Recensioni di Dave1994

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Mangiami. - 01/12/13, ore 12:58
Capitolo 1: Mangiami.
"Mangiavo vetro per non impazzire, perché spesso il metallo è meno tagliente delle persone".

Prima di recensire l'intero scritto,volevo fermarmi su questa magnifica scintilla di cupa saggezza,fin troppo lontana purtroppo dai toni di un'oscura profezia: ogni giorno questo assoluto diviene sempre più realtà,o almeno per quanto riguarda il passato di alcune persone. Le persone,nel loro egoismo,sanno tagliare e fendere quei morbidi legacci che ci fanno orbitare intorno a loro alla guisa di un satellite pago di aver trovato il suo pianeta protettore,cullato dall'ebbrezza di quelle indissolubili equazioni gravitazionali che reggono l'universo. 
Al di là della sterile osservazione che qualcuno potrebbe fare sulla natura del vetro e sull'ovvia verità che questo non sia un metallo,il connubio delle proprietà taglienti ed amorfe del primo con quelle resistenti e arrugginite del secondo rende splendidamente l'idea di una ferita che squarcia e imputridisce nel tempo,peggiorando la nostra condizione emotiva. Tagli che non si rimarginano,ma che sono destinati a segnarci per tutta la vita (o almeno in gran parte) costringendoci ad esporli come cicatrici di battaglia,ma solo alle persone cui permettiamo di infrangere le spigolose superfici cristalline del nostro Io.
In fondo,certe lesioni interne possiamo vederle solo noi e chi standoci accanto ci conosce bene. No?

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Passando al resto della composizione,ciò che si intuisce al primo colpo è il procrastinarsi della sofferenza derivata da una separazione amorosa. A rendere il concetto è una progressiva trasformazione di quell'odore caratteristico che prima era avvertito come dolce culla d'essenza,ed ora ti ammorba fin nel profondo delle sinapsi nervose. L'annichilimento che si prova,il desiderio di sparire,il senso di sfuggita e perdita contrastano con una razionalità agonizzante e stremata,ridotta a strillare come regredendo allo stadio di fanciullo un "io non volevo morire" contradditorio ed incerto. In fondo,la ragione è la peggior nemica di se stessa.

"Mi frantumo al di là di un dirupo, ma questo quasi mi piace. Del mio corpo non rimarrà più nulla, lo giuro, sarà come la cenere delle pagine che hanno scritto la mia vita, trasportate dal vento in un ballo senza fine."

La gioia dell'autodistruzione espressa al massimo delle sue potenzialità,la soddisfazione nel contemplare le proprie ceneri strette in un pugno. E' un immagine fortemente evocativa di un dolore che non può essere placato,la cui unica ragione d'esistere è il nulla inteso nella sua forma più assoluta di non-esistenza. L'esaltazione dell'oblio ci invade totalmente,come illuminandoci gli occhi di una luce vuota e senza sorgenti.
Pensieri davvero molto forti,resi ancora più suggestivi da uno stile incalzante e finemente elaborato quale quello che oramai ho imparato a riconoscere con gioia in ogni tuo scritto. Le immagini che richiami,i pensieri che convogli nel foglio (o nei byte di informazione che compongono il monitor del computer? In fondo,la tecnologia assolve in maniera multiforme alle infinite esigenze dell'arte e del pensiero umano) dovrebbero indurre a fermarsi e riflettere tutti coloro che passano per questo angolo di Internet,meditare sulle infinite sfaccettature che a tutti sfuggono ma che solo un cuore lacerato e sofferente può cogliere.
Una superba composizione,in conclusione.
Come potrai notare,ho espresso ogni pensiero in forma assolutamente impersonale,non sapendo nulla sui tuoi retroscena nella vita reale. Qualunque sia la verità,ti auguro di superare ogni arduo momento che vivrai,adesso e nel futuro,facendo affidamento al più grande e splendente dei tuoi talenti. L'arte della scrittura,che in te ha fatto germogliare più che un albero un'intera foresta.
Alla prossima,allora,un abbraccio,
Dave.

