Getting into know You.

di ArchiviandoSogni_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Searching summer. ***
Capitolo 2: *** Longest Night - Part one. ***
Capitolo 3: *** Longest Night - Part two. ***
Capitolo 4: *** Someone like You. ***
Capitolo 5: *** He's got this Thing about Her. ***
Capitolo 6: *** Nobody gets out alive. ***
Capitolo 7: *** Now I'm Here. ***
Capitolo 8: *** Trying not to love You. ***
Capitolo 9: *** Don't be Afraid. ***
Capitolo 10: *** Carpe Diem. ***
Capitolo 11: *** Step by Step. ***
Capitolo 12: *** Everything Burns. ***
Capitolo 13: *** Just Love. ***



Capitolo 1
*** Searching summer. ***



Searching summer.

 
 


Eppure doveva essere l’estate più bella della sua vita.
 
Così si continuava a ripetere Melissa, che aveva passato metà delle sue vacanze estive a lavorare come un’ossessa.
Si.

LAVORARE.

Una ragazza che aveva passato la maturità con un bel 90 , che si era sudata non 7 ma 70 camice per gli ultimi 9 mesi della sua tormentata esistenza.
 
E sapete il perché?
 

***
 

Qualche mese prima..
 


“Melissa! Apri sta cazzo di porta!”
 
La ragazza, intenta a concentrarsi sul suo benamato cuscino, cercò di non sentire la dolce voce di suo fratello.
 
“Melissa o apri tu, o apro io. Anzi, di pure addio a Shadow.” E da sotto la porta, il miagolio incessante del suo amato gatto nero la fece alzare prontamente.
 
Accompagnò ogni movimento fino alla porta con un’imprecazione, una minaccia verso il suo adorabile fratellone.
 
“In questa casa una persona che STUDIA non può nemmeno riposarsi mezzoretta. Che vuoi?”
 
Il ragazzo l’osservo dall’alto al basso, con ironia.
“Poverina, e io che devo dire? Studio e lavoro mia cara. Eppure sono ancora qui, bello e pimpante.”
 
Come al solito suo fratello era modesto e timido.
Alto 1.89, non capiva nemmeno come potevano essere fratelli.
 
Lui biondo, occhi verdi e un fisico da nuotatore.
Lei era bassa, mora, occhi grigi e un fisico rubato a un divoratore di merendine.
 
Ah, la vita era proprio ingiusta, pensò continuando a sentire gli elogi personali che il fratello pronunciava per se stesso.
 
“Hai finito narcisista da 4 soldi?”
“No, ma ti risparmio il fatto che ho rimorchiato stanotte..” mostrò le dita con soddisfazione.” ..la bellezza di 3 bambole! La mora, la bionda e pure la rossa. Ma forse era tinta..”
“Andre!”
“Si scusa, sai che mi perdo quando si tratta di donne.”
La sorella, lo guardò di sbieco supplicandogli di finirla.
“Dai, che cavolo volevi? Prima mi minacci, poi mi svegli ed ora devo pure subire il solito monologo che ti fai ogni santa mattina?”
“Ah vedo che mi ascolti! Brava, brava sorellina. Comunque ti volevo semplicemente chiedere: Quanti anni hai ora?”
La ragazza sbuffò infastidita.
 
“Ma tu mi svegli per chiedermi: quanti anni ho? Sei fortunato che non posso ammazzarti con le mie mani, se no finirei in galera.”
“Ecco. Ne hai 18 suonati! Per questo ti lascerò il famoso compito che ogni membro della famiglia Forlani deve esercitare nel mese estivo!”
 
La ragazza indietreggiò sempre più velocemente.
No.. Andrea, cavolo, no! Ho il viaggio con le mie amiche post-maturità! Non puoi farmi questo..”
“Certo che posso. Mamma e papà sono così felici! Manchi solo tu.”
 
Sorridendole come non mai, avanzò verso di lei. “E poi, l’estate è ricca di sorprese. Non si sa mai. Potresti conoscere l’uomo della tua vita!”
Mentre il ragazzo fuggiva via canticchiando, Mel si ritrovò distesa sul proprio letto, in stato catatonico, a contemplare l’intonaco violastro del soffitto.
***
 
Oggi.
 
Ecco come era finita ingabbiata in quel posto. Anzi in quel ristorante.
Era la secondogenita di Paolo, cuoco nel tempo libero e insegnante di inglese nella vita di tutti i giorni  ed Elizabeth, anch’essa cuoca per passione e avvocato di professione.
Insomma questo poteva dirla lunga sul tipo di genitori che aveva.
Uno squilibrato cuoco fissato con la Nouvelle Cuisine e sugli alieni e un diavolo con la faccia d’angelo con l’amore per il giardinaggio.
 
E non era tutto.
 
In questo bellissimo ristorante, sul mare, doveva anche aver a che fare con lo zio Beppe con la fissa per la potatura di qualsiasi cosa e la zia Rosy che poteva essere ancora considerata persona normale con qualche problema di abbinamento di colori.
 
Beh questa allegra combriccola erano i suoi datori di lavoro.
Si, lei doveva lavorare come cameriera per i suoi zii, veri proprietari dello “Blue Summer”.
Con il simpatico aiuto dei suoi genitori. Loro lo facevano perché si divertivano li, lei invece doveva farlo per obbligo, grazie ad Andrea.
 
Molti si chiederanno: che ci sarà di male in tutto questo?
 
Il semplice fatto che la sua sveglia suonava alle 7 del mattino, per 5 giorni alla settimana era già un supplizio. Aggiungendo il lavoro mattutino in cucina, la pulizia del locale nel pomeriggio e ovviamente il lavoro serale fino a mezzanotte passata.
 
 In ESTATE.
 
           
Però due cose la consolavano. Il suo dolce gatto Shadow e il suo portatile.
Grazie ad entrambi poteva svagarsi un po’, soprattutto poteva godersi la visione del suo attore preferito, il suo sogno ricorrente e il suo amore impossibile.

 
Ian Joseph Somerhalder.

 

Si quanti anni aveva? Quasi 19. Ed era ancora in preda ad amori adolescenziali per l’idolo di turno.
Ma non poteva farci niente, lei sentiva un moto di adorazione solo a sentire tre lettere in fila.

 

Ian.

 
 

Sconsolata ed amareggiata, abbandonò la sua camera per andare a prepararsi.
Anche quella sera doveva precipitarsi al lavoro.
Per fortuna era venerdì ,quindi le aspettavano il sabato e la domenica di totale e puro fancazzismo.
Indossando la solita divisa blu e bianca, si apprestò ad uscire di casa.
 
Quella sera sarebbe stata la sera più bella della sua vita, anche se lei ancora non lo sapeva.
Quella sera avrebbe incontrato qualcuno di inaspettato quanto inatteso.
 
Poco ma sicuro, anzi sicurissimo.
 
 
---
 
Salve a tutti!
Per chi non mi conoscesse sono Jessica :) La stessa autrice di Far away from you.
Questa storia è nata da una specie di sogno di ieri notte mentre cercavo insistentemente di dormire. Chissà come la mia testa lo rielaborerà xD
Ecco questo ovviamente è un capitolo introduttivo ma ditemi già cosa ne pensate.
Come vi pare la nuova protagonista?
E soprattutto, chi pensate incontrerà quella stessa sera?
A voi la parola :)
 
 
Ps: Per chi mi conosce come autrice, sto sistemando il mio vecchio blog di scrittura. Mi troverete qui, con dettagli, scoop, foto, e spoiler delle mie due storie. A presto ragazzuoli :3

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Capitolo 2
*** Longest Night - Part one. ***


Longest night – Part one.



Parcheggiando la sua Ford Fiesta in malo modo, si precipitò così negli spogliatoi per depositare le sue cose.
Una veloce occhiata allo specchio la fecero rabbrividire.
 
Quella divisa faceva schifo.
 
Le sembrava di essere Sailor Moon in una versione più sobria.
Aveva una camicetta bianca, con il colletto tipico a marinaio, contornato da due linee gemelle blu che seguivano i dettagli spigololosi della stoffa.
Al centro del petto un vistoso fiocco blu in raso, le evidenziava il petto prosperoso.
Le gambe, invece, erano fasciate in una gonna blu dalla vita piuttosto alta. Per fortuna aveva un fisico né troppo snello, né troppo robusto, il che le permetteva di non sembrare né un grissino, né una salsiccia compressa.
Certo, la ciccia ai lati era un bel problema, ma fortunatamente i collant color carne, la racchiudevano perfettamente.
Infine, con le decolté, assunse un’aria più chic.
 
La odiava decisamente quella divisa.
 
I tacchi erano scomodi e i collant la facevano inglobare più calore del necessario.
 
Legandosi i capelli in una lunga coda, abbandonò quegli “scomodi” pensieri, salendo poi velocemente le scale che portavano di sopra.
 
Contò fino a tre ed entrò in cucina.
 
“Due spaghetti allo scoglio per il 21! Ben cotti!” urlò Giorgio, l’altro cameriere.
“Hey Mel, corri a servire. Stasera pienone!”
“Si, zia. Corro.” Cercando di esorcizzare già il suo crescente nervosismo, entrò dentro l’enorme locale.
Pareti blu oceano e pavimento di marmo bianco creavano una bizzarra armonia.
Alcune reti da marinaio ricoprivano le pareti insieme a delle stelle marine e conchiglie da forme bizzarre.
Anche numerosi quadri di artisti pseudo famosi, davano un tocco elegante al locale.
 
Lei ancora non capiva che razza di ristorante fosse.
Era molto elegante nonostante l’apparente semplicità.
Il menù era una vera e propria lista interminabile, ma i prezzi erano alle portata di tutti.
Lo zio Beppe era  fissato su quello. Per lui il buon cibo era accompagnato da un buon contorno che comprendeva, il posto accogliente , la musica rilassante  e i dipendenti solari e amichevoli.
 
Per fortuna Melissa, non aveva problemi. Contrariamente a quanto si potesse pensare, era una ragazza solare e socievole.
Certo ultimamente non lo era più di tanto.
Ma  provate a trovarvi nel mese di luglio, con 40 gradi, in un vestito scomodo e a correre a destra a sinistra indossando delle decolté alte e indossabili; e capirete anche voi il suo cattivo umore.
 
Però, sul lavoro, si trasformava.
 
Non nel senso letterale del termine, si intende.
Ma l’umore saliva alle stelle, il pessimismo svaniva e un bel sorriso spuntava sulle sue labbra.
Sinceramente non lo faceva solo per accumulare qualche mancia in più, ma le veniva spontaneamente.
Nonostante odiasse quel piccolo calvario, le piaceva lavorare a contatto con la gente.
Le piaceva dover mettersi in gioco e adorava parlare con molte persone di diverso tipo.
Dal banchiere serio, al pasticcere giocoso.
 
Questo era uno dei lati positivi.
 
 
Avanzando verso il tavolo 32, sorrise alla coppia.
 
“Buona sera signori. Volete ordinare?”
La bionda, intervenì prima del marito. “Direi di sì. Prima di tutto, volevo sapere se si poteva abbassare questa musica, perché la trovo molto sconvenevole e poi se oltre a questi vinuncoli si possa avere uno champagne almeno del ’99.”
 
Tirando fuori il block notes, cercò di non guardare male la dolce signora di fronte a lei.
“Perfetto. Dovremmo avere un Krug Rosè del ’93.”
“Soltanto quello?”
“Mi spiace, signora. Purtroppo non disponiamo di molti champagne in questa stagione. Abbiamo un ottima gamma di vini bianchi, se vuole.”
La simpaticissima cliente, soppesò quella opzione con evidente riluttanza.
“No.”
Voleva mandarla Dio solo sapeva dove.
Reprimendo un altro insulto, continuò a segnare le mille richieste impossibili di quella adorabile coppia.
Per inciso, pure il marito era della stessa “dolcezza.”
 
Entrando in cucina urlò un bel “Cazzo!”
“Melissa Giulia Forlani.”
Il padre la guardò male, mentre affettava con facilità una carota.
“Papà! Ma porca.. Io il 32 lo cedo. Mi innervosiscono alquanto.”
Arrivò zia Rosy che  appoggiò una mano sulla sua spalla.
” Tesoro, sii paziente. Quelli sono Monsieur e Madame Flaubert. Non possiamo permetterci imperfezioni o lamentele.”
La ragazza la guardò in malo modo ”Chi sono?”
 
“Finanziatori, dolcezza.” Sussurrò Giorgio prima di uscire con due vassoi di fritto misto ben pieni.
“Diciamo..” continuò suo padre “ che se stasera li stupiamo, gli avremo come clienti fissi. E questo comporterebbe molti soldi e probabilmente buona pubblicità in Francia.”
 
Perfetto.
Ora doveva farsi venire anche un ulcera per colpa di una francese sclerotica viziata con tanto di marito-barboncino al seguito.
 
“Calmati, Melissa. Solare e amichevole, solare e amichevole, solare e..”
Continuando a ripeterselo, tornò in pista.
 
“Mel!”
Sua madre, la chiamò dall’entrata del ristorante.
“Dimmi, mamma. Veloce, che il bambino del 12 ha buttato ancora la zuppa.”
Con lo sguardo la madre cercò di indicarle qualcosa.
“Mamma, evita di essere criptica. Che hai? Orzaiolo? Congiuntivite?”
Ma sua madre continuò a spostare lo sguardo come una matta.
Seguendo i suoi movimenti, Melissa si ritrovò davanti agli occhi un gruppo di persone dall’aria conosciuta.
 
1..2..5.. 6. Sei persone dall’aria conosciuta.
 
Troppo conosciuta.
Fin troppo conosciuta.
Conosciutissima.
 
“Ossigeno, per piacere!” sussurrò alla madre.
“Sono loro, vero?” la donna di certo non era meglio.
“Si, mamma. Cazzo. Cazzo e stracazzo!”
 
Mentre le due donne bisbigliavano credendosi incomprensibili per via della lingua, non si accorsero che il loro atteggiamento era fin troppo evidente.
 
La donna più anziana del gruppo, si avvicinò alla coppia.
 
“Scusate. Potremmo avere un tavolo?”
 
Per fortuna sua madre era inglese e lei, beh, lo era per metà.
 
“Certamente. Vi presento mia figlia, Melissa. Sarà lei a indicarvi il posto migliore.”
 
Così dicendo, Mel cominciò a muoversi per evitare di pensare.

Vampire Diaries.
Cast di Vampire Diaries.
Stracazzo!
 
Entrò nella terrazza, dove aveva lasciato poco prima la deliziosa coppietta di francesi.
 
Scegliendo il tavolo migliore, gli fece accomodare.
 
Julie, Kevin, Paul, Candice, Michael e Steven.
 
Erano tutti bellissimi, davvero.
Certo mancavano i due pezzi forti, ma forse era meglio così.
Se avesse incontrato Ian, sarebbe praticamente stramazzata al suolo con tanto di fuori uscita incontrollata di saliva.
 
Scuotendo leggermente la testa, depositò li i menù; lasciando loro la possibilità di scegliere con calma.
 
Nel frattempo, doveva anche buttare un occhio su Laura, la nuova cameriera che aveva iniziato pochi giorni prima.
 
Era, come dire, molto inesperta e anche con la testa sulle nuvole.
Questo era un mix micidiale se doveva come minimo essere svelta e capace per trattare con i più insidiosi clienti e soddisfare l’insoddisfabile.
Ma ce la metteva tutta.
Con quei capelli rossi e quegli occhi verdi smeraldo, non poteva credere che fosse italiana. Aveva la bellezza tipica irlandese, con tanto di lentiggini.
Le si avvicinò, sfruttando un momento morto.
“Hey, Laura. Tutto ok?”
La ragazza si fermò per risponderle. “ Si, Mel. Grazie mille. Sono un po’ stanca e il bimbo del 12 sta continuando a gettare per terra qualsiasi cosa.” Accompagnò, quella frase, con un bellissimo sorriso.
 
Era proprio bella , pensò.
“Ah, almeno sei fortunata perché i bambini sono comunque adorabili. I vecchi del 32, sono così carini che mi viene voglia di urlargli addosso tante di que..”
Ma il suo discorso venne troncato dal passaggio di qualcuno.
 
Dio che profumo paradisiaco.
 
Girando automaticamente la testa, seguì quella figura che si stava indirizzando verso la terrazza.
 
Niente male, pensò osservando magneticamente il suo fondoschiena.
 
“Proprio niente male.”
“Mel. Hey Mel!” la rossa le sventolò cinque dita davanti agli occhi per risvegliarla dall’effettivo stato di trance.
 
“Ehm, si scusa. Devo andare a prendere delle ordinazioni.”
E senza aspettare la risposta dell’altra, seguì quell’uomo dal interessante “didietro”.
 
Uscendo così nell’ampia terrazza, rimase pietrificata sul posto.
 
“Oh… mamma.” Sussurrò.
 
Quell’ uomo.
Era.
Lui.
Quel lui.
 
Ian.
 
IAN!
 
“Melissa, riprenditi!” pensò. “ E’ un uomo, ha un naso, una bocca, due gambe, due occhi.. Quegli occhi.” Concluse sospirando mentalmente.
 
“Se non la finisci di godere solo a guardarlo, va a finire che devo portarti un secchio.” Giorgio le sussurrò quelle parole all’orecchio con  voce maliziosa.
“Coglione!” e fingendo di dargli uno schiaffo, si diresse verso il tavolo 33.
 
“Buona sera. Posso esservi utile?”
Stringendo con troppa forza la penna, cercò di non posare il suo sguardo su una persona.
 
Oh mamma, com’era difficile.
 
Decise di concedere la sua totale attenzione a Steven, solo perché era il più vicino.
Il ragazzo le sorrise, conscio del fatto di essere un tipo niente male.
 
Anche lui
.
 
“Bene.” iniziò Julie.” Siccome non capiamo perfettamente il menù, ci affidiamo totalmente al consiglio dello chef. Purtroppo è la prima volta qui in Italia per tutti.”
Concludendo quella frase, i ragazzi rivolsero tutti i propri sguardi verso Mel.
 
“Respira” si disse per circa 10 volte.
 
“Perfetto, chiederò allo chef se è possibile. Nel frattempo, volete qualcosa da bere?”
 
Spostò velocemente lo sguardo verso la sua sinistra.
La stava fissando.
 
Ian Somerhalder, la stava fissando.
 
Spostò velocemente lo sguardo verso il primo che le capitava. Purtroppo scelse Michael Trevino, intento ad ispezionarsi il naso.
 
Rendendosi conto dell’imminente figuraccia, riportò il suo sguardo su Ian che stava ridacchiando, come non mai, insieme a Nina.
Probabilmente entrambi se ne erano accorti.
 
Evviva.
Figura di merda colossale!
 
“Quindi, vino bianco per tutti?”
Concluse più in fretta possibile quella meravigliosa tortura, precipitandomi poi in cucina.
 
“RAGAZZI!” urlò. “Abbiamo ben otto attori di Vampire Diaries nel nostro ristorante! Il tavolo 33 è da trattare non con i guanti ma direttamente con i collant!”
Qualcuno scoppiò a ridere, qualcun altro era semplicemente sorpreso.
 
“Chi è vampiro daiari?”
La ragazza venne interrotta dal padre. “ Vampire Diaries, Beppe. E’ la nuova passione di tua nipote.”
“Papà, non è una passione. E’ una vera e propria fede.” Dichiarò convinta.
Ma tanto nessuno capiva l’evento eccezionale che stavano per affrontare.
 
Tutti tranne lei, ovviamente.
 
Corse velocemente in bagno decisa più che mai a sistemarsi per bene.
Rifece la coda, si risistemò l’eyeliner, il rossetto e tolse infine le pieghe dalla gonna.
 
Cercando di sembrare più naturale possibile, tornò ai tavoli con un rinnovato sorriso.
 
Quella sera sarebbe stata lunga e faticosa.
 
Anche parecchio.
 
 
---
 
 
Eccomi qua!  Allora come vi sembra? :)
Spero che questa storia vi piaccia quanto l’altra, perché ci tengo davvero tanto.
Come molti sanno, ho un piccolo sogno e se volete aiutarmi a realizzarlo… Beh, entrando in questa pagina facebook, capirete di cosa parlo. :)
 
Per quanto riguarda questo secondo capitolo, c’è solo da dire che è l’inizio. E che il prossimo vi piacerà senza dubbio xD Chissà perché, mi chiedo io!
 
Ora vi lascio, ho voglia di scrivere e magari mi dedicherò a qualche nuova storia.
 
Grazie mille a tutti voi che continuate a leggere ogni mia storia e ad incoraggiarmi con recensioni sempre più belle!
Ma se avete qualche critica, prego. Sono qui anche, se non soprattutto, per questo :)
 
E ora, spazio ai ringraziamenti!
 
Grazie a : Ally salvatore, chantal sonzogni e Ili_sere_nere! Grazie per le scorse recensioni.
 
Adesso vi abbandono davvero.
 
A presto, dolcezze <3

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Capitolo 3
*** Longest Night - Part two. ***


 
Longest night – Part two.

 

 
Non era da lei essere così insicura e timida.
Non capiva nemmeno perché non riuscisse ad avvicinarsi a quel maledetto tavolo per più di 5 secondi. Era come se un vortice magnetico la risucchiasse sempre quando stava per sciogliersi o per mostrare almeno il suo reale interesse verso quelle persone.
 
Il cast di The Vampire Diaries, sospirò per l’ennesima volta mentre restava seduta all’entrata del ristorante, per riposarsi un attimo.
 
Come poteva essere così scema?
Come poteva non sfruttare l’occasione di una vita?
 
Semplice.
Datele una parola, cinque lettere e una voce minacciosa.
 
Mamma.
 
“Melissa! Diamine Melissa, ascoltami quando ti parlo. Leva quello sguardo da tonno! E non guardarmi come se fossi quel fottuto grissino!”
 
“Ecco che ci risiamo.” Pensò, cercando di concentrarsi su quel flusso agglomerato di parole.
 
“Torniamo al punto. Non puoi avventarti su di loro come una sanguisuga che necessita sangue. Anche se in questo caso, l’analogia è puramente azzeccata.. Comunque, non possiamo permetterci  che tu ti distrai dal lavoro restando ad osservare quel gruppo di fighettini dall’accento volgare.”
Con l’ennesimo sospiro, la ragazza rispose con voce esasperata.
“Mamma, non definirli volgari solo perché sei inglese e loro sono americani. ”
 
“Ah signorinella, non mi interessa proprio! Ti ripeto il succo del discorso. Uno: niente contatti amichevoli con i clienti all’interno del locale. Due: devi LAVORARE e non inventare love story ipotetiche con il bell’imbusto dallo sguardo di ghiaccio. Tre: non pensare nemmeno di andare ad elemosinare, con sguardi da cerbiattino indifeso, il permesso a tuo padre. Sono stata abbastanza -se non addirittura- assolutamente chiara?”
 
Quella era sua madre.
 
Un fisico da fotomodella, occhi verde smeraldo e capelli color raggio di sole. Era assolutamente bella, di una bellezza quasi aristocratica. Però anche la bellezza più ricercata, se contrastata da una carattere che potremo definire “di merda” per essere brevi, passava in secondo piano.
Si, perché quella donna non aveva semplicemente le “palle d’acciaio” ma pure il cuore.
“Mamma è inutile che mi fai la ramanzina, io non riesco nemmeno ad avvicinarmi al bell’imbusto con gli occhi di ghiaccio. Sia chiaro, non riesco proprio a guardarlo. Quindi finiamola qui perché il mio lavoro lo sto facendo, e anche bene. E non sto cercando il sangue di nessuno.”
 
La madre mosse la testa in segno di grande disapprovazione.
“Potrei partire dal semplice fatto che per portarci del semplice vino tu ci abbia messo. Venti e dico VENTI minuti, Melissa. Sei stralunata, inciampi in tutto e sorridi come un ebete a chiunque.
Quindi, se vogliamo essere brevi e diretti : Tu. Devi. Lavorare. E se non è chiedere troppo, usa anche il cervello che mamma, te ne ha fornito tanto! Ora, sciò, sciò! Mi occupi il posto e non ho intenzione di passare la notte con le borse di ghiaccio sui piedi.”
Sollecitandola con una lieve pressione sulle spalle, la ragazza si alzò dal comodo giaciglio per ritornare a lavorare.
 
Dio che schifo di serata.
Era li, a pochi metri da Ian Joseph Somerhalder e non poteva fare niente.
 
Niente che non sia sorridergli, chiedere la sua ordinazione ed essere prettamente glaciale.
Si.
Glaciale, fredda.
Un cubetto di ghiaccio, insomma.
 
Come un’ossessionata registra, si era immaginata molte volte il loro incontro.
Uno in stile  Licia e Mirko in Kiss Me Licia, con tanto di canzoncina di sottofondo e gatto obeso vicino.
Oppure un bel baciamano di altri tempi, magari con un Ian nei panni del bel Damon Salvatore in tenuta da militare.
Altri sfioravano l’impronunciabile e l’illegale, ma non se ne vergognava minimamente.
 
Come poteva vergognarsi di concedere tutta se stessa ad un uomo così?
 
Sbuffò ancora per un tempo interminabile, per quell’incontro che di romantico non aveva nemmeno la controfigura.
Presa da quella sua depressione interiore, non sentì una presenza avvicinarsi alle sue spalle.
 
“Hey, scusa!”
Voltandosi verso quella voce, non aveva fatto in tempo a rendersi conto di quanto quella persona fosse così vicina a lei.
 
Bloccate un attimo il tempo.
 
Immaginate una ragazza presa alla sprovvista. Aggiungeteci un bel vassoio ricolmo di spaghetti allo scoglio e concludete il tutto con tre semplici lettere.
 
Esatto. Ian.
 
“Oh cazzo!” lanciò un urletto tra l’isterico e il dispiaciuto.
 
Quello si che era un modo di farsi ricordare!
 
Aveva di fronte Ian Somerhalder che aveva un bellissima camicia spiegazzata bianca che ormai, di bianco aveva solamente i bottoni.
Presa dal panico o dalla vergogna, non sapeva bene come comportarsi.
Raccogliere il disastro che si era formato ai suoi piedi o aiutare l’uomo assalendolo con un numero illimitato di scuse?
 
Beh abbandonando la logica, mischiò le due scelte.
 
“Dio, dio! Mi spiace, oddio mi scusi! Sono così.. così! Ommioddio!” raccoglieva la pasta nel vassoio aiutandosi con una pinza da cucina, mentre il suo sguardo sfiorava velocemente i lineamenti facciali dell’uomo.
“E che non mi sono resa conto che lei mi stava chiamando e puff! Guardi che posso ripagarle la camicia.. Certo non ho un milione di dollari o giù di li ma la prego, mi permetta di sdebitarmi è che..” Continuava quasi come in preda a una sorta di shock-post-incidente-mortale.
 
In fondo si sentiva così.
Intontita e sull’orlo di una morte lenta a dolorosa.
 
Non si rese conto che mentre lei continuava a darsi ripetutamente della “scema,idiota,logorroica e sfigata”; l’uomo si era inginocchiato insieme a lei, aiutandola a raccogliere la pasta.
 
“Non ti preoccupare. Non ho pagato la camicia un milione di dollari o giù di li. Stai tranquilla, non sceglierò nemmeno di morderti.” E sull’ultima parola, le fece l’occhiolino.
 
Le fece l’occhiolino!
 
“Magari.” Forse lo sussurrò o forse lo disse ad alta voce.
 
L’uomo strabuzzò gli occhi ma non fece in tempo a vedere o a sentire altro, perché se la sgusciò in cucina.
 
Appoggiandosi con la schiena alla porta, si rese conto che per tutto il tempo, aveva trattenuto il fiato.
Il suo petto si mosse avanti e indietro velocemente, imparando di nuovo ad assecondare il giusto flusso di aria che passava dai polmoni alla bocca.
 
“Tesoro, che hai? Sei tutta sporca!” Suo padre si avvicinò a lei, togliendole la poca tranquillità che aveva ristabilito difficilmente.
 
“Un casino. Una casino! Ecco cosa sono! Se lo viene a sapere  la mamma! Oddio lo saprà, presto!”
“Melissa, vuoi rispondermi?” Suo padre appoggio entrambe le mani sulle sue spalle, con fare amorevole.
“Una voce, pasta per terra e denti da vampiro.”
E’ inutile descrivere l’espressione dubbiosa del padre.
“Ti senti bene, piccola? Sei bianca come un lenzuolo.”
“Bianca! Camicia bianca.. la sua camicia è rossa ora! Cazzo, cazzo e stracazzo!”
Niente, il suo cervello era andato ad Honolulu abbandonandola in quella ingrata situazione.
 
“Paolo so io un modo per farla riprendere.” Sentendo improvvisamente il mondo ritornarle davanti agli occhi, si ritrovò presto in bagno con Giorgio, intento a ripulirle le mani.
 
“Ti sei ripresa bella addormentata?”
Alzando lo sguardo verso lo specchio vide lo scintillio di divertimento che brillava negli occhi del ragazzo.
“Che figura di merda. Giorgio, sono sempre la solita pasticciona-casinista.”
Mosse la testa in segno di disapprovazione.
“Beh il primo passo è ammetterlo. Il secondo è tornare di la, armarsi di Marsiglia e ripulire il bel Vampiro.” Scoccandole un sguardo malizioso, il ragazzo le ripulì la gonna con naturalezza.
“Sei un angelo , Giò. Come da bambini ricordi?”
Voltandosi verso il ragazzo, anche lui ricambiò il sorriso di complicità.
“Certo. Mi ricordo perfettamente di quella volta che ti eri sporcata tutta di fango e io ho dovuto dire a tua mamma che avevo perso le chiavi di casa e che tu prontamente ti eri gettata a recuperarle dalla melma.”
Prendendo un asciugamano dall’armadietto, lui scoppiò in una risata concludendo : “ Che scema! Eri talmente intenta a seguire un gattino che ci eri caduta come un sacco di patate! Impagabile la tua espressione quando ti eri resa conto di quello che avevi combinato.”
Anche lei condivise quell’allegria.
“Avevo anche il vestito nuovo che mi aveva comprato la mamma. E Andrea mi aveva presa per il culo fino al vomito.”
“E non solo lui.” Sussurrò lui dirigendosi verso la porta.
“Beh vorrei ricordarti di quella volta che ti si era rotto il pr..”
“Ok, ok! Ragazzina, ora torniamo di là!” Giorgio era ritornato indietro per chiuderle la bocca con la sua mano.
“P-trsst Togl-m la m-n dalla bcca??!”
“Ops!” E con finta sbadataggine il ragazzo la liberò dalla sua leggera stretta, riaccompagnandola nel locale ormai in prenda a un rumoroso chiacchiericcio.
Prendendo in mano il Marsiglia e lo straccio bagnato, salutò Giorgio con un bacio sulla fronte sussurandogli un Grazie, vivamente sentito.
 
Lui era terribilmente stronzo ma con la capacità di aiutarla in qualsiasi occasione.
Era così fin da piccoli.
 
Con passo deciso, attraversò il locale, intravedendo lo sguardo shockato della biondona del 33 che probabilmente avrebbe usufruito di quell’occasione per rinfacciaglierla appena possibile.
 
Con rinnovato coraggio, si avvicinò a quel tavolo accerchiato dal flusso magnetico e lo oltrepassò.
 
Addirittura con grazia.
 
Ian nel frattempo era in piedi, vicino alla ringhiera della terrazza che dava sul mare.
Nina gli era accanto, intenta ad aiutarlo con delle salviettine profumate.
 
“Scusate.” Esordì Mel, guadagnandosi l’attenzione di entrambi.
“Ecco volevo rimediare, almeno minimamente, al danno arrecatole.” Mostrando timidamente il panno e il detersivo, l’uomo le scoccò un sorriso dolce.
“Oh davvero gentile da parte tua. Ma dammi pure del tu, non sono così vecchio.”
 
Sdeng.
Un’ altro di quei sorrisi e sarebbe sprofondata nel sottosuolo più nascosto.
 
“Ehm.. si ecco!” Si avvicinò inchinandosi leggermente sulla parte macchiata.
Cercando di mascherare la sua timidezza, dovuta al fatto che la camicia era praticamente tutta sbottonata, prese a frizionare con una leggera pressione la macchia aiutandosi con qualche spruzzata di detersivo e molto olio di gomito. Certamente non avrebbe potuto farla ritornare bianca come prima, solamente con quel metodo.
“Mi dispiace. Purtroppo dovrei lavarla in lavatrice per sbiancarla con un po’ di candeggina.”
Non si accorse che in quel gesto, con quella intima vicinanza, si era creato una sorta di silenzio religioso.
Lui la osservava cripticamente, da molto vicino, mentre lei si prendeva cura, in qualche modo, di lui.
Con quel pensiero, si distaccò velocemente da quel corpo che era caldo e fonte di un profumo inebriante.
Era quasi assuefatta da quell’odore che aveva conosciuto per la prima volta poche ore prima e che – probabilmente - non avrebbe mai potuto risentire.
 
“Se vuoi te la posso lavare e a fine serata sarà come nuova.”
L’uomo cambiò subito espressione sorridendo con troppa enfasi.
“ E dovrei rimanere nudo per il resto del tempo?”
 
Ops.
 
“No, no! Certo che no!” Ma anche si, ripeteva invece il suo malato cervello.
“C’è la camicia di mio fratello, quella che usa come divisa. Quest’anno non gli serve.” E sull’ultima frase ci sputò un po’ di acido, giusto per ricordare a se stessa il dolce regalo di Andrea.
 
“Ma guarda non ti dev..” ma la sua frase venne interrotta da Nina che era rimasta per tutto il tempo vicino ad entrambi, gustandosi la scena in silenzio.
“Dai Ian, non essere scontroso. Si sta cercando di sdebitare in ogni modo.. “ e dopo una breve occhiata carica di feeling, Ian acconsentì con un breve cenno.
 
