Take my faith and
take my pride
I don't need them anymore
(The one I love - The rasmus)
The
one I love
Si ritrovò a passeggiare per il parco come molte
sere, da quando aveva
ritrovato quell'amicizia che pensava perduta gli piaceva camminare e
rimirare quel
posto che per tanto tempo aveva ignorato.
L'aveva evitato perché lo considerava un posto infantile, di
solito chi ci va
al parco? I bambini, no?
Ebbene lui aveva scoperto che non era così,
Madri con i loro figli, persone anziane, coppiette...
Guardò verso il laghetto era lì che l'aveva
ritrovata dopo anni,
involontariamente sorrise, quel giorno la sua vita era stata stravolta
per la
seconda volta, la prima ovviamente era stata quando l'aveva conosciuta!
Lentamente con i suoi amici aveva rotto i ponti, non erano persone
degne della
sua attenzione. Sudò freddo a quel pensiero, aveva iniziato
a pensare come suo
fratello!
Si sedette su una panchina, il vento gli scompigliò i lunghi
capelli che
l'amica lo costringeva a tenere sciolti.
Da quando aveva preso a frequentare quella singolare compagnia era
cambiato
molto, ma non era cambiato per essere accettato o che altro,
semplicemente si
era accorto che era cambiato prima per essere accettato dagli altri,
ora era
tornato solo le stesso.
Il cellulare gli vibrò in tasca, era Miroku.
"Stasera concerto allo shikon, pensi di esserci? Non
c'è bisogno che
sprechi soldi a chiedere, sì c'è anche la divina
Kagome ;)"
Inuyasha arrossì senza volerlo. "Sì
ci sono, e smettila con i tuoi
progetti, siamo solo AMICI!"
Mise via il cellulare e si diresse a casa, doveva ancora
farsi una doccia!
Ultimamente con Kagome si era scoperto ad ascoltare i generi
più disparati di
musica quindi non si faceva molti problemi, si era scoperto a uscire
solo per
stare in compagnia dei suoi amici, senza sentire la
necessità di far casino o
cercar ragazze.
Si vestì in fretta prese la prima maglia che gli
capitò a tiro e rimise i jeans
del pomeriggio, fece un urlo al fratello col quale viveva ed
uscì.
Stava per passare oltre la scalinata del tempio quando decise di
attendere
l'amica che stava sentendo uscire di casa.
« Io esco! »
Sentì i passi svelti correre sulla ghiaia prima della
scalinata, vide spuntare
la figura della ragazza che stava attendendo.
Che ogni volta lo stupisse era scontato.
Quel giorno indossava un abito che ricalcava i kimono. La parte
superiore era
nera con del pizzo rosso sui bordi, le maniche erano larghe e con sopra
disegnate delle farfalle bianche e rosse. L'obi in vita era l'opposto
della
parte sopra rosso con i bordi neri, come la gonna che le svolazzava
attorno
alle gambe snelle. Le gambe erano fasciate da delle calze nere che
arrivavano
al ginocchio e ai piedi aveva un paio di scarpe con la zeppa che si
legavano
con dei nastri.
I lunghi capelli neri erano raccolti in due codini con dei nastri rossi.
Il viso era pulito da ogni trucco a parte un po' di matita.
Era unica.
Seguiva la sua camminata impacciata per colpa delle scarpe con il riso
sulle
labbra, lei non l'aveva visto impegnata com'era a non cadere.
Ma nonostante i suoi sforzi mise male un piede e prima che cadesse le
corse
incontro allarmato prendendola al volo.
Lei si aggrappò saldamente al suo salvatore senza accorgersi
di chi fosse e
appena la pose a terra iniziò a ringraziarlo. «
Kaggy sono io! Calmati! »
Appena sentì la voce si irrigidì,
perché lui era lì?!
« T.. Tu? » Arrossì di botto.
« Sì, dai andiamo »
Lei
lo
affiancò e mentre camminava la gonna svolazzava qua e
là.
« Mi
spieghi
perché sto venendo con te? Tu dove sei diretto? »
« Dove se non
allo shikon? »
Lei parve
sorpresa. « E cosa ti fa credere che io mi stia dirigendo
là? »
« Miroku mi ha
detto che c’era un concerto e vedendoti così ho
pensato che ti ci stessi
dirigendo anche tu » Non poteva dirgli che Miroku lo teneva
sempre informato su
di lei, anche se lui effettivamente non chiedeva mai nulla.
