usciti già da tempo. Ma io… ero incazzato. La mia donna, merda. La sola che mi abbia mai veramente amato…-

Si voltò verso di lei. Le lacrime le rigavano il volto, era BELLA. Bella…se l’era ripetuto così tante volte.

Le sfiorò i capelli. – Non so per quale cazzo di motivo lui mi parlò di te. Sentivo che nelle sue parole c’era un affetto sincero. Ed io, volevo ferirlo.-

Le si allontanò nuovamente, e smise di guardarla. Vigliacco chinò il capo. – Gli proposi di giocarci la droga. Sapevo che avrei vinto, così lo obbligai a tirarti in ballo. Era così fottutamente distrutto da quella merda che accettò-

Kagome si morse il labbro, un goccia di sangue scivolò sulla lngua, mischiandosi ad una lacrima. –Che è successo … dopo?-

-E’ stata l’ultima volta che l'ho visto-

Inuyasha si alzò. Gli occhi pizzicavano, dopo tanto tempo, aveva voglia di piangere.

-Ho sopportato ogni notte il rimorso, che senza pietà mi divorava il cuore-

 

 

 

 

 


“But every night I burn
But every night I call your name
Every night I burn
Every night I fall again

 

 

 

 

 

Allora, buona sera Fun! o.O

Prima di passare ai ringraziamenti , vorrei sottolineare che per scrivere questo capitolo ci ho messo un bel po’ , continuavo a cancellare!!

Non ne sono molto felice , credo che sia poco scorrevole. In più mi sembra banale . Sono fiera solo dell’ultima frase di Inuyasha XD almeno una cosa. In questo capitolo appare per la prima volta un pezzo della canzone che mi ha ispirata , Burn dei Cure . Metto qui il link di youtube , così se ne avete voglia , potete ascoltarla ^^

Link:

http://www.youtube.com/watch?v=T4m57m2QYds

 

Ora , passiamo ai ringraziamenti *__* Sono commossa , 8 commenti , è il mio record su questo sito xD

 

sa chan: Sono felice che ti piaccia ^^ Eccoti il nuovo capitolo.

Vale728: Si Kagome l’ho resa coraggiosa , lo sarà per tutto il resto della storia. Lo è stata anche in questo nuovo capitolo. Però il fatto che lei e Koga non fossero fratelli di sangue , lo sapeva già.

Kikyou lo afferma perché vede che lei è umana . Comunque , detto ciò non mi rimane che ringraziarti =D

 inukag4ever : Una nuova lettrice per me è solo un onore averla ^^ Sono felice che trovi questa FF originale. Nemmeno io ho mai letto storie dove Koga e Kagome sono fratelli xD. Grazie mille per esserti presa la briga di leggere e commentare ^^

 mikamey: La mia carissima [ mi prendo confidenza ù.ù ] è sempre seriamente gratificante vedere che continui a seguirmi XD Spero che questo capitolo abbia soddisfatto almeno un po’ la tua curiosità. Al prossimo capitolo *_*

 Bellatrix_Indomita: Non preoccuparti per i commenti ,per me l’importante è che la storia ti piaccia , e siccome a quanto pare è così , mi rendi felice xD Per quanto riguarda Kikyou, io odio quando la fanno sembrare una serpe … è un personaggio molto interessante , è divertente scrivere di lei. Spero di non averti delusa con questo capitolo. Ancora grazie per i complimenti.

 Jady95: Hot? xD Con il proseguire lo diventerà , ma dai ora non lo è xP Ecco l’aggiornamento , spero che ti piaccia.

 luca blight: Carissimo in questo momento mi stai stressando perché vuoi chiamarmi , e hai ragione ù.ù Va beh , ti lascio un ringraziamento veloce , così posso smettere di farti aspettare xD

 bea91: Grazie grazie grazie! Kikyou aiuterà Kagome nel corso della storia!Per quanto riguarda Ayame , si incontrerà con Kagome , anche se non subito , e sarà molto d’aiuto.

 

Ringrazio tutti coloro che leggono …GRAZIE GRAZIE.


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Capitolo 6
*** Take My Hand ***


Burn
Take My Hand


Quanti giorni erano passati?
Non lo sapeva...

Si era stufata di tenere il conto, aveva rinunciato dopo il ventiquattresimo giorno. Dopo quella volta, Inuyasha non l'aveva più cercata ne salutata quando la incrociava per i corridoi. Era letteralmente scomparso dalla sua vita.

Velocemente, nello stesso modo in cui ci era entrato .


Diede un'ultima occhiata al bigliettino stropicciato, l'indirizzo segnato in penna blu era leggermente sbiadito, ma facilmente leggibile. Se l'era procurato grazie a delle conoscenze di Kikyou . Finalmente sapeva dove abitava Ayame .
Tirò un respiro profondo e avanzò verso la porta d'ingresso. Era una casa nella norma, ne troppo grande ne troppo piccola, una di quelle facili da vedere nei quartieri di Tokyo.
Senza pensare troppo premette il dito contro il campanello. Attese qualche minuto ma nessuno le aprì la porta. Abbattuta si allontanò dall'abitazione.
Improvvisamente era tornata al punto di prima, era rimasta ferma senza riuscire a trovare nessun altro indizio su Koga.


Gli occhi blu del ragazzo si posarono sulla scacchiera, con aria minacciosa ti grattò il mento, pensando e ripensando ad una strategia. Di fronte a lui Inuyasha, con aria annoiata aspettava l'imminente mossa dell'avversario, per nulla preoccupato. -Oh, andiamo Miroku! Tanto alla fine vinco sempre io … -
L'amico offeso rinunciò, cadendo a peso morto sul materasso soffice su cui era seduto. Il mezzo demone era un asso a quel gioco, troppo astuto per essere fregato.
Fra di loro si era instaurato un rapporto nuovo, molto diverso da quello che mantenevano ormai da anni. Dall'arrivo di Kagome qualcosa si era introdotto fra di loro, probabilmente un blocco di ricordi che entrambi non avevano mai messo da parte.
-Yamamoto non abbiamo più nulla di cui parlare io e te?- Non ottenne risposta, almeno, non alla domanda posta.
-Quando smetterai di chiamarmi per cognome?- Miroku sorrise – Mai, sai bene il perchè … -
Si accese una sigaretta e lasciò la stanza.
Inuyasha lo guardò allontanarsi.
Quel pomeriggio tutto era fermo, la noia lo stava soffocando. Per un secondo pensò a Kagome, era da tanto che non le parlava. Con tutti i ricordi che stavano riaffiorando, non aveva per nulla voglia di fare il coglione proprio con lei .
Inoltre, aveva notato una certa somiglianza fra lei e Kikyou. Sbatté  la mano destra sulla fronte, e si diede dello stupido.

Era lui che confondeva i loro volti, seppur fossero così diverse.

Forse vedeva quella somiglianza a causa del legame che avevano con Koga.
Entrambe erano legate a lui, molto legate a lui.
Legami affettivi e sessuali .Quel ricordo lo ferì, ancora una volta .
-Cazzo ...-  Mormorò scendendo l'ampia scalinata di casa sua. Voleva compagnia, la voleva subito.
Digitò un numero sul cellulare, e attese che la calda voce dall'altra parte della cornetta rispondesse. Ci vollero pochi secondi .
-Vieni da me … -

Le aprì la porta e la fece entrare. Non si dissero una parola. La cinse i fianchi e l'avvicinò a se. Le labbra le profumavano di menta. La baciò da subito con passione, spingendola verso il tavolo.
Bramoso le carezzò le cosce, sentendo la pelle lisci sotto i polpastrelli tremanti.
Era calda , come al solito.
Le morse l'orecchio, e lasciò le mani esperte di lei scivolare verso la cintura. Lo liberò. Non era strano per lei, per lui tanto meno.
Si guardarono, il mezzo demone accennò un sorriso dalle sfumature amare .
Le sfilò il vestito … Non portava biancheria, tanto meglio.
Fece scorrere la lingua sui seni perfetti, mentre con la mano esplorava il suo frutto, riscaldandola .
Aveva voglia di qualcosa di veloce quel pomeriggio.
La sollevò, facendola sedere sul tavolo, e la possedè. I loro gemiti si intrecciarono .
Il piacere arrivò insieme, come se una strana alchimia si fosse insediata in loro.
Un ciuffo ramato imperlato di sudore ricadde sul seno nudo. Respirò, esausta .
Lui pianse, ancora.

-Pensavo non mi avresti più chiamata, Inuyasha-
Lui le lanciò una birra, fresca di frigo. Sapeva esattamente cosa risponderle. -Tu sei l'unica con cui posso piangere -
Si rinfilò il vestito rosso e con una salviettina umida eliminò le ultime tracce di rossetto dalle labbra .
Si era dimostrata più forte di lui, ma infondo non lo era. - Ho notato una cosa, tu non mi chiami mai per nome -Si aprirono le loro birre, e in silenzio, seduti per terra, cominciarono a bere .
Compievano gli stessi movimenti e stavano seduti nello stesso modo, si conoscevano talmente a fondo da intuire ogni gesti che l'altro stava per compiere .
Eppure, non si erano mai confidati. Non facevano altro che fare sesso, e prima di questo, si limitavano a salutarsi e a ridere delle stesse battute.
-La sorella di Koga ti sta cercando… Ayame-
Strinse le gambe al corpo, mentre la nostalgia colava dal suo cuore.


Il silenzio del corridoio vuoto si ruppe quando la campanella segnò la fine delle lezioni, e una miriade di ragazzi uscirono freneticamente dalle aule, formando un frastuono di voci e di passi .
Se ne stava da sola, appoggiata al muro, difronte all'aula di Inuyasha, un po' tremante. Quando lui la vide, si fermò fissandola dritta negli occhi .
Rimasero fermi per molto tempo. Tanto da rimanere soli. Se n'erano andati tutti .

Kagome gli prese la mano .

-Parlami … -

I loro volti si confusero ancora . Kikyou, Kagome ...

-Non credere che m'importi qualcosa di te-

Ritrasse la mano di colpo, e si voltò. - Il mio gioco con te, non è ancora finito -
Andava bene, a lei bastava avere un qualsiasi contatto. Andava bene anche così.

 

 

Buona sera Fun o.O Wow ho dei fun XD
Prima di tutto vorrei scusarmi per aver postato così in ritardo  , e un capitolo così diverso dai precedenti. Infatti , non so se lo avete notato , ma in questo capitolo al centro dell'attenzione ci sono i sentimenti  , soprattutto i più negativi . Non succede granchè , diciamo che ruota tutto intorno ai pensieri di Inuyasha , diciamo che è un mio modo per far notare per bene ogni lato di lui . Difatti Inuyasha in questa ff come avrete già notato , è un personaggio “sporco” ben lontano dal teppistello che infondo ha il cuore d'oro . Ho voluto donargli sentimenti e difetti veri , formati dopo un'esperienza tremenda , ovvero quella della morte di un caro amico , che l'ultimo giorno della sua vita l'ha ferito.
Oltre tutto , mi sento in dovere di giustificarmi per il rapporto con Ayame . Inuyasha affoga il dolore di due perdite . Quella di un'importante amico e quella della sua donna , affoga sentimenti dolorosi nel sesso e nel menefreghismo .
Va a letto con Ayame perchè anche lei è stata ferita come lui , va a letto con Kikyou perchè non vuole accettare di perderla.
Spero di essermi spiegata bene , non fucilatemi >.<
 
Ora , passo ai ringraziamenti ^^

Bellatrix_Indomita : Sono felicissima che Inuyasha come personaggio ti piaccia , spero che non cambierai opinione dopo questo capitolo . Che questo delineamento del suo carattere non ti deluda . Un bacio =)

inukag4ever: Inuyasha si ha un cuore ,  a modo suo prova ancora affetto , anche se non sembra . Ho aggiornato un po' in ritardo , però ho aggiornato , spero di farlo più velocemente la prossima volta . Grazie per aver commentato e letto lo scorso capitolo.

Kirarachan : Oh cara Vale , se questo Inuyasha ti ha dato i nervi lo scorso capitolo , credo che in questo ti farà arrabbiare ancora di più . A parte questo , spero ti sia piaciuto , e dato che so che lo aspettavi , spero di non averti delusa . Un bacione cara =9

Jady95: Oh che carina , grazie per avermi aggiunta fra i preferiti *_* Spero di trovare un altro tuo commento ^^

mikamey: Oh , prenditi tuta la confidenza che vuoi carissima . Spero che questo capitolo ti sia piaciuto >.<  Ti ho aggiunta su msn , però non ti ho ancora beccata XD
Spero di sentirti presto , un bacio ^_^

Bea91 : Waah sono contenta che ti sia piaciuto , eccoti il nuovo capitolo . La ff è nata proprio da quella scena , abbinata alla canzone dei Cure , per cui sono felice che tu l'abbia trovato adatto il momento in cui l'ho inserita. Al prossimo capitolo!

Luca : Se penso al motivo per cui il capitolo non ti è piaciuto molto , mi viene voglia di picchiarti , ma lo sai , per me i tuoi consigli sono come oro! Spero di essermi impegnata abbastanza in questo , un bacino sul nasino *_*

PazzaXinu: Eccoti accontentata! Grazie del commento =)

Vale728 : Si è un atto crudele quello di obbligarlo a giocarsi la sorella , però ho voluto renderlo così cattivo , o meglio così simile a me. Se qualcuno si fosse portato a letto il mio uomo , sarei stata così cattiva XD
Inuyasha è tornato il solito alla fine di questo capitolo , ma c'è il motivo ù.ù . Al prossimo capitolo.

Bon , ho finito! Scusate se vi ringrazio sempre nello stesso modo , ma non sono molto brava ad interagire >.>


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Capitolo 7
*** Sangue ***


Burn
Sangue.




Versò del te nella delicata tazza di porcellana. Le tremava la mano, e per quanto si fosse ripetuta nella mente di stare calma, non riusciva a farlo. Si chiese per quale assurdo motivo, si era lasciata trascinare da quella stramba idea!
Respirò a fondo e impedì alla sua testa di girare, almeno quello riusciva a farlo. Sentì un bisogno pungente d'aria, e perché no, di una bella camomilla calda.
Alzò lo sguardo e studiò i movimenti della persona che le stava di fronte.
Era una donna matura, di almeno quarant'anni, in apparenza molto elegante, sia nei movimenti che nel modo di vestire. Indossava uno di quei famosi e classici tailleur rosa di chanel .
Dal collo pendeva una collana di perle che, a giudicare dal tipo di persona, doveva essere autentica.
-Bene signorina Higurashi, se non sbaglio è stato suo padre ad incoraggiarla - Parlò molto lentamente, calcando ogni parola. Kagome si rese subito conto che quello che stava facendo, non era un gioco.
-S-si - Biascicò - Però avevo già intenzione di rivolgermi a lei - Concluse impacciata.
-Bene, le farò sapere-
Kagome accompagnò l'ospite alla porta, e le pose il cappotto. Si salutarono dandosi la mano, per poi tornare alle proprie vite.
Quella donna era Himura Yoko, un'investigatrice privata molto famosa in quel campo.
Erano ormai passati quasi due mesi dal suo incontro con Inuyasha, e la verità su suo fratello non era ancora stata svelata del tutto, in più, le ricerche di Ayame erano ferme da settimane ormai. Per questo aveva deciso di rivolgersi ad un'investigatrice privata, o almeno, le aveva accennato l'idea, e suo padre l'aveva letteralmente obbligata a chiamarla . 
Una situazione del genere, la metteva parecchio in imbarazzo, l'idea che un'estranea potesse intromettersi così facilmente nella sua vita, le piaceva molto poco. Ma secondo i suoi genitori, quella era "l'ultima sponda".
Seccata da quell'incontro si piazzò davanti al pc, e speranzosa di trovare Sango, si collegò a msn. Quella sera voleva uscire, dato che, nonostante la sua giovane età, non lo faceva quasi mai .
Controllò fra i mille utenti "In linea" ma di Sango, neanche l'ombra. Delusa si alzò dalla sedia per buttarsi sul letto e rimuginare su pensieri che ultimamente la tormentavano, ma un fastidioso suono l'avvertì che le era arrivata una nuova mail.
Svogliata ci cliccò sopra, l'indirizzo del mittente era anonimo. "Bene, so già che non mi piacerà " Non si smentì . Tesa l'aprì e si preparò a leggerla.



<<  
La fioritura di gente simile agli Dèi
Nell'aria ammutolita
Sembrerebbe strana
A un intruso
di una certa misura

ma questo è tutto ciò che ci resta
per guidarci
Adesso che lui se n'è andato
"Jim Morrison" >>




Era sicura che a mandarla fosse stato Inuyasha. Era talmente ovvio ...
La noia si era mescolata con il cattivo umore e la nostalgia, in quel periodo succedeva sempre qualcosa che apriva quella dannata ferita. Prima di tornare a vivere a Tokyo si era ripromessa di tornare a vivere normalmente, come una qualsiasi adolescente, ma questo proposito non era stato rispettato. "Koga non vorrebbe vedermi così"
Pensò rannicchiandosi e stringendo un cuscino. I suoi pensieri recenti erano monotoni, incentrati sulla morte di suo fratello, lentamente stava morendo anche lei, perchè quella non era davvero vita.
-Dovresti uscire ogni tanto, non sarebbe male, sai?- La voce roca di suo padre la portò violentemente alla realtà, che in effetti, non era molto diversa dai pensieri che stava facendo.
-Era mia intenzione uscire, ma non riesco a rintracciare Sango- Sbottò alzandosi dal letto, per andare alla ricerca di un qualsiasi oggetto commestibile. -Ah beh, qui fuori c'è una ragazza, e a giudicare dal modo ossessivo in cui guarda casa nostra, sta cercando qualcuno di noi. E sfortunatamente, non credo che si tratti di me -
Kagome si sporse alla finestra per scrutare la situazione, e quello che vide la lasciò senza parola. Uscì di corsa da casa, e raggiunse la ragazza, che vedendola arrivare si imbarazzò.
-Kikyou ...- Bisbigliò - Che ci fai qui?-
Sentì le gambe tremare .
-Inuyasha mi ha mandata a chiamarti ... - Chinò il capo - Ma ... secondo me non dovresti andarci. Tutti noi siamo preoccupati per te, sia io che Rin, e perfino Sesshomaru e Mi - Non fece in tempo a finire la frase, si rese conto che le sue raccomandazioni erano vane.
-Dove si trova?- Kagome l'afferrò per il braccio, strattonandola.
-A casa sua... -
Non sapeva spiegarselo, il desiderio di incontrarlo, di sentire la voce calda e profonda. Non sapeva giustificare il piacere nel sentire l'ansia salire, tormentarle la mente e il cuore.
Le sensazioni che le procurava soltanto posando gli occhi su di lei, erano così intense da cancellare la paura.
Perchè di timore doveva averne con lui, non facevano altro che ripeterglielo.
Corse fino a casa sua, senza badare al dolore alle gambe e alla milza, o al fiato che cominciava a mancare. Non si fermò finchè non raggiunse la sua meta, e allora si concessa una pausa, pieangandosi e poggiando le mani sulle ginocchia.
Aveva il fiatone .
Trascinandosi, arrivò alla porta e premette il dito contro il campanello, per qualche secondo. Pochi minuti dopo, Inuyasha le aprì la porta.
Aveva l'aria stanca, gli occhi dorati erano circondati da un pallido rossore, e la palle, solitamente olivastra, era pallida. Inoltre, stava anche sudando.
La lasciò entrare senza dire niente, salì le scale ed entrò in camera sua. Kagome si guardò intorno, era tutto stranamente in disordine .
Incerta sul da farsi, lo seguì.
Quando entrò nella stanza, Inuyasha era steso sul letto, con lo sguardo fisso verso il soffitto. Quando la sentì entrare, mosse le orecchie canine, ma non si voltò a guardarla. Quando sentì la porta sbattere, cominciò a parlare.
-Tu ti stai innamorando di me, o almeno, lo credi ...-
Non ottenne risposta, lei si mise a sedere al suo fianco, e allungò la mano verso la sua fronte, con l'intento di scostargli i capelli. Il mezzo demone precedette il suo movimento, e le afferrò il polso .
In un momento, si tirò su e la spinse sotto di lui.
-Dovresti rispondermi-
Le lecco il viso, scendendo lentamente verso il collo. Lo baciò, alternando labbra e lingua. Kagome non si mosse, era impietrita.
-Rispondi cazzo!-
Afferrò entrambi i polsi della ragazza, prenendoli con forza sul materasso, le stava facendo male.
-I-io ... ci tengo a te-
Inuyasha smise di baciarle il collo, e la guardò negli occhi. Sulle sue labbra si disegnò un ghigno. - Sei una bugiarda. - Si alzò dal letto e cominciò a camminare avanti e indietro nella stanza. La presenza di Kagome lo innervosiva, tuttavia continuava a cercarla. Lei per lui non era importante.
- Dite così, e poi vi infilate nel letto del primo che passa. Ci abbandonate, spesso quando il mondo ci sta crollando addosso- Si fermò davanti allo specchio, e guardò la propria immagine riflessa, la vide storpiata, come se fosse visibile ad occhio umano il marcio che aveva dentro.
Tirò un pugno contro il ventro, frantumandolo.
La mano cominciò a sanguinare copiosamente.
Kagome gli si avvicinò, prendendola fra le proprie mani, per controllare il danno. - Lasciati medicare - Disse tenendo la testa bassa, per nascondere le lacrime.
-No ... - Rispose secco. Prese un pezzo di vetro, macchiandolo di sangue e lo passò sul dorso della mano sana, per verificarne l'affilatura. - Dimostrami quanto ci tieni, dammi la mano-
Lei non ci pensò, allungò il braccio e chiuse gli occhi. Sentì il vetro premere sulla pelle, tagliandola. Inuyasha le aveva inciso una "I" sul dorso della mano, fra pollice e indice.
Quando aprì gli occhi, lui le prese il viso fra le mani, macchiandole la guancia sinistra di sangue, le si avvicinò e la baciò. Lo fece diversamente da qualche mese prima, questa volta era trascinato da qualcosa.
La spinse contro il muro e approfondì il bacio, mordendole le labbra, e accarezzandole il collo. -Forse dovrei prendermi ciò che mi devi- Sussurrò con voce sensuale, lasciando scivolare la mano sotto la maglia, per accarezzarle la schiena nuda.
La voleva.
E fanculo tutto.

"Every night the dream's the same
Every night I burn
Waiting for my only friend
Every night I burn
Waiting for the world to end"
( Burn , The cure )



Ayame respirò a fondo prima di entrare nel piccolo cimitero appena fuori città. Era da molto tempo che non ci andava, non ne aveva più avuto il coraggio dopo i rapporti con Inuyasha, pur sapendo del tradimento di Koga, si sentiva in colpa.
Il terriccio scricchiolava sotto gli scarponi pesanti, l'odore dei fiori era forte. Le venne alla mente il giorno del funerale, aveva guardato tutto da lontano, insieme ad Inuyasha. Lui era stato l'unico disposto a starle veramente vicino. Dimostrava sentimenti solamente a lei .
Sfiorò la lapide, sotto i polpastrelli sentì i solchi del nome inciso nel marmo.
-Higurashi Koga - Bisbigliò mentre una lacrima salata si insinuò sulle labbra rosate.
Il cuore di lei, era morto insieme a lui, ma in quel momento sembrò rinascere, e fu doloroso. Quanto può servire avere sentimenti se essi, ti causano solo dolore?
Poggiò una mano sul petto, desiderava strapparlo via, per donarlo alla terra ... al suo amore.
I passi di una donna, la fecero voltare .
-Grazie a Dio non l'hanno cremato. Se si fossero portati a casa le sue ceneri, non avrei nemmeno potuto piangere sulla tomba di mio figlio ... -




Salve lettori! In primis vorrei farvi gli auguri , buon ferragosto a tutti!
Che dire di questo capitolo , sono un po' impazzita per scriverlo , avevo tutto in testa ma non riuscivo a scriverlo , però sinceramente ora che l'ho finito , ne sono abbastanza soddisfatta.
Ci sono un paio di spiegazioni che devo darvi , per prima cosa , la Poesia scritta nella mail di Kagome , è di Jim Morrison come ho già scritto , e nei prossimi capitoli sarà molto importante per la storia.
Oltre tutto , appaiono due nuovi personaggi , Himura Yoko , e la mamma di Koga , [ Ricordate? Lui e Kagome sono fratellastri! Da qui si capisce che hanno il padre in comune ! ] che faranno il loro bel casino della storia xD
Ah , l'altra volta ho fatto il clamoroso errore di non mettere la traduzione del pezzo di canzone , magari qualcuno non riesce a capirlo , anche se dubito!
La traduzione è questa :

"Ogni notte il sogno e' lo stesso
Ogni notte brucio
aspettando il mio unico amico
Ogni notte brucio
aspettando che il mondo finisca"

Bene , ora passo ai ringraziamenti ^^

mikamey: Oh mia cara , nonostante tu abbia pochissimo tempo da passare al pc , non manchi mai di leggere ciò che scrivo e di commentare . Sei una gioia per me! Mi rendi davvero felice =) Eccoti l'aggiornamente , spero che questo capitolo non ti abbia tolto tempo inutilmente , insomma spero non ti abbia deluso.
Un bacione carissima <3

Jady95: Grazie per aver commentato , sono felice che tu abbia trovato lo scorso capitolo interessante , eccoti l'aggiornamento!

luca blight: Quando ho letto stupido ci sono rimasta male -.-" poi ho letto il capitolo dopo e ho visto che avevi sbagliato , allora ho cominciato a ridere come una demente XD Oh yeah <3

Bellatrix_Indomita: Prima di ringraziarti , vorrei dire che adoro il tuo nick , anche se non so perchè XD Va beh mi prenderai per deficente! Comunque , vedrai che prima o poi ti deluderò , non sono poi così brava , ma grazie mille per i complimenti!

Vale728: Ecco il nuovo capitolo! Spero ti piaccia =) Grazie per aver commentato

bea91: Spettacolare ? *ççç* che esagerata! Non è così bella infondo , ma quanto amo i complimenti! xD Grazie mille mille mille >.<

kirarachan: La Valeee *ò* che è tanto carina e aspetta con ansia i miei aggiornamenti >.< Per questo capitolo ti devo ringraziare particolarmente , per esserti offerta di aiutarmi a trovare quella maledetta Poesia , e per avermi aiuta a scegliere fra questa e l'altra.
Grazie tante , davvero! Sono felice che la storia stia continuando a piacerti! Un bacio grande.

morkia90: Eccoti il nuovo capitolo ... Per sapere tutta la verità , dovrai aspettare un po' ^^" Spero continuerai a seguirmi :D

Care lettrici e lettori [ Luca a parte , ce ne sono? o.O ] non sapete quanto mi rendano felici i vostri commenti ... Questa storia mi sta entrando nel cuore , e voi con essa! Più mi rendo conto che vi piace , più mi viene voglia di impegnarmi *___*

So che forse non  ho il diritto di farlo , ma vorrei consigliarvi una FF davvero bella , soprattutto a coloro che hanno letto le shot da cui è stata tratta , ovvero: Not like the other girlsThe one I loveBack in the picture. La ff in questione , è Kuroi Namida di Kirarachan , ed è molto bella , merita davvero di essere letta e recensita! Mi fa male il cuore a pensare che sia ignorata.
Bene , dopo questo consiglio ... che , non credo violi il regolamente , se così fosse MI DISPIACE  cancellerò , vi lascio in pace.

Favole.

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Capitolo 8
*** Passion ***


Burn
Passion


In questo capitolo è presente una scena di sesso che si potrebbe considerare "Spinta". Nel proseguire della storia, ce ne saranno altre, per questo ho deciso di mettere il Rating rosso, mi dispiace, avrei dovuto farlo prima. Gomen, sono una baka -.-" Va beh, ora vi lascio al capitolo ^^



Il sangue scivolò sulla pelle nivea, imbrattandola. Le labbra accolsero l'artefice di quella ferita, che nemmeno il tempo guarirà mai.
Ha gli occhi chiusi, mentre lui la guarda.
Infelice.
Infelici.
Bisognosi di cure, e di qualche risposta che entrambi sanno di potersi dare solo a vicenda. Anche se ammetterlo ad alta voce, non fa per loro.
I gesti sono l'unica soluzione .
Inuyasha la baciò, nuovamente.

Soffocando la propria voce...



"Don't look don't look
the shadows breathe
Whispering me away from you
"Don't wake at night to watch her sleep"




Kagome passò la lingua sul labbro inferiore di Inuyasha, prima di morderlo e baciarlo maliziosamente. Si sentì premere fra il muro e il corpo fremente del ragazzo, ma questo gesto non le provocò imbarazzo, ne paura o ansia. Era completamente trasportata dall'incoscienza. Il desiderio le impediva di pensare, di riflettere su quello che stava accadendo, o semplicemente, lei stessa aveva scelto di mettere a tacere la ragione.
- Forse dovrei prendermi ciò che mi devi - Il suo tono di voce era diverso, meno freddo. L'irritazione provocata dal suo solito modo di parlare era sparita, lasciando spazio ad un suono roco e provocante.
Si lasciò esplorare la schiena dalla mano grande e delicata del mezzo demone, che al suo passaggio lasciava sulla pelle liscia, dei brividi piacevoli che, lentamente le stavano dando alla testa.
Socchiuse gli occhi.
Aveva voglia di accarezzarlo, di conoscere le sensazione della pelle nuda sotto i palmi delle mani.Voleva sentire l'odore del suo corpo. Impacciata strinse l'orlo della maglia nera che il ragazzo indossava, e lentamente la tirò verso l'alto, sfilandogliela e scoprendo il torso nudo e liscio del ragazzo. Non aveva peli, oltre ad una striscia verticale di peluria sull'addome. Kagome lo guardò negli occhi, le scappò un sorriso, provocato dall'imbarazzo. Lui ricambiò, ma in modo meno evidente, mantenendo la stessa espressione corrugata di sempre. I loro visi si avvicinarono, Inuyasha le accarezzò le guance, dolcemente e con naturalezza tornò a baciarla. Calmo le sfiorò il naso con le labbra, percorrendolo dal basso verso l'alto, fino ad arrivare alla fronte. Lei chiuse gli occhi, estasiata dal quel tocco delicato, e li riaprì qualche attimo dopo, per baciargli il collo, percorrendolo con la lingua fino ad arrivare all'incavo, Inuyasha la fermò pretendendo ancora le sue labbra.
- Anche se lo volessi, non riuscirei a fermarti - Gli rispose lei, cercando di resistere al bacio - ... A fermarmi- Concluse prima di accontentarlo, rispondendo al bacio.
La sollevò, tenendola per le natiche, e la trasportò davanti al suo letto. Si scambiarono un lieve bacio, prima che lui la facesse cadere sul materasso, per poi sdraiarsi sopra di lei.  - Se vuoi fermarmi, ti conviene farlo ora- l'avvisò, mentre una mano impaziente percorreva la gamba nuda e perfettamente liscia di lei, fino ad arrivare alla coscia, dove l'orlo della gonna segnava il confine che mai nessuno aveva osato oltrepassare.
Kagome prese fiato, e gli accarezzò la schiena, per poi stringerlo e sentire il suo calore più vicino a se. Non sapeva quel che stava provando, avrebbe potuto pensarci ore senza ottenere risposta, da quando Inuyasha era entrato, prepotentemente, nella sua vita, riflettere era diventato inutile. Ogni cosa intorno a lei era cambiata, persino i ricordi scolpiti dal tempo, erano mutati. Tutto a causa di Yamamoto, un arrogante e malinconico mezzo demone deciso a rovinarle la vita, infierendo sulla perdita del suo caro fratello.
Lei però, non aveva mai fatto nulla per fermarlo, neppure quando voleva ferirla. Non aveva mai pensato di allontanarlo, per un certo periodo, le era anche mancato. Aveva stretto con lui un legame, seppur per un motivo triste. Pensava a lui ossessivamente.
- N-non fermarti- Piantò le unghie nella pelle del ragazzo, graffiandolo appena. Sul viso di Inuyasha apparve una smorfia provocata dal leggero dolore - Non voglio fermarmi, non ci penso proprio -
Risero complici.
Le sfilò la maglia, e la guardò meravigliato, percorrendo con lo sguardo il seno perfetto, pieno e alto, nascosto dal reggiseno dai toni pastello. Tornò a baciarla sul collo, mordendole la pelle facendola arrossare. Passò alla spalla destra, e con i denti afferrò la spallina dell'intimo, tirandola giù così da scoprire appena uno dei seni. Per la sinistra, spinto dal desiderio, per fare più veloce utilizzò le mani.
Quando l'impedimento fu totalmente abbassato, osservò i capezzoli rosei, piccoli e inturgiditi e desideroso li sfiorò prima con il palmo della mano, poi con le dita, premendoli fra indice e pollice, facendola gemere di piacere.
La mano destra abbandonò le rotondità, scivolando verso il basso. Kagome sentì il corpo andare a fuoco, quando Inuyasha le sfilò la gonna e fece pressione sul tessuto serico dell'intimo, toccandole il piacere. - Ti prego... Ti-Ti prego... mmh Inu-Inuyasha- Mormorò fra i sospiri mordendosi le labbra.
Il mezzo demone assaporò i capezzoli, stringendoli fra le labbra, e con la mano destra le sfilò le mutandine, intrufolando le dita fra le labbra, inumidite, giocando con il clitoride. Il piacere di Kagome continuava ad aumentare, ormai era completamente invasa dall'estasi.
Inuyasha si fermò, dandole pace giusto il tempo di sfilarsi i jeans e i boxer, per poi tornare sopra di lei. Era anch'esso eccitato, tanto da non riuscire più a controllarsi.
-Tu, sai come si mette un preservativo?- Le chiese, facendola sembrare una domanda completamente inadeguata per l'atmosfera che si stava creando.
Lei arrossì, quella domanda era servita per rendersi conto di ciò che stavano facendo. Si innervosì un po', ma la voglia non svanì. -Non sembra complicato... -
Il mezzo demone si alzò, per nulla imbarazzato per la sua nudità, e si mise a frugare dentro ad un cassetto. Kagome notò la perfezione del corpo nudo di lui, imbarazzandosi molto. Non aveva pensato alle opinioni che Inuyasha si era fatto vedendola nuda, ma in quel momento, nell'attesa le venne la classica paura legata ai "difetti" che le donne credono di avere, i chili in eccesso, per esempio. Timore che svanì quando il ragazzo tornò sul letto, con un profilattico fra le mani.
Lo aprì.
-Devi tenerlo per la punta e ...- Lo fulminò con lo sguardo, dimostrando di non aver la minima intenzione di farlo. -Mettilo da solo - Gli rispose tornando a stendersi e coprendosi il seno.
Inuyasha, seppur contrariato, ubbidì e tornò su di lei.
-Sei rilassata? - Le domandò tornando a toccarla.
 -S-si - Gli rispose lei chiudendo gli occhi.
Ovviamente non lo era, ma voleva farlo. Ne sentiva il desiderio. Aprì le gambe il più possibile, cercando di facilitargli il compito. Lui avvicinò il volto al suo, e la baciò lentamente, prima sfiorandole solo le labbra, poi, approfondì con la lingua.
Diede una spinta con il bacino, in maniera poco delicata, aveva paura di farlo lentamente, paura di poter essere respinto.
La penetrò.
Kagome gli morse il labbro per il dolore acuto, che dopo pochi secondi, grazie al movimento continuo di Inuyasha, svanì. Continuarono a baciarsi, famelici. Persi nel desiderio più profondo, bagnati di sudore, l'uno stretto fra le braccia dell'altra.
-Mi... Io... mi... sento impazzire... INU-INUYASHA ...-
La fece mettere sopra, cercando di non perdere il ritmo. Erano entrambi al limite . Kagome incrociò le proprio mani con le sue, stringendole il più forte possibile.
-Non... non ce la faccio p-più...- Si chinò su di lui, baciandolo un'ultima volta, prima che l'orgasmo esplose, facendola ricadere su di lui.
Vennero nello stesso momento.


Quando riaprì gli occhi, era già buio. La penombra aveva quasi del tutto ingoiato la stanza.
Sentì un caldo tremendo, quando vide il viso assopito di Kagome, disteso e sereno. Era bella, avrebbe desiderato restare fermo a guardarla tutta la notte, fino all'alba, ma la vibrazione del suo cellulare, catturò la sua attenzione.
Lo schermo si illuminò, mostrando il nome della persona che stava chiamando.
Ayame. Rispose...
- Ho trovato sua madre... -



Sto andando a fuoco >.< Vorrei scusarmi per questo capitolo , per l'improvvisa scena erotica fra i due , ma ho pensato che per questa ff , per i due in questione , questo era il modo più giusto. La loro prima volta è dettata dal sesso , e non dall'amore , almeno ... loro non "credono" di esserlo.
Bene , spero vi sia piaciuto perchè ho faticato DAVVERO tanto per scriverlo , Luca e Kirarachan mi sono testimoni xD
Beh , non uccidetemi T___T
Passiamo ai ringraziamenti:

kirarachan: Ecco il capitolo , finalmente l'ho finito xD 
Credo di averti stressata talmente tanto da essermi guadagnata il tuo odio ù.ù . Spero sinceramente che ti piaccia , visto che ti ho fatta aspettare tanto. Un bacio =D

luca blight: Alla fine però , anche se avevi ragione , i miei risultati li ho ottenuti . Spero che ti sia piaciuto , visto che mi hai sostenuta così tanto ^^ Grazie!

ryanforever: Non preoccuparti per non averla commentata prima , sono felice che ti piaccia così tanto , e di avere una nuova lettrice. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto >.< soprattutto perchè non voglio perderti in partenza xD Alla prossima , spero O.O

Vale728: Spero che anche questo capitolo ti piacerà , ti ringrazio per avermi seguita fino a qui , al prossimo capitolo. Bacio!

Bellatrix_Indomita: Quanti complimenti in un solo commento . Mi fai imbarazzare ^\\\\^ spero con tutto il cuore che questo seguito un po' "spinto" sia stato di tuo gradimento.

MissTata55: Ciao! Ecco qui il capitolo . Grazie per aver commentato ^^

mikamey: Sei sempre troppo gentile e carina , tanto tenera >.< Ti sto letteralmente facendo impazzire di curiosità XD Povera te ... Spero di non averti deluso con questo capitolo xP Un bacione =D

inukag4ever: Certo che ti perdono , soprattutto perchè questa ff ti piace  . ^^ Grazie mille per il commento .

bea91: Non delude mai eh? Grazie! Spero che la penserai ancora così dopo questo capitolo , alla prossima *_*

Bene , finiti i ringraziamenti , non mi resta che informarvi che non aggiornerò per un po' , motivo vacanze . Dovrete resistere almeno fino al 10 settembre .
Un bacio .

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Capitolo 9
*** Nightmare ***


Burn
Nightmare


Passò la birra alla rossa, che sorridendo accettò il regalo con piacere, portando la bottiglia di vetro alle labbra scurite dal rossetto. Ne mandò giù un sorso, per poi riprendere a respirare. Erano seduti per terra, di fronte alla camera silenziosa di Inuyasha, con la schiena pigiata contro il muro perfettamente bianco. Erano li da molto tempo, probabilmente da più di un’ora, e non avevano parlato molto, anzi a dire il vero le uniche parole che avevano osato scambiarsi erano stati i reciproci saluti.

Vi era un unico rumore che riecheggiava nel corridoio spettrale, un classico della notte, il ticchettio dell’orologio.

Il mezzo demone non distolse lo sguardo dalla porta nemmeno un secondo, tenendo le orecchie tese in cerca di un qualsiasi suono. Riusciva a sentirla respirare.

-Hanno un odore molto simile – Si morse le labbra, sentendosi quasi colpevole per aver parlato. – Ma forse è una mia impressione… - cercò di correggersi, stringendo le gambe al petto, appoggiando il mento alle ginocchia.

Inuyasha sembrò impassibile, non pensò nemmeno al commento esposto dalla ragazza, in quel momento erano altri i pensieri che lo tormentavano.

Era sicuro che sarebbe cessato quel dolore acuto, una volta speso il bottino vinto qualche anno prima, ma andare a letto con Kagome non servì a farlo sentire meglio, ne a fargli dimenticare il viso di Koga. Certo, non che pensasse di poter scordare tutto in un momento, ma quel maledetto peso sullo stomaco, sperava di mandarlo giù. Era stato Stupido, illuso.

-Io lo ricordo diverso l’odore di Koga. Quello di Kagome è più aspro, sembra carico di rancore- Si decise a dare come risposta.

Calò ancora una volta il silenzio, ma questa volta fu più breve, Ayame colpì il muro con il piede destro, provocando un suono sordo. Si mise in piedi e gli diede le spalle. Era irritata da quella situazione, se non potevano avere rapporti, dovevano per forza sforzarsi di parlare, ma questo loro non sapevano farlo.