Senza sapere bene cosa fare, cominciò a muoversi come un automa verso il bagno dedicato al personale; nel piano di sotto.
 
Non si voltò nemmeno un istante per controllare se Ian la stesse effettivamente seguendo.
Non sapeva se era intimorita o semplicemente stupida.
 
Arrivati nel piccolo bagno, lo fece accomodare sulla piccola cassapanca mentre cercava nell’armadietto i detersivi e tutto l’occorrente.
 
“Giuro che è la prima volta che mi accade una cosa così imbarazzante.” Ammise mentre cercava di ricordarsi il programma adatto per i capi delicati.
“E’ che vado in palla per niente a volte.”
Voltandosi verso Ian, vide che lui aveva tra le mani, qualcosa di molto famigliare.
Tirando fuori il suo Nokia, si accorse che mancava qualcosa.
 
Stracazzo.
 
“Oh..”
“Deduco che sia tuo, vero?” Alzando il suo sguardo color del mare e color del cielo, sorrise facendo dondolare quel piccolo ciondolo.
 
Il ciondolo con il volto di Damon fatto da lei, in un impulso di pura follia.
Dedusse che la camicia dell’attore non era poi tanto sporca.
Lei era diventata più rossa di quel misero pezzo di stoffa.
 
Si girò di scatto, facendo rovesciare un po’ dell’ammorbidente dalla vaschetta al pavimento.
 
Di bene in meglio.
 
“Ma sei un disastro, ragazzina!” Disse scoppiando a ridere l’uomo.
“Grazie per avermelo fatto notare.” Ma come era successo poco tempo prima, si ritrovò due occhi azzurri a pochi centimetri dai suoi.
 
Questi continui incontri ravvicinati stavano mettendo a dura prova la poca e precaria sanità mentale della ragazza.
 
“Non pensavo fossi una mia fan.” Sentenziò l’uomo, pulendo con lo straccio nuovamente un casino combinato da lei.
Stava diventando un must.
“Perché? Non era evidente dal mio comportamento serio composto e per niente impacciato?”
Lo sguardo divertito scintillò ancora di più.
“Beh pensavo fossi semplicemente maldestra. Comunque intendi davvero lavarmi la maglietta o mia hai portato qui sotto con altri intenti di pulizia?”
 
Evidentemente aveva lasciato il suo cervello a briglia sciolta perché aveva fatto dire ad Ian, un qualcosa che avrebbe voluto lei sentire. Non la realtà.
 
“Prego scusa?” Spostò lo sguardo per guardalo in faccia.
“Niente, niente. Non voglio mica renderti la vita ancora più complicata.” E marcando sull’ultima parola si sfilò la camicia con effettiva nonchalance, facendola ricadere tra le braccia inermi della “malcapitata”.
 
“Grazie.” Sussurrò mentre infilava il capo nella lavatrice facendo partire poi il programma.
“Prego, adoro innalzare il mio ego davanti alle fanciulle tenere e indifese.” Utilizzando un ghigno che Mel avrebbe attribuito a Damon.
 
In quel momento, stava soffrendo di visioni multiple.
 
Chi era quell’uomo?
Ian Somerhalder?
Damon Salvatore?
Lei sperò Nick di Tell Me You Love Me, solleticando con la mente la visione completa del fondoschiena dell’uomo.
 
“Gran bel film” disse tra sé o forse non proprio.
L’uomo si voltò di nuovo verso di lei, stupito.
“Cosa?”
 
Attenzione, prego. Informiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture le sicurezza.
 
Sottointeso: quei passeggeri erano i suoi ormoni.
 
“Niente. Parlavo tra me.”
“Parli tra te guardando me?”
“Uhm. Parlo tra te pensando a te.”
 
“Brava Mel, sei tragicamente comica!” si disse.
 
L’uomo le si avvicinò giusto per ritornarle di fronte.
“ E a cosa pensi?” chiese divertito.
“Al tuo culo in Tell Me You Love Me.” Disse mentalmente, ma in pratica la sua bocca rimase ferma.
 
Fu un'altra che si mosse.
 
Quell’uomo infatti le depositò un dolce bacio sulla fronte, solleticandole la pelle con il suo mite respiro.
 
“Grazie per la premura di poco prima. Però devo correre, su! Nina si ingelosirà a morte.”
E facendole l’occhiolino se ne andò, prendendo la camicia di suo fratello che aveva ormai dimenticato sul lavello.
 
Riassunto della serata:
Lui l’aveva baciata, seppur in modo gentile, sulla fronte.
Un bacio di ringraziamento, alla fine.
Ora lei era stramazzata al suolo e vedeva le stelle.
Tante piccole stelle con i denti a punta e coralli azzurri al posto degli occhi.
 
Quella fu la notte più lunga della sua vita.
 
Non solo per gli innumerevoli insulti da parte della sua famiglia e soprattutto di sua madre.
Non solo perché era stata baciata, seppur innocentemente, da Ian Somehalder.
 
Quella notte fu la più lunga, perché lei non dormì.
 
Rimase ad osservare il soffitto della sua camera, con un sorriso da ebete e una mano posata sulla fronte.
 
Adorava improvvisamente lavorare.
 
Altro che.
 
 
---
 
Terzo capitolo! Uououououo! Ahahhahah!
Come al solito io aggiorno sempre di notte, non riesco a farlo in orari decenti xD
Purtroppo la mia vena artistica deve essere di origine vampirica, mi spiace T_T
 
Bene : che ne pensate di questo capitolo?
Banale?
Stupido?
Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto sorridere. Io mi sono divertita molto a scriverlo, perché mi sono immaginata il viso di Mel con mille espressioni diverse xD
Povera figliuola!
 
Ora, voglio fare i ringraziamenti.
Prima di tutto ricevere 7 recensioni nello scorso capitolo, mi ha fatto veramente piacere.
Ho fatto tipo un espressione del genere --> *3*  Giuro!
 
Ringrazio quindi : Ili_sere_nere, Gracevelyn, Ally salvatore, Chara, pazzaSDLF, Lost in my mind e Mary 91.
 
Grazie a voi che recensite, grazie a voi che leggete, grazie a voi che mi inserite nelle preferite/seguite/da ricordare.
 
Mi fa gasare come una scema! Ahahha xD
 
Per qualsiasi cosa, questa è la mia pagina facebook. Con spoiler, news, immagine e tutto quello che potrebbe interessarvi!
 
Vi saluto davvero, ora.
 
Buona serata e a presto <3

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Capitolo 4
*** Someone like You. ***


Someone like You
 

 
 
“No aspetta. Ripetimelo di nuovo!”
“Eddai, Giù. Smettila pure tu di prendermi per il culo!”
“Chi altri lo sa scusa?”
“Rica. E se lo sa Rica, sappiamo benissimo che lo saprà tutta Milano!”
 
Mentre allungava le gambe sul letto, Melissa non riusciva minimamente a concentrarsi su nulla.
Punto numero uno: aveva passato una notte insonne e di quelle potenti.
Punto numero due: aveva passato metà mattinata a ripulire e “lustrare” tutto il locale, sotto lo sguardo docile di sua madre.
Punto numero tre: sperava di non rivederlo mai più.
 
“Ma perché?” Continuava la sua amica ridendo di gusto da 14 minuti buoni.
“Perché sì. Non posso più farmi vedere in giro qui. Cazzo, Giù! Se lo rivedo potrei rischiare il soffocamento. E non solo dalla grande quantità di salivazione alimentata dai miei ormoni, ma anche perché mi dimenticherei di respirare dalla vergogna! Tu non puoi capire! Passerei ore e dico ore a lustrare le scarpe del Legna, piuttosto che rivivere una situazione simile!”
 
L’amica rise ancora più sonoramente alla citazione di un loro vecchio professore, famoso per la sua igiene personale a cadenza secolare.
 
“Allora è stato ancora più terribile oltre che comico. Sei tu insomma Mel. Tragicamente comica, dedita alle figure di merda e alla fortuna di Fantozzi.”
“Gnè- Gnè. Grazie per essere sempre così RINCUORANTE. Per cambiare discorso, visto che ormai non posso semplicemente cancellarlo dalla mia vita, ti ricordi della vacanza?”
“Oh Mel, certo! Solo che Rica è impegnata con il lavoro estivo e io sto studiando come una pazza per il test all’Uni. Se rimandassimo il nostro viaggio per Natale? Magari con New York come meta, il sogno di una vita.. Dai, dimmi di sì!”
Mel canticchiò :”Dimmi di sìììì! Dai, che palle. Mi stai dicendo che devo rimanere qui fino a settembre ed indossare il mio migliore sacchetto biodegradabile come copricapo integrale?”
 
L’altra soffocò una risata. “ Metti poi una foto su facebook e taggami!”
 
 
Rimasero per una buona mezzora a parlare di tutto ma principalmente di niente.
Niente composto da pettegolezzi, pettegolezzi e ancora pettegolezzi.
Amavano farlo.
Quale donna sulla faccia della terra non lo amava?
 
Infatti, quasi nessuna.
Sorridendo e scherzando ancora al telefono, Mel non si accorse dello scorrere del tempo, tanto meno non si accorse del violento richiamo di sua madre proveniente dal piano di sotto.
 

“MELISSA! TI ORDINO DI SCENDERE, S-U-B-I-T-O!”

 
Sbuffando pesantemente la ragazza salutò l’amica e scese così le scale per precipitarsi in cucina.
 
“Alla buon’ora! Ti ricordi che giorno è oggi?”
“No.”
“Melissa non farmi innervosire.”
“Mamma è sabato! Hai bisogno di chiedermelo? Che strazio!”
“Ah! Come ti permetti? Guarda che potrei parlare con tuo zio ed annullarti il week end di riposo. Io e tuo padre lavoriamo stasera fino alla due, quindi evita di fare tanto la donna stanca. Ti paghiamo per questo lavoro, un po’ di riconoscenza!”
 
Mel roteò gli occhi circa una ventina di volte, ormai totalmente soprafatta dall’opprimente potere materno. Teoricamente doveva essere abituata al continuo bombardamento di ordini e di rimproveri, ma in pratica sentiva avvicinarsi il limite della sua immensa pazienza.
 
“Mamma, mi dispiace. Di cosa hai bisogno?” Decisamente maturo da parte sua ingoiare per l’ennesima volta il cosiddetto rospo.
“Devi andare al mercato a prendere un po’ di frutta e verdura fresca. Se non ti scoccia dovresti anche passare al porto e chiedere di Mario. Lui ti farà vedere il carico che ci verrà consegnato nel tardo pomeriggio al ristorante. Controlla il colore, l’odore, tocca anche se ti è permesso. Abbiamo bisogno di pesce fresco e in grande quantità essendo sabato. Capito?”
 
E anche la seconda parte della mattinata si stava per rivelare peggio della prima.
 
Addio al dolce relax del sabato mattina, pensò la poveretta.
 
Trascinando quasi i piedi si preparò e armata di chiavi della macchina, si precipitò verso la meta.
L’aria tiepida della mattina la scompigliava i lunghi capelli, mentre in macchina risuonava The Sound of Sunshine che la faceva rilassare e scatenare allo stesso tempo.
 
Questa era la sua estate e nessuno doveva rovinargliela.
 

Nessuno.

 
Nemmeno sua madre.
Nemmeno la sua infinita sbadataggine.
 
Sospirò ripensando quasi con vergogna alla sera precedente.
 
Aveva parlato con Ian, il suo Ian.
Quell’Ian che la tormentava da più di un anno e che lei non riusciva a farselo passare come uno dei tanti idoli momentanei.
 
Sospirò ancora ed ancora.
 
Com’era bello.
Bello e simpatico.
Bello, simpatico ed impegnato.
 
Ebbene si. Non era così sciocca; lui e Nina formavano una coppia perfetta. Seppure odiasse ammetterlo, non poteva fare finta di niente solo perché entrambi non avevano mai ufficializzato il loro rapporto.
 
Ma ce n’era bisogno?
 

Quando due persone si amano le parole sono superflue.

 
E lei, per quanto odiasse l’idea, doveva farsene una ragione. Lui non sarebbe mai diventato il suo ragazzo e non avrebbe mai lasciato quella dea greca per una plebea come lei.
 
Parcheggiò più velocemente del consentito come se lo spazio ristretto della macchina cominciasse ad asfissiarla.
 
Il sole picchiava dolcemente sulla sua pelle olivastra, mentre armata di occhiali da sole, borsa e capello, si diresse verso la piazzetta del paese. Per quanto fosse un mercato modesto e piccolo, brillava di colori e di allegria. Tutti erano felici, nonostante fosse sabato mattina e molti probabilmente preferivano essere in luoghi più lieti.
Salutò qualcuno, molti la salutavano non sapendo nemmeno chi fosse, ma solo per gentilezza. Amava il sud Italia per il loro calore e per la loro infinita allegria.
Nella sua grigia Milano, nessuno si conosceva e se ti sognavi di salutare qualche sconosciuto per strada, quello poteva pensare benissimo che fossi un borseggiatore un po’ troppo imprudente.
 
Ma l’amava comunque.
Amava il suo paese nonostante molti lo stessero pian piano distruggendo.
 
Passò dal fruttivendolo che la conosceva ormai fin da quando era piccola. Chiacchierare con quell’omone dall’aspetto burbero ma dai modi gentili, le fece sorridere più del dovuto.
Basta davvero poco per far migliorare una giornata storta. Un sorriso e pochi gesti e Mel riacquistò il suo solito buon umore.
Non si accorse però che qualcuno tra la folla la stava chiamando, tanto che si spaventò moltissimo quando una mano le si posò sulla spalla.
Saltò quanto un acrobata emettendo un urlo che di femminile aveva ben poco.
 
Due occhi marroni e una zazzera del medesimo colore le comparvero davanti, accompagnati da una risata sguaiata.
 
Chi aveva detto che bastavano pochi gesti per risollevare una giornata?
Beh ne servivano ancora di meno, per rovinarla.
 
“Oh cavolo..  Ma sei fuori? Oddio!”
“Scusa?”
 
Ecco si era dimentica anche di parlare in inglese, per giunta.
“Dicevo, ma cosa ti salta in mente?”
Steven si sistemò i capelli, fingendo  imbarazzo.
Ma tutta questa confidenza?
 
“Mi dispiace, pensavo facessi finta di non sentirmi.”
“Beh, come hai potuto verificare te stesso, non ti ho sentito davvero.”
Il ragazzo allargò di qualche centimetro il suo sorriso.
Purtroppo lei non gli aveva mai dato la giusta importanza, si accorse.
 
Era davvero bellissimo.
Certo, Ian era un dio greco ma Steven non era da meno. Il pantheon greco era pieno zeppo di figaccioni, concluse.
 
“Sei davvero simpaticissima. Ieri sera quando Ian ci ha raccontato di quello che gli è successo non riuscivo più a smettere di ridere. Ti va di prenderci un caffè insieme? Non pensare che voglio fare quello che ci prova spudoratamente, ma sono uscito da solo e non conosco molto questa cittadina. Tutti mi salutano ma nessuno mi capisce. L’inglese qui è un tabù?”
 
Mel si ritrovò a sorridere senza volere. Un divo americano, nipote del grande Steve Mcqueen, che le chiedeva di bere un caffè insieme con la scusa del poco adattamento in terra straniera.
 
Quante sorprese in una sola giornata!
 
“Va bene. Posso chiamarti Steve?”
“Non capisco cosa c’entra.. ma non ci sono problemi!”
 
Mel scoppiò a ridere come una deficiente. Solo lei sapeva peggiorare le situazioni già evidentemente imbarazzanti.
 
“No, ti prego; scusami. E’ totalmente assurdo uscire con te per prendere un caffè. Sai, nel giro di qualche ora sto sperimentando nuove esperienze. Dopo la figura di ieri sera, aveva pensato di prendere il primo aereo e tornarmene a casa. Dio, sono proprio la vera figlia del ragionier Fantozzi.”
 
Il ragazzo sorrise per lo più per gentilezza, probabilmente non aveva capito molto del discorso della ragazza; ma la simpatia e l’allegria sono internazionali.
 
Per conquistare una persona, bastano davvero pochi gesti.
 
Camminando vicini, Mel sentiva che il ragazzo la guardava spesso di sfuggita. Si sentiva strana, dovevano sembrare due normali ragazzi che passeggiavano eppure lei si sentiva condizionata dalla sua immagine invece che dalle sua persona.
 
Era strano trovarsi a parlare con una persona che non avresti mai pensato di conoscere e alla quale non hai mai dato molta considerazione.
 
“Mel, quanti anni hai?”
“Tra un mese ne farò 19 ma non dire che non sembra, perché sono già abituata. Molti mi trattano ancora come una bambina per il mio aspetto molto, diciamo, infantile.”
 
Steven sorrise scuotendo leggermente la testa. ” Tu a me non lo chiedi?”
“23 fatti da poco. Dai non posso fingere di non essere una fan di The Vampire Diaries. So tutto di voi.”
“ Che tristezza, è questo uno dei momenti peggiori del mio lavoro. Tu sai tutto di me e io niente di te. Parto sempre svantaggiato.”
 
Mel sorrise, entrando poi nel bar Del Corso, seguita dal ragazzo. Si sedettero nella veranda con vista sul mare, mentre aspettavano la propria ordinazione. La ragazza si accorse di quanto fosse in realtà rilassata con Steven. Non era come quando aveva visto Ian, con lui era molto più facile rapportarsi. Forse la poca differenza di età o forse perché il ragazzo sembrava essere interessato a lei molto più della semplice conoscenza.
Ma lei  non era ne agitata all’idea. Era semplicemente se stessa con i suoi pro ed i contro.
 
“Ecco a voi ragazzi, caffè normale per la signorina e un caffè all’americana per il signore.”
 
“Grazie!”
“Thank you so much.”
 
E così dedicandosi al proprio caffè, Mel alzò il suo sguardo trovando quello di Steven che non la mollava per un secondo. Si sentiva stranamente al centro dell’attenzione e non per la sua solita sbadataggine, ma per il semplice fatto di piacere a qualcuno. Non che fosse l’unico ragazzo con cui fosse uscita, ma insomma era un ragazzo bello, famoso e simpatico : che interesse poteva avere a bere un caffè con lei se non che la trovasse una buona compagnia?
 
“E’ delizioso. E’ proprio vero che qui in Italia si beve e si mangia bene. Siamo qui da qualche giorno ma torneremo a casa rotolando, altro che!”
“Non so se sia un bene per voi. Avete sicuramente da mantenere una certa immagine..”
“Si ma non necessariamente. Non è che siamo tutti dei narcisisti che pensano solo all’apparire e al denaro.”
“Infatti non l’ho mai detto.”
“Ma lo stavi pensando, confessa!”
 
Mel scosse la testa e si ritrovò ad osservare il mare. Azzurro come il cielo. Azzurro come lo sguardo divertito di Ian la sera precedente.
 
Stare con Steven era rilassante, ma Ian elettrizzava.
Ora capiva la differenza abissale tra i due.
 
Ad un tratto il cellulare del ragazzo comincio a suonare, facendoli sobbalzare entrambi.
 
“Pronto?” “ Uhm, stasera?” “ Ok, no problem. Posso invitare qualcuno o avete prenotato?” “ Perfetto, a stasera Paul!”
 
“Era Paul Wesley?”
“Esatto. Stasera andiamo in una discoteca qui vicino, ti va di venire? Così mi sdebito per la tua gentilezza di stamattina.”
 
Discoteca con Steven = Discoteca con tutto il cast = discoteca con Ian.
 
La salivazione aumentò senza volerlo.
 
“Dai, prometto di fare il bravo. Mi sto comportando bene, no?”
“ E va bene!”
 
E così non si sa bene come, Mel accettò quel invito nonostante non volesse più avere a che fare con loro e soprattutto con Ian.
Ma visto che il destino le offriva quell’unica possibilità, l’avrebbe presa al volo.
 
Altro che.
 
 
***
 
Quella stessa sera.
 
 
Erano 45 minuti che osservava senza sosta il suo armadio. Niente, non c’era niente che potesse indossare senza sentirsi uno schifo.
Ecco cosa succedeva ad accettare inviti impossibili con figaccioni di bellezza superiore al normale.
 
Cosa doveva fare? Il panico la stava uccidendo, ma c’era sicuramente qualcuno che poteva aiutarla.
 
Compose il numero ed aspetto.. 3..2..1.
 
“Pronto?”
“Giù, unica mia fonte di salvezza, mia unica musa ispiratrice..”
“Mel, sputa il rospo. Di cosa hai bisogno?”
Non poteva non amare quella ragazza, la capiva al volo.
 
“ Della tua consulenza per come mi devo agghindare per andare in discoteca.”
“Come mai tutta questa indecisione? Di solito sei tu a consigliare me su come vestirmi.”
“Eh.. Devo aggiungere che non andrò da sola in discoteca.”
“Ah- ah! Hai rimorchiato, vecchia volpona!”
“NO! O meglio.. Ti ricordi che ieri ho conosciuto Ian e il cast di The Vampire Diaries?”
 
Un attimo di silenzio si insinuò nella telefonata.
“Oddio.. ODDIO! NON TI AVRA’ PER CASO INVITATA A BALLARE? IAN? Oddio..”
“No scema! Per lo meno, non lui..”
“E chi scusa? Paul è sposato.”
“Steven è fottutamente single.”
“Nooo!Non ci credo! Hai fatto colpo sullo sfigatello del gruppo? Chi si ama, si piglia!”
“Smettila scema! Per quanto sia –sfigatello- Steven, è pur sempre un ragazzo. Un ragazzo famoso. Un ragazzo famoso, amico dell’altro ragazzo famoso che mi piace. Quindi, aiutami razza di infedele!”
 
Risero entrambe mentre Mel ricordava il proprio guardaroba alla ragazza.
“Direi quello nero con il collo alto, ma sbracciato. Abbinaci le decolté nere con i brillantini, la pochette nera con le pagliette e via. Un trucco leggero e il tuo miglior sorriso. Vedi te che fine fai fare ad entrambi. Steven si innamorerà perdutamente ed Ian abbandona la povera Nina  Dobrev per Melissa Forlani!” Accompagnò la frase con una risata decisamente poco gentile. Giulia era così. Un po’ come lei. Allegra e diretta. Era l’amica che tutti volevano possedere ma che in pochi potevano avere.
E lei era infinitamente fortunata.
“Ora ti lascio, baby. Ho meno di un’ora per prepararmi. Come al solito, sono in ritardo.”
“E quando mai! Corri dai, domani mattina ci sentiamo su facebook! Buona serata bella donzella, e conquista!”
 
Così si precipitò in giro per casa come una forsennata.
Arrivò giusto in tempo nel luogo predestinato e si ritrovò così trasportata nel privè del locale.
Ovviamente doveva aspettarsi che il cast avrebbe scelto un luogo esclusivo, ma non così tanto.
I divanetti di pelle rossi con inserti dorati, il pavimento di marmo bianco senza contare le luci da discoteca che creavano giochi di luce incredibili.
Si diresse verso il privè e appena vi entrò, trovò il cast ad aspettarla.
Vestiti di tutto punto, occupavano discretamente una parte del locale. Vide prima di tutti Steven venirle in contro con un sorriso bellissimo, la prese gentilmente per una mano e l’accompagnò verso gli altri.
 
“Eccovi Mel, ragazzi. Sicuramente vi ricordate di lei.. soprattutto il vecchio Ian!”
 
Il ragazzo, smise di abbracciare la propria ragazza per concedere un sorriso all’altra. E che sorriso.
 
Era possibile che fosse così bello?
 
“Altro che! La mia camicia se lo ricorda ancora meglio.”
Tutti scoppiarono a ridere e lei voleva sprofondare. Ma sorrise di rimando, cercando di smascherare la vergogna.
 
“Dai, Ian. Vieni pure qui, Mel. Lascia perdere questi maschi così poco gentili. Io sono Candice, piacere.”
 
Mel si sedette vicino alla sorridente bionda, ricambiando la stretta di mano.
“Il piacere è tutto mio. Sono contenta di essere qua con voi, sinceramente non so bene come comportarmi.”
“Ma sii semplicemente naturale.”
“L’essere naturali non le riesce molto bene.”
“Ian!” La mora gli diede una gomitata sporgendosi invece di fronte a se, verso la nuova ragazza.
“Scusalo anche da parte mia. Crede di essere simpatico.”
“Ma io sono simpatico e anche incredibilmente figo!”
“Anche modesto.” Aggiunse sottovoce la ragazza ma evidentemente non così tanto.
“Vedi Ian? La ragazza ha stoffa!”
“Candice non sottovalutare il caro e vecchio Damon Salvatore. Nemmeno te, Melissa. Adoro mordere il collo alle giovani indifese e impacciate.”
 
E così dicendo Nina prese per il braccio il proprio ragazzo e lo trascinò verso la pista. Non si videro entrambi per un po’ e nel frattempo anche Michael e Paul si erano aggiunti alla conversazione.
Erano tutti molto diversi da come se li era immaginati. Paul era simpaticissimo e molto ironico mentre Michael era quasi timido. Candice assolutamente adorabile come la cara Caroline ed Steven decisamente molto diavolo tentatore alla Damon.
Le offrirono molti drink che lei non rifiutò, stava passando una serata in un privè che non si sarebbe mai potuta permettere, perché non approfittarne?
 
Purtroppo nonostante riuscisse a tenere abbastanza bene l’alcool, aveva anche lei un limite.
Si concesse l’ennesimo bicchiere di Sex on the Beach e sentiva la nausea montarle lo stomaco. Ma teneva duro ed addirittura si fece convincere da Steven a ballare.
Mente la musica cominciava ad inondarle le orecchie e la mente, si mise a ballare a ritmo dimenticandosi per un attimo dove fosse e con chi fosse.
Erano semplicemente lei e la musica. Ballava, ondeggiava e ad un tratto sentì il corpo di Steven avvicinarsi forse troppo al suo. Ma l’alcool, si sa, è un grande inibitore di sensazioni.
Rise senza motivo e cominciò ad aderire profondamente con quel corpo che – come ben notava- era molto sodo e felice di stare con lei.
Forse qualcuno gli incitava o fischiava, ma appena aprì gli occhi vide che dietro la schiena del  ragazzo, un paio di occhi azzurro ghiaccio la stavano scrutando mentre con il corpo danzava insieme alla propria ragazza.
Non stava guardando Nina, no.
Lui guardava lei mentre toccava Nina.
Non capì perché ma le sue guancie si colorarono di un rosso acceso, mentre il suo orgoglio si gonfiava a dismisura.
Non poteva essere solo quel dolce liquido alcolico a farle vedere quello che stava vedendo.
 
Sperava che così non fosse e infatti ne ebbe presto la conferma.
Nina si staccò da Ian e si avvicinò a Steven rubandolo dalle braccia dell’altra.
 
“Scusa Mel! Ma non mi sento bene.. Prendo Steve perché Ian vuole ballare ancora. Ci vediamo dopo!”
 
Si, non era possibile. Nina che prendeva Steven invece di Ian?
 
Ma che aveva in mente quella ragazza?
Il signore la stava ripagando delle sofferenze prima ricevute, era sicura.
 
Ma non si accorse che Ian l’afferrò per i fianchi, cambiando il ritmo delle movenze con il ritmo della canzone.
 
Partì subito I just wanna make you Sweat e lei non capì più niente.
 
Quella canzone la mandava totalmente in tilt. O forse ero lo sguardo di ghiaccio che in qualche modo assurdo la riscaldava.
Cavolo, quei pensieri non erano proprio da lei.
Nemmeno quel contatto fisico così vicino lo era, ma dare la colpa all’alcool di quello che stava succedendo era un buon modo per non avere rimorsi.
 
La canzone finì e probabilmente anche quella sorta di magia seduttrice.
Mel si distaccò a malincuore da quelle mani che l’avevano tenuta con familiarità quasi spaventosa.
 
Si distaccò e si precipitò fuori per schiarirsi le idee.
Per allontanare il calore di quelle mani e l’intensità di quello sguardo che l’avevano voluta per pochi minuti.
E lei si riscoprì pericolosamente attratta da tutto ciò.
Attratta da Ian.
 
 
---
 
Ciao a tutti! Dopo moltissimo tempo riprendo in mano questa storia. Pensavate di esservi liberati di me? E invece no :) ah ah!
Allora? Che ne pensate?
Volevo regalarvi un ritorno con i fiocchi, spero di esserci riuscita.
Se volete sapere come era vestita Mel, andate sulla mia pagina facebook con tanto di spoiler ed info :)
Be non voglio dire altro, voglio legger le vostre recensioni.
 
A presto bellezze, mi siete mancate moltissimo <3

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Capitolo 5
*** He's got this Thing about Her. ***


He's got this Thing about Her

 
 

L’aria calda estiva la investì completamente mentre si allontanava velocemente dal locale.
Prese le proprie scarpe tra due dita e cominciò ad avvicinarsi alla spiaggia di fronte a se.
 
Era accaldata e un po’ frastornata per la musica alta e l'alcool.
 

Come era potuto succedere?

 
Doveva essere stato solamente un semplice sogno, forse un po’ agitato e turbolento. Vedere Ian che la guardava in quel modo, sentire il suo tocco possessivo sulle proprie anche… Doveva essere stato decisamente un sogno.
 
Ma cercare giustificazioni improbabili a fatti sfuggiti al suo controllo era uno dei sui personali tentativi di fuga. Inutile aggiungere che i risultati erano scadenti.
 
Mentre i suoi piedi venivano sfiorati dal mare fresco, la sua mente cominciò a rimpossessarsi della situazione.
Qualunque cosa Ian avesse in mente, non era nulla di buono. E non perché fosse famoso e bello, ma perché era felicemente fidanzato con una ragazza fantastica.
 
Che cosa poteva rappresentare lei -povera comune mortale- per lui?
 
Probabilmente un semplice divertimento, un capriccio momentaneo.
Eppure avrebbe voluto che quelle attenzioni fossero più di semplice attrazione, più di una voglia da soddisfare in una semplice notte.
Ma doveva ragionare e non farsi semplicemente trasportare dal vento tentatore.
Trovare riparo era l’unica alternativa almeno finché la tormenta di nome Ian Somerhalder non fosse passata.
 
Percepì una mano sfiorarle il braccio ma non si spaventò come avrebbe dovuto.
Aveva percepito la presenza rassicurante di Steven già da diversi minuti nonostante lo scorrere dei suoi pensieri l’avesse estraniata dal mondo circostante.
 
“Come mai sei qui tutta sola, bambina? Non hai paura del buio?” Mel voltò leggermente il capo per concedergli uno sguardo indeciso. Le mancava l’ironia in quel momento.
 
“Sono una bambina intraprendente.”
“Che rivelazione pericolosa…”
 
Mel rise imbarazzata per il doppio senso della sua affermazione. “ Ma smettila di fare il cretino! Non lo dicevo in quel senso, dai.”
Il ragazzo scosse la testa sorridendo maliziosamente. “ Ti aspetti che io ti creda? Ok, dai. Non guardarmi con quello sguardo omicida… Ritiro la battuta! Almeno concedimi un ultimo ballo come quello che hai fatto con Ian prima. Eri decisamente Sexy.”
 
L’imbarazzo prese possesso delle sue guance facendole assumere un colore molto più acceso. Per fortuna solamente  le stelle, la luna e le luci lontane della discoteca, illuminavano fiocamente la spiaggia; creando il gioco di luci ed ombre necessario per nascondere gran parte del suo viso.
 
Aspettò così qualche minuto , cercando di trovare le parole giuste per controbattere.
Ma non era mai stata molto brava a fingere. Avrebbe finito per dire la verità a Steven e non era proprio il caso. Lui aveva delle aspettative nei suoi confronti e lei.. Lei non era nessuno per distruggerle.
 
“Dai stavo scherzando, non te la prendere; Melissa. Giuro che anche se io provassi un minimo di gelosia verso di te, la cosa non ti tocca. E’ un mio problema.. Solo che anche Nina non l’ha presa bene. In fondo avessi visto il mio ragazzo appiccicato ad un’altra e per di più, per niente dispiaciuto di farlo davanti ai miei occhi; avrei reagito allo stesso modo.”
 
Il senso di colpa si insinuò con estrema chiarezza nella sua mente ancora frastornata.
 
“In che modo? Cavolo, mi sento una merda. Vado a chiederle subito scusa!”
 
Ma il ragazzo le trattenne, con estrema dolcezza, il polso ; lasciandola priva di forze.
 
“Non è il caso, Mel. Ora stanno chiarendo tra loro due ed hanno bisogno di pace. Comunque, non è colpa tua. Lui poteva benissimo evitarlo sapendo i tuoi sentimenti da fan. E’ normalissimo che tu ti senta attratta o anche semplicemente affascinata da lui. Ian poteva semplicemente ballare con te in modo diverso, per lo meno evitando di apparire come se stesse bellamente flirtando con te.”
 
Mel cominciò a camminare avanti e indietro, mangiucchiandosi senza sosta le unghie. Aveva smesso da qualche anno, ma quando il nervoso la passava a trovare, lei non poteva fare a meno di riprendere quel brutto vizio.
Mille pensieri solcarono la sua mente, mille dubbi l’attanagliarono.
 
Cosa doveva fare?
 
“Che hai ora? Hey...”
Il ragazzo la fermò mettendole una mano sulla guancia, accarezzandola con naturalezza. Sembrava giusto, naturale. Come se fosse stata un’abitudine per entrambi.
Mel si spostò di scatto, sorpresa. In un solo giorno mai nessuno si era spinto così tanto con lei, ed essendo una grande imbranata, non voleva che la sua sbadataggine finisse per risultare un reale interesse.
 
“Penso solo che fa abbastanza ridere tutta la situazione. Ian Somerhalder che flirta con me? Dai, non è credibile come spiegazione.”
 
Steven che era rimasto un po’ scosso dall’allontanamento di lei, si riavvicinò senza però cercare un contatto fisico.
 
