Recensioni di remy73

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia The monster maker - 29/11/15, ore 15:06
Capitolo 1: The monster maker
Che cosa posso dire? Mi ha spezzato il cuore vedere nero di bianco i pensieri di Eddie quando per la prima volta ha compreso il piano di Adrian: un mondo di pace costruito sul genocidio più grande della storia dell'umanità. Nessuno aveva mai osato ipotizzare nulla del genere prima, nessuno dei grandi dittatori/conquistatori/creatori e distruttori di civiltà aveva osato tentare una simile impresa: 15 milioni di morti, le più grandi e popolose città del mondo spazzate via in un istante. E lui, Eddie, testimone impotente, sebbene consapevole, di quella distruzione, incapace di evitarla, di fermarla. Anche perché in fondo forse poteva funzionare! Questo pensiero è forse il più insopportabile di tutti: il fatto che forse Adrian stia davvero salvando il mondo!!! Anche se a prezzo di milioni di morti. Quanto mi è piaciuto quel "forse" in corsivo XD E Eddie che nella sua vita ne ha fatte di tutti i colori (non è un caso che tutta le atrocità che ha compiuto nella sua vita gli scorrano davanti agli occhi come in un brutto film) di fronte a un tale progetto, ardito, folle, abominevole, eppure in un certo senso, maledettamente sensato, si spezza sotto il peso della consapevolezza, della responsabilità, della colpa di sapere e di non fare nulla... Ciò che lo fa andare letteralmente in pezzi è che è tutta colpa sua, colpa di una battuta, colpa del suo cinismo, colpa di una mappa e un accendino, colpa di un sogno che lui ha crudelmente e superficialmente infranto, senza pensare alle conseguenze. Quella sera di tanti anni fa ha ucciso un mocciosi idealista e ha creato un mostro. Piango, piango per il giovane Adrian, i cui sogni bruciatori insieme a quella mappa, piango per Eddie e Adrian e una storia mai veramente sbocciata, piango per Eddie schiacciato dai sensi di colpa e piango per Adrian, per i sensi di colpa che schiaccieranno lui, piango per le vittime e per il carnefice, piango per l'amante ucciso (non può lasciarlo vivere e sapere) e per l'amante assassino... Mi hai veramente fatto commuovere! Bellissima fiction!!!
Recensione alla storia Fondamenta - 01/01/14, ore 16:53
Capitolo 8: Capitolo 8: Trusting issues
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E dopo il chiarimento, inzia il lento e dolororso processo di dover ricostruire quella fragilissima, impalpabile ragnatela che è la fiducia perduta...
 E in questo capitolo la descrizione di questo processo che è fatto di piccoli passi, improvvisi balzi all'indietro, di timidi tentativi e brusche ritirate, di domande impietose e di scomode verità, di ferite aperte e di altre in via di cicatrizzazione è descitto meravigliosamente.
 La lotta interiore di Dan, il desiderio, mai realmente riconosciuto e confessato eppure dolorosamente presente, di credergli, di fidarsi di Adrian, di appoggiarsi a lui,  si mescola alla fredda analisi della loro storia passata e alla conseguente conclusione che razionalmente non si può fidare di Adrian. L'atteggiamento di Dan è quindi confuso e circospetto e varia dalla recriminazione, all'amarezza, al sarcasmo fino alla sincera curiosità e al bisogno di capire. Il tutto è accompagnato dal disagio per uno stato fisico di vulnerabilità che lo pone effettivamente alla mercé di Adrian, di cui si ritrova, suo malgrado, ad essere totalmente dipendente,  e dal disagio per una forzata convivenza, che sfocia in forzata intimità fisica, come ad esempio quando Adrian gli medica le ferite.
 Su di loro aleggiano, come sempre, i fantasmi del passato, primo fra tutti Karnak, ma anche la nostalgia e il rimpianto  per quel periodo in cui erano compagni, colleghi, amici, ma soprattutto il fantasma del loro ultimo incontro, con tutto quello che è accaduto, con tutti i nodi irrisolti, con tutto il non detto, il non riconsciuto, il non accettato fra loro.
 Il forzato contatto fisico, per quanto freddo e professionale non può non risvegliare in Dan il ricordo di quella notte, del "tocco gentile di quella notte." ed è proprio quello vorrebbe evitare come la peste. Perché fare i conti con quella notte vorrebbe dire scendere a patti con un lato di sé che non vuole accettare (la violenza, la tentazione di ucciderlo, ma anche il piacere e la pace che ha provato tra le braccia di Adrian), ma anche con le motivazioni di Adrian, che era rimasto inerme, pronto ad accettare qualsiasi cosa Dan avrebbe voluto fargli. Perché?