Recensione alla storia Se l'amore esistesse - 03/10/13, ore 21:46
Capitolo 1: Se l'amore esistesse
L'amore ci tende come una corda di violino,portandoci fra la passione e la follia.
Può trasformarci,piegarci e renderci degli eroi o scagliarci nel più profondo degli abissi dell'autocommiserazione e della vergogna,cosa che non è affatto difficile vedere nella vita di tutti i giorni.
Hai compenetrato perfettamente il sentimento indagandolo nei suoi aspetto più oscuri e profondi,vagliandolo,sviscerandolo.
Una superba composizione,Queen,e dire che fu una delle tue prime.
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Dave.
Recensione alla storia Occhi - 28/09/13, ore 18:43
Capitolo 1: Occhi
"Aveva occhi così azzurri, - così limpidi -, che davvero credevo che fossero il mare intero chiuso in un teschio rivestito di carne pallida."
Credo sia la più bella espressione che abbia mai letto in quanto a descrizioni,te lo giuro. Non appena ho letto questa frase ho sollevato gli occhi dal monitor,estasiato ed assuefatto dalla bellezza di parole così armoniose,evocative e sublimi.
L'allitterazione della s,il delizioso rimando alla tradizione decadente e simbolista nel "teschio rivestito di carne pallida",davvero magnifico. Ma torniamo alla storia.
E' una flash bellissima,capace di suggerire un mondo di emozioni totalmente contrastanti. E quello degli occhi ciechi alla fine è un vero colpo di scena,che impreziosisce oltremodo il contenuto già raffinato del testo: così facendo doni a quegli occhi senza luce un bagliore dapprima sconosciuto,multiforme,ricolmo di mille colori.
Fantastica,come sempre. Adoro i tuoi scritti,ma questo credo che tu lo sappia già.
Alla prossima,
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Dave.

Recensione alla storia Me e Io - 01/07/13, ore 17:41
Capitolo 1: Me e Io
Eros e Thanatos,amore e morte. E' impressionante notare come in questo scritto giochino sul sottile filo di un rasoio: l'uno richiama l'altro inequivocabilmente,come i complementari opposti di William Blake. E sebbene le possibilità di lettura siano molteplici,data la complessità e raffinatezza del testo,una cosa è certa.
L'amore vero è purtroppo sottomesso a qualsiasi altro elemento. E' un dato di natura,riscontrabile nell'amore di una madre per il figlio o in quello di un ragazzo per la propria fidanzata. Possibile che quello di cui parli intercorra tra due lati di una medesima personalità,opposti ma riuniti sotto un unico vessillo? In fin dei conti non sarebbe troppo strano,del resto la nostra identità non è altro che l'insieme,armonico o meno,di frammentarietà diametralmente più vaste e contrapposte.
Tuttavia,che una metà chieda all'altra di morire...è quasi impossibile. Dico quasi perché la perdita di una parte comporta l'irrimediabile compromissione del tutto.
Comunque sia,davvero una composizione molto profonda. I miei complimenti,Queen.
Sincerely yours,
Dave.
Recensione alla storia La ragazza di carta - 07/05/13, ore 17:29
Capitolo 1: La ragazza di carta
"Chi vola più in alto degli altri è sempre lasciato solo."
In un mondo silenzioso e sprezzante come quello in cui siamo costretti a vivere ogni giorno,talvolta pare che a nessuno importi se le crepe radicate dentro di noi minacciano di rompersi definitivamente oppure no. 
Il tuo breve racconto ha riassunto in sé la condanna che questa esistenza porta con sé. Ma la cosa sorprendente è l'altruismo,la compassione,la pietà che questa ragazza mostra verso il resto del mondo: ha donato a tutti i suoi sogni,le sue speranze,i suoi ideali,nonostante fosse stata ignorata nel silenzio più abissale.
Ci sono attimi,però,in cui la fiducia che abbiamo in noi stessi svanisce totalmente e siamo dimentichi di quanto possiamo essere spettacolari e stupefacenti. E anche se ci spezziamo,prima o poi,nulla impedisce che da quei frammenti seminati nella terra possa nascere qualcosa di ancora più alto e profondo,come un'eredità di noi stessi che lasciamo a quel mondo colpevole di averci indifferentemente disprezzato,come è successo alla tua protagonista.
Cosa voglio dire con tutta questa tiritera pseudo-poetica trita e ritrita?
Che siamo più speciali di quanto immaginiamo. La natura è stata meschina con noi: ci ha dato le chiavi di un grande potere,nascondendole dentro di noi di modo che non possano essere trovate né alla prima,né alla seconda e nemmeno alla terza volta che le cerchiamo con tutti noi stessi.
E' possibile raccogliere i cocci e formare una persona nuova da quelli?
Ecco,questa è una bella domanda.
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Dave.