“Hai davvero una pessima considerazione di te stessa. Non idealizzarci troppo, siamo tutti esseri umani e se una ragazza è carina non c’è certamente bisogno del conto in banca o della fama per invaghirsene. Fossi stata una racchia, avrei capito la tua perplessità. Ma non lo sei, quindi, non vedo il motivo del tuo scetticismo.”
 
Mel si tirò indietro una ciocca di capelli, cercando di mantenere una certa compostezza.
Certo che, beh.. Ricevere così tanti complimenti da un bel ragazzo come Steven la stava facendo gongolare più del dovuto.
 
“In vena di complimenti, stasera?”
Il ragazzo ritentò di avvicinarsi e questa volta Mel non lo scansò, lasciò che la sua mano le sfiorasse una ciocca ribelle di capelli e la riportasse dietro l’orecchio.
 
“Diciamo che capisco Ian, ma a differenza sua, io non sono fidanzato e posso esprimermi liberamente senza successive spiacevoli ripercussioni.”
E il sorriso che accompagnò quelle parole fu davvero indescrivibile.
 
Era il suo cuore?
 

Era il cuore di Mel che faceva la capriole?

 
“E’ un modo davvero originale di provarci, lo sai questo?”
“Uhm, per lo meno posso non ritenermi noioso.”
 
Lei sorrise ma dentro di se sentiva che qualcosa non andava.
Lei non voleva provarci con Steven, non voleva semplicemente essere accondiscendente con lui solo perché era gentile e molto carino nei suoi confronti.
Non voleva nemmeno che lui la guardasse a quel modo, che la toccasse con fin troppa delicatezza e familiarità e soprattutto che continuasse ad osservare con insistenza le sue labbra.
 
“Ok, direi che possiamo finirla, Steve. Si sta creando troppa tensione emotiva tra di noi e per stasera credo di averne provata abbastanza. Maledetti divi di Hollywood con gli ormoni ballerini!”
 
Il ragazzo sorrise un po’ per spezzare la tensione un po’ per mascherare la sua delusione. “ Sono un po’ triste. Avrei voluto trovare una ragazza un po’ facile con cui passare questo breve viaggio, invece mi ritrovo mezzo invaghito di una ragazza assolutamente sbadata che non mi considera per niente.”
 
Mel gli si avvicinò alzando la testa visto che Steven era più alto di lei di parecchi centimetri.
 
“Prometto di essere meno sbadata, però non posso fingere. Possiamo provare come semplici amici, che ne dici?”
 
Pessima idea, Melissa. Davvero una pessima idea.
 
Steven la guardò in quegli occhi grigi così grandi che trasmettevano un’allegria disarmante ed una sincerità quasi impossibile. Voleva immergersi in un quel cielo tipico autunnale per non uscirci mai più.
Ma non poteva, non poteva fare lo stronzo con una ragazza così.
 
E poi lei era invaghita di Ian e lui non era così sciocco da non accorgersene.
 
“E va bene, nanerottola.”
“Si… aspetta un attimo. Come mi hai chiamata?”
“Chi?”
“Me, Steven!”
“Uhm.. nanerottola?”
La ragazza si impuntò con i piedi come una bambina lasciandogli un’ occhiataccia.
 
Dovevano essere amici? Impresa assai ardua.
 
“Ok, basta scherzare. E’ meglio che me ne torni a casa e no! Non mi serve un passaggio. Ci vediamo in giro, ok? “
 
Mentre la ragazza si avvicinò per salutarlo, Steven ne approfittò per riprovarci. L’abbracciò molto intimamente, le accarezzò con finta nonchalance la schiena e le depositò tre baci partendo dalla guancia e lentamente, molto lentamente, fin troppo lentamente fino ad arrivare all’attaccatura delle labbra.
 
E così la serata spumeggiante di Melissa, si trasformò in un vero e proprio minestrone.
 

Ma di cosa si stupiva?

 
Fantozzi in realtà era suo padre, ci poteva scommettere.
 
E con aria leggermente scossa, se ne andò verso il parcheggio per riprendere la sua macchina.
Per completare la serata, trovò incastrato tra i tergi cristalli un biglietto.
L’unica cosa che riuscì a sospirare fu un “Cazzo.” Per poi partire di corsa verso casa con il cuore che saltava dalla gola alle caviglie.
 
Era il suo numero.
 
Ian le aveva dato il suo numero.
 
 
Che doveva fare?
 
 
***
 
 
Era passata esattamente una settimana e non aveva mai usufruito del contenuto di quel biglietto. Era quello il comportamento giusto, vero? Non lo sapeva. In tutta sincerità non aveva passato nemmeno una sera senza avere avuto l’impulso di chiamarlo.
 
Chiamarlo? E per dirgli cosa?
 
Era davvero senza parole. Lei  la classica sbadata della situazione, con la testa perennemente fra le nuvole e poche preoccupazioni a cui dare ascolto.
Lei si stava tormentando l’esistenza per 10 stupide cifre numeriche accompagnate da 3 lettere scritte di sfuggita.
Ian era davvero un personaggio tutto particolare. Prima l’aveva presa in giro, poi improvvisamente aveva riacquistato punti tanto che ci aveva provato spudoratamente ed ora, invece, si era completamente volatilizzato probabilmente contando che fosse lei a farsi sentire per prima.
 
Morale della favola : odiava questa perenne attesa ricca di indecisione. Bastava già lei come indecisa perenne, non serviva certamente lui a darle man forte.
Con questi pensieri che le soffocavano la testa si ritrovò sulla sua collina preferita, quello spiazzo d’erba a lei così caro che si affacciava sul mare.
 
Il mare.
Il mare sovrastava tutto e si congiungeva dolcemente con il cielo.
Azzurro, ovunque. Ne era circondata.
Circondata dal fatto che vedesse Ian in ogni cosa.
Com’era possibile?
 
Eppure era così.  Anche se avesse visto in quel momento un puffo, più che mettersi a ridere, avrebbe ripensato a quell’uomo.
 
Ma perché?
Perché erano bastati pochi minuti ed un gesto a lasciarla in quello stato emotivo devastante?
 
I giorni erano passati, le ore avevano affievolito i ricordi.. Ma le sensazioni no. Era come se le mani di Ian ancora la sfiorassero ed i suoi occhi la cercassero anche a kilometri di distanza.
 
Era decisamente K.O.
E mentre una leggera brezza le scompigliò i lunghi capelli, sentì una voce chiamarla.
 
Non poteva essere. Anche se indossava le sue cuffie giganti e dal suo Ipod si diffondeva una canzone alquanto malinconica; sentiva quella voce chiamarla.
 
Qualcuno le si sedette accanto e lei perse la sua personale scommessa.
 
“Ciao Melissa.”
 
Ed ecco che l’azzurro invase non solo i suoi occhi ma anche la sua mente.
 
“Ian.”
“Bel panorama qui.”
 
Mel abbassò lo sguardo e vide che tra le mani dell’uomo una sigaretta bruciava lentamente, creando una linea di fumo sinuosa che si confondeva con il cielo.
 
Dio, era ancora più bello che visto attraverso i ricordi.
 
Quella maglietta bianca aperta largamente sul petto e quei jeans stretti che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione.. Bene. Mel sentiva mancare il respiro ma cercò di mantenere un certo decoro.
 
Insomma, non poteva sbavare ogni volta che lo vedeva.
 
In teoria.
 
“Si è un bel posto, ottimo per stare tranquilli a riflettere.”
 
L’uomo tornò a guardarla. Il fatto che fossero entrambi seduti e vicini, contribuiva a renderlo ancora più bello. Il suo viso illuminato dal sole era qualcosa di indescrivibile.
 
“Perché non mi hai chiamato?” Ed una boccata di fumo contribuì a rigettare fuori quelle parole che Ian voleva dire da giorni.
“Perché non era il caso.”
“In che senso?”
“In che senso?! Ian, dopo lo scorso sabato sera, penso proprio non sia il caso di sentirci… Nina ne soffrirebbe troppo.” – ed anche io- avrebbe voluto aggiungerci lei.
 
L’uomo scosse la testa più volte, come se stesse cercando le parole giuste da dire.
Ma non arrivavano, le parole rimasero bloccate in quella boccata di fumo.
 
“Hai ragione. Non so nemmeno io che cosa mi stia prendendo... Penso che in quegli spaghetti ci fosse qualche genere di pozione strana.”
E le sorrise con estrema dolcezza.
 
Com’era possibile?
Essere sexy e dolci allo stesso tempo era illegale.
 
“Comunque, ora devo andare. Gli altri hanno organizzato una partita di beach volley in spiaggia e non posso mancare per niente al mondo.”
 
Eppure il suo sguardo diceva tutt’altro. Lui avrebbe preferito rimanere seduto li con lei, anche solo a parlare. Per dirla tutta, era letteralmente affascinato. Non era comprensibile il suo nuovo interesse per quella ragazza che ai suoi occhi era una semplice sconosciuta.
Ma la vita era imprevedibile e dopo il loro primo incontro, Ian ne era rimasto piacevolmente colpito.
Per non parlare del sabato successivo.  Averla vista ballare e divertirsi con così tanta spensieratezza, gli aveva ricordato un Ian più giovane che si divertiva come un matto solo per il piacere di farlo.
 
In quei 3 dannatissimi minuti, si era scordato del mondo.
 
La gente?
Il cast?
Nina?
 
Niente aveva più importanza.
C’era Melissa, nient’altro.
Ma cosa ci trovava in lei? La spensieratezza, l’allegria e la dolcezza; ecco cosa.
Qualità che Ian ricercava da sempre e che lei possedeva tutte.
Purtroppo, anzi avrebbe dovuto dire per fortuna : era fidanzato.
 
Nina era la ragazza perfetta.
 
Bellissima, simpatica ed intelligente. Eppure aveva sempre sentito in cuor suo che il loro rapporto, ben voluto da tutti, non lo soddisfaceva a pieno. In amore la perfezione è sinonimo di noia e lui era annoiato già da un po’.
Ma non poteva lasciarla. Non se doveva spezzarle il cuore per un suo capriccio momentaneo.
Perché era così che giustificava le sue azioni. Capriccio, voglia, attrazione.
 
Solo questo.
 

Ma era davvero così?

 
Il suo monologo interiore sembrava non avere fine finché la ragazza gli posò una mano sopra la sua, avvicinando pericolosamente il suo viso.
 
“Tutto bene? Ian sei pallidissimo.”
-Ti prego non guardarmi così, non toccarmi e non preoccuparti per me.-
 
Questo implorò la sua mente ma le sue labbra si mossero prima.
“Sto bene, è solo stanchezza. Comunque non avvicinarti troppo dolcezza, potrei non riuscire più a controllarmi.“
 
E sorridendo con il con il suo solito fare malizioso, il ragazzo se ne andò mandandole un bacio con la mano.
Era sempre facile nascondersi dietro a dei sorrisi ben studiati, battute precedentemente pensate e finta allegria di circostanza. Ian lo faceva da anni eppure sentiva che prima o poi avrebbe dovuto smetterla di fingere con se stesso.
 
Lasciandosi alle spalle il verde scolorito del prato estivo, Ian si diresse verso la spiaggia.
 
Era terribile.
 
Sentiva i suoi piedi pesanti e la testa quasi pulsava. Stava per rivedere Nina e i loro approcci ultimamente erano un po’ troppo turbolenti. E non solo per Mel.
Nina pretendeva tanto da lui e Ian non si sentiva più in grado di concederle tutto se stesso .
 
Che il suo amore stesse svanendo?
Che si stesse inaridendo lui stesso?
 
L’amore era sempre stato un grande enigma per lui. Pensava troppo spesso di aver trovato la persona giusta, la donna della sua vita, ma si sbagliava ogni volta clamorosamente.
Tante donne avevano preso posto al suo fianco ma poche ne erano state realmente in grado. Sapeva di essere un uomo difficile con cui stare, ma se si innamorava davvero, Ian dava tutto se stesso.
 

Senza riserve.

 
Togliendosi le scarpe e le calze, si accorse di quanto fosse fortunato. Possedeva nelle sue mani una quantità tale di soldi da sfamare un intera famiglia per un anno.
Fama, denaro, una donna meravigliosa al suo fianco ed un lavoro gratificante. Lui possedeva tutto questo.
 
Eppure si sentiva incompleto. Come se gli mancasse un ultimo tassello per completare il puzzle della sua vita.
Sospirò ed attraversò la breve distanza che lo separava dai suoi amici. Vide Nina che prendeva il sole insieme a Candice, chiacchierando come sempre; poi Michael e Steven giocavano a football, sorridendo al suo passaggio.
 
Dopo un breve cenno,  si avvicinò alle ragazze e dopo aver salutato anche loro baciò Nina prima sulla fronte, sul naso e poi dolcemente sulle labbra. La ragazza gli sorrise con estrema tenerezza e lui le diede un altro bacio decisamente più passionale spinto da tanta gioia.
 
“Hey, ti sta cercando Paul. E’ sugli scogli da mezzora intento ad osservare qualcosa di indefinito. Povero, gli mancherà tantissimo Torrey.”
Ian annuì. “Vado subito tanto ci vediamo dopo. Ciao anche a te Candy.”
 
Risalutò così le due donne e si spogliò rimanendo così in costume. Armato del suo inseparabile iPhone e i suoi insostituibili Ray Ban, scalò velocemente gli scogli; raggiungendo il suo caro collega.
 
“Hey amico.”
“Ciao Ian. Alleluja! Credevo fossi stato cucinato in padella dalla bella cameriera.”
 
Ian abbassò lo sguardo e si sedette su quella superficie ruvida e decisamente scomoda. Tra lui e Paul c’era ormai un ottimo rapporto d’amicizia. Complicità era una parola che chiave nel loro rapporto. Paul era molto simile ad un fratello per lui e spesso gli dispensava consigli utili sia per il lavoro che nella sua vita privata.
 
“Sono nella merda più totale, amico.”
“La ragazza è ancora meglio di quanto ti aspettassi, vero?”
Ian scosse la testa sorridendo con malinconia.
 
“Non so cosa mi prenda e come se fossi sotto l’influsso potente di qualche strano afrodisiaco. Paul non voglio fare un cazzata!”
 
L’altro ragazzo lo osservò per qualche secondo finché non trovò le parole giuste da dirgli. Dal suo sguardo veloce e limpido si capiva che stava pensando freneticamente.
 
“Ian ami Nina?”
“Certo.”
“Bang! Risposta errata.”
 
Dallo sguardo marino dell’uomo si poteva leggere chiaramente lo stupore di quella risposta.
 
“E tu come fai a saperlo? Dai, non prendermi in giro.”
“Ian se tu fossi realmente innamorato, non avresti così tanti dubbi. Quante donne ci hanno provato con te da quando stai con Nina? Tante. Eppure mai nessuna ti ha mai sconvolto quanto Melissa. Mi spiace essere brutale ma: sei Fregato.”
 
Una mano arrivò sulla sua spalla e a quel punto anche le parole diventarono superflue.
 
“Ho bisogno di tempo e devo chiarire le mie idee. Non voglio perdere Nina.”
Gli occhi verdi dell’amico si intristirono a quelle parole. La stretta sulla sua spalla diventò più forte.
 
“Non seguire la logica, ma il cuore.”
 
Ed Ian gli sorrise di rimando, ma non poteva fingere molto. Si sentiva nell’aria attorno a loro che la tristezza era calata su entrambi, ormai chiusi in se stessi con i propri differenti pensieri.
 
Ad un tratto Ian vide da lontano una figura a lui familiare.
Ed ecco li la fonte di tutto il suo turbamento e della sua incertezza sentimentale.
 
Mel infatti si era appena concessa un tuffo nel mare insieme a Steven e Michael. La ragazza era stata gentilmente invitata dal più piccolo del gruppo a partecipare al loro svago pomeridiano.
Ancora del tutto stupito Ian la vide correre nell’acqua mentre Steven la inseguiva amorevolmente.
 
Qualcosa non quadrava.
Perché si sentiva improvvisamente nervoso?
Cos’era quel prurito che proveniva dalle sue mani?
 
Si alzò di getto e cominciò a discendere le rocce. Ma la sua scalata venne interrotta da una scena ancora più sconvolgente.
 
Steven che prendeva con leggerezza in braccio Mel e le concedeva uno di quei baci che probabilmente Ian avrebbe catalogato come VM18.
 
E in quel momento poteva anche essere fidanzato e lei single.
In quel momento poteva anche non essere solo e Nina era li con lui.
Però non capì più niente.
 
Puntò il suo obbiettivo e partì in quarta.
Senza un motivo reale o una strategia ben congeniata.
 
Ian cominciò a correre verso la ragazza.
 
Con la rabbia in mano e la tristezza sul cuore.
 
 
 
-----
 
Eccomi qua!
Come state? Io bene :)
Finalmente e dico finalmente, ho postato questo capitolo. Mi è venuto un po’ lunghetto, lo so, ma non volevo dividerlo.
Spero vi sia piaciuto perché io mi sono divertita molto a scriverlo! Grazie mille a tutti voi, mi fate sorridere un sacco quando leggo le vostre recensioni o vedo le visite aumentare ogni giorno.
So di non essere un genio nella scrittura e che ho molte lacune, però vedere che continuate a seguirmi dopo Far Away, mi fa sperare e gongolare come una matta :)
Ed ora torno a fare i ringraziamenti a chi commenta ogni mia piccola follia! Scusate se mi sono dimenticata di farlo nello scorso cap xD
 
Grazie a : Mary 91, Dreamer_on_earth, Ili_sere_nere, Chara e buffy46 !
 
Vi aspetto su facebook per gli spoiler e tutte le info.
 
A presto dolcezze <3
 
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Capitolo 6
*** Nobody gets out alive. ***


Nobody gets out alive

 
 





 
Perché si ritrovava sempre in situazioni imbarazzanti nell’ultimo periodo?
 
Non era possibile!
 
Aveva appena ricevuto uno di quei baci da far perdere fiato e ragione in un sol colpo; e lei pensava solamente ad un modo per mascherarlo e nasconderlo agli occhi dei presenti.
La vita era proprio ironica certe volte. Mel si sentiva sfortunata nel vortice stesso della fortuna.
Aveva ricevuto il bacio perfetto; il più bello della sua semplice vita… ma dalla persona sbagliata.
 
Steven era un ragazzo dolce, simpatico, ricco e dannatamente single. Ma lei moriva letteralmente per quell’uomo dalla bellezza da eterno ragazzino e dal sorriso perennemente velato di malizia.
 

Ian.

 
Tre semplici lettere che nascondevano un abisso di complicazioni.
Ed ora che aveva assaporato un bacio così inatteso, si sentiva quasi in colpa. Aveva in qualche modo ceduto alle attenzioni premurose di Steven, sotto lo sguardo incredulo di un Ian che marciava dritto verso di lei.
 
“Steve, potresti farmi un favore?” Mel aveva paura che Ian combinasse qualche sorta di casino sotto lo sguardo dei suoi amici-colleghi; e non poteva permetterglielo. Non avrebbe contribuito a rendere la situazione ancora più difficile di com’era.
 
“Certo Mel. Dopo questo bacio potresti anche chiedermi di racchiudere in una bottiglietta la luna, che lo farei all’istante.” Che Dio l’aiutasse; Mel necessitava di un mucchio di autocontrollo in quel momento.
“Ecco… Potresti andare a prendermi un elastico nella mia borsa? Odio i capelli bagnati davanti agli occhi.”
 
Il ragazzo le toccò gentilmente i capelli per poi sorriderle dolcemente.
“Nessun problema. Basta che non scappi via bella cenerentola. Anche perché non avrei la scarpetta per poterti ritrovare.”
Mel rise con sincera allegria alla battuta del ragazzo. Era davvero un buon partito, un ragazzo perfetto per qualsiasi ragazza dotata di buon senso. Ma lei non lo aveva e il suo cervello malato le continuava a mandare immagini di Ian che la osservava sempre più da vicino.
 
Doveva salvare la situazione velocemente.
 
Respirò a fondo mentre Steven le diede le spalle ed avanzò lentamente verso la spiaggia. Nel frattempo Ian arrivò vicino a lei, scuro in volto e con i pugni chiusi.
Perché si sentiva ancora di più colpevole? Ma era davvero colpa sua?
 
“Tu che ci fai qui?” Decisamente Ian non aveva voglia di fare il gentiluomo in quel momento.
“Sto prendendo il sole. Non vedi?”
Lo sguardo che la ragazza ricevette fu abbastanza inquietante, tanto che indietreggiò di un passo all’interno dell’acqua bassa.
“Melissa, ti prego! Sii seria, che cazzo ci fai qui? Da quando te e Steven siete così intimi?”
“Da quando devo rendere conto a te di cosa faccio io? Ian per cortesia, sei fidanzato!” Ed ecco che anche la tanto imperturbabile Melissa, scoppiò.
 
Ian rimase senza parole per qualche secondo di troppo. Aveva ragione ,cavolo. Quella ragazza aveva toccato il punto dolente di tutta la questione.
 
Lui era fidanzato.
Lui non poteva farle domande sulla sua vita amorosa.
Tantomeno; lui non era niente per lei.
 
Ian aveva un profondo mal di testa per colpa di quei pensieri così scomodi. Non si riconosceva più. Era un uomo di 32 anni, innamorato perdutamente della sua compagna, ma erano bastati pochi giorni per fargli cadere anche quella sua insondabile convinzione.
 
“Hai ragione.”
“Lo so!”
 
Sorrise senza riuscire a controllarsi. “ Sei troppo saccente, ragazzina. Ti vorrei ricordare che hai ancora in debito, con il sottoscritto, una camicia sporca di sugo. Potrei ricattarti facilmente..”
Il terrore si rimpossessò dello sguardo limpido della ragazza. “ No, aspetta un attimo.”
L’uomo approfittando della sua evidente esitazione, prese a schizzarla con l’acqua salata. Ben presto il clima appesantito da quel bacio inaspettato, venne sostituito da risate e giochi d’acqua. Steven si era aggiunto alla inspiegabile felicità dei due, diffondendo così altrettanta a tutto il resto del gruppo.
 
Mentre Ian si concentrava sul quel gioco abbastanza infantile, il suo sguardo era vigile e totalmente rapito da quella ragazza. Mentre giocava come una bambina aveva una strana luce ad avvolgerla. Era come se il stesso sole si divertisse a sfiorarle la pelle olivastra.
 

Era bella, pensò Ian.

 
Si voleva maledire per quel pensiero; ma non lo fece. Non se quella vista gli provocò un sorriso sincero, quasi timido.
 
“Hey, Somerhalder! Che sorriso da scemo!” Anche Steven lo prendeva in giro ora. Avrebbe voluto picchiarlo solo qualche minuto prima ed invece in quel momento, si ritrovò a scherzare anche con lui.
 
Mezz’ora dopo erano tutti sdraiati sui propri asciugamani a parlare e ridere.
Ian condivideva il lettino con Nina che inspiegabilmente non l’aveva più mollato. In realtà la spiegazione c’era; ma lui non voleva pensarci. Perché era tutto così complicato?
Lui doveva amare Nina. Almeno era certo di quel pensiero fino a pochi giorni prima. Ora era tutto confuso e ritrovarsi Melissa così vicino e così inspiegabilmente bella; era ancora peggio. Non riusciva a pensare, non riusciva ad essere lucido.
Sentiva solo il suo cuore battere più del consentito e almeno che stesse rischiando l’infarto : si stava innamorando.
 

Innamorando di una ragazzina, porca miseria!

 
 
Intanto Mel fissava il sole attraverso i suoi Ray Ban colorati. Era una giornata bella, nonostante gli avvenimenti un po’ destabilizzanti. Aveva ricevuto un bellissimo bacio,era riuscita ad impedire una rissa ed ora si assorbiva le continue lamentele di Steven. Avevano deciso di condividere l’asciugamano e lui non finiva di incolparla di sporcarlo continuamente con la sabbia.
 
“Ma come faccio? Siamo circondati dalla sabbia, cretino!”
“Se tu la smettessi di muoverti come un’ossessa, potei evitare di mangiarla.”
Mel lo colpì con uno schiaffetto, girandosi poi dal lato opposto.
 
Steven era veramente un ragazzo in preda al primo amore. Si sentiva sempre felice e sulle nuvole. Si sdraiò anche lui abbracciandola da dietro molto teneramente. Sapeva che Mel non ricambiava i suoi sentimenti, ma per lo meno non lo rifiutava con violenza; e lui era felice di poterle stare accanto anche per brevi momenti. Si mise a baciarle il collo senza minima vergogna o timore. In fondo i suoi colleghi ormai era diventati i suoi intimi amici. Avevano conosciuto  i mille variegati aspetti del suo carattere. L’avevano visto arrabbiato, triste, combattuto ma anche allegro ed euforico.
Sentì la pelle di lei tendersi e i suoi peli rizzarsi velocemente per il piacere.
 
“Steven. Dai, basta. Per piacere..”
“Sicura?”
La vide girarsi verso di lui e concedergli uno sguardo implorante e lui decise di lasciarla in pace. Doveva controllare i suoi bollenti spiriti o l’avrebbe fatta scappare ancora prima di sfiorarla davvero. Sbuffò leggermente quando poi sentì la voce di Candice giungere verso di loro.
 
“E dai Nina! E’ un’idea stupenda! E’ da un po’ che non ci giochiamo come si deve!”
La mora sembrò soppesare l’idea.
 
“E va bene. Però non in camera mia e di Ian. Non voglio ritrovarmi fiches nella biancheria come quando siamo andati a Parigi!”
“Sarà fatto! Hey piccioncini? Steven? Melissa?”
 
I due si alzarono contemporaneamente volgendosi verso la bionda.
“Stasera partitina a poker in camera mia. Ci state?”
 
Steven guardò intensamente Mel per ricevere il suo assenso  e quando arrivò avrebbe voluto tanto ribaciarla per la gioia.. Ma! Doveva trattenersi, cavolo!
 
“Certo. Mel?”
“Si può fare!”
 
E così dicendo passarono il resto del pomeriggio tra giochi, risate e tanta allegria. Solamente Mel era un po’ nervosa. L’idea di passare una serata sia con Ian che con Steven, la innervosiva alquanto. Sperava solo che il suo timore fosse infondato.
 
 
 
***
 
Qualche ora più tardi.
 
 
 
 
“Ma tutte le fortune a te. Mel, cavolo, ma buttati su Steven! Cosa te ne frega di Ian..”
 
La ragazza era ovviamente al telefono con Giulia. Come al solito necessitava della sua amica per una mega consultazione.
“Non.Mi.PIACE! Come devo dirtelo?!”
“Fattelo piacere. Dai, baby.. Non puoi lasciartelo sfuggire! E poi è dolcissimo, bellissimo..”
“Levissimo?”
“Sei sempre la solita! Comunque.. dimmi un po’ di Sexyhalder. Che dice?” Mel si trovò a sorridere ripensando al pomeriggio appena passato.
 
“Il problema non è quello che dice, ma cosa fa. Sinteticamente : oggi voleva fare a botte con Steven dopo il suo bacio da urlo.”
“Ma woooow! Sisi, te l’avevo detto che con quel vestito l’avresti ingelosito.. Sempre meglio, amica mia. Sempre meglio.”
“Invece io direi : sempre peggio. Come farò a sopportare entrambi stasera? Già c’è tensione emotiva tra me e Steven dopo quel bacio.. Ora se si aggiunge anche Ian; sono finita.”
L’altra ragazza sospirò cercando di trovare le parole giuste da dire alla sua amica.
 
“Vuoi un consiglio, vero?”
“Ovvio. I tuoi sono sempre così preziosi!”
“Beh..Cerca di chiarire la situazione nel tuo cuore. Se proprio non riesci ad innamorarti di Steven : presentamelo. Ci penso io, don’t worry!”
“Grazie. Sei sempre la solita, eh! Corro a prepararmi ,dai. Ci sentiamo domani, baci Sweetie!”
“Conquista, bella!”
 
Così la comunicazione venne interrotta e Mel si accasciò definitivamente sul suo grande letto. Era davvero semplice a parole, ma i fatti erano tutta un’altra cosa.
Lei si stava affezionando a Steven e se non ci fosse stato Ian, probabilmente avrebbe ceduto a tutte quelle avances.. Però… Beh, Ian c’era. Più che mai e sempre più insistente. E non la aiutava affatto a chiarire i suoi sentimenti. Prima non la calcolava ed ora faceva il fidanzato geloso. Che doveva fare?
Con ancora più pensieri per la testa, Mel si preparò di corsa con un paio di Jeans, una canotta ed ai piedi delle decolté semplici.
 
Armata dalle più buone ed innocue intenzioni, si precipitò all’albergo.
 
***
 
Arrivò alla meta predestinata e dopo aver chiesto il numero della camera, si avviò verso gli ascensori.
I numeri scorrevano freneticamente mentre i pensieri della ragazza divagavano nei meandri più nascosti della sua mente.
Stava diventando tutto complicato.. tutto assurdo. Non poteva permettersi di ferire contemporaneamente due persone; anche perché  non ne era capace. Non era mai stata un asso in amore eppure.. Eppure in quel momento si trovava tra le grinfie di due uomini stupendi, ma impossibili.
Scosse la testa quando arrivò finalmente a destinazione.
Prese qualche respirò a bussò, riacquistando il suo solito buon umore.
 
“Eccoti cara! Entra dai, aspettavamo tutti te.”
“Addirittura! Scusate il ritardo.” Entrò così nell’enorme camera con vista sul mare. Era veramente graziosa con tanto rosso e bianco. I mobili con il design moderno e un ampio tappeto al centro della stanza dove erano mollemente seduti, tra tanti cuscini, tutti i ragazzi. L’unica che mancava era proprio lei, quindi ci mise poco a prendere posto vicino a Nina che era circondata dalle braccia di Ian.
Soffocò un lamento di sofferenza per quella vista, ma la sua tristezza non durò molto. Steven era già giunto a cingerle un anca con la sua mano, disegnando lentamente tanti piccoli cerchi con il pollice.
 
“Ma buona sera. Come siamo belle questa sera.” Sorrise e la baciò lievemente sul naso.
 
E per fortuna che doveva essere una serata tranquilla.. Si, certo!
 
“Bene, bene. Steven hai portato le carte?”
 
La bionda regalò uno sguardo a dir poco glaciale al ragazzo che si rimpicciolì un po’.
 
“Ma io non ce le ho qui, Candy. Dai, le porti sempre tu!”
“Per una volta potevi portarle tu! Le mie le rovinate sempre mettendovele nei boxer..”
“Pensa che io non li indosso nemmeno i boxer!”
IAN!” Reclamarono in coro Nina e Candice fingendo disgusto.
“Beh amico, io invece metto i perizoma di Torrey per non sentirmi solo.”
“MA ORA COSA C’ENTRA, PAUL?!”
Tutti scoppiarono a ridere contagiando anche Mel. Evidentemente far impazzire Candice era uno dei loro sport preferiti.
 
“ Allora vado a prendere le carte, brutti scansafatiche.”
Steven uscì velocemente dalla camera per andare a prendere ciò che serviva.
Mel si sentiva continuamente sotto lo sguardo magnetico di Ian che nonostante stesse toccando e baciando timidamente il collo della sua ragazza; non la mollava per un secondo  con lo sguardo.
Cercando di non farsi scoprire, mosse leggermente gli occhi verso di lui; ritrovandosi così completamente inghiottita in quell’oceano cristallino.
Ian la guardò con esigenza e mentre percorreva con le labbra il collo di Nina spostò lo sguardo su quello di Mel come se le stesse promettendo la stessa sorte più tardi.
 
Era decisamente troppo, non poteva andare avanti così!
 
Usufruendo del leggero silenzio che era calato, Mel si congedò andando poi alla ricerca di Steven. Appena chiuse la porta se lo trovò davanti sorridente come al solito.
 
“Sono tornato. Hey ti sono mancato così tanto?”
“Steve.. “
“Che c’è?”
“Se continui così peggiori solo le cose. Mi metti davvero in difficoltà.”
“Mi spiace. E’ che non riesco mai ad essere composto e misurato con te.. Sei troppo bella ed ho paura a lasciarti sfuggire.”
 
Il suo cuore fece una capriola. Erano parole bellissime erano.. perfette.
Avrebbe dovuto abbracciarlo e baciarlo con trasporto ed invece si sentì ancora più confusa ed intimorita.
Finse di sentirsi poco bene per poter prendere un po’ d’aria. Così lasciò entrare Steven e lei si precipitò dentro all’ascensore per scendere fino all’uscita dell’albergo.
L’aria fresca era ciò che le serviva più di ogni altra cosa.
 
Talmente concentrata nei suoi tormentati pensieri, la ragazza non si accorse che qualcun altro era entrato nell’ascensore;  finché due mani le si posarono sugli occhi. Era rimasta di schiena alla porta, totalmente in confusione per la piccola dichiarazione di Steven.
 
Quando sentì quelle due mani grandi sul suo viso, capì di chi erano.
 
Ian aveva quel profumo inconfondibile.
 
“Indovina chi è!”
“Ian..” Sbuffò sconsolata.
“Ma che brava!”
La ragazza si girò cercando di allontanare il corpo di Ian dal suo. Era troppo anche per lei, non ce l’avrebbe fatta; se lo sentiva.
 
“Che hai?”
“Porca miseria, Ian! Stavi baciando la tua ragazza fino a due minuti fa! Ma cosa vuoi da me? Cosa vuoi? Io non ce la faccio più!”
 
Mel era stremata da quella continua tensione, sentiva i nervi a fior di pelle e il cuore battere più del dovuto.
 
“Io..” Ian era titubante e risentito. Era un’incoerente bestiale, se ne rendeva conto. Però stava cercando di ascoltare il suo cuore e lui urlava disperatamente Mel da circa 7 lunghissimi giorni.
 