 Da lì nascono una serie di domande, accuse e recriminazioni sul fatto che Dan non possa più fidarsi di lui come aveva fatto prima di Karnak, sbagliando, che terminano in tanta amarezza, un velo di rimpianto, e delle goffe e strane scuse da parte di Dan. Ma le parole fra loro intanto gettano un ponte, costruiscono un canale di comunicazione fra loro e Dan per ora sospende il giudizio (e il suo atteggiamento ostile) su Adrian e decide di concedergli il beneficio del dubbio, anche perché nelle sue condizioni non ha molta scelta. Però, intanto, stiamo a vedere che succede...
 Bello, bellissimo capitolo. Mi piace moltissimo il modo in cui descrivi la confusione di Dan, la sua incertezza, i suoi dubbi e anche quel diffuso senso di rimpianto per la loro amicizia perduta, per quell'ammirazione, forse un po' infantile, che aveva sempre provato per il collega/amico più bello, intelligente, brillante.
 A presto!
 Romina

 
Recensione alla storia Fondamenta - 29/12/13, ore 17:40
Capitolo 7: Capitolo 7: Anger
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E finalmente i nodi giungono al pettine... E Dan scopre che Adrian lo ha drogato, L'ennesimo tradimento. Anche se in questo caso non si potrebbe proprio parlare di tradimento, perché il tradimento prevede la fiducia e dopo tutto quello che è successo tra loro, di fiducia non si può proprio parlare.
 Dan ovviamente si infuria con Adrian e vorrebbe sfogare su di lui la propria rabbia e frustazione, ma in realtà non ne ha le forze. Questo momento di "crisi" fra loro due, l'ennesima, tuttavia li porterà a chiarirsi, a parlarsi al di fuori dei denti, soprattutto da parte di Dan, e quindi a rimodellare i termini della loro relazione e a creare una sorta di tregua e di fragilissima fiducia, cementata da quel "Niente più tranquillanti" finale.
 Mi piace moltissimo la descrizione della rabbia che monta dentro Dan quando realizza l'inganno e lamanipolazione da parte di Adrian (di tradimento non parlo, per le ragioni espresse sopra), ma ho amato ancora di più la descrizione del senso di impotenza e della frustazione di Dan quando si rende conto che le sue precarie condizioni fisiche gli impediscono di sfogare la sua rabbia come vorrebbe (spaccando la faccia a Adrian probabilmente XD).
 Tenendo presente quello che Adrian gli ha fatto a Karnak quando Dan era sano (anche se un tantino fuori allenamento) peraltro senza nemmeno scompigliarsi un capello, la mano che si appoggia sulla spalla e lo inchioda gentilmente, ma inesorabilmente al letto è solo il suggello di una realtà innegabile: Dan è in balia di Adrian, in suo completo potere. E l'unica cosa che Dan può fare è fare buon viso a cattivo gioco e rinegoziare i termini del loro rapporto.
 Ciò non gli impedisce di rivolgere domande e accuse che colpiscono il segno, se certe ombre, certe espressioni sul volto e nello sguardo di Adrian significano qualcosa.
 La mia preferita in assoluto è quando gli urla contro: "Dannazione, Adrian! Devi smetterla di decidere per gli altri, di pensare di averne il diritto." E' evidente che non sta parlando soltanto della droga, è evidente che il fantasma di Karnak sta aleggiando su di loro. E io sono in adorazione XD
 La seconda più bella secondo me è la domanda che gli ringhia contro: "Che cosa sono io, per te? Un esperimento? Un mezzo di espiazione?"
 La risposta di Adrian è ancora migliore: "L'espiazione non è una cosa che riguardi la mia persona."
 E Dan riflette sul fatto che il suo tono (di Adrian) non gli fa comprendere se è perché non ne ha bisogno o perché non ne ha diritto. Grande Dan! Un'intuizione fantastica... credo che forse è in quell'istante che inconsciamente decide di voler scoprire se sia l'una o l'altra ipotesi...  e decide quindi di dargli un'altra possibilità che sfocia in quel "Niente più tranquillanti" finale.
 Alla prossima,
 Romina
 
 
Recensione alla storia Creazione - 29/12/13, ore 16:07
Capitolo 1: Prologo: The end is the beginning is the end
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Ed eccoci qua. Un nuovo capitolo di questa magnifica avventura, di questa meraviglia che ho visto letteralmente nascere e crescere parola dopo parola, immagine dopo immagine... non ho davvero più parole per dirti quanto sia emozionata, felice e anche un po' orgogliosa di vedere venire alla luce questo nuovo capitolo della saga di Utòpia. E non so più davvero come ringraziarti per la dedica, anche perché tu conosci il posto speciale che questa serie ha nel mio cuore. Grazie!!!
