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Autore: kirarachan    02/08/2009    5 recensioni
« A cosa stavi pensando prima? »
« A quanto sia stupida la gente » Rispose lei secca.
Un pomeriggio passato a rimembrare ciò che fu...
Seguito di "The one I love", Kagome ricorda la sua esperienza passata, prima di "Not like the other girls"
Gift-shot per Hime *Che mi ha spronata a pubblicarla e a Kikka, che mi ha sempre sopportata ^^
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In my life'
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Back in the picture

I’m back in the picture, back in the picture,
I wonder that took so long, so long

(Back in the picture - The Rasmus)

 
Back in the picture

 

 

Negli ultimi tempi era molto cambiata, ma non si riferiva dal momento in cui aveva ritrovato Inuyasha - arrossì al pensiero - ma a prima, quando aveva conosciuto Sango.
Lei era stata come manna dal cielo.
Per colpa delle scelte fatte era stata lentamente allontanata, vuoi per l’abbigliamento diverso strano, vuoi per il look tetro, vuoi per i gusti diversi strani, era stata emarginata.
Il suo non era vittimismo, ma era semplice esperienza personale, era ciò che le era capitato per davvero.

Sentì bussare alla finestra e si ridestò dai suoi pensieri, era Inuyasha che come ogni pomeriggio, non sapendo cosa fare, andava da lei furtivamente passando dal vecchio albero che con un ramo si avvicinava alla sua finestra.
Gli aprì come sempre facendolo entrare.
« Ciao! » Accese come ogni volta lo stereo per coprire le loro voci.
Notò che la guardava compiaciuto, poi capì il motivo, lei era in tenuta estiva casalinga - come la definiva - ovvero maglia larga e slip.
Arrossì di botto e fece per prendere un paio di pantaloni.
« Ferma! Non mi dai mica fastidio, anzi… »
« Maniaco! »
Lui rise. « Che male c’è nel rimirare le gambe della propria ragazza? »
Anche se ancora rossa in viso pose giù i pantaloni. « E va bene, hai vinto tu » 

Come ogni pomeriggio lui si sedette sul letto e le fece cenno di sedersi anche a lei, che prese posto fra le sue gambe con la schiena appoggiata al petto muscoloso del ragazzo.
« Allora che hai fatto oggi di bello? » Stessa domanda di sempre.
« Il compito per domani »
« Tu hai sprecato la tua domenica mattina per il compito? »
La vide fare una faccia come se fosse la cosa più ovvia del mondo. « E sentiamo quando avrei dovuto farlo? »
Parve pensarci su. « Hai ragione, così ora hai il pomeriggio libero… Mi piacciono le ragazze previdenti! »
Inuyasha prese ad accarezzare le gambe della compagna con fare naturale facendola arrossire di conseguenza. « Volevo chiederti, non è che potresti mettere delle gonne più lunghe? Sai ho visto più di un ragazzo allungare l’occhio »
« Eddai, quelle fanno caldo! »
« Ma a me non va che si prendano certe libertà concesse solo a me! »
Lei ruotò il busto fino a vedere il viso del ragazzo e gli diede un lieve bacio sulla guancia.
« Mi piaci ancora di più quando fai il geloso! »
Lui sorrise e la risistemò in modo da averla di nuovo con la schiena appoggiata al suo busto.

« A cosa stavi pensando prima? »
« A quanto sia stupida la gente » Rispose lei secca.
« E come mai un pensiero così gentile? »
« Molto semplicemente ripensavo a come mi ero ridotta prima di incontrare Sango, per colpa della gente »
Lui s’incuriosì a quelle parole. « Racconta »
« Guarda che non ti farà piacere »
Lui deglutì. « Voglio sapere tutto ciò che mi sono perso »
« Pensiero gentile, ma ti assicuro che non è una storia interessante »
« E’ inutile che ci giri attorno, ormai hai iniziato il discorso… »
Sospirò, a volte era talmente cocciuto che sarebbe stato inutile tentare di farlo desistere così iniziò. 

