Quando i libri non bastano

di PurpleLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Molto importante: potrebbe essere che questa storia faccia suonare un campanello nella mente di qualcuno. Questo succede non per plagio, ma perché la storia l’ho già scritta e pubblicata io anni fa (dal 2011 al 2015). Ho deciso però di aggiustarla, riscrivendo alcune parti e riproporla sotto una nuova luce (e un nuovo mio nome). La storia è quasi interamente scritta, quindi non ci saranno finestre temporali infinite come era successo alla prima stesura.
La pubblicazione sarà bisettimanale (ma potrebbero arrivare anche dei capitoli anticipati :P)

Pairing principale: Hermione/Severus
Rating: Al momento verde (aumenterà verso la fine della storia)
Note: Qualche nota per capire meglio la storia:
-Piton ovviamente non è morto, si è salvato grazie alle lacrime di Fanny. Adesso è preside ma non insegna più pozioni (cattedra tenuta da Lumacorno).
-Harry non c'era nella Stamberga; i ricordi di Piton è lui stesso che li fa conoscere in un secondo momento.
-Hermione non vive più nel mondo magico ma non ha rinunciato alla magia.
-Harry e Ginny sono sposati e hanno James Sirius e Albus Severus come figli. Harry insegna ad Hogwarts Difesa contro le arti oscure.
-Ron ed Hermione non stanno insieme.
-Tiene conto di tutti e 7 i libri meno l'epilogo e la morte di Piton.
-Importante: se state cercando una storia con una trama intricata e con un cattivo allora potete cambiare pagina. Sono dell'idea che questi poveri personaggi abbiano avuto una vita già abbastanza sfortunata, adesso è il momento che si godano la pace!Disclaimer: Ovviamente i personaggi non sono miei ma di J.K.Rowling.
 

 Capitolo 1

Minerva posò gli occhiali sul tavolino con aria stanca.

Aveva ponderato a lungo sulla decisione che intendeva comunicare a Severus; adorava insegnare, ma aveva ormai capito di non riuscire a tenere più il passo come una volta. Certo, non era anziana come lo era stato Silente, ma di lui ne nascono uno su un milione e lei pensava davvero di essere arrivata alla fine della sua carriera come insegnante.

L’idea le era venuta a fine anno scolastico, quando le era capitata sotto gli occhi una foto del corpo insegnanti di una decina di anni prima. Accanto a lei si vedeva una giovanissima donna sorridente, la sua pupilla, la sua assistente.
Aveva proposto ad Hermione di assisterla proprio perché pensava sarebbe stata un’eccellente sostituta e degna erede come capo della Casa di Grifondoro ed insegnante di trasfigurazione.

Quando la giovane donna, dopo un anno, le aveva comunicato di voler staccare un po’ la spina per recuperare del tempo con la sua da poco ritrovata famiglia, non si era preoccupata. Sperava che dopo qualche mese si sarebbe fatta sentire per poi tornare al suo fianco l’anno scolastico successivo.

Ma il tempo passava e, nonostante le due si tenessero in stretto contatto i primi tempi, ormai erano due anni che non aveva più alcuna notizia dalla donna e Minerva si era decisa a fare la sua mossa per riportare Hermione Granger nel posto che le spettava di diritto: Hogwarts.
***

Severus Piton non era uno sprovveduto. Era da qualche tempo che aveva colto le sempre maggiori frecciatine, nemmeno troppo velate, che Minerva disseminava sul suo possibile ritiro.

Nonostante questo, visto che l’estate stava volgendo al termine, rimase sorpreso dalla sortita della donna, dando ormai per scontato che volesse rimandare il proprio ritiro all’anno scolastico successivo.

- Come sarebbe a dire che vuoi andare in pensione adesso Minerva? –

Severus alzò lo sguardo sulla sua collega seduta sulla poltrona di fronte a lui con tono quasi allarmato. Minerva fece un sorriso tirato sistemandosi il cappello.

- Sono stanca Severus, insomma ho quasi 85 anni e, per quanto mi piaccia insegnare, ho capito che devo farmi da parte. Non ho più le forze fisiche e mentali per affrontare un nuovo gruppo di undicenni. –

- Ma siamo a luglio! Dove lo trovo un sostituto per settembre? - cercò di farla ragionare lui.

Minerva sorrise, uno di quei sorrisi alla “ci penso io, ho studiato la cosa già da tempo”.

- Una persona ci sarebbe... –
***

Londra, Holland Park
Non ricordava dove, ma era sicura di aver letto una volta che nelle nuvole sono nascosti i desideri più profondi di chi le osserva. Stupidaggini, pensava Hermione, le nuvole sono solo nuvole.

In quel giorno di luglio il cielo era un groviglio di cotone, tanti piccoli sbuffi di panna che si rincorrevano pigri; avrebbe dovuto significare che avesse voglia di dolci? Che stupidaggini.
Eppure, non riusciva a distogliere lo sguardo dallo spettacolo che la natura le stava regalando.

L’Holland Park era da sempre il suo angolo londinese preferito. Fin da piccola i suoi genitori l’avevano portata lì a passeggiare quasi ogni pomeriggio, dopo la scuola. Aveva solo tre anni la prima volta, ma si era subito innamorata del giardino zen.

E anche ora, nonostante fossero passati quasi 30 anni, quell’angolo di quel parco era l’unico posto dove riusciva a rilassarsi davvero e a ritrovare il suo centro.

Come ogni venerdì era arrivata, si era accomodata sulla sua panchina preferita e aveva tirato fuori un libro.

Hermione era abbastanza contenta della sua vita, anche se all’alba dei trent’anni aveva iniziato a pensare che non fosse abbastanza.
Da otto anni lavorava in una piccola biblioteca babbana di Ealing Broadway, una biblioteca davvero carina, frequentata anche da un sempre più nutrito numero di maghi appassionati di letteratura babbana. Il posto ideale, o almeno così aveva pensato quando, quasi ventiduenne con alle spalle una guerra, il diploma e un anno da assistente alla professoressa McGranitt, aveva deciso di staccare un po’ la spina dal mondo magico.

Troppe emozioni, troppi impegni, adulta troppo in fretta.

Così aveva deciso di prendersi uno o due anni per sé, per rimettere ordine nella sua vita lontano dal mondo magico. Ma si sa, il tempo è tiranno, e come niente ne erano già volati otto e la Hermione adulta si sentiva un po’ bloccata.

Hermione sospirò e chiuse il romanzo che stava rileggendo per la millesima volta, Persuasione.

Tirò leggermente la pergamena che sbucava fuori dalle pagine; era la lettera che aveva ricevuto la sera prima da Harry. La aprì e sorrise nostalgica alla vista della scrittura un po' sbilenca dell'amico.
 
Cara Hermione, come stai? È da un po' che non ci sentiamo!
Siamo arrivati alla Tana ieri sera, abbiamo viaggiato in treno insieme a Neville e a Severus. A proposito mi chiedo cosa Severus debba fare a Londra, non si assenta quasi mai dalla scuola!
Neville ti manda i suoi saluti e ha detto che presto ti arriverà l'invito al matrimonio.
Ieri sera Molly mi ha pregato di chiederti di venire qualche giorno; non riesci a prenderti una settimana di ferie? Sei proprio una stacanovista! Ginny e i bambini non vedono l'ora di riabbracciarti, soprattutto Albus che continua a chiedere quando viene Tia Hemmione.
Ron è in missione ma per il mio compleanno dovrebbe tornare, cerca di esserci anche tu dai, così facciamo una rimpatriata!
Adesso ti saluto che devo mettere a letto i bambini.
Io e Ginny ti abbracciamo forte.
Harry


 
Decisamente i suoi amici le mancavano. Harry viveva tra Hogwarts, dove insegnava Difesa contro le Arti Oscure, e Hogsmeade, dove i coniugi Potter avevano comprato una bella villetta dopo essersi sposati.

Anche Neville aveva scelto la strada dell'insegnamento, sostituendo la professoressa Sprite dopo averla affiancata per tre anni dopo il diploma.

L'unico andato avanti con i suoi sogni adolescenziali era stato Ron, ormai diventato un Auror molto affermato. Gli avevano addirittura offerto di diventare Addestratore all’Accademia, nonostante la sua giovane età, ma aveva rifiutato preferendo il lavoro sul campo.

Hermione era così presa dai suoi pensieri che non si accorse della figura che si era fermata di fronte a lei e la osservava da ormai cinque minuti.

-Buongiorno signorina Granger.-

Hermione alzò lo sguardo di scatto e posò gli occhi sulla figura ammantata di nero di fronte a lei.

-Professor Piton?!-

Solo un pensiero seguì le sue parole: “Ma non avrà caldo con il mantello in estate?”
 

PurpleLove Corner

Che emozione tornare a scrivere questa storia, non ne avete idea! Ho sempre amato il personaggio di Hermione, mi ci sono sempre immedesimata molto. La mia Hermione, quella di cui leggerete e che, spero, adorerete, è una donna adulta, matura e pronta per una nuova fase della sua vita.
E che personaggio accanto potevo affiancare a questa coraggiosa donna se non Severus Piton?
Forse non tutti lo sanno, perché i film non rendono giustizia all’età di questo personaggio, ma Piton ha solo 19 anni più di Hermione.
E nonostante io abbia letto alcune Hermione/Severus ambientate a scuola, trovo che un rapporto tra lei appena 18/19 enne (o ancora peggio quelle dove lei è proprio minorenne) e un quasi quarantenne non sia molto realistico.
Ben diverso invece il caso in questione, dove lei adulta (nella mia storia sta per compiere 30 anni) si innamorerà di Severus che ne ha 49.
Io stessa sto vivendo un rapporto simile dato che io e mio marito abbiamo 16 anni di differenza e posso assicurarvi che la cosa funziona eccome :D
Quindi che altro dire, spero la storia vi piaccia e se volete lasciarmi una recensione sarò molto contenta!
A presto

Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2

Severus Piton maledì Minerva in tutte le lingue che conosceva, umane e non! Era mezz'ora che stava cercando la Granger per quel parco e ormai stava perdendo le speranze.

Ancora non si capacitava di quello che stava accingendosi a fare, proprio non capiva come Minerva potesse desiderare di andare in pensione. Arrivò perfino a pensare che l'avesse deciso apposta, solo per recargli un dispetto! Poi quando aveva osato avanzare la candidatura di Hermione Granger lui non aveva potuto trattenere un sospiro di rassegnazione, a quanto pare era destinato ad essere circondato da ex-studenti, tutti Grifondoro per di più!

Finalmente, dopo infiniti minuti che girava i vari giardini scansando scoiattoli e pavoni, la vide seduta su di una panchina sotto ad un arco di edera. Pur essendosi avvicinato parecchio lei non lo aveva ancora notato e lui si concesse di osservare un attimo la sua ex-alunna.

Si ritrovò a pensare che la donna non fosse una “bellezza”, non lo era mai stata in verità, ai suoi occhi si presentava come una donna comune, come ce ne sono molte in Inghilterra, la classica “senza arte né parte”. Notò che negli otto anni circa passati dall'ultima volta che l'aveva vista aveva messo su qualche chilo, ma il vestito azzurro che indossava le stava bene, sembrava una donna in salute, in carne.

Ricordava vagamente cosa pensasse di lei a quindici anni, ritenendola una ragazza molto esile e gracilina... ecco un'altra cosa che la fine della guerra aveva cambiato. Non che questo fosse un cambiamento negativo.
Non riuscì a trattenere un sorrisino di scherno quando notò che i capelli, invece, non erano minimamente cambiati; infatti, se pur molto lunghi, erano gli stessi ricci cespugliosi che ricordava nella sua studentessa di un tempo.
Per ultima fase della sua analisi passò al viso dove riscontrò un'altra novità di questa versione matura della signorina Granger: portava gli occhiali.
Fortunatamente non aveva ereditato il dubbio gusto del suo migliore amico in fatto di montature; infatti la donna sfoggiava un paio di occhiali con una montatura rettangolare dorata molto fine e sottile che celavano due occhi intenti a leggere la pergamena che teneva in mano.

Severus non poté far a meno di notare che i suoi occhi brillavano ancora di intelligenza, qualità che aveva sempre ammirato in lei (ma che non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura), e che sulla sua fronte aveva qualche piccola ruga d'espressione, sicuramente frutto dei troppi ragionamenti fatti nel corso degli anni. Lui era un fermo sostenitore dell'idea che durante la scuola lei fosse l'unica mente con un po' di cervello, e quindi con capacità pensanti, in quel gruppo di scalmanati Grifondoro.

Si rese conto con sgomento che era rimasto quasi cinque minuti ad osservare la donna che invece non si era minimamente resa conto della sua presenza. Basta tergiversare.

-Buongiorno signorina Granger.-

La vide alzare gli occhi su di lui e una scintilla di sgomento le attraversò le iridi.

-Professor Piton?-

-Signorina Granger per quanto io ne sappia non sono morto, pertanto trovo fuori luogo che lei mi guardi come se avesse visto un fantasma.-

Hermione scosse leggermente la testa con un leggero sorriso.

-Sempre acido, vero professore? Ad ogni modo ero solo sorpresa di trovala qui, vuole sedersi?- fece per spostare la borsa quando un gesto della mano da parte di Piton la fermò.

-No grazie, avrei bisogno di parlare di una faccenda, le andrebbe di fare due passi?-

Si sforzò di usare un tono quanto più gentile possibile, cercando di rimangiarsi la rispostaccia che gli era sorta spontanea sentendosi dare dell'acido. Ma capì che non era il piede giusto per iniziare un rapporto civile e maturo con una donna che sarebbe diventata, se tutto fosse andato bene, una sua collega, nonché nuovo capocasa di Grifondoro.

Hermione, dal canto suo, era rimasta un po' stranita dall’ insolita richiesta del professore. Le sembrava strano che lui avesse intrapreso il viaggio in treno con Harry... per parlare con lei.

-Si certo! Una faccenda di che tipo?-

-Riguarda Hogwarts.-

La donna trattenne il fiato sentendo il nome della sua scuola e si alzò senza battere ciglio, raccolse il libro che mise in borsa e si incamminò a fianco del professore lungo il sentiero che usciva dal giardino zen.

-Allora signorina Granger, andrò dritto al punto della questione, potrebbe considerare l'idea di venire a lavorare a Hogwarts?-

Hermione si fermò di colpo, osservandolo nuovamente come se fosse un fantasma. Lavorare ad Hogwarts? Fino a qualche anno fa non avrebbe voluto altro, per questo aveva accettato la proposta della McGranitt di farle da assistente. Ma sicuramente non ne aveva più diritto visto che era fuori dal giro da moltissimi anni, a meno che non gli stesse proponendo un ruolo più attinente al suo attuale lavoro.

-Come bibliotecaria intende?- non le sarebbe dispiaciuto avere per sé l’enorme biblioteca di Hogwarts.

-Bibliotecaria? Oh no, non penso che la cosa andrebbe bene alla signorina Flare, no quello che le volevo offrire era qualcosa di diverso.-

-La signorina Flare?-

-Sì, Sarah Flare, la nuova bibliotecaria da tre anni a questa parte- rispose lui un pochino innervosito, giurando su sé stesso che se l'avesse interrotto un'altra volta non le avrebbe proposto più nulla.

-Posso andare avanti o vuole sapere anche l'età?- Hermione arrossì di vergogna a quelle parole. Era una trentenne, ma si sentiva ancora una ragazzina davanti a lui.

-Come le stavo dicendo, sono qua per offrirle ben più del posto di bibliotecaria. Qualche giorno fa Minerva mi ha consegnato le sue dimissioni volendo andare in pensione e io ho pensato a lei come sostituta.-

Se prima Hermione era stupita adesso era addirittura esterrefatta!

-Mi... mi sta offrendo la cattedra di Trasfigurazione?- osò chiedere incredula.

-Esattamente, noto con piacere che il suo cervello non si è danneggiato con l'incedere degli anni! Ad ogni modo se accettasse non solo diverrebbe insegnate, ma anche il nuovo capocasa di Grifondoro. Che ne pensa?- concluse.

-Ehm... potrei pensarci qualche giorno?-

Avrebbe voluto accettare su due piedi, spinta dall'istinto, ma la ragione le impose di aspettare e di meditare i pro e i contro di questo cambiamento.

-Certamente, le concedo una settimana di tempo; se decidesse di accettare si presenti ad Hogwarts il 5 agosto, ci sarà una riunione con tutti i docenti. Adesso mi scusi ma devo andare.-

Si strinsero la mano e lui fece per allontanarsi quando lei gli chiese come avesse fatto a trovarla.

-Il signor Potter ieri mi ha dato il suo indirizzo e quando a casa non l'ho trovata la sua vicina mi ha detto che lei il venerdì si reca sempre qui per rilassarsi. Come vede quindi non mi è stato difficile trovarla.- Omise totalmente, per evitare di fare la figura del beota, il fatto che avesse girato mezzo parco prima di riuscire a scovarla.

Detto questo fece un mezzo inchino e si diresse dietro un albero dove si smaterializzò.

Hermione, ancora intontita da quella visita, non potè fare a meno di domandarsi come mai avesse parlato di Harry come “il signor Potter”; per quanto ne sapesse lei, infatti, tra i due c'era molto rispetto reciproco nato dopo la guerra ed erano amici, per quanto Piton possa mostrarsi amico di un altro essere vivente. Il rispetto e la stima erano così elevati da aver spinto Harry a chiamare il suo secondogenito con il nome del preside. Decise che si sarebbe rivolta al suo amico per un consiglio sul da farsi e chi lo sa, magari sarebbe anche riuscita a svelare il mistero dietro a quel “signor Potter”.

Sorridendo a questa prospettiva la donna si diresse verso l'uscita per tornare a casa e scrivere la lettera che tanto le premeva.
 

 PurpleLove's Corner

Che penuria di recensioni ^^' Speravo di avere più seguito :P
Sono troppo emozionata per aspettare due settimane e così vi ho già regalato il capitolo 2. Non abituatevi però, perchè tra lavoro, università e famiglia non riuscirò ad essere sempre così celere.
Ma non preoccupatevi, non saranno MAI più di due settimane, lo giuro xD
A presto

Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3

 
La casa che aveva preso in affitto al suo ritorno nel mondo babbano le era sempre piaciuta tanto. Non era molto grande, ma, visto che dovevano entrarci solo lei e l’ormai vecchio Grattastinchi, lo spazio era più che sufficiente. La facciata fuori era interamente in pietra con dell'edera rampicante sui muri, le ricordava molto una casa che aveva visto in un libro di fiabe da bambina.

La sua stanza preferita era il salotto, un perfetto connubio tra aggeggi babbani e magici, esattamente come lo era lei.
 
Si avvicinò alla sua libreria dove, tra migliaia di libri, svettavano i due libri più importanti della sua vita: Il Piccolo Principe e Storia di Hogwarts.
 
Hermione ne tracciò i contorni con l'indice destro, sospirando ai ricordi legati a quei due tomi; Storia di Hogwarts era stato il primo approccio cheaveva avuto con il Mondo Magico.

I suoi amici ancora la prendevano in giro per la venerazione che lei riservava verso quel libro, ma nessuno la capiva, nessuno riusciva a capire l'importanza che rappresentava per lei: era il primo libro che aveva ricevuto in regalo riguardante il mondo magico, il simbolo del cambiamento della sua vita, della sua magia.

Il Piccolo Principe, invece, era stato il primo libro che aveva letto in assoluto e sempre le era stato d'aiuto nei momenti tristi che aveva passato.

Insegnare ad Hogwarts... l'idea la ammaliava e allo stesso tempo la spaventava. Avrebbe dovuto rinunciare alla sua casa da fiaba, al suo lavoro di bibliotecaria, ai suoi amici babbani che aveva nel quartiere.

“Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.”
 
Fu un momento.
 
Si ricordò di quando aveva 12 anni e aveva come unico desiderio quello di diventare insegnante ad Hogwarts.
 
Non appena formulò questo pensiero seppe che aveva preso la sua decisione. Hermione si sedette al tavolo della cucina con una pergamena e una piuma; doveva assolutamente scrivere ad Harry!


Cari Harry, Ginny e tutto il clan Weasley, sono stata felice di ricevere la vostra lettera ieri e sono ancora più felice di dirvi che ci sarò per il compleanno!
Oggi pomeriggio ho incontrato il professor Piton che mi ha sconvolta con una proposta... mi ha offerto di subentrare alla McGranitt come insegnante di Trasfigurazione!
Non potevo crederci!!!  
Vi informo che ho deciso di accettare, domani consegnerò le dimissioni e parlerò con il mio padrone di casa.  
Mi rattrista un po' dover lasciare questo quartiere.
Ad ogni modo, arriverò alla Tana due giorni prima del compleanno di Harry e se per voi va bene mi fermo fino al 5, così dopo andiamo insieme ad Hogwarts per la riunione.
Ancora non ci credo! Mi sembra di essere una bambina in un negozio di caramelle!
Bene vi saluto, ci vediamo tra qualche giorno, inviatemi una risposta per farmi sapere se per voi va bene.
  Vi abbraccio con affetto

Hermione


La giovane chiuse la lettera sigillandola e chiamò a sé la sua civetta, raccomandandole di fare il più in fretta possibile.
 
Delle fusa ronfanti si levarono dalla palla di pelo rossa che non aveva perso un attimo di vista la sua umana.
 
-E tu che ne pensi? Torniamo a Hogwarts, sei contento cucciolone mio?-
 
E poco importava se il micione avesse ormai probabilmente quasi vent’anni, per lei sarebbe sempre stato il suo cucciolone.
 
