Recensioni di Relie Diadamat

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Recensione alla storia Autumn in love - 13/03/21, ore 05:02
Capitolo 1: Autumn in love
Ciao!
Sai che manco ricordavo più da quanto tempo volessi leggerla?
Questa storia (e in verità anche un'altra, adesso) è in lista da un po'. Mi ha sempre incuriosito, lo ammetto, ma dopo quello che mi hai scritto - risposto ad una domanda, per essere pignoli -, sono diventata ancora più curiosa.
Posso confessare una cosa? Leggere di notte, con una luce calda, di Sherlock e John non ha paragoni.

Non mi aspettavo, onestamente, una storia così, ma sono scema io, perché in realtà tu hai questa impronta, a mio dire: sai rendere interessante qualcosa di estremamente semplice.
Mi spiego meglio: tutto parte da un malinteso, una gelosia. Chi non l'ha mai provata? Quel dolore... Quel fastidio... Quella rabbia... Quel mutismo, quei fraintendimenti, quella voglia di gridarlo... Il non credere di essere ricambiati... Quasi qualcosa che ti consuma e ti butta completamente giù. Sembra una cosa frivola e adolescenziale, e invece ne escono fuori riflessioni profonde, vere, sincere e vicine più o meno a tutti.

Piccola curiosità: perché proprio la Sicilia? Non mi aspettavo una piccola vacanza in Italia, lo ammetto. (E nonostante tu continuassi a parlare della Sicilia, la mia mente vagava alle mie spiagge. O, per meglio dire, quelle che mi son più familiari). Anyway, scelta curiosa, ma anche gradita. "Belli mariti" lol.

C'è un'altra cosa per cui mi sento veramente di congratularmi: John.
Ho sempre apprezzato il modo in cui tratteggi il suo personaggio. Come ce lo mostri. Come lo fai analizzare a Sherlock. Ci sono delle descrizioni (il sarcasmo, la rabbia, l'essere provocatorio, l'esser gentile solo con chi gli va a genio) che coincidono perfettamente con la mia visione del personaggio.
E, anche se caratterialmente mi sento più vicina a Sherlock - e anche qui condividiamo molto la visione del personaggio, per come lo hai descritto in questa storia (vuoi il suo dedurre l'amore, vuoi il suo voler analizzare, vuoi il suo non sentirsi degno, vuoi il suo non voler mostrare debolezza, vuoi alcune riflessioni sull'autunno e quanto fossero strani in due), ho trovato tutto molto molto IC.

L'autunno, però, è il vero protagonista di questa storia, nevvero?
Lo hai trattato proprio come un personaggio. È lì con Sherlock all'inizio, si intromette mentre lui e John discutono e si aprono, è lì in quella foglia sopravvissuta allo shampoo del nostro consulente investigativo. (Sul serio, high five, foglia!).

Mi è piaciuto molto anche il fatto che Sherlock abbia conservato quella foglia per Rosie... Non sono una fan della marmocchia (passami il termine, please), but still... Mi piace. Trovo stimolante anche l'ambientazione post season 4.

Ma.
La parte che ho apprezzato maggiormente sono senz'altro i dialoghi. Non so come fai, ma sembrano cuciti apposta per loro. Non so cos'altro dire.
Adoro "vederli" parlare nelle tue storie. Ne esce fuori sempre qualcosa che mi fa scattare una molla.

E io avrei tanto, tanto da dire, ma è pur vero che sono le cinque del mattino, quindi passo allo stile.

Ti dirò, i testi lunghi non mi hanno mai spaventato. I tuoi sono sempre sciolti, a mio dire. Non faccio fatica ad andare avanti e la lettura scorre sempre. Una volta che ci sono dentro, leggo, leggo e leggo.

Che altro dovrei dirti? Ho apprezzato davvero tanto questa storia. Per diversi motivi (che spero di aver elencato per bene, ed esplicato il necessario, anche se credo di no, ma mi auguro che comunque questa sia una recensione non così malaccio.)