Infilò le mani in tasca e prima di allontanarsi gli lanciò un pacchetto di malboro rosse.

-In realtà, mi ha trovata lei. Non so dirti molto, l’unica cosa che mi ha riferito, è che ti cercherà. Non so come abbia fatto ad arrivare a te… a noi. Ma non m’importa, ho aspettato così tanto tempo per parlare con qualcuno di lui, che ora non voglio armi nessuna domanda. Ho risposte a sufficienza-

Inuyasha non la fermò, la seguì con lo sguardo fino a quando sparì dietro l’angolo. Ascoltò i rumori dei passi sugli scalini, e la porta sbattere.

Si alzò da pavimento e barcollando si avvicinò alla porta, prese fiato e appoggiò la mano sulla maniglia, piegandola appena, dopo un click si aprì.

Era avvolta nella penombra.

Sul letto sfatto Kagome dormiva a pancia in giù, completamente nuda .

Si stese al suo fianco, e coprendosi il viso con il braccio, si riaddormentò.

 

 

-Vieni da me … -

 

Spalancò gli occhi al suono di quella voce. Sentì il corpo pesante, la stoffa degli abiti aderiva perfettamente contro il suo corpo, risultando fin troppo stretti e parecchio fastidiosi, si sentì soffocare. Si rese conto di essere steso su una panchina di legno bagnato, segno di una precedente perturbazione. Il cielo era di uno strano colore, il tono principale era uno scuro grigio tendente al nero, ma piccole striature rosa e rosse risaltavano sullo sfondo scuro.

Mosse il braccio destro con molta fatica, sentendo parecchio dolore, come se avesse lavorato fino allo sfinimento. Con caparbia si mise a sedere, ed incredulo studiò la situazione e il paesaggio che lo circondava.

Si trovava in un parco.

Ogni colore sembrava smorto, perfino il verde dell’erba non risaltava, e il lilla dei fiori sbiadito, lo fece sentire disperato.

Ogni suono era lontano, ovattato. Le urla dei bambini che giocavano a pochi metri da lui, erano quasi impercettibili. Non riusciva a sentirsi partecipe a quell’atmosfera in nessun modo, era estraneo da tutto.

Per questo quando poggiò i piedi nudi per terra, sollevandosi, tremò al contatto delle gocce d’acqua sulla pelle nuda.

Camminò, in mezzo a gli sguardi attenti delle sagome, prive di volto e di nome. Camminò a lungo, fino a quando in lontananza la scorse, lei.

-Ka-Kagome …-

Le si avvicinò, ma ad ogni passo, invece di essere felice per averla quasi raggiunta, sentiva l’angoscia aumentare, diventare sempre più ingestibile, insopportabile. Tanto da poterci impazzire.

La ragazza non si muoveva, era anch’essa parte del paesaggio. Era morta.

Quando fu abbastanza vicino, notò che gli occhi erano saldamente chiusi, e che dalle labbra dischiuse, non un respiro caldo veniva liberato. Le sfiorò la guancia fredda con il palmo della mano, e chiamò il suo nome.

Piangeva. Il mezzo demone piangeva.

E quel tocco gentile le fece spalancare le palpebre.

Non erano sue quelle iridi, completamente nere. Lacrime di sangue rigarono il suo volto di giovane ragazza.

-Squarciami il petto ... –

Gli ordinò disperatamente, afferrando le mani del ragazzo, per poi posarle sul petto.

-Strappami questo cuore ormai morto-

 

 

“Every night I burn
Every night I fall again”

 

Spalancò gli occhi e affannato si voltò verso Kagome, ancora immersa nel sonno. La fronte gli grondava di sudore , ma il corpo non cessava di tremare.

Era un sogno …

Il dolore sopito nel cuore di lei, però era reale.

-Continuerò a farti male, anche se involontariamente- Le sussurrò all’orecchio.

Lei, gemette. Si svegliò qualche minuto più tardi, e imbarazzata si avvolse nel lenzuolo, coprendosi il più possibile. Inuyasha non smise di guardarla nemmeno per un secondo, mettendola a disagio.

La strinse fra le braccia e le baciò la fronte.

 

Hi Fun! [ Si si lo so che è fan , ma mi piace di più fun ndme XD]

Ed il capitolo , anche se non pensavo di postarlo così presto ò.ò ma dovete ringraziare il mio ragazzo che mi ha permesso di scrivere dal suo pc xD

Beh , non ho spiegazioni da dare per questo capitolo , mi è venuto veramente facile scriverlo , sarà che non ha molto senso.

Bene , ora non mi resta che ringraziarvi . Siete sempre così gentili con me *-* farò una statua a tutti voi xD

 

luca blight: Wow mi sei a fianco e devo ringraziarti ò.ò GRAZIE! XD

 

kirarachan: Tranquilla , non penserò a te come una fissata degli hentai XD Le scene erotiche , se fatte bene sono piacevoli da leggere. Sono felice che ti sia piaciuta , e spero penserai la stessa cosa anche di questo capitolo. Un bacio ^^

 

fmi89: Oh tranquilla , so benissimo quanto impegni scrivere , per cui nessun problema! Il tuo commento mi ha fatto molto piacere , spero continuerai a seguirmi =]

 

morkia90: Sono felice ti sia piaciuta ^^ Vorrei approfittarne per ringraziarti per lo splendido commento alla shot “Un attimo” sei stata davvero dolce . Un bacio!

 

Bellatrix_Indomita: Ed eccoti il capitolo , anche prima di quanto pensassi! Sono felice che lo scorso capitolo non abbia urtato la tua sensibilità , per fortuna sono abbastanza timida e non riesco

a rendere troppo spinte le scene “hot” >.< Spero che questo capitolo ti sia piaciuto =]

 

ryanforever: Per la tua felicità , non ti torturo con l’attesa! Grazie mille per i complimenti , sono felice di non averti persa in partenza XD

 

bea91: Non è successo granchè , ma spero che ti sia piaciuto comunque! Alla prossima ^^

 

Vale728: Esatto ho fatto anche io lo stesso ragionamento , fargli fare l’amore avrebbe rovinato tutto. Spero ti sia divertita in vacanza ^^

 

PazzaXinu: Piacere mio Matilde! Sono felice che ti sia piaciuto =] Alla prossima ^^

 

mikamey: La mia carissima fan numero uno! Non mi importa del ritardo , quel che conta è che ti sia piaciuto! Spero di non averti delusa con questo capitolo , e che ti abbia fatto piacere leggerlo in anticipo ^^ Un bacio!

 

 

Ringrazio tutti coloro che stanno aggiungendo “Burn” alle preferite e alle seguite e chi , si limita a leggere. GRAZIE MILLE , davvero.

 

 

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Capitolo 10
*** Vivi ***


Burn
Vivi


Voltò lo sguardo un'ultima volta sul viso, ancora assonnato del ragazzo, per poi dargli definitivamente le spalle e camminare verso la porta di casa. Inserì la chiave e la girò due volte in senso orario, non appena il click d'apertura le giunse all'orecchio, spinse la maniglia e, solo in quel momento si voltò per cercarlo, sperando di trovarlo li, ma lui era già andato via.
Sospirò, quando si richiuse la porta alle spalle e cominciò a sentire l'ansia scivolarle lungo la pelle. Per tutto il percorso trascorso camminando l'uno al fianco dell'altra in completo silenzio, dalla casa di Inuyasha alla sua, aveva iniziato a sentire una fastidiosa sensazione crescerle dentro. Sensazione inevitabilmente aumentata alla vista del salotto accogliente della sua piccola villetta.
Si mise a sedere sul divano, e posò le mani sulle ginocchia tremanti, nervosa attese il suono della sua sveglia mattutina, che di li a poco avrebbe cominciato a suonare.
Aveva fatto sesso, non sapeva ancora valutare se le fosse piaciuto o meno, di certo non le sembrava questa gran cosa, come tutti la descrivevano. Il dolore, di cui tutte le ragazze vergini si preoccupano, era stato minimo, talmente leggero da farle sorgere parecchi dubbi.
Inoltre, aveva provato piacere, parecchio piacere, fino a raggiungere l'orgasmo, cosa che non si sarebbe mai aspettata. Questo dovrebbe essere il massimo, come punteggio per "La prima volta perfetta", ma dentro c'era qualcosa di storto.
Sospirò nuovamente, e si alzò dal comodo sofà, per dirigersi in camera sua e far cessare quel suono snervante. Si guardò allo specchio. "Niente di diverso".
Pensò sfilandosi la felpa inumidita dalla pioggia.
A passo svelto si infilò in bagno, e aprì l'acqua della doccia. Passò la mano destra sotto il getto d'acqua, per assicurarsi che non fosse ne troppo fredda, ne troppo calda. Si spogliò e si strinse nelle braccia.
Riusciva a sentire il profumo del mezzo demone, ancora intatto sulla sua pelle. Si dispiacque quando l'acqua lavò via l'aroma di quella notte.
Insaponò le mani e si accarezzò, sentì il cuore prendere fuoco, e l'ansia assalirla alla sola idea di non poterlo più stringere.
Qualcosa in lei, era cambiato, e di certo non poteva vederlo nel riflesso di uno specchio.

Si avvicinò alla ragazza mora il più velocemente possibile, e una volta dietro di lei, le prese la mano, cercando la sua attenzione. - Rin devo parlarti- Le sussurrò, trascinandola dietro la palestra della scuola, assicurandosi che non ci fosse già qualcuno.
Kagome era talmente rossa in viso, da sembrare ammalata. L'amica preoccupata ad occhi spalancati attese di sapere cos'era accaduto di tanto grave.
-Ieri ho incontrato Yamamoto-kun- Rivelò, parlando veloce e senza mai alzare lo sguardo. - Fra di noi, è successo qualcosa...- Si interruppe, rendendosi conto di non riuscire a continuare.
-Vi siete baciati?- Le domandò, con un tono di voce leggermente preoccupato.
L'altra, scosse la testa, sentendosi sempre più a disagio.
Non riusciva a confessare, e sapeva che se anche avesse continuato a provarci, non ci sarebbe riuscita. Aveva bisogno di parlarne, ma voleva farlo con qualcuno che la conoscesse veramente, ma in quella città piena di gente, le non era riuscita a pensare a nessuno.
Persino Sango, le sembrava inadatta. Non avrebbe capito.
Aveva scelto Rin, perchè sapeva del suo rapporto con Sesshomaru, della profondità e del limite che avevano passato. Forse lei, avrebbe potuto capirla. Ma ora che le stava davanti, completamente a sua disposizione, pronta ad ascoltarla, si era resa conto che nemmeno lei, sarebbe riuscita a comprendere fino infondo quello che aveva fatto.
Si fece prendere dallo sconforto, ma non lasciò a vedere. -Ci siamo tenuti per mano- Mentì spudoratamente, accennando un finto sorriso.
-Oh, c'è sempre un inizio... - Ridacchiò la minuta ragazza, sinceramente intenerita da quell'evento.
Kagome la ringraziò, e con la scusa di dover fare delle fotocopie, si allontanò a passo svelto. Aveva voglia di incontrarlo, di vedere quanto fosse diverso ora che lei sapeva guardarlo con occhi nuovi. Si mise a cercarlo.
Ne aveva bisogno.

E più non lo trovava, più la frenesia che avrebbe provato una volta davanti a lui, cresceva.

Ne aveva bisogno.  
Ne aveva bisogno.
Ne aveva bisogno.

-Kagome...-
Quando si voltò, lui era li. Ed era bello. Bello.
-Non ne sono più sicura- Le si avvicinò.
-Di che cosa?- Le sussurrò all'orecchio, cingendola dai fianchi. -Non sei più sicura di tenerci veramente a me?- Concluse, amaro.
Lei alzò lo sguardo, per poi posarlo sulle labbra perfette di Inuyasha. Le tornò in mente Koga, con il suo sorriso dolce e il modo di fare semplice. Si ricordò di come giocavano insieme al mare, quando fuggivano dalle onde sul bagnasciuga, fingendo che l'acqua salata dell'oceano fosse lava.
-Non sono più sicura di non amarti-
Ricominciò a pensare a suo fratello da Vivo.
Cercò le labbra del mezzo demone, e lo baciò per l'ennesima volta, e sentì di nuovo il possesso di quel corpo caldo e accogliente. La tristezza scivolò via, anche se per qualche minuto, si liberò dal lutto che opprimeva il suo cuore da tanto, troppo tempo. -Lui ci vorrebbe vivi... - Disse, mentre una lacrima inumidì il suo sorriso.


Ayame era completamente rapita da ogni movimento della donna. Era bella, o meglio, splendida. Si assomigliavano, lei e Koga, gli occhi erano della stessa tonalità cobalto, come i capelli scuri e lisci e i lineamenti decisi. Le uniche differenze fra loro, erano il modo di parlare e porsi, non avendo avuto la possibilità di vivere insieme.
-Non vi ho cercati mia cara, ho semplicemente continuato ad informarmi su mio figlio- Sorrise, non apparve una minima ruga a gli angoli delle labbra, ne sulla fronte. Sembrava talmente giovane da poter essere scambiata per una ragazzina. – Ovviamente ho sempre dovuto nascondermi, mi fu vietato di vederlo, o meglio, di aver qualsiasi contatto con lui quando era bambino-
La rossa continuò ad ascoltarla, sempre più ammaliata . – Sono felice di averti conosciuta, è un tale onore per me –
La donna sorrise nuovamente .
-Che stupida – Si toccò la fronte – Non mi sono nemmeno presentata. Il mio nome è  Sakura-
Sorrisero entrambe.
-Beh, al telefono mi ha detto di avere qualcosa per me, di che si tratta?-
La donna frugò in una grande borsa dai tono sgargianti, ed estrasse un libro, per poi posarlo sul tavolo. In copertina vi era il viso a metà di un giovane uomo occidentale, imberbe e dai lunghi capelli mossi.
-Questo libro, contiene alcune delle più belle poesie di Jim Morrison, vorrei regalartelo-
Il viso di Ayame si illuminò, accettò il regalo con immenso entusiasmo.


Buuuuona Sera mie e miei Fan! Oggi sono piuttosto di buon umore, il capitolo mi è venuto facile da scrivere e sinceramente ne sono un pochino [non di più] soddisfatta, soprattutto per la prima parte!
Che dire, avrei voluto scrivere di più, però se avessi continuato avrei lasciato un concetto importante a metà, e non mi andava. Preferisco affrontarlo bene nel prossimo capitolo ^^
Sono felicissima del successo riscosso lo scorso capitolo, anche se ho ricevuto la mia prima critica ...ma si sa, i consigli fanno sempre comodo! ^^

Beh, non mi resta che passare ai ringraziamenti *___*

mikamey: Direi che dal prossimo capitolo, verranno fuori un sacco di cose, soprattutto sul passato dei protagonisti. In questo capitolo ho voluto far calmare un po' la situazione, cercare di spiegare i sentimenti di Kagome per Inuyasha, e quello che lei si è sentita dopo una cosa così importante e delicata per una donna xD Spero ti sia piaciuto insomma, mi fa tantissimo piacere leggere i tuoi commenti ^^

ryanforever: Ed eccolo il seguito... Quell'incubo l'ho fatto io, anche se un po' diverso, e l'ho adattato alla storia xD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Vale728: Si, Inuyasha è cambiato nei confronti di Kagome, però i suoi cambiamenti non sono finiti qui! Insomma, incasinerò la storia ancora di più XD

luca blight: Amore mio, vorrei aver scritto anche questo capitolo davanti a te xC Spero che ti sia piaciuto. <3

AkyWakeshima: Uh che bello una nuova Fan! Sono felice che la storia ti piaccia, continua a seguirla se ti fa piacere =]

kirarachan: Se ti ha angosciata allora sono riuscita nel mio intento! Si, quel sogno li ha fatti avvicinare, anche se ne succederanno anche tante di cose.

bea91: Sono felice che ti sia piaciuto, e dopo i sentimenti di Inuyasha, ecco qui quelli di Kagome. Spero ti sia piaciuto allo stesso modo anche questo capitolo.

Bellatrix_Indomita: Ecco il capitolo, spero di non averti delusa!

morkia90: Grazie mille, ecco qui il capitolo. Un bacio!

Luca_sto: Il mitico Sto XD Che poi il sogno originale è più angosciante . Grazie del commento comunque ^^

fmi89: Spero ti siano andati bene gli esami, ho visto che hai aggiornato, appena posto questo capitolo corro a leggere!

dolcekagome; Mi dispiace che tu sia depressa, spero ti passi presto! Grazie per i complimenti, e non preoccuparti per non aver commentato i vecchi capitoli, l'importante che ti siano piaciuti.

Bchan; Grazie per avermi corretta! Ho fatto due errori ok, per uno posso giustificarmi, è stato un errore di distrazione, mentre per tailleur ho semplicemente sbagliato, tuttavia non credo che mi servi una beta, dato che con cose importanti tipo verbi, doppie e cose varie, non ho nessun problema. Spero che questo capitolo ti piaccia comunque ^^ Alla prossima!


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Capitolo 11
*** Sensi di colpa, ricordi e... ***


Burn
Sensi di colpa, ricordi e...


Ayame indossava sempre una quantità esagerata di gioielli. In particolare prediligeva le collane; Portava al collo tutto ciò che per lei era importante. Per questa ragione, quando camminava, faceva un gran rumore metallico ed era facile capire che si stava avvicinando.
A lui, bastò bene poco per accorgersene.
-E' da molto tempo che non ci incontriamo qui- Si voltò, e incrociò gli occhi verdi della ragazza.
Si sorrisero.
Era una mattinata parecchio ventilata, pur non essendo stagione, era anche freddo. -Dobbiamo essere davvero colpevoli Yamamoto- Rispose con un filo d'ironia, amara, nel tono di voce.
Inuyasha distaccò lo sguardo da quello magnetico della rossa, e tornò a fissare immobile la tomba di Koga.



Nel cuore di entrambi, era avvenuto un cambiamento.




-Lo siamo- Calcò il mezzo demone, nascondendo le mani nelle tasche dei pantaloni. -Lo siamo sempre stati, e sempre lo saremo- Continuò, cercando di ignorare il tremore che impregnava le proprie parole.
-Allora, perchè non redimere i nostri peccati?- Domandò lei, con tono supplichevole. 
-Perchè non possiamo essere perdonati. Non lo capisci?- Estrasse la mani dal caldo rifugio, e strinse i pugni. -Se lui fosse vivo, non ci riconoscerebbe più. Tu hai venduto il tuo corpo alla disperazione, ed io, ho messo all'asta il mio cuore. Se ora Koga fosse davanti a me, nei suoi occhi vedrei riflesso un me che mi da il voltastomaco-.
A quelle parole, Ayame rimase completamente basita. Si sentì sporca, e non le era mai capitato.
-Io ho perso Kikyou, e questa cosa mi ha ucciso. Ho cercato di capire perchè, ci ho pensato talmente a lungo da esserci caduto dentro, a quel buco nero. Io, te, Kikyou e perfino Kagome, che non aveva idea di cosa fosse successo, siamo rimasti tutti vittima di quella dannata notte- Si interruppe, cercando di ritrovare il fiato e la ragione.
-E' ridicolo... Tutto questo dolore per una singola scopata- Una lacrima scivolò sul viso pallido della rossa, che subito chinò il capo con l'intento, del tutto vano, di nasconderla a gli occhi ambrati del mezzo demone che, l'attirò al proprio petto, stringendola.
Smise di trattenersi, e lasciò che le lacrime cadessero, copiose sulla maglia nera di Inuyasha, che si limitò ad accarezzarle il capo. La sentiva tremare, e finalmente cadere e toccare il fondo, e così automaticamente accettare la situazione.
Lei, che non era solita lasciarsi andare, che non piangeva mai. La stessa che lo aveva visto piangere ogni volta che si sfioravano. Lei, era stata l'unica.
Per una volta, tutto si era invertito.
-Chi per il senso di colpa, chi per vendetta, chi per il dolore di un tradimento... chi per amore. Siamo stati risucchiati da una serie di sensi di colpa.- La strinse più forte, e sentì una fitta al cuore. In quel momento, stava finalmente giungendo alla soluzione di tutto? Sembrava così irreale, così assurdo. Inoltre, l'unica persona che in quell'istante desiderava al suo fianco, non c'era.
Kagome, lei avrebbe voluto sentire quelle parole... quella spiegazione.
-Ed infine, abbiamo dimenticato che lui non c'è più, e non perchè l'abbiamo cancellato, non perchè ci ha delusi... - Si interruppe, sentendo le mani di Ayame spingere contro il petto, per allontanarlo e guardarlo negli occhi.
- Lui è morto ...- Si arrese, e pianse ancora. Per molto, con violenza. Era più chiaro che mai ora, lui non sarebbe tornato.


Himura Yoko le allungò una cartelletta di carta di un banalissimo arancione, una di quelle che si vedono spesso nei film. Kagome, sentendosi stranamente colpevole, allungò la mano e se impossessò. La strinse forte, stropicciandola.
Quando assunse Yoko, ottima investigatrice privata, non era del tutto sicura di ciò che stava facendo, ma almeno aveva un motivo; Scoprire cos'era realmente successo a suo fratello prima di morire, e cosa lo aveva spinto a drogarsi. Ora però, le cose erano del tutto cambiate. Lei e Inuyasha, sembrava avessero trovato un compromesso, e spiarlo così, la faceva sentire male.
Ringraziò la donna per il suo lavoro, e si rinchiuse in camera con le risposte che in quei due anni aveva tanto atteso.
Voleva sapere, tuttavia una forte paura le faceva tremare le mani, e continuava ad impedirle di sbirciare il contenuto.
"Forse dovrei parlarne ad Inuyasha, chiamarlo e farlo venire... Forse in quel fascicolo ci sono risposte nuove anche per lui. Forse..."  Cercò di far tacere quei pensieri, e prendendo fiato sfilò i fogli bianchi che in quel momento, erano di vitale importanza per lei.
Lasciò scorrere gli occhi sulla prima pagina. C'era tutta la vita di suo fratello, in sole tre righe, era stata riassunta la sua infanzia, ancora pulita e pura, e per questo priva di importanza.
Non era stato escluso nemmeno il suo piccolo incidente con lo skate... incidente che gli costò una doppia frattura. A quei tempi le era sembrata una cosa tanto grave, ricordò di essersi preoccupata così tanto...
Nel presente però, un presente senza Koga, quella sembrava davvero una sciocchezza.
Si lasciò scappare una lacrima, incandescente, che affondò sulle labbra increspate in un sorriso, quando gli occhi scorsero una foto che li ritraeva da bambini, vestiti da pirati.
Non ci riusciva, aveva troppa paura di affrontare ciò che le pagine seguenti presentavano. Non voleva rovinare il ricordo che aveva di suo fratello, non voleva macchiare ulteriormente il ragazzo dolce e sensibile che era prima di entrare in quei brutti giri. Non era preparata.
Si alzò e infilò la cartella in uno dei cassetti di biancheria intima, per poi guardarsi intorno alla ricerca di un passatempo che la tenesse lontana dai cattivi pensieri.
Lo sguardo ricadde sul pc, spento ormai dal giorno in cui aveva fatto sesso con Inuyasha. Con quello che era successo, le era passata di mente quella mail anonima ricevuta. Ormai non era più tanto sicura che appartenesse al mezzo demone, che sicuramente avrebbe accennato qualcosa a riguardo.
Perplessa accese il portatile e si collegò alla posta elettronica, e con sua grande sorpresa, vi era un'altra mail del misterioso mittente. L'aprì senza pensarci due volte.


<< E venni a te per la pace.
E venni a te per l'oro.
E venni a te per la bugia.
E tu mi desti ansia
e sapienza
e la malinconia di tempi insani.
E saremo qui il giorno dopo
il giorno dopo
e domani.

Jim Morrison >>


Ancora, come la volta precedente, l'unica differenza erano le parole scritte in grassetto e in corsivo. Cercò di trovare un colpevole, ma non le venne in mente nessuno. Chiuse la casella della posta elettronica e si raggomitolò sul letto.
Sapeva benissimo chi era Jim Morrison, suo fratello ne andava pazzo. Adorava sia le sue poesie e citazioni, sia le canzoni del gruppo di cui faceva parte, i "Doors". Eppure non sapeva darsi una risposta per quelle misteriose mail.
Stizzita prese il cellulare e digitò il numero di Inuyasha, anche se con molta tensione, che si accumulò mentre gli squilli aumentavano, e la voce del ragazzo tardava a rispondere, ma proprio mentre stava per mettere giù, il mezzo demone parlò.
-Pronto? Kagome?!-
Lei tremò prima di rispondere, mordendosi le labbra e quasi pentendosi.
-Ciao!- Esclamò, dandosi della scema per il tono usato. - Possiamo vederci?- Domandò, sperando in una risposta positiva. Ci fu un attimo di silenzio che sembrò interminabile, ma che dopo qualche secondo fu rotto dalla risposta positiva di Inuyasha.
Si diedero appuntamento nel parco ove parlarono la prima volta di Koga e della partita a poker. Le sembrava così strano ripensare a quel giorno, e al dolore che aveva sentito sentendo, in parte, ciò che era successo tempo prima.
Quando riattaccarono si preparò, e poco dopo fu pronta per uscire.Percorse la strada da casa sua al parco con una strana agitazione che le ballava nello stomaco, un misto di nervosismo e felicità.
Era strano fare i conti con sentimenti simili, che mai aveva provato in vita sua.
Una volta giunta a destinazione si mise a sedere su una panchina, per poi guardandosi intorno, cercando di scorgere la sagoma snella di Inuyasha avvicinarsi. E così fu, poco più tardi lui arrivò, camminando in modo fiero, come al solito.
Si salutarono nel modo più stupido del mondo, sventolando la mano. Lui si mise a sedere al suo fianco, e per un bel po' di tempo rimasero così, sobbalzando la spalla di uno, sfiorava il braccio dell'altra.
Avevano un gran voglia di parlare, di sentire i suoni delle proprie voci mischiarsi con il fruscio del vento, soprattutto perchè mai come in quel momento si erano trovati con così tante cose da dirsi.
-Sai, mi ha fatto piacere- Inuyasha decise di prendere parola, anche se non riuscì a dire esattamente ciò che aveva in mente. Infondo era meglio di niente.- ...Cioè intendo quello che mi hai detto ieri, a scuola- Continuò, stranamente insicuro.
Kagome si limitò a sorridergli, lasciandogli la possibilità di parlare ancora.
-Mi ha dato la possibilità di riflettere... Forse tu, fra di noi sei la sola ad aver accettato la sua morte- Si interruppe, riflettendo a fondo, non ancora convinto di ciò che stava per dire. - Sei l'unica che abbia capito la gravità della cosa. Ed hai sofferto, ma per il solo fatto di averlo perso-
Lei gli accarezzò i capelli, e si spinse fra le sue braccia. Desiderava ancora che il tepore del suo corpo la riscaldasse, che le parola, in quel momento cariche di sentimento, continuassero a risuonare, dolci e amare... brutali e vere, nella sua mente. Incessanti.
- Ti sbagli. Anch'io come voi, ho pensato male di lui. L'ho odiato, e mi sono sentita persa. Ho provato ad immaginare come potesse essere la sua vita al di fuori dell'ambito famigliare, ma non ci sono riuscita, così mi sono lasciata prendere dal panico. Io non lo riconoscevo più...-
Si baciarono, lasciandosi coinvolgere totalmente da quel gesto, che mesi prima era stata un'arma di difesa per entrambi. Rimasero su quella panchina finché non iniziò a far buio. Parlarono poco, i gesti fisici avevano preso il posto della parole, che a volte non hanno nessun potere, e diventano inutili se sono troppe.





Ed ecco la fine di questo nuovo capitolo, che dire, qui dovrei proprio fare una piccola spiegazione, giusto per verificare che il concetto che ho voluto esprimere, sia arrivato.
Dunque, credo che abbiate capito che tutta la storia, fino a qui, ha girato continuamente intorno ad un evento: Il tradimento di Koga con Kikyou.
Per colpa di quella notte, tutti i protagonisti sono cambiati. Inuyasha si è lasciato trasportare dal dolore, e così ha scommesso Kagome in quella famosa partita a poker, e così anche lei è stata trascinata nel turbine.
Ayame è stata corrosa dalla gelosia, e per questo ha "venduto" il suo corpo alla tristezza, sperando in questo modo di sopprimerla.
Insomma, spero che abbiate capito xD Io non volevo incasinare tutto in questo modo, mi sono lasciata trascinare dagli eventi >.<
Beh, so che sembra che la fine sia vicina, ma non è così per vostra sfortuna. Ci sono ancora un mucchio di cose da scoprire, come per esempio il mittente delle mail... anche se è praticamente palese ormai. Il motivo però è sconosciuto ù.ù .
Va beh, basta vaneggiare, passo ai ringraziamenti! Sono veramente felicissima dei mei fan *ç* sono sempre più felice di continuare a scrivere questa ff, e forse forse forse sto cominciando ad andarne fiera o.O
Va beh, ora mi dedico a voi =D

Bchan: Felice che ti sia piaciuto, ho fatto come mi hai consigliato tu, sono stata più attenta! Grazie mille per il commento.

luca blight: Sono felice che tu abbia notato miglioramenti, e sono anche felice che questa storia stia cominciando a piacerti così tanto. Ecco il nuovo capitolo! <3

fmi89: Noo, mi dispiace che tu non sia riuscita a passare =( Però se ti trovi bene in questa nuova facoltà, allora ti faccio gli aguri per il nuovo percorso che stai per compiere! Passando al capitolo, le cose fra Inuyasha e Kagome miglioreranno si, però ci saranno anche svariati colpi per loro due. In questa ff devo sempre comlicargli la vita XD Sono malvagia. Beh, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. ^^

ryanforever: Spero che anche questo capitolo sia "energico" ^^ . Beh, io devo per forza far succedere qualcosa, ci sono ancora troppe cose che salteranno fuori, per cui ci saranno reazioni molto particolari. Beh comunque, spero che continuerà a piacerti come la farò andare avanti.

Vale728: Felice che ti sia piaciuto ^\\\^ Per quanto riguarda Sakura, in questo capitolo non ho parlato di lei, ma c'è un riferimento preciso, legato appunto al suo incontro con Ayame. L'infanzia di Koga si scoprirà nei prossimi capitoli =D

Luca_sto: Guarda caso il protagonista è morto proprio per la droga , e amava i doors XD No va beh, povero Dio Morrison [ Mi adoratissimo * Sospira* ] lui è un genio! Eh si caro, sei un Dio per le poesie assurde che scrivi, in più mi fai pensare fissa! XD W te.

kirarachan: Eh si, forse anche troppo lentamente! Ma io odio le cose veloci, sono una malata dei particolari e dei momenti semplici, che potrebbero sembrare insignificati, ma che per me sono importantissimi ù.ù . Beh cara Vale, spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Jiada95: Ciao! Sono felice che tu sia tornata, non può che farmi piacere, però per quanto riguarda il "v.m.18" ho dovuto metterlo. Questa non è una ff erotica, per cui è ovvio che le scene non siano particolarmente spinte, però non volevo rischiare di andare contro le regole del sito. Per quanto riguarda Sango e Miroku, li ho tralasciati per ora, perchè mi sono dovuta concentrare su Inuyasha Kagome, personaggi principali. E poi, non ho mai accennato a quei due come coppia in questa ff, per cui non vedo il problema. Ti ringrazio per il commento, spero che questo capitolo ti sia piaciuto.

morkia90: Grazie mille. Ecco il seguito, un bacio.

mikamey: Quanto ancora dovrai penare per sapere! Ti farò morire di curiosità Mary-chan *-* . Spero che questo capitolo abbia soddisfatto almeno un pochino la tua curiosità! Un bacione ^^

angelseyes81: Non me la prendo assolutamente, tu hai perfettamente ragione. La confusione se devo essere sincera, e' un po' voluta e un po' no. Diciamo che questa ff è nata in modo un po' particolare, diciamo basata sulle emozioni che provavo ascoltando "Burn" , e la trama si è formata capitolo per capitolo diciamo. Questo è stato un grande errore, avrei potuto fare di meglio diciamo.
Comunque spero che andando avanti vedrai le cose un po' più chiaramente. Grazie per aver commentato e per aver espresso il tuo parere sinceramente =D

bea91: Ecco l'aggiornamento! Prometto che dal prossimo capitolo darò più spazio ad Inuyasha e Kagome come "coppia" . Spero ti sia piaciuto questo capitolo!

Bellatrix_Indomita: Uh ma davvero è una delle ff a cui tieni di più? Ne sono davvero lusingata >\\\<  GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Spero di non aver delulo le tue aspettative con questo capitolo. Fammi sapere!

AkyWakeshima: Che bello ti ho incuriosita, e non succede spesso! Mi sento fiera allora xD Spero di continuare a stuzzicare la tua fantasia ^^


Beh, al prossimo capitolo.


Gossip Girl [ Ok ok non fa ridere. .-. ]


Favole.





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Capitolo 12
*** Guardare avanti ***


Burn
Guardare avanti




Piccola nota iniziale: Questo capitolo è stato scritto ascoltando questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=rbTozgoj9OQ  . Vi consiglio di ascoltarla leggendo =D. Buona lettura!




Oh don't talk of love

the shadows purr
Murmuring me away from you

Oh, non parlare d'amore!
le ombre fanno le fusa
e mi bisbigliano lontano da te

[Burn, the cure]


Tutti ne parlano, tutti ne soffrono. Ma lei, è l'unica a sapere veramente, lei che osservando i cambiamenti nelle persone care, subendo lo scorrere del tempo, tace.

"Cosa racchiudi nel tuo cuore, Kikyou?"


Il nastro bianco sciolse il suo nodo, e lasciò liberi i capelli lisci, che ricaddero sulle spalle e sulla schiena. Passò la mano tremante sulla fronte imperlata di sudore, e respirando a fatica voltò il capo verso la sveglia. I grandi numeri luminosi segnavano le tre e mezza.
Appoggiò la testa al cuscino e rimase immobile, attendendo che le gambe smettessero di tremare. Era da tempo ormai che non lo sognava più in quel modo. Certo, spesso Koga invadeva i suoi pensieri notturni, ma con un altro viso, un altro corpo. Muto.
Quella notte invece, la voce era sua. Leggera e spiritosa, profonda nei momenti giusti. Il suono più bello che avesse mai sentito.
Convinta di non poter più chiudere occhio, si alzò dal letto e si avviò lentamente verso la cucina, assetata. Aprì il rubinetto e riempì il bicchiere d'acqua. Lo scorrere di quel liquido trasparente e fresco, le fece notare che per essere notte, era piuttosto caldo.
"L'estate si avvicina" pensò, avvicinandosi alla finestra. Una pioggia incessante bagnava la città, donandole una particolare malinconia. "E' cominciata un'altra stagione delle piogge. E' passato così tanto tempo da quella notte?" Si domandò, senza mai staccare gli occhi dal vetro.
Ricordava ogni istante, ogni emozione.
-Che fai sveglia piccola mia?- La voce di sua madre la fece sobbalzare. Le regalò un sorriso dolce.
-Nulla, ho fatto solo un brutto sogno. Ora torno a letto-
Ritornò nella sua stanza, con nessuna intenzione di riaddormentarsi. Aprì l'armadio e con fare frenetico estrasse una scatola di legno, che anni prima si era ripromessa di riaprire solo quando i ricordi avrebbero smesso di fare male.
Anche se infondo, sapeva che non sarebbe mai successo. Per questo, con un coltello aveva inciso la superficie liscia. Ci passo la mano sopra, socchiudendo gli occhi.
-Never...- Sussurrò. Ormai era sicura. Riaprì gli occhi e scoperchiò la scatola. Ed eccole li, le foto che per molto tempo aveva evitato accuratamente, nascondendole. Colpevole, assassina s'era liberata dell'arma del delitto.
Sorpresa osservò il viso del suo ormai perso amore, trovandolo totalmente diverso. Le ritornò alla mente le sensazioni provate, quando con dolcezza lui le 'carezzava la schiena. Il piacere di stringerlo e baciare le sue labbra. Sorrise, ripensando che quei tocchi, le parevano compiuti da un uomo, e lei, si sentiva una donna.
Com'era dolce, e bambina.
Com'erano infantili entrambi, e già amanti.
E peccatori.
E traditori.
E com'era bello stringersi dopo aver fatto l'amore.
Non pianse, anche se gli occhi pizzicavano, e dentro di lei tutto si era capovolto, come se avesse appena saltato dal più alto dei grattacieli. Aveva bisogno di ricordare, per lasciare indietro quei ricordi, finalmente, anche lei...
Richiuse la scatola, e sentendo l'aria mancare, capì che aveva voglia di uscire, nonostante l'ora tarda.
Sentì i passi di sua madre muoversi verso la camera da letto, attese il cigolio che la porta dei suoi genitori emetteva quando veniva chiusa, e infilatasi le scarpe, sgattaiolò fuori casa. "Ho dimenticato che piove!" Inveì, riaprendo la porta lentamente, attenta a non far nessun rumore. Ringraziò di aver lasciato l'ombrello all'ingresso qualche giorno prima, così da non dover rientrare in casa. Lo aprì, e correndo attraversò il giardino di casa. Sapeva dove andare, e sapeva che non ci avrebbe messo molto a piedi.
Le strade erano completamente deserte, tanto da infonderle parecchia paura. "Ultimo incrocio, e sarò da lui..."

Soddisfatta ed esausta, rimase immobile al fianco del mezzo demone, che si liberò della protezione che poco prima, aveva permesso loro di unirsi fisicamente. Era frequente ormai fra di loro avere rapporti. Era come se non riuscissero più a farne a meno. Kagome arrossì quando Inuyasha, tornando a letto completamente nudo, si mostrasse così disinibito.
"E' bello... Credo che se potessi, andrei a fuoco" Pensò, non riuscendo in nessun modo a distogliere lo sguardo.
Lui se ne accorse, e sorridendo malizioso le si avvicinò. - Devi ringraziare la natura, ragazzina -. Era indubbiamente bello, ma il suo sarcasmo era rimasto immutato. Ma d'altra parte, ad attrarla erano sempre stati i suoi lati negativi. Probabilmente perchè lei stessa, nelle vesti di brava bambina, ci si ritrovava scomoda. Tuttavia, ogni qual volta che donava il suo corpo ad Inuyasha, seppure facendolo con cuore, si sentiva in colpa verso i suoi genitori. Lei non poteva essere sporca, non doveva. Così stare con qualcuno doppiamente sporco, la faceva sentire pura, innocente.
-Grazie- Rispose, riferendosi alla battuta di poco prima. - Davvero gra...- Fu interrotta da un bacio, che di casto aveva ben poco.
Quando si distaccarono, lui si accese una sigaretta, e rimase nudo al suo fianco, bello come una statua greca.
-E' ironico, non credi?- Chiese lei, stando attenta a non incrociare il sguardo. Lui tacque, perplesso.
-Stare insieme, ora, qui... - Questa volta, volutamente cercò gli occhi dorati. - Sono ancora solo una vincita?-
Inuyasha sorrise, spense la sigaretta e tornò sopra di lei. -Ti fai troppe domande piccola. Inoltre, sei piuttosto masochista. Vuoi davvero saperlo?-
-No...- Sussurrò lei, spingendolo in modo da farlo cadere al suo fianco, e sovrastarlo, siedendosi sopra gli addominali perfetti, dimenticandosi dei seni nudi. - O almeno, non voglio sentirlo dalle tue labbra. Voglio sentirlo nei gesti-
Risero. 
Lui le sfiorò i seni, facendola fremere. Sentirono entrambi la voglia crescere.
-Vedi...- Le sussurrò. - Tu hai bisogno di questo-
Si alzò dal letto, la sollevò, tenendola per le natiche, e le mordicchiò l'orecchio. Lei si avvinghio al suo bacino con le gambe, e tremò al tocco del muro freddo sulla schiena calda.
Con molta fatica, cercò di fermare il suo uomo. -Non abbiamo più preservativi- Rise, assurdamente divertita. Sentendosi simile a Lolita, bella e infantile. Si morse le labbra.
-E chi ti ha detto che voglio penetrarti?- Le chiese, facendola confondere. La mise giù, e chinandosi baciò i seni, assaporando i capezzoli inturgiditi. Famelico scivolò verso il basso, mordendo il ventre e accarezzandole il fondo schiena.
Kagome strinse i pugni quando la lingua calda di Inuyasha assaporò il suo clitoride. Si sentiva tremendamente in imbarazzo, voleva farlo smet... No, non desiderava altro. Voleva che continuasse.
Sentì la testa girare, e il piacere crescere tanto da diventare quasi fastidioso. Voleva urlare, mordere ogni parte del corpo di colui che la stava facendo impazzire.
-I-Inu... mmmh... - La resistenza stava diventando sempre più dura. Si lasciò andare, e gemette. A voce alta, senza nessuna vergogna. Finché il culmine non fu raggiunto.
Venne. Lanciando un gridolino acuto, tanto da far comparire un sorriso compiaciuto sul viso del suo amante, fiero del suo lavoro.
Scivolò, e si accucciò per terra, fra le sue braccia.
-Io... avrei voluto dire una cosa mentre venivo. Mi sono trattenuta per un pelo- La baciò, impedendole di dire altro.
Il campanello di casa li fece sobbalzare. Il mezzo demone ringhiò. - Che rompimento, ma chi cazzo è a quest'ora?!- Si infilò i vestiti velocemente, e nervoso scese le scale, sperando che "coloro" che avevano osato disturbarlo fossero ancora li, ad attendere risposta.
-Chi è?!- Chiese seccato, prima di aprire la porta. - Sono Kikyou, aprimi-
Basito, fece ciò che la donna gli aveva appena ordinato. Si ritrovarono l'uno difronte all'altra, sentendosi estranei.
-Mi dispiace per quella notte. Io amavo Koga, lo amavo da tempo. Avrei dovuto lasciarti prima. Credimi mi dispiace, io devo liberarmi da questo. Mi...- Lasciò che le lacrime, trattenute qualche tempo prima, scivolassero sulle guance nivee. - Lui... Lui ha pianto quella notte. Non voleva, ma è successo. Tu devi tornare ad essere Inuyasha, quello che un tempo ho amato. Una delle persone più belle che abbia mai conosciuto. DEVI FARLO!- Alzò la voce.
-Io questa notte ho chiuso con il passato- Gli diede un bacio sulla guancia, e scappò via. Lui rimase immobile, come aveva fatto per tutto il tempo in cui la sua ex donna aveva parlato.
Chiuse la porta e si voltò, per tornare di sopra, dalla ragazza che lo attendeva. Ma con sua grande sorpresa, la vide. Lei era li. Non aspettava altro che essere abbracciata.
-Puoi amarmi- Sussurrò, lasciando scivolare l'ultimo frammento di ghiaccio che, pochi mesi prima circondava il suo cuore. -Non sei solo un premio per me-



Oh Kami che capitolo strano ò.ò. Forse a voi non sembrerà, però me lo è! Mi piace particolarmente, anche se è troppo affrettato a parer mio, e non perchè ci abbia messo molto a scriverlo, se devo essere sincera, ci ho impiegato ore XD, ma perchè tutto succede in modo semplice, ed è una cosa strana per questa ff.
Beh, io ne sono felice comunque, credo che sia venuto bene  ma non voglio dirlo troppo ad alta voce.
A voi il giudizio.
 
