I’m
back in the picture, back in
the picture,
I wonder that took so long, so long
(Back in the picture - The Rasmus)
Back
in the picture
Negli
ultimi tempi era molto cambiata, ma non si riferiva dal momento in cui
aveva
ritrovato Inuyasha - arrossì al pensiero - ma a prima,
quando aveva conosciuto
Sango.
Lei era stata come manna dal cielo.
Per
colpa delle scelte fatte era stata lentamente allontanata, vuoi per
l’abbigliamento diverso strano, vuoi per
il look tetro, vuoi per i gusti
diversi strani, era stata emarginata.
Il suo non era vittimismo, ma era semplice esperienza personale, era
ciò che le
era capitato per davvero.
Gli
aprì come sempre facendolo entrare.
«
Ciao! » Accese come ogni volta lo stereo per coprire le loro
voci.
Notò
che la guardava compiaciuto, poi capì il motivo, lei era in
tenuta estiva
casalinga - come la definiva - ovvero maglia larga e slip.
Arrossì
di botto e fece per prendere un paio di pantaloni.
«
Ferma! Non mi dai mica fastidio, anzi… »
«
Maniaco! »
Lui
rise. « Che male c’è nel rimirare le
gambe della propria ragazza? »
Anche
se ancora rossa in viso pose giù i pantaloni. « E
va bene, hai vinto tu »
Come
ogni pomeriggio lui si sedette sul letto e le fece cenno di sedersi
anche a
lei, che prese posto fra le sue gambe con la schiena appoggiata al
petto
muscoloso del ragazzo.
«
Allora che hai fatto oggi di bello? » Stessa domanda di
sempre.
«
Il compito per domani »
«
Tu hai sprecato la tua domenica mattina per il compito? »
La
vide fare una faccia come se fosse la cosa più ovvia del
mondo. « E sentiamo
quando avrei dovuto farlo? »
Parve pensarci su. « Hai ragione, così ora hai il
pomeriggio libero… Mi
piacciono le ragazze previdenti! »
Inuyasha
prese ad accarezzare le gambe della compagna con fare naturale
facendola
arrossire di conseguenza. « Volevo chiederti, non
è che potresti mettere delle
gonne più lunghe? Sai ho visto più di un ragazzo
allungare l’occhio »
«
Eddai, quelle fanno caldo! »
«
Ma a me non va che si prendano certe libertà concesse solo a
me! »
Lei
ruotò il busto fino a vedere il viso del ragazzo e gli diede
un lieve bacio
sulla guancia.
«
Mi piaci ancora di più quando fai il geloso! »
Lui
sorrise e la risistemò in modo da averla di nuovo con la
schiena appoggiata al
suo busto.
«
A quanto sia stupida la gente » Rispose lei secca.
«
E come mai un pensiero così gentile?
»
«
Molto semplicemente ripensavo a come mi ero ridotta prima di incontrare
Sango,
per colpa della gente »
Lui
s’incuriosì a quelle parole. « Racconta
»
«
Guarda che non ti farà piacere »
Lui
deglutì. « Voglio sapere tutto ciò che
mi sono perso »
«
Pensiero gentile, ma ti assicuro che non è una storia
interessante »
«
E’ inutile che ci giri attorno, ormai hai iniziato il
discorso… »
Sospirò,
a volte era talmente cocciuto che sarebbe stato inutile tentare di
farlo
desistere così iniziò.
«
Quando iniziai a cambiare, la cosa non fu vista bene da molta gente, mi
dicevano
che era uno stile discutibile e che potevo evitare di andare in giro
così, a
quei tempi non si riferivano di certo agli abiti gotici - quelli ancora
non
erano nemmeno nel mio armadio - bensì alle maglie nere dei
gruppi musicali che
a dir loro erano sataniche, alle borchie e ad alcuni piercing che mi
sono fatta
»
Si
fermò un momento sentendo che il ragazzo aveva preso a
giocare con alcune
ciocche dei suoi capelli. « Che piercing hai? »
«
Naso e tre buchi per orecchio più uno nella parte superiore,
non li avevi
visti? »
«
Non ci avevo badato… Vai avanti a raccontare dai »
“Se
tu non m’interrompessi!”