Ps. Unica svista:
"in passato, sicuramente era più saggi del perdersi"

Ps ancora: non so se te l'ho mai detto, però mi piace che dai tuoi testi ci sia sempre questa nota in più, quali la conoscenza di Londra (strade, parchi) e qualche curiosità (vedi il Whisky).

Io la smetto qui. Ma la storia finisce nelle ricordate.
Recensione alla storia How am I supposed to pretend (I never want to see you again)? - 27/02/21, ore 18:50
Capitolo 1: Parte 1
Ciao!
Mi annoiavo e così sono tornata un po' in questa sezione. Ho diverse storie in lista, ma questa ha catturato la mia attenzione. Il rating e "l'erotico" un po' mi hanno fatto vacillare (miei gusti personali), ma alla fine mi sono arresa e ho aperto.
E devo dire che sono rimasta soddisfatta. Intanto, ho trovato qualcosa di molto interessante.
In genere, non amo storie in cui i protagonisti sono dei ragazzini, ma questa ha qualcosa che mi prende. Decisamente.

Dobbiamo anche prendere nota che qui Sherlock e John sono decisamente più giovani di quando li abbiamo conosciuti.
Sherlock è più piccolo. Se da un lato l'incontro con Sebastian (ottimo utilizzo di un personaggio che nessuno si prende mai la briga di utilizzare, tra l'altro), anzi, la molestia, ha sì fatto mostrare al lettore il lato più indifeso di Sherlock... All'inizio mi son detta "non è tanto da lui. Sherlock sa difendersi bene."
Ma.
Qui Sherlock è un ragazzino. Un ragazzino che non sa ancora bene come difendersi. Un ragazzino che si è cacciato in un luogo a lui scomodo per la droga. (Il quale utilizzo, rapporto, col nostro "sociopatico iperattivo" è stato analizzato alla perfezione, direi. È esattamente così).
Ad ogni modo... Vedere Sherlock accettare una molestia, cedere, e forse pensare anche di meritarla nonostante il disgusto (verso gli altri e verso se stesso) ha fatto davvero male.
Perché... Lui è lì che vorrebbe scappare, ma non ci riesce. E non se lo sa spiegare. Perché Sherlock non sa come comportarsi, in questi casi.
Se l'altro gli avesse mostrato un coltello sarebbe stato diverso, ma qui... Qui si tocca altro.

L'incontro con John... È stato strano, devo dire. Anche se rispecchia ciò che accade nella serie. Per molti versi.
Sherlock ne resta affascinato fin da subito. E gli basta un solo sguardo. Ma non è esattamente qualcosa di... Fisico. È altro. Qualcosa che ha dedotto già in quel momento.

Mi ha fatto sorridere le circostanze in cui li hai fatti "scontrare".
E poi, ovviamente, come nella serie... John corre a salvare Sherlock. Principi morali, ok, ma non ce la beviamo fino in fondo: lo ha seguito.

E... Il modo in cui è subito interessato alle sue parole... Il modo "acido" con cui Sherlock gli risponde quando si sente come un bambino da difendere... È tutto interessante.

L'ultima parte. Tutte le cattive idee di Sherlock...
È una recensione davvero sconclusionata. Ma sappi che questa storia mi interessa.
Credo che tu abbia avuto davvero un'idea interessante. E la lettura è piacevole.
Recensione alla storia Fiori del male - 26/02/21, ore 01:50
Capitolo 4: Capitolo Quattro
Ma... Indovina un po' quale animale notturno ha appena riletto questo capitolo, arricciando il naso con fastidio arrivata alla parte della nostra cara e adorata Adele Nerri (non sono così permalosa, l'ho accettato, sono andata avanti e sto solo vedendo la cosa in modo obiettivo, of course, ANCHE SE AVREI DOVUTO CAPIRLO, BUT), cercando anche di lasciare un parere quantomeno sensato?
Oh, sì, io.
Ok, è relativamente presto per i miei standard. Ok, non sto leggendo molto qui sul sito ultimamente, ma ne avevo davvero bisogno... E l'appuntamento con questa storia mi era mancato. Ma temo mi mancherà ancora di più.
Ad ogni modo, è bello rileggerti... Soprattutto di notte. Soprattutto dopo una serata abbastanza... Meh.