Non vi ringrazio uno ad uno perchè sono deboluccia, per colpa del raffreddore, e mi bruciano gli occhi. Già tanto che sono arrivata alla fine! Beh, spero che non vi arrabbierete!
Grazie a : I due luca, Mikamey, fmi89, bchan, Aky, raynforever, Bellatrix, Bea e Vale728.
Ringrazio anche coloro che continuano ad  aggiungere "Burn" fra i preferiti e le seguite. Mi farebbe piacere leggere anche un vostro commento! Ma grazie comunque!
Al prossimo capitolo!
P.S: Se trovate errori di battitura, perdonatemi, ma ci vedo doppio. Prometto che quando starò meglio correggerò!

Con affetto, Favole.








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Capitolo 13
*** Cambiamenti ***


Burn
Cambiamenti.



Lo desiderava. Quel calore che ormai conosceva bene, era diventata un'ossessione. Non era mai stata abbracciata in quel modo da nessuno, il calore e il piacere che emanava lui, era una novità per lei. Per questa ragione ne aveva sempre bisogno. Ogni volta che lui le si avvicinava, Kagome fremeva, e quando lui era distante, lei fremeva ugualmente.
Si infilò la camicia che, qualche ora prima si era impegnata a sbottonare, smaniosa. Scese le scale velocemente, stando attenta però, a fare meno rumore possibile. Arrivata al piano terra, una voce femminile catturò la sua attenzione. Rallentò il passo.
Era Kikyou, l'aveva riconosciuta. Sentì un fitta al cuore, e rimase immobile, ad ascoltare le parole veloci uscire, taglienti, dalle labbra rosee della bella donna.
Si accorse che quella a cui stava assistendo, era una conversazione a senso unico, e si sentì rallegrata da ciò. Attese.
La porta si chiuse, e il mezzo demone rimase immobile qualche secondo.
"Corri da me... Ti prego, non aspettare" Pensò, stringendo i pugni tremanti.
Si voltò, e la guardò. Fu sicura di una cosa, Inuyasha stava sorridendo. -Puoi amarmi se vuoi- Sussurrò con un filo di voce, come fosse arreso. - Non sei soltanto un premio per me-
Lo desiderava.

Ancora di più, desiderava sentirsi dire quella frase.
Tutto stava finalmente girando. Il passato stava lasciando quella casa, quella città. Stava scivolando via dai loro cuori, come in quei due anni avevano fatto le lacrime.
-Ma... - Le parole le morirono in gola quando lui si avvicinò, e con dolcezza la prese fra le braccia.  Le morse il lobo  dell'orecchio e  si lasciò scappare una piccola risata.
-Non ricordo più cosa voglia dire avere una ragazza-Sussurrò Inuyasha, per poi spingerla contro il muro. - Anzi, ora che ci penso...- La sua voce assunse un tono malizioso. - ...un ricordo ce l'ho.
Si scambiarono un bacio veloce, leggero, sfiorandosi appena le labbra, per poi tornare a guardarsi e sorridere giocosi.
Questa volta ci avrebbero creduto entrambi. La pace potevano trovarla solo insieme.

Richiuse alle proprie spalle la porta di casa, e senza preoccuparsi di salutare i suoi genitori, corse verso camera sua, per poi barricarsi al suo interno. Il suo sguardo ricadde immediatamente sulla busta gialla, consegnatale il giorno prima da Himura Yoko, la stessa che si era rifiutata di aprire. Prese fiato, e più sicura che mai l'afferrò.
Spedita si diresse in cucina, e trovandosi davanti sua madre sentì i battiti del cuore aumentare. Allungò il braccio, e a testa bassa parlò:
-So già abbastanza su di lui. Non c'è nient'altro che mi interessa scoprire. Ho promesso a me stessa di tagliare i ponti con il passato. Ciò non significa che voglia dimenticarlo, anzi, lui vivrà sempre in ogni mio gesto, in ogni mio pensiero... Appunto per questo voglio reagire. Voglio vivere per lui.- Si fermò solo quando il fiato cominciò a mancarle, alzò il capo e vide, con sua grande sorpresa che il viso di sua madre era arrossato ed inumidito dalle lacrime.
-Kagome...- Sussurrò la donna, afferrando la busta. -Ne sei sicura?-
Lei annuì, cercando di trattenere le lacrime. Ci fu silenzio per qualche secondo, prima che, distrutta dall'imbarazzo del pianto di sua madre, lasciasse la stanza per donarsi qualche minuti di pace.
Aveva espresso tutto ciò che si era ripromessa di dire, mentre con testardaggine aveva percorso i pochi metri di corridoio che separavano la sua camera dalla cucina.
Le sembrò di aver parlato per ore, si sentì tremendamente stanca. Per la prima volta in vita sua, si rese conto di quanto sia difficile concretizzare la parole fine.
Si stese sulle lenzuola pulite, e cullata dal profumo dell'ammorbidente che sua madre, era solita usare da bambina, prese sonno.

A svegliarla, fu il rumore di un oggetto che cade, simile a quello provocato dai bicchieri quando si frantumano. Aprì le palpebre e guardandosi intorno fu colta da una particolare ed immotivata tristezza. Era buio. Sua madre doveva essere entrata in camera sua per chiudere le persiane. Sorrise all'idea di quel piccolo gesto.
-Quanto ho dormito?- Mormorò, infilando la mano sotto il cuscino alla ricerca del cellulare. Alla vista dei numeri luminosi sul display spalancò gli occhi, e svogliatamente si alzò, liberandosi dal morbido abbraccio delle lenzuola.
Erano le sedici e qualche minuto. Era tornata da casa di Inuyasha di mattina, verso le dieci, e si era stesa intorno alle undici. "Mi sembra di aver recuperato mesi di sonno. Eppure mi sento così intontita..."
Si ricordò improvvisamente che, oltre all'orario, sullo schermo del cellulare, aveva scorto anche una piccola scritta.
<< Una mail ricevuta* da: Yamamoto. >>
Non ci era abituata, per questo le gote presero colore, facendola sorridere. Si erano scambiati il numero di cellulare la notte scorsa, prima di fare l'amore. Emozionata premette il tasto centrale, e attese con ansia che caricasse.

<< Non ho più il tuo odore sulla pelle... Raggiungimi appena puoi. >>

Kagome sbuffò, e infastidita digitò la risposta.

<< Non ho nessuna intenzione di correre da te...>>

Nervosa nascose il cellulare sotto il cuscino, rifiutandosi di fissarlo come un imbecille finché non avesse avuto risposta. Era cotta di lui, ma di certo non voleva ridursi a questo. Soddisfatta si stiracchiò e accese la luce.
Sobbalzò quando un altro rumore, simile a quello che l'aveva violentemente strappata dal sonno, le arrivò alle orecchie. Questa volta però, era abbastanza sveglia per capire da cose fosse stato provocato.
"Sarà stato lanciato un piatto?" Pensò, lasciandosi scappare una piccola risatina innocente.
La sua ipotesi ebbe conferma quando sentì suo padre inveire contro qualcuno. Incuriosita si precipitò fuori da camera sua, e fissando il pavimento, per non rischiare di calpestare cocci di vetro con i piedi nudi, si diresse verso la cucina. Prima di giungere a destinazione però, fu fermata da qualcuno che, stringendola per il polso la stata obbligando a frenare la sua corsa.
-Ma che diavolo...- Strillò, voltandosi verso la persona che, continuava a trattenerla. - Mamma! Oh kami, mi hai spaventata a morte!-
Sua madre mollò la presa, e cercando di farsi perdonare, le sorrise.
-Che diavolo sta succedendo?- Le chiese sua figlia.
-Ecco cara... tuo padre ha una piccola faccenda in sospeso.- Si limitò a risponderle.
Si guardarono, sorprese dallo strano silenzio che le stava circondando. Incredule si affacciarono alla cucina, per verificare che non fosse successo nulla di grave.
Kagome spalancò gli occhi. Suo padre era immobile, tremava terrorizzato. Dinanzi a lui una donna dal bellissimo aspetto, stringeva fra le mani un piatto di ceramica bianca, e sembrava pronta a scagliarlo contro il viso attonito del pover uomo.
-Se fossi stato un bravo padre, tutto ciò non sarebbe mai accaduto! Non solo hai rovinato la mia vita e quella di altre dieci donne, non ti sei fermato ad impedirmi di vedere mio figlio... Tu... TU...- La donna rossa di rabbia lasciò cadere il fragile oggetto, che con un tonfo si frantumò, unendosi ad altri frammenti taglienti.
Con quel gesto, sembrò calmarsi. Respirò e alzò lo sguardo, e la osservò.
Kagome rimase immobile, subendo il peso di quel profondo sguardo cobalto. Ebbe un brivido, accorgendosi di quanto quei occhi fossero simili a quelli di Koga. Si morse le labbra, pentendosi subito di quel pensiero, e ricordando ciò che si era ripromessa di fare, ovvero, andare avanti. Proposito difficile da raggiungere, ora che quella donna aveva deciso di piombare a casa sua.
L'aveva capito subito, conosceva l'identità della persona furente che le stava davanti agli occhi, le era bastato uno sguardo per capirlo. Era sicura che quel momento, prima o poi sarebbe arrivato. Anche se sperava di doverlo affrontare il più tardi possibile.
-Tu gli hai permesso di uccidersi. Come hai fatto ad essere così cieco?-Riprese fiato, e sputò fuori le parole avvelenate che le stavano logorando la gola.
Nessuno parlò. Per interminabili secondi, si udirono solo i respiri di quella donna, che poco prima aveva lasciato scorrere i sentimenti che da tempo, aveva impedito straripassero.
Lei cercò lo sguardo di suo padre, ma una volta trovato, vi scorse solo vuotezza e malinconia. Non lo aveva mai visto in quelle condizioni, nemmeno il giorno del funerale di Koga. - Papà...?!- Lo chiamò, e avanzando nella sua direzione, cercò la sua attenzione sforandogli la manica della camicia.
-Va tutto be...- Smise di parlare, sapendo subito che lui non l'avrebbe ascoltata.
-Esci subito da casa mia...- Sussurrò, stringendo i polsi e tentando di mantenere la calma, invano. - SAKURA ESCI DA QUESTA CASA!-  Le ripeté, questa volta alzando la voce.
Lei obbedì.
Quando le passò di fianco, Kagome ebbe un brivido. Era sicura di aver sentito l'odore di Koga nell'aria. Ma ciò, era ovviamente impossibile.
La seguì con gli occhi, fino a quando la porta non si chiuse, impedendole di osservarla oltre. Svelta tornò a guarda suo padre, che turbato si mise a sedere su una delle sedie di legno presenti nella stanza. mentre sua madre si occupava di raccogliere i cocci dal pavimento.
Nessuno osava dire una parola, si creò in pochi attimi una situazione impossibile da sopportare, tuttavia nessuno dei tre aveva il coraggio di interromperla o di andarsene. Decise di aiutare sua madre, perchè stare immobile la faceva sentire ancora più fuori posto.
-Prima che nascessi tu, ho tradito tua madre...- Parlò, finalmente suo padre.
A quelle parole, lei e sua madre si bloccarono. -Sta zitto, non voglio che nostra figlia sappia del tuo squallore e della mia vergogna- Lo rimproverò sua madre.
Non l'aveva mai vista così amareggiata e delusa.
-La donna che hai visto poco fa, è la madre di Koga. Le ho sempre impedito di vederlo perchè non la ritenevo adatta al ruolo di madre... ma alla fine, chi non è stato in grado di crescerlo, e proteggerlo, sono stato io. Sapevo che tuo fratello era incappato in brutte compagnie, eppure non ho mosso un dito per aiutarlo. Ho lasciato che morisse...-
-ADESSO BASTA!- Urlò la donna, stremata. - Vivo in questo incubo da due anni. Quella donna non ha nessun diritto di giudicarci come genitori. Koga è morto. Si è lasciato andare, si è sprecato. Nonostante tutto il nostro affetto, ha deciso di farsi del male da solo. Noi non abbiamo nessuna colpa...- Sua madre si coprì il volto inumidito dalle lacrime con le mani, concedendosi qualche minuto. Poi si asciugò con un lembo del grembiule bianco, e ricominciò a raccogliere i frammenti di porcellana.
Kagome tornò in camera sua, meravigliata di come si stesse sentendo, per nulla turbata.



-Dev'essere molto dura ottenere un secco "no", quando ormai non sei più abituato- Miroku puntò gli occhi cobalto sulla figura snella e nervosa del suo amico, e si fece scappare una leggera risata, quasi impercettibile, ma che il mezzo demone, grazie alle finissime orecchie canine, non poté che udire.
Ringhiò con l'intento di fargli paura, ma non ci riuscì. Tuttavia il moro abbassò lo sguardo, facendogli credere il contrario.
-Non è un no... è solo che...mmh...- Si morse le labbra nervoso, tornando ad osservare nervosamente il cellulare, sperando un'altra risposta, positiva possibilmente.
-Magari ha da fare...- Continuò l'altro, ironico.
Inuyasha rassegnato all'idea di aver ricevuto un vero e proprio "no", si mise a sedere su una delle tante poltrone in pelle della sala, e sospirò profondamente. Non poteva crederci, era passato così tanto tempo ormai dal suo ultimo legame che ora, si sentiva tremendamente turbato e a disagio. Stare con una ragazza, alla sua età era una cosa normalissima, eppure, lui non riusciva a stare tranquillo.
-Mmh... sta zitto Miroku. Non sai nemmeno cosa significhi per me questa cosa- Disse, calcando la voce nel pronunciare l'ultima parola. -Prima di tutto lei è l'ultima ragazza al mondo con cui dovrei stare.  Se devo essere sincero, non riesco proprio a capire come lei possa stare con me così tranquillamente... Insomma, ho costretto il fratello a giocarsela a poker la notte della sua morte, sono una persona di merda. Come posso renderla felice?-
Miroku sorrise, questa volta in modo del tutto naturale. Gli faceva piacere vedere il suo migliore amico così, come una volta, disposto ad aprire il cuore a qualcuno, a dimenticare gli eventi passati, pur con tanta insicurezza, che in quel momento stava mostrando apertamente. Questa fu la cosa che gli piacque di più.
-Yamamoto lei ha bisogno di te. Non credi te l'abbia dimostrato abbastanza?- Gli chiese.
Inuyasha si alzò, e frastornato si versò del vino in un bicchiere. Ne bevve un sorso e tornò a sedersi, pronto a rispondere alla domanda che, pochi minuti prima gli era stata posta.
-Me l'ha dimostrato abbastanza, si. E questo cosa c'entra? La questione non è lei, sono io...- Rispose.
-La questione è che hai ancora troppa paura di essere ferito. Non nasconderti dietro falsi moralismi... Te la sei già portata a letto, a questo punto sarebbe più squallido lasciarla ora. Se lei ti ha accettato, ti ha perdonato... Il problema è stato rimosso. Ora lei ha te... tu hai lei.- Gli spiegò l'amico che, detto ciò, lo salutò con la mano e se ne andò, senza nemmeno attendere una sua risposta.
Il mezzo demone mandò indietro la testa e fissando il soffitto lasciò libero sfogo ai pensieri un tempo intricati concedendogli finalmente un po' di pace.
-Fa veramente paura lasciar cadere la maschera...- Mormorò.
Prese il cellulare, e senza alcun ripensamento digitò un'altra mail.
<< Vieni da me... Ho bisogno di te >>
Tolse la suoneria e la vibrazione, tutto ciò che voleva sentire era il campanello di casa sua. Impaziente tornò ad osservare il soffitto, lasciandosi trasportare dai pensieri. Sorrise più volte, e perse la concezione del tempo.
Gli ci volle un po', ma tutto quel bianco lo fece rilassare. Si dimenticò della sua richiesta, chiuse gli occhi e con meraviglia cominciò a comporre il suo viso. Era perfetta e luminosa nei suoi pensieri, era sorridente e più bella di quanto già fosse nella realtà.
Sorrise ancora.
Una mano calda gli sfiorò il viso. Aprì le palpebre lentamente e la vide. Affannata e con le guance rosse, stremata dalla corsa.
-Come hai fatto ad entrare?-Le chiese, perplesso.
Lei lo colpì piano sul capo. - La porta era aperta. Ho chiamato più volte, ma non rispondevi... Mi hai fatta preoccupare, pensavo ti fosse successo qualcosa di grave- Lo rimproverò, gonfiando le guance e assumendo un'aria buffa.
Inuyasha la guardo, per la prima volta veramente. Non che tutte le altre volte le avesse rivolto solo sguardi superficiale, no, ma quella volta ciò che riusciva a vedere lo colpì. Le sottili linee violacee delle vene, spiccavano sul viso pallido, delle piccole lentiggini quasi sempre coperte dal trucco, ricoprivano il naso piccolo e dritto, e gli occhi scuri, quasi sempre opachi e persi in pensieri e ricordi, in quel momento erano solo in lui... Capì che anche lei stava provando la stessa cosa, e arrossì vistosamente. Non poté guardarsi, non riuscì a vedere il rossore sulle gote, ma sapeva che era li, per quella sensazione di imbarazzo che si mischiava alla felicità, all'insicurezza e al batticuore tipico delle prime volte in cui si passa del tempo con una persona amata. Sensazione che stava chiaramente provando.
Portò le braccia sui fianchi della ragazza, e l'attirò a se, obbligandola a sedersi sopra di lui.
Con una mano premette contro la schiena, e con l'altra scostò il ciuffo di capelli che impertinente le copriva una parte del viso.
-Sbaglio o non ci siamo nemmeno salutati?- Gli sussurrò lei, con voce tremante.
Inuyasha si appoggiò a lei con la fronte. -Ciao...- Le rispose in un sospiro. Inclinò la testa d' un lato e cercò le sue labbra, impaziente di sentirle, morbide e dolci come le ricordava. Kagome non lo fece attendere, premette le labbra contro le sue, e schiudendole cercò la sua lingua.
Quando si distaccarono, lui la guardò negli occhi. - Dimmi cosa provi...-





Hi fan!
Che stanchezza, per scrivere questo capitolo ci ho messo un'eternità. Ho accumulato tanto nervosismo, e come se non bastasse non sono per nulla soddisfatta del mio lavoro.
Sto affrontando una crisi d'ispirazione molto ma molto dura. Ho dei complessi incredibili... Non mi sono mai sentita così negata a scrivere -.-".
Va beh, ho delle scuse da farvi. Sia per il ritardo scandaloso con cui sto postando, sia per lo scarso stile che ho utilizzato per questo capitolo, così poco adatto a questa ff.
Va beh, non so proprio che altro dire su questo capitolo, spero vi sia piaciuto almeno un pochino... ino ... ino. Ditemi pure come la pensate, anche se so già che mi criticherete molto, oddeus questa cosa mi spaventa, la mia autostima può finire più in basso?!
Passiamo ai ringraziamenti per i commenti, che sono tanti tanti, 10 *-* ma io vi adoro!

ryanforever: Ciao! Essi, era veramente giunto il momento di dimenticare e andare avanti... ma forse non gli renderò le cose così semplici! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^^

Luca_sto: In questo capitolo niente sesso, devo mettercele le scene romantiche, è più forte di me! XD Spero che tu sia ancora vivo dopo questo capitolo. xD

luca blight; E invece credo proprio di averti deluso con questo capitolo xC . Grazie per il continuo sostegno comunque.

morkia90: Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, un bacio!

fmi89: Ecco qui, si le cose si stanno andando meglio, ma non è detto che questo durerà! Spero ti sia piaciuto anche questo. Un bacio.

Alessia88: Uhh una nuova fan ^^ sono felice che la storia ti piaccia, spero di non vaerti delusa con questo capitolo... Non vorrei farti scappare subito xD

mikamey: Carissima sei sempre troppo buona con me, ti ringrazio tantooo tantooo *.* Spero veramente che questo capitolo ti sia piaciuto, io non ne sono per niente convinta :S. Ancora grazie.

Bellatrix_Indomita: Grazie mille, spero che anche questo capitolo ti piaccia almeno un pochino >.>

AkyWakeshima: Ed ecco qui il nuovo capitolo, spero che tu non ti sia ancora stufata di questa storia xD. Grazie mille per lo scorso commento ^-^

bea91: Wahhh ma veramente ti è piaciuto così tanto il vecchio capitolo?? Che vergogna, questo è penoso, sono sicura non ti piacerà... xC Alla prossima.


Beh, al prossimo capitolo!

Piccola nota: In giappone non si mandano messaggi, ma mail. ^^

FavoleInsicura








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Capitolo 14
*** Dichiarazioni. ***


Burn
Dichiarazioni


-Dimmi cosa provi...-
Brividi, tremori... sensazioni strane. Vertigini. Vertigini. Vertigini.
Respirare.
Annegare.
Apnea.


Silenzio.







-Kagome...?!- La chiamò, con la voce piena di rimorso per aver pronunciato quelle parole, per averle domandato qualcosa di così importante. Avendo paura di ricevere una risposta inaspettata, incapace di attendere che le labbra di lei si schiudessero, rilasciando la sentenza che lo faceva stare così, in bilico su una lama, su un territorio nuovo. O meglio, ormai dimenticato da troppo.
E per quanto in quei secondi lenti quanto brevi, non riuscisse a trovare un solo, valido motivo per cui aveva osato chiedere tanto, in lui non c'era una minima traccia di infelicità. Sapeva che ciò che stava facendo era ciò di cui aveva bisogno. E finalmente capì, nell'esatto attimo in cui lei aveva alzato lo sguardo per cercare i suoi occhi ambrati, mentre la risposta veniva formulata, e insicura tentava di sfuggire dal corpo caldo, dalla mente assopita. In quei maledetti tre secondi, in un tempo perfetto, comprese che la ricerca della felicità era un valido motivo
Una cura al suo più grande male. 
E così non la lasciò fiatare, le sfiorò le labbra con le dita e si avvicinò al suo orecchio, pretendendo che ciò che stava per dire arrivasse forte e sconvolgente almeno la metà di come lo sentiva lui dentro, e non al cuore, ma dentro la mente, forte e fastidioso, come una voce incapace di tacere. E in gola, graffiava e bruciava.
Un sentimento ingarbugliato e incomprensibile, pieno di domande e in nessun modo leggero e piacevole come in passato gli era capitato di provare. Era diverso.
Ferito, come un soldato al ritorno in patria, ma non stanco. E bruciava.
Continuava a bruciare. Sulla pelle, sulle mani. Si, le mani bruciavano.
Inuyasha non faceva altro che bruciare in quella stanza, stringendo quella ragazza che aveva messo alle strette che un'infinità di volte aveva ferito. L'aveva resa bambola in un gioco crudele, aveva riso di lei, l'aveva guardata e desiderata.
L'aveva avuta.
E ora, stava bruciando, vittima della sua stessa domanda.
-O forse, sono io a doverti dire ciò che provo...-
Kagome rimase immobile, temendo che anche il più piccolo movimento potesse distruggere quel momento. Non riusciva a capire ciò che le stava galleggiando intorno, le sembrò di essere stata catapultata improvvisamente in una diversa situazione, con una persona diversa. Eppure il profumo, la voce e i respiri caldi che le 'carezzavano il collo erano familiari. Appartenevano indubbiamente a lui.
E anche quel suo modo di travolgerla così tanto, facendole perdere letteralmente il controllo. Era da Inuyasha.
La dolcezza che sembrava aver avvolto quelle parole però, la lasciò basita. Era una novità... per lei, per loro.
-No...- Rispose secca, lasciando che il timore di perdere il momento scivolasse via. -Sono io a doverlo dire. Io a doverti curare, io a farti dimenticare... Io a convincerti che non ti tradirò e che non ti ferirò. Ho l'iniziale del tuo nome sulla mia mano, cicatrizzata sotto la mia pelle. Non ho emesso un gemito quando la lama del coltello è affondata nella mia carne, ho sopportato il bruciore con la consapevolezza che questa lettera doveva esserci sul mio corpo. Ma non ho permesso che i miei sentimenti avessero voce- Si interruppe, cercando le mani di Inuyasha per accarezzarle.-E questo è stato un errore-
Prese il viso del mezzo demone fra le mani, e lo costrinse a guardarla negli occhi. Si guardarono talmente a lungo da riuscire ad arrivare nel punto più profondo delle loro anime. Tremarono.
Kagome respirò a fondo. -Ti amo, eInuyasha-
Caduta libera.
-...Ti amo anche io-
Ossigeno.



-Ti hanno sbattuta fuori di casa?!- La voce di Ayame echeggio nella piccola sala gremita di persone del locale che, dopo ore di ricerca, avevano deciso di occupare per la cena.
C'era già stata lei, in quel lussuoso ristorante. Insieme a Koga, ad uno dei loro mesiversari. E dopo quella volta, per quanto ci avesse provato svariate sere, non era più riuscita a metterci piede, fino a quella notte, insieme a Sakura.
Era rimasta basita da comportamento che il padre del suo ex ragazzo aveva avuto con lei, una povera madre a cui è stato negato il diritto di vedere suo figlio che, dopo anni di sofferenza per quella lontananza forzata, aveva perduto prematuramente.
-Si, l'hanno fatto. E quella piccola mocciosa è restata immobile, a fissarmi sino a quando non ho raggiunto la porta di casa. Non ha aperto bocca, la sciocca!- Disse, inacidita.
La rossa aveva deciso di invitarla a cena per un motivo bene preciso; raccontarle gli ultimi istanti di suoi figlio, mostrarle delle foto e descriverlo nei suoi cambiamenti, sia fisici che caratteriali. Darle finalmente qualcosa di Koga, una piccola parte di ciò che le era stato negato. Ma con sua sorpresa, la faccenda le sembrò stesse per capovolgersi. In un attimo, capì che a parlare, a raccontare, sarebbe stata Sakura, e ciò non la infastidì per nulla, anzi, si sentì entusiasta di sapere, finalmente, qualcosa sull'infanzia del suo defunto amore.
-Sembri piuttosto ostile verso quella ragazza... E' per caso una delle cause per cui ti è stato vietato di vedere Koga?- Chiese, sempre più curiosa di sapere.
La bellissima donna non rispose subito, in principio si sentì imbarazzata per non essere stata in grado di nascondere i suoi sentimenti negativi verso Kagome, mettendosi così sul piano di dover raccontare un fatto personale.
Sorseggiò del sakè e sospirò. Si mise a giocare nervosamente con le mani, cercando di scemare l'agitazione nel dover affrontare un discorso delicato.
-Sarei infantile se ora attribuissi tutta la colpa a quella ragazzina- Si giustificò, così da non ritrovarsi etichettata come "strega cattiva". -Conobbi Higurashi ad una festa in maschera. A quei tempi frequentava un'altra donna, ovvero la sua attuale moglie, ma fra di loro non vi era una vera storia... Era un'amicizia particolare, insomma...- Continuò, per poi fermarsi per mandare giù dell'altro sakè.
Ayame notò che le mani della donna tremavano. Si rese conto che parlarne doveva essere davvero difficoltoso per lei, e si sentì in colpa per averla messa alle strette con quella domanda. Ma ormai, era troppo tardi, e non aveva la minima intenzione di interromperla.
-Dopo la festa decidemmo di vederci, e fra di noi scattò la scintilla. Lui smise di vedere l'altra e si mise con me. Vivemmo una bellissima storia, finché non sono rimasta incinta di Koga. Da quel momento sono cominciati i problemi... Fra di noi si spezzò qualcosa, ci allontanammo sempre di più, fino a non sopportare la presenza l'uno dell'altra. Così decidemmo di lasciarci per un po' di tempo, di riflettere un po'... In quelle poche settimane, lui rincontrò la sua ex e ci fece l'amore. Bastò una notte a rovinare la nostra famiglia del tutto. Rimase incinta, quella li.-
La rossa sentì una fitta al cuore, e si poggiò una mano sul petto. Improvvisamente si sentì vicinissima a Sakura, capendo il suo dolore. Anche lei aveva provato quell'angoscia, essere tradita e abbandonata dalla persona che ami, che dovrebbe proteggerti e difenderti.
Erano entrambe state ferite e buttate via come una scarpa vecchia.
-Poi... Poi che è successo?-Le chiese, stringendo i pugni e temendo ogni possibile risposta-
-Koga a quei tempi aveva appena un anno. Lui mi lasciò per farsi una nuova famiglia, ed io mi sentì persa. Una sera, dopo una dura giornata di lavoro passai a prendere mio figlio dalla baby sitter e tornai a casa. Ero stanca e depressa, e il bambino non voleva smetterla di piangere, così presa dalla disperazione afferrai un coltello, appoggiai la fredda lama sul polso e spinsi con tutte le forze. Così fece anche dall'altra parte. E attesi... Quando mi risvegliai ero in ospedale. Mi sono salvata per miracolo, grazie alla mia parte demoniaca-
Ayame rabbrividì. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi davanti alla testimonianza di un tentato suicidio.
-... A causa di questo mio errore, mi è stata negata la custodia di mio figlio. L'affidamento è stato concesso al padre, che ha deciso di tagliarmi completamente fuori dalla vita di mio figlio-
Sakura sospirò, cercando di trattenere le lacrime. Era sempre stata forte. Durante i diciassette anni di lontananza da suo figlio non si buttò giù nemmeno per un secondo, continuò a condurre una vita tranquilla, lavorando e impegnandosi il doppio in ogni piccola mansione.
Così da avere tutte le carte in regola per pretendere, in un futuro ormai svanito, nuovamente l'affidamento di Koga, o almeno, il diritto di poterlo vedere.
-Mi dispiace così tanto... Per tutto... Per tutte quelle volte in cui Koga mi ha parlato di te, di come ti immaginava...- Bisbigliò la rossa.
-Avrei potuto salvarlo da quel mondo, io?-
Ayame sollevò lo sguardo, posò la mano su quella tremante della donna, e con dolcezza rispose:
-Pochi giorni prima di morire, dopo essere stato male, si è poggiato sulle mie gambe, ha chiuso gli occhi e ha pronunciato questa frase: Se mia madre mi vedesse in questo momento, si vergognerebbe di me. Per questo, quasi metà del mio tempo lo passo vergognandomi di me stesso.-
Passarono tutto il resto della cena in silenzio. Una volta uscite, si accesero una sigaretta, e senza dire nulla, piansero.







Waaah... Ed ecco qui il nuovo capitolo. Lo so, potrei benissimo scrivere di più e farli più lunghi, ma che ci volete fare, sono un caso perso XD
Che dire, sono molto fiera della prima parte. Lo sono davvero tanto, anche se so di aver un bel po' sconvolto Inuyasha, ma state tranquilli, tutto sarà spiegato nei prossimi capitoli. Ebbene si, ci stiamo avvicinando alla fine! Lo so che non vedete l'ora di togliermi dalle scatole, ammettetelo!!!
Beh... ora passo ai ringraziamenti per le splendide recensioni ^^
Ah, mi stavo dimenticando! Non mangiatemi per quello che è successo alla madre di Koga, lo so che sono tragica! ^^"


ryanforever: Sono felicissima che il capitolo non ti sia sembrato scritto male... E dire che io lo vedevo veramente orribile! Mi ha fatto ancora più piacere che ti sia sembrato insicuro, perchè vuol dire che i sentimenti dei due sono stati trasmessi bene. Grazie mille insomma!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione.

Bellatrix_Indomita: Grazie mille! Ecco qui il capitolo, spero ti sia piaciuto! Kiss ^^

luca blight: Ti ringrazio per tutto il sostegno che mi dai, soprattutto per lo scorso capitolo. Se non fosse per te, metà delle cose che scrivo finirebbero cestinate. Ma questo comunque tu lo sai, vero?. Grazie mille Pic. Un abbraccio forte.

morkia90: Felice che ti sia sembrato interessante XD Per l'altra FF ho avuto dei problemi, per cui non so proprio quando aggiornerò :S Scusa. Un bacio.

AkyWakeshima: Scusa se ti ho fatta attendere così tanto la scorsa volta >.< Sono felice che la storia ti abbia preso così tanto da farti avere l'ansia per tutta la lettura xD Che dire, spero che questo capitolo non ti abbia delusa >.< Un bacio ^.^

candy sweet: Ma ciao! Sono felice che il cappi ti sia sembrato accettabile XP Grazie, davvero! Continua a seguirmi e a darmi il tuo parere. ^^

PazzaXinu: Uhhhh grazie mille ^\\\^. Ecco qui il continuo, piaciuto?

bea91: Grazie mille. Anche io penso che mi sia venuto un po' maluccio sulla questione sentimenti... In questo capitolo invece, credo di aver dato di più. Dimmi tu xP Grazie mille per il commento, un bacio :D

Luca_sto: Grazie Stooooooo... Il tuo sopporto è importante parecchio, alla fine sei un Dio U.U. Spero di non esserti caduta in basso con questo capitolo XD Grazie mille mille mille!

fmi89: Si, alla fine tutto si risolverà... forse... Non dico niente! XD Grazie mille per il commento, kiss =)

lord knight: Grazie mille, sia per i complimenti sia per aver commentato. Spero che troverai presto il tempo di leggerla tutta, e spero che andando avanti questa ff non ti deluda. Aspetto altri tuoi commenti per sapere cosa ne pensi!

Vorrei ringraziare le nuove persone che hanno aggiunto la ff alle preferite e alle seguite. Davvero, grazie infinite!



Favole.


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Capitolo 15
*** La prima notte di Luna Nuova [ Prima Parte ] ***


.Burn.
La prima notte di Luna Nuova. [ Parte Prima ]





Premette le dita affusolate contro il tessuto sottile del lenzuolo, le spinse contro il palmo della mano, intrappolando la seta in un pugno rabbioso. Le labbra rosse si bagnarono appena con una goccia di sudore. Il respiro irregolare spezzò il silenzio della notte, seguito dai gemiti soffocati. Si rivoltò più volte prima di spalancare gli occhi, terrorizzati.
D'istinto, si aggrappo alla spalliera del letto, trattenendo a stento le urla. Si guardò intorno e desiderò spasmodicamente che il buio che la circondava venisse risucchiato d'un tratto, donando la luce, la calma.
Inspirò profondamente e cercò di calmarsi. Le vertigini cominciarono a scemare una volta che la ragione raggiunse la sua mente, rassicurandola che ciò che aveva vissuto si trattava soltanto di un sogno. Allora lasciò andare la presa, e posò i piedi per terra. Il contatto con il pavimento le diede un senso di sollievo. Aveva smesso di precipitare.
Si affrettò a premere l'interruttore della luce. Quando la sua stanza fu illuminata, le sembrò più piccola e soffocante di prima.
Non aveva mai badato molto all'importanza degli oggetti, e dei ricordi che spesso rinchiudevano. Non aveva mai considerato l'idea di tenere una scatola dei ricordi. Non collezionava scontrini di uscite importanti, ne indossava gioielli particolarmente significativi.
Strizzò gli occhi e si passò una mano sulla fronte, chiedendosi il perchè di quel pensiero, balenato nella sua mente proprio in quel momento.
Aveva sognato Koga, e questo non accadeva da molto, molto tempo. Ma a farla tremare a quel modo, a farla agitare così tanto, era stato un particolare di quel sogno. Una figura sfocata, femminile.
Danzava leggiadra sul terreno umido del cimitero, noncurante del rumore assordante di ogni suo passo, in quel silenzio assoluto.
Kagome premette le mani contro la fronte, cercando di ricordarla. Di dipingere il viso di quella danzatrice sulla tela dei ricordi, ma l'unico colore che vide fu un rosso acceso. Accompagnato da un suono familiare. Metallico. Un insieme di collone che sbattono fra loro.
-Ayame...- Sussurrò. Sussultò.



