Oceano...

di hopelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 - Lifeguards ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 - Mi piace. No, mi irrita. ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 - Caffé, capo e collo ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 - Don't watch and... not to let on. ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 - Five days ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 - Ancora ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 - Desidero te ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 - Aggettivi qualificativi ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 - Lifeguards ***


 

 Estate, sole, mare. Bella Swan inizia il suo nuovo lavoro come bagnina… Ad attenderla, un collega tremendamente sexy in pantaloncini rossi con i suoi pregiudizi sulle donne.

 

OCEANO

   Cap.1 – Lifeguards
Pov Edward

 

    -   Bene ragazzi! Vi ho detto più o meno tutto, anche se del resto ciascuno di voi è perfettamente in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro. Ricordatevi sempre l’importanza della vostra presenza sulle spiagge, siete un punto di riferimento per i bagnanti, dovete vigilare sulla loro incolumità. Perciò non distraetevi, occhi sull’oceano e non sulle chiappe delle ragazze! 

Una risata risuona nella stanza alle parole di Adam, il nostro responsabile.    
Mi piace Adam, è un tipo schietto e ironico, non si perde in chiacchiere e va subito al sodo. Ma soprattutto possiamo sempre contare sul suo aiuto ed è grazie a lui se il nostro gruppo di bagnini è così unito. Per la maggior parte di noi, lavorare come guardia spiaggia in estate ci permette di avere un minimo di indipendenza e di proseguire gli studi senza pesare troppo sui nostri genitori.
È così anche per me, sto per laurearmi in giurisprudenza ma ho sempre amato il mare, il nuoto e… le turiste. Due anni fa, cercavo un lavoretto part-time, quando il mio migliore amico Jasper Whitlock mi ha proposto di entrare a far parte dei guardaspiaggia della contea di Los Angeles durante la stagione estiva.
Oceano, sole e belle donne in costume… Non potevo desiderare di meglio!
Ed ora eccomi qui: Edward Cullen, molto affascinante, intrigante, futuro avvocato, felicemente single e bagnino di salvataggio da giugno a settembre.
Siamo in 18 nella squadra di Adam, anzi 19, quest’anno dovrebbe esserci un altro ragazzo. Mi guardo intorno ma non mi sembra di vedere nessuna faccia nuova. Forse non è ancora arrivato. Pessimo inizio: detesto i ritardatari.
Mio fratello Emmett, al mio fianco, sta ancora sghignazzando per la battuta finale di Adam mentre Jasper sta trafficando con il cellulare. Sicuramente starà rispondendo a un messaggio di Alice, sua fidanzata nonché mia sorella. Primo giorno di lavoro, anzi primi 15 minuti di riunione e già rompe. Eppure Jazz non sembra infastidito, anzi… Mah, l’amore! Riporto la mia attenzione su Adam, che ha ripreso a parlare:

 -     Un’ultima cosa, quasi dimenticavo. Come sapete, quest’anno avrete un nuovo collega, non è ancora arrivato ma lo conoscerete a momenti. O meglio: la conoscerete.

La? Che vuol dire “la”? Non sarà mica una donna? Ma che diavolo pensi Edward, impossibile! Non ci sono mai state donne in questo gruppo!

 -   Avete capito bene – riprende Adam interrompendo le mie riflessioni e il brusio generale formatosi dopo le sue parole – si tratta di una ragazza, Isabella Swan. Non sottovalutatela. E’ arrivata in città da circa un mese, mi aspetto da voi la più totale collaborazione per aiutarla in spiaggia e ad integrarsi. Mi raccomando. Bene, avete 10 minuti per organizzarvi e poi ognuno alla sua destinazione. Buon lavoro!

Una ragazza. Santo cielo! Ma a chi è venuto in mente di assumere una ragazza? Non sono maschilista, per carità, ma so    no convinto che le donne non siano fisicamente in grado di compiere certe attività. E il guardaspiaggia è una di quelle.

          -    Edward! Ehi, Ed! Che fai ancora lì impalato? Ti dai una mossa?

Mi giro verso mio fratello e Jasper che mi guardano perplessi. Possibile che siano rimasti impassibili alla notizia di una ragazza nella squadra?

          -   Ma vi rendete conto? Una donna! Non ci posso credere! – esclamo sempre più indignato raggiungendoli vicino agli armadietti.

          -    Beh, perché no? Due tette in più da guardare per bene!

Ecco Emmett Cullen, 1 metro e 90 di stupidità.

          -    Emm! Se ti sente mia cugina ti castra. – lo ammonisce Jasper.

Poco ma sicuro. Rosalie Hale, fidanzata storica di mio fratello, è una gran bella gnocca, con un caratterino niente male e fa la maestra. Ecco, insegnare è un lavoro perfetto per una donna. Non affrontare la potenza delle onde dell’oceano rischiando la vita propria e quella degli altri!

          -    Come diavolo fa una ragazza a mettere in salvo un uomo di 90 kg che sta affogando, eh? Me lo spiegate? – esclamo senza rendermene conto, dando voce ai miei pensieri.

          -    Dai, Edward! Non farla tanto lunga, se ha superato tutte le prove d’esame e ha preso il brevetto significa che è in gamba.

          -    Non penso proprio Jazz, significa che ha aperto le gambe. Spero solo che abbia la torretta di avvistamento il più lontano possibile dalla mia.

          -    Mi dispiace deluderti, Cullen. Lavorerò alla 13, alla tua destra. Ma non preoccuparti, cercherò di non invadere i tuoi spazi… con le mie gambe, le mie tette e tutto il resto.

Mi volto di scatto, curioso di vedere questa Swan e pronto a ribatterle per le rime. Ma non sono affatto preparato alla visione che mi appare davanti.
Una strafiga in pantaloncini di jeans e top rosso.
Una cascata di boccoli castani che incorniciano perfettamente un viso dai lineamenti delicati.
Delle labbra carnose, fatte apposta per essere baciate.
Due occhi magnetici color cioccolato. Penetranti. Seducenti. Incazzati neri.
Cazzo. Mi ha sentito.
Resto impalato a guardarla, incapace di replicare.
Lei mi osserva, attendendo una mia risposta. Ed io niente. Un perfetto imbecille.
La nuova arrivata prende uno zaino dall’armadietto e saluta con un sorriso soddisfatto. Strafottente. Arrogante. Provocante. Sensuale. Ma cosa diavolo stai pensando, Cullen! Sensuale?! Ti sembra il momento? Ti sei fatto ammutolire da una donna. Una bagnina che adesso sta andando a cambiarsi per lavorare accanto a te. Una tipa sicuramente odiosa. E con un gran bel fondoschiena. Altroché. 

               -    Dovresti vederti Ed! Hai una faccia!!

          -   Eh già! La Swan è appena arrivata e ti ha già messo ko! Bell’avvocato!           

          -   Piantatela voi due. Nessuno lascia Edward Cullen senza parole.             

Tantomeno una donna. Una bagnina. Poco importa se è una strafiga con un gran bel fondoschiena.



Ciao a tutti! Eccomi qui alle prese con una nuova pazza idea! Ero in spiaggia questa mattina e ho assistito ad un dibattito tra un ragazzo ed una ragazza: il primo (sfortunatamente non affascinante come Robert Pattinson!) sosteneva che le donne non sono fisicamente in grado di fare le bagnine (personalmente non condivido! La mia migliore amica è una bravissima bagnina), la seconda difendeva a spada tratta il sesso femminile!

Beh, non so come ma mi sono trovata a scrivere di getto una mini fanfiction, saranno pochi capitoli ma mi sto divertendo molto a scriverli. Mi sono ispirata a “Baywatch” per quanto riguarda il contesto e la città di Los Angeles. Mi scuso per eventuali imprecisioni, avrei voluto documentarmi meglio ma non ho resistito alla tentazione di pubblicare subito il primo capitolo. Scusate anche se il linguaggio a volte sarà un po’ colorito… Non è propriamente mia abitudine, ma questa volta mi è uscito così!

Ho pochissimo tempo, chi mi conosce sa che un bimbo piccolo, (il mio cucciolotto ha 6 mesi!) ma oggi mi è riscattata la molla della scrittura e vorrei condividere questa pazzia con voi. Fatemi sapere se ne vale la pena, per me il vostro appoggio e/o le vostre critiche sono importanti!

Grazie di cuore,
Vanessa


SPOILER:

   -      Cara Swan, scommetto che come bagnina non resisterai più di 15 giorni.

- È una sfida Cullen?

- Una certezza, Swan. Ma se vuoi scommettere, non sarò certo io a tirarmi indietro.

- Si vede che non mi conosci.

- E non ci tengo proprio, carina!  

- Siamo in due, allora!

- Non si direbbe da come ammiri i miei pettorali e addominali… 

- Veramente sei tu che ti incanti a guardarmi il culo, Cullen.   

  

 Come vi sembra?

;)  

Le mie storie (aggiornato al 16-02-2012) :

  La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"- Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe.
- Mi diverto?
- Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi.
Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo.
- Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo…
- Ah si? Sentiamo!
- Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)
Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore.

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 25 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan ]
[ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 07/02/12 ] [ Note: AU ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 307 recensioni ]


Più di ieri, meno di domani

1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.
"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi.
Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"
[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ]
[ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 13 recensioni ]
 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima!
Grazie infinite!


QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO
 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 - Mi piace. No, mi irrita. ***


Siamo in pieno inverno, lo so. Parlare di estate, sole, mare e costumi a metà febbraio suona strano anche a me. Ma oggi avevo davvero bisogno di svagarmi e ho ripreso a scrivere questa storia che mi fa sorridere un po’.
Mi dispiace moltissimo averla trascurata in questi mesi, con la nascita del mio bambino e altre vicissitudini personali ho avuto poco tempo, e quando avevo un’oretta libera l’ho dedicata a “La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE” che sto per concludere.
Vi chiedo umilmente scusa per il ritardo. Ho tutte le intenzioni di portare a termine anche questa ff, se a voi interessa ancora.
Fatemi sapere. Spero di poter contare sul vostro appoggio (ne ho davvero bisogno!) e di non avervi perso per strada.

Ci “rileggiamo” alla fine per le note finali.
Intanto grazie di cuore per la pazienza.
Un bacione,
Vanessa

 


Cap.2 – Mi piace. No, mi irrita
Pov Bella


Mi sento continuamente osservata.
Squadrata, controllata, studiata. Da Edward Cullen.
Avverto il suo sguardo seguire ogni mio movimento.
Lo percepisco, mentre controllo lo zaino contenente il kit di primo intervento.
Lo capto, mentre sistemo la ricetrasmittente.
Lo sospetto, mentre tengo a portata di mano il mio salvagente Rescue can*  e il binocolo.
Eppure ogni volta che mi volto verso di lui, lo vedo completamente concentrato sul suo lavoro.
Mi chiedo se non sia solo frutto della mia immaginazione.
Forse è stato il piccolo diverbio di poco fa ad avermi influenzato. Siamo al primo giorno e già non riesco a tenere a freno la lingua. Sapevo che non sarebbe stato facile ambientarmi a Los Angeles e avevo tutti i migliori propositi di fare la brava ma… Ma come diavolo potevo stare zitta con quel maschilista, egocentrico, presuntuoso, brutto idiota... Beh, brutto no, non posso proprio dirlo. È davvero un gran figo. I miei occhi sono incollati sull’oceano, certo, ma una sbirciata indagatrice ai suoi pettorali me la sono concessa.
È tanto stronzo quanto affascinante.

        -   Ehi splendore!

Due ragazzi si sono appena avvicinati alla mia torretta. Mi guardano ridendo come se non avessero mai visto una bagnina. E stanno esaminando molto attentamente il mio corpo, con occhiate lascive che mi stanno facendo innervosire.
Ignorali, Bella, ricordati che devi fare la brava! 


        -    Non ti abbiamo mai vista da queste parti, sei nuova?
        -   Si. – decido di rispondere con un semplice monosillabo.

Brava Bella, non sei stata scortese ma non hai dato troppa confidenza.

        -    Che ne dici se ci prendiamo qualcosa da bere, dolcezza?
        -    Sto lavorando. 

E che diamine!  Non si vede? Calma, Bella, calma!

        -    Capito Mark? La pupa sta lavorando!
        -    Eh già! Senti, se una cicciottella sta per affogare chiamaci così ti aiutiamo!

Ignorali, Bella, ignorali. Mi mordo la lingua per non rispondere a tono. Avverto nuovamente la sensazione di essere osservata. D’istinto, mi volto di scatto verso la torretta di Cullen: mi sta guardando. Credo non si sia perso neanche un attimo di quest’incontro. Maledizione. Nonostante la distanza, è come se riuscissi a leggere la soddisfazione nei suoi occhi.
Ignoralo, Bella, ignoralo. Distolgo lo sguardo. Devo pensare solo al mio lavoro. Ne ho troppo bisogno. Non posso arrendermi alle prime difficoltà. E non  mi arrenderò.


Pov Edward

        -    Sapevo che attirava guai!
        -   Santo cielo Edward, che palle! È da quando siamo entrati che non fai altro che parlare della Swan!

Ok, lo ammetto: Jasper ha ragione. Ma non posso farci niente. Quella ragazza mi irrita. Mi passo una mano tra i capelli, un gesto che tanto piace alle donne, e sbuffo, scocciato per questa improvvisa riunione a cui ci ha convocato Adam. Tra l’altro, lui non è ancora arrivato. E a me tocca disdire un appuntamento con una biondina niente male. Non è venuta neanche la Swan. Ecco che mi ritrovo a pensare ancora a lei. Mi irrita, eccome se mi irrita.

        -    Non è colpa mia se per tutta la mattinata la “bagnina” si è intrattenuta in chiacchiere con i ragazzi della costa!
        -    Sei geloso perché non ti si fila.

-   Eh? Ti sei ammattito, Jazz? Sono solo seccato, per due motivi: primo, perdiamo credibilità con una donna guardaspiaggia; secondo, mi tocca fare il doppio del lavoro, te lo dico io!

        -    Rilassati, fratello, sta arrivando Adam. Non vorrai farti sentire.

Sbuffo nuovamente, consapevole che per una volta Emmett ha ragione. Adam non apprezza chiacchiere di nessun genere.

-    Salve, ragazzi. Scusate se vi ho fatto restare più del previsto. Devo parlarvi di una nuova ordinanza che mi è stata comunicata qualche ora fa e avvisarvi che giovedì faremo un’esercitazione di BLS-D. ** Se per voi va bene, pensavo di programmarla nel primo pomeriggio, quando…

Il discorso di Adam viene interrotto dal rumore della porta che si apre. Isabella Swan sta entrando, con un’espressione mortificata. Si è cambiata, indossa gli stessi corti pantaloncini di sta mattina e quel top che le fascia le forme perfette. Perfette, si, credo di averlo potuto constatare vedendola in costume. Chissà senza… Mi irrita, è vero, ma è davvero una gran gnocca.

        -    Isabella! Il fatto che oggi sia stato il tuo primo giorno non ti autorizza ad arrivare in ritardo.

Sogghigno tra me, so che Adam non fa favoritismi. Neanche alle donne, a quanto pare. Bene.

        -   Mi scusi, non capiterà più.
        -    Lo spero! Siediti.

La Swan si incammina verso la sedia indicatale e per un attimo i nostri sguardi si incrociano. Mi guarda con fermezza, superiorità e indifferenza contemporaneamente. Io non sono da meno. Mi irrita. Ho già detto che mi irrita?
Quando Adam finisce la riunione, ci alziamo. Osservo la Swan andare velocemente verso gli armadietti, con il suo solito passo deciso.
E con quel culetto adorabile.
Saluto Emmett e Jasper affianco a me e la raggiungo, per provocarla un po’.

        -    Ti sei intrattenuta con quei due in spiaggia, Swan? È per questo che sei arrivata tardi, vero?
        -    No, Cullen, ma pensa quello che ti pare. In ogni caso, non sono fatti tuoi.

Isabella continua a camminarmi davanti, ignorandomi. Questo mi irrita ancora di più.

        -    Si, invece, visto che mi tocca lavorare il doppio mentre tu fai conversazione.
        -    Io non faccio conversazione! Faccio la bagnina!
        -    La bagnina? Cara Swan, scommetto che non resisterai più di 15 giorni.

Finalmente si volta verso di me. Decisa. Risoluta. Arrabbiata. Diciamo pure incazzata nera. Mi irrita, ma è bellissima.
Punta i suoi occhi marroni dritti nei miei. Hanno un colore così particolare, così intenso… E io mi sono rimbecillito a fare questo tipo di pensieri. Quando mai ho ammirato gli occhi in una donna? Tette, fondoschiena, gambe e labbra: ecco cosa mi ha sempre interessato.

        -   È una sfida Cullen?
        -    Una certezza, Swan. Ma se vuoi scommettere, non sarò certo io a tirarmi indietro.
        -    Si vede che non mi conosci.
        -    Non ci tengo proprio a conoscerti, carina!
        -    Siamo in due, allora!
        -    Non si direbbe da come ammiri i miei pettorali e addominali…

Sto bluffando, non l’ho mai sorpresa a guardarmi. Ma tutte le donne hanno un debole per il mio fascino, non vedo perché lei debba fare eccezione.

        -    Veramente sei tu che ti incanti a guardarmi il culo, Cullen.

Cazzo, lei invece se ne è accorta. Sorrido sghembo, ha un bel caratterino. Mi piace. No, mi irrita.
Sto per replicare, quando il suono di un cellulare ci interrompe. Il suo cellulare.

-    Pronto? Ciao Rose… No, tutto bene, i colleghi sono piuttosto disponibili. Un po’ pervertiti, ma che ci vuoi fare, sono uomini. Si sa che sono come le bottiglie di birra: vuoti dalla testa in su.

Alzo gli occhi al cielo, esasperato dalla battuta. Vorrei andarmene ma non posso lasciarle avere l’ultima parola anche sta volta. Faccio appello a tutta la mia pazienza decidendo di aspettare la fine della sua telefonata e sopportando i suoi sguardi interrogativi e scocciati. Sicuramente si starà chiedendo cosa ci faccio ancora qui. Me lo chiedo anch’io. Beh, è più forte di me. Mi irrita. Ecco, sta riattaccando: ha salutato questa Rose. Mi avvicino a lei di qualche altro passo, fino ad avvertire il suo dolce profumo. Siamo vicini, ora. Vicini, molto vicini. Forse troppo.

-    Hai mai conosciuto uomini come il caffè, Swan? Io sono uno di quelli: caldo, forte e che ti tiene sveglia tutta la notte. Se vuoi provare, fammi sapere.

Le faccio l’occhiolino e me ne vado, lasciandola sbigottita ancora con il telefono in mano. Sorrido soddisfatto. E che cavolo, ci sarà un motivo se voglio diventare avvocato, no?