ANYWAY.

Il penultimo capitolo, eh?
Il capitolo dove compare la mia adorata, carissima e levissima Adele Nerri...
Sì, ok, gli indizi c'erano. Sì, ok, avrei dovuto soffermarmi su quel "Cognome singolare" di Holmes, sì ok, mi son fatta fregare da te... Ma nonostante questo, rileggendo, ho ancora voglia di stringerti la mano con tanta, tanta ammirazione.

Hai giocato tantissimo col fandom. Lo hai... Manipolato a tuo piacimento. Lo hai rimodellato in chiave Ottocentesca... Creando anche qualcosa di solo ed esclusivamente tuo.
È anche per questo che meriteresti una bella stretta di mano.

Cosa ho apprezzato di più di questo capitolo? Vediamo...
- c'è un'introspezione psicologica di Holmes. Il suo fraintendere alla grande le intenzioni di John... Ma come possiamo non comprenderlo?
Sherlock convinto che qualcuno davvero ricambi i suoi sentimenti? Quasi impossibile.
E lo stesso John lo sa, dannazione. John stesso riesce a vedere e dedurre Sherlock quando quest'ultimo incontra quei bambini. John sa quanto Holmes si tenga lontano dalle emozioni, quanto abbia paura dei sentimenti... Quanto pensi di non meritarle... Eppure... Eppure finisce per credere a quella farsa, quando si tratta di lui.
Finisce per credere alle parole di Holmes. A quelle taglienti. Finisce per credere alla sua falsata indifferenza, che in realtà nasconde solo tanta paura... Paura di non essere speciale per l'unica persona che conta.
E qui arrivo alla parte clou.

- La reazione di Sherlock alla vista del cadavere.
Servono delle prove concrete per affermare una teoria, giusto?
Credo che la reazione di Sherlock dica tutto. Quella vittima non lo colpisce... Non lo fa arretrare (Sherlock che arretra sulla scena di un crimine, poi...) perché è tutto "mirato a lui". Se si trattasse solo di questo starebbe attento, certo, ma ne sarebbe doppiamente stimolato.
No. Sherlock indietreggia perché si parla del suo John. Il suo John che è lì accanto a lui... Eppure non basta, perché l'idea di... Di vedere John in quello stato fa più paura di avere una pistola puntata alla tempia. Fa più paura dell'essere preso di mira dal Napoleone del Crimine.
È panico. Nudo e crudo.


Poi c'è John.
... Quanto fa male vederlo distrarsi con altre donne? Quanto?
E QUANTO MI RODE NON AVER CAPITO SUBITO DI ADELE NERRI-
No.
Sono andata avanti.
ANCHE SE GLI INDIZI CI SONO TUTTI, CAVOLO, SONO TUTTI LÌ NELLE DESCRIZIONI... Ma ok, non è esattamente questo il punto, adesso.
Fa male vedere John rifugiarsi in persone... Facili? Ordinarie? Persone che non sono Sherlock. Persone che tenta di avere perché, in realtà, non può ambire al suo coinquilino.
E Sherlock, tutto questo, non riesce a dedurlo.
Quindi... Quella presentazione fa male. Fa male entrare nella testa di Sherlock. Fa male vedere con gli occhi di Sherlock quanto John stia bene con una donna. Fa male.

E Sherlock si sente così patetico a sentirsi così...
E John così insoddisfatto...

E tutto per l'incomprensione derivata da un bacio. È assurdo come questi due sappiano vedere l'uno lo stesso mondo dell'altro, come sappiano leggersi dentro... E scivolare sempre su banalissime incomprensioni. Scivolano sempre sui sentimenti. Sempre.

E Moriarty lo sa, lo sa bene. Fa tutto parte del gioco, no?

