Recensioni di _Lightning_

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Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 21/10/20, ore 21:20
Capitolo 1: Arvin
"Infinito."
"Cosa?"
"Il tempo che ci ho messo ad arrivare qui."
Eh, cara Cosetta Cosettosa mia, proprio così, sono arrivata! *tono da "Wendyyyyy"* Non credevi forse di poterla passare liscia, spero! È troppo tempo che non ti amputo falangi, e ciò è male, poi mi diventi audace e pensi di potermi sfuggire, stolta **
Allora comunque ORSU', tu sai già quanto io abbia amato in modo viscerale il libro (certo che lo sai, ci siamo rotte la balle a vicenda per MESI **), quindi approcciarmi a questa raccolta è un po' come scoprire delle pagine perdute scritte da Pollock. O quasi. Perché è molto bello dire "scrivi proprio come autore X!"... ma a parte dover essere per forza di cose una parziale bugia, credo che l'obbiettivo di uno scrittore sia quello di essere riconosciuto, in primis, e poi associato ad altri. E tu qui ci sei riuscita benissimo: lo stile crudo è quello di Pollock, indubbiamente, ma le introspezioni sono altrettanto indubbiamente le tue, così come l'impronta generale, il modo in cui costruisci le frasi e crei metafore e situazioni... sei tu, Co', non potresti essere confusa con nessun altro ed è sempre una sorpresa riconoscerti in nuove vesti ♥

Passando ad Arvin, che in teoria è lui la star, mica tu! u.u Ricordo di averti fatto una sorta di commento di senso compiuto su di lui, all'epoca, ma Wattpad se l'è mangiato e quindi niente, vado a braccio sapendo che non c'è speranza di ripetere anche solo lontanamente ciò che ti avevo scritto **
Il bello di Arvin è che è un concentrato di rabbia e acredine per la maggior parte del libro, e lo si percepisce non dai suoi pensieri, ma dalle sue azioni. Picchia, agisce, risponde o meglio tace. Avanza nella desolazione di Knockemstiff col passo di chi vorrebbe veder quel posto bruciare, ma non così tanto da appiccare lui stesso il fuoco. Gli incendi che ha intesta rimangono lì, nella sua testa. È qui che entri in gioco tu: Pollock ci mostra in modo asettico una schiera di personaggi usciti direttamente da un girone infernale, e tu però li indaghi, dipani di fronte ai nostri occhi i loro pensieri più reconditi. Ci offri un punto di vista che è più interno e vicino di quello di Pollock, e per questo lo completa combaciandovi in modo esatto, senza snaturare nulla di ciò che ha scritto.

Arvin è senza dubbio un personaggio complesso da affrontare, anche se mi viene da dire che non sia il più difficile, e non lo dico per sminuire il tuo lavoro, ma per avviare un discorso più generale. Arvin, per quanto deviata e sregolata sia la sua vita, è comunque il "buono", o almeno così lo percepiamo grazie al contesto (tradotto: er più pulito c'ha la rogna). Dovrebbe come minimo essere in riformatorio, ma nel contesto della storia sembra comunque prendere il ruolo di bussola morale; anche più di Lenora che, pur essendo la vera buona e innocente di tutto il libro, ha a minarla una cecità dettata dalla fede che le rende impossibile agire e diventare il modello da seguire. Lei consiglia e cerca di frenare Arvin, ma rimane vittima lei stessa Ma su lei tornerò in altra sede, che sennò perdo il miocardio ♥
Quindi, Arvin è un antieroe costretto a diventarlo. I cattivi, i veri cattivi, sono altri, e nella loro testa è ben più difficile entrare. Perché non si tratta del classico antagonista affascinante che, comunque, un minimo di presa sul pubblico ce l'ha... no, qui andiamo a toccare la feccia dell'umanità, quelle persone di cui non vorresti mai intravedere nemmeno di sfuggita i pensieri. Tu invece ti ci sei tuffata a capofitto, con ognuno di loro, e ci prepari all'immersione partendo da chi il diavolo se lo porta dentro, ma non l'ha mai (ancora) accettato attivamente. Arvin è vittima, è carnefice, è giudice e giuria, è spettatore e attore di se stesso, e tutto ciò emerge da un'introspezione su un semplice mal di testa. Racchiudi tutto, dai suoi legami familiari contorti e storpiati da una fede che ormai ha perso, allo smarrimento di chi sul suo orizzonte vede solo Knockemstiff e le anime perdute che la infestano come spettri (trova il cross-over multiplo in questa frase ♥). C'è molto pessimismo in lui, e nessuna via d'uscita visibile, se non quella di distruggere tutto e ricominciare da capo. Che è poi quello che fa nel libro, in effetti, anche se metaforicamente, e Pollock ci conferma che tutto ricomincerà davvero da capo, in un cerchio, anzi girone, infinito.

Nun c'è niente da fa', Cosetti': la devono ancora inventare la storia che non sai scrivere ♥
Io come al solito mi autocensuro, che sennò mi mandano la polizia di EFP sotto casa per eccesso di parole, ma sappi che ho detto più o meno il 15% di ciò che avevo in testa, ma sono pronta ad assillarti in privato **
Ti mando una carrellata mista di supplì e brownies, sperando di riuscire a bombardarti di nuovo presto :D
*poc* *fugge come un pappagallino*

-MandaLight-