 Nel titolo il tema della circolarità, del ciclo che non ha mai veramente fine, in cui l'inizio e la fine si intersecano e si scambiano ruoli e posizioni, riprende la risposta che Jon dà a Ozymandias nel gelo di Karnak nella graphic novel e anche il titolo dell'epilogo di "Fondamenta": Nothing never ends. Ed è esattamente così, la vita è fluire, continuo divenire; immaginare una fine, come gli scrittori tendono a fare nelle loro opere, è una pura illusione: Karnak non è stata la fine del mondo, ma non è stata neppure l'inizio di una nuova Età dell'Oro. Adrian deve continuare a vigilare e, se necessario, intervenire per proteggere e mantenere la pace conquistata a così caro prezzo.
 Allo stesso modo, in piccolo, i destini di Adrian e Dan continuano ad incrociarsi, anche se ogni volta sembra che il loro sia un addio, ma, appunto, la fine non è altro che l'inizio e la storia si ripete, si avvolge su se stessa e continua a ripresentarsi sotto vestigia nuove.
 Ed ora il capitolo: doloroso, angosciante, implacabile. Scandito dal ritmo cadenzato e inesorabile di quell' inspirare, espirare, che mi sono ritrovata inconsciamente ad imitare mentre leggevo, trattenendo il respiro per tutto il tempo restante, il capitolo è pura agonia, dolore allo stato puro. Per chi come me ama Adrian alla follia, poi, è addirittura insopportabile.
 Mi sono ritrovata a sussultare mentre quel pugnale penetrava lentamente, ma inesorabilmente nella carne, la lacerava, la segnava in maniera indelebile (le cicatrici... ho letto questo capitolo tante volte e ancora non sono riuscita a processarle ed elaborarle... proprio non ci riesco).
 Sei sempre la migliore a descrivere queste scene: la precisione dei dettagli, la parola che si fa immagine visiva, che si fa quasi carne viva, solida. Io non posso che rimanere muta e incantata di fronte a una tale capacità!
 Ma il pezzo che ho preferito in assoluto, quello che secondo me coglie l'essenza di Adrian Veidt/Ozymandias, dell'uomo, del vigilante, dell'eroe e del villain, è quello in cui Adrian rivendica il suo gesto a Karnak: "Se fosse stato credente avrebbe considerato questo dolore come un'espiazione, il sacrificio del proprio corpo in virtù di una redenzione futura che gli ripulisse le mani di tutto il sangue versato. Se fosse stato un uomo meno intelligente, meno determinato, meno razionale. Ma non aveva mai nemmeno considerato un dio Jon, l'essere che più si avvicinasse al concetto comune di onnipotenza, riuscendo ad utilizzarlo invece come una pedina primaria nel proprio piano; e desiderare una redenzione avrebbe solo fatto perdere di significato alle proprie azioni, le avrebbe rese un errore, negando che fossero state l'unico modo per portare avanti l'umanità per come la si conosceva."
 Non avresti potuto descriverlo meglio.
 Sono convinta che questi sarebbero le riflessioni di Adrian riguardo a Karnak, ai 15 milioni di morti e quanto ne è conseguito. Pur avvertendone il peso, la responsabilità schiacciante, infatti rifiuta la via più facile, quella della contrizione, del pentimento e della ricerca dell'espiazione, per potersi liberare la coscienza. Invece sceglie il cammino arduo della rivendicazione orgogliosa dell'atto compiuto e di tutte le sue conseguenze.
 Adoro questa sua presa di coscienza, questa sua lucidità.
 Adoro come tu l'abbia sottolineata.
 Non vedo l'ora di leggere il seguito... nella speranza che la giusta vendetta si abbatta sui suoi torturatori e beh, insomma, sai come desidero che vada a finire la serie ^___*
 A presto
 Romina
 
Recensione alla storia Fondamenta - 28/12/13, ore 20:36
Capitolo 6: Capitolo 6: Meeting a hero
~~Quanto mi piace questo capitolo!
 Per tante ragioni, che cercherò di spiegare più avanti, ma la principale è che adoro, letteralmente adoro i capitoli in cui viene esaltata la figaggine di un personaggio in particolare... ovviamente non c'è neanche bisogno di chiedere chi sia...
 Adrian ...  <3
 Parto dal titolo "Meeting a hero" e la prima cosa che noto è che Adrian viene definito "eroe" e solo questo potrebbe aprire un dibattito lungo un giorno intero su ciò che Adrian effettivamente sia: villain, hero, assassino, salvatore del mondo, carnefice, vittima sacrificale (nel senso che con Karnak si è dannato l'anima e lo ha fatto consapevolemente). Adrian è tutto questo e mille altre cose ancora. Adrian è uno dei personaggi più complessi, sfaccettati e affascinanti che io abbia incontrato, amato, adorato... e tu gli rendi giustizia ogni singola volta che lo porti in scena... Ti ringrazio dal più profondo del cuore per questo!
