Recensioni di Saelde_und_Ehre

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Recensione alla storia Ubi Gaius ubi ego Gaia - 01/07/18, ore 11:14
Capitolo 1: Ubi Gaius ubi ego Gaia
Ciao^^
Avevo scritto una lunga recensione, ma invece di pubblicarsi mi si è cancellata... proverò a resistere alla tentazione di lanciare il telefono contro il muro e ricordare quello che avevo scritto prima.
Il destino è senz'altro il tema principale di questo racconto: un destino che Marco Antonio ha deliberatamente scelto, abbandonando il talamo nuziale e la patria Roma per cedere ai favori di una regina straniera. Lo vediamo così infiacchito, immerso negli agi e nelle mollezze dell'Egitto decadente...
Ottavia, richiamo della Roma prisca, cerca di offrirgli un'ultima possibilità... e seppur per una breve notte, gli restituisce la sua anima guerriera, ferale, di Luperco...
Ma egli non può più sottrarsi all'ineluttabilità del suo destino, e decide di andargli incontro... alla vigilia di quella che conosciamo come la battaglia di Azio, l'inizio della fine.
Antonio è l'eroe tragico, vinto dal destino e forse consapevole di aver pagato per la propria colpa... o almeno, dopo aver letto queste righe piace pensarla così.
E Ottavia, moglie devota e fedele, decide di prendersi carico dei figli di lui, andando oltre il dolore e l'umiliazione. Anche lei, in un certo senso, accetta il destino e decide di portarne il peso sulle spalle.
Un frammento molto significativo, pur nella sua brevità, nel quale unisci rigore filologico e profondità di trama.
I tuoi personaggi vanno al di là del flusso della Storia e ci vengono restituiti nella loro più autentica umanità. Non come figure storiche bidimensionali, ma come persone di carne e sangue, alle prese con dilemmi e fragilità.
Bravissima, è sempre un piacere leggere i tuoi scritti! Alla prossima! :)
(Recensione modificata il 01/07/2018 - 11:22 am)
Recensione alla storia Amami alla vigilia della Festa dei Morti - 23/03/18, ore 19:35
Capitolo 3: Marco Antonio domina tutti
Eccomi qua!
Come sempre, come non apprezzare i continui riferimenti al mondo romano, che ci riportano dritti ai tempi che furono? Il Lapis Niger, le Vestali, i Luperci, Marte e Rea Silvia...
Bellissima la descrizione del rituale che apre il capitolo (che, tra l'altro, porta a smentire uno dei luoghi comuni sulla storia romana più duri a morire di sempre: quello secondo cui le matrone non avessero alcun peso all'interno della famiglia), e bellissima la voce di Azia che trasfigura in quella di Bruto, donando la pace all'anima inquieta del povero Glabio... del resto, questo tipo di suggestione è un po' un filo conduttore in tutto il capitolo, ed è proprio alla fine che l'illusione s'infrange: è impossibile, per Ottavia, immaginare il rude e marziale Marco Antonio nei panni del raffinato e segaligno Bruto. Sono due anime contrapposte: Marco Antonio è solare, selvaggio, sanguigno; Bruto è crepuscolare, posato, "flemmatico". E Ottavia si colloca esattamente a metà, tra impeto e languore, tra imbarazzo e leggera malizia. Con Bruto è spontanea e tira fuori la sua anima più autentica, ed è questa sua autenticità a sedurre Marco Antonio. Un'autenticità che lui ricerca, ma che lei non riesce a restituirgli durante quell'amplesso: dapprima imbarazzata e infastidita, Ottavia gli riversa addosso tutta la propria stizza, lasciando uscire fuori un suo lato selvaggio e indomabile che non credeva di possedere.
Ed è proprio qui che il generale ci rivela il suo spessore: non un donnaiolo dissoluto ma un uomo dotato di una certa sensibilità, che non concepisce l'ars amatoria come sesso fine a se stesso, bensì come un'esperienza sensoriale e spirituale più profonda, che non può essere forzata.
Bello, molto bello. Mi piace come tratti l'erotismo in maniera sottile e mai banale.
Complimenti! :)
(Recensione modificata il 23/03/2018 - 07:38 pm)
Recensione alla storia Amami alla vigilia della Festa dei Morti - 22/03/18, ore 02:50
Capitolo 1: Alla Vigilia delle Lemuria
Ciao cara!^^
È un grandissimo piacere riprendere (ricominciare, a dire il vero, visto che mi sono accorta di non aver recensito questo capitolo la prima volta...) la lettura di questa storia, di cui sto cogliendo sfumature che all'inizio non avevo colto. Non conoscendo la serie, la prenderò come un'originale storica.
Innanzitutto, devo farti i miei sinceri complimenti per la tua profondissima conoscenza della Tradizione romana, non soltanto per quanto riguarda gli usi e i costumi, ma anche i rituali, i miti (come quello di Claudia Quinta), misteri legati alla dimensione religiosa... partendo dalle Lemuria, la Festa dei Morti. Notte lugubre, in cui le anime insoddisfatte dei morti tornano a tormentare i vivi, ma anche un collegamento tra Presente e Passato (e idealmente, Futuro, perché le generazioni future si reggeranno sulle radici degli Avi): donare pace ai loro spiriti è un po' anche un modo di onorare le generazioni passate.
Come sempre non ho potuto non apprezzare l'atmosfera che hai saputo ricreare: una notte calda, sul principio dell'estate, ombre danzanti, e un gufo che canta da qualche parte... e io ero lì che mi immaginavo in una domus romana, tende di seta che ondeggiavano al vento, con sullo sfondo le sagome degli edifici di Roma antica - con le loro bianche colonne e i loro tetti rossi - che si stagliavano contro l'oscurità del cielo... sarà che viaggio troppo con la fantasia?^^
Inutile dire che la civiltà romana è forse la mia civiltà antica preferita, in quel suo perfetto equilibrio tra sobrietà e magnificenza, rigore e solennità. Ma qui inizio a divagare troppo... era solo per dirti che questa tua storia mi trasmette molto dello spirito romano (e mi riferisco anche ai capitoli che ho già letto), e non è che valore aggiunto a qualcosa che già di per sé è ben scritto.
Bruto mi appare molto tormentato, non cupo e serioso, bensì pronto a sfoderare un certo sottile sarcasmo nei momenti più propizi. Un personaggio "crepuscolare", passami il termine, molto rigoroso e chiuso in se stesso.
Ed ecco che si imbatte in Ottavia: emotiva, impacciata, ma dotata di una leggera e "frizzante" ironia, che ha il potere di stuzzicare un certo interesse in lui...
Hai reso bene, attraverso l'esposizione diretta dei pensieri di entrambi e senza bisogno di lunghe digressioni, le preoccupazioni di entrambi. Azia e Servilia hanno sfaccettature diverse (la prima è mondana e frivola, l'altra è più subdola), ma sono accomunate dall'essere due figure dispotiche e sempre pronte a macchinazioni d'ogni sorta (e che le loro figure storiche ci perdonino...^^).
Menzione d'onore per la descrizione di Ottavia, che sembra uscita dai versi di un poeta classico. Una bellezza d'altri tempi, che riporta alla purezza primigenia di Roma arcaica, lontana dai fasti ellenizzanti del periodo tardorepubblicano.
Ho notato alcune ripetizioni nel testo, ma nulla di grave, considerando che questa è la prima versione della storia^^
Nei prossimi giorni passo a recensire i prossimi capitoli, ai quali dedicherò una lettura più attenta. Spero che questo mio modesto contributo possa servirti come incentivo a continuare questa storia! :)
Alla prossima!
(Recensione modificata il 22/03/2018 - 02:55 am)
Recensione alla storia Amami alla vigilia della Festa dei Morti - 01/08/17, ore 21:57
Capitolo 21: Il Fiore del Male, (parte II)
Ciao, finalmente, dopo una lunga assenza, torno a leggere e recensire questa storia.
Che dire, la prima parte del capitolo è una lunga serie di istantanee; sembra quasi di vederle scorrere davanti agli occhi mentre le scene si susseguono una dietro l'altra.