Il dialogo con Moriarty, tutta quella parte, prende chiaramente spunto dal loro primo incontro alla fine della prima stagione e dal secondo, avvenuto nell'ultimo episodio della seconda stagione, eppure acquista un sapore nuovo.

Sherlock è stimolato da Moriarty, dalla sua genialità. È l'incontro di due fazioni opposte, di due menti geniali che si ritrovano l'una contro l'altra. E io stravedo per ogni singola frase, interazione.
Solo... C'è John, in mezzo. John che... Ha qualcosa che Moriarty - chiunque come Moriarty, per quanto eccezionale, geniale, stimolante possa essere - non potrà mai offrire: sentimenti.

John ammira Sherlock non solo per la sua genialità, ma per quello che è. Sherlock adora avere John intorno... Perché non cambierebbe una virgola. Perché gli sta a genio. È il suo conduttore di luce, perché... Lo stimola.
Perché John Watson è tutto fuorché ordinario.

E qui Sherlock deve scegliere. E... Ovviamente... Sceglie John. Il suo John.

E questa recensione non ha già più senso e probabilmente ho saltato mille cose... Come la gelosia silente dei due... Ma...
Questa storia è particolare. Racchiude davvero molti elementi. Racchiude un po' tutto il mondo di Sherlock.

E potrei parlarne per ore, onestamente. Così come potrei parlare per ore di Sherlock...
Ma il tuo zampino in tutto questo... Ecco. È quella la parte più stimolante. È intravedere la tua passione tra le righe. Il mondo in cui hai studiato minuziosamente alcune descrizioni. Posso persino credere di dedurre quando hai sogghignato compiaciuta nella parte di Adele, gettando qualche indizio qua e là. "Chissà se se ne accorgono. Chissà se qualcuno lo noterà".
Che volpe...
Sei stata brava. E hai fatto davvero un lavoro interessante, intelligente e per niente scontato. E adesso manca un solo capitolo. E io sono qui a sperare di aver altro di tuo da leggere. Temo mi manchi.

Detto questo... Mi eclisso.
Ma non sarà di certo una sorpresa, tutto questo, nevvero?
Recensione alla storia Fiori del male - 21/01/21, ore 05:28
Capitolo 3: Capitolo Tre
In quale modo posso iniziare questa recensione?
Intanto... Te ne avevo accennato. È importante, per me, anche se è solo un piccolo dettaglio. Ero combattuta tra due persone. Non mi aspettavo avresti aggiornato oggi, anche se nella mia mente, una decisione l'avevo già presa.

Sherlock e John significano tanto. E per molto tempo non ho avuto nessuno con cui poterne parlare - per davvero, intendo.
Ed è buffo, sembra davvero un continuo susseguirsi di coincidenze, perché i nostri passi si sono incontrati già prima.

Anyway. La sto lasciando a te.
Come, per buona parte, avevo già programmato.

E sarò banale e ripetitiva, ma ricordo perfettamente come mi sentivo quando lessi questa storia per la prima volta.
Il modo in cui mi ci sono rifugiata. Adesso è un po' lo stesso e un po' diverso.

Ma andiamo per gradi. PRIMA DI ARRIVARE ALLA PARTE CHE MI FA ANCORA ROSICARE, ma vabbè, fingiamo diplomazia e restiamo zen.
CHE POI, IL PUNTO È CHE C'ERA "QUEL PARTICOLARE" CHE MI ERA SFUGGITO, PERCHÉ MI ERA CHIARO COME IL SOLE DI CHI SI TRATTASSE (caso), È STATA LA SUA PRESENZA DOP-

Andiamo per gradi.
Non sono affatto scottata.

Sai cosa mi fa sorridere più di ogni altra cosa?
La quotidianità di Sherlock e John. Il modo in cui si abituano a darsi la buonanotte; John che legge per Sherlock; Sherlock che deve demolire passo dopo passo - punto dopo punto- i libri che Watson più ama; il suo fingere di non provare piacere nel sentirlo leggere a voce alta per lui; il modo in cui John si sporge per osservare Sherlock sezionare un cuore umano - "nella loro benedetta cucina".