 Due cose hanno particolarmente attirato la mia attenzione nella prima parte:  Dan che sembre quasi diventato un suo progetto, che dopo aver rischiato di diventare il suo primo fallimento, si è rassegnato ad essere l'ennesimo successo. Queste definizioni ci dicono molto della pische di Adrian e del suo modo di vedere il mondo, se si pensa che Dan è l'essere a cui tiene di più al mondo, forse l'unico essere a cui tenga davvero.
 La seconda è che inizia a fare capolino con una certa insistenza quella stanchezza, quasi che sulle sue spalle gravasse l'intero peso del mondo (e forse è proprio così), che avevamo appena intravisto negli occhi di Adrian in "Macerie".
 La seconda parte, l'incontro vero e proprio, mi è piaciuta moltissimo perché mette in luce le doti di Adrian (e io vado in brodo di giuggiole) nel modo che io preferisco, cioè evidenziandole attraverso gli occhi e i pensieri di un altro personaggio XD
 Il commissario Ross lo vede come un eroe, un benefattore dell'umanità (così come lo vede l'opinione pubblica), un uomo che volendo avrebbe i mezzi e le capacità per essere il padrone del mondo, ma che umilmente aveva rinunciato, moderno Cincinnato, all'onere, alla gloria e soprattutto al potere.
 Quanto è sbagliata questa sua opinione (Adrian gestisce e indirizza il mondo da dietro le quinte, nell'ombra, come fa il vero potere), eppure allo stesso tempo è quanto di più vero ci sia. Adrian "governa" il mondo da dietro le quinte, sì, ma lo fa per il mondo, non per la brama del potere. In un certo senso lui si mette al servizio del mondo, si sacrifica per la sua Utopia.
 Anche in questo caso specifico, si sta comportando esattamente così, indirizzando le indagini esattemente dove vuole lui, manipolandoli attraverso l'offerta di un aiuto concreto (la squadra) e dei suoi consigli (è l'uomo più intelligente del mondo, chi non li accetterebbe di buon grado?)
 Ma le doti di Adrian sono evidenziate in maniera splendida anche dal modo in cui lui manipola il commissario e con parole e gesti misuratissimi, mai lasciati al caso, lo porta esattamente dove vuole lui e insinua nel commissario il dubbio sull'identità del Nite Owl. Il tutto nel giro di cinque minuti! Grandioso. Semplicemente grandioso XD.
 Questo capitolo è un inno all'intelligenza, alla brillantezza, al genio e permettimelo alla figaggine di un uomo magnifico, eroe e villain allo stesso tempo, un semidio che vive isolato nella sua torre d'avorio, irraggiungibile e intoccabile eppure capace di porsi al servizio del mondo intero, capace di dare tutto se stesso, di sacrificare persino le uniche cose a cui teneva: Bubastis e l'amicizia con Dan.
 Mi fa impazzire!!! Amo la sua testa, la sua intelligenza sovrumana, almeno quanto amo il suo corpo perfetto, i suoi occhi splendidi... e qui mi fermo, prima di trascendere XD
 Un'ultima annotazione la merita il commissario Ross, che, come sempre è rappresentato come un personaggio a tutto tondo, in carne e ossa, pur essendo un personaggio minore. E' umanissimo il senso di inadeguatezza e l'impaccio che prova di fronte "all'uomo più potente del mondo." Chiunque al posto suo si sarebbe sentito così. Possiamo immedesimarci in lui, nella sua soggezione di fronte ad Adrian.
 Tuttavia, man mano che l'incontro procede, inizia a sentirsi sempre più a suo agio e nel contempo cresce la sua simpatia, il rispetto e l'ammirazione per Adrian e tu riesci ad esprimere perfettamente questo leggero e impercettibile cambiamento nel modo in cui lui vede Adrian, che è necessario affinché poi sia disposto a "credere" alla versione di Adrian sull'identità del Nite Owl, o almeno a pensare che questa versione sia possibile. Ovviamente questo cambiamento è frutto dell'atteggiamento e alle parole di Adrian ed è stato ricercato e voluto da lui XD
 Lascio che siano proprio le riflessioni del commissario a chiudere questa recensione, perché rappresentano la sintesi di questo processo di "convincimento": "Sorrise mentre si concedeva un pensiero un po' infantile, ma se nella realtà fossero davvero esistiti degli eroi, allora era certo che Veidt fosse uno di essi."
 (In brodo di giuggiole) Romina