Nella seconda parte, invece, una scena molto vivida, in cui scavi a fondo nelle sensazioni visive, fisiche ed emotive di Ottavia, fino al duello incalzante con Antonio, fatto di battute pungenti e provocazioni.

"Non é un mio problema se la tua, come si dice, virilità ha cominciato a far cilecca! La vecchiaia è un mal comune!"
Questa frase mi ha fatto morire, giuro. Le interazioni tra Ottavia e Antonio sono sempre esilaranti xD
Recensione alla storia Amami alla vigilia della Festa dei Morti - 06/07/17, ore 16:47
Capitolo 20: Il Fiore del Male, (parte I)
Bellissimo questo capitolo! :D

Il tuo modo di scrivere e il tuo stile, fluido e armonico ma carico di significati nascosti, mi piace sempre di più. :)
Hai saputo rendere con incredibile profondità gli stati d'animo di Cesare, sotto la cui "maschera" beffarda si nasconde un uomo profondamente fragile e nervoso, e di Marco Antonio, il Marte dal piglio fiero, ora tormentato dalle insidie dell'Amore, con quelle atmosfere baudelairiane e decadenti che si sposano perfettamente col contesto e si intrecciano sapientemente ad allusioni provenienti dalla mitologia classica, tanto care ai poeti latini.

L'allusione finale sulla caccia di Diana, poi, l'ho letteralmente adorata.