-Meow- Grattastinchi miagolò solennemente, alzando il capo dal cuscino turchese su cui stava riposando.
 
***


Il giorno della partenza arrivò in fretta ed Hermione aveva già messo in ordine la sua vita nel quartiere; aveva reciso il contratto di affitto, consegnato le dimissioni alla biblioteca e inscatolato tutto con la magia, pronta per spedire i suoi averi verso la sua nuova vita.

Il suo arrivo nel giardino della Tana fu accolto da un sacco di abbracci di teste rosse.

-Hermione! Come stai? - l’accolse la sua migliore amica.

-Tia Hermione! Tia Hermione! 'mbracio!-
 
Lei si districò dall'abbraccio di Ginny per chinarsi verso Albus Severus e prenderlo in braccio.
 
Il piccolino le stampò un bacio appiccicoso sulla guancia prima di scalciare per essere rimesso a terra, mentre lei si lanciava ad abbracciare Harry e Ron che la guardavano sorridendo lì vicino.

-Mi siete mancati moltissimo!- Agli occhi dei presenti sembravano ancora quei tre ragazzini pronti a sfidare il mondo invece che tre trentenni.

-Herm come stai? Ti vedo in forma!-

-Grazie Ron di essere sempre pronto a dire qualche bugia a fin di bene.- sorrise ironica all'indirizzo del suo migliore amico.

Lui scoppiò a ridere mentre si incamminavano verso la casa.

Molly si avventò sulla povera donna stritolandola in un abbraccio materno, incredibile quante energie avesse ancora quella donna di sessantanni.

-Cara, è da molto tempo che non ci vediamo. Hai fatto buon viaggio? Hai fame? –

-No, grazie Molly. Ho solo bisogno di sedermi un attimo.-

-Ma certo cara, riposati tutto il tempo che vuoi! Intanto ti preparo qualcosa!- esclamò la signora Weasley voltandosi verso il piano cottura, mentre Hermione aveva un sorriso rassegnato sul viso.
 
Le era mancata perfino Molly e le sue manie di ingozzare le persone come fossero tacchini di Natale.

-Hermione! Allora saremo colleghi, come hai trovato Severus?- le chiese Harry sedendosi sulla sedia accanto con Albus Severus sulle gambe.

Come lo aveva trovato? Non ci aveva fatto caso, troppo stranita dal fatto di esserselo trovata davanti. Cercò di fare mente locale sulla figura del preside e le parve addirittura ringiovanito.

Sicuramente non aveva mai avuto una vita facile, né in gioventù né durante il suo periodo da spia, e questo aveva influito notevolmente sul suo aspetto fisico. Negli ultimi anni, dopo la tanto agognata pace, finalmente aveva potuto rilassarsi e anche il suo corpo sembrava essere ringiovanito con la sua anima.

-L'ho trovato bene, credo.- Voleva chiedergli la strana storia della loro amicizia, ma non voleva sembrare impicciona. -Tu e lui, siete... amici?-

Harry fece un’espressione strana prima di scoppiare a ridere, spaventando il piccolo che si era quasi addormentato fra le sue braccia.

-Perché? Cosa ti ha detto?-

-No nulla, solo che ti chiamava Potter e mi è sembrato, bè strano.-

-Lui mi chiama sempre Potter quando parla di me agli altri. Non è che non siamo amici solo, credo, non vuole far vedere quanto sia cambiato in questi anni. Cerca di mantenere ancora la sua immagine arcigna, ma quel Severus Piton è morto quel giorno nella Stamberga Strillante, solo che quello nuovo ha paura che se si mostrasse com’è ora la sua autorità potrebbe risentirne.-

Hermione rimase profondamente colpita da quelle parole, ansiosa di svelare il mistero celato dietro il nome di Severus Piton.

, si ritrovò a pensare, quest'esperienza si prospetta davvero illuminante.
 

PurpleLove's Corner

E voi non siete curiosi di addentrarvi nei meandri del nuovo Severus Piton? 
Ho visto che molti di voi leggono, ma nessuno lascia un parere. Povera storia bistrattata ^^'

Alla prossima
Chiara

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4

 
Quella mattina del 31 luglio il clima di festa aleggiava in ogni angolo della Tana. Hermione pensò che il giardino non fosse mai stato così bello: un immenso tendone bianco, simile a quello usato per il matrimonio di Bill tanti anni prima, era posizionato in mezzo al prato, decine e decine di candele svolazzavano allegre senza consumarsi o spegnersi.

Molly aveva fatto le cose in grande in onore del trentesimo compleanno del suo unico genero e stava lanciando ordini a destra e a sinistra perché tutto fosse perfetto. In un angolo del giardino, sotto uno dei pini più imponenti, Harry giocava con i due figli con quelle che parevano a tutti gli effetti delle Gobbiglie, mentre Ginny li guardava affettuosamente, scattando ogni tanto qualche foto magica. Hermione si avvicinò all’amica con aria preoccupata e sì, memore della prima e ultima volta che si era azzardata a giocare con quelle sferette puzzolenti, anche un po’ disgustata.

-Ginny, ma non sei un po’inquieta? Non hai paura di ritrovarti con delle bombette puzzolenti al posto dei tuoi figli? – chiese accigliata occhieggiando James Sirius che stava per perdere una sferetta contenente un liquido giallastro.

-Tranquilla Herm, queste sono Gobabyglie, delle Gobbiglie fatte apposta per i bimbi, invece che i liquidi puzzolenti spruzzano una nuvoletta profumata alla frutta. James e Albus ne vanno matti!-

La sferetta gialla vincitrice di Harry spruzzò proprio in quel momento una nuvoletta giallo acceso verso i visi dei due bimbi che si misero a ridere divertiti. -‘imone!- esultò ridacchiando Albus cercando di prendere il fumo giallo con la manina.

-Visto? Si divertono tantissimo! - concluse Ginny.

-Sì, e ti ho detto più volte che sono altamente diseducative! – esordì una voce alle loro spalle.

-Ron! Che bello vederti!- la riccia abbracciò stretto l’amico.

-E dimmi, perché sarebbero diseducative?- lo pungolò Ginny.

-Ma dai, Gin, guardali! Cercano apposta di perdere solo per poter farsi spruzzare in faccia quei liquidi profumati! Quando giocheranno per la prima volta a quelle vere rimarranno traumatizzati.- osservò Ron con ovvietà.

-‘agola!- Hermione osservando i due piccoli lanciare le palline a caso apposta pensò che l’amico non avesse tutti i torti.

-Allora Herm, come stai? Non ci vediamo da… oh caspita, otto mesi! Come Salazar abbiamo fatto a far passare così tanto tempo?-

-Il tempo è tiranno, ormai dobbiamo rassegnarci. Comunque tutto bene, hai sentito la novità?- chiese lei spostandosi verso una panchina seguita da Ron.

-Sì, tu insegnante a Hogwarts, wow! Ma del resto da te non mi sarei aspettato niente di meno, ricordo di quando eravamo solo tre ragazzini e tu ci davi ripetizioni atteggiandoti da insegnante. Sei decisamente portata!- la prese in giro lui.

-Esagerato- si ritrovò a sorridere lei – sono molto emozionata, spero di poter tener testa alla nuova generazione. E tu? Come procede il tuo lavoro? –

Il ragazzo arrossì all’improvviso e balbettò qualche parola che la riccia non riuscì a comprendere.

-Ron, il mio udito non funziona ad ultrasuoni, dovresti alzare un po’ la voce sai? – il ragazzo prese un respiro profondo prima di continuare.

-Sì, ecco… ho una novità. Ma devo partire dall’inzio. Circa sei mesi fa eravamo in Scozia per una soffiata su un contrabbando di amuleti oscuri. La cosa più sconvolgente è che a tenere il traffico fosse un babbano. Ad ogni modo la fidanzata, o meglio la ex fidanzata, di questo babbano aveva scoperto della sua implicazione in qualcosa di losco e quando siamo andati a casa loro per cercare informazioni lei si è mostrata disponibile ad aiutarci, è stata fondamentale per incastrare lui e i suoi compari maghi.
Bè ecco le indagini sono state lunghe e noi eravamo diventati amici... e adesso ci siamo, bè innamorati.- Il ragazzo si stava grattando freneticamente l'orecchio destro, agitato e imbarazzato, ed era diventato di uno spaventoso color peperone.

Hermione, dopo aver realizzato cosa significassero quelle parole, lo abbracciò di slancio.

-Ma sono felicissima per te! Come si chiama?- lui sorrise caloroso verso la sua migliore amica.

-Leslie, Leslie Birgam! Stasera la conoscerai, verrà per il compleanno di Harry.-

-Sono davvero felice per te, non vedo l’ora di conoscerla!-

Gli ospiti cominciarono ad arrivare verso le diciotto, i primi furono Andromeda e il piccolo Teddy.

-Zio Harry! Tantissimi auguri!- Teddy, che ormai di piccolo aveva solo l'epiteto affibbiatogli dal suo padrino, abbracciò Harry scoccandogli un bacio sulla guancia.

Ormai Teddy Lupin era cresciuto e, nonostante sua nonna che lo considerava ancora come il suo piccolino, quell'anno avrebbe iniziato Hogwarts.

-Teddy fatti vedere! È da un po' di tempo che non ci vediamo, ti ricordi di me?- Hermione gli si avvicinò accarezzandogli la testa.

-Ma certo zia Hermione che mi ricordo di te! È vero che andrai ad insegnare ad Hogwarts? Sarai la mia insegnante?- le domandò abbracciandola.

-Sì Teddy, sarò la tua insegnante... tu studierai tanto vero?-

Un luccichio attraversò gli occhi castani del ragazzino che rispose che sì, avrebbe studiato molto. Peccato che lo disse con il tono di chi sa di star dicendo una bugia.

-Degno figlio di un Malandrino eh?-

Lui scoppiò a ridere prima di correre verso James Sirius che stava giocando con una scopa giocattolo.

-Papà papà! Mi fai vedere come fai la mossa che mi piace tanto?- James corse verso Harry con la sua scopa giocattolo nella mano destra e la scopa di Harry nella sinistra.
Il padre gongolò, adorava quando i suoi figli gli chiedevano di mostrar loro le sue prodezze (solo sulla scopa si intende).
Inforcò il suo manico, si diede una spinta verso l'alto e poi eseguì la “mossa”: una fusione tra la Finta Wronsky e lo Sloth Grip Roll.

Fu accolto dagli applausi dei figli, di Teddy e di Hermione (corsa per assicurarsi che non si facesse male) che lo guardavano ammirati.

-Sempre a dare spettacolo, eh Potter?-

La voce di Severus Piton giunse alle orecchie del gruppetto di persone che si voltarono verso il nuovo arrivato. Harry scese dalla scopa e si diresse verso il preside stringendogli la mano.

-Grazie per essere venuto alla mia festa Severus.-

-Bè Potter non potevo rinunciare visto che mi hai praticamente costretto!- ghignò lui in risposta per poi scoppiare a ridere alla faccia stufa dell'altro.

-Tanti auguri Harry!- e lo abbracciò.

Hermione non riusciva a capire se fosse più sconvolta dal vederlo abbracciare un altro essere umano o dal sentirlo ridere. Mai avrebbe pensato che Piton potesse avere di quegli slanci così… umani!

La strana coppia, perchè questo per lei rappresentavano quei due insieme, si avvicinò agli altri ed Hermione poté notare l'ennesima novità di quella sera, ovvero l'abbigliamento di Severus.

Talmente abituata da vederlo sempre con tuniche o mantelli ebbe un leggero e piacevole shock a vederlo vestito con semplici pantaloni e una camicia, per quanto il colore nero come la pece continuava a regnare incontrastato.

-Signorina Granger, buonasera, ero sicuro che ci sarebbe stata anche lei. Allora, ha preso una decisione per caso?-

Ormai Hermione era convinta di aver bevuto qualcosa o di essere sotto incantesimo, perchè le sembrò assurdo non aver mai notato quanto profonda fosse la voce di lui.

-Sì preside, accetto con piacere!-

Nessuna emozione trasparì dall'espressione di Severus che, con la medesima voce atona della frase precedente, proseguì -Bene, allora penso che sia lecito darsi del tu, visto che saremo colleghi, sei d'accordo Hermione?-

-Ma certo Severus, per me va bene.-

Decisamente quella era la serata delle sorprese ed Hermione sentì, stranamente, che nulla sarebbe stato più come prima.

La serata si concluse allegramente dopo aver mangiato la squisita torta al triplo cioccolato con farcitura di marmellata di ciliegia (ovviamente Harry si era scelto come torta preferita la più calorica possibile) e aver aperto i regali.
Hermione e Severus non si parlarono più durante la tutta la serata, l'una impegnata in una intensa conversazione con Luna e la nuova ragazza di Ron, l'altro preso da Harry e da Kingsley.
Fu solo verso fine serata che Hermione, mentre si trovava seduta su di una panchina, vide avvicinarsi Severus che si sedette accanto a lei.

-E' stata una bella festa vero...Severus?- chiese lei gentilmente, ancora parecchio incerta su quel nome così poco abituata a pronunciare.

-Passabile. Potter non riesce a trattenersi dal fare le cose in grande- era ironico, ma lei riuscì a scorgere una leggera nota di affetto nelle sue parole.

-Non mi dirai che non ti sei divertito vero? Nemmeno quando ha aperto il regalo di George che è esploso? Sai che si è ispirato ad un personaggio del cartone animato babbano de “I puffi”? -

-Puffi? E cosa sarebbero? Comunque sì, quello è stato divertente, sembrava fosse ancora il mio studente e avesse appena fatto esplodere il calderone.-

Rise di nuovo ed Hermione decise che non solo era tremendamente strano sentirlo ridere, ma era anche tremendamente affascinante.

-Adesso però torno al castello. Ricordati della riunione di mercoledì.-

-Ma certo, non preoccuparti, non mancherò.-

-Perfetto, allora buonanotte Hermione.-

-Buonanotte Severus.-

Lui si alzò e si incamminò verso l'ingresso del giardino dove si smaterializzò.

Contaci professore, decisamente non mancherò fu il suo ultimo pensiero prima di tornare da Ginny che la guardava incuriosita.
 

PurpleLove's Corner

Eh sì, anche io sono tremendamente affascinata da questo Severus sorridente :P 
E voi?

A presto
Chiara

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




Capitolo 5

Severus osservava dalla finestra il quartetto di persone che stavano varcando il cancello di Hogwarts quella mattina del 5 agosto. Da un lato c'erano i coniugi Potter che camminavano mano nella mano e dall'altra scorse Hermione e Neville intenti a conversare fittamente.

Raggiunse il suo studio dove era stato allestito un tavolo rotondo in previsione della riunione di quel giorno.

Un leggero bussare alla porta segnò l'arrivo di Vitious, Lumacorno e Hagrid. Severus fece segno loro di accomodarsi mentre anche il quartetto precedente faceva il suo ingresso.

-Harry, Neville, Hermione.- li salutò con un cenno del capo -Sedetevi pure.- Poche parole contraddistinte da un ordine perentorio. I tre si accomodarono attorno al tavolo ed Hermione fece vagare il suo sguardo per la stanza, osservando quanto essa fosse cambiata rispetto a quando Silente o la McGranitt ricoprivano il ruolo di presidi.

La parete destra della stanza era piena di libri, tutti di pozioni a giudicare dai titoli che riusciva a leggere, mentre sulla parete sinistra c'era una porta che non aveva mai visto gli anni precedenti. Harry le disse che era una stanza sempre stata in disuso e che Severus l’aveva adibita a laboratorio personale.

Bussarono nuovamente alla porta ed Hermione vide entrare Rüf, le professoresse Sinistra, Vector, Cooman (per il dispiacere di Hermione) e altre quattro persone che lei non conosceva. Il suo sguardo curioso, ma al contempo indagatore, si posò su queste ultime, esaminandole una ad una.

La prima donna doveva avere circa sessant’anni, aveva un portamento fiero ed elegante unito ad un sorriso materno e caloroso, era veramente uno strano connubio. I lunghi capelli color rame, finemente screziati d’argento, erano raccolti in una treccia che poggiava delicata sulla sua spalla destra, mentre il naso leggermente all'insù era sovrastato da un paio di occhialini ovali che celavano due occhi color verde speranza.

L'altra donna era più giovane, doveva avere più o meno quarant'anni se non qualcuno di meno. Aveva un aspetto curioso ed allegro che le ricordava molto Luna, forse a causa dei capelli biondi leggermente mossi e dell'espressione un po' svampita. Notò che aveva gli occhi castani e le labbra molto sottili aperte in un sorriso sereno.

Hermione provò un moto di inaspettata simpatia alla vista di quel sorriso aperto e solo in un secondo momento si accorse che fosse collegato a Severus. Notò infatti che la donna lo osservava lungamente di sottecchi, almeno fino a quando lui non alzò lo sguardo e quasi incrociò il suo. Ad Hermione venne quasi da ridere a tale comportamento; quella donna che doveva avere più o meno quarant'anni si comportava come un'adolescente alla sua prima cotta.

La terza persona era un uomo, giovane tra l'altro, doveva avere più o meno la sua età. C'era qualcosa nei suoi lineamenti che le urlava “tu mi conosci” da tutti i pori, poi Harry lo salutò e lei ebbe il classico squarcio a ciel sereno.
Era Oliver Baston, ecco chi era! Ricordava di aver letto recentemente un articolo sul suo ex compagno grifondoro, le pareva di ricordare che fosse rimasto vittima di una maledizione che gli impediva di giocare ancora a Quidditch, centravano qualcosa le vertigini, ma adesso non le venivano in mente i dettagli.
Era diventato un uomo abbastanza bello rispetto a come lo ricordava, era slanciato, con un fisico tonico e aveva degli occhi molto espressivi. Tuttavia, Hermione non se ne sentiva attratta e ne fu felice, non voleva rischiare di rovinare l'inizio della sua nuova vita rischiando di imbarcarsi in una relazione con un collega. Era un gran peccato però, era passato un sacco di tempo dall'ultimo uomo che aveva avuto e cominciava a sentire il suo orologio biologico fare tic-tac.

Infine, posò gli occhi su un ragazzo giovanissimo, alto e biondo, che sorrideva genuinamente a tutti, seppur in modo un po’ impacciato. Hermione si chiese che ci facesse un ragazzo così giovane in quella stanza.

-Bene, adesso che ci siamo tutti dichiaro aperta la riunione.-  Severus interruppe i pensieri di Hermione prima di essere giunta ad una conclusione logica.

-Come potete vedere abbiamo una nuova insegnante di Trasfigurazione, Hermione Granger. Molti di voi già la conoscono, è una ex alunna che si è diplomata nel 1999. Hermione? Penso che riconoscerai il signor Baston, insegna Volo a quelli del primo anno.- Oliver si alzò e strinse la mano di Hermione.

-Come ti ho già accennato da tre anni abbiamo una nuova bibliotecaria, ovvero Sarah Flare.- continuò facendo un cenno alla donna che assomigliava a Luna che le sorrise calorosamente.

-Ho saputo che anche tu sei stata una bibliotecaria!- Hermione si ritrovò a pensare che aveva perfino una voce piacevole.

-Si, lavoravo nella biblioteca babbana di Ealing Broadway. Sicuramente non è una libreria della portata di Hogwarts, anzi è piuttosto piccola ma molto carina.-

-Oh si! Ci sono stata una volta, cercavo dei romanzi di un autore bab…-

-Se avete finito di fare salotto vorrei andare avanti.- Severus fulminò le due donne con un'occhiata raggelante che fece diventare piccola piccola Sarah e arrossire Hermione.

-Prima che il vostro siparietto iniziasse le stavo presentando gli insegnanti, signorina Granger- riprese a parlare rimarcando sul nome -o devo pensare che la cosa la stia annoiando?-

Hermione passò dalla vergogna alla rabbia in un nanosecondo. Ma chi si credeva di essere per essere così arrogante? Poi si ricordò che lui era Severus Piton, era ovvio che fosse così.

-Mi scusi preside Piton, prego vada avanti.- il tono era remissivo, ma la scintilla di orgoglio che aveva negli occhi che teneva fissi in quelli di lui fecero capire che di remissivo, appunto, Hermione Granger aveva solo il tono di voce.

-Benissimo, andiamo avanti. Come ben sai- continuò tornando a darle del tu -l'anno dopo la caduta di Voldemort la cattedra di Babbanologia non è stata assegnata, cosa che è accaduta l'anno successivo. Lei è Rachel Lacey.-

-È un piacere conoscerla signorina Granger- le sorrise la donna con la treccia color rame.

-E per ultimo, e tutti voi già lo conoscete anche se in diversa veste, questo è Daniel Freeland. L’anno scorso si è diplomato qui da noi, conseguendo il migliore risultato ai M.A.G.O. degli ultimi dieci anni. Ad ogni modo, è un eccellente pozionista e il professor Lumacorno ha espresso il desiderio di volerlo qui come suo assistente.-

Dopo che anche l'ultima persona fu presentata la riunione proseguì tranquillamente.

-Bene è tutto, per gli insegnanti che non si fermano qua ad Hogwarts ci vediamo il 31 agosto, i camini verranno aperti alle 19. Per gli insegnanti che si fermano, invece, il pranzo sarà alle 12.30 come sempre.-

Hermione rivolse lo sguardo a Daniel. -Caspita! Il miglior risultato degli ultimi dieci anni, è un onore e un onere pesante da portare.- Lo prese in giro bonariamente scatenando le risate del giovane.

