Recensioni di suvshirabu

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Recensione alla storia Violent red - 04/03/21, ore 00:21
Capitolo 34: Capitolo 33
Le rose sono rosse
Le viole sono blu
L’angst me lo dai solo tu

Pensavi di essertela scappata, eh? E invece no, io non ho intenzione di risparmiarti, signorinella! Perché tu, dannata, tu che da anni molesti il mio povero soffitto che di conseguenza importuna me negandomi quelle poche ore di sonno che meriterei (e sopprimendo quei pochi residui di salute mentale che mi erano rimasti), ecco, proprio tu, te le meriti le mie digressioni tediose!

Ma mannaggia a te. Ero tanto felice per gli ultimi capitoli, avevano un’abnorme quantità di fluff (fluff, capish, quando mai abbiamo sperimentato del fluff in VR? Quando vedo dei momenti aw mi sento tipo i cavernicoli con il fuoco), ero tutta trepidante di poter leggere un capitolo “in live” (Perché mi sto immaginando come Barbara D’Urso?) (Vabbè) (Vai a fanculos, col cuore) e mi sono beccata questo.
Prima ci prometti solo gioie e poi ci droppi cannonate di sofferenza? Sei una delinquente. Peggio di chi si accorda a prendere le tisane a distanza dandoti buca all’ultimo minuto (ops).
Ti mando un grosso dito medio stellare.

“Aggiornerò prima di San Valentino” disse Ran. Seh. Devo, devo ritirare fuori ‘sto meme: https://ibb.co/R38Q69w

L’inizio del capitolo già mi stonava. Tutti flashback dislocati fra loro nella linea temporale, ma con al centro le stesse tematiche. Non so se era questo il paragrafo a cui ti riferivi dicendo che doveva “creare atmosfera” dato che non rivela nulla in modo esplicativo, ma già da qui si intuiva che il seguito sarebbe stato pesante con i contenuti e che l’inizio svolge perlopiù una funzione introduttiva. Vabbè, insomma, sto cercando un modo carino per dire che mi ha messo ansia, il succo è quello. Il primo pensiero che mi è sorto è stato: “Izaya… Izaya dove sei andato… Izaya cosa caspiterina stai facendo… Izaya…”
Io proprio non potevo scegliermela una coppia con due pg più funzionanti. Nah. Chessò, potevo starmene in panciolle sul divano a leggere fanfic su Topolino e Minnie (uh gesù), ma no, scegliamoci la coppia in cui parti prevenuta perché già sai con largo anticipo che finirà tutto male. Questo è masochismo puro, io una volta non ero così. Narita, what have you done to me.

Però mi ha steso il fatto che quando ci siamo risentite tu fossi totalmente focalizzata sull’apparizione di Kameron mentre io facevo spallucce assorta dal pupazzetto allacciato allo zaino. Il pupazzetto.
Sapere almeno che non è un dettaglietto futile, ovvero che non rientra fra le ormai rinominate “osservazioni alla Shà”, mi ha sollevato l’umore. La curiosità del mio soffitto è incontentabile (e soprattutto invivibile per me), sono notti che mi chiede chi gliel’ha regalato. Ci parli tu?

Ma insomma, torniamo al punto: Kameron. Kameron e il pianoforte, Kameron e le note, Kameron e l’indovinello, Kameron e la bambola. Come sono tutti collegati fra loro? E perché lo sto chiedendo proprio a te se so già che non mi risponderai?
Ho fatto una capatina sul topic (it’s been 84 years) eee non ho trovato risposte, solo altri interrogativi che mi hanno fuso il cervello (oh ma che evento inconsueto, quale grande avvenimento fuori dall’ordinario).

Perché inserirlo proprio in questo capitolo? Per il tema, I guess…? … Eh, proprio un colpo di genio. Non ci era arrivato nessuno. Gordon Ramsay è dietro l’angolo pronto a rammentarmi che sono uno stupido sandwich. Mi faccio clap clap da sola, con la mia faccia in mezzo all’applauso però.
Ma sul serio, immagino che sia connesso alla situazione, ovvero che Izaya si trovi da solo a casa di un altro uomo. Altro in mente non mi viene.

Perché la bambola lo fissa dicendogli di chiudere gli occhi mentre spalanca la bocca? A parte che è creepy, ho una mezza idea, ma è ancora più creepy di quanto non sia già, quindi se troverò coraggio te la esporrò in chat per non fare la figuraccia pubblica. Sii il mio promemoria (e fu così che la mia ipotesi rimase incatenata nell’alta torre della mia mente non odendo nessuno strombazzare “sciogli i tuoi capelli” (?))

Perché Izaya le parla tranquillamente quando giocano a prendere il tè? Su questa vado sul sicuro perché ho la risposta pronta: ma che caspita ne so?

Che legame c’è con le note che Izaya tamburella sul tavolo? Su questo… da quando ti ho detto del sogno, mi sto facendo i peggio trip mentali – ah, perché prima non me li facevo. Ora, non capisco se tu, essere malefico, vuoi solo perculare la mia Ni o se potrebbe essere vero. Perché l’opzione del codice morse non l’avevo lontanamente presa in considerazione e il racconto del sogno era perlopiù per denotare quanto VR ormai abbia incenerito la mia materia grigia. Quindiii. Non so. Forse per ora l’accantono come teoria.
(“L’accantono” disse. Già sto attivando la modalità “con una mano scrivo gli appunti delle lezioni, con l’altra deduco la durata delle note dal motivetto che Izaya ha canticchiato nel capitolo 25 e lo traduco con l’alfabeto morse”. Cos’avevo detto sulla mia sanità mentale?
Argh, no, scherzo. L’accantono sul serio, attenderò un po’.)
Oltretutto, il sogno era pressappoco inquietante. Sentivo Izaya canticchiare dal nulla, poi quando è entrato nel mio campo visivo ha iniziato ad avvicinarsi ripetendo “come ne esci?”, ha preso foglio e matita da nonsodove e mi ha suggerito questa famosa teoria… dopodiché mi ha detto “Vedi? È un indovinello. Sono ventiquattro combinazioni possibili, ma solo una è giusta.”
Mi giro per guardarlo in volto.
Izaya è sparito.
Okay.

Tralasciando un attimo le teorie e incentrandoci sul capitolo: quante volte dice “scusa”, mh?
Reputo a dir poco spaventoso l’impossibilità di ricordare cos’è successo. Non mi riferisco solo a ciò che avviene all’interno del campo sessuale, ma anche per le cose più semplici, come rimuovere il modo in cui è arrivato da Hideki, interi pezzi di vita che vengono cestinati. È agghiacciante l’idea di non poter accedere ai propri ricordi, non essere cosciente della propria vita.
Probabilmente sono domande che ci stiamo ponendo tutti/e: quei rapporti ci sono stati? Erano solo pensieri come dice? Non ricorda sul serio? O sta mentendo a sé stesso, ingannando anche noi?
È inimmaginabile vivere senza sapere ciò che accade nella propria vita. Vivere con il dubbio di cosa è successo e cosa no. Quel “non sbloccare la sicura” in particolar modo mi spaventa, perché divulga dubbi su un terreno già conosciuto ma sul quale non si vorrebbe più mettere piede.

Vado in ordine un po’ sparso: la scena della cena mi ha ucciso. Possiamo anche attestare che tutto il capitolo mi ha assassinato, solo in modi differenti. Continuo a supporre fermamente che prima o poi Kururi avrà un esorbitante mental breakdown e sbroccherà di brutto. Fin dall’inizio di VR l’ho inquadrata come una spugna che assorbe silenziosamente contenendo tutto scrupolosamente, ma arriverà il momento in cui lo rilascerà con un’immensa ondata di ira intemperante e- no? Sto esagerando? Non ci serve un altro pg intriso di rabbia smoderata e incontinente? Ormai sono la fan più sfegatata del fanclub #kururisbrocca, oltre che unica iscritta probabilmente.

In questo contesto, ci sono molte frasi e pensieri di Izaya formulati specialmente sottoforma di accusa che mi hanno massacrato. La prima ad aver lanciato il colpo è stata l’insinuazione che organizzargli visite su visite da psichiatri di ogni genere rappresenti solo una scusa per non doversi assumere nessuna responsabilità nel caso si fosse tolto la vita. È specialmente l’ultima parte del discorso a scuotermi, proprio quel “per poter scaricare la colpa se si fosse ammazzato.”
Tutte le accuse che gli rivolge non sono nobili, ma non mi sorprende che la sua reazione sia questa. La convinzione di non essere voluto. Non è il pensiero più lampante che verrebbe a chiunque nella sua stessa situazione dopo tutto ciò che ha subìto? La credenza di essersi “arresi con quel figlio che portavano dai dottori per farlo aggiustare, solo perché non potevano restituirlo e prenderne un altro.”
La scena in macchina con Shirou è stata lancinante, ho incassato il colpo in pieno petto. Anche qui, quello che gli ha detto Izaya non è bello, l’accusa di non esserci mai stati e che se invece si fossero degnati di essere più presenti le cose sarebbero diverse, lui sarebbe diverso. Non è bello, ma è vero che non è stato corretto essere esageratamente assenti durante la sua infanzia e anche attualmente, perché poi hanno ripetuto lo stesso errore con le gemelle. Almeno loro si sono potute appropriare del vantaggio di avere un fratello maggiore, una figura, ma Izaya chi hai avuto? Come può essersi sentito un bambino che vede i propri genitori una volta al mese giusto per ricordarsi che esiste? Penso – o almeno, lo immagino, perché non lo posso sapere per certo o per esperienza diretta – che ricevere un’accusa del genere dev’essere devastante per un genitore, la critica di non essere stato bravo, di non essere stato all’altezza del ruolo. Volere il meglio per il proprio figlio e invece doversi sentir dire che in parte è causa del suo malessere. Non ho veramente le parole per esprimere come mi ha fatto sentire questo pezzo e forse non so bene neanche io il motivo per cui mi ha punto così tanto. Scusarsi è il minimo che possano fare, perché sono stati carenti sotto troppi aspetti e in modi eccessivi. Anche questo fa parte degli abusi di Izaya e lo so, l’ho detto io stessa, ciò che gli dice non è decoroso e lui stesso si sente disonesto non solo a dirlo, ma anche semplicemente a pensarlo in modo sincero perché è come si sente realmente… e non è qualcosa che può padroneggiare, pensieri e sentimenti non funzionano così. Ma è vero, è vero che se avesse sentito quel calore familiare che dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini, forse, probabilmente, non sarebbe andato altrove a cercare altre braccia che lo avvolgessero per sostituirsi a quelle che non ci sono mai veramente state. L’incuria che ha ricevuto rappresenta una trascuratezza, ma soprattutto un danno duraturo, che nessun bambino dovrebbe meritare, finendo per essere abbandonato a sé stesso. Non ho mai messo in discussione che fare il genitore sia un lavoro difficile, che spesso non esista un modo esatto di fare le cose e sbaglieresti anche intraprendendo il metodo opposto a quello adottato, ma una tale carenza di cure e attenzioni è imperdonabile.
E il fatto che Shirou però glielo riconosca, perché sa che è così, ci intravede uno scorcio di verità, mi ha distrutto. Forse non me lo aspettavo. E forse è altrettanto strano, ma è la parte che più mi ha fatto male del capitolo, insieme ai consultori, anche se in modo diverso. Come poi ho scoperto che è stato per te, a ferirmi maggiormente sono state le scene che tu hai definito “di contorno”, tutti quegli episodi in cui viene mostrato l’impatto di ciò che ha passato e cosa costituiscono le conseguenze.

Piccolo inciso prima di passare oltre: io non capisco – again, non posso saperlo – ma presumo che avere a che fare con un adolescente sia già difficile di per sé, se poi l’adolescente in questione ha anche un passato disastrato di un certo spessore e molti comportamenti disfunzionali immagino che la strada diventi ancora più tortuosa quindi non voglio sminuire le problematiche che incontrano Kyouko e Shirou e non pretendo che siano i genitori perfetti. Fatta questa premessa, ci sono momenti in cui non li capisco. A tratti mi sembra che non realizzino neanche che Izaya soffre di un disturbo, tantomeno cos’ha patito. Ciò non giustifica le sue sfuriate, perché stare male e/o avere una patologia non ti autorizza a comportarti senza vincoli e deliberatamente con la scusante che ciò che fai non dipende veramente da te (sto sprecando pochissime righe su un argomento molto complesso e che dovrebbe essere trattato più ampiamente, ma spero di essermi fatta capire), però mi sembra proprio che a tratti non lo capiscano. Non capiscono che ciò che ha comporta degli squilibri evidenti, come se non lo sapessero. Questo rende tutto doppiamente triste, perché se prima potevano avvalersi della scusa di essere assenti e che a dettare l’incomunicabilità fra loro fosse questo motivo, adesso che invece ci sono il dolore di essere incompreso è maggiore: non è che non possono arrivarci per chissà quale impedimento concreto, è che non ci riescono perché non si tratta di un ostacolo fisico. Quel muro che c’è stato fra Izaya e i suoi genitori non è determinato dalla distanza e dalla loro perenne lontananza (sebbene ciò abbia influenzato lo stato attuale delle cose), è una barriera onnipresente fra loro anche quando si trovano materialmente vicini. Non si capiscono e basta. Il punto è che molte volte non c’è bisogno veramente di capire per rispettare il dolore altrui (madò, ‘ste frasi fatte stile Baci Perugina molto alla INFJ, mi bacchetto da sola) – cioè, quello che voglio dire banalmente è: devono comprendere come si sente lui per appurare che sta male? … No. Eppure, nonostante ciò e nonostante siano al corrente della sua situazione (tra l’altro immagino che qualche ricerchina se la siano fatta o che gli sia stato comunicato cosa comporta, non è che gli affibbiano una diagnosi per etichettarlo e finisce lì), nonostante tutto questo, tutto ciò che riescono a dire è: “Ha visto? È intrattabile! Non si può parlare con lui quando fa così!”
… Io resto sinceramente smarrita. Giuro, non capisco come funziona questa dinamica.
Avevo detto che sarebbe stata una breve parentesi. Vabbè.

La parte in cui fa fare la giravolta a Kururi per consolarla, aww. Ma anche qui, mi riallaccio al discorso di prima. Come l’abbiamo chiamato spesso, Izaya è un ragazzo-padre più che un fratello. C’è un particolare in questa scena, l’aver acquistato un terzo pacco di adesivi perché, cito: “Avere due gemelle significava acquistare sempre una terza cosa di tutto e tenerla da parte, perché era matematico che litigassero pur avendone una a testa”, che sommato ad altre considerazioni da parte di Izaya, come quando nel capitolo 31 si appresta a comperare le calzamaglie per le gemelle, tastando una miriade di tessuti con la stessa dedizione che solo un genitore potrebbe avere – ecco, in questi particolari qui in cui tutte/i ci sbrodoliamo davanti allo schermo ululando una ventata di “awww”, io un po’ mi arrabbio. Sono gesti senza dubbio teneri, la dimostrazione che a quelle due birbe ci tiene, ma è tenero invece che dentro di lui si sia installata quella mentalità tipica e peculiare di un genitore? Questi sono pensieri che appartengono ad una figura che non dovrebbe essere propria di Izaya e che derivano da quelle mancanze che ha vissuto. Chiedersi perché sia lui a dover badare costantemente alle sorelle è giusto. Alla fine, resta un semplice adolescente e dovrebbe vivere una vita da tale, non questo. Non solo è stato privato di figure genitoriali affidabili, ma lui stesso si è ritrovato in una posizione d’obbligo in cui era forzato ad essere per le sorelle quel pilastro che lui invece non ha avuto. Lo trovo crudele sotto un duplice aspetto, ad un livello più profondo.
Comunque, le gemelle sono delle buongustaie. Anche io amavo Pocahontas da piccola – ma Mulan non si batte.
Perché ad ogni recensione finisco per ficcarci dentro la Disney? Misteri.

A proposito del non vantare di una figura di riferimento. “Era spaventato, era da solo e non sapeva dove andare”, quanto è triste? Specie perché è il tema costante di tutto il capitolo. In quel pezzo aveva 15 anni ed è assurdo che non avesse nessuno da cui andare tanto da rivolgersi a sconosciuti su una chat, ma il problema principale è che quel “spaventato, solo, non sapeva dove andare” persiste anche a distanza di due anni, dove di fatto, ritrovandosi in una situazione simile, non sa dove andare né cosa fare se non rivolgersi a gente sconosciuta. È triste che non abbia mai avuto nessuno a cui chiedere aiuto, nessuno da cui ricevere supporto, da quando è piccolo fino ad ora. È aberrante, non avere qualcuno su cui fare affidamento da piccolo incide e molto, figuriamoci passare tutto il resto della propria vita così.
Sono cattiva però se le paranoie sulla Yakuza mi hanno stesa? “Si sarebbero commossi.” E anche “Informatore suonava potente perché l’informazione è potere. Anche se finora gli aveva dato solo il potere di fare una cazzata dietro l’altra”, non c’è bisogno di essere un informatore per avere questo potere, basta chiamarsi Izaya.

Un’osservazione che mi ha sorpreso è che tutto ciò che noi abbiamo letto ora, lui l’ha vissuto negli ultimi capitoli. Si è svolto sotto i nostri occhi, eppure non ne eravamo al corrente. È orribile come abbia passato tutto questo, dai messaggi molesti fino ai pensieri intrusivi mentre si trovava da solo nel camerino, dalle conversazioni ed incontri con Shizuo che venivano inesorabilmente “sporcati” da ciò che riceveva sul telefono fino alle visite nei consultori ed i tremila test rapidi…
Mi ha fatto pure un po’ riflettere su un pallino che ho fisso quotidianamente. Finché una persona non si apre e non si confida su cosa sta accadendo nella sua vita, tu non potrai mai sapere veramente come sta e cos’ha in corso. Dal di fuori possiamo presagire qualcosa, fare congetture o semplicemente pensare che persona x banalmente sia stanca… oppure, non notare assolutissimamente nulla come è successo in questo caso. Sì, è anche un pensiero un po’ alla Skam - ognuno di noi è protagonista della propria storia e fino a quando non la racconta a qualcuno, tutti gli altri sono degli estranei equivalenti agli spettatori che hanno appena preso posto in una sala del cinema, ancora ignari del film che stanno per vedere. Quanto è inquietante che prima dell’aggiornamento mi sia vista la stagione spagnola su Noora che trattava gli stessi argomenti di questo capitolo? Vita, smettila di coordinarti a VR, non è salutare.
Ma tornando a noi, il fatto che abbia affrontato tutto senza una spalla su cui appoggiarsi, specie quando ha iniziato a girovagare per i consultori, quando ha iniziato ad essere consumato dall’ansia a causa dei test, è crucciante. Forse il lato più triste di questo capitolo è che ci mostra Izaya come è sempre stato fino ad oggi: solo, appunto. Unicamente adesso si sta concedendo di potersi permettere un sostegno come tutti quanti, un sostegno che è impersonato da Shizuo. 
Farò la figura dell’insensibile, ma quando ha realizzato di star leggendo una pagina relativa alle infezioni vaginali sono scoppiata a ridere. E quando si convince che il contagio sia retroattivo e di aver infettato Shizuo, I’m-
Incredibile, è comparsa almeno un’adulta dall’animo candido – sììì, mi riferisco alla dottoressa che è stata brv (vabbè, “brava”, è stata umana, un requisito ormai introvabile, tutto questo capitolo non fa altro che affermare la tesi che gli esseri umani fanno schifo come poche cose al mondo, watch me dirlo mentre giro sulla sedia in modo maniacale – no, sto scherzando, ancora non ci sono arrivata a questi picchi di insania. Prossimo step: bruciare una scacchiera).
Un’implicazione aggiuntiva a dover fronteggiare queste visite da solo è che oltre a vederlo senza nessuno, lo vediamo anche palesemente in preda all’ansia. Durante il controllo era vittima di un’agitazione incontenibile ed è stato qui che ho realizzato che non era cambiato nulla da quelle volte in cui di anni ne aveva 15 e l’unico su cui poteva contare era sé stesso. È stato lo stesso qui, le uniche parole di conforto a cui si è potuto aggrappare sono state le sue mentre cercava di placare lo stato d’animo sfoggiando la sua irrefrenabile parlantina.
E no, non è giusto ritrovarsi in questa situazione, sottoporsi ad una seconda violenza rimarcando l’esistenza della prima.
(“Poteva fare un’eccezione solo per Shizuo, perché Shizuo stava in una categoria a sé, la categoria dell’unico ragazzo che gli piaceva” ♥ e purtroppo, uno dei pochi ragazzi in questa storia che si comporta dignitosamente in questi contesti).