“Io..” Riprese fiato e continuò.” … Mi piaci Melissa.”
Il silenzio calò nella cabina che percorreva velocemente la lunga discesa verso il piano terra.
 
Doveva muoversi.
 
Ian doveva dirle tutta la verità prima che fosse troppo tardi.
 
“Mi piaci da impazzire. Ti guardo da tutto il giorno, ti vorrei sempre accanto.. Sono pazzo! Pazzo ed incoerente, ma non posso farci niente. Mi hai stregato.. Mi hai stregato fin da quando mi hai gettato addosso quei fottutissimi spaghetti! Sono fidanzato, sono famoso, sono quel cazzo che vuoi. Ma.. non riesco a dire di no. Non riesco a dirti di no. Il mio cervello ci sta provando da interminabili minuti, ma il mio corpo e il mio cuore : se ne fregano.
ME NE FREGO DI TUTTO. Io.. Ti voglio. E non solo per un piacere effimero.. Ti voglio davvero al mio fianco. Ti voglio come mia compagna, Melissa.”
 
Mel aprì la bocca e rimase immobile per interminabili secondi. Mancavano pochi piani e sapeva che Ian voleva una risposta.. Voleva un . Ma lei non poteva, non riusciva a fregarsene di tutto e di tutti. C’erano in ballo altri due cuori e lei non si sentiva così stronza da infrangerli bellamente senza rimorsi.
 
“Ian.. Nina? E Steven? Non posso.. Mi spiace io..”
Ma non riuscì a terminare quella frase.
 
Due mani le intrappolarono il viso e due occhi glaciali l’esploravano nel più profondo dell’anima.
 
“Se loro non ci fossero, cosa mi risponderesti?”
“Non vale.. Non ti rispondo.”
“CAZZO MELISSA! Rispondimi. Se loro non ci fossero, se non dovessimo causare a loro nessun male : Cosa mi risponderesti?”
 
Sentì due leggere lacrime sfiorarle le guance e anche la durezza della realtà la colpì in pieno petto.
 
. Ti risponderei mille volte .”
 
E non servirono più le parole.
Le loro labbra si unirono, si cercarono e si morsero per lunghi istanti. Il cuore di Ian urlava il nome della ragazza e lei rispondeva, placava il suo dolore..
Ad un certo punto si ritrovò addossata alla parte dell’ascensore con nemmeno un pensiero per la testa. Sentiva le mani di Ian che la cercavano, e lei si muoveva di conseguenza.
 
Le loro labbra non si staccarono nemmeno per un secondo, anche quando le loro mani intrecciate si posarono sui loro petti in corrispondenza dei loro cuori.
 
Quando le porte si aprirono Ian si staccò a malincuore da quelle labbra meravigliose.
 
Ed ora aveva dato inizio al casino.
 
Era il momento di mettersi in gioco e  lui non si sarebbe tirato indietro.
 
Melissa era la sua nuova ed irrinunciabile priorità.
 
 
 
 
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Ehm .. Ehm.. Eccomi xD
 
Ok, respiro un attimo perché è stato un capitolo molto intenso.
Grandi rivelazioni, avvicinamenti e baci. Ragazzi e che baci! Prima quello di Steven xD Ora quello di Ian.. Voi quale dei due scegliereste?
Il dolce Steven o il sexy Ian?
 
Eh bella scelta, io stessa prenderei tutti e due e chi si è visto, si è visto xD
 
Vabbè! Passiamo a cose più serie u.u
 
Voglio ringraziare tutti voi che continuate a seguirmi e recensire con amore. Leggo tutte le vostre recensioni che mi danno la giusta carica per portare avanti tutti i miei progetti :)
 
Ringrazio : buffy46, Ili_sere_nere, Dreamer_on_earth, chantal sonzogni, Chara, Mary 91 e pazzaSDLF! Grazie mille <3
 
 
E se vi sono piaciuta in questa storia, potete leggerne altre :
 
 

 
 
 
Sono anche su facebook :)
 
Ora vi saluto e attendo i vostri commenti.
 
A presto, bellezze <3
 

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Capitolo 7
*** Now I'm Here. ***


Now I’m Here

 






 
Erano passati due giorni, dodici ore, venticinque minuti e quarantaquattro secondi.
Ian era sdraiato nella sua camera d’albergo ad osservare catatonico il soffitto. Difficile, era estremamente difficile trovare le parole giuste da dire a Nina. Ormai era giunto all’amara conclusione che doveva lasciarla subito senza indugi. La ragazza non si meritava di essere presa in giro. Lui non l’amava più, sentiva che il dolce sentimento che provava prima : stava svanendo lentamente. Certo, l’incontro-scontro con Mel aveva contribuito gran parte ad alimentare questa sua convinzione, ma il loro rapporto aveva perso ormai il suo originario trasporto emotivo e passionale.
Mille immagini di ricordi passati gli attraversarono la mente e un sorriso malinconico nacque dalle sue labbra. Il loro primo incontro e il viso dolce di Nina dovuto all’imbarazzo, il loro primo ciak insieme e quel bacio sul set che fu galeotto per il loro amore. Non aveva rimpianti; aveva amato davvero quella bellissima donna ricca di fascino ed intelligenza. Avrebbe conservato gelosamente quei giorni felici, quelle risate nascoste e l’amore fugace che li consumava dolcemente nei camerini.
 
Sospirò girandosi su un lato mentre Nina entrava velocemente nella camera, avvolta da un leggero asciugamano. Osservava con estrema attenzione i suoi semplici gesti. Si spazzolava lentamente i lunghi capelli e gli indirizzava di tanto in tanto, qualche occhiata divertita dal grande specchio di fianco al letto. Ian si spettinò i capelli, cercando di rilassarsi. Doveva essere una scena normalissima in una solida coppia, eppure il nervosismo e l’agitazione non lo abbandonavano. Sapeva quello che stava per fare e il suo subconscio non la smetteva di tormentarlo. Era a conoscenza che quei pensieri avrebbero causato delle spiacevoli conseguenze. Ma ormai aveva deciso. Melissa era diventata la sua nuova ed irrinunciabile priorità e non poteva far soffrire né lei, né Nina ancora per molto.
 
“Come mai sei così pensieroso, oggi?”
Ian riportò così la sua attenzione verso la ragazza. “ Sono solo tranquillo e rilassato… Senti, ti va di fare una passeggiata?”
Lei lo osservò prima stupita e poi sorridente.
“Certo, andiamo.”
 
Mano nella mano, camminavano lentamente sotto il cocente sole estivo. Nel silenzio calmo  entrambi osservavano il mondo intorno a loro. Le palme sulla strada, i fiori colorati, qualche piccola coppia di anziani e bambini vivaci che giocavano a rincorrersi. Il mondo era felice e si godeva a pieno la bellezza di quella quotidianità; invece Ian era ancora inquieto e sentiva il cuore pulsare e le parole spingere sulle labbra, per liberare così la sua mente dal peso tremendo della verità. Non era facile comportarsi pacatamente quando dentro te stesso c’era l’inferno.
 
“Ian è arrivato il momento, vero?”
 
Due grandi occhi nocciola lo incatenarono dolcemente.
Poteva essere per caso davanti ad uno specchio? Ironicamente sul volto della ragazza, leggeva quel tormento, quel muto dolore che imperversavano nei suoi pensieri da giorni.
 
Lei lo sapeva. Lei lo aveva capito
 
“Nina.. Io non lo so. Non mi è mai capitato di sentirmi così confuso.. Così perso.”
Si sedettero su una panchina della lunga passeggiata, mentre le loro mani si lasciavano lentamente. Non sentendo più quel tiepido contatto, la mente di Ian cominciò a metabolizzare cosa, di li a poco; sarebbe accaduto.
 
“Sentivo che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi. Vorrei urlare, implorarti, picchiarti e baciarti nello stesso momento. Ti prego, Ian… Dimmi che non è vero.. Dimmi che non è per lei!”
 
Il suo sguardo cristallino vagava confuso verso l’orizzonte del medesimo colore. Sentì una mano spostargli il viso e le labbra di Nina che lo cercavano con tremenda esigenza e disperazione. Quel bacio era salato e dolce allo stesso tempo. Quelle lacrime che esplodevano silenziose ma copiosamente su quel piccolo viso, lo fecero sentire ancora più in colpa.
Perché proprio a lei? Alla fine, poteva fare l’uomo maturo quanto voleva; ma si stava effettivamente comportando come un ragazzino in preda agli ormoni.
Aveva baciato due giorni prima Mel nell’ascensore con tremenda passione ed ora ricambiava quel bacio disperato di Nina. Il suo stomaco si attorcigliava su  se stesso, i suoi polmoni si sentivano ripieni di aria malsana e il tocco delle sue mani sul viso di lei; era tremante e freddo.
Sensi di colpa?
Scelta sbagliata?
“Non è solo per lei.. Però ha avuto un peso non indifferente. Nina, non so come rendere questa situazione più piacevole o per lo meno, meno dolorosa. Non meriti tutto questo, eppure eccomi qui; che cerco di giustificarmi come un coglione e tu mi guardi e  mi ascolti, nonostante il mio essere un pezzo di merda.”
“Ian..”
“No. Fammi finire! Non voglio fare la vittima e nemmeno il carnefice. Il nostro rapporto è stato bellissimo in questi due anni. Sono stato così bene che non capisco nemmeno io ciò che mi sta succedendo.. Ho 32 anni, non 15.. Ma, DIAMINE! Non riesco più guardarti negli occhi, senza non vedere lei.”
 
Quegli occhi lo guardavano velocemente , ormai completamente ricolmi e bagnati dalle calde lacrime. Solo in quel momento Ian si accorse che non si era nemmeno truccata.
 
Lei lo sapeva. Lei lo aveva capito
 
“E’ così straziante sentirsi strappare il cuore, Ian. Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi come dovrei.. Dovrei fare una sceneggiata, schiaffeggiarti, urlarti gli improperi peggiori.. Invece : guardami!”
 
Lui non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi perché tutto quel dolore, e lancinante sofferenza; erano colpa sua. Le lacrime lottavano per scendere anche dai suoi profondi occhi ghiaccio, ma lui lo impediva. Non avrebbe avuto senso piangere visto che era lui che la stava lasciando; era lui l’artefice e l’esecutore massimo.
 
“Sono un bastardo, dillo.”
“No. Non posso Ian.. Io.. Voglio rimanere sola adesso.. Non voglio più vederti.”
 
Doveva aspettarselo, doveva incassare il colpo in silenzio e muto assenso.
Perché faceva così male? Perché anche il suo cuore si sentiva straziato?
 
“Come potrei impedirtelo, Nina? E’ il minimo.. Promettimi che riusciremo a mantenere un buon rapporto almeno per il lavoro.. Non voglio rischiare di perdere una persona magnifica come te.”
 
Egoista, ecco cos’era. Non solo un grandissimo stronzo, ma anche un perfetto egoista.
 
“In questo momento, vorrei solo mandarti al diavolo. Maledizione a me! Eppure me lo avevano detto! Mi avevano avvisato che eri un bastardo egoista, capace di amare solo te stesso e il tuo lavoro! Mi fai schifo, Somerhalder! Mi fai schifo e ti Amo.”
 
La ragazza raccolse frettolosamente le sue cose, e si diresse senza una vera e propria meta verso l’altra parte della strada. Nina correva via da lui, mentre il suo petto tremava.
Ian si accorse di essere scoppiato a piangere troppo tardi.
Era solo, senza una spalla su cui appoggiarsi e senza un mano amica a scostargli le lacrime amare dal volto.
 
***
 
“Te lo sto dicendo da 12 minuti e 44 secondi, Giù! Non lo sento da due giorni, mentre c’è Steven che invece non mi molla un attimo. Non c’è che dire : quel bacio ha portato solo più confusione di prima.”
 
Mel osservava stancamente il mare dalla finestra della propria camera, mentre cercava in qualche modo di non pensare al casino allucinante nel quale era finita in pochi giorni.
 
“Beh, non vuol certo dire che lui se lo sia dimenticato.. Anzi. Nel momento in cui lo vedrai, saprai automaticamente la sua scelta. In fondo, mica sta con la bella bulgara? Secondo me se la lascia, è fatta. Diventerete presto la nuova coppia dell’anno! Aaaah, sento già profumo dei fiori d’arancio!”
Mel scosse la testa, nascondendo un sorriso sereno. “ Certo, certo. Io sento altri tipi di odori.. E ti assicuro che sono meno piacevoli!”
“Che cretina che sei! Perché devi sempre buttarti così giù? Cavolo, IAN SOMERHALDER  ti ha BACIATA con tanto di PALPATINE ben piazzate, in un ASCENSORE. Beh, se questa è semplice fortuna; io sono Gerry Scotti.”
 
Le risate diventarono sempre più forti, sia da una parte che dall’altra.
“Ora che mi ci fai pensare, ho fatto conquiste. Solo che non ho solo Ian come  problema, il vero cataclisma è Steven. Te l’ho detto cosa ha fatto stamattina?”
“Quando si è arrampicato fino alla tua finestra?”
“No, quello era ieri sera. Comunque, visto che era caduto non è riuscito nel suo intento.. Ti dicevo. Stamattina, con la scusa delle stampelle e del gesso; si è presentato a casa mia. Per fortuna non c’erano i miei…”
“Perché? Ti prego non mi dire che lo avete fatto con la porta aperta ed i vicini a guardavi con tanto di pop corn!”
“Giùùù! Maledetta maliziosa e pervertita! Lui mi ha solo baciata sull’uscio, mentre io ero ancora in pigiama e tutta assonnata.  Poi però, mi ha anche spintonata..”
“E poi?? Cazzo! Non puoi farmi penare per sapere dettagli succulenti!”
 
Mel si sdraiò sul letto, mentre le sue guance si tingevano di un caldo rosso ciliegia.
“E ci siamo salutati allegramente sul divano. Niente di ESPANSIVO, tanto per essere chiara. Però è stato così.. Dolce, romantico, premuroso, carino.. No, non posso continuare di questo passo.”
“Uhm.. Vuoi qualcuno che ti smaltisca la quantità di coccole? Sai, io non è che mi faccia molti problemi. Presentami uno dei due, ed hai messo fine ai tuoi dilemmi interiori.”
 

“MELISSA! MUOVITI CHE LA CENA E’ PRONTA! HAI INTENZIONE DI DEGNARCI DELLA TUA PRESENZA O DEVO CHIAMARE I POMPIERI PER COSTRINGERTI AD USCIRE FUORI DALLA TUA CAMERA?”

 
“Cazzo..”
“Sai che ho sentito il grande capo fino a qui? Dì a tua madre che i pompieri vanno più che bene, ma che ormai la tua vita sessuale è già ben piazzata.”
Giùùù!” E tra le risate Mel chiuse la telefonata avviandosi afflitta verso il patibolo.
 
 
“Come stavo dicendo prima.. Andrea ci raggiungerà con i suoi amici per un paio di settimane. Dopo varie imprecazioni, si è offerto di sua spontanea volontà di aiutarci al ristorante. Ah, finalmente saremo di nuovo al completo; come una vera famiglia! Siete felici, vero?”
Inutile dire che Mel e suo padre si scambiarono uno sguardo afflitto e amaro dopo il breve monologo della padrona di casa. Sua madre era davvero il diavolo in persona. Già si immaginava la sequela di minacce che avevano fatto cedere quel grandissimo stronzo di suo fratello. Lei, in fondo, ci godeva letteralmente. Così imparava a scaricare tutti gli impegni sempre a lei, con la scusa che era la più piccola della famiglia.
Il suo ghigno sicuramente, non era sfuggito a sua madre, che dopo pochi bocconi; tornò ad inchiodarla con uno sguardo di fuoco.
 
“ E tu signorinella, non credere che con l’arrivo di Andrea, potrai fare quello che vuoi e mancare dal lavoro senza motivo. Andrea verrà, perché siamo talmente pieni di lavoro che non bastano più le nostre mani. E poi, se proprio devo essere sincera..”
“Non ce n’è bisogno, cara..” L’intervento di suo padre fu troncato sul nascere con un semplice e duro sciocco della lingua della donna.
“Oh certo, Paolo! Ce n’è  bisogno, invece! Nostra figlia ultimamente sta facendo il bello e il cattivo tempo.. E ora hai visto con chi esce? Attoruncoli volgarotti.. Per lo meno, sono favolosi da vedere. Chissà se lo sono anche da sentire; stupidi americani!”
 
Ed eccola che la cara mamma Elizabeth, inglese patriottica convinta; cominciò con gli elogi alla regina, al principe Carlo a confronto con il povero presidente Obama e compagna.
Lei ormai era rassegnata. Amava l’Inghilterra quanto l’America ed era una perdita in partenza discutete con sua madre su quell’argomento.
 
Per fortuna che la cena si concluse velocemente e lei dovette così prepararsi per il suo tanto e amato lavoro.
 
 
***
 
 
Sgommando come una pazza, entrò al “Blue Summer”.
 
“Buona sera, Melissa!”
“Zio Beppe! Lo sai che ho visto un documentario sulla potatura degli alberi, oggi?”
I grandi occhi dell’uomo si illuminarono solo al pensiero. “ Brava nipotina, tu si che mi capisci! Domani mi darò alla cura dei miei amati cespugli a forma di dado. Sono elettrizzato!”
“Pino ti faccio elettrizzare io, se non ti muovi a cucinare gli spaghetti!” Zia Rosy sbucò dalle scale, entrando così in cucina.
“Povero zio.. so come ci si sente a non essere capiti!”
 
Scambiandosi uno sguardo di intesa, Mel uscì poi dalla cucina dirigendosi verso l’enorme locale.
“Ciao bella addormentata.. Oggi non è arrivato il tuo principino?
Mel sbuffò sorridendo. “Quale dei due, Giorgio?”
“Mah io preferisco quello più simpatico. Ian è insopportabile, se la tira in una maniera assurda.”
“Non è vero, Giò!”
Il ragazzo le sorrise, accarezzandole distrattamente il viso. “Va bene, va bene. Vediamo poi cosa ne penserà Andrea.. Ci sarà da divertirsi, sicuramente.”
 
Mel simulò disinteresse e si avviò verso i tavoli per iniziare quella lunga serata di lavoro.
Giorgio era stato il migliore amico di suo fratello da secoli e la conosceva forse più dello stesso Andrea. Ormai erano fratello e sorella, si confidavano da sempre e lei lo aveva aiutato tanto in passato come lui aveva fatto lo stesso più volte con lei.
 
“Laura!”
“ ’sera Mel! Stasera c’è tantissima gente… Mamma mia!”
“Davvero.. Guarda quella comitiva del 20! Te la concedo più che volentieri..”
“Dai, solo perché sei tu… Senti, poi posso farti una domanda?”
“Certo, anche ora!”
“Sempre le solite lazzarone, eh! Su su, a  L A V O R A R E!”
Giorgio sbucò con tanto di sorriso e vassoio già stracolpo di ordinazioni.
“T-te l- la dico d-dopo...”
 
Mel vide Laura rossa in viso e leggermente tremante. Il suo cervello stava già elaborando diverse congetture al riguardo della sua strana reazione, ma la voce squillante di sua madre, riportò tutti i ragazzi sull’attenti e ai propri posti di lavoro.
 
 
La serata trascorse serenamente tra scherzi, prese in giro e tante risate. Mentre Mel si cambiava velocemente negli spogliatori, si ricordò del discorso appena accennato di Laura, poche ora prima.
 
“Ah, Lau. Cos’è che volevi dirmi prima?”
 
La rossa si bloccò sul posto quando sentì quelle parole.
“Tranquilla, Mel. Niente di importante.”
“Uhm.” Mentre si sistemava il trucco, Mel non poteva non pensare alla reazione di Laura alle parole e soprattutto alla vicinanza di Giorgio.
Poteva spingersi così in là con le confidenze?
Avrebbe fatto la figura della ficcanaso?
 
“E’ per Giorgio?”
 
La maglietta cadde dalle mani di Laura e il suo sguardo non incontrò più quello della mora.
 
“Ecco..”
“Non sei obbligata a confidarti, tranquilla! Facciamo che non ho detto niente, ok?”
La ragazza si sedette sconsolatamente, stritolando la propria t-shirt tra le piccole e pallide mani.
“Giorgio mi..” prese una piccola pausa deglutendo visibilmente. “.. m-mi piace.”
 
L’altra ragazza sorrise dolcemente, mettendosi poi in ginocchio di fronte alla rossa. Sorrideva serenamente e vedere lo sguardo luccicante, le guance accaldate e il respiro accelerato della sua collega; la fece intenerire ancora di più.
 
“Non ti devi vergognare, Laura. E’ un sentimento nobile e importantissimo. Ecco, l’unico appunto che posso farti è che hai un pessimo gusto in fatto di uomini!”
Risero entrambe rompendo il momento di imbarazzo. “ Scherzo dai.. Giorgio è un bravo ragazzo, simpatico e dolce. Anche se sembra un duro e perverso, ha un animo nobile. Ma non dire che te l’ho detto.. Potrebbe linciarmi per queste rivelazioni!”
 
La rossa le sorrise timidamente, però c’era evidentemente qualcos’altro che la turbava.
Mel decise di attendere, perché aveva ormai capito che Laura era una persona che si apriva solamente se le si lasciava lo spazio per farlo; pressandola non avrebbe ottenuto niente.
 
“Melissa.. Senti. Non è che tu e Giorgio.. Insomma, siete stati insieme?”
Mel per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Cadde per terra perdendo l’equilibrio, arrancò con le braccia per aria per cercare di respirare e alla fine scoppiò in una risata sguaiata e poco fine.
 
“Ma stai scherzando?!? Certo che no! Giorgio è tutto fuorché il mio tipo, tranquilla.”
La loro breve chiacchierata si concluse così, con una Mel felice e una Laura ancora più estasiata. Il suo sorriso era talmente ampio da toccare il cielo.
 
 
***
 
 
Mel così salutò tutti e si diresse verso la sua amata Ford Fiesta. Mentre camminava, e cercava le chiavi nella borsa; qualcosa la fece pian piano arretrare.
 
“Ma cosa?”
“ ’sera Melissa.”
Due tristi e leggermente arrossati occhi blu la scrutarono per tutto il suo breve tragitto fino alla macchina.
Ian era appoggiato alla portiera del guidatore, con le braccia conserte e una gamba leggermente incrociata sull’altra. In quella maglietta larga con il collo a V color panna e quei jeans bucherellati,  era ancora più bello di quanto lei si ricordasse.
 
Certo era passato poco tempo, eppure quell’uomo sembrava invecchiato all’improvviso. Gli occhi erano spenti, i lineamenti troppo rigidi ed il corpo mollemente appoggiato al suolo , come se niente gli importasse davvero.
In preda a diverse emozioni, Mel gli si parò davanti e gli sorrise flebilmente.
 
“Ciao Ian. Tutto bene?”
Non una parola provenne dalle sue labbra; solamente i suoi occhi si muovevano sul viso della ragazza.
 
“L’ho lasciata.”
 
Il silenzio piombò duramente dopo quelle parole.
Mille diverse emozioni lottavano nel piccolo corpo della ragazza. Stupore, tristezza, amarezza, felicità, eccitazione e tenerezza. Senza motivo, senza una parola; lei gli si avvicinò e lo abbracciò. Le sue braccia lo stringevano con forza, il suo viso si appoggiò sul petto per sentire il battito del cuore di Ian. Voleva aiutarlo, voleva salvarlo da quel dolore così evidente e così tangibile.
 
Era colpa sua?
Si stava comportando da ipocrita?
 
Poco importava. In quel momento c’era solo Ian che soffriva e lei voleva semplicemente guarirlo da quella vivida tristezza.
 
“Oh, Mel..” Sentì una sua mano stringerle la testa ed i capelli, mentre le sussurrò quelle parole soffocate sul suo collo.
“Non ti preoccupare.. Io sono qui.”
Un braccio dell’uomo le strinse con forza la vita ed Ian seppellì poi viso tra i suoi lunghi capelli.
 
“Me lo prometti?”
“Cosa Ian?”
“Di esserci. Ci sarai per me da ora in poi?”
Quelle parole le fecero riempire gli occhi di grosse lacrime salate.
“Fin quando non ti stancherai di me. Sono qui, Ian. Sono qui.”
 
E il pianto travolse entrambi, uno nelle braccia dell’altra, uno con il viso immerso nella pelle e nel profumo dell’altra. Quella forza, quella ricerca e quella necessità; li stava portando nella via di non ritorno.
Non potevano tornare indietro, in quei singoli istanti si stavano promettendo molto di più che semplice affetto o vicinanza. Ian le stava chiedendo una presenza fissa, una stabilità permanente.
Erano parole pesanti, gesti concreti; non più facili scherzi maliziosi o semplice attrazione.
Amore?
Amicizia?
Nessuno voleva dare spiegazioni, nessuno voleva interrompere il silenzio ricco di mute parole che li avvolgeva.
Solo quando Mel alzò il viso e lo vide, si sciolse ancora di più.
Tra le lacrime, Ian le sorrideva.
Le sorrideva come mai nessuno aveva fatto prima; le sorrida con affetto, calore, necessità di averla al proprio fianco.
 
Seguendo così il proprio cuore, Mel si alzò sulle punte dei piccoli piedi e baciò Ian per la prima volta.
Entrambe le volte era stato lui l’artefice, lui il colpevole.
Ora non c’erano più scuse era lei a volerlo.
 
Lei lo voleva.
 
E mentre le brezza estiva notturna li accompagnava in quell’intimo contatto, entrambi sapevano che quella notte sarebbe stata eterna.
Sarebbe stata la loro unica ed indimenticabile notte.
 
 
---
 
Nuovo capitolo, nuova svolta.
E’ tormentato, depressivo… Ma alla fine  c’è speranza. In tutti i momenti bui nella nostra vita, c’è sempre una via d’uscita. C’è.. C’è. :)
Non ho molto da dire, è un capitolo ricco di emozioni e poco amore dolciosamente dolcioso. Mi spiace, ma ho dovuto farlo e vi dico che non finisce così. Nina si arrenderà? Ian ci ripenserà? Chi sceglierà Mel? Steven la lascerà andare?
Belle domande! Se volete conoscere la risposta, continuate a seguire questa piccola storia.
 
Grazie davvero, davvero ma proprio davvero!
 
Per le scorse recensioni : buffy46, Chara, chantal sonzogni, Dreamer_on_earth, Mary 91, Ili_sere_nere e Iansom : Grazie infinite! Siete dolcissime :)
 
Vi ricordo che c’è la pagina ufficiale su facebook e inoltre se vi è piaciuta questa storia, ne ho scritte delle altre. Mi farebbe piacere trovarvi anche qui :
 

Ora vi saluto bellissime!
 
Al prossimo aggiornamento <3

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Capitolo 8
*** Trying not to love You. ***


Trying not to love You

 









 
Appoggiata con la schiena sul parabrezza, Melissa era ancorata al collo di Ian.
Si baciavano da interminabili minuti sotto la luna, unica spettatrice del loro malcelato amore.
Ian non smetteva di guadarla, nonostante sapesse che era poco romantico tenere gli occhi aperti mentre una ragazza ti stava baciando. Ma non ci riusciva. Era più forte di lui, diamine. Quei capelli lucenti sotto il biancore lunale, quelle guance rosee e delicate, quel profumo inebriante di vaniglia e panna. Era totalmente stregato sia dagli occhi che dalle labbra. Melissa era una piccola e strabiliante sorpresa.
“Sei bellissima.” Glielo sussurrò appena a fior di labbra, reprimendo la voglia di ribaciarla di nuovo.
“Potrei dire lo stesso di te, Ian. Sembra che la luna sia nata per illuminarti.”
Ed era vero, Ian era quanto di più bello lei avesse mai visto. La notte di solito rende le cose più misteriose, oscure quasi diaboliche. Ma non Ian. Lui aveva quello sguardo dolce e luminoso, quel viso che era capace di far sciogliere iceberg interi.
“Voglio stare con te questa notte.”
Aveva sentito bene? Ian le aveva appena fatto una richiesta simile?
“E non accetto un no come risposta.” Il sorriso malizioso che le dedicò era tutto un programma.
 
Poteva tentare il suicidio per la quantità d’imbarazzo scatenato in sole due frasi?
 
“Ecco.. Non ti sembra un po’ troppo presto, Ian?” Se Giulia l’avesse sentita in quel momento, poco ma sicuro, l’avrebbe uccisa seduta stante.
“Ma la mia richiesta non era maliziosa, mia cara. Non prevedevo nessun risvolto fisico, a dirla tutta.” Sorrideva e come lo faceva, per giunta. La stava prendendo in giro e la cosa più buffa, era che lei aveva voglia di andare oltre al semplice bacio. Voleva portare quel lento gioco scherzoso a qualcosa di più serio.
 
All’improvviso le si insinuò nella mente, un’idea poco promettente. Si portò una mano davanti alla bocca che si stava spalancando lentamente.
 
“Oh merda..” Sussurrò staccandosi dalla macchina e a malincuore dall’uomo.
“Oh cazzo!”
Una mano le si posò sul viso, facendole sollevare lo sguardo fino a quello blu ghiaccio del ragazzo.
“Che hai Melissa?”
“STEVEN!”
“Steven? E cosa c’entra?”
Lui non poteva capire cosa aveva appena scatenato con quel bacio e quella rivelazione. Non era una situazione semplice, perché non riguardava solo loro due. C’era Steven, un ragazzo dolcissimo che le aveva palesato più volte il suo interesse. La parte peggiore era che lei non lo aveva mai rifiutato brutalmente. Beh, purtroppo era una donna e i complimenti e le parole lusinghiere, le davano alla testa più del dovuto.
“Gli interesso e non solo per una fissa momentanea.. Ian, la situazione è ancora più complicata di quello che tu creda.”
Mel iniziò  a mangiucchiarsi le unghie soprapensiero. Che enorme ed abissale casino.
Ora che aveva la possibilità di stringere Ian tra le sue braccia, la paura di ferire Steven era emersa quasi come capriccio del destino.
“Mel..” Ian le aveva appena avvolto una guancia con la sua grande mano.
“Ian non sono capace a gestire situazioni così complicate.. Io sono una pasticciona, sbadata e per niente brava con i sentimenti.”
Lui la guardava intensamente come se cercasse di farle capire qualcosa senza l’ausilio delle parole. “Io ho rinunciato a Nina dopo anni di relazione felice. Grazie al tuo essere sbadata e pasticciona, mi hai incuriosito e.. Ed ora sono qui, ad aspettare di avere il permesso di cullarmi tra le tue braccia. Non sono io. Non è da me essere così smielato e smidollato, eppure non riesco a staccarti gli occhi di dosso.”
Mel arrossì visibilmente dopo tutte quelle parole. Lei non era abituata ad essere corteggiata. Ad essere sincera, non era abituata all’idea di avere Ian come corteggiatore.
“Sono imbarazzata.”
“Non sai quanto lo sia io… Diciamo che fare l’attore aiuta molto spesso a celare le emozioni scomode.”
Lei alzò lo sguardo, rimanendo senza parole.
“Vuoi aspettare Steven prima di iniziare qualcosa di serio con me?”
Lo stava dicendo davvero? Ian voleva qualcosa di serio.. Con lei. Con lei! Un povera ragazza di quasi 19 anni, con l’unica preoccupazione di trovare un lavoro presto e con ancora mille sogni da realizzare. Un uomo ed una bambina. Due mondi completamente opposti.
“Non credo di essere pronta all’idea di una storia seria. Ian hai 32 anni, cavolo! Io non ne ho ancora 19 e sono una bambina a confronto. O meglio, ho ancora pensieri da bambina… Dio non riesco a gestire tutto questo. Sono confusa ed ho troppa paura per permettermi di credere ad un ipotetico futuro con te. Ma ci pensi? Ci conosciamo da così poco..”
Ed ecco che la ragazzina sbadata e pasticciona, rovinava il tutto con le solite paturnie da adolescente depressa.
Ian, d’altro canto, non smetteva di guardarla e di accarezzarla. Mentre cercava le parole giuste da dirle, le appoggiò una mano sul fianco. Un gesto semplice, ma allo stesso tempo : possessivo, intimo ed amorevole. Tutto trasudava amore e passione. Tutto trasmetteva calore e sicurezza. Ma Mel non ce la faceva, era tutto troppo grande per lei. Non solo la questione anagrafica.
“Diamoci tempo una settimana. Non ci sentiremo, né vedremo, mentre tu puoi stare con Steven e chiarire i tuoi sentimenti. Non pretendo amore, perché è troppo presto. Però se per 7 giorni non riuscirai che a pensare me e solo me, vieni a cercarmi che io ti aspetto a braccia aperte e con il sorriso sulle labbra.”
Ian le posò poi un bacio timido e leggero sulla bocca lievemente dischiusa della ragazza. Si allontanò così, lasciandola nei suoi pensieri e nel battito chiassoso del suo cuore già profondamente innamorato.
 