-L’ultimo è stato il suo, Hermione. Ho cercato di fare del mio meglio! Paul mi ha preso in giro tante di quelle volte, dicendo che preferivo la compagnia dei libri a lui! –

-Ah ricordo benissimo, una volta penso di averlo sentito addirittura dire avrebbe nascosto tutti i tuoi libri e riassunti per un intero weekend se non avessi allentato un po’ il laccio. E per inciso, lo so perché lo ha praticamente urlato in biblioteca!- si intromise Sarah con un sorrisetto saputo scatenando le risate generali e l’imbarazzo in Daniel.

-Bè, il tuo ragazzo dev’essere un santo. Il mio all’epoca reagì allo stesso modo!- azzardò Hermione.

-Oh, ma Paul non è il mio ragazzo, è il mio migliore amico!- ribattè serenamente il ragazzo uscendo dalla stanza e lasciando Hermione rossa di imbarazzo.

-Oddio che figura, da come ne parlavate pensavo stessero insieme.- sussurrò mortificata alla ragazza.

-Non ti preoccupare, lo pensano in tanti. Anzi, secondo me sarebbero una coppia davvero perfetta!-

-Spero non se la sia presa. Allora, com'è essere bibliotecaria in una foresta di libri come quella di Hogwarts?- cambiò discorso per stemperare la situazione.

La bionda guardò la mora con un'espressione di pura gioia.

-È bellissimo! È una biblioteca veramente enorme. Tu hai una vaga idea di quanti libri contenga? Poi da qualche anno hanno aggiunto una sezione di libri babbani, ed io non avevo mai avuto a che fare con autori del genere, nemmeno con Shakespeare.-

-Oh sì, Shakespeare è anche uno dei miei autori preferiti, una delle mie opere preferite è Molto rumore per nulla, l'hai letto?-

-No, non ancora ma curerò le mie lacune.-

Mentre le due si incamminavano verso la biblioteca, Hermione ripensò agli sguardi che aveva intercettato della donna verso Severus. Non sapeva cosa la spingesse, ma era seriamente incuriosita a riguardo, tuttavia non voleva sembrare invasiva o impicciona, Decise che prenderla alla larga fosse la cosa migliore.

-Sei sposata Sarah?-

-No, sono stata fidanzata una volta ma lui è morto durante la guerra contro Voldemort, era un Auror sai?- rispose lei con gli occhi adombrati.

Hermione era dispiaciutissima, non voleva certo riaprire vecchie ferite.

-Mi dispiace, non era mia intenzione farti rivivere brutti ricordi.-

-Oh non importa, sono passati tanti anni!-

-E dimmi, c'è qualcun altro adesso?-

La donna divenne improvvisamente rossa, balbettando qualcosa del tipo “no, non proprio” che ad Hermione la diceva lunga.

Intanto nel suo studio Severus prese la bacchetta e con un sospiro se la puntò al petto, girandola verso destra con un movimento rotatorio elegante.

-Cor Evocatio.-

Un filamento dorato uscì dal petto e prese a fluttuare davanti a lui, assumendo le sembianze di un viso di donna.

Severus sorrise malinconico alla vista di quella testa rossa scompigliata e dai dolci occhi verdi che, ancora dopo più di trent’anni, rappresentavano l'unica donna presente nel suo cuore.

- Ciao Lily-


PurpleLove's Corner

Buonasera! Abbiamo conosciuto alcuni nuovi personaggi di questa nostra storia. Daniel è il primo vero personaggio del tutto nuovo della storia rispetto alla versione che avevo scritto precedentemente.
Volete saperne di più di lui e di Paul? Leggete la storia che sto scrivendo in parallelo a questa, Pozioni in volo, la trovate tra le mie storie.
Ah, una piccola curiosità. Io sono una gran lettrice e ogni tanto mi piace infilare nelle mie storie dei titoli o citazioni di libri che adoro. In questo capitolo, in particolare, troviamo "Molto rumore per nulla" (di cui straconsiglio anche la visione oltre che la lettura) e Daniel Freeland, uno dei protagonisti del ciclo di libri Hyperversum (A-D-O-R-O).
Alla prossima!
A presto
Chiara

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6


Hermione scoprì che, nonostante avesse letto una valanga di libri e sapesse a memoria Storia di Hogwarts, c'erano molti particolari di quel castello di cui non era a conoscenza.

Per esempio non aveva idea che ogni insegnante avesse un suo appartamento, seppur piccolo, ma pensava avesse semplicemente una stanza da letto nello studio.

Cosa ancora più sorprendente, scoprì che tutti gli appartamenti erano collegati tra di loro tramite una sala comune, esattamente come quella delle varie Case, elegante e sobria.

Hermione dopo colazione passava la mattina a leggere, mentre il pomeriggio lo passava con Harry e Ginny o con Sarah a parlare di libri.

La sera, però, era il momento che preferiva. Dopo cena lei, Oliver, Sarah, Severus, Harry e Neville si trovavano nella sala comune a chiacchierare; solitamente gli ultimi a rimanere in piedi erano Hermione e Severus e la donna scoprì che il suo vecchio insegnante, a dispetto di tutte le idee che si era fatta, era una persona molto piacevole con cui conversare, avevano molti interessi in comune, soprattutto libri e pozioni.

Fu la sera di Ferragosto, però, che consacrò il cambiamento di Severus agli occhi di Hermione.

-Non sapevo ti interessassi di Pozioni, pensavo fossi più una da Incantesimi e Trasfigurazione.- stavano chiacchierando come al solito ed Hermione aveva appena finito di lodare un libro di pozioni che aveva appena finito di leggere.

-A dir la verità Pozioni mi piaceva molto come materia, sfortunatamente avevo un insegnante che non mi riconosceva i meriti.- rispose lei con sarcasmo.

Severus scoppiò in una fragorosa risata seguito a ruota da lei. In effetti non si era comportato bene con lei quando era sua studentessa, ma aveva intenzione di rimediare. Più passava del tempo con Hermione, più si rendeva conto che la petulante e saccente ragazzina aveva lasciato posto ad una donna interessante e intelligente. O meglio, intelligente sapeva che lo fosse anche prima, ma aveva una nuova sfumatura adesso.

-Severus posso farti una domanda? Anche se è piuttosto personale?-

-Suppongo di sì, mi riservo però la possibilità di rispondere o meno.-

-Cosa ti ha spinto a cambiare così tanto?- la domanda era stata detta in un sussurro ma lui la capì perfettamente.

Doveva risponderle per forza? No.

Ma voleva conoscerla meglio? Sì.

-Quella notte del 2 maggio, quando Voldemort mi chiamò, non avevo capito che la sua intenzione fosse di uccidermi. Sapevo che stava facendo ricerche sulla bacchetta, ma non avevo minimamente capito le sue intenzioni. Quando ha ordinato a Nagini di uccidermi e mi sono sentito trafiggere il collo dai denti del serpente ho provato una rabbia assurda. Rabbia verso Voldemort, verso Silente, verso me stesso. Possibile che la mia vita finisse così? Avevo pagato per la mia colpa giovanile per molto tempo. Avevo protetto il figlio di Lily. Avevo passato quasi vent'anni come spia. Sono stato cruciato, torturato. Ho vissuto da solo con l'unica speranza di poter essere felice una volta che tutto sarebbe finito. E invece no, non avrei avuto la felicità che tanto agognavo, ero destinato a morire così, da codardo, da traditore, da assassino- si fermò un attimo e rivolse lo sguardo verso la finestra cercando di calmarsi. Ripensare a quei momenti vissuti su quel sudicio pavimento lo rimescolava ancora oggi. -Sentivo le forze lasciarmi sempre più velocemente, mentre il veleno di Nagini entrava in circolo prepotente. E poi ad un certo punto sentii un calore fortissimo, non bruciava, era come un calore interno. Quando riaprii gli occhi trovai Fanny accanto a me e capii che la fenice mi aveva reso il dono più speciale che esista: una seconda possibilità. Allora decisi che sarei cambiato, che avrei cercato la felicità che finalmente mi spettava. Volevo essere un nuovo Severus Piton e volevo che questo nuovo me fosse felice.-

Hermione lo ascoltava rapita, incurante di qualche lacrima solitaria che solcava le sue guance. Quell'uomo era l'emblema del coraggio; da sempre lo sapeva ma quel giorno ne aveva avuta l'ennesima conferma.

-Sei stato incredibilmente…- cercò di trovare le parole la donna.

-Fortunato? Direi di sì, non è da tutti poter avere una seconda chance nella vita.-

-Io volevo dire coraggioso, in realtà.- il viso di Hermione si illuminò di un sorriso timido, ricambiato da quello incerto ma grato di Severus.

-Ti ringrazio Hermione.- l’uomo sembrava volesse aggiungere altro, ma alla fine scosse leggermente la testa e decise di congedarsi dalla donna. Si era esposto già abbastanza per una sola sera. 
Si alzò dalla poltrona stirandosi la veste e augurò la buonanotte alla donna, dirigendosi poi verso la porta del suo appartamento.

Hermione intanto continuava a rimuginare su quanto lui le aveva raccontato; sentire quello che lui si aspettava dal futuro l'aveva fatta riflettere. Del resto, la sua vita non era stata molto diversa no? Anche lei dopo la guerra aveva deciso di vivere finalmente felice.

Ma c'era riuscita? No, stava procedendo, ma non stava vivendo.

Il famoso orologio biologico tornò a farsi sentire.

Lui ti piace però!

Lui le piaceva? Forse. Sicuramente si trovava bene a parlare con lui, era interessante.

E affascinante.

Sì, è vero, affascinante. Ricordava ancora al compleanno di Harry come lo aveva trovato diverso e “affascinante” vestito con camicia e pantaloni.

Chi lo sa, nonostante la differenza d'età fosse considerevole, con lui stava bene e poi, come si suol dire, l'amore non ha età, soprattutto nel mondo magico!

Il sorriso che le era nato spontaneo in faccia fu interrotto al pensiero di un paio di occhi castani appartenenti a quella che considerava ormai un'amica: Sarah.
Con Sarah aveva instaurato un ottimo rapporto, scoprendo molti particolari interessanti della sua vita. Era nata in Irlanda da una famiglia di mezzosangue, aveva 40 anni e aveva studiato ad Hogwarts a Tassorosso. Al settimo anno si era fidanzata con un suo compagno, Matt McCart, un auror, e avevano deciso di sposarsi non appena fosse finita la guerra.

Ma lui non tornò mai dall'ultima battaglia avvenuta alla scuola quasi dodici anni prima. Sarah allora si era buttata cuore e corpo nei libri per cercare di attenuare il dolore della perdita. Era diventata bibliotecaria ad Hogsmeade e successivamente aveva fatto domanda per il posto lasciato vacante da Madama Pince.

Non aveva più avuto nessun altro nella sua vita, solo montagne di libri. Forse è per questo che ad Hermione stava particolarmente simpatica, avevano molto in comune; entrambe avevano adottato i libri come surrogato dell'amore e del sesso.

Ma a quanto pare la sua nuova amica aveva deciso di darsi un'altra possibilità visti tutti gli sguardi rubati, ed Hermione li notò tutti, che lanciava al preside durante i pasti.

La mora però non aveva ancora trovato il coraggio, o la faccia tosta, di chiederle conferma dei suoi sospetti, ma dopo i fatti successi quella sera voleva far chiarezza al più presto.

Sarah era più vecchia di lei, e quindi per età più vicina a Severus, e aveva passato già abbastanza pene d'amore per non doverne subire altre. Se fosse stata innamorata di Severus, allora Hermione avrebbe lasciato perdere.

Fu la stessa Sarah, il pomeriggio successivo, a farle una domanda che fugò tutti i suoi dubbi.

-Secondo te è sconveniente innamorarsi di una persona di età molto differente? -

Bingo pensò tristemente Hermione che, racimolando coraggio, le disse la risposta che si aspettava.

-Ma no, assolutamente! Si dice che l'amore non ha età no? Ma lui lo sa che ne sei innamorata?-

Sarah divenne di tutti i colori mentre scuoteva il capo con vigore.

-Mi sento una scema. Lo sembro vero? Insomma, ho quarant'anni! Non dovrei vergognarmi così, tanto meno provare sentimenti del genere!-

-Smettila- la rimbeccò l'altra -Sarah ma cosa stai dicendo? Sei ancora giovane, certo che devi provare sentimenti di questo genere! Puoi ancora rifarti una vita, non puoi trincerarti sempre dietro i libri che tanto ami.-

-Grazie Hermione, sei una persona fantastica!- l'abbracciò leggermente prima di dirigersi verso l'ingresso lasciando la riccia al tavolo dove stavano conversando.

No Sarah, pensò, sono una persona sola.



PurpleLove's Corner

Buonasera! Chi si sta innamorando di Severus come me ed Hermione? :P
Volevo fare una piccola precisazione, perchè la volta scorsa a questo punto mi hanno mosso alcuni dubbi arrivati a questo capitolo, quindi stavolta preferisco prevenire e vi lascio alcuni "appunti" che avevo fatto l'altra volta:

Questione Harry-Stamberga: Allora come ho detto nella confessione di Piton lui sta morendo da solo, lì nella Stamberga Strillante. Harry, al contrario del libro, non prende i ricordi di Severus. Sarà egli stesso, una volta guarito, a divulgarli (non tutti, giusto quelli che gli serviranno per discolparsi).

Questione età: Sarah chiede ad Hermione se è sconveniente innamorarsi di una persona di età molto differente. In molti avevano avanzato l'ipotesi che non sia Severus la persona di cui è innamorata Sarah perchè non hanno età molto differente. Partendo dal presupposto che, leggendo i libri, mi sembra che si sposino sempre tra coetanei o con pochissimi anni di differenza (complice Hogwarts), vi ricordo l'età dei nuovi personaggi (lasciando perdere i vecchi vecchi xD):

Hermione, Harry, Neville, Ginny hanno circa 30 anni (più o meno, in realtà Hermione è leggermente più vecchia di Harry e Neville che ne hanno 29, mentre Ginny ne ha 28).

Oliver ha 35 anni

Sarah ha 39 anni

Severus ha 49 anni.

Quindi tra Sarah e Sev ci sono 10 anni di differenza che, come mi sembra di aver capito, sono considerati una differenza considerevole, nel mondo della Rowling. Tra Severus ed Hermione ce ne sono 19.
Spero di aver fugato ogni possibile dubbio.
Rinnovo la richiesta di farvi sentire, gradirei davvero molto sapere se la storia vi sta prendendo!

A presto
Chiara

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




Capitolo 7


Hermione stava impazzendo, ormai era ufficiale. È come quando viene in mente una cosa per caso e ci si impone di non pensarci: diventerà il tuo pensiero fisso.

Così Hermione, dalla sera in cui aveva preso coscienza del fatto che provava un certo interesse per Severus ma che aveva deciso di accantonarlo per Sarah, si ritrovò a pensare tutto il giorno (e soprattutto tutta la notte) al suo preside.

Ormai era un pensiero costante; ovviamente non si azzardava a cercarlo con lo sguardo, nel timore di venire scoperta, ma ogni tanto una rimirata di sottecchi gliela rivolgeva.
Eppure, non può essere amore, continuava a ripetersi lei.

Insomma, era assurdo, come poteva essere innamorata di una persona che conosceva da così poco?

In realtà lo conosco da molto, anche se posso affermare di averlo conosciuto solo da poco.

No, non era amore. Però ne era attratta.

Ne era attratta come una dannata calamita.

Decise di chiedere consiglio a Ginny, voleva cogliere l’opportunità della momentanea presenza della migliore amica al castello per sapere la sua opinione in merito. Fu così che, dopo cena, si trovò con lei nel salottino dell'appartamento di Harry, coraggio alla mano.

-Che bello che sei venuta a trovarmi! È da molto che non abbiamo un po’ di tempo per noi- l’accolse l’amica, facendola accomodare sul divanetto -Adesso però ho davanti tre settimane di vacanza senza figli, oh che goduria!-
 
-Ginny! A sentir te sembra che i tuoi pargoli siano una seccatura, ma non mi prendi in giro, lo so che stravedi per loro.-
 
-Bè, ovvio, sono i miei bimbi. Ma devo dire che un po’ di… ecco, pace per stare con mio marito… era davvero agognata! E adesso che sono dall’altra parte d’Europa insieme ai nonni posso stare tranquilla.-
 
Le due conversarono ancora per qualche minuto, sorseggiando una tazza di tisana che la rossa si era fatta preparare. Quando a parlare di Hogarts e di come Hermione si trovasse ad essere tornata in nuova veste, la ragazza trovò il coraggio per esporre il quesito che tanto le premeva.

-Ma senti, visto che li conosci da più tempo di me... volevo sapere... hai mai notato qualcosa tra Sarah e Severus?-

Hermione sperava che la sua domanda non lasciasse trapelare il reale motivo che celava, cercò (purtroppo invano, ma ancora non lo sapeva) di buttarla sul pettegolezzo. Ginny, che non era per niente nata ieri, subodorò qualcosa visto che l’amica non era mai stata una avvezza a questo tipo di chiacchiere.
 
-Mmm non saprei, Sarah è una persona un po' chiusa, fino a qualche tempo fa nemmeno ci parlavamo molto. Però devo dire che, ad essere sincera, negli ultimi tempi l'ho vista interessata a qualcuno. Ma quel qualcuno non è certo Severus!- concluse con un sorrisetto saputo.

Hermione rimase interdetta da quella risposta e il suo cuore cominciò a battere forte.

Smettila Hermione, insomma un po' di contegno!

-Non è Severus? Sicura? Perchè mi sembra che stia sempre a guardarlo.-

-Questo perchè ti sei messa in testa che il destinatario dei sguardi sia Piton e non chi gli è seduto vicino, Oliver.-

Oliver! Lui in effetti era sempre seduto vicino a Severus durante i pasti ed era seduto accanto a lui anche durante la riunione in cui lei aveva conosciuto Sarah.

Che fosse tutta opera della sua mente? Voleva a tal punto non vedere quanto Severus l'avesse colpita al compleanno di Harry da immaginarselo oggetto di attenzione di qualcun altro?

Ma poteva anche essere che fosse Ginny a sbagliarsi.

-Che prove hai a favore di questa tesi?-

La rossa scrollò le spalle.

-Semplice buonsenso.-

-Ma lei mi ha detto che è innamorata di una persona diversa e mi ha fatto capire che la differenza è notevole.-

-Bè ma anche 5 anni sono una differenza notevole se tu donna stai con uno 5 anni più giovane!-
E a questa affermazione Hermione non seppe controbattere, ma non si permise di sperare nulla.

Passarono il resto della serata chiacchierando del più e del meno, spaziando dalla vita londinese di Hermione ai continui “perchè” di James Sirius.

Mentre stava per tornare nel suo appartamento la mora venne fermata da Ginny.

-Ah! Ma come mai ti interessava sapere quella cosa su Sarah e Severus?-

-Ehm.. no nulla... semplice curiosità.-

-Ok, buonanotte Herm-

Ginny baciò l'amica sulla guancia prima di chiudere la porta con un sorriso e dirigersi verso la camera da letto, dove trovò il marito sdraiato sul letto con la Gazzetta del Profeta in mano.

Salì sul letto e gattonò verso Harry.

-Amore, credo che qualcosa stia bollendo nel calderone.-

Gli levò gli occhiali, poggiandoli sul comodino, e tolse il giornale dalle sue mani.

-Adesso basta leggere, tua moglie ha bisogno di attenzioni.-

-Lungi da me negare attenzioni alla mia consorte.-

Sussurrò lui sorridendo sornione e passandole le braccia intorno alla vita prima di baciarla.

Intanto Hermione aveva varcato la soglia della sala comune con la infantile speranza di trovare lui ad aspettarla per fare la solita chiacchierata, ma non trovò nessuno.

È tardi, ovviamente sarà andato già a letto.

Decise che sarebbe stato sicuramente meglio tornare nel suo appartamento e andare a letto anche lei, ma proprio non aveva sonno.

Prese un libro di pozioni che era sul tavolino e si sedette sulla sua poltrona preferita, proprio davanti alla finestra aperta.

Ma la stanchezza ebbe il sopravvento e dopo poche pagine la giovane si addormentò.
Quando Severus entrò nella stanza trovò Hermione assopita e si fermò un momento a contemplarla, un sorriso che sapeva di nuovo sulle labbra.

Le candele si erano spente e la sala era illuminata solo dal pallore della luna piena che entrava prepotente dalla finestra spalancata.

I capelli di lei, ancora più spettinati del solito, erano sparsi su tutto il bracciolo della poltrona, le gambe piegate sotto al corpo e un' espressione serena sul viso.

Severus rimase colpito dal senso di pace che lo prese alla vista di lei; non poteva lasciarla lì sulla poltrona a dormire.

Cercò di svegliarla ma ottenne solo un leggero miagolio, evidentemente Hermione aveva il sonno molto pesante.

Portarla in braccio a letto? Non ci pensava nemmeno.

Forse poteva farla levitare fino al letto, o forse... forse poteva fare lo stronzo.

Un ghigno gli si dipinse in viso mentre sollevò la bacchetta su Hermione mormorando un Aguamenti.

Il gettò d'acqua investì Hermione che saltò in piedi, guardandosi intorno disorientata, prima di fissare gli occhi irosi sull'uomo davanti a lei che se la stava ridendo di gusto.

La donna era bagnata dalla testa ai piedi; i capelli avevano perso il loro volume, incollandosi al viso e facendola sembrare più giovane.