-Sembri strano oggi, che hai?- La voce preoccupata di Kagome colpì il ragazzo, che scosse la testa, un po' frastornato. Era strano vederla preoccupata per lui, con lo sguardo profondo rivolto al suo viso eccessivamente pallido e visibilmente stanco.
Le sorrise, non aveva nessuna intenzione di mostrarsi debole davanti a lei, soprattutto in quel momento.
-Sto bene. Sono andato a letto tardi per colpa di una lettura troppo coinvolgente-Ridacchiò. La vide rilassarsi subito, e si sentì bene. Non aveva ancora fatto l'abitudine a vederla serena e sorridente. Così dolce da togliere il fiato.
Kagome con lui era stata mille donne diverse. Era capace di sorprenderlo ad ogni gesto.
-Anche io ho riposato male... Ho sognato Koga e...-Si interruppe.  
-E...?-La invitò a continuare.
Le scosse la testa. -Credo di aver sognato Ayame. Quando mi sono svegliata, mi sono ricordata di una cosa...mmh- Mugolò-Anche se, non sono nemmeno convinta di ciò che mi è tornato alla mente. Inuyasha, tu la conosci bene Ayame?-Chiese, speranzosa.
Gli occhi ambrati del mezzo demone, scivolarono verso la pavimentazione mal messa della terrazza della scuola. Quella domanda sarebbe arrivata prima o poi, era ovvio. Eppure lui non ci aveva mai pensato, non aveva mai considerato la possibilità di dover affrontare quell'argomento. Ingenuamente aveva sempre creduto che ciò che aveva fatto con la rossa, non sarebbe mai tornato a galla.  
Quando il silenzio fu abbastanza lungo da essere imbarazzante, Kagome gli sfiorò il braccio, in attesa di una risposta.
-Ci siamo sempre accontentati di un'amicizia superficiale...- Mentì spudoratamente, così bene da riuscire quasi ad auto-convincersi che fosse vero, e che le notti silenziose passata a fare sesso non fossero mai esistite.-Piuttosto, raccontami che hai sognato, e dimmi del ricordo- Le domandò, sperando che il senso di nausea provocato da quella pesante menzogna, sparisse velocemente.
Lei chiuse il bento e lo infilò nella borsa scura, per poi richiuderla.
-Ho sognato una ragazza che danzava davanti alla tomba di mio fratello. Non aveva un viso. Gli unici particolari erano i capelli rossi e il suono dei suoi movimenti. Per quanto riguarda il ricordo...mmh... beh, un giorno un'amica di mio fratello venne a casa nostra. Non restò molto, ma la trovai una persona molto particolare. L'ascoltai parlare con Koga di musica, e sembrava saperne più di lui. In più parlava in modo ammaliante, mi sembrò molto colta. Penso che questo sia stato uno dei tanti motivi per cui, alla fine, abbia deciso di starci insieme.-Disse, accennando un sorriso strano. Non del tutto allegro.
-Ma, la cosa che catturò maggiormente la mia attenzione, fu la quantità spropositata di ciondoli che portava al collo. Pensa che ad ogni passo si sentiva il rumore delle collana che sbattono fra di loro. La trovai una cosa assurda, soprattutto perchè mi disse che erano tutti ricordi. Insomma, mi è rimasta impressa... Però non ho mai pensato che potesse essere Ayame... Invece in quel sogno... Non so spiegarmi bene. Ho avuto una specie di sensazione...- Concluse, stringendosi nelle spalle.
-E' indubbiamente lei... Non è stata solo una sensazione.-Sospirò Inuyasha.-Hai intenzione di cercarla?-Domandò, teso.
-Mmh. Ci ho già provato, ma non ho ottenuto buoni risultati, anzi, sembra scomparsa dalla circolazione-
 Ayame era brava a sparire, l'aveva constatato in passato. Dopo ogni volta, non si faceva viva per giorni...
Inuyasha sospirò, sollevato, parlare di lei lo aveva messo in agitazione. Si voltò a guardare Kagome, intenta a ricordare altri particolari del primo, ed unico incontro con la rossa.
-Kagome...- Le sospirò all'orecchio, facendola sobbalzare. Lei si voltò e sorrise.
Le passò una mano fra i capelli, tirandoli indietro.-Dovresti cambiare acconciatura ogni tanto. Hai un bel viso, è un peccato coprirlo sempre con la frangia- Le si avvicinò e le baciò la fronte.
Fece scivolare la mano sulle guance, lasciando che i capelli ricadessero ribelli sul viso, poi la fece scivolare sempre più giù, lentamente, sino ad arrivare al collo. Lo 'carezzò dolcemente, godendo del tepore della sua pelle. Estasiato dalla bellezza dei suoi occhi, desiderò intensamente assaporare le sue labbra, stringerla e non lasciarla andare, se non per sempre, per ore. Intrappolarla fra le sue braccia, ed illudersi che il tempo, per qualche rare eccezione, può rallentare il suo corso.
-Perchè mi guardi così?-Gli sussurrò lei, chinando il viso, imbarazzata.-Mi fai arrossire...-
La vide nascondere il viso, arrossato, con le mani, e accennare un sorriso.
-Hai una bellezza particolare... Non ho mai prestato attenzione a ragazze come te-Le rispose.
-Mmh... Cosa intendi, che non sono all'altezza?-Non sembrò offesa, ma chinò la testa, preoccupata di sentire la risposta... Forse un po' delusa.
-No, che idea!- Ridacchiò. Premette la mano sotto il mento, obbligandola  ad alzare la testa e a guardarlo negli occhi.-E' solo che sei... non so, diversa. Genuina. Prendi Kikyou per esempio, lei è così seria ed elegante. Mantiene continuamente la calma, non si scompone mai. Non arrossisce mai...-
Kagome lo guardò, non del tutto sicura di aver capito.
-Questo perchè è sicura di se. Non mi sembra un difetto!-Esclamò, sbalordita. Oltre tutto, lei è bellissima...-Precisò.
-Certo, lo è. Ed è anche molto sexy. Tanto che la prima volta che l'ho vista, non riuscivo a distaccare gli occhi dal suo corpo. Però... lei non è mai stata capace di coinvolgermi così, in un turbine pazzo di emozioni. Non è riuscita a farlo neppure quando il mio cuore era completamente pure, quando ero ingenuo.-
-...Quindi io, ti avrei travolto?-Chiese impaziente di conoscere la risposta, torturandosi le mani.
-Si... Quello che provo per te, è tutt'altro che un sentimento tranquillo.E dire che ciò che mi hai fatto provare, era ciò che, inizialmente volevo provassi tu. Per divertirmi, per ferirmi. Ero sicuro che sarei rimasto illeso.-Confessò, sentendo una stretta allo stomaco. Come poteva farle quelle confessioni, dopo averle mentito spudoratamente, poco prima?
Gli tornò in mente Ayame. I suoi sospiri e le sue unghie premute contro la sua schiena. Il modo in cui si univano, rimanendo completamente distanti. Desiderò cancellare quegli incontri, dimenticare tutto quanto. Voleva essere nuovo per Kagome, puro. Il passato però non si cancella.
Ma non poteva dirle la verità... Non poteva perderla.
-Quando mi hai tagliata con il pezzo di vetro, ho pregato in silenzio per far si che l'espressione vitrea sul tuo viso, potesse scomparire.-Gli sussurrò.
-Io pregavo di poterti avere...-Rispose a voce bassa, poggiando la sua fronte a quella di lei.
-Egoista...-Lo rimproverò-Pensavi soltanto al tuo piacere.-
-Ti sbagli-Si difese.-Stavo affondando, e non volevo.-
-Pensavo non ti importasse nulla di me.-
-L'ho sperato finché non sono venuto a letto con te, di non provare nulla...-
Si guardarono per qualche secondo, senza dire nulla. Lei afferrò un ciuffo di capelli argentati, e ci giocò.
-Ci hai pensato molto prima di esserne certo?-Chiese velocemente, tutto d'un fiato.
-Fino a morirne.-Rispose, sincero.
-Mi mentivi...-
-Ti ho mentito tante altre volte...-
Kagome sussultò. -Non è molto carino da dire.- Abbassò lo sguardo, si mordicchiò le labbra e prese a giocherellare con il fiocco rosso della divisa. Se avesse saputo che Inuyasha nutriva un sentimento nei suoi confronti, non avrebbe passato ore intere a rimuginarci su. Si sentì terribilmente stupida, come la protagonista dei manga che leggeva, dove i ragazzi lanciano innumerevoli segnali, che non vengono mai colti, per far capire i propri sentimenti.  Guardò gli occhi ambrati del mezzo demone e sospirò. Se fosse stato un manga però, prima o poi sarebbe giunto il lieto fine, e qualcosa dentro di lei continuava ad agitarsi, ad urlare che la sofferenza non era ancora finita. Inoltre Inuyasha, fino a qualche settimana prima, era totalmente impenetrabile. Ben nascosto dietro alla sua maschera. Non c'era stato nessun segnale nella sua storia personale. Non era ingenua, e fortunatamente viveva nella vita reale.
-No, non lo è. Ma vorrei smettere di mentirti...- Disse. -Vorrei...- Ripeté, a voce molto bassa.
Kagome gli sorrise. -Non è poi così difficile mentire!- Scoppiò a ridere.
Lui le afferrò il polso e la tirò a se. Percorse con le mani la schiena calda e, affondò il viso fra i capelli corvini.-Vuoi sapere una cosa buffa?- Chiese, senza muoversi.
-S-si...-
-Amo il fatto che non utilizzi quei profumi vanigliati, quelli che vanno tanto di moda.-L'annusò, facendola arrossire per il disagio. La strinse più forte. -Sei diversa anche nelle cose più sciocche...-
Lei posò la mano sui capelli arruffati, e li accarezzò delicatamente. Poi si avvicinò con il viso, e baciò quello stesso punto. Si morse le labbra e scosse la testa, in segno di diniego. Dischiuse le labbra, pronta a contraddirlo, ma la voce le sparì, quando il palmo caldo di lui la sfiorò appena, scostando i capelli dietro l'orecchio. Quel piccolo gesto, l'aveva fatta tremare.
-Non dire nulla...-Le disse. -Per favore, voglio solo guardarti.- Sussurrò.
Non servirono altre parole.   

***

Gli occhi cobalto di Miroku lo scrutarono attentamente, e a lungo, alla ricerca di qualcosa, come se il suo corpo fosse trasparente. Sbuffò, e cercando di ignorare quello sguardo insistente, si sfilò le scarpe, per poi riporle nell'armadietto. -Se c'è una cosa che detesto, è essere osservato a quel modo quando mi cambio le scarpe.- Ringhiò.
Miroku rise. -E' una cosa ridicola quanto stupida. Abbastanza maniacale, insomma.-Lo prese in giro.
-Allora...- Calcò - Diciamo che odio essere osservato. E tu lo stai facendo, cambio di scarpe a parte- Tirò indietro le orecchie canine, innervosito.
Inuyasha era sempre stato un libro aperto per Miroku. E questo, era sicuramente uno dei motivi per cui la loro amicizia, non era stata rovinata dal cambiamento del mezzo demone. Qualsiasi maschera avesse indossato, ai suoi occhi sarebbe stata invisibile.
-E' successo qualcosa che non so?-Gli chiese, dandogli piccoli colpi con il gomito. -Mi sembri più calmo del solito.-
-Mmh...-Finse di non capire. -Forse ti sembro più calmo perché, ci stiamo avvicinando a quel periodo del mese.-
-Detto così, sembra che tu debba avere le mestruazione.-Esclamò, trattenendo a stento le risate.-Beh, almeno non sei incinto.-Rise, non riuscendo più a trattenersi.
-E' da idioti ridere delle proprie battute. Poi non faceva nemmeno ridere...-Incrociò le braccia, assumendo un'aria offesa.-E' una cosa seria, "questo periodo"!- Aggiunse.
-Si si, va bene...-Miroku sbuffò, scuotendo le mani, facendogli notare di essere noioso. -Adesso però dimmi cosa è successo. Oltre a sembrare più tranquillo, sospiri spesso come un deficiente!-
A quell'affermazione Inuyasha roteò gli occhi e si incamminò verso la classe, cercando invano di lasciarlo indietro e cambiare discorso. Ovviamente l'altro, con testardaggine, lo seguì, obbligandolo alla resa.
-Che vuoi sapere? Cosa dovrebbe essermi successo, sentiamo!-Alzò gli occhi al cielo.
-Beh, mi sembra ovvio. Riguardo Higurashi-san-Sorrise sornione, attendendo una risposta. Sapendo benissimo che non sarebbe arrivata subito, ma lui era sempre stato un maestro in queste cose. Prima o poi sarebbe riuscito a farlo parlare.
-Non c'è niente da dire. Stiamo insieme, non te lo avevo già detto?-Gli rispose, credendo di non dover aggiungere altro.
-Insomma, sai che non è vero. Che ti cosa dirmelo?- Insistette. Sapeva, sapeva che mancava poco. Che doveva fare pressione ancora per poco e lo avrebbe fatto parlare. Lo capì dalle espressioni, dal modo in cui gesticolava.
Yamamoto era davvero facile da leggere.
-Forse è successo qualcosa...- Si arrese. -Ma non vedo il motivo di dirtelo.-
-Va beh... senti, non voglio saperlo!-Esclamò, più finto che mai. Ora, era solo questione di tempo. Non sarebbero servite più domande, Inuyasha avrebbe parlato, se non in quel momento, qualche ora dopo, o addirittura nel giro di minuti. Lo conosceva bene.
Sapeva come prenderlo, ormai si "occupava" di lui da anni.
-Cambiamo discorso allora. A fine settimana c'è una festa. Verrai, vero?-Chiese speranzoso.
-No, non se ne parla!-Rispose, infrangendo ogni speranza dell'amico.
-Non puoi mancare Yamamoto... E' una delle feste che organizza tuo fratello, tu le adori, non te ne sei mai perso una!-Miroku lo guardò con la sua classica espressione a cui veniva difficile dire di no, la stessa per cui spesso, si faceva cacciare nei guai. Questa volta però, nessuno sguardo languido sarebbe riuscito a convincerlo. Non poteva cedere, in quel periodo.
-Sai che non posso. Inoltre, sono stati invitati tutti quelli della compagnia, no?- Domandò.
-Certo che si!- Esclamò Miroku, allegro. -Ma questa dovrebbe esser una cosa positiva. Dal tuo tono invece, sembra tutt'altro.-
-No, non è positiva. E' un motivo in più per non venire...- Borbottò.
-Non mi hai sempre detto che ti manca stare tutti insieme?-Gli domandò sorpreso.
-Certo che mi manca.Non è per questo...-Provò a giustificarsi, facendo spallucce.-Insomma, non è il giorno adatto.Ci sarà anche Ayame poi, giusto?-Chiese, sembrando quasi irritato dal dover pronunciare quel nome.
-Si, mi sembra ovvio...-
Il mezzo demone sospirò, abbattuto. Se almeno lei non ci fosse stata, avrebbe potuto trovare un modo per andarci comunque.-Cazzo!- Inveì.
-Ayame è una delle tue più care amiche... che succede?!-Miroku lo guardò sempre più incredulo.
-Kagome non sa di me e Ayame- Confessò. -Se vengo a quella festa, voglio poterci venire con lei... E questo già non è possibile, per colpa di "Quel periodo", inoltre c'è anche la rossa... Finirebbero per parlarsi, e questa cosa mi spaventa. Non voglio che lo scopra così...-
-Capisco...-Rispose Miroku, grattandosi il mente e aggrottando le sopracciglia. -Però, se non ricordo male, Ayame sta già cercando di contattarla. Per cui si parleranno comunque-
Inuyasha impallidì, e sentendosi mancare si mise a sedere per terra, noncurante del via vai di gente che, improvvisamente prese a fissarlo.
-Che diamine stai facendo, Yamamoto?!-
 Sentì la voce del suo amico lontana, e voltò il capo dalla sua parte, per scontrarsi con gli occhi blu, interrogativi. Aveva paura, si guardò intorno nervosamente, alla ricerca di un volto che sperava di non trovare. Lei non doveva vedere. Lei... Non avrebbe capito. Se ne sarebbe andata, lo avrebbe ripudiato.
-Portami via Miroku...-Sussurrò con un filo di voce, che venne coperto dall'insopportabile strillo della campanella, che annunciò l'inizio delle lezioni. Il corridoio si svuotò, lasciandoli soli. Finalmente il silenzio li avvolse.
Inuyasha sospirò, sollevato. Tutti quegli sguardi puntati su di lui, non gli erano piaciuti per nulla. E il rumore infernale dei passi, e delle voci, di certo non erano d'aiuto, in quella situazione. Alzò il capo, ancora confuso, e si ritrovò il braccio teso di Miroku. Gli afferrò la mano, e si sollevò. Si trascinarono fino al parcheggio, entrarono in auto e ripartirono. Si sentì finalmente tranquillo, lontano dal pericolo, dalla sua unica debolezza.
Miroku rimase in silenzio per la maggior parte del tragitto, probabilmente aveva capito ciò che stava succedendo. Non era la prima volta che succedeva. Non era la prima volta che succedeva in sua presenza.
-Potevi restare a casa...-Ruppe il silenzio.-Sai che ti succede in questo periodo.- Lo rimproverò.
Inuyasha si abbandonò al comodo sedile della macchina sportiva, cercando di ignorare quelle premure, per sentirsi meno in torto. Certo, una parte di lui, sapeva che sarebbe successo, ma l'altra, quella più forte, quella che solitamente dirigeva il gioco, l'aveva spronato a non abbattersi, a durare il più possibile. Ma lo sforzo era stato vano.
-Non potevo, dovevo vederla...- Confessò, pentendosi subito dopo. L'umano aveva preso il sopravvento.
-Mmh... - Lo prese in giro.-Quando hai detto che è, il novilunio?-
-Questo sabato...-Ringhiò.-
La macchina inchiodò davanti alla lussuosa villa, ma nessuno dei due aprì gli sportelli per scendere. Rimasero ancora in silenzio, come due studenti delle medie alle prese con i primi discorsi sul sesso. Imbarazzati.(?)
Era un argomento che Inuyasha non amava affrontare. Per lui era sempre stata una vergogna essere un mezzo demone. Avere delle debolezze lo faceva sentire a disagio con se stesso, soprattutto in quel periodo del mese, quando la Luna, vigliacca, nascondeva alla Terra anche la più chiara delle sue due facce. Il novilunio mutava il suo corpo... e a volte, ci avrebbe giurato, anche il suo animo, rendendolo più umano.
-Kagome non lo sa... E non voglio andare a nessuna festa senza di lei-Arrossì nel pronunciare quelle parole, ma lo nascose all'amico.
-Allora non è solo per Ayame!...Non sei più tu. Pronto Yamamoto, stai ascoltando le tue parole?!-Miroku lo afferrò per la manica della divisa, e lo obbligò a voltarsi. Quando incrociò le iridi umane di Inuyasha, rabbrividì.
Avevano già mutato colore, diventando color petrolio. I capelli però, erano rimasti immutati.
-Non è troppo presto per questo?-Lo invitò a guardarsi attraverso lo specchietto retrovisore.
Inuyasha non esitò, si sporse dal finestrino e si osservò. -Merda!- Urlò, sbattendo il pugno contro il cruscotto.-Merda!-Ripeté, a voce più bassa, ardendo di rabbia.
-E' normale questa cosa?- Si informò l'altro.
-No, non lo è per niente... La trasformazione fisica dovrebbe avvenire solo per una notte. Cazzo, cazzo!-Sprofondò sul sedile in pelle, coprendosi il volto con le mani. Mancavano quattro giorni al novilunio. E quattro giorni sono tanti, troppi per restarle lontano.
Sospirò, e maledì la propria natura di mezzo demone. Provò a pensare ad una qualsiasi soluzione, ma nessuna sembrava bastare.
Gli occhi non si possono nascondere...
-In realtà qualcosa è successo. Le ho detto che la amo... Ed ora sono qui, a preoccuparmi che lei venga a conoscenza della mia vera natura...-
Miroku non si stupì della rivelazione. Era sicuro che l'avrebbe detto, anche se in quel momento aveva smesso di pensarci. Sorrise, ma non parò. Inuyasha non aspettò nessuna risposta, ma si voltò a guardare casa sua; in quel momento aveva soltanto voglia di stare solo, e berci sopra. Fece cenno a Miroku di non preoccuparsi, e scese della macchina, che ripartì  qualche secondo dopo.
Quando la porta di casa si richiuse alle sue spalle, i brutti pensieri scivolarono via. Si sentiva al sicuro.
Si lasciò cadere sul letto e socchiuse gli occhi. Un leggero odore fresco ed aspro gli stuzzicò le narici. Sorrise. L'odore di Kagome era molto particolare, per nulla adatto al suo aspetto, apparentemente dolce e buono. Era un profumo frizzante, pungente. Maledettamente attraente.
Sorrise ancora, ma questa volta amaramente.
-Se lei sapesse, penserebbe a me come ad un mostro...- Disse in un sospiro. Socchiuse gli occhi e si raggomitolò in posizione fetale. Con il cuore stranamente pesante si addormentò.
Era curioso come una sola sensazione sgradevole, in un periodo di felicità quasi estrema, potesse farsi sentire così forte, urlando a gran voce, stonando. Volendo rovinare tutto, insistendo su eventi del passato, su situazioni impossibili da controllare.
Aveva affrontato innumerevoli noviluni dalla sua nascita, eppure aveva paura. Perchè stare con qualcuno significa anche mostrarsi completamente, il che non è mai semplice. Mai...

***

Si mordicchiò le labbra e, per l'ennesima volta controllò il cellulare, con il cuore in gola e le punte delle dita gelide per il nervoso. Un senso di vuoto le riempì il petto, quando con dispiacere verificò che nessuna mail le era stata inviata. Prese in considerazione l'idea di chiamarlo, ma dentro di se qualcosa le impedì di farlo. Orgoglio?
Si fece il bagno, cenò e ripassò matematica, e ancora niente. Nessuna notizia da lui.
Quando si addormentò, con il cellulare stretto nella mano destra, un lacrima le rigò il viso.
Il giorno dopo Inuyasha non c'era, ma Miroku le si avvicinò, facendo scatenare dentro di se, due forti sentimenti contrastanti. Sollievo e rabbia.
-Ha soltanto un po' di febbre... Ma credo che tu ne sia già al corrente- Le disse.
Kagome non fiatò, si limitò ad annuire, sorridendo in modo forzato. Non poteva ammettere di non saperne niente, non voleva dirlo ad alta voce.
Orgoglio?
La giornata scolastica passò più lentamente del solito, risultando quasi insopportabile. Non si era mai accorta di quanto potesse essere pesante il suo professore di storia. All'uscita sperò con tutto il cuore di vederlo, magari appoggiato alla cancellata, come nei manga... ma lui non c'era.
Quando arrivò a casa, trovò un bigliettino di sua madre, scritto in fretta e furia, che la informava che c'era del cibo pronto in frigo, e che non sarebbe tornata entro sera. Si sentì sola.
Non avendo nulla da studiare per il giorno dopo, si ritrovò costretta a riempire le ore libere del pomeriggio. Ore che raramente possedeva, e che di certo, in altre situazioni, avrebbe saputo utilizzare in modo migliore. Si piazzò sul divano, accese la televisione e si fece piccola.
Guardò uno di quel programmi per casalinghe, ma non prestò attenzione nemmeno ad una parola. Quando il cellulare squillò, stava per prendere sonno. Non fece al nome che lampeggiava sul display, rispose svogliatamente e attese.        
La voce calda del mezzo demone, la scosse.
-Scusami... Sono stato veramente male, ho dormito per più di dodici ore-Parlò, a voce bassa. Sembrò realmente provato.
Kagome sussultò, non sapeva cosa rispondere. Lo stomaco le faceva male per il nervoso, una sensazione simile a quella che si prova il primo giorno di scuola, quando le gambe si fanno molli e tremanti,  e non ci si sente più stabili. Non si sentiva così da tanto tempo. Non si era mai sentita così per un ragazzo.
Le bruciava la gola per la rabbia. Avrebbe voluto urlare, fargli capire che non poteva essere una giustificazione. Ma quando lui ripeté le proprie scuse, sforzando la voce, si sentì improvvisamente cadere.
La rabbia era completamente scemata, lasciando però spazio ad forte bisogno di piangere. Si sentì in colpa, ma dentro di se aveva voglia di strillare.
Paranoia.   
-Hai... Hai la febbre?- Riuscì a domandargli, con voce tremante.
-No... E' strano da spiegare. Credo che l'unico modo, sia che tu mi veda...-
Rimase silente, ma cominciò a muovere la testa su e giù.
-Sei ancora li?- Inuyasha richiamò la sua attenzione.
Si sentì avvampare. -Si si... Mmh, scusa. Stavo annuendo come un'idiota- Confessò, mordendosi il labbro inferiore.-Potrò vederti soltanto a questa festa, non prima?-
Lo sentì trarre un sospiro profondo. -Per quanto si difficile da dire, si, dovrai aspettare.-
Avrebbe preferito ricevere un'altra risposta. Si morse il labbro sempre più forte. Il sapore del sangue sulla lingua la fece trasalire.
-Quando sarebbe?-
-Questo sabato. Quindi fra tre giorni.-Rispose. -Pensi di resistere?- Ridacchiò.
Sentì il cuore in gola. Come potevano sembrarle infiniti tre soli giorni?.
-Se mi dici che è tutto ok, forse si- Ironizzò, continuando a trattenere le lacrime.
Inuyasha fece per dire qualcosa, ma si trattenne. Rimase in silenzio per pochi secondi, e poco prima che lei provasse a chiamare il suo nome, per assicurarsi che ci fosse ancora linea, lui parlò.
-Hey Baby, io ti amo. Certo che va tutto bene-
Le pulsazioni diminuirono. La calma la pervase. Erano bastate due parole...
Quando chiusero la conversazione, si stese sul letto e chiuse gli occhi. -Soltanto tre giorni...- Si ripeté.


Salve Fan. Sono quasi le quattro del mattino ed io cosa faccio, aggiorno! W me.
Va beh, tornando seria, inizio col chiedervi scusa. Non in ritardo... Un ritardo schifoso, quasi inaccettabile. E, anche se so già che non vi interessa, mi sembra giusto dare uno straccio di spiegazione. ^^
Dunque, è un periodo un po' così... Mi sento parecchio insicura, e qualsiasi cosa cerchi di scrivere, viene fuori in modo orrido. E no, non è solo una mia impressione... Se mi butto giù, non riesco ad impegnarmi come vorrei, e così mi esce fuori un capitolo confusionario e abbastanza bruttino, come questo.
Io vi giuro, ho riscritto questo capitolo un sacco di volte. L'ho corretto ad ogni lettura, e vi assicuro che alla prima stesura era davvero orrendo! Veramente terribile -.-".
Come se non bastasse, ad aggiungersi alla mia insicurezza, c'è stato il c con l'alimentatore rotto che si spegne appena viene spostato di una virgola... e che, OVVIAMENTE, si spegne ogni volta che sto scrivendo, e addio! Mi è successo ben 3 volte! Grrrrr.
Per farmi perdonare però, ho cercato di fare un capitolo più lungo del solito. ^_^
Ah, mi stavo dimenticando una cosa! Anzi, due cose .-.
La prima è che la ff non è quasi giunta alla fine XD Ta ta tannnn!! Ho cambiato idea. E so che non ne sarete felici, perchè ho notato che alcune fan non mi seguono più, e questo può significare soltanto che devo avervi stufate, e anche se questa cosa mi rende un po' triste, non me la sento ancora di concluderla. Vorrei chiarire bene ancora alcune cose =D
La seconda, vi avviso, è molto assurda... mi vergogno anche un po' a scriverla >____> . Ho deciso di provare a rendere questa ff originale. Si insomma, di rendere miei i personaggi. E come cosa, non mi sembra molto difficile, dato che i personaggi di questa ff sono OOC.
Coooomunque, non la cancellerò, almeno non per ora... me credo di non farlo nemmeno in futuro. Tanto oddio, non punto a pubblicare o cose simili. Non sono così masochista XD XD.
Solamente sarei curiosa di estendere questa trama, di lavorarci su in maniera diversa, in modo più approfondito, e vedere ciò che ne viene fuori. Insomma, non so nemmeno perchè vi sto informando di questa cosa O.o. Sono Pazza.
Meglio sparire ihihiih.
Detto ciò, passo a rispondere ai commenti xP

 ryanforever: Sono felice che tu non voglia liberarti di me XD Davvero davvero felice. Anche se sono sicura che cambierai idea, dopo questo capitolo, e soprattutto dopo aver saputo che ho deciso non non concluderla a breve. Ammettilo U.U xP. Che dire della mamma di Koga, nemmeno io volevo rendere tutto così strappalacrime, però poi mi sono fatta trascinare dalla mia vena tragina. Sono brava nelle deprimenze [Ma che parola è?! ASD]. Mi fa, oltretutto, molto piacere che la scena fra Inuyasha e Kagome ti sia piaciuta. Soprattutto perchè ne vado parecchio fiera, stranamente!
Va beh, spero che questo capito ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima.

Bellatrix_Indomita:Ed ecco il nuovo capitolo! Dopo qualche secolo, è arrivato xP. Dato che nello scorso capitolo mi hai scritto che questa ff ti piace molto,  devo scusarmi in particolar modo con te. Non dovevo farti aspettare così tanto U.U.
Comunque visto, dato che mi scrivete che non volete liberarvi di me, io la porta avanti ancora per un po' questa storia!
Grazie mille per i complimenti, fanno sempre piacere, e fanno tornare la voglia di scrivere, anche quando è sotto le scarpe! Un bacio!

luca blight: Amore mio, per te non ci sono parole. Mi dai una forza che nemmeno immagini. Se non fosse per il tuo eccessivo ottimismo [ XD ], non continuerei ad impegnarmi in questo modo. Grazie...

 fmi89: Essi, ce l'hanno fatta. Grazie per aver perso del tempo a commentare cara. Un bacione =D

 candy sweet: Ciao! Mi fa piacere che la prima parte ti sia piaciuta! Che dire su Sakura... Niente, non posso dire niente, se no anticiperei troppe cose! Non ti resta che attendere per una risposta. Grazie per aver letto e commentato. E scusa per il ritardo... Al prossimo capitolo!

 lellina: Sono felice che tu mi abbia lasciato un commento, alla fine. Davvero tanto felice ^^. Se devo essere sincera, fare la scrittrice è sempre stato il mio sogno. Però è una cosa molto difficile da realizzare. Insomma non credo di essere abbastanza brava...
Però sono felice che tu l'abbia pensato! Un bacio.

Luca_sto: Ave al Dio Sto XD La fine si sta avvicinando eh? Non più... In tutta la mia stupidità, ho deciso di complicare un po' le cose. W me perchè al posto del cervello ho taaaaante tante caramelle... Ops, ora ho voglia di caramelle O.o Alla prossima grande maestro XD

mikamey: La mia carissima Mika-chan *-*. Non preoccuparti minimamente per il ritardo, piuttosto mi preoccupo io per la fila di sfortune che hai avuto! Mi dispiace tanto! Spero che ora tu stia un po' meglio ^^
Che dire, tu sei una delle fan che non ha mai smesso di seguire questa ff, e questa cosa mi rende strafelice! Veramente, se non fosse stato per i tuoi complimenti, sarebbe stato più difficile continuare a scriverla. Insomma, sei una sostenitrice per me XD
Un bacio grande, alla prossima ;)

 Acher: Che bello, una nuova fan! Quando leggo commenti da persone nuove, mi emoziono sempre! Sono felice che la mia storia ti abbia coinvolto così tanto, e sinceramente non posso crederci... Sono capace di catturare l'attenzione di qualcuno così tanto. Che bello >.<
Per la domanda sullo scrivere; si, ci ho pensato spesso. Sarebbe un sogno per me... è indubbiamente la cosa che desidero di più da quando sono piccola. Per quanto riesca a ricordare, ho sempre scritto. Però non mi reputo abbastanza brava... Per cui, non credo che lo farò mai come mestiere.
Spero che continuerai a seguirmi. Kiss, alla prossima!



Beh, io ora andrei a dormire. All'alba delle 4 e passa del mattino XD Vero che quando mi sveglio c'è qualche bel commentino??? *_* *_* *_*
Fatelo per la autostima, ve ne prego, aiutatemi a farla sopravvivere!
Scherzo :P
Oh, mi stavo quasi per dimenticare. Un grazie enorme anche a tutte le persone che continuano ad aggiungere ".Burn." alle preferite. Davvero, grazie, grazie e grazie!

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Capitolo 16
*** La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ] ***


Burn finito Il tempo sa essere maligno, ma la vera colpevole, è l'attesa.
E' lei a prendersi gioco di tutto, persino del tempo in sé...



.Burn.
La prima notte di Luna Nuova. [ Parte seconda ]


-3

Sono stabile. Infondo è assurdo disperarsi per soli tre giorni di lontananza. No?
E' una giornata tranquilla, le ore di lezione sono volate. Sono stata invitata al club del libro. E' stato piacevole. E pensare che ho sempre scartato l'idea di poterci entrare, l'ho sempre considerata una cosa da fissati. Invece sono semplici amanti della letteratura, come me.
Sto prendendo in considerazione l'idea di farne parte.
Ogni tanto lui mi torna in mente, ma ricaccio il pensiero alla notte. So che mi chiamerà.

-2

Mi ha chiamata; Abbiamo parlato tanto. Non mi ero mai accorta di quanto poco lo conoscessi. Fra non molto è il suo compleanno. Ah...mmh, ho scoperto il motivo per cui Sesshomaru frequenta ancora la nostra scuola, nonostante sia in classe con ragazzi di due anni più piccoli. A quanto pare, dopo la morte di Koga ha abbandonato gli studi.
E' incredibile quanto ci abbia cambiati dentro, la sua scomparsa.
Mi chiedo se anche per Ayame sia stato così. Chissà se la rivedrò mai...
Lui sta cominciando a mancarmi, e non solo mentalmente. Il sesso è proprio come la droga. O almeno, così è per me, per il mio corpo. Ne sento il bisogno, il desiderio striscia sotto la mia pelle. Brividi. Brividi...
Dovrei disintossicarmi?
...No, credo proprio che non lo farò.
Rin sembra strana, sta spesso  sulle sue e si mangia continuamente le unghie. Sango... E' difficile ormai che trovi del tempo per me. Si sarà stancata della mia amicizia?
Ora che ci penso, anche io mi sto comportando diversamente dal solito. Quando mai ho scritto i miei pensieri, ho sempre odiato i diari...

-1

La voglia mi sta dando alla testa.

-0

Indosso un vestito aderente. E' scuro, forse fin troppo audace per me, però mi sento benissimo. Lo riavrò, finalmente! Mi sono trasformata in una maniaca...
Rin mi sta preoccupando, posa spesso le mani sulla pancia e sospira, inoltre ha sempre fame.
Sango non fa altro che sorridere. Ho notato che messaggia spesso con qualcuno. Non ho idea di chi possa essere.
Mi sento strana, come se stesse per succedere qualcosa. E' arrivata la fine del mondo?
Sono pessima a scrivere ciò che provo, mi chiedo come facciano i poeti. Sono un mistero per me.

Ripose il sottile quadernino sotto il cuscino, si guardò allo specchio e si sorprese. Non le succedeva spesso di sentirsi bella.
Premette le dita sulla molletta nera intrecciata fra i capelli scuri e ribelli, per assicurarsi, che tenesse bene, come poco prima. Era da tempo immemorabile che non tirava i capelli indietro.
 

***

Aveva provato a chiamare Ayame in quei giorni, sperando di poterla pregare di non parlare, di lasciare a lui lo scomodo compito di mettere in chiaro le cose. Ma non era servito.
Il telefono continuava a squillare a vuoto, martellando la sua mente con quel fastidioso, classico Tu Tu Tu.  
Tuttavia il tempo trascorse in fretta per lui, in modo disarmante, e per quanto potesse sembrare bizzarro, era riuscito a stare tranquillo nell'attesa, come se non dovesse rivelare alcun segreto. Pensò che lui e Kagome avevano preso la decisione di guardare avanti e dimenticare il passato, e questo doveva essere una specie di scudo protettivo. Nessuno si sarebbe fatto male, se le parole avessero continuato ad avere il loro valore iniziale.
Non ebbe alcun batticuore, almeno fino alla sera della festa, quando si imbatté nella sua immagine, riflessa nello specchio di sempre, eppure diversa da sempre.
I capelli neri incorniciavano il viso addolcito dalle iridi scure, dal classico taglio giapponese, così diversi dal solito.
-Lei capirà. Capirà ogni cosa- Si ripeté, accennando un sorriso.
Sicuro si diresse verso la porta, l'aprì e la richiuse alle sue spalle.
Sarebbe andata bene. Sì.
Arrivò in fretta. Si fermò un attimo prima di entrare, guardò un gruppo di ragazzi ridere e scherzare. Li conosceva, tempo indietro aveva trascorso alcune serate in loro compagnia... Improvvisamente si sentì invecchiare di anni. Sembrava passato così tanto tempo da quel periodo, dire una vita, non rende abbastanza.
Sentì le gambe tremare. Stava cominciando ad agitarsi, ma ciò non gli impedì di varcare la soglia di casa di suo fratello.
A passo incerto si fece spazio fra la folla. Si chiese come tutti quei corpi potessero sopravvivere in una stanza così piccola, dimenandosi, oltre tutto. Infastidito da quelle numerose presenze, cercò di farsi spazio fra la folla, alla ricerca di Kagome. Sperò di trovarla in fretta, e portarla via, in un posto più calmo, dove quella musica assordante cessasse di fracassargli i timpani.
Se da mezzo demone, non aveva mai potuto vantare una grande pazienza, da umano, ne aveva ancora meno.
Si rese conto di non amarle poi così tanto le feste. Di non averle mai sinceramente amate, ma di aver desiderato, in passato, di non riuscire a sentire i propri pensieri.
Dopo l'ennesima gomitata, boccheggiò, in cerca di un qualsiasi spiraglio da cui poter sfuggire. Era incredibile come si sentisse debole da umano.
Si portò le mani in avanti, pronto a spingere qualsiasi persona gli sbattesse contro, ma qualcuno lo afferrò per il braccio, e lo strattonò violentemente lontano da quella marmaglia. Prima che potesse rendersene conto, si ritrovò nuovamente a respirare.
Miroku gli sorrise, orgoglioso di averlo "salvato".
-Sei proprio deboluccio eh.- Lo prese in giro.
Non ci badò. Si sforzò di regalargli un sorriso per ringraziarlo di averlo tratto in salvo, e subito, si concentrò sulle persone presenti nella stanza, in cerca di lei, disperatamente lei.
-Non mi sembra di averla vista qui, forse dovresti cercarla di sopra. Non mi sembra un tipo che ama la confusione-Gli consigliò, guardandosi anch'esso intorno.
Inuyasha assunse un'aria cupa.-Sai, potrebbe essermi passata accanto senza conoscermi-Sussurrò, rivolgendosi più a se stesso, che al suo amico, conscio del fatto che la musica, esageratamente alta, avrebbe sicuramente coperto la sua voce.
In un lampo, un ricordo nacque nella sua mente, come un fiore velenoso, pronto ad espandere le sue radici, dalla mente al cuore, con l'intento di avvelenarlo. Lo lasciò appassire, distratto la figura snella di Kagome, immobile a pochi metri da lui.
Lo sguardo profondo fermo, insicuro, intrappolato nel suo. Si sentì fremere, desiderò volgerlo altrove, quasi infastidito da ciò che riusciva a scorgere. Così intenso. Velenoso. Doloroso, piacevolmente contraddittorio.
Quella sensazione tornava sempre più spesso, Kagome lo faceva impazzire. Si... Si.
La vide avvicinarsi, interrogativa. Era confusa, lo lesse sul suo viso, ma non ebbe paura, allungò la mano e attese la sua, per bruciare ancora. Un'altra delle mille volte.
Si sfiorarono, ebbero un sussulto, entrambi. Poi intrecciarono le dita, lasciandosi scaldare l'uno con l'altra. Fu lei a guidarlo, fino alla prima camera del secondo piano. Aprì la porta e non lo guardò.
Non lasciò mai la sua mano, lo tirò all'interno della stanza buia.
Inuyasha la sentì respirare, era affannata. La desiderò intensamente.
Lei accese la luce, e gli si avvicinò. Si morse le labbra, appoggiò la mano libera sul suo viso, e lo 'carezzò gentilmente, incredula. Gli baciò la fronte, le guance e le labbra. Quest'ultime più volte, delicatamente.
-Come... Io sono così diverso. Ora. Come hai fatto a riconoscermi?- Giocò con i suoi capelli, estasiato dal quel familiare profumo frizzante.
-Il tuo viso non è cambiato.- Rispose, con voce tremante.
 Liberarono le mani dalla loro presa.
Kagome gli sbottonò la camicia, un bottone dietro l'altro, mostrando la pelle nuda, che da subito baciò, incapace di attendere oltre. Lo guardò ancora, non riusciva a smettere di farlo. Lo vedeva più bello che mai, e desiderava accarezzarlo sempre di più, con più foga.
Slacciò i pantaloni, cercò il suo sguardo e lo trovò eccitato, più di quanto immaginasse. Sollevò l'elastico dei boxer e ci affondò dentro la mano. Quell'audacia era dettata dal puro desiderio di farlo impazzire, eppure si sentì avvampare all'idea di essere così sciolta. Lo accarezzò, per poi liberarlo dall'unico indumento rimasto.
Desiderò intensamente baciarlo. Posò le labbra su quelle di Inuyasha e si stupì di quanto fossero fredde in quel momento.
Kagome rise.
Inuyasha le morse il labbro, e la guardò negli occhi. -Perché ridi?- Disse, cingendole i fianchi e obbligandola ad avvicinarsi al suo corpo ancora di più-
Lei dischiuse le labbra e lo baciò in modo aggressivo, privandolo di ogni dolcezza, desiderando soltanto di godere del calore e del sapore della sua saliva. Lo sentirono entrambi, il familiare brivido di eccitazione che ormai da tempo li univa. Il confine che li rendeva amanti, e non solo innamorati.
-Quando sei eccitato, hai sempre le labbra gelide-Gli sussurrò.
-Ti voglio da impazzire-Prese a baciarle il collo.-Non...non immagini quanto.- Tremò. Senza curarsi di poterlo sgualcire o strappare, le slacciò il vestito e lo lasciò scivolare lungo la schiena incurata, i fianchi sensuali, le cosce infreddolite e le gambe liscie. Abbassò lo sguardo, e lo osservò per qualche secondo. Stropicciato, in contrasto con il pavimento chiaro. E pensò al corpo della sua donna, che a pochi istanti si sarebbe presentato ai suoi occhi, sempre stupiti e meravigliati. E pensò che non ci sarebbe mai stato qualcosa di più erotico nella sua vita.
La sollevò, e lei si aggrappò con le gambe al suo bacino.
Quando la penetrò, si sentì sollevato. Lei era li, e non se ne sarebbe andata. Almeno per quel momento, sarebbe rimasta. E lui era dentro di lei, seppur in forma umana, la sua sporca forma umana, aveva avuto accesso al paradiso.
Era tutto ciò che importava.