 
***
 
 
 
“Mi stai dicendo che lui ti ha dato una settimana per farti riflettere?”
Come al solito, Mel era sdraiata sul suo letto con il telefono in mano e il suo amato Shadow sdraiato al suo fianco. Tra una parola e l’altra, lo accarezzava con non curanza, troppo impegnata a seguire il flusso incasinato di pensieri e problemi che le attanagliavano la mente.
“Sì. E sono tre giorni che non faccio altro che pensare a quel bacio e a quelle parole. Invece non riesco nemmeno a parlare con Steven… Lo sto evitando, ecco la triste verità! Sono una codarda perché già so quale sarà la mia risposta, prima ancora di avergli dato una possibilità. Sono una codarda e  pure stronza, porca miseria!”
“Hey, hey, hey! Frena! Puoi evitare di auto commiserarti e di insultarti per una manciata di minuti?”
Mel annuì con la testa, senza rendersi conto che Giulia non potesse vederla.
“Allora?”
“Ok, Giù. Dimmi ciò che pensi.”
“Penso che tu non sia né una codarda, né una stronza. Steve sapeva già da tempo della tua passione maniacale per Ian. Se me lo permetti, lui ci ha anche giocato ed ha puntato sul suo charme e sul suo carattere magnetico ed attraente, per farti cambiare idea. Il bacio, la pseudo dichiarazione, i gesti troppo intimi.. Insomma, non incolpare te stessa quando anche qualcun altro ha le sue colpe. Tu sei stata solamente troppo ingenua e buona. Ma tu sei Mel, non puoi essere stronza e codarda, proprio no!”
Sorrise mentre si girava su un fianco per cambiare posizione. “ E tu sei Giù : tremendamente dolce e troppo permissiva nei miei confronti.”
“Può essere, cara mia. Ma sono anche meravigliosamente intelligente e sai anche tu che ho ragione!”
Scoppiò a ridere seguita poi dall’amica. Era così gratificante sentirsi capiti e supportati anche a distanza.
“Miss Cervellona dell’anno, quindi tu cosa mi consigli di fare?”
Sentì l’amica sospirare dall’altro capo del telefono. “ Direi di fare mente locale e di pensare con chi vale la pena finire le vacanze. Con chi vuoi condividere ricordi e momenti indimenticabili e probabilmente anche un pezzo del tuo cuore. So quanto sei sentimentalista, baby.”
 
E fu così che passò la notte seguente. A pensare e a rimuginare su un qualcosa di così ipotetico e lontano.
 
L’indomani mattina, Mel era stremata e molto agitata. Non aveva altro da fare, se non rigirarsi nel letto fino allo sfinimento. Alle 6.30 del mattino, era decisamente sveglia con una dose massiccia di occhiaie, talmente pensanti da toccare il pavimento con tranquillità. Si concesse una doccia fresca e rilassante, per poi prendere i pantaloncini e una canotta e dirigersi verso la spiaggia deserta.
Nessuno ovviamente si azzardava ad alzarsi così presto durante la settimana. Non tutti erano in vacanza come lei.
 
Sbuffando ancora per la stanchezza, si mise a correre sul bagnasciuga, ritrovando nel ritmo del suo respiro e dei suoi piedi, la lucidità perduta.
 
Aveva deciso. Ormai sapeva che Ian era la sua unica priorità e volente o nolente, l’unica che aveva sempre avuto. Steven era meraviglioso, dolce e premuroso. Ma non era Ian, non le faceva battere il cuore fino all’arresto cardiaco, non la faceva sorridere solo con uno sguardo. Non la faceva sentire viva, come lo faceva Ian.
Era così triste dover rinunciare ad una compagnia così dolce e premurosa, però non poteva continuare ad illudere due persone ed infine anche se stessa.
 
Senza rendersene conto, si scontrò contro qualcuno. Forse non era l’unica a soffrire di insonnia mattutina.
 
“Mel?”
Ed ecco che due occhi azzurro ghiaccio, tornarono a perseguitarla con infinita dolcezza.
“Buon giorno Ian.”
“Non ti facevo una ragazza mattiniera.” Sorriso sghembo a rapporto!
“Ehm… Non lo sono mai stata, però il caldo non mi da pace. Te invece?” Bugiarda, bugiarda e bugiarda!
“Lo stesso vale per me.” Pure lui non era da meno.
Si guardavano con una tale insistenza da non riuscire nemmeno a parlare. Da quando erano diventati così ansiosi? Da quando si sentivano così soli, senza la presenza dell’altro?
 
Ian non lo credeva possibile, non capiva perché le sue mani formicolassero così forte.
Mel non lo credeva possibile, non capiva perché le sue braccia si stavano protraendo pericolosamente avanti.
 
Un secondo.
Bastò così poco per fare cambiare idea ad entrambi. Mel si gettò tra le braccia di Ian e quest’ultimo, prese ad accarezzarle la schiena con forza maniacale.
Si guardarono e si baciarono presi da uno strano impulso, una strana voglia di mettere fine a quel supplizio inutile per entrambi.
Si volevano con una forza quasi dolorosa. Non era logico, non era amore, non era amicizia, non era semplice passione. Era pura ricerca, pura necessità.
Ian la prese in braccio e la fece adagiare sul bagnasciuga, mentre le onde leggere e fresche, li bagnavano completamente.
Non c’era una vera e propria logica, c’erano solo sentimenti forti, passioni brucianti e troppe parole stupide.
Le loro bocche sorrisero, si graffiavano e poi si accarezzavano con dolcezza, per placare il bruciore della passione nascosta e repressa per settimane inutili.
Le loro mani si perdevano nelle folte chiome dei loro capelli creando un miscuglio intenso di nero e marrone. Nero sugli occhi di Mel che era ricoperta dai capelli bagnati di Ian, e marrone sulle braccia di Ian, nascoste dalla chioma della ragazza.
 
“Io sono un coglione. Come ho potuto darti un ultimatum che io stesso ho fatto una fatica immane per riuscire a rispettarlo?”
Mel sorrise mentre una mano le circondò la vita.
“Perché era giusto farlo. Ormai ho scelto. Ho scelto te, Ian.”
Mai delle semplici parole furono così belle.
Ian si perse a baciarla per minuti interminabili, finché una mano gli si posò sul petto.
“Ian?”
“Dimmi.”
“Fermiamoci così. Non voglio correre, non ne abbiamo motivo. Domani parlerò con Steven e anche con Nina.. Non voglio sembrare la stronza di turno. Non voglio far soffrire altra gente.”
Lui le mostrò una tenerezza quasi strana, mentre le sorrideva e le accarezzava il viso leggermente roseo. Stava veramente perdendo la poca razionalità che aveva coltivato in tutta la sua breve vita.
“Non posso rubarti qualche altro bacio prima che sorga definitivamente il sole?”
Il suo sorriso sghembo e malizioso ritornò ad impadronirsi di quelle labbra così soffici che creavano semplice e pure dipendenza.
“Giusto due o tre..”
Mel lo avvicinò a sé, sorridendo fra le loro labbra. Si accarezzavano lentamente, assaporando non solo le loro bocche, ma anche i loro respiri. L’odore della sabbia calda e del mare fresco, rendevano l’aria frizzante e leggera. Erano solo Ian e Mel, il sole, la spiaggia e il loro amore che stava nascendo pian piano. Cresceva con i loro baci e si rafforzava con i loro sguardi complici.
 
“Ma complimenti vivissimi, veramente una scena da film. Purtroppo, vi darei l’oscar per la banalità del copione visto che i due piccioncini sono stati scoperti dal terzo incomodo.”
Mel sollevò il capo, perdendo poi tutta l’allegria, la gioia e la frenesia di pochi secondi prima. Era rimasto solo il vuoto mentre una profonda amarezza, si stava diffondendo dal suo petto all’intero corpo.
 
“Steve..”
Lui la guardò con odio profondo. “ ‘Fanculo, Melissa. Non usare quel nomignolo perché mi fai stare ancora di più di merda! Porca puttana.. E io che ti credevo una ragazza seria e corretta! Cazzo, cazzo e stracazzo!”
Il ragazzo prese a camminare con velocità disarmante, verso la parte opposta.
Mel voleva inseguirlo, infatti si era già alzata e riassettata i vestiti sporchi di sabbia. Ian, però, l’abbracciò da dietro con forza.
 
“Non andare..”
“Ian..”
“Sicuramente succederà qualcosa che mi farà stare in pensiero tutto il giorno. Cavolo il ragazzo è innamorato marcio! Non lo vedi? E io dovrei mandarti così alla leggera tra le sue braccia?”
Mel prese un profondo respiro, racimolando tutte le poche forze che già in poche ore si erano quasi esaurite.
 
“Ian, io ho scelto te. Sto andando per dire addio a Steven, non per tradire la tua fiducia. Purtroppo non posso garantirti che non lo bacerò… Se lui me lo chiedesse, non riuscirei a rifiutare così alla leggera. Però voglio te, sono sicura. Voglio solamente te nella mia vita. Non lui, non Steven.”
La ragazza si girò tra le sue braccia, rassicurandolo anche con lo sguardo.
“Stasera vengo al Blue Summer. Voglio parlare con i tuoi genitori.”
“Vuoi chiedere la mia mano a mio padre?” Mel lo prese in giro, lasciando pian piano la salda presa delle sue braccia sul suo corpo.
“Scema. Dai, vai ora.. Corri adesso, finché riesco a trattenere le mie gambe dal seguirti.”
 
Si lasciarono così. Con un timido sorriso sul volto di entrambi ed una piccola promessa che valeva quanto un diamante prezioso.
 
Mel poteva farcela.
Doveva farlo. Non solo per lei, ma anche per Ian.
 
 
***
 
“Steveeeeeen!”
Mel correva, mentre le sue braccia si muovevano scoordinate e con pesantezza al suo fianco. Il fiato era sempre più corto e la fatica le pesava più del dovuto. Mancava poco ed avrebbe raggiunto il ragazzo. Era dannatamente veloce e lei era semplicemente una nanerottola con poca prestanza fisica.
“Steve, cazzo! Fermati!”
Finalmente il moro si fermò e la guardò da oltre una spalla. Odio o amore? Tristezza od allegria?
“Perché fai tutte queste scene, Melissa?”
La ragazza cercò di riprendere fiato e si avvicinò fino ad essere di fronte a lui.
“Perché non è giusto lasciare tutto così in sospeso. Voglio spiegarti e non lasciarti andare via insultandomi. Sarebbe troppo facile per entrambi, non trovi?”
Passarono interminabili minuti prima che Steven parlasse di nuovo.
“Andiamo via da qui e ne parliamo con calma solo tu ed io? Sai vedere il tuo ragazzo in lontananza che ci spia come se io fossi un depravato, mi inquieta.”
Mel si guardò alle spalle, vedendo solo una figura indistinta tra la grande distesa di sabbia.
“Va bene… Ti seguo.”
 
 
 
Un quarto d’ora dopo…
 
 
 
Erano nella hall dell’albergo, dove alloggiava tutto il cast durante quella lunga vacanza estiva. Mel era leggermente agitata e vedeva che lo era anche il suo accompagnatore.
 
“Vuoi rimanere qui o ti fidi di me e andiamo nella mia camera?”
Bella domanda. Lei si fidava di Steven, però se lo avesse saputo Ian? Lui si sarebbe fidato di lei? Beh.. Doveva. In fondo ogni rapporto ha bisogno di fiducia.
“Certo Steven. Andiamo dai.”
E il silenzio si rimpadronì di entrambi, creando ancora più disagio, malumore ed incomprensione.
 
Osservò il ragazzo che faceva passare velocemente la chiave elettronica e le fece strada all’interno della suite. Era praticamente identica a quella di Candice, tranne per il colore blu che era nettamente protagonista in quell’ambiente suntuoso ed elegante.
“Accomodati pure come se fossi a casa tua.” Che frase banale ed altamente ironica, pensò Mel. Casa sua non sarebbe mai stata così nemmeno se avesse fatto un mutuo di 30 anni, da mille euro al mese.
Scosse la testa per cacciare quei pensieri scomodi e si sedette ai piedi del grande letto, aspettando il ragazzo che le avvicinò alla bocca un bicchiere d’acqua.
 
“Mi spiace per la corsa di poco prima, solo che quando mi incazzo divento una belva. Correvo per scaricare il nervoso e non sfogarmi poi su di te. So che alla fine di tutto, è colpa mia. Mi sono praticamente fregato da solo.”
 Steven prese posto di fianco a lei, sorseggiando il suo bicchiere d’acqua con aria pensierosa e triste. Il ragazzo di poco prima con la rabbia e l’odio nello sguardo, sembrava solo un lontano ricordo.
“ Tu non hai idea di quanto io mi senta in colpa, Steve. Mi sento una stronza, opportunista e pure doppiogiochista. Non lo sono mai stata e non lo voglio essere. Io sono sempre stata attratta da Ian.. Beh sono una sua fan, cavolo! Però tu mi hai corteggiata come mai nessuno aveva fatto in 18 anni di vita.. Come mai nessuno dei miei ex aveva fatto. Mi hai fatta sentire amata, speciale e unica. Non so se dirti grazie, o semplicemente sorridere all’idea di aver fatto perdere la testa ad un ragazzo bello e famoso come te.. Insomma, non capita mica tutti i giorni, sai? Cavolo, non sono capace a fare queste cose. Ho il groppo in gola solo all’idea di dirti addio…”
Ed era vero. Era così sbagliato desiderare due uomini al proprio fianco? Aveva bisogno di Ian come compagno e Steven come amico. Non poteva però dirglielo così sfacciatamente. Oltre che fare la figura della stronza, opportunista e doppiogiochista; sarebbe stata anche profondamente infantile.
“Non voglio nemmeno io, Melissa.. Io ho cercato, mi sono impegnato a non innamorarmi di te.. Eppure tutte queste imposizioni mi hanno fatto cadere un vortice di aspettative strano e morboso. Dentro me stesso, ho sempre saputo che tu avresti sempre scelto Ian ed io ero soltanto un attoruncolo carino con cui passare il tempo. Ma.. Io voglio essere la tua scelta, il tuo ragazzo, la tua ancora di salvataggio. Voglio farti ridere, disperare, urlare il mio nome mentre facciamo l’amore.. E’ sbagliato? Ti conosco da poche settimane eppure ho già alimentato un sentimento così forte e sconvolgente? Non sai quante notti insonni ho passato cercando di rispondere a tutte queste stupide domande. Non riesco, non posso proprio dimenticare il tuo sorriso divertito quando ti prendo in giro, le tue guance che diventano rosse quando sei imbarazzata e tutti i pasticci che combini cercando di fare la cosa giusta.”
Abbandonò il bicchiere ancora pieno sul pavimento insieme a quello di Steven.
Erano delle parole così toccanti che si sentiva il cuore scoppiare.. Si sentiva morire perché anche lei  provava le medesime emozioni, ma non per lui.
Gli voleva bene ma quello che provava per Ian era diverso. Era profondo, viscerale, stravolgente.
“Non mi merito tutto questo, Steve. Tu sei meraviglioso..”
“Ma?”
“Ma mi sto innamorando di un altro.”
Il ragazzo incassò il colpo ed inchinò la testa rimanendo in silenzio. E pensare che Mel si aspettava urla, pianti ed insulti a volontà. Quanto si era sbagliata.. Quanto.
“E io mi sto innamorando di te. Come la mettiamo?”
“Io…”
Non sapeva cosa dire, cosa fare e come reagire a quella domanda così apparentemente semplice, ma districata di notevoli significati troppo pensanti e complicati da spiegare.
 
Voleva dirgli che lei poteva innamorarsi di lui, semplicemente. Se avesse voluto, se avesse cercato di non pensare ad Ian; lei si sarebbe lasciata semplicemente andare.
Ma non funzionava così.. Quando ci sono in ballo troppe parole e troppi sentimenti, l’unica cosa da fare è lasciare andare la mente e poi il cuore.
 
E lei voleva ragionare, voleva lasciare ad entrambi la forza di reagire.
Ma si sa quanto poco servi la mente quando il cuore decide per te.
Quando il cuore comincia a battere senza freni e senza inibizioni.
 
 
 
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Ciao <3
Finalmente il tanto atteso aggiornamento è arrivato!
Scusate il ritardo e scusate se non è un capitolo lungo.. Ma vi assicuro che è davvero intenso. Tanti personaggi si sono dichiarati, messi in primo piano e spiegato ciò che li affligge e ciò che vorrebbero davvero.
Abbiamo una Mel in bilico tra Ian e Steve, tra l’uomo che ha sempre desiderato e il ragazzo che l’ha capita e corteggiata fin da subito.
Molte di voi amano Steven, altre puntano decisamente su Ian.
E adesso?
Cosa farà Melissa?
Ditemi cosa fareste voi al suo posto, su sù :)
 
Ho quasi finito il capitolo 9 e vi annuncio con sicurezza che Getting avrà un aggiornamento ogni venerdì sera. Ci state?
 
Ora ringrazio le DODICI e ripeto DODICI fantastiche persone che hanno recensito lo scorso capitolo! Siete meravigliose : Dreamer_on_earth, Iansom, Chara, buffy46, blufan94, onlydreams, Alys Salvatore, Mary 91, sara99, Erika 97, ElyTVD.
Siete tante e sono sempre più felice di scrivere e di rendervi partecipi dei miei sogni e piccoli deliri!
 
Vi saluto e vi aspetto venerdì prossimo!
 
Un grosso bacione e a presto <3
 
 
Ps : Vi ricordo che c’è la pagina ufficiale su facebook

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Don't be Afraid. ***


Don't be Afraid

 










 



 

“E io mi sto innamorando di te. Come la mettiamo?”

 
 
Erano minuti che ci pensava, che cercava di riflettere sulle parole migliori da usare.
Non ce n’erano. Non esistevano modi gentili per rifiutare una persona, ma la cosa più stupefacente o forse semplicemente sconcertante, era che lei non voleva rifiutarlo. Era totalmente confusa, senza un vero obbiettivo o un principio da seguire.
Era ancora li a guardarsi le mani, a sentire lo sguardo di Steven che la sollecitava a rispondere e a vedere nella sua mente, l’ultimo sguardo speranzoso e triste di Ian, di pochi minuti prima.
“Potrei lasciarmi andare ora, lo sai? Potrei dirti che mi sto innamorando anche io di te, che sei il ragazzo che ho sempre sognato, perché rispecchi i canoni del mio principe azzurro. Vorrei poterti dire di baciarmi con passione senza ripensamenti, e buttarci poi su questo letto per dimenticare tutti i dispiaceri. Sarebbe così facile, così semplice che eviteremmo la maggior parte delle sofferenze. Ma non ci riesco. Non riesco a dirti di sì, perché nella mia mente continuo a vedere Ian che mi fissa speranzoso e ricco di aspettative.. Nel mio cuore sento che mi chiama con disperazione e mi implora di lottare per lui, perché sai.. Io gliel’ho promesso. Gli ho promesso che gli sarei sempre stata vicino. Lui che ha lasciato Nina dopo due anni di relazione stupenda e passionale. Lui che mi ha fatto rovesciare un vassoio di pasta costoso sulla sua camicia ancora più pregiata. Lui che mi ha baciato con foga in un ascensore di lusso e sempre lui che ha pianto sulla mia spalla senza pensare all’orgoglio maschile. Sono infantile? Forse.. Sono una stronza? Hai ragione. Però voglio Ian in un modo così disperato da risultare doloroso. Scusami se puoi, Steven.”
Mel era decisamente nella fase peggiore di quella lunga conversazione. Dire così tante parole e rivelare così tante cose, era tremendamente rischioso per lei. Ormai stava giocando il tutto per tutto, ed era arrivato il momento di mettere la parola fine alle insicurezze.
“Dovrei odiarti ed invece sorrido per la forza con cui difendi Ian. Quanto lo invidio.. A dirla tutta, non l’ho mai sopportato, ma ora ho un motivo più che valido per continuare a farlo.”
Si guardarono per secondi interminabili, complici del fatto che non c’era più molto da dire.
“Mi baceresti, Mel?”
Lei sgranò gli occhi, stupita da quell’improvvisa richiesta.
“Sei scemo? Ma dopo tutto il discorso che ti ho fatto! Sono stata diplomatica, riflessiva e tu mi chiedi di baciarti così spudoratamente? Ma che cos’hai al posto del ce-”
 
Il bacio arrivò senza permesso o fretta. Steven si era avvicinato alle labbra della ragazza, sfruttando la sua pseudo sfuriata. Le loro labbra sia erano già toccate in precedenza, ma era stato così veloce e casuale da non ricreare le giuste reazioni. Ed ora era iniziato il lento ed estenuante calvario.
Mel era in bilico tra la voglia di continuare a baciarlo e la determinazione per scansarlo con forza. Avrebbe potuto farlo, Steven la toccava solo con le labbra e non le stava impedendo di allontanarsi.
Era questo che le fece più paura.
Il fatto che la sua mano prese posto dietro la nuca di Steve. Il fatto che il suo corpo abbracciò quello del ragazzo e che le sue labbra si dischiusero lasciando libero accesso.
Perché lo stava facendo?
Perché la sua mente le continuava a mandare segnali d’allarme a luci rosse e lei invece faceva finta di non vederli?
Il cuore.
Quel maledetto organo fatto di carne e sentimenti, la stava torturando senza sosta. Aveva voluto accantonarlo? Aveva voluto risolvere l’amore con la razionalità?
E quello era l’amaro risultato.
 
Il bacio era molto più di un bacio, ma Melissa sapeva che non poteva spingersi più in là. Non poteva, vedeva Ian tra quelle labbra, tra quei sorrisi e tra quelle parole non dette.
Non poteva illudere anche Steven.. Non poteva continuare ad illudere se stessa.
 
“Steve…”
“Ok. Ho capito che ti sei pentita, che non volevi farlo e cose del genere.. Hai bisogno di un amante focoso mentre stai con Ian?”
Le sorrideva come se quel bacio non gli pesasse affatto. Solo che gli occhi difficilmente mentivano. Non erano bravi ed esperti come le parole.. Lo sguardo non si nascondeva.
E quegli occhi nocciola la guardavano con tristezza e rassegnazione. Sapevano entrambi che quel bacio sarebbe stato l’ultimo e che probabilmente anche quella battuta avrebbe messo fine al loro piccolo rapporto che erano nato quasi per gioco.
 
“Mi spiace Steven, devo andare…Avrei voluto scegliere te, ma il cuore sceglie da solo. Il mio cuore ha scelto Ian.”
Mel si alzò seguita poi dal ragazzo. Non si dissero nulla e solo un abbraccio aveva messo fine a tutte quelle parole che avevano ferito abbastanza.
Fu così che la ragazza se ne andò, sperando di evitare in futuro una situazione simile.
Sperando in futuro di non piangere più per un amore mai iniziato.
 
***
 
“Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di richiamare più tardi.”
 
“ ’Fanculo. ”
Ian cercava di chiamare Melissa da minuti interminabili. Perché non gli rispondeva? Perché lui aveva paura che avesse ceduto alle lusinghe e ai modi gentili di Steven?
E pensare che dicono che gli uomini non sono problematici.. Che tremenda bugia!
 
Sbuffava e si rigirava nel suo letto vuoto da ore. Aveva deciso di prendere un’altra stanza e lasciare quella comoda e più grande a Nina. L’aveva solo intravista mentre sgomberava l’armadio dalla propria roba e non era stato un bene. Gli aveva timidamente sorriso e poi se n’era andata come se nulla fosse.
E lui era ancora più coglione di prima.
Aveva perso una donna magnifica e rischiava di perderne un’altra.
Due in un colpo solo, bravo Somerhalder!
 
Sbuffò per l’ennesima volta e decise di farsi una doccia per prepararsi ad uscire.
Finalmente avrebbe rivisto Mel e sperava, senza più ostacoli a dividerli.
Aveva voglia di parlare con i suoi genitori e chiederli con molta umiltà e persuasione, di lasciare la serata libera alla loro meravigliosa figlia. L’avrebbe fatta accomodare al tavolo e le avrebbe offerto la cena migliore del mondo. L’avrebbe presa poi per mano e scortata in riva al mare… E l’avrebbe fatta ballare e volteggiare tra le sue braccia, fino alla mattina successiva con la luna sopra di loro e la sabbia a solleticarli i piedi.
 
Sì, sì e sì.
Si era fumato quel poco di cervello che gli era rimasto.
Continuava a sorridere come uno scemo anche mentre si insaponava sotto la grande doccia specchiata.
Avrebbe volentieri sacrificato anni ed anni di intelligenza per perdersi in quegli occhi grigi così ipnotici e vivaci. In quei lunghi capelli corvini che amava e che profumavano di un’essenza dolce e fresca.
Si stava innamorando, ormai era certo.
Ma la cosa più con svolgente era : lui era felice di farlo.
 
Uscì dalla doccia più propositivo ed energico. Quella sera l’avrebbe fatta innamorare di sé perdutamente. Voleva farle perdere tutta la sua verve, renderla totalmente ammaliata e dipendente da lui. Almeno un decimo di come ormai si era ridotto lui stesso.
 
Scelse così con cura il vestiario. Optò per una camicia leggera bianca e un po’ sformata con dei pantaloni neri stretti e delle scarpe del medesimo colore, lucide e di pelle.
Una mano tra i capelli per pettinarli, un capello su di essi per dargli un aria più elegante e si avviò con passo lento e deciso verso l’uscita dell’hotel e verso il ristorante della sua futura ragazza.
 
***
 
“E’ arrivato il re del locale!”
Mel si affacciò fuori dalla cucina per constatare con i propri occhi il nuovo arrivato.
“Andrea, finalmente! Sai che sei mancato tantissimo a tutti noi?”
Con la voce fintamente dolce, la ragazza si diresse verso il fratello.
“Ciao Nana! Perché mi sembri sempre più bassa?”
I due fratelli iniziarono a discutere come al solito. Andrea punzecchiava Melissa e Melissa insultava Andrea.
“Andre! Dai, fisico rubato ad anni ed anni di divano e letto, vieni a metterti la divisa!”
Giorgio era spuntato dietro alla ragazza, andando ad abbracciare il suo migliore amico.
Melissa era indecisa se essere felice o disgustata.
“Non mi mancava per niente questo posto. Stessi visi orribili e poche donne da corteggiare. Povero me!”
Laura nel frattempo si era affacciata dalla cucina, osservando il fratello di Melissa con aria sbalordita. Nonostante i due non si assomigliassero affatto, avevano lo stesso sorriso e lo stesso modo di muoversi. Sorrise mentre si avvicinava al gruppetto.
“Io invece sono Laura la nuova cameriera, è un piacere conoscerti!”
Andrea strinse la mano che la ragazza le aveva gentilmente posto, continuando a guardarla come un medico esperto davanti ad una paziente affetta da chissà quale patologia.
“Ma sei anche una ragazza bellissima. Come mai mia madre non mi aveva accennato a questo lieto cambiamento?”
“Perché sei un maniaco depravato!”
“E tu una sorella ingrata!”
“Ma perché Laura è una ragazza così carina e gentile, che non merita una bestia non addomesticata come te, Andre.”
Giorgio si era avvicinato alla rossa, mettendole una mano sulla vita. Melissa, molto incuriosita, si era sporta da dietro il fratello per guardare meglio la scena. Senza ombra di dubbio, erano bellissimi insieme. Si era persa forse qualcosa? Si erano già messi insieme?
Ovviamente, troppo curiosa per stare ferma e zitta, salutò velocemente tutti e trascinò in cucina la sua collega.
“Tu! Perché non mi hai detto che fate coppia fissa?”
La ragazza la guardava imbarazzata e leggermente intimidita.
“Scusami, Mel.. E’ che.. Insomma, ultimamente eri un po’ con la testa fra le nuvole. Più del solito, voglio dire. E quindi mi sembrava strano dirti che Giorgio mi ha chiesto di uscire fuori dal ristorante.. Ti ricordi la nostra chiacchierata nello spogliatoio? Ha sentito tutto e..“
“E?”
“E prova lo stesso anche lui.”
Mel si scaraventò addosso a Laura, facendo cadere per terra entrambe.
“Oh, ma come sono felice! Finalmente quel coglione ha messo la testa a posto! Quando vi sposate? Ma non è che sei incinta? Io sai che amo l’azzurro vero? Il vestito delle damigelle..”
“Mel. Non pensi di star correndo troppo con l’immaginazione?”
Evidentemente era sempre la solita, ma era talmente entusiasta per quei due, che non riusciva ad essere semplicemente felice. No, lei doveva sempre ingigantire tutto.
“Scusami tanto, Lau. Ti offro un caffè a fine serata per rimediare.”
Sorridendo, entrambe si misero ai propri posti, aspettando l’apertura del locale.
Mentre sua madre e suo padre impartivano ordini al nuovo cameriere, la porta principale venne aperte e Mel si ritrovò a bocca aperta osservando quegli occhi azzurri che avrebbe riconosciuto tra mille.
“Ian?”
“Ciao Mel. Buona sera Signori.”
Ian fece un breve inchino verso i genitori della ragazza.
Andrea lo guardò stralunato bisbigliando poi all’orecchio della sorella.
“Non ci credo, Nana… Il tuo principe azzurro è venuto a prenderti?”
Mel sorrise ampiamente mentre Ian si avvicinava a loro con il suo solito passo deciso e sensuale.
“Mr Somerhalder! E’ un piacere riceverla nel nostro piccolo locale!”
E bravo papà che era sempre gentile e propenso al dialogo. Purtroppo il suo inglese non era come quello della mamma, ma con un bel sorriso nascondeva le piccole lacune.
“Il piacere è tutto mio, Signor Forlani.”
“Scusi la franchezza, ma il ristorante aprirà tra un quarto d’ora.”
Sua madre invece doveva sempre farsi riconoscere per tatto, gentilezza e dolcezza.
Melissa avrebbe voluto parlare, ma lo sguardo di Giorgio e di Andrea le fecero cambiare idea.
“Ha ragione, signora. Vorrei però chiederle una cortesia. So che è una donna ricca di cuore quanto di fascino, potrei parlare per pochi minuti con lei e suo marito?”
Lo sguardo glaciale di sua madre si ammorbidì dolcemente, mentre acconsentiva con la testa alla umile richiesta del ragazzo.
Mel vide i suoi genitori ed Ian, rintanarsi nell’ufficio di zio Beppe, mentre lo sguardo dei presenti si posò pesantemente su di lei.
“Allora? Stronza di una sorella! Te la fai con un attore americano ed io non ne so niente? Dopo tutti i mesi che ti ho dovuto sopportare con le tue lagne su – Ian Somerhalder, il mio Ian, il mio vampiro succhiaca-“
“ANDRE!”
“Vabbè. Senti, ma com’è sta storia che il caro Somerhdaler viene qui ed ammalia mamma e papà in un batter d’occhio?”
Mel incrociò le braccia leggermente infastidita dal tono duro e sprezzante del fratello.
“E io che ne so? C’è .. Ian ed io ci stiamo frequentando. Però non avevo idea della sua improvvisa visita serale.”
Gli occhi chiari del fratello la trafissero come mille aghi appuntiti. “ VI STATE FREQUENTANDO? Mi è concesso sapere da quando?”
“No. Non sono cazzi tuoi, bello mio.”
Giorgio sbuffò spazientito frapponendosi tra i due. Era ormai un’abitudine per lui dividere quei due uragani che oltre a condividere il sorriso ed i modi, avevano anche il medesimo brutto carattere.
“Ragazzi, basta! Volete parlare come due adulti o continuate a punzecchiarvi come bambini?”
I due si guardarono prima come nemici giurati e poi come complici millenari.
“Stai zitto, Giorgio. Non sono cazzi tuoi.” Ed in coro ripetevano sempre la stessa frase.
“Comunque, non è il ragazzo giusto per te! Cazzo Melissa, ha 32 anni e tu 18! Ma che schifo è?? Con tutti i ragazzi belli e soprattutto GIOVANI che ci sono in giro!”
Mel lo guardava con la rabbia negli occhi. “ Ho quasi 19 anni, coglione! E poi Ian non è come quei ragazzi esaltati, con la fissa per le tette e per una bella scopata! Lui è un uomo e come tale è nettamente superiore a dei ragazzini che hanno in mente solo preservativo e playstation!”
Andrea invece era irremovibile e non avrebbe cambiato facilmente idea.
“A me sinceramente fa schifo. Bello quanto vuoi, ma tra qualche anno avrà bisogno di una bella dosa di viagra per dare piacere ad una donna. Ma tanto la vita sentimentale è la tua. Fai quel cavolo che vuoi, io me ne frego. E non venire a piangere da me, poi!”
Il ragazzo se ne andò in cucina con forza e velocità disarmante, seguito poi da Giorgio.
Purtroppo dentro se stessa lei sentiva il dolore e la preoccupazione di suo fratello. Nonostante non si dicessero mai apertamente quanto bene provavano l’uno per l’altra, erano sempre stati molto uniti. Suo fratello era stato per anni quasi un padre per lei, perché il lavoro di papà lo rendeva spesso poco presente.
Andrea soffriva all’idea che un uomo così grande potesse manipolare la sua piccola sorellina, e lei nel profondo del suo essere, lo capiva.
Ian, però era Ian. Non un semplice uomo approfittatore. Era la persona che lei voleva al suo fianco da tempo e anche suo fratello prima o poi avrebbe capito.
 
Sbuffò ripetutamente sedendosi ad un tavolo, mentre Laura le accarezzava una spalla.
“Vedrai che capirà.”
Si sorrisero teneramente finché Ian e i suoi genitori tornarono da loro.
“Mel?”
La ragazza sollevò lo sguardo sorridendo.
“Dimmi.”
“Vai a casa a cambiarti, stasera sei libera.”
“Cosa?”
“Sì, tesoro. Ian è stato veramente ammirevole.. Su, vai cambiarti prima che cambiamo idea.”
Sua madre che la chiamava tesoro? E dava de tu ad Ian?
Sì , il mondo stava per finire.
 
***
Mel era decisamente agitata mentre ritornava al Blue Summer senza la divisa addosso.
Un minigonna in jeans, sandali aperti e non troppo alti ed una canotta leggermente scollata e semplice erano il suo nuovo vestiario.
Che cosa aveva fatto Ian della donna di ghiaccio che era sua madre?
E suo fratello si sarebbe incavolato ancora di più vedendola insieme ad Ian?
Troppe domande e troppa agitazione non facevano bene alla salute.
Entrò dentro e salutò sua madre che era seduta all’entrata com’era di consuetudine.
Osservò il locale già pieno di gente e si diresse verso Laura che le aveva appena indicato la terrazza con lo sguardo.
 