Qui parte la mia interminabile disquisizione sull’argomento “men are trash”, yeeeey. “Una parte del genere umano che aveva le gonadi esterne a volte faceva schifo”, “a volte” mpf – la smetto prima che qualcuno venga a farmi alzare gli occhi al cielo dicendo “not all men” (no, ve prego).
Sai che ci tengo particolarmente a questi temi, ma cercherò di non dilungarmi eccessivamente e di esprimermi al riguardo come meglio riesco, specie perché sono discorsi molto delicati e, mi duole dirlo, purtroppo sono anche estremamente attuali al di fuori dalla fanfic.
Vado con il commento schietto: l’ottava fermata mi ha fatto schifo. Prima di leggerla mi sono dovuta fermare un po’ perché quel “ricordava” secco e coinciso non prometteva nulla di buono. Ed ho deciso saggiamente di sfruttare la pausa per mangiarmi dei biscotti. Se il tuo scopo era farmi salire la nausea, good job, ci sei riuscita. Rileggerla ha fatto altrettanto schifo. È molto grafica e descrittiva, la prima volta ho scorso lo schermo velocemente e con lo sguardo un po’ di traverso perché gne.

Io non concepisco da dove arrivi la necessità di denigrare un corpo o una persona con commenti sempre correlati al sesso. Cerco di attenermi alla fanfic, se no la Ne si affaccia dalle shadow functions e mi fa scrivere un trattato. Però non so veramente come esporre cosa mi ha disturbato di questa parte perché non trovo parole abbastanza forti ed adeguate se non queste due: che schifo. Ci sono frasi che mi limiterò a quotare perché non so in quale altro modo esprimere quanto siano ripugnanti se non sperando che leggendole si crei un sentimento condiviso e che anche in te suscitino lo stesso ribrezzo che ci ho visto io, permettendoci di annuire insieme per ripetere all’unisono la frase che mi è rimasta fissa in testa per tutto il paragrafo: “che schifo.”
“Quindi è così che bisogna fare con te, bisogna un po’ costringerti?”, “L’errore è stato essere troppo gentile” (diooo, sono frasi da depravato, ma che schifo è), “Fammi vedere se vali almeno la metà di quello” (perché gliel’hai fatta direee spostando tutto il discorso su termini di valore correlato a questoo nooo), “Hideki aveva risposto che non era così scemo da camminare senza scarpe dove ci pisciavano i cani.”
È tutto così sbagliato.
Andando avanti di questo passo dovrei citare tutto il capitolo, ma ho messo in rilievo queste perché in particolar modo rispetto ad altre gli appartiene quel senso di malvagità immotivata che deriva da… non ho mai capito cosa?
E tutto ciò insedia dei giudizi su sé stesso non veritieri, basati sulle opinioni di persone che non hanno il diritto di metterci bocca. Il particolare in cui Izaya si copre il petto con le braccia che nhh.
Insomma, quello che ripeto da ormai tre lunghe recensioni è che essere insicuri sul proprio corpo e sulle prime esperienze è normale. Quello che non dovrebbe essere normale sono le critiche provenienti da persone esterne.
Quando cerca su internet dei pareri, uff. Capisci quanto disagio prova su un argomento in cui di per sé è spesso la norma sentirsi in imbarazzo, ma lui lo sente a livello amplificato per colpa di tutta ‘sta situazione?
E come ho detto già in passato, sono eventi che restano indelebili, che in qualche modo ti marchiano impiantando delle logiche fasulle, la sensazione di essere giudicato anche quando a farlo non è nessuno se non la tua testa che ha assimilato dei concetti infondati. Delle convinzioni che creano un blocco che in Izaya era già presente e già fortemente marcato. Mi sto riferendo in particolare ad “Aveva solo diciassette anni quando gli dicevano che fosse buono all’unico scopo di aprire le gambe, fino a convincerlo che ci fosse qualcosa di sbagliato ad aprirle con chi decideva di farlo, anche se era solo Shizuo” e forse è una magrissima consolazione quasi inesistente, ma da una parte quel “solo” mi conforta, mi fa credere che in questo pensiero ci sia una nota di consapevolezza, una presa di coscienza nel riconoscere che c’è qualcosa di sbagliato in tutto questo e spero che venga tramutato in un desiderio di ribellarsi verso tutto ciò, se ha senso. Capire che non è qualcosa che si merita, come invece espone in molti altri punti. È che ha una considerazione di sé stesso così, boh, bassa? E al contrario, un’alta tendenza a colpevolizzarsi, a credere che sia giusto così (che annulla tutto il mio discorso di prima). C’è una determinata inclinazione, a volte più velata, altre volte più esplicita, nell’indursi a credere che “se l’era cercata”, che “era lui che provocava”. Il momento in cui ricorda cos’è successo con Hideki è impregnato di un conscio desiderio di autopunirsi e di nuovo non so come esprimermi se non ripetendomi e constatando che è tutto così sbagliato, sotto così tante luci.
Quel “va bene, grazie” è una pugnalata proprio per questo, per la ricerca apposita di situazioni che siano disposte a fargli male, dettate dall’assillo convinto di meritarlo, ma non è così.
Anche ad un livello più fisiologico, ciò che si è innescato in Izaya è malsano, ma è lui stesso a farlo presente nel capitolo precedente. “Quando infine si bagnava la mano, soffocava l’urlo con l’altra, quella con cui per tutto il tempo aveva soffocato i singhiozzi”, questa scena è disturbante il doppio, perché si sta autoinfliggendo una punizione su un castigo che ha già subìto. Non ha neanche più senso chiamarlo piacere, perché è tutto il contrario. Piacere è solo il nome che gli si attribuisce per un senso comune e condiviso, ma in questo caso non lo è, è un appagamento indotto da un tipo di sofferenza interna.
La cosa che più mi scombussola di tutta questa storia è che come ho detto prima, Izaya si autoconvince di meritarselo facendo ricadere le accuse su di lui, incriminandosi con la colpa di essere lui che se le cerca, lui che provoca, con l’esito di volersi privare del diritto anche di protestare, di essere costretto a dire “quindi non posso lamentarmene”. Ciò che fa rabbrividire è che, anche se fosse stato consenziente, in molte scene ha 15 anni (fa un po’ senso parlare di consenso a quest’età, non sai veramente cosa implica e cosa stai facendo) e dall’altra parte c’è un adulto, qualcuno che la responsabilità ce l’ha e nel momento in cui sceglie di ignorarla diventa un approfittatore. Quanto è malato che siano attratti da un ragazzino? Vorrei dire che risulta irreale, ma purtroppo non lo è, anzi.

Pooooi. È un capitolo in cui la Fe di Izaya fa di nuovo capolino, mostrando accenni della sua esistenza (incredibile… è viva? *la tocca titubante con un ramoscello*) (Questo mi riporta a galla tutte le conversazioni in cui Izaya viene definito come INFJ. Just no.) (Sì, ne abbiamo parlato, ma just no.)
A parte che, ma quante scuse inventa? Intervenire con l’unico scopo di scoprire le reazioni di chi ha davanti? Era il cacciatore che non devi augurarti di incontrare quando stai scappando dall’orco? Solo io sento una vocina nella testa che mi sta suggerendo la parola “r-i-d-i-c-o-l-o”?
E pssst. “Era un tipo calvo” *guarda Nobu con circospezione* dillo che l’hai fatto apposta, dillo. Poteva avere i capelli alla Johnny Bravo o la cresta da punk colore verde fluo, ma no, l’hai fatto calvo. Lo fai apposta.
Cerco di non prolungarmi dato che ne abbiamo parlato proprio ultimamente, ma ci sono delle osservazioni molto puntuali sparse per tutto il capitolo. La scena con Lisa sulla metro è un episodio visto e rivisto che sarà capitato almeno una volta nella vita di ogni donna. E la constatazione di un messaggio diffuso con quella che viene definita “rassegnazione passiva”, l’arrendevolezza all’evidenza che domina ogni giornata in ogni parte del mondo, quella che se sei donna automaticamente certe cose devi aspettartele e sei tu a dover prendere provvedimenti per non farle accadere, costituisce un’accettazione indottrinata fin da quando si è piccole, manifestando che un modo di opporsi non esiste, che la norma non è la combattività, ma essere sottomessa. La donna che fa spallucce non sarà piaciuta a nessuno, ma è doloroso che il gesto di ammonizione ci sia anche per la donna stessa, perché forse quel rimprovero lo sta rivolgendo alla sé stessa del passato o ad una sé stessa del futuro. Perché forse lei stessa si è ritrovata a vivere una situazione simile e ciò che ne ha assimilato è lo stesso insegnamento che sta trasmettendo ad una ragazzina. È malefico il senso di remissività comune che viene plasmato.
Ma tornando alla fic (io lo sapevo che avrei deviato troppo su questi temi, lo sapevo), mi sono chiesta se quella di Izaya fosse un’osservazione sul momento o se fosse dovuta anche ad un ricordo passato. Sebbene non si sappia ancora nello specifico come sono andate le cose, anche ciò che ha fatto Kyouko, non pronunciarsi sugli stupri, è un simbolo della stessa rassegnazione passiva a cui fa riferimento. Però forse prima di intraprendere questo discorso dovrei aspettare di avere il quadro completo.
Comunque, quel che è peggio della situazione è che la differenza fra una realtà fantastica, quella della fanfic, e la nostra realtà, quella del mondo in cui viviamo, è che in un evento reale probabilmente nessuno sarebbe intervenuto in difesa di Lisa. Ed il brutto è esattamente questa realizzazione, che della scena citata la parte più inverosimile sia una mossa d’aiuto. Il fatto che, tra l’altro, ad intercedere sia un pene-munito (*guarda Izaya* ehm. Vabbè, faccio la brava, non lo dico) e quindi non solo abbiamo l’eroe del momento, ma è addirittura un uomo! Subito da fare santo! Osanniamo collettivamente un minimo di decenza umana!
E poiii. Sono felice che non si sia solo limitato ad intervenire, ma che l’abbia anche rassicurata su un discorso che dovrebbe essere ovvio, ma quando ci stai dentro non lo è, perché non lo vedi. Che le abbia detto che la colpa non è sua, che non è lei quella che dovrebbe vergognarsi, ma dovrebbe farlo chi questa vergogna ha voluto fargliela provare. Quando poi nella conversazione ha inserito le gemelline… ripeto ciò che ho già espresso in chat, ma ho raggelato sul posto nel momento in cui ho realizzato di star leggendo alcuni passaggi all’interno del capitolo non con nonchalance (io che non mi arrabbio su questi argomenti, tsè) e non con indifferenza, eppure con una sensazione di normalizzazione assurda. Non mi ha fatto strabuzzare gli occhi il dettaglio di Izaya che insegna alle sorelle come difendersi, perché (e qui raggelo di nuovo scrivendolo) è normale. Non è nulla che non abbia già visto o sentito. È una realtà concreta, vera. Cioè, ho letto tutto quasi intravedendo un realismo surreale (?) perché sono episodi autentici, ma non ne realizzi l’assurdità fino a quando non li vedi su carta o pellicola, fino a quando non li estrapoli dal contesto quotidiano.
Questo capitolo è un concentrato di temi che meriterebbero molto più che delle misere righette dove ribadisco l’ovvio, ma mi fermo qui e sul serio questa volta, perché fra le mie intenzioni non rientrava quella di scrivere un trattato su questo hahaha

Mi fa ridere che sono stata tutto il tempo a chiedermi chi fosse la ragazzina delle novel quando svelava la sua identità letteralmente al rigo successivo, con te nel frattempo che mi dicevi “cricchio, ma leggiii lo dice dopo!”
La mia Ni è complicatina. E sappi che come ce l’ho avuta con Narita per aver inserito fra i conoscenti di Izaya una semi-omonima, allo stesso modo ce l’ho con te perché l’hai inclusa in VR. Almeno Narita si era limitato a citarla, tu no, tu hai osato inquadrarli mentre interagiscono. Capisci che vedergli rivolgere la parola ad una tizia che si chiama Lisa (Risa, come l’hai scritto tu) è stato inquietante? Perché tanto di traumi questa fanfic me ne ha dati pochi.
Però devo ammettere che l’ho apprezzata, specie perché ha minacciato l’incolumità dei testicoli di Izaya (ma non si può minacciare qualcosa che non esist- la smetto) e la chicca “Come-ti-pare Stronzo?”
Approvata. Dimmi, per caratterizzarla così hai preso spunto da qualcuno che conosci? Mh?
Scherzi a parte, l’ho apprezzata anche per la sua funzione di “specchio”. È Izaya stesso a percepire l’ironia di quella situazione, è rivedere nell’altra una versione di sé stesso appartenente ad un’epoca passata e potergli dire ciò che nessuno gli ha detto quando in quella situazione ci si è trovato lui. “Impara a difenderti da sola” è un preavviso per tutti gli altri episodi in cui si imbatterà (si spera di no), è ciò che invece lui ha dovuto imparare a sue spese, perché rare sono le volte in cui qualcuno si fa avanti per prestare soccorso ad un’altra persona che ne necessita.

Passando al sogno e ai ricordi che a mano a mano riaffiorano. In verità, cerco di non soffermarmi troppo perché questa recensione sta sfidando la lunghezza dei capitoli di VR (pff, seh) e perché il tizio sulla soglia della porta è ew.
L’aneddoto sulla padella mi ha stesa. Shizuo, sei tutto scemotto. Ma trovo adorabile (ih, questa è una molestia) il sorriso inconscio e come anche nei sogni Shizuo riesca a raggiungerlo e a confortarlo senza saperlo.
C’è una frase presente nell’intermezzo dove Izaya si trova in macchina con Shirou che viene ripetuta anche qui, “perché era il genere di persona che giudica il valore delle cose in base a quanto costano” e nel contesto costruito nel sogno è ancora più affliggente. L’idea di farsi acquistare per assopire il desiderio di essere voluto, valorizzare sé stesso in base a quanto lo apprezzano gli altri. Ed è preoccupante, perché la domanda che si pone, “quanto valgo?”, immagazzina tutto ciò, come se il proprio valore fosse determinato da questo, da quanto qualcuno è disposto a dargli anche in un senso più metaforico.

“Era stanco di dare troppo a poco prezzo. Stanco di posare coperte sugli altri, stanco di tendere le braccia, stanco di chinarsi su tutte le culle per fare una carezza alle cose brutte e tristi che ne avevano bisogno. Voleva ricevere. Voleva pretendere”, “A volte si sentiva ancora come quel bambino che saliva su uno sgabello per prendere qualcosa da una mensola che le sue sorelle gli stavano indicando. Ma a volte avrebbe voluto essere lui a indicare una mensola.”
È inutile che dica quanto sento personalmente queste frasi. Non mi piace mettere di me nelle recensioni, spesso cerco di porre un distacco fra me e ciò che leggo (o meglio, è una muraglia emotiva che si erge quando racconto ciò che ho letto io, non mi piace espormiii), ma altrettanto spesso mi risulta difficile con VR, perché non ho mai sentito qualcosa di così mio nonostante non mi appartenga. È sconcertante – veramente, mi lascia allibita e mi imbarazza hahaha
Ho un rapporto strano con Izaya ultimamente, probabilmente a causa di quel famoso periodo di transizione di cui ti ho parlato. A maggior ragione per me è strano visualizzarlo così, leggere di quel lato fragile e nascosto che non ha mai voluto rivelare. Comprendo perfettamente la sensazione di avvolgere sempre gli altri nelle coperte, ma non avere nessuno che tende le mani quando è il proprio turno di essere raggomitolati e nonostante ciò continuare a prendersi cura di chi si ha davanti. Essere sempre colui che sale sullo sgabello con annesso il rischio di sporgersi troppo sbilanciandosi e cadendo. Sta impugnando il ruolo di quella figura portante che ha sempre desiderato avere fin da bambino (che tutti dovrebbero avere fin da bambini), ma che non gli è mai stata concessa. Da un lato è lodevole, ma dall’altro penso che sia un bene dire basta…? Ed è quello che un giorno farà e sarà una scelta causata proprio da questo sbilancio unilaterale. Ma quando smetterà di allungarsi per raggiungere le mensole non risolverà il problema, instaurerà un disequilibrio diverso.
E quindi, mi piace quel “un giorno non avrebbe più aspettato dieci minuti per nessuno” perché la verità è che ultimamente penso che… faccia bene? Sarebbe una specie di riscatto personale, anche se gli creerà solo danni diversi da quelli presenti ora.
Mi fa un po’ senso scrivere queste cose haha. Spero di tornare qui un giorno per rileggere questa recensione e dirmi “no, non è vero, la soluzione non è questa!” come ho fatto fino ad ora. Purtroppo con Izaya sappiamo già come finirà – mi ero ripromessa di non pensare all’epilogo o a Ketsu. Ho fallito anche oggi.
Dunque, fatto tutto ‘sto discorsone forse ora acquisirà una logica più sensata dire che a me la scena del cavalcavia è piaciuta! Specifico per non sembrare fuorviante anche qui che ad essermi piaciuto non è stato il momento spinto in sé (ew, ti prego, no), bensì l’atmosfera che aleggiava in sottofondo, l’atteggiamento di Izaya. Mi ha conquistato il mood “anche io voglio pretendere di ricevere qualcosa” fasciato da quel tono rabbioso.
… Il problema è che la scena me l’ha fatto odiare per il contesto. È un lato di Izaya che mi farà incavolare (I’m ready), ma che vorrei vedere in altre circostanze, non di certo… in questa roba qua. Mi è piaciuta l’intensità di ciò che stava provando e come lo stava provando, ma vorrei che non si aggrappasse agli eventi sbagliati.
… Vabbè, sto fresca allora.

E arrivo all’ultima parte (*osserva il conteggio parole* oh shit, devo stringere).
Il fatto che con quei soldi ci abbia comprato l’orologio di Shizuo gnn.
Vabbè! Mi concentro sugli argomenti più felici!
Quest’ultimo pezzo è stato veramente una boccata d’aria. I POV di Izaya sono sempre talmente soffocanti, speravo che nel mezzo o alla fine ci fossero delle pause per riprendere fiato. Questo capitolo è straziante, eppure tutte le volte in cui appariva qualche accenno alla shizaya sorridevo come una scema davanti allo schermo. Tralasciando che il lato tsuntsun di Izaya mi fa schiattare e il momento in cui ha ringraziato il cielo che Shizuo non gli avesse chiesto di uscire per Natale altrimenti sai che problema, grande liberazione non avere un appuntamento (mpf, Izaya), ecco, accantonando che già qui stavo morendo, poi sono rimorta subito dopo alla parte del camion dell’immondizia. Shizuo ormai lo insulta anche involontariamente, è proprio il mio idolo, il mio modello di vita. Un’aspirazione.
Anche se quel “dimentica” alla fine, ugh.
L’ho scritto anche nella recensione del capitolo precedente a questo, ma riconoscere finalmente il bisogno di potersi fidare di qualcuno quando non ha modo di fare affidamento su sé stesso è così importante ed è altrettanto essenziale che riscontri questo ruolo in Shizuo, proprio perché anche se edulcora la pillola resta sincero e non gli nasconde la verità. Importante specie perché questo capitolo è l’esempio incontestabile che Izaya percepisca un distacco verso sé stesso anche quando è cosciente. Per tutte queste pagine viene illustrato che non ha appigli attendibili. C’è sempre un “Shinra aveva detto”, “Hideki aveva detto” mai un “Izaya aveva detto.”
Meno male che io, invece, avevo detto che mi sarei concentrata su argomenti più felici. Ho sviluppato una concezione molto atipica di “felicità”. Devi avermi influenzato tu, sei stata una brutta compagnia.