Eccoci qui! Cosa ne pensate?
Questa volta è toccato ad Edward avere l’ultima parola. 1 a 1. Palla al centro!
Anche se… Bella si riscatterà presto! Altroché! E chi sarà la Rose con cui parlava al telefono? Mmmmh…!
Il prossimo capitolo è quasi pronto, fatemi sapere voi se vi interessa che continui la storia oppure no. In caso di risposta positiva, credo che aggiornerò sabato prossimo.
Vi ringrazio davvero,
un bacione!
Vanessa


  SPOILER:

- Ti serve qualcosa, Cullen?
- Non mi serve niente, Swan.
- Meglio, così puoi toglierti dalle scatole.
- Accidenti che linguaggio colorito! E quanto ardore! Chissà quanto sarai passionale a letto!
- Non lo scoprirai mai, sta tranquillo.

Questo è tutto da vedere. È insopportabile, è una bagnina, mi irrita… ma è troppo sexy.



- Insomma, Cullen, si può sapere cosa vuoi da me?
- Niente, Swan. Mi dai sui nervi.
- Reciproco.
- Bene.
- Bene.
- Senti, io vorrei farmi la doccia.
- Prego.
- Allora sei pure ritardato, devi andartene!
- E perché mai?
- Non ti sopporto!
- Dai, Swan, ammettilo che sei follemente attratta da me
!

Che ne dite? ;) 

NOTE: 
* Il salvagente Rescue Can, è questo!  

**
Il BLS, ovvero il Basic Life Support  (supporto di base alle funzioni vitali), è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato.
La tecnica BLS, comprende la rianimazione cardiopolmonare. La definizione BLS-D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura di defibrillazione. (Fonte: Wikipedia)

 

Le mie storie:
  La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE- Ultimo capitolo
"- Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe.
- Mi diverto?
- Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi.
Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo.
- Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo…
- Ah si? Sentiamo!
- Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)
Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore.
[ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 25 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan ]
[ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 07/02/12 ] [ Note: AU ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 307 recensioni ]

    Più di ieri, meno di domani
1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.
"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi.
Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"
[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ]
[ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 13 recensioni ]
 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 - Caffé, capo e collo ***


Come promesso, eccomi qui! Vi ringrazio di cuore per le vostre recensioni e commenti, mi avete trasmesso tanta carica e voglia di scrivere! Ho deciso di continuare la storia, spero di non deludervi e di avere ancora il vostro appoggio.
Vi lascio al capitolo… Vediamo un po’ cosa combineranno i nostri lifeguards!
Un bacione e grazie ancora!

Vanessa

 






Cap.2 – Mi piace. No, mi irrita.
Pov Bella
 

 
Cap.3 – Caffè, capo e collo 
Pov Edward


12:45. Ecco, lo sapevo: tanto per cambiare, Emmett è in ritardo.
Abbiamo finito il turno da circa trenta minuti e lui ancora non si vede. Sarà ancora sotto la doccia, è peggio di Alice! La prossima volta che mi chiede un passaggio dovrò rifilargli una scusa. Sbuffando, mi appoggio sul cofano della mia Volvo e inizio a guardarmi intorno. Il parcheggio riservato a noi bagnini è quasi pieno, la spiaggia oggi era più affollata del solito. D’altronde, è una bellissima giornata. Sono fortunato ad avere il pomeriggio libero, se solo mio fratello si sbrigasse potrei andare a fare surf. O ad intrattenere qualche affascinante turista a Santa Monica. E invece no, sto qui come un cretino ad aspettare lui. Detesto i ritardatari. Mi irritano.

         -   Buongiorno, uomo come il caffè.

Ci mancava solo lei. Sono  trascorsi tre giorni da quando Isabella Swan è entrata a far parte della nostra squadra. Tre giorni in cui sono perennemente irritato ogni volta che lei è nei paraggi. Tre giorni, dall’ultima volta che abbiamo parlato vicino agli armadietti.
Da quel momento, ci siamo rivolti solo qualche parola inerente al lavoro e lei si limita a salutarmi chiamandomi “uomo come il caffè”, riferendosi al nostro ultimo scambio di battute. Non ci sopportiamo, è evidente. In compenso… ci guardiamo. Un alternarsi di sguardi insofferenti, intolleranti, irritati.
Ma mentirei se non dicessi che a volte… a volte è come se ci mangiassimo con gli occhi.
La osservo anche adesso, sistemandomi meglio gli occhiali da sole: i capelli legati in una coda alta che le scopre il collo invitante, dei pantaloncini bianchi sopra il costume rosso, un fisico da urlo. Ha appena finito il turno ed è bellissima.
Si, è davvero…

         -    Sai, avevi ragione, sei come il caffè: mi rendi nervosa.

irritante.

Una gran gnocca che mi irrita non appena dice una parola.

         -    Cara Swan, ti rendo nervosa perché sei attratta da me, questa è la verità. Come il caffè: ti eccito.

Isabella scoppia in una fragorosa risata. È ancora più bella quando ride. Cosa diavolo sto pensando?

         -    Caro Cullen, sei tu che ci speri. Rassegnati Casanova, con me non attacca.

         -    Ah si? Non credi che le donne sono come le ciliegie? Una tira l’altra?

         -    No. Io credo che gli uomini sono come le banane: più invecchiano, più si ammosciano.

Sorrido, sia per lo sciocco scambio di battute sia perché… beh, in fondo sembra simpatica. Sorride anche lei per poi incamminarsi verso l’ingresso della stazione dei guardaspiaggia. La seguo con lo sguardo, inutile dire su quale parte del suo corpo mi concentro.
Una volta entrata, torno a guardare l’orologio: le 13. Ancora nessuna traccia di Emmett. In compenso però, posso andare a stuzzicare la Swan un altro po’.
 
******

Non sono un guardone, no. Il fatto che sto spiando Isabella in procinto di farsi la doccia, stando bene attento a non farmi vedere, non significa niente.
Non sono neanche un maniaco, no, no. Il fatto che Isabella ha solo il costume addosso e che tra un po’ si leva pure quello, non vuol dire nulla.
Do solo un’occhiata. Giusto pochi secondi di doccia, poi me ne vado, promesso.

         -    Ti serve qualcosa, Cullen?

Merda, mi ha visto.

         -   Non mi serve niente, Swan.

         -    Meglio, così puoi toglierti dalle scatole.

         -    Accidenti che linguaggio colorito! E quanto ardore! Chissà quanto sarai passionale a letto!

         -    Non lo scoprirai mai, sta tranquillo.

Questo è tutto da vedere. È insopportabile, è una bagnina, mi irrita… ma è troppo sexy.

         -    Scoprirai solo quanta passione ho per il mio lavoro.

         -   Ah, beh, adesso si che sto più tranquillo!

         -    Il tempo mi darà ragione!

         -    Tsè. Te l’ho detto: quindici giorni e scapperai a gambe levate!

         -    Ne sono già passati tre. Insomma, Cullen, si può sapere cosa vuoi da me?

         -    Niente, Swan. Mi dai sui nervi.

         -    Reciproco.

         -    Bene.

         -    Bene.

Restiamo a fissarci con sfida per alcuni secondi, durante i quali non faccio altro che ammirarla dalla testa ai piedi. È davvero bella, non posso negarlo, come non posso negare che mi piace. Fisicamente, s’intende. Finché sta zitta è perfetta. Il problema sorge quando parla e riesce a rispondermi a tono, irritandomi.

         -    Senti Cullen, io vorrei farmi la doccia.

         -   Prego.

         -    Allora sei pure ritardato, devi andartene!

         -    E perché mai?

         -   Non ti sopporto!

         -    Dai, Swan, ammettilo che sei follemente attratta da me!

Isabella alza gli occhi nocciola al cielo, per poi cambiare del tutto espressione.
Inizia ad avvicinarsi pacatamente, ipnotizzandomi. Cammina sensuale, con studiata lentezza. Si passa la lingua sulle labbra, la mano tra i capelli.
Mi guarda con un’intensità tale da farmi persino dimenticare quanto mi irrita.
Merda. È sexy davvero. Deglutisco, colto alla sprovvista. Ero pronto a una risposta acida delle sue o un insulto più o meno educato. Di certo, non mi aspettavo un simile comportamento. Non che mi dispiaccia, anzi. Sta a vedere che concludiamo qualcosa di interessante... Isabella continua a camminare verso di me, provocante, con solo quel costume addosso. Ormai ci dividono solo pochi passi. Pochi centimetri.
Siamo vicini e io mi accorgo di non essere affatto preparato a questa vicinanza.
È bella. È affascinante. È terribilmente eccitante. Soprattutto quando avvicina il suo viso al mio, per sussurrarmi all’orecchio:

-    Continui a ripeterlo, probabilmente perché tra i due sei tu quello attratto. E lo prova anche il rigonfiamento che hai tra le gambe. Forse è meglio se la doccia la fai tu… fredda.

Merda. Mi ha fregato.
È appena uscita dallo spogliatoio con un sorriso vittorioso sulle labbra, dopo aver recuperato le sue cose, lasciandomi come un fesso incapace di replicare.
Merda. Non dovevo lasciarmi abbindolare come se non avessi mai visto una donna!
Merda, non devo mai dimenticarmi di quanto è irritante.
Merda, un’altra volta. La Swan ha ragione: sono davvero attratto da lei.
 
******

          -    Accidenti, Edward! Ti ho chiesto scusa! Ero al telefono con Rosalie! Possibile che sei ancora arrabbiato?

          -   Non ce l’ho con te, Emmett, sono semplicemente nervoso di mio.

Già, nervoso. Tutta colpa della Swan e di quelli che hanno avuto la brillante idea di assumerla. Mi ha rovinato la giornata. Vedo mio fratello fissarmi, scettico. Stiamo sparecchiando la tavola in cucina, con noi ci sono anche mia sorella e Rose. Jasper sta lavorando, così come i miei genitori. Povero Emmett, mi sono sfogato con lui quando sono tornato al parcheggio. Durante il tragitto verso casa. Mentre pranzavamo. Beh, sono stato un po’… antipatico, ecco.

          -    Lascialo perdere, tesoro. – sussurra Rosalie abbracciando il suo fidanzato.

          -   Giusto Rose, Edward è intrattabile da tre giorni. Sarà la sindrome premestruale.

Ci mancava solo Alice. Non si può stare tranquilli neanche a casa propria. Sono circondato da donne irritanti: mia sorella, la mia futura cognata, la Swan… Quest’ultima poi mi sta facendo impazzire. Non la sopporto. E soprattutto non sopporto il fatto che mi ritrovo sempre a pensare a lei. Basta, mi ci vuole una distrazione.

          -    Vado a fare un giro a Santa Monica, vieni Emmett?

          -   Non posso, Ed. Rosalie deve presentarmi una sua amica che si è trasferita da poco qui a Los Angeles.

          -    Bravo amore, ti sei ricordato!

Al diavolo le fidanzate. Io esco. Non faccio in tempo a chiudere il portone di casa che mi ritrovo la Swan davanti al cancello. Si sta guardando intorno, sembra spaesata. Ed è ancora più gnocca del solito, con i capelli ondulati e un vestitino blu. Merda, mi attrae davvero.

          -    Cosa diavolo ci fai qui? Cullen, mi stai seguendo?

Pure. Sarà una gran gnocca ma è fuori di testa.

          -    Perché mai dovrei seguirti?

          -   Spiegamelo tu!

          -    Senti Swan, già mi tocca sopportarti al lavoro, non sono così masochista da cercarti altrove.

          -    Ah si? Non mi hai ancora detto cosa ci fai qui.

          -    Ci abito!

          -    Eh?

          -    Non fare la finta tonta! Questa è casa mia!

          -    Non può essere! Io ho un appuntamento!

Un appuntamento? E con chi? Sorrido sadico, raggiungendola. Forse vuole scusarsi per l’episodio della doccia. Si, sicuramente si è pentita di avermi provocato e poi mandato in bianco.

-    Ascolta… Isabella… Se hai messo su questa messa in scena solo per farti perdonare e venire a letto con me, bastava dirmelo. Mi dai sui nervi, ma sei molto, molto affascinante.

          -    Ma come ti permetti!

          -    Bella! Sei arrivata!

La voce di Rosalie mi fa sobbalzare. Mi volto verso di lei: sta sorridendo alla Swan come se la conoscesse da sempre. Anzi, no: sta abbracciando la Swan come se fossero grandi amiche. Merda. Come diavolo si conoscono?

-    Rose! Meno male, credevo di aver sbagliato indirizzo. E scusami per il ritardo: ho dovuto fare la doccia a casa visto che al lavoro c’era un cretino che me lo impediva.

Merda.

          -    Non preoccuparti Bella! Hai già conosciuto Edward? È il fratello del mio scimmione. Lui si reputa il capo famiglia!

Merda.

          -    Ah si? Beh, l’uomo è il capo famiglia. Ma la donna è il collo e muove il capo dove vuole.

Merda. Oggi è proprio una giornata di merda.


Allora, che ve ne pare? La situazione tra i due si fa sempre più interessante! Non si sopportano ma l’attrazione è già palpabile! Spero di avervi “regalato” almeno un mezzo sorriso, io mi sono divertita a scrivere questo capitolo. Nel prossimo scopriremo molto di più su Isabella Swan! E l’atmosfera inizierà a riscaldarsi un po’…!
Fatemi sapere il vostro parere, per me è sempre fondamentale per andare avanti! Lo spoiler questa volta lo mando via mail come risposta alle recensioni!
Un bacione grande, grazie davvero a tutti, a chi commenta, a chi ha inserito questa storia tra le preferite, seguite e ricordate, e anche ai lettori silenziosi.


Vane

 Le mie storie:

  La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"- Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe.
- Mi diverto?
- Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi.
Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo.
- Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo…
- Ah si? Sentiamo!
- Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)
Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore.

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 25 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan ]
[ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 07/02/12 ] [ Note: AU ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 307 recensioni ]


Più di ieri, meno di domani

1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.
"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi.
Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"
[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ]
[ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 13 recensioni ]

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima!
Grazie infinite!


QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO
 





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Capitolo 4
*** Cap. 4 - Don't watch and... not to let on. ***


Eccomi qui con il quarto capitolo!

Non ne sono completamente convinta, considerando che non sono dell’umore giusto per scrivere battute più o meno spiritose, ma ho deciso di aggiornare ugualmente senza farvi aspettare ancora (scusate il ritardo ma ho aggiornato La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE”. Per chi segue questa storia, la prossima settimana dovrei postare l'epilogo, e poi ci saranno 3 extra).

Spero di non deludervi e che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate: consigli, apprezzamenti, critiche, qualsiasi cosa! ;)

Ho davvero bisogno di voi e del vostro sostegno! A questo proposito, vi ringrazio di cuore per i vostri commenti, grazie, grazie, grazie.

Allora, dove eravamo rimasti? Bella e Rosalie si conoscono, iniziamo a vedere come…

Ci “rileggiamo” di sotto,

un bacione e grazie ancora,

 

Vanessa

 

Cap.4 – Don't watch and... not to let on 

Pov Edward

             -   Aspetta… vediamo se ho capito bene: voi tre e Jasper vi conoscete già perché lavorate insieme?

Alzo gli occhi al cielo, irritato. È la terza volta che Rosalie pone la stessa domanda.

E poi dicono che sono gli uomini lenti di comprendonio! Sono rientrato in casa con loro perché ero curioso di capire come diavolo si conoscono, lei e la Swan, e invece si è parlato solo di Isabella che lavora nella nostra stessa squadra, per la gioia dei miei nervi. Anche Emmett vorrebbe sbuffare, lo sento, ma si sta trattenendo per non innervosire ulteriormente la sua fidanzata. D’altronde, Rosalie si è già arrabbiata abbastanza perché lui non le ha parlato della nuova collega. L’ho sempre detto io che è meglio non avere ragazze fisse a cui dover rendere conto! Alice assiste alla scena, stranamente silenziosa, mentre la Swan … non sembra scocciata, anzi. Per la terza volta sorride all’amica, spiegandole pazientemente:

             -   Lavoro con loro da tre giorni, Rose.

             -   E perché diavolo io non ne so nulla?

-   Non immaginavo proprio che il tuo scimmione Emmett fosse lo stesso della squadra. Che ne so io di quanti Emmett ci sono a Los Angeles? Non mi hai mai detto il suo cognome e Jasper non ha il tuo!

-   Hai ragione, siamo cugini da parte di madre. È anche vero che ultimamente ci siamo sentite poco e solo al telefono. Ma adesso recupereremo, Bella! Sai che grazie a questa coincidenza ci vedremo molto più spesso? È fantastico!

Fantastico, certo. Meraviglioso. Splendido. Superlativo. Sti cazzi.

             -   Sono d’accordo con Rose, Bella! Diventeremo grandi amiche! E tu potrai tenerci d’occhio i nostri uomini al lavoro!

Sogghigno alle parole di Alice mentre Emmett sbianca. Oggi è proprio una giornata di merda anche per lui! Gli do una pacca sulla spalla, come incoraggiamento, mentre Rosalie continua con le domande.

             -   A proposito, il collega rompipalle, maschilista e idiota chi sarebbe?

Chissà perché ma ho l’impressione che ora si sta parlando di me. Lo sguardo beffardo della mia collega me lo conferma. Sta stronza.

             -   Ma quanti complimenti, Swan, grazie!

             -   Figurati Cullen, se vuoi posso continuare. Nelle ultime ore, ho scoperto molti nuovi aggettivi da aggiungere.

Merda.

             -   Ti riferivi ad Edward?

             -   Eh già, Rose! Vediamo, un nuovo epiteto potrebbe essere… guardone, per esempio, oppure…

             -   Basta così! Non credo interessi a nessuno la tua opinione su di me.

             -   A me si, invece!

Merda. Mia sorella non perde mai l’occasione per stare zitta. Si è seduta sul divano, vicino la stronza. Non oso immaginare queste due che fanno comunella. Merda.

             -   Sai che Edward è stato piuttosto strano negli ultimi tre giorni?

             -   Davvero, Alice? Sarà la sindrome premestruale!

             -   È quello che ho detto anch’io! Mi stai proprio simpatica, Bella! Mi piaci!

Sapessi a me. No, no, no. Cosa diavolo sto pensando? A me la Swan non piace. Mi irrita. È quello che continuo a ripetermi nelle ultime settantadue ore.

Poco importa se è sensuale come poche, anche adesso, mentre si sta accomodando meglio sul divano, accavallando le gambe.

Poco importa se ogni suo gesto sprigiona una carica erotica pazzesca, perfino stando semplicemente seduta.

E poco importa se vorrei toglierle quel vestito di dosso per farla mia, su quel maledetto divano.

Merda. Mi piace davvero. Sono costretto ad ammetterlo, per la seconda volta in un giorno. Merda.

             -   Ma tu guarda che pasticcio. Rose non sopporta quando non le dico le cose… mi terrà in astinenza per chissà quanto tempo!

Il brontolio di mio fratello mi risveglia dai miei pensieri. Mi volto per guardarlo: sta in piedi, proprio come me, appoggiato alla porta, ed ha un’espressione davvero preoccupata. Fa quasi tenerezza nel suo metro e novanta!

-   L’avevo detto io che la Swan portava guai! – mormoro, cercando di non farmi sentire dalla diretta interessata – Dai, Emm, saprai farti perdonare. Parla con Rosalie il prima possibile.

