Recensioni di petitecherie

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Recensione alla storia Il giorno e la notte - 15/02/13, ore 18:01
Capitolo 1: Il giorno e la notte
Eccomi qui!
Innanzitutto, complimenti. Davvero, hai uno stile davvero ottimo e questa storia finisce dritta tra le ricordate <3
Come ti ho già detto, non amo moltissimo lo slash, ma ad un certo punto ero lì a tifare per Grantaire e a sperare che quel pezzo di marmo di Enjorlas si svegliasse un po'. Tanto di cappello, eh :)
Poi, cosa fondamentale, credo che tu abbia reso i personaggi in maniera perfetta. Il musical Les Mis ci permette solo un'occhiata fugace al rapporto che c'è tra questi due, e quel cattivone di Tom Hopper ha perfino tagliato il fantastico siparietto tra i due e la bottiglia XD quindi, ho molto apprezzato che tu abbia letto il libro perché, in questo modo, sei riuscita a tirare fuori il carattere e l'anima dei personaggi. Bravissima!
La scelta di Apollo come pseudonimo per En è azzeccatissima, perché lo stesso Hugo ce lo raffigura come una divinità greca, un giovanetto di bellezza classica e dagli occhi terribili, ed Aaron Tveit ha dato il colpo di grazia finale. Per quanto ami l'interpretazione e la voce di Ramin, devo dire che Aaron mi è piaciuto molto di più. Gusto soggettivo, comunque.
La vera perla del brano, però, è Grantaire. Colui che, alla fine, era davvero lì per Enjorlas e che muore con lui, perché senza, secondo me, non sarebbe valsa la pena continuare a vivere.
Si scontrano, si prendono quasi a schiaffi per certi versi, eppure, nonostante il disprezzo, c'è qualcosa di più forte che li lega. Enjorlas è magnetico e ha ragione: l'ABC lo segue perché ama lui, più che gli ideali. Ha ragione a sentirsi stanco, perché lo vedono come un pilastro ma quasi dimenticano che è umano e può avere paura anche lui. Grantaire, invece, abbatte le barriere (o le barricate?) e dona un po' di sollievo, prendendolo in giro, facendolo sfogare, diventando appunto la valvola di sfogo.
Credo che queste parole dicano tutto su di lui: Grantaire sorrise amaramente "Non sono stupido e superficiale come credevi vero?" allargò le braccia, facendo un passo indietro "Sono quello che sono, ma sono qui. Lo sono sempre stato Enjolras. Per fare da parafulmini al tuo malumore e alle tue ansie, per darti una scusa per accanirti contro qualcuno, per darti una valvola di sfogo. E sono qui ora, se vuoi parlare. Una boccata d'aria? Due passi?" cercò di non dare alla voce un tono implorante, fallendo in buona parte.

A parte sperticarmi di complimenti, non so che altro dire!
Complimentissimi :)