Ma la risata di Severus si ruppe in gola quando notò che l'acqua aveva reso trasparente la camicetta rosa chiaro lasciando intravedere il reggiseno azzurro.

Via, doveva andare via. Subito.

-Ben svegliata Granger. Adesso se vuoi scusarmi mi ritiro nei miei appartamenti. A domani.-

Lei era allibita. Prima l'aveva infradiciata, poi aveva riso di lei e adesso se ne andava come se non fosse successo nulla? Lo agguantò per un braccio inviperita.

-Ehi! Non pensare di cavartela così!-

Lui prese un respiro prima di girarsi a fronteggiarla, in quel momento avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Era stato un idiota, non poteva farla levitare fino in camera, no, doveva fare lo stupido.

-Qualche problema Granger?- Ecco, sì, freddo e distaccato.

-Qualche problema? Qualche problema?! Si può sapere che ti è saltato in mente? Non potevi svegliarmi come tutte le persone normali, vero?-

Hermione lo guardava di traverso, le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno.
Severus si maledì per l'ennesima volta, mentre sentiva la voglia di stringerla fra le sue braccia aumentare ad ogni sguardo tagliente di lei.

-Ci ho provato a svegliarti, ma hai il sonno pesante Granger!-

-Si può sapere perchè continui a chiamarmi Granger? E poi non è vero che ho il sonno pesante!-

Ti chiamo Granger per non saltarti addosso.

-Ti chiamo Granger perchè ti chiami così, no? Ora ti consiglio di andare a cambiarti con abiti asciutti e possibilmente meno trasparenti.-

Finalmente Hermione si rese conto del suo abbigliamento e, indispettita che lui non l'avesse avvertita prima, si incamminò fieramente fino al suo appartamento.

-Non finisce qui!- gli disse con un lampo di sfida negli occhi prima di chiudersi dietro la porta.
 
Lei era imbarazzata. Lui era imbarazzato.
 
Eppure, nonostante tutto, si coricarono entrambi con un sorriso sulle labbra.
 



PurpleLove's Corner


Buonasera a tutti! La storia sta ingranando e Severus sta mollando un po' di freni (non ancora abbastanza purtroppo).
Ma la risuoluzione dei loro cuori è vicina, abbiate fede!
Al prossimo capitolo, aspetto i vostri pareri! ^^
Chiara

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




Capitolo 8


Mancava solo un giorno all'inizio della scuola e quella mattina di fine agosto ci sarebbe stata l'ultima riunione degli insegnanti. Tuttavia pensieri ben diversi affollavano la mente di Hermione, intenta a fare colazione. Si era alzata piuttosto turbata quella mattina e la colpa era tutta di Ginny.

Infatti la mora aveva fatto sue le teorie dell'amica circa il destinatario delle occhiate di Sarah e aveva sognato tutta la notte lei e Severus, impegnati in attività molto piacevoli.

Più precisamente aveva sognato di cavalcare. E non c'era nessun cavallo.

Non che fosse la prima volta che lei lo sognasse, ormai era una cosa con la quale aveva fatto i conti da una settimana a quella parte, ma rimase turbata dall'intensità delle emozioni che ancora albergavano in lei nonostante il sogno fosse finito.

-Oggi pomeriggio qualcuno vuol venire a cavalcare con me?-

Poche parole di Severus e il succo che Hermione stava bevendo prese inesorabilmente la strada sbagliata, facendole venire un attacco convulso di tosse.

Possibile che le avesse letto nel pensiero?

Le immagini del sogno tornarono prepotentemente nella sua mente, accavallando espressioni, sospiri e gemiti, facendola arrossire tremendamente.

-Tutto bene Hermione?- Harry, seduto accanto a lei, prese a batterle dei leggeri colpi sulla schiena, mentre la tosse si placava.

-Sì scusate, mi è solo andato di traverso il succo.-

Severus la fissò con sguardo scettico misto a preoccupazione.

-Allora qualcuno vuole venire a cavalcare?-

-Ma cavalcare cosa, i Thestral?- chiese lei. Per quanto si ricordasse non c'erano cavalli ad Hogwarts. Sarah scoppiò a ridere, credendo che fosse una battuta e non un dubbio lecito.

-Come si fanno a cavalcare delle creature invisibili?- chiese tra una risata e l'altra, ignorando il fatto più di metà delle persone sedute a quel tavolo, i Thestral li vedevano benissimo.

-In realtà da qualche anno abbiamo dei cavalli. Stiamo facendo degli studi su di essi per scoprire se hanno qualche qualità magica.

Del resto nel mondo magico vi sono molte creature che hanno caratteri in comune, basti pensare agli unicorni o ai centauri.- spiegò Harry -Ad ogni modo mi piacerebbe venire ma oggi pomeriggio riaccompagno Ginny alla Tana che ieri sono tornati Molly e Arthur con i bambini.-

Anche gli altri si tirarono indietro, chi per un motivo chi per un altro, tranne Sarah che accettò entusiasta.

Hermione, innanzi al viso felice dell'amica, si diede mentalmente della stupida per aver anche solo sperato di avere qualche possibilità.

-E tu Hermione? Vieni a cavalcare con noi?-

Più che con voi vorrei cavalcare te.

-Va bene, ma sono un po' arrugginita, spero di ricordarmi ancora come si fa.-

Nessuno sapeva che lei adorava andare a cavallo. Quando era piccola passava le estati nel maneggio dei suoi nonni, aveva anche il suo cavallo personale, bianco come la neve, Petite, ma ormai erano più di dodici anni che non saliva su un cavallo. Sperava solo di non fare figuracce.

Intanto Severus la osservava mentre, impacciata, si versava altro succo e portava il bicchiere alle labbra.

C'era qualcosa di strano in lei quella mattina, qualcosa che non riusciva a decifrare. Sfuggiva stranamente al suo sguardo. Che fosse ancora arrabbiata con lui per lo scherzetto della sera precedente? No, non sembrava arrabbiata, piuttosto pareva che si vergognasse di qualcosa.
Per un singolo istante meditò l'idea di usare la Legilimanzia su di lei, ma si rimproverò subito dopo per l'assurdità dell'idea.

Con la coda dell'occhio osservò la figura della ragazza intenta a fare colazione e si diede mentalmente dello stupido per aver pensato, la prima volta che l'aveva vista su quella panchina, che non fosse bella. Non era una bellezza canonica, ma decisamente lo era per lui. I suoi ricci, solitamente arruffati e crespi, quella mattina erano lucenti e ordinati, segno che li aveva appena lavati; sorrise mentalmente all'idea che non sarebbero durati a lungo.
 
Ma la cosa che lo ammaliava ogni giorno di più era indubbiamente il suo viso; aveva una bocca veramente splendida che sapeva sempre regalare sorrisi sinceri e capaci di scaldare il cuore.

Non poté esimersi dal darsi dello stupido per quei pensieri così poco da lui. Evidentemente la mattina era un momento pericoloso per lasciare alla sua mente la libertà di vagare.

Ma che gli prendeva? Proprio non riusciva a riconoscersi negli ultimi tempi.
Decise di accantonare tutto per il momento e tornò a concentrarsi sul suo pudding.
La mattina trascorse veloce e anche la riunione passò senza colpo ferire.
 
A pranzo, l’ultimo prima dell’arrivo degli studenti, Hermione prese posto accanto all’oggetto delle sue ultime congetture. Era infatti tutta la mattina che pensava a Sarah e alle mille teorie circa l’identità del misterioso uomo, oggetto di desiderio della donna.

Aveva deciso che era da stupidi continuare a farsi paranoie campate in aria e quindi decise che le avrebbe parlato quella sera stessa.

-Ciao Hermione!-

-Neville! Ciao, come stai? Che fine avevi fatto stamattina?-

Neville si era appena seduto accanto a lei, al posto lasciato vuoto da Harry che era partito poco prima. Direzione? Ovviamente lauto pranzo a casa di Molly con tutta la famiglia riunita, una tradizione della famiglia Weasley dell’ultimo giorno di vacanza.

-Ero impegnato con Catherine, sai stavamo firmando gli inviti per il matrimonio.-

-Oh è vero! Harry mi ha detto che ti sposi, ma non mi ha detto nient'altro. Chi è? La conosco?-

-No, non la conosci. È una babbana, si chiama Catherine, abita in un paesino vicino ad Hogsmeade.- rispose con un mezzo sorriso Neville.

-Ma è fantastico! Come l'hai conosciuta?-

-È proprietaria di una serra, l'ho conosciuta cercando un terriccio particolare per una pianta esotica che stavo cercando di coltivare.-

-Sono felice per te! Prima Ron e ora tu, è sempre bello vedere persone così innamorate.-

-Ah bè, uno di noi di sicuro...- Fu poco più di un sussurro ma l'espressione rattristata che lo seguì fece intendere ad Hermione di aver udito bene.

Povero Neville, sperava solo che non soffrisse troppo. Insomma, si stavano per sposare! Doveva pur significare qualcosa, no?

-Bè dai, vi state per sposare, vi amerete no?-

-Ma sì... solo che, ripeto, vorrei che ci fosse più amore...-

Hermione era allibita, smise di mangiare e costrinse Neville a guardarla negli occhi.

-Neville ascolta, e la parola chiave è ascolta, non è troppo tardi! Se lei non ti ama abbastanza perché ti costringi ad andare avanti e rischiare di finire in un matrimonio in cui soffrirai solamente?-

-Magari non è amore, ma c'è sentimento in ogni caso… affetto...-

-Sì, ma l'affetto non basta per costruire un matrimonio, non credi?-

Neville le rivolse un mezzo sorriso, grato dell'interesse dell'amica.

In quel momento Oliver, quasi pimpante, si avvicinò alle due donne.

-Sarah posso chiederti un favore?-

-Ma certo, dimmi!- gli sorrise lei.

-Dovrei fare una ricerca sulle scope volanti, per dare qualche notizia storica ai nuovi allievi che arriveranno domani. Potresti aiutarmi oggi pomeriggio?-

Ad Hermione si rizzarono le antenne, se lei avesse risposto di sì, cosa che sperava fortemente, significava che avrebbe rinunciato alla cavalcata con Severus e questo le donava serie possibilità che fosse innamorata di Oliver.

-Mi dispiace ma sono già impegnata oggi pomeriggio, vado a cavalcare. Se vuoi ti posso dare una mano stasera.-

-Va benissimo grazie, tanto non ho fretta.-

Ad Hermione parve di intravedere una scintilla di dispiacere negli occhi del giovane, intento a tornare al suo posto scrollando le spalle.

Alle cinque del pomeriggio Hermione, Sarah, Severus, Neville e Daniel, che avevano espresso entusiasmo durante il pranzo per la possibilità di andare a cavalcare, si trovarono davanti alla stalla posta dietro la casetta di Hagrid, al limitare della Foresta Proibita.

-Allora, abbiamo dieci cavalli, Hermione puoi scegliere quello che preferisci.-

La riccia si avvicinò lentamente agli animali.

-Ciao belli...- accarezzò i musi di due stalloni che nitrivano animatamente prima di posare lo sguardo su un bellissimo cavallo banco come la neve. Subito il pensiero corse a Petite.

-Prenderei questo.-

I cinque sellarono i cavalli e decisero di fare un giro intorno al lago.

Hermione si affiancò a Neville e a Daniel, lasciando andare avanti Sarah e Severus, che pareva avessero intrapreso una fitta conversazione.

-Herm, ti vedo strana oggi, che succede?- chiese l’amico, seriamente preoccupato per lo stato taciturno nel quale sembrava essere piombata la ragazza.

-Io? Ma no nulla...-

Ma Neville non era più un ragazzino imbranato che potevi prendere in giro (anzi forse non lo era mai stato).

-Non mi mentire, sei strana, ti vedo con la testa tra le nuvole. Non è che ci sono... problemi di cuore in vista?-

Lei simulò una risatina nervosa.

-Problemi di cuore? Ma figurati.-

-Hermione... ti conosco da molti anni. Ricordo ancora quando eri innamorata di Ron, avevi l'espressione esatta di adesso, solo più lieve.-

Colpita e affondata.
 
-Ron Weasley? L’auror?- chiese curioso Daniel.
 
-Sì, siamo anche stati insieme per qualche anno. Solo che alla fine abbiamo capito che funzioniamo decisamente meglio da migliori amici. A volte l’amicizia si trasforma in amore, altre invece rimane tale. Per fortuna però entrambi pensavamo la stessa cosa, non so cosa farei senza lui tra i miei amici.- finì lei sorridendo.
 
Daniel si fece pensieroso. Le parole della donna, che cascavano quasi a fagiolo visto quello che stava vivendo, gli fecero riconsiderare la situazione con Paul. Ma nonostante fosse fortemente tentato di mandare al diavolo ogni buon senso e di meditare come gettarglisi ai piedi il giorno successivo, decise di pensarci ancora più a fondo.
 
-Hai ragione sai? Vi dispiace se vi lascio? C’è una cosa su cui dovrei davvero meditare, magari faccio un giro perlustrativo da solo.
 
Dopo che il ragazzo, con il beneplacito dei due colleghi, si fu allontanato, Neville cercò di tornare a sondare la sua amica.
 
-Allora Herm? C’è qualcosa di cui vuoi raccontarmi?-

-E va bene, te lo dico, ma prometti di non prendermi in giro o giudicarmi.-

-Quando mai l'ho fatto Hermione?- ribadì lui con una nota severa nella voce.

-Temo di essere attratta da Severus.-

Neville tirò le briglie del cavallo per farlo fermare, un'espressione stranita in viso.

-Puoi ripetere per favore?-

Forse dovevo dirgli anche di non fissarmi come se gli avessi annunciato l'atterraggio degli alieni...

-Sono attratta da Severus.-

-Severus? Severus Piton? Il nostro Severus Piton?-

-Sì, Severus. Severus Piton. Il nostro Severus Piton.-

Neville riprese ad andare al passo mentre somatizzava la notizia.

-Ah. Bene.-

-Neville, mi spieghi che razza di risposta è?-

-Ma no niente... Ed è... successo qualcosa?-

Hermione sorrise davanti al rossore dell'amico.

-No. Per quanto ne sappia io lui non è minimamente interessato ad una che potrebbe essere sua figlia. E poi vorrei prima capire se non c'è già qualcuna interessata a lui.-

-Qualcuna? E chi?-

Lei non rispose, limitandosi ad indicare le due sagome più avanti, udendo una risata di Sarah che le diede molto fastidio.

-Sarah?!?! Ma sei sicura?- sussurrò lui quasi con sgomento.

-Sicurissima no, ma ho un forte dubbio. Mi ha detto che è innamorata di uno di età molto diversa, ma non vuole dirglielo. Ho pensato a Severus perchè la direzione delle occhiate è quella. Secondo Ginny invece è interessata ad Oliver.-

-Non saprei, non ho mai pensato a nessuna di queste ipotesi, non ho mai notato queste “occhiate” di cui stai parlando. Proverò a farci caso.-

-Ascolta che ne dici se li lasciamo da soli? Magari, se ho ragione, potrebbe aiutarli ad avvicinarsi.-
 
Neville le lanciò un'occhiata scettica, ma poi fece un cenno di assenso.

Lei trottò fino a raggiungere Severus e Sarah, che intanto si erano fermati non vedendo più gli altri tre dietro.

-Scusatemi ma sono davvero stanca, del tutto fuori allenamento. Io torno indietro, Neville si è offerto di accompagnarmi. Ci vediamo più tardi.-

Non diede a Severus nemmeno il tempo di ribattere, di informarsi se stesse bene, che girò il cavallo e se ne andò in tutta fretta.

-Sarah ma anche a te oggi Hermione sembra strana?-

-Mmm non più del solito. Ha sempre la testa fra le nuvole quella donna lì.-

Quella donna lì. Quella donna. Donna.

La parola “donna” rimbombò ferocemente nella testa di Severus. Hermione era una donna e lui doveva venire a patti con questo.

Doveva ammettere, almeno con sé stesso, che fino a quel momento aveva pensato a lei come ad Hermione Granger, ex studentessa.

Ma ormai non aveva più diciassette anni, doveva farselo entrare in testa.

Tutto ad un tratto si sentì il cuore più leggero, ma non era ancora tempo di indagare. Decise che ci avrebbe pensato più avanti.

La passeggiata proseguì senza intoppi, il lago era tranquillo e i due ebbero modo di chiacchierare molto. Sarah gli raccontò del suo fidanzato Auror scomparso, della sua vita durante la guerra e della sua famiglia, emigrata in Francia per sfuggire al regno del terrore istituito da Voldemort.

Severus invece, stupendo perfino sé stesso, raccontò alla donna per sommi capi la sua esperienza come spia e del rapporto che aveva avuto all'epoca con i loro colleghi di adesso, Hermione, Harry e Neville.

Non riusciva a capire come quella donna, pressoché sconosciuta, fosse riuscita a farlo confidare su una parte di vita che lui considerava più che altro un brutto ricordo, sempre relegata in un angolo della sua mente.

Chissà, forse era il fatto di essere cambiato così tanto dalla fine della guerra, ma confidarsi con Sarah gli pareva quasi naturale, lei era una perfetta ascoltatrice. Sicuramente il sorriso incoraggiante, quasi materno nonostante la donna fosse più giovane di lui, aiutavano ad aprirsi.

Parlarono per ore, fermandosi anche a contemplare lo spettacolo del sole che cominciava a calare sullo sfondo del Lago Nero, tingendo il cielo e gli alberi che li circondavano di un arancione brillante.

Tornarono alle stalle verso le sette e si diressero subito a cena.

Hermione, aveva passato il pomeriggio in ansia. Si pentiva di aver “ceduto” Severus così in fretta. Ne aveva parlato con Neville mentre erano di ritorno al castello.

-Insomma in guerra e in amore tutto è permesso, no? Quindi Hermione secondo me dovresti buttarti.- la incitava lui.

-Oddio ma non scherziamo. Amore? Come faccio ad essere innamorata di lui? Non ha senso in così poco tempo!-

-Hermione, l'amore non è una cosa logica. Non appena cominci a ragionarci sopra sparisce. È un impulso di cuore, non una riflessione di testa. Amare una persona è cercarlo con gli occhi quando entra in una stanza, sorridere al solo pensiero del suo viso, sentire continuamente la sua voce in testa. Questo, è amore. Non è fatto di ragionamenti, è fatto di sentimenti.-

Il tono accorato di Neville colpì molto la giovane; erano parole molto belle. Erano parole vere.

E lei sentì la verità irradiarsi nel suo cuore. Possibile che lui avesse ragione? Che finalmente, dopo anni, si fosse di nuovo innamorata? Proprio di Severus?

Ebbe la risposta quando li vide entrare in Sala Grande durante la cena.

Osservò i sorrisi sui volti sereni.

Si, proprio di Severus. È ufficiale. In amore non ho la minima fortuna!

Durante la cena cercò di non pensarci, mangiò in apparente tranquillità, e dopo aver mangiato il suo budino di riso sgusciò via fino al suo appartamento, non notando gli sguardi sempre più preoccupati e scettici di Severus che si era perfettamente reso conto del tormento che aleggiava negli occhi della giovane.

Decise che le avrebbe parlato, doveva capire perchè lo evitava, non aveva creduto nemmeno per un momento alla scusa del “sono fuori allenamento”.

Raggiunse la sala comune sperando di trovarla lì, ma della riccia nessuna traccia.

Se pensi di scapparmi così hai sbagliato persona, si ritrovò a pensare.
 
L'indomani le avrebbe chiesto una riunione formale per sapere com'era andato il suo primo giorno da insegnante, non poteva fuggire in eterno. Non era ancora nato essere, umano o non, più testardo di Severus Piton.

Si sedette alla sua scrivania tirando fuori la bacchetta.

-Cor Evocatio.-

Il volto di Lily invase la stanza.

Dolce Lily.

In tutti quegli anni aveva rappresentato la sua croce e la sua delizia.

Delizia, perchè vedere il suo volto scaturire dalla bacchetta era, ormai, l'unico punto fermo della sua esistenza.

Croce, perchè era ormai l'ultima cosa che lo legava ad un passato dal quale avrebbe voluto scappare.

Severus sorrise mestamente alzando una mano verso i capelli rossi della donna, incontrando solo l'aria.

Si fermò di colpo, però, quando lo sguardo si posò sullo sguardo di Lily.

Un paio di occhi castani rilucevano al posto delle consuete gemme verdi.

 


PurpleLove's Corner

Buonasera a tutti! Oggi per voi un capitolo un poco più corposo e scopriamo qualcosa di più dei nostri personaggi, sia dei vecchi (come Neville) che dei nuovi (come Sarah e Daniel).
A proposito di Daniel, andate a leggere (e una recensioncina magari? :D) questa ff Pozioni in volo, parla proprio di lui e Paul, scoprite la storia che c'è dietro ^^
Comunque visto che alla prima stesura passavano tante settimane tra un capitolo e l'altro e ricevevo moltissime recensioni sto cominciando a pensare che non ne scriviate perchè i capitoli si susseguono troppo velocemente. Direi che potrei provare a pubblicare con meno frequenza, se questo può portare qualche recensione in più :P
A presto

Chiara

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9


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Capitolo dedicato a 
18Ginny18 che con le sue recensioni mi ha fatto tornare il buonumore e la voglia di non mollare! 
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Severus si trovava in una stanza buia circolare. Non vi erano porte, né finestre; l'uomo camminava alla cieca, alla ricerca di una via d'uscita da quell'assurda situazione.

-Severus...-

Lily, interamente vestita d'oro, gli apparve davanti.