Emmett annuisce pensieroso mentre le tre donne continuano a chiacchierare, o meglio, spettegolare, come se noi non fossimo presenti. Forse era meglio se me ne andavo a Santa Monica. Beh, sono sempre in tempo.

             -   Che ne dici di una birra? – propone mio fratello, trovando subito la mia approvazione.

             -   Ottima idea. Vado a prenderle.

Sto per entrare in cucina quando la voce di Alice cattura la mia attenzione, facendomi fermare sulla porta.

             -   Ancora non ci avete detto come vi siete conosciute! Rose, racconta!

Finalmente ci siamo! Era ora! Cercando di non farmi vedere, mi metto in ascolto, curioso più che mai di scoprire qualcosa sulla Swan.

             -   Io e Bella ci siamo incontrate quando sono stata a Boston.

             -   Per i due anni al college di studi generali? * – chiede mio fratello, sorpreso.

             -   Si, noi due non stavamo ancora insieme.

             -   Ma io ero già innamorato pazzo di te, Rose.

Che ruffiano! Sta cercando di farsi perdonare! Scherzi a parte, è vero… Mio fratello era uno straccio quando Rosalie partì per due anni, tornando solo nei mesi estivi. Quando lei decise di terminare gli studi qui a Los Angeles, lui trovò finalmente il coraggio di dichiararsi. Da allora… sono inseparabili, così come Alice e Jasper. Sono felicemente innamorati. Mah… Io non credo molto nell’amore, nonostante gli esempi lampanti dei miei fratelli e dei miei genitori. Jazz dice che quando troverò la donna giusta cambierò idea. Dubito, ma staremo a vedere. Nel frattempo, mi godo i vantaggi di essere single e le bellezze femminili. Le bellezze femminili, proprio così. Il mio sguardo si sofferma sulla Swan. Lei si che è una vera bellezza femminile! Finché sta zitta, s’intende. Non riesco a scorgerla bene da dove mi trovo, ma la intravedo sorridere e annuire alle parole di Rosalie. È davvero sensuale.

Merda. Mi piace Isabella Swan.

Mi piace ma mi irrita.

Non la sopporto ma la desidero.

Mi innervosisce ma la voglio nel mio letto.

Merda, cosa cazzo sto pensando?

Piantala, Cullen. Non è da me perdermi in chiacchiere! Torno a prestare attenzione al racconto di Rose, smanioso di notizie. A quanto pare, le due condividevano lo stesso alloggio a Boston durante l’università e sono rimaste in contatto anche quando Rosalie è tornata a Los Angeles e Isabella è andata in Francia. In Francia? Però...

             -   Quindi sei per metà francese? – chiede Alice, dando voce alle mie domande.

-   Si, mio padre è americano e mia madre è di Marsiglia. Dopo il loro divorzio ho trascorso l’infanzia con lei, ma dai quindici anni in poi ho vissuto con mio padre, a San Francisco. Sono tornata in Francia solo per un breve periodo, dopo l’esperienza di Boston.

Non appena finisce di parlare, la Swan osserva Rosalie. Si scambiano uno sguardo complice, allusivo. Mmmh… forse è una mia impressione, ma credo ci sia dell’altro.

Senza neanche rendermene conto, mi avvicino per studiarle meglio, tornando in sala. Eh già, sembra proprio che Rose stia guardando l’amica come se volesse incoraggiarla, sorridendole comprensiva. Isabella contraccambia timidamente il sorriso, mentre Alice comincia a ciarlare sulla bellezza dell’Europa e su quanto le piacerebbe andare a Parigi.  

             -   Ehi Ed, dove sono le birre?

             -   Come?

             -   Le birre! Non eri andato a prenderle?

Accidenti, mio fratello ha ragione. Mi sono dimenticato.

             -   Perché non andate te e Rose a prendere da bere così chiarite?

             -   Giusto Edward!

Emmett mi prende letteralmente in parola, scusandosi con la Swan per non averle ancora offerto qualcosa e trascinando Rosalie in cucina. Isabella sorride divertita e io per un attimo resto imbambolato a guardarla. I nostri occhi si incontrano, fissandoci in silenzio, fino a quando lei si rivolge a mia sorella.

             -   Alice, scusami, potresti dirmi dov’è il bagno?

 

Pov Bella

 

             -   Ma certo! Edward, accompagni tu Bella? Io devo fare una telefonata urgente!

Porca miseria, no. Questi Cullen sono fuori di testa. Io chiedo ad Alice se può indicarmi il bagno e lei mi rifila il fratello? Lasciandoci soli, per giunta.

Per tutta risposta, Cullen mi rivolge un sorriso provocante. Un sorriso che non preannuncia niente di buono. Un sorriso minaccioso e malizioso, si, ma bello da togliere il fiato. Santo cielo, Bella, riprenditi! Ricordati di chi stai parlando!

Ricordati che lui è quel cretino che ti ha sottovalutata senza nemmeno conoscerti, che si diverte ad importunarti, che considera le donne come un oggetto da portarsi a letto.

Lui è quel pervertito che voleva spiarti mentre facevi la doccia.

Lui è quell’odioso maschilista che non ti ritiene all’altezza del tuo lavoro.

Lui è… lui è quel gran figo che sogni da tre notti consecutive. Sogni non proprio casti, ecco. Oddio, l’ho ammesso.

Ho appena riconosciuto di aver fatto sogni erotici con Edward Cullen come protagonista. Basta, Bella, non è proprio il momento per pensarci!

Quando ho decido di trasferirmi a Los Angeles, volevo semplicemente iniziare una nuova vita, tranquilla. Qui c’era Rose, non sarei stata troppo lontana da mio padre e avrei avuto la possibilità di fare il lavoro che amo in una città piena di energia.

Non pensavo che mi sarei imbattuta subito in un uomo. Io con gli uomini ho chiuso. Specialmente con uno come Edward Cullen.

Devo ignorarlo, si. Ignorare quei magnetici occhi verdi. Quel sorriso sexy e quelle labbra carnose. Quel profumo da uomo. Quei capelli ordinatamente spettinati, all’apparenza soffici e invitanti. Devo ignorare il ricordo di quei sogni. E evitarlo il più possibile.

Per prima cosa, devo cercare di non rispondere alle sue provocazioni. Ecco, farò proprio così.

             -   Allora, Swan, ti decidi a seguirmi prima che tu faccia la pipì sul mio divano?

             -   Cafone. Sei un cafone. La maleducazione fatta persona. Credo proprio che lo cercherò da sola il bagno.

Brava Bella. Come avevo detto? Non rispondere alle sue provocazioni. Ottimo inizio.

Pur non sapendo dove andare, decido di alzarmi. Mi volto verso la cucina per raggiungere Rose o Alice quando lui mi afferra la mano. Un semplice tocco, ma così intenso e inaspettato da sentire mille brividi fin sulla schiena. Oddio, ho davvero i brividi. Saranno per il nervosismo. Si, deve essere senz’altro così.

             -   Dai, vieni.

C’è quasi dolcezza nella sua voce, così come nel susseguirsi dei suoi gesti. Mi fa strada lungo il bel corridoio restando in silenzio fino a indicarmi una porta sulla sinistra.

             -   Il bagno è questo. Fa pure con calma.

Cullen mi sorride e si volta per andarsene. Sono ancora immobile, stupita per il suo cambiamento improvviso, non mi aspettavo questo sfoggio di gentilezza.

Non farti ingannare Bella, ricordati di chi stai parlando! Osservo le sue spalle larghe, la sua schiena atletica e… È più forte di me: lo sguardo scende sempre più in basso fino a posarsi proprio sul suo di dietro. Niente male, davvero. Sarà stronzo ma non posso negare quanto sia affascinante. Sexy. E con un bel fondoschiena.

             -   Bene, bene… Noto con piacere che non sono l’unico ad avere un debole per il lato B.

Sussulto alle sue parole. Come diavolo se ne è accorto? Nega, Bella, fa finta di niente.

             -   Non so di cosa stai parlando, Cullen.

             -   Ah si? Vorresti dire che non mi hai appena guardato il culo?

Continua a negare, Bella, fa finta di niente, come in questi giorni. E non guardarlo in quei seducenti occhi verdi adesso che si è girato.

             -   Ti piacerebbe, caro! Come fai a dirlo? Hai gli occhi dietro la testa?

             -   No, cara. Ti ho vista dallo specchio. Inutile che continui a fingere… sei attratta da me.

             -   Ti ho già dimostrato il contrario. Vuoi replicare?

             -   Swan, “l’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi”.

             -   Scommetto che conosci solo questa frase di Oscar Wilde.

Edward sogghigna strafottente, e inizia a camminare verso di me. Non guardare quel sorriso sensuale, Bella. Fa finta di niente.

             -   Ti sbagli, senti qui: “Le donne non hanno niente da dire, ma lo dicono benissimo.”

             -   “Le donne non si comprendono, si amano.” – ribatto prontamente, sostenendo il suo sguardo.

Lui continua ad avvicinarsi. Ormai ci separano solo una quarantina di centimetri. È vicino, troppo vicino. Non guardare quelle labbra, Bella. Fa finta di niente.

             -   “L'unico modo di comportarsi con una donna è di fare l'amore con lei se è bella, e con un'altra se è brutta.”

Edward continua il nostro scambio di battute e ad avanzare. Venti centimetri, ormai. Non lo guardare, Bella. Fa finta di niente. Replica, piuttosto:

             -   “Se si ama veramente una donna, tutte le altre appaiono insignificanti.”

             -   “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.”

             -   Un uomo non può essere sia bello sia intelligente. Altrimenti sarebbe una donna.

             -   Questa non è di Oscar Wilde, Swan.

             -   Infatti, è frutto della saggezza popolare. Proprio come questa: gli uomini sono come gli spermatozoi: solo uno su un milione è uti… -

Non faccio in tempo a finire la frase che le sue labbra sono sulle mie.

Inaspettate. Travolgenti. Passionali. Avide. Non so come, non so quando.

So solo che dischiudo la bocca automaticamente non appena sento la sua lingua tracciarne il contorno.

Senza neanche rendermene conto, mi trovo coinvolta nel bacio più intenso della mia vita… le nostre bocche si divorano a vicenda, le nostre lingue si avvolgono, si attorcigliano. Mille pensieri mi vorticano in testa, continuo a ripetermi di smetterla, di scappare il più lontano possibile. Ma il mio corpo agisce spinto da una sua volontà, ignorando ogni logica e ragionevolezza.

È inammissibile fare finta di niente.

È impossibile ignorare con quanta passione mi sta baciando Edward Cullen e con quanto ardore mi sta stringendo a sé.

È impensabile fermare le sue mani che iniziano a viaggiare sul mio corpo, avvicinandolo maggiormente al suo, facendo gemere entrambi quando i miei seni aderiscono al suo petto. I nostri corpi vicini mi stanno mandando in visibilio, credo di aver perso completamente il lume della ragione.

Ma è inammissibile fare finta di niente.

È impossibile ignorare l’attrazione e la tensione sessuale che c’è tra noi.

È impensabile restare passiva. Le mie mani vanno a circondargli il collo, perdendosi tra i suoi capelli, scompigliandoli, afferrandoli, tirandoli, mentre le sue artigliano i miei fianchi per poi scendere ad accarezzarmi le gambe. Continuando a baciarmi, Edward mi spinge delicatamente contro la parete, senza che io opponga nessuna resistenza. E come potrei? Le sensazioni che mi attraversano sono contrastanti e potentissime, non credo di aver mai provato niente di simile.

Soprattutto quando con le labbra scende a lambire il collo, la clavicola, l’incavo dei seni… lasciando scie infuocate dietro di sé, proprio come nei miei sogni.

Ed è in questo momento che realizzo cosa sta succedendo.

Questo non è uno dei miei folli sogni erotici. Questa è la realtà. Dannazione, Bella! Sto davvero baciando Edward Cullen, gli sto davvero permettendo di toccarmi.

È inammissibile. È impossibile. È impensabile.

Il mio cervello torna finalmente a ragionare e allontano Edward da me con tutta la forza di cui sono capace. La mia testa continua a gridare “pericolo”, il mio cuore batte inarrestabile e il mio respiro è più affannoso che mai. Come per dimostrare di aver ripreso il controllo di me stessa, la mia mano destra si scaglia sulla guancia di Cullen, schiaffeggiandolo. Lui indietreggia, sbalordito.

             -   Ma cosa diavolo stai facendo? – esclamo amareggiata.

             -   Era l’unico modo per farti stare zitta. Non mi sembra ti sia dispiaciuto!

Eccole, le solite parole da sbruffone.

Come ho potuto dimenticarmi con chi avevo a che fare? Come ho potuto cedere? Eppure… il tono di voce che ha usato è diverso, strano.

Lo osservo, proprio come lui sta facendo con me. Ha il solito ghigno strafottente stampato in faccia, ma sembra finto, forzatamente costruito, come… è come se fosse una maschera. I suoi occhi sono turbati, stupiti, pieni di desiderio e incollati ai miei.

Possibile che abbia sentito quello che ho provato io? Possibile che sia sorpreso almeno quanto me di aver percepito il proprio cuore volare all’impazzata durante quel maledetto bacio? Possibile che abbia avvertito gli stessi forti brividi di eccitazione lungo il corpo?

No, Bella. Non può essere. Lui è Edward Cullen.

Riprendi il controllo di te stessa. Fa finta di niente. Non permettere che accada di nuovo.

 

Allora, si sono già saltati addosso, a quanto pare!

Come vi sembra Bella?

Ha ceduto troppo in fretta? Ha fatto bene? È contraddittoria?

E Edward? Beh, lui con il suo linguaggio colorito ha ammesso a se stesso di essere attratto della sua collega prediletta! E credo proprio che non sarà uno schiaffo a fermarlo!

Ditemi cosa ne pensate, i vostri pareri sono importantissimi per me, ne ho davvero bisogno! Nel prossimo capitolo scopriremo altre cose sul passato di Isabella Swan anche se si è già capito qualcosa, no? In ogni caso, nessun triangolo in vista!

Come la scorsa volta, invierò lo spoiler come risposta alle recensioni!

A prestissimo e grazie ancora di cuore a tutti, a chi commenta, a chi ha inserito questa storia tra le preferite, seguite e ricordate, e anche ai lettori silenziosi.

Un abbraccio,
Vane

P.S: Le citazioni tra virgolette dovrebbero essere tutte di Oscar Wilde. Non ho controllato, perciò mi scuso per eventuali errori! Le ultime due battute di Bella invece... quelle sono "perle di saggezza" di alcune amiche e senz'altro di Google!

* Avrei voluto documentarmi meglio ma so che a Boston esiste realmente il biennale College of General Studies.

A presto!

Le mie storie:

 

   

 La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE- Ultimo capitolo

 "- Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe.

  - Mi diverto?

  - Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi.

Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo.

  - Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo…

  - Ah si? Sentiamo!

  - Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia."

(Tratto dal cap. 21) Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore.

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 26 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 01/03/12 ] [ Note: AU ] [ In corso ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 312recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani

1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!
QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO  

 

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Capitolo 5
*** Cap. 5 - Five days ***


Buon pomeriggio!

Allora, dove eravamo rimasti? A un bel bacio focoso e inaspettato.

E poi a Bella che ha mollato uno schiaffo sul bel faccino di Edward!

Un po’ esagerato, forse, come hanno commentato alcune di voi! Beh, si, avete ragione: d’altronde lei ha risposto al bacio, eccome! Ma è proprio per questo che si è arrabbiata tanto: non avrebbe voluto cedere, non avrebbe voluto lasciarsi andare. Così se l’è presa con Edward piuttosto che con se stessa.

Vediamo un po’ adesso cosa faranno i nostri piccioncini!

Spero di non deludervi e di sentire i vostri pareri, importantissimi per me come sempre! A questo proposito, vi ringrazio di cuore per l’appoggio che mi state dando, trasmettendomi tanta carica e voglia di scrivere! Grazie soprattutto ai 17 angioletti che hanno commentato lo scorso capitolo, grazie davvero!

Buona lettura e ci “rileggiamo” di sotto.

Un bacione,

Vanessa

 

Cap.5 –  Five days

Pov Bella

Detesto correre. Non mi è mai piaciuto, sin da bambina.

In realtà, detesto praticare un po’ tutti gli sport, tranne il nuoto. Nuotare, mi rende felice. Sentire l’acqua accarezzarmi la pelle, percepire la forza e la potenza dal mare contro il mio corpo… mi trasmette un’energia unica. Eppure, questa mattina, mi è venuta voglia di fare una corsa, nonostante sia appena l’alba. L’alba, proprio così. Dopo una notte insonne, sono saltata giù dal letto ed eccomi qui, per il lungomare di Los Angeles a fare un po’ di jogging.

Detesto non riuscire a dormire. Sono sempre stata una gran dormigliona e non ho mai sofferto di insonnia. In genere, per alzarmi, ho bisogno di tre sveglie. Invece questa notte mi sono girata e rigirata tra le lenzuola, senza riuscire ad addormentarmi.

Detesto Edward Cullen.

Detesto credere che è per colpa sua se sono qui a correre come una cretina alle sei del mattino. Non lo sopporto, perché ogni volta che provavo a chiudere gli occhi, vedevo il suo sorriso strafottente quanto irresistibile. O peggio: lo rivedevo incollarmi al muro stringendomi tra le sue braccia.

Detesto sapere che non era uno dei miei sogni erotici, no. È successo davvero. Santo cielo, mi torna la pelle d’oca soltanto ripensando alle sue labbra impetuose sulle mie. Alle sue mani che lasciavano una scia infuocata solo sfiorando il mio corpo. Ai mille brividi che mi hanno percorso semplicemente sentendo il suo respiro caldo sul mio collo.

Detesto averlo baciato.

Si, come no. Smettila di mentire a te stessa, Bella.

Sbuffo contro la voce della mia coscienza. Ok, l’ho baciato. E che bacio… Non credo di essermi mai sentita così… così… Non lo so nemmeno io come mi sono sentita! È stato travolgente, impetuoso e talmente passionale da farmi dimenticare come mi chiamo.

Ma se una parte di me desidererebbe vivere appieno questa attrazione, la parte razionale e saggia mi ricorda quanto sarebbe sbagliato. Non posso permettere che accada di nuovo. Lui vuole solo portarmi a letto e per quanto sia allettante l’idea, non cadrò così in basso.

E poi con gli uomini ho chiuso.

Si, come no. Sei un’inguaribile romantica. Tu sogni l’amore.

Sospiro nuovamente, consapevole di quanto la mia vocina interiore abbia ragione. Nonostante quanto abbia sofferto in passato, è vero: vorrei innamorarmi ancora.

Ragione per cui, sono sempre più convinta della conclusione a cui sono giunta dopo una notte piena di assurdi e contrastanti pensieri: ignorerò Edward Cullen il più possibile. Lui è un odioso e arrogante maschilista che pensa solo al sesso. Io lo eviterò e farò la brava ragazza. Ignorerò Edward Cullen il più possibile, si si.