La guardò
ancora, doveva farle un commento sull’abito?
L’avrebbe resa felice questo è
certo però lui non sapeva come e cosa dire.
« Carino
l’abito, ti sta’ bene » Detto
ciò si voltò dall’altra parte.
La ragazza che
ricordava quanto fosse timido l’amico sorrise al complimento
e lo ringraziò.
Da quando
l’aveva rivisto presso quel lago era cambiato molto.
Aveva
accantonato i suoi amici conoscenti, come si
ostinava a definirli lui, e
la cosa l’aveva resa un po’ triste… Per
una persona ne aveva perse tante, anche
se lui le definiva superflue.
Appena davanti
allo shikon Inuyasha aprì la porta e fece passare prima la
ragazza, lui non lo
sapeva, ma lei andava matta per quei piccoli gesti di galanteria.
Si sedettero
al solito tavolo e qui iniziarono a parlare di tutto e di
più.
« Oh divina
Kagome, il vestito che sfoggiate oggi vi dona tantissimo, vorreste
gentilmente
accettare la mia proposta e fare un figlio con me? »
Lei sospirò,
ma prima che potesse dire o fare qualcosa sentì una mano
sfiorarle il sedere.
« Maniaco! »
« Ahio! »
Kagome doveva ancora colpirlo e non capiva il motivo del lamento, poi
si
accorse che Inuyasha si era alzato e aveva assestato un bel pugno al
ragazzo.
« Siamo
gelosetti a quanto vedo » Disse ridendo il ragazzo che
ricevette un altro
pugno.
« Di quella
ragazzina? Ma per favore! » Inuyasha era rosso per
l’imbarazzo e ringraziò la
scarsa illuminazione che lo nascose.
La suddetta
ragazzina però prese una sedia e minacciò il
ragazzo che stava ridendo davanti
a lei. « Ragazzina!? »
« Kagome, se
mi distruggi il locale poi non avrò più un
lavoro, è ovvio che Inuyasha stesse
scherzando! »
Miroku era un
ottimo mediatore tra i due, e riuscì a farle posare
l’oggetto contundente. «
Inuyasha dovresti essere più gentile con questa ragazza
»
Poi si voltò
verso la sua ragazza. « Vero Sanguccia? »
Lei sospirando
bevve un sorso della sua nera* (tipo di birra) e annuì.
« Miroku se li
continui a pressare così passeranno ere prima che capiscano
qualcosa questi due
»
I diretti
interessati avvamparono, l’uno prese a guardare altrove
mentre l’altra iniziò a
rigirarsi la sua rossa* (altro tipo di birra) tra le mani.
Mentre era in
piedi nelle vicinanze del palco un ragazzo si avvicinò a
Kagome e iniziò a
parlarle molto vicino per via della musica. La ragazza aveva perso di
vista i
suoi amici così iniziò a parlare con il nuovo
arrivato.
La maglia a
maniche corte era rotta qua e là, i pantaloni neri erano
pieni di cinghie e
catene. Ai piedi un paio di stivali.
Intorno agli
occhi aveva un filo di eye-liner e le labbra erano truccate di nero.
« Ti piace il
concerto? » L’aveva accompagnata ad un tavolo un
po’ appartato per poter
parlare.
« Molto! Sei
di qui? Non ti ho mai visto in giro »
« Mi sono
trasferito da poco, sei da sola qui? »
Lei negò con
la testa. « Sono qui con degli amici » Lei li
cercò nella folla ma con scarsi
risultati « Ma non so dove sono »
Parlarono molto
e Bankotsu sembrava interessato, certo era un bel ragazzo, ma a lei non
interessava così tentò di farglielo capire anche
se con scarsi risultati.
Uscì dalla
folla ammassata sotto al palco a fatica.
Si guardò
intorno e la trovò seduta ad un tavolo che parlava con un
tipo. Sentì una
strana rabbia montargli dentro. “Se si diverte con quel tipo
che ci resti!”
La osservò
ancora per un po’ poi quando notò che non sembrava
divertirsi tanto decise di
aiutarla anche se poi l’avrebbe sentito! Un momento
perché si arrabbiava tanto?