***

La ragazza si sollevò e passò la lingua sulle labbra, lavando via gli ultimi residui di piacere del ragazzo, ancora ansimante e con il capo all'indietro. Gli occhi celesti fissavano le stelle, assuefatti.
Lei si infilò nel vestito chiaro, e si sedette al suo fianco, vicino, per sentire il calore del suo corpo. Alzò a sua volta lo sguardo al cielo stellato e rimase silente. E così andò avanti, finché lui non decise di parlare, senza però guardarla negli occhi.
-Hai parlato con lei?- Chiese.
-Non ne ho ancora avuto occasione-Rispose, non del tutto sincera.
Sospirarono entrambi.
-Sono loro a non volerlo vedere, infondo- Si giustificò la mora, avvicinandosi sempre di più al ragazzo.
Lui le accarezzò il mento, e finalmente la guardò negli occhi.
-Perché hanno altro con cui fare i conti, Sango.- Le baciò la fronte.-So che vorresti attenzioni dalla tua migliore amica, e che vorresti raccontarle tutto, ma ora è presa da qualcos'altro. Come del resto Inuyasha.-
Sango si rilassò. Si allontanò di qualche centimetro dal ragazzo e tirò le gambe a sè, stringendole al petto. Divenne rossa.
-Sai Miroku... Una delle cose che mi ha fatto innamorare di te, è la maturità con cui affronti le cose. A prima impressione, sembri un donnaiolo menefreghista ed egocentrico. Però, mi è bastato un pomeriggio con te, parlando di tutto e niente, per capire quanto tu sia speciale-Confessò, stringendo sempre di più le braccia intorno alle gambe.
-Spesso mi sento così infantile standoti accanto...-Sussurrò, nascondendo il viso.
Miroku si alzò, si diresse verso la balconata, e ci si appoggiò con i gomiti. -Sei più piccola di me, è normale che delle volte tu sia un po' bambina. Non ci vedo niente di male. Anzi, la trovo una cosa dolce.-Rise.
-Non ti irrita?-Chiese lei, con voce soffocata.
-No. Non sei quel tipo di ragazza infantile. Infondo, stai soltanto sentendo la mancanza della tua migliore amica.- La tranquillizzò.
Una leggera folata di vento lo fece rabbrividire. In quel momento sentì le mani di Sango arrampicarsi lungo la sua schiena, per poi discendere a circondargli il bacino.
-Vorrei parlare di te, e del mio primo approccio con il sesso. Di come le cose stiano andando troppo velocemente, e di quanto abbia paura di questo...-
Le accarezzò le mani.-Non devi preoccuparti di quest...- Si interruppe, quando vide Ayame camminare lenta nel cortile della casa, fra una dozzina di altra gente, diretta verso la porta.
-Ayame...-Sussurrò, preoccupato.-Mi ero dimenticato di lei.-
Prese Sango per mano, e senza darle alcuna spiegazione, abbandonò la terrazza a passo svelto, per poi scendere velocemente le scale e correre nel corridoio del primo piano, sino alla seconda porta, dove incontrò la ragazza, immobile.
Sango provò a farsi spiegare cosa stava accadendo, e la sua voce fece voltare Ayame.
-Ei- Disse, alzando la mano e mostrando il palmo, in gesto di saluto.
-Ei...-Le rispose il ragazzo.
Si sentirono entrambi stranamente a disagio, seppur amici da sempre. Fu come se in uno sguardo, entrambi si fossero schierati l'uno contro l'altra. Uno con il compito di proteggere, e l'altra con l'intenzione di portare scompiglio, seppur non desiderandolo, infondo. Erano le sensazioni a muoverla, da quando Koga era morto, ed in quell'istante, qualcosa le faceva desiderare intensamente di aprire quella porta, e distruggere tutto.
-Voglio solo parlare con lui. Andiamo, cosa vuoi che sia...-Disse, sfoggiando un sorriso forzato.
-Sai che è sbagliato... E poi come fai a sapere che sono qui?-Le domandò.
-Sento il suo odore.-Rispose.
-Sai che non puoi...-Le disse, quasi supplicandola.
Non bastò, Ayame spalancò la porta, illuminando la stanza con la fioca luce del corridoio.

 
Emmh. Cof cof.
Saaalve. No, non sono una fantasma, nè una zombie. So che pensavate che fossi morta, e non posso darvi torto, ma purtroppo per voi sono tornata xD.
Scherzi a parte, non ci sono parole adatte per scusarmi per questo ritardo vergognoso, però davvero, avevo bisogno davvero di una pausa. Ero davvero in un pessimo periodo, e non vedevo uscite. Non facevo altro che piangermi addosso, ed il pensiero di far diventare una lagna le mie FF, non mi piaceva affatto. { Che poi diciamocelo, sono già drammatiche di loro U.U } Beh, insomma, ora sono tornata, e credo che non sparirò più, almeno non per così tanto tempo.
Ma passiamo alla storia; Ebbene si, Miroku e Sango hanno una relazione. So che sembra brutto sbatterli così all'improvviso nella storia, ma volevo che la loro relazione fosse segreta anche ai vostri occhi, e non solo a gli occhi di Inuyasha e Kagome.
Oltre a questo non ho nient'altro da dire. Spero solo che non vi faccia molto schifo. E' da due mesi che non scrivo, e quando ricomincio, i risultati non sono come vorrei, però non posso farci niente, devo riprendere la mano xD
Ah, mi stavo dimenticando una cosa. Dello scorso capito ho postato la bozza, per questo motivo è piano di errori di battitura >.<. Sono un'idiota! Appena posso lo correggo.
Alla prossima carrrre e carrrri :)
 
     
 Bellatrix_Indomita:  Cara i tuoi commenti sono sempre pieni di complimenti, mi fa molto piacere leggerli **. Sono felice che questa storia stia continuando a piacerti così tanto, non pensavo che sarei riuscita a rendere l'amicizia fra Inuyasha e Miroku così bene, come hai detto tu, è molto difficile descrivere un rapporto simile, per fortuna però, a quanto mi dici, sono riuscita bene nell'impresa xP.
Per quanto riguarda l'originale, posso assicurarti che questa ff avrà una sua fine, anche perché l'altra versione sarà diversa in molti punti.
Insomma, un grande grazie per la pazienza che hai di commentare sempre, sei taaaaaanto gentile. Un bacino ^^

 Acher: Così mi monto la testa xD Scherzi a parte, sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto! Puoi stare fra i miei piedi quanto vuoi, mi può fare solo piacere! Grazie, grazie e ancora grazie **

 bets87: Ohhh nuova fan ** Ora mi gaso xD Benvenuta fra le mie lettrici, sono strafelice che la storia ti piaccia e che non ti sembri noiosa. Sei stata molto carina a volermi lasciare un commento... Vedrò di non deluderti ^^ Al prossimo capitolo!

morkia90: La risposta arriverà il prossimo capitolo. Grazie mille per il commento, spero di non averti delusa con questo capitolo! E scusa per l'attesa. Un bacio

candy sweet: Sono contenta che ti sia piaciuto, e mi dispiace di non aver aggiornato presto quanto speravi :(

 ryanforever: Wahh. Grazie mille per il tuo appoggio virtuale, e per avermi ripetuto per l'ennesima volta che questa storia non è da buttar via. Mi fanno molto piacere i tuoi commenti, sei sempre molto molto gentile. :) Per la questione dell'insicurezza, hai proprio ragione. Metto molto di me in quello che scrivo, e come ho scritto sopra, è il motivo per cui per così tanto tempo sono mancata. Non mi andava di rendere i miei personaggi lagnosi.
Spero che il capitolo non ti abbia delusa, e che, nonostante il tempo passato, tu abbia ancora voglia di seguirmi.
Un bacio grande. ^^

luca blight: Ho scritto. Hai visto?? HAI VISTO?? Ora sarai finalmente soddisfatto di te stesso U.U
Scherzi a parte, grazie mille amore mio. Non smetterò mai di pensare che senza il tuo esagerato ottimismo, i miei momenti insicuri mi distruggerebbero. Insomma, è solo grazie a te che continuo a scrivere.
Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, e che tu ti ricorda qualcosina dello scorso capitolo -.-"
<3

 Marta94: Grazie per il commento! Spero che il capitolo ti sia piaciuto **

 kiss88: Sono felice che tu abbia deciso di lasciarmi un commento. Le opinioni delle mie lettrici, per me sono molto importanti! Poi se sono complimenti, mi gaso e mi sento felice XD Insomma, grazie davvero!
Mi scuso per il ritardo >.<

 lellina: Che bel commento che mi hai lasciato *__* Ti ringrazio veramente tanto per le tue parole, pre i complimenti e per l'incoraggiamento. Sei stata davvero molto, molto, moltissimo gentile! :P
Comunque io non ho intenzione di accorciare la ff perchè alcune lettrici non mi seguono più, però ho pensato che stesse diventando noiosa. Insomma, ero così tanto insicura da rimanerci malissimo. Ora però sembra passato tutto, per cui ho anche più voglia di andare avanti.
Per Msn, scrivimi pure quando vuoi. Io sto sempre su occupato, perché mi danno fastidio i suoni di msn e perché spesso sono in giro per casa, e le persone si offendono perché non rispondo. Insomma, tu scrivimi pure, non c'è nessun problema =)
Al prossimo capitolo!

Fairy29:Ohhh  *____* davvero è la prima? Mi sento onoratissima!!! >.< Veramente!! Sono felice che ti sia piaciuta così tanto da leggerla tutta in una volta >.<
Per la lunghezza, tranquilla, tendo ad affezionarmi alle mie storie ed a trovare difficoltà nel terminarle. Insomma, mi dilungherò parecchio!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e di rivederti fra i commenti. Alla prossima ^^

 Luca_sto: Sono la regina delle paranoie. Essi, si è capito XD XD. Caro Dio, prometto di impegnarmi a diventare meno pessimista e frantuma maroni. ASD ASD.

mikamey: Carissima! Qui quella che deve scusarsi per il ritardo sono io >.< Sono felice che tu continua a pensare che questa FF è bella. Spero di non deluderti andando avanti. Un bacione!

 PazzaXinu: Grazie mille ** Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Ci sentiamo :)


Un grazie generale a tutti i lettori. Scusate ancora, cercherò di non mancare più per così tanto.


Favole.

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Capitolo 17
*** Bisogno di Tempo. ***


Non era completamente cosciente di ciò che stava facendo, né era sicura che fosse la giusta scelta. Ma ormai aveva deciso, e certe scelte, una volta intraprese, non possono più essere lasciate a metà. Kagome respirò a fondo, e fissò il suo biglietto aereo ancora una volta, per distrarsi dalla massa di persone che premevano contro la sua schiena. Odiava le folle, le facevano girare la testa e tremare le gambe, lasciandole un senso di insicurezza e disagio che non sapeva, né riusciva a sopportare. Respirò ancora più profondamente, e con svogliatezza passò il dorso della mano sulla fronte. Faceva caldo, un caldo insopportabile ed afoso. L'estate era un'altra delle cose che odiava.
Riuscì ad arrivare al gate, anche se a rilento. Lasciò che la guardia le controllasse il biglietto ed il passaporto, e poi, stranamente si voltò, e si guardò indietro. Lo fece per puro istinto, e non fu inutile.
Lui era fermo, e la guardò andare via, implorandola con gli occhi di cambiare idea, ma non servì a nulla. In quel momento lo odiò, perché per colpa di quello sguardo, cominciò a patire un peso dentro, che avrebbe sentito a lungo.
Quando si imbarcò, riuscì a stento a trattenere le lacrime. Quei mesi l'avevano resa più forte, ma l'apertura di quella porta aveva cambiato tutto.


.Burn.
Bisogno di tempo.

Lo vide, solo. Avrebbe voluto raggiungerlo, regalargli qualche parola di conforto, ma non lo fece. Sapeva che ciò di cui aveva seriamente bisogno, era del tempo da trascorrere da solo. Piccoli ritagli di vita silenziosi, accompagnati da una sigaretta e dal caldo ossessionante di Luglio.
Lo vide appoggiarsi al muro, e stringersi le mani, incrociate, contro il petto. Ricurvo, piegato per il dolore della provvisoria perdita.
Fu difficile non soccorrerlo, ma non fu impossibile. Ci vollero più di due ore prima che Inuyasha si calmasse totalmente e gli si avvicinasse. -Possiamo andare. Lei non tornerà con noi...-Disse, dopo aver picchiettato contro il finestrino, per far si che Miroku lo abbassasse. Parlò come se il tempo non fosse trascorso, come se quel pezzo di muro non fosse stato suo compagno per ben centoventi minuti.
Salì in auto e non parlò. Assomigliò ad un spettro senza un viso proprio, ritornò ad essere la persona passiva che era prima di lei, dopo il tradimento di Kikyou e la morte del più bastardo dei traditori. Koga era un bastardo, anche da morto stava portando via, ancora una volta la donna che amava. Era un fottuto bastardo.
-Lei tornerà- Le parole di Miroku gli sembrarono pesanti, lontane.
-Lo so- Rispose.
-Ha soltanto bisogno di tempo-Disse ancora, in buona fede.
"Ed io ho bisogno di dormire, durante questo tempo" Pensò. -Lo so- Rispose ancora. "Non ho bisogno di giorni vuoti".
Chiuse gli occhi.
Arrivò presto davanti a casa sua, e si sentì più sollevato che mai. Avrebbe voluto piangere, ma senza Ayame, non sapeva farlo. Allora si mise a distruggere un paio di oggetti scomodi, che odiava e che desiderava de tempo bruciare. Distrusse con le sue stesse mani un dipinto, una stupida tela raffigurante un'anitra con i suoi piccoli. Insulsa opera d'arte. Passò alle candele, con quelle si rilassò. Si distese sul divano e affondò gli artigli nella cera. Grattò e grattò, fino a farla scomparire. Fu una questione abbastanza lunga.
Si addormentò con  polpastrelli doloranti ed un fastidioso bruciore sotto le unghie.
Dormì per poco più di due ore, e quando si svegliò trovò una mail sul cellulare.

<< Non dovevi venire... >>

-Fanculo-
L'abbandono non faceva per lui. Anche se per una sola estate, era un abbandono.
-Fanculo...-

Quando l'afa estiva si tramutò in sudore, spalancò gli occhi e si sentì subito stanco, privo di ogni forza. Si inumidì le labbra secche con la lingua, e sentì acuto il bisogno d'acqua. Cercò di mettersi seduto, ma il caldo lo fece sentire ancora più pesante del suo cuore. Ignorò quel groviglio di sensazioni scomode, e si diresse verso la cucina, assetato. I passi erano pesanti, come tutto il resto. Spinse verso il basso la maniglia del frigorifero, e si irrigidì quando il gelo gli sfiorò il petto nudo. Quando il liquido trasparente gli scivolò sulla lingua, si sentì decisamente meglio, ma non bastò.
Si passò una mano fra i capelli argentei, e si guardò intorno. La luce fioca del tramonto fece apparire la stanza più piccola di ciò che era realmente, si sentì assalire dalla claustrofobia.
Aveva bisogno di uscire.
Si fece una doccia, e con i capelli ancora bagnati, uscì di casa. Camminò per la città senza una meta per molto tempo, fino a quando non si rese conto di essere vicino a casa di Sesshomaru. Era da qualche giorno che non aveva sue notizie. Poco dopo si ritrovò davanti alla casa che custodiva l'ultimo ricordo di lei. Fu come un colpo veloce e vigliacco alle spalle, ma fu sopportabile.
Quando Sesshomaru gli aprì la porta, non parlò, si limitò a fargli segno di entrare con la mano. Sembrava stanco, a testimoniarlo i segni sul volto. Si dimostrò più gentile e docile del solito, sorrise persino quando gli offrì da bere.
-L'hai sentita?-Gli chiese.
-Ha provato a chiamarmi svariate volte, ma non ho voluto rispondere. Non ho niente da dirle.-Rispose lui, inacidito nel pronunciare l'ultima frase. Studiò il viso del fratello, cercando qualche traccia per aiutarsi a capire cosa stava accadendo.
-Va tutto bene con Rin?-Gli domandò.
Sesshomaru si costrinse a sorridere, ma il risultato che ottenne, fu poco soddisfacente. Inuyasha capì di aver premuto il tasto giusto, ma non sentì sicuro di voler continuare a girare il dito nella piaga, così rimase silente, sperando di ottenere una risposta spontaneamente.
Il demone si alzò, e cominciò a camminare avanti e indietro lungo la stanza. Lo fece svariate volte, calmandosi solamente dopo aver stappato una seconda birra. Ne bevve un sorso e si rimise seduto difronte al fratello, fece un respiro profondo e bevve ancora. Incrociò lo sguardo dorato con quello identico di Inuyasha, e poi lo distolse, per sorseggiare nuovamente la birra.
-Abbiamo avuto un piccolo problema- Confessò, mantenendo comunque la calma apparente di sempre. -Però è risolvibile.-Si affrettò ad aggiungere, sperando che la menzogna non gli si dipingesse sul viso. Fu una speranza totalmente vana.
-Avete litigato?-Gli chiese il mezzo demone, ignorando totalmente ciò che potesse essere successo.
-Temo che sia qualcosa di più complicato...-Dichiarò, aumentando la stretta contro la bottiglia, rischiando di mandarla in frantumi.-Abbiamo fatto un gran casino-
Inuyasha trasalì. Stava cominciando a farsi qualche idea, anzi, si era fatto un'unica folle idea. Si lasciò sfuggire una risatina isterica e scosse la testa, ripetendo ripetutamente: -No, non è possibile.-
Sesshomaru abbandonò il suo posto, e ancora una volta si mise a camminare per tutto il perimetro della sala ben arredata. Non riuscì a fermarsi nemmeno quando il telefono cominciò a squillare, più e più volte, lasciando la persona dall'altra parte della cornetta, senza una risposta.
Suo fratello restò immobile ad osservarlo agitarsi sempre di più.
-Ne sei sicuro?-Gli chiese, incapace di rimanere a guardare ancora a lungo.
-Sì.-Rispose secco.-Rin è incinta-Un nodo gli chiuse la gola.
-Che avete deciso di fare?-Gli chiese Inuyasha, non accorgendosi della voce strozzata con cui aveva parlato.
Il maggiore dei fratelli controllò il cellulare, e ringhiò nel leggere la mail che la sua giovane donna aveva deciso di inviargli.

<< Non voglio ancora vederti. >>

-A quanto pare, la decisione finale spetta soltanto a lei. Non mi è stata data alcuna possibilità di scelta!- Scaraventò il cellulare sul  tavolo, e chinò il capo.-Non mi permette nemmeno di vederla. Mi respinge come se fossi io il problema. Non credo che la colpa sia soltanto mia. Ho intenzione di prendermi le mie responsabilità, però pretendo di condividerle con lei.- Alzò lo sguardo e cercò la complicità del fratello, vedendola come unica boa in un mare di lava. Fu accontentato.
-Sbaglio?-Lo incitò ad esprimersi.
-No, affatto.-Lo rassicurò, poggiando una mano sulla sua spalla, gesto estremamente intimo per il loro rapporto, totalmente privo di dimostrazioni d'affetto "fisiche". -Però non deve essere facile per lei... magari ha soltanto bisogno di...-
-...Tempo.-Concluse la frase Sesshomaru.
Silenzio.
-Le donne sembrano averne sempre bisogno...- Disse in un sospiro, accendendosi una sigaretta, abbandonato all'idea che il tempo fosse una gran fregatura.


***
Qualche settimana prima...


La luce fioca, proveniente dal corridoio, illuminò la stanza in cui i due amanti si erano rifugiati. Li trovarono ancora stretti in abbraccio tremante, nudi e uniti in un solo corpo.
Fu Ayame la prima a voltare il capo, per non guardarli nel loro imbarazzo. Il silenzio regnò fino a quando Inuyasha scelse di prendere parola, una volta accertatosi che la sua donna fosse completamente vestita. Si avvicinò alla rossa, e le sfiorò l'avambraccio, cercando il suo sguardo.
-Lascia che sia io a dirglielo...-La implorò, senza preoccuparsi di moderare la voce, per far si che anche Kagome lo sentisse, cancellando così ogni opportunità di fuga.
Ayame si sentì invadere da un sentimento che non pensava avrebbe mai provato, e che la lasciò inerme e debole davanti al suo interlocutore. Desiderò intensamente di poter cambiare forma, divenire metallo, e lasciarsi corrodere dalla ruggine. Accartocciarsi e diventare polvere.
Quel sentimento la stava logorando.
-Non sono qui per raccontarle la verità- Sussurrò, facendo, al contrario di Inuyasha, attenzione che Kagome non sentisse.-Sono qui per me- Biascicò, e annullò la distanza fra lei ed Inuyasha, stringendogli le braccia intorno al collo.
-Che...che diamine stai facendo?-Reagì lui, cercando di spingerla il più lontano possibile dal suo corpo, ma più si dimenava per distaccarsi da quell'abbraccio soffocante, più lei sembrava non aver nessuna intenzione di lasciarsi respingere. La sentì gemere, e fu come un pugno nello stomaco. Odiava sentirla piangere.
-Ho bisogno di te. Solo... Solo, non lasciarmi sola- Singhiozzò la rossa.
-Ayame... Abbiamo deciso di andare avanti-Cercò di rassicurarla. Insicuro posò la mano destra sul capo della ragazza, e le arruffò i capelli spettinati. Le sentì tremare, e ne fu ferito.-Abbiamo deciso di redimere i nostri peccati.- Le sussurrò dolcemente.-Dobbiamo smetterla di distruggerci da soli-Concluse.
La rossa si distaccò dall'abbraccio, e raggiunse Kagome a passi lenti. Era un incontro che si sarebbe dovuto compiere molto tempo prima, e da cui lei era sempre vigliaccamente scappata.
La guardò negli occhi, e per quanto fossero diversi da quelli di Koga, riuscì a scorgerlo, nascosto li, fra il nero opaco delle ciglia. Riconobbe l'odore simile, e si lasciò inebriare dal ricordo del suo amore più grande. E ne seppe riconoscere la diversità, quella freschezza che apparteneva soltanto a Kagome.
Portò una mano all'altezza del petto, e cercò con la mano uno fra i tanti ciondoli che portava al collo. Quando lo riconobbe, seguì la sua catenina, sino ad arrivare al gancio d'apertura. Se la sfilò e gliela porse.
-Questa era di Koga...-Sorrise, con ancora le lacrime a gli occhi. Cercò di sembrare spontanea.-Me la diede un mese prima di morire.- Sussurrò.
Kagome scosse il capo.-Perché me la stai dando? Non posso accettarla...- Le rispose sinceramente.
Ayame le afferrò la mano, e la lasciò cadere sul palmo.
-Inuyasha ti racconterà tutto, e ti ci vorrà del tempo per affrontare la questione. Sarà doloroso. Vorrai prenderti del tempo per te, e questa ti servirà di conforto. Fidati di me-.
Kagome riuscì a sentire il calore profondo di quella voce, e lo sentì salire sino al cuore, risvegliandola da un lungo sonno. Si sentì trascinare indietro, attraverso il tempo e i ricordi, che come lame minacciarono la calma fragile che si era duramente costruita intorno. Ma non fu spiacevole.
Rivide Ayame, lontana da quella che aveva d'avanti in quel momento. La vide docile ed infantile, nascosta dal trucco nero ed aggressivo utilizzato per rendere cattivo uno sguardo fin troppo fanciullesco. La vide ridere al fianco di suo fratello, come nel ricordo dopo il sogno.
La vide felice.
-Potresti odiarmi, odiare Inuyasha, odiare tutto questo...-Ritornò a parlare la rossa.-Ti chiederai perché tutto questo dolore stia toccando te, che fra noi sei l'unica ad avere le mani pulite. Ti farai un milione di domande, e non troverai risposte, non semplicemente almeno.-Si voltò e guardò Inuyasha, lo vide implorare di non distruggere tutto. Gli sorrise, mentre l'ennesima lacrima graffiò il viso pallido.
-Amavo Koga. Lo amavo anche quando la lontananza dalla droga lo rendeva folle. L'ho amato. L'ho amato nel momento in cui, mi sono resa conto che avrei potuto aiutarlo. E l'ho amato quando l'ho tradito, dopo che lui aveva tradito me. Lo amo tutt'ora.-Arrossì nel dirlo, ingenua come non lo era da molto.-E questo è tutto ciò che posso dirti...- Si allungò vero Kagome e posò le labbra rosse sulla sua guancia e, premendole forte, cercò di entrare dentro di lei, con un misero bacio. Per lasciarle qualcosa d simile ad un augurio.
Poi se ne andò, portandosi con se la consapevolezza di aver smosso qualcosa, ma di averlo fatto con lo scopo di rimettere le cose al loro posto. Lasciò quella casa con la speranza di poter contare su qualcuno, un giorno, se il dolore fosse tornato a tormentarla.
Lo sperò profondamente.
     

      
Ok, è un capitolo alquanto strambo eh? Lo so, me ne rendo perfettamente conto, però, è proprio così che mi sono immaginata questa ff! Piena di capitoli che sembrano incomprensibili. Che dire, questo capitolo mi piace. E' confusionario, mi piace.
Sono quasi sicura di aver dato un senso di confusione totale. Avete presente le palle piene d'acqua che si capovolgono per avere l'effetto neve? Ecco, immaginate che i protagonisti stiano dentro ad una di quelle palle, e che in questo capitolo, la palla sia stata sbattuta da me.
Spero di non avervi confuso né annoiato.
Nel prossimo capitolo Inuyasha parlerà con Kagome, e si scoprirà la ragione per cui quest'ultima ha deciso di partire, e cosa accadrà durante il viaggio.


Passiamo ai ringraziamenti: =) I miei adorati commentatori! Non sapete davvero quanto mi rendano felice i vostri pareri. ^^

 luca blight: Luca caro, sono contenta di averti entusiasmato in quel modo. Sei strano, sai? xD. Grazie mille per il commento, mi rende felice sapere che il tuo non manca mai :D

ryanforever: Ok, mi sono convinta! Metti via l'ascia U.U Scherzi a parte, sono sempre felice di leggere i tuoi commenti, si vede che segui questa ff con passione, e questo mi rende ultra felice!
Spero che questo strambo capitolo ti sia piaciuto, e ancora grazie. Un grazie grande grande.
Chu <3

morkia90: Sei sempre troppo gentile! Sono felice che si veda il mio impegno nello scrivere questa ff. ^^
P.S: Vedrai che prima o poi la vedrai la neve! Il prossimo inverno, se a Milano nevicherà ancora così tanto, ti invito a vederla XD. Ok?
Grazie mille per il commento. Un bacio!

 leleosana: Davvero li hai riletti per così tante volte? Musica per le mie orecchie!
Spero di non aver aggiornato troppo tardi, e che il capitolo ti sia piaciuto! Grazie mille per aver recensito. =)

 PazzaXinu: Che tenera che sei! Non sono riuscita a postare entro una settimana, però, l'ho fatto prima del solito. Prometto di accorciare ancora i tempi, ed essere più veloce! Ti ringrazio ancora per il sostegno, e spero vivamente che la storia continui a piacerti.
Al prossimo capitolo :P

 Bellatrix_Indomita: Oh cara ** sei stata gentilissima a lasciarmi un commento nonostante il tempo mancasse. Sono felice di avere una fan tanto fedele =).
Dunque, spero che ti sia piaciuto, e che abbia trovato il tempo per leggere.
Un bacione, e grazie dal profondo ^.^.

lellina: Wah, tranquilla cara, non c'è problema per il ritardo. Piuttosto, che romanzo stai leggendo? *Sono una personcina curiosa ù.ù* . Grazie mille per i complimenti, e per l'incoraggiamento. Spero di aver ripreso almeno un po' la mano. Lo spero vivamente.
Beh, ci sentiamo su msn. Un bacino.

Chamelion_: Quando ho letto il tuo commento, sono rimasta di sasso! Fa sempre molto piacere leggere delle belle recensioni, ma quando a lasciarle è un'autrice che piace, fa ancora più piacere! Essì, perchè io sono rimasta completamente rapita da tuo stile, mi piace davvero molto.
Sono veramente felice che tu abbia letto il mio lavoro, e ti ringrazio molto per aver lasciato un tuo giudizio.
P.S: Ho visto che hai aggiornato, appena posto corro a leggere. Anche se in ritardo -.-"

 Luca_sto: Lo ammetto Sto, quella frase era riferita a te xD Le tue poesie mi mandano a male, mi fanno sentire un piccolo sputo inutile. Vergognati!
E' un onore per me essere letta da te O.o. Grazie! Grazie! GRAZIE!



Ringrazio inoltre tutti i lettori, e coloro che hanno aggiunto, e continuano ad aggiungere "Burn" alle preferite, alle seguite ed ora anche alle ricordate. Sei gentilissimi tutti. Mi riempite di gioia.
Un bacione.


P.S: Sono stranamente sicura di me... Significa che questo capitolo in realtà fa schifo xD Spero di no.



Favole ;)

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Capitolo 18
*** Ciò che accade in tua assenza. [Prima parte] ***


Prima della partenza:

 

 

 

 

“Avrei potuto salvarla da un forte dolore, da una delusione profonda.

Mentire. Amarla. E poi mentire ancora, sino alla nausea.

Sarebbe bastato poco.

Solo un po’ di silenzio…”

 

-Dobbiamo parlare-

Kagome abbassò lo sguardo, e osservò il tessuto pregiato del vestito scuro che quella sera, aveva scelto con tanta cura. Ripensò al motivo di tanto impegno del conciarsi in quel modo, e si sentì avvampare improvvisamente.

Voleva sembrare bella, più sensuale del solito, per sedurlo per l’ennesima volta, e scrutare un fuoco ardente negli occhi del suo uomo. Aveva voglia di fare sesso con lui, di crogiolarsi nel piacevole aroma dell’amore carnale. Era del tutto normale, no?

C’era l’amore fra loro, era così evidente da destare panico nella sua mente. Non era nascosto, avevano entrambi confessato di provarlo, infondo a quel cumolo di macerie che si era sostituito a quelli che un tempo, erano i loro cuori.

Eppure, seduta al suo fianco, in una macchina che odorava di profumo maschile, sentendo la sua voce, aveva provato disagio, tanto che rimase immobile, per paura di poterlo sfiorare inavvertitamente.

-Si- Rispose, con immensa fatica. –Di lei.- Si scoprì inacidita nel pronunciare quelle due parole, sorpresa nell’aver scelto di non chiamarla per nome. Eppure, quando avevano parlato, non s’era sentita minacciata o infastidita.

Sospirò e porto la mano sul petto, tastando alla ricerca del ciondolo di suo fratello. Ebbe un senso di bizzarra beatitudine, non appena lo sentì sotto i polpastrelli.

-Già, di lei. E di… noi. – Puntualizzò Inuyasha, posando le braccia sul volante a mo di cuscino, per poi appoggiarci la testa, in cerca di calma. –E probabilmente anche di lui. Lui, non manca mai.-

Kagome abbandonò finalmente le sue gambe ricoperte dal vestito vistoso, e si voltò verso il suo interlocutore, stizzita.

-Koga, diamine! Chiamalo per nome…- Urlò, per poi guardare nuovamente altrove. –E poi lui che c’entra, ora?- Sussurrò questa volta, mordendosi le labbra.

Ci fu un lungo silenzio, caratterizzato dal fatto che entrambi, avrebbero voluto essere in qualsiasi posto, a costo di non rimanere li, rinchiusi in un ambiente angusto, obbligati a stare fin troppo vicini per i loro gusti, tanto da sentire i propri respiri.

Pensarono, tutti e due, che la cosa più assurda di tutte, fosse che fino a pochi giorni prima, soffrivano nello starsi lontani.

-Mi spiace…- Azzardò Inuyasha. –Koga non c’entra nulla ora. Sono io ad essere irritabile, un po’ per il mio stato fisico, e un po’ per quello che fra poco ti dirò- Confessò.

-Ok- Si limitò a rispondere l’altra.

-Che significa, “ok”?- S’irritò lui, sfiorandole il braccio per spingerla a girarsi.

Kagome scosse l’arto, liberandosi di quel tocco, visibilmente infastidita, spiazzandolo completamente.

-Cos’è… ora non vuoi nemmeno che ti tocchi?- Bisbigliò a denti stretti, ferito da ciò che era appena accaduto.

Lei non rispose, aprì la portiera dell’auto e ne uscì, dirigendosi verso il cancello di casa sua. Inuyasha nero di rabbia, la seguì a lunghi passi, per poi afferrarle nuovamente il braccio, questa volta con forza, e spingerla contro la cancellata.

-Ho qualcosa da dirti, e tu non fuggiarai!- Imprecò, scuro in volto.

Kagome boccheggiò per lo spavento e per il disagio causato da quella situazione. Si sentì invadere da un’angoscia che, aveva già conosciuto nei suoi primi incontri con il mezzo demone. Turbata tentò di trattenere invano le lacrime.

-Io non posso.- Mugolò fra i singhiozzi. –Non posso permetterti di distruggere ciò che siamo riusciti a rimettere insieme! –Strillò.

Le tornò in mente Himura Yoko, l’investigatrice privata che aveva assunto per indagare sulla vita passata di Koga. Ripensò alla decisione che aveva preso riguardo alla cartella contenente i risultati delle indagini. Aveva scelto di non sapere, di non affrontare il passato e di vivere in presente, per questo infondo, non voleva che Inuyasha parlasse.

Sentì il sangue scorrere di nuovo normalmente, e la presa allentarsi.

-Non posso più restare in silenzio, e credimi, vorrei tanto accontentarti, ma non posso. Prima o poi lo verresti a sapere, e sarebbe peggio, ed io non posso rischiare di perderti…-

-Non dire più niente… -Lo pregò, stringendo fra le mani la camicia bianca aggrappata.

Inuyasha le accarezzò i capelli, portandoli indietro.-Sei davvero bella stasera- Le sorrise. –Sei così bella, ed io sto per far piangere i tuoi occhi…- Si morse le labbra, la tensione gli aveva creato un groppo alla gola.

 

“Ancora un po’…

Vi prego, concedetemi dell’altro silenzio.”

 

 

-Quando Koga è morto, ho fatto l’amore con Ayame.-Lo disse in fretta, senza guardarla negli occhi, spaventato all’idea di poterla vedere spezzarsi. Avrebbe potuto vedere il modo in quei occhi castani, il modo e la distruzione d’esso. –L’abbiamo fatto più volte a dire il vero.-

Kagome non rispose, lo abbandonò lì, davanti a casa sua, senza più nulla di certo. Lui la lasciò andare, ma alzò lo sguardo alla sua finestra. Se ne andò soltanto quando vide la luce della sua camera spegnersi.

 

“Avrei voluto un solo istanti in più…”

 

.Burn.

Ciò che accade in tua assenza. [Prima parte]

 

 

 

 

-Potrebbe essere freddo, signorina- La voce gentile dell’ostetrica, accompagnata da uno smagliante, e rassicurante sorriso, la tranquillizzò. Fece un sospiro profondo e cercò lo sguardo d’orato del proprio amante. Estrapolò forza da quello sguardo che, fino a poco tempo prima, avrebbe descritto come ghiaccio puro, ma che da poco, sembrava essersi addolcito. Sorrise al suo demone, e ne cercò la mano, per poi stringerla forte nella propria, piccola e fragile.

Voltò il capo e sussurrò tremante: -Sono pronta.-

L’ostetrica  posò delicatamente la sonda sulla pancia poco sporgente, compiendo movimenti circolari.

-Guardate lo schermo. –Suggerì.

Così fecero i futuri genitori, e ne rimasero talmente sorpresi, che non parlarono per tutto il resto dell’ecografia.

-Il feto sembra stare bene, ma per il sesso, come immaginerete, è ancora troppo presto.- Li avvisò, ripulendo la pelle di Rin dal gel che poco prima aveva sparso per rendere possibile l’esame.

Uscirono dall’ospedale in completo silenzio, ognuno perso fra i proprio pensieri. Salirono in macchina, ma Sesshomaru non mise in moto, al contrario si voltò verso la ragazza, e la guardò attentamente.

-Hai preso una decisione? Perché se così fosse, mi piacerebbe essere informato…- Esclamò, trattenendo a sento il nervosismo.

Rin si guardò le mani unite in preghiera, e restò un attimo in silenzio.

 

Aveva deciso, lo aveva fatto la sera prima, quando sfilandosi il vestito leggero e fresco di acquisto, si era ritrovata a guardarsi la pancia, leggermente gonfia e stranamente attraente.

Era la prima volta che si osservava, fino a quel momento si era vietata ogni contatto con quell’argomento, ma quell’istante, sembrava essere stata attratta da una forza sconosciuta.

Quel magnetismo l’aveva spinta a poggiarci una mano su, per poi ritrarla velocemente. Aveva respirato profondamente, per poi ritentare, e rimanere sconvolta dal calore che il suo corpo riusciva ad emanare.

Senza interrompere quel contatto, si era stesa sul letto, e sbattendo le palpebre più e più volte, aveva lasciato che le lacrime scivolassero fino all’attaccatura dei capelli.

Poi aveva sorriso, e aveva pronunciato tre parole: “Il mio bambino

 

-.- Esclamò con decisione, alzando lo sguardo, sfidando quello severo prima, e preoccupato poi, di Sesshomaru . –Sarà difficile per entrambi, ma è quello che voglio, e mi piacerebbe che tu mi rimasse vicino, anche se ho deciso di non obbligarti a farlo. Voglio che sia tu a decidere se far parte, o meno della vita del  bambino.- Pronunciò le ultime parole in fretta, e arrossì, nel rendersi conto d’essere sembrata goffa ed imbranata nell’annunciare una notizia tanto importante.

Sesshomaru guardò avanti, e mise in moto l’auto. –Ci sarò…- Rispose sereno. –Andremo a vivere insieme, e cercherò di non farti pesare questa prematura esperienza. Sarà complicato, ma non impossibile.-

La ragazza sorrise appoggiando la testa al finestrino, perdendosi nelle immagini del mondo, che scorrevano veloci davanti ai suoi occhi. Sentì i muscoli rilassarsi per la liberazione da quel pesante fardello, e desiderò raggiungere casa in fretta, per gettarsi sul letto e addormentarsi stretta fra le braccia di Sesshomaru.

 

***

 

 

-Fuggire è da vigliacchi-Biascicò. –E’ davvero da vigliacchi. E anche un po’ da stronzi-

Ayame l’osservò sdraiarsi sul pavimento, alzare gli occhi al soffitto, e richiudere le palpebre, accecato dal bagliore del bianco troppo intenso. Lo ascoltò sussurrare frasi senza senso, miste ad odio e lacrime, ma non si mosse mai. Rimase immobile, spettatrice di un dolore che, doveva lasciare un corpo avvelenato ormai da giorni.

-Tu non credi, rossa?-Ridacchiò, rimettendosi seduto. –Non credi che lei sia una grandissima Pu…- Si interruppe, lasciando la stanza di corsa, barcollando di qua e di la, verso il bagno.

Ayame lo sentì rimettere. Pensò di essere terribilmente fuori posto, ma non si mosse ancora.

Attese per un ora il suo ritorno dal bagno, poi si sollevò, e camminò lenta alla sua ricerca. Lo trovò disteso per terra, boccheggiando e pallido in volto.

-Hai vomitato?-Gli chiese. In attesa di una risposta, afferrò un asciugamano, e lo passò sotto il rubinetto d’acqua aperto, inumidendolo.

-Mmh, si- Mugolò in risposta, cercando di sollevare il capo, invano, per un paio di volte, per poi arrendersi.

-Appoggia la testa sulle mie gambe- Gli ordinò, dopo essersi seduta al suo fianco. –Starai meglio…- Lo rassicurò, rinfrescandogli la fronte con l’asciugamano imbevuto d’acqua fresca. –Starai meglio, vedrai.-

Lo lasciò piangere.

 

Quando si risvegliò, la luce giallastra del bagnò gli sembrò estremamente luminosa, troppo luminosa. Sentì la testa dolore talmente forte, da obbligarlo a richiudere gli occhi.

Era intorpidito, e non gli fu difficile capirne il motivo. Era steso sul pavimento, e sicuramente vi era rimasto parecchie ore.

Lamentandosi riuscì a mettersi di lato, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso rilassato e assopito di Ayame. A quella visione, le domande cominciarono a sorgere repentine, quanto fastidiose.

Quanto aveva bevuto?Che cosa aveva detto da ubriaco? L’ultima però, era quella che lo preoccupava maggiormente, una vera piaga, come se non ce ne fossero già abbastanza.

Che diavolo aveva fatto?

Deglutì, profondamente turbato. Non ricordava una sola notte passata interamente a parlare con Ayame. Nemmeno una.

Loro non parlavano, loro producevano passione, e la passione non aveva nulla a che fare con le parole, purtroppo.