Mi avevi detto che in questo capitolo compaiono tutte le personalità di Izaya, di conseguenza mi sono armata di tanto intuito e di una buona dose di pazienza per arrivare alla conclusione che… non ne ho beccata nemmeno mezza.
Sssscherzo. Qualcosina ho trovato, credo.
Lucian penso che sia quello più scontato, vbb. Poooi. “Izaya avrebbe voluto dire un nome, un nome curioso che un tempo lo riempiva di vanto, come se fosse un titolo regale; avrebbe voluto dirlo, ma gli sfuggiva, sulla lingua diventava estraneo come quel luogo. Perché nelle pagine illustrate del suo libro, il bosco era luminoso e di un verde brillante, un bosco delle fiabe, come quello che aveva preteso di allestire in camera sua copiando gli alberi di cartapesta di una recita. Ma quello non era il suo bosco, si era perso. Quello era un bosco pieno di cose brutte e tristi, mentre nel suo erano belle e felici” immagino che sia un riferimento a Pymbor e mi hai illuminata sul fatto che le metafore in cui citi copertine e culle fossero di Pym insieme ai momenti in cui dice “i suoi genitori sarebbero stati fieri di lui” e frasi affini, mentre Bor mi è venuto in mente durante il litigio a casa.
Deduco che Il Mago sia il barbone nel sogno, ma anche questo viene fatto presente in modo abbastanza esplicito (“Non aveva badato al fatto che il barbone si fosse sollevato da un manto nero puntellato di stelle, né che sotto indossasse un accappatoio a mo’ di tunica, né che in testa avesse un cilindro. Era lui quando da piccolo si travestiva da mago” e anche “Un cane tenuto al guinzaglio da un cumulo di cenci che non avevano notato, perché allo sguardo sembrava solo un angolo più denso di buio, come un groviglio, uno scarabocchio nero” immagino che faccia riferimento al ragno).
Il serpente, sarà per le tematiche sessuali onnipresenti in tutto il capitolo, ma lo vedo sparso un po’ ovunque, specie nel sogno quando il tipo sul divano inizia ad offrirgli dei soldi (mi ricorda molto la frase che dice nel capitolo 16, “Era come dicevo sempre, l’amore si compra con il corpo. Dai e ricevi, ricevi e dai”).
Abbandono, sarà semplicistico, ma lo vedo all’inizio, nel flashback del capitolo 29… eee non mi ricordo più se avevo beccato altre frasi. Il Muto non saprei dove individuarlo se non quando fissa Hideki in silenzio haha anche se così facendo intacca la scena in cui è presente Lucian.
Isa mi è venuto spesso in mente nelle parti in cui sbraita, ma in particolar modo nella scena del cavalcavia.
Non manca più nessuno ♫ solo non si vede… Daniil.
Ho riletto il capitolo più volte.
Mi sono arrovellata le meningi.
Ho chiesto consiglio al sommo soffitto.
Ma non lo trovo. Mi sento come il padre di Nemo. Se non si vuole far trovare, restasse in Siberia – nu, scherzo. Daniil e Isa sono i miei preferiti, a maggior ragione mi dispiace non scovare neanche un indizio.
Proprio non si vuole fare trovare da me. Perchééé. Dove seiii. Где ты? (Prima che tu lo chieda, no, oltre al morse non mi è stato insegnato anche il russo e , mi sto affidando all’ampia saggezza di internet. Spero che non sia come in cinese dove se sbagli un accento finisci per dare della cavalla a tua madre. In caso, sei un tenero pony.)

In conclusione, posso affermare che questo capitolo si è dimostrato essere come stavi attentamente cercando di suggerirmi ancor prima che iniziassi a scriverlo: uno strazio.
Come al solito, offendi i tuoi pargoli senza ritegno. “Questo capitolo fa schifo”. Tuuuu fai schifo. Come ti permetti di insultare i tuoi capolavori? Mh? Vuoi tirare fuori lo Shizuo che è in me (ohoh~)?
Personalmente, non l’ho trovato pesante – o meglio! I temi sono giustamente delicati, perciò il capitolo strascina con sé un peso considerevole, ma non l’ho trovato affatto noioso, anzi! Istiga quella curiosità che ti rapisce tenendoti incollata allo schermo perché vuoi saltare subito al rigo successivo per sapere cosa sta succedendo.
Ma poiii lasciatelo dire: tu sei un genio. Come ti è venuta in mente la struttura a fermate? L’ho amata. La sovrapposizione fra le tappe reali e quelle presenti nella mente di Izaya è brillante. A volte mi chiedo dove trovi l’inventiva per scrivere i capitoli con dei determinati schemi. E oooh, “Penultima fermata. Capitolo 27.” È genialeee.
Ah, e anche qui, non mi ripeto perché l’ho già detto nei vecchi capitoli, ma adoro quando Izaya si focalizza sul mondo esterno studiando gli altri.

Non ho commentato tutto perché su alcune cose non gliewwwwwwwla faccio. Specie il tizio creepy e il particolare di aver capito che davanti ha un minore… è rivoltante. Ma tanto ti sei sorbita già troppo, lo vedo che stai tirando un sospiro di sollievo perché finalmente sto per concludere questo Rotolone Regina. Ero pure un po’ titubante sul lasciare una recensione perché meh vorrei focalizzarmi sui cHAPPY come li hai chiamati tu, sul fluff. Give it to me, my body is ready.

Prima di andarmene (ehi, non spintonarmi, un attimo di pazienza!), volevo dire una cosetta che è slegata da questo capitolo, ma si estende per tutta la fanfic in modo generalizzato.
Arriverà un giorno in cui questa bellissima opera avrà la sua conclusione (se spera) e allora io me la rileggerò per l’ennesima volta (oh cielo) perché finalmente quando tutto avrà senso potremo capire anche i pelucchi più nascosti e che fino ad ora non abbiamo notato, attribuendo a ciò che abbiamo letto nuovi significati. Ho sentito spesso parlare di persone che rileggono quel libro specifico che gli ha cambiato la vita e gli è entrato nel cuore, perché ogni volta dona qualcosa di diverso benché le pagine restino invariate – raramente è capitato a me, l’unica eccezione fino ad ora è stata il Piccolo Principe, che ormai è un libricino che rivisito a cadenza regolare (pssst, la me 14enne rimase molto sorpresa di trovarlo citato proprio qui. Che poi, reputo azzeccatissima la scena della volpe per Izaya) … e non posso saperlo con certezza, ma sento che VR è pericolosamente vicina a diventare questo. In un certo senso, ci sono praticamente cresciuta con questa fanfic. La prima volta che l’ho letta ero una ragazzina quasi uscita dalle medie e dentro ci vedevo tante cose, ma non tante quante adesso. Ad ogni rilettura si accumulavano nuove considerazioni e ne ricavavo tanti altri concetti, altri pensieri che prima non percepivo. Mi piace pensare che sia una storia che evolve insieme a noi. Quindi, nulla, spero vivamente di poterla vedere finalmente completa un giorno (a parte che sarà sicuramente una grande soddisfazione per te!) e di poterla rileggere da capo ancora e ancora e ancora. Non importa quante siano le riletture, non importa quante siano le volte in cui mi immergo fra le stesse pagine, per me VR è sempre stata (e spero che sarà sempre) una di quelle storie che non mi stancherò mai di rileggere. E lo so, ogni volta ti riempio di complimenti, ma lo faccio da lettrice molto affezionata. Sai bene quanto sia precisina (lo sai), quanto sia pignola (lo sai), quanto mi soffermi sui particolari e quanto spesso in passato mi sia capitato di storcere il naso perché non trovavo mai qualcosa che mi soddisfacesse pienamente - ma con VR è successo. Mentirei se dicessi che mi sia sempre andato bene tutto (vabbè, e che non sai nemmeno questo? Quanti PM ci siamo scambiate anni fa sull’orientamento sessuale di Shizuo? Quante conversazioni sul fatto che Izaya fumasse? Parliamo di secoli or sono), ma in realtà io la fanfic la ringrazio anche per questo… per non avermi dato le cose a modo mio, perché per una volta il mio lato puntiglioso si è fatto da parte dicendo “ah, ma sai che così non è per niente male?”, a spronarmi a vedere le cose non solo com’erano prefissate nella mia testa, ma anche da altre angolazioni che non sapevo di gradire… e non è che l’abbia mandato giù passivamente, sono decisioni che ho accettato perché ho scoperto che mi piacciono anche così (anzi, lo stupore è stato scoprire che così mi piacciono perfino di più).
Che parafrasi assurdamente lunga per dire che ho visto del potenziale nel trio Izaya/sigarette/Shizuo.

Iiiih. Ho finito.
E mannaggia alle note. Mi hai fatto aprire un link (…) contenente un asmr (…) pessima, sei pessima.
Dalle mie elucubrazioni è tutto. Vado a… chiudere gli occhi.
Bye bye bii.
 
P.S. “Perché non poteva farsi i fatti suoi, già che ne aveva troppi?” Io 🤝 Izaya (ew. Dopo la mano me la lavo).
Recensione alla storia Bloody Fangs - 16/02/21, ore 09:36
Capitolo 2: Capitolo I
Hi there!
Sono una lontana semi-conoscenza (?), nonché lettrice di vecchia data – o meglio, seguivo la precedente versione di questa storia ed ho sempre sperato che tu la riprendessi. In passato mi sono anche imbattuta in delle one-shot che hai scritto e le ho adorate tutte!

Ho detto di aver letto la versione antecedente a questa, ma in realtà ormai è passato talmente tanto tempo che ricordo poco e niente, a parte che avessi avvisato fin da subito che fossi incerta sul renderla una ff shizaya o meno. Qui invece sei partita con le idee chiare, me happyssima. E poi, leggo bene. Leggo lemon. Già mi sto sfregando le mani, sappilo.
Mi hanno sempre attirato le ff con le versioni vampiro e cacciatore di Izaya e Shizuo ed è da un po’ che non ne leggo una. Quindi, a maggior ragione, sono lieta che tu abbia voluto riprendere la storia.

Il prologo mi ha intrigato parecchio, però argh, compare gente morta. Sì, potevo aspettarmelo, ma la me dall’attaccamento facile ai pg di Durarara non regge. Saki rientra proprio fra quelli che preferisco, tra l’altro. E la ritrovano pure con la testa mozzata, ma allora è una costante! Tenete lontano Shinra o qua ci scappa la ship.
Apprezzo molto che tu faccia apparire vari pg dell’anime, inclusi quelli meno noti, dato che spesso vengono completamente eclissati da quelli più popolari. Certo che, prima Saki, ora Shuji con il braccio amputato. Izaya, comportati bene altrimenti Shizuo ti taglia il-
Stiamo ancora all’inizio, quindi forse è un po’ prematuro dirlo, ma per ora mi piace tanto come li stai caratterizzando, mi sembrano molto IC (sicuramente Izaya che già dal prologo rovina le vite dei poveri abitanti lo è), quindi mi ha sorpreso che tu pensassi il contrario.
Pure Haruna morta! Mi stai massacrando tutte le ragazze di Durarara, adesso temo per l’incolumità delle prossime comparse.
Noto che fai tanti riferimenti a vicende ed avvenimenti che accadono nell’anime, la mia ossessione con il canon non può che gioire. Infatti, la parte della cicatrice sul petto mi ha strappato un piccolo urletto. Ma poi, si sono incontrati subito! Non so perché, ma mi ero convinta che li avresti fatti incrociare direttamente nel capitolo successivo.
(E lo chiama “pulce”! Altro urlo.)

Perché eri così agitata per il primo capitolo? Don’t be!
Non penso che sia presunzione ammettere di essere migliorati, sai? Significa essere obiettivi. E credo che sia fondamentale notare i propri progressi a prescindere dal tipo di passione. Un po’ di sano autoriconoscimento e alta autostima che di sicuro non guastano mai, ecco! Purtroppo incappo sempre in persone bravissime a scrivere, disegnare, insomma, che coltivano il loro hobby con grande dedizione, ma non si rendono minimamente conto della loro bravura.
L’ho già specificato all’inizio della recensione, non ricordo com’erano organizzati i capitoli anni fa, perciò mi è un po’ impossibile fare un confronto. Però, mi piace l’introspezione, tantissimo! Soffermati quanto vuoi, sono sicura che non sono l’unica ad apprezzare.
Ad esempio, mi è piaciuta molto la parte in cui ti sei soffermata sulla rabbia di Shizuo, esponendo come si sente al riguardo e di come solo dopo molti anni abbia imparato ad adoperarla in modi che possano giovargli, anche se lui stesso sottolinea che rappresenta un’agevolazione unicamente nel momento in cui si ritrova davanti ad un nemico, mentre di contro, davanti a tutti gli altri, si ripresenta il solito dilemma, ovvero che non ha idea di come padroneggiarla. Mi sono innamorata del suo personaggio fin dalla prima volta in cui l’ho intravisto sullo schermo, adoro quando gli autori e le autrici delle fanfic mi permettono di farmi un bel giretto nella sua testolina. Quindi, grazie!

Ma aaargh, perché hai osato scrivere che ci saranno “dettagli importanti”? Dannata, non si fa. Io mi ci lambicco il cervello su ‘ste cose.
Mi sto dilungando troppo, nevvero? Perdonami, le recensioni sono l’unico momento in cui la mia loquacità mostra segni della sua esistenza, per il resto fa la timidina.
Okay, mi dileguo. Spero di vedere presto il prossimo aggiornamento e ribadisco che sono felice che tu abbia finalmente deciso di riapparire su EFP con questa storia.
Alla prossima!

P.S. “Mi dispiace, non passo di là. Addio”, un finale più straziante di Ketsu.
Recensione alla storia Violent red - 16/02/21, ore 09:25
Capitolo 33: Capitolo 32
*fissa la pagina per minuti infiniti* ma Shizuo gli ha veramente commentato il…

Ehi, tu!
Ho deciso che da oggi ti saluterò in questa maniera. Non sono ttttenera? Così adesso sei obbligata a spiegarmi l’inside joke fra Fujiko e Nobu (ripeto: non sono tenera? Ah no?)

Torno subito alle mie vecchie abitudini, riprendendo ad insultarti. “C’è una scena troppo lunga che volevo tagliare” MA TU SEI PAZZA. Oltre al fatto che hai pure osato dire “nOn Mi PiAcE iL CaPiToLo” gne gne. Fanno bene le ragazze del forum a volerti picchiare. Vado a passargli le mazze chiodate ed i forconi insieme alle torce.
Li tratti troppo male i tuoi pargoletti. Be proud of them. Guarda che ti levo l’affidamento, eh.

Io lo dico subito: non rispondo più delle mie azioni. Izaya sta diventando troppo… abbiamo stabilito che “adorabile” è un insulto, quindi posso chiamarlo così.
Izaya sta diventando troppo adorabile. Sento di star sconfinando nell’OOC.
*si preme i palmi sulle tempie* Perché mi hai fatto questo? Cos’hai fatto alla mia testa?

Dopo questo capitolo, sappi che la prossima volta che mi dirai che sono carina o qualsiasi altro aggettivo che si avvicina anche solo minimamente a questo, ti denuncio per molestie. Razza di vecchietta pervertita, mpf.

Fujiko e Nobu sono praticamente la shizaya da coniugi, sto male. E Shizuo che non sa mentire mi fa schiattare. “Ricambia”. Ah, e quando hai detto “Sua madre era il tipo che poteva sfilare in prima linea in un corteo del Gay Pride, sfoggiando una maglietta con uno slogan imbarazzante mentre reggeva in alto la bandiera arcobaleno” mi è tornata in mente la mamma di Mikey di Queer as Folk! Adesso mamma H la immagino così.
Apprezzo sempre tantissimo il modo in cui riesci ad incastrare VR e canon, i riferimenti alle novel sono talmente così on point, anche sui pelucchi più nascosti. In questo caso, Shizuo e il fatto che gli piacciano le donne più grandi.

Sai che non mi aspettavo minimamente il coming out? Ma zero proprio! Invece sono felice che questa storia contrassegni anche quegli aspetti che costituiscono delle fonti di disagio per chi non rientra nei criteri preimpostati da una società governata da un sistema prettamente eteronormativo. È uno dei tanti aspetti di questa magnifica ff che la rende più realistica.
È importante specialmente ciò che fa Nobu, perché assumere l’orientamento sessuale e l’identità di genere di chi abbiamo davanti è una realtà tangibile anche fuori dal mondo di fantasia, quindi ho apprezzato il suo discorso, nonostante si stesse accusando eccessivamente – ma è positivo che l’abbia capito. Anche se erano tutt’altro che frasi da interpretare con un senso di malizia, il suo comportamento provocava ugualmente una condizione scomoda per Shizuo. Non ci si può fare nulla e forse è sbagliato che se la prenda così tanto con sé stesso, ma lo reputo un bravo paparino per aver decifrato la situazione. Fatti dare una bella carezzina sulla testa pelata.
(Lo so che è tutta una copertura per farlo sembrare inoffensivo mentre in realtà ci sta tendendo un agguato… lo so… io lo so…)

Far trovare i porno a Fujiko e Kasuka, questa è la più grande malefatta che tu abbia concepito in VR.
E wow, per una volta un’idea di Izaya non ha portato con sé drammi e raccapriccio, ma solo gratificazione. Inconcepibile.
Come viene fatto notare, so che Izaya e famiglia Heiwajima rappresentano due mondi troppo lontani per incrociarsi, ma sono scema se continuo a sperarci un filino?

Nel primo paragrafo si ripresentano allusioni al rancore di Shizuo verso Fujiko. Ne abbiamo già parlato, ma è ingiusto che rivolga quell’accusa a sua madre, quella di non aver salvato Izaya. Ma non è solo questo, l’illusione citata non è solo legata ad Izaya, ma si annoda ad altri temi più pertinenti con Shizuo.
La visione che aveva Shizuo di sua madre era quella del genitore vestito con calzamaglia e mantello, una supereroina in grado di riparare qualsiasi strappo. Ciò che sta sperimentando ora è la caduta di una figura altamente idealizzata, a cui lui era rimasto aggrappato sebbene fosse una visione un po’ infantile. Appunto, sua madre non è dotata di quell’effetto salvifico come crede, lo stesso che vorrebbe avere lui, ma nessuno lo ha. Comprenderlo è una consapevolezza forse triste, ma giusta, era necessario che questa realizzazione anche se sofferta ci fosse. È un’ignoranza tenera da parte di Shizuo, anche se sbagliata, ma ciò che non può sapere è che non si può riporre tutto il peso della vita di una persona su uno specialista, perché ci sono tanti altri fattori che entrano in gioco. So che è un discorso più esteso e che affronterai meglio, per ora mi limito a dire che Izaya non ha creato qualcosa che prima era assente, ha semplicemente fatto emergere quelle crepe a cui ci siamo riferite, a renderle più leggibili. Nessuno è perfetto e mamma H non è un’eccezione. Capirlo e separarsi dalla proiezione a cui è rimasto ancorato per così tanto tempo è difficile, ma è anche un passo per separarsi da quel bambino con cui condivideva questa rappresentazione, significa crescere. Insomma, Izaya ha fatto un po’ da kryptonite, ma quella scheggia nel vetro a cui si riferisce Shizuo è ciò che rende visibile una realtà esistente fin dal principio: la realizzazione che il vetro può rompersi ed è privo di quel potere insormontabile che gli veniva attribuito. Shizuo ha solo commesso l’errore di accorgersene quando la lastra era già stata frantumata, ma non stiamo qui a fargliene una condanna.