Lui si avvicinò titubante alla figura che stava svanendo lentamente e che si allontanava sempre di più ad ogni suo passo.

-Lily! Aspetta!- cercò di rincorrerla lui allungando una mano.

-Non posso Severus... tu mi stai dimenticando...-

-Non è vero, come potrei dimenticarti...-

-Guardami Severus, guardami...-

L'uomo chiuse gli occhi di scatto, inconsciamente sapendo quello che avrebbe visto e non era sicuro di volerlo, non voleva assolutamente rivangare il ricordo di quegli occhi.

-Ho detto guardami!-

La voce era diventata imperiosa e Severus si costrinse a volgere lo sguardo al volto della donna dal quale due iridi castane lo trafiggevano come due lame.

-Cosa significa?-

-Severus?-

Un'altra voce femminile lo chiamò alle sue spalle facendolo girare di scatto; davanti a lui era apparsa una donna ammantata di rosso, con una benda sugli occhi, solo qualche ciocca castana sfuggiva al cappuccio del mantello.

-Chi sei? Cosa ci fai qui?-

-Lasciala andare Severus...-

-Mi stai dimenticando Severus...-

Le due donne lo accerchiarono continuando a ripetere quelle litanie.

-Lasciala andare Severus...-

-Mi stai dimenticando Severus...-

-Basta! Vi prego, basta!-

L’uomo cadde in ginocchio con le mani davanti al volto.

-Basta...-
 
******


Severus si svegliò di scatto in un bagno di sudore. Il Cor Evocatio della sera precedente doveva averlo davvero sconvolto visti i sogni che lo avevano turbato quella notte.
Non era ancora riuscito a dare un senso a tutto, ma non aveva tempo per pensarci in quel momento, aveva una scuola da portare avanti; quella sera sarebbero arrivati gli alunni e lui doveva ancora predisporre gli orari dei corsi, non aveva certo tempo da perdere dietro a sogni e visioni.

Si affacciò alla finestra allacciandosi i bottoni della veste, la vista dalla sua camera era veramente bellissima ma fu una figura ad attirare la sua attenzione: Hermione era seduta su una panchina davanti al lago a leggere, le gambe raccolte sotto al corpo come quando l'aveva trovata qualche sera prima in poltrona addormentata. Si permise di sorridere leggermente prima di darsi dell'idiota. Quella donna lo avrebbe fatto uscire di senno prima o poi!

Scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri che lo confondevano ancora di più e scese a fare colazione.

Intanto la donna in giardino aveva la testa talmente piena di emozioni e pensieri da non riuscire a leggere nemmeno una riga del libro che aveva sulle gambe; scoprire di essere innamorata di Severus Piton l'aveva sconvolta non poco.

Ma quello che le premeva di più al momento era scoprire se poteva osare farsi avanti o meno e c'era solo una persona che poteva aiutarla a fare chiarezza.

Con una nuova scintilla di combattività negli occhi si lanciò alla ricerca di Sarah.

La trovò pochi minuti dopo in Sala Grande, intenta a mangiare una scodella di porridge, e le si accomodò accanto afferrando una fetta di pane tostato.

-Buongiorno Hermione! Sei emozionata? –

-Emozionata? Per cosa? - si sentì presa in contropiede la donna.

-Come per cosa? Oggi inizia ufficialmente la tua carriera da insegnante! –

Era vero! In quei due giorni era stata così presa dalla questione Severus che si era dimenticata del fatto che l'indomani sarebbero iniziate le lezioni.
Oddio! Sarebbe stata all'altezza del compito? Non sapeva abbastanza! Avrebbe dovuto studiare più libri, fare più pratica, esercitarsi maggiormente!

Sarah osservò la donna andare in iperventilazione.

-Hermione calmati! Andrà tutto bene! Il mondo non sta per finire!-

Hermione respira. Uno. Due. Tre respiri. Finalmente il volto della donna riprese un colorito quasi normale.

-Spero di sapermela cavare e poi... bè non saranno mica così terribili gli studenti no?-

-Evidentemente non hai ricordi di quando TU eri una studentessa. Voi non eravate terribili, eravate peggio!- una profonda voce baritonale arrivò alle sue spalle, provocandole un lungo brivido lungo la schiena.

Severus prese posto alla destra di Hermione ghignando maleficamente.

-Ma guarda che quello terribile eri tu, non noi!-

Hermione cercò di ritrovare la calma (che prima comunque non aveva) e di tornare ad un battito di cuore che le evitasse una morte precoce per infarto.

Sono messa proprio male, ma proprio male male!

-Eh no, cara Granger, dimentichi quante me ne avete fatte passare voi tre? O tutti i disastri combinati da Paciock? Quel ragazzo era proprio una frana a pozioni! –

-Ehm Severus, io sarei qui, ricordi?- disse Neville sorridendo. Ormai lui e Severus andavano pienamente d’accordo, ma al solo ricordo di quanto lo terrorizzasse da ragazzo ancora adesso gli veniva da sudare freddo.

-Paciock lo so che sei qui, ma non puoi negare fossi una frana totale- obiettò con fare ovvio Severus, scatenando l'ilarità in tutti i commensali, compresa Hermione che osservò nostalgicamente Neville, rivedendo per un momento il ragazzino undicenne che le aveva chiesto aiuto sul treno per ritrovare il suo rospo.

Ma non era più un bambino, nessuno di loro lo era più. Posò gli occhi su Harry, seduto accanto a Neville; del bambino gracilino conosciuto tanti anni prima non era rimasto nulla, ormai era un uomo adulto, padre di famiglia, ma le veniva da sorridere al pensiero che ai suoi occhi sembrasse sempre lo stesso Harry.

-... allora vieni?-

Era talmente presa dai suoi pensieri da non rendersi conto che Sarah le aveva rivolto una domanda. Se non si dava una strigliata mentale i suoi studenti l'avrebbero messa facilmente nel sacco e questo lei proprio non poteva permetterselo.

-Scusami Sarah ero sovrappensiero, puoi ripetere?-

-Ti ho chiesto se ti va di fare una passeggiata con me fino a Hogsmeade, devo andare da Scrivenshaft a comprare delle penne e dell'inchiostro..-

-Ma certo! Vengo con piacere, così ne approfitto per andare da Stratchy&Sons per un mantello nuovo, il mio ormai è logoro.-

E chissà, magari davanti ad una burrobirra le avrebbe finalmente chiesto la verità circa Severus.

Così le due subito dopo colazione si recarono a Hogsmeade.

Esattamente come per Hogwarts, non si era resa conto di quanto le fosse mancato quel paese finchè non si trovò nella via principale.

Guardò con nostalgia i vari negozi e locali che costituivano il nucleo centrale del paesino, rivivendo nella mente vari ricordi a cui erano legati, alcuni belli e alcuni brutti.
La mattinata passò leggera tra chiacchiere, risa e compere e fu solo sulla via del ritorno che Hermione prese il coraggio a piene mani e iniziò la conversazione che avrebbe sancito la sua lotta per Severus o contro Severus.

-Sarah, ascoltami... devo chiederti una cosa; mi rendo conto che non sarebbero affari miei ma volevo saperne di più del tuo amore segreto.-

Sarah fissò stranita l'altra, nemmeno le avesse appena detto di aver visto un asino che vola.

-Come mai vuoi saperlo? Comunque non c'è molto da dire... sono innamorata ma la situazione è piuttosto delicata e quindi... non so, credo che alla fine ci dovrò mettere una pietra sopra.-

Ok Hermione, con calma. Chiedile qualcosa che la faccia sbilanciare un po', quanto basta per capire se è innamorata di lui. Ma con calma né? Prendila alla larga, molto alla larga.

-Sei innamorata di Severus?-

Complimenti ragazza! L'hai presa proprio alla larga!

-Severus?! Perchè hai pensato a lui? Comunque no, se è questo che volevi sapere, non è Severus.-

Hermione tirò un impercettibile sospiro di sollievo mentre continuava a ripetersi “non è lui... non è lui... non è lui...”

Ad ogni “non è lui” il sorriso che aveva in viso si allargò sempre di più, fino a far scoppiare a ridere Sarah, che non si era persa nemmeno un secondo del cambiamento di Hermione dall'agitato all'esaltato e cominciava a farsi un'idea di cosa pensasse l'altra circa il preside.

-Dimmi Hermione, com'era Severus prima della fine della guerra? Neville mi ha detto che fosse cattivo e scorbutico, ma mi riesce difficile crederlo.-

-Cattivo e scorbutico, eh? Diciamo che Severus Piton prima era un'altra persona rispetto a quella che conosci tu. Il suo ruolo era la sua prigione dalla quale non poteva evadere. La mente costantemente chiusa, l'allerta costante, il ruolo di spia che gli forniva dolore, e non parlo solo di dolore fisico dovuto a torture, hanno contribuito a creare una persona fredda, rigida, costantemente seria.-

-Non sorrideva mai?-

-Severus Piton non poteva permettersi di sorridere.-

-E voi non avevate un buon rapporto?-

-Diciamo che con noi Severus si è sempre comportato in modo abbastanza... severo, se mi concedi il gioco di parole, con ognuno di noi per un motivo diverso credo.
Neville, come ci ha ricordato stamattina, era veramente imbranato nella sua materia, anche se penso fosse dovuto al fatto che Severus lo terrorizzasse. Ricordo ancora al terzo anno, quando studiavamo i Mollicci, e quello assegnato a lui prese le sembianze dell'insegnante di Pozioni. Povero Neville!
Per quanto riguarda il “Magico Trio” invece i motivi erano diversi, partendo comunque dal presupposto che con i Grifondoro lui fosse sempre stronzo, trattava male Harry perché  fisicamente era la copia esatta di suo padre che lo aveva trattato molto male quando erano a scuola, diciamo che gli ha reso pan per focaccia. Ha conosciuto il vero Harry solo quando si è concesso di aprire un po' di più la mente e il cuore e vederlo finalmente come Harry e non come James.
Con Ron, che tu non conosci, invece credo che il problema fosse più la sua lazzaronaggine, perchè se ci si metteva era proprio un asino.
Con me... con me non lo so. Ero studiosa, attenta alle regole... credo che nel mio caso si comportasse così solo per dovere al ruolo che aveva deciso di cucirsi addosso.-

Sarah la ascoltò senza battere ciglio. Provava molta stima per quell'uomo, ma faticava a pensare a lui privo dei sorrisi, ironia e risate che gli aveva ormai associato. Si ricordò però di quanto fosse chiuso, schivo e taciturno quando era appena arrivata a scuola.


Fu proprio Severus la prima persona che incontrarono entrando in Sala Grande per il pranzo. Le osservò entrare ridendo come due adolescenti e si ritrovò a pensare, per l'ennesima volta e questo a parer suo non andava affatto bene, a quanto fosse bella Hermione quando rideva così sinceramente.

-Buongiorno, vi siete divertite?-

-Oh si! Abbiamo fatto compere, rivangato il passato... insomma ci siamo prese un respiro prima di iniziare i ruoli da persone serie.- la Grifondoro scoppiò a ridere di fronte alla faccia accigliata dell'uomo. Quella sera si sarebbe fatta avanti, sperava solo di non venir respinta, o almeno non troppo brutalmente.

Le sei, ora prevista per l'arrivo degli studenti, arrivarono in fretta ed Hermione era nervosissima. Tutti i dubbi che l'avevano assillata la mattina erano tornati prepotentemente alla ribalta, facendole alzare pericolosamente i livelli di stress.

Si sedette al tavolo degli insegnanti mentre gli studenti entravano in sala grande posizionandosi alle rispettive tavolate, ovviamente mancavano ancora gli studenti del primo anno che entrarono poco dopo scortati da Harry.

Tra le fila di studenti incuriositi o spaventati scorse Teddy, con i capelli di un rosso acceso per l'agitazione, che la salutò con un debole sorriso.

Dopo poche parole di Severus iniziò lo smistamento dei trentuno nuovi alunni. Hermione era curiosa di vedere in che Casa sarebbe finito il giovane Lupin; sarebbe stato un Grifondoro malandrino come il padre o un Tassorosso imbranato come la madre?

-Teddy Remus Lupin- la voce ferma e vagamente orgogliosa di Harry risvegliò il piccolo Teddy dal torpore in cui era caduto osservando tutta la sala, si avvicinò allo sgabello e si sedette, lanciando un sorriso al suo padrino che gli calò il Cappello Parlante sulla testa.
-TASSOROSSO-

Tassorosso, c'è speranza quindi che non mi faccia penare, si ritrovò a pensare Hermione.

Una volta smistati tutti i studenti Severus si alzò per fare il discorso di inizio anno; la donna era curiosissima di vedere come si sarebbe comportato in versione di preside.

-Buonasera a tutti, se riusciste a fare silenzio avrei alcune cosa da dirvi.-

Il vociare tuttavia non diminuiva.

-FATE SILENZIO.- Due parole dette con tono glaciale e ad Hermione parve di avere di nuovo davanti il suo vecchio insegnante di pozioni.
Finalmente la quiete calò in Sala Grande e Severus riprese il suo discorso.

-Bene, grazie. Quest'anno, come avrete notato, ci sono due novità nel corpo insegnanti. La professoressa McGranitt è andata in pensione ed è stata sostituita dalla qui presente Hermione Jean Granger, che sarà anche la direttrice della casa di Grifondoro.-

Il tavolo dei grifoni rumoreggiò felicemente all'idea. Tutti conoscevano la Granger, paladina della guerra di cui avevano sentito parlare; gli studenti più grandi si ritrovarono perfino a pensare che fosse una paladina perfino giovane e carina.

-Sono lieto che siate felici ma non pensiate che solo perchè la professoressa Granger è una donna giovane- e molto bella... Severus concentrati! -Voi possiate rigirarvela a vostro piacimento, perchè è una donna molto forte e sono sicuro che saprà essere un'insegnante impeccabile.-

Hermione si mosse sulla sedia un po' impacciata, era lieta che lui la considerasse una donna molto forte e capace e sperò in cuor suo di non venir meno alle sue aspettative.

-Passando alla seconda novità, avrete certamente notato la presenza di un ex studente seduto accanto al professor Lumacorno. Il signor Freeland è tornato con noi quest’anno come assistente del professore di pozioni. Visto che quest’anno i due Caposcuola sono di Corvonero e di Serpeverde, soggiornerà nella camera del Caposcuola nella torre di Grifondoro, ricordate però di non mancargli di rispetto, non è più uno studente.-
 
Dal tavolo dei Grifondoro si levò un mormorio concitato ed entusiasta. Paul Pope, settimo anno, migliore amico e “qualcos’altro non ben definito” di Daniel aveva un sorriso radioso e lanciava occhiate dolcissime all’indirizzo del nuovo assistente di Lumacorno.
 
-Bene, andando avanti, ricordo a tutti che la Foresta Proibita è da evitare, a meno che non vogliate un incontro ravvicinato con acromantule e centauri.
Qualche piccola informazione per i nuovi studenti: per chi ancora non lo sapesse la Casa in cui siete stati smistati sarà la vostra famiglia per i prossimi sette anni. Durante le lezioni avrete modo di accumulare punti, mentre i vostri comportamenti sbagliati, e questo vale anche per il vostro tempo fuori dalle lezioni, vi faranno perdere punti.
Alla fine dell'anno la Casa che avrà più punti vincerà la Coppa delle Case.
Per ultimo vi ricordo che è vietato girare senza permesso per la scuola dopo le dieci, per qualsiasi altra domanda potrete rivolgervi ai vostri prefetti, ai due caposcuola o al Direttore della vostra casa.
Troverete il calendario delle lezioni appeso nelle vostre sale comuni. Bene, detto questo buon appetito.-

Il vociare tornò prepotente mentre diverse pietanze apparvero sulle varie tavolate.

-Allora Hermione, che ne pensi di questo inizio?- chiese Harry mentre si serviva un piatto di pasticcio di rognone e pudding di riso.

-Bè è stato un bel salto nel passato. Mi ricordo della nostra entrata per la prima volta in questa sala, io ero agitatissima! Poi quando la McGranitt mi chiamò per lo smistamento ero veramente terrorizzata, avevo paura che il cappello mi mangiasse!-

I due scoppiarono a ridere, trascinando anche gli altri insegnanti.

Dopo la cena Hermione scortò gli studenti verso la torre per poi tornare nella sua sala comune decisa a parlare con Severus, anche se ancora non aveva in mente un discorso preciso.

Il cuore prese a batterle furiosamente mentre immaginava i possibili sviluppi del discorso.

Si sedette in poltrona aspettandolo. Come poteva iniziare?

Sai Severus, credo di essere innamorata di te. Assolutamente no!

Severus, tu sei un uomo solo e io una donna sola. Oddio così sembra disperata.

Severus, ti voglio! Troppo da ninfomane.

Ascolta... io, non so come sia successo ma sento che vorrei conoscerti meglio. Ecco questo poteva andare.

Felice di aver trovato un modo per iniziare il discorso la giovane si rilassò fino ad addormentarsi.

Dopo mezzora Severus fece il suo ingresso in sala comune, veramente stanco e agognante del materasso.

Avrebbe voluto parlare un po' con qualcuno ma si erano tutti eclissati: Neville era andato dalla fidanzata, Sarah a fare una passeggiata nel parco con Oliver, Harry era andato a casa, i suoi colleghi più “anziani” erano già tutti a letto. Ed Hermione... La donna sembrava sparita, forse era andata già a letto anche lei.

Chiuse la porta dell'ingresso della sala comune trovandosi nel buio più totale.

Dov'è la bacchetta quando serve?

Finalmente la trovò tra le sue mille pieghe della veste.

-Lumos- Troppo tardi. Non si era accorto della poltrona stranamente troppo vicina alla porta e ci finì contro, facendola cadere all'indietro e lui con lei. Si rese conto solo in un successivo istante che la poltrona non era vuota ma c'era addormentata Hermione.

-Severus! Ahia... Possibile che tu non riesca mai a svegliarmi in maniera normale? Una volta mi lavi e un'altra mi travolgi!-

La ragazza si massaggiò la testa con la mano destra prima di rendersi conto dell'effettiva posizione in cui i due erano.

-Sc..scusami Hermione, non avevo visto la poltrona.-

Severus si alzò di scatto tendendo poi una mano per aiutare la donna a tornare in posizione verticale.

Non aveva calcolato però la forza con cui la tirò su e così si ritrovò la donna tra le braccia; la debole luce proveniente dalla bacchetta ai loro piedi gli permise di osservare il suo viso così vicino, le guance rosee, gli occhiali ancora un po' storti.

Hermione dal canto suo era paralizzata. Il cuore galoppava ad un ritmo forsennato a trovarselo così vicino; sapeva che era l'occasione giusta, ma le parole avrebbero rovinato il momento?

Fu così che, dimostrando di essere ancora un'intrepida Grifondoro, decise che ci sarebbe stato tempo per le parole, in seguito.

Socchiuse gli occhi e lo baciò, senza girarci troppo intorno. Le labbra di lui erano sottili e fresche, ma troppo immobili. Si rese conto che lui non si era mosso e fu presa dall'ansia. Era stata stupida.
 
Intanto Severus era sconvolto. Mai si sarebbe immaginato che Hermione lo baciasse e non riusciva a capire se ne fosse felice o meno.

Ma quando percepì che lei si stava allontanando gli venne naturale abbracciarla stretta e baciarla con più ardore.

Al diavolo tutto!

Si fece strada con la lingua tra le sue labbra e giocò con convinzione con la sua.
Si sentiva benissimo, forse per la prima volta da tanto, troppo tempo; lei gli circondò il collo con le braccia cercando di tirarselo più vicino.

Quel momento sembrò durare un'eternità ai due.

Severus si permise di chiudere gli occhi per assaporare di più quel frammento di felicità.
 
Fu uno sbaglio.

La figura di Lily come gli si era presentata in sogno gli balenò davanti agli occhi.

Mi stai dimenticando Severus.

Si staccò da Hermione come scottato.

-Severus..?-

-Scusami Hermione, io non posso.- Non posso essere felice.

-Ma Severus...-

-Vai a letto Hermione.-

La donna lo guardò in viso un ultimo momento, gli occhi bassi, chiusi fino a far male, gli posò una mano sulla guancia in una dolce carezza. Lo vide spalancare gli occhi e osservala spaesato per un secondo prima di ritrovare la fermezza.

-Vai a letto Hermione.- ripetè con più convinzione.

Sconsolata lei raccolse il suo libro e si diresse nel suo appartamento per poi scoppiare a piangere sul suo letto.

Severus era ancora in salotto, nella medesima posizione di prima, rimasto congelato dalle lacrime che aveva intravisto negli occhi castani di lei.

-Perdonami Hermione...-


PurpleLove's Corner

Eccomi tornata! Son felice di aver notato quale feedback in più, a voi non costa più di un minuto, ma rende me molto molto felice!
Ecco arrivato il tanto atteso bacio tra Hermione e Severus, spero di non aver deluso le vostre aspettative. Vedrete che le cose miglioreranno presto!
E per i fan di Sarah... non era innamorata di lui! Contenti ? :)
Come vi ho già scritto l'altra volta, a proposito di Daniel e Paul, andate a leggere (e una recensioncina magari? :D) questa ff Pozioni in volo, parla proprio di loro, scoprite la storia che c'è dietro ^^
A presto

Chiara

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



Capitolo 10


-Ti prego, non di nuovo.-

Severus si guardò intorno sconsolato, riconoscendo la buia stanza.

Lily apparve davanti a lui con il capo chino.