Con molta fatica riuscì ad alzarsi, e cercò di sgattaiolare silenziosamente fuori da quell’inferno piastrellato, con scarsi risultati. Difatti si schiantò contro ogni tipo d’ostacolo presente sulla sua via di fuga, barcollando tremendamente, ma senza mai guardarsi indietro, terrorizzato dall’idea di vederla svegliarsi.

Aprì il rubinetto della cucina e ci infilò sotto il viso, facendosi colpire dal forte getto, senza muovere un muscolo per la bassa temperatura dell’acqua. Poi, senza asciugarsi, guardò il calendario e sospirò.

-Due settimane senza di te.- Bisbigliò, sentendosi alquanto patetico.

-Non abbiamo fatto sesso, tranquillo- La voce delicata e ancora assonnata di Ayame giunse sino alle sue orecchi canine, dolce come la musica del più elegante dei carillon. Era una fantastica notizia quella, davvero fantastica.

-Abbiamo imparato a parlare?- Ironizzò.

-Affatto. Credo che qui, l’unica che debba imparare ad esprimersi verbalmente, sia io. Non hai nessunissima difficoltà nel farlo, tu-. Puntualizzò la rossa.

Inuyasha fece spallucce, allibito per quella rivelazione, e senza prenderla sul serio, si trascinò sino alla sala da pranzo, alla ricerca del suo cellulare. Negli ultimi cinque giorni Kagome aveva cominciato a scrivere, e questo lo rendeva meno triste, ma non abbastanza da fargli avere la forza di rispondere.

-Mmh, come sospettavo c’è posta per me-. Disse fra sé e sé.

 

<<  La fioritura di gente simile agli Dèi
Nell'aria ammutolita
Sembrerebbe strana
A un intruso
di una certa misura

ma questo è tutto ciò che ci resta
per guidarci
Adesso che lui se n'è andato
"Jim Morrison" >>

 

Strabuzzò gli occhi, incredulo.

-Ayame, potresti venire un istante qui?- Lechiese, incitandola a sbrigarsi.

La rossa obbedì.

-Wow!- Esclamò.

-Wow?- Le chiese ancora più stupito.- La conosci?-

-E’ stata Kagome ad inviartela?- Gli chiese, sospettosa.

-Si…- Le rispose. –Allora, la conosci?-

-Si-. Rispose, incupendosi all’improvviso. –E’ stata l’ultima lettera che Koga mi ha scritto.-

 

 

 

 

 

Emmh emmh. Ma ciao!

Si, sono imperdonabile, per questo non chiederò nemmeno scusa questa volta, tanto non servirebbe a nulla >.<. Dopo secoli, eccomi finalmente ad aggiornare questa ff che sicuramente ormai, miei poveri fans, avrete inserito nel dimenticatoio.

Ora però, passiamo subito alle spiegazione, perché questa volta ne ho parecchie da fare:

 

-Devo scusarmi per il casino che ho fatto con le scene che vengono prima della partenza, e con quelle che vengono dopo. Spero di non avervi confuso troppo. >-<

 

-La scena di Rin e Sesshomaru è strana. Mi sembra parecchio infantile e fuori posto, ma non sono riuscita a fare di meglio, davvero. Mi sono molto impegnata per quel piccolo pezzo dedicato a loro, ma non ne sono pienamente soddisfatta. Avevo pensato di non inserirla in questo capitolo, però ho pensato che sarebbe stato ingiusto non ritagliare un pezzo per loro. Insomma, ciò che sta succedendo è parecchio importante, no?

 

-La mail che Kagome manda ad Inuyasha, è la stessa che le arrivò anonimamente nel capitolo “Sangue”. Probabilmente non lo ricorderete, dato che è passato così tanto tempo, per questo ho deciso di ricordarvelo.

Di quella poesia, per ora posso dirvi che sarà parecchio importante per la storia.

 

Passiamo ora ai ringraziamenti =).

 

 leleosana: Grazie mille per il commento, mi rallegra il fatto che tu sia riuscita ad immedesimarti nei personaggi. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. =)

 

 ryanforever: Carissima! Il tuo commento mi ha fatto rendere conto di quanto sia in ritardo con l’aggiornamento… Mi hai lasciato gli auguri per pasqua [che fra l’altro ricambio, anche se ormai -.-“], questo significa che non è passata una vita, ma che ne sono passate due! Beh, che dirti, come vedi Rin e Sesshomaru hanno deciso di tenere il bambino.  ù.ù non avrei mai fatto abortire Rin, è troppo triste come decisione, non ce l’avrei mai fatta!

Ti ringrazio tanto per la gentilezza che hai di commentare sempre, sei davvero troppo buona! Un bacio =)

 

 morkia90: Grazie sia per il commento, che per il complimento, che per gli auguri XD. ^^

 

Chamelion_: Ok, quanto sarà difficile per me rispondere a questo commento senza rischiare di scoppiare a piangere? * Riprende fiato, l’assenza di virgole è voluta! XD * Tanto, sarà tanto difficile!

E’ il commento più completo che mi abbiano mai lasciato. Mi ha resa felice ogni cosa che hai scritto, persino le critiche! Ho percepito il tuo amore verso questa ff, e questo mi ha commossa. Hai esaminato il tutto in modo preciso e attento. Io, io… davvero non so come ringraziarti! Mi hai fatta sentire non so, importante forse.

Vorrei farti capire davvero quanto mi ha fatto piacere, ma non credo esistano parole.

Grazie, grazie davvero<3.

 

luca blight: Ok, ti dico solo che mi hai un po’ smontato per questo capitolo, per cui non ti meriti ringraziamenti ù.ù<3

 

Luca_sto: Emmh si, forse Ayame ha capito che autodistruggendosi, alla fine ci si ritrova sempre allo stesso punto. Eeee chissà quali discorsi XD Grazie per aver commentato Menta *-*

 

 sesshy_91: Mi spiace tanto per averti fatto aspettare così tanto >__< Sei davvero gentilissima a  seguirmi anche qui ^^ Spero che questa storia continuerà a piacerti!

 

 lellina: Evvia la mia “ff” dove non si capisce nulla, ma piace anche così! xP Questo è davvero un complimento U_U Ho il potere di ammaliare con il nonsense. Ma sono geniale! Nah, scherzo ^^.

Quello era il mio genere qualche anno fa, ora oscillo più su drammatico puro. >.<

Grazie mille per il commento!

 

 

 

 PazzaXinu: La quarta? O_O Ma veramente?! Ma… ma<3 Grazie, grazie e grazie!

 

 LaNana: Ti sei svegliata con l’ansia di leggere? *___* queste sono le cose che fanno gongolare un’autrice come me! Mi spiace tanto di averti fatto attendere così tanto >___<

 

 

Ci tengo inoltre a ringraziare:

 

1 - claustrophobic
2 - debs96
3 - GioRock
4 - Liby_chan
5 - Minou90
6 - Sandro ecb
7 - sardonica
8 - sophia90  
9 - tenshifly

 

Per averla inserita fra le “storie da ricordare”

 

vampirella94

vale_chan79

lellina

icetta_tigrotta8

elie84

sesshy_91

kittyna1990

attenomis

Sandro ecb

 mariza90

 

Per averla inserita fra le preferite [Sono state le ultime, ovviamente mille grazie soprattutto a chi l’ha inserita da tempo!. Le sto segnalando perché con le ultime opzioni che sono state aggiunte nel sito, ora mi è più semplice vedere chi sono le ultime persone che la inseriscono]

 

E infine:

 

pazzerella_92

 Liby_chan .

 LaNana

 vampirella94

 Niis

Marquise

Minou90

aquizziana

manga_girl

 

Per averla inserita alle seguiete. [Anche qui, stesso discorso di sopra.]

 

Grazie anche a chi legge soltanto.

Un bacio, Favole.

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Capitolo 19
*** Ciò che accade in tua assenza [ Seconda Parte. ] ***


Capitolo nuovo finitooo!
.Burn.
Ciò che accade in tua assenza [Seconda Parte]




-L'ultima lettera di Koga?-Chiese incredulo, riportando lo sguardo sulle parole di quella mail che mai, avrebbe desiderato ricevere. Erano sue notizie, anche se non diceva nulla di ciò che stava facendo, né di come si sentisse, erano notizie. Era viva, anche se lo sapeva, stava cominciando a non darlo così tanto per scontato. Negli ultimi anni aveva imparato che la morte arrivava sempre all'improvviso. Un'istante il cuore batte, mentre quello dopo, il torace smette di gonfiarsi e sgonfiarsi, privo di ogni respiro.
Se Kagome non era davanti ai suoi occhi, poteva anche essere morta. Avrebbe potuto cessare di vivere in ogni istante.
Quando arrivava qualcosa di suo, lei era viva. Pur tuttavia, non poteva rallegrarsi per quella mail, almeno non del tutto. Come avrebbe mai potuto?
Koga sembrava essere ovunque.
-Si, Koga mi scriveva spesso delle lettere. Spesso erano i suoi pensieri quelli impressi sulla carta, a volte erano sfarzi di vita altrui...-Rispose, chinando la testa, cercando di nascondere l'espressione triste insidiata nell'iridi chiare.
-La sua ultima lettera, è stata quella poesia...-Ripeté, dandogli le spalle.
Inuyasha sbuffò, e si lasciò scivolare sul pavimento. Il calore estivo lo imprigionò in una devastante, quanto fastidiosa spossatezza.
-Ayame...- La chiamò per nome, senza però ottenere la sua attenzione. Lo aveva sentito, si, ma non aveva alcuna intenzione di guardarlo negli occhi, non mentre i suoi sentimenti erano chiaramente stati messi a nudo. -Tu mi odi?- Le domandò, spiazzandola completamente.
La rossa trattenne il respiro, cercando di sigillare i propri sentimenti, e si mise a sedere al suo fianco.
L'aveva mai odiato?
Si, lo aveva odiato.
Tuttavia non aveva dato peso a quel sentimento, la tristezza aveva ricoperto tutto in quei due anni, tutto.
Sentì la sua mano tremare, e cercando conforto, la posò su quella gelida del mezzo demone. Non rispose alla domanda.
-Non ho mai smesso di chiedermi cosa sarebbe successo se, quella notte, invece di mandarlo via, l'avessi tenuto con me.-Sussurrò, stringendo più forte la mano della ragazza, sempre più scossa dai tremori.
-Era al limite Inuyasha, tu non gli hai dato la droga, e lui è uscito per procurarsela... Tu non hai alcuna colpa...-Rispose, senza essere completamente convinta di ciò che stava uscendo dalle sue labbra carnose.
Il mezzo demone si alzò. -Ho bisogno di bere. Vuoi della birra?-Le chiese, sembrando più disperato di quando cercava di dare a vedere.
Ayame annuì, per poi chiudere gli occhi e ascoltare i suoi passi allontanarsi. Era incredibile. Era assurdo. Uscire da quel vortice di ricordi, era impossibile. Ogni sforzo sembrava vano, tutto tornava indietro, come a voler ricordare che nulla poteva essere accantonato di quella storia, almeno finché non si fosse trovato un tassello mancante, quello che nessuno di loro riusciva a vedere.
Inuyasha tornò con due bottiglie, già stappate, e senza perdere tempo, si rimise seduto al suo fianco, allungandole la bevanda che bel presto, sarebbe diventata sinonimo di serenità.
Rimasero in silenzio per parecchio tempo, ascoltando soltanto il poco piacevole rumore provocato dai sorsi, poi Ayame trasse un profondo respiro, e il mezzo demone la guardò in faccia, cercando di capire cosa le stesse passando per la testa.
Sembrarono essersi dimenticati della mail.
La rossa finì il liquido amaro in un sorso, e ripose sul fianco libero la bottiglia vuota.
-Ultimamente sono tormentata da un'idea folle. E' come un tarlo nella mia testa, per quanto provi a scacciarla, quella si insinua più a fondo.-Cercò lo sguardo di Inuyasha, e si liberò dalla stretta della sua mano, per poi accarezzargli il dorso, dolcemente. Ayame si sentiva rassicurata dal contatto fisico, soprattutto quando doveva confessare qualcosa di difficile da dire. Era come un aggrapparsi disperatamente all'altra persona, per sentirsi meno sola. Compresa, almeno un pochino.
Inuyasha reagì a quel contatto, e quasi desiderò approfondirlo, accogliendola fra le sue braccia, per poi cingerle energicamente i fianchi, ma rimase immobile, poiché il pensiero di Kagome, fece capolino nella sua mente non appena qui pensieri s'erano fatti avanti.
Cercare conforto nel corpo di un'altra donna, non era una soluzione, neppure se la donna in questione, avesse la capacità innata di far dimenticare ogni pensiero negativo con un semplice movimento del bacino.
Si sentì in imbarazzo per quel pensiero, e si spostò, sottraendosi a quel gentile tocco disperato.
Ayame sussultò, e tornò a guardare dritto davanti a se, stringendosi le gambe al petto.
-Parlami di questo pensiero-Le disse, con un tono talmente duro da sembrare un ordine. La rossa si sentì invadere da un forte imbarazzo, e senza farsi notare, si allontanò di qualche centimetro, per evitare di poterlo toccare accidentalmente.
-E' così difficile da dire...-Sussurrò.-Forse perché infondo, non voglio nemmeno crederci- Continuò, diventando terribilmente seria.
Inuyasha si rese conto della situazione, e si preparò ad incassare un nuovo, duro colpo. -Maledizione, parla!-Inveì.
La rossa tremò.
-Hai mai pensato che... potrebbe essersi suicidato?-Pronunciò le ultime parole velocemente, guardando il suo interlocutore dritto negli occhi, pronta a scrutare ogni sua palpitazione o sussulto.
Lo vide alzarsi, e camminare nervosamente per tutto il perimetro della stanza. Si portò le mani sopra alle testa, e rise nervosamente. Affondò le dita fra i capelli argentei, e graffiò la cute, muovendo il capo in segno di diniego. Non poteva credere a quello che Ayame aveva osato dire.
Rise, e poi rise ancora. Di gusto, senza riuscire a fermarsi. Rise, innervosito rise, sino a sentire dolore all'addome.
-Che cazzo stai dicendo?-Ringhiò precipitandosi verso Ayame, che spontaneamente sussultò, alzandosi in piedi ed indietreggiando sino a ritrovarsi spalle al muro.
La guardò stupefatto.-Che cazzo dici?- Disse ancora.
-Pensaci, Inuyasha! Da quanto tempo si drogava? Da mesi ormai... Non avrebbe mai sbagliato la dose, non le avrebbe mai presa troppa. Lui sapeva che sarebbe successo, sapeva che sarebbe stata letale!-Urlò lei, difendendo il concetto espresso poco prima.
Inuyasha si sentì improvvisamente la testa pesante, mentre un forte senso di nausea lo costrinse a ripiegarsi su se stesso.
-Da quanto?-Biascicò, cercando di mantenere una posizione eretta, minacciando la rossa con lo sguardo.-Da quanto?!-Urlò a pochi centimetri dal suo volto.
-Da quanto cosa?!-Rispose lei, alzando altrettanto la voce.
Inuyasha ringhiò furiosamente. -Da quanto ci pensi? Non mi sembra un pensiero improvviso questo, e nemmeno tanto insicuro. Ne sei convinta, vero? Da quanto?! RISPONDIMI!- Le afferrò le spalle, strattonandola violentemente.
Lei chiuse gli occhi, e quando li riaprì, tutto era appannato dalle lacrime che avevano preso a scivolarle sugli zigomi, copiose e salate. Aveva paura, non riusciva a capire per quale motivo Inuyasha stesse reagendo a quel modo.
Si morse il labbro, e irrigidendosi, trovò il coraggio di rispondere: -Ci penso da quella notte in cui hai fatto l'amore con Kagome. Da quella vostra prima notte.-Chiuse gli occhi.
Il mezzo demone la lasciò andare, scivolando nuovamente sul pavimento, questa volta si distese.
-Perché proprio quella notte?- Le domandò, sfinito da una furia che l'altra non aveva capito, ma a cui lui sapeva dare un nome.
Ayame si asciugò le lacrime, e tremò, indecisa se pronunciare o meno le parole che con tanta fatica, si era curata di trattenere, e ripromessa di non pronunciare mai.
Si guardò intorno, e a passo deciso si diresse verso la porta. Non poteva parlare. Non poteva restare in quella stanza, non senza impazzire.
-Ti prego...- Quella voce la trattenne. Era chiaramente spezzata da qualcosa, qualcosa di veramente opprimente. -Ho bisogno di sapere. Mi sembra di essere legato ad una giostra impazzita. Non riesco a vedere più nulla con chiarezza. Se quello che dici è vero, se Koga si fosse realmente suicidato, la colpa di tutto sarebbe soltanto mia.-
La ragazza si congelò. Posò i palmi sul legno della porta, e poi ci posò la fronte. Ogni centimetro del suo corpo tremava terribilmente, non ci sarebbe stato nulla in quel lunghissimo istante, capace di calmarla. Nulla.
-Come puoi darti la colpa di tutto, con così tanta facilità?- Gli chiese, incredula.
Inuyasha abbandonò il suo sguardo dietro le palpebre, e si gustò un po' di oscurità. Non era difficile per lui incolparsi di tutto, lo aveva fatto per così tanto tempo che ormai, non ricordava più come ci si sentisse privi di ogni senso di colpa.
-E' semplice, perché la colpa è mia, e mia soltanto. Sono stato accecato dall'odio per il tradimento subito, e l'ho mandato a morire...-Sussurrò, morendosi le labbra, cercando di catturare le stesse parole che poco prima, era sicuro fosse giusto pronunciare.
-Ora ti prego, dimmi il perché-La implorò nuovamente, continuando a tenere gli occhi chiusi.
-Quella notte, seduta al tuo fianco davanti alla porta della tua camera, mentre l'odore di Kagome impregnava l'aria che ci circondava, mentre i nostri corpi respiravano vicini, senza proferire parola, io ho provato un sentimento intenso.-Sentì le lacrime solcarle nuovamente il viso. -Ho provato invidia, o meglio gelosia. Mi sono sentita tradita anche da te, che non sei nulla per me. Nel mio cuore, ti avevo posseduto, e in quel momento il bruciante desiderio di averti ancora, mi ha resa tremendamente gelosa.-
Inuyasha spalancò gli occhi, incredulo. Con un repentino movimento, si mise in piedi, e le si avvicinò a passo lento.
-Koga era molto empatico, e quando ti ha confessato quello che aveva fatto, deve aver scorto tutto l'odio che celavi, oltre a quello che hai dimostrato. Ha sentito il tuo dolore, la tua disperazione... la tua gelosia, che prematuramente aveva cominciato a corroderti dentro.-
-E con questo? Non riesco a capirti.-
-Sapendo quanto è doloro quel sentimento, sono sicura che Koga si sia sentito profondamente in colpa. Sapeva che avrebbe ritrovato quei sentimenti in me, e che sarebbero rimasti, giorno dopo giorno. Lui non poteva sopportalo.-
Inuyasha le si avvicinò, e senza pensare a nulla, catturò il suo braccio e l'attirò a se, premendola contro il proprio petto. Con una mano le accarezzò la schiena, mentre l'altra affondò fra i capelli rossi e ribelli.
-Mi dispiace...- Biascicò fra le lacrime. -Mi dispiace di non averlo fermato-


Ore dopo, Ayame lo lasciò solo. Si sentì quasi sollevato all'idea di potersi godere un po' di tempo da solo, ne aveva bisogno.
Avrebbe potuto mettersi a letto, andare a dormire presto lo avrebbe aiutato. Tuttavia il desiderio di avere notizie di Kagome, lo spinse ad accendere il pc, con la speranza di trovare altre E-mail.
Effettuò il login, e con grande sorpresa, constatò di avere posta in arrivo.
Era lei.

<<
Caro Inuyasha,

In questo momento il tuo odio nei miei confronti deve essere fastidioso da sopportare, e probabilmente, profondamente doloroso. Ecco, mi dispiace. So che stai soffrendo, lo so perché sono sicura che a questo mondo, ci siano soltanto due donne a conoscerti perfettamente, ed una di queste, sono senza alcun dubbio io.
Per quanto sia afflitta dai più atroci sensi di colpa, non è per questo che ho scelto di scriverti. Non è per mettere a tacere la mia coscienza quasi morta, né per chiederti scusa.
Qui, in Italia, ho molto tempo libero. Veramente troppo. Tanto da farmi perdere la testa. Non riesco a fare a meno di pensare, le riflessioni mi rincorrono; Vogliono divorarmi. Per quanto sia folle, non riesco a liberarmi dal peso dei miei ultimi due anni di vita.
Leggendo queste parole, ti renderai conto che sto mettendo fine al nostro patto. Io non posso andare avanti, poiché farlo, per me significherebbe sfuggire nuovamente alla mia vita, al mio passato... ai miei ricordi. Per vivere il mio futuro, per andare veramente avanti, devo comprendere il mio presente, e curare il mio passato.
Vorrei scriverti che ho riflettuto molto prima di partire, ma non è così. E' stata una decisione improvvisa, un correre verso l'aria dopo essere stata soffocata da qualcosa che nemmeno io conosco.
Avevo deciso di non giustificarmi, anche perché sono sicura che non capirai, però ho bisogno di farlo.

Ho bisogno di sapere se ci sarai, se sto combattendo per un reale motivo...


Ti amo. >>
 

<< Rispondi. >>
Rispondi?
Si!

<< Ti amo anch'io. Quando tornerai, ti amerò ancora. >>








Ok, lo ammetto. E' un capitolo strano, ma mi piace. Si, stranamente, mi piace. Anche se è corto >.<
Non credo che ci siano note da dover scrivere, per cui passo ai ringraziamenti!




Bellatrix_Indomita: Ciao cara! Non preoccuparti affatto dello scorso capitolo, non è importante commentare anche quello! Mi basta che tu l'abbia letto =). Sei sempre troppo gentile con me. Ti ringrazio tanto per i complimenti!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacio!

 icetta_tigrotta8: Già, sono tornata :). Grazie per aver recensito, e per non aver trovato banale la scena fra Rin e Sesshomaru. Per Kagome mi dispiace, dovrai aspettare ancora un po', ma tranquilla, nemmeno più di tanto. Grazie davvero, alla prossima!

ryanforever: Non viene messa nel dimenticatoio perché ho della fans come te, che continuano a seguirmi e a commentare con gentilezza! *L'autrice gongola*.
Per la poesia, tranquilla, è ovvio che non la ricordassi. Sono passati così tanti mesi da quando ho postato quel capitolo che, sarebbe stato davvero da record se te ne fossi ricordata xD. In questo capitolo ancora non svelo il motivo per cui Kagome manda quel messaggio ad Inuyasha, ma molto presto lo farò! :).
Grazie ancora, e al prossimo capitolo! Kiss.

 luca blight: Dopo aver spoilerato cose che non dovresti nemmeno sapere, ho deciso di non ringraziarti ù.ù. Scherzo dai, però sei il solito idiota!<3

 sesshy_91; Anche io sclero in quel modo quando vedo una ff che seguo in cima alla lista, ma mai avrei immaginato che qualcuno possa fare lo stesso con le mie storie. *_* è magnifico!
Ti ringrazio molto per i complimenti. Migliore autrice sul campo? *La Marti si scioglie e diventa acqua* Io gongolo facilmente quando qualcuno mi fa di questi complimenti U.U Grazie davvero.
Al prossimo capitolo.
^^

LaNana: Troppo buona a perdonare il mio ritardo!
Effettivamente i personaggi di questa ff, non solo sono OOC, sono ESTREMAMENTE OOC.
L'hai letto tre volte di seguito? O.o ma poverina! Non ti fare così tanto del male >.<.
Al prossimo capitolo *__*.


 lellina: Ciao! Questa volta ho cercato di aggiornare un po' più velocemente. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie tanto per aver letto e recensito. Grazie davvero tanto.

 fmi89: Ciao, non ti preoccupare per i commenti dei capitoli precedenti. Non c'è alcun problema! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto.
=)

 PazzaXinu: Eheh grazie mille! *__* Spero che troverai fantastico anche questo xD

Luca_sto: Stoooo non ci siamo neanche salutati ç_____ç. Va beh, delirio a parte, quella è una poesia! E' una delle tante splendide poesie di Jim Morrison. La gente conosce solo le citazioni, ma le poesie meritano di più.
Ho capito per quale motivo mi odi per quella frase XD. Scusa >.<

 pillo; Ed ecco l'apice del gongolamento ( ? ) dell'autrice. Non sai quanto ti vorrei ringraziare per questo commento, per il fatto che ti sei presa la briga di leggerti tutti i capitoli insieme, per aver preso in considerazione di leggere questa ff ! Io vorrei lanciarmi contro di te e riempirti di baci xD Però credo che ti terrizzerei, per cui mi limito a dirti infinitamentegrazieperaverlettoquestastupidafanfiction! *_*
Bacio<3


 

Grazie anche:


A chi ha inserito "Burn" alle storie da ricordare: [ 10 in tutto ]

Elawen Aeglos


A chi ha inserito "Burn" ai preferiti: [ 59 in tutto]

Selena Moon

MikoKagome96

shairah

Ally_thefox_

pillo

A chi ha inserito "Burn" alle seguite: [ 60 in tutto ]

KissIccAkisS

gogaua

maylea85

kaggy95

pillo

E ovviamente alle solite, magnifiche, persone che leggono.

Grazie davvero!
Favole.

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Capitolo 20
*** Malinconica. ***


Come delicati cristalli, mi distruggo nella tua stretta.

Amabile dolore.

 

 

.Burn.

Malinconica.

 

 

 

 

 

<< Ti ho mai parlato della mia infanzia, Inuyasha?

No, non credo di averlo mai fatto. Almeno, non in modo profondo. Con la solitudine di questo viaggio, ho cominciato a provarne la voglia. Vorrei sfiorare le tue mani, distogliere lo sguardo dal tuo, e raccontarti qualcosa. Qualcosa di importante, che rimanga impresso nella tua memoria.

Farti avere l’impressione di conoscermi da sempre, così da poter entrare dentro di te, e non uscirne più.

 

Ti ho mai parlato di me, di me davvero?

 

P.S: Presto sarò di ritorno.

Kagome. >>

 

Respirò a fondo.

La carta della lettera era un contatto fastidioso. Seppur per un secondo, gli sembrò che i polpastrelli prendessero fuoco. Aprì i palmi, e la osservò oscillare nell’aria, sino a toccare terra, mortalmente silenziosa. Dall’alto guardò le parole confondersi fra loro, dando vita ad un fiume d’inchiostro nero, ci annegò dentro.

Si voltò, e lentamente raggiunse l’unica salvezza che aveva imparato a conoscere. Il sonno era l’unico rimedio.

Posò il capo sul cuscino, e raggiunto da un brivido, fu spinto a coprirsi.

-Sta arrivando l’autunno.-

 

 

-Mmh, quindi è in questo stato da ieri pomeriggio?- Chiese, guardando con estremo interesse, e con aria quasi divertita il mezzo demone. Era da tempo che non lo vedeva così, completamente inerme ed esposto al mondo. Trasparente.

-Sì, da ieri.- Le rispose Miroku, riuscendo a malapena a trattenersi dal ridere. –Secondo te, quanto tempo è passato dall’ultima volta che si è lavato?-Domandò, sollevando il sopracciglio destro, lasciandosi sfuggire una smorfia di disgusto.

Ayame lo fulminò non lo sguardo.

-Ti preoccupi di questo? Insomma, sono qui da una quindicina di minuti, e non l’ho ancora visto sbattere le palpebre. Non è normale, no di certo.- Esclamò, mordendosi le labbra alla ricerca di una qualsiasi soluzione.

-Certo che me ne preoccupo! Kagome sta per tornare, e certamente questo non è il modo migliore di presentarsi, e dato che non siamo a conoscenza della data precisa in cui tornerà, è di vitale importanza renderlo presentabile!-

La rossa si morse il labbro e si avvicinò ad Inuyasha. Si mise a sedere al suo fianco, e dopo aver tirato un profondo sospiro, gli scostò i capelli dalla fronte. Fu un gesto delicato, simile a quello di una madre con il proprio bambino.

Lasciò scorrere le dita sulla sua pelle, sino ad arrivare a cingergli le spalle, attirandolo lentamente a se stessa.

Inuyasha socchiuse le palpebre.

-Hai paura?- Gli sussurrò, continuando ad accarezzarlo.

-Sì…- Rispose, arrendevolmente.

-Di… cosa?- Domandò insicura, consapevole del fatto che con quella domanda, aveva preteso di scavare dentro di lui, senza nessun freno. Alzò lo sguardo, ed incrociando quello cobalto di Miroku, si sentì quasi in colpa nel pregarlo di andarsene.

Non ci furono parole fra i due. In un attimo rimasero soli.

Lei, ed Inuyasha. Di nuovo.

-Puoi parlare liberamente ora…- Lo rassicurò, mantenendo un tono pacato.

-Il tempo cambia tutto…- Biascicò lui. Si sentì strano nel parlare, percepì una sensazione di vuoto simile a quella che si prova nei sogni, quando il terreno sotto i piedi si spalanca, e la caduta libera continua sino al momento del risveglio.

-Non sempre.- Gli rispose, senza troppa convinzione.

Rimasero in silenzio, tanto da sentire le prime gocce di pioggia sbattere contro il vetro.

Inuyasha si sottrasse al caldo contatto della rossa, e la guardò in viso. Era così rassicurante da sembrare finta.

 Ayame era una bambola. Gli occhi di vetro esprimevano tutto, eppure non spiegavano niente. Era impenetrabile, eppure di natura fragile. La porcellana si frantuma, per questa ragione è difficile toccarla con tranquillità. E’ preferibile avere a che fare con qualcosa di solido, capace di durare nel tempo, senza subire rotture.

Per Inuyasha, Ayame era una bambola situata su di un divano bianco, in una stanza vuota. Guardarla, lo riempiva di inquietudine, eppure gli era quasi impossibile distogliere lo sguardo da qualcosa di così affascinante.

Era spaventosa e rassicurante allo stesso tempo.

-Anche tu lo sai, il tempo cambia tutto. Ed io non mi fido neanche della mia ombra.- Pronunciò quelle parole con rabbia, un attimo prima di alzarsi, per raggiungere la finestra e guardarci attraverso. – L’autunno avanza. L’ultima volta che l’ho baciata, il calore era così forte da sembrare insopportabile.- Abbassò il tono della voce, arrivando quasi a sussurrare.

-Il tempo passa, ma lei torna per te.- Gli rispose, sapendo di mentire.

-Cazzate. Perché è dovuto fuggire?- Strinse i pugni, la rabbia esplodeva all’interno di quelle parole.

-A volte la fuga è l’unico modo. Non si può spiegare.- Questa volta fu sincera. Poteva capire.

-Tornare non basta, non sempre.- Era rassegnazione.

Era una grande verità.

 

 

 

Sentì le gambe tremare, ma non si fermò.

Era di ritorno, e non c’era niente di più piacevole per lei. Nonostante il nervosismo continuasse a tormentarla, pungente come uno spillo, il calore che riempiva il suo corpo, le permetteva di camminare in fretta, manifestandosi appena sulle gote, con un tenue rossore.

Con il cuore in gola, attraversò il corridoio, impaziente di attraversare le porte in vetro, quelle che la dividevano da lui. Arrivò in fretta, ma non lo trovò. Lui non era lì.

-Sango?- Si lasciò scappare incredula, quando l’amica le sorrise, sfiorandole poi il braccio, in gesto di conforto.

-Hai fatto buon viaggio?-Le domandò, con la solita dolcezza di sempre.

-Sì.- Rispose secca.

Raggiunsero la macchina in pochi minuti, permanendo in un silenzio più che imbarazzante, carico di parole che entrambe potevano cogliere. Non ci sarebbe stato nulla di importante da dire, non mentre una certezza si sgretolava miseramente.

Fu un silenzio talmente lungo da confonderla, e quando decise di riprendere parola, si sentì quasi stordita da tutto quel riflettere, a cui purtroppo non era riuscita ad opporre resistenza.

-Lui dov’è?- Chiese senza voltarsi, con il gomito poggiato alla portiera dell’auto e la mano a sfiorare le labbra. Il suo della sua voce uscì distorto. Non smise mai di guardare la strada.

-Ha bisogno di tempo.- Era la verità, ma la ragione non sempre ci mantiene calmi.

Sentì che i polpastrelli stavano cominciando a raffreddarsi, era nervosa. Tuttavia, tacque.

Era notte, si sentì sollevata al pensiero di non dover affrontare i suoi genitori. Arrivata a destinazione, ringraziò Sango, e pagò il taxi.

Il suo cuore si fermò, quando l’esile figura femminile posta davanti a casa sua invase il suo campo visivo, ma con finta tranquillità infilò la chiave nel chiavistello, cercando di ignorarla.

-Mi sfuggi?-La sentì sussurrare.

Ebbe un fremito.

-Ci provo.- Confessò, con tutta sincerità.

-Non devi.- Cercò di convincerla.

-Perché mai?- La sfidò.

-Perché anche lui ha il diritto di prendersi del tempo, non credi?- Fu quasi aggressiva nel dirlo.

Kagome alzò lo sguardo, e il rosso dei capelli dell’altra, la fecero vacillare. Era improvvisamente piccola, fragile ed incapace di muovere un solo passo.

-Aveva detto che mi amava, e che mi avrebbe amata anche una volta tornata.- Non riuscì a dire altro.

Era una grande verità.









Ok, è stato un parto finire questo capitolo… E’ un intermezzo, forse. Non lo so nemmeno io.

Non doveva essere lui, il famoso ventesimo. Proprio no, ma non ho potuto fare altro. Difatti questo capitolo doveva essere una shot legata alla ff, però poi ho pensato che avrei fatto un enorme casino, quindi, eccolo qui. Mi scuso per lo stile, è completamente diverso da quello del capitolo precedente. Ho giocato sui dialoghi. Potrebbero sembrare patetici, insensati e inutili, tuttavia io li trovo necessari. Per quanto mi innervosisca, continuo a cambiare modo di scrivere. >.<

 

Questo capitolo mi piace e non mi piace, tuttavia ho deciso di postarlo senza modificarlo in nessun modo. Probabilmente ho messo più sentimenti in questo capitolo, che in tutto ciò che io abbia pubblicato su Efp in un anno. Potrà non piacere questa cosa, perché sono assolutamente sicura che si sia notata una certa diversità dal resto della storia, però non posso farci niente, oltre a sentirmi dispiaciuta.

Molto presto correggerò tutta la ff, compreso questo capitolo.

 

Non so quando finirò “Burn”, non lo so davvero… ma so che è quasi alla fine, e che la terminerò per due ragioni:

L’ho amata, l’amo e sempre l’amerò.

E’ stata inserita fra le scelte, e in rispetto a chi ha permesso ciò, e alle persone che l’hanno sempre seguita, donerò un finale.

Non me la sento di ringraziare uno ad uno per un motivo ben preciso, quindi scusate se non lo faccio. Mi rifarò al prossimo aggiornamento, promesso.<3
Un grande bacio a chi continua a seguirmi, siete così gentili da farmi sentire un pochino brava =)

 

 

 

Favole.

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Capitolo 21
*** Ciò che può far male. ***


.Burn.

Ciò che può far male.

 

La sua più grande occupazione in quel periodo, era dormire. Era rimasta sorpresa nel constatare che sia possibile addormentarsi nonostante la totale mancanza di sonno o stanchezza. Le bastava il buio, e quel silenzio che tanto, aveva sempre intorno. Non una voce. Nessuna notizia.

I suoi giorni erano diventati così, un concentrato di nulla e dolore. Silenzioso, mai manifestato apertamente. Qualche lacrima nel mezzo, ma rigorosamente in privato, lontano dagli occhi di chiunque.

Soltanto le ore trascorse a scuola andavano diversamente. Forse erano la sua salvezza.

Inuyasha sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Aveva smesso persino di sperare di incontrarlo, di certo era meglio non dover incontrare il suo sguardo. Così avrebbe potuto fingere che non esistesse, che nulla fosse successo.

Stizzita si rivoltò sotto le coperte, sino a mettersi a pancia in giù. Era la sua posizione, con quella non poteva non prendere sonno. Chiuse gli occhi e provò a concentrarsi su pensieri oscuri, sperando di giungere a non averne alcuno.

La pioggia la distrasse ancora. Era impossibile fingere di non sentire quel ticchettio insistente contro il vetro.

Era forte, e tremendamente penetrante.

Socchiuse le labbra, e sentendole screpolate, le inumidì con la lingua.

-Questo significa amare, aspettare senza sapere se si otterrà qualcosa?- Biascicò, girandosi su un fianco, a occhi chiusi.

Quando la porta cigolò, e dei passi infransero quel silenzio, reso difettoso dallo scrosciare della pioggia, spalancò le palpebre, mostrando le iridi alla penombra. Sospirò.

-Pensavo ti fossi rassegnata. - Esclamò, a voce bassa. Sentì il peso del corpo della sua ospite sul materasso, e il calore del corpo lottare contro il lenzuolo, unica separazione fra loro. Si raggomitolò violentemente su se stessa, cercando di sfuggire al più piccolo e possibile contatto.

Rimase silente, in attesa di una risposta.

-Non puoi continuare a buttarti via, Kagome.- Cercò di confortarla, mantenendo comunque un tono pacato.

Quella tranquillità la irritò terribilmente.

-Và via… Non vedo la ragione per cui tu debba preoccuparti per me, Ayame. – Si morse il labbro, tentando di lasciar trasparire solo in parte il disgusto che stava provando. –Insomma, hai ottenuto ciò che volevi, no?-.

Dentro il suo cuore stavano vorticando emozioni così marce, che si sentì male. Avrebbe voluto estirparle dal suo torace, gettarle sul pavimento e osservarle deteriorarsi. Non era da lei provare odio. Non era da lei lasciarsi distruggere così da un pensiero, forse folle.

La gelosia era dentro le sue mani, che svelte scostarono le coperte, esponendola agli occhi di quella che in quell’istante, poteva dirsi sua nemica. Tremò di rabbia, e pregò che la ragione rimanesse saldamente serrata al suo cervello.

Avrebbe voluto essere molto più razionale, sicura nel ciò che aveva da dire. Quel turbamento continuo invece, non faceva altro che farla vacillare.

Avrebbe voluto pregare che lui tornasse, e allo stesso tempo, avrebbe voluto allontanarlo, per sempre. Con parole dure.

Tradendolo, ferendolo nel profondo.

E avrebbe voluto che lei sparisse. Lei che aveva avuto il coraggio di parlarle, di comportarsi da amica. Fanculo. Avrebbe voluto urlare.

-Lui è tuo. Scopatelo. Consuma la sua pelle, disseta le sue labbra. E’ tutto ciò di cui ha bisogno, un corpo caldo in cui rifugiarsi, per rinnegare la sua incompletezza, e riempire il vuoto che, lui stesso si è creato, drogandosi…- Fece una pausa, credendo quasi di morire per il forte batticuore. –Lasciando che mio fratello si drogasse… Ha avuto lui, e ora ha anche me. Sono legata a lui in modo indissolubile, e non posso fare a meno di questo fottuto legame.

Io sono fottuta.

Lui si fotterà te.

Quindi insomma, siamo tutti un po’ fottuti!- Strillò, ormai del tutto priva di controllo. Si sentì andare a fuoco. Era brava lei a bruciare, a far sì che la sua pelle rodesse così tanto da sembrarle insopportabile e nociva, invece che una preziosa protezione.

La rossa non aprì bocca, si alzò e corse via.

Era troppo. Anche per lei.

 

 

Lasciò che la pioggia se infilasse fra i suoi vestiti. I pizzi che le ricoprivano il seno si fecero aderenti, quasi a mischiarsi alla sua pelle. Camminava lentamente, ma il fiatone quasi le impediva di respirare.

Lacrime. A rendere la vista quasi impossibile.

Koga. In ogni goccia.

Mancanza.

E’ possibile sostituire qualcuno che è morto?

Il senso di colpa la stava attanagliando. Non avrebbe mai voluto ferirla, non lei. Kagome era l’unica a poter capire il suo dolore, la sua perdita. L’unica persona al mondo che non avrebbe voluto ferire. Quella che avrebbe stretto fra le braccia, e avrebbe consolato senza esitazione.

Eppure… Aveva un bisogno ben preciso. E niente, niente avrebbe potuto sostituire quel bisogno.

Se ne vergognò, e quasi sentì il corpo abbandonarla. Barcollò, sino a trovare sostegno ad una cancellata. Aveva camminato a lungo, senza rendersene conto. Ed era lì, nell’unico posto, dove avrebbe trovato pace.

Inuyasha. Koga. Inuyasha… Ko…

I loro visi avevano preso a confondersi.

Attraversò il cortile con una foga che non aveva mai avuto, nonostante la sua totale mancanza di tranquillità, praticamente cronica nella sua vita. Sbatté il pugno contro la porta, una, due, tre volte, così violentemente da farle male. Ma non le importava.