Sui nostri piccioncini. Lo ripeto, ma mi fa troppo ridere, la gelosia di Izaya mi spacca. “È disperata”, certo, come osa questa sfacciata presentarsi in tuta con i capelli bagnati. Tentativi di seduzione così spavaldi, che piani malvagi architettati con così tanta accurata minuziosità. Shizuo, fai attenzione, oggi è il phon, domani il sale…
E ancora che fa lo tsuntsun alla ricerca di conferme? Ma come pretendi che ti capisca se gli dici le cose per vie traverse, ceh, appunto, Shizuo è quel tipo che se gli chiedi “quanto fa 2 + 2?” ti risponde “pesce”, mi dici come puoi presumere che ci arrivi se non gli comunichi le cose in modo direttooo- ah, giusto, non sarebbe Izaya.
Mi autocito: “Se non glielo spiega, facciamo prima a sperare che ricrescano i capelli a Nobu.”
Ormai prendo troppo in giro Shizuo, io una volta non ero così. Colpa tua.

È stato un tale patato con l’idea dell’albero e quando una volta terminate le decorazioni gli ha agguantato la manina facendo ciondolare le loro braccia insieme. In più, i pensieri sulla seconda prima volta, aw. È un cucciolone. E quando gliela descrive ad alta voce! Ero completamente liquefatta sul pavimento. Vai, Shizuo, sei il nostro telecronista preferito, keep going.
Izaya che gli ha fatto un regalino- ah no, giusto, non era un regalo, solo una reazione automatica, certo, Izaya, certo. Sono sicura che Shizuo saprà far scemare il fatto che ci sia rimasto male per non aver ricevuto un pensierino a sua volta. E uhuh, i riferimenti a Ruben Andyou.

“Mi piacciono le persone”, Izaya said bi/pan rights. Lo trovo veramente molto IC! Anche la risposta in sé. Mi fa ridere che però Shizuo sia rimasto sorpreso sentendo che gli piacciono le ragazze (non ci crede nessunooo), con gli occhi sgranati addirittura. Sto male.
E il fatto che l’essere attratto dagli uomini gli dia fastidio perché, per carità, sia mai avere degli impulsi capeggiati dagli ormoni su cui non può spandere il suo controllo. Quanto raccapriccio.
Noto che ci sono dei rimandi a Mikage! La mia curiosità scalpita senza ritegno. Donnah, io voglio sapere cos’è successo.

Questo capitolo mi ha squagliato le viscere, sappilo e sentiti colpevole, è a tutti gli effetti un tentato omicidio. Ma capisci, gli ha baciato il pancinooo e gli ha detto che è bellissimooo io- okay, respiri profondi.
Izaya imbarazzato che si nasconde dietro il sarcasmo, adorabile (è un insulto, ricorda) (e sì, ci godo a vederlo in difficoltà, pensavo che ormai fosse chiaro).
Ci sono parti molto più sottili che mi hanno ugualmente devastata, ad esempio quando si avvinghia a Shizuo stringendo fra le dita la stoffa della maglietta pensando “ah, è questa la felicità”, sì, Izaya, è questa, io ci muoio su ‘sta robaaa
E, insomma, tutte le parti in cui teme di abituarsi alla sensazione di protezione che propaga Shizuo, perché come farà poi a tornare a proteggersi da solo, dopo essersi abbandonato alle sue cure? Mi conosci. Questi spezzoni mi fanno male. Ma male male male.

A “cosa ti piace?” sono scoppiata. È un capitolo che si sofferma su tematiche che spesso e volentieri vengono ignorate, coming out, masturbazione… per questo ho apprezzato che Shizuo gliel’abbia chiesto, per imparare a conoscersi e ad esplorare cosa fa stare bene l’altro, è proprio una cosa da coppietta che sta agli inizi. Io ci sclero su queste robe, racchiudono il desiderio di costruire un altro tipo di intimità, sono gesti che implicano pensieri come “voglio farti stare bene” e “voglio che ti piaccia”. Sì, era una scena smut e mi ha intenerito lo stesso.
Negli ultimi capitoli hai inserito molte scene più naturali. Mi piace che tu stia tastando bene questa parte, i loro primi passetti e anche come si approcciano a determinate problematiche, che rappresentano un macigno indipendentemente dall’età, ma penso che specialmente perché sono adolescenti potrebbero incappare in ulteriori difficoltà su come gestirle, d’altronde anche da adulti non si sa mai veramente bene come muoversi.

Ogni volta che Shizuo cerca conferma chiedendo “mi fermo?”, “vuoi?”, “posso?” o anche “ti piace?” muore una fatina e quella fatina sono io.
Quant’è tenero che non abbia pensato neanche lontanamente a procurarsi del lubrificante? Che uomo puro. L’albero dovevano fare e l’albero hanno fatto. Possibile che io lo trovi dolce pure mentre fa porcate? È che si impegna con così tanta dedizione per mettere Izaya a proprio agio, per far sì che gli piaccia, è un patato.
Hai anche inserito Izaya che arrossisce. Izaya imbarazzato è un altro dei miei grandi kink. Adoro che stia iniziando a lasciarsi andare e soprattutto che non provi vergogna quando è con Shizuo, perché con lui non ne ha motivo. E quando è tutto spaesato dopo che Shizuo gli ha detto che fa dei versi teneri ed entrambi stringono un po’ di più la presa sulle manine aaaaa
Quando gli ha detto “urla” volevo urlare iooooooooo
*agguanta un foglio per sventolarsi il viso*
Però la parte in cui dice “doveva chiedere a Shinra” mi ha fatto troppo ridere. Povero Shinra.

Tutta la parte finale mi ha straziato, a partire da Izaya che risvegliandosi e capendo che a cingerlo fosse Shizuo, finge di non essersi ancora ripreso per “rubare” altri attimi di quel momento – al che avrei tanto voluto dargli tante di quelle mazzate che rimando da un po’, perché l’idea che non si senta in diritto di ricevere queste premure al punto di credere di star commettendo un furto mi strazia.
Qualche rigo dopo c’è un concetto che trovo mooolto importante, sarebbe quando Izaya riconosce quanto sia essenziale credere nelle parole di Shizuo, di affidarsi alla verità che può riportargli per colmare ciò che lui non può ricordare, indipendentemente che possa piacergli o meno, ed è una considerazione che trovo basilare e determinante per la loro relazione, che delinea il proposito di volersi fidare di lui.
Anche qui, c’è molto del discorso che ho intrapreso la volta scorsa, quello di sapersi muovere all’interno di una conversazione delicata in modo opportuno, capendo quando è il momento di alleggerirla per allentare la tensione. Ciò che fa Shizuo è ammirevole e soprattutto non trovo da poco imporsi di dover mantenere la calma cercando di edificare una bolla di protezione, una difesa che si fa spazio tramite le battutine sarcastiche per tranquillizzare Izaya.
I commenti ironici sul tappeto mi hanno steso e anche quando Shizuo sussurra alla sua adorabile (è un insulto!) pulce canterina “non ho i soldi per comprare un’altra radio” facendolo sorridere – per il solletico, certo, Izaya.
Che sono rimasta sorpresa per la canzone te l’ho già detto, anche se ormai non dovrei più sbalordirmi quando la mia vita e VR coincidono trovando un punto d’accordo haha

Vederli distesi sul letto accoccolati, mentre si sfiorano le dita sul petto di Izaya, mi ha dato il colpo di grazia. È che suona tutto così naturale, le carezze, loro che nel frattempo parlano mentre si toccano delicatamente...
E amo il loro modo di, come l’hai espresso tu, “essere shizaya anche nel fluff”, camuffando tutto dietro insulti che incitano all’odio, quando in realtà sono uno più cotto dell’altro e lanciarsi offese che velano premure è la loro maniera complice di comunicarsi “guarda che ci tengo a te” e “mi piaci”.

L’insicurezza di Izaya continua a fare le sue apparizioni imperterrita e io continuo a ridere perché questo bambolotto non vuole ammetterlo neanche a sé stesso – non sarebbe Izaya, se no.
Ma! Izaya indignatissimo che fa ridere Shizuo mi scioglie. Il suo sarcasmo serve a una (1) cosa buona.
Mi ha fatto schiattare che sia riuscito a scassargli i cocomeri pure mentre era dissociato e Shizuo che si è sforzato ugualmente nel tentativo di soddisfarlo, andando a ripescare la marmellata ai mirtilli, che ciccio. Comunque, hai perso la tua occasione per far bere ad Izaya la tisana al finocchio, questa me la lego al dito (amen. Più tisana al finocchio per me).

Ora che ho terminato di dilungarmi su quanto mi facciano vomitare questi due e sulle bevande che consumo prima di coricarmi, posso passare ad argomenti più gne.
Anzitutto, anche nello scorso capitolo, viene manifestato in modo abbastanza esplicito quanto Izaya sia nervoso. Qui viene esibito fin da subito, facendo intuire che la sequenza di domande poste a Shizuo fossero un metodo per eludere i baci e aggirare la possibilità di arrivare a fare altro. Grazie a questa grande tecnica adesso Shizuo sa quale bestemmia ha osato dire Izaya alla Madonna quando era solo un misero nanetto di sette anni - ma era animato da nobili intenti! Izaya è un grande compagno di lotte femministe since 2007, quando anche io ho iniziato a scassare le scatole a chiunque sulla percezione della figura femminile. Già mi ero stancata della società patriarcale.
OT: A proposito, mi viene da ridere tutte le volte che becco un filo connettore fra VR e la mia vita, ma durante la quarantena mi sono messa a leggere i Vangeli (non fare domande, come vedi la reclusione mi ha portato via la salute mentale – ah, già prima non l’avevo?) e posso dire che Gesù è parecchio… antipatico. Dirò antipatico.
Però sono fiera e anche rincuorata che Shizuo l’abbia capito immediatamente, da quando hanno messo piede nell’appartamento – e non solo, il fatto è che ci sia dovuto arrivare Shizuo, perché Izaya invece non mi sembra che l’avesse propriamente capito, nonostante i palesi segnali psicosomatici. Ci sono parti poste poco dopo l’inizio del primo paragrafo che trovo addirittura disturbanti, perché da come si esprime risulta chiaro che interpreti il sesso come un obbligo, che debba essere forzato, non capendo che ha il diritto di dire no, che non è un dovere. Come ti avevo già detto in chat, a tratti è come se sentisse di dover ricoprire il ruolo di essere lì per quel motivo, unicamente per quello scopo, per accontentarlo. Ha una concezione secondo la quale il sesso è qualcosa che deve subire in modo passivo e invece non è così. Fa male non solo perché sappiamo da cosa nasce questa ideologia, cosa lo costringe ad arrivare a questa conclusione, ma è logorante pure perché Izaya stesso non si dà tempo, che sia il primo - l’unico, in realtà – ad essere deluso di essere sollevato una volta compreso che a casa di Shizuo non voleva farlo, come se potesse comandarlo e soprattutto perché una volta realizzato si autoimpone di volerlo… perché non desiderarlo nella sua mente concretizza l’eventualità che Shizuo si stanchi di lui e possa andarsene.  Inoltre, ci sono dei lampi in cui non sembra proprio comprendere che ha attraversato dei traumi e che hanno avuto delle ripercussioni su di lui, che non voglia permettersi di poter stare male per questo, ma li percepisca solo come un peso in quanto costituiscono un blocco nell’ambito in cui crede che, se non ha nulla da offrire, allora non sta dando alla persona che ha davanti dei motivi sufficienti per rimanere. Questo è anche ciò che sollecita avversione verso la vicina, perché al contrario potrebbe concedersi a Shizuo senza problemi, come se poi l’unico motivo valido per invitare il proprio ragazzo a casa sia per scopare e basta, stare insieme per godersi la compagnia reciproca in altri modi non esiste nella testa di Izaya. È anche un blocco che gli infonde tanto astio e disprezzo verso sé stesso proprio perché il suo vissuto edifica un impedimento per la loro relazione, la convinzione radicata che le sue siano solo complicazioni che gli fanno rovinare tutto. Ma non sta rovinando niente.
Il problema di Izaya è che è ancorato alla credenza di star facendo la vittima, senza realizzare che è una vittima, con dei traumi alle spalle ed ha tutto il diritto di essere abbracciato e confortato al riguardo.
Gli ho riservato un mini applauso per averci voluto provare, perché è positivo che voglia sbloccarsi, ma ciò che dovrebbe comprendere è che ci vuole calma… che è normale se la prima volta non funziona subito… e sono molto molto felice perché averci voluto provare denota che in quel momento si sentisse abbastanza al sicuro da poter fare un tentativo, e quel sentimento di sicurezza scaturisce proprio dal fatto di trovarsi con Shizuo. Comunque, spero che questo tontolone capisca che non bisogna fare tutto per forza e di fretta (faccio prima a sperare che a Nobu ricrescano i capelli pt2)
Che poi, mi innervosisce che ora si siano aggiunti pure i messaggi che gli stanno piazzando in testa delle idee fasulle sul suo conto e mi fa ulteriormente rabbia che, pure qui, non riconosca che ha il diritto di aprirsi sulla cosa! No, per carità! Farlo sarebbe un pensiero sleale. “Sleale”, you mean, sfogarsi come fanno normalmente le persone, su una situazione più che seria e su cui senti la necessità di confidarti? Spero che gli insulti glieli stia lanciando tu, perché io li ho esauriti.
Aggiunge pure che ciò costringerebbe Shizuo a consolarlo invece che a prendersela con lui, perché teme che poi gli farebbe schifo. Pls, stai solo facendo scampare la gogna a chi meriterebbe di ritrovarsi altro tagliato. Men are trash.
Vado a farmi la tisana, va’.

Invece, su Shizuo. Io lo so che è una cosa banale o che, perlomeno, dovrebbe ritrarre la norma, quindi non dovrei stare qui ad esultare “ooh, ma che bravo!”, però il fatto che lo rassicuri dicendogli che se nel mentre ci ripensa deve dirglielo, mi riempire il cuore. Sono contenta che glielo dica proprio perché Izaya non ha la benché minima comprensione di quanto sia elementare il consenso, ma neanche lontanamente. Perciò, anche se Shizuo sta ribadendo l’ovvio, per Izaya non lo è.
Anche quando gli chiede se è sicuro di voler continuare, mentre ha la mano intrecciata alla sua sul materasso e Izaya gliela stringe con determinazione per dirgli di sì- questi due stanno creando un rapporto troppo bellino ed intimo e, appunto, quel “mi fido abbastanza e mi sento abbastanza al sicuro da continuare e mettermi alla prova” che ho citato prima è fondamentale, penso che sia stupendo.

Su quanto ha capito Shizuo… ne abbiamo già discusso, ma vorrei esprimermi anche qui (perché tanto sto parlando da pochissimo, eh, saranno passati giusto dieci mesi dall’inizio di questa recensione, infatti è Capodanno e stiamo per accogliere il 2022). Dire “capito” forse è eccessivo, dato che può ipotizzare tutto ciò che vuole, ma non potrà mai veramente saperlo a meno che la verità gli venga rivelata e non è questo il caso, per ora. Però, ha sicuramente intuito qualcosina, o almeno, io credevo che avesse fiutato una pista già da un po’. Sia per ciò che ha visto nel CD e mi riferisco ad una scena in particolare, sia per il sogno che ha fatto proprio dopo aver visto la suddetta scena del CD, sia per molti dei comportamenti che sfoggia Izaya e non sto alludendo solo agli arresti improvvisi mentre combinano zozzerie. Sono tutti hint che, acciuffati qua e là, compongono delle colonne portanti di una teoria che fa presagire che a Izaya sia accaduto qualcosa. Per questo non trovo irrealistico che Shizuo stia cominciando a domandarsi se i suoi dubbi sono fondati o se sono solo paranoie, specie ora che sono fidanzati (uh mamma, quanto fa senso scriverlo). Trovo molto buono che si sia spronato ad introdurre il discorso e a portare a galla i suoi sospetti. Credo che la reazione di Izaya, quella di sviare momentaneamente la domanda, sia già di per sé una risposta, ma considero ammirevole che non si sia del tutto sottratto alla conversazione e che anzi, si sia sbottonato sulla possibilità che possa accadere di nuovo. È così importante questo passaggio, perché sta andando verso di lui dopo averlo rimandato da troppo tempo, perché si sta fidando, perché quella minima parte di verità che gli sta concedendo è già tanto. E come avevi detto tu, è una fiducia ripiegata su un doppio strato, perché Izaya non sta negando. Gli sta solo dicendo che non è pronto lui.
“Sono strano”. Tu sei tutto scemino, altroché.

Non trovo meno rimarchevole come Shizuo abbia saputo mantenere la calma. Si è contenuto, arginando la propria collera, perché in quel momento doveva dare la priorità a come si sentiva Izaya. Lo trovo considerevole proprio perché conosciamo bene le evidenti difficoltà che Shizuo ha sempre mostrato nella gestione della rabbia, quindi, a maggior ragione, il fatto che sia riuscito a reprimerla per dare la precedenza a Izaya, lo trovo notevole ed era qualcosa che volevo calcare qui.

C’è tutto un tema brutto che vorrei prendere, ma mi tratterrò, perché mi sembra egoistico. Riguarda sempre il solito concetto che ogni tanto faccio rispuntare: se voglio veramente che Shizuo venga a sapere degli stupri. Mi sento totalmente divisa a metà sulla questione. Da un lato, per motivi che non mi metto ad elencare e che sono scontati, vorrei che Izaya si schiudesse sulla faccenda. Dall’altro, continuo a riallacciarmi all’epilogo… e mi dico che preferirei di no. Non che non esserne a conoscenza renda il gesto di Shizuo più dignitoso, resta brutale e crudo a prescindere da ciò. Solo che il mio soffitto (sempre lui, maledetto) non cessa di ripropormi il pensiero che, se lo sapesse, all’atto in sé si ascriverebbe un significato più immorale e subdolo, sarebbe sottintesa la consapevolezza di stargli facendo male in un modo più profondo. Non è che senza saperlo non sia riprovevole… è solo diverso e ancora più ripugnante.
Però, appunto, è un pensiero un po’ egoista, non mi ci soffermo ulteriormente.

Ma tuuuuuu. Tu hai spostato leggermente i riflettori su Shizuo, finalmente! Inutile dire che mi rende felice che si stiano aprendo e che si confidino a vicenda. Specie perché, ai miei occhi, entrambi sono sempre stati i protagonisti di VR – sì, la ff nasce per spiegare anche i pg secondari, ma principalmente evidenzia il rapporto fra loro due, quindi non sopportavo che Izaya si impadronisse di tutto lo spazio anche se so che ci sono dei presupposti validi per cui gli hai riservato la zona fino ad ora, ma aspettavo impazientemente che penetrasse anche Shizuo (uhuh, penetrare) (la smetto).
A parte che a “ho pensato che fossi spaventato da me” mi avevi già persa, io te lo dico. Ma nella parte successiva, hai messo più in luce quale sia il nesso fra rabbia e ansia all’interno della sua vita, accendendo delucidazioni su come sia un rapporto complicato e come raffiguri un circolo vizioso dal quale è altrettanto tortuoso uscirne. Perrrrò, noto che condivide un’analogia con la nostra pulcetta.
Sì, ora che dai spazio a Shizuo, io ci rificco Izaya. Sono una contraddizione vivente, mi indigno da sola.
Mi riferisco al parallelismo fra “Provare panico gli dava piacere, o forse provare piacere gli dava panico” e “Ma quando mi sento arrabbiato, inizio a temere che perderò il controllo. E l’idea di perdere il controllo... mi fa perdere il controllo” e nulla, sono affinità che nella mia mente spalmano sempre elucubrazioni su come questi due si somiglino così tanto… anche se qui sono due frasi dette in due contesti ben differenti.