Gli dimostrerò quanto valgo sul lavoro per puro orgoglio personale. E ignorerò Edward Cullen il più possibile.

Si, come no. L’hai detto anche prima di ficcargli la lingua in bocca!

Basta! Mi fermo per prendere fiato, guardando verso l’oceano Pacifico e subendone il fascino, come quando ero piccola. Ho sempre amato la California. Tra un’ora devo essere in spiaggia, meglio andare a prepararmi.

      -   Buongiorno Swan! Siamo mattiniere!

Mi volto di scatto. Non ci posso credere. Edward Cullen è davanti a me, con un sorriso impertinente e una t-shirt bianca che evidenzia ogni bicipite, tricipite, addominale, pettorale, quadricipite…

I quadricipiti sono muscoli delle gambe Bella! E poi… Non dovevi ignorarlo il più possibile?!

Accidenti! Devo smetterla di fargli la radiografia! E per carità, non devo ripensare a quel bacio mozzafiato, alla sua stretta vigorosa, al suo bacino contro il mio…

Si, come no. Proprio quello che stai facendo: ci stai pensando.

No no. Io ignorerò Edward Cullen il più possibile.

      -   Che diavolo ci fai qui? Possibile che stai sempre in mezzo?

      -   Io? Tu piuttosto! Lo sai che sei acida anche di prima mattina?

      -   Te lo ripeto, cosa vuoi da me?

      -   Non credi nelle coincidenze?

      -   Decisamente no.

-   Fai male. Una coincidenza è un fatto accidentale e casuale. Ieri ho letto che “a tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell’esistenza”.*

      -   Non cominciare con le citazioni, Cullen! Non sono in vena!

      -   Ah no? Quindi non ribatteresti?

-   Ti piacerebbe. Gli uomini non hanno crisi di mezza età perché restano fermi all’adolescenza. – replico, incrociando le braccia al petto e sostenendo il suo sguardo di sfida.

Non sarò certo io a tirarmi indietro! Poco importa che avrei già dovuto ignorarlo il più possibile. Per tutta risposta, Cullen alza gli occhi al cielo per poi rispondere:

      -   Le donne preferiscono non capire niente piuttosto che capire che hanno torto.**

      -   Cosa si deve dare ad un uomo che pensa di avere tutto? Una donna per spiegargli come funziona.

-   Ok, ok, hai ragione. Smettiamola! – esclama scuotendo la testa e trattenendo l’ombra di un sorriso – Io volevo solo allenarmi un po’, come faccio tutte le mattine. Tutto qua.

      -   Buon per te, allora. Ci si vede.

Ricomincio a correre, cercando di ignorarlo il più possibile. Ma come faccio se avverto il suo sguardo perforarmi la schiena? Se sento il suo profumo così vicino? Se il mio cuore batte come impazzito per la sua vicinanza? Mi blocco di scatto e mi volto verso di lui.

      -   Perché sei ancora qui?

      -   Dai Swan, che c’è di male se corriamo insieme? Non parlo.

      -   Fa come ti pare, non mi interessa.

Non mi interessa. Brava, Bella. Questa sarà il tuo secondo motto della giornata: non mi interessa. Com’era il primo? Ah si. Ignorerò Edward Cullen il più possibile.

A partire da adesso. Mi basterà eludere il suo sguardo penetrante, fingere di non notare i suoi movimenti impeccabili pure quando fa jogging e non considerare quant’è affascinante con quei dannati capelli mossi dal vento. Perché non se li taglia a zero?

Non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa.

      -   E così hai vissuto a Marsiglia.

      -   Non dovevi stare zitto?

      -   Non vorresti fare un po’ di conversazione?

      -   No, grazie.

Edward scoppia a ridere. Che diavolo c’è da ridere adesso?! Non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa.

      -   Alors, comment ça va?

Eh? Lo guardo allibita, bloccandomi di colpo, ancora una volta. Si ferma anche lui, saltellando sul posto e sorridendomi contemporaneamente.

      -   Che stai facendo? – esclamo riferendomi al suo inaspettato approccio linguistico.

      -   Continuo a correre, non si vede?

      -   Sai benissimo cosa intendo! Perché ti sei messo a parlare francese?

      -   Io non parlo francese, conosco solo qualche parola. In compenso, adoro il bacio alla francese!

Oh Signore. Non me lo ricordare! Ignoralo, per carità. Non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa. Riprendo a correre ma lui mi raggiunge subito, osservandomi.

      -   Come si dice bacio in francese?

      -   Imbécile!

      -   Non credo… questo suona come un insulto. E irritante, come si dice?

      -   Comprati un vocabolario, sempre ammesso che sai come si usa.

Edward mi afferra per un braccio, costringendomi a fermarmi e a guardarlo negli occhi. Restiamo a fissarci per qualche secondo, senza dire una parola.

Per la prima volta da ieri pomeriggio, smetto di pensare. Tutti i miei ragionamenti contraddittori, le mie conclusioni contrastanti, i miei incoerenti propositi… scompaiono.

Sono semplicemente immobile, mentre lui mi osserva come se volesse leggermi dentro.  

      -   Scommetto che ci hai pensato in continuazione. –  mormora ad un tratto, spostandomi dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio, lasciandomi senza fiato. So benissimo a cosa si riferisce, è ovvio. Eppure, glielo chiedo lo stesso.

      -   A cosa?

      -   Hai ripensato al nostro bacio tutta la notte.

      -   Ti sbagli.

      -   Non ti credo.

      -   Vuoi forse dirmi che tu ci hai pensato? – il mio è solo un sussurro ma lui lo sente benissimo.

Apre la bocca più volte, sul punto di dire qualcosa. Il mio cuore impazzisce per quanto batte veloce, in attesa di qualche risposta. Non sono mai stata così piena di aspettative. La Bella fiduciosa e follemente attratta da lui sta prendendo il sopravvento su quella diffidente e riflessiva.

È come se tutta me stessa sperasse di sentirlo dire: “Ricominciamo, piacere Edward Cullen”.

Proprio quando Edward sta per replicare, il suono del suo cellulare ci fa sobbalzare, interrompendo le mie fantasie e l’unico momento civile da quando ci siamo conosciuti. Cullen si allontana leggermente, guarda il display del telefono con una strana espressione e infine si decide a rispondere.

      -   Dimmi… No… Non ho trovato nessun braccialetto in macchina, Jessica.

Jessica. Una donna. Vorrei prendermi a schiaffi. Come ho potuto sperare che Cullen fosse diverso? Si è rivelato un arrogante superficiale fin dall’inizio. Scommetto che dopo averlo mandato in bianco, è uscito a divertirsi. Con Jessica. O chissà con quante altre. Sono una stupida. Lo so che degli uomini non ci si deve fidare, l’ho provato sulla mia pelle. Indietreggio mentre ricordi dolorosi riaffiorano prepotentemente.

Inizio a correre più veloce che posso, allontanandomi da Cullen e riprendendo il controllo di me stessa. Mi ripeto che ignorerò Edward Cullen il più possibile.

Ed è proprio quello che inizio a fare: ignoro la sua voce che mi chiama più volte. Ignoro qualsiasi cosa vorrebbe dirmi. Non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa.

 

Pov Edward

 

Imbécile, ha detto. Credo significhi imbecille.

Per una volta, sono d’accordo con la Swan: sono un imbecille.

Un imbecille perché non riesco a togliermela dalla testa. Da quando l’ho baciata, non faccio altro che pensare alle sue labbra, al suo corpo premuto contro il mio, alle sue mani tra i miei capelli. Merda, non ho mai provato niente di simile con un semplice bacio! Beh, c’è il piccolo dettaglio dello schiaffo… ma ciò non toglie quanto mi sono eccitato solo sentendola vicina.

Sono un imbecille. Un imbecille perché ho continuato a desiderare lei, anche quando ero in dolce compagnia. Dopo la sberla, la Swan se n’è andata via di corsa, inventando una scusa con Rosalie. Da bravo latin lover, sono uscito anch’io. Avevo bisogno di distrarmi, di dimenticarmi di questa irritante e sexy ragazza. Insomma, il mondo è pieno di belle donne! Perché cavolo devo fissarmi con lei? Ho incontrato Jessica. Bionda, formosa e disinibita. Ma mentre cercavo di “rilassarmi” con le sue attenzioni, ho pronunciato il suo nome. Non Jessica. Ho detto Isabella. Io che la chiamo sempre Swan. Io che non la sopporto. Io che non rifiuto mai una notte di buon sesso. Cosa ho fatto? Me ne sono tornato a casa, dopo il secondo ceffone della giornata, perché era lei che volevo, non una qualsiasi.

Sono un imbecille. Un imbecille perché quando poco fa ho visto Bella correre, l’ho raggiunta. Avrei voluto addossare il suo corpo contro una palma e baciarla, baciarla ovunque. Avrei voluto confessarle che non desidero altro. Avrei voluto toglierle quella canottierina sottile e tuffarmi tra i suoi seni. Oddio, che razza di pensieri da imbecille! Mi sembrano le frasi dei romanzetti rosa che legge Alice!

Così non va, Cullen! Devo smetterla di farmi condizionare la vita dalla Swan!

Devo starle lontano per un po’, ricordarmi quant’è irritante e soprattutto farmi una bella scopata il più presto possibile.

      -   Eccomi, Edward! Scusa il ritardo!

Adam entra nel suo ufficio dove lo sto aspettando da circa cinque minuti, sorseggiando il suo caffè. Mi ha convocato appena sono arrivato al lavoro, informandomi che aveva bisogno di parlarmi.

      -   Figurati, Adam. Dimmi pure.

      -   Puoi pazientare ancora un attimo? Stiamo aspettando un’altra persona, così non ripeto tutto due volte!

Un’altra persona? Annuisco, curioso di scoprire di chi si tratta. Mi guardo intorno, soffermandomi sulle fotografie appese alla parete: alcune sono foto di gruppo di noi guardaspiaggia, altre ritraggono i fondali o i litorali della California. Sto per complimentarmi per le immagini, tanto per fare un po’ di conversazione, quando bussano alla porta.

      -   Buongiorno, Adam. Volevi vedermi?

E che cazzo.

Los Angeles: una città di circa quattro milioni di abitanti.

Isabella Swan: la ragazza che nonostante tutti questi cittadini, mi sta sempre tra i piedi. O tra i nervi. O tra gli ormoni, ecco.

Fatto sta che me la trovo dappertutto: a lavoro, dentro casa, pure quando vado a fare jogging. Altro che coincidenza! Questa è una tortura! Come faccio ad evitare di pensare a lei quando me la ritrovo ancora una volta davanti, fresca di doccia con quel costume addosso?

Anche la Swan spalanca gli occhi quando si accorge di me, sembra scocciata, stupita e irritata quanto lo sono io.

      -   Isabella, ciao. Vieni, accomodati accanto a Edward.

E dove sennò?

-   Bene, ragazzi. Sarò breve. Anche quest’anno, è stato finanziato un corso di nuoto per bambini e mi hanno chiesto se i bagnini della mia squadra possono occuparsene. Ovviamente ho accettato. La scorsa estate ho affidato il compito ad Edward, che ha svolto un ottimo lavoro.

      -   Posso farlo anche quest’anno, lo sai. – lo interrompo ricordando quanto mi sono divertito con quei marmocchi.

      -   So che ne sei in grado, Edward, ma le iscrizioni sono raddoppiate. Saranno circa 25 bambini.

      -   Non è un problema. – esclamo convinto delle mie capacità.

Sto per aggiungere che saprei cavarmela, quando la Swan interviene, rivolgendosi a me:

      -   Che presuntuoso!

      -   Che impicciona!

      -   Bene, mi fa piacere che andate così d’accordo, perché il corso di nuoto lo gestirete insieme. – esclama Adam interrompendoci. Aspetta… ha detto insieme?!

      -   Eh?

      -   Che?

      -   No no!

-   Edward, tu sai come si svolge visto che te ne sei già occupato ma hai bisogno di una mano. Isabella, tu saprai sicuramente affiancarlo. Il corso durerà solo cinque giorni, non voglio sentire lamentele.

Restiamo entrambi ammutoliti. Cinque giorni. E che cazzo.

      -   Qualche domanda ragazzi?

Oh si, io ne ho parecchie. Come faccio a concentrarmi se la Swan mi sculetta davanti? Come faccio a ignorare il suo bellissimo corpo? Come faccio a non saltarle addosso? Come si fa a non comportarsi da imbecille?

 

 

Eccoci qui! Come vi sembra? Troppo lungo? Noioso?

Ditemi cosa ne pensate, sono curiosa di sapere il vostro parere. Sembra che sia Edward che Bella abbino intenzione di ignorarsi… Dite che ci riusciranno?!

Mmmh… Io vi dico che il prossimo capitolo sarà un po’ più… hot, diciamo così! Ma non mancheranno i battibecchi! (Mi scuso per le parolacce, non è propriamente mia abitudine ma Edward mi nasce così! Però ditemi se vi danno fastidio!)

Come sempre, manderò lo spoiler come risposta alle vostre recensioni!

Grazie ancora per esserci, con tutto il cuore!

Vi auguro una buona Pasqua a voi e ai vostri cari!

A proposito, vado a mangiare un po’ di cioccolata dell’uovo: il mio bambino è troppo piccolo per mangiarla ma io mi sacrifico volentieri!

Un abbraccio e a presto!

Vane

 

 

*    Nulla succede per caso, Robert Hopke.

**  Marcel Arnac

 

Le mie storie:

 

   

La chiave che apre tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE- Ultimo capitolo

"-  Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe. -  Mi diverto? -  Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi. Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo. -  Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo… -  Ah si? Sentiamo! -  Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)

Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore. [ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 27 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 31/03/12 ] [ Note: AU ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 324 recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

           

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito Oceano ... tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

 

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO 

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Capitolo 6
*** Cap. 6 - Ancora ***


Non so se iniziare dicendovi grazie oppure scusatemi.

Grazie, mille volte grazie per i vostri bellissimi inaspettati commenti, per il vostro contagioso entusiasmo e per l’appoggio impagabile che mi state dando.

Non ho parole per esprimervi quanto siano importanti per me i vostri pareri e quanto mi rendano felice. Perciò posso solo ringraziarvi ancora, ancora e ancora.

Proprio come il titolo del nuovo capitolo.

A questo proposito, vi chiedo scusa. Scusa per il ritardo, credetemi, mi dispiace moltissimo e farò il possibile per non farvi aspettare più così tanto.

Ma questo mese è stato pieno di eventi inaspettati e purtroppo anche tristi. Non voglio annoiarvi, per carità, voglio soltanto scusarmi perché avrei tanto voluto aggiornare molto prima, considerando che il capitolo era quasi concluso. La parte finale ha risentito un po’ del mio stato d’animo, e mi scuso anche per questo.

Spero di non deludervi e di sapere ancora cosa ne pensate.

Un abbraccio grande, ci “rileggiamo” di sotto,

Vanessa

P.S: Ho fatto un piccolo cambiamento rispetto allo spoiler che ho mandato ai 26 angioletti che hanno commentato lo scorso capitolo. Spero vi piaccia ugualmente! Grazie ancora!

Cap. 6 –  Ancora

Pov Edward

      -   No! Non mi piace questo esercizio Edgar! Non lo faccio!

Calma, Cullen, mantieni la calma. Abbiamo iniziato il corso di nuoto solo da un’ora, non puoi perdere la pazienza adesso. Ricordati che è un bambino. Un innocente, puro e dolce fanciullo. Non devi rispondergli male, neanche se senti sghignazzare quell’antipatica, acida e gnocca della tua collega ogni volta che questo marmocchio sbaglia il tuo nome.

Fanciullo, Edward, non marmocchio. Sta attento al tuo linguaggio e soprattutto evita le parolacce, come ti sei ripromesso questa mattina. Giusto, mi sono stabilito sei “comandamenti” per affrontare questi giorni di corso e il primo consiste proprio nel limitare il mio vocabolario sconcio di fronte venticinque bambini. Gli altri precetti… beh, si possono riassumere brevemente così:

  1. Non replicare alle battute della Swan. Poco importa se ieri ho trascorso la serata su Google, facendo incetta di aforismi sulle donne.
  2. Non guardare le tette delle Swan. Poco conta se ho già constatato che possiede una terza di reggiseno, coppa C.
  3. Non ispezionare il sedere della Swan. Poco interessa se nell’ultima ora, l’ho ammirato per bene in ogni sua rotondità.
  4. Non fissare le gambe delle Swan. Poco incide se ho già contemplato quanto sono lunghe e slanciate, con le cosce snelle e le caviglie sottili.
  5. Non osservare proprio la Swan, dalla testa ai piedi. Ha poca importanza se seguo ogni suo gesto e movimento.

A parte questi piccoli… dettagli, mi sto comportando bene. Quindi, Edward, non perdere la calma adesso con questo pargoletto biondo dal visetto così ingenuo.

Facendo appello a tutta la mia condiscendenza, mi rivolgo a lui dolcemente:

      -   Ascoltami, Mike… – non faccio in tempo a cominciare la frase che il marmocchio, ops, fanciullo, mi interrompe brusco:

      -   Io non mi chiamo Mike! Mi chiamo Michael! Possibile che non te lo ricordi, Edgar?

Ah, beh, certo! Io mi devo ricordare i nomi di venticinque bambini e lui non può impararsi il mio! Calma, Cullen, mantieni la calma. È un pargoletto ingenuo… sti cazzi.

Questa volta la Swan scoppia proprio a ridere. Mi volto verso di lei, alla mia destra, pronto ad incenerirla con lo sguardo, ma… sti cazzi.

Rimango incantato. Immobile. Incapace di dire una parola. Resto semplicemente ipnotizzato ad ammirare il suo sorriso sincero, solare e contagioso. E il suono armonioso della sua risata. E i suoi occhi… sembrano brillare di una luce particolare, magnetica. Sono bellissimi.

Porca vacca, Cullen. Capisco che i comandamenti tre e quattro siano difficili da rispettare, ma non posso mettermi a guardare gli occhi in una donna!

Devo aver preso un’insolazione. Perché diavolo sono così attratto da Isabella Swan? Appena ieri mi ero ripromesso di lasciarla perdere ed ora sono qui a desiderarla più di prima. È da quando l’ho rivista sta mattina che non faccio altro che ripensare a quanto vorrei baciarla ancora. E ancora. E ancora.

      -   Michael, ignora… Edgar. Ti va di giocare con me?  

Tsè. È arrivata la saputella.

      -   Certo, signorina Isabella.

Tsè. La Swan ha fatto colpo sul marmocchio. Il poppante sembra pendere dalle sue labbra.

      -   Chiamami Bella, tesoro. In ogni caso, Edgar ha ragione: prima di entrare in acqua, dobbiamo fare qualche esercizio insieme sulla spiaggia.

      -   Va bene, Bella. Vado a prendere una tavoletta e mi metto in fila con gli altri bambini.

Tsè. Ruffiano.

      -   Bravo Michael!

La Swan si gira verso di me, soddisfatta di essere riuscita a convincere il marmoc... fanciullo. Mi sorride strafottente, per poi avvicinarsi pericolosamente al mio orecchio e sussurrarmi sensuale:

      -   Hai visto Edgar ? Non era poi così difficile!