-Severus...-

-Lily...- L'uomo si avvicinò alla figura argentea con timore, quasi spaventato dall'inconsistenza del corpo davanti a lui.

Avanzò la mano destra, cercando di sfiorarle il viso, incontrando solo il vuoto.

-Che significa?-

La donna gli rivolse un sorriso stanco.

-Significa che tutto sta finalmente andando come deve andare.-

-Non capisco...-

Severus si sentiva smarrito, non riuscendo a capire le parole criptiche che il fantasma di Lily gli aveva rivolto.

-Severus...-

Una voce diversa sussurrò il suo nome, si trovò davanti la stessa donna bendata ammantata di rosso del sogno precedente.

-Ti prego, dimmi chi sei.-

La donna misteriosa si avvicinò, posando una mano sulla sua guancia, in una lieve e dolce carezza.

Severus fremette a quel tocco, un brivido di consapevolezza gli serpeggiò lungo la spina dorsale.

La benda cadde, rivelando al preside uno sguardo castano, quello sguardo castano, uno sguardo che, si rese conto solo in quel momento, lui conosceva molto bene.

-Hermione?-

La mora sorrise incoraggiante.

-Io non capisco...-

-Non c'è nulla da capire Severus. Lasciala andare...-

Un lampo di comprensione saettò sul viso di lui.

Lasciarla andare...

Lasciare andare Lily...

Ne sarebbe stato capace?

Percepì il calore che la mano di Hermione, ancora sulla sua guancia, gli trasmetteva.

Voleva esserne capace.
 
 ******

Un raggio di sole impertinente lo destò, penetrando dallo spiraglio creato dalle cortine del letto.

Impossibile ignorare il sogno fatto quella notte, impossibile far finta di nulla.

La sua mente vagò al bacio della sera precedente. Mai in vita sua si era sentito così bene, così perfettamente in pace, come tra le braccia di Hermione.

Ma poi il ricordo di Lily aveva rovinato tutto.

Severus, per la prima volta da quando tutto quello era cominciato, si rese conto che stava permettendo al ricordo di un fantasma di decidere della sua vita e della sua felicità.

Ma le cose non possono cambiare dalla sera alla mattina, questo capì quando a colazione notò Hermione fuggire al suo sguardo.

La vide tremendamente concentrata sul pane tostato davanti a lei, rivolgendo solo qualche distratta parola a Sarah ed Harry che le sedevano accanto.

Solo per un breve, effimero, istante lei trovò il coraggio di cercare la sua figura e lui rimase sconcertato dal lampo di dolore che fece tremolare il sorriso, che aveva imparato a riconoscere come finto, che lei si era imposta fin da quando aveva messo piede in Sala Grande.

Doveva parlarle. Non si sentiva ancora pronto appieno per affrontare la portata di quel sentimento, ma doveva almeno spiegarle i suoi motivi, non poteva sopportare che lei lo evitasse in quel modo.

Forza Severus, insomma hai affrontato cose ben peggiori nella tua vita. Trova il coraggio e fermala.

Hermione posso parlarti un attimo? Non è complicato! Su, avanti!

La sua domanda, però, si perse con l'arrivo della posta.

I gufi planarono sul tavolo degli insegnanti ordinatamente, deponendo davanti ad ogni membro del corpo insegnante una pergamena color avorio, finemente decorata d'oro, legata da un nastro bianco e dorato.

Hermione slacciò delicatamente il nastro, rivelando una partecipazione di matrimonio scritta con una grafia molto elegante, anch'essa dorata.
 
Ronald Bilius Weasley e Leslie Birgam
sono lieti di annunciare il loro matrimonio
e di invitarla alla cerimonia magica fissata per Domenica 8 Novembre alle ore 10.30
nel giardino della Tana.
Seguirà il ricevimento.
La preghiamo di confermare la sua presenza.



Hermione, tu non mancherai vero? Non vedo l'ora che venga quel giorno!
Aspetto prestissimo una tua risposta!


Hermione sorrise leggendo le due righe sottostanti, chiaramente aggiunte da Ron.
Si rivolse ad Harry, commentando le aggiunte che Ron aveva scritto anche sulla sua partecipazione.

Il felice intervallo però durò poco e fu presa dal panico quando vide Severus avvicinarsi con la chiara intenzione di parlare con lei.

-De-devo andare in aula.- si congedò frettolosamente da Harry e corse via, sotto gli occhi di un basito Severus.

Non puoi scapparmi in eterno Hermione, riuscirò a spiegarti le mie ragioni.

Hermione raggiunse senza fiato il piccolo chiostro davanti alla porta della sua aula, sedendosi stremata sotto un arco.

La colazione era stata un autentico strazio per il suo cuore martoriato.

La sera prima, per un breve ed effimero istante, si era illusa che tutto fosse perfetto. Lì tra le sue braccia, la bocca sulla sua, le loro lingue intrecciate... niente poteva essere più perfetto.

Poi la secchiata gelida, l'allontanamento e quel “non posso” sussurrato da Severus.
Si era sentita sprofondare in un abisso di angoscia e solitudine, piangendo lacrime di dolore tutta la notte.

Quella mattina si era alzata stanca e distrutta, dopo aver dormito solo due ore, assalita da incubi in cui lui le diceva che non era abbastanza per lui, che era una bambina.
Si era imposta un sorriso che sapeva ampiamente di falsità, Harry lo capì subito che qualcosa non andava.

-Sono solo agitata per il primo giorno da insegnante.- aveva risposto.

Lui non le credette nemmeno per un secondo, lei l'aveva capito, ma non insistette e di questo gliene fu grata.

Poi lui era apparso, espressione seria, solito mantello nero svolazzante su di una veste di velluto verde scuro e il suo cuore si contorse.

Sentì i suoi occhi posarsi su di lei più volte, non trovando il coraggio di guardarlo a sua volta.

Solo verso la fine della colazione decise di permettersi di alzare gli occhi.

Fu un enorme errore.

Incontrò subito le pozze scure che costituivano gli occhi di Severus, sentì lo stomaco stringersi e le lacrime minacciare di scorrere nuovamente.

Un bacio, un solo dannatissimo bacio, l'aveva sconvolta totalmente e questo non poteva permetterselo.

Cercò di recuperare un contegno serio ed entrò in aula, aspettando gli studenti del primo anno di Tassorosso e Corvonero, che non si fecero attendere.

-Buongiorno ragazzi, prendete posto velocemente per favore.-

Gli studenti si sedettero schiamazzando, esaltati e terrorizzati da quella prima lezione della loro vita ad Hogwarts.

Tra i Tassorosso svettava la testa di Teddy, quel giorno di un bel color viola acceso che la fece sorridere sinceramente.

-Allora, come già saprete io sono la professoressa Hermione Granger e sarò la vostra insegnante di Trasfigurazione per i prossimi, si spera, sette anni. Vediamo... chi di voi mi sa dire cosa significa Trasfigurazione?-

Nessuno osò fiatare, terrorizzato dall'idea di sbagliare fin dal primo giorno.

-Su ragazzi, non vi mangio mica.-

Una mano si levò dall'ala destra dell'aula.

-Sì signorina, la prego si presenti prima di tutto.-

La ragazzina, ancora un po' titubante, si alzò in piedi.

-Mi chiamo Ellie Joelle Marlet, Corvonero.

Hermione sorrise incoraggiante all'alunna, le ricordava molto sé stessa da piccola, capelli crespi, neri però, e con l'aria di chi si vuol far valere.

-Benvenuta signorina Marlet, allora ci dica, cos'è la Trasfigurazione?-

-La Trasfigurazione è un'arte magica che si occupa del tramutamento magico di una persona, di una cosa o di un animale, in un altro. - snocciolò la Corvonero ed Hermione sorrise internamente. Sì, le ricordava proprio lei.

-Bravissima signorina Marlet, una spiegazione perfetta. Cninque punti a Corvonero.-

La ragazza sorrise raggiante per essere stata la prima a far guadagnare punti alla sua Casata.

-Bene come ci ha illustrato la vostra compagna in questa aula vi insegnerò degli incantesimi per trasfigurare degli oggetti e degli animali in altro. Tuttavia, seppur la parte pratica sia di gran lunga più divertente, dovrete imparare anche tutta la teoria e la storia che vi è dietro.
Le mie lezioni verranno perciò divise tra teoria e pratica, un'ora per ognuna.
Durante quest'anno vi insegnerò le leggi di Gamp sulla Trasfigurazione e le principali limitazioni della Legge Magica all'utilizzo della Trasfigurazione. Alcuni tra gli incantesimi, invece, saranno Acutus, per trasformare un fiammifero in un ago, Inversum, che fa tornare il proprio oggetto trasfigurato allo stadio precedente, Membranus, molto utile se si è a corto di pergamene visto che trasforma una penna in un foglio di pergamena, e Vestis, per trasfigurare un capo di abbigliamento in un altro.
Se qualcuno ha qualche domanda da fare si faccia pure avanti. In caso contrario cominceremo subito con la vostra prima lezione: vi insegnerò (almeno spero) l'incanto Acutus-.
 
******

Alcuni piani sotto di lei si stava svolgendo la prima lezione di pozioni di Daniel e, beffardo a volte il caso, era proprio con il settimo anno di Grifondoro e Serpeverde.
 
Quando Lumacorno era entrato in aula seguito da un imbarazzato Daniel, il brusio si era trasformato in saluti festanti da ogni parte. Il ragazzo, grazie alla sua amicizia con Adam e Paul, aveva molte conoscenze tra i ragazzi di quell’anno e tutti lo accolsero con molta euforia.
 
-Eccellente ragazzi, vedo che siete contenti del ritorno del signor Freeland. Non potevo certo lasciarmi sfuggire un talento come il suo. Faremo grandi cose quest’anno!
 
Quest’oggi lavorerete a coppie miste sulla Pozione Rivelaricordi. Chi si ricorda l’utilizzo di questa pozione? Sì, signor Lighter?-
 
-È la pozione che viene inserita nei pensatoi per poter rivivere i ricordi.-
 
-Esattamente, cinque punti a Serpeverde. Adesso, se volete andare a pagina 78 del vostro manuale trovate gli ingredienti e il procedimento. La coppia che riuscirà a ottenere la migliore pozione per prima otterrà venti punti a testa. Chi avesse difficoltà può alzare la mano e il signor Freeland andrà ad aiutarlo. Buon lavoro a tutti.-
 
Inutile dire che Paul e Adam non riuscirono a vincere i punti in palio; nonostante la pozione alla fine fosse perfetta, furono gli ultimi a portarla a termine, forse, ma solo forse, perché Paul continuava a chiamare Daniel per farsi aiutare, nonostante non ne avessero realmente bisogno.
 
******

Intanto, al piano terra del Castello, nell’aula di Trasfigurazione si era consumata inesorabilmente la pazienza di Hermione.

Solo due studenti erano riusciti ad ottenere un ago perfetto, uno dei quali la signorina Marlet.

Ma ben poca soddisfazione, in confronto ai disastri combinati dagli altri.

Teddy, in particolare, aveva rischiato di far scoppiare un incendio in aula; il suo fiammifero non solo non era diventato un ago, ma si era incendiato, facendo prendere fuoco anche alle scatole che aveva vicino al banco.

Un altro Grifondoro, amico di Teddy, era riuscito a trasfigurare parzialmente il suo per poi farlo scattare, colpa uno scatto di magia involontario, verso un suo compagno.

Sfortunatamente la metà che era riuscito a trasfigurare era quella con la punta.

Il ragazzo fu portato in infermeria dopo che l'ago gli aveva colpito una vena del collo.

Era esasperata.

Sarà stato a causa dell'inesperienza degli alunni, così almeno sperava lei, ma ne erano successe davvero di tutti i colori.

Cercò di scoprirlo alla lezione successiva dove, quasi per ironia della sorte, le toccò l'ultimo anno di Serpeverde e Grifondoro.

Sperava che fossero più tranquilli e meno minacciosi per la sua pace interiore, quanto si sbagliava.

Dopo essersi presentata e chiesto se qualcuno aveva qualche domanda un ragazzo alzò la mano.

-Prego, si presenti prima di tutto.-

-Adam Lighter, Serpeverde.- disse lanciandole un sorrisetto malizioso. -Volevo sapere se lei è single.-

Hermione gli riservò uno sguardo a metà tra l'accigliato e il seccato.

-Complimenti signor Lighter, è riuscito a far perdere i primi cinque punti di quest'anno alla sua Casa. Si risieda prego.-

Oh sì, la giornata è iniziata veramente male, pensò lei prima di dedicarsi a rendere quella lezione volutamente difficile, specialmente per un certo Serpeverde che si riteneva simpatico.

Accolse l'ora del pranzo con un sospiro di liberazione e si diresse verso la Sala Grande con la segreta speranza di non incontrare Severus.

Con suo sommo stupore del preside non vi era traccia.

Prese posto come al suo solito tra Harry e Sarah, notando solo in un secondo momento una pergamena con il sigillo di Hogwarts posata sul suo piatto.
Incuriosita la aprì.
 
Egregia professoressa Granger,
le scrivo formalmente per comunicarle un incontro questa sera

dopo cena nel mio studio
perparlare del suo primo giorno di lavoro.
Cordiali saluti
Il preside
Severus Piton


Hermione si mosse a disagio sulla sedia. Voleva già licenziarla? Se l'era forse presa per i punti tolti a Serpeverde poco prima?

Harry notò l'agitazione dell'amica e le prese la pergamena di mano, leggendone velocemente il contenuto.

-Ma non ti preoccupare. È un colloquio che tutti fanno con lui il primo giorno, per sapere se è andato tutto bene, se si sono riscontrate delle difficoltà... insomma una chiacchierata amichevole.-

Harry cercò di rassicurare l'amica che finalmente realizzò che sarebbe stata in trappola.
Quella sera, volente o nolente, avrebbe dovuto incontrare Severus.

Contrariamente alla mattina che le era parsa eterna, il pomeriggio volò in un lampo, e lei si ritrovò, quai senza rendersene conto, davanti al piatto della cena.

Severus non c'era.

-Buonasera Hermione, allora è andato tutto bene?-

-Oh ciao Neville, diciamo tutto bene dai. Ho assegnato e tolto punti.-

Lui la fissò sbalordito.

-La grande Hermione Granger che toglie punti?-

-Eh sì, ad un Serpeverde molto maleducato per la precisione.-

-Ah si? E chi è il fortunato?-

-Lighter, mi ha chiesto se fossi single.-

Lui scoppiò a ridere di gusto.

-Non ti sembra una reazione eccessiva Herm?-

Forse lo era, ma il ragazzo aveva sbagliato giornata per scherzare su argomenti del genere.

-Forse, ma oggi... diciamo che dal punto di vista amoroso è una giornata no. E tu invece? Come procede il tuo fidanzamento?-

Hermione capì subito di aver fatto una domanda inopportuna quando vide il viso dell'amico incupirsi.

-Ecco, io... ho parlato anche con Harry, spiegandogli la situazione, e lui mi ha consigliato di troncare il fidanzamento. Non era giusto per nessuno dei due sposarsi se uno dei due non ama l'altro no? Anche se questo significa stare male per un periodo alla fine ho capito di aver fatto la cosa giusta.-

La ragazza strinse la mano di Neville, cercando di trasmettergli il suo affetto. Le dispiaceva moltissimo che l'amico stesse male, ma sapeva anche lei che aveva fatto la cosa giusta.

Certo che lei e Neville erano sfortunati... I loro amici avevano trovato la loro controparte mentre loro erano soli.

Harry ormai era felicemente sposato, Ron lo sarebbe stato fra poco. Perfino Sarah era felice in quei giorni, chissà forse per merito di Oliver, con cui passava molto tempo.
La cena, con grande dispiacere di Hermione, finì e lei si incamminò verso lo studio di Severus con la stessa emozione che i condannati a morte riservano al boia.

Severus Piton era il carnefice del suo cuore.

Il gargoille di pietra, riconoscendola, la fece entrare e lei bussò alla pesante porta.

-Avanti.-

-Buonasera preside, voleva vedermi?-

Oh sì Hermione, è da stamattina che voglio vederti.

-Si professoressa, la prego si accomodi.-

Severus la accolse con tono professionale, poteva chiaramente vedere l'ansia e la preoccupazione negli occhi della donna. Finalmente lei era lì, non poteva scappare, ma lui non sapeva da dove iniziare.

Scelse di iniziare dalle lezioni.

-Allora mi dica, come è andata oggi?-

Le dava del lei? Hermione non sapeva se arrabbiarsi o dispiacersi. Insomma, si erano baciati! E per di più lui l'aveva allontanata spedendola a letto, nemmeno avesse ancora undici anni.

Sentiva la rabbia prendere il posto del dolore dentro di sé. Finalmente stava reagendo e nessuno, nemmeno il coraggioso Severus Piton, vorrebbe trovarsi davanti a lei arrabbiata.

Tuttavia pensò che rischiare il proprio posto di lavoro non fosse una soluzione sensata, cercò quindi di calmarsi.

-Tutto bene, mi piace molto insegnare.-

Severus fece un piccolo cenno d'assenso col capo, non si aspettava nulla di meno da lei.

-E mi dica, mi può spiegare come mai a Serpeverde stamattina ha tolto cinque punti?-

-Il signor Lighter ha avuto l'ardire di chiedermi se fossi single e, come lei ben saprà, oggi non era giornata per domande del genere.-

Cosa aveva fatto Lighter?! Severus sapeva che il Serpeverde in questione era un donnaiolo incallito, ma si promise di espellerlo se avesse avanzato altre avances ad Hermione.

Sia chiaro, solo perchè lei era un'insegnante.

Bugiardo... Solo perchè lei è Hermione.

-Se è così ha fatto bene, ma cerchi di non togliere punti a casaccio solo per ripicca.-

Ripicca? Ripicca?! La rabbia di Hermione fu alimentata e lei non riuscì più a trattenersi.

-Ripicca? Io non sono una che si vendica sui Serpeverde solo perchè qualche serpe mi ha reso la vita impossibile o mi ha respinta!-

Lui capì subito che, almeno in parte, si stava riferendo a lui. Decise che era il momento di agire.

-Io non ti ho respinta!-

-Ah! Questa è bella! Non mi hai respinto, è vero, mi hai solo mandato a letto come una bambina dicendo che non potevi. Che c'è, sono troppo piccola per te? Ho trent'anni, se non l'avessi notato, non sono più una bambina!-

Oh, lo aveva notato eccome.

-C'è... c'è un buon motivo se ieri sera mi sono comportato in quel modo!-

-E sentiamo, quale buon motivo sarebbe?-

Era arrivato il momento.

Perchè cercare di spiegare a parole quando poteva farle toccare con mano?
Severus estrasse la bacchetta puntandosela contro.

-Cor evocatio-

Il consueto filamento dorato scaturì dalla bacchetta per frapporsi tra i due. Severus non si stupì notando che i capelli, solitamente rossi e lisci, di Lily ora apparivano rosso scuro e quasi ricci.

Hermione osservò stupita il viso della donna.

-Questa... è Lily vero? La mamma di Harry...-

Severus non trovò la forza di parlare, perciò si limitò a scuotere la testa in cenno di assenso.

-E quindi è così... sei innamorato di lei.-

Questa volta lui scosse la testa lentamente.

-Non vedi?-

-Che cosa?-

-I suoi capelli... sono ricci e scuri, Lily li aveva lisci e molto più chiari-

Hermione ancora non capiva, o forse non voleva capire.

Poi però vide gli occhi di lei. Sapeva per certo che Lily Potter aveva gli occhi verdi, come quelli di Harry, invece quella versione di Lily aveva...

-Ha i tuoi occhi...-

I suoi occhi... I suoi occhi!

La donna fu presa da un leggero capogiro, doveva meditare su quanto aveva appena scoperto, non riusciva ad affrontarlo così dal nulla, era troppo scossa.

Si alzò velocemente lanciandosi fuori dallo studio.

A nulla valse Severus che la chiamava, cercando di farla tornare indietro.

Aveva bisogno di risposte chiare da qualcuno di esterno e c'era solo una persona che poteva aiutarla.

Harry Potter stava placidamente riposandosi accanto al camino quando si trovò davanti la sua migliore amica in uno stato di agitazione totale.

-Hermione... ma cos'hai?-

-Harry, ho bisogno di te.-

Ed Harry capì che la sua tranquilla serata in panciolle era appena finita.
 


PurpleLove's Corner
Quest'oggi capitolo lunghetto, abbiamo il primo giorno di lezioni. Preparatevi perchè Paul e Adam ne combineranno delle belle :P Vi ricordo che ho scritto una mini long su Paul e Daniel, Pozioni in volo.
Non so voi, ma io Teddy me lo immagino un mezzo disastro, almeno all'inizio, dovrà ingranare!
Al prossimo capitolo 

Chiara

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***



Capitolo 11


Harry accolse preoccupato l'amica.

Nonostante l'espressione in volto fosse fintamente tranquilla, percepì che l'amica era sconvolta.

-Hermione! Cosa succede?-

La donna si girò un momento verso la porta dalla quale era appena entrata, con il terrore di veder entrare Severus da un momento all'altro.

-Non qui, Harry. Andiamo nel mio appartamento.-

Harry si alzò sempre più confuso. Cosa stava succedendo?

Tuttavia aspettò che l'amica lanciasse un Colloportus all'entrata delle sue stanze prima di esternare finalmente i suoi pensieri.

-Che succede? Non ti ho mai visto così stravolta!-

Lei si sedette su una poltroncina, invitando l'altro a sedersi a sua volta.