« Quando iniziai a cambiare, la cosa non fu vista bene da molta gente, mi dicevano che era uno stile discutibile e che potevo evitare di andare in giro così, a quei tempi non si riferivano di certo agli abiti gotici - quelli ancora non erano nemmeno nel mio armadio - bensì alle maglie nere dei gruppi musicali che a dir loro erano sataniche, alle borchie e ad alcuni piercing che mi sono fatta »
Si fermò un momento sentendo che il ragazzo aveva preso a giocare con alcune ciocche dei suoi capelli. « Che piercing hai? »
« Naso e tre buchi per orecchio più uno nella parte superiore, non li avevi visti? »
« Non ci avevo badato… Vai avanti a raccontare dai » 

“Se tu non m’interrompessi!” » In seguito a tutto ciò arrivo il gotico e la cosa continuò, iniziarono a evitarmi, quando chiedevo alle mie amiche se potevamo andare a fare un giro insieme non erano mai libere, il motivo era solo uno, si vergognavano di me così iniziai a chiudermi in me stessa »
Sentì gli occhi inumidirsi al ricordo di quelle giornate in cui aveva provato la solitudine più pura.
« Poi c’eri tu, ti vedevo sempre felice con i tuoi amici e la cosa mi rincuorava, almeno tu eri stato accettato ricordo bene quando da piccolo nessuno giocava con te e in seguito con noi perché tu eri sbagliato ai loro occhi, poveri idioti »
Sospirò nuovamente.
« Però iniziai a notare che anche se ti salutavo, mi evitavi. Anche tu avevi smesso di considerarmi, ma non mi diedi per vinta e continuai sempre a mostrarmi sorridente solo per te! »
Stava per piangere dalla rabbia che aveva provato in quel periodo, lo sentiva, prese una mano di Inuyasha tra le sue, lui la lasciò fare.
« Ma per quanto mi sforzassi regolarmente ogni sera scoppiavo a piangere da sola nella mia camera. Mi sentivo sola e odiavo mostrarmi così vulnerabile agli altri al contempo. Mia madre se ne accorse e iniziò a consolarmi, ma poi vedendomi perennemente in quello stato iniziò a spronarmi a cambiare per essere accettata nuovamente »
Tutti i suoi sforzi per non piangere furono vani e una lacrima scese ribelle lungo la sua guancia.
« Io non volli saperne e continuai a fare ciò che facevo, forse stupidamente, ma volevo sperare che fosse tutto uno scherzo, volevo vedere con i miei occhi che le persone non erano così, che non erano così superficiali da fermarsi all’apparenza.
Continuavo a credere che avrei conosciuto qualcuno di intelligente che mi avrebbe apprezzato per il mio cervello, per quella che tutti definiscono bellezza interiore, ma sai Inuyasha? Avevo torto marcio, su tutto!
« Fu allora che la conobbi, entrando in un bar - lo shikon - la vidi, serviva ai tavoli, lei era come me eppure sorrideva sinceramente.
Un giorno che finiva prima il turno mi si avvicinò e facemmo amicizia, andammo a fare un giro…
Dopo molto tempo avevo un’amica! Non ricordavo quanto fosse bello avere qualcuno che ti aiutasse nei momenti di bisogno, che ti ascoltasse e consigliasse e che non voleva nulla in cambio se non la certezza che tu avresti fatto lo stesso per lei! »

Sorrise al ricordo di quei giorni, i giorni della calma prima della tempesta che si sarebbe abbattuta nuovamente su di lei.
« Iniziai ad acquistare fiducia in me stessa e ciò mi portò a volere un’altra figura accanto a me, un ragazzo »
Sentì un ringhio provenire da Inuyasha. « Te l’avevo detto che tutto ti sarebbe piaciuto! »
« Però vedi di non rimanere troppo sulla questione ragazzi ok? »
Lei si accoccolò meglio fra le sue braccia.
« Puoi stare tranquillo su ciò…
Il primo ragazzo che mi piacque fu Naraku, lunghi capelli neri, occhi amaranto, fisico prestante più grande di me di svariati anni, la mia cotta per lui non so come arrivò alle sue orecchie e tramite voci di corridoio venni a scoprire che mi considerava una che si atteggiava e che non mi voleva più tra i piedi, la cosa anziché rendermi triste mi rese furiosa!
Non aveva avuto il coraggio di parlarmi a quattr’occhi aveva preferito parlarmi alle spalle il grand’uomo!
Passai oltre a questa infatuazione a piedi pari e non ci tornai più sopra.
Un po’ di tempo dopo conobbi un altro ragazzo, Hiten, iniziai a sentirmi spesso con lui ma di punto in bianco non si fece più sentire e scoprì da per me che si era messo con una ragazza.
Mi consolai con il pensiero che di sicuro non era una persona molto seria e che avrei potuto conoscerne di migliori…
 