Calma, Cullen, mantieni la calma. Rammentati del comandamento numero due e soprattutto ignora i brividi procurati dalla sua vicinanza. Fingi che la Swan non si stia prolungando troppo con la bocca vicino al tuo collo e che non stia cercando di sedurti. Come diavolo fa a mandarti in tilt con un semplice, rapido gesto?

Merda, mi piace. Mi piace incredibilmente. Comandamento numero sette da aggiungere alla lista: non eccitarti in costume, per carità.

******

Datemi la pazienza, perché io non ne ho più.

Calma, Cullen, mantieni la calma. L’anno scorso non era stato così seccante questo corso di nuoto, mi ero persino divertito. Ma non avevo tra i nervi (e gli ormoni…) la collega sexy e stronza. Non ero così suscettibile, insomma.

Dopo un bel sospiro di auto incoraggiamento, torno a spiegare per la quarta volta qualche esercizio di ginnastica prenatatoria, proponendolo ai bambini sotto forma di gioco:

-   Allora, ricapitoliamo: faremo un percorso dove le tavolette disposte sulla sabbia saranno come i sassi di un fiume. Saltellandoci sopra, arriverete al traguardo dove ci sono i braccioli e salvagenti da prendere.

      -   Posso chiedere una cosa?

      -   Certo, piccola.

      -   Bella è la tua fidanzata?

Mia nonna diceva sempre che i bambini sono il sinonimo della discrezione. Sti cazzi.

Fidanzata, ha detto. Santo cielo, che parolaccia. Sento la Swan borbottare un “per carità ” e io vorrei rispondere lo stesso, ma mi limito a negare:

      -   No, Claire. Non lo è.

      -   E allora perché le guardi le tette?

Ecco Mike. Ops, Michael o come cavolo si chiama. Insomma, il marmocchio indisponente. Mica è vero che le osservo il seno! È la regola numero tre, infranta solo una ventina di volte!

      -   Ma no che non le guardo! – replico, racimolando quel briciolo di pazienza rimasta.

      -   Invece si! E lei ti guarda il sedere!

Ah. Pensa un po’. Mi volto verso la Swan con un sopracciglio alzato e un sorrisino provocatorio. Lei sostiene il mio sguardo ma è leggermente arrossita.

Bene, bene… Allora l’ha fatto di nuovo! Sto per farglielo notare quando lei torna a rivolgersi ai bambini, ignorandomi:

      -   Iniziamo il gioco, su! Tutti in riva!

I piccoletti obbediscono, cominciando a formare due squadre per conquistare braccioli e salvagenti, per poi mettersi a giocare, tra una risata e l’altra.

Io e la Swan restiamo a controllarli, in silenzio, intervenendo di tanto in tanto per correggere qualche bracciata o suggerire e mostrare dei movimenti. Una volta che tutti i pargoli hanno fatto un po’ di riscaldamento motorio, li lasciamo socializzare e prendere confidenza con l’acqua, prima di riprendere con il programma. Mi siedo sulla sabbia accanto ad Isabella mantenendo un po’ di doverosa distanza. Dovrei starmene tranquillo, senza mai perdere d’occhio i bambini, ma non riesco a evitare qualche fugace occhiata verso la Swan.

E soprattutto non riesco a starmene zitto, qui a meno di un metro da lei.

      -   A quanto pare, continui a fissarmi il sedere.

      -   E tu le tette, siamo pari.

      -   Veramente, io ti guardo anche il fondoschiena, Swan.

      -   Se è per questo, io ti guardo pure gli addominali, Cullen.

      -   Stai forse ammettendo che ti piaccio?

      -   Pensa quello che vuoi, non m’interessa. – ribatte alzando gli occhi al cielo, senza mai distogliere lo sguardo dai bambini e dall’oceano.

Cerco di imitarla, concentrandomi sul lavoro per evitare così di infrangere la regola numero due: non replicare alle battute della Swan. Ma niente da fare, è più forte di me: non riesco a lasciarla perdere. Non sono in grado di ignorarla e non posso accettare che lei mi respinga. Soprattutto perché sono sicuro che mi desidera.

      -   “Le donne possiedono un istinto meraviglioso: hanno la capacità di scoprire tutto tranne l’ovvio.”

Bravo Cullen, parole sante. È lampante che Isabella è attratta da me. È ovvio.

La intravedo sorridere ma continua a non guardarmi. Sta eludendo il mio sguardo il più possibile. È come se mi stesse… sfuggendo.

-   Se vuoi ricominciare con Oscar Wilde, ricordati che “nessun uomo ha davvero successo se non ha le donne dalla sua parte, perché le donne governano la società.”

Però, non è mai impreparata o a corto di repliche. Ma io non sono da meno:

-   Tsè. Senti questa Swan: Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la barba alle donne perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.*

      -   Ah ah ah, divertente. Sai perché Dio ha creato prima l'uomo e poi la donna? Perché prima si fa la bozza, poi il capolavoro!

      -   La Bibbia dice che la donna è l'ultima cosa che Dio ha fatto. Deve averla fatta il sabato sera: ci si sente la mano stanca.**

      -   Dimmi Cullen, conosci anche “Il conte di Montecristo” o “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas o solo queste frasette spicciole?

      -   E tu Swan? Hai studiato lettere?

      -   Esatto.

      -   Finalmente un’informazione personale! E perché non ti sei messa ad insegnare anziché cercare di fare la bagnina?

      -   Gli affari tuoi mai, eh Cullen? – domanda retorica senza smettere di scrutare l’oceano.

Non lo sopporto. Mi irrita. Perché non mi guarda? Perché mi sfugge? Perché non cede al mio fascino come tutte? Osservo il suo profilo perfetto, i suoi capelli raccolti in una coda alta che le lascia scoperto il collo, le sue labbra. Labbra che non riesco a dimenticare da quando le ho assaggiate.

      -   Ne sono sicuro, Swan: hai ripensato al nostro bacio in continuazione.

      -   Cullen, ti ho già detto che non m’interessa quello che dici.

      -   È vero, l’hai già detto. Sei ripetitiva, oltre che prolissa e ridondante.

      -   Oh, che paroloni da burocrate!

      -   Ehi, guarda che sto per diventare avvocato.

      -   Interessante. Ti ci vedo proprio in uno sfarzoso studio legale a provarci con la segretaria bionda e prosperosa.

      -   In verità, vorrei fare il difensore d’ufficio. Tutti hanno diritto di difendersi, anche chi non ha soldi.

Per la prima volta oggi, la Swan si gira a guardarmi negli occhi, probabilmente colpita dalla mia affermazione.

Non so perché l’ho detto, di certo non l’ho fatto per impressionarla.

Le parole sono uscite istintive, impulsive, spontanee. È vero, ho pensato spesso di prestare assistenza legale gratuitamente, perché credo davvero che la giustizia sia uguale per tutti. Senza rendermene conto, le ho confidato ciò che nemmeno ai miei genitori ho ancora spiegato. Cazzo. Cosa cazzo mi prende?

Per la prima volta da quando l’ho incontrata, la Swan mi sorride dolcemente, sorprendendomi. Mi rivolge un sorriso talmente bello che non posso fare a meno di contraccambiare, sorridendole a mia volta.

Per la prima volta da quando ci conosciamo, sento che tra noi c’è sintonia mentale oltre che fisica. Restiamo a guardarci negli occhi, per non so quanto tempo.

Per la prima volta, Isabella non solo mi piace, ma non mi irrita.

      -   Edgar ! Puoi venire subito qui?

Che razza di tempismo. Mike/Michael ha interrotto l’unico momento tenero che abbiamo condiviso finora. Bella è balzata in piedi come scottata, avvicinandosi subito ai bambini. Dopo un’occhiata al suo fondoschiena e un sospiro di frustrazione, la raggiungo.

******

Pov Bella

      -   Se sei stanca, ci penso io a mettere apposto.

      -   Come, scusa?

Devo aver sentito male. Si, sarà sicuramente così.

Edward Cullen non può essersi offerto di sistemare da solo più di un centinaio di oggetti, tra tavolette, braccioli, salvagenti, ciambelle e occhialini, dopo una giornata estenuante sotto il sole. Non può essere così gentile.

I bambini sono andati via da circa una decina di minuti e le lori voci mi rimbombano ancora dentro la testa. Non pensavo fosse così stancante avere a che fare con quelle creature.

Si, come no. Ammettilo, Bella: non sei spossata a causa loro, no, no.

Sei esausta per l’onnipresenza del sexy guardaspiaggia che hai cercato costantemente di ignorare. Con scarsi risultati, a dire la verità.

Da quando Edward mi ha parlato dei suoi progetti per il futuro come avvocato d’ufficio, mi sembra di vederlo sotto una luce diversa. Credevo fosse superficiale ed egoista, interessato solo a divertirsi e al sesso femminile. A quanto pare mi sbagliavo. Sempre ammesso che le sue parole siano vere e non dette solamente per fare colpo sulle ragazze. Ma tanto a me non interessa, giusto?

Si, come no. È per questo che non sei riuscita a staccargli gli occhi di dosso.

Non è vero, me la sono cavata abbastanza bene.

Si, come no. I primi trenta minuti.

Ok, mi arrendo alla mia coscienza. Ignorare Edward Cullen non è affatto facile. Devo ammetterlo almeno con me stessa: sono attratta da lui. Nonostante il mio cervello mi avverta del pericolo ogni volta che gli sono vicina, non posso più negare quanto mi affascina. Ma questo non significa che devo cedere alle sue lusinghe. Mai abbassare la guardia, Bella, ricordati di chi stai parlando!

      -   Dicevo, se vuoi posso pensarci io a riordinare.

Cullen mi parla guardandomi dritto negli occhi. La sua proposta è molto allettante visto che non vedo l’ora di tornarmene a casa, lontano da lui, dai suoi addominali scolpiti, dal suo sorriso accattivante, dal suo sguardo provocatorio e dalle sue domande imbarazzanti. Ma accettando gli darei modo di pensare che non sono in grado di svolgere il mio lavoro fino in fondo. Dai, Bella, un ultimo sforzo. D’altronde, manca solo riportare tutte le cose nel magazzino, dargli una sciacquata e sistemare per domani.

      -   Grazie ma non sono stanca. – rispondo, cercando di concentrarmi solo su quei bellissimi occhi verdi e di non far vagare il mio sguardo sul suo fisico perfettamente abbronzato.

      -   Come preferisci.

Restiamo in silenzio sia mentre raccogliamo i vari oggetti sparsi sulla sabbia, sia mentre li riportiamo nel deposito adiacente la sede centrale dei guardaspiaggia.

Non ci sono mai entrata prima, è un’ampia stanza, pulita e ordinata che si affaccia su un piccolo cortile, compreso di docce esterne e autolavaggio. Edward comincia a risciacquare i salvagenti con un tubo di gomma quando inizia a sghignazzare, fissandomi. Lo guardo, incuriosita. Alternando lo sguardo da lui al tubo, mi si accende la lampadina.

      -   Non ci provare.

      -   Sei perspicace, Swan.

      -   Non lo farai, Cullen.

      -   Perché no?

      -   Non siamo abbastanza in confidenza per metterci a scherzare e giocare con l’acqua.

      -   Ma per baciarci si?

      -   È successo solo una volta, smettila di ricordarmelo.

      -   Non posso.

      -   Come?

      -   Non posso non ricordare il nostro bacio. Non posso non parlarne. Non posso non desiderarne ancora.

Il suo è solo un sussurro ma credo di aver capito benissimo.

Non posso non desiderarne ancora.

Percepisco il mio cuore perdere un battito dopo queste frasi, per poi accelerare improvvisamente come impazzito.

Non posso non desiderarne ancora.

Edward lascia cadere il tubo a terra e inizia ad avvicinarsi verso di me, lentamente, senza mai smettere di guardarmi negli occhi.

Mi osserva come… come se volesse leggermi dentro, come se non trovasse le parole giuste da dirmi, come se volesse comunicare semplicemente guardandomi. Cerco di distogliere lo sguardo per riprendere il controllo di me stessa ma non ce la faccio. I miei occhi sono incollati ai suoi, in attesa di non so neanch’io cosa.  

Ancora. Non posso non desiderarne ancora.

La mia mente sa che dovrei ribattere per le rime, rispondendogli che io non lo bacerò un’altra volta, ma il mio cuore e il mio corpo pensano l’esatto contrario. Vogliono l’esatto contrario. Nella mia testa continuano a riecheggiare le sue parole e il loro significato implicito.

Per non parlare del tono che ha usato. La sua voce era così… sensuale, roca, erotica. Irresistibile.

Non posso non desiderarne ancora.

Esattamente come te, Bella.

Mi allontano, spaventata dalle mie stesse emozioni, dai miei desideri.

Indietreggio, terrorizzata dalla consapevolezza che se continua a guardarmi così, non sarò in grado di resistergli.

Mi volto per andarmene via il più velocemente possibile, ma Edward mi afferra la mano costringendomi gentilmente a girarmi verso di lui. Sento un brivido corrermi lungo la schiena e la pelle d'oca diffondersi sul mio corpo come un'onda. Siamo vicini, troppo vicini.

Non è possibile che un unico tocco possa provocarmi sensazioni così intense.

Non è possibile che una semplice occhiata sia in grado di incendiarmi in questo modo.

Non è possibile che la sua sola presenza possa mandarmi completamente in confusione.

E invece si. È bastato un banale contatto per annebbiarmi il cervello, abbattendo le mie barriere.

È bastato perdermi nel suo sguardo per lasciarmi ipnotizzare. Mi basta vedere il suo viso vicino al mio per accettare di… desiderarne ancora.

Merda. Desidero Edward Cullen. Con l’ultimo barlume di razionalità rimasta, chiudo gli occhi, illudendomi di riuscire così a non lasciarmi sopraffare dalle emozioni.

      -   Non sfuggirmi… guardami.

La voce di Edward è nuovamente bassa e sensuale, il suo respiro accelerato sul mio collo mi fa rabbrividire. Mi poggia due dita sotto il mento e con il cuore che martella all'impazzata, alzo il viso, facendo riagganciare i nostri sguardi.

Contro ogni logica, sono io ad azzerare la distanza.

Sono io a tuffarmi sulla sue morbide labbra.

Sono io a baciarlo, con molta più passione e slancio della scorsa volta.

Non posso non desiderarne ancora. E ancora. E ancora.

Edward risponde al bacio con un ardore talmente intenso da accendermi e coinvolgermi ancora di più. Le nostre bocche si divorano letteralmente, le nostre lingue danzano in perfetta sintonia. Come dotate di volontà propria, le mie braccia si avvolgono attorno alle sue spalle mentre le mani di Edward vagano per la mia schiena prima di stringermi i glutei e attirarmi maggiormente verso il suo corpo.

Percepisco chiaramente la sua eccitazione premere contro la mia coscia ma è soprattutto attraverso il suo tocco che sento tutto il suo desiderio.

Nessuno mi ha mai toccato così.

Edward mi stringe a sé come se potessi scomparire da un momento all’altro, mi accarezza freneticamente, mi sfiora con dolcezza e forza insieme. La mia pelle sembra bruciare quando con le labbra scende a lambire il lobo dell'orecchio, imboccando poi un percorso incandescente verso il collo, la clavicola, l’incavo dei seni.

Il mio cuore sembra impazzire talmente corre veloce e il mio respiro è accelerato come mai prima.

Ho perso il lume della ragione. Sono completamente in balia delle mille sensazioni che Edward mi sta facendo provare. Ancora una volta, il mio corpo agisce guidato da una volontà propria. La mia mano scivola giù per i muscoli scolpiti della sua schiena nuda, accarezzandone la pelle, sentendola ricoprire di brividi. Continuo a farla scorrere lungo la spina dorsale mentre percepisco Edward gemere e sussultare. Avverto le sue mani stringermi con più forza mentre la sua bocca torna avida sulla mia. Passionale. Frenetica. Bramosa.

      -   Non immagini quanto ti desidero. – mi soffia nell’orecchio, sempre con quella dannata voce calda che mi sta facendo impazzire.

Sospiro, incapace di formulare una frase sensata. Per la prima volta, non so cosa dire. Senza mai smettere di toccarmi e sfiorandomi la guancia con il naso, è Edward a parlare ancora:

      -   Lasciati andare, vieni a letto con me. Faremmo scintille. Ne sono sicuro, dopo non sarai più un ossessione.

È un attimo. L’incantesimo si spezza in un attimo. Ogni parte del mio corpo torna sotto lo stretto controllo del mio cervello.

Un’ossessione, ha detto. Per lui, sono solo un’ossessione. Uno sfizio da togliere. Un capriccio da soddisfare. Un’altra conquista da raggiungere.

Cos’altro credevi, Bella? Mi stavo illudendo, ecco la verità. E invece sono soltanto un’ossessione, solo perché non sono ancora stata sua.

No. No, no e ancora no. Non mi lascerò usare, non mi abbasserò a questo livello.

Ho già fatto quell'errore, e non ho intenzione di ripeterlo.

Spingo Cullen lontano da me con tutta la forza di cui sono capace, per poi piantargli una poderosa ginocchiata nelle parte basse. Lui lancia un lamento di dolore, arretrando e piegandosi leggermente sulle gambe.

      -   Che male, cazzo!

      -   Io non sono una delle troiette a cui sei abituato, Cullen. Fatti soddisfare da loro. Trovati un’altra ossessione. – esclamo in tono brusco, rivolta a lui ma soprattutto a me stessa.

Senza aspettare la sua risposta, mi allontano velocemente.

Arrabbiata, delusa, amareggiata. Come ho potuto cedere ancora? Come ho potuto permettere all’attrazione di prevalere sulla ragione? Come ho potuto dimenticarmi quanto ho già sofferto in passato? Cerco di ricacciare indietro le lacrime che stanno minacciando di uscire per risparmiarmi almeno questa umiliazione.

Merda, tutto questo tempo trascorso a dimenticare James e a promettermi che non mi sarei più fatta usare da un uomo ed ecco che in pochi giorni ho concesso ad Edward Cullen di baciarmi, per ben due volte.

No, no, no. Non permetterò più a nessuno di farmi trattare così.

Sono la tua ossessione, Cullen? Peggio per te. Adesso ti faccio vedere io.

 

 

Secondo incontro ravvicinato per i nostri beniamini! Che ne dite?

Bella ha esagerato? O ha fatto bene? Cosa avrà in mente? E Edward? Ha guadagnato un po’ di punti parlando dei suoi nobili obiettivi futuri per poi perderne parecchi con quell’uscita infelice. Saprà farsi perdonare?

Sono curiosissima di scoprire cosa ne pensate, ancora più delle altre volte! Nel prossimo capitolo (che arriverà presto, promesso!), si chiarirà il passato di Bella. E ci saranno ancora i bambini! Simpatici, vero? ;)

Per quanto io adori i punzecchiamenti di Ed e Bella e i loro botta e risposta, credo che presto inizieranno a conversare civilmente. Voi che ne dite? Li facciamo stuzzicare un altro po’ oppure no?