Quando Inuyasha aprì la porta, lo guardò negli occhi. Fu subito chiaro a tutti e due, che una volta varcata quella soglia, per entrambi non ci sarebbe stata via di scampo. Lui le afferrò la mano, e senza esitazione la tirò a se, facendo in modo che i loro corpi si sfiorassero.

-Che ci succede?- Mormorò avvicinandosi al suo orecchio. Lei lo sentì tremare.

-Non lo so.- Rispose, sinceramente. Si appoggiò con la schiena al muro, e lo guardo chiudere la porta. Sentì quasi un dolore nei pochi secondi che il mezzo demone passò lontano dal suo corpo, e fu invasa dalla pace quando percepì il calore delle sue mani, a stringerle i fianchi.

-Tu… la ami?- La sua voce mutò suono, facendosi lieve. Insicura.

Lasciò scivolare le mani fra i capelli argentei, e li strinse in una morsa disperata. Quasi a voler strillare “Sii mio. Almeno per ora. Solo per ora.”

-Lei è andata via.- Le rispose, posando la fronte alla sua spalla così fragile.

-Ma ora è qui… E ti desidera. Lei ti ama, con tutto il cuore. Lei è completamente tua.- In un lamento, confessò la verità. Quello che poco prima aveva visto e sentito. In quelle parole nascose un disperato stop, che volontariamente le era impossibile imporre.

Lui le sfiorò il collo con la punta del naso, facendole tremare le gambe. No. Non avrebbe potuto. Non si sarebbe fermata. Mai. Mai.

-Non so cosa provo. So che ti desidero disperatamente. So che potrei sbagliarmi, lo so. Ma il tuo profumo, cazzo, il tuo dannato profumo… Io non riesco. Non posso ragionare. Ho voglia di sentirti.-

Si abbandonò. Lasciò ancora una volta che i suoi capelli rossi, fossero preda di un mezzo demone senza equilibrio.

Come lei. Senza equilibrio.

Mugolò quando lo sentì mordicchiarle il collo. –Baciami. Baciami le labbra. Ora… Fallo.- Lo incitò, bramosa.

Inuyasha lasciò scivolare le mani sotto la gonna in raso, e senza troppe cerimonie le sfilò i collant, e successivamente la biancheria. Lei collaborò, togliendosi le All stars goffamente. Si lasciò scappare un risolino, per poi tornare seria. Sprofondò nelle iridi dorate del suo amante, e ancora chiese, senza nessun rimorso d’essere baciata. Lui la sollevò, lasciandosi avvolgere dalle gambe ormai nude di quel corpo perfetto.

La spinse contro il muro, e la guardò bene, prima di morderle le labbra. Ayame le schiuse, accogliendolo con passione. Si baciarono lentamente, ma insistendo, come se entrambi volessero annientarsi nell’altro, finendo in mille pezzi.

-Ti voglio. Inuyasha ti voglio.- Gli sfilò la maglia. Sciolse la presa con le gambe, e scivolò giù, slacciandogli i pantaloni. Gli baciò il petto, caldo e liscio, e poi linguine. Lo spogliò con avidità, senza ombra d’imbarazzo.

Lasciò scivolare la lingua sul suo sesso, e avida si nutrì di piacere, con l’unico intento di farlo impazzire. Amava tutto quello. Il controllo totale, il saperlo così suo. Succhio sino a farlo tremare, per poi negarsi, dispettosa.

Si stese sul pavimento, e lo attirò a se. Gli prese il viso fra le mani e lo baciò. Tanto, questa volta velocemente. Mordendo, leccando e sfiorandolo solo con le labbra.

-Fammi tua.- Sospirò.

Inuyasha le sfilò la maglia fradicia di pioggia, e le baciò il collo. Salendo e scendendo, senza alcuna fretta. Ayame lo strinse a se, volendo sentire ogni minimo sussulto del suo corpo, e gli graffiò la schiena quando si sentì sfiorare i capezzoli.

Ansimò.

Socchiuse gli occhi. Il calore scaturì dal centro del suo corpo, raggiungendo velocemente ogni centimetro del suo essere. Quell’emozione la sconvolse ancora, come se fosse nuova.

-Quanto sei calda…- Si sentì sussurrare. –Sei bella. Così bella. Sei… - Non lo lasciò finire, catturando la sua bocca ancora, ancora e ancora.

Divaricò le gambe, ed inarcò la schiena, invitandolo ad entrare.

-Non dovremmo usare il cappuccio?- Le chiese, quasi incredulo di aver trovato la forza di pensare.

-Sì.- Tagliò corto, sperando di non perdere altro tempo.

-Non li ho.- Le rispose, cercando il suo consenso. –Merda. Vuoi che mi fermi?- Le domandò, continuando a baciarle il collo, per poi scivolare verso il seno e mordicchiarle delicatamente i capezzoli. –Potrei fermarmi, con molta fatica. Forse.-

-NO!- Esclamò, quasi urlando. –Mai. Guai se ti fermi. Non provarci… Non…- Un sussulto la interruppe. Lo sentì entrare senza delicatezza, in un colpo solo. Trattenne il respiro per qualche attimo, e le sembrò di non essere in grado di supportare una tal emozione. Le guance le stavano andando a fuoco, ne sentiva il calore impazzito.

Prese a muoversi anche lei, non abbastanza soddisfatta nel lasciar fare tutto a lui. Stare ferma era impossibile.

Troppo piacere. Troppe emozioni. Troppo tutto.

Posò le mani sul suo petto, e lo spinse indietro. Aveva bisogno di gestire lei il gioco. In un attimo fu sopra di lui, completamente rapita dal piacere. Danzante e stordita.

Lui le accarezzò i fianchi pallidi, e la osservò nel suo più sensuale splendore. La guardò in piena e totale dedizione. Si dava, e allo stesso tempo si preoccupava di lui. Che impazzisse insieme a lei. Che la seguisse in quel vortice apparentemente infinito.

Erano i suoi sguardi a fare la differenza. Le sue labbra umide e carnose, e i suoi capelli rossi, scombinati e sciolti, su quella pelle lunare. Un contrasto così forte da far venire i brividi.

Ayame era sensualità pura.

L’abbracciò forte e si mise seduto. Rallentarono entrambi, concedendosi qualche bacio quasi casto, delicato e pieno d’affetto.

Il piacere arrivò dopo poco. Lei si morse le labbra per non strillare, e totalmente sfinita si lasciò cadere fra le sue braccia, che fece appena in tempo ad uscire.

Il pavimento li accolse.

Ayame prese fiato, sporca del piacere del suo amante. Rimase immobile per qualche secondo, per poi fuggire in silenzio verso il bagno.

Sotto il getto caldo della doccia, realizzò una cosa.

Aveva fatto sesso con Inuyasha, e non con il ricordo del suo ragazzo morto.

Qualcosa era cambiato.

 

 

Emmh salve. Chissà se ci sarà ancora qualcuno a leggere questa storia O.O

Io lo spero tanto, perché c’è più di me in questi capitoli, che sotto la mia pelle.

Insomma che dire, ritardo imperdonabile e capitolo alquanto strano, che sicuramente in tanti odieranno. So che è triste che Inuyasha sia andato con Ayame. Lo so eccome, ma è realistico.

Questo capitolo non posso dire che mi soddisfi, però una cosa è certa, è il primo che esce davvero come ho sempre voluto che fosse questa ff. C’è passione in questo capitolo, o almeno, a me sembra di avercela messa. C’è confusione. Disperazione. Tradimento e follia.

Io spero tanto di non avervi delusi, lo spero con tutto il cuore…

Però io penso che una storia possa essere apprezzata anche se non va come la si vuole, no? Se no che gusto c’è?

 

Ringrazio Allen_Anne_Black,  lovlygirl,  AgehaChan, The White Lotus23, MatildeEmme, Luca_sto, _ilaria_94 e iron_misi per aver commentato.  *___*

 

E tutti coloro che hanno aggiunto “Burn” fra le preferite, le scelte e le storie da ricordare. Grazie mille, gentilissimi.

 

Va beh, ora scappo che scrivere questo capitolo è stato facile dal punto di vista ispirazione, ma alquanto faticoso XD

 

Ah sì giusto, forse sto facendo progressi con le scene di sesso, che ne dite? :P

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Capitolo 22
*** AVVISO. ***


Ho ricevuto critiche abbastanza pesanti per lo scorso capitolo di questa storia, e mi sembra abbastanza opportuno rispondere.

Questa storia è vietata ai minori di 18 anni. E se ho scelto di mettere il rating rosso, un motivo c’è. Incredibile, no? -.-“

Dal momento in cui decidete di leggerla, e siete minorenni, beh mi spiace, ma la responsabilità è solo vostra. Le scene di sesso in questa storia ci sono SEMPRE state. Non è una novità.

Mi sono state mosse critiche anche per il fatto che non ho fatto usare i preservativi ai personaggi, e che questa cosa è oltraggiosa dato che si sono drogati tutti. Appunto, sono personaggi che hanno fatto la baggianata di drogarsi, scusate se improvvisamente non li ho fatti diventare dei santi eh.

 

Mi sembra OVVIO, che il sesso sicuro sia il migliore. Una testa ce l’avete anche voi, o sbaglio?

E non venite a scrivermi che lo leggono anche le minorenni, e che quest’ultime non hanno testa e si immedesimano, perché è una grandissima cavolata. Io ho letto Melissa P. a 13 anni, di mia spontanea volontà, e di certo ci sono arrivata a capire che le orge non sono cose da fare.

 

Altro problema, la coppia Inuyasha\Ayame.

 

Non mi pare che nel mondo delle ff esista una regola che vieti l’uso delle coppie strambe. Voglio dire, esistono anche delle storie incestuose fra Inuyasha e Sesshomaru, non mi sembra di aver commesso un delitto.

 

Con questo non ho nient’altro da dire. La storia rimane così com’è. Ho perso fans, verissimo, e questo mi dispiace, ma quello che esce dalla mia testa non può essere modificato soltanto perché ad alcune di voi non va a genio.

Ho sempre accettato critiche senza dire nulla, perché è giusto così. Ma critiche costruttive, che seguano un senso logico. Non vi piace più la storia, liberissime di esprimerlo, ma non potete criticarmi per la scena lemon, dato che questa storia è vietata ai minori.

 

Ringrazio chi continua a leggere, e chi mi ha sostenuta. GRAZIE DAVVERO! :)

 

E soprattutto ringrazio Francesca, in arte Memento M o r i per aver citato la questione sul suo blog. Pezzo che riporterò qui sotto:

 

Incentriamoci sul caso di una mia amica, fanwriter - giusto per variare le mie amicizie X°°° - , e di .Burn., la sua storia. Mi ha contattato, sconcertata, dicendo di essere rimasta piuttosto stupita dalle critiche al suo ultimo capitolo; e dopo aver letto una critica... Lo sono rimasta anche io!

Ok. Ragazze. Capiamoci. Io parlare italiano cento per cento, tu capire me, no? Aaall right.
La fanfiction è, fin dall'inizio, una Lemon. Una Lemon. Porca miseria. L-E-M-O-N. Che, a casa (?) mia, equivale a "storia contenente scene di sesso piuttosto approfondite, maneggiare con discrezione"; c'è poi l'amministratrice di EFP, il sito in cui è stata pubblicata questa storia, che proibisce di leggere storie a rating Rosso a chi è minorenne - questo perché, a quanto so, è anche punibile dalla legge.
Quando aprite una storia Lemon "non potete pretendere di trovarci dentro santini e scene appena accennate, eccheddiamine!".

Altro discorso: penso che la maggior parte delle persone disgusti il capitolo perché è InuYasha/Ayame. Perché "Oh-Dio-mi-hanno-separato-Kagome-da-InuYasha-che-distassstro!", e Ayame e InuYasha risultano solo due zozzoni che copulano in modo pesante e senza protezioni - eh, beh, sì. Qui si va a vedere la protezione. Scommetto che se nelle InuYasha/Kagome ci fossero state scene analoghe a questa tutte a fare festa, eh?

Mie care, sappiate che siete affette da "Popedies!*", e in modo incurabile. Migrate in altri fandom, leggete Bleach (pieno di personaggi pairingabilissimi con tanti altri... *ç*), imparate un po' dagli indiani e dagli islamici, ma non rompete se altri scrivono lemon su un vostro personaggio preferito che non è con quello che dite voi, perché sono sicura al 100% che se ritrovereste una scena simile in una storia sulla vostra coppia preferita l'accettereste a dir poco entusiasmicamente.

Finito sproloquio.
Che questo serva da lezione per chiunque rimproveri altri - me soprattutto, XD - delle cose succitate.
Bye ;)





*... Ci siete cascate, eh? Non vi dico per cosa sta, naturalmente!

 

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Capitolo 23
*** Dei giorni passati a convincersi che solo la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi ***


Burn.

Intermezzo.

[ Nel periodo in cui Kagome è in viaggio. ]

 

 

Dei giorni passati a convincersi che solo la pelle è secca di te, non c'entrano i brividi.  

[ Lacrime- Negramaro. ]

Un rumore sordo. Spalanco le palpebre, ma il buio mi confonde.
Delle urla mi trascinano via dal sonno, riportando velocemente il pensiero alla mente. Dolore.
Le loro voci si scontrano, gli insulti pesanti diventano uncini, affondano nella carne, ferendo, ma allo stesso tempo cercando di afferrare qualcuno di ormai troppo lontano. Urlano, si allontanano desiderando di avvicinarsi. Prendono fiato, e provano a sussurrare, ma non riescono a farsi sentire, hanno paura di perdersi, e così urlano ancora. In una danza utile solo a distruggere, non trovano il modo, non trovano le parole.
Silenzio.
Una speranza, forse un bacio a chiudere tutto. Serro gli occhi, calma, ottimista. Ma poi un altro rumore, più forte. Una porta che sbatte, lui è andato via. Lei piange.

Stordita mi alzo dal letto, è notte fonda. Bevo dell’acqua, e sento il corpo elettrizzarsi.
Uno dei miei tanti pensieri, si snoda dall’ingorgo d’idee che affollano la mia mente, e striscia via, disonesto e furbo. Dalla finestra una leggera brezza mi accarezza, portando con se un profumo famigliare. Sospiro, e rinchiudendomi dentro di me, trascino il fuggitivo di nuovo sotto la mia pelle, impedendomi di ricordare.
Una fuga non è fuga, se non lascia dietro di se qualcosa, come il calore di una schiena.

Birra. Ci vorrebbe una birra a cancellare ogni pensiero, ma io l’alcool non l’ho mai retto, e il sapore della birra mi fa schifo, però aiuta… Mi cambia. Rinnego il pensiero, da sola sarebbe troppo triste. Non si può ridere senza motivo da soli, solo i pazzi lo fanno. Ma forse io, un po’ pazza lo sono.
Mi metto a sedere sul pavimento sporco del balcone, e appoggio la testa alla grata di ferro. Osservo il vuoto, e mi chiedo se sia così la sensazione di non sentirsi più il corpo. A Inuyasha non posso pensare, me lo impongo ogni volta che la parte irrazionale di me ci prova, ma a Koga, devo pensare per forza. E’ una piccola tortura che mi auto infliggo, per dovere.

Fratello maledetto, ti sentivi così quando la droga abbindolava i tuoi sensi? Guardavi il mondo da un balcone, e provavi il desiderio di precipitare giù, senza però dover affrontare uno schianto? 

Furbo- o forse l’esatto opposto.
Ed io come dovrei essere? Un’equilibrista fra i tuoi errori, per dimostrare a tutti, compresa me stessa, di essere migliore. Eppure non so essere stabile. Dov’è la chiave della guarigione?
Come posso tornare a mischiarmi alla la gente, senza sentirmi sempre estranea?

… Dovrei imparare a lasciarmi amare. Non tutti impazziscono come hai fatto tu. Alcuni maturano, ma dentro a gli occhi restano gli stessi, e sempre saranno riconosciuti. Esistono.
Lo so.
Il timore però è forte, e io sono così indifesa e fragile. Di dolore non ne posso più, è giunto alle ossa, lo sento scricchiolare.
Inuyasha andava a letto con Ayame, dopo la tua morte, le loro menti trovavano rifugio dal dolore solo in quel modo, fra l’incavo del collo di uno, e il seno dell’altra. Sono stati in grado di guarirsi in questo modo, si sono dati tregua.
Io il cuore di Inuyasha l’ho sconvolto, l’ho stuprato e poi ho avuto il potere di guardarlo negli occhi, e di strappare via tutto l’amore che era ancora in grado di dare. Ho dato fuoco alle sue ferite, fermato le emorragie, ma pur sempre in modo violento.
Con sforzo e devozione, mentre a lei è bastato il corpo.
Forse il mio sangue, il nostro sangue, non è fatto per mischiarsi al suo. Noi siamo solo dolore per lui.

Turbiamo la sua mente, e destabilizziamo il suo cuore.
Sono scappata, lasciandolo spaurito fra i suoi timori più grandi. Ha paura dell’abbandono, e se ne sente in colpa. Teme d’esser sciocco, si impegna scrupolosamente a donare fiducia.

Io sono stata una conferma.

Però. Come avrei potuto non fuggire?

Ho pensato a lui ancora una volta.
Maledizione.
Devo tornare indietro, o affogherò.

 
Il mio vicino è tornato. Niente più urla, solo ansimi soffocati.

 

 ..E tagliano solchi sul viso, e segnano come a convincerti che su tutta la pelle non c'è posto per te, ma solo per lividi.
Ora che non ci sei più tu, ora che non tremo più.

[Lacrime- Negramaro.]

 

 

Piccolo intermezzo. Scritto trascinata dai pensieri, fra una pausa e l’altra, nella stesura del finale di questa storia. Non mi sono dimenticata di Kagome, né ho intenzione di escluderla dalla storia, anche perché mi sarebbe impossibile.
Come ho scritto sopra, è ambientato nel periodo in cui lei è in viaggio. Avrei voluto dare più spazio a quel periodo, ma avevo necessità di farla tornare e di scatenare l’inferno. [ Capricci d’autrice ispirata. ] Quindi mi sono rifatta così.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno commentato lo scorso capitolo, e anche quelle che hanno espresso la loro opinione sull’avviso che ho postato.
Grazie.
Spero solo di non deludere altre lettrici, perché comunque non è una bella cosa.
Mi spiace di non ringraziare più le persone una per una, ma ci metterei troppo tempo per farlo per bene, e ho poco tempo a disposizione in questo momento. Ho preferito postare prima, ed evitare di ringraziare tutti.
Spero possiate perdonarmi.

Favole.

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Capitolo 24
*** Panico.-Prima parte. ***


Fuga.

Parola curiosa, indubbiamente la fonte di infiniti ragionamenti. Vale la pena fuggire? Sì. A volte ne vale la pena. Allontanarsi dalla fonte del nostro disagio, può essere utile a stroncare le parole, prima che esse incrinino l’intero rapporto. E’ un gesto rischioso, ben più coraggioso del restare dove si è, e strillare con tutto il fiato che si ha in corpo.
Può essere un bizzarro modo di proteggere l’altra persona, Kagome l’aveva fatto per salvare se stessa. Era poi così sbagliato?

 

Burn.
Panico.
-Prima parte.-
 

Appoggiò la mano sul vetro della finestra, e socchiudendo gli occhi provò ad immaginare la sensazione che avrebbe provato a contatto con le gocce di pioggia, anch’esse abbandonate su quel vetro, ma sul lato esterno, quello esposto. Fantasticò, ed un sorriso appena accennato sfiorò le sue labbra, timido. Sentì i polpastrelli disperdere calore, ed ebbe un piccolo sussulto. Qualcosa dentro la sua gola, si stava muovendo veloce, impedendole di respirare regolarmente.
Le accadeva sempre nei momenti di profondo sconforto. Un nodo in gola, ballerino, a giocare con le sue corde vocali, impedendole di parlare. Per questa ragione, non era mai riuscita a difendersi in situazioni di particolare stress. Non era capace di parlare, di spiegare le sue ragioni. E tutto ciò a cui poteva ricorrere, era la fuga.
Fu Koga ad accorgersi di questo suo difetto, lo stesso giorno in cui senza farlo apposta, aveva sgualcito il vestito color panna della sua bambola preferita, facendola infuriare. Lei lo aveva guardato, irata, e con le gote infuocate aveva stretto i pugni, assumendo una posizione quasi minacciosa. Lui era rimasto immobile, pronto a riceverla addosso nel tentativo disperato di picchiarlo, ma senza alcuna ragione, Kagome abbandonò la stanza.
Incuriosito da quello strano comportamento, aveva atteso qualche minuto, sperando di vederla spuntare dalla porta, in prende ad un pianto incessante, ma non accadde. Così raggiunse la sua camera, e senza proferir parola sfiorò la porta semi aperta, sospingendola appena, lasciò che la luce filtrasse in esplorazione, prima di lui.
Kagome sedeva per terra, con il respiro affannoso premeva le mani sulle ginocchia. Non piangeva, ma sul suo viso era dipinta un’inquietudine talmente vivida, da spingerlo a lasciar scivolare le lacrime lungo le guance paffute, senza più preoccuparsi d’essere un ometto.
Strillò tanto forte da attirare l’attenzione di sua madre, che si precipitò in fretta e furia da loro. Lo prese fra le braccia, e con velocità controllò i punti più sensibili del suo corpo, in una nervosa revisione, per assicurarsi che non si fosse ferito. Confusa, gli scostò i capelli castani dalla fronte, e con dolcezza provò a capire la fonte di quel pianto disperato.
Lui si limitò ad indicare la sorella.
Da quel giorno si occupò sempre di dar voce a ciò che lei non riusciva a dire, pur di non vederla mai più in quello stato. Ci impiegò un po’ di tempo Kagome, a comprendere che s’era guadagnata un enorme potere.
Riaprì le palpebre ed osservò la propria mano aderire perfettamente contro la finestra, era pallida e tremava appena, però era all’interno, nella parte sicura del mondo, al contrario della gocce, che impavide se ne stavano sotto il freddo danzare del vento.
-Inuyasha…- Provò a dire, stupendosi di quanto quel suono fosse uscito naturalmente dalle sue labbra.
Lei una voce, l’aveva ancora. La paura e il dolore l’avevano resa diversa, tremolante e fragile come la carta velina, però se nel silenzio della sua stanza era stata in grado di chiamare il suo nome, niente poteva impedirle di dirgli ciò che stava provando.
Sorrise ancora, questa volta in maniera meno dolce, più sicura e tagliente.
Indossò la felpa nera ed eccessivamente larga che, pochi giorni prima della sua morte, aveva rubato dall’armadio di Koga.
Doveva vederlo.
Infondo, lui s’era intromesso nella sua vita con violenza, e con quella stessa violenza, lei aveva intenzione di ritornare ad essere sua.

 

Il respiro, da prima irregolare del mezzo demone, s’era fatto lento. Si rannicchiò su se stessa, e in pochi secondi prese la decisione che avrebbe definito la sua attuale situazione. Si sarebbe concessa qualche minuto così, coperta della sua sola pelle, con l’uomo che aveva imparato ad amare lentamente, al suo fianco. Sarebbe rimasta immobile, respirando piano, attenta a non svegliarlo. Poi si sarebbe alzata, avrebbe sceso le scale lentamente, poggiando prima la punta del piede, e poi il tallone. In silenzio, attenta.
Il ticchettio dell’orologio appeso al muro, la riempì di sconforto. Ogni secondo, fluiva nelle sue vene come un veleno, gelido e spietato.
“Ancora un po’…” Pensò, accartocciandosi, alla ricerca di qualcosa dentro di lei, che sicuramente non avrebbe trovato. Non questa volta. “Ancora un solo istante…”
Le costole le facevano male, incapaci d’abbracciare quei sospiri soffocati. Non abbastanza capienti.
Si sentì pesante, e per un attimo ebbe la sensazione di sprofondare fra le lenzuola fresche, senza via di scampo. Forse l’avrebbe preferito, perché per quanto le paresse incredibile, alzarsi da quel letto era diventato spaventoso.
Chiuse gli occhi.
“Potrei addormentarmi, e far decidere a lui…” Fu un pensiero fulmineo. Ci provò, ad abbandonarsi al ricordo della passione di qualche ora prima, ma il viso di Kagome si formò nell’oscurità della sua immaginazione.
Si mise a sedere velocemente, e mettendo a tacere la ragione, posò i piedi sul pavimento. Gli occhi le pizzicarono, stava cominciando a piangere.
La stretta calda intorno al suo polso, fu la causa della distruzione di quel trattenersi. Si lasciò sfuggire dalla labbra un lamento soffocato, pieno di dolore.
Inuyasha scattò dietro di lei, veloce come il pensiero. A qualche centimetro dal suo corpo però, si fermò. Guardò la sua schiena pallida, così fragile da riempire il cuore di tristezza. Osservò la spina dorsale apparire sotto la pelle, come fosse trasparente.
Allungò la mano, e con molta esitazione, la sfiorò.
-Yamamoto…- Sussurrò, con freddezza. Lo stava chiamando per cognome, non ricordava più l’ultima volta che lo avesse fatto. Lasciò che l’istinto lo spingesse verso la salvezza, per raccoglierla, portarla in salvo dentro di lui. La circondò con le braccia, e strinse le sue ossa, la sua carne e tutto il suo essere. Il suo profumo selvatico lo insidiò, si abbandonò completamente alla sua spalla.
-Ayame…- Si lasciò sfuggire, con le labbra appoggiate alla sua pelle. Quel tocco la fece tremare, e lui accorgendosene, la strinse più forte. –Dove stai andando?-
Provò a domandarle, ma le parole uscirono con un tono completamente diverso, simile ad un implorare.
-Via…- Gli rispose.
-Via… Dove?- Si ostinò.
-Via da te.- Lo disse piano, sperando che lui l’avesse sentita, conscia del fatto che non sarebbe riuscita a ripetere.
-Non andartene.- Fu sincero nel dirlo, perché la sua mente non riusciva ad abbandonare quella stanza, alla ricerca della persona che aveva perso. Anche sforzandosi, non riusciva ad andare oltre quella schiena.
-Non posso. Lei ti ama. Ti ama… Non posso. E’ sua sorella, non posso. Non voglio farle quello che Koga ha fatto a me, non voglio.-Il dolore si sparse dentro di lei, come un’esplosione violenta invase la sua mente, e fu impossibile impedire al suo corpo di reagire.
Si graffiò le cosce con violenza, finché le mani di Inuyasha, prontamente non le impedirono di fermarsi. Lo sentì parlare, ma non riuscì a distinguere le parole.

Doveva andarsene.
Non voleva.
Ancora qualche secondo.
Non poteva.

“Devi respirare.”

“Non so come si fa. Non lo so più.”

 Avrebbe voluto scendere le scale in silenzio, appoggiando prima la punta dei piedi, e poi il tallone, per fare meno rumore. Avrebbe voluto raccogliere i vestiti lasciati all’ingresso, indossarli e sparire da quella casa. Avrebbe voluto…

 “Respira.”

“Non lo so fare.”

-Non voglio.- Biascicò, fra gli spasmi. –Non lasciarmi cadere.- Lo implorò, aggrappandosi al suo braccio. Sentiva sotto i polpastrelli il corpo di Inuyasha, ma non riusciva a far credere alla sua mente che fosse lì, con lei. Quindi continuò ad agitarsi, cercandolo ancora. E ancora, spasmodicamente, alternando respiri spezzati a grida soffocate, di paura.
-Non lasciarmi annegare.- Si morse il labbro, con violenza. Il sapore del sangue la risvegliò improvvisamente. Inarcò la schiena, e prese un respiro profondo. Quando riaprì gli occhi, il mezzo demone la guardava in lacrime, con il terrore stampato sul viso.

-Non andartene Ayame. Non ti lascio cadere.-



Lentamente ci avviciniamo alla fine, che sarà molto più difficile di quanto immaginassi.
Per chi non l’avesse capito, Ayame ha avuto un attacco di panico. A dirle di respirare, è Koga. Lo immagina nella sua mente, però guardo parla si rivolge ad Inuyasha.
E’ un capitolo che si basa sulla forza. Di combattere di una, e di andarsene dell’altra.
E’ un capitolo molto mapperò, forse interrotto nel punto sbagliato, ma ci tengo a non sparire più per mesi, e così ho dovuto tagliare via la scena successiva, così da poterla aggiungere al prossimo capitolo, prevenendo una totale crisi da finale, facendo finta che non ci sia già.
Vorrei specificare che Inuyasha\Ayame non è la nuova coppia della ff. La protagonista principale è sempre Kagome. Con questo non voglio dire che torneranno insieme, o che Ayame non avrà niente di più con Inuyasha, però certamente non mi sono scordata che la protagonista è Kagome. Questo vorrei specificarlo >.<
Voglio bene a questa storia, quindi non la stravolgerò del tutto con il cambio personaggio principale. Capite però che stiamo arrivando alla fine, e le complicazioni in una storia ci vogliono alla fine >___<

Prima di ringraziare, visto che sono le cinque del mattino e l’insonnia non mi fa dormire manco ad ucciderla, volevo fare una piccola pubblicità [ Detto così suona bruttissimo >.> ], alla versione originale di questa ff, che trovate qui:

 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=676090&i=1

 Avevo detto che l’avrei postata, qualche mese fa. Ovviamente è più elaborata di questa, è una versione un po’ più impegnata, e con varie diversità. Io spero che prendiate in considerazione di leggerla, anche perché postare nelle originali mi ha un po’ demotivata.

Io odio farmi pubblicità, però dato che ci sono persone meravigliose che hanno seguito questa storia dall’inizio, magari boh, può interessare a qualcuno ^^”

 Ringrazio:

 

 _ilaria_94 , ryanforever,  icetta_tigrotta8, The White Lotus23 e MatildeEmme per le recensioni. (Siete adorabili!)

 E tutti quelli che hanno aggiunto “Burn” alle preferite (65 persone), quelli che l’hanno aggiunta alle ricordate (15 persone), ed infine quelli che la seguono (81 persone). Beh, siete tantissimi. Sono commossa.

Grazie di cuore.
Ci metterò tutto l’impegno possibile, per dare un finale degno della vostra attenzione.

 Favole.

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Capitolo 25
*** Panico.-Seconda parte. ***


Burn.

Panico.

[ Seconda parte. ]

 

 

Sentì le mani tremare nell’appoggiarsi allo stipite della porta, e con aria turbata cerò invano di ignorare quel traffico di sensazioni che si stavano scatenando dentro al suo cuore. Era terrorizzato di vederla spezzarsi sul vialetto di casa sua, cadere in pezzi davanti ai suoi occhi stanchi. Ma nonostante la camminata insicura, Ayame raggiunse il cancello, e si voltò per salutarlo con la mano, simile ad una bambina impaurita. Non gli piaceva l’idea di lasciarla andare via, dopo quello che era successo, ma lei aveva insistito con una caparbietà tale, che infine aveva deciso di cedere.

Seguì la sua sagoma scura fin quando non ebbe voltato l’angolo. Trasse un lungo respiro, e dopo aver lanciato una fugace occhiataccia al cielo, che si stava riannuvolando, rientrò in casa.

Aveva da riflettere su un mucchio di cose, n’era pienamente consapevole, eppure era così stanco di inseguire pensieri dolorosi. Si mise a sedere sul pavimento, in quei metri quadrati in cui la sera prima l’aveva avuta. Era stato bello, incredibilmente trasportante. Più volte chiudendo gli occhi, aveva avuto l’impressione di essere scomparso dalla città, di essere scomparso e basta.

Con Ayame il sesso era pieno di sensazioni a cui aggrapparsi, un cadere con tanto di protezione. C’era la corsa interminabile verso quel bene che entrambi bramavano spasmodicamente, un desiderio fortemente libero da pensieri razionali e preoccupazioni aggiuntive. Non c’era ansia, ma solo calma. Urla serrate che esplodevano all’interno di gesti tanto naturali, da sembrare effimeri. Si espandevano grida, per poi disperdersi e divenire sospiri calmi. Dentro di loro, tutto sapeva fermarsi, ogni perdita riempita completamente da valanghe di neve, ma a tempo, fin quando il calore non finiva per sciogliere quel riempivuoto. Una cura efficace ma per nulla durativa, eppure indubbiamente necessaria.

Sfiorò con il palmo della mano il pavimento gelato, ed immaginò la schiena nuda di Ayame inarcarsi per la spiacevole sensazione a pelle nuda, senza saperne il motivo preciso, venne pervaso da un senso di inadeguatezza pungente. Qualcosa di molto simile all’imbarazzo.

Questa volta era stato tutto diverso, i loro corpi s’erano cercati più del solito, molto di più. Sentì la pelle tirare, e si stupì del sorriso naturale apparso sul suo viso.

Avrebbe dovuto fermarsi immediatamente, n’era consapevole.

Abbassò le palpebre, tentando di abbandonarsi al vuoto dei pensieri, ma lo strillo del campanello di casa glielo impedì. Fiacco, si sollevò dalla propria direzione, e senza preoccuparsi di capire chi fosse, aprì la porta.

Miroku, per quanto si ricordasse, anche nei momenti peggiori della loro vita, era sempre riuscito a mantenere la sua solita espressione allegra e vagamente sorniona, ma in quel momento il cruccio mescolato ai suoi occhi blu notte, fu tale da smuovere nel mezzo demone un certo terrore.

-Che succede?- Domandò, oltrepassando l’uscio di casa, pronto a scattare verso la direzione che l’amico gli avrebbe indicato.

L’umano posò la mano sulla sua spalla. Sapeva che cercare un contatto fisico li avrebbe fatti entrare in sintonia, giovando certamente al suo desiderio di fargli mantenere la calma.

-C’è una persona con cui ho parlato…- Rispose, a voce esageratamente bassa. –Sostiene d’essere lo schifoso che ha venduto l’ultima dose a Koga. – Confessò, pentendosi immediatamente d’aver pronunciato quelle parole. Nell’espressione di Inuyasha qualcosa cambiò, le sue iridi d’orate assunsero lievi striature amaranto, e sul viso, dei lividi segni squarciarono il rossore delle gote, facendosi strada sotto la pelle.

Una rabbia incontrollata si dissolse nel suo sangue, e come veleno arrivò al cuore, inquinandolo. Il mezzo demone scattò in avanti, con l’intento di superare l’amico, ma Miroku gli si gettò addosso senza esitare, tentando di bloccarlo.

-Calmati!- Strillò, usando tutte le proprie forze per trattenerlo.

-Dimmi chi è!- Gli ringhiò contro, dimenticandosi per un attimo del loro forte legame d’amicizia.

Miroku esitò. Non era quel bastardo a preoccuparlo, né la fine che avrebbe fatto sotto gli artigli di Inuyasha, ma ciò che quella notte sarebbe accaduto.

-Yamamoto, è una notte di luna nuova la prossima.- Calcò sul tono, con l’intento di far venir fuori tutta la preoccupazione che in quell’istante lo stava affliggendo, ma al contempo la determinazione che avrebbe avuto nel fermarlo, anche a costo di farsi ferire a morte.

Inuyasha lo trafisse con lo sguardo, e con violenza si voltò dalla parte opposta, per evitare di colpirlo in pieno viso. Ogni centimetro del suo corpo gli sembrò essere attraversato da scariche elettriche. Non riusciva a rimembrare l’ultima volta in cui s’era ritrovato vittima della sua stessa rabbia.

-Perché me ne hai parlato proprio oggi allora?- Ringhiò nuovamente, questa volta però con un pizzico di disprezzo nella voce. Non poteva controllare il proprio istinto.

Miroku cercò il suo sguardo, obbligandolo a voltarsi, e senza proferir parola, cercò di fargli capire che andare a casa sua, in quel pomeriggio ombroso, era strettamente necessario. Erano amici da così tanto tempo, che il messaggio arrivò in mediatamente. Inuyasha scosse la testa velocemente, e prendendo respiri sempre più profondi, cercò di dare un po’ di pace al suo corpo. Non sarebbe servito a nulla lasciarsi andare all’istinto, e la ragione lo sapeva benissimo, tuttavia continuava a rimanere sopita, dandola vinta ai nervi.

Che avrebbe dovuto fare?

Infondo non doveva preoccuparsi per lei, non era suo dovere tenerla su, impedirle di lasciarsi cadere in qualcosa che l’avrebbe accolta con false braccia aperte.

Però.

Lei era.

Un suo battito. Forse il più importante.

-Cosa potrebbe farle?- Si rilassò. –Kagome non è una stupida. Non è debole come Koga.- Disse, cercando di convincere più se stesso, che il suo interlocutore.

-Lo so bene, ma quello, è un modo meschino e scaltro. In fondo ci siamo cascati tutti quanti. Io, te, Koga e Sesshomaru. E Sesshomaru è tutt’altro che debole.- Gli rispose l’altro.

Miroku aveva questo stramaledetto modo di dire sempre le cose giuste al momento giusto, molto simile ad una voce fuori campo.

Il mezzo demone si guardò intorno, come a voler trovare una soluzione incisa nel giardino umido circostante.

Avrebbe dovuto guardarla negli occhi, e parlarle. Con quale forza poteva farlo? Però… Non poteva rimanere immobile mentre quell’essere viscido pensava anche solo di avvicinarsi a lei, era fuori questione il non fare niente. Era fuori questione mantenere una qualsiasi forma di tranquillità interiore.

-Andiamo a casa sua.- Esclamò, e senza attendere risposta, si avvicinò alla macchina di Miroku. Non vedendolo arrivare, si voltò verso di lui, incitandolo a sbrigarsi.

Dopo qualche minuto si trovarono a sorpassare a tutta velocità una vecchia auto grigia, aggiudicandosi il titolo di pirati della strada.

-Spiegami per bene come hai saputo di questo figlio di puttana.- Domandò, per ingannare la tensione.

-L’ho visto girare intorno a Sango, all’uscita della scuola, e ovviamente me ne sono occupato. Il bastardo ha subito dichiarato di conoscermi, ed ha tirato fuori il nome di Koga. L’ho sistemato con un pugno, e lui vigliaccamente ha detto che si sarebbe rifatto con “la dolce sorellina”.- Rispose, con aria di disgusto nel nominare a quel modo Kagome.

-Viscido bastardo.- Commentò Inuyasha, immaginando la sua ex donna fra le mani di un lurido spacciatore da quattro soldi. Pensò che ne esistono poche di persone orribili come gli spacciatori. Un paio d’anni prima s’era ritrovato a capire che altro non erano che approfittatori di debolezze altrui, sfortunatamente era giunto a quella conclusione solamente dopo esserci caduto in pieno.

Scosse la testa, di lì a poco avrebbe parlato con l’ultima donna che gli aveva spezzato il cuore, e pur nutrendo in profondità un forte rancore nei suoi confronti, dalle sue labbra dovevano uscire solamente parole confortanti. Per aiutare qualcuno che soffre, il primo passo è metterlo a suo agio, avvolgerlo in un telo fitto di fiducia, e fargli provare la comprensione che tanto cerca.

Non sarebbe stato facile, e pensare alla droga e al passato, non avrebbe giovato affatto. Lasciò scivolare lo sguardo sul vetro gocciolante dell’auto, e strabuzzò gli occhi nel vederla camminare dall’altro lato della strada.

-Fermati!- Urlò.

Miroku si ritrovò con il cuore in gola, e senza esitare inchiodò.

-Sei impazzito? Fortuna che non avevamo nessuno dietro!- Gli rispose, irato, ma non ottenne attenzione. Inuyasha scese dalla macchina di tutta fretta, e con le gambe tremanti le corse dietro.

Voleva chiamarla per nome, per farla voltare, ma conoscendola fin troppo bene, ipotizzò che stesse camminando con le cuffie nelle orecchie, e infatti così era.

Aumentò la velocità, e in breve tempo le fu dietro. Le sfiorò i capelli esitando appena, e trattenne il respiro nell’attendere di vederla voltarsi. In quei pochi secondi si rese conto che incontrare i suoi occhi, sarebbe stato come alzarsi di colpo dopo essere stati seduti troppo a lungo, in fase di ebbrezza totale.

 

L’iridi chiare non si bagnarono di lacrime, ma la pelle le sembrò improvvisamente troppo poco elastica per contenerla del tutto. Provata dalla stanchezza, si sentiva come soggetta ad una irrazionale sensazione di degrado fisico, come se dovesse decomporsi e scivolare fra il vento, e farsi inondare della gocce di pioggia che stavano ricominciando a cadere, lentamente, picchiettando sulle lapidi. Si rese conto che ogni parte del suo corpo, era tornata ad esistere. Non che prima si ritrovasse senza gambe, mani, gola, braccia cervello o cuore, solo, molto spesso li avvertiva scollegati fra loro.