Ian era bellissimo sotto la luce lunare. L’aveva pensato una settimana prima e continuava a pensarlo tutt’ora. Era come se fosse nato per essere accarezzato dal colorito pallido e caldo della luna estiva.
Si sedette di fronte a lui che non l’aveva ancora notata, troppo concentrato sul suo iPhone.
“Buona sera, Mr Somerhalder.”
Lui alzò il suo sguardo cristallino, sorridendo poi felice.
“Buona sera anche a lei, signorina. Sa che è bellissima stasera?”
Mel non riuscì a mantenere l’atmosfera raffinata che si era creata. “Perché le altre volte faccio schifo?”
“Sì.”
“Ian!”
Lui scoppiò a ridere, mentre con una mossa veloce, prese una mano della ragazza tra la sua iniziando ad accarezzarla lentamente con il pollice.
“Non mi sono mai sentito così rilassato in vita mia. Niente regole prestabilite da seguire, niente fotografi o paparazzi in giro, niente paura di deludere nessuno.. Insomma uscire con te mi tranquillizza, lo sai?”
E meno male che lui era calmo e tranquillo. Mel continuava a mangiare pacchi e pacchi di grissini simulando una fame incredibile.
“Ora che ne sono a conoscenza, potrei utilizzare questa mia inconsueta dote.”
Prima ancora che il loro discorso continuasse, Andrea arrivò per prendere le ordinazioni.
“Buona sera Signor Somerhalder e stronza di una sorella. Cosa posso portarvi?”
Mel cominciò a squadrare suo fratello dalla testa ai piedi con fare rabbioso.
“Un calcio in culo al cameriere biondo ed indisponente, va bene?”
Il fratello fece finta di niente mentre Ian, sempre più divertito, ordinò per entrambi.
“Siete adorabili te e tuo fratello. Mi ricordate me e Robyn da piccoli.”
Scosse la testa sorridendo per qualche strano ricordo che gli stava occupando la mente.
Mel non riusciva ad essere arrabbiata con suo fratello se di fronte a sé c’era il vero e proprio paradiso.
Si sentiva su una nuvola rosa morbida e leggera, mentre Ian era diventato il cielo calmo e perfetto che le permetteva di vivere serena.
Quanti neuroni si stavano logorando in quella piccola ed innocua cena. Sperava solo che in futuro, il suo autocontrollo potesse migliorare.
 
Mangiarono a sazietà serviti sempre da Andrea che insultava Mel e quest’ultima rispondeva di conseguenza. A fine cena erano entrambi pieni e felici, sia per la compagnia che per il posto.
Tutto si poteva dire del Blue Summer, ma non che fosse latente di amore e gentilezza.
 
“E’ stata una delle cene più belle dalla mia vita. I tuoi sono fantastici e Andrea mi fa morire dal ridere quando ti provoca. Hai una famiglia meravigliosa, Mel.” Il sorriso timido che si scambiarono valeva più di tante parole. Lasciarono così il locale, sotto le occhiate attente degli amici di Mel e dei suoi parenti. Chissà cosa pensavano e quale era il loro pensiero riguardo Ian. Insomma, era curiosa di ricevere risposte e il giorno dopo sicuramente le avrebbe ricevute con le buone o con le cattive. In quel momento però, mentre si dirigevano al parcheggio, lei voleva solo perdersi nella notte con Ian al suo fianco, come se fosse l’unica stella luminosa che potesse indicarle la via della perdizione. Era strano, molto strano quanto in poche settimane avesse potuto provare sensazioni così forti. Poco tempo prima, si sarebbe accontentata di un autografo veloce ed una foto come molte altre fan, solo per il gusto di averlo. Ora voleva di più. Voleva essere l’unica per lui; unica e gelosamente sua. Che pensieri poco nobili, pensò mentre l’uomo accendeva la macchina ed usciva dal parcheggio dirigendosi per le strade cittadine. Nessuno dei due parlava, ma non c’era imbarazzo. Semplicemente lasciarono che la canzone che trasmessa dallo stereo, inondasse tutto l’abitacolo.
“Adoro gli Skillet.” Sussurrò la ragazza lasciando che le parole della canzone uscissero dalle sue labbra.
“Don't wake me 'cause I don't wanna leave this dream
Don't wake me 'cause I never seem to stay asleep enough
When it's you I'm dreaming of I don't wanna wake up”
 
Ian la guardò di sfuggita mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto.
“Sei intonata, sai?”
“Grazie.”
Lui tornò a guardare la strada, stringendo il volante con più forza del necessario.
“Era una specie di dedica?”
“Potrebbe essere. Non ti sembra tutto un sogno? Per me lo è, Ian.. Un sogno così bello da far paura.”
L’uomo, pur non potendo vederla totalmente, sentiva le sua mani muoversi velocemente sulla gonna e il respiro accelerare improvvisamente.
L’aveva turbata? Quella canzone che ancora proveniva lenta e decisa dalla radio, improvvisamente sembrava descrivere un amore così simile al loro. Poteva capire la ragazza al suo fianco.. Poteva percepire le sue paure. E pensare che era lui quello che si faceva mille problemi, senza in realtà chiedere a lei quale fossero le sue paure più profonde.
 
Lei aveva paura di svegliarsi e non vederlo più al suo fianco in carne ed ossa, ma solo come un volto cartaceo su qualche poster nella sua camera.
Ian finalmente stava capendo e voleva fermare l’auto per rassicurarla.. Lui era li, non voleva abbandonarla. Voleva stare con lei davvero e nemmeno un sogno fantastico poteva mettersi a confronto con ciò che stavano per vivere.
Improvvisamente accostò mettendo le quattro frecce ed usufruì dell’effetto a sorpresa, per togliersi la cintura e prendere quella bellissima e piccola ragazza tra le sue braccia.
“Non sono un sogno Mel. Mi senti? Ti sto abbracciando davvero e non voglio che tu abbia paura di perdermi. Capito?”
La ragazza si sentiva ormai totalmente persa in quell’abbraccio forte e protettivo. Sentiva il cuore di Ian battere frenetico quanto il suo e le sue parole sussurrate all’orecchio, rendevano davvero quella scena un sogno troppo bello per essere solo la semplice realtà.
“Ho troppa paura di provare semplice interesse e attrazione, Ian. Io ho solo 18 anni non ho idea di come si fa a stare con un uomo molto più grande e … E’ vero tu non lo dimostri, sembri un ragazzo di 20 anni, però non possiamo mentire a noi stessi. Tu sei un uomo ed io sto diventando donna solo ora.. Tu hai tante esperienze, non solo in amore, ma soprattutto nella vita. Io è già tanto se ho finito la scuola  e non ho la minima idea di come affrontare il prossimo autunno. La mia paura più grande, sai qual è? E’ che tu finita questa vacanza, mi dimenticherai e mi considererai solo la sveltina dell’estate : veloce ed indolore. E non è così, Ian. Per me non è così.”
E’ sempre difficile dare parola alle proprie sofferenze ed emozioni, Mel si sentiva improvvisamente appesantita dalla realtà che non era proprio semplice e fresca come si immaginava. Ora che poteva forse concedersi una storia con Ian, stava metabolizzando il tutto con troppa velocità. Cosa sarebbe successo se ci fosse andata a letto? O peggio ancora, cosa sarebbe accaduto se si fosse realmente innamorata?
I pensieri ed i dubbi le morirono in testa, ormai troppo pressanti per poter dare vita ad parole sensate.
Si ritrovò solo ad alzare lo sguardo e vedere che anche in quegli occhi cristallini, si rifletteva lo stesso e tormentato sentimento.
Paura.
Anche Ian, nonostante la sua età e la sua esperienza, aveva paura.
 
Paura di amare.
 
 
 
---
 
 
Buonaseraaaa!
Come promesso: aggiornamento di venerdì! Ah è così bello potervi salutare ogni settimana, senza avere il grande dubbio di quando pubblicare xD
Allooooora! Come vi pare il capitolo?
A me è piaciuto. Leggero, dolce e serio al punto giusto :) Entra in scena un nuovo personaggio che vi assicuro, porterà molto scompiglio nella vita di Mel!
E ora vi pongo delle semplici domande :
Il bacio con Steven ci stava? Lui demorderà?
Andrea saprà capire il sentimento della sorella?
E Mel riuscirà a lasciarsi andare con Ian e ad iniziare una storia d’amore?
 
Fate la vostre conclusioni e fatemi sapere :)
 
E ora i ringraziamenti a ben 11 persone che hanno commentato il precedente capitolo!
 
Grazie mille a : Dreamer_on_earth, buffy46, onlydreams, blufan94, iansom, sara99, ElyTVD, Chara, Mary 91, Alys_Salvatore e Elanath! Grazie anche a chi legge o mi inserisce nelle preferite/ricordate/seguite.
Siete davvero dolcissime e tenerissime :)
 
Prima di lasciarvi voglio farvi presente che oggi ho scritto un OS sull’ episodio 3x10 di TVD… Beh, io vi consiglierei almeno una lettura. C’è un Damon moooolto riflessivo ;)
 
Ora vi lascio!
 
A presto bellezze <3
 
 
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Capitolo 10
*** Carpe Diem. ***


Carpe Diem

 









Ian non sapeva bene come comportarsi dopo aver udito quelle parole. Mel aveva paura, tanta paura di innamorarsi davvero di lui e di soffrire per questo.
E lui si rese conto che era uno stupido ed immaturo. Molto spesso in passato era stato con molte donne solo per pura attrazione e piacere fisico, oppure semplici storie di poche settimane di nessun peso e spessore, soprattutto per evitare la solitudine. Come poteva minimamente pensare di avere una storia frivola con Melissa?
 
Quelle parole avevano descritto alla perfezione la sua stessa paura che aveva cercato di nascondere da giorni.
 
Paura di innamorarsi.
Tremenda e fottuta paura di innamorarsi.
 
Lui non voleva solo andarci semplicemente a letto…No. Lui voleva.. Cavolo, lui voleva una compagna, una fidanzata, una persona sempre presente. E Melissa rispecchiava esattamente ciò che cercava. C’era troppa spensieratezza e troppa ingenuità alle quali lui non era più abituato da troppo tempo. Anche lo stesso amore con Nina non era nemmeno paragonabile a quello che poteva -e stava forse già nascendo- con Mel. Nina, seppur più giovane di lui, era una donna già matura e con idee precise ed ideali saldi da seguire. La ragazza che cullava tra le braccia invece, stava ancora cercando la propria strada e il proprio posto nel mondo.  Lui non poteva semplicemente arrivare li, ammaliarla e sfruttarla per poi abbandonarla senza nessun appoggio od appiglio per risollevarsi.
E se lui voleva solo farla soffrire?
E se lui non era in grado di guidarla in una storia d’amore seria e stabile?
“Che casino.” Sospirò più a se stesso che a lei.
“Esatto, Ian.. Ci siamo lasciati trascinare da troppi sentimenti ed emozioni, senza pensare alla realtà.”
Poteva sorridere nella disperazione più assoluta?
Non era forse quello l’amore?
“Se ci siamo avvicinati, non è solo per caso e se io ho lasciato Nina non è perché volevo una storia comune e di una notte. Penso che nemmeno tu avresti lasciato perdere le lusinghe di Steven che è ricco, bello e molto più giovane di me; se non provassi qualcosa di forte. Allora cosa ci fa titubare? Cosa ci fa avere paura?”
Non stava cercando di migliorare la situazione, se ne rendeva conto. Stava spiattellando, anche in modo molto diretto, tutto ciò che la sua testa stava partorendo in quel momento.
Mel sollevò la testa per guardarlo dritto negli occhi.
“Sarebbe bello potersi lasciare andare e seguire semplicemente le emozioni e l’istinto. In fondo, se entrambi vogliamo qualcosa di più che semplice sesso e semplice ricerca fisica, non dovremmo avere paura.. Ian, non voglio promesse di una vita, però mi basterebbe solo una cosa.”
Lui prese ad accarezzarle la guancia carnosa, senza poter controllare il sorriso genuino che stava spuntando prepotente e sicuro, tra le sue labbra.
“Rispetto reciproco?”
“Sì.  Non ti chiedo cose del tipo – ti porto in America o vieni via con me per sempre- Non sono una bambina. Voglio rispetto e un po’ di amore, non amore-amore vero.. Insomma affetto sincero in questo breve periodo, ok?”
Lui le sorrise e si avvicinò lentamente per scoprire se anche lei, come lui, volesse quel bacio che ormai aleggiava da tempo nell’aria.
Fu lei infatti ad avvicinarsi per prima e a posare la sue morbide labbra su quelle sottili di lui. I loro capelli erano un groviglio, le loro mani si cercavano un po’ curiose ed un po’ intimidite. Troppe parole erano state dette e la paura purtroppo, non poteva svanire così con un semplice bacio.
Si staccarono dopo parecchi minuti ancora un po’ intimiditi.
Affetto sincero. Mel, è come se fosse amore.” Lei lo guardò come non aveva mai fatto prima. Aveva gli occhi lucidi, timorosi e quasi impauriti.
“Se l’amore fa paura, chiamiamolo affetto sincero per renderlo innocuo, che dici?”
“E poi sono io quello maturo e vecchio, eh?”
Sorrise mentre riprese a guidare fermandosi poi pochi minuti dopo.
Parcheggiò e prese una borsa dai sedili posteriori, indicando il cammino alla ragazza.
Si ritrovarono in una radura nascosta da un pineto e da una roccia enorme con molte rientranze.
“Non mi chiedere come ho scoperto questo posto. Una mattina, mentre stavo facendo jogging, mi sono addentrato dentro il pineto ed eccoci qui. Di notte ammetto che fa un po’ paura, però guarda come si vede il cielo.”
Mel seguì lo sguardo scintillante di Ian e si accorse come la luna sembrasse più vicina e le stelle più luminose e nitide.
“Hai fregato il trucco a Jim Carrey nel film Una settimana da Dio?”
Scoppiarono a ridere entrambi, mentre Ian distendeva una coperta sul prato ed appoggiava delle casse su un sasso piatto e basso.
“Allora mia cara, siccome sono un vecchio attempato, conservo ancora un po’ di romanticismo. Ho parlato con i tuoi, ricordi? Beh, ho chiesto a loro dei piccoli consigli e.. Ho trovato una canzone adatta a te.”
Mel in piedi e con la braccia incrociate, lo guardava stupita ed un po’ scettica.
“Basta che non mi fai cantare ancora, o ballare o qualche altra cosa imbarazzante.”
Lui prese il suo ipod e lo attaccò alla casse. La prima note cominciarono a diffondersi intorno a loro con dolcezza.
“Oddio.. E’ la versione inglese della canzone di Anastasia, vero?”
Lui acconsentì con la testa. “At the Beggining. E’ il tuo cartone preferito,vero?”
Mel sorrise mentre immaginava Ian alle prese con i suoi genitori per estrapolargli quell’informazione.
“Ti va di ballare?”
Ian le prese le mani con gentilezza e le avvicinò al petto.
“Ho un’altra scelta?”
“No.”
Sorrisero entrambi e avvicinando i corpi, iniziarono ad ondeggiare lentamente e poi un po’ improvvisarono, seguendo solamente il ritmo. Ian cominciò a mimare la voce maschile, fingendo di aver ricevuto un calcio nei gioielli di famiglia e Mel di tutta risposta iniziò a rincorrerlo per dargli una giusta ricompensa.
“Stronzo! Ma l’atmosfera dolce e romantica la mandi così a quel paese? Fatti prendere che ti faccio mimare meglio la vocina effemminata!”
Lui correva e si divertiva a provocarla più del dovuto. Appena gli venne concessa l’opportunità, la intrappolò tra le sue braccia e la baciò di nuovo, senza fretta o troppa passione.
“Sai com’è il titolo in italiano di questa canzone?”
“Come faccio a saperlo, sciocchina?”
Lei gli diede un leggero pugno sulla spalla. “Dai! E’: il mio inizio sei tu.”
“Mmh, è una sorta di dichiarazione, Melissa?”
Lei rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Era una dichiarazione? Nemmeno lei poteva dirlo con sicurezza, però fortunatamente Ian non la forzò anzi, la prese in braccio e  l’adagiò sulla coperta vicino a lui.
“Va bene.” Disse lui all’improvviso, distendendosi puoi con le braccia dietro alla testa come appoggio.
“Va bene cosa?”
“Sarò il tuo inizio, anzi saremo il nostro inizio.”
Mel sorrise quasi con le lacrime agli occhi e un altro bacio sigillo quella piccola promessa che valeva molto più di stupide etichette che facevano più male che bene.
Quella notte Mel tornò a casa con un sorriso troppo bello per essere vero e anche quando Ian le diede il bacio della buonanotte sulla porta di casa, non riusciva ad essere realmente triste.
Era iniziato. Qualcosa stava accadendo e finché entrambi volevano alimentare quell’affetto che sarebbe durato più del previsto.
Più del dovuto.
 
***
 
Il suo riflesso nello specchio era così diverso. Era proprio lei? Quelle guance così morbide e rosse, erano le sue? Gli occhi brillavano, il respiro era frenetico e le mani tremavano leggermente.
Certo che non era normale essere in quello stato emotivo disastroso. Era a casa da più di un’ora ed era rimasta seduta su quella sedia scomoda a fissare il suo riflesso senza muoversi di un solo centimetro.
No, non era normale.
Non era normale il fatto che continuasse ad annusarsi i vestiti.
Non era normale non volersi struccare e lavarsi la faccia e le labbra.
Non era normale continuare a guardarsi allo specchio e sorridere come in una pubblicità televisiva con protagonista la dentiera più amata del mese.
Sospirò ripetutamente mentre con la spazzola si dedicava a quel piccolo rito che ripeteva ogni sera. I suoi capelli non erano mai stati crespi e quella era la sua piccola ed unica mania che aveva ereditato da sua madre. Forse era l’unica cosa che la facesse assomigliare a quella pazza logorroica; per lo meno l’unica per la quale andarne fiera.
“Toc- Toc. Deponiamo l’ascia di guerra?”
Una testa bionda e spettinata sbucò appena dalla porta socchiusa. Mel si girò e alzò gli occhi al cielo, sbuffando ed incrociando saldamente le braccia.
“Forse.”
Il ragazzo le sorrise, scuotendo poi la testa ed entrando nella camera.
“Ok, ammetto di essere stato un po’ stronzo, però Bella Mia che cazzo di sorprese mi fai?!”
Andrea si tuffò così sul letto ancora immacolato della sorella, prendendo poi tra le braccia il piccolo gattino nero che era sempre protagonista e - a volte vittima - delle liti fra i due fratelli.
“Andre.. E’ successo. Mi spiace di non avertelo detto prima, ma in fondo non ti ho mai elencato i nomi di tutti i ragazzi con cui sono uscita. Sei tu che mi fai i discorsi da comizio ogni volta che ti fai una tipa! Ma che cavolo me ne frega a me?!”
Leggermente indispettita, la mora tornò a concentrarsi sui suoi capelli, voltandosi verso lo specchio.
Del resto, il fratello si divertiva a punzecchiare continuamente sia il gatto tra le sue braccia, sia la sorella di fronte a sé.
“Ma io sono una persona altruista, dovresti saperlo. Amo condividere con la mia dolce sorellina tutte le mie conquiste! Dai, Meli, torna in te. Voltati e dimmi che ho torto e che non devo preoccuparmi per te.”
Era difficile vedere suo fratello serio, soprattutto con lei. Si voltò davvero e abbandonò la spazzola sul ripiano della piccola libreria.
“Non devi preoccuparti, scemo. Ian è un ragazzo normale, non è che essendo una star di Hollywood devi vederlo come un alieno! Mangia, beve e senti un po’ : respira come me e te! Wow, mitico!”
Si scambiarono un’occhiata di fuoco, prima che Mel riprendesse la parola.
“Senti… Cavolo, Ian non è come tutti gli altri. E’ vero : è grande, famoso, bello ecc… Però con me si sta comportando egregiamente e io ti assicuro, di non avere niente in più di Nina o di qualche altra celebrità che lui potrebbe frequentare con tranquillità. Eppure.. Eppure ha scelto me questa sera e forse anche nei prossimi giorni sarà così. Andre non ti chiedo di accettarlo, ma almeno mettiti nei miei panni.”
Niente e nessuno potrà mai capire cosa lega davvero due fratelli. E’ alchimia, semplice e genuina. E’ un legame che nasce dal momento stesso che entrambi nascono e si guardano negli occhi. Potranno esserci mille problemi, litigi ed incomprensioni, però l’affetto profondo e senza fini che li lega, supera ogni difficoltà.
Andrea pensava a tutto questo, mentre vedeva quella strana luce negli occhi di sua sorella. Vedeva che stava crescendo anche lei e che stava diventando molto più donna di quello che lui stesso poteva pensare.
E quanto l’aveva presa in giro, quando le era arrivato il primo ciclo o quando aveva comprato della ceretta fai da te al supermercato, per andare ad una festa con lui… Mel ora era una donna e per lui era ancora difficile accettarlo.
Non era Ian il problema, forse. Era qualsiasi essere maschile intorno a lei ad infastidirlo.
“Mel.” Sospirò lasciando andare Shadow. “ Ho paura per te, mi credi? E’ così grande e tu sei così piccola… Insomma che cavolo di fratello sarei se non fossi un minimo geloso e protettivo?”
La ragazza rimase colpita da quelle parole. Andrea non era il tipo di persona che esternava facilmente i suoi sentimenti. Era molto loquace, estroverso e sfacciato. Peccato che solo lei e poche altre persone sapevano quanto tutto quello fosse una bellissima maschera per nascondere il suo vero ego timido ed insicuro. Andrea evitava di dire un semplice “ti voglio bene”, perché non credeva nelle belle parole. Lui voleva tanti piccoli gesti che potevano rasserenare il cuore, molto più che del semplice fiato. Per lui tutti erano bravi a parole e pochi a fare davvero ciò che dicono.
Mel cominciò a guardarsi le mani, perché in fondo quello scemo di suo fratello aveva ragione. Era stato così gentile e schietto poco prima che quasi stentava a riconoscerlo.
“Hai ragione.. Sai, sono anche io impaurita da tutta questa situazione. Me lo sono trovata davanti una sera qualunque e gli ho pure rovesciato addosso un vassoio pieno zeppo di spaghetti! Cavolo è da lì che è nato tutto.. Lui ha lasciato Nina Dobrev per me. Andre, dici che mi sto illudendo per niente?”
Si scambiarono un’altra occhiata, diversa dalla precedente e più lunga e tormentata.
Andrea sospirò pesantemente prima di alzarsi per andare incontro alla sorella ancora seduta su quella piccola sedia.
“Lo so che è brutto da dire, Mel. E’ un uomo grande e con un’esperienza maggiore di me e te messi insieme! Chi ti dice che abbia finto di lasciare la mora e poi tornando in America ritornano ad essere una coppia felice? Magari è solo un gioco per lui! Ho il nervoso addosso solo all’idea che lui possa prenderti in giro.”
Si sedette sul pavimento di fronte a lei, appoggiando poi il mento sulle ginocchia della ragazza.
“Sono una cretina.”
“No, sorellina. Sei solo perdutamente andata per quel fighetto. Ammetto che ha un fascino non indifferente e…” Deglutì visibilmente ed un po’ scocciato. “Ok vuoi la verità? Al ristornate ti divorava con gli occhi. Quando sei arrivata ti ha guardato le gambe un centinaio di volte, per non parlare delle tette!”
Andrea si appoggiò sui gomiti, ormai  quasi consumato dall’ira.
Mel invece scoppiò a ridere, scendendo dalla sedia e abbracciando forte suo fratello.
“Sei geloso!” Lo canzonò.
“IO? Ma cosa stai dicendo?!” Lei assottigliò lo sguardo decretando così la sua vincita.
“Ok, un pochino.”
Si guardarono negli occhi per qualche secondo e poi crollarono entrambi sul pavimento a ridere fino alle lacrime.
“Sei anche un coglione! E io che mi stavo sentendo pure in colpa!”
Lui si asciugò le lacrime prima di farle una linguaccia. “Qualche volta devo fare il serio giusto per ristabilire i ruoli.”
Si alzò e si diresse verso la porta. Prima di uscire definitivamente dalla stanza, voltò solamente la testa per guardare Mel negli occhi.
“La notizia che mi hai appena dato, ha reso il mio soggiorno qui più interessante del previsto. La Dobrev single e affranta dalla perdita di Ian? Bene, bene. Penso che vestirò i panni del cavalier gentiluomo e la conquisterò con il mio fantastico charme.”
Mel di tutta risposta gli tirò un cuscino in faccia, scoppiando a ridere e coinvolgendo di nuovo anche lui.
“Notte Nana.”
“Buona notte, scemo.”
E così Andrea se ne andò sorridente, lasciando Mel ancora sul pavimento con un sorriso in più.
Quella chiacchierata, per quanto stramba e quasi snervante, l’aveva fatta riflettere e ritornare con i piedi per terra. Ian le interessava in un modo quasi scandaloso, però aveva ancora una dignità e una famiglia che le voleva bene. Aveva ancora un futuro da progettare e il fatto che Ian fosse presente o meno, non doveva pesarle più di tanto. Doveva cogliere l’attimo, vivere il momento e smetterla di pensare sempre e trovare tutti i pro e i contro in ogni situazione.
Ian era un regalo raro e bello che il destino le stava facendo. Perché logorarsi nell’ansia del domani quando il presente era così vicino e palpabile? Quella sera fu il suo unico pensiero, l’unica certezza che cominciò a cambiarla pian piano trovando finalmente la risposta a quella stupida paura.
Il Carpe Diem, in fondo, era un ottima soluzione.
 
***
 
Mel si sentiva felice nonostante avesse dormito poco. Mentre apriva le finestre del ristorante, non sentiva la solita sensazione sgradevole che l’attanagliava prima delle pulizie o del lavoro.
In quella mattinata soleggiata e calda le toccavano le pulizie extra. Era da sola stranamente, ma poteva scorgere a kilometri di distanza, lo zampino di Andrea in quel manrovescio regalatole dal destino. D’altronde i suoi genitori non le avevano detto niente, quindi non poteva limitarsi ad insultare il fratello senza avere prove effettive della sua colpevolezza.
Tutto sommato, lavorare da sola non le dispiaceva. La tranquillità, il sole e l’aria marina erano un’ottima compagnia e poi il buonumore era evidente e per nulla intimidito dalle ore di lavoro che le aspettavano.
Accese la radio e si lasciò guidare dalla melodia ritmica e trascinante, cominciando ad imitare Mrs Doubtfire nell’omonimo film, quando durante le pulizie usava la scopa come chitarra.
Ridacchiava da sola per la scena che stava interpretando, però aveva ottimi motivi per essere così allegra.
In fondo, Ian le aveva promesso una relazione, un affetto sincero e aveva detto talmente tante belle cose, che poteva semplicemente chiedere il rilascio anticipato dal pianeta terra, per andare a fare un giro eterno al paradiso.
O forse il paradiso terrestre erano proprio quegli occhi che l’avevano guardata spesso, fatta ridere e anche lusingata più del dovuto. Questo ancora non lo sapeva con certezza.
Qualcuno però sospirò alle sua spalle, interrompendo il suo monologo interiore.
Intravide così una figura ben nota appoggiata al bancone degli alcolici.
“Buona giorno, Cenerella.”
Il suo sguardo parlò al suo posto, perché vide il ragazzo avvicinarsi e sorriderle.
“Dai, Mel. Non sono mica un fantasma!”
La ragazza deglutì e sorrise poi abbracciando gentilmente il moro.
“Scusa, Steve. Non pensavo di vederti così presto, sinceramente.”
Dire la verità era sempre un’ottima cosa, vero?
Allora perché quello sguardo sempre allegro ed incredibilmente caldo, stava perdendo man mano la propria lucentezza e serenità?
“Anche io avrei voluto non vederti per un po’. Sai com’è, ero da queste parti e ho pensato di fare un giro. Mi spiace, non avrei dovuto piombare qui così.”
Mel si sentiva in colpa. Lei si era affezionata a quel ragazzo, nonostante non lo conoscesse davvero.  Per quel che sapeva, era allegro, intelligente, brillante ed ironico. Certo, la bellezza e il corpo da favola erano un altro ottimo motivo per continuare a conoscerlo e a non perderlo di vista, però sapeva in cuor suo di averlo fatto soffrire per la sua ingenuità.
“No, Steven. Non mi dai fastidio e a me fa piacere vederti. Non vorrei però darti un messaggio sbagliato od illuderti. Insomma, non credi che io abbia fatto già troppi casini?”
Lui le sorrise con inaspettata gioia e le accarezzò una guancia quasi inconsciamente.
“Sei così adorabile quando ti giustifichi. Mamma mia, ma davvero non possiamo provarci lo stesso? Non diciamo niente ad Ian; io non sono geloso. Tanto so che se mi daresti almeno una possibilità, lo lasceresti poi seduta stante. Davvero non hai idea di quanto dolce io possa essere, di quanto devoto e rispettoso possa diventare.”
La guardava con insistenza e Mel indietreggiò di un passo per evitare situazioni spiacevoli e soprattutto per non sentire più quel contatto sulla sua pelle.
Non sapeva bene il motivo, ma faceva incredibilmente male.
Bruciava di peccato e anche di lussuria.
Perché si sentiva così combattuta? Era vero che quando era con Ian pensava solo a lui, e sinceramente anche quando non era con lui. Però in quel momento, con Steven davanti a sé che la guardava con insistenza e con una inaspettata muta esigenza, percepiva la sua sicurezza vacillare. Non era amore, non era attrazione e non era semplice affetto. Che cavolo le prendeva? Perché lo stomaco le sembrava più pesante del solito?
Si allontanò verso il bancone per prendere un bicchiere d’acqua.
“Mel, tutto bene?” Il ragazzo le si avvicinò mentre lei si sedette accanto al lavandino, sul freddo marmo del ripiano.
Lo guardò negli occhi e il turbamento, che sentiva dentro se stessa, era riflesso anche sul quel volto bello e genuino.
Steven era così normale e così simile a lei, da farlo sembrare troppo reale e troppo vicino. Non era come per Ian che era sempre stato un sogno sia proibito che fantasioso, con Steven era diverso. Sentiva familiarità come con Giorgio e gli altri suoi amici. Poteva essere un suo compagno di scuola, il suo vicino di casa o il ragazzo figo delle consegne. Insomma, la realtà era in conflitto con il sogno e lei non voleva commettere cavolate.
Il freddo del marmo e il fresco dell’acqua, che percorreva la sua gola, erano un ottimo diversivo.
“Sto bene, scusa. Era sono un calo di pressione, mi succede spesso in estate.” Una piccola bugia per una buona causa, pensò rassegnata.
Lui però la guardava e le prese il volto fra le mani avvicinandolo al suo.
“Lo sento e lo vedo, Melissa. Il tuo dubbio, la tua voglia di avermi accanto che non riesci a spiegare e quel bacio, sì, vedo quel bacio che i tuoi occhi nascondono bene, ma le tu labbra : no. Sono dischiuse da quando mi hai visto, poco fa. Non dirmi che non provi niente per me, perché non sono stupido e non ho le visioni. Io quel bacio dell’altrovgiorno, non me lo sono dimenticato. Lo sento ancora sulle labbra.”
Mel stava per dirgli che non era vero e che lei non provava niente per lui.
Peccato che le parole le morirono in gola e le sue labbra entrarono in contatto con quelle di Steven. Niente passione o tremenda ricerca, niente tempestiva lussuria e malcelata attrazione. C’era solo semplice esigenza. Sentivano entrambi che dovevano farlo, perché si erano in qualche modo legati senza essersene resi conto.
Il bicchiere di acqua cadde per terra, ma nemmeno il tonfo del vetro e la sua successiva rottura, riuscì a distrarre i ragazzi da quel contatto.
Le mani si aggrovigliavano sulle nuche e sugli abiti; la vicinanza era talmente ridotta da distinguere a stento quale pelle fosse di Mel e quale di Steve.
Un cigolio ed una voce richiamò entrambi al presente.
“Che cazzo state facendo?”
Non una parola, solo uno sguardo ghiacciato, congelò entrambi.
Quando Mel si voltò verso la voce, non poté trattenere un sussurro che uscì con voce strozzata.
“Ian…”
 
E calò il gelo.
 
 
 
-----
 
Buona sera!
Come state? Io sto per concludere una settimana orribile.. Vabbeh! Comunque avete visto che ho aggiornato un giorno prima?
Non sono bravissima?
Ahahahah, ok! Basta cavolate!
Cosa ne pensate del capitolo? Non è il massimo, ne sono conscia, il prossimo sarà una bomba, promesso ;)
Come mai Mel ricambia quel bacio?
Cosa farà Ian adesso?
Beh, ditemi cosa ne pensate!
Vi ringrazio per le bellissime rensioni : onlydreams, buffy46, blufan94, Iansom, Chara, Mary91 e ElyTVD.
Grazie anche a voi che leggete!
 
Spero di non deludervi mai :)
 
Ciaociao, bellezze <3
 
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Capitolo 11
*** Step by Step. ***


 
Step by Step








 

 
 
 
“Che cazzo state facendo?”
Quello sguardo le trapassò il cuore con una precisione tremendamente dolorosa.
“Ian..”
Si alzò e lo raggiunse, dimenticandosi di Steven che non aveva ancora aperto bocca.
“Sono un po’ incazzato Melissa, scusami se non ho voglia di vederti o di parlarti. Ora me ne vado, ciao ragazzi! Continuate pure come se non vi avessi interrotto.”
Prima che potesse avvicinarsi a lui, si voltò di spalle coprendo con veloci falcate la breve distanza dal centro della stanza alla porta.
Mel non sapeva cosa dire o se seguirlo, però si ritrovò a corrergli dietro senza aver impartito quell’ordine al suo cervello.
 
Forse non era come pensava.
Forse il cuore ed il cervello sono più simili e più vicini di quel che sembra.
 