-Harry... sono innamorata.-

-Innamorata? E di chi?-

Hermione si fece piccola piccola, portando le ginocchia al petto.

-Severus.-

-Severus?! Bè.. non posso negare di esserne sorpreso, ma sono felice per te, per voi. Del resto era ora che...-

Hermione lo fermò con un gesto della mano.

-Quello che voglio dire è che IO sono innamorata di lui. L'altra sera l'ho baciato... e lui mi ha respinto. Poi oggi, quando mi ha convocato, mi ha detto che in realtà lui non voleva respingermi. Mi ha fatto vedere un incantesimo...tua madre... ma che non era proprio tua madre... anche se lo era, ma non lo era!-

Harry si avvicinò all'amica posandole una mano sul braccio, cercando di farla tranquillizzare.

-Oddio che casino che sto dicendo... non ha un senso logico!-

-Non ti preoccupare, credo di aver afferrato il senso del discorso. Ma c'è una cosa che non capisco... cosa posso fare io per te?-

Lei alzò la testa dalle ginocchia, rifilando ad Harry un'occhiata risoluta.

-Delle risposte.-

-Risposte?-

-Sì, risposte. Vorrei che tu mi raccontassi di cosa accadde dieci anni fa, di come voi due avete legato. Ci sono dei particolari che non capisco, soprattutto il ruolo tuo e di tua madre.-

L'amico si accomodò meglio sulla sua poltrona, cercando di appellare alla mente i ricordi che gli sarebbero serviti.

-Va bene Hermione, ma è una storia lunga.-

-Per lui sono pronta ad ascoltarne anche cento.-

Così Harry iniziò il suo racconto, riportando alla mente della donna sensazioni e sentimenti ormai persi nella memoria di dieci anni prima.

FLASHBACK
Il clima che si respirava in Sala Grande era alquanto irreale.

La gioia per la vittoria si mescolava al dolore per le perdite creando un caleidoscopio di emozioni contrastanti.

Harry teneva la mano ad una Ginny distrutta, troppo addolorata perfino per piangere, l'intera famiglia Weasley era avvolta da uno stato di shock per la perdita del loro figlio.
Ron, con lo sguardo perso nel vuoto, era abbracciato ad Hermione lì accanto al loro amico; Molly era inginocchiata davanti al cadavere di Fred, accarezzando il gelido viso del figlio.

Hermione accarezzava il viso del ragazzo tra le sue braccia, non sapendo come comportarsi.

Adesso che tutto era finito provava un senso di torpore e spossatezza, la mente svuotata e solo un senso di dolore per non saper come aiutare il ragazzo che amava ad affrontare quella triste situazione.

Mentre accarezzava le morbide ciocche di Ron, pensò che l'unico modo che aveva per aiutarlo fosse stargli vicina quanto più possibile.

Dal canto suo Harry era assalito da mille pensieri.

Si chiedeva se fosse veramente finito tutto, se adesso la sua vita sarebbe stata finalmente tranquilla.

Ringraziò mentalmente tutte le persone che gli erano state vicine, sia quelle attorno a lui che quelle che lo avevano lasciato.

Osservando George, senza un orecchio, chino sul corpo senza vita del gemello, non poté esimersi dal domandarsi dove fosse finito Piton.

Non lo aveva visto in giro, aveva anche chiesto agli altri se lo avevano incontrato o se avessero combattuto contro di lui, ma nulla.

Forse Voldemort lo aveva ucciso, o forse si era andato a nascondere per sfuggire alla giustizia.

Fu in quel momento che la McGranitt si avvicinò a lui.

-Signor Potter, Harry, due auror hanno trovato il professor Piton nella Stamberga Strillante. È svenuto e molto debole, ma vivo.-

Harry alzò lo sguardo fiammeggiante sulla donna.

Era vivo? Meglio, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

La preside parve capire il corso dei suoi pensieri.

-C'è una cosa che devi sapere... gli hanno trovato due fori sul collo. È evidente che è stato morso da Nagini. Stava per morire, ma Fanny l'ha guarito.-

Harry aveva uno sguardo confuso, non capendo cosa stava cercando di dirgli la donna. Insomma, non era importante che la fenice l'avesse guarito, lui era l'assassino di Silente.

-Harry, Fanny non avrebbe mai salvato l'assassino del suo padrone, non lo avrebbe mai salvato se non fosse uno dei “buoni”.-

Finalmente il ragazzo capì quello che la donna cercava di trasmettergli: Piton, per quanto assurdo potesse essere, non li aveva traditi e la fenice lo sapeva, per questo l'aveva salvato dalla morte certa.

Ma com'era possibile? Lui stesso lo aveva visto scagliare l'Avada Kedavra che aveva ucciso Silente.

Capì che era inutile stare ad arrovellarsi fra mille pensieri, c'era solo una persona che poteva raccontare com'erano andate davvero le cose, e quella persona giaceva in uno dei letti dell'infermeria.

-Professoressa mi porti da lui, la prego.-

La donna fece un cenno d'assenso con il capo scortando il ragazzo fuori dalla Sala Grande fino all'entrata dell'infermeria, custodita da due auror.

-Entri da solo, credo che sia giusto che sia lei a raccontargli della fine del regno di Tu.. di Voldemort. Seppur io creda che non costituisca un pericolo, ho in custodia la sua bacchetta e gli auror sono qua fuori per ogni evenienza. Buona fortuna Harry.-

Il ragazzo entrò silenziosamente nell'infermeria; nonostante ci fossero molte persone tra feriti e infermieri accorsi dal San Mungo, riuscì subito ad individuare il letto, in un angolo, dove giaceva il corpo dell'uomo.

Si avvicinò con cautela e prese ad analizzarlo.

Il corpo sembrava morto da quanto era immobile e pallido, solo il leggero movimento del torace gli fece capire che era ancora vivo.

Il volto era madido di sudore, i capelli formavano una macabra corona sul cuscino, il collo era bendato e così anche il braccio e la spalla sinistra.

Madama Chips si avvicinò ad Harry mettendogli una mano sulla spalla.

-Si riprenderà. Il veleno del serpente non è più in circolo e sarebbe bastata Fanny se non fosse per la maledizione.-

-Maledizione? Quale maledizione?-

-Vede signor Potter, Voldemort era così convinto di essere inattaccabile e invincibile da credere che l'unico modo esistente per sconfiggerlo fosse essere tradito da uno dei suoi seguaci. Così ha scagliato una maledizione sui marchi neri in modo che, in caso di sua morte, tutti i Mangiamorte in circolazione morissero con lui.

E visto che Lui, grazie a lei signor Potter, è morto, la maledizione è scattata; Lucius Malfoy è morto poco fa tra atroci sofferenze, ben meritate oserei dire, la moglie è molto grave, forse non supererà la notte, mentre Draco guarirà presto.

Credo che la mortalità sia maggiore negli individui che possiedono il marchio da più tempo.-

-E come mai Piton è ancora vivo? Lui lo ha da moltissimi anni.-

-Penso sia a causa di Fanny. Le sue lacrime hanno costituito una barriera interna alla maledizione, ma riprendersi sarà piuttosto doloroso. A causa della potente battaglia magica all'interno del suo corpo non posso arrischiarmi ad usare incantesimi o pozioni.
Ha la febbre molto alta, sfiora i 41°, e il braccio e spalla sinistra sono ustionati, un'ustione diffusa dal Marchio Nero. Al momento mi limito ad impacchi freddi e ad un po' di essenza di dittamo, ma pochissima.
L'unica cosa positiva è che penso che non resterà traccia del Marchio sul suo braccio.-
 
Harry ascoltò pensoso il discorso della donna circa la salute attuale dell'uomo nel lettino accanto a lui.

Non sapeva come comportarsi, di certo non poteva parlare con Severus in quello stato.

Decise che la cosa migliore fosse aspettare, così fece per sedersi vicino al letto, quando l'infermiera gli intimò di riposarsi un po', vista la giornata pesante che aveva avuto.

Lo fece così stendere su un letto vicino e gli diede una pozione per dormire tranquillamente.

A mente lucida sicuramente avrebbe ragionato meglio.

Calò così la notte su quella gloriosa giornata del 2 maggio.

Il mattino seguente Harry fu svegliato da un gemito proveniente dal letto accanto.

Il professor Piton si stava muovendo convulsamente sul materasso, gli occhi spalancati e delle gocce di sudore ad imperlargli il volto.

Harry si spaventò a vederlo in quello stato e chiamò subito madama Chips che accorse frettolosamente.

-Oh cielo! Lo sapevo che non sarebbe bastato il dittamo! Potter spostati, devo dargli un tranquillante, altrimenti si strapperà le bende.-

-No... lui... Potter... qui...-

Piton stava straparlando ma Harry, sentendosi chiamato in causa, si avvicinò al letto circospetto.

-Potter...bacchetta...dammi...-

Era forse impazzito? Gli stava chiedendo la sua bacchetta, voleva forse ucciderlo in un ultimo rantolo di lucidità?

Harry vide con sgomento lo sguardo implorante che l'uomo nel letto aveva dipinto in viso e decise, spinto da una fiducia improvvisa, a passargli la bacchetta, stando attento che madama Chips non lo vedesse.

Piton lo ringraziò con gli occhi prima di portarsela alla nuca con mano tremante ed estrarre un lunghissimo filamento che Harry, capito cosa l'altro stesse facendo, provvide ad imbottigliare in una fialetta trovata sul comodino.

Piton svenne di nuovo.

Non riusciva a capire. Come mai Piton gli aveva voluto consegnare quei ricordi? E di che ricordi si trattava?

Corse alla ricerca della McGranitt, aveva urgente bisogno del pensatoio del professor Silente.

La trovò al settimo piano, nei pressi della Stanza delle Necessità, adibita ad ulteriore infermeria.

-Professoressa avrei bisogno di un favore, Piton mi ha consegnato dei ricordi e mi servirebbe il pensatoio del professor Silente per vedere di cosa si tratta.-

-Ma certo, Harry, seguimi. Devono essere ricordi importanti, non aspettiamo un momento di più.- Harry Potter nella sua vita da diciassettenne poteva dire di averne viste di tutti i colori, era convinto che nulla lo potesse stupire più.

Quella mattina di maggio dovette ricredersi.

I ricordi di Piton lo trascinarono in un vortice di emozioni e di immagini, ripercorrendo anni della vita dell'uomo, portando alla luce, finalmente, segreti che nessuno tranne Piton e Silente, sapevano. (*)

… Il primo incontro di Piton con sua madre...
… L'arrivo ad Hogwarts e lo smistamento che vide i due amici divisi...
… I litigi per le cattive compagnie frequentate da Severus...
… Severus, spinto dalla rabbia del momento, chiama Lily Sporca Mezzosangue...
… La preghiera a Silente affinché salvi i Potter...
… Il dolore per la perdita della donna amata e la promessa di proteggere suo figlio...
… I commenti acidi di Severus su Harry al primo anno, solo perchè in lui rivedeva costantemente il suo nemico di sempre, James...
… La promessa ad un Silente malato e morente di metter fine alla sua vita per salvare l'anima di Draco...
… Il sottile odio provato per Silente credendo di essere stata una pedina per mandare Harry al macello...
… Il perpetuo amore per Lily che dà forma al suo Patronus...
… Il Sectumsepra lanciato per errore su George, cercando di salvarlo da morte certa per mano di un altro mangiamorte...
… Severus che nasconde la spada nel laghetto ghiacciato della foresta di Dean...
… I pensieri di Piton pensando di essere in punto di morte nella Stamberga...

Piton aveva amato sua madre.
Piton era stato complice dell'assassinio dei suoi genitori.
Piton era imprigionato dal senso di colpa.
Piton aveva promesso di proteggere Harry, il figlio della sua Lily, ad ogni costo.
Piton era stato obbligato da Silente a promettergli di ucciderlo.
Piton aveva ucciso Silente, morendo anche lui dentro di sé.
Piton aveva rischiato di morire senza far sapere che grande uomo era stato.

Ma Piton era vivo.

Harry ebbe bisogno di riprendersi dopo tutte quelle informazioni.

Sentì nascere dentro di sé un sentimento di gratitudine e di stima verso l'uomo che pensava lo avesse ostacolato per tutti quegli anni.

-Allora Harry, qualcosa di importante?-

-Giudichi lei stessa professoressa.-

Le fece spazio vicino al bacile, congedandosi per fare ritorno in infermeria.

Aveva bisogno di risposte a domande che quei ricordi avevano scatenato in lui, e ne aveva bisogno subito.

Trovò madama Chips china sul letto dell'uomo, con una mano poggiata sulla fronte di lui.

-Come sta?- si informò lui.

-Molto meglio. La febbre finalmente è scesa a temperature accettabili, rispetto ai 40° di stamattina, e le ustioni stanno migliorando grazie al dittamo. Adesso dorme, ma appena si sveglierà dovrebbe essere già in grado di parlare.-

Il ragazzo ringraziò la donna e si sedette accanto al letto, lo sguardo fermo sull'uomo addormentato.

Quando Severus Piton aprì gli occhi si trovò davanti un Harry risoluto e deciso a sapere tutto fin nei minimi particolari.

-Perchè?-

Perchè non me l'ha detto?

E dal tono accorato nascosto in quella domanda, Severus seppe che il ragazzo non l'avrebbe più visto con gli stessi occhi di prima.

-Perchè, Potter?- la sua voce uscì flebile e leggermente roca, ma sempre screziata dall'acidità che lo aveva sempre contraddistinto.

-Pensavo che i miei ricordi fossero sufficienti a scagionarmi.-

-Lo sono, signore. Io vorrei solo sapere perchè non me l'ha detto. Avrei saputo mantenere il segreto...-

Piton fece una risatina ironica.

-Mantenere il segreto Potter? Devo ricordarle la sua totale incapacità in Occlumanzia? Voldemort non ci avrebbe messo più di mezzo minuto a capire tutto e a quest'ora saremmo tutti in grossi guai. Non farmi ridere, Potter, è stato molto meglio così.-

-Ma così ha rischiato seriamente di morire senza che nessuno sapesse, se ne rende conto? Ha rischiato di morire ricordato come vile traditore, invece del grande uomo qual è!-

-Per cosa Potter? Io non ho mai voluto la gloria, nemmeno quando seguivo Voldemort lo facevo per ambizione personale.-

Harry, per la prima volta, prese coscienza di un dato singolare; lui continuava a rimarcare il suo nome, o meglio il suo cognome, Potter.

Cinque lettere che sentiva pendere sul suo capo come la spada di Damocle.

Aveva visto nel pensatoio quanto fosse stato sgradevole suo padre nei suoi confronti e, aiutato anche dalla straordinaria somiglianza fisica, cominciava a capire perchè Severus lo avesse sempre trattato male: vedeva in lui il nemico di Hogwarts, l'uomo che gli aveva portato via l'unica donna che lui aveva amato.

-Signore... io volevo ringraziarla. Per tutto quello che ha fatto per me in questi anni.-

-Non l'ho fatto per te, Potter, l'ho fatto per...-

-Lily, lo so professore. Ma è me che ha salvato in tutti questi anni, quindi non mi potrà negare di ringraziarla come merita. Io sono felice che lei ami mia madre. Sono felice che Lily, seppur morta, possa averla aiutata a diventare un uomo migliore, a salvare la sua anima. Sono certo che se fosse qui la ringrazierebbe dal più profondo del cuore per tutto quello che ha fatto per me. Volevo anche chiederle scusa da parte di mio padre. Su di lui ho sentito molte storie da molte persone differenti, e tutte discordanti. Per quanto la riguarda, mi rendo conto che si è comportato in maniera veramente, se mi passa il termine, stronza, e io volevo chiederle scusa a nome suo. Quello che sto cercando di dirle è che io non sono mio padre. Avrò il suo cognome, avrò il suo aspetto, avrò perfino il suo nome, ma non sono lui. Io sono Harry, una persona che lei, seppur ha aiutato molto, non ha mai conosciuto. E mi rincresce sapere che nessuno dei due sappia veramente chi sia l'altro, nonostante i nostri trascorsi. Le chiedo solo questo, signore, una possibilità di farmi conoscere, e di conoscerla, davvero.-

Severus rimase colpito da quel discorso. Il giovane Potter gli stava chiedendo una possibilità.

Non era proprio quello a cui pensava mentre era sul sudicio pavimento della Stamberga?

Una seconda possibilità per lui, per Harry, per tutti.

Si schiarì un po' la voce, aveva deciso.

-Va bene Pot...Harry, avrai la tua possibilità, non farmi pentire di avertela concessa.-

Harry si illuminò di un sorriso sincero e solare porgendo la mano destra.

-Sono Harry Potter, per gli amici Harry, per i fan “Il-ragazzo-che-è-sopravvissuto”, per i nemici “Dannato Potter”. Ma lei mi chiami pure Harry.-

L'uomo lo osservò in tralice, indeciso se scoppiare a ridere o fare una faccia accigliata. Optò per una via di mezzo.

Sorrise leggermente, per la prima volta davanti ad Harry (e forse davanti a chiunque), prima di porgere anche la sua stringendo la mano che gli veniva offerta.

-Piacere Harry, io sono Severus Piton, per te Severus, per tutto il resto del mondo magico (per il momento) Colui-che-ha-tradito-e-ucciso-Silente. Stato attuale: disoccupato.-

Madama Chips non scordò mai la scena irreale che trovò quando varcò la porta in quel momento.

Severus ed Harry ridevano. Insieme.

Ovviamente l'amicizia tra i due non nacque subito, troppi pregiudizi da spazzare via.
Settembre vide molte novità. La Gazzetta del Profeta pubblicò diversi articoli su Severus Piton, “uno dei più grandi eroi del nostro secolo”, lo chiamavano.

Ad Hogwarts tornò la pace, Harry e i suoi amici ripresero gli studi per i M.A.G.O e Piton, per volere del Ministro della Magia, riprese il suo ruolo di preside.

L'amicizia tra i due si cementificò mediante lunghe chiacchierate che permisero ai due di scoprire molte qualità l'uno dell'altro, sgretolando i pregiudizi che si erano creati negli anni passati.

Fu una sera di novembre che Harry chiese a Severus quello che da molto tempo voleva sapere.

-Parlami di lei per favore. Com'era di carattere, che aspetto aveva, della vostra amicizia. L'ho vista nei tuoi ricordi ma ci terrei veramente tanto che tu me la raccontassi.-

L'altro si mosse leggermente a disagio sulla poltrona, ma alla fine lo accontentò.

-Lei era... Lily. Era una ragazza solare, sempre pronta ad aiutare gli altri. Ma era anche coraggiosa e orgogliosa, molto orgogliosa. A pensarci bene tu le assomigli veramente tanto come carattere... Per l'aspetto fisico, bè lo saprai, aveva i capelli rossi come un tramonto d'estate, gli occhi verdissimi come la giada e la pelle molto chiara.
Mmm... se ti faccio vedere una cosa prometti di non andarlo a sbandierare ai quattro venti?-

-Ma certo! Per chi mi hai preso?-

Severus gli riservò uno sguardo che diceva “ti ho preso per quello che sei”, ma decise di fidarsi.

Si portò la bacchetta al petto, sotto lo sguardo curioso di Harry.

-Cor Evocatio-

Il volto di Lily Evans (perchè lui non l'avrebbe MAI chiamata Lily Potter), prese forma davanti ai due.

-Ecco, Harry, questa era tua madre.-

Il ragazzo osservò sbalordito il viso della donna, cercando di accarezzarlo.

-Non la puoi toccare Harry, è solo un'immagine.-

-È... è straordinario Severus... ma che incantesimo è? Non l'ho mai sentito.-

-Potter, dispero che tu conosca tutti gli incantesimi esistenti, ma devo dire che hai visto giusto. Questo incantesimo l'ho creato io.-

-L'hai creato tu?!-

-Come mai così sorpreso? Non sono mica capace solo di mescolare un pentolone, sai?-

-E come funziona? Ti mostra chi vuoi?-

Il ragazzo era sinceramente interessato, poteva vedere il viso di tutti quelli che non c'erano più? Severus scosse la testa.

-Ecco questo è il lato di Potter. Mai studiato latino, Harry? Cor Evocatio significa “evocazione del cuore”, ovvero ti mostra la persona di cui sei innamorato con tutto il cuore.-

Harry rimase leggermente deluso alla notizia.

-Quindi se io eseguo questo movimento- si portò la bacchetta al petto ruotandola nel modo che aveva visto prima fare al mago più grande -e pronuncio la formula dovrebbe apparirmi il viso della persona che amo? Posso provare?-

-Prova...-

-Cor Evocatio-

Il volto sorridente di Ginny si affiancò a quello di Lily.

-Bè Harry, decisamente ci piacciono le rosse!-

FINE FLASHBACK

Hermione aveva ascoltato attentamente il racconto di Harry fino alla fine.

Sentiva dentro di sé una felicità immensa! Severus non era più innamorato di Lily, o per lo meno non del tutto, l'incantesimo lo mostrava chiaramente.

-Quindi... se l'immagine evocata da Severus avesse i capelli rosso scuro, ricci, e occhi marroni vorrebbe dire che sta dimenticando Lily?-

-Riccia e occhi castani?! Davvero? Bè credo che sì, l'immagine si stia trasformando...-

-... In me.-

Finì lei, sorridendo raggiante all'amico che le restituì un sorriso, sinceramente felice per lei.

-Grazie Harry, mi sei stato davvero d'aiuto! Resta pure se vuoi, ma io devo andare.-

-Dove?- ma dentro di sé già sapeva la risposta.