“Posso stare tranquillo?”, che domande. No. Devo ritirare fuori ‘sta perla: https://ibb.co/P4JRFSx
Ah, credo di avertelo già detto, ma “non sono innocente” mi ha fatto pensare al motivetto di Ops, I did it again, “I’m not that innocent”. VR mi ha bruciato i neuroni.
Allo scorso capitolo era la Disney, a questo è Britney Spears.
Nah. Ora rimedio.
*si schiarisce la voce occhieggiando verso Izaya* Resta con meeee, se ti lascio andare me ne pentirò, lo sooo~♫ (e infatti).
(È pure azzeccato perché nella canzone lo chiama “fiore”.)
Ehm. Ho finito con i musical.

Io non ci credo che tu mi avevi consigliato di leggermi prima i capitoli nuovi e poi riprenderla da capo con l’epilogo. Te sei matta. Mi guastavo il fluff.

Comunque, Ran. Tu devi promettermi una cosa. Devi promettermi che ci darai tanti, ma proprio taaaanti capitoli così *va nel salone degli Heiwajima* please *si affaccia alla cucina* por favor (avevo scritto “te prego”… okay… cinque anni di linguistico… darò la colpa al fatto che il soffitto mi stia facendo scrivere quest’obbrobrio alle due di notte. Dormire è per i deboli – o per chi ha una Ni meno scassa scatole).
E se non lo farai, vai a fancuuulos insieme a Nobu (Nobu… ti tengo d’occhio…)

Lo sai che è arrivato quel momento. Mi sono trattenuta nelle ultime due recensioni, ma ora lo devo ribadire, come faccio puntualmente!
Sto parlando del tuo stile.
Lo so, non ce la fai più, sono anni che ti affogo ferocemente nei complimenti, ma devo dirtelo. Ogni frase mi fissa con gli occhi sbrilluccicosi schiamazzando “notice meee”. Chi sono io per contestare le tue creazioni? E poi, ti avevo già avvertita: io sconfiggerò la tua bassa autostima! Come osa, ‘sta screanzata.
Dicevo, lo stile. Lo gestisci benissimo, sai come regolarlo a seconda di ciò che stai scrivendo, variando i toni per assecondare il clima del capitolo. Non che prima fosse pesante, ho sempre amato il lato introspettivo (anche se il capitolo 22 mi ha fatto un po' penare, rileggerlo è stato un suicidio) della fic, però ultimamente stai inserendo scene che si smaltiscono velocemente, o almeno io le trovo molto più digeribili e scorrevoli. Sarà il potere del fluff? 
Come sempre, ti faccio i miei più grandi complimenti perché questa storia è impeccabile sotto qualsiasi punto di vista e so che dietro ci sono tanta dedizione, studio e impegno. Ma questo della mia vecchietta non l’ho mai dubitato.
È solo la stupida opinione di una stupida ragazza, ma accettala comunque.

Uuukey. Perdonami se durante queste recensioni mi sono ripetuta o se ho sbrodolato opinioni ad oltranza, ma ci tenevo a lasciare qualcosina! E poi dovevo recuperare i mesi in cui non ho sclerato, dopo aver completamente abbandonato il fandom di Durarara. Io senza Drrr. Follia.
Ho riletto varie volte e credo di non essermi espressa per niente come volevo, as always, e che mi sia scappato qualche orrore errore ortografico qua e là insieme ai tempi verbali messi alla cacchio, ma non ci far caso e accetta queste recensioni lo stesso. Ho deciso che te le becchi così, quindi tiè.

Spero che la mia parlantina non abbia importunato troppo (giusto quando scrivo le recensioni esce fuori! Su tutto il resto fa la timidina), anche se conoscendoti credo di no. Ammetto che a ‘sto giro ho più dubbi del solito, visto che ti avrò scartavetrato le ovaie con questi sermoni… ma amen, giusto per restare in tema con la Madonna.
Adiós, per ora (ma ci si firma nelle recensioni? Vedo qua e là… mai capito. Vabbè).
Allora, dalla tua tenerissima sorellina che fa perennemente il tifo per te e che è sempre qui, pronta a supportarti per qualsiasi cosa. Chuuuu~
(Il fluff mi ha fatto male. Che so ‘ste smancerie?)
 
*continua a fissare la pagina sussurrando “gli ha sul serio commentato il…”*
(Recensione modificata il 17/02/2021 - 10:07 pm)
Recensione alla storia Violent red - 16/02/21, ore 09:06
Capitolo 32: Capitolo 31
“Attento, se lo dici tre volte appare il diavolo”, l’ho pensato anche io. Peccato che ce l’abbia già seduto su una coscia, il diavolo.

Hi, again. Di nuovo sul tuo schermo per indispettirti ulteriormente.
So che stai rimpiangendo il giorno in cui mi hai ricontattato haha

E così Onoue se ne va sul serio? La nostra kawaiissima onee-chan? La nostra preziosissima agente 007? La nostra ghiandaia azzurrina svolazza lontano da noi? Non la rivedremo più?
Me triste. E triste è cuore che avere fame. Insomma, sgancia i soldi, vammi a comprare il sushi. Me lo devi.

Oh, le orchidee, rigorosamente blu. Tu proprio stai cercando in tutti i modi di non farmi insultare Izaya, mh?
Onoue mi fa spaccare, comunque. Sempre blu. Tutto perennemente blu. Blu gli occhiali, blu gli orecchini, blu la carta igienica del bagno. Gli manca solo la pelle blu – oddio, ma è Puffetta!

Quanta bellezzitudine. Finalmente nell’aria si respira meno angst. Izaya addirittura sorride (incredibile) e non ha fatto cavolate per tre settimane (ora si sente male, chiamate un’ambulanza). Lo prendo in giro, ma non posso che annuire soddisfatta vedendo che questi due stanno finalmente raggiungendo un punto d’incontro e come ciò rappresenti un beneficio nella vita di entrambi – okay, magari i mal di testa di Shizuo non sono proprio un dono sceso dal cielo, ma…
Ma bisogna festeggiare. Stiamo assistendo ai primi passetti di un Izaya un pelino più sano. Un Izaya che prova una leggerezza cristallina, una leggerezza che è slegata dal peso rappresentato dai numeretti sul display della bilancia.

Adoro come mostri il rapporto fra Onoue e Izaya in questa scena, ripercorrendo ricordi e scambi che ci sono stati fra loro. Scroscio di applausi per la cucina macro-bio e tutte le volte in cui gli ha preparato il pranzo per assicurarsi che mangiasse.
Anche se il trafiletto su Kyouko mi ha inquietata. A parte che mi fa ridere Onoue quando dice “ora so che faccia ha il diavolo quando ti porge la mano” (ha capito tutto), ma Kyouko è… too much. È un’iperprotettività eccessiva oltre che controproducente e che quindi materializza dei metodi di protezione inattendibili, dato che conducono al fallimento della stessa meta per cui vengono adottati (ovvero, lo scopo sarebbe “far stare al sicuro” Izaya), ritorcendosi su sé stessi. Nonostante abbia capito il ragionamento dato da Izaya, che la tecnica di sua madre consista nel difenderlo da sé stesso… più che aiutarlo, mi sembra un modo per allontanare tutti prima che si avvicinino troppo, ovvero agevola dei meccanismi disfunzionali già presenti. Così non lo sta tutelando, lo sta assecondando e non è sano, ma non sarebbe la prima volta che lo fa.
Più che altro, non comprendo pienamente il movente. Era un diritto di Onoue, in quanto psicologa di Izaya, poter accedere alle sue cartelle e informazioni. Ed era lì per aiutare. Così facendo sembra che più che proteggerlo voglia compromettere gli aiuti che riceve.
In generale, non capisco ancora cosa spinga entrambi i genitori a voler nascondere il trascorso di Izaya in un modo che è inadatto. Non che denunciare, ad esempio, sia un gesto da poco, al contrario, implica tanti sforzi non solo pratici, ma non mi sembrano tipi che se ne stanno zitti mentre subiscono un torto, anzi. Quindi, ciò che hai sempre fatto sospettare, è che ci fosse un motivo dietro alla polvere che hanno voluto nascondere incessantemente.
Tra l’altro, ogni tanto mi torna in mente il fatto che inizialmente Kyouko non si sia pronunciata sugli stupri… ma ora sto andando un po’ fuori tema.
Comunque, ciò che mi ha inquietato è che trovo spaventoso il potere dei soldi, e purtroppo non mi sembra un’immagine che differisce troppo dalla nostra realtà. Anche se rifiutare l’offerta, glorifica molto gli sforzi di Onoue e risalta i suoi valori ferrei. Più orchidee blu in questo mondo!
(Completamente OT: ma è INFx?)
Quando si sono abbracciati, mi sono sciolta. “Stupido ragazzo”. Tranquilla, Onoue, porteremo alta la bandiera e lo rimbeccheremo al posto tuo.
C’è un discorso che viene menzionato anche nello scorso capitolo, ovvero il famoso “finale aperto” di cui parla Izaya, che equivale ad accettare la porta socchiusa, il rimando ad un saluto definitivo, che invece di allontanarlo come conclusione lo rende solo più reale, protraendone l’attesa, attesa che a sua volta prolunga solo la sofferenza sapendo che non si rivedranno più. E, insomma, non mi sorprendo che abbia nominato anche mamma H, che è stata forse l’unica specialista molto caparbia, tanto da averlo convinto che non si sarebbe arresa.
Mi conosci, lo sai che questi spezzoni mi uccidono.

Mh! Ammetto di esserci un po’ rimasta male per l’enorme salto temporale. Ci siamo perse proprio le prime giornatine insieme, i primi momenti. In realtà, ero convinta che saresti partita esattamente dal giorno successivo al capitolo 30, quindi sono rimasta un po’ sorpresa vedendo che eri balzata direttamente a tre settimane dopo. Ma ho apprezzato ugualmente, restano carini da far schifo indipendentemente dal tempo passato assieme. E poi hai seminato aneddoti e riferimenti alle giornate precedenti qua e là e psssst. Shizuo che lo aspetta davanti scuola è tenerissimo.

Ah, Izaya versione Radio 101 mi spezza. “Pareva insopprimibile”. Povero Shizuo. Dovevi dare retta alla dea Sfortuna. Eppure lei ci tiene a te, continua a mandarti dei segnali, sei tu che non li vuoi cogliere e continui ad ignorarli.
Puoi immaginare come io abbia reagito alla parte del muretto. Adoro che Shizuo lo stuzzichi prendendolo in giro bonariamente, dopo aver finalmente compreso il punto debole dell’avversario. Ha capito che in questo ambito Izaya non sa come muoversi, ma manco un po’, motivo che lo incita a punzecchiarlo di proposito, facendo emergere un Izaya che tentenna, che risponde imbarazzato bisbigliando con un filo di voce piccolo piccolo, timido, ma che ostinato e insistente pur di non ammettere quale sia l’origine del suo disagio, finge l’indifferenza verso ciò che prova lui stesso. E il suo corpo che, al contrario, formula delle risposte molto più sincere delle sue, il rossore che gli colora le guance, le labbra strette e le mani chiuse in pugnetti aargh. Il modo in cui ti esprimi mi rapisce ogni singola volta, sappilo.
Stupido ragazzo. Tutto ciò mentre Shizuo gongola senza ritegno. È stato così anche durante la scena del bancone dello scorso capitolo e amo vederlo mentre lo mette in difficoltà, con la consapevolezza di starlo facendo e quindi continuare a farlo a maggior ragione. Li adoro.

Mi piace taaantissimo come gestisci le metafore, spezzandole e riprendendole più in là o poco dopo (“come un pesce temerario che nuota troppo radente alla superficie provocando le mire del pescatore a riva” … “anche se una sua mano aveva ceduto all’amo delle dita di Shizuo”) e iih, si fa prendere le ditina. Mi sono sbrodolata sul pavimento anche quando gli preme il pollice sul palmo della mano. In linea generale, tutte le volte che si sfiorano dolcemente con dei tocchi lievi, io perdo gli anni di vita. Ad ogni scena in cui intrecciano le dita mi softo immensamente. Sarà perché la shizaya viene spesso considerata come una coppia molto basata sull’hate sex e basta (la maggior parte delle ff che trovavo anni fa era enemies with benefits e nulla di più), oltre al fatto che anni fa trovavo spesso ignorato il loro potenziale come coppia meno esplosiva, poco incentrato sul “oh, chissà come sarebbero se fossero più funzionali”. Ma forse è dovuto al fatto che non mi fossi ancora addentrata bene nel fandom raschiando solo la superficie e incappando nelle visioni più comuni sulla ship…? Insomma, uno dei tanti aspetti che mi ha sempre intrigato della ship è anche quel “come sarebbero stati se” del loro rapporto, cosa sarebbe successo se avessero intrapreso un’altra strada, perché su questo nodo l’anime ha sempre mantenuto una posizione molto salda, troncando completamente l’idea di un possibile percorso alternativo per loro due, rimarcando l’impossibilità di una collisione più pacifica.
Ma sto divagando! A prescindere da questo, i contatti innocenti fra loro collocano la coppia sotto un’altra luce, una luce più affettuosa e amorevole e mi piacciono tantissimo.

Amo questa parte della loro relazione, proprio l’inizio, dove stanno ricavando le basi per un rapporto più sano. Izaya è più onesto e mi commuove che stia “ripartendo” da Shizuo. Sta migliorando facendo dei passettini insieme a lui e di conseguenza aiuta il loro rapporto a svilupparsi per benino. Sta abbassando le difese davanti all’altro, lasciandogli superare quell’uscio che prima designava una porta completamente sbarrata, mentre adesso la sta lasciando socchiusa, dandogli l’opportunità di aprirla piano piano.

Il “bolide” di Shizuo, sto male. La vera vittima di VR. Tre settimane con la versione piovra di Izaya che gli si accolla saltandogli addosso con irruenza, quest’uomo è un santo. Veramente, mi fa schiattare perché ci prova pure, glielo dice, “aspetta”, “piano”, ma no, tutto inutile. Povero Shizu-chan. Se solo non fosse per gli ormoni di Izaya che stanno altrettanto a palla e sguazzano troppo in là. Gli conferisco una medaglia d’onore – sei stato bravo, soldato. Tutti i tuoi sforzi non saranno stati vani (Izaya:”e invece sì *grin*”).

Le scene in cui descrivi i baci che si scambiano sono carinissime, lo fai sembrare come se tutto l’universo fosse concentrato su loro due, che non esista altro in quel momento - sììì lo so, nello scorso capitolo avevi inserito le metafore astronomiche. Ma mi piace così! Rende tantissimo per tracciare il momento in cui entrano in contatto e che li lascia senza fiato. E pensare che solo pochi capitoli fa – sì sì, pochi, pochissimi, giusto qualche annetto fa – ‘sti due si trovavano contro un muretto e il massimo che avevano combinato era stato appoggiarsi goffamente sulle labbra dell’altro.

Mi immagino Izaya che corre dietro al carretto dei dolci pensando a Shizuo e il fatto che quest’ultimo lo capisca e non riesca a trattenersi dal sorridere, spingendo Izaya (persona che non è assolutamente capace di compiere gesti gentili e spontanei, figuriamoci, lui, il malvagissimo Izaya Orihara, pff!) a ribattere ricordandogli che fine ha fatto il suo panino. Cattivo. Cattivissimo.
Addirittura tiene i bambini per mano mentre li aiuta a ritrovare la mamma. Un criminale.
Izaya fa il duro solo a parole, in realtà è un biscottino ripieno di crema più dolcioso del dolcetto che ha preso a Shizuo cretino (sono andata) che scricciolo (completamente andata, ti dico)
Scricciolo? Chi l’ha detto? Non io! Io non ho detto nulla!
Ti sto fissando male. Sei veramente orribile a renderlo così… così… abbiamo stabilito che “carino” è un insulto, giusto? Allora lo offenderò così. Dicevo, sei veramente un essere esecrabile a renderlo così odiosamente carino (sshh, è un insulto) davanti ai miei occhi. Tu lo sapevi che io avrei reagito in questo modo, sono anni che attendi questo momento. Ecco perché la vita mi aveva fatto accannare VR, in verità voleva proteggermi da te. Ti vedo che stai gongolando dietro lo schermo. Sei terribile. Un essere disgustoso.
Però, Shizuo, pure tu. Interrompere i baci per rammentargli di passare dal carretto. Che bambinone.

Ma Izaya che si è improvvisato Bob Aggiustatutto? Smettila di renderlo quasi tenero (ho detto “quasi”!)
Appropriarsi di oggetti vari come riscatto per creare la sicurezza che dovranno rivedersi per forza. Certo. Perché ovviamente serve una giustificazione per incontrarsi, Shizuo si impegna a far combaciare i suoi impegni con quelli di Izaya solo per riavere indietro il suo deodorante, eh. Ruota tu gli occhi per me, che io l’ho già fatto troppe volte.
Per giunta, deve anche scagionarsi con scuse ridicole per compiere dei gesti che fanno trasparire delle premure. Sia mai fare un gesto carino per il naturale gusto di volerlo fare, perché ti importa dell’altro, no, chiaramente ci deve essere sempre un motivo maligno dietro.
Escludendo che Izaya sia un cretino che non sa comportarsi come una brava persona senza dover simulare toni altezzosi e sprezzanti, mi rende felicissima che Shizuo abbia fatto il suo ingresso nella famosa bolla di atti genuini, che riflette l’abilità di Izaya di capire cosa potrebbe servirti all’occorrenza. È un’occasione per conoscere anche gli altri lati di lui, quelli che fino ad ora non ha potuto scorgere. Fra questi, il suo ruolo di fratello maggiore (o per inciso, come ci siamo dette in chat, di ragazzo-padre), che ingloba una parte del suo profilo che mi sta più simpatica, perché è quel versante in cui può replicare che non gliene frega nulla quanto vuole, ma il suo atteggiamento parla chiaro. Non solo ha comperato le calzamaglie alle gemelline, gli ha anche portato i dolcetti (ci credo poco che l’ennesima riunione con il carretto sia stato un incontro fortuito). Stupido ragazzo pt2.
Però riconosco che esista anche un lato meno tenero della cosa, che cela altri sottintesi. È stato praticamente costretto ad indossare queste vesti, a rappresentare una figura genitoriale per le gemelle, dato che i veri genitori erano spesso assenti e irreperibili.

La parte in cui gustano il dolce penso che abbia zuccherato lo schermo di chiunque.
Vai, Shizuo, fallo incicciottellire. Più carne da string- no, no, è per la sua salute.
Anzitutto, la parte in cui lo convince a mangiare parte del biscotto, nello specifico, quando confessa che farglielo assaggiare gli avrebbe fatto più piacere di assaporare il dolce stesso (che nella lingua di Shizuo è praticamente una dichiarazione d’amore, motivo per cui sto andando a comprare il riso) e poi anche quando Izaya ha sorriso vedendo che Shizuo fosse finalmente raggiante dopo aver ricevuto il suo tesoro. Probabilmente ha sorriso solo perché non l’avrebbe più esasperato, ma shh, non rovinarmi il momento!
Ah, ma Izaya che fa male i conti e cade come un sacco di patate facendosi raccattare da Shizuo? Sto malissimo.