»
In
seguito a tutto ciò arrivo il gotico e la cosa
continuò, iniziarono a evitarmi,
quando chiedevo alle mie amiche se potevamo andare a fare un giro
insieme non
erano mai libere, il motivo era solo uno, si vergognavano di me
così iniziai a
chiudermi in me stessa »
Sentì
gli occhi inumidirsi al ricordo di quelle giornate in cui aveva provato
la
solitudine più pura.
«
Poi c’eri tu, ti vedevo sempre felice con i tuoi amici e la
cosa mi rincuorava,
almeno tu eri stato accettato ricordo bene quando da piccolo nessuno
giocava
con te e in seguito con noi perché tu eri sbagliato ai loro
occhi, poveri
idioti »
Sospirò
nuovamente.
«
Però iniziai a notare che anche se ti salutavo, mi evitavi.
Anche tu avevi
smesso di considerarmi, ma non mi diedi per vinta e continuai sempre a
mostrarmi sorridente solo per te! »
Stava
per piangere dalla rabbia che aveva provato in quel periodo, lo
sentiva, prese
una mano di Inuyasha tra le sue, lui la lasciò fare.
«
Ma per quanto mi sforzassi regolarmente ogni sera scoppiavo a piangere
da sola
nella mia camera. Mi sentivo sola e odiavo mostrarmi così
vulnerabile agli
altri al contempo. Mia madre se ne accorse e iniziò a
consolarmi, ma poi
vedendomi perennemente in quello stato iniziò a spronarmi a cambiare per essere accettata nuovamente
»
Tutti
i suoi sforzi per non piangere furono vani e una lacrima scese ribelle
lungo la
sua guancia.
«
Io non volli saperne e continuai a fare ciò che facevo,
forse stupidamente, ma volevo
sperare che
fosse tutto uno scherzo, volevo vedere con i miei occhi che le persone
non
erano così, che non erano così superficiali da
fermarsi all’apparenza.
Continuavo
a credere che avrei conosciuto qualcuno di intelligente che mi avrebbe
apprezzato per il mio cervello, per quella che tutti definiscono bellezza interiore, ma sai Inuyasha?
Avevo torto marcio, su tutto!
«
Fu allora che la conobbi, entrando in un bar - lo shikon - la vidi,
serviva ai
tavoli, lei era come me eppure sorrideva sinceramente.
Un
giorno che finiva prima il turno mi si avvicinò e facemmo
amicizia, andammo a
fare un giro…
Dopo
molto tempo avevo un’amica! Non ricordavo quanto fosse bello
avere qualcuno che
ti aiutasse nei momenti di bisogno, che ti ascoltasse e consigliasse e
che non
voleva nulla in cambio se non la certezza che tu avresti fatto lo
stesso per
lei! »
«
Iniziai ad acquistare fiducia in me stessa e ciò mi
portò a volere un’altra
figura accanto a me, un ragazzo »
Sentì
un ringhio provenire da Inuyasha. « Te l’avevo
detto che tutto ti sarebbe
piaciuto! »
«
Però vedi di non rimanere troppo sulla questione ragazzi ok?
»
Lei
si accoccolò meglio fra le sue braccia.
«
Puoi stare tranquillo su ciò…
Il
primo ragazzo che mi piacque fu Naraku, lunghi capelli neri, occhi
amaranto,
fisico prestante più grande di me di svariati anni, la mia
cotta per lui non so
come arrivò alle sue orecchie e tramite voci di corridoio
venni a scoprire che
mi considerava una che si atteggiava e che non mi voleva più
tra i piedi, la
cosa anziché rendermi triste mi rese furiosa!
Non
aveva avuto il coraggio di parlarmi a quattr’occhi aveva
preferito parlarmi
alle spalle il grand’uomo!
Passai
oltre a questa infatuazione a piedi pari e non ci tornai più
sopra.
Un
po’ di tempo dopo conobbi un altro ragazzo, Hiten, iniziai a
sentirmi spesso con
lui ma di punto in bianco non si fece più sentire e
scoprì da per me che si era
messo con una ragazza.