-Vado a prendermi la mia fetta di felicità!-

La donna uscì quasi di corsa dal suo appartamento, bussando alla porta di Severus, senza ricevere risposta.

Dove si è cacciato? Sarà ancora nello studio? Si chiese imboccando il corridoio che portava allo studio.

Severus, nel frattempo, stava ancora meditando su quello che aveva fatto.

Si era esposto molto mostrando l'immagine della Lily/Hermione alla donna. Sperava che lei lo avesse capito, che per lo meno gli avesse chiesto spiegazioni.

Invece lei era scappata, nemmeno avesse visto il fantasma di Voldemort invece che quello di Lily. Oh sì, mi sto proprio innamorando della persona giusta, pensò amaramente.

Sentì qualcuno bussare alla porta ed una nuova scintilla di speranza si accese il lui.
Aprì la porta quasi di scatto, con la paura di non trovar nessuno dall'altro lato.

Hermione era di fronte a lui, il fiato corto di chi ha corso per due piani, le guance in fiamme, gli occhi sorridenti.

-Dobbiamo parlare.-
 


(*) Mi sono riletta il capitolo dei ricordi di Severus nei Doni della Morte per farmi un riassuntino. Questi sono alcuni dei ricordi ai quali ho aggiunto l'ultimo di mia invenzione (quello nella Stamberga quando sta per morire).
 

PurpleLove's Corner
Buongiorno a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia, devo dire che io ci sono un bel po' affezionata.
Mi sono sempre detta che Severus, se avesse fatto lo sforzo di conoscerlo davvero, avrebbe adorato Harry. xD
Nel prossimo capitolo vedremo, finalmente oserei dire, l'evolversi positivamente della relazione tra i nostri due amati piccioncini innamorati!

Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12


Severus rimase immobile come una statua per qualche secondo, quasi senza poter credere alla presenza di Hermione davanti a lui.
 
-Dobbiamo parlare.-
 
Lui finalmente si riscosse e la fece entrare, facendole un cenno con la testa.
 
Aveva forse finalmente capito? Doveva assolutamente parlarle di Lily, ormai era inevitabile.
 
-Siediti per favore. Devo dirti alcune cose e vorrei che non mi interrompessi.-
 
-Ma veramen…-
 
-No, Hermione. Ti prego, lasciami spiegare.-
 
La vide sedersi compostamente sulla poltrona accanto alla sua con le mani in grembo.
 
-Non è facile per me raccontarti questo, quindi preferirei non mi interrompersi.
Quell’incantesimo che ti ho mostrato prima è una mia invenzione. L’ho creato parecchi anni fa, ormai, per poter rimirare il suo volto. Sono, o meglio ero, profondamente innamorato di Lily. Ci siamo conosciuti da bambini, ma il finire in case differenti ad Hogwarts è stato il primo passo che ha portato alla rottura della nostra amicizia.
Non so esattamente quando mi sono innamorato di lei… Ricordo che sono sempre stato molto geloso di Potter e della sua combriccola; questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione tra noi due. Poi verso il finire della scuola ho cominciato a stringere amicizie sbagliate che mi portarono sulla strada del Mangiamorte. Infantilmente credevo che lei potesse rimanere abbagliata dal potere e quindi innamorarsi di me. Quanto mi sbagliavo… Non solo non si innamorò di me, ma i nostri rapporti si ruppero del tutto- fece una piccola pausa per cercare tracce di tristezza o ribrezzo sul volto della donna, trovando solo un’espressione tranquilla.
 
-Ad ogni modo ormai la scuola era finita e io ero diventato a tutti gli effetti un Mangiamorte. Un giorno alla Testa di Porco ho sentito, diciamo origliato, la Cooman che riferiva a Silente di una profezia avuta. Purtroppo per Voldemort riuscii a sentire solo la prima parte, poi Tom mi cacciò.
“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore…
Nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese…”
La ricordo ancora perfettamente. Voldemort ha creduto fossero i Potter e così Lily è morta per colpa mia…-
 
Severus abbassò gli occhi. Quei ricordi erano sempre lancinanti per il suo cuore già troppo distrutto. Sapere che era morta l’aveva profondamente addolorato, ma sapere che lo era per colpa sua gli aveva dilaniato il cuore e l’anima.
 
Questo purtroppo non sarebbe mai cambiato, Hermione o non Hermione.
 
Cercò di schiarirsi la voce.
 
-Per questo ho protetto Harry per tutto quel tempo, in memoria di Lily. Quello che sto cercando di dirti, Hermione, è che io non ti amo.-
 
La donna, per la prima volta da quando aveva lasciato l’amico, sentì la sua sicurezza vacillare.
 
Severus notò che Hermione si era adombrata e si rese conto che le sue parole potevano essere travisate.
 
Perché stava mandando tutto a rotoli, di nuovo?
 
-Mi sono spiegato male! Quello che intendo è che io non ti amo… almeno per il momento, ma sono su un’ottima strada devo dire. Cerca di capirmi… sono stato innamorato di Lily per oltre 30 anni e poi arrivi tu. In un solo mese sei riuscita a sconvolgere il mio mondo, la mia esistenza, i cardini della mia vita. Non ti ho rifiutato l’altra sera, ero solo sconvolto dalle sensazioni provate.-
 
Finalmente espirò, non rendendosi conto di aver trattenuto il respiro durante tutto il suo discorso.
 
Hermione non sapeva cosa rispondere, il discorso di lui l’aveva toccata nel profondo.
 
Dal canto suo Severus era accigliato dal suo silenzio.
 
-Insomma non ti sto giurando amore eterno, ma non mi sembra nemmeno di averti detto che non ti voglio più vedere, no? –
 
Finalmente la donna si riscosse.
 
-Scusa, è solo che mi hai stupito. Dopo la chiacchierata con Harry pensavo di sapere tutto e invece sei riuscito comunque a farmi rimanere senza parole.-
 
Hermione sorrise e, forte del suo amore per lui, si alzò e si chinò posandogli un leggero bacio sulle labbra, staccandosi subito dopo, avvicinandosi alla libreria.
 
Severus la fissò leggermente scioccato dal contatto ricevuto, ma cercò di riprendersi in fretta.
 
-Harry? Cosa ti ha raccontato quel dannatissimo Potter?-
 
Lei scoppiò a ridere, ricordandosi del racconto dell’amico circa la loro “presentazione” ufficiale.
 
-Mmm, nulla di che. Gli ho chiesto di raccontarmi come avete fatto amicizia. E mi ha raccontato tutto, della maledizione, dei tuoi ricordi, di sua madre.-
 
-Cosa?! Mi stai dicendo che io nell’ultima mezz’ora ti ho raccontato cose che conoscevi già?-
 
-Cerca di capirmi, avevo bisogno di chiarirmi la situazione. Vedere quel volto ibrido mi ha sconvolta.-
 
-Ha sconvolto te, Hermione? E cosa dovrei dire io? Insomma ci conosciamo solo da un mese! E non giocare la carta del “sono stata tua alunna, ci conosciamo da anni”, perché lo sai che non è vero.
In un solo mese, trenta maledettissimi giorni, mi sono trovato privato di quelle certezze che ormai avevo dato per solidificate, hai scardinato il mio cuore!
E adesso mi trovo a provare queste strane sensazioni, totalmente nuove per me e non so come affrontarle. Dopo così poco tempo non ci si può innamorare, insomma non è logico!-
 
Hermione cominciò ad innervosirsi. Lui non era innamorato? Bene, poteva sopportarlo, ma che insinuasse che lei non lo amasse… questo assolutamente non poteva tollerarlo!
 
-Certo che ci si può innamorare in un mese, io sono innamorata di te!-
 
-Come fai a dirlo? Hai usato il Cor Evocatio?-
 
-Ho il mio incantesimo personale per questo. Se quando una persona entra in una stanza dove sono il mio cuore comincia a battere forsennato, esattamente come in questo momento, allora so di esserne innamorata.-
 
-Hermione non è logico quello che dici!- ribadì lui.
 
-L’amore non è logico.- rispose lei, citando quello che Neville le aveva detto nel parco.
 
-Non ne sono molto convinto. Io non credo nell’amore a prima vista e un mese è un lasso di tempo troppo breve per permettere di costruire qualcosa di più profondo. Davvero non credi che abbia ragione?-
 
-Sai cosa credo io Severus? Credo che tu ti stia trincerando dietro questa sorta di amor cortese verso Lily perché hai paura.
Correggimi se sbaglio, ma tu hai alternato questo amore idealizzato a momenti di semplice sesso carnale. Non hai mai conosciuto l’amore vero nella sua interezza.
Amare qualcuno significa volersi svegliare insieme la mattina, litigare, fare l’amore, crescere dei figli… Tu non sei pronto a tutto questo. Preferisci amare l’idea di essere innamorato piuttosto che buttarti anima e corpo e tentare di amare veramente.
E anche se io riesco ad immaginarmi un futuro per me e te, non credo tu sia capace di fare altrettanto al momento.
Sai, io credo che i nostri figli saranno delle perle di arguzia e intelligenza.
Spero di litigare quando mi farai arrabbiare o quando la tua acidità emergerà, perché sono sicura che lo farà.
Confido nel fatto che poi faremo pace facendo l’amore tutta notte.
Amo l’idea di questo futuro insieme.
E tu Severus? Tu cosa fai?-
 
L’uomo non riuscì a rispondere. Sentiva che lei aveva ragione, ma non era pronto ad ammetterlo. Aveva mai veramente amato lui? Aveva amato Lily, sì, ma non aveva mai vissuto quell’amore.
Forse aveva ragione Hermione, aveva paura perché non sapeva come affrontare la cosa. Capì che la donna, pur essendo più giovane di lui, aveva capito tutto di quel strano sentimento nominato amore.
 
-Hai ragione… ma devi lasciarmi tempo. Per me è tutto nuovo e in fondo non ti conosco molto nemmeno io.-
 
Lei sorrise raggiante abbracciandolo di slancio.
 
-Tutto il tempo che vuoi!-
 
Lui ricambiò l’abbraccio leggermente impacciato.
 
-Allora, quali sono i particolari di Hermione Granger che nessuno conosce? Da qualche parte dovrò pure iniziare.-
 
-Mmm, c’è una cosa che nessuno sa. Ma un po’ mi vergogno, è una cosa infantile. Mi piace osservare le stelle, in estate passo delle ore sdraiata sull’erba ad osservarle.
Ho sempre desiderato farlo anche qua ad Hogwarts, ma ero troppo ligia alle regole per osare farlo. In compenso veneravo Astronomia.-
 
A quelle parole Severus ebbe un’idea. Prese il mantello e trascinò Hermione fuori dallo studio.
 
-Ehi! Dove stiamo andando?-
 
-Non sei più una studentessa. Che ne dici di un salto sulla torre di astronomia?-
 
Lei si illuminò, lasciandosi trascinare per i corridoi.
 
Arrivati al sesto piano lo fece fermare.
 
-Severus? Sento delle voci! Se ci scoprono?-
 
Lui ridacchiò a bassa voce.
 
-Hermione, siamo noi gli insegnanti, ricordi?-
 
Lei rise a bassa voce.
 
-Allora vuol dire che ci sarà qualcuno da rimproverare, oppure sono i capiscuola.-
 
Severus le fece segno di tacere mentre le due voci si sentivano sempre più vicine.
 
-Lighter ti ho già detto di no, smettila di insistere.-
 
Rita Blachet, caposcuola di Corvonero, avanzava seccata cercando di ignorare il suo compagno Serpeverde.
 
-E dai Rita, cosa ti costa ammettere che vuoi uscire con me? Io sono il meglio del meglio!-
 
Hermione scosse la testa, quel ragazzo era una cosa da non crederci! Si riteneva superiore agli altri, “il meglio del meglio”, quando era solo un borioso. Le ricordava molto Malfoy a dir la verità.
 
-Lighter te lo dico per l’ultima volta: lasciami in pace!-
 
Severus ed Hermione uscirono dal nascondiglio ponendosi davanti ai due studenti che sobbalzarono dall’improvvisa apparizione del preside.
 
L’uomo guardò il suo studente con un cipiglio talmente severo da inquietare il ragazzo.
 
-Signor Lighter a volte stento a credere che lei sia un Serpeverde. La sua stupidità è capace di raggiungere vette inesplorate dagli studenti.-
 
-Pre..preside, cosa ci fa in giro?-
 
Rita si tirò uno schiaffetto in fronte, Adam era proprio idiota a volte. Cosa gli passava per la testa per rivolgersi in quel modo al loro preside?!
 
Severus sogghignò maleficamente.
 
-Benissimo Lighter, le comunico che la sua sfrontatezza le ha appena fatto guadagnare una punizione fino a Natale, domani lo comunicherò al professor Lumacorno. Potete continuare con la vostra ronda. Signorina Blanchet, le auguro un buon proseguimento e mi rincresce che debba essere affiancata da tanta stupidità. Spero che il suo cervello non ne risenta.-
 
Hermione notò la risata trattenuta di Rita e sorrise.
 
-Signorina Granger, vogliamo andare?-
 
Distaccato e freddo.
 
Lei annuì e lo seguì oltre l’angolo sentendo le voci dei due studenti allontanarsi.
 
-Ma che gli ho fatto?-
 
-Ti sta solo bene Adam! Non ci si rivolge così ad un insegnante!-
 
Lui piagnucolò.
 
-Oddio e come lo dico ai miei che dopo un solo giorno sono già in punizione fino a Nat.. ehi!!! Mi hai chiamato Adam! Allora ci esci con me?-
 
-Sei incorreggibile, no non ci esco con te!-
 
Tuttavia Hermione la sentì ridere. Non dubitava che il Serpeverde prima o poi avrebbe fatto capitolare la compagna.
 
I due insegnanti, una volta assicuratesi dell’assenza di altri studenti, ricominciarono a camminare verso la torre tenendosi per mano.
 
-Severus non avrai esagerato un po’? In fondo non aveva fatto nulla di male.-
 
L’uomo, non volendo ammettere di averlo punito più per come si era rivolto ad Hermione a lezione che per l’infelice uscita di poco prima, scosse la testa sorridendo.
 
-Non gli farà certo male un po’ più di disciplina.-
 
Finalmente giunsero alla torre, era proprio come se la ricordava! In un mese che era arrivata non vi era ancora mai salita e i ricordi legati a quel luogo le tornarono prepotentemente in mente.
 
-Vieni Hermione.-
 
Severus prese un cuscino e con un Engorgio lo ingrandì abbastanza perché i due si potessero stendere.
 
Hermione, un po’ imbarazzata, si stese accanto a lui portando gli occhi al cielo e osservando la moltitudine di stelle sopra di loro.
 
-La mia costellazione preferita è Orione, sai? In particolare, mi piacciono le tre stelle della cintura.
Mentre eravamo ad Hogwarts le ho sempre paragonate a me, Ron ed Harry.
È una stupidata, lo so, ma mi sentivo sicura osservandola.-
 
Severus le sorrise leggermente, anche lui a disagio per la vicinanza mai provata prima.
 
-Peccato che non si veda a quest’ora, in settembre Orione sorge verso le quattro.-
 
-Bè Hermione, nessuno ci vieta di restare alzati ad osservare la tua amata costellazione sorgere. Però è meglio se ci copriamo, altrimenti domani ci troveremmo con un tremendo raffreddore.-
 
Si tolse il mantello usandolo come coperta.
 
Sentendo la donna accoccolarsi vicino a lui per stare più calda si maledì mentalmente.
 
Sarebbe stata una notte lunga, tremendamente lunga!
 
Mentre osservavano il cielo stellato nessuno dei due avrebbe immaginato che si sarebbero addormentati abbracciati prima che Orione sorgesse.
 
….
 
Era più di mezzora che Oliver e Sarah si trovavano in biblioteca cercando di portare a termine una ricerca sulle origini dei Quidditch.
 
Non che Sarah si lamentasse, adorava passare tempo sui libri, ma si era accorta che il suo compagno di ricerca aveva smesso da un bel pezzo di prendere appunti sulla pergamena.
 
Inizialmente pensava si fosse stufato ma poi… poi si accorse con la coda dell’occhio che lo sguardo di lui continuava ad accarezzarle il viso.
 
Possibile che Oliver provasse qualcosa per lei?
 
Cercò di continuare a leggere facendo finta di nulla, ma l’emozione, si sa, gioca brutti scherzi.
 
Fu dopo l’ennesimo balbettio che l’uomo le chiese se le andava di fare una passeggiata nel parco.
 
Era da quella mattina che si preparava per quella sera, era ormai quasi un anno che era innamorato della sua collega in segreto, ma finalmente aveva trovato il coraggio di dichiararsi alla bella Sarah.
 
-Non sarà un po’ tardi bel un giro nel parco Oliver? Sono le undici!-
 
-Ma no, è settembre, il tempo è bello e poi non sono per niente stanco, e tu?-
 
Lei scosse leggermente la testa, acconsentendo sorridendo.
 
Il giardino era immenso e silenzioso, solo la luna a fare da spettatore e da faro ai due che passeggiavano chiacchierando in riva al Lago Nero.
 
Oliver era euforico. Era una settimana che cercava di restare solo con Sarah per confessarle, finalmente, quello che provava per lei e colse l’occasione al volo.
 
Adesso però doveva giocarsi bene le sue carte e, forse, avrebbe ottenuto il suo cuore.
 
Non c’era molta luce ma lui intravide comunque un leggero imbarazzo sul viso di lei che gli camminava a fianco.
 
Come comincio? Meglio iniziare con qualcosa di neutro…
 
-Allora Sarah, da dove nasce questo tuo amore smodato per i libri?-
 
Quando la vide illuminarsi seppe di aver trovato l’argomento giusto.
 
-Bè fin da piccola sono cresciuta a pane e libri, come diceva sempre mia madre.
 
Quando avevo 8 anni mio padre mi regalò un libro babbano, del resto lui lo era, e mi ero innamorata di uno dei protagonisti.
 
Hai mai letto Piccole Donne? Ero pazzamente innamorata di Laurie, lo vedevo come un cavaliere sul cavallo bianco.
 
È stato il primo libro per il quale ho provato un affetto sincero, ricordo ancora la miriade di emozioni che mi aveva travolto leggendo le vicende, felici e non, delle sorelle March. Tu lo hai mai letto?-
 
Oliver si grattò imbarazzato la testa.
 
-Ehm, non sono mai stato un grande lettore, mi dispiace. Credo di aver letto solo libri di Quidditch.-
 
Che figuraccia! Poteva almeno far finta di essere interessato!
 
Sarah intanto ridacchiava mentalmente a vederlo così in difficoltà.
 
Lo trovava molto dolce e imbranato e questo le provocò un estremo moto di tenerezza.
 
-Cioè… non è che non mi piacciono i libri, li adoro, sono belli, colorati… pieni di carta…-
 
Lei scoppiò definitivamente a ridere, senza più preoccuparsi di nascondere l’ilarità.
 
Lui la guardò dispiaciuto e leggermente affranto.
 
-Mi dispiace Sarah, non mi piacciono i libri se devo essere sincero. Avrei voluto che questo momento fosse perfetto e invece… sono un idiota.-
 
Oliver si sentì veramente stupido. Le risate di lei avevano alimentato la sua insicurezza del momento fino a traboccare.
 
Capì che non sarebbe mai riuscito a fare il primo passo e, scrollando le spalle tristemente, fece per tornare sui suoi passi verso il castello quando Sarah, avendo capito le sue intenzioni, lo fermò.
 
-Oliver aspetta! Scusami non volevo ridere è che… sei così dolce! Sembri un pulcino indifeso.-
 
Lui alzò gli occhi, speranzoso, e la vide sorridere dolcemente.
 
-Come? Non sei arrabbiata? Anche se i libri non mi piacciono? Che poi, va bè, ti prometto che mi piaceranno! Dammi un mesetto e vedi come mi metto a leggerne un bel po’… farò qualsiasi cosa, te l’assicuro!-
 
Sarah ridacchiò e mai risata parve più dolce alle orecchie di lui.
 
-Oliver?-
 
-Sì?-
 
-Stai zitto Oliver!-
 
Detto questo gli sorrise e si alzò in punta di piedi avvicinandosi a lui.
 
Sentendo le labbra di lei sulle sue, Oliver si sentì l’uomo più felice del mondo.
 
La abbracciò di slancio facendola ridere per poi approfondire il bacio.
 
Finalmente!
 
….
 
Neville Paciock nella sua vita sapeva di essere sfortunato in molte cose.
 
E lì, affacciato alla finestra della sua camera, vedendo la donna che amava segretamente baciare un altro, seppe con certezza che l’essere sfortunato in amore era una di quelle.
 

PurpleLove's Corner

Buon Natale a tutti! Ho voluto regalarvi il prossimo capitolo (nonostante il precedente non avesse ricevuto nemmeno un feedback, spero vi sia piaciuto comunque il siparietto flashback).
Oggi, finalmente, i nostri due protagonisti si lanciano nel vuoto, dandosi una possibilità.
E scopriamo anche il motivo per cui il nostro Nevile ha rotto il fidanzamento... è innamorato di Sarah! Che però ha trovato calore tra le braccia di Oliver. Povero Neville, ma l'amore non va sempre bene, giusto? 

Vi lascio il link di una piccola one shot natalizia, sempre con i nostri due protagonisti Hermione/Severus insieme alla loro adorabile prole :D Potete trovarla seguendo il titolo: Il Natale secondo Emily Piton
Al prossimo capitolo (che arriverà sicuramente nel 2021).

Chiara

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