Vi ringrazio ancora tantissimo per il vostro appoggio, grazie davvero, per me è fondamentale! Anche questa volta, manderò lo spoiler come risposta alle recensioni!

Un bacione grande,

con affetto,

Vane

 

* Alexandre Dumas (padre)

** Alexandre Dumas (figlio)

 

Le mie storie:

 

   

La chiave che apre tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"-  Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe. -  Mi diverto? -  Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi. Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo. -  Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo… -  Ah si? Sentiamo! -  Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)

Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore. [ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 27 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 31/03/12 ] [ Note: AU ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 328 recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito Oceano ... tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

 

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO

 

 

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Capitolo 7
*** Cap. 7 - Desidero te ***


Buona domenica a tutti!

Inizio subito avvisandovi che non sono particolarmente convinta del nuovo capitolo.

Sono stata più volte tentata di cancellare e riscrivere interi paragrafi ma alla fine ho preferito aggiornare, per non farvi aspettare troppo.

Spero vi piaccia ugualmente, tengo molto a questa storia e allo spirito con la quale è nata. Fatemi sapere cosa ne pensate, ne ho proprio bisogno!

A questo proposto, non finirò mai di ringraziarvi per il vostro appoggio! Grazie, grazie mille per i vostri commenti!

Ogni parola che mi avete scritto mi ha trasmesso tanta carica! Grazie!

Allora… Eravamo rimasti al secondo bacio focoso tra Edward e Bella, interrotto da un’uscita fuori luogo del nostro playboy e da una ginocchiata sulle parti basse.

Vediamo un po’ cosa succederà adesso!

Ci rileggiamo di sotto,

intanto un abbraccio e grazie ancora.

Vane 

Cap. 7 –  Desidero te

Pov Edward

           -   Sei d’accordo?

La domanda di Jasper mi fa sobbalzare. Se sono d’accordo? Boh, non ho la più pallida idea di cosa stia dicendo.

Non faccio altro che pensare ad Isabella Swan e al bacio di questo pomeriggio.

Cazzo, che bacio. Non mi sono mai eccitato così prima d’ora. Cerco di convincermi che sia colpa dell’astinenza ma so benissimo che non è questa la ragione.

La Swan mi sconvolge come nessun’altra ragazza abbia mai fatto. Mi basta una sua carezza per scombussolarmi totalmente. Sentire muovere la sua mano lungo la mia spina dorsale mi ha scatenato un tornado di sensazioni indescrivibili, neanche fossi un novellino. Quella donna ha un effetto devastante sui miei sensi.

Cazzo, solo il ricordo del suo corpo premuto contro il mio mi fa eccitare di nuovo. E questo pensiero mi riporta anche alla ginocchiata sulle mie delicate, fragili pall…testicoli.

Ma non potevo stare zitto? Beh, ho detto solo la verità. La desidero, la voglio come non ho mai bramato nessuna. E sono sicuro che anche la Swan mi vuole. Lo avverto quando mi guarda. L’ho percepito mentre mi baciava con foga. Ho sentito la sua pelle ricoprirsi di brividi sotto il mio tocco e il suo respiro accelerato, eco del mio.

Ma come diavolo mi è venuto in mente di parlare proprio in quel momento? Potevo usare la lingua in un altro modo. Certo però, pure lei! Se l’è decisamente presa troppo. Che bisogno c’era di darmi un calcio sulle pall… testicoli? È decisamente un tipetto violento. Focoso. Passionale. Intelligente, senza dubbio. In grado di tenermi testa, poco ma sicuro. Sensuale, sexy, travolgente, questo è scontato e indiscutibile.

Basta, Cullen, smettila di pensare a lei! Guardati intorno, piuttosto.

Sono uscito proprio per questo: dimenticarmi della Swan, mettere in azione il mio fascino, conquistare quante più donne possibili e andare a segno. Eppure, nonostante sia già passata mezzora da quando sono arrivato con Jasper al "Golden Eye", la discoteca più in di Los Angeles, non ne ho la minima voglia. L’atmosfera è piacevole e suggestiva, il locale è sofisticato, adatto per una serata piena di divertimento, partendo dal cibo fino ad arrivare al ballo e alla musica. E, particolare ben più importante, sono circondato da tante ragazze in minigonna e tacchi a spillo. Tuttavia… io che faccio? Me ne sto seduto al bancone, continuando a rimuginare su quanto è successo oggi al magazzino con Isabella. Penso alle sue labbra irresistibili. Penso ai suoi seni sodi. Penso a lei. Sempre e solo a lei.

           -   So che non mi stai ascoltando ma potresti almeno fare finta, visto che ti ho accompagnato senza averne la minima voglia.

Ancora una volta, la voce di Jasper mi riporta al presente. Gli rivolgo un sorriso di scuse, decidendomi a prestargli attenzione. D’altronde, sono stato io a chiedergli di accompagnarmi al Golden Eye e Jazz ha disdetto una cenetta romantica con Alice pur di venire con me. Ovviamente mia sorella non lo manderebbe mai da solo nella discoteca più trendy della città. Sta venendo anche lei. Il minimo che possa fare nel frattempo è starlo a sentire. Mi volto verso di lui, sorseggiando il mio cocktail preferito, il Blue Hawaiian.

           -   Hai ragione, scusami. Dicevi?

           -   Alice sta arrivando con Rosalie e Emmett. Prendiamo quel tavolo, per te va bene?

           -   Ah ah. – annuisco seppur controvoglia.

L’ultima cosa di cui bisogno è essere circondato da coppiette felici che si sbaciucchiano in continuazione. Ma sono stato io ad organizzare la serata, perciò non posso fare il guastafeste. Mi siedo accanto a Jasper al tavolo di cui parlava, guardandomi intorno.

Donne. Donne, ovunque. Ma nessuna che mi colpisca.

Cazzo, la situazione è più grave del previsto.

           -   Edward, si può sapere a cosa pensi? Hai una faccia!

           -   Che faccia ho?

           -   Sei distratto, irrequieto, scontento, hai la testa sulle nuvole. Sembra che sei in astinenza!

           -   Ah, quello sicuro.

           -   Cioè… vuoi dirmi che non stai facendo sesso? Tu?

           -   Detta così, suona proprio male.

           -   E da quando?

           -   Boh, saranno dieci giorni, più o meno.

           -   Più o meno, eh? Te lo dico io: da quando hai conosciuto Isabella Swan.

           -   Jazz, non me la nominare. – esclamo di getto, iniziando a muovermi irrequieto sulla sedia.  

Per tutta risposta, lui sogghigna, consapevole di averci visto giusto.

           -   Allora ho indovinato! Dai Edward, ti conosco, ho capito benissimo quanto sei attratto da lei.

           -   Si vede così tanto?

Jasper sbotta in una fragorosa risata. Mi osserva come se mi vedesse per la prima volta, con un sorriso pieno di mille significati. Spero solo che non cominci a parlarmi di amore e stronzate simili.

             -   Perché non ci provi?

-   L’ho fatto! – confesso d’impulso. Ma si, Jazz è il mio migliore amico da sempre. Se non ne parlo con lui, con chi posso farlo? Mio fratello è escluso, i consigli di Emmett provengono direttamente dal Kamasutra. Non mi sembra proprio il caso. – L’ho baciata, due volte. La prima ho rimediato uno schiaffo, la seconda una ginocchiata sulle palle.

Jasper scoppia a ridere, più forte di prima. Lo guardo malissimo. Cosa cazzo c’è da ridere in continuazione?

           -   Scusa, Ed! Una ginocchiata sulle palle?

           -   Oggi pomeriggio.

           -   Dai, racconta dall’inizio.

           -   Non c’è molto da dire. La Swan mi irrita incomprensibilmente ma la desidero come mai nessuna prima.

L’ho detto. Non mi rendo neanche conto di aver rilasciato un sospiro di sollievo alla fine della frase.

           -   È una gran bella ragazza, è normale che ti attrae. Quello che non capisco è perché ti irrita.

           -   Senti Jazz, sai che non sopporto quando fai lo psicanalista. Parla chiaro.

           -   Edward, sto cercando di dirti che Isabella ti innervosisce perché ti piace. Ti interessa, ti incuriosisce, dillo come ti pare.

           -   Sono il primo ad ammettere che mi attrae. Te l’ho detto: non mi sono mai sentito così affascinato prima. E sono sicuro che anche lei mi desidera.

           -   Se ti ha tirato un calcio, devi averla fatta arrabbiare.

           -   Le ho detto che volevo andare a letto con lei così mi sarei levato la voglia e avrei smesso di pensarci in continuazione.

Appena finisco di parlare, mi rendo conto di quanto sono stato stronzo.

Altro che ginocchiata, forse meritavo di peggio. Non ho avuto il minimo tatto. Tutte le ragazze con cui sono andato a letto erano perfettamente consapevoli che sarebbe stata solo una piacevole scopata per entrambi e niente di più. Ma le ho sempre trattate con riguardo e gentilezza. Invece con lei…   

             -   L’hai paragonata ad una sorta di prurito da eliminare, insomma.

Ecco. Ancora una volta, Jasper ha ragione. Le ho mancato di rispetto. Resto in silenzio, non sapendo come ribattere.

-   Devi scusarti con lei, Ed. Non è da te comportarti così. E questo conferma la mia ipotesi: ti piace e ne sei spaventato al punto di credere che una volta portata a letto non ti interesserebbe più.

Cazzo. Non può essere.

             -   Non potresti provare ad uscire con lei?

             -   Eh?

             -   Edward, hai mai sentito parlare di appuntamenti? Corteggiamento?

Oh no, no, no. Scuoto la testa vigorosamente, schifato, mentre Jasper scoppia a ridere per la terza volta.

             -   Lieto di farti divertire.

-   Non sto parlando di una relazione o di una storia seria. Ma prova a conoscerla. Secondo me non è soltanto attrazione sessuale. Bella ti piace davvero, non solo fisicamente. Ma non potrai scoprirlo se continui così.

Sbuffo, spazientito. Sto per replicare cambiando argomento di conversazione quando i nostri discorsi vengono interrotti dall’arrivo dei miei fratelli con Rosalie. Alice viene subito a reclamare il suo fidanzato, costringendolo ad andare a ballare con lei. Jasper la segue, dopo avermi sussurrato “pensaci”.

Rose si siede accanto a me così come Emmett.

Li saluto velocemente mentre rifletto sulle parole di Jasper. Ok, ha ragione, devo scusarmi con Isabella, ho davvero esagerato. Non volevo certo offenderla o mancarle di rispetto. E poi… Prova a conoscerla. Che razza di consiglio. Eppure… per quanto io odi ammetterlo, Jasper ha quasi sempre ragione. Ma questa volta significherebbe accettare che la Swan mi piace al di là dell’attrazione fisica.

Sono talmente concentrato nei miei ragionamenti da accorgermi appena che Emmett si è alzato per andare a prendere qualcosa da bere. Io e Rose siamo rimasti soli al tavolo e lei continua a fissarmi insistentemente. O meglio… Se uno sguardo potesse incenerire, quello di Rosalie mi darebbe fuoco.

            -   Che c’è? – sbotto infastidito.

            -   Ah, dimmelo tu.

Inarco un sopracciglio, sorpreso dal suo tono di voce adirato. Non capisco perché sia così arrabbia… Merda. Una logica equazione mentale si fa strada tra i miei pensieri: Rosalie più Isabella uguale amiche. Ovvero fregatura per il sottoscritto. Sospiro rassegnato, preparandomi a una ramanzina coi fiocchi.

            -   Ascolta Rose...

            -   No, ascoltami tu, Edward. Lascia in pace Bella.

            -   Non so cosa ti abbia raccontato ma…

            -   Mi ha semplicemente detto che vuoi portartela a letto per toglierti il prurito.

Cazzo. Rosalie l’ha illustrata ancora peggio di me e Jasper.

            -   Senti, l’attrazione che c’è tra me e lei è reciproca. Altrimenti non mi avrebbe baciato.

            -   Vuoi forse negare di averle proposto una scopata liberatoria per la tua ossessione?

            -   Diciamo che è una sintesi piuttosto colorita.

            -   Ti conosco, Ed. Non mi fido di te.

            -   Ehi, guarda che Isabella sa difendersi benissimo da sola! – esclamo portando istintivamente le mani sopra i miei gioielli.

Chissà se le ha raccontato pure della ginocchiata…

            -   Edward, non spetta a me dirtelo ma Bella ha già sofferto molto in passato per colpa di un bastardo. Lasciala perdere.

            -   Rosalie, io…

            -   Ecco il tuo drink, amore. – l’arrivo di Emmett interrompe le mie parole.

Meglio così, visto che non avrei saputo cosa dire. Bella ha sofferto in passato. Io… io non voglio farla soffrire. Io voglio solo… Al diavolo, non lo so nemmeno io cosa voglio. Basta, non ne posso più. Dopo aver avvisato gli altri, me ne vado a casa, adducendo come scusa un mal di testa per la troppa confusione. È vero, la testa mi scoppia sul serio, ma non a causa della musica assordante. Sono le parole di Isabella così come quelle di Rosalie e di Jasper che continuano a rimbombarmi nella mente, rincretinendomi.

Io non sono una delle troiette a cui sei abituato, Cullen. Fatti soddisfare da loro. Trovati un’altra ossessione.

Bella ha già sofferto molto in passato per colpa di un bastardo.

Secondo me, non è solo attrazione fisica. Ti piace eccome.

******

E che cazzo, è già arrivata.

Sono venuto in spiaggia prima del solito perché contavo di starmene un po’ tranquillo prima di vederla e affrontarla ma a quanto pare la mia levataccia mattutina non è servita a niente. Non chiedevo tanto, giusto una mezzoretta per conto mio, con la speranza di schiarirmi le idee, o per lo meno di distrarmi con un po’ di jogging sulla battigia.

Isabella Swan deve aver avuto la stessa idea: sta facendo stretching sul bagnasciuga.

E che cazzo, un’altra volta. È ancora più sensuale di ieri. Non ho mica esagerato quando l’ho definita un’ossessione.

Sta diventando un chiodo fisso. Un sexy chiodo fisso. Un’eccitante fissazione.

Coraggio, Cullen, raggiungila. Sei un uomo bello e forte e con le palle. No, meglio non pensare alle palle. Ricordati i nuovi comandamenti per oggi, piuttosto. Ne ho trovati due, da aggiungere alla lista di ieri: chiedere scusa alla Swan e provare ad essere gentile. Non dovrebbe essere tanto difficile.

Mi incammino silenziosamente verso di lei. Isabella si accorge subito di me, mi osserva e mi fa un cenno con il capo. Poi, fa come se non ci fossi, continuando i suoi esercizi e accavallando le gambe in una posizione… porca miseria. Questo è un vero e proprio gesto di seduzione. Dì qualcosa, prima di fare la figura dell’idiota.

            -   Buongiorno.

            -   Buongiorno, Cullen.

            -   Non potresti chiamarmi Edward?

            -   Non mi risulta che tu mi chiami Isabella.

            -   Ok, Bella…

            -   No. Bella solo per gli amici, di certo non per te. A pensarci bene, meglio che continui a rivolgerti a me con il cognome.

Gentile, devo essere gentile. Questo non significa che devo fare la parte dello stupido.

             -   Ah! Le donne non sanno mai cosa vogliono! Lo sostiene anche Oscar Wilde, sbaglio professoressa?

             -   Se è per questo Wilde dice anche che gli uomini possono essere analizzati, le donne solo adorate.

-   Adorate? Tsè. Le femmine sono furbe. Senti questa, Swan: “Una donna ha bisogno di quattro animali nella vita: una Jaguar in garage, una tigre nel letto, un visone sulla pelle e un asino che paghi.”*

-   Queste sono le donne a cui sei abituato tu, Cullen. Ma se ne sei convinto, buon per te. D’altronde si sa, “l'intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza di un uomo.” **

Ok, basta così. Mi limito ad alzare gli occhi al cielo, piuttosto nuvoloso tra l’altro, e resto in silenzio, lasciandole avere l’ultima parola per questa volta, solo perché devo ancora riuscire a chiederle scusa. Isabella torna a fare stretching, ignorandomi. I suoi movimenti sono lenti e sensuali, sembrano studiati per provocarmi. Cerco di non guardarla ma nonostante tutti i miei sforzi, non ci riesco. È come una calamita che mi attrae, mi attira, mi richiama a sé. La voglio, santo cielo quanto la voglio.

Ma non adesso. Devo distrarmi e ricordarmi dei miei comandamenti. Sospiro, e inizio a preparare il materiale per la giornata di oggi con i bambini. Se il tempo ci assiste, staremo tutta la mattinata in acqua. Mentre tiro fuori dal borsone i braccioli e le tavolette, lancio qualche altra fugace occhiata alla Swan. Lei continua imperterrita i suoi esercizi, fino a quando i nostri sguardi si incrociano. I suoi occhi sono così limpidi, sinceri. Mi incanto ad ammirarli. Non so quanto tempo rimaniamo a guardarci, ma credo proprio sia arrivato il momento per chiederle scusa.

-   “Le donne non sono fatte per giudicarci, ma semplicemente per perdonarci quando abbiamo bisogno di perdono. Il perdono, non la punizione, è la loro missione.”

Isabella mi osserva stupita, spalancando le pupille per un attimo. Sostengo il suo sguardo, cercando di farle capire quanto questa frase sembra fatta apposta per noi. O meglio, per me, visto che sono io ad aver sbagliato. Del resto, ho trascorso un’ora a documentarmi su Oscar Wilde e a cercare citazioni ad effetto su Internet, ieri sera. Come mi sono ridotto… ho lasciato il Golden Eye per studiare un poeta irlandese dell’ottocento. Mah.

Restiamo a fissarci per qualche altro secondo. È lei a rompere il silenzio, scuotendo la testa:

             -   Il perdono va meritato. Insomma, cosa stai cercando di dirmi, Cullen?

             -   Mi dispiace per ieri.

             -   Ti dispiace? E di cosa? Di avermi chiaramente spiegato il tuo scopo?

             -   Ascoltami, io non intendevo…

             -   Stanno arrivando i bambini. – mi interrompe freddamente indicando alle mie spalle.

Mi volto, constatando che ha ragione. Merda, il tempo è volato. Alcuni genitori stanno già accompagnando i loro figli verso di noi. Ovviamente Mike-Micheal apre la fila.

Prima che Isabella si allontani da me per andargli incontro, le afferro la mano sussurrandole:

             -   Lasciami spiegare. Sta sera, o quando finiamo il turno.

             -   Scordatelo, non c’è nient’altro da aggiungere.

             -   Dì la verità, hai paura di restare sola con me.

             -   Forse tu.

             -   In che senso?

             -   Potrei replicare la ginocchiata, o lo schiaffo se preferisci.

-   Sceglierei il bacio. – esclamo sorridendo mentre lei assottiglia gli occhi guardandomi malissimo – Ok, parliamo seriamente. Andiamo a prendere un caffè insieme. Solo dieci minuti. In un luogo pubblico, se ti fa stare più tranquilla.