Mentre tentava
di capire cosa gli stesse capitando vide una scena che gli fece saltare
i
nervi.
Qualcosa si
sbriciolò dentro di lei, quello era il suo primo bacio e lei
l’aveva condiviso
con un estraneo. Si allontanò furiosa e diede uno schiaffo
al ragazzo.
« Ma come ti
permetti!? »
Lui era
sorpreso. « Ma era solo un bacio! »
Kagome aveva
le lacrime agli occhi.
« Che succede
qui? » Kagome si voltò verso il nuovo arrivato e
le si illuminarono gli occhi. «
Inuyasha! »
Lui la fulminò
e lei abbassò il capo triste. « Tu, o sparisci o
ti faccio sparire io! »
Bankotsu lo
sfidò con lo sguardo. « E come faresti? »
Ma lui non
demordeva alla fine per sua fortuna arrivarono Miroku e Sango che
allontanarono
l’altro.
« Che è
successo qui? »
Kagome teneva
il capo chino e quando lo alzò gli occhi erano arrossati.
« Kaggy, forza vieni
con me a rinfrescarti, ragazzi torniamo subito »
« Ti ha baciata?!
» Sango divenne nera dalla rabbia e stava per tornare fuori a
menarlo
personalmente.
« Sì, ma io
non volevo! E poi era il mio primo bacio » Finì la
frase in un soffio
abbassando il capo.
L’amica la
abbracciò e le disse di stare tranquilla che si poteva
sempre rimediare -
guardò fuori dalla porta del bagno la schiena del ragazzo
dai capelli argentati
- « Ora andiamo a casa, va bene? Tanto ormai
è l’una e il concerto sta’
per finire »
Annuì
debolmente.
Nella strada
verso casa non fiatava nessuno.
« Inuyasha »
Lui le fece capire che la stava ascoltando « Per
prima… ecco io non ero
minimamente interessata! »
La guardò con
sufficienza. « E tu ti fai baciare dal primo che passa?
» Si accorse di averla
ferita con quelle parole. « Non volevo, è che
capiscimi ti vedo che baci uno
mai visto! »
Lei alzò lo
sguardo sul viso del mezzo-demone, gli occhi le brillarono di speranza.
Fece
per parlare ma lui la zittì. « Aspetta, se non
parlo ora non ne avrò più il
coraggio! Quando ho visto quel, quel tizio che ti si avvicinava e tu
che non lo
scansavi mi sono sentito morire, lo schiaffo mi ha fatto capire che non
volevi,
però mi ha dato fastidio che si prendesse tutte quelle
libertà con te! Io… »
Deglutì alla ricerca delle parole, e gli occhi di lei che lo
guardavano fisso
non lo aiutavano. « Io, tu… » Inutile
non sapeva come fare così si avvicinò e
le prese il mento con due dita.
La vide
avvampare. « Perdonami » le disse in un soffio.
Pose le sue
labbra su quelle della ragazza che sorpresa non sapeva cosa fare.
Sentì le
labbra di lui schiudersi e lei fece lo stesso inesperta.
Il ragazzo se
ne accorse e capì il perché della sua tristezza.
Guidò il bacio e la sentì
rispondere timidamente ma con ardore.
Alla fine si
staccarono. « Capito? »
Lei rise. «
Recepito il messaggio! » Gli buttò le braccia al
collo felice
« L’altro non
si poteva nemmeno definire un bacio! » Con questa frase fece
arrossire il
ragazzo che emise un « Fhé »
« A domani!
Andiamo a scuola insieme? » Kagome era impacciatissima.
Lui le
accarezzò una guancia « Va bene! Buona notte mia
piccola gotica »
La baciò
nuovamente lasciandola imbambolata.
« ‘Notte » Lo
vide ridere e incamminarsi per poi tornare indietro e baciarla di
nuovo.
Mise le mani
in tasca e andò verso casa fischiettando.
Rise di se
stesso quando gli tornò in mente una canzone che gli aveva
fatto ascoltare.
Take
my faith and take my pride, I don't need them anymore
-Prendi
la mia fede e il mio orgoglio, non ne ho più bisogno-
“Il
mio orgoglio l’ho appena seppellito
con questa scenetta, ma se posso avere lei cosa me ne faccio?”
Fine