Mi fa sorridere perché sembrano messi insieme a casaccio, ma non è così. Perché se può sembrare che cozzano, in realtà combaciano alla perfezione: Sherlock riesce ad aprirsi, con John. E viceversa. Ed accade tutto con naturalezza.
Sanno parlare di tutto, in maniera leggera, come farebbero due persone che bevono un caffè al bar parlando di frivolezze.
E questo, a mio dire, è più unico che raro.

Poi... C'è John che si interroga su piccoli dettagli: quante volte si sono sfiorati/toccati durante la giornata. Sta impazzendo? È l'unico a farsi queste pippe mentali? Dovrebbe smetterla?

Ho già fatto degli screen, anyway. Così, giusto per la cronaca.

E... John è davvero un idiota - come Sherlock, eh - perché non osserva niente. Sherlock, invece, deduce un cavoletto per un altro... Perché non riesce a prendere in considerazione l'idea di essere ricambiato. Perché non sa come funziona. Perché non le ha mai sperimentate, certe cose.
John invece può benissimo osservare il modo in cui lo sguardo di Sherlock indugia su di lui mentre è in pigiama. (Mi è piaciuto molto come hai reso questa scena della serie, tra l'altro. John è preso dalla collera e dalla preoccupazione anche qui, ma allo stesso tempo è diverso).


Poi c'è l'incontro con Mycroft. Anche stavolta... Ambientazione diversa. In più, qui Mycroft... BEH. Non ci va tanto sul sottile e John capisce che si tratta del fratello di Holmes.

Anche la reazione di Sherlock, quando lo deduce, è diversa. È indispettito, infastidito. E teme che John abbia accettato.
Questo perché, qui, Sherlock sta cercando di scappare da Mycroft. Non si limita ad ignorare la sua esistenza.


MA ARRIVIAMO AL DUNQUE.
Alla scena che io chiamo "momento Crowley/Aziraphale", anche se mi hai ripetuto più volte che non c'entrano niente. E ti credo, solo che la mia mente vola verso di loro e non posso impedirlo.

Sherlock che, impacciato, va in biblioteca per restituire a John il libro. E la reazione di John, come l'hai descritta... Mi ha sciolto. Lo ammetto. Io. Io che mi sciolgo.

Dicevo.
Sherlock sembra veramente camminare in punta di piedi, anche quando parla del caso, delle evoluzioni delle indagini.
Questo perché, l'ultima volta, hanno discusso. E Sherlock sta sondando il terreno. Un po' come un bambino che commette la marachella e si avvicina ai genitori per farsi perdonare, per provare ad avere uno scambio normale, dopo la punizione.
John... È più diretto. (Rido pensando ai prossimi capitoli, ma ok, solo per questa volta lo giustifico, dai).

Poi... Il bacio.
Lì esplode... Tutto. C'è terrore, desiderio, passione, dolcezza... Tutto.
E.
Qui si riconferma quello che già penso del personaggio di Sherlock: quando lui usa il nome di qualcuno, vuol dire che sta entrando in forte intimità.
E... Pensare che John si sia staccato... Proprio perché "onorato" da quello, mentre Sherlock si gela e scappa via pensando al contrario... Mi fa tenerezza e mi spezza il cuore allo stesso tempo.
Perché... Posso comprendere fin troppo bene la reazione e i pensieri di Sherlock.
Ma capisco che John - giustamente - resti wtf.
Ecco la loro grande pecca: il dialogo.

QUANTO AL CASO.
ALLORA.
Vorrei poter dire "non mi esprimo più", ma invece voglio esprimermi. In primis, perché hai sfruttato elementi di due episodi ed elementi del canone. E ok, tutti stiamo pensando a questi due personaggi, È IL COME CHE MI HA FREGATO, CAPISCI?