« Non mi feci prendere dallo sconforto e Sango mi aiutò, fu così che arrivai a Menomaru - forse la maggiore delusione fra tutti -
Lo vidi in concerto con la sua band e mi ritrovai ad avere il suo numero, ci sentivamo spesso, solo che lui non ricordava chi fossi così dopo tempo passato a sentirci per messaggi ci vedemmo.
La serata passò bene, chiacchierammo e ridemmo, ma a quanto pare lui non si trovò bene come mi era parso, un paio di notti dopo infatti mi svegliò il cellulare, era lui.
Il messaggio che mi scrisse si può riassumere con “Sei una bella persona, ma non sei il mio
tipo”
.
Iniziai a domandarmi come fosse possibile che due ore gli fossero bastate per conoscermi così a fondo da scrivermi un messaggio simile e fu allora che ebbi l’illuminazione, come tutti si era fermato all’apparenza.
La cosa mi distrusse
» 

Sentì le braccia del ragazzo cingerle la vita con fare possessivo e se si vuole anche geloso.
«
Inutile dire che Sango mi fu sempre accanto, era lei che assillavo ogni volta con quelli che consideravo progressi e con i successivi rifiuti, arriviamo così a tre mesi prima del nostro re-incontro…
Dopo la questione con Menomaru non volli più saperne nulla di ragazzi e nonostante gli sforzi di Sango, mi richiusi in me stessa. Egoisticamente forse - di sicuro -, ma feci così.
Certo uscivo regolarmente per passare delle serate con lei e il suo ragazzo, può sembrare assurdo ma non mi sentì mai il terzo incomodo, mai!
Molte altre serate le passavo davanti al computer ad ascoltare musica e a guardare film...
Fu così che conobbi diversi gruppi che rispecchiavano alla perfezione ciò che ero e iniziai ad ascoltarli in continuazione, anche facendomi male emotivamente, forse è sciocco rifugiarsi in una cosa astratta come la musica, una cosa che fanno le adolescenti e anche se io sto per diventare maggiorenne, posso dirti che fu un vero e proprio conforto!
Sentivo che non riuscivo più a fidarmi del prossimo, Sango e Miroku erano gli unici con cui mi sentissi bene.
 

«
Anche se non li ho nominati sappi che la tua vecchia compagnia si faceva regolarmente viva, mi sembrava scontato non dirlo.
Ogni volta che li incontravo a scuola i commenti acidi erano diventati una regola.
Più di una volta me li trovai attorno che cercavano di umiliarmi e francamente tuttora ignoro il motivo che li spingesse a comportarsi così. Il tutto accadeva naturalmente sempre in tua assenza.
Volevano mettermi in imbarazzo arrivarono più di una volta a farmi sentire una poco di buono con i loro commenti a proposito dei corsetti stretti o delle gambe scoperte in estate, - come se fossi l’unica! - e dire che io mi ero sempre impegnata per non apparire volgare!
Ma il problema è che mi venivano a cercare, quando avevo ora buca ad esempio e mi recavo sulla terrazza dove toglievo lo scialle, che tenevo per coprire la scollatura, per prendere un po’ d’aria.
I professori infatti se tengo lo scialle non dicono nulla e a me andava bene come compromesso!
A scuola non c’era Sango con me, lei frequenta un altro istituto. 