Talvolta doveva guardarsi le mani, per assicurarsi che fossero al loro posto. E questo perché s’era talmente abituata ad andare in frantumi, che perdere un pezzo di se stessa non le sarebbe parso strano.

In quell’istante, sapeva d’esserci nella sua completezza, saldamente incollata. Una bambola in frantumi sì, ma riparata con una colla super resistente. Una sensazione gradevole, nostalgicamente desiderata.

-Pensavo avessi lasciato la città.- Sussurrò, cacciando indietro un ciuffo sfuggito da uno dei codini laterali.

Lo donna in piedi alle sue spalle, sembrò stupirsi nel sentirla parlare. Se ne stava ferma in quel punto da interi minuti, eppure Ayame non aveva mosso un dito, pur avendone percepito l’odore.

-Sono curiosa di comprendere i motivi che ti spingono a frequentare così insistentemente quel mezzo demone.- Rispose sprezzante, senza preoccuparsi di nascondere quel pizzico di disgusto gratuito che la rossa non aveva mai sopportato nel suo modo d’esprimersi.

-Inuyasha voleva bene a Koga.- Ribatté, voltandosi di colpo e incontrando lo sguardo irato della madre del suo ex ragazzo.

-Se non fosse stato per lui, mio figlio non sarebbe mai caduto così in basso!- Alzò la voce, indignata.

La rossa frugò nella borsa capiente che portava al collo, e ne estrasse il libro che la stessa Sakura le aveva lasciato in dono qualche mese prima, e sfogliandolo si mise alla ricerca di una pagina ben precisa.

Poco dopo, lesse con voce spezzata dal respiro lievemente accelerato le righe in cui era racchiuso il possibile suicidio di Koga, e sentì il cuore allargarsi e stringersi a ripetizione, mentre la pioggia si faceva sempre più fitta. Si curò di coprire con il proprio corpo il ricordo cartaceo, trattandolo come un reperto dal valore inestimabile.

Più proseguiva con la lettura, e più in lei si affermava l’idea che quella morte fosse tutto, purché un dosare erroneamente la dose di eroina da spararsi nelle vene. Koga si drogava da troppo tempo, per commettere un errore simile.

-Cosa diavolo vuoi concludere leggendomi questa poesia?- Le ringhiò contro.

-Io ed Inuyasha, siamo sempre più sicuri che tuo figlio si sia suicidato, e questo significa che doveva nutrire una preoccupazione ben più profonda nel cuore, a cui noi non siamo ancora riusciti a dare un nome. Lui non è morto per aver frequentato brutte compagnie, lo è perché era bravissimo nel non esporre i proprio problemi.-

Sakura sembrò calmarsi, lasciando spazio a delle emozioni dall’aspetto pacato, ma fortemente in contrasto con l’apparenza che mostravano.

Ayame le diede le spalle, e s’incamminò sul vialetto che l’avrebbe condotta all’uscita del campo santo.

-Se dovessi venirti in mente una qualsiasi ragione, contattami.- Le disse, poco prima di allontanarsi.

 

Ancora prima di voltarsi, Kagome era consapevole che quel tocco gentile apparteneva a mani familiari. L’era già successo d’essere sfiorata a quel modo, e certamente non l’era dato dimenticare, non ancora.

Incrociò lo sguardo dorato di Inuyasha, e ciò non l’agitò per nulla. Il suo viso era identico all’ultima volta in cui l’aveva guardato, eppure c’era qualcosa di irriconoscibile nei suoi occhi, un evidente segno di maturità. Aveva quella che lei fin da piccola, aveva catalogato come espressione adulta. Si sentì inquieta nel profondo, nel rendersi conto che quel dolore in liquido lacrimare trattenuto, era dovuto alla sua improvvisa fuga.

Non parlò, lasciò che lui ottenesse il completo controllo della situazione. Non poteva rischiare di pronunciare parole futile, almeno quello glielo doveva.

-Ciao.- Le disse, visibilmente imbarazzato ed impacciato.

-Hey…- Gli rispose lei, abbozzando un sorriso troppo forzato per risultare piacevole.

-Ho bisogno di parlarti, Kagome… So che probabilmente non è il momento migliore per noi, ma è strettamente necessario che io lo faccia subito.- Parlò in modo distante.

Era successo, senza rendersene conto s’erano catapultati indietro nel tempo. Entrambi impegnati a tenersi lontani. Entrambi consapevoli che non sarebbe stato possibile.

 

 

 

Ma salve!

Sono le 7 del mattino, decisamente troppo presto per pensare di poter postare un capitolo, e invece eccomi qui.

Che dire, stranamente scrivere il finale di questa ff mi sta riuscendo abbastanza bene. Non mi ritrovo più a dover affrontare pesanti crisi d’ispirazione, e riesco addirittura a scrivere senza farmi venire i nervi ad ogni frase.

Piacevole, e per “Burn”, non l’avrei mai detto ò.ò

Non ho molto da dire di questo capitolo, ci sarà sicuramente qualche errorino qua e la, e quando sarò più lucida sicuramente darò una ricontrollata. Ora ho troppa voglia di postare, anche se non riesco a capire perché :O

 

Non perdo altro tempo, e passo a ringraziarvi uno per uno come facevo un tempo. U.U

 

 ryanforever: Che meraviglia, io sono molto affascinata dalla psicologia, e sentirmi fare i complimenti da una persona che la studia, mi riempie di gioia. Ti ringrazio molto per aver commentato(: E’ sempre una grande gioia! Al prossimo capitolo!

 

 MatildeEmme: Grazie cara. Sono felice di avere una fan come te. Il fatto che la storia di abbia presa così tanto, è una gioiosa conferma alle mie insicurezze. In qualche modo fai parte di quelle persone che mi incoraggiano ad andare avanti, quindi non posso che essertene grata.

Un bacio!

 

 icetta_tigrotta8: Grazie mille ^\\\^ Devo dire che la scena di Koga e Kagome bambini, mi è piaciuto molto scriverla. Addirittura avevo una mezza idea di dedicarci un capitolo intero, ma ultimamente sto riempiendo questa povera storia di intermezzi, quindi ho cambiato idea. Forse ne farò una shot a parte.

Per quanto riguarda Ayame, lei non ama più Koga. Ora come ora convive soltanto con il dolore della perdita, e soprattutto del tradimento di lui. Sto cercando in tutti modi di darle una specie di lieto fine, spero di riuscirci.

Al prossimo capitolo! ^^

 

 Luca_sto: Menta caro :3 Il tuo appoggio è di vitale importanza per me. Ricevere dei complimenti da un poeta bravo come te, è qualcosa di eccezionale. Come vedi l’ispirazione questa volta sembra proprio non finirmi. [E’ assurdo che mi sia arrivato un tuo messaggio proprio ora O.O Destino inquietante… XD] Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, comunque u.u

Chu. (:

 

 _ilaria_94: Oh cara, sta tranquilla. Il finale di questa ff sarà molto più lungo di quanto immaginassi, quindi ti terrò compagnia per ancora un po’ di tempo!

Piace anche a me il fatto di aver donato a Kagome un bel po’ di spirito combattivo. Ho sempre voluto renderla “imbattibile”, lasciandole quello spirito tosto a che le appartiene nella versione IC. Quel suo pregio incredibile di tirare avanti nonostante tutto, insomma.

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie mille per il commento! *-*

 

Vorrei ringraziare specialmente  honeysuckle_s , che  si è preoccupata di commentare 5 precedenti capitoli. Grazie mille *___* sei stata immensamente gentile! <3 Spero che anche quest’ultima parte della storia sia di tuo gradimento. Grazie davvero tanto!

*^*

 

Un ringraziamento va a tutti quelli che leggono sempre con passione, e che anche se in silenzio apprezzano questa storia. A volte penso di essere stata davvero fortunata con questa storia. Forse sto ottenendo più attenzione di quella che meriterei.

Mi rende felice impegnarmi a scrivere per qualcuno. (:

GRAZIE!

 

 

 

Favole.


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Capitolo 26
*** Altro avviso. ***


Ho deciso di interrompere questa storia. Non so se sia un capriccio momentaneo, o la decisione definitiva, però per ora è ciò che ho scelto di fare.
Non riesco proprio più a scriverla.
Mi scuso davvero tanto, e ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita fino ad ora.

I vostri commenti sono sempre stati importantissimi per me :)


...Alla prossima.

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Capitolo 27
*** Sei da proteggere. ***


Burn.

Sei da proteggere.

Camminarono l’uno al fianco dell’altra. Abbastanza lontani per impedire alle proprie mani di intrecciarsi, ma troppo vicini per risultare semplici conoscenti. Capitò un paio di volte che si sfiorassero con le braccia, in un contatto quasi cercato. Non dissero nulla per tutto il tragitto, com’era prevedibile sarebbe successo. Kagome stette sul punto di parlare quando si rese conto che i suoi piedi si muovevano, leggermente in ritardo rispetto a quelli di Inuyasha, ma che la sua mente non aveva idea di dove stesse andando. Quel seguirlo ciecamente però, la trattenne dallo spezzare il silenzio che li teneva uniti.

Entrambi si trovavano sospesi in una situazione estremamente fragile e complicata, e le parole si sa, hanno sempre un taglio preciso, e rischiano di ferire anche e soprattutto quando non se ne ha intenzione.

Si accorse che il suo corpo non era affatto turbato da quella vicinanza, e se ne stupì profondamente. Aveva desiderato così tanto poterlo vedere, ed innumerevoli volte s’era ripetuta che non avrebbe avuto più occasione di ritrovarsi così vicina a lui, o perlomeno, era convinta che nel vederlo non si sarebbe potuta permettere di rimanere silente.

Un’insegna colorata attirò la sua attenzione: “I dolci sono meglio degli uomini”*.

Un sorriso sghembo apparse sul suo viso, e non riuscì a fare a meno di pensare che qualche tempo prima, avrebbe volentieri rinunciato alla sua torta al cioccolato preferita, per avere l’amore fra le proprie braccia, e all’interno del suo cuore.

Sebbene fosse ingenuo pensarlo, quel sentimento tanto desiderato, s’era rivelato molto più doloroso di un mal di pancia.

Così si accorse d’avere nostalgia di se stessa, e di quella fanciullezza che aveva lasciato scivolar via in una notte di passione accesa. Non se ne stava pentendo, solo sentì dentro di se una sgradevole sensazione di smarrimento, in cui la sua estranea anima vibrò per qualche istante.

In fondo, s’era davvero persa fra le braccia di Inuyasha?

Cosa può portare più al di fuori una persona? L’amore carnale, o la corruzione e la droga?

A violarla era stato proprio colui che da tutto avrebbe dovuto proteggerla, infischiandosene completamente del suo cuore di bambina. Lo aveva fatto lentamente, ma in maniera accurata. Ironico a dirsi, data la natura così involontaria nel farlo.

Eppure un frammento di lei, detestava Koga con tutte le ossa. Non con la mente, l’anima o il cuore. Né con la pelle o la carne.

Lo odiava con le ossa, perché sono proprio quest’ultime a tenerci in piedi, sono alla base di tutto. Il nostro scheletro ci da forma, regalandoci un aspetto sottocutaneo quasi grottesco, ma meraviglioso per il proprio ruolo.

E così è un fratello. Lo scheletro della vita. Una guida naturale. Avrebbe dovuto proteggerla, lui, e invece aveva fatto tutto il contrario.

Così quell’abbandono era diventato un cancro, pronto a masticare lentamente il suo avvenire, trasformando in marcio tutto ciò che di positivo avrebbe potuto fare. La sua anima così abbagliante, aveva perso un po’ di quel fascino di fanciulla, ma il rosso scarlatto del suo essere diventata donna, la rendeva così magneticamente intrigante da far mancare il fiato.

L’affetto per suo fratello ardeva nel suo cuore, come la voglia di vivere che aveva ereditato dal suo errore.

-Qui va bene.- La voce di Inuyasha catturò la sua attenzione, e la sua mente tornò lucida in qualche istante.

Ci mise un po’ a percepire il tepore che improvviso aveva preso a cingere la sua mano, e guardando la presa salda di Inuyasha intorno a quella piccola parte del suo corpo, si sentì andare a fuoco, e le gambe tremarono tanto forte da spaventarla.

In un istante, quel limite che entrambi speravano di non poter oltrepassare, s’era ritrovato infranto, come il silenzio sotto la voce roca del mezzo demone.

Provarono il pizzicante istinto di lasciarsi subito andare, in preda ad una fastidiosa sensazione di oppressione comune, simile a quella che si prova indossando dei guanti quando l’aria si fa più calda. Ma nessuno dei due, si mosse.

Non erano mai stati bravi con le parole, Kagome sempre incline al nervosismo, e Inuyasha, chiuso in quella gabbia di se stesso, troppo ben piazzata per essere abbattuta dalla sola forza di volontà.

In quel momento, né lui né lei avrebbero avuto la forza di tirarsi fuori.

Camminando, erano giunti davanti a una piccola piazzola, mal curata e così diversa dal quartiere circostante. Tre panchine di vernice verde formavano un semicerchio, e a dividerle, delle piante con pochi fiori dai colori spenti.

Il cemento presentava varie spaccature in molteplici punti, e l’assenza di aiuole decorative, rendeva il tutto ancora più sgradevole alla vista. Eppur c’era qualcosa di malinconico nel viale pedonale che avevano appena percorso insieme, quindi non furono stupidi di averlo percorso tutto, sino ad arrivare in a quel punto.

-Cosa devi dirmi?- Gli domandò, senza esitare.

-L’uomo che ha venduto l’ultima dose a Koga, si è fatto vivo.- Le rispose.

Parlando, abbassò lo sguardo, dimostrandole con umiltà tutta la sua debolezza emotiva dinanzi ad una situazione simile. Un atto così poco da lui, ma naturale al tempo stesso.

Kagome perse un battito, e fu rincuorata nel sentire ancora la sua mano tremante, in quella di Inuyasha. Quel tepore così piacevole contrastava con il gelo scaturito dalla tensione.

Caldo e freddo.

Sembrò essere la chiave di tutta quella storia.

-Verrà a cercarmi?- Chiese, pur conoscendo la risposta.

-Presumiamo.- Lui, fu secco nel rispondere.

Tutto lo smog urbano sembrò essersi impossessato delle iridi scure di Kagome, mentre il mondo freneticamente continuò a girarle intorno.

Avrebbe voluto abbracciarla, ma non sarebbe mai finita lì, e così lasciò la presa, continuando a sostenere il suo sguardo, rassicurandola un po’, come meglio poteva.

-Saprò affrontarlo.- Esclamò, e la voce tremò tanto forte da sembrare distorta.

-Ti perderai.- Si limitò.

-Ho imparato a difendermi, sono forte ormai.- Ribatté, questa volta con rabbia.

-Sei fragile. Potrei spezzarti.- Addolcì la voce, e allungò una mano a scostarle la frangia dalla fronte. Abbozzò un sorriso, poi si voltò e ripercorse quel malinconico viale.

Kagome fissò la sua schiena. Ricordò la notte passata a dormire al suo fianco. Lei amava le sue spalle.

Sentì le lacrime infrangere le barriere.

Lo guardò andare via, e pianse.

Ripensò a quella carezza, e ne fu commossa.

Il suo cuore si spezzò ancora un po’.

 

<< Il corpo di Ayame è caldo. Sono conscio che questo sia un pensiero piuttosto comune, ma la sua pelle ha qualcosa… è realmente bollente. >>

Aveva imparato che per chiarirsi le idee, era più semplice accettarle, come prima cosa. Così lo scrisse su un foglio stropicciato, per poi ripiegarlo molteplici volte. Sospirò e poi, lo aprì di nuovo.

Lesse a voce alta:

- Il corpo di Ayame è caldo. Sono conscio che questo sia un pensiero piuttosto comune, ma la sua pelle ha qualcosa… è realmente bollente. –

Non serviva.

Nella sua testa, quel capelli rossi non cessavano di profumare fra le proprie mani.

Così pensò a lei come un pensiero molesto, un qualcosa che si infiltra nel cervello, e non vuole saperne di andarsene. C’era entrata dalle narici, per forza, con quel profumo così selvatico da far girare la testa.

O grazie alla sensazione data sotto il tocco di ogni carezza. Un corpo piacevole, caldo…

Ricadde con la schiena sulle lenzuola sfatte del suo letto, e ringhiò sentendo quell’odore sempre più debole. La notte si stava abbassando, rapendolo dal suo stato di mezzo demone.

Da uomo avrebbe pensato ancora a lei?

Chiuse le palpebre, cercando di visualizzare il viso di Kagome, per sfuggire a quel pensiero scarlatto. La vide perfettamente, bella, con la solita isteria negli occhi.

Avrebbe voluto dirle molto di più quel pomeriggio, tenerla fra le braccia e fingere che nulla fosse accaduto, ma a quale scopo? Le avrebbe mentito, e poi se ne sarebbe andato ugualmente, lasciandole però una speranza nel cuore che, momentaneamente non avrebbe potuto far espandere.

Quando riaprì gli occhi, si sentì più stanco di prima, e quando guardò una delle sue lunghe ciocche di capelli, non si stupì nel trovarsi color pece. Si abbandonò a quello stato, desiderando che la notte terminasse il proprio turno più in fretta del solito.

S’era ripromesso di non riflettere in quello stato. Certo, rispetto alla sua solita forma di mezzo demone, riusciva a gestire l’istinto più facilmente, ma la debolezza da uomo, quella poteva rivelarsi ben più dannosa. Lo avrebbe portato da Kagome, almeno per qualche minuto, anche senza conoscerne le conseguenze.

Si girò su di un fianco, e abbandonò lo sguardo nel vuoto.

Provò una forte inquietudine sentendo il vuoto della stanza frusciare a quel movimento, e in un attimo fu divorato dall’assenza della sua ex donna, tuttavia il suo pensiero scivolò anche altrove.

Quella confusione lo destabilizzò.

Lo squillare del cellulare attirò la sua attenzione, salvandolo da quel terribile circolo vizioso.

Una mail.

<< Yamamoto abbiamo un piccolo problema, so che non è la notte giusta, ma sto per arrivare a casa tua. >>

Aggrottò le sopracciglia.

Non fece in tempo a domandarsi di cosa si potesse trattare, che la voce di Miroku giunse rabbiosa dal piano di sotto. In un attimo fu in piedi, e con preoccupazione, scese le scale.

-Non smetterò mai di pentirmi per averti lasciato le chiavi.- Si lamentò, fulminandolo con lo sguardo.

Miroku prese a camminare avanti e indietro per la stanza, frenetico e in preda al nervosismo. Un comportamento anomalo per uno come lui, all’apparenza menefreghista e pacato. Non era da lui, mostrare così tanto uno stato di tensione.

Inuyasha appoggiò una mano sulla sua spalla, e con sguardo empatico, lo invitò a tranquillizzarsi. Non gli furono necessarie parole.

-Quel bastardo.- Si interruppe, per prendere la giusta respirazione necessaria per spiegarsi bene. –Quel viscido bastardo, in questo istante è con Ayame. Non eravamo insieme, in un pub. Stavamo bevendo e scherzando, finché non si è fatto avanti. Ho visto quello sguardo di Ayame, e non sono riuscito a trattenerla.- La voce gli tremò, e la presa di Inuyasha si fece più salda. Tanto da farlo soffrire sotto quella pressione, eppure rimase inerme.

-Come hai potuto lasciarla andare?!- Si riempì di rabbia.

-Lei voleva sapere. Non ho potuto impedirle di sapere…- Provò a giustificarsi, e per la prima volta dopo molto tempo, sentì qualcosa graffiare in gola. Un forte senso di disagio gli attraversò il corpo, e si accorse di voler piangere. Ma non lo fece, si trattenne con tutto l’impegno possibile.

Inuyasha gli si allontanò bruscamente, come a non sopportare la sua presenza.

-Sai almeno dove stanno andando?-Domandò in un ringhio.

Miroku non rispose, ma sul suo viso si espanse un senso di pena così vivido, da far impazzire i sui sensi. Non attese oltre, si precipitò fuori di casa, e attraversando di corsa il proprio giardino, cominciò ad elencare mentalmente tutti i posti in cui Ayame soleva rifugiarsi.

Si sentì impazzire all’idea di non poterla trovare, di arrivare troppo tardi e fallire nel proteggerla. Non poteva perderla, non le avrebbe permesso di farsi riempire la testa di parole sporche. Non l’avrebbe fatta cadere nella disperazione.

Le aveva promessa che l’avrebbe sorretta, aiutata a respirare. Sempre, in qualsiasi istante.

Non poteva perderla.

Sentì il cuore battere eccessivamente, e dopo tanto andare senza meta, si fermò a prendere fiato, piegandosi su se stesso. Non sarebbe dovuto accadere proprio quella notte.

-Maledizione!- Sbraitò.

Se si fosse trovato nella sua solita natura, il suo fisico non avrebbe mai ceduto così facilmente. Sarebbe riuscito a trovarla, se solo fosse stato normale.

Fissò il cemento con distacco, e alzando lentamente il capo, sentì il corpo vibrare alla vista di quel paio di All stars troppo rovinate per essere ancora indossate. I collant neri a fasciare le gambe, erano tanto familiari da riuscire a rincuorarlo in un breve istante.

Tutto il suo corpo sorrise, nell’avendola lì davanti, ma quell’entusiasmo si spezzò non constatare che le guance nivee, erano inumidite da lacrime copiose.

La raggiunse, e prendendola fra le braccia, cercò di placare gli scossoni dovuti ai brividi.

Quel profumo di iris selvatico lo avvolse in un attimo, ed istintivamente ebbe voglia di baciarle i capelli. Lo vece, e i tremori sembrarono calmarsi.

-Dimmi che non ti ha fatto nulla, ti prego.- Le sussurrò con una dolcezza che aveva dimenticato di poter esprimere.

Ayame scosse il capo. –Abbiamo solo parlato. Portami a casa.- Lo implorò.

Lui lasciò scivolare la mano lungo il fianco di lei, sino a trovare la piccola mano, per poterla rinchiudere nella propria. Solo allora abbandonò l’abbraccio, pronto ad averla al suo fianco per tutto il tragitto.

Capì subito che con casa, Ayame intendesse la sua.

L’avrebbe tenuta con se tutta la notte.

Quando rincasarono, Miroku era disteso su uno dei tre divani della sala, addormentato. Senza fare rumore, salirono le scale. Non appena si chiusero la porta della camera alle spalle, un tuono si scatenò sulla città.

-Ogni volta che ci vediamo, comincia a piovere.- Sussurrò la rossa, tremando sotto le carezze dell’ormai umano Inuyasha.

-E tuona.- Aggiunse lui, affondando le mani fra i capelli mossi, a cingerle con delicatezza il collo. La baciò lievemente, assaporando la morbidezza delle sue labbra.

-Gia, tuona.- Disse ancora lei, con voce spezzata.

-Stai bene?- Si assicurò, baciandola ripetutamente sulle guance.

Ella annuì, abbozzando un sorriso. Le gote pallide, macchiate di sbavature da trucco, si accesero di un lieve color rosato.

Inuyasha scostò le spalline del vestito leggero, che con naturalezza scivolò su quel corpo così armonioso, mostrandola in tutta la sua bellezza.

Ayame aveva un corpo caldo ed eccitante, ma continuò a guardarle il viso, e con la sola forza di essere umano, la sollevò, e la portò a letto. Prima di lasciarsi ricadere su di lei, si sfilò la maglia e i jeans con tanta foga da risultare goffo.

Quando il suo petto sfiorò la pelle della rossa, provò un senso di tempore e pace indescrivibile. Lei sorrise. Non lo faceva mai spesso.

La strinse fra le braccia, e lentamente le sfilò i collant, lasciando però al loro posto le mutandine.

Le sfiorò la fronte con le labbra, per poi stringerla ancora di più.

Avrebbe dormito al suo fianco, e l’indomani avrebbero parlato di Koga, aprendo per l’ennesima volta una ferita troppo grande. Quindi voleva tenerla al caldo, lontana da tutto quello almeno per una notte.

-Tu sei da proteggere.-

Le sussurrò un paio di volte, appena prima di addormentatsi.

 

 * E' un chiaro riferimento ad "Hana yori dango", un famoso manga e gioco di parole. In sintesi dovrebbe significare "I fiori sono meglio dei ragazzi", ma può anche essere interpretato come "I dolci sono meglio dei ragazzi"

 

Ok. Uno, due e tre…

Tadan, sono tornata… !

La mia totale crisi- che vorrei precisare, non aveva nulla a che fare con l’ispirazione-, è completamente passata. Mentre ero al mare, ho terminato questa storia, e in parole povere devo solamente sistemarne la stesura.

Io vorrei davvero ringraziare tutte le persone che mi hanno incitata a continuare, davvero… Non ho parole <3

Vorrei però poter dire che, se ho interrotto per un periodo momentaneo questa ff, non è stato per nulla perché non mi andava più di scriverla, anzi, più passa il tempo e più mi sento legata a questa storia.

L’avevo accantonata per il semplice fatto che purtroppo, anche non volendolo fare, ho messo davvero troppo di me all’interno di queste righe, e dal momento in cui sentivo di aver persone una persona molto importante della mia vita, che è finita per c’entrarci, non me la sentivo più di scriverla. Non riuscivo proprio a farlo.

Ora però le cose sono diverse, ed ecco qui questo capitolo, che sicuramente odierete, per come sono andate le cose.

Ma voglio rassicuravi solo su una cosa, stiamo per arrivare al finale, ma molto probabilmente scriverò un seguito. Non posso far risolvere i problemi relazionali di Inuyasha, Kagome e Ayame in un finale in cui il punto focale sarà Koga, anche perché i residui dei traumi che hanno avuto, avranno conseguenze sul loro futuro, e si risolveranno soltanto vivendo la vita.

Spero d’essermi spiegata.  ;)

Su questo capitolo ho da dire una sola cosa: Inuyasha all’inizio si preoccupa per Kagome, e successivamente allo stesso modo, si preoccupa per Ayame.

E cosa ben più importante, per confortare la rossa, si abbandona completamente, mentre con la sua ex donna si trattiene. E’ importante questo passaggio. Molto molto importante.

Vorrei ringraziarvi tutti uno ad uno come facevo in passato, ma sto morendo dal sonno, e non vedo l’ora di postare.

Al prossimo capitolo risponderò anche alle scorse recensioni!

Grazie ancora per il sostegno.

 

Ah, perdonate gli errori imbarazzanti sparsi in tutta la storia, in questi giorni mi metterò e la sistemerò tutta. Ho già cominciato a correggere i primi capitoli!

 

Con amore da scrittrice in erba, Favole.

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Capitolo 28
*** La differenza fra due notti. ***


Burn.

La differenza fra due notti.

 

 

Una di molto tempo prima:

 

-Quando facciamo l’amore, mi senti vivo?- La sua voce uscì impersonale, e fu quasi come se da ogni sillaba pendesse una stalattite. Lei lo guardò, e quel suo esprimersi così terrificante, si sciolse nel calore degli occhi, in contrasto con il proprio colore, freddo.

Gli occhi blu non l’erano mai piaciuti così tanto, troppo schietti. Così diversi dai suoi, verdi e sinceri. Con le guance rosee le donavano un’aria di fanciulla, così tipica per la sua giovane età. Pura. Quelli di lui però, erano diversi in qualcosa. Aveva uno sguardo arrogante, ma a cui non si poteva rinunciare di porgere attenzione.

Lui era rassicurante, terribilmente. Nonostante quegli occhi blu. Terribilmente troppo blu.

Ayame era sempre stata un’osservatrice. I dettagli le piacevano, riuscivano a elettrizzarla in qualche modo. Non trovava piacere in una persona troppo semplice, non prestava considerazioni in un viso lineare e pulito. Nel corso degli anni aveva cominciato a chiedersi il perché. Era conscia che fosse comune, l’amore per le particolarità, ma il suo era qualcosa di più spigoloso, come una specie di ossessione.

Così scavando dentro di se, riuscì a riportare alla mente una sagoma, di un carattere burbero e chiuso. La voce roca di quella persona cominciò a dondolarle intorno, come a chiedere d’essere ricordata, ma mai abbastanza da riuscire a identificarla.

Rimembrò del signor Nakamura la prima volta che l’eroina invase le sue vene, avvelenando il suo sangue selvatico. La sua mente assopita, si aggrappò a quel momento in cui l’infanzia aveva bussato all’uscio della pre-adolescenza, con rammarico, come accade un po’ a tutti.

Era l’autunno dei suoi undici anni. Sua madre era ancora viva, ma riusciva a vederla troppo poco, così ogni qual volta le fosse permesso, dopo la scuola andava a trovarla in ospedale, dove lavorava come infermiera. Gli ospedali non le facevano alcun  effetto. L’odore così forte di farmaci e corpi umani però, le facevano storcere il naso quasi sempre.

Un giorno piovoso arrivò una donna ustionata in volto, e l’odore di carne umana bruciata le risultò tanto insopportabile da farle venire la nausea. In preda al panico di rigettare nei corridoi bianchi, si infilò in una camera, e dopo qualche secondo si arrese al proprio male, piegandosi in due.

Sentì la testa girare, e rammaricata di non aver resistito sino al bagno, pregò di aver scelto una stanza vuota.

Le lamentele di un uomo, delusero ogni qualsiasi speranza.

-Meraviglioso!- Esclamò, senza curarsi di domandarle come stesse. –Mi auguro che mandino istantaneamente qualcuno a ripulire.- Continuò a lamentarsi.

Ayame sollevò lo sguardo, e quello che vide le fece tornare lo stimolo di rimettere nuovamente. Si trattenne a stenti.

-Beh, che diavolo hai da guardare con quell’espressione terrorizzata? Se non l’avessi ancora capito, siamo in un ospedale!- Le rimproverò, con tono polemico.

-M-mi dispiace per aver vomitato sul suo pavimento signore, farò ripulire tutto da mia madre!- Disse poco prima di inchinarsi e fuggire fuori da lì.

Il giorno dopo sua madre le impose di tornare, munita di fiori, con l’intento di scusarsi decorosamente. Scoprì che quell’uomo dal viso oscenamente sfregiato aveva appena una trentina d’anni, una carriera d’oro e un ex fidanzato vigliacco.

Lui le spiegò ch’era nato arrabbiato, e questo aveva sempre giovato alla sua vita. La furia si trasformava in creatività, e questa definiva ogni suo giorno. Era uno scultore. Incideva il marmo con foga, ma sempre preciso in ciò che voleva rappresentare. Il grottesco era il suo scopo, non amava la bellezza delicata, ma quella spigolosa e carica di carattere.

A cambiare la sua vita era stato un suo compagno di classe, il grande amore della sua vita. Passarono tre anni insieme, senza mai pretendere nulla dall’altro. Una di quelle relazioni in cui tutto scorre liscio, e ogni discussione nasce per finire senza lasciare conseguenze, se non quelle che andavano a formarli ancora più uomini, sino a farli crescere, insieme.

Quando Nakamura lesse la lettera suicida del suo profondo amore, si arrabbiò ancora, e ancora quando suo padre lo trovò piangere dopo il funerale, consolandolo sino al momento in cui dalle sue labbra era nata la parola Amore.

Non poteva essere accettata la sua natura omosessuale, se così poteva chiamarsi. Lui non lo sapeva, aveva amato soltanto quell’uomo acerbo e tranquillo.

Come poteva sapere cosa fosse?

Così si adirò sempre di più non riuscendo ad amare nessuna donna, e stupendosi nel trovare solo piacere dagli uomini dopo quel suo amante splendido. Si sposò con l’arte, e spaccò frammenti di qualsiasi cosa, plagiandoli e dando forma a tante rappresentazione fantasiose di quella mente che gli mancava.

Raccontò ogni cosa a quel rosso fiore non ancora schiuso, sbottando qua e là. Le spiegò che quel suo volto non era altri che la rappresentazione della sua anima, ma al contrario delle proprie opere, non l’amava affatto, perché come ogni essere umano, era nato vanitoso.

Lei però se ne stava lì ad ascoltare la sua voce, e seguiva quelle cicatrici scarlatte con attenzione, non lineari e in rilievo, e imparò ad associarle alla passione ardente che straboccava da quell’uomo.

La sua imperfezione era l’immagine dell’amore forte. Quello che spacca i cuori e travia le menti.

Pericoloso, ma agognato.

Quando venne dimesso, Nakamura le lasciò un ciondolo d’argento, abbraccio di un campanello strillante. La superficie tremolante era fatta di rabbia.

L’unico biglietto diceva:

“La mia presenza nuocerebbe alla tua crescita. Addio.”

Solo questo.

Ayame pianse. Ogni notte, finché sua madre non morì, e trovò altro per cui soffrire.

Drogandosi per la prima volta, seppe per quale ragione lo sguardo di Koga le piacesse così tanto. Perché le sue labbra perennemente spaccate l’attirassero pur sapendo di sangue.

E fare l’amore con lui, la facesse sentire cullata dalla dolcezza, seppur non ci fosse nulla di tenero nel suo tenerle i polsi, e stringerle i fianchi.

Non vi era nulla di più vivo, nell’unirsi fisicamente con lui.

A questo proposito rimase stranita da quella domanda, come accadeva ogni volta che Koga pareva distante. La risposta le parve oscenamente ovvia, ma non volle rimanere in silenzio.

-Sento il pulsare del tuo sangue sotto la pelle, tanto da sembrarmi assurdo che non invada anche il mio di corpo.- Gli disse, accovacciandosi al suo fianco, ancora inebriata dal piacere.

Avrebbe voluto ricominciare ancora, e placare quel senso di inquietudine che formicolava gli arti del suo amante, un po’ come l’arte per Nakamura-sama.

Voleva essere la sua opera d’arte.

 

L’altra di un tempo di guarigione:

Se quella notte ci fosse stata luna, la sua luce avrebbe sfiorato la pelle nuda di Ayame, mentre con commozione giaceva immobile, su un fianco, con lo sguardo immerso in quello dell’uomo più vicino al suo cuore. S’era svegliato da qualche secondo, e dopo qualche attimo di confusione, l’aveva riconosciuta.

Lo vide sorridere, e seppe finalmente che non era stata affatto un’impressione, la sua. Erano seminudi, fra le stesse lenzuola, e tutto ciò che avevano fatto, era restare abbracciati mentre fuori da quel piccolo universo novizio, il mondo si arrabbiava fra le nuvole. Improvvisamente era così chiaro, da sembrare abbagliante.

-Koga è stato l’amore della mia vita.- Sussurrò, mordendosi le labbra. Per quanto si sentisse invecchiata dal dolore, decadente per tanti versi, il suo animo era rimasto quell’ingenuo del prima. –La mia verginità, sia fisica che mentale, è stata sua. Però sai, non è questo il punto. Noi camminavamo allo stesso modo, e lui sapeva farmi ridere. Ridere davvero. Quando voglio parlare di lui, vedi, mi vengono in mente soltanto cose banali. Penso che sia questo il problema… Se sono le cose più semplici a venirti in mente, quello è l’amore della tua vita.- Sorrise un po’, con lo sguardo perso, così lontano da quel letto, da quella casa.

Ma ritornò in fretta, e lo guardò nuovamente. Voleva restare, era il posto giusto in cui rimanere.

Era quello che voleva.

-Voglio dire che l’avrei perdonato, forse arrivando alla pazzia, ma sarei rimasta. Avrei amato la sua arroganza sino a distruggermi, perché lui mi avrebbe tenuta insieme, anche se a pezzi. Il mio collante perfetto.-

Inuyasha le ‘carezzo il viso, temendo di dover raccogliere a breve una lacrima, ma non accadde. Quel contatto lieve però, gli permise di sentire la temperatura bollente della sua pelle.

-Vuoi che ti dica se ho perdonato Kikyou?- Domandò, perplesso.

Ayame si tirò a sedere, non badando all’improvvisa esibizione del proprio corpo sinuoso, e scosse la testa.

-Ah-ah. Voglio che tu mi dica che sei sicuro di voler perdere Kagome. Lei è viva, è dall’altra parte della città, e ti ama. Ti desidera. Puoi ancora riabbracciare il suo corpo, perdonarla per essersene andata. Puoi farlo, anche se hai paura che possa accadere ancora. Potrebbe fuggire ancora, ma se restasse al tuo fianco, potrebbe guarire questo tuo timore. E’ una possibilità, forse la più vera.- Gli disse, tirando fuori un ragionamento frutto di una lunga riflessione.

Non voleva perderlo, però poteva comprendere il dolore della perdita e la gelosia pungente di sapere il proprio uomo a letto con un’altra donna. Kagome lo considerava ancora suo, Ayame lo sapeva.

Inuyasha, tornato alla propria natura originaria, si mise a sedere anch’esso, così da poterla guardare negli occhi alla stessa altezza.

-Per amare Kagome mi manca qualcosa. A me e lei, manca qualcosa. C’è un abisso nell’unione dei nostri cuori, e sono conscio del fatto che se riuscissimo a colmarlo lei sarebbe il mio grande amore, forse l’unica fra qualsiasi forma di vita nel mondo. Però questo maledetto non-so-cosa, quando lo recupereremo? Potrebbero volerci mesi o addirittura anni. Non posso privarla dell’amore nel frattempo, capisci? E persino io, non posso impedirmi di provare affetti per un’altra donna, non voglio.- Si spiegò pacatamente, dandole poi un bacio sulla fronte.

-E con me cosa cambia?- Domandò.

-C’è una parte mancante di me, pur tuttavia convive con un’altra, fin troppo piena, quasi straripante. Questa posso condividerla con te, perché anche tu sei piena di qualcosa. Non rischio di inquinare la tua vita, capisci? Noi coliamo l’uno sul corpo dell’altra.-

-Sì. E’ cose se fossimo anestetizzati.- Gli rispose.

-Esattamente.- Confermò, spingendola indietro e premendo il proprio corpo sul suo. Le baciò il collo più volte, sfiorandole i capelli.

Ayame chiuse gli occhi, li riaprì per guardarlo, e li chiuse ancora per percepire il suo profumo, così intenso e amabile.

-Kagome ha una voragine dentro, ma il suo spirito è scoppiettante. Non è fatta per permanere in questo stato, lei è inquieta come Koga, ha bisogno di emozioni vive, per sopravvivere.- Aggiunse lei, dimostrando d’aver capito in pieno.

Lui annuì.

-Così devo accettare di esserle nemica…- Realizzò a voce alta.

 

 

Ok, non ho ancora capito se questo capitolo possa sembrare inutile, però penso sia uno di quelli in cui sono sicura di aver espresso al meglio ciò che volevo dire. Insomma, sto provando a introdurre la fine nel migliore dei modi, e credetemi quando dico che non mi è semplice. Questa storia si è evoluta troppo. Lo stile è cambiato troppo, e se potessi cancellarla e ripostarla da capo, penso lo farai. Però ci sono le vostre recensioni e le date di pubblicazione e tutte queste piccole cose a cui tengo molto, quindi mi sto limitando a correggere capitolo per capitolo, senza stravolgere la storia.

Con la prima parte di questo capitolo, ho provato a dare qualche indizio su Koga, su quello che stava succedendo dentro di lui, quello che lentamente ha cominciato a divorarlo. La prima frase è l’inizio della fine. Sto tentando di tracciare il profilo psicologico di tutti nel modo più chiaro possibile, provando a far capire che tutti in qualche modo comprendano tutti, meno Kagome che si ritrova nella stessa posizione in cui si trovava suo fratello, e per questo per lei le cose sono diverse. Non la sto abbandonando, sto sottolineando le conseguenze degli eventi anche per lei. Quindi isolarla è l’unico modo che ho, ma questo non vuol dire che me la stia perdendo per strada… Voglio specificarlo.

Il tema principale di questa storia sono le relazioni tra i personaggi, e le reazioni al passato. Non voglio dire che la storia d’amore fra Inuyasha e Kagome non abbia la sua importanza, solo non posso concentrarmi su quella e ignorare la psicologia di questi.

Non possono essere felici e contenti, se le cose non si risolvono.  

Che altro posso dire, questa storia è diventata il mio mal di pancia. Ho finito per metterci troppo di me, e scriverla è sempre un poco doloroso, però sono finita per provare un amore infinito per essa.

 

Cos’altro posso aggiungere? Ormai continuo a ripetere che tornerò a ringraziarvi uno ad uno, e non lo faccio mai. Sono estremamente (pessima) pigra. Questo però non significa che non apprezzi i vostri commenti, sia positivi che (anche se un po’ meno xP) negativi. Sono arrivata ad avere  67 preferiti, 24 ricordate, e ben 101 persone che la seguono.

Beh, wow. Sono davvero senza parole. :’)

Grazie con tutto il cuore. Mi scuso immensamente per i ritardi, e se posso giustificarmi, dico appunto che questa storia mi è diventata difficile da scrivere, persino quando sono ispirata. Perdonatemi. Sappiate che mi impegno tantissimo però.

Al prossimo capito.

Favole.

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