Isabella sorride leggermente. Bravo, Cullen, lo sapevo che al tuo fascino non si può resistere a lungo.

Si morde il labbro inferiore, guardandomi intensamente negli occhi. Deglutisco, sorpreso dal suo gesto provocante e impreparato a sostenere uno sguardo così intenso e profondo. E deglutisco ancora quando traccia con studiata lentezza il contorno delle sue labbra con la lingua. Dejà vu. Chissà perché il suo comportamento mi ricorda l’episodio della doccia, qualche giorno fa.

             -   Meglio parlare da soli, non credi? – sussurra roca avvicinandosi inaspettatamente al mio orecchio.

             -   Oh si, decisamente.

             -   Sta sera, hai detto?

             -   Quando vuoi.

             -   A casa mia?

Sensuale. Tentatrice. Maliziosa. Calda. Non pensavo che una voce potesse essere così eccitante. Ma Isabella Swan mi parla e mi guarda in un modo così… irresistibile da non farmi capire più niente. Ha veramente detto casa mia? Ha cambiato idea? Che intende dire? Si sta prendendo gioco di me?

             -   Dove vuoi. – rispondo titubante.

Un attimo dopo lei scoppia a ridere, allontanandosi da me.

             -   Datti una regolata, Cullen, non farti alzare la bandiera in mezzo a bambini puri e innocenti. E casa mia non la vedrai neanche in cartolina.

Pericolosa, ecco cos’è. Una stronza pericolosa.

******

             -   Bella?

             -   Dimmi, Grace.

             -   Edward ti fissa di continuo. La mia mamma dice sempre che è maleducazione fissare la gente.

Ecco, questo è l’ultimo esempio di come i poppanti oggi si sono divertiti a prendermi di mira.

Ha cominciato Michael, ovviamente, dicendomi che ho le occhiaie e una pessima cera. Tornando alla bambina pettegola… Non è vero che fisso la Swan di continuo, infrangerei quasi tutti i miei comandamenti, altrimenti. Le ho solo rivolto qualche sbirciatina qua e là, giusto per vedere se riuscivo a ritagliare un momento per riprendere il discorso di questa mattina. Insomma, va bene essere gentili ma lei ha decisamente esagerato a provocarmi in quella maniera. E continua a farlo, non in modo così esplicito ma è più sensuale e maliziosa del solito.

Isabella mi lancia una breve occhiata, cercando di non sorridere, per poi rivolgersi alla bimba impicciona e ficcanaso:

             -   La tua mamma ha ragione, è maleducazione.

Ecco, pure maleducato. Alzo gli occhi al cielo mordendomi la lingua per evitare di replicare. Resisti, Cullen, resisti. Mancano solo venti minuti e se Dio vuole anche questo estenuante giorno se n’è andato.

             -   Forza, ultime sequenze di stile libero!

Mentre tutti i bambini stranamente mi obbediscono e la Swan li segue in riva, Mike/Michael si avvicina a me, facendomi segno di inginocchiarmi alla sua altezza.

             -   Edgar?

Ancora con questo Edgar. Gli avrò ripetuto un centinaio di volte che mi chiamo Edward ma niente da fare. Ci rinuncio. Meglio vedere che cosa vuole.

             -   Dimmi.

             -   Sai come posso conquistare Bella?

Ah, magari lo sapessi! Lo guardo, indeciso se mettermi a ridere o a piangere.

             -   Non credo che hai delle possibilità, Michael.

Il suo visetto si rabbuia in un attimo. Oh Dio, ci manca solo che si mette a piangere.

             -   Non fraintendermi, sono sicuro che tu le piaci molto ma…

             -   Ma?

             -   Ma… – avanti, Cullen, inventa una scusa credibile, qualsiasi cosa…  – è fidanzata.

             -   Fidanzata?

             -   Eh già, e il suo ragazzo è un tipo molto geloso. Se fossi in te, corteggerei Grace, è una bambina così discreta e riservata!

             -   Mmmh… ci penserò. Grazie Edgar.

Sorrido, complimentandomi con me stesso per la mia trovata. Sto per raggiungere Isabella e i bambini in acqua, quando Michael mi richiama una seconda volta. Mi volto, curioso di sapere cos’altro vuole.

             -   Adesso ho capito perché hai le occhiaie, Edgar.

             -   Ah si?

             -   Sei tu il fidanzato geloso di Bella! Ho visto come la guardi! Ma stai tranquillo, non lo dirò a nessuno, so che per motivi professionali dovete mantenere il segreto.

Allibito. Ecco, si, sono allibito. Il marmocchio se n’è andato ghignando senza neanche darmi il tempo di smentire il suo discorso insensato, sconclusionato e scriteriato.

Non so se restare più sconcertato dalla sua logica o dalle parole fidanzato e motivi professionali.

No, la cosa che più mi stupisce è che anche un poppante si è accorto di come guardo Isabella Swan.

******

             -   Se sei stanco, ci penso io a mettere apposto.

Simpatica, proprio simpatica. La Swan non mi ha rivolto quasi mai la parola per tutta la mattinata e ora che siamo rimasti soli in spiaggia in compagnia dei salvagenti insabbiati da sistemare, lei che fa? Mi ruba la battuta di ieri. Sogghignando, tra l’altro.

Sa benissimo di avermi provocato in continuazione. Sa benissimo che ho i nervi e gli ormoni a mille. Sa benissimo che persino i pargoletti hanno percepito il mio pessimo umore. Sa benissimo quanti sforzi sto facendo per continuare ad essere gentile.

             -   Nonostante avere a che fare con venticinque bambini sia più snervante del previsto, no grazie.

             -   Non ti piacciono i bambini, Cullen?

             -   A piccole dosi, si.

-   “Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera”.***

             -   Aforisma interessante, Swan. Io conosco questo: “ciò che distingue la donna dalla bambina è il saper sfruttare un uomo”.****

             -   Te l’ho detto, queste sono le donne che frequenti tu.

             -   E se io volessi frequentare te?

Oh Dio. Che cazzo ho detto? Voglio davvero frequentarla? Conoscerla? No no no.

Fanculo a Jasper e alle strane idee che mi ha messo in testa. Io voglio andare a letto con lei. Solo questo. O no?

La Swan resta in silenzio, intenta a scrutarmi. I nostri sguardi si allacciano e ancora una volta penso a quanto sia bella. Senza rendermene pienamente conto, mi incammino verso di lei. Merda, mi sa proprio che mi piace talmente tanto da volerla frequentare davvero.

             -   Tu non vuoi conoscermi, vuoi solo portarmi a letto.

             -   Ti voglio, questo è sicuro. Esattamente come tu desideri me.

             -   Piantala Cullen, ti ho già ribadito che ti sbagli.

             -   Vuoi forse dire che non mi hai baciato? Vuoi forse negare quanto sei attratta da me?

             -   Ti ho baciato, è vero, ma finisce lì.

             -   Continui a ripeterlo solo per convincere te stessa. – esclamo andandole incontro e vedendola sussultare alle mie parole.

Sorrido, consapevole di aver indovinato. So che mi vuole, so che sta cercando di resistermi. Mi avvicino nuovamente, senza mai smettere di guardarla negli occhi.

Non ho ancora capito bene cosa voglio, ma una cosa la so per certo: io, a lei, non ci rinuncio.

-   Se pensi che mi arrendo ti sbagli. Sono come un bambino: pretendo con ogni mia forza quello che desidero. E io non desidero solo il tuo corpo. Desidero te, Isabella Swan.

 

 

Accipicchia, con quest’ultima frase Edward ha sorpreso anche me!

Cosa ne pensate? Il capitolo è un po’ diverso e lungo rispetto ai precedenti, abbiamo ritrovato Jasper e la sua saggezza, e Rosalie e la sua amicizia verso Bella.

Spero di non avervi annoiato, questo è il mio timore, ma credo che era doveroso mostrare la confusione di Edward e come pian piano si stia rendendo conto che Isabella gli piace davvero. Ma l’ha capito sul serio?

E lei? Cosa gli risponderà? Lo sta davvero provocando come pensa Edward?

Il prossimo capitolo sarà anche pov Bella (come vi avevo accennato, capiremo finalmente di più sul suo passato)!

Spero di aggiornare presto, intanto come sempre manderò lo spoiler come risposta alle recensioni (di cui vi ringrazio ancora tanto tanto!).

Un bacione,

con affetto,

Vane

P.S: Mi scuso ancora una volta per il linguaggio colorito di Edward!

* Zsa zsa Gabor

** Rudyard Kipling, Racconti semplici dalle colline

*** Paulo Coelho, Monte Cinque

**** Cesare Pavese, Il mestiere di vivere

 

Le mie storie: 

   

La chiave che apre tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"-  Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe. -  Mi diverto? -  Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi. Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo. -  Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo… -  Ah si? Sentiamo! -  Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)

Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore. [ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 28 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 15/05/12 ] [ Note: AU ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 338 recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito Oceano ... tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

 

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO

 

 

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Capitolo 8
*** Cap. 8 - Aggettivi qualificativi ***


Buon giovedì!

Sono in ritardo, lo so e vi chiedo immensamente scusa per questo.

Ma oltre al mio adorabile bimbo di quindici mesi e al mio maritino… sto traslocando!

Sono sommersa da scatoloni, elettricisti che non vengono mai quando dovrebbero, imbianchini che tardano in continuazione, calcolatrici in una mano per cercare di risparmiare il più possibile e ventagli nell’altra perché sto morendo dal caldo!

Va bene, basta così, non vorrei annoiarvi ancora con le mie vicissitudini personali!

Piuttosto, vi ringrazio tantissimo per la pazienza e per il vostro incessante e preziosissimo appoggio. Grazie sul serio a ognuno di voi, con tutto il cuore!

Spero davvero che continuerete ad esserci, siete fondamentali per darmi energia e ispirazione!

Veniamo alla storia! A questo proposito, vorrei scusarmi anche per non aver mandato lo spoiler ai 22 angioletti che hanno recensito.

Non l’ho fatto perché ho ricevuto un messaggio da parte di ValeBellamyPattinson (che saluto e ringrazio!), dove mi avvisava che mandare anticipazioni è contro il regolamento di Efp.

Ammetto di averlo letto abbastanza superficialmente, e mi è sfuggito. Perciò mi dispiace se non dovevo farlo, ho commesso un errore in buona fede.

Allora… dove eravamo rimasti? Edward ha fatto un bel passo avanti, mettendo da parte l’orgoglio e scusandosi per il suo pessimo comportamento. E Bella? Mmmh…

Ci “rileggiamo” di sotto,

intanto buona lettura e un bacione grande.

Grazie ancora,

Vanessa 

 

Cap. 8 – Aggettivi qualificativi

Pov Bella

La risata musicale di Rosalie risuona per tutto il locale, attirando l’attenzione di parecchi curiosi.

Non ha fatto altro che ridere da quando siamo uscite. L’ho chiamata nel tardo pomeriggio per raccontarle la mia folle giornata e Rose ha insistito per andare a cena nel suo pub preferito, l’Unexpected. Il posto è molto carino, siamo sedute in un angolo appartato e tranquillo, le luci sono soffuse e c’è una leggera musica di sottofondo. In poche parole, è una piacevolissima serata, se non fosse per Rose che continua a ridacchiare ad ogni particolare che le racconto. La ammonisco con lo sguardo, implorandola di smettere.

         -   Vuoi piantarla? Ci stanno guardando tutti!

         -   Non ce la faccio, Bella! Avrei tanto voluto vedere la scena!

         -   Non ti sei persa niente Rose, sei tu che stai esagerando.

         -   Scherzi? Stai parlando di Edward Cullen!

         -   So bene di chi sto parlando, abbassa la voce!

  -   Non capisci, l’Edward che conosco io non avrebbe mai detto a una donna che la desidera e che vorrebbe… frequentarla. Cavolo, quanto avrei voluto esserci!

Io no. Proprio per niente. Avrei preferito essere ovunque ma non lì, davanti a lui, a perdermi nei suoi occhi verdi, a sognare nuovamente quelle labbra e soprattutto a sentire quelle parole inaspettate.

“Se pensi che mi arrendo ti sbagli. Sono come un bambino: pretendo con ogni mia forza quello che desidero. E io non desidero solo il tuo corpo.

Desidero te, Isabella Swan.”

Ancora una volta, la voce di Edward Cullen mi rimbomba nella testa. È tutto il giorno che cerco di scacciarla via dai miei pensieri, ma niente da fare: mi ritorna in mente con fervore e veemenza, per nulla intenzionata a lasciarmi in pace.

         -   E soprattutto nessuna donna gli aveva mai riso in faccia prima d’ora. Oddio, devi farlo di nuovo Bella, voglio assolutamente vedere la sua espressione!

Alzo gli occhi al cielo, esasperata, mentre Rosalie comincia a sghignazzare una seconda volta. Che ci sarà di tanto spiritoso, proprio non lo so.

Si, è vero, quando Cullen ha finito il suo bel discorsetto sta mattina, mi sono messa a ridere e sono andata via, lasciandolo sbigottito sulla spiaggia. Capisco che la mia possa essere stata una reazione un po’ anomala e imprevedibile, a tratti comica, ma l’ilarità di Rose mi sembra assurda.

Non è poi così divertente considerando che in realtà io… io sono scappata. La mia era una maschera. Ho cercato di nascondere dietro un sorriso finto l’effetto devastante che le sue parole hanno avuto su di me. Perché in quel momento sognavo crederci davvero.

“…non desidero solo il tuo corpo. Desidero te, Isabella Swan.”

Cosa diavolo significa? Ieri Cullen vuole portarmi a letto, semplicemente per togliersi uno sfizio e scacciare la sua “ossessione” dalla mente. Oggi, di punto in bianco, ha intenzione di conoscermi, frequentarmi. È semplicemente illogico.

Seppur bellissime, le sue restano parole, smentite da un’infinità di gesti contrapposti.

Il fatto che non le abbia mai dette prima, come sostiene Rosalie, non dimostra che siano vere. Una parte di me desidererebbe fidarsi e concedergli una possibilità, ma la Bella razionale che ha sofferto e che è tuttora ferita, non intende credergli. Non voglio illudermi ancora per poi ritrovarmi nuovamente sola a raccogliere i pezzi di me stessa.

Edward Cullen è uno sciupafemmine incallito. Un dongiovanni incorreggibile. Un cascamorto irrecuperabile. Proprio come James.

Ecco perché devo riuscire a stargli lontana. Continuerò ad ignorarlo come ho fatto oggi, ricordandomi quanto siamo incompatibili e concentrandomi su tutti i lati negativi della sua personalità.

Brava Bella, farò proprio così. Ogni volta che mi troverò Edward davanti, dovrò ripensare a quanto è… è…

Accattivante? Affascinante? Irresistibile?

No no no.

Sciupafemmine incallito. Dongiovanni incorreggibile. Cascamorto irrecuperabile.

Questi sono gli aspetti su cui devo riflettere. E poi… maschilista. Egocentrico. Pieno di sé. Assillante.

Scuoto appena il capo. Santo cielo, come mi sono ridotta! Pur di togliermi Cullen dalla testa, lo sto persino insultando mentalmente! Dovrei semplicemente cercare di dimenticarlo, invece continuo ad appioppargli una marea di aggettivi qualificativi, con la speranza di autoconvincermi che lui non fa per me.

Superficiale. Autoritario. Presuntuoso.

“Se pensi che mi arrendo, ti sbagli.”

Illuso. Sognatore. Credulone.

Si, come no. Puoi denigrarlo quanto vuoi, ma le sue parole sono sempre tra i tuoi pensieri. Lui è sempre tra i tuoi pensieri.

Coscienza non cominciare a farti viva adesso. C’è già Rosalie da tenere a bada.

“.…pretendo con ogni mia forza quello che desidero…”

Prepotente. Arrogante. Brutto stronzo.

Si, come no. Brutto è proprio l’aggettivo che meglio lo rappresenta. Talmente brutto da far vibrare ogni tua cellula e da scatenare una tensione sessuale mai provata prima.

Ok, brutto no. E sorvoliamo sulle reazioni incontrollate del mio corpo.

Sbuffo di frustrazione, senza neanche rendermene pienamente conto.

Rosalie mi fissa interrogativa, ancora con il sorriso divertito sulla labbra, per poi mettersi a scrutarmi attentamente.

 -   Ricapitoliamo Bella: giovedì te lo sei sbaciucchiato per bene nel corridoio di casa sua e dopo gli hai mollato un sonoro schiaffo. Tre giorni dopo, te lo spupazzi un’altra volta in un magazzino per poi piantargli una ginocchiata sulle palle. Infine, oggi, quando lui mette da parte l’orgoglio chiedendoti di uscire per conoscervi senza passare per le lenzuola, tu gli ridi in faccia e te ne vai. Ho tralasciato qualcosa?

Adoro Rosalie. È semplicemente unica. Ridacchio, divertita dal suo vivace riepilogo. Anche se…

        -   Detta così sembra che la stronza sono io! Mi stai dicendo che ho avuto delle reazione eccessive?

        -   Assolutamente no. Hai fatto benissimo.

        -   Non ti seguo.

        -   Edward non è abituato ad essere respinto. Che io sappia, nessuna donna l’ha mai rifiutato. Tu sei quella donna.

        -   Continuo a non capire, Rose. Io non voglio essere nessun tipo di donna, voglio solo reprimere questa folle attrazione nei suoi confronti. Ne ho abbastanza di sciupafemmine incalliti.  

E di dongiovanni incorreggibili e cascamorti irrecuperabili. Rosalie mi prende la mano sopra il tavolo, comprensiva. Sa bene a chi mi riferisco.

        -   Pensi ancora a James?

        -   È acqua passata.

Si, come no. Talmente passata che solo sentir nominare il suo nome ti fa venire un groppo in gola.

Rilascio un sospiro, chiudendo gli occhi per un attimo. Il volto di James appare immediatamente nei miei ricordi. Lo ho amato così tanto… E l’ho odiato ancora di più.

        -   È normale se ti capita di pensarci, Bella. Vi stavate per sposare.

        -   Già. Che stupida.

        -   Non dirlo mai. Lo stupido è lui.

Le sorrido appena, riconoscente. Rosalie mi è sempre stata vicina, aiutandomi e sostenendomi come una sorella soprattutto quando… quando ho scoperto il mio fidanzato a letto con mia cugina. Il più classico dei cliché, insomma. Ero talmente accecata dall’amore da non accorgermi che mentre io cercavo quella che sarebbe potuta essere la nostra casa, lui si scopava la mia cara cuginetta.

Ma la colpa è mia. Avrei dovuto immaginarlo, prevederlo.

James è sempre stato uno sciupafemmine incallito. Un dongiovanni incorreggibile. Un cascamorto irrecuperabile.

Si divertiva a collezionare donne su donne, e io l’ho sempre saputo. Ne ero consapevole fin da quando ci siamo conosciuti al college a Boston. Ciò nonostante, mi sono innamorata perdutamente di lui a prima vista e quando lui ha iniziato a corteggiarmi ho ceduto, aggrappandomi alla presuntuosa convinzione che i miei sentimenti gli sarebbero bastati. Che io gli sarei bastata. Gli ho dato tutta me stessa, disperatamente convinta che fosse cambiato.