« L’unico posto in cui non avevo - e non ho problemi - è il parco al tramonto, non c’era quasi mai nessuno ed io potevo fare ciò che volevo!
E fu allora che tornasti nella mia vita, il quindici maggio di questo stesso anno
»
Si tappò la bocca, ok che stavano insieme, ma doveva ammettere che ricordare anche la data del loro re-incontro era un po’ imbarazzante!
Si diede della stupida.
Voltandosi verso di lui lo vide assorto nei pensieri, forse aveva fortuna e non aveva sentito!
«
No, non era il quindici, è stato il ventuno ne sono certo! Era un sabato… »
Lei rimase allibita, prese il cellulare e per pura curiosità sfogliò il calendario scoprendo che aveva ragione lui! Lei tentò di capire cosa centrasse quel numero.
«
Baka ti confondi con la data di quando ci siamo messi insieme, la mattina del 15 settembre quando ti baciai »
Si voltò verso di lui e gli buttò le braccia al collo con le lacrime agli occhi, quelle piccole cose la mandavano fuori di testa.
Lui ricambiò l’abbraccio.
«
Arigatou, arigatou, arigatou! »
Inuyasha sorrise nel vederla così contenta per una semplice data. Ma dopo ciò che aveva sentito poteva capire che rappresentasse molto di più.
La discostò un po’ da sé e la baciò.
«
Mi fai impazzire quando fai così mia piccola gotica »
Lei sorrise con delle piccole lacrime che le scendevano dagli occhi.

« Ehm posso chiederti una cosa? »
Lei parve sorpresa.
« Dimmi »
Lui la squadrò con lo stesso sguardo che tante volte aveva visto nel fratello.
L’oro di quegli occhi diventava gelido come il ghiaccio, ebbe un brivido di paura.
«
Voglio nome, cognome e indirizzo di questi Naraku, Hiten e Menomaru! »
Lei rimase pietrificata a quella richiesta non se la sarebbe MAI aspettata!
Le accarezzò una guancia
« Se non sarà oggi sarà domani, ma io qualcosa a quei tre lo combino! Anche se sotto sotto devo ringraziarli, ti hanno lasciata a me! »
Non le lasciò il tempo di rispondere che la baciò ancora e ancora fino a quando non bussarono alla porta.
Lo cacciò dentro all’armadio, dove dato il caos che vi regnava si ritrovò sommerso da ogni sorta di capo d’abbigliamento.
«
Kagome tra un po’ sarà pronto a tavola, dici che può venire anche Inuyasha? E’ da tanto che ormai non lo vediamo più saranno passati sei - sette anni, se non di più! »
«
Vedo cosa riesco a fare, ma non ti assicuro nulla! »
«
Ok, allora finisco di preparare, fammi sapere »
«
Va bene »
Appena sentì la madre andare via riaprì le ante dell’armadio e vi trovò un Inuyasha sghignazzante
« Non ti assicuro nulla? »
«
Non capisco nemmeno da dove le sia sbucata fuori un’idea simile! »
Lui fece spallucce. « Avrà sentito la mia voce a avrà fatto due più due… Ad ogni modo, come mai non ti ho mai visto questo addosso? »
Il mezzo-demone sventolò un corsetto rigido, di pizzo, con dei nastri blu sul davanti che si stringeva dietro con i lacci.
Era tutto bordato di pizzo nero e sotto vi era il reggicalze con tanto di giarrettiera e mutandine di pizzo in tinta.
Lei avvampò e glielo prese dalle mani. « E’ un regalo di Sango, ma è uno scherzo più che altro! »
« Beh scherzo o non scherzo è un peccato che non lo indossi! »
« Inuyasha è un capo d’intimo mica da uscire! »
Una strana luce illuminò gli occhi del ragazzo. « Ancora meglio! »
« Forza fuori dalla mia finestra, tra dieci minuti presentati davanti alla porta! »
La baciò per l’ennesima volta quella sera e uscì dalla finestra con l’agilità consentitagli.


Mentre seguiva la scena con il sorriso sulle labbra, alla radio sentì la frase che da sempre aveva desiderato poter pronunciare...

I’m back in the picture, [..], I wonder that took so long
-Sono tornato alla normalità, [..], mi chiedo perché ci ho messo così tanto...-

"Già, rieccomi tornata come un tempo, forse ci ho messo un po' troppo tempo, però ora sono di nuovo felice!"

Fine

   
 
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