Recensioni di _Alcor

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Recensione alla storia Digimon tutta la vita - 22/02/15, ore 00:22
Capitolo 1: Un ultimo Digimon
Cindermon è davvero una tipetta scoppiettante~
Ehilà! Qui KonanKohai e benvenuto nella sezione. Siamo in pochi, perciò vedere nuovi volti fa sempre piacere. Mi spiace non aver recensito subito ma per un testo così lungo dovevo prendermi il tempo per segnare ogni possibile dettaglio. Dopotutto, siamo su EFP per migliorare, quindi bando alle ciance e andiamo con ordine!
Prima di tutto, premetto che di solito tendo ad essere molto ironica nelle recensioni, così da poter far notare eventuali errori senza pesare troppo. Ma essendo la prima recensione che ti faccio, cercherò di essere il più seria e mirata possibile.
Prima analizzerei il testo in sé, poi farei considerazioni sulla trama.
Allora, prima di tutto, il numero di pagine in un capitolo. Condensare ben 31.000 parole e passa in un solo capitolo denota un pochetto di non curanza verso chi deve leggere. Certo, non nego che forse non tutti possono essere d’accordo con me. Ma dividere in due il capitolo non dovrebbe rubarti troppo tempo, basta inserire il codice solo nella prima metà delle pagine e le prossime tenersele per il capitolo successivo.
Questo accorgimento renderebbe più facile per i lettori leggere la tua storia. Il computer, dopotutto, stanca molto gli occhi e chi ha problemi di vista rinuncerebbe subito a leggere. Personalmente, quando ho aperto la prima volta il capitolo ho pensato “mio Signore, quanto ci metterò a leggerlo?”. La prospettiva di impiegare ore della mia vita a leggere qualcosa di interessante non mi dispiace in sé, anzi, la trovo assai interessante!
Ma leggere qualcosa di bello, ma non ben impaginato  “mi scoccia”. Mi spiace di aver usato un termine così terra-terra, ma trovo che esprima bene il mio stato d’animo verso questa storia. Ho chiesto pareri ad altri miei “compari” che hanno manifestato il mio stesso scoraggiamento.
Comunque, la prima cosa che salta all’occhio è il modo in cui vengono trattati i dialoghi tra i personaggi, credo, secondari. Sempre che non siano comparse, ecco. Mi è già capitato di vedere scrittori che adottano la scelta di non andare a capo, finendo per non separare nettamente i dialoghi tra un personaggio e un altro. Ma è la prima volta che mi capita di vedere l’uso dei puntini di sospensione per, almeno, accennare questa separazione.
È una scelta bizzarra, visto che non si vede in giro. Forse molti non potranno fare a meno di chiedersi «Cosa? Perché?». E sì, io sono tra questi. Ognuno si comporta come vuole, certo, ma l’uso di questi puntini spezza la magia della scrittura.
Se c’è una cosa su cui sono stata sempre certa, è che la scrittura veicola una particolare magia. C’è un patto non detto tra lettore e scrittore. Il lettore si impegna a lasciarsi guidare dalle parole dello scrittore, fingendo per tutto il tempo della lettura che queste cose stiano accadendo veramente. D’altro canto, l’unico dovere dello scrittore è di non spezzare quella magia. E per farlo, sarebbe necessario evitare troppe bizzarrie.
Tra l’altro, questi puntini non mi dicono nulla. Credo che siano stati usati per dare l’idea di un botta e risposta tra i due ragazzini, ma personalmente farei diversamente. Questo discorso riguarda il ritmo della storia, vorrei approfondire meglio questo punto, ma impiegherei troppe parole. Per sintetizzare, quando voglio dare l’idea di un ritmo frenetico preferisco usare frasi brevi, incisive con descrizioni molto vivide. Quando invece voglio dare una sensazione di rilassamento, mi perdo nelle descrizioni. Cerco di rimanere coerente con il personaggio che ho adottato come punto di vista per raccontare gli avvenimenti.
Ma questo non è il solo dettaglio che potrebbe buttare il lettore “fuori dalla magia” della scrittura. È il caso anche di costruzioni come […] e le sue mani si sfregavano con l’intenso stento di quando vi è una possente consapevolezza da fronteggiare […] Ammetto la mia ignoranza, mi sono dovuta far spiegare questa frase.
E questo è un male.
Per me è stato l’equivalente di un calcio negli stinchi. So di non essere una persona intelligente, furba o sveglia, ma questa bizzarra scelta di parole mi ha ricordato che stavo leggendo e non vivendo la vicenda. Mi sono dovuta fermare, rileggere la frase, presentarla a cinque persone diverse e nessuna di loro ha saputo spiegarmi il significato.
Si vede che tutti non siamo persone prettamente sveglie.
Il problema è questo brusco risveglio è accaduto più di una volta.
Anche nel caso in cui hai citato la canzone con cui hai immaginato la scena tra Henry e Suzie, perché inserire questa nota nel mezzo della lettura? Di solito, pare essere una convenzione, si mette un asterisco sulla parola finale della frase in questione. Ciò rimanda alle note dell’autore dove si avvisa “questa scena rende meglio ascoltando tandeitali”. Non è la canzone a dover dare l’atmosfera, sono le parole. Non è un film, è una storia!