Quindi mi ero persa pure ‘sti zozzoni che hanno battezzato un altro luogo pubblico. Che razza di svergognati.
(Non avrei mai pensato di poter invidiare un piccione e invece eccomi qua.)
E poi. Non ho potuto fare a meno di notare che Izaya stia facendo lo tsuntsun su un certo argomento, dato che continua assiduamente ad indirizzare la nostra attenzione verso le battute sulle coppiette che si fidanzano sotto Natale… battute sugli anelli di fidanzamento… battute sull’ufficializzare le cose… Shizuo… Shizuo, ti prego… arrivaci… no, niente, non ci arriva.

Ammiro tantissimo che tu stia illustrando anche aspetti più naturali che fanno parte dell’inizio di una relazione, specie in adolescenza quando si è alle prime armi con le storielle e le cotte. Fra questi, mi piace che ci siano scene in cui si focalizzano sui dettagli dell’altro.
Non è la prima volta che le inserisci. Lo sai, ho sclerato senza ritegno nel capitolo 29, quando Izaya resta paralizzato mentre osserva il profilo di Shizuo, esaminando ogni sua caratteristica.
Mi smaschero da sola: già mi avevi persa al punto in cui Shizuo si imbambola del tutto concentrato nell’atto di studiare il volto di Izaya, stringendogli le guance. Ma la parte a cui mi riferisco in particolare è quella incentrata sulle mani di Izaya.
Ci abbiamo già disquisito su in abbondanza tempo fa, quindi cercherò di non ripetermi, ma trovo molto realistica la descrizione. Le ho sempre immaginate affusolate e aggraziate, ma condivido che al tocco possano dare un’apparenza più “ruvida” a causa dello sport praticato da Izaya, per questo ho trovato perfetto quando le hai definite con “un’eleganza sfregiata”. C’è anche il momento in cui Shizuo sposta la sua attenzione più in basso e sarà stupido, ma il particolare della “pianura indifesa del suo ventre” mi rende softissima haha
E non solo! C’è anche tutta la parte sulle contraddizioni fra comportamenti di Izaya-corpo di Izaya che ho amato. Anche qui, già altre volte hai calcato sull’argomento, come già nel primo paragrafo viene ricordato che quest’esserino è un rompicapo vivente, che si vergogna più ad ammettere di provare qualcosa per una persona, qualcosa di positivo, che proferire frasi che di innocente hanno ben poco. Quindi, mentre la personalità di Izaya tenta di convogliare dentro di sé tutto ciò che vorrebbe coprire e distanziare dagli occhi degli altri, il suo corpo concentra tutta una parte più estroversa.
Posso dire che i capezzoli che vogliono farsi notare e la sua loquacità che domina anche durante occasioni più private me lo fanno stare più simpatico ;)
Ma sono osservazioni su cui si sofferma Shizuo stesso, quelle di poterlo scrutare messo a nudo in un modo meno letterale e come ciò che vorrebbe scoprire veramente non sia il suo corpo, ma la persona che lo abita.
Però, ecco, mi intenerisce che si “analizzino” e che stando insieme stiano imparando a conoscere oltre che alcuni lati più minuti della loro personalità, anche il corpo dell’altro, scovando particolarità che prima, da fuori, non erano visibili.

Passando a casa Orihara. Incredibile, Kyouko e Shirou restano. Come rovinare il Natal- no, no, dicevo, impressionante.
Mi sento ancora più idiota ad essermene uscita sull’npd solo ultimamente con te, sai? È che, probabilmente mi ricordo male io, ma non mi sembra che ne avessimo mai parlato sul forum. Eppure, sarebbe un po’ strano, conoscendoci.
Comunque, rimuovendo un attimo Kyouko dal discorso. Arriviamo al dunque.
Shirou.
Shirou che chiede “come stai?” ad Izaya. Cos’è successo? Che gli hanno fatto? Addirittura risponde al sarcasmo del figlio con le battutine. Ora la mia Ni mi terrà sveglia la notte facendo partire una teoria simile a quella della sosia di Avril Lavigne.
Lo hanno rapito gli alieni. Non c’è altra spiegazione. Celty faceva bene a temerli. Addio Shirou, sei stato un padre esemplare (e il premio di “cacchiata dell’anno” va aaaaa *rullo di tamburi* me. Grazie grazie, non dovevate) (Cosa sta diventando questa recensione, aiuto)
Scherzi a parte! Sono piacevolmente colpita da questo cambiamento repentino da parte di Shirou, specie perché è sempre stato evidente che presentasse delle palesi difficoltà con l’intelligenza emotiva. Parliamo di una persona che non sa come esternare le proprie emozioni, spesso impregnate di ansia e preoccupazione.
Sai, mi sono sempre chiesta come si relazionino queste persone con sé stesse. Mostrano poca compassione anche verso i propri stati d’animo? O non arrivano proprio a comprendersi, a capire come si sentono veramente? Appunto, ciò che rigetta su Izaya è la dimostrazione di una problematica che in alcuni momenti si riversa solo su di lui. È anche per questo che attendo il suo POV, mi incuriosisce molto la scelta di alcuni gesti e comportamenti che adotta – sebbene definirle decisioni sia erroneo, sono più impulsi avventati che attua sul momento.
Ohh, il flashback con baby Izaya!
“una solenne dichiarazione che lui, Izaya Orihara, fosse una gioia per il mondo” … sì, Izaya, sicuramente è così…

Ma tu. Tu razza di mascalzona, tu hai inserito una scena con il phone sex e non mi hai detto nulla. Nulla. Quante perle mi sono persa. Anche se, con Shizuo, dubito che avremo mai del sano sexting. Tempo che risponde, si estingueranno tutti gli animali dei ghiacciai – non mi lamento perché la telefonata è stata meglio. Molto meglio. Molto apprezzata.

Prima citi Colazione da Tiffany, ora tiri in ballo Prévert? “Facevamo il male e il male era fatto bene” la trovo azzeccatissima per loro due. Solo Izaya può uscirsene così durante le zozzate.
So che te lo aspettavi, ma ho apprezzato molto il trafiletto in cui associa Shizuo all’estate perché sì, Shizuo è una giornata di sole, trasmette esattamente la sensazione di calore, è brillante, luminoso, l’amore della mia vita- ah, ma io stavo scrivendo una recensione.
Vabbè, ma nei miei trattati, i vaniloqui su Shizuo sono d’obbligo.

Ma hai omesso “sotto la gonna alzata nuda come non mai.” Vedi, non l’avresti dovuta tagliare se avessi incluso una scena su Izaya con la divisa femminile. E dai, è una palese richiesta, la stiamo invocando, gli astri ti stanno mandando dei segnali più che lampanti.

Sarà pure una scena zozza, ma mi ci sono fatta le peggio risate. Shizuo è un uomo che sa come farti eccitare. I germogli di soia. Carine e veloci. Da oggi lo chiamo BambIzaya.
Le gambe di Izaya la prossima volta che vedranno Shizuo: ”Mi raccomando, carine e coccolose. Carine e coccolose”. I pinguini di Madagascar hanno trovato dei degni rivali.
E su Shizuo che gli dice porcate. Ma è impazzito? L’astinenza gli ha fatto bene - anche se il “ma se tu non lo vuoi, io non lo voglio” mi ha addolcito e non poco. Solo io posso softarmi nelle scene di smut.

A questo punto vorrei dire “okay! Basta! Ho finito! Detto tutto!” ma… no.
Alloooora.
Izaya.
Hahaha. Che argomento spinoso. Lo sai, no, ultimamente ho un rapporto diverso dal solito e conflittuale con questo pg. Non per colpa di VR, ma la ff sicuramente non aiuta! Farmelo difendere da sé stesso, tsk, come hai osato.
Penso che stiamo iniziando ad affacciarci meglio su alcuni aspetti già precedentemente percepibili, ma che ora possono essere intravisti più facilmente.
Fra i tanti lati che Izaya vuole celare di sé, c’è quello dell’insicurezza.
Lo confesso: Izaya che si mostra insicuro è uno dei miei grandissimi kink. Tra l’altro, noto che l’autostima vola alta. “Non aveva mai pensato nulla delle sue gambe, a parte che fossero... gambe.”, “Era come eccitarsi guardando un gambo di sedano nel reparto delle verdure.” Mi fa schiattare, anche quando si martoria internamente chiedendosi se avere la pelle morbida sia una cosa buona.
Lo trovo insicuro perfino riguardo ad argomenti che tangono in modo molto più limitato la sfera fisica. Ci sono tratti durante il capitolo in cui più volte viene ribadito il sollievo da parte di Izaya quando Shizuo non mostra segni di starlo rifiutando, dovuto al timore che si stufi di lui, spesso anche collegato al sesso. So che non è una paura totalmente infondata e che è scatenata dalla sua patologia, però sono pensieri legati anche ad un’insicurezza marcata. Impianta delle afflizioni che si ripercuotono facendo sgorgare sentimenti di gelosia. Addirittura mette in discussione Shizuo, ripensando a quando gli ha rivelato di non essere mai stato attratto da altre persone come era accaduto con lui.
Faccio pure un po’ fatica a pronunciarmi seriamente su questo discorso. Non per fare la cattiva (e invece sì, mi piace prenderlo in giro), ma Izaya geloso tocca delle vette paranoiche a dir poco ridicole. Mi fa schiattare, prima si lagna perché fermamente convinto che Shizuo all’epoca stesse contemplando i ragazzi della squadra di rugby, poi quando gli rivela che in realtà stava adocchiando lui è tutto “ah. Quindi stava guardando me. Che pervertito.”
Il facepalm lo stai già facendo tu?
Si era ingelosito persino del barbone del quartiere prima che Shizuo gli dicesse che si trattava di un anziano. Pure sui vecchi si accanisce. Io boh. Qualcuno gli dica qualcosa.
Poi addita Shizuo come l’idiota fra i due perché si ingelosisce durante le fantasie- eh, vabbè, pure lui. Shippo due cretini. Questa non è una enemies to lovers, è una idiots to lovers.
(Ah, la parte delle pallavoliste. Già sai che ho approvato. Shizuo può osservare il mio top aderente quanto vuole.)
Tornando seria (lo sono mai stata?), è un discorso che si allaccia ad un tipo di insicurezza su cui possiamo farci meno risate e che non comporta la presenza del vecchio del vicinato.
Ci sono determinati momenti in cui Izaya si disprezza sminuendo come si sente. Momenti in cui si attribuisce aggettivi come esagerato, egoista, imbroglione. Parti nello specifico in cui i suoi pensieri denotano la convinzione radicata che per ricevere amore sia necessario dare qualcosa in cambio.
Sono anche supposizioni che installano delle domande in Shizuo. Nel primo paragrafo vengono esposti degli accorgimenti da parte sua, dei dubbi che stanno prendendo forma tramite alcune manifestazioni da parte di Izaya. Aleggia un grande punto interrogativo intorno all’argomento “consenso” o meglio, Shizuo stesso dice di non riuscire a capire se quello di Izaya è un desiderio genuino o se è solo una “carta” da giocare per non farselo scappare, temendo che possa stancarsi di lui. Il problema è che lo stesso interrogativo si aggira anche nella testa di Izaya, che è infatti il primo a non capire se lo vuole o meno.
È una situazione che crea disagio per entrambi, ma trovo bruttissimo che dentro Izaya si sia insediata la certezza che l’amore vada conquistato o guadagnato in qualche modo.

Mi sembra scontato dirlo, perché penso che dovrebbe essere l’istinto più naturale che possa emergere nel momento in cui realizzi che l’altra persona non è sicura di ciò che vuole, ma trovo positivo che Shizuo abbia cercato dei segnali per comprendere meglio, forse anche più di quanto capisse Izaya in alcuni momenti.
Ci sono anche diversi lassi di tempo nel capitolo in cui viene fatto intuire che l’idea di farlo, al momento per Izaya istituisca un’enorme fonte d’ansia. È un tipo di agitazione che viene avvertita sia nella conversazione sul meteo, sia nel momento in cui pensa al loro prossimo incontro costituito dal lunedì.
E nello stesso paragrafo, si insinua un’irrequietezza determinata da altro, immagino dai messaggi che ha continuato a ricevere dalla rinomata notte del cavalcavia. In particolare mi riferisco a: “Ogni volta che ruotava gli occhi dietro le palpebre socchiuse, quello che vedeva era qualcosa che lo costringeva a riaprirli, un’ombra indistinta che lo spiava dal centro della sua mente” e “Ora si sentiva un po’ troppo indecente, tanto da avvertire le sue guance scottare come se avesse dei riflettori puntati addosso... mille sguardi indiscreti...”
Ha il presentimento di essere spiato costantemente, ma l’unico spettatore è un sentore più interno, una percezione di disagio scaturita dai messaggi che ha dovuto sorbire e che conficcano gli insulti su un campo già di per sé molto delicato, ma amplificato e che può determinare risvolti ancora più deleteri nel caso di Izaya, che trascina sulle spalle dei traumi e delle situazioni gravose.
Sono gesti che ti segnano, che ti marcano premendoti le mani sugli occhi ed impedendoti di tornare a vedere come prima, gesti che esercitano una pressione con l’inclinazione ad alimentare credenze sbagliate collocando sensi di malessere e provocando un’inadeguatezza cronica che è difficile scollarsi, ed è questo a “spiarlo” da un angolo della sua testa, ma è un testimone interiore, sono giudizi provenienti da sé stesso perché è il primo a credere nelle parole che gli vengono scritte. Sono tutti eventi che vanno a toccare tasti particolari, intaccando anche la vita di tutti i giorni. Appunto, sono ciò che hanno fatto insorgere quel “troppo puttana per i tuoi gusti?” perché Izaya è così che si sente. Volgare, indecente.
E il disagio che prova è proprio la sensazione di sporco a cui fa riferimento, non capendo che però è una sensazione che appartiene ad altri, perché quello ad essere lurido è chi gli manda quei messaggi, non lui.
Non avevo connesso inizialmente, quando si fa mogio tutto d’un tratto pensando alla frase “quattro soldi”, poi rileggendo il capitolo ho realizzato a cosa si riferisse.

Spostandoci su argomenti più allegri, sono felice che ci stiamo addentrando in una parte del loro rapporto in cui Izaya si permette di aprirsi con Shizuo. Aver detto di Onoue lo trovo molto importante, nonostante l’abbia confidato fingendo indifferenza verso la cosa. È positivo che tiri fuori l’argomento anche senza sfogarsi apertamente, raffigura un altro tassello rilevante per la loro relazione ed è altrettanto fondamentale che Shizuo abbia capito che quello citato fosse ciò che lo turbava e che stia comprendendo meglio pezzo dopo pezzo come risolvere il grande puzzle che è Izaya.
Qui riservo uno spazietto per parlare di Shizuo, che resta il mio tenerone preferito. Il rancore provato verso le figure che hanno rivestito un ruolo influente nella vita di Izaya è un sentimento forse sbagliato sotto certi versi, eppure la trovo una dimostrazione d’affetto distortamente tenera. In realtà, ciò che trovo sbagliato è il desiderio di poter lenire la ferita di cui parla, sebbene sia lui stesso a rendersi conto che tutto ciò che può constatare da fuori è una lacerazione superficiale, trascurando i danni piantati ad un livello più intrinseco. Non è l’intenzione di volerlo proteggere ad essere scorretta, è il fatto che Shizuo non può aiutarlo, non ha i mezzi. Forse se faccio questo discorso è perché nei vecchi capitoli hanno fatto capolino dei pareri un po’ con la “sindrome da principe azzurro” ed altri che schematizzavano un appagamento meno nobile da parte di Shizuo – la soddisfazione di poter recitare la parte dell’eroe -, però il fatto resta che, per quanto tu possa amare una persona e per quanto tu voglia soccorrerla, ci sono situazioni in cui semplicemente non hai questo potere.

Ripescando il discorso iniziale, sono lieta di vedere che Izaya si stia dando l’opportunità di fidarsi di Shizuo, partendo dalle chiacchierate in cui si dischiude fino ad alcuni pensieri che mi hanno fatto sorridere.
La parte in cui Izaya riconosce di essere stato un po’ – giusto un po’ – insistente in queste tre settimane e, cito: ”A volte era preso dal bisogno di spargerselo addosso come fosse una spugna che, al suo passaggio, rivelasse qualcosa di ancora onesto sotto le impurità.” mi scalda il cuore, per quanto l’ultima parola mi tenti molto e mi faccia salire l’istinto omicida perché, Izaya, impurità cosa. Stupido ragazzo pt3.
E, più nello specifico, l’attimo in cui riflette che stare meglio non è un’operazione che deve affrontare da solo, identificando Shizuo come una risorsa su cui può fare affidamento. Trovo indispensabile il pensiero in sé, considerare la prospettiva di scoprirsi e mostrargli i “fili spinati”. Però è altrettanto essenziale capire che non può riporre tutto sé stesso su di lui. Un po’ come Shizuo sbaglia a portare rancore per sua madre, allo stesso modo Izaya deve capire che non si può dipendere unicamente da una persona. Quello che voglio dire è che questa non è e non deve diventare una responsabilità di Shizuo.
“Shizuo può esserci per lui” e “Shizuo non deve costituire l’unica cosa di cui ha bisogno” sono due realtà che possono e devono coesistere, perché non dispone e non può offrirgli ciò che Izaya gli sta richiedendo.
Capiscimi, faccio questo discorso proprio perché sono reduce dalla rilettura e ho ancora più impresso il ricordo di dove li hanno trascinati le congetture disfunzionali antecedenti. Non avevano un modello di relazione sano e ciò ha contribuito a mandare tutto a rotoli, quindi è una necessità primaria che ora questo modello lo acquisiscano, per non rovinare tutto di nuovo facendosi male. Ma forse sto vedendo troppo in là, come mio solito.

Ho amato tutta l’ultima parte. Te l’avevo detto, aveva altissime probabilità di entrare nel famigerato “kit delle emergenze” e così è stato. L’ho amata perché si crea un’atmosfera intrisa da un effetto confortevole.
Perché a dispetto della situazione, sanno spaziare da argomenti cupi a quelli più giocosi, capendo quando è il momento di non spingere su discorsi spinosi e percependo le sfumature e i contorni di un discorso più serio e di cui avvertono entrambi la gravità – ma questo è più evidente nel capitolo successivo, non so se va bene dirlo qui!
E nonostante ciò, scherzano tra di loro in modo genuino, in confidenza, con un’intimità particolare che si sta creando. È proprio l’intonazione della conversazione che si sposta tra toni scemi e toni seri, modellando quella leggerezza per rincuorarsi e tirarsi su e il bello è che ci riescono. È tutto così spontaneo, naturale, è origliare da dietro una porta degli sprazzi di affettuosità che ci sono in un rapporto stretto, sbirciare dalla serratura degli attimi di intimità.
Inoltre, trovo stupendo anche come tu l’abbia scritta. Lo stile si discosta da quello utilizzato nelle parti precedenti, è molto più semplice e lo trovo perfetto per il contesto. Mi piace come riesci a modularlo a seconda delle circostanze, penso che la bravura di una scrittrice si veda anche in questo.
E poi, mi hanno spaccato dalle risate. Ad “allora sono salito sul palazzo accanto per saltare sul tetto di casa tua, ho aperto un buco con un pugno e mi sono calato nella tua stanza!” sono morta. E anche al “è superefficace.”
Sono troppo teneri.
Mi piace che nonostante la distanza, sentano di potersi sfiorare, come se si trovassero nella stessa stanza ed il vetro del cellulare sia solo un muro illusorio da cui non dipende la vicinanza che puoi percepire, perché a stabilirla è una prossimità diversa, snodata dai vincoli fisici. Izaya riesce a rilassarsi semplicemente ascoltando la voce di Shizuo, semplicemente percependo la sua presenza. Gli basta sapere che lui sia . Smette di essere contratto senza nemmeno accorgersene, perché con Shizuo non ha bisogno di alzare le difese ed è disposto a mostrarsi vulnerabile. È questo a scaldarmi il cuore, ed anche che percepisca la sensazione avvolgente data da quell’abbraccio silenzioso che non possono scambiarsi, la rassicurazione proveniente dall’altro capo del telefono di voler proteggere il suo lato fragile. La frase “sono con Shizuo” implica proprio questo, l’aver trovato il suo posto sicuro in Shizuo, dove può trovare riparo anche da sé stesso.
Shizuo, tutto Shizuo, è ciò che provoca i suoi sorrisi sinceri, è ciò che apre il passaggio per fare strada alle emozioni sul suo viso. È che Shizuo è ciò che lo rende felice.

