Recensioni di Roxe

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Recensione alla storia Il Piccolo Principe - 14/01/12, ore 22:49
Capitolo 1: ... e tutte le stelle ridono dolcemente
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia ha bisogno di tempo per essere letta.

Non è uno di quei racconti che si possono percorrere velocemente, inebriati dall’ eccitante susseguirsi dell’azione, che ci spinge ad accelerare il passo incalzati dal fastidioso desiderio di scoprire dove ci sta portando.
Il Piccolo Principe avanza a passi lenti, come ogni fiaba degna di questo nome, ed a noi spetta l’onere ed il privilegio di star bene attenti a dove mettiamo i piedi, sempre pronti a sollevare lo sguardo su una nuova e meravigliosa visione, osservando ogni parola e sezionando ogni frase, per poter sfogliare uno ad uno tutti gli strati di cui è composta.
Prima la forma, poi la sostanza. Infine l’idea.

Questa storia è coraggiosa.

È necessario un’infinito coraggio per accostarsi ad un’opera complessa come quella di Antoine de Saint-Exupéry senza sentirsi sopraffatti dall’altezza.
Solo due tipi di scrittori possono osare tanto:
I più sciocchi, che senza accorgersi di spezzare mille steli e calpestare ogni fiore, attraversano il prato.
Ed i più capaci, che raccolgono una sfida impossibile, perfettamente coscienti del prezioso traguardo che anche solo l’avvicinarsi alla meta rappresenta.

Questa storia parla il linguaggio della Meraviglia.

Nessun altro funziona quando si tenta di scrivere una fiaba.
Una parola non è mai solamente una parola quando t’imbatti nel talento narrativo di quest’autrice (incredibilmente raro nel mondo delle fanfiction), ma diventa sempre qualcos’atro, un oggetto dalla forma sconosciuta eppure perfettamente reale.
Allora senti tra le dita quella pecora di carta, e quella museruola, ruvidi come il dolore della lontananza, e pesanti come una scelta sbagliata.
L’oggetto racchiude il pensiero, in un susseguirsi di splendide metafore.

Questa storia racconta John Watson e Sherlock Holmes.

Anche parlando di pecore e fiori.
Perché la Forma è meravigliosa, e la Sostanza è straordinaria. Ma l’Idea è tutto ciò che davvero conta.
E noi siamo davanti al tentativo perfettamente riuscito di spiegare ciò che questi due uomini sono l’uno per l’altro, mostrandoci la vera forma del loro legame, disastroso eppure perfetto, riflesso in quello del Piccolo Principe con la sua capricciosa Rosa, che ha un disperato bisogno di lui per sopravvivere, e non troverà mai il modo giusto di dirglielo.

Questa storia merita d’essere Scelta.

Per essere letta.
Per la sua Bellezza, per l’Idea, per il Talento, per la Qualità. E per Noi.
Per tutti noi che leggiamo e scriviamo spinti dalla passione e da nient’altro, e tendiamo a volte, per abitudine, a sottovalutare i prodotti del nostro amore.

Questa storia, e quest’autrice, sono la prova dell’enorme valore che possono racchiudere.
Recensione alla storia Un nuovo coinquilino per Sherlock Holmes - 14/01/12, ore 11:14
Capitolo 1: serial killer in ombra
Sono qui per dirti una cosa, innanzitutto.
Non devi spaventarti troppo per la piccola selva di bandierine rosse che hai ricevuto per questa storia.
Alcune possono sembrare 'cattive', ma in realtà tentano tutte d'aiutarti a trasformare ciò che scrivi in qualcosa che non abbia un valore solo per te, ma per tutti i fan di questa serie.

Tu hai messo in scena una fantasia personale.
Segnalando con gli appropriati avvertimenti la natura della tua storia.

Non hai fatto niente di male, non preoccuparti.
Questo tipo di fic sono spesso vilipese da chi ha superato la fase (e ad onor del vero, a livello puramente qualitativo, ne hanno ben d'onde...), ma in realtà ciascuno di noi è transitato per quella strada.
Qualcuno ci è passato molto presto, tentando poi di dimenticare. Qualcun altro ha fatto una passeggiata breve, cambiando rapidamente sentiero. Ed altri hanno saputo mascherare con astuzia le loro intenzioni. Ma il primo passo verso i personaggi di fantasia è sempre quello di entrare nel loro mondo, per poterli 'toccare' e conoscere, senza curarsi di come loro sono, ma piuttosto fantasticando su come ci piacerebbe che fossero.