Dopo il disastroso matrimonio dei miei genitori, non mi ero mai illusa dell’esistenza del vero amore. Ma con James… ci credevo. Per la prima volta in vita mia, ero convinta che le storie romantiche che tanto amavo leggere nei libri, potevano diventare realtà. La mia realtà. Lui era il fidanzato che tutte desidereremmo avere: bello, allegro, gentiluomo, sempre presente. Perfetto. Mi fidavo, ero felice. È stato lui a chiedermi di diventare sua moglie dopo quasi due anni insieme. E invece… chissà quanto mi ha tradito in quei ventitré mesi.

Chissà quanto avrà riso alle mie spalle con Tania, mia cugina.

Quante volte mi sono chiesta come ho fatto a non accorgermene prima?

Quante volte ho rivisto nella mia mente gli sguardi lascivi o le conversazioni bisbigliate tra James e Tania che prima mi erano sfuggiti?

Quante volte mi sono torturata con le immagini di loro due a letto?

I primi tempi, non riuscivo a togliermeli dalla testa. Mi sembrava di vederli ovunque: erano in ogni coppia che incontravo. Poi, ho iniziato a non fidarmi più di nessuno.

Se la mia stessa cugina con cui sono sempre andata d’accordo mi aveva ingannato, poteva farlo chiunque.

Se l’uomo che voleva diventare mio marito giurandomi amore e fedeltà davanti a Dio mi aveva tradito, potevano farlo tutti.

Basta, Bella, basta. Non devo pensarci ancora. Non devo più permettere a quei due di farmi condizionare la vita. L’hanno già fatto abbastanza, sono persino tornata in Francia per cercare di dimenticare il loro tradimento, con scarsi risultati. È colpa loro se non mi fido più di nessuno, nemmeno di me stessa e dei miei istinti.

Forse credo ancora nell’amore, ma sicuramente ho chiuso con gli sciupafemmine incalliti, i dongiovanni incorreggibili e i cascamorti irrecuperabili. Non farò due volte lo stesso errore.

        -   Tutto bene?

La voce di Rosalie mi riporta al presente, ricacciando i tristi ricordi il più lontano possibile nella mia mente. Annuisco, tornando a prestarle attenzione.

        -   Bella, Edward non è un cattivo ragazzo. Anzi, è davvero in gamba. Solo che ama divertirsi con le donne.

        -   Appunto, non fa per me.

        -   Lo so, e io sono la prima ad averti messo in guardia. Ma… non mi aspettavo la sua reazione. Insomma, ti ha chiesto di frequentarvi!

        -   Rose, può averlo detto semplicemente per raggiungere prima il suo scopo: quello di portarmi a letto.

        -   Potrebbe essere, ma non credo sia così subdolo.

        -   In ogni caso, non mi interessa.

Si, come no, è per questo che ci pensi e ci pensi e ci strapensi.

        -   Se lo dici tu. Allora non è un problema se ci sta raggiungendo con Alice, Jasper e Emmett.

        -   Cosa? Sei impazzita?

Rosalie scoppia a ridere un’altra volta. Adesso sono io ad aver attirato l’attenzione di tutto il locale con la mia voce stridula. Ma Rose non può averlo invitato davvero, non ha senso.

        -   Perché l’hai chiamato? Sai che è uno sciupafemmine incallito! Un dongiovanni incorreggibile e un cascamorto irrecuperabile!

        -   Sei sempre stata brava con gli aggettivi!

        -   Non cambiare argomento.

 -   Tranquilla, Bella. Io sarò sempre dalla tua parte e non ti sto dicendo di lasciarti andare con Edward. Ma… è il fratello di Emmett e voglio capire se lui può cambiare o se è davvero stronzo fino a questo punto. Fidati di me, sai che ti voglio bene come una sorella. Oh… eccoli laggiù, stanno entrando adesso. Gli vado incontro, aspettami qui! – esclama alzandosi di scatto, senza darmi la possibilità di replicare o di mandarla a quel paese.

Calma Bella. Mantieni la calma. Non hai motivo di essere agitata. D’altronde, devo riuscire a conviverci visto che lavoriamo insieme. Adesso ti metterai alla prova. Lo ignorerai e continuerai a divertirti insultandolo mentalmente. Che sarà mai! È solo Edward Cullen

******

Non ho forse detto che devo ignorarlo?

E non ho ripetuto più volte che non è la fine del mondo trascorrere una serata in sua compagnia?

E non mi sono messa pure ad appioppargli una marea di aggettivi dispregiativi come una stupida pur di togliermelo dalla testa?

Si, si e di nuovo si.

Allora perché sono ancora chiusa in bagno?

Quando Rosalie è andata verso Alice, Jasper, Emmett e… Edward, io sono scappata alla toilette. Reazione molto matura, Bella, complimenti.

Schiacciata contro la porta, ho seguito Rose con lo sguardo, guardandola muoversi disinvolta tra la folla fino a raggiungere il suo fidanzato. La mia attenzione si è spostata su Alice e Jasper, accanto a loro e poi… Le voilà. Jeans chiari e camicia scura. Con i primi tre bottoni slacciati.

Vanitoso. Frivolo. Presuntuoso.

Si, come no. Invece di insistere ad elencare epiteti sprezzanti, dovresti confessare ciò che hai realmente pensato: affascinante, bellissimo, sexy e persino stallone.

Oh Signore. Non ce la posso fare. Cosa diavolo pensava Rosalie organizzando quest’uscita collettiva? Inutile continuare a mentire a me stessa: Edward Cullen mi attrae come mai nessuno prima, neppure James mi faceva quest’effetto. Devo trovare il modo per tornarmene subito a casa. Mi guardo intorno, cercando un’uscita alternativa, con la speranza di sgattaiolare senza farmi vedere. Ancora nascosta, lancio un’occhiata fugace al tavolo. Alice e Jasper sono spariti. Accidenti, anche Rose e Emmett non ci sono più. C’è solo Cullen seduto, intento a sorseggiare non-so-cosa e a giocherellare con… la mia borsa.

Porca miseria, ho dimenticato la borsetta con dentro le chiavi della macchina. Devo per forza andare a prenderla. Dove diavolo ho la testa? Porca miseria, un’altra volta.

Avanti Bella, non essere vigliacca. Non può essere tanto difficile: lo saluto educatamente, recupero la borsa e me ne vado. Dopo un sospiro di auto incoraggiamento, mi incammino verso il tavolo ostentando una sicurezza che in realtà non ho. Edward si accorge subito di me, i nostri sguardi si incrociano immediatamente.

Mi saluta con la mano, che mano, stravaccandosi meglio sulla poltroncina blu.

        -   Che coincidenza. Non volevi starmi alla larga?

        -   Sono sorpresa quanto te, non credere.

        -   Quindi non ti sei messa in ghingheri in mio onore.

        -   Ti piacerebbe, eh?

        -   No, sai che ti preferisco in costume.

Pervertito. Depravato. Maniaco.

Sto per replicare dando voce ai miei pensieri, quando Edward mi sorride in quel modo tutto suo, con un solo angolo della bocca alzato, sicuramente divertito dalla mia espressione indignata. Poi, torna a parlare, seriamente questa volta, facendo segno di sedermi accanto a lui:

        -   Sto scherzando. Sei bellissima.

Galante. Garbato. Gentile. E con una voce dannatamente eccitante.

        -   Le buone maniere suggeriscono di contraccambiare i complimenti, Swan.

        -   Cosa vuoi che ti dica, Cullen?

        -   Non saprei… Per esempio, che ti piace la mia camicia.

        -   Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.

Edward scoppia a ridere, scuotendo la testa mentre io mi congratulo con me stessa per essermi ricordata questa celebre frase di Coco Chanel. Brava Bella, non lasciarti abbindolare!

        -   Posso offrirti qualcosa da bere?

Educato. Cortese. Di nuovo: galante. No no no. Non farti incantare! È un opportunista doppiogiochista.

        -   No, grazie.

        -   Dai, Swan, non ho nessun secondo fine.

        -   Sto andando via, Cullen.

        -   Di già?

Annuisco, sapendo che è la cosa giusta da fare.

        -   Che ti costa scambiare due parole? A meno che…

        -   A meno che?

        -   A meno che tu non stia scappando da me.

Perspicace. Sveglio. Intelligente.

Sostengo il suo sguardo di sfida. Accidenti. Vorrei andarmene immediatamente ma non voglio dargliela vinta, dimostrandogli che ha ragione. Stringo le labbra per il nervoso. Mi ha fregato. Tuttavia… Che sarà mai parlare un po’? E poi Rosalie non può avermi lasciata qui da sola, non lo farebbe mai. Tornerà a momenti. Mi siedo accanto a lui, non troppo vicino per carità, cercando di ignorare la sua espressione soddisfatta.

        -   Dieci minuti Cullen. Ma se ricominci con le tue solite frasette, me ne vado.

        -   Aggiudicato. – acconsente, regalandomi un ampio sorriso.

Un bellissimo sorriso. Raggiante. Abbagliante. Bella, basta con gli aggettivi.

Non so quanto tempo restiamo in silenzio, semplicemente guardandoci, come se entrambi non trovassimo le parole adatte da dirci o non sapessimo da che parte cominciare. So solo che tutti i mille contrastanti pensieri che fino ad ora mi vorticavano in testa, sembrano scomparire. Non penso a niente. Tra noi non c’è né tensione né imbarazzo, anzi. È una di quelle poche volte in cui mi sento completamente a mio agio in sua compagnia. Dopo un altro sorriso, è Edward a parlare per primo:

        -   Che dici, facciamo un po’ di conversazione?

        -   Conversazione?

        -   Beh, si. Goethe sostiene che “le persone intelligenti sono sempre il miglior manuale di conversazione”.

        -   Però! Mi reputi intelligente, Cullen?

        -   Decisamente si, Swan. Non sei mai impreparata o a corto di repliche. Al contrario, sei sempre pronta e istruita.

        -   Potrei dire lo stesso di te.

Mi rendo conto di quello che ho detto solo una volta finita la frase. Gli ho appena confessato che lo considero una persona brillante. Niente di grave, certo, se non fosse per il suo sorrisino a dir poco compiaciuto. Edward accosta la sua poltroncina alla mia, avvicinandosi parecchio, troppo, per poi sussurrarmi piano:

        -   Era un complimento, Swan?

        -   Non montarti la testa, Cullen. Per una buona qualità che ti ho trovato ci sono minimo trenta difetti che non sopporto!

        -   Per esempio?

        -   C’è davvero bisogno che te li dica? – domando retorica, sollevando le sopracciglia e cercando di allontanarmi un po’ da lui.

Non faccio in tempo a spostare la sedia di un centimetro che Edward riavvicina subito la sua. Alzo gli occhi al cielo, mentre lo sento sogghignare.

        -   Meglio di no, hai ragione. Continuiamo a conversare, piuttosto. E se ti faccio sorridere almeno tre volte, domani sera vieni a cena con me.

Folle. Pazzo. Fuori di testa. Scoppio a ridere, sconcertata e stupita dalla sua proposta.

        -   La prima è andata, Swan!

        -   Ehi, non ho mica acconsentito!

        -   Vale lo stesso, visto che ora starai più attenta. Devi lasciarmi almeno il vantaggio dell’effetto sorpresa!

        -   Come vuoi, Cullen, tanto non accetterò il tuo invito.

        -   Vedremo. Parlami di te.

        -   Non c’è molto da raccontare.

        -   Non direi… So che tua madre è francese e che hai vissuto sia a Marsiglia che a San Francisco. Quale città preferisci tra le due?

        -   Entrambe.

        -   E Los Angeles ti piace? Ti trovi bene qui?

        -   Se non fosse per qualche collega maschilista e pieno di pregiudizi… – interrompo volutamente la frase senza terminarla, limitandomi a lanciargli un’occhiata eloquente.

Edward storce il naso, capendo subito che mi riferisco proprio a lui.

        -   Ok, forse sul lavoro ho esagerato. Ammetto che non te la stai cavando male.

        -   Ti stai scusando, per caso?

        -   Non ci allarghiamo… Isabella.

Isabella. Non Swan, come mi ha sempre chiamata, a parte questa mattina.

Desidero te, Isabella Swan.

Isabella.

Sbatto le palpebre più volte, incredula, mentre avverto i battiti del mio cuore aumentare decisamente il ritmo. Non so spiegarmi il perché, ma sentirlo pronunciare il mio nome mi ha sorpresa e destabilizzata. Non ho mai amato farmi chiamare Isabella, ma il modo in cui lui l’ha detto… Mi è sembrato il suono più dolce e bello del mondo. Cosa cavolo mi sta succedendo?

In questi quindici minuti di chiacchierata mi sono sentita completamente a mio agio, scoprendo un Edward del tutto diverso da come l’ho conosciuto. Mi è bastato avvertire le sue labbra articolare il mio nome per farmi capire che lui mi piace al di là del lato fisico. Oh Signore, la mia non è solo attrazione. Forse dovrei andarmene, scappare è la cosa che mi riesce meglio. Ho troppa paura che le mie emozioni prendano nuovamente il sopravvento sulla ragione.

        -   Dove sono andati gli altri? – chiedo, cercando di prendere tempo e ritrovare il controllo di me stessa.

        -   Ti sei già stancata di me?

        -   Mi domandavo solo dove erano spariti.

        -   Purtroppo, hanno rubato la macchina di Emmett. Rosalie voleva aspettarti per informarti ma mi sono offerto di farlo io, Isabella.

Oh Signore, l’ha detto di nuovo. Perché diavolo mi deve fare quest’effetto? È solo un nome, il mio nome. Lo sento da quando sono nata, diamine!

        -   Che pensiero gentile! – esclamo di slancio, sforzandomi di non lasciar trapelare il mio turbamento nella voce.

        -   Certo, gentile è il mio terzo nome.

        -   E il secondo quale sarebbe?

Accidenti, Bella, non dovevi dargli corda! Sono la ragazza più contraddittoria che conosco.

Vorrei andarmene ma non riesco ad alzare le mie chiappe da questa dannata poltroncina.

Vorrei dimenticarmi di Edward Cullen ma mi ritrovo a pensarlo in continuazione.

Vorrei ignorarlo ma rispondo ugualmente alle sue provocazioni.

Vorrei reprimere questa folle attrazione che provo nei suoi confronti ma per ben due volte mi sono lasciata andare tra le sue braccia.

E non disdegneresti affatto baciarlo una terza volta. E una quarta… E una quinta…

Coscienza, smettila. Piuttosto, fammi fare la cosa giusta: dammi la forza per andarmene di qui.

Si, come no. Tu ci hai messo la colla su questa sedia.

Oh Signore. È vero, sono immobile, ipnotizzata dal carisma di Edward. Inebriata dal suo profumo. Suggestionata dai suoi occhi.

Impressionata dal suo sorriso, da sempre bellissimo, ma che in questo momento mi sembra ancora più luminoso e smagliante del solito. E senz’altro contagioso, visto che mi scopro a sorridere anch’io senza motivo, nonostante i mille dubbi e timori che mi vorticavano in testa fino un attimo fa.

Edward avvicina pericolosamente il suo viso al mio, mandandomi in subbuglio e facendo decollare il mio cuore.

         -   Te lo dico domani sera a cena.

Sarà per il nervosismo provocato dai miei stessi pensieri contrastanti.

Sarà per la tensione accumulata in questi giorni.

Sarà perché divertita dalla sua faccia tosta.

Fatto sta che mi metto a ridacchiare. Il suo ghigno soddisfatto mi fa subito rendere conto dell’errore che ho appena commesso. Non dovevo ridere, mannaggia a me. Sbuffo, scocciata.

         -   Perfetto, Isabella. Mi manca una tua dolce risata e posso prenotare in un ristorante francese.

  -   Scordatelo! – replico subito sulla difensiva, cercando di ignorare quel dannato Isabella. Non ho la minima intenzione di sottostare al suo sciocco giochetto. Non posso mica uscire con lui, noi due soli, a cena, in un ristorante… francese, ha detto? – Dove vorresti portarmi?

  -   Uno chef parigino ha aperto un locale molto carino a Santa Monica. Ne ho sentito parlare piuttosto bene ma non ci sono ancora andato perché temo di non riuscire a capire una parola del menu. E qui subentri tu.

        -   Ah! Quindi il tuo è un invito interessato!

        -   Se preferisci definirlo appuntamento romantico…

        -   Piantala, Cullen.

        -   Perché ti ostini a chiamarmi per cognome?

        -   Piantala, Edgar.

        -   Ah ah ah, simpatica. Dai, Isabella, accompagnami. Non vorrei ritrovarmi ad ordinare un piatto di lumache.

Per un attimo, immagino Edward alle prese con un'abbondante vassoio di escargots. O meglio: una generosa porzione di foie gras. Sghignazzo, figurandomi la scena.

        -   Ehi! Stai sorridendo per la terza volta! Tieniti pronta per le otto.

        -   Ascoltami, Edgar. Potrai anche avermi fatto ridere, ma non penso proprio che verrò a cena con te.

        -   Io credo di si. D’altronde, un accordo è un accordo. E sono disposto pure a mangiare le lumache pur di vederti sorridere ancora.

Dolce. Romantico. Tenero.

No no no. Io a cena con Edward Cullen non ci vado. Assolutamente.

Si, come no. Tu stai già pensando a cosa metterti!

Oh Signore. Sono proprio ridotta male.

 

Eccoci qui! Come vi sembra? Noioso? Soporifero? Troppi aggettivi?

Non saprei, il capitolo si è scritto da solo, prendendo una piega che non immaginavo nemmeno io. Dopo aver scoperto a grandi linee il passato di Bella, i nostri piccioncini si sono ritrovati a chiacchierare piuttosto civilmente rispetto i loro standard. Non se la sono cavata tanto male, no? I punzecchiamenti a suon di citazioni torneranno (mi piacciono e divertono troppo! Spero anche a voi!) ma i due inizieranno a capirsi meglio.

Chissà se Edward riuscirà a portare Bella a cena… Voi che ne dite? La facciamo disdire all’appuntamento o la mettiamo in ghingheri?

Fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri pareri mi danno una grande carica, trasmettendomi tanta voglia di scrivere. Perciò, grazie ancora con tutto il cuore per esserci.

Un bacione e un abbraccione,

vi prometto che tra uno scatolone e l’altro, pubblicherò presto il nuovo capitolo!

Con affetto,

Vane

P.S: In bocca al lupo a tutti i maturandi e a chi è alle prese con gli esami, universitari e non!

Le mie storie:

 

   

La chiave che apre tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE

"-  Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe. -  Mi diverto? -  Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi. Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo. -  Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo… -  Ah si? Sentiamo! -  Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)

Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore. [ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 28 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 30/05/10 ] [ Aggiornata: 15/05/12 ] [ Note: AU ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 338 recensioni ]

 

   

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima! Grazie infinite!

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito Oceano... tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO

 

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