Mi
consolai con il pensiero che di sicuro non era una persona molto seria
e che
avrei potuto conoscerne di migliori…
«
Non mi feci prendere dallo sconforto e Sango mi aiutò, fu
così che arrivai a
Menomaru - forse la maggiore delusione fra tutti -
Lo
vidi in concerto con la sua band e mi ritrovai ad avere il suo numero,
ci
sentivamo spesso, solo che lui non ricordava chi fossi così
dopo tempo passato
a sentirci per messaggi ci vedemmo.
La
serata passò bene, chiacchierammo e ridemmo, ma a quanto
pare lui non si trovò
bene come mi era parso, un paio di notti dopo infatti mi
svegliò il cellulare,
era lui.
Il
messaggio che mi scrisse si può riassumere con “Sei una bella persona, ma non sei il mio
tipo”.
Iniziai
a domandarmi come fosse possibile che due ore gli fossero bastate per
conoscermi così a fondo da scrivermi un messaggio simile e
fu allora che ebbi
l’illuminazione, come tutti si era fermato
all’apparenza.
La
cosa mi distrusse »
Sentì
le braccia del ragazzo cingerle la vita con fare possessivo e se si
vuole anche
geloso.
« Inutile
dire che Sango mi fu sempre accanto,
era lei che assillavo ogni volta con quelli che consideravo progressi e
con i
successivi rifiuti, arriviamo così a tre mesi prima del
nostro re-incontro…
Dopo
la questione con Menomaru non volli più saperne nulla di
ragazzi e nonostante
gli sforzi di Sango, mi richiusi in me stessa. Egoisticamente forse -
di sicuro
-, ma feci così.
Certo
uscivo regolarmente per passare delle serate con lei e il suo ragazzo,
può
sembrare assurdo ma non mi sentì mai il terzo incomodo, mai!
Molte
altre serate le passavo davanti al computer ad ascoltare musica e a
guardare
film...
Fu
così che conobbi diversi gruppi che rispecchiavano alla
perfezione ciò che ero
e iniziai ad ascoltarli in continuazione, anche facendomi male
emotivamente,
forse è sciocco rifugiarsi in una cosa astratta come la
musica, una cosa che
fanno le adolescenti e anche se io sto per diventare maggiorenne, posso
dirti
che fu un vero e proprio conforto!
Sentivo
che non riuscivo più a fidarmi del prossimo, Sango e Miroku
erano gli unici con
cui mi sentissi bene.
«
Anche se non li ho nominati sappi che la tua
vecchia compagnia si faceva regolarmente viva, mi sembrava scontato non
dirlo.
Ogni
volta che li incontravo a scuola i commenti acidi erano diventati una
regola.
Più
di una volta me li trovai attorno che cercavano di umiliarmi e
francamente tuttora
ignoro il motivo che li spingesse a comportarsi così. Il
tutto accadeva
naturalmente sempre in tua assenza.
Volevano
mettermi in imbarazzo arrivarono più di una volta a farmi
sentire una poco di
buono con i loro commenti a proposito dei corsetti stretti o delle
gambe
scoperte in estate, - come se fossi l’unica! - e dire che io
mi ero sempre
impegnata per non apparire volgare!
Ma
il problema è che mi venivano a cercare, quando avevo ora
buca ad esempio e mi
recavo sulla terrazza dove toglievo lo scialle, che tenevo per coprire
la
scollatura, per prendere un po’ d’aria.
I
professori infatti se tengo lo scialle non dicono nulla e a me andava
bene come
compromesso!
A
scuola non c’era Sango con me, lei frequenta un altro
istituto.
«
L’unico posto in cui non avevo - e non ho
problemi - è il parco al tramonto, non c’era quasi
mai nessuno ed io potevo
fare ciò che volevo!
E
fu allora che tornasti nella mia vita, il quindici maggio di questo
stesso anno
»
Si
tappò la bocca, ok che stavano insieme, ma doveva ammettere
che ricordare anche
la data del loro re-incontro era un po’ imbarazzante!
Si
diede della stupida.