Qualcuno questo vizio non lo perde mai...

Qualcun altro invece inizia a capire (e spero succeda presto anche a te) che il modo più appagante di possedere  un personaggio altrui è quello di provare a comprenderlo, e riuscire a manovrarlo, molto più di quanto non lo sia immaginare d'incontrarlo. O di baciarlo.

Concludo facendoti i complimenti per come hai saputo prendere le critiche. Senza scomporti e tentando di ascoltare.

Chiunque prenda i giudizi negativi come fai tu è destinato a progredire velocemente nella strada della vita.


(Recensione modificata il 14/01/2012 - 12:35 pm)
Recensione alla storia The right one - 21/09/11, ore 16:04
Capitolo 2: I'm not that girl
Ecco vedi... a volte sembra che uno faccia le cose disordinate solo per cialtroneria, e invece la mia 'urgenza' di saltare subito alla fine della tua storia per tirarne le somme si è rivelata assai più utile che dannosa.
Ora posso commentare questo capitolo centrale alla luce di ciò che ho già detto (e soprattutto alla luce di ciò che tu mi hai risposto), cogliendo al volo l'occasione di spiegare meglio ciò che intendevo, poichè mi ritrovo per l'appunto tra le mani l'esempio perfetto di Vero Amore:

Tra John e Mary è Vero Amore. A prima vista.

Proprio quello che a me non piace tanto, che divampa all'improvviso, senza dubbi e senza una reale conoscienza.

                       Oh, c'ella insegna alle torce a splendere di più viva luce!

E poi subito mano nella mano, senza neanche saperne il motivo. Perchè il Grande Amore è carne, sangue, desiderio, passione e cuore. È puro istinto.
È conoscerla e chiederla in sposa nell'arco di una sola giornata.

Finchè non sopraggiunga Morte a separarli.

La storia di John e Mary possiede tutte le caratteristiche del Grande Amore. E Sherlock si prende questo colpo di fulmine in piena faccia, come uno schiaffo a mano aperta che ti lascia sul volto i segni ben distinti di tutte e cinque le dita.
Lui è secondo me la migliore delle tre Elphaba della tua storia, perchè è l'unico ad avere realmente a che fare con quel mostro dai gentili riccioli biondi di cui parla la canzone.

Non sai quanto è stato bello e struggente vederlo costretto ad arrendersi di fronte a qualcosa che neanche lui può evitare.

Eppure...


Questo Vero e Grande Amore che irrompe nella vita di John sconvolgendo le esistenze di tutti -comprese le nostre di fan- pur con tutta la sua forza secondo me non è l'affetto più solido della vita di Watson, nè il legame che impronta maggiormente la sua esistenza.

Tra tutti gli amori della sua vita è probabilmente il più potente ed accecante, ma secondo me non è 'The One'. (e mi trovi d'accordo con te, l'inglese anche in questo caso ha lo strumento linguistico perfetto per rendere quest'idea, che a noi purtroppo manca.)

Il Vero Amore e L'amore non sempre sono la stessa cosa.
Secondo me.










Recensione alla storia The right one - 18/09/11, ore 19:34
Capitolo 3: I'm not that boy [reprise]
Dovrei andare con ordine come una brava bambina, ma oggi il qore ha deciso per me.

Ora che il trittico è completo la mia balzana idea è diventata un po' meno balzana (per lo meno ai miei occhi) e posso rivelartela con la timida speranza di averci azzeccato.
Sin dal primo capitolo, con in testa il ritornello di  I'm not that girl, ho immaginato che tu volessi 'giocare' con il triangolo sentimentale (e batate bene, non ho detto amoroso) ch'è il tema della canzone stessa. La mia sensazione -e speranza- era che tu volessi cambiare le carte in tavola e la loro posizione ad ogni nuovo capitolo, ma senza modificarne il numero, nè alterare la struttura geometrica che le legava tra loro.