“Ian aspetta!” Urlò scendendo la scalinata che portava poi al parcheggio sottostante.
Lui non l’ascoltava, lo vide solo avvicinarsi alla macchina e chiudersi poi la portiera alle spalle.
Non poteva lasciarlo andare così, anche se non aveva il suo solito coraggio a spingerla davvero verso di lui.
 
Ma che cavolo le era venuto in mente?
Aveva veramente baciato Steven?
Perché in quel momento si faceva così schifo da sola?
 
Non era mai stata una ragazza facile o doppiogiochista. Lei voleva fiducia e dava fiducia. Eppure in quel momento, mentre vide Ian mettere in moto e dirigersi fuori dal lungo cancello in ferro battuto, pensò solo a quanta ipocrisia stava confondendo i suoi stessi pensieri.
Per fortuna il suo corpo si mosse da solo, frapponendosi tra l’uscita del parcheggio e la macchina pericolosamente veloce.
Solo una frenata stridente le fece rendere conto ciò che aveva appena fatto. L’uomo uscì dalla macchina pallido in viso e con vivida preoccupazione negli occhi.
 
“Mel, stai bene?”
 
Lei annuì con la testa, crollando poi sulle ginocchia che tremavano vistosamente. Non era mai stata un’impavida, solo che non si era resa conto delle conseguenze di quella scelta azzardata. E non stava parlando della macchina, probabilmente il malessere che sentiva distruggere le sue gambe, era dovuto al senso di colpa per quel stupido bacio.
Ian cominciò a camminarle di fronte, gesticolando freneticamente ed imprecando come non gli aveva mai visto fare.
 
“Sei una scema! Cazzo, ti avrei potuto mettere sotto in un batter d’occhio! Ma porca puttana, Melissa. Ma ti rendi conto o no che non stiamo giocando? Io… Ok, lasciamo perdere. Facciamo finta di niente ed ognuno torna alla propria vita.”
Lui si voltò di nuovo, mostrandole quelle spalle che lei avrebbe tanto voluto toccare con il petto per farlo aderire con il suo. Avrebbe voluto sentire il suo cuore battere, almeno un decimo di quanto stesse facendo il suo.
 
Perché si stava complicando la vita da sola?
Perché quell’organo insulso le faceva fare cose così stupide?
 
Mel si pulì i jeans e si alzò avvicinandosi ad Ian, facendolo così voltare di nuovo verso di lei.
Lui si appoggiò al muso dell’auto, incrociando le braccia per mantenere un certo distacco.
“Ian, ho fatto una cazzata.”
Lei alzò lo sguardo cercando di captare qualche reazione in quello cristallino dell’uomo, ma lui non si mosse e nemmeno i suoi occhi limpidi avevano intenzione di rassicurarla.
“Potrei semplicemente dirti che non è ciò che sembra e che io non volevo ricevere quel bacio. Non ti voglio mentire, Ian. La verità? Io ho voluto quel bacio con Steven e non posso nascondermi dietro a belle parole, per impedirti di andare via e di lasciarmi perdere. Però posso dirti una semplice cosa : l’attrazione che provo per Steven è un qualcosa di carnale e di livello fisico. La serenità, la protezione e il senso di conforto che provo quando mi stai accanto, è una sensazione mentale molto più profonda e devastante di quel che sembra. Nella mia vita non ho mai provato nulla di simile, perché in fondo non mi sono mai sentita così tanto presa per nessun’altro. Ti sento più vicino di un ragazzo della mia età, eppure ti ho ferito con quel gesto avventato. Una relazione con Steven sarebbe facile, sarebbe giusta. Però io non lo sono, non sono giusta e adoro complicarmi la vita. Tu sei qualcosa di sbagliato per il resto del mondo, ma dentro di me , nel profondo del mio cuore, so che sei tu quello che cerco. Ti chiedo scusa, perché ti ho ferito alle spalle senza darti la possibilità di difenderti davvero.  Hai davanti una ragazzina che vuole crescere e.. Per questi giorni o settimane o mesi che ci restano, vorrei avere te al mio fianco. Vorrei crescere con te.”
Mel abbassò lo sguardo leggermente umiliata da quella piccola confessione. Non è mai facile esprimere i propri sentimenti, soprattutto se hai appena ferito la persona a cui tieni maggiormente per colpa di gesti stupidi ed avventati.
Ian invece riusciva a guardarla con un senso di affetto smisurato, ma anche malcelata rabbia che non lo voleva abbandonare. Quel bacio era stato molto più doloroso di quello che lui stesso pensava. Vedere Melissa avvinghiata a Steven gli sembrava così sbagliato, così profondamente ingiusto. Era suo quel posto, era lui che voleva avere l’esclusiva. Si spaventò per il sapore amaro di quelle parole.
 
Era geloso?
Lui era geloso di lei?
 
Anche quella piccola rivelazione personale, fece incrementare maggiormente la rabbia ed il rancore che lottavano frenetici per avere la meglio su di lui.
 
E vinsero alla grande.
 
“Ah davvero? Peccato che ti servissero ripetizioni extra, da quel che ho potuto vedere.”
La ragazza lo guardò stupito abbandonando il senso di colpa e l’imbarazzo.
Lui la stava giudicando?
Diamine lui la stava quasi insultando!
“Senti, Ian. Ti ho chiesto scusa e mi spiace passare per quello che non sono. MA, se ti azzardi solamente a dirmi che mi piace fare il doppio gioco e che io sia una sottospecie di ragazza frivola : HAI SBAGLIATO DI GROSSO. Credi che mi diverta a strappare cuori e a riscaldare i corpi? Allora fottiti. Te, i tuoi occhi profondi, il tuo corpo mozzafiato e la tua voce sexy. Ma pensa te! Salutami gli States e arrivederci!”
Mel si girò e cominciò a risalire le scale per ritornare al Blue Summer. Ovviamente quando si innervosiva, la lingua prendeva il sopravvento e rivelava molta più verità di quella che lei avrebbe voluto far trapelare.
Senza volerlo, si era scoperta maggiormente e aveva fatto spuntare il sorriso sul viso del ragazzo che la stava rincorrendo.
“Mel, dai… Aspetta!”
La afferrò per un polso, ma lei si fermò senza voltarsi. Era troppo stizzita per poterlo guardare senza perdere il proprio risentimento, per colpa di quel viso così bello e dolce. E poteva dire addio ai propri sani principi, se continuava di quel passo.
“Ok, forse ci siamo un po’ troppo scaldati.. Io non volevo darti della ragazza facile, cavolo! E’ che non riesco a parlare e a ragionare quando sono nervoso. Cazzo! Mi hai praticamente fatto le corna!”
Mel alzò pericolosamente un sopracciglio voltandosi verso l’uomo. Era due gradini più in alto, risultando così leggermente più alta di Ian.
“Le corna? Ma se non siamo neanche fidanzati!”
 
Ian si infiammò solo a sentire quella frase.
“Non lo siamo? NON LO SIAMO? E la dichiarazione dell’altra sera? Ed il bacio sull’erba? Ma porca puttana, Melissa! Ma perché non ci arrivi? Io sono già perdutamente fuso e tu fai finta che siamo semplici conoscenti. Ottimo, davvero ottimo!”
 
Esasperazione da un lato ed incredibile esaltazione dall’altro. Sul volto di Mel si dischiuse un sorriso dolcissimo e sereno; quelle parole non le avrebbe mai più dimenticate.
 
Probabilmente Ian non si era nemmeno accorto di quello che aveva appena detto, tanto che sussurrò irritato : “Che c’è, ora?”
Ma Mel abbandonò l’ascia di guerra, l’orgoglio e l’imbarazzo su quei gradini. Saltò letteralmente - e anche fisicamente - in braccio ad Ian, che si accorse in tempo del gesto improvviso della ragazza. Gli allacciò saldamente le gambe in vita, senza vergognarsi della posizione un po’ troppo esplicita.
“Mel?”
Lei gli legò le braccia al collo e si nascose nell’incavo profondo e brillante dell’uomo. Era inebriante quel profumo, così personale.. Così Ian.
“Anche io.”
Lui alzò gli occhi al cielo, stringendo però con più forza le sue braccia intorno ai fianchi di lei.
“Anche io cosa?”
“Anch’io sono perdutamente fusa per te.”
 
Quel sorriso esuberante e felice contagiò anche Ian, seppure il suo era contraddistinto da sfumature più timide ed ingenue.
Scoppiò così a ridere, un po’ per la posizione molto equivoca dei loro corpi, ma soprattutto per quelle parole che gli erano sfuggite inconsciamente.
Si ritrovò a ridere contro una sua guancia, e a circondare poi le sue labbra con le proprie. Si sfiorarono appena e poi si riscoprirono di nuovo. Ian era più vorace del solito, volendo farle dimenticare il bacio precedente che non era appartenuto a lui.
 
Era geloso?
Era possessivo?
 
Non voleva rispondere;  in quel momento non aveva senso.
Si prese ciò che quelle labbra gli regalavano e ciò che lui desiderava da prima di quella litigata. In fondo si era precipitato al locale, perché stare da solo era diventato un po’ troppo pressante. Era corso lì,  perché moriva dalla voglia di baciarla.
Ora aveva quello che desiderava e forse anche qualcosa di più . Quel bacio, che sfiorava i loro palati lussuriosi, era più che semplice manifestazione d’affetto. Significava chiarezza e rinnovata determinazione. Significava che da quel momento, erano una coppia.
 
Erano Ian e Mel.
 
L’uomo si staccò a malincuore per accarezzarle con la mano libera la fronte ed il viso illuminato dal sole sempre più caldo e fastidioso.
“Posso dire con sicurezza che tu ora sei la mia fidanzata?”
“Sarebbe così bello da sembrare quasi un sogno. Ma-“
Ian la interruppe, posandole dolcemente un dito sulle labbra ancora dischiuse e ancor più rosee. “Niente ma. Non voglio che tu ti rovini questi momenti, pensando al domani. Ora sono qui, anzi : siamo qui. Troveremo una soluzione.. Per il momento, viviamo insieme questa piccola felicità.”
 
Un altro bacio inaspettato, fece tacere Ian. Lui sorrise tra quelle labbra, non riuscendo a chiudere gli occhi per la gioia. La vedeva di fronte a sé mentre lo racchiudeva tra le sue gambe e gli accarezzava la schiena con una passione strana e travolgente.
Non era abituato, o meglio, non era abituato a stare con qualcuno che era così dannatamente spontaneo, genuino e molto sincero nei gesti.
In fondo, stare con una ragazza così giovane, comportava molto sorprese. Sperava che tutte fossero così piacevoli e sarebbe stato l’uomo più felice dell’intero universo.
 
Poco dopo i due si presero per mano e ritornarono all’interno del locale.
Steven non c’era più e al suo posto era rimasto un misero biglietto di carta.
 
Non voglio disturbarti e non c’è motivo che tu ti scusi apertamente per quel bacio. Te l’ho rubato giocando sporco. Vi lascio tranquilli, ma se ti venisse voglia di lasciare Ian, perché ti sembra così lontano da te..Beh, ricordati che c’è un ragazzo che ti pensa ancora e che ti aspetta dall’altra parte del globo.
Buona Giornata, Bella.
 
Steve
 
“Molto virile da parte sua.”
“Ian!”
Mel gli diede un leggero schiaffo sulla spalla, piegando il biglietto e conservandolo in tasca. Non sarebbe stato carino gettarlo così e nemmeno Ian disse niente al riguardo.
Si guardarono a lungo negli occhi, prima che Mel riuscisse a parlare.
“Ora è meglio che chiudo il locale, visto che la maggior parte delle pulizie le ho finite. Stasera attacco prima il turno e finisco il resto.”
Ian assentì con la testa prima di venir illuminato da un’idea grandiosa.
“Questo pomeriggio hai da fare?”
“No, perché?”
Lui le si avvicinò con un sorriso malizioso, degno di quelli che avrebbe fatto Damon di fronte ad Elena.
“Beh, che ne dici di andare insieme in spiaggia? Vieni con me che ti presento di nuovo al cast.. O meglio, ti ripresento come la mia ragazza.”
Mel deglutì vistosamente prima di rispondere. “E con Nina e Steven come facciamo? Non mi sembra il caso..”
Lui l’ammonì con lo sguardo prima di baciarle la fronte.
“Babe, tu non ti preoccupare. Ci penso io al resto.”
E strizzandole l’occhio se ne andò velocemente dal Blue Summer, lasciandola con un invito e con una strana tensione a livello dello stomaco.
In fondo… Come diceva quella famosa canzone che intonava sempre suo zio?
Ah, si.
Chi vivrà, vedrà.
Lei sperava di non diventare cieca nel frattempo.
 
***
 
Indossando il suo bikini colorato ed inforcando cappello, occhiali, shorts e canotta; Mel si diresse verso la spiaggia gremita di gente.
Era nervosa.
Non stava andando semplicemente al mare o a divertirsi, la sua tragica situazione emotiva anticipava la lenta ed interminabile salita al patibolo.
 
Cosa avrebbe detto a Steven?
Sarebbe riuscita a guardare Nina negli occhi senza sentirsi in colpa?
 
Sospirò ancora come succedeva da interminabili minuti. Però fortunatamente, quando i suoi piedi sfiorarono la lunga e calda distesa sabbiosa, la calma ritornò a cullarla e a farla procedere verso il gruppetto di persone vicino alla riva.
 
“Hey, Mel! E’ un piacere rivederti.” Paul le venne incontro con un sorriso luminoso sulle labbra.
“Anche per me, Paul. Come stai?”
Lui si rabbuiò leggermente, ma continuò a sorriderle quasi imperturbabilmente. Quel quasi la spaventò.
“Insomma, oltre a sentire la mancanza di Torrey, il clima qui non è dei migliori.” Con un cenno del capo indicò il gruppetto dietro di sé.
Nina era sdraiata su una sdraio, fingendo probabilmente di non vederla. Steven giocava con fin troppa calma a football con Michael ed Ian doveva essere in acqua, perché non riusciva a scorgerlo nelle vicinanze.
Ringraziò sentitamente il cielo per la presenza rassicurante di Paul che indossava, senza ombra di dubbio, le vesti di paciere.
 
“Ti va di fare una passeggiata? A furia di stare seduto, mi sento le gambe molli!”
Mel, come mutua risposta, gli sorrise e così si spostarono insieme verso luoghi meno ostili.
Non aveva potuto far finta di niente.
L’aveva visto.
Steven le aveva indirizzato un’occhiata colma di tristezza e rancore.
 
Scosse la testa e si lasciò coccolare dall’acqua tiepida del mare, che le sfiorava con gentilezza i piedi nudi.
“Sei un angelo. Mi hai appena salvata da una situazione imbarazzante e fin troppo tesa.”
Il ragazzo dissimulò quel complimento con un veloce gesto della mano sinistra, che permise così al sole di illuminare la piccola fede d’oro di fronte agli occhi della ragazza.
La curiosità la travolse e fece dissolvere con facilità la tensione precedente.
“Tua moglie è molto fortunata. Sei un ragazzo d’oro! Allora? Com’è essere sposato con una donna bella e famosa come Torrey DeVitto?”
Paul, appena udì quel nome, cominciò a brillare di luce propria.
“Cosa posso dirti… In linea di massima è un gran casino, ma è il casino migliore di tutta la mia vita.”
Non poteva spiegare a parole le sensazioni che le sfiorarono la pelle. L’amore si poteva trasmettere da persona a persona semplicemente raccontandolo? Lei si sentiva, in qualche modo, più vicina di quel che pensasse ai pensieri idilliaci del ragazzo che camminava con lentezza di fianco a lei.
 
Era forse, per un caso fortuito del destino, per una strana coincidenza astrologica : innamorata di Ian Somerhalder?
Poteva per qualche genere di sfortuna, Quel Casino che Paul descriveva con tanta semplicità, avvicinarsi alcasino presente nel suo cuore da quando si era scontrata con Ian?
 
Il silenzio che si era creato, non aveva solo reso pensierosa la ragazza, ma aveva fatto capire a Paul molto di più di quello che sperava.
Quella ragazza provava qualcosa per il suo migliore amico. Lo sguardo, il leggero tremolio delle mani e il petto che si muoveva più velocemente del consueto; non erano semplici coincidenze.
Lui lo aveva capito da tempo oramai.
Quei due erano molto più uniti di quello che pensavano. Erano molto di più una coppia, di molte altre che si affibbiavano quell’etichetta per mera apparenza.
“Piccola Melissa. In realtà ti ho allontana dal gruppo famelico di squali, per poterti parlare in privato. Però, sento che ormai non serve più. Ho già ottenuto ciò che mi serviva.”
Paul le sorrise, evidenziando quei zigomi alti e scolpiti.
Mel non sapeva cosa dire, ma si limitò e seguire il ragazzo che la riportò al punto di partenza.
 
Ian esattamente in quel momento, stava uscendo dall’acqua con una maschera da sub tra le mani.
La ragazza, giunta ormai a destinazione, boccheggiò ripetutamente vedendo l’uomo per la prima volta in costume.
In costume.
Di fronte a lei.
Completamente bagnato.
Con gli addominali ben delineati e che le gridavano chiaramente :
 
                                                                                                

Non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios?

 
Cavolo, no!
Dov’era la sua razionalità?
Non era la domanda giusta, si ammonì mentalmente.
Lei ce l’aveva mai avuta la razionalità?
 
L’uomo le si avvicinò e senza badare al fatto che lei fosse ancora vestita e lui era in costume e completamente fradicio, l’abbracciò calorosamente.
Che sensazione meravigliosa. Quelle braccia avevano un qualcosa di mistico, talmente potente da stregare anche l’uomo più dotato di forza mentale dell’intero universo.
“Eccoti! Non pensavo che Paul ti rapisse subito; ero quasi preoccupato.”
Le sorrise con molta ironia e una punta di malizia che sembrava non riuscisse mai ad abbandonare il suo viso, lasciando affiorare sempre quella smorfia capricciosa e dannatamente sexy.
“Per un attimo ero quasi tentata di lasciarti per Paul. E’ un uomo davvero interessante.”
Anche se il suo intento era puramente provocatorio, percepì nello sguardo limpido dell’uomo un lieve accenno di preoccupazione.
Forse il bacio di Steven era difficile da dimenticare.
Più di quanto lei pensasse.
 
“Vorrà dire che ti investirò davvero, la prossima volta.” Glielo sussurrò ad un orecchio provocandole involontariamente brividi a fior di pelle.
“Ma che bella coppia! Sentite, non potete evitare di amoreggiare davanti ai miei occhi? Diglielo, anche tu Nina! ” Steven li affiancò continuando a giocare con la palla tra i suoi piedi.
“Smettila di rompere, Steve. Lasciali in pace.” Nina si voltò, poi dando le spalle al gruppo, indossò con fin troppa energia un paio di cuffie.
Ovviamente la donna non voleva fare scenate in pubblico e guadagnò un sacco di punti agli occhi dei presenti.
Steven invece si beccò una serie di improperi sia da Michael che da Paul, che inverosimilmente avevano preso in simpatia la nuova ragazza.
Ian non aveva fiatato, perché come Nina non voleva rovinare l’atmosfera e attirare sguardi indiscreti. Non per questo non aveva il coraggio di scontrarsi con Steven, per carità. Quella stessa sera l’avrebbe raggiunto nella sua camera in albergo e gli avrebbe esporto le sue ragioni e motivazioni.
Era un uomo e non un ragazzino.
Era per quello che Mel l’aveva scelto. Era per quello che lui poteva vantarsi di averla al suo fianco.
“Ragazzi.” Si schiarì la voce, attirando lo sguardo di tutti e anche quelli nocciola dell’ex compagna.
“Mi spiace se questa notizia vi causerà scompiglio o semplice irritazione, però non posso più tacere. Io e Mel ci frequentiamo.”
Paul gli diede una gomitata, mentre Michael gli strizzò l’occhio.
“E quale sarebbe la novità? Questo si sapeva già!”
Ian alzò gli occhi al cielo, scambiando una serie si sguardi con l’amico.
“La novità è che non è una semplice frequentazione. Io sto con lei e quindi niente scherzi, va bene?“
Le reazioni furono molteplici e tutte diverse.
Paul sorrise soddisfatto, facendogli l’occhiolino.
Michael gli diede una pacca sulla spalla, mentre Mel gli strinse la mano di riflesso. Steven boccheggiò, strinse i pugni e se ne andò più veloce di una furia, passando accanto allettino di Nina, la quale non aveva più emesso né un suono né un movimento.
 
Nonostante sembrava difficile da affrontare, ora entrambi erano più sicuri dei propri sentimenti.
Parlarne con gli altri, era un modo indiretto per parlarne con se stessi. Quella notte, o nelle prossime, probabilmente quella due parole che ormai sembravano avere sempre più senso sulle loro labbra, sarebbero arrivate a sfiorare finalmente l’aria.
E se ciò succedeva davvero, forse quella semplice cotta estiva, era qualcosa di più.
 
Qualcosa che stravolgeva e che cambiava indissolubilmente.
 
 
 
 
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Eccomi qua!
Venerdì sera e nuovo aggiornamento! :)
Vi è piaciuto? Spero di si ragazze, mi sto impegnando davvero ultimamente. Ho una vita frenetica e ricca di impegni, però non riesco a non scrivere : è più forte di me!
Ora vorrei ringraziarvi, perché siete sempre troppo gentili e mi seguite con una voglia davvero ammirevole! Io non ci so fare con queste cose, sappiate solo che nella fredda Milano, c’è una certa persona che sorride leggendo le vostre bellissime recensioni e vedendo il numero delle visite aumentare sempre. Non sarò il massimo, non sarò famosissima, però sono felice.
Felice perché faccio qualcosa che mi piace e che viene apprezzata da persone che non mi conoscono, ma che mi apprezzano così semplicemente :)
 
Grazie davvero a tutte!
E Grazie mille volte anche a voi : Iansom, Chara, buffy46, Mary 91, robiva e Dreamer_on_earth. Recensioni sempre più gradite :)
 
Non ho altro da dirvi, davvero!
Vi auguro un week end ricco di relax e tanto amore.
 
Un grosso bacio e a venerdì prossimo <3
 
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Capitolo 12
*** Everything Burns. ***




 

Everything Burns






 

 
 
Steven continuava a correre con forza e velocità, dirigendosi verso il parcheggio della spiaggia.
Più sentiva i muscoli gonfiarsi e più la sua mente lo torturava lentamente con immagini un tempo gradite, ma in quel momento solamente dolorose. Fin troppo dolorose.
E si malediva con tutto se stesso per averci creduto così tanto, per aver dato per scontato che chi ama è destinato ad essere amato. Era solo che.. Che cavolo! A lui sembrava così fottutamente semplice donare il proprio cuore, metterci tutto se stesso in ogni parola dolce, eppure in quel momento era troppo faticoso ricevere indietro così brutalmente tutto il suo amore.
Amore?
Era innamorato?
No non poteva essere, forse era semplicemente affezionato. Sì sì, era affezionato di una ragazza simpatica, genuina, con un sorriso brillante e con occhi ipnotici.
Più cercava di odiarla e più si innamorava di lei.
E per quanto facesse così male ammetterlo, in cuor suo sapeva qual’era la verità.
 
Troppo occupato dalla sua folle situazione sentimentale, non si era accorto di una ragazza che camminava nella sua stessa direzione e - con una leggiadria pari ad un elefante imbestialito-, l’aveva fatta cadere letteralmente ai suoi piedi. La poveretta sputava insulti quanto un camionista imbottigliato nel traffico, però nella sua poca femminilità, lui la trovò molto bella. Capelli lunghissimi e ricci legati in una coda di cavallo alta e un po’ disordinata, incorniciavano un viso latteo e con due occhi pari al color dello smeraldo più puro e prezioso.
E le labbra.. Quelle labbra sembravano carne sul fuoco ardente della passione.
Steven non capiva cosa la sua mente gli stesse improvvisamente mostrando, ma si ritrovò a tendere la mano, leggermente imbarazzato, alla malcapitata.
 
“Sorry, Honey.”
La ragazza smise di parlare, lanciandogli uno sguardo di fuoco.
“Parli in inglese per non farti insultare a dovere? Capiti male ragazzo! Sono diplomata in lingue, mio caro Steven  McQueen!”
Lui aggrottò le sopracciglia scoppiando a ridere.
“Non è colpa mia se non conosco l’italiano mia cara…?”
Lei si alzò velocemente, pulendosi gli shorts e sistemandosi la canotta. “Giulia Bianchi, ma puoi chiamarmi Egregia Signora Bianchi.”
 
Giulia non poteva davvero credere di avere davanti a sé quel figo da paura di Steven McQueen; lo stesso ragazzo che andava dietro alla sua amica da giorni e che lei si era offerta più volte volontaria per consolarlo.
Insomma non aveva molto senso insultarlo, ma quando le partiva l’embolo, poche persone riuscivano a tranquillizzarla.
Dal canto suo, il ragazzo continuava a ridere non prendendola per niente sul serio.
“Va bene, Egregia Signora Bianchi… Senti, mi spiace per poco prima. Sono un po’ con la testa fra le nuvole e i pensieri mi soffocano la materia grigia. Ti va un gelato? Così mi sento meno in colpa per aver fatto cadere una ragazza così carina.”
 
Che tipo, pensò la ragazza. Mel lo scarica e lui non ci pensa due volte per cercare un’altra ragazza da torturare. Sfortunatamente per lui, io sono diversa, mooolto diversa!
 
“Non ti preoccupare, ho un’amica da salutare, ora. Melissa non sarebbe molto felice di sapere che ci stai provando con la sua migliore amica. Ciao belloccio!”
E senza dare il tempo materiale al ragazzo di rispondere, se ne andò decidendo di tornare a casa Forlani per architettare una sorpresa con i fiocchi, alla sua dolce e pasticciona amica.
 
***
 
“Allora ci vediamo stasera, ok?”
Ian e Mel erano ormai giunti, davanti alla casa della ragazza, mano nella mano con più consapevolezza nello sguardo, ma soprattutto nel cuore.
“Va bene. Stasera dovrei essere libera, finalmente! Ci vediamo in spiaggia alle sette?”
Lui la racchiuse in un abbraccio lento e le baciò la fronte dolcemente.
“Non vedo l’ora di questa sera. Un falò fino all’alba, le risate, le storie dell’orrore, il bagno nudi a mezzanotte…”
Mel gli diede uno scappellotto, incrociando poi le braccia.
“Lo sapevo che la storia del falò era semplicemente uno scherzo, vecchio pervertito che non sei altro!”
Lui scoppiò a ridere, baciandole poi i capelli e liberandola dalle sue braccia.
“Allora vedi di indossare un costume casto ed integrale, se vuoi sopravvivere.”
Mel sbuffò riportandolo vicino a sé.
“E tu vedi di smetterla di essere così adorabile, se no oltre al bagno di mezzanotte… Faremo lo spuntino di mezzanotte.”
E suggellando quelle parole eccitanti con un bacio, entrambi sapevano che non sarebbero sopravvissuti fino alla mattina successiva, senza fare l’amore.
Purtroppo, per le varie vicissitudini degli ultimi giorni, la loro vicinanza era diventata in quel momento molto pericolosa.
E Mel sapeva benissimo che quando gli ormoni prendevano il via libera, non c’erano principi, valori ed idee che potevano fermare la loro lunga discesa verso il piacere.
Si salutarono a lungo, mentre uno o l’altra decideva che l’ultimo bacio doveva essere in realtà uno degli infiniti baci di saluto.
Dopo 10 minuti, Ian si allontanò dalla casa della ragazza con le labbra arrossate ed il sorriso di un bambino.
Era amore?
Era attrazione?
Qualunque cosa fosse lo faceva stare bene, e in quel momento nient’altro contava.
Solo lui.
Solo Melissa.
Solo loro.
 
***
 
Mel salutò di sfuggita il fratello che poltriva sul divano con il Netbook sulle ginocchia, poi si prese un grosso bicchiere di succo fresco e si diresse con lo sguardo sognante e velato di eccitazione, verso la sua camera.
Quando aprì la porta bianca, il succo che stava discendendo la sua gola si bloccò, provocandole una serie infinita di colpi di tosse, sorrisi e lacrime per la gioia nello stesso istante.
“GIULIA!”
La ragazza si alzò dal letto e le corse incontro abbracciandola con energia.
“Brutta stronza! Ma quanto mi sei mancata?!”
La solita gentilezza, il solito sorriso luminoso, il solito tono di voce alto e squillante.
Quell’uragano della sua migliore amica, che non vedeva da quasi un mese, era lì tra le sue braccia che non la finiva più di insultarla, ma anche di stringerla con forza nelle sue tenere braccia.
Si staccarono solo dopo ben 5 minuti.
“Ma cosa diamine ti è saltato in mente? Non dovevi studiare per l’esame dell’Uni?”
Mel si chiuse la porta alle spalle, appoggiando poi il bicchiere di succo sulla scrivania vicino al letto.
Giulia invece si sedette sulla sedia, volgendosi in direzione della bruna.
“Sì ma sai meglio di me, quanto io tenda a non studiare quando me lo impongo. A volte mi alzo alla mattina con i migliori intenti e li porto a termine con soddisfazione, altri invece, ho semplicemente voglia di non fare niente ed è così che va a finire. Non riuscivo più a studiare, perché mi mancavi da morire e non potevo sfogare la mia frustrazione con un po’ di sano shopping con la mia migliore amica.”
Mel sorrise, mentre si sedette sul letto con lo sguardo luccicante.
“Non dirlo a me, sai anche quanto odio il telefono… Allora, dimmi un po’. Come procede su nella Padania umida e afosa?”
Giulia prese un sorso del succo di Melissa, facendo spallucce.
“Niente, il solito rompimento di palle. Caldo, caldo e solo caldo. Praticamente ero più in piscina che in casa a studiare. Poi mi si è anche rotto il condizionatore e non avevo la minima intenzione di perdere tutti soldi in quella cittadina noiosa, in una piscina ricca di fighette. Ne ho approfittato e sono venuta qui e penso di rimanerci due settimane tonde tonde. Felice?”
La ragazza si gettò sul letto scoppiando a ridere.
“E che me lo chiedi a fare? Sai benissimo che sono al settimo cielo… Stasera vuoi rimanere a riposare o ti posso portare ad un falò?”
L’altra ragazza abbandonò la sedia e si distese sul letto affiancando l’amica e appoggiando la testa su un gomito.
“Scherzi? Sai che io sono un’animale da festa! Se poi ci sono quegli adoni di The Vampire Diaries, sono praticamente già in spiaggia.”
Mel rise di gusto, appoggiandosi anche lei su un fianco.
“Allora cara mia, stasera ti porto ad uno dei falò migliori della nostra vita. Ci sarà anche il tuo caro Steven… Sento già le campane suonar a nozze!”
Giulia si rabbuiò un attimo, per poi tornare a sorridere.
“Suonare a morto, vorresti dire. Prima ho avuto un incontro-scontro con il tuo amico, e non sono stata molto gentile.”
L’altra ragazza rimase con la bocca aperta, per lo stupore.
“Cooooosa?! E non mi dici niente?”
Giulia prese una propria ciocca lunga di capelli ricci e castani, intrecciandola con disinvoltura.
“Ma se ci siamo appena viste ed è successo un’ora fa! Niente di interessante, comunque. In pratica mi è venuto addosso, l’ho insultato, lui rideva e mi ha offerto un gelato. Io l’ho insultato di nuovo, gli ho detto che ero la tua migliore amica e quindi non era il caso di provarci con me visto che gli era andata male con te.”
Melissa sprofondò letteralmente nel cuscino, cercando di non urlare per la sorpresa.
“E POI?”
Giulia la spintonò giocosamente.
“E poi, nulla. Me ne sono andata lasciandolo solo come un pesce lesso. Dai dillo: come rimorchio io, non lo sa fare nemmeno un carro attrezzi.”
Dopo un momento di silenzio, che preoccupò entrambe, scoppiarono a ridere convulsamente. Volarono peluches, cuscini e urla indecifrabili, ma vennero interrotti sul nascere da Andrea che bussò con forza insultandole dall’altro capo della porta.
“Non mi eravate mancate per niente, scimmie urlatrici!”
Mel e Giù, lo insultarono con nonchalance passando poi il resto del pomeriggio a pensare piani strategici per attirare l’attenzione del caro Steven.
Mel era felice.
Felice di poter passare una serata con gli amici, il suo ragazzo e la sua migliore amica.
La vera estate era arrivata e se la sarebbe goduta fino alla fine, senza rimpianti o ripensamenti.
 
***
 
“Non sai guidare, Mel. Come minchia ti viene in mente di fare un dosso in quarta? O cristo santo, vedo ancora le stelle!”
Giulia mimava uno svenimento mentre si chiudeva alle spalle lo sportello dell’auto.
Mel sbuffò con non curanza, prendendo poi l’enorme borsa di paglia con tutto l’occorrente per la serata.
“Ma smettila. Il tempo e la velocità sono relativi, quindi ho dovuto recuperare almeno un po’ il ritardo di mezz’ora.”
Giulia l’affiancò mentre discendevano verso la spiaggia isolata.
“Sei una ritardataria cronica, non cambi mai.”
Mel sorrise prendendola sotto braccio e dirigendosi verso il piccolo di gruppo di persone che si vedevano in lontananza.
C’erano tutti, anche il suo amato Ian che si illuminò appena la vide arrivare. L’abbracciò con delicatezza, mentre Steven, dopo un primo istante di irritazione, si accorse della presenza di Giulia. La guardò con curiosità tanto che lei si voltò verso di lui, sorridendo sfacciatamente.
“Chi non muore si rivede, eh?”
Il ragazzo si passò la lingua sulle labbra, aguzzando la vista.
Egregia Signora Bianchi, come dimenticarsi di lei.”
 