Sono contenta che tu stia mostrando come il passato di Izaya influenzi tutta la sua vita e che venga menzionato all’interno delle scene spinte, essendo degli episodi che intaccano specialmente la sfera delle relazioni e il rapporto con il partner.
Brutto dirlo, ma è la verità: spesso trovo che da parte di molti autori e autrici lo stupro venga inserito senza trattarne le ripercussioni, finendo solo per romanticizzarlo. Quindi sono contenta che tu ti stia soffermando particolarmente sulle evidenti problematiche di Izaya e cosa comportano.

Quanto sto scrivendo. Vuoi che smetta? Devi implorare.
Okay, scherzi a parte, credo di aver espresso tutto ciò che volevo dire. Dopo questo trattato su Izaya che nessuno aveva richiesto, posso decisamente chiudere qui – io che scrivo poemi su di lui, fantascienza.
A fra poco!
 
P.S. “La prima volta che erano usciti insieme – aggrottò le sopracciglia, non è che fossero usciti insieme, si erano solo fatti un giro” ma quanto sei tsundere?
Mi è partito un filmino mentale, Izaya vestito da Megara e noi lettrici/lettori dietro di lui (uhuh dietro Izaya) (…)  a canticchiare “Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh~♫”
(Sto male? Sono completamente partita? Dovrei dormire di più?)
Izaya è una D.I.D. Una donzella in difficoltà.
Okay, basta. Mi sta partendo un’AU. Hercules!Shizuo e Megara!Izaya.
(Recensione modificata il 16/02/2021 - 09:53 am)
Recensione alla storia Violent red - 16/02/21, ore 08:45
Capitolo 31: Capitolo 30
“Izaya era intento a fissare il soffitto.”
Io 🤝 Izaya 🤝 Beth Harmon
(Peccato che io non sia una gnocchissima nonché talentuosissima scacchista americana. Ah, che vita grama.)

Cucù.
Chi mai sarà questa strana tizia con una pulce petulante nell’immagine del profilo e un nick che esibisce il suo grande amore per il sushi?
Haha. Ciao Fissie! (Oh my, non sono abituata a chiamarti così. Quanto distacco, sembra quasi che mi stia rivolgendo ad una persona illustre, just like the old days. Inizio a darti del lei?)
Sooorpresa. Hai visto, finalmente l’ho ripresa in mano?
Onestamente, non credevo che sarei mai riapprodata fra queste pagine a sclerare e a lanciarti insulti, ma, in fondo, più volte ho sperato di ripensarci e di tornare sui miei passetti. Verso la fine di dicembre ho realizzato che erano passati quasi più di sei mesi da quando mi sono distaccata da questa bellissima opera e tutto ciò che la riguardava…

(La mia Ti super criticona in questo momento: ”Ma che è? Una recensione o la tua autobiografia?”)

O meglio, quasi tutto, dato che qualcuno è venuto ad importunarmi *pizzica la guanciotta di Ran* a proposito, grazie. Probabilmente senza le nostre chiacchierate, non l’avrei ricominciata. Più che dirti grazie dovrei lanciarti su un cavalcavia, mi hai catapultato nuovamente nel mondo dell’angst. Que dolor.
Ho preferito non confidartelo, ma già altre volte avevo provato a riprenderla da capo, solo che qualche meccanismo non si innescava mai bene, facendo vacillare tutto non appena leggevo la temibile parola scritta in rosso all’inizio del primo capitolo, “epilogo”. Che drama queen.

(Ti: ”Bastaaaa ma hai finitoooo”)

E così, dopo la sessione, quando finalmente ero più tranquilla e soprattutto più libera, ho deciso di tentare la sorte con un altro tentativo. E finalmente, non so come, ho varcato la soglia ed è andata. Wow. Mi sono letta quasi due capitoli al giorno, a volte anche di più. Queste prime due settimane di febbraio sono state intense ed emossssionanti aka piene di lacrime. Qualcuno mi passi un collirio.

Okay, accontento la mia Ti e mi taccio!
Alloooora.
Il capitolo.
*agita le manine divertita* mi prudono le mani per l’emozione, ci credi? (O per gli schiaffi che vorrei darti? Sì, parlo con te, non fare la finta tonta! Come osi rendere Izaya cari- ehm, decente?)

Ho così tanto da dire!
Anzitutto spendo qualche parolina sulla mia solita fortuna. Benvenuti in un altro episodio di “non sapevo di essere stata adottata dalla sfiga della famiglia Orihara”. Ti pareva che questi due si sarebbero messi insieme proprio nel primo capitolo che non ho letto? Quanto sono sfigata da 0 a Izaya? Izaya + ∞?

Te lo devo dire pure qui, ma renditi conto che mi sono dovuta sorbire ben DUE anni di hiatus e, preciso, senza sapere se la ff sarebbe continuata o meno. Quando hai ripreso ad aggiornare, ci hai spiattellato un capitolo più triste dell’altro con neanche una scena poQQa (io a ‘sto punto inizio a credere che sia una punizione divina perché gli dei sanno quali reati ho commesso alla tenera età di 14 anni *fissa il rullo* jeeeesuuuuus). Anni con un’autrice sadica alle calcagna che non faceva altro che ribadire “tranquille, manca poco alla svolta felice!” “dai, ragazze, ci siamo quasi” *passano altri 10 capitoli* “siamo vicinissime” ”ma vicine quanto?” “vicine quanto 10 capitoli fa.”
Anni di “questo è il capitolo della quasi svolta felice”, “questo è il capitolo della timida svolta felice”, “questo è il capitolo della svolta felice, ma solo nella mia testa” (le mazzate che ti avrei dato. La vera domanda da porsi su VR doveva essere “ma quante svolte felici ci sono?”).
Anni in cui mi sono sorbita le peggio battute sul mio rapporto con Izaya (dannata, tu e tutto il tuo circo del forum, vi deve finire la carta igienica mentre state al bagno per i prossimi cento anniiiiii) (questa è la vostra character song: https://www.youtube.com/watch?v=zjedLeVGcfE ), anni di cacce agli spoiler dove la frase più corposa che becco riguarda Izaya che si scorda il portafogli a casa, anni di atroci sofferenze nei capitoli perché la shizaya è disfunzionale come poche ship e crea più danni di un elefante in una cristalleria e poi? Poi posti la svolta felice quando io me so data?!

FIII-SIIIII-EEEE-KUUUUN. Io sradico un palo stradale e te lo lancio appresso.

Ma finalmente! Sono qui anche io.
*Me ne frego di Achille Lauro starts playing in the background* ci son cascato di nuovoooo
Potevo liberarmi finalmente dai viscidi tentacoli poliposi di questa fanfic e invece sono qui con la mia recensione assolutissimamente non richiesta e che rimpiangerai fino all’anno prossimo. Yey.

Ovviamente, dovevo riprendere la fic proprio prima di un capitolo angst. Eh, certo. Sia mai avere unicamente del sano fluff, no, per carità. Quando dio distribuiva la fortuna io ero a cercare la ponderatezza di Izaya, quella che gli servirebbe prima di fare cavolate (come puoi immaginare, la ricerca non ha dato i frutti sperati. Tra un po’ chiamiamo Chi l’ha visto).

E così, mi sono persa il compleanno di questa piccola (piccola…) creaturina. Mi fa ridere che sia iniziata ad agosto, proprio il mese in cui è ambientata ed anche il mese in cui l’ho letta interamente per la prima volta, quel lontano giorno di circa sei anni fa. Mi dispiace, piccino (piccino…), ma non ti preoccupare, la zia per farsi perdonare ha portato tanti bei giochini (... no. Solo le mie stupide recensioni che probabilmente non ti sono mancate. Sinceramente, non ti biasimo).

Esordisco in memoria dei vecchi tempi: che. Miserabile. Vigliacco. Non posso scaraventargli offese meno velate, su EFP mi devo trattenere.
C’è bisogno di specificare di chi sto parlando? Nella parte iniziale del capitolo, Izaya è un tale scassacavalliii. Sviscerare senza ritegno una situazione già di per sé delicata, analizzandola e srotolando un lato amaro della verità fino a prendersi gioco della ragazza in questione e, quindi, del suo dolore, significa svalutare come si sente e lo trovo disgustoso. Il tutto canzonandola con un tono annoiato e commenti ironici altamente discutibili.
È odioso.
(Mi era un po’ mancato infuriarmi con lui, lo ammetto.)
E meno male che mi avevi anticipato “è quasi un nuovo Izaya in questi capitoli”. Alla faccia. Pensa se non provava a migliorarsi, allora (la fregatura è stata quel “quasi”, vero?).
Cosa ci guadagna, a parte un’occhiata di stizza? Sono comportamenti noncuranti e frasi dette con una tale indifferenza e freddezza che farebbero raggelare, non mi piacciono. E no, il fatto che sia solo un altro modo di sbucciarsi le ginocchia, anche se l’intento è evitare di sbranarsi accanendosi sulla prima vittima disponibile, non lo giustifica, perché stare male non gli conferisce il diritto di inviperirsi aizzandosi contro gli altri, calpestandoli come vorrebbe fare con sé stesso. Non gli aggiudica il diritto di riflettere il proprio dolore su chi lo circonda.
Quello che trovo più deplorevole e che mi infastidisce ad oltranza, è che sia solo un’altra barricata in cui celare sé stesso. Ma chi è veramente invulnerabile, non ha bisogno di uno scudo, non ha bisogno di nascondere le sue crepe, perché se è così imbattibile come crede, i punti deboli non dovrebbe averli. Ma Izaya è vulnerabile e questo lui lo sa. Credo che sia un lato di lui che me lo fa apparire solo più misero, piccolo e patetico. Questa penso che sia una cosa che Izaya debba accettare - il fatto di non essere invincibile, come tutti e di poter essere ferito a sua volta e/o per primo -, non solo per non fare male agli altri, ma anche per non farne in primis a sé stesso. Lo so, a parole è sempre facile, ma faccio affidamento sui suoi passettini (ah, fare affidamento su Izaya. Stiamo messi bene, allora).
Anche se confesso che quel “apprezzo una brutta telenovela argentina di tanto in tanto” mi ha fatto ridere.

Oh, hai inserito Nozomi! La mia piccina. Sono contenta che tu le abbia dato un suo spazietto, introducendola per mostrare come Izaya abbia creato il suo harem (harem, cos) dato che Narita ovviamente non ha mai fatto luce sulle origini dei suoi contatti con ragazzine provenienti da famiglie disastrate e situazioni abusanti, sia mai che Narita sposti i riflettori un po’ più in là, per carità. Però, ehi, grazie per averci rivelato che Izaya è mancino dopo quasi 10 anni dall’uscita delle light novel, questa informazione mi serviva. Chi l’ha animato per intere stagioni come destrorso ti è eternamente grato, idem chi ha realizzato le figure ed i gadget in cui tiene il coltellino con la mano destra. Tanto amore.

Mi è sempre piaciuto l’intento di VR, quello di voler spiegare come si sono evolute le dinamiche fra i pg e lo sviluppo dei pg stessi, incastrando il tutto con le informazioni provenienti dalle novel che, appunto, invece sono prive di molti svolgimenti e non elaborano dei chiarimenti sufficienti, impedendo al lettore di maturare delle conoscenze approfondite su quel specifico personaggio e sulla sua personalità oltre che sul suo passato, contesto in cui ha vissuto e simili. Quindi sì, sotto questo punto di vista le ho sempre viste poco consistenti, peccando di quel qualcosa che invece VR ci sta dando. Rende anche il tutto più intrigante (e tu lo architetti nel modo più coinvolgente possibile), è un riavvolgere il nastro di una cassetta partendo dal finale, chiedendosi “come siamo arrivati a questo punto?”. E penso che sia un impegno enorme, tenendo conto di quanto sia fitta la trama di VR, come anche quella di Drrr. Equivale a dover ricongiungere i fili di due apparecchi ancora disconnessi e penso che sia un lavoro da non sottostimare affatto.
Inoltre, non per togliere qualcosa a Narita, dato che ci ha dato dei bellissimi personaggi su cui sclerare e morire serenamente (mhh non lo so, Rick, serenamente dopo Ketsu è praticamente una blasfemia) (pure prima di Ketsu lo era, vabbè), ma adoro il modo magistrale con cui caratterizzi le personalità di ognuno di loro, arricchendoli di particolari e fornendone una visione laterale che tuttavia non si discosta dal canon, dà solo quella percezione in più che accresce la storia del pg. Appunto, è una cosa che l’autore originale dell’opera non fa, o almeno, non lo fa con la stragrande maggioranza dei personaggi e le eccezioni sono poche (e anche quando ci sono non mi soddisfano mai completamente, ma lasciano sempre un senso di pecca, qualcosa che manca, facendomi storcere il naso) e non ci mostra una crescita, perché non affina ciò che ha già costruendolo e giostrandolo per bene, ma inserisce solo elementi in più che a tratti appesantiscono il tutto, senza dare un vero senso di pienezza… forse è per questo che li ho sempre percepiti tutti un po’ “acerbi”.
Tu invece, i tuoi personaggi li metti a nudo. Ci mostri degli aspetti che vanno al di là del bidimensionale. L’ho sempre detto, ma i tuoi Izaya e Shizuo suonano molto umani, realistici. Apprezzo anche che vengano valorizzate le fattezze fisiche aggiungendo dei tratti distinti, insomma, ai miei occhi sono praticamente in carne ed ossa.
Diciamo che Narita ha dato uno spunto, ma quelli che ho imparato ad amare a dismisura sono i tuoi Izaya e Shizuo, i tuoi Shirou e Kyouko e sono le tue Mairu e Kururi – che so già che adorerò ancora di più - e così via.
Sorry, so che non c’entra molto con il capitolo in sé, è più un aspetto generalizzato di VR che si estende per tutta la ff, ma sono reduce da una luuunga rilettura e ci tenevo a dirtelo.

Tra l’altro, complimenti come sempre per rendere Izaya così IC. Le sue blaterazioni le trovo sullo stesso livello di quelle riportate nel canon, tant’è che ogni volta che in VR gli vedo affondare gli artigli su argomenti concernenti la morte, mi sembra di avere davanti lo stesso Izaya dell’anime, che allo stesso modo esplora i medesimi discorsi esponendoli alla sua platea – aka quella poraccia di Namie. Non la paga abbastanza.
Ci sono anche altri particolari che trovo molto appropriati. La parte in cui spieghi che le sue strategie di strategico hanno solo il nome, essendo solo una concomitanza di improvvisazioni e sbagli la trovo perfetta per lui. Ne abbiamo già discusso, ma per me Izaya non è quel tipo di manipolatore calcolatore che amministra tutto e tutti come viene descritto nell’anime (perché è così che vuole farsi percepire lui dagli altri) o almeno, non così organizzato. Mi sembra più il tipo che lancia i dadi fingendo di sapere cosa uscirà, non prevedendone veramente l’esito, ma preparandosi ad accettare qualsiasi tipo di risultato per non essere colto impreparato. Quindi, nulla, mi piaceva che avessi inserito questo particolare, oltre al fatto che poi venga risucchiato dai suoi stessi piani restandone intrappolato rende moltissimo! L’ho apprezzato insieme ad un’altra cosetta: quando nella parte delle cuffiette specifichi che solitamente non gli piace estromettere gli stimoli esterni. Questo lo trovo molto adeguato, in quanto è più un tipetto che fa vagare lo sguardo indagatore qua e là, che si mostra interessato alla vita degli altri… molto osservatore. Molto tipo che preleva le informazioni provenienti dall’ambiente circostante. C’è tutta una parte risalente al capitolo 14 al riguardo che mi è piaciuta molto. Penso che siano quelle piccolezze all’apparenza futili ma che scavano ugualmente nel personaggio con una profondità che ancora non vediamo bene.

Poooooi.
(Non l’ho detto all’inizio, lo dico ora: preparati un bel tè e mettiti comoda sul divano, che qui la vedo lunga e non mi riferisco a Shizu- ehm. La mia Ti mi sta già rimproverando perché “madòoo ma quando la finisci ‘sta recensione” ah, perché, la finisco?)
Mi è piaciuta molto la metafora del ratto nel trafiletto dell’autosabotaggio e mi si spezza sempre il cuore quando leggo di alcuni tratti stereotipati del bpd che sono più nocivi che altro, fra questi, il fatto di sabotare la terapia. Alzo le mani fin da subito: non sono una specialista, non ho idea di come si affrontino delle evidenti difficoltà in terapia perché non ho anni di studio dietro le spalle (se gli anni di studio corrispondono ad un barista biondone ci faccio un pensierino però) (io la devo smettere) e non che non sia giusto ammonirlo dato che compromette il percorso di altri pazienti spingendoli ad andarsene, ma...
Quel “perché tutti si arrendono con me?” mi ha fatto molto male. E uh, il riferimento a mamma H. È un po’ il motivo per cui ho storto il naso anni fa, quando uscì il capitolo 20.
‘Sta cacchio di mano sul cavallo dei pantaloni argghh Izayaa te le taglio le mani.

Il secondo paragrafo ha riportato a galla le domande che probabilmente ci stiamo facendo tutti/e: ancora ‘sto Hideki? Chi è? Che vole? Lo scopriremo mai? Spoiler: no.
No no, ovviamente confido ciecamente nel fatto che ce lo svelerai presto. Prestissimo. Nel 2053.
Forse.
Quindi è così che si è procurato le informazioni riservate a cui si accennava in uno degli scorsi capitoli. Sono lieta che venga delineato anche come Izaya entra effettivamente a contatto con la Yakuza. Mi è sempre sembrato un po’ superficialotto da parte di Narita (ormai l’ho preso in antipatia, stacce, tanto lo so che condividi) dire semplicemente che fosse stato avvicinato da Kine così, a buffo. È questo ciò a cui mi riferivo prima, a tratti in Drrr ci sono dei vuoti che nel corso della serie non vengono colmati, delle cose che non combaciano bene e stridono un po’. Non lo trovo credibile che un membro della Yakuza si riduca a chiedere informazioni raccattate da un semplice liceale. Agli occhi di un adulto resta un adolescente che non sa cosa sta facendo e il massimo di trascorso da informatore che può avere è quello di aver sempre immerso le mani in un campo più innocuo – o almeno, innocuo rispetto a quello della mafia. Non è paragonabile a gente più esperta, visto da fuori.
Non te la prendere sul personale, Izay- no niente, si è offeso. Vai, Shizu, vai ad allentare la tensione (mi stai odiando, lo so, lo percepisco da dietro lo schermo. Non è una mia recensione se non divago e non sparo cavolate ogni tre righe, okay? Accettalo).
Quindii, non vedo l’ora di leggere come svilupperai meglio il tutto. Me curiosa.

Come sempre spezzo una lancia a sfavore di Kyouko e Shirou per dire, regà, ma non ve lo filate proprio vostro figlio, non vi ricordate nemmeno di un corso pomeridiano. Mah.
Tutte le volte in cui dici che gli occhi di Izaya sono diversi da quelli di Kyouko, mi viene in mente Harry Potter, per colpa dell’usuratissima frase “hai gli occhi di tua madre” (... era così? Vabbè. INFJ e roba mainistream) (Quanto mi sto facendo odiare?). In più, ormai ogni volta mi parte la voce del Trono del Muori che urla “gli occhi del muoooooriihara”. Non fare domande. Qui l’ho partorita ‘sta cavolata e qui resta.

