Recensioni di _aivy_demi_

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Recensione alla storia We'll never fade away - 19/10/21, ore 11:03
Capitolo 1: Macchie di sangue
Buongiorno, sono Stefy ed è un piacere averti trovata nelle attività del gruppo del Giardino. Ho scelto infine di leggere questa fanfiction perché mi piacciono ambientate nel mondo dei videogiochi. Un primo capitolo corposo che porta molte cose del canon, mostrando la tua interpretazione su come avresti voluto mandare avanti il tutto. Non conosco il fandom ma ci sono moltissimi hint sulla storia principale, e anche se non sono affrontati in modo tanto particolareggiato si intuiscono tante cose attraverso la lettura del testo: anche se non so muovermi qui con maestria, ho capito chi sono i personaggi, perché sono arrivati a questo punto, e quale sia il rapporto assurdo e insolito tra i due porotagonisti. Assurdo, certo, concepire una cosa simile eppure è proprio intrigante, interessante, futuristico, al limite del verosimile, ecco, affascinante. L’idea di dare una continuazione degna, di veder sopravvivere la metà che aveva infestato il cervello della donna e che ora ha un corpo, dei sensi, una coscienza tattile e fisica deve essere un fatto unico mai visto in quegli Stati Uniti riconoscibili nel nostro presente, ma che di presente non hanno nulla.
Ci sono molti termini tecnici riguardanti il modo in cui queste persone vivono e convivono, sopravvivono e si ammalano, questo accostato all’atmosfera steampunk di questi personaggi mi affascina in modo particolare. Il tuo muoverli e farli interagire è molto diretto, senza fronzoli o senza attenuare problemi, reazioni e danni, e questo li rende vivi, sinceri nei loro sforzi e nelle loro debolezze; il tutto accostato a un ottimo lavoro su di loro, le loro emozioni, la dualità, la presenza.
I protagonisti in particolare mi piacciono molto, sono vividi, non hanno peli sulla lingua, si conoscono e dall’odio viscerale passano alla sopportazione per poi scorrere sul bisogno affettivo, ma lo stupore maggiore l’ho provato nel momento in cui si concepisce che lui è stato estratto dalla testa di lei e ha un corpo fisico, anche se sono 50 anni che è fermo e mantenuto, per poi cominciare a sentire la fisicità di un corpo reale.
I dialoghi sono cinici, taglienti, brevi e ben ritmati, tipici di chi come loro sa cosa significhi la morte, il soffrire, il sangue, le situazioni limite. I gesti sono enfatizzati dalla fatica, dal dolore, dalla sensazione di non farcela, ma con una volontà che va al di là dei segnali del corpo stesso. Sembra sia arrivata agli sgoccioli l’esistenza stessa della protagonista, eppure per dare una vita a lui è disposta a bruciare così i suoi ultimi mesi. Che siano davvero gli ultimi? Dai sintomi si direbbe di sì, ma dal secondo capitolo tutto potrebbe prendere delle direzioni differenti a seconda di come tu voglia far finire la loro storia. Un ottimo lavoro anche sulla stesura del testo, pulito, senza refusi, con una ottima costruzione e una grande attenzione per il particolare; lwe descrizioni non sono pesanti o ingombranti, ma i dialoghi davvero sono la mia parte preferita qui.
Spero di poter tornare presto qui, alla prossima e buona ispirazione! :3