Ed infatti alla fine abbiamo un 3x3.
Tre triangoli. Tre coppie. Tre Elphaba.
La voce narrante è sempre la sua , che parla prima attraverso gli occhi di Sarah, poi di Sherlock, ed infine di Mary, in un breve ma intenso susseguirsi di constatazioni d'impotenza, di cui ho amato ogni singola parola.

Non starò qui a ripetermi con te su quanto io ami i triangoli nelle relazioni interpersonali, ed in particolare in questo fandom. Ti ho già annoiato abbastanza in altri luoghi.
Preferisco piuttosto concentrarmi  sull'impossibilità di determinare i sentimenti che genera questo tipo di situazione, che poi è il  motivo per cui io ho amato questa tua storia ed amo questa figura geometrico/sentimentale.

Il fatto è che io non sono una grandissima fan del Grande Amore.
Hai presente no... quello che ci sbatti contro e sai subito ch'è lui. E  sei certo che non sarà mai nient'altro che lui finchè morte non vi separi.

Questo tipo d'innamoramento tanto gettonato del mondo delle fanfiction per me è un po' come il comunismo: un pensiero tanto carino in teoria, ma sostanzialmente irrealizzabile nella pratica.
In entrambi i casi l'idea si basa su una netta sopravvalutazione dell'essere umano, che invece è una creatura incerta, egoista e poliaffettiva che non ha nella sua struttura mentale il concetto d'uguaglianza, nè di monogamia.

Sono molti gli amori che un uomo incontra nella sua vita, e quasi sempre questi finiscono per cozzare tra loro e sovrapporsi, infastidirsi, scalzarsi a vicenda, creando quelle scintille che io amo tanto vedere, e che nella tua storia hanno brillato meravigliosamente davanti ai miei occhi.
A volte -ma non sempre- uno tra questi sentimenti spicca sugli altri. Ma quasi mai questo succede per la sua intensità ed unicità, bensì per la sua costanza.
Quel legame che riesce a resistere nonostante gli altri, nonostante il tempo, nonostante tutto, ed anche se viene a volte messo da parte -ma mai dimenticato- alla fine torna sempre a galla, rimanendo un punto fermo nella nostra vita, quello si può dire che sia L'amore.
Un po' più degli altri.

Quello che nella tua storia alla fine ritorna.
Dopotutto.

The right one.


Chiudo questo commento un po' (tanto) sconclusionato ringraziandoti per aver voluto rendere un così alto onore al mio misero tentativo di rendere un po' di giustizia al primo finale che Doyle aveva pensato per suoi personaggi, e che poi è stato costretto a distruggere.
Ho voluto ripescare Mary così come lui ha dovuto ripescare Holmes.

***

PS Avevo deciso di non dirtelo, ma mentre scrivevo ci ho ripensato. Alla fine tu ami l'ANGST... quindi non mi sento particolarmente crudele.

Il tuo segnale stradale Holmesiano in fondo alle note mi ha fatto riflettere su un piccolo dettaglio, che questa storia non avrebbe mai potuto calcolare se non pagando il prezzo di perdere il suo senso.
Eppure... se tu segui fino in fondo la mia teoria, potresti scoprire che a questa storia manca un capitolo....

Perchè è vero sì, che in questo modo ci siamo elegantemente liberati della seconda improponibile moglie, MA...



                                                                                                                                                                 ...non ci siamo affatto liberati della prima! XD

Recensione alla storia The right one - 02/09/11, ore 12:24
Capitolo 1: I'm not that boy
Se ho ben capito quello che vuoi fare (e mi riferisco principalmente al testo della canzone) hai avuto una splendida idea.
Ma visto che solitamente non capisco un cavolo, probabilmente sarà un'idea meravigliosa. **


Non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo, e -non lo nego- soprattutto il terzo.

Quando tutto sarà finito ti dirò cos' avevo pensato e tu mi dirai, come sempre, che non avevo capito nulla.

Mi piace Sarah.
Penso che sia un personaggio tosto, che involontariamente si piazza allo stesso livello di Sherlock, anche se non è alla sua altezza. (il che non ha in realtà un senso logico, però rende l'idea...)
.