Voltandosi
verso di lui lo vide assorto nei pensieri, forse aveva fortuna e non
aveva
sentito!
«
No, non era il quindici, è stato il ventuno
ne sono certo! Era un sabato… »
Lei
rimase allibita, prese il cellulare e per pura curiosità
sfogliò il calendario
scoprendo che aveva ragione lui! Lei tentò di capire cosa
centrasse quel
numero.
«
Baka ti confondi con la data di quando ci
siamo messi insieme, la mattina del 15 settembre quando ti baciai »
Si
voltò verso di lui e gli buttò le braccia al
collo con le lacrime agli occhi,
quelle piccole cose la mandavano fuori di testa.
Lui
ricambiò l’abbraccio.
«
Arigatou, arigatou, arigatou! »
Inuyasha
sorrise nel vederla così contenta per una semplice data. Ma
dopo ciò che aveva
sentito poteva capire che rappresentasse molto di più.
La
discostò un po’ da sé e la
baciò.
«
Mi fai impazzire quando fai così mia piccola
gotica »
Lei
sorrise con delle piccole lacrime che le scendevano dagli occhi.
Lei
parve sorpresa. «
Dimmi »
Lui
la squadrò con lo stesso sguardo che tante volte aveva visto
nel fratello.
L’oro
di quegli occhi diventava gelido come il ghiaccio, ebbe un brivido di
paura.
«
Voglio nome, cognome e indirizzo di questi
Naraku, Hiten e Menomaru! »
Lei
rimase pietrificata a quella richiesta non se la sarebbe MAI aspettata!
Le
accarezzò una guancia «
Se non sarà oggi sarà domani, ma io qualcosa
a quei tre lo combino! Anche se sotto sotto devo ringraziarli, ti hanno
lasciata a me! »
Non
le lasciò il tempo di rispondere che la baciò
ancora e ancora fino a quando non
bussarono alla porta.
Lo
cacciò dentro all’armadio, dove dato il caos che
vi regnava si ritrovò sommerso
da ogni sorta di capo d’abbigliamento.
«
Kagome tra un po’ sarà pronto a tavola, dici
che può venire anche Inuyasha? E’ da tanto che
ormai non lo vediamo più saranno
passati sei - sette anni, se non di più! »
«
Vedo cosa riesco a fare, ma non ti assicuro
nulla! »
«
Ok, allora finisco di preparare, fammi sapere
»
«
Va bene »
Appena
sentì la madre andare via riaprì le ante
dell’armadio e vi trovò un Inuyasha
sghignazzante «
Non ti assicuro nulla? »
«
Non capisco nemmeno da dove le sia sbucata
fuori un’idea simile! »
Lui fece spallucce. « Avrà sentito la mia
voce a avrà fatto due più due… Ad ogni
modo, come mai non ti ho mai visto
questo addosso? »
Il mezzo-demone sventolò un corsetto
rigido, di pizzo, con dei nastri blu sul davanti che si stringeva
dietro con i
lacci.
Era tutto bordato di pizzo nero e sotto vi
era il reggicalze con tanto di giarrettiera e mutandine di pizzo in
tinta.
Lei avvampò e glielo prese dalle mani. «
E’ un regalo di Sango, ma è uno scherzo
più che altro! »
« Beh scherzo o non scherzo è un peccato
che non lo indossi! »
« Inuyasha è un capo d’intimo mica da
uscire! »
Una strana luce illuminò gli occhi del
ragazzo. « Ancora meglio! »
« Forza fuori dalla mia finestra, tra dieci
minuti presentati davanti alla porta! »
La baciò per l’ennesima volta quella sera
e uscì dalla finestra con l’agilità
consentitagli.
Mentre seguiva la scena con il sorriso sulle labbra, alla radio
sentì la frase
che da sempre aveva desiderato poter pronunciare...
I’m
back in the
picture, [..], I wonder that took so long
-Sono tornato
alla normalità, [..], mi chiedo perché ci ho
messo così tanto...-
"Già, rieccomi tornata come un tempo, forse ci ho messo un po' troppo tempo, però ora sono di nuovo felice!"
Fine