Mi sono un po’ ammorbidita immaginando la partita a Monopoli con l’intera famiglia, per i pensieri su Shirou in particolare. È un’immagine inusuale all’interno della famiglia Orihara e forse carina proprio per questo. Ah, e so che non è la prima volta che mostri un attacco di panico, quindi non dovrei dirlo ora, ma mi piacciono i vari modi in cui li descrivi!

I momenti in cui esprime la paura di essere abbandonato da Shizuo mi uccide - non che sia un sentimento surreale, Shizuo potrebbe andarsene e avrebbe tutto il diritto di farlo dopo ciò che è successo, ma è logorante essere partecipe del dolore di Izaya, sentire come questa paura lo consumi fino a spezzarlo.
Ho urlato quando è apparso Shizuo – sai che l’ansia mi stava sciupando per bene perché non avevo minimamente idea di come sarebbe potuta avvenire la svolta felice, dato come si sono lasciati l’ultima volta. Per quanto faccia male a Izaya e per quanto capisca anche ad un livello più personale il dolore, penso che sia legittimo da parte di Shizuo prendersi un po’ di tempo per valutare meglio la situazione e sono felice che anche quando si sono incontrati non abbia ceduto in preda ai rimorsi del senso di colpa come temevo. Anzi, sono contenta che ragioni su cos’è meglio per lui e su ciò che lo fa stare bene.
Ma sono anche molto soddisfatta di Izaya (ebbene sì, i miracoli a quanto pare esistono) quando gli ha detto che se ne stava andando via. Riconosco che non sarebbe stato corretto nei confronti di Shizuo recarsi da lui nonostante gli avesse espressamente richiesto di lasciargli un po’ di tempo per riflettere, ma non lo colpevolizzo nonostante lui stesso definisca “meschino” fingere di non sapere dove si stesse dirigendo. Sono felice che ci sia consapevolezza, che capisca che sia giusto fare dietro front, anche se è una realizzazione che arriva tardi - ma non gliene voglio fare una colpa, dato che era stordito ed era appena uscito da un attacco di panico -, sono felice specialmente perché l’impulso iniziale è stato quello di ritirarsi dopo aver razionalizzato e compreso che restare lì sarebbe stato scorretto.

Quando poi Shizuo l’ha rincuorato dicendogli di non farlo, di non allontanarsi, sono crollata. Basta, ormai sono abituata all’angst di VR, per me la svolta era quella hahaha
E sono orgogliosa di Izaya non solo per aver afferrato il significato delle sue azioni, ma anche perché glielo dice. È subito sincero con Shizuo, ribattendo che si ricordava ciò che gli aveva detto e poi quando ha chiesto scusa… mi sono sciolta.
Lo sai. Izaya così nella mia testa è troppo da sopportare, in senso positivo però. Perché vederlo sincero e onesto è ciò che ho sempre desiderato, che si spogliasse in un senso più metaforico (oookay, magari non solo metaforico, ma!)
E sono delle scuse vere che apprezzo. Al contrario di quelle del capitolo scorso, queste sono più ragionate, frutto di una riflessione e non dettate dall’impulsività, oltre al fatto che nel capitolo 29 fossero nate dalla paura di vederlo andare via – e sono state accompagnate da quel gesto orripilante – mentre qui le trovo sofferenti in un modo diverso, perché lasciano il via libera alla possibilità che possa andarsene. Non lo sta trattenendo, gli sta dando la possibilità di scegliere, lo sta lasciando andare anche se fa male, ma sa che è Shizuo a dover decidere e che deve rispettare i suoi spazi. Penso che sia un passo importante. Almeno io l’ho letta così!
(A proposito, ma quante volte dice “scusa” in questo capitolo? Io smetto e lui inizia? Mi sono impossessata del suo corpo? Uhuh~ ehm no! Non in quel senso!!!)
E tu. Tu sei un essere esecrabile. Perché tu, tu sai che io ci muoio su Izaya più onesto. Hai osato farmi intenerire e a volte addirittura me l’hai fatto difendere. Non ti perdonerò mai.
È che ‘sto picciotto cretino mi fa una marea di tenerezza pena. Gli bastano le più semplici e minuscole rassicurazioni per sentirsi accettato. Anzi, nemmeno, non chiede neanche di essere accolto con piacere, gli basta essere tollerato, non essere respinto.

Sono stata sorpresa quando ho letto il loro dialogo. Stavano parlando (incredibile - ho sbagliato ff?) e Izaya che si apre è prezioso  importante, perché è più autentico, ed è un tipo di onestà che si sarebbe dovuto concedere già da tempo, anziché trascinarsi tutto quel dolore chiudendosi e soffrendo da solo, cosa che rappresenta un peso eccessivo per chiunque e non solo per gli eventi traumatici che si porta sulle spalle, ma anche per i risvolti dell’ultimo periodo che non gli rendono facile l’impresa di stare meglio o quanto meno di provarci.
Vedo un Izaya più cosciente e che riconosce le proprie problematiche. Ho apprezzato molto la parte in cui spiega il motivo del gesto sulla collina ammettendo che fosse un modo per ferire sé stesso, legata alla realizzazione che fosse la prima cosa che gli è venuta in mente di fare pur di non farlo andare via, scatenando la reazione contraria e concretizzando la sua paura.

Per quanto sapessi che alla fine sarebbe andato tutto liscio, ho letto il capitolo avvertendo molto bene l’agonia di Izaya, saltando da un rigo all’altro con l’ansia (ahimè, lo sapevamo entrambe che questo capitolo sarebbe stato così per me).  Mi fa male che si sia vissuto tutto il momento tormentato, dipendendo dalle parole di Shizuo e che alla fine ne abbia ricavato un sentimento discordante e in grado di infondere sollievo solo per metà. Se da un lato Shizuo non se n’è andato, dall’altro questa rassicurazione non dissipa la paura di essere abbandonato ed anzi, è una sensazione che si innalza sovrastando il conforto che lui sia ancora qui ed erige i muri di un’altra consapevolezza, quella che alimenta il timore stesso di essere lasciato, perché se Shizuo c’è ora non significa che ci sarà per sempre. E non è solo questo a fare male, è anche quel “se non avesse avuto paura”, che è la vera preoccupazione che veicola la maggior parte delle azioni di Izaya, è il non voler fare quel passo in più perché il solo pensiero di perderlo costituisce una sofferenza troppo grande. E mi fa stare male che non ci riesca, e quando si innervosisce colpendo lo sgabello con i talloni mentre Shizuo subito si accinge a confortarlo dicendogli “ehi?”… niente, questi due mi uccidono.
E poi. Ogni tanto fra i mille pensieri di Izaya spunta sempre questo chiodo fisso e ogni volta io ci resto secca, perché è troppo. Mi riferisco alle accuse che si scaglia contro, dopo essersele dovute sorbire a manetta da chiunque, quelle di essere un manipolatore. La parte in cui si impone di non piangere, non tanto per difendere l’orgoglio, ma più perché crede che piangendo ciò possa andare a suo vantaggio utilizzando le lacrime come modo per ricattare mi annienta. Non solo questo pulcino cretino è convinto di essere una sottospecie di essere dalla personalità malvagia e dotato di una mente machiavellica senza rendersene conto, ma sono pensieri doppiamente nocivi in quanto costituiscono un blocco, quello che non gli permette di esprimere uno stato di sofferenza e di sfogarsi come fanno tutti i normali esseri umani.

Sono lieta che anche Shizuo riconosca i suoi errori. Per quanto Izaya lo difenda dicendo che l’unica colpa che ha è quella di essere troppo buono, non è così. O meglio, ne abbiamo già parlato, ma non mi sembra così anormale che Izaya, anche se inconsciamente, voglia redimerlo dalle sue colpe, credendo che non abbia fatto nulla di male e che l’unico a dover essere marchiato da degli sbagli sia lui stesso. Succede a volte all’interno di un rapporto, spesso si resta bloccati dentro la propria bolla autocommiserandosi e credendo che la colpa sia unilaterale, no? Se noi lettori e lettrici riusciamo a captare che come sta esponendo i fatti Izaya non è giusto per sé stesso, siccome si sta accusando di essere la causa di tutto, e non rappresenta un’equa spartizione degli errori commessi - non che poi sia importante capire a chi attribuire la colpa, è rilevante solo comprendere se e in che modo si ha sbagliato al fine di poter rimediare e non ricommettere gli stessi equivoci in futuro – è solo perché osserviamo il tutto da fuori, perché possiamo avvalorarci di una visione sicuramente più obiettiva.
Le riflessioni di Shizuo, per quanto dolenti, sono delle domande giuste da porsi e sono felice che anche lui si apra un po’, nonostante vedere Izaya affliggersi su questi ragionamenti mi massacri - e il fatto che poi cerchi di compensare dicendogli “ti ho sempre fatto arrabbiare” mascherando tutto sotto il sarcasmo è ancora più sfibrante.

Te l’avevo già detto, ma mi era capitato di spoilerarmi alcune frasi (pochissime, but still) e fra quelle che ricordo, c’era questa qui: “Non mi basta che mi piacciano, voglio sentire qualcosa. Qualcosa di così forte che mi distrugga prima che possa distruggerlo io.” Mi ha fatto un po’ ridere rileggendo il capitolo, perché mi sono resa conto che all’inizio, avendola letta senza contesto, credevo che l’avesse detta Izaya. E ciò mi fa riflettere su quanto siano simili in fondo, che è un aspetto che nota anche Izaya nel corso del capitolo, scoprendo che “non sta urlando da solo”. E sono anche contenta che Shizuo abbia evidenziato che Izaya è stato il primo fra i due a cercare di capire se fosse in grado di chiudere quella storia, di metterci un punto, e sono felice che, per quanto Izaya si senta un codardo, Shizuo gli sottolinei di essere stato quello coraggioso fra i due. È ciò che ho pensato di lui durante il capitolo 25, quando non credevano che si sarebbero mai rivisti se non forse fra dieci anni (sei crudelissima, Ran, crudelissima) e quella di separarsi era stata una scelta sofferta, ma necessaria e soprattutto giusta nei confronti di entrambi.

Quando gli ha detto che gli manca tutto di lui mi sono sciolta, dai discorsi strani fino al cinema (i film francesi in bianco e nero di tre ore e passa, questo è amore vero).
E quando gli ha detto che dovrebbe fare il barista! Raaaan. Questo è un colpo basso.
Alla scena dei salatini, ho sorriso in un modo indegno. A parte che il solo fatto di avergli chiesto se mangia mostrando quella che era pura preoccupazione mi ha sciolto, ma quando gli ha passato i salatini, oh boy. Ad avermi fatto sorridere è la parte più giù, l’attimo in cui comprende dalla sola espressione di Izaya che gli fanno schifo, riportando l’aneddoto del caffè. Benché sia solo sapere i gusti dell’altro, cela un legame diverso e più stretto, per il semplice motivo che Shizuo ha recepito l’informazione in un modo del tutto naturale senza il minimo sforzo e lì è rimasta, non l’ha rimossa.
Forse sono stupidaggini, ma ormai mi conosci. Io sulle dimostrazioni d’affetto minime ci sclero.
Ah, e ti pareva che se a me e a Shizuo piacciono gli alcolici alla frutta, allora a Izaya devono fare schifo. Shh. Zitta. Lo vedo che mi stai giudicando.
(Tmi che non hai assolutissimamente richiesto, proprio come questa recensione: ti do un motivo in più per fissarmi male. Io la mattina prendo il caffè. Ma nel caffè non ci metto lo zucchero… bensì… *rullo di tamburi*
Il miele.
Vedila così: il miele è Shizuo e il caffè è Izaya. Ora t’attizza, eh? No? Pazienza) (Vabbè, ormai questa recensione è diventata il mio Talk Show, poi vorrò cancellarla hahaha)

La parte del “Non ho mai” mi ha stesa. Tu mi stai dicendo che hai infilato Izaya con la divisa femminile in VR e non ce lo mostri? Farai meglio a rimediare e a riproporcelo!
Adoro i momenti in cui si pungolano – quindi sempre -, Shizuo che non capisce le dinamiche del film mi fa morire, è il mio tontolone preferito. E quando ha preso in giro Izaya sull’altezza sono morta un’altra volta, mi spezza che Izaya si aggrappi all’altezza delle gemelline. Me lo immagino a sogghignare pensando “hehe sono più alto io”. Izaya. Loro hanno dieci anni. Non tu.
(Pssst. Lo ammetto. Ho ripreso la ff solo per sapere le dimensioni di Shinra. Il mio unico movente. Alla fine la verità è venuta a galla.)

Trovo sempre tristissima la visione del sesso secondo Izaya, ma questa volta era “plasmata” su Shizuo e mi ha stretto tanto il cuore vedere fino a dove l’insicurezza lasci il segno, quanto sia radicata la convinzione che a Shizuo piaccia solo per una ragione, per l’unica cosa che nella sua testa lui può offrire. È un pensiero molto più vasto, ma non mi dilungo perché sto già scrivendo troppo. Però uff.
Riguardo a quando mente sulle sue esperienze passate, invece. Ne abbiamo già parlato, ma non sento di potermi arrabbiare. È vero che così facendo manda a rotoli tutti i presupposti per l’inizio di una relazione sana e che si basa sulla fiducia, ma… je ne sais pas. Sono delusa, questo sì. Forse non mi arrabbio perché vedo che sta facendo altri passetti in avanti in altri campi (e okay, il problema è anche questo, ovvero che spesso dopo cento in avanti ne fa uno indietro con comportamenti che hanno il potere di azzerare tutti gli avanzamenti che aveva fatto e tutte le conquiste che si era guadagnato), forse non mi arrabbio perché mi invade di tenerezza il fatto che vorrebbe cancellare tutto, perché ciò che cercava veramente non era sesso, ma solo un modo alternativo per farsi male, per annullarsi. Forse non mi arrabbio perché so che di questa bugia ne ha più bisogno lui che Shizuo, perché cova la necessità di sentirsi così, essere visto così e che sia Shizuo stesso il primo a farglielo credere. Non sto dicendo che i suoi motivi giustificano la menzogna e non lo sto proteggendo, però, allo stesso modo, non riesco ad attaccarlo per questo.
*Inserire qui un aggettivo carino ma che sembra un insulto*

E giungiamo finalmente alla svolta! Nell’esatto istante in cui Shizuo gli ha detto che preferirebbe rischiare ho: urlato (io non so con che coraggio ho letto i capitoli successivi e quale forza ultraterrena mi abbia donato la volontà per farlo dato che in questo punto io ero: morta, kaputt, a k.o., abayo, sayonara da, qualcuno si occupi della bara) e quel “allora fallo” ma mannaggia a te, non ci avevo pensato al riferimento a Ketsu. Tu sei un bakemono.
Uhuh, la scena del bancone. L’ho adorata in ogni sua sfaccettatura. Shizuo che torreggia su di lui e lo imprigiona premendo le mani accanto alle sue, Shizuo che lo stuzzica per costringerlo a chiedergli di baciarlo, mentre Izaya tutto imbarazzato parla freneticamente, oh boyyy. E Shizuo che lo fa proprio per farlo arrossire… insomma. Shizuo. Ecco. Più scene con Shizuo così, pls, feed me.
Tutta la scena mi ha stesa anche se la parte che più mi ha provocato degli urletti estasiati è il pezzo in cui Izaya sbrocca dicendo “che hai da ridere?”. Non sa combattere sul campo dei sentimenti e il bello è che Shizuo l’ha capito.
Sai che mi piace vederlo in difficoltà~
E quando gli ha dato un colpetto sulla fronte chiamandolo “Holly”, lì sono proprio esplosa. Addio, addio, amici, addioo
Sai, mi fa pure un po’ ridere, perché ho rivisto Colazione da Tiffany in preda ad una strana nostalgia (mi piacciono i film datati nonostante sia nata più tardi, non farci caso) proprio mesi fa (che l’abbia visto esattamente mentre stavi scrivendo il capitolo? No? Non è una cosa carina?).
Comunque! Finito il paragrafo, mi sono fiondata a rivederlo. VR solleva voglie strane. Très fous?
(Ma l’ultima scena di Colazione da Tiffany, poi, quante VR vibes irradia? Non so, sarà che VR ormai mi ha bruciato i neuroni da tempo immemore – probabile- ma quando l’ho rivisto mesi fa, nonostante non la stessi più seguendo, ho pensato immediatamente alla fanfic. Tutto il discorso finale sul non avere il coraggio di riconoscere che ci si innamora…
E piove pure! Qualcuno ha detto capitolo 16?)

Oh, e poi mi è piaciuto tantissimo anche il momento in cui Izaya, tutto titubante, crede che Shizuo abbia interrotto il bacio convinto che si sia pentito, ma quando realizza che non è così e al contrario si accende una sensazione vittoriosa aaa che carino scemino.
Certo, che. “Puzzi”. Il bello delle conversazioni durante le effusioni amorose. Però! Meno male che Shizuo lo dice di andare piano, oh! Da come me l’avevi accennato credevo che si azzuffassero subito e nope, mamma non approva.
La parte della maniglia mi ha fatto schiattare. Ah, l’astinenza, cosa fa l’astinenza. E i riferimenti ai vecchi capitoli, che tempi.
Quando ha iniziato a baciarlo ripetendo “piano”, lì mi sono liquefatta sul pavimento. Troppo fluff, non ci sono abituata – e non avevo ancora letto i capitoli successivi.
Però, mannaggia a Simon. Non solo prima non gli facevi terminare le scopate, adesso non li fai neanche sbaciucchiare. Sempre così. Secondo me tu non shippi sul serio la shizaya.

Termino dicendo che rileggere VR dopo tutto questo tempo è stata un’esperienza mistica. Avevo completamente rimosso alcune scene. Il randello. Il rullo- no, scherzo, il rullo è un trauma che conserverò con cura nel mio cuoricino per sempre.
Ma avevo sul serio totalmente cancellato alcuni intermezzi. Specie il capitolo 12, la mia mente ha passato un bel colpo di spugna. Ci credi che avevo eliminato dalla mia memoria la bellissima chicca “per me? In me?” (Non la continuo o sento di rischiare il ban pesante). E la fine del capitolo 29! Ricordavo solo che Izaya gli avesse risposto in malo modo, non anche quel gesto! Il mio cervello voleva proteggermi evidentemente.
Che dire. Immergermi nuovamente in questa fanfic è stato un viaggio toccante. Mi ha fatto riprovare il turbinio di emozioni in cui solo VR riesce ad incastrarmi. Ma soprattutto, io che da lettrice appassionata che si becca un aggiornamento una volta all’anno (non ci credo che hai migliorato i tempi d’attesa proprio quando me ne sono andata. Dillo, dillo che mi odi!) passo da lettrice che decide di droppare la ff e quando ritorna ha ben TRE capitoli consecutivi a sua disposizione pronti per essere divorati tutti insieme? È stata un’emozione indescrivibile. Mai, neanche nei miei sogni più fervidi la mia fantasia avrebbe galoppato così lontano! Tre capitoli consecutivi. Tre. Pura fantascienza.
Scommetto che ora che sono tornata, il prossimo aggiornamento arriverà nel 2035 (ah, così poco, vedo che sono ottimista). Sto scherzando, guai a te se prendi spunto.
Finisco qui. Ma non temere, presto arriverà altro *sorride in modo maniacale accarezzando lascivamente Ran mentre quest’ultima si divincola per non doversi sorbire altri obbrobri* molto presto... aka fra due minuti se EFP permette.
(Non so se si possono recensire i capitoli tutti insieme e a poca distanza dall’altro, sul regolamento non ho trovato nulla che lo vietasse. Oh beh, lo scopriremo fra poco. Se va tutto bene, ci sentiremo presto!
Al prossimo capitolooo - fa impressione se a dirlo sono io.)