Ma non ne faccio una tragedia, assolutamente. Sono matura, zen e controllata.
MA È STATO IL COME, CHE MI HA FREGATO.
Ma il desiderio di stringerti la mano resta inalterato.
Perché hai curato ogni minimo particolare, di questa storia. Perché riesci a... Trasmettere quel qualcosa.
Perché la ricordo ancora dopo mesi.
Perché sono felice di rileggerla e, sì, ammettiamolo, soddisfatta che tu abbia aggiornato nel momento giusto.

Cos'altro devo dirti?
Credo che in alcuni punti sorriderai. In altri riderai senza rendertene conto. E poi arrossirai.
Ho fatto centro?

E con questo, al mio consueto orario decente, direi che posso terminare e provare a dormire.
Recensione alla storia Quando i vetri andranno in frantumi - 20/01/21, ore 04:09
Capitolo 1: Quando i vetri andranno in frantumi
Ehi, ciao!
Prima di provare a dormire avevo bisogno della mia dose quotidiana di Johnlock. Quindi ho notato la tua storia - già questo pomeriggio - e mi son detta di passare appena avrei avuto un attimino di pace.

Intanto, già il titolo mi ha attratto.
Forse non lo sai, ma sono attratta dalle cose... Tristi? Cupe? Dolorose?
Non lo so, chiamale come vuoi, ma questa flash è sicuramente pane per i miei denti.

Ho trovato il punto di vista di Sherlock IC. Non amo leggere storie in prima persona. In genere le evito, se posso, ma tu sei stata brava.
Sei entrata nella mente di Sherlock, in un momento imprecisato della serie... E ti sei lasciata andare.

Che Sherlock si odia, lo sappiamo. Forse non tutti. Ha paura di ciò che è. Sa di non piacere alla gente e sa che quest'ultima si accontenta dell'apparenza. Del muro, della maschera, dalla sua falsata insensibilità e dell'arroganza che ostenta.
E John? Come lo vede? Come un mostro, così come si vede Sherlock stesso?
E perché è ancora lì al suo fianco.

Sherlock... Vede in John... Un mondo intero. Gli piace, proprio come persona, nei lati più crudi e in quelli più dolci. E lo sappiamo: a Sherlock difficilmente piace qualcuno.

Ma John continua a sorridergli, a condividere un'enorme fetta della sua vita con lui...

"Mi terrorizza il modo in cui mi conosci, molto più dei fantasmi con cui combatto, e ancora di più mi terrorizza non capire perché sei ancora qui con me, perché non sei già sparito."

E credo che, con questo pezzo, tu abbia riassunto in maniera esaustiva il mio stesso pensiero.

Nelle tue storie riesco sempre a ritrovare il mio punto di vista, sulla Johnlock, e questo mi piace.
E... Vedere Sherlock in preda ai suoi pensieri, leggere delle sue debolezze - nei confronti di John - è qualcosa di... Doloroso. Perché è impossibile non capire cosa sta provando. Perché è orribile pensare certe cose di sé. Ma è anche dolce che Sherlock pensi che, se solo John potesse vedersi con i suoi occhi, si odierebbe di meno.
Perché sì: ci si sofferma molto su Sherlock, ma anche John è bello complicato, una volta superata l'apparenza.
John... Si porta dietro molta stanchezza, molto dolore, e non riesce mai veramente ad apprezzarsi come persona. E Sherlock lo nota e capisce questo suo lato. Lo comprende, riesce ad entrare in empatia.

Sono speciali, Sherlock e John, punto.
Speciali. Unici. E meravigliosi.

Perché un giorno... Tutte quelle parole non dette saranno dette... E non saranno sprecate.
Non ci sarà più paura di perdere l'altro. Non ci saranno più sentimenti segreti. Ci saranno solo loro due.
E Sherlock qui, lo spera soltanto. Perché, nel profondo, pensa di non meritare John.

E... Sto davvero divagando.
Una flash breve, ma ben scritta.
Per me, IC.
Una lettura veloce, ma piacevole. Che riesce a trasmettere esattamente quello che dovrebbe trasmettere. Brava!

Continua a scrivere in questo fandom, mi raccomando!