Altro problema: il ragazzino irritante che urla che il digimon che ha scelto Takato era uno stupido. Senza contare gli altri personaggi che urlano. Perché l’improvviso uso di maiuscolo? Questa scelta è utilizzata nei fumetti, non nei testi. Il maiuscolo è usato al massimo nel caso in cui si riporti qualcosa che è scritto, per l’appunto, in maiuscolo in un articolo, un’insegna, un qualsiasi cosa che il personaggio potrebbe leggere.
Sfortunatamente, questo non era un mio pensiero. I manuali di scrittura sono abbastanza concordi in proposito.
Tra l’altro, andando avanti, ho notato un uso massiccio di punti di sospensione anche nel testo in sé. Non varrà molto, ma nei miei anni di esperienza su EFP, ho notato che è meglio descrivere quel silenzio, quelle cose non dette che vogliamo lasciar trasparire. È una cosa abbastanza complicata, ma il senso di lentezza si ha dal dettaglio marginale che descriviamo. I punti di sospensione, invece, suonano come un rifugio. Una sorta di protezione che sfruttiamo per non esporci nelle descrizioni.
Veniamo alle riflessioni di Takato.
Lo sviluppo di una sua eventuale depressione è una scelta interessante, magari anche coerente con il personaggio. Ma hai messo in bocca a un ragazzo termini un po’ rarefatti. Non so ben spiegarmi, ma non posso fare a meno di avere la sensazione che stia “imboccando” a Takato queste parole. Aggirandomi, molto meno che più, sull’età di quel povero ragazzo posso dire che quando qualcosa mi distrugge non penso […] Tutte queste preoccupazioni… sono dentro di me. Mi logorano giorno dopo giorno! […]
Penso a cose precise, penso a quel professore con cui non riesco ad andare d’accordo. Penso che è orribile che io non riesca a trovare, non so, lavoro. Penso agli appuntamenti che non combinano, al fatto che ho litigato con la mia migliore amica per una stupidaggine.
Diversi scambi tra personaggi mi sono risultati pesanti da leggere, è stato difficile per me non lasciar perdere. Dialoghi, dialoghi e poche azioni. Ho l’impressione di ripetermi, nel ribadire che avrei desiderato delle descrizioni più dettagliate.
Detto questo passiamo alla trama, che in sé, non mi dispiace nemmeno. Tralasciando la lettura molto pesante, e la poca densità di avvenimenti significativi nel primo capitolo, i nuovi personaggi sembrano molto frizzanti. La caratterizzazione – è naturale, essendo solo il primo capitolo – risulta un poco piatta.
D’altra parte Beelzemon è davvero OOC. Per i ragazzi questi nuovi caratteri potevano essere comprensibili, probabilmente, visto gli eventi che hanno vissuto. Ma nel caso di Beelzemon sembra che l’abbiano sostituito con il suo gemello buono. Se puoi, direi che dovresti inserire l’avviso OOC. Infatti, i personaggi comunque, visti gli avvenimenti vissuti, non sono fedeli agli originali ^-^
Rimando alla prossima recensione pareri più approfonditi.
Nel complesso è un discreto lavoro, può migliorare!
See ya!
-Konan
Recensione alla storia Pain can change people - 29/09/14, ore 22:16
Capitolo 2: #2 Sensi di colpa
Tra le due drabble/flash, devo dire che ho preferito questa seconda.
Devo dire che ha uno schema decisamente più classico per una shot introspettiva, presentando il tipico cattivo pentito, ma il testo rimane comunque accattivante e piacevole da leggere. Ottime le riflessioni, ottima la struttura del testo. Davvero un lavoro piacevole.
Brava!
-Konan
Recensione alla storia Pain can change people - 29/09/14, ore 21:56
Capitolo 1: #1 Fragile come un filo
Veloce è rapida, arriva al punto senza cincischiare in riflessioni inutile.
Immediata e tocca punti molto importanti con serietà; l'unico difetto in sé, è che la storia è di - secondo il mio word - 88 parole. Una drabble di minimo dovrebbe averne una novantina, per essere perfetta cento. Quindi, no, non è una critica, constato che la prossima volta dovrai giocare molto di più con le parole òwò
Comunque, complessivamente, mi piace molto!
Ottimo lavoro
-Konan
Recensione alla storia L'attesa - 27/02/14, ore 15:06
Capitolo 1: L'attesa
Breve, veloce e ad impatto.
Grazie per il regalo, lol, probabilmente io quest'anno non te lo farò nemmeno. Ciò non toglie che è tanto sintetica, ci sarebbe così tanto angst ricavabile dalla tenera e dolce Juri perciò per la prossima volta ti chiedo di ampliare un poco di più la narrazione. Per il resto, direi che è perfetta.
Alla prossima e ottimo lavoro!
-Makoto
Recensione alla storia Confessioni sotto un cielo di stelle - 22/10/13, ore 17:31
Capitolo 1: Confessioni sotto un cielo di stelle
Dolce, dolce, dolce.
Ricordo che avevi detto di voler fare qualcosa di fluff su loro ma direi che questa esprime benissimo il concetto di dolcezza che può esserci tra loro due. Sorvolando che l'avevo già letta e che, davvero, c'è bisogno di scrivere qualcosa che non sia solo Ryuki in questo benedetto fandom, Trasformarla magari in una piccola raccolta anche JianliangxAlice e TakatoxJuri? xD
Ok, dolce, tenera e non ho notato errori. La scena che ho preferito è stata quella degli irrigatori.
Credo di aver finito, bene, alla prossima!
KoKo