Nel frattempo, Mel osservava felice il piccolo battibecco tra i due con Ian che le baciava teneramente la fronte.
“Ma come fanno a conoscersi quei due?”
Mel fece spallucce. “Lunga storia; fatico anch’io a crederci.”
Lui le sorrise, prendendole poi una mano e trascinandola con dolcezza dagli altri ragazzi.
“Hey Melissa, sempre più bella e raggiante.” La salutò così Paul baciandole velocemente una guancia, intento a palleggiare con Micheal. Quest’ultimo, invece, le sorrise semplicemente come tacito saluto.
 
“Mel! Carina questa camicetta!”
Candice le si avvicinò ammirandole e poi abbracciandola.
“E tu sei sempre solare e bella, Candy.”
Le due ragazze cominciarono a parlare di frivolezze, mentre una Nina, decisamente allegra, li si avvicinò sorridendo.
“Secondo me, le sta molto meglio il lip gloss color pesca. Vero Melissa?”
La ragazza rimase un attimo sbalordita da quella domanda tanto gentile quanto sorprendente, e dopo diversi secondi di smarrimento, le rispose dando vita ad un piacevole discorso tra amiche.
Nina era ancora meglio di quanto pensasse; così matura da essere ritornata a parlarle come se nulla fosse. Era ritornata ad essere una persona cordiale e visibilmente amichevole con lei, dopo che le aveva portato via il ragazzo da così poco tempo.
C’era poco d’aggiungere: Nina era una donna e lei ancora una ragazzina. Qesto era un semplice ed oggettivo dato di fatto.
“A cosa pensi, ma chérie?”
Giulia le passò una birra mentre si sedette su uno dei tanti tronchi messi intorno al grande falò.
“Sono stata una stronza colossale e me ne sono accorta solo adesso. Ho pensato solo a me stessa senza essermi resa conto che mentre il mio cuore si stava riempiendo di felicità, un altro si stava svuotando di vita e serenità. Ho portato via il ragazzo a Nina e lei stasera mi sorride e scherza tranquillamente, come se non fosse successo nulla.”
Giulia le passò un braccio intorno ad una spalla, facendole coraggio.
“Smettila, scema. Se Ian era davvero innamorato, non l’avrebbe lasciata per una ragazza così tanto più giovane di lui. Se il loro rapporto era così stabile e bello, come tu pensi, non si sarebbe distrutto alla prima leggera brezza. Non fartene una colpa, non è necessario.”
Mel sorrise mentre sorseggiava stancamente la sua birra. Non voleva fare la guastafeste e soprattutto non voleva rovinare un momento così bello e pacifico, così si impose di non pensarci e di vivere solamente ciò che la vita voleva offrirle quella sera.
“E tu invece, rubacuori? Come va con Steven?”
Giulia si staccò dalla ragazza, appoggiando poi i gomiti sulle ginocchia nude.
“Mi intriga da morire, ma non mi azzardo ad andare oltre alle frecciatine. So bene che è ancora attratto da te e che probabilmente può sfruttare la nostra amicizia per rovinare il tuo rapporto con Ian.”
Mel la guardò incredula, ingurgitando altra birra.
“Wow, baby. Non ti riconosco più! Una volta ti saresti buttata anche solo per una storia fugace e di solo sesso.”
La mora sorrise, spintonandola scherzosamente.
“E dai. Ho il cuore tenero, lo sai! E poi ti voglio troppo bene per vederti soffrire. In fondo, ti piace un pochino Steven, no? Aspetterò e se qualcosa di bello e genuino potrà nascere, sarò la prima ad accettarlo. Ora come ora, mi godo l’estate con la mia migliore amica e con la quotidiana e benaccetta vista di preziose star hollywodiane.”
 
Il loro discorso ebbe vita breve, perché Ian e Steven presero le due ragazze in braccio gettandole in mare. In seguito tutti si ritrovarono vestiti e in acqua a giocare, rincorrersi e a baciarsi fugacemente. Mel rideva tra le braccia e le labbra di Ian, mentre lui la toccava con una strana intimità, una voglia che stava attanagliando anche lei. Per fortuna quel gioco diabolico terminò presto, facendo uscire tutti dall’acqua e prepararsi per le storie davanti al fuoco, tipiche di ogni falò che si rispetti.
 
“Ed ora, miei cari, un po’ di racconti horror per favorire la digestione e per attendere la mezzanotte.” Candice si legò i capelli, attendendo Micheal che distribuiva marshmallows e birre a tutti.
Mel prese la propria razione, sedendosi poi tra Giulia ed Ian.
“Ok, chi inizia?” Chiese perentoria Candice, ma nessuno sembrava in vena di proporsi quella sera.
Ma inaspettatamente, una mano elegante e decisa si alzò, meravigliando tutti.
“Se volete io ne conosco un paio, però non vi garantisco un risultato soddisfacente”.
Nessuno parlò, solo Steven le sorrise per incoraggiarla.
Giulia si schiarì la voce ed iniziò il suo racconto.
“C'era una volta un bambino costretto a rimanere una sera a casa da solo. I suoi genitori lo rassicurarono dicendogli che sarebbero tornati presto e che la nonna sarebbe passata a trovarlo presto. Il bambino, come tutti i piccoli adulti, si sentiva inquieto in quella calda sera d’agosto. Le finestre erano aperte, una leggera e rassicurante prezza gli sfiorava il viso, però non riusciva a dormire, troppo terrorizzato dal buio e dalla solitudine. Per fortuna, non era completamente solo in quella casa, il suo vecchio, ma fede cagnolino, era accucciato sotto il suo letto a fargli compagnia. Ogni volta che il piccolino sentiva un rumore inquieto, abbassava la mano per sentire la lingua del suo cane, accarezzargli una mano per rassicurarlo.
Dopo una notte tormentata, finalmente il bambino si addormentò, completamente rincuorato dalla presenza del suo amico.
L’indomani mattina quando si svegliò, il piccolo andò in bagno e al suo ritorno, in camera rimase completamente shockato da un’orrenda visione. Il suo cagnolino era stato decapitato brutalmente e sul pavimento, c’erano scritte con il sangue queste parole: - Non solo i cani, sanno leccare.-“
 
Nessuno parlò, tutti si guardavano nel silenzio più totale.
Mel si era rifugiata tra le braccia di Ian e quest’ultimo imprecò d’un tratto.
“E no! Ma povero cucciolo! Che colpa ne aveva il cagnolino indifeso? Roba da pazzi, roba da pazzi!”
Mel scoppiò a ridere convulsamente, seguita a ruota da tutti i presenti. Ian non capiva tutta quell’ ilarità, perché credeva davvero nelle sue parole. Era un animalista convinto e quella storia non gli aveva fatto paura, bensì gli aveva trasmesso un profondo senso d’ingiustizia.
“Sei incredibile, amico mio. Invece che spaventarti per la storia, pensi alla fine del cane. Sempre il solito tenerone!”
 
Il tempo passò velocemente tra risate, tenerezze e storie divertenti. La storia di Giulia per quanto poco paurosa, aveva lasciato un’amara inquietudine nei ragazzi.
 
La mezzanotte arrivò presto e con essa un’idea poco piacevole si diffuse nei ragazzi del gruppo. O meglio, due ragazzi specifici del gruppo.
 
“Bene manca poco alla mezzanotte, ci sta un bel bagno tutti nudi, che dite?”
Steven si alzò in piedi soddisfatto, togliendosi anche la canotta.
“Sei scemo? Io non ho intenzione di spogliarmi.”
Candice incrociò le braccia completamente in disaccordo.
“Ma no, Candy. Che male c’è! Per me si può fare.” Ed ecco Ian che cominciò a dare man forte all’altro ragazzo.
“Io non ci vedo nulla di male, ma non parteciperò. Torrey non sarebbe molto contenta.”
Paul era sempre il più maturo del gruppo, tanto che riscosse uno sguardo pieno di ammirazione da parte di Melissa.
Quest’ultima scambiò poi uno sguardo con l’amica che scoppiò a riderle in faccia.
“Mel hai una faccia strepitosa. Mio dio, sembra che tu ti stia per dirigere verso il patibolo. Io ci sto comunque per il bagno, l’ho già fatto e ti assicuro che non è così imbarazzante come sembra.”
Mel era di tutt’altro avviso, visto che lo sguardo di Ian era poco rassicurante. Sembrava che la stesse mangiando con gli occhi, e per quanto tutta quella situazione fosse eccitante e appagante, non poteva che sentirsi in preda all’ansia di farsi vedere nuda davanti al ragazzo.
“No, non me la sento.. Dai ma che vergogna! Fatelo voi, io rimango qui con Paul.”
Anche Nina era del medesimo parere ed infatti si affiancò al ragazzo con calma a sicurezza.
Ian invece non demordeva e si avvicinò alla sua ragazza prendendole il viso tra le mani.
“Dai Melissa, è divertente, te l’assicuro. Lasciati andare… Oppure puoi entrare in acqua con il costume e te lo togli quando sei completamente immersa…Dai, fallo per me.” E quando lo sguardo da cucciolo bastonato - con tanto di labbro tremulo - le venne a fare visita, Mel non riuscì a trattenersi e bisbigliò un flebile sì.
Non fu la sola a cedere. Anche Candice venne convinta da Michael e si ritrovò così a partecipare per niente entusiasta.
 
Tutti si iniziavano a spogliare, ma Mel rimase ben stretta al suo bikini colorato. Ian non le mollava gli occhi di dosso e mentre lo vide togliersi anche i boxer, lei si coprì il volto con le mani.
Ma era rincitrullita? Che figuraccia!
Non era certamente la prima volta che vedeva un uomo nudo, però non aveva mai visto nessuno ostentarlo così chiaramente e senza vergogna.
Era bello da impazzire, però non riuscì ad abbassare lo sguardo fino al suo bacino.
Era troppo, troppo per lei e per la sua timidezza in ambito sessuale.
 
Giulia invece non era per niente intimidita e si sfilava il bikini, conscia del suo bel fisico.
Essere una ginnasta fin da bambina, le aveva garantito un fisico snello, ma muscoloso; tonico, ma non troppo grosso. Insomma, era assicurato che lo sguardo di Steven - e non solo quello- era completamente ammaliato dal suo corpo semi nudo.
 
Michael urlò un “Via” e tutti presero a correre verso l’acqua.
Mel si rifugiò subito tra le onde scure per rinfrescare il viso ormai completamente in fiamme.
Maledizione a lei e alla sua inflessibilità. Si sentiva profondamente a disagio e per di più, quando sentì due braccia cingerle la vita, l’adrenalina aumentò, facendola agitare ancora di più.
 
“Hey dolcezza.. Che hai?” Ian era di fronte a lei, con i capelli completamente bagnati, che ricadevano disordinatamente sulla sua fronte.
“Mi sento completamente fuori luogo. Non mi piace per niente l’idea di togliermi il costume e rimanere nuda davanti ai vostri occhi.”
Mel abbassò lo sguardo di riflesso, perdendosi nella contemplazione del mare nero.
“Mi dispiace da morire… Non pensavo che ti sentissi così a disagio. Per me puoi rimanere anche con il costume addosso, non preoccuparti. Non lo dirò a nessuno.”
Ian le strizzò un occhio facendola così rilassare all’istante. Per fortuna, non era un uomo esigente e aveva capito il suo problema.
Si lasciò così cullare e trascinare verso gli scogli nascosti, ascoltando la voce soave di Ian che, come una sirena, la portava lontano dalle luci del falò e dalla voci chiassose degli altri.
 
“Dove mi stai portando?”
Lui si svoltò di tre quarti, continuando a sorriderle.
“Qui, dietro agli scogli. Così nessuno potrà dire che tu hai barato.”
Lei gli sorrise di rimando, ringraziandolo immensamente.
“Vieni.” L’abbracciò, facendola poi appoggiare ad una roccia liscia e completamente nascosta. Mel capì che non era solamente per nasconderla dagli altri che aveva scelto di poterla così lontano.
Sentiva l’eccitazione e la ricerca di contatto che cercava Ian da quando si erano salutati poche ore prima. Voleva di più che un semplice bacio e anche lei, scoprì di volerlo.
 
Ian cominciò a baciarle il collo dolcemente, accarezzandole poi la pancia, che grazie all’acqua, era ancora più liscia e morbida. Intorno a loro, tutto era rarefatto, strano, quasi da sogno.
Ian avvicinò di più il suo bacino e Mel aprì le sue gambe involontariamente, legandogliele poi in vita.
C’era eccitazione, era chiaro ed entrambi.
E ad ogni bacio, ad ogni carezza e leggera spinta si riscoprirono più famelici del lecito.
 
L’uomo si staccò leggermente, guardandola negli occhi velati di passione.
“Sei bellissima, Melissa. Questa sera mi stai facendo impazzire, lo sai? Ogni sorriso, ogni parola.. Tutto. Quel dannato costume poi, non è esattamente il costume coprente che mi avevi promesso di indossare.”
Lei scoppiò a ridere, cingendogli con forza il collo.
“Forse non volevo coprirmi, Mr Somerhalder.”
Mel seguì così l’istinto e prese a mordergli il lobo dell’orecchio con lentezza e perizia. Ian si riscoprì a gemere involontariamente e la ragazza aumentò il ritmo scendendo poi verso il collo.
“Giusto per sapere…” Ian mise una mano tra i suoi capelli, spingendola leggermente verso il suo collo. “…fin dove ti vuoi spingere?”
La ragazza non stava ascoltando molto, visto che era concentrata ad accarezzare il suo bacino turgido e profondamente eccitato.
“C- cosa?”
Ian faticava a ritrovare le parole,  intento com’era a godersi quelle carezze gentili e destabilizzanti.
“Sei tremenda, Melissa. Cosa vuoi fare?”
Lei si staccò finalmente dal suo petto e lo guardò sorridendo maliziosamente.
“Quello che vuoi tu.”
Ian scoppiò a ridere portandosi una mano tra i capelli bagnati, sospirando a pieni polmoni.
“Ma hai idea di quello che dici? Non puoi azzardarti a darmi carta bianca così, visto che sono eccitato da morire e rischio di usare questo scoglio come letto.”
Si scambiarono uno sguardo lungo e carico di tante aspettative e poi, una scintilla, una misera scintilla e si ritrovarono di nuovo uno contro l’altra, con la pelle fremente e il respiro accelerato.
C’era passione, frenesia e forse anche molto più amore del consentito.
Ian farfugliò tra le labbra di Mel, in preda alla pura voracità.
“Melissa vuoi fare l’amore con me?”
Lei acconsentì, ma Ian dubitava che lo stesse ascoltando realmente.
“Melissa mi rispondi o passo ad essere un uomo poco gentile ed esplicitamente diretto?”
Per quanto l’idea la eccitasse ancora di più, la ragazza decise di rispondergli.
“Sì, Ian. Da morire; da impazzire. So che sono gli ormoni, so che.. Oddio non so un cavolo, invece! Mi piaci da morire, le tue mani sono puro fuoco e le tue labbra semplice miele. Ad essere brutalmente sincera, non mi sono mai sentita così affamata come in questo momento.”
Ian non aspettò altro, cominciò a slacciarle il pezzo superiore del costume, mentre si ricordò improvvisamente di una cosa.
“Merda…Sono senza protezioni.”
Lei lo guardò allibita e poi sorrise.
“Prendo la pillola.”
 
Ian si tuffò di nuovo tra quella pelle tiepida che sapeva di tante cose, ma che era ormai era diventato un profumo riconducibile solo a quel viso piccolo e rotondo, a quei occhi grigi e vivaci e a quella labbra carnose e disegnate dal miglior artista di tutti i tempi.
Era sua e lui la voleva.
Era suo e non c’era più niente da fare o da dire.
Ormai, la passione li aveva avvolti e non intendeva abbandonarli in quella lunga e calda serata di fine agosto.
 
 
 
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Ehm, ehm.. Vi ricordate ancora di me?
Spero di sì! Mi spiace immensamente per il ritardo! Purtroppo la poca ispirazione, le altre storie più impegnative e il poco tempo, mi hanno portata ad abbandonare un po’ Getting.
Non temete, non succederà più. Ho già iniziato il prossimo capitolo ;)
Allora… Che ve ne pare? Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Mel si lascerà andare?
Steven e Giulia cosa combineranno?
Fatemi sapere ;)
 
Grazie mille a : buffy46, Chara, Dreamer_on_earth, Iansom, Mary 91 e nutellina 98.
Grazie davvero ragazze a voi che leggete, commentate mi inserite nelle preferite/seguite e da ricordare. Vi ringrazio, se scrivo ancora qui, è anche merito vostro!
Per tutto il resto, mi trovate nel nuovo gruppo privato, se volete venire a trovarmi, ditemi almeno chi siete qui su EFP.
 
Ora vi lascio, buonanotte/buongiorno bellezze.
 
Un bacio enorme <3
 
ps: Ho publicato un OS per San Valentino qualche giorno fa. Se siete persone profondamente romantiche, come la sottoscritta, dateci un'occhiata. :)

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Capitolo 13
*** Just Love. ***


 
Just love




 

 
Sentire le mani di Ian sul suo corpo era quanto di più bello potesse chiedere.
Sentire il suo respiro soffocato che moriva sulle sua labbra e riprendeva vita sulla sua pelle, le stava facendo provare troppe emozioni forti ed indomabili.
Era amore?
Stavano per fare l’amore o semplice sesso?
Melissa era confusa sotto quei baci sul collo e quelle carezze sul suo petto. Era difficile pensare a tutti i propri valori, quando sentiva il corpo di Ian così vicino al suo e le sue parole dolci, appena sussurrate all’orecchio.
“Ian.”
Lui si immobilizzò tornando a guardarla negli occhi.
“Ci hai ripensato?” La sua voce tremava leggermente e questo alimentò il senso di colpa che stava nascendo al centro del suo petto.
Mel si stava comportando ancora una volta come una ragazzina capricciosa ed impaurita da un atto d’amore bellissimo e profondo.
Non sarebbe stata la sua prima volta, ma solo il tocco di Ian su di sé sembrava completamente diverso dal tocco dei suoi ex ragazzi. Era come se tutte le sue certezze fossero state gettate via e sostituite dalla sola paura.
Paura di cosa?
Paura di non piacergli davvero, paura di essere una delle tante, paura di non essere abbastanza.
Non capiva il perché di tutta quell’insicurezza, ma lo sguardo di Ian si incupì velocemente, senza scomporsi.
“Qui dietro c’è una piccola spiaggia isolata. Seguimi.”
La prese per mano, stringendola con decisione e forza.
Ian in qualche modo aveva capito che il blocco di Melissa era solo un problema mentale, un ostacolo dettato dai giudizi della gente e dalla sua fama.
D’altronde poteva capire perfettamente la sua paura. Lui era un uomo adulto, con tanta esperienza e con sempre una donna a disposizione nel caso si fosse stancato della fidanzata di turno.
La parte più esilarante di tutta la situazione era che lui non voleva proprio nessun’altra all’infuori di lei.
E faceva ridere questo pensiero! Ridere e piangere contemporaneamente, perché lui stesso aveva passato una vita a divertirsi per paura di trovar la persona giusta che lo avrebbe incastrato dentro la trappola più soffocante di tutti : la famiglia.
Lui aveva invidiato le famiglie felici, ma la sua non era mai stato un ottimo esempio.
Forse era quello il motivo di tutto il suo scetticismo e della sua paura di trovare una compagna stabile.
Ci aveva provato prima con Megan, poi con Nina e ora? Ora era strano pensare che con una ragazzina di 18 anni potesse progettare un futuro stabile e sicuro.
Ma il suo cuore non era d’accordo con la sua razionalità.
La voleva, la voleva da impazzire.
La voleva da quando si era ritrovato addosso quel vassoio ricolmo di spaghetti.
La voleva da quando aveva ballato con lei, sotto gli occhi di tutti i suoi amici e della sua ex ragazza.
La voleva da quando avevano ballato insieme sotto la luna la sua canzone preferita.
La voleva davvero e l’amava ancor di più.
Amare.
Era presto? Era fuori luogo e per niente consono?
Non gli importava più.
In quel momento, mentre la distendeva sotto di sé e la guardava in quei profondi occhi grigi, Ian si sentiva un uomo diverso e molto più sicuro di sé stesso.
L’amava e forse era giunto il momento di lasciarsi andare, al costo di risultare ridicolo e patetico.
“Cos’hai Melissa?”
Mel lo guardò di rimando, con una strana inquietudine nello sguardo.
“Non sarà solo sesso, vero Ian? Io… “
Lui le posò un dito sulle labbra, sorridendo per la tenerezza di quelle parole.
“No, Melissa. Faremo l’amore, perché mi sono innamorato di te. Perché so che è tutto sbagliato, ma non posso oppormi semplicemente. Ti amo, Melissa. Ti amo da settimane e mi vergogno per non avertelo detto prima. Io ho 33 anni, tu 18. E allora? L’amore è dettato semplicemente da numeri simili e concilianti?
Io posso impedire a me stesso di amarti, solo perché sei una giovane donna ed io un uomo?
No, Melissa. Non me ne frega più niente di cosa vuole la società da me, perché è arrivato il momento di scegliere cosa voglio io davvero. E sai una cosa? Io voglio te. Voglio te ora, in questa spiaggia, sotto questa luna e con il cuore a mille. Voglio svegliarmi con il tuo profumo sulla pelle, il tuo sorriso riflesso nel mio sguardo e le tue labbra ricolme dal mio sapore. Allora Melissa, vuoi essere la mia donna questa sera e nella prossima vita?”
Una lacrima solitaria solcò la guancia della ragazza, seguito poi da un dolce sorriso.
“Sì.”
Ian ricambiò il sorriso e ritornò a baciarla, a sfiorarla e a sussurrare il suo nome un’infinità di volte.
Si allontanò da quelle labbra afrodisiache per concentrarsi sul seno.
Era perfetto; morbido e sodo allo stesso tempo, con il profumo inebriante della ragazza che gli aveva fatto perdere la ragione.
La guardò negli occhi già velati di eccitazione e scorse quella scintilla che gli fece prendere coraggio e slacciarle il pezzo di sopra.
Lo sfilava con estrema lentezza e perizia, ritornando a guardare quel porto sicuro di eccitazione e passione logorante.
Osservò finalmente una parte della vera Melissa che non avrebbe mai voluto condividere con nessuno. Stava diventando possessivo e paranoico, ma non poteva più fermarsi.
Abbassò le labbra e cominciò ad assaporarla mentre sentiva le piccole mani della ragazza vagare nei suoi capelli e sulla sua schiena nuda.
Sospirò pesantemente, non riuscendo a trattenersi.
“Quanto sei bella.”
Melissa sorrise, beandosi di quelle sensazioni tanto agognate.
“Possibile che non riesci a stare zitto nemmeno in un momento come questo?”
Lui rise, provocandole un leggero di solletico sulla pelle.
Era strano quanto quelle nuove sensazioni le facessero così bene. Si sentiva davvero amata e compresa come non le era mai successo.
Era ammagliata da quegli occhi cristallini e quel sorriso perfetto e sempre velato di malizia.
Intanto il tocco di Ian aumentava a dismisura e non si accorse nemmeno che anche il suo bikini venne brutalmente slacciato e abbandonato sulla spiaggia scura.
Sentiva lo stomaco contorcersi e chiuse automaticamente le gambe, per proteggersi.
Ian si spostò sul proprio fianco e appoggiò il capo sul gomito.
“Baby, perché mi vuoi uccidere lentamente?”
Non era arrabbiato, probabilmente solo frustato.
Senza volerlo davvero, la ragazza abbassò lo sguardo verso il costume di Ian.
Era davvero frustato, non c’era dubbio. Il rigonfiamento nel costume era un chiaro segno che - prima o poi - anche lui si sarebbe stancato di tollerare la sua indecisione e paura.
Ma cosa poteva farci?
Era un fascio di nervi e non riusciva a lasciarsi completamente andare.
Cosa la bloccava veramente?
Bella domanda, non c’era niente che la stava davvero bloccando dal lasciarsi amare da Ian.
Era solo una stupida, ecco tutto.
“Mel, vieni qui.”
Ian non si lasciò intimorire, ma anzi sembrava fargli anche piacere il fatto che lei non fosse del tutto spontanea.
La prese sopra il proprio petto e cominciò ad accarezzarle i capelli ed il viso.
“Lasciati andare, Mel. Fallo per me, mostrami quanto mi ami.”
Quelle parole riuscirono a muovere qualcosa dentro di lei.
Si alzò leggermente tornando a guardarlo negli occhi, scoprendo quel desiderio che in fondo stava logorando anche lei.
“Ti amo da impazzire, Ian.”
Mel sorrise e incominciò a baciarlo, muovendo il proprio bacino sopra quello dell’uomo.
Si ricordò solo in quel momento che era ormai completamente nuda, ma non fu l’unica ad accorgersene.
Ian emise un grugnito inferocito e cambiò le posizioni ritornando sopra di lei e muovendosi velocemente e in profondità.
“Questo costume…” Incominciò a dire la ragazza, con il fiato corto. “Non trovi che questo costume sia d’impiccio?”
Ian prese a mordicchiarle l’orecchio, completamente avvolto dalla passione e dall’esigenza di unirsi a lei.
Assentì e si lasciò privare dell’unico indumento che divideva i loro corpi.
Quando anche il bermuda scuro di Ian venne abbandonato sulla spiaggia, calò un pesante silenzio su di loro.
Mel poteva sentire i loro respiri che si rincorrevano freneticamente e il proprio cuore battere all’impazzata.
Ian  invece la guardava con occhi lucidi e nuova consapevolezza nel cuore.
Prese ad accarezzarle il volto, baciandole poi la fronte.
“Non ho mai atteso così tanto questo momento. Forse meriti un vero uomo e non un ragazzino troppo cresciuto. Ora come ora, non riesco a formulare frasi di senso compiuto, però sappi che per me sei importante e che non sto cercando di usarti. Melissa io.. Io ti amo davvero. Ti amo in un modo inspiegabile, ma consapevole. Ti amo per tutto quello che accadrà d’ora in poi e non me ne voglio andare per lasciarti tra le mani di qualcun’ altro. Amami e non te ne pentirai.”
Melissa sorrise, allacciandogli le braccia al collo.
Vederlo così commosso, la fece commuovere di conseguenza.
In quel momento, si ricordò della frase di suo fratello che le disse solo qualche tempo prima.
 

“E poi, l’estate è ricca di sorprese. Non si sa mai. Potresti conoscere l’uomo della tua vita!”

 
Scosse la testa, continuando a sorridere a quel ricordo. Non sapeva se Ian era davvero l’uomo della sua vita, ma era sicura che non le stava mentendo.
Era innamorato e lei finalmente lo stava riconoscendo.
Si lasciò andare su quelle labbra morbide e dolci, contro quella pelle calda e accogliente e dentro quegli occhi che nascondevano il paradiso.
Ian mosse di nuovo il suo bacino lentamente, per aumentare il desiderio in entrambi.
Scambiò un lungo sguardo con la ragazza e si abbassò verso il suo bacino ancora inesplorato.
Non era possibile che si eccitava solo alla vista di lei, ma ormai Ian non riusciva veramente a comprendere la maggior parte della emozioni che lo stavano lentamente avvolgendo.
Sentiva solo la voglia di lei nascere dalla sua lingua e finire in mezzo al suo stomaco, continuamente soggetto a piccole fitte di piacere.
Si abbassò con le labbra sotto l’ombelico, lasciando una linea sinuosa ma decisa, fino al punto più intimo di Melissa.
La guardò di nuovo, e in quella posizione dannatamente erotica, Ian si lasciò andare.
Prese ad assaggiare ciò di più proibito e intimo ci fosse, supportato dai sospiri di piacere della ragazza.
Sentire di essere lui il motivo di tutto quel piacere, lo faceva eccitare ancora di più.
Insinuò la sua lingua più in profondità, aumentando il ritmo e afferrando un seno libero nella sua mano.
Si sentiva vorace, affamato e completamente fuori controllo.
Non riusciva a trattenere la sua voglia e la sua esigenza.
Dopo parecchi minuti, ritornò su di lei a contemplare il suo seno eccitato e bisognoso di attenzioni.
Ian le sorrise mentre percorreva quelle valli di piacere, senza però abbandonare il ritmo frenetico del suo bacino contro quello di lei.
Arrivò presto al limite, tanto che gli doleva rimanere in quella posizione.
Melissa avrebbe voluto aiutarlo e restituirli almeno un decimo del piacere che lui le aveva appena regalato, ma Ian sembrò captare il suo pensiero e la fermò.
“No, Melissa. Non ce la farei.”
La sua sincerità disarmante, la stupì. Sapeva che non era molto nobile per un uomo rivelare una piccola debolezza come quella.
“E pensare che di solito ho una resistenza impeccabile. E’ tutta colpa tua che mi hai tenuto in astinenza.”
Tutto sudato e sorridente, Ian continuò a muoversi sopra di lei.
“Allora non aspettare oltre.”
Lui perse il sorriso e strabuzzò gli occhi per quella rivelazione così seria.
“Sei pronta?”
Mel sospirò, aggrappandosi al suo petto.
“Come non lo sono mai stata.”
Lui la strinse a sé, prima di allontanarsi per una frazione di secondo.
E poi tutto accadde.
Ian entrò lentamente dentro di lei, senza riuscire a trattenere i sussurri e i gemiti di piacere ad ogni piccolo passo dentro l’intimità della ragazza.
Melissa, dal canto suo, si sentiva spossata ed estasiata.
Mille piccoli e divoranti brividi attraversavano la sua pelle, mentre Ian cominciò ad aumentare il ritmo.
Amare non poteva essere così bello e appagante.
Sentire Ian che si muoveva con lei e dentro di lei, non poteva sembrarle più giusto.
Passarono minuti a rincorrersi a mangiarsi con gli occhi e con le bocche.
Ian non riusciva a smettere di toccarla, di possederla. Erano entrati nel circolo vizioso della passione e nessuno dei due sarebbe stato risparmiato.
“Porca miseria..”
Ian non riuscì a trattenersi, quasi giunto al punto di non ritorno.
“Ian…”
Lui le prese il viso tra le mani e le baciò la punta del naso, sorridendo.
“Ti amo, piccola.”
Lei sorrise, stringendolo a sé.
“Anche io, scemo.”
E si unirono definitivamente, stringendosi con forza e chiamando l’unisono i propri nomi.
Niente succede come tu ti aspetti, ma a volte la realtà supera la fantasia.
Con quei pensieri, Mel si lasciò cullare dalle braccia di Ian che non smise un attimo di farle capire quanto ormai era diventata importante per lui.
 
 
***
 
“Siamo già arrivati?”
Melissa sbuffò rendendosi conto di essere già sotto casa sua.
Giulia se ne era andata già da un pezzo, lasciandole semplicemente un bigliettino sulla spiaggia.
Casualmente né la sua migliore amica e né Steven si erano più fatti vivi dopo il bagno di mezzanotte. Tutti i ragazzi si erano lasciati andare a battute allusive e di pessimo gusto, però Mel non disse nulla perché in fondo ci sperava un po’ anche lei.
Se fosse accaduto qualcosa tra i due, lei era felicissima a prescindere.
Giulia era la sua migliore amica e meritava di essere felice con chiunque fosse.
Certo, non poteva dire di conoscere alla perfezione Steven, ma nonostante tutto, era un bravo ragazzo.
In fondo, li vedeva bene insieme.
Persa nei suoi pensieri per la sorte di quei due, non si accorse che Ian l’aveva racchiusa in un lento abbraccio, cominciando ad ondeggiare lentamente.
La piccola brezza notturna, le fece sentire ancora più chiaramente il profumo di Ian, insieme all’odore del mare e della sabbia.
Dopo tutto, avevano fatto l’amore solo un’ora prima e si stava rendendo conto solo in quel momento, quanto fosse importante il passo che avevano compiuto.
Mel si sentì improvvisamente spaesata per la scelta che aveva preso, anche perché non sapeva bene come affrontare il futuro.
Avrebbe lasciato Ian?
No, questo era ormai assodato; non ce l’avrebbe fatta.
Sarebbe partita per l’America?
E come diavolo avrebbe potuto farlo se si sentiva profondamente legata alla sua patria e alla sua vita?
No, troppi problemi per un'unica mente stanca.
Si lasciò cullare ancora per un po’, sotto una flebile canzone, sussurrata al suo orecchio da Ian.
“Sei bellissima, Melissa.”
Lei sorrise contro la sua spalla. “Vorrei che questa notte non finisse mai.”
Lui le prese il mento tra due dita, avvicinandola a sé.
“Non finirà mai; ogni notte sarà la nostra notte. Ogni notte sarà più bella e indimenticabile.”
Dopo quella piccola promessa, si baciarono dolcemente sotto la luna.
Melissa era felice per quelle parole, ma nella sua mente qualcosa incominciò ad agitarsi.
Forse quella era solo la calma, prima della tempesta.


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Sono passati due mesi dall’ultimo aggiornamento e non credo che un semplice “scusate” o “mi dispiace tanto” possano bastare.
Spero che nonostante la lunga assenza, vi ricordate ancora un po’ di Mel e Ian.
La storia ormai è quasi alla fine, mancano davvero pochi capitoli.
Purtroppo scrivere Inked Love, sta prosciugando tutte le mie forze, anche perché scrivere una storia completamente originale, è totalmente diverso. Vi garantisco che Getting non è passata in secondo piano, però non sono mai dell’umore giusto per scriverla.
Leggere le vostre recensioni per me è sempre una carica immensa e quindi ringrazio vivamente : buffy46, Dreamer_on_earth, nutellina98, Iansom, Mary 91, _Love Bites_, Chara e Bruce88.
Grazie anche a chi non mi ha smesso di seguire, a chi mi legge sempre e a chi non si è dimenticato di me.
Dopo Getting ho già in mente una storia su Ian, decisamente diversa. Ci sarà Efp e un concorso.. e ci sarete anche voi!
 
Un bacio stritolatore,
a presto <3

ps: se mi cercate, mi troverete sul gruppo privato di facebook. :